Per la logistica un decennio poco produttivo - Messaggero ...

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Per la logistica un decennio poco produttivo - Messaggero ...
9 Dicembre 2021 -

Per la logistica un decennio poco
produttivo

GENOVA – “Come si fa nelle migliori aziende a fine anno si fanno i bilanci
perché, come diceva il Principe De Curtis, a fine anno per avere il totale si
fanno le somme”. Inizia così una nota di Mino Giachino presidente di Saimare.

Se la politica e chi si confronta con la politica, cioè il mondo che
rappresenta le aziende, facesse così, il nostro Paese si potrebbe riprendere
dopo anni di crescita quasi inesistente. Perché i buoni Governi hanno anche

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grazie al buon lavoro del mondo rappresentativo Parlamento e
Associazioni. Non parlo della competenza sempre più bassa del Parlamento che
così conta sempre di meno.

La crescita economica bassa ci lascia 2 problemoni grandi come una casa,
l’alto debito pubblico e una imponente disoccupazione.

Senza l’aumento delle esportazioni, continua Giachino,dovuto alla aumentata
competitività di quella parte del nostro sistema produttivo che si è
rinnovata, gli ultimi otto anni sarebbero stati anni negativi per il nostro
Pil. Sino a quando chi ci governa non riuscirà a capire questo, le cose per
la manifattura e per la logistica non potranno migliorare. Non lo dico a caso
perché l’anno scorso sono stati bloccati gli incentivi per Manifattura 4.0 e
gli investimenti nelle infrastrutture ormai languono da anni. L’anno migliore
per gli investimenti rimane, così per dire, quello del 2009 .

Il primo Bilancio dell’attività governativa e legislativa relativa alla
logistica dell’ultimo decennio non è esaltante. Ferrobonus e Autostrade del
mare, due misure importantissime per l’intermodalità e per la riduzione
dell’inquinamento, sono ancora quelli sbloccati dal mio Governo, nel 2008 e
2009.

Anche se nessuno mi ha mai dato una pergamena o una targa, ho l’onore di aver
scritto con la collaborazione di Amelia Scaffidi e Enrico Finocchi la norma
che ha istituito il Ferrobonus con un primo stanziamento di 30 milioni.

Per L’autotrasporto dai costi minimi si è scesi fino ai costi di riferimento
che valgono molto ma molto di meno. Le proposte della Consulta
dell’Autotrasporto e della Logistica sullo sportello unico dei controlli nei
porti e per la vendita Franco destino sono state bellamente dimenticate dai
Governi Monti e seguenti.

L’art.20 della importante Riforma Delrio relativo allo Sportello Unico è
ancora lì da attuare da quasi cinque anni e ora prego perché il bravissimo
nuovo direttore delle Dogane riesca lui dove non è riuscito nessuno. La
situazione delle infrastrutture è peggiorata notevolmente con danni notevoli
per l’autotrasporto e la logistica anche se le nostre manifestazioni per la
Tav hanno sconfitto il mondo del “No a tutto”.

Fortunatamente per merito di Bucci e Toti il ponte di Genova è stato

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ricostituito a tempi record. Ma la situazione delle autostrade è pesante e
nessuno si lamenta per le mancate manutenzioni. In questo mare magnum di
problemi almeno lavori del Terzo Valico vanno avanti e renderanno il porto
di Genova più vicino al mercato europeo.

Ridicola la scusa del Covid per giustificare il ritardo di due anni per la
costruzione della Tav l’opera che non serve solo alla mia Torino ma a tutto
il Nord Italia. Per le nomine dei presidenti delle Autorità portuali le
lottizzazioni della Prima Repubblica sono rose e fiori. Per fortuna, conclude
Giachino, sono stati riconfermati D’Agostino e Signorini.

La riforma degli Interporti è ancora nei desideri. Non credo pertanto di
sbagliare se il Bilancio degli ultimi anni per la logistica pubblica è un
Bilancio negativo. Per fortuna le aziende logistiche italiane mantengono la
loro competitività anche se da noi manca il grande operatore, argomento
presente nel mio Piano nazionale della logistica”.

Neve causa blocco autostrade liguri

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GENOVA – Totale blocco delle autostrade liguri, con i mezzi pesanti
imprigionati in una morsa di neve, ghiaccio e inefficienza. “Dopo che da
cinque giorni – denuncia Giuseppe Tagnochetti, coordinatore ligure di
Trasportounito – viene lanciato l’allerta neve, la Società Autostrade non ha
svolto alcuna attività preventiva e non si è attrezzata per intervenire per
la pulizia delle strade con una rete che è oggi totalmente paralizzata”.

Sono chiuse le autostrade A6, A26, A7, e per agevolare le operazioni dei
mezzi antineve Polstrada ha disposto il divieto temporaneo alla circolazione
sulla A26 Genova-Gravellona Toce, tra il bivio con al A10 Genova-Savona e la
Diramazione Predosa-Bettole in entrambe le direzioni di marcia. Sulla A7

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Genova-Serravalle, tra la diramazione della A26 e Genova Bolzaneto verso
Genova e tra Bivio A12 e Serravalle Scrivia in direzione di Milano, il
divieto è previsto solo per i mezzi pesanti con peso a pieno carico superiore
a 7,5 tonnellate. Nel savonese A6 chiusa ai Tir, da Savona a Ceva in
direzione Torino e da Carmagnola a Savona, in direzione Savona.

Con la chiusura della provinciale 29 di Cadibona, nel savonese, causata dalla
caduta di alcuni alberi e quella disposta per i Tir in alcuni tratti della A6
e della A26 per le forti nevicate, i mezzi pesanti sono sostanzialmente
‘bloccati’ in Liguria.

“E ora il vaso è davvero colmo – prosegue Tagnochetti – non è possibile che
ogni disservizio, ogni inefficienza, ogni blocco, spesso causato anche quando
poteva essere evitato, ricada sulle spalle dell’autotrasporto. Se per
efficienza logistica in questo Paese – prosegue – si pensa puntualmente di
penalizzare l’anello più debole della catena, l’autotrasporto, ebbene si
sappia che non esiste più margine di sopportazione. La competitività del
sistema non si crea tirando la corda sino a farla strappare e annientando una
categoria, che, piaccia o non piaccia, è strategica e centrale proprio nella
catena logistica”.

“Siamo stufi di sentir parlare di disservizi, anche quando le emergenze erano
ampiamente prevedibili – conclude Tagnochetti – e ci rivolgiamo al Governo e
al Parlamento con una brevissima frase: se l’autotrasporto salta e si ferma,
anche quel poco di efficienza che ancora sopravvive nel sistema Paese è
arrivata al giro finale”.

Sulla vicenda è intervenuto anche il presidente di Saimare, Mino Giachino che
defiunisce : “Scandaloso il blocco delle autostrade liguri attorno a Genova
per una modesta nevicata. I trasporti e l’economia pagano la grande
incompetenza del Governo in questi ultimi anni. Il nodo trasportistico più
importante d’Italia bloccato per mala gestione e per mancati controlli del
Mit che tra la demagogia dei 5 stelle e la incompetenza del Mit”.

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Giachino: la Tav deve proseguire fino
a Budapest

GENOVA – “L’inaugurazione dei lavori tra Brescia e a Verona della Tav /
Corridoio Mediterraneo ha un significato più ampio della tratta in se e di
quello che molti gli hanno dato”. Ne è convinto il presidente della Saimare,
Mino Giachino che in una nota ribadisce che “il collegamento verso Est del
Corridoio Mediterraneo, di cui il tratto Brescia- Verona rappresenta una
piccola ma essenziale parte, è di interesse strategico non solo per l’Italia
ma anche per l’Europa del Sud. Il Corridoio Mediterraneo di cui la Tav è una

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parte, si estende dal Sud della Spagna e attraversa la Francia e tutta la
Pianura Padana verso Est in direzione Budapest-Kiev.

La realizzazione di questo Corridoio trasversale, che Jacques Delors
considerava strategico in quanto serviva a mettere in rete i corridoi
ferroviari Nord-Sud, come il Brennero, Berlino, Helsinki o il Genova-
Rotterdam , consentirà di trasferire su rotaia gran parte del traffico merci
che oggi dall’Est europeo attraversa la Pianura Padana su strada, utilizzando
la A4, verso Ovest.

Quando sarà ultimata la Tav, noi riusciremo a intercettare tra Budapest e
Kiev una parte dei 10mila treni merci in arrivo ogni anno dalla Cina e che
oggi si dirigono tutti a Duisburg nel Nord della Germania per poi dirigersi a
raggera nei vari Paesi europei.

Con la realizzazione dei corridoi ferroviari europei (Reti Ten-T) i porti
italiani del Nord potranno intercettare maggiori volumi di merce da e verso
l’Europa provenienti da Africa, Medio e Estremo Oriente”.

“Ecco perché – prosegue Giachino – il completamento del Corridoio
Mediterraneo interessa tutto il Paese in generale e i tutti i porti del Nord
Italia in particolare.

Aumenterà la crescita della nostra economia e diminuiranno inquinamento e
incidentalità stradale. Ecco perché è opportuno chiedere alla ministra e al
Governo la nomina di un Commissario e l’utilizzo del Metodo Genova per
accelerare i lavori. Così come è importante chiedere ai Paesi dell’Est la
realizzazione dei loro tratti.

L’incrociarsi nella Pianura Padana a Novara, Milano, Verona e Padova dei 4
Corridoi (o Reti Ten-T) che l’Europa ci assegnò il 19 Ottobre 2011, quando
ebbi l’onore di essere al Governo , consentirà alla Pianura Padana, ricca di
interporti e scali importanti come Genova, La Spezia, Livorno, Venezia e
Trieste, di diventare la più grande area logistica del Sud Europa”.

“Nel Piano Nazionale della logistica 2011-2020 , alla cui redazione – ricorda
l’ex sottosegretario ai Trasporti – chiamai esperti come Gros-Pietro, Sergio
Bologna, Andrea Boitani, Rocco Giordano, Fabrizio Dallari, avevamo stimato in
un punto di Pil in più, il contributo alla maggiore crescita che deriverebbe
al nostro Paese dalla realizzazione e dalla messa in rete di questi corridoi

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ferroviari.

La loro realizzazione deve rappresentare una priorità del Recovery Plan
italiano. Il Certet della Bocconi ci ha detto che il moltiplicatore di
quest’opera è di 4, quasi quanto il grande moltiplicatore che ebbero le opere
e le riforme utilizzate per impiegare i fondi del Piano Marshall.

Ecco perché non potevamo perdere la Tav Torino-Lione. Erano queste le
motivazioni che mi hanno portato a organizzare la Prima Manifestazione SiTav
 in piazza a Torino il 10 Novembre del 2018 insieme alle madamin. Da allora i
vari movimenti del NO a tutto che negli ultimi 15 anni hanno rallentato lo
sviluppo , hanno perso molto appeal nel Paese. Da allora fare le
infrastrutture è diventato più facile nel nostro Paese.

Occorre quindi accelerare i lavori dando così un contributo alla ripresa
economica. A Federico Fubini che sul Corriere si interroga intelligentemente
se l’Italia sarà capace di realizzare le opere in tempi celeri ricordo che
il nuovo ponte di Genova è stato realizzato in 1 anno, il passante di Mestre
in 4 anni , la Autostrada del Sole in 8 anni così i Trafori autostradali del
Bianco e del San Bernardo.

Concludo notando che la Società logistica tedesca che ha acquisito una quota
importante del terminal portuale di Trieste è controllata al 67% dalla Città
di Amburgo. Le città tedesche sono dei veri motori di sviluppo non come la
mia Torino che ha assistito alla fuga di aziende grandi e piccole senza
capire che lo sviluppo del capoluogo piemontese sarebbe stato penalizzato a
causa di amministrazioni cieche e incompetenti”.

Il costo della inefficienza logistica
è passata da 40 a 70 miliardi

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GENOVA – “Negli ultimi dieci anni il costo della inefficienza logistica è
cresciuto da 40 a 70 miliardi di euro. E’ ora di cambiare. Lo dice Mino
Giachino in una intervista da noi realizzata.

“Le somme del Recovery Fund e la Finanziaria possono fare molto se il Governo
coinvolgerà il mondo delle imprese e la Società Civile. Nella interessante
Agora’ 2020 di Confetra sono stati messi sul tappeto i problemi della
logistica e delle infrastrutture una delle chiavi se vogliamo davvero
rilanciare il nostro Paese verso il secondo boom economico.

Il costo della inefficienza logistica del nostro Paese che il Piano della
Logistica 2011/2020 approvato dalla Consulta dei Trasporti e della Logistica

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che ho avuto l’onore di presiedere, stimava in 40 miliardi di euro è
cresciuto secondo il dato fornito dal presidente di Confetra a 70 miliardi.

Nell’ultimo decennio tante parole e pochi fatti, diminuiti gli investimenti
in infrastrutture , Aumentata la vendita Franco fabbrica dal 60 al 73% così
oggi la inefficienza logistica si stima arrivi a 70 miliardi di euro l’anno.
Inefficienza della logistica, carenza nelle infrastrutture, peso della
burocrazia sono le tre maggiori cause che hanno frenato lo sviluppo del Paese
che dal 2001 al 2019 era cresciuto solo del 4% in tutto.

Per far ripartire il Paese con le grandi risorse europee occorre finanziare
opere e riforme che abbiano un alto moltiplicatore di crescita , ogni dollaro
il Piano Marshall ne produsse 6 e il Paese ebbe il primo boom economico.

Per la Tav la Bocconi di Milano stima un moltiplicatore di 4.

I 209 miliardi europei con un moltiplicatore 4 ci darebbero oltre 800
miliardi di Pil, 45 punti di Pil, avremmo cioè il secondo boom economico,
aumenterebbe il lavoro e il benessere degli italiani.

Si è già perso troppo tempo. Il Governo apra una discussione con tutti i
partiti, con i sindacati e con le associazioni di imprese e della società
civile per preparare un Piano che rappresenti tutto il Paese.

Dopo le nostre grandi manifestazioni Si Tav il vento è cambiato a favore
delle Infrastrutture, si utilizzi il Metodo Genova per accorciare i tempi e
si dia il via finalmente ai lavori . Inoltre occorre fare le riforme come
quella che istituisce lo Sportello Unico dei Controlli . Nella finanziaria
si defiscalizzi il costo del lavoro nella logistica e ci si dia finalmente
una politica industriale della logistica che favorisca la crescita
dimensionale delle aziende del settore” .

Il rilancio dell’Italia passa dalle

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città e dai porti

LIVORNO – Di passaggio da Livorno per un impegno in provincia, Mino Giachino
è stato …intercettato dal Messaggero Marittimo. Non poteva mancare una
intervista su infrastrutture, logistica, città, porti, economia, Tav, Gronda,
edilizia ecc.

Il presidente del Saimare ed ex sottosegretario ai Trasporti non si fa
pregare e squaderna una serie di dati e di ipotesi future che solo un
personaggio cresciuto nella logistica sa fare.

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Giachino ha preso spunto su quanto detto da Draghi a Rimini al convegno di
Comunione e Liberazione: la bassa crescita di Pil in Italia il problema della
infrastrutture, praticamente quanto anche da lui accennato due anni fa nelle
piazze di Torino.

Giachino ha poi accennato ai miliardi a fondo perduto arrivati dall’Europa.
“Vanno sfruttati alla perfezione. Ed ha ricordato cosa fecero politici di
vecchia data nel dopoguerra iniziando da Alcide De Gasperi con il Piano
Marshall.

La sua diagnosi si è poi allungata sul valore delle città, dei porti, dei
trasporti con tutto il mondo e con la Tav che nel giro di qualche anno
potrebbe rivoluzionare il traffico nel nostro Paese facendo diventare Genova
primo porto del sud Europa.

Ascoltiamo l’intervista effettuata nel centro città di Livorno con alle
spalle i canali medicei.

“Nuove infrastrutture e lavori
autostradali per la Liguria”

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GENOVA – “Servono nuove infrastrutture e lavori autostradali per la Liguria.
Alla vigilia delle due manifestazioni Pro Liguria da quella delle
Associazioni produttive genovesi a Genova a quella di Forza Italia a Roma,
come presidente di Saimare spa ribadisco che la Liguria uscirà
dall’isolamento solo attraverso la costruzione di nuove infrastrutture e con
lavori seri di ristrutturazione della rete autostradale e ferroviaria
esistente”. Così si esprime in una nota Mino Giachino.

“La Liguria con i suoi porti, che servono l’economia di tutto il Nord Italia,
svolge un ruolo di interesse nazionale. Nel Decreto che prevede lo sblocco
dei cantieri e nel Recovery plan che l’Italia presenterà in Europa a
Settembre occorre siano inseriti la Gronda autostradale, la nuova diga
foranea, la velocizzazione della linea ferroviaria Genova – Torino e la
sistemazione della linea ferroviaria che da Savona va a Torino per proseguire
verso la Francia.

Per lo sviluppo dei porti liguri, continua Giachino, e per l’ampliamento dei
traffici verso l’Europa oltre a nuove strutture è importante lo sblocco
immediato della norma di cui all’art.20 della Legge di Riforma dei porti che

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va verso la costituzione dello Sportello Unico dei Controlli portuali. Questa
norma renderebbe più competitivi gli scali nazionali e quelli liguri in
particolare consentendo di recuperare parte dei traffici persi a causa del
lockdown e quelli causati di quelli persi negli ultimi mesi di pesante
aggravamento della congestione autostradale.

Il presidente di Saimare Giachino, conclude quindi il suo intervento
ricordando che in virtù della grande complessità della rete infrastrutturale
che collega la Liguria e i suoi porti alle Regioni del Nord e all’Europa, ed
in vista della riorganizzazione della rete dei controlli sulla sicurezza
delle infrastrutture che deve essere attuata entro questo mese, è opportuno
venga assegnata a Genova la sede della Ansfisa la società per la sicurezza
stradale e ferroviaria.

Genova porto principale dell’Europa
del Sud

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GENOVA – “Abbiamo chiesto al Governo 5 miliardi di euro per fare di Genova il
porto principale dell’Europa del Sud”. Lo ha rilevato ieri il sindaco Marco
Bucci intervenendo alla sessione del Blue Economy Summit 2020, dedicata al
“Modello Genova”.

Bucci ha partecipato alla sessione dedicata alle innovazioni tecnico
normative che hanno regolato la realizzazione del Ponte del Polcevera e della
loro trasposizione per lo sviluppo delle infrastrutture strategiche in
Italia. Il sindaco ha esordito spiegando che “Il Modello Genova ha regole ben
precise”. Un modello usato per la ricostruzione del nuovo Ponte del
Polcevera, così descritto e promosso da Bucci: “Noi siamo andati di pari

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passo col Codice degli Appalti europeo, con le giuste regole per fare le cose
bene e velocemente. Abbiamo lavorato in parallelo e con pratiche in
contemporanea, utilizzando le metodologie del settore privato: questa è stata
la formula applicata. Essere il commissario vuol dire prendersi i meriti ma
anche le responsabilità mettendoci la faccia. Questo – ha concluso – è il
modello Genova”.

Un modello replicabile anche per obiettivi ancora più ambiziosi, riguardanti
lo sviluppo economico della città a partire dal porto. “Abbiamo chiesto 5
miliardi di euro allo Stato per fare di Genova il porto
principale dell’Europa del Sud: se applichiamo questo modello, possiamo
farcela”, ha aggiunto Bucci.

In linea con le considerazioni del sindaco di Genova anche il presidente
della Regione Liguria Giovanni Toti: “Fare debito e reperire risorse non
serve se poi i fondi restano fermi senza generare opere e investimenti”, la
preoccupazione espressa da Toti. “Mentre siamo qui a condividere idee, a Roma
si svolge un dibattito sul debito pubblico, che trovo opportuno in periodo di
crisi, ma senza idee su come investirlo e sfruttarlo”, ha detto il presidente
della Liguria, critico anche sulle bozze del Decreto semplificazioni su cui
sta discutendo il Governo: “Col Modello Genova siamo riusciti a fare molto e
in modo virtuoso, con un solo contagiato in tempi di covid19, due soli
infortuni sul lavoro e nessuna infiltrazione mafiosa. Nel futuro decreto – la
chiosa finale di Toti– dovrebbe esserci un solo articolo: finiamola di
nominare commissari e diamo poteri agli amministratori locali”.

Oggi alla manifestazione genovese è intervenuto anche il presidente di
Saimare, Bartolomeo Giachino: “Alla Liguria servono la Gronda e la Diga
foranea, ma tutto il Paese ha bisogno del Metodo Genova per rilanciare almeno
le più importanti 10 opere infrastrutturali e uscire dalla crisi”.
Secondo Giachino il blocco danneggia tutto il Nord Italia, un problema di cui
solo in questi giorni la stampa nazionale e il resto d’Italia se ne sono resi
conto. “Se la rete infrastrutturale europea viene completata, in particolare
la Genova-Rotterdam, i porti liguri potrebbero passare da 1000 miliardi a
2200 miliardi di valore – afferma Giachino – dobbiamo crescere per garantire
occupazione, ma anche per alleggerire il carico di debito pubblico per il
futuro, un carico che non possiamo lasciare in eredità alle prossime
generazioni”.

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Autostrade da e per la Liguria
bloccate

GENOVA – Mino Giachino, presidente di Saimare non poteva non parlare del
“calvario” che ha colpito Genova e la Liguria per i blocchi autostradali che
stanno mettendo i crisi la stessa Regione, il Piemonte, la Lombardia e parte
del Veneto e dell’Emilia Romagna.

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“Tutti i lavori per la messa in sicurezza di gallerie e viadotti avrebbero
dovuto scattare subito dopo la caduta del ponte Morandi, ma a Roma hanno
capito solo ora che in questi due anni la gente e i trasporti hanno viaggiato
senza sicurezza.

Delle 22 corsie autostradali andata e ritorno verso la Liguria ne funzionano
soltanto 10. L’avvio in contemporanea, ha detto ancora Giachino
nell’intervista, sta causando code e ritardi che vengono pagati dall’economia
del Nord Ovest che dai porti liguri riceve le importazioni e che agli scali
marittimi sempre della Liguria deve arrivare la merce per l’export. I costi
di trasporto sono aumentati del 50%.

Questa gestione rischia di far perdere traffici ai porti italiani perché i
grandi gruppi non ci impiegano molto a dirottare traffici nel Nord Europa.

Ascoltiamo ora l’intera intervista.

Gruppo Spinelli al Blue Economy Summit

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GENOVA – Anche il Gruppo Spinelli partecipa al Blue Economy Summit,
quest’anno in edizione online che si terrà dal 29 Giugno al 3 Luglio.

In tale ambito, il primo appuntamento a livello nazionale ad accompagnare la
navigazione dei protagonisti dell’economia del mare nella difficile
ripartenza, il Gruppo Spinelli, Silver Partner della
manifestazione,parteciperà attivamente al dibattito congressuale.
Lunedì 29 Giugno i riflettori saranno puntati sulle prospettive di sviluppo
di Genova, Capitale del Mare. In questo contesto, Roberto Pane, CFO &
Executive Board Member Gruppo Spinelli, interverrà nella sessione pomeridiana
“Il Porto di Genova dalla ripartenza al futuro” dedicata allo stato dell’arte
del traffico dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale,
all’ammodernamento delle infrastrutture del Porto di Genova e alle strategie
degli operatori del porto. “Genova 2030: odissea negli investimenti” il
titolo del suo intervento in cui sottolineerà l’importanza di avviare subito
un Piano Marshall delle infrastrutture facendo partire subito quelle
finanziate e cantierabili, seguendo il Modello Genova. Non si può continuare

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a sperare unicamente nei fondi europei e dipendere dai mercati
internazionali, bisogna agire adesso.
Mercoledì 1 luglio, alla mattina, Mino Giachino, presidente Saimare,
interverrà nella prima sessione dedicata al Modello Genova e all’esperienza
del Ponte del Polcevera con un focus sulle prospettive per lo sviluppo delle
infrastrutture in Italia. “Modello Genova / Modello TAV” il titolo del suo
speech in cui, sottolineando l’importanza delle infrastrutture di trasporto
per stimolare una maggiore crescita del Paese, si soffermerà sulla cultura
del NO A TUTTO che purtroppo blocca la crescita delle nostre infrastrutture
da oltre 20 anni. Per fortuna, la validità del Modello Genova usato per la
costruzione del nuovo Ponte ha dimostrato che nel Bel Paese è ancora
possibile realizzare le infrastrutture in tempi brevi.
Il Gruppo Spinelli è dal 1963 sinonimo di logistica, grazie alla sua presenza
diffusa e capillare su tutto il territorio nazionale. Le business units del
Gruppo permettono di offrire servizi integrati che rispondono alle esigenze
di tutta la filiera logistica: terminal portuale, trasporto intermodale,
camionistico, warehousing, aree di stoccaggio, riparazione, compravendita
container ed operazioni doganali. Il Gruppo conta di circa 700 risorse e
rinnova costantemente il suo impegno nel sostenere la comunità locale ed il
sistema paese.

Con i decreti Governo non si rilancia
l’occupazione

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GENOVA – Mino Giachino presidente di Saimare è intervenuto con una intervista
sulla nostra home page de www.messaggeromarittimo.it dopo il via libera del
Decreto Rilancio.

La prima domanda non poteva essere diversa da quella formulata: “Contento del
Decreto emesso dal presidente Conte e dai suoi ministri?”.

Non sono affatto contento, ha esordito Mino Giachino, si fanno dei decreti
per l’emergenza che dovrebbero servire per aiutare i lavoratori, le aziende e
non si riesce a fornire agli italiani neppure i guanti di lattice e le
mascherine. Il Governo di primo impatto stabilì che per tamponare il Covid-19
potevano bastare 3miliardi e mezzo!!. Da non credere . Sono stati fatti tre

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decreti, ma i risultati non sono cambiati.

Mancano i riferimenti per le industrie e per i lavoratori dipendenti. Si
parla già di un milione di italiani che potranno restare senza lavoro e di
migliaia di aziende che non potranno più riaprire.

Il settore marittimo, quello dei trasporti e delle auto sono terra e chissà
quando potranno riprendersi dall’emergenza. Fra 3 o 4 anni?.

Ascoltiamo comunque l’intervento di Giachino

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