PATRIMONIO QUO VADIS EMERGENZA COVID-19: LA RISPOSTA DELLE BIBLIOTECHE PUBBLICHE ITALIANE - AGCULT

Pagina creata da Viola Proietti
 
CONTINUA A LEGGERE
PATRIMONIO QUO VADIS EMERGENZA COVID-19: LA RISPOSTA DELLE BIBLIOTECHE PUBBLICHE ITALIANE - AGCULT
1 maggio 2020 13:38

[Patrimonio Quo Vadis] Emergenza Covid-19: la risposta delle biblioteche
pubbliche italiane

Le Biblioteche pubbliche italiane[1] dal 9 marzo scorso sono chiuse al pubblico[2],
come gli altri istituti culturali e come molte altre biblioteche in tutto il mondo.
La chiusura non ha fermato i servizi, in molti casi li ha convertiti in servizi da
remoto, ad ampio raggio, con attività come il prestito digitale, il supporto alla
ricerca e alla formazione permanente, aprendo di fatto una fase di ragionamento
sull’identità e sul futuro della biblioteca nel nostro paese e sulle potenzialità
che essa può esprimere nel sostenere il tessuto conoscitivo, sociale, relazionale e
umano durante l’emergenza, ma soprattutto su come agire per la sua ricomposizione
nelle fasi che seguiranno.

Per questo l’IFLA, l’International Federation of Library Association and
Institutions, ha promosso un monitoraggio degli effetti dell’emergenza sanitaria in
corso nel settore bibliotecario, avviando una fase di studio e analisi che ha già
portato alla redazione di un primo report COVID-19 and the Global Library Field,
disponibile anche in traduzione italiana[3]. Nel rapporto IFLA, vengono presentati
alcuni dei temi che sono cruciali per le biblioteche in questo momento: conoscere il
COVID-19 e la sua diffusione, offrire al pubblico informazioni affidabili,
affrontare le restrizioni, fornire servizi da remoto. Questi sono solo alcuni degli
orientamenti di azione proposti, anche in Italia. A prescindere dal fatto che le
biblioteche siano nazionali, pubbliche o accademiche, esse si trovano a dover
affrontare situazioni e questioni simili, in un contesto globale in cui l’emergenza
sembra aver accelerato il bisogno di confronto per trovare soluzioni comuni, di
muoversi come un comparto coeso e unitario con la consapevolezza di dover
riaffermare il valore culturale e sociale delle biblioteche, come servizio
essenziale[4] per tutto il paese, capaci di contribuire a fare la differenza,
rendendo i servizi al cittadino delle amministrazioni pubbliche più completi e più
in grado di esprimere una visione strategica.

I SERVIZI E LE ATTIVITÀ DELLE BIBLIOTECHE PUBBLICHE DURANTE L’EMERGENZA
COVID-19

Dalle mostre virtuali offerte dalla Bibliotheque nationale de France[5], alla
Bibliotheque Paul-O.-Trepanier in Canada, che sta promuovendo attivamente i
contenuti focalizzati sull'apprendimento di nuove competenze, alle biblioteche
pubbliche che negli Stati Uniti hanno lanciato un appello per lasciare le reti WIFI
attive, in modo che gli utenti possano connettersi a Internet dalle loro auto, o che
hanno dato la possibilità di accedere ad abbonamenti a Zoom per aiutare gli utenti a
rimanere in contatto fra di loro, le esperienze si susseguono, diverse e simili
insieme, nel mondo e in Italia.

Ciò evidenzia una capacità positiva di risposta da parte delle biblioteche,
coinvolte in un processo, senza precedenti, di riconversione dei propri servizi,
mettendone a fuoco potenzialità e limiti, ma nella convinzione di dover reagire pro-
attivamente a questa emergenza, seppur in una situazione in cui gli spazi e le
collezioni restano inaccessibili.

In particolare insieme alle biblioteche pubbliche di ente locale, che rappresentano
l’infrastruttura culturale di base del nostro paese, per prossimità e inclusività,
la Commissione nazionale Biblioteche pubbliche dell’Associazione Italiana
Biblioteche ha avviato un percorso di ragionamento partecipato coinvolgendo
bibliotecari provenienti da territori diversi[6]. Obiettivo dell’iniziativa è stato
aprire un dibattito ampio per restituire all’opinione pubblica una serie di
riflessioni e valutazioni per disegnare il futuro dei servizi bibliotecari, facendo
tesoro delle esperienze in corso e del bisogno di adottare strumenti condivisi per
affrontare un momento tanto difficile, come per progettare la riapertura. Le
Biblioteche pubbliche che hanno partecipato ai tavoli di discussione promossi della
Commissione nazionale biblioteche pubbliche dell’AIB sono state animate da alcune
preoccupazioni comuni: come dare nuovo impulso al digitale in tutte le sue
articolazioni per veicolare contenuti e relazioni; come affrontare i nuovi
analfabetismi digitali e il digital divide; come sostenere le famiglie e la scuola;
come mantenere un contatto stretto con i lettori e con la comunità territoriale;
come restituire virtualmente l’informalità e l’intensità della relazione con i
lettori e i frequentatori delle biblioteche fisiche. Le esperienze attivate
dimostrano tutte la vivacità delle biblioteche che si sono impegnate sin da subito
sul fronte dei servizi al pubblico, avviando un processo di riconversione dei
servizi in remoto e in digitale per il prestito, il sostegno allo studio e alla
ricerca, la formazione permanente e il rafforzamento delle competenze delle persone,
con percorsi di avvicinamento alle nuove tecnologie e sportelli di assistenza a
domanda individuale, letture ad alta voce e corsi online.

Milano ha offerto un servizio di SOS digitale[7] per sostenere le famiglie e la
cittadinanza nei percorsi di apprendimento delle nuove tecnologie. Si sono
rafforzate le attività con le scuole e il supporto alla didattica e in generale le
iniziative di Information e Media Literacy. Fra le tante segnaliamo, oltre a SOS
docenti della Biblioteca Archimede di Settimo Torinese[8], l’iniziativa La
Biblioteca@scuola proposta dalla Memo di Fano[9] che ha trasferito i percorsi di
promozione della lettura, di alfabetizzazione informativa e digitale programmati per
l’anno scolastico 2019/2020 dagli spazi delle biblioteche agli spazi digitali,
ripensandoli soprattutto alla luce dei veloci cambiamenti che tutti (insegnanti,
alunni e famiglie) sono stati chiamati ad affrontare.

La preoccupazione di mantenere i rapporti con le comunità territoriali, anche con
attività di informazione e assistenza per affrontare l’emergenza, ha spinto i comuni
di Cavriago[10] e Beinasco a trovare direttamente o indirettamente nella biblioteca
il primo servizio di riferimento per mantenere viva quella relazione, o le
biblioteche dell’Unione Reno Galliera a proporre una selezione di visite virtuali a
musei, gallerie, teatri e spettacoli. Il Consorzio CSBNO – Culture Socialità
Biblioteche Network Operativo ha voluto alimentare e accrescere quella relazione
effettuando 16.000 telefonate ai propri utenti iscritti per rafforzare il processo
di fidelizzazione e l’utilizzo di nuovi servizi come quello della biblioteca
digitale[11]. La Biblioteca San Giorgio di Pistoia ha lanciato l’iniziativa “La San
Giorgio a porte chiuse”, con un fitto calendario di incontri con autori, traduttori,
editori[12]. A Lecce il Polo biblio-museale con il Dams ha avviato un percorso di
promozione di contenuti artistici derivati dagli archivi del Museo Castromediano e
della Biblioteca Bernardini di Lecce e di Palazzo Comi di Lucugnano. In Sardegna,
oltre alla Mediateca del mediterraneo di Cagliari, si sono attivate anche
biblioteche di territori più piccoli come le Biblioteche del Sistema bibliotecario
Coros Figulinas[13] che hanno lanciato due #contestvirali su Facebook per postare
foto e video delle biblioteche di casa per proporre consigli di lettura; in Calabria
il sistema bibliotecario Vibonese ha convertito i propri corsi di teatro in modalità
virtuale[14]. In provincia di Bergamo, il sistema bibliotecario di Seriate Laghi[15]
sta lavorando ad un progetto di acquisti straordinari di novità editoriali da
distribuire alle comunità territoriali della rete.

Il quadro nazionale resta comunque disomogeneo, con servizi bibliotecari che hanno
saputo rispondere al nuovo contesto anche grazie al fatto di essere parte di sistemi
bibliotecari territoriali articolati, che sono quindi più forti, avendo attivato nel
tempo strategie di cooperazione e condivisione dei processi in diversi ambiti
(servizi tecnici: sviluppo delle collezioni analogiche e digitali, servizi tecnici
di catalogazione partecipata, organizzazione coordinata di servizi al pubblico e
attività culturali)[16], prevalentemente localizzati nel centro-nord del paese, e
realtà che invece non hanno intrapreso un tale percorso e che sono quindi più
isolate e deboli. Un altro elemento, che incide quindi sulla capacità di risposta
delle biblioteche pubbliche italiane nella fase emergenziale che stiamo vivendo, è
legata alle differenze di tradizione e radicamento fra nord e sud del paese[17] e la
rispondenza a requisiti minimi di funzionamento (investimento in acquisto di
pubblicazioni, personale qualificato, dimensioni e numero di ore di apertura al
pubblico), definiti per competenza su base regionale, purtroppo non in maniera
omogenea su tutto il territorio nazionale[18] e che marcano differenze significative
fra le biblioteche.

LE BIBLIOTECHE PUBBLICHE E IL DIGITALE

Il digitale è improvvisamente balzato in primo piano, con una rapida accelerazione
di offerta di servizi: assistenza alla ricerca per sopperire alla mancanza di libri
e periodici cartacei, istruendo i lettori a reperire testi e articoli nelle
principali banche dati italiane e internazionali e soprattutto la biblioteca e il
prestito digitale con la sperimentazione di proposte di servizi rivolti anche ai
cittadini ancora non iscritti alle biblioteche. Questo processo ha messo in evidenza
anche i limiti entro i quali le biblioteche debbono muoversi, a causa della scarsità
degli investimenti finora riposti in questa tipologia di servizi, ma anche per la
carenza di contenuti che è conseguenza di un mercato editoriale librario che resta
in larga parte (il 60% circa) analogico[19] e per le modalità di fruizione dei
prestiti digitali che sono differenti per i diversi gruppi editoriali. Risulta
urgente per questo rafforzare il dialogo con tutti gli editori, grandi e piccoli,
per affrontare i nuovi bisogni e per gli enti locali attrezzare i bilanci con
risorse adeguate per soddisfarli.

Le piattaforme digitali come MLOL – Medialibrary online e Rete Indaco, che mettono a
disposizione milioni di risorse digitali al servizio delle biblioteche pubbliche del
paese, fra periodici, audiolibri, musica, cinema e e-book, hanno visto crescere
esponenzialmente i loro dati in termini di numero di iscritti, accessi e
prestiti[20], confermando la necessità di soddisfare un bisogno diffuso di lettura.

Pierluigi Sacco dichiara nell’introduzione al volume Musei e cultura digitale: fra
narrativa, pratiche e testimonianze di Maria Elena Colombo (Bibliografica, 2020) che
i musei (come le biblioteche) hanno molta strada ancora da fare; nel migliore dei
casi comunicano con il digitale, ma non esistono ancora nel digitale. Questo sembra
tanto più vero se si pensa all’impegno profuso in quanto si sta facendo, in molte
realtà del paese, per cercare di valorizzare quel bagaglio di competenze e capacità
che i bibliotecari hanno saputo mettere in campo nel tempo nel costruire relazioni
fra i contenuti, le persone e le comunità. Il monito ad esistere nel digitale ci
mette, quindi, difronte all’urgenza di cominciare a pensarlo come infrastruttura
dell’organizzazione dei contenuti e dei servizi e all’economia del digitale come
ambito nuovo sul quale investire progettualmente come comparto, mettendo a punto
policy di settore e rafforzando le alleanze con tutti gli attori della filiera del
libro e della lettura, anche da questo punto di vista.

I servizi a distanza per sostenere i processi di apprendimento delle nuove
competenze d’uso delle nuove piattaforme (Meet, Zoom ecc.) e dei nuovi servizi (SPID
digitale), evidenziano il bisogno di rispondere a nuove urgenze e a un divario
digitale che, nel nostro paese, mostra differenze fra il nord e il sud, ma, in
maniera diffusa, fa rilevare carenze, di connettività, hardware e competenze,
mettendo in luce l’urgenza di promuovere sinergie più durature e strategiche con il
mondo della scuola, come con i servizi sociali e il lavoro.

Mostre virtuali, disponibilità di collezioni digitalizzate infine diventano una leva
per valorizzare i patrimoni storici, come a Torino con la Mostra sui 150 anni della
fondazione della Biblioteca civica e le interviste a bibliotecari, lettori e
scrittori fruibili dalla piattaforma interattiva curata dalla Rete italiana di
cultura popolare[21], benché, da questo punto di vista, la filiera del patrimonio
con musei e archivi manchi ancora di una strategia nazionale chiara che sappia
pensare alla memoria guardando al futuro.

Grande impulso è stato dato alle attività per i bambini di ogni età e le loro
famiglie, in particolare grazie all’iniziativa Video letture delle biblioteche
libere in rete. Grazie alla collaborazione tra AIB (progetto Nati per Leggere) e AIE
e alla disponibilità dei titolari dei diritti, centinaia di biblioteche italiane,
per l’intera durata dell’emergenza COVID-19, possono effettuare video-letture e
comunicarle liberamente in rete utilizzando una lista di libri che a oggi è di circa
300 titoli.

UNA SFIDA PER LE BIBLIOTECHE PUBBLICHE E PER IL PAESE

Le biblioteche hanno capito quanto resti importante lo spazio fisico, difficilmente
surrogabile virtualmente, quanto i processi di socializzazione non siano
necessariamente conseguenza dell’organizzazione di eventi di aggregazione, ma siano
connaturati alla natura stessa della biblioteca, luogo delle relazioni per
eccellenza, come la necessità di investire di più nel digitale che ci accompagnerà
non soltanto nella fase uno, ma anche nel progressivo e prossimo processo di
riapertura al pubblico.

Oltre che con gli editori, anche l’alleanza con i librai dovrà uscirne rafforzata,
in un contesto in cui il comparto dei librai è stato stimato abbia perso oltre 25
milioni di euro di ricavi nel solo mese di marzo (fonte ALI). Da questo punto di
vista il contesto da cui partire è quello definito dalla nuova Legge sulla
promozione della lettura[22], che rappresenta l’articolazione di base per decidere
azioni attuative e investimenti cui dare impulso fin da subito.

Le biblioteche dovranno affrontare grandi questioni, contingentare i flussi e
rimodulare i servizi, trovare un giusto equilibrio fra garanzia della sicurezza e
servizi, prevenzione e accoglienza dei luoghi, prendersi cura dei nuovi pubblici e
recuperare quelli persi durante la chiusura, ribadendo il proprio ruolo sociale e la
propria funzione di servizio essenziale per la comunità, per accompagnarla in questo
difficile momento. Oltre all’Associazione italiana biblioteche e all’IFLA, stanno
offrendo orientamenti e raccomandazioni anche organismi internazionali come EBLIDA -
European Bureau of Library, Information and Documentation Associations[23].

Servirà flessibilità di atteggiamento e di pensiero facendo attenzione a non mettere
troppe ipoteche sul futuro; dovremmo essere in ascolto, attenti e pronti a
raccogliere le sollecitazioni di un contesto che resta fluido e dei pubblici che
debbono restare al centro delle nostre attenzioni, sollecitando processi di analisi
dei nuovi bisogni e di osservazione dei comportamenti e delle aspettative.

Serviranno competenze rafforzate, manageriali comunicative e tecniche (anche in
ambito digitale), come previsto dai profili inseriti negli elenchi dei
professionisti dei beni culturali del MIBACT[24], in un contesto però in cui la
mancanza di turn-over ha visto crescere il progressivo invecchiamento del personale
in servizio e la sua capacità di dare risposte in linea con le trasformazioni in
atto nel contesto sociale e culturale di riferimento. Si auspica, inoltre, che la
revisione dei profili di competenza abbia importanti ricadute anche sui percorsi
curricolari delle Università.

“L’unica cosa che sappiamo con certezza è che ci aspetta uno scenario di recessione
globale e di trasformazioni inimmaginabili sul piano sociale, culturale e politico.
A questa dobbiamo associarne un’altra: molte delle forme di pensiero che ci hanno
accompagnati finora sono inadeguate a comprendere la radicalità e la vastità dei
cambiamenti che ci attendono. Per questo dovremmo interrogarci su cosa vale la pena
produrre, condividere, consumare”[25]. Le biblioteche pubbliche saranno investite in
pieno da questa sfida cui non debbono sottrarsi, piuttosto agire con lo spirito di
una nuova positiva e costruttiva militanza, per tenere viva la propria spinta verso
una costante “ricerca di senso e di significato”[26] in quello che fanno, nella
consapevolezza che il proprio posizionamento dipenderà da quanto dimostreranno di
saper fare e da come lo faranno.

Note e riferimenti bibliografici

[1] L’articolo nasce dal lavoro della Commissione nazionale biblioteche pubbliche
dell’Associazione italiana biblioteche. La Commissione è composta da: Cecilia
Cognigni (coordinatrice), Sara Chiessi, Chiara Faggiolani, Loredana Gianfrate,
Valeria Patregnani, Maria Antonietta Ruiu.

[2] Le biblioteche chiuse sono state 11.615 con oltre 9.000.000 di lettori, decine
di migliaia le iniziative cancellate. La base dati dell’ICCU “Anagrafe delle
biblioteche italiane” contiene informazioni dettagliate e offre una panoramica sulle
biblioteche italiane. Per la precisione, al momento in cui si scrive sono 18.251 gli
indirizzi delle biblioteche presenti e 11.615 quelle censite. Per una panoramica si
veda https://anagrafe.iccu.sbn.it/it/informazioni/storia. Importante sapere che nel
2017, l'Istat comincia a lavorare alla prima indagine statistica volta ad aggiornare
la lista anagrafica delle biblioteche presenti sul territorio nazionale, nell’ambito
del più ampio progetto di costruire, attraverso una mappatura esaustiva delle
strutture, un sistema informativo integrato degli istituti e dei luoghi della
cultura. Si veda https://www.istat.it/it/archivio/217094.

[3] IFLA, COVID – 19 and the Global Library Field, Risorse chiave per le biblioteche
per rispondere alla pandemia da coronavirus:
https://www.ifla.org/files/assets/hq/topics/libraries-development/documents/covid-19
_and_the_global_library_field-it.pdf

[4] Vedi decreto-legge 146 del 20 settembre 2015   convertito poi nella   legge 182
del 12 novembre 2015. Misure urgenti per la fruizione del patrimonio storico e
artistico della Nazione.

[5] Bibliothèque nationale de France: https://www.bnf.fr/fr

[6] A tavoli di lavoro a distanza hanno preso parte le biblioteche pubbliche dei
comuni dello SBAM (Sistema bibliotecario urbano della Città di Torino), il Sistema
bibliotecario di Milano, le Biblioteche civiche torinesi, il Consorzio CSBNO –
Culture Socialità Biblioteche Network Operativo, il Multiplo di Cavriago, la
Biblioteca San Giorgio di Pistoia, il Consorzio Sistema bibliotecario dei Castelli
Romani, il Sistema bibliotecario Coros Figulinas, il Polo Bibliomuseale di Lecce, la
Mediateca del Mediterraneo di Cagliari, il Sistema bibliotecario Vibonese, il
Sistema bibliotecario urbano di Fano, le Biblioteche dell’Unione Reno Galliera, il
Sistema bibliotecario Seriate Laghi.

[7] Sistema bibliotecario di Milano: https://milano.biblioteche.it/

[8] Biblioteca Archimede: https://www.biblio.comune.settimo-torinese.to.it

[9] Memo Fano:
https://www.sistemabibliotecariofano.it/elenco/eventi/visualizza-eventi/sici-events/
2020-04-14/item/la-bibliotecascuola/

[10] Multiplo di Cavriago: https://www.comune.cavriago.re.it/multiplo

Beinasco, Biblioteca civica Nino Colombo: https://www.comune.beinasco.to.it

Biblioteche Unione Reno Galliera: http://renogalliera.it/news-unione/cultura-web

[11] CCSBNO – Cultura Socialità Biblioteche Network operativo:
http://webopac.csbno.net/

[12] Biblioteca San Giorgio: https://sangiorgio.comune.pistoia.it

[13] Sistema bibliotecario Coros Figulinas: https://www.corsofigulinas.it

[14] Sistema bibliotecario vibonese: https://www.sbvibonese.vv.it

[15] Sistema bibliotecario Seriate Laghi: https://www.rbbg.it/sistemi/sistema

[16] Si veda per avere un’idea del numero di reti bibliotecarie italiane (in assenza
di un censimento nazionale) “Gianni Stefanini, Emiliano Diamanti, Marcello Minuti.
Rete di reti. Un progetto per accrescere l’efficienza e l’efficacia delle
biblioteche e delle reti bibliotecarie italiane”, in Aib studi, vol. 53 n. 1
(gennaio/aprile 2013), p. 143-170. https://aibstudi.aib.it/article/view/8834

[17] Come mettono anche in evidenza i dati sull’uso delle biblioteche italiane
pubblicati a dicembre 2019 da Istat: le biblioteche sono più frequentate nelle
regioni del Nord-est (21,7% della popolazione) e del Nord-ovest (19,8%); segue il
Centro che si attesta al 14,1%. Le percentuali minori si riscontrano nel Mezzogiorno
(Isole 9,1% e Sud 8,6%). Le regioni con la più alta quota di frequentatori di
biblioteche sono il Trentino Alto-Adige (35,4%) e la Valle d’Aosta (32,7). Seguono a
grande distanza la Lombardia e l’Emilia Romagna (21,6%), il Veneto (19,6%) e il
Friuli-Venezia Giulia (19,2%). Le quote più basse si osservano in Sicilia (6,9%),
Campania (7,7%) e Calabria (8,0%). Il report “La produzione e la lettura di libri in
Italia” è disponibile qui: https://www.ISTAT.it/it/archivio/236320

[18] A titolo esemplificativo si veda: Norme in materia di biblioteche, musei,
archivi storici e beni culturali:
http://demetra.regione.emilia-romagna.it/al/articolo?urn=er:assemblealegislativa:leg
ge:2000;18

Approvazione standard e obiettivi di qualità per biblioteche, archivi storici e
musei ai sensi dell’art. 10 della legge 18/00

https://ibc.regione.emilia-romagna.it/istituto/allegati-normativa/Direttiva_Standard
.pdf

[19] Istat, Produzione e lettura di libri in Italia, anno 2018:
https://www.istat.it/archivio/236320

[20] MediaLibraryOnline ha registrato nel periodo compreso fra il 24/02 e il 14/04
un aumento di utenti, prestiti e accessi pari a oltre il 150% in più rispetto allo
stesso periodo 2019.

[21] Biblioteche civiche torinesi:
http://www.comune.torino.it/cultura/biblioteche/index/index.shtml

Le biblioteche e noi: una storia di libri:
https://www.reteitalianaculturapopolare.org/diario-intimo-territorio/percorsi.php

[22] Disposizioni per il sostegno e la promozione della lettura:

https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/03/10/20G00023/sg

[23] L’Associazione italiana biblioteche ha pubblicato un primo documento di
raccomandazioni operative "Covid-19 e tutela della salute in biblioteca : rassegna
delle fonti e alcune raccomandazioni sul trattamento dei materiali e degli
ambienti". Importante punto di riferimento il documento proposto da EBLIDA –
European Bureau of Library, Information and Documentation Associations, Guidelines
on access policies, personnel security, social distancing and sanitation of
collections, Editorial, by Ton van Vlimmeren, President EBLIDA

https://mailchi.mp/75d312f57c24/eblida-newsletter-4155369?e=cf0fcc37d0

https://www.aib.it/attivita/2020/80418-covid-19-e-tutela-della-salute-in-
biblioteca/

[24] Elenchi nazionali dei professionisti dei beni culturali:
https://dger.beniculturali.it/professioni/elenchi-nazionali-dei-professionisti/

Decreto ministeriale   D.M. 244 del 20 maggio_2019. Regolamento concernente la
procedura per la formazione degli elenchi nazionali di archeologi, archivisti,
bibliotecari, demoetnoantropologi, antropologi fisici, esperti di diagnostica e di
scienza e tecnologia applicate ai beni culturali e storici dell’arte, in possesso
dei requisiti individuati ai sensi della Legge 22 luglio 2014, n. 110   (Modifica al
codice dei beni culturali e del paesaggio, di cui al decreto legislativo n. 42 del
2004, in materia di professionisti dei beni culturali, e istituzione di elenchi
nazionali dei suddetti professionisti). Con   Circolare n. 25 del 4 settembre 2019
la Direzione Generale Educazione e Ricerca ha pubblicato i bandi permanenti
relativi ai   seguenti profili professionali.

[25] Bertram Niessen, Quello di cui abbiamo bisogno per pensare al futuro, Che fare
Almanacco, 14 aprile 2020: https://www.che-fare.com/niessen-bisogno-nuove-pratiche

[26] Luca Ferrieri, La biblioteca che verrà: Pubblica, aperta, sociale
(Bibliografica, 2020).

ABSTRACT

Since March 9th, Italian libraries are closed but their services carry on. In many
cases, they have increased their online presence, providing digital services while
their buildings and collections were (and are still) inaccessible. It is an
unprecedented change, that shows how much libraries want to react proactively to the
current emergency. However, there is also a need of coordination in order to find
shared practices and solutions, and understand what to do in the following stages.
Thus, the National Public Libraries Committee of the Italian Library Association has
launched a participatory process, involving librarians from different regions of
Italy in order to start a public debate on the future of library services from the
perspective of the ongoing experiences.

Cecilia Cognigni è Coordinatrice della Commissione nazionale Biblioteche pubbliche
dell’Associazione Italiana Biblioteche e Responsabile dell’Area Servizi al Pubblico,
Attività culturali e Qualità e Sviluppo delle Biblioteche civiche torinesi. ネ
autrice delle pubblicazioni: La Biblioteca raccontata a una ragazza venuta da
lontano (Bibliografica, 2012), L’azione culturale della Biblioteca pubblica
(Bibliografica, 2014), Come progettare le attività culturali della biblioteca
pubblica (Bibliografica, 2016). Per AIB ha curato insieme alla Commissione nazionale
Biblioteche pubbliche il volume “Biblioteche per tutti: linee guida per lettori in
difficoltà”.

Fonti

[Patrimonio   Quo   Vadis]   Questioni di Economia e Finanza… e Musei
[Patrimonio   Quo   Vadis]   Case storiche private. Una risorsa per l’Europa
[Patrimonio   quo   vadis]   La GenerAzione della Bellezza in prima serata
[Patrimonio   quo   vadis]   Chi include chi? Il museo come spazio disponibile all’ascolto
[Patrimonio   quo   vadis]   Pubblico nei musei statali: una questione di governance?
[Patrimonio   Quo   Vadis]   Politiche culturali per la sostenibilità
[Patrimonio   Quo   Vadis]   La narrazione nei musei ai tempi del Covid-19

 Agenzia giornalistica AgCult
 registrazione al Tribunale di Roma 195/2017
 Via Cattaro, 28 - 00198 Roma
 redazione@agcult.it
Puoi anche leggere