PCI Varese su questione ex ILVA di Taranto: "Questa vicenda può essere un punto di svolta per il Paese" - Varese7Press

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PCI Varese su questione ex ILVA di Taranto: "Questa vicenda può essere un punto di svolta per il Paese" - Varese7Press
PCI Varese su questione ex
ILVA di Taranto: “Questa
vicenda può essere un punto
di svolta per il Paese”
VARESE, 6 novembre 2019-C’è qualcosa di inquietante nella
vicenda Arcelor Mittal (ex ILVA) di Taranto. Adesso la nuova
proprietà recede dall’accordo. La giustificazione primaria è
che è stata tolta l’immunità penale.

Ma non c’è solo questo perché altre sono le cause che hanno
portato al recesso da parte della multinazionale indiana alla
quale era stata “ceduta” l’ILVA. Su Ansa si può leggere,
infatti che, (oltre al mancato scudo legale e ai provvedimenti
del tribunale di Taranto) “altri gravi eventi, indipendenti
dalla volontà di ArcelorMittal, hanno contribuito a causare
una situazione di incertezza giuridica e operativa che ne ha
ulteriormente e significativamente compromesso la capacità di
effettuare necessari interventi presso Ilva e di gestire lo
stabilimento di Taranto”.

“Tutte le descritte circostanze attribuiscono alla Società
anche il diritto di risolvere il Contratto in base agli
applicabili articoli e principi del codice civile italiano”.
E, naturalmente, Confindustria scende in campo difendendo i
padroni (del resto è il suo mestiere) e giustifica
l’atteggiamento di Arcelor Mittal dichiarando che quanto sta
succedendo è sola responsabilità di scelte irragionevoli e non
meditate da parte del governo. Da più fronti (confindustria,
lega e sodali, parte renziana del governo, sindacati …) si
invoca il ripristino dello “scudo legale” cedendo al ricatto
del colosso indiano dell’acciaio.
Intanto migliaia di lavoratori si trovano sull’orlo del
licenziamento. E gli studi epidemiologici registrano, tra i
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lavoratori dell’Ilva e i cittadini che abitano vicino allo
stabilimento, “mortalità in eccesso”(1) e un consistente
aumento delle malformazioni infantili.
                             Sulla questione si sono subito
                             affrettati a dire la loro
                             personaggi ai quali dell’ILVA e
                             dei lavoratori importa poco o
                             nulla. La questione ILVA serve
                             per lanciare qualche slogan che
                             sa     tanto     di     réclame
elettoralistica. Si guardi il Salvini, subito “accorso” in
difesa dei lavoratori con dichiarazioni al solito
propagandistiche. Le sue affermazioni che accomunano il “caso
Balotelli” all’ILVA, sono indicative di una maniera di fare
politica che non va al di là della dichiarazione ad effetto
propria di qualche “reality show”. L’affermazione di Salvini
“un operaio dell’ILVA vale più di 10 Balotelli” dovrebbe
essere un’offesa all’intelligenza e, invece, viene riportata
da tutti i media quasi fosse un’idea brillante, una
dichiarazione da statista. Ora, a parte che al Salvini è
sempre importato poco di chi lavora (sarà per i
suoi trascorsi definibili “poco significativi” nel mondo del
lavoro), sarebbe da ricordare al capo della lega che una
persona dovrebbe valere tanto quanto un’altra, né di più né di
meno. Balotelli vale come un operaio di qualsiasi fabbrica e
viceversa. Un immigrato vale come l’ex ministro Salvini. Non
lo dice solo la Costituzione (alla quale lo stesso Salvini ha
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giurato), lo pretend
                                                Ma   torniamo
                                                all’ex ILVA.
                                                Ci    possono
                                                spiegare     i
                                                governanti di
                                                prima e quelli
                                                di adesso che
                                                “razza”     di
                                                accordo hanno
                                                fatto      con
                                                Arcelor
Mittal? Perché era stata data l’immunità penale alla nuova
proprietà e non solo per reati compiuti dalla precedente
proprietà ma anche quelli avvenuti dal momento dell’entrata di
Arcelor Mittal fino al completamento della bonifica degli
impianti? E qualcuno ci può spiegare cosa è stato fatto in
questo ultimo anno a tal proposito?
Ma la principale domanda alla quale rispondere è anche
un’altra ed è, per così dire, istituzionale o, se si vuole,
ideologica. Qual è il ruolo dello Stato nello sviluppo
industriale   del   paese?   E   questa   domanda   ha   ulteriori
corollari.

L’ex ILVA può essere un punto di svolta se si tralascia
propaganda e temi da campagna elettorale e si opera
concretamente per due obiettivi primari che non sono né
possono essere in conflitto, garantire il lavoro e garantire
la salute a chi lavora e vive nei quartieri devastati
dall’inquinamento prodotto da fabbriche come quella di
Taranto. Il conflitto non può essere mai tra lavoro e salute.
È sempre tra capitale e lavoro e capitale e salute.

Partito Comunista Italiano sezione Varese
PCI Varese su questione ex ILVA di Taranto: "Questa vicenda può essere un punto di svolta per il Paese" - Varese7Press
I   mitici  Fleshtones    in
concerto    ai     Magazzini
Generali di Milano
MILANO, 6 novembre 2019-Sopravvissuti al punk rock, alla new
wave, al neo garage, al post-punk, al grunge, senza mai cedere
di fronte alle mode passeggere, ai sorrisi di scherno dei loro
detrattori e alla birra non alcolica, The Fleshtones sono la
bandiera del garage rock mondiale. La storica band salirà sul
palco dei Magazzini Generali giovedì 14 novembre.

Ad aprire le danze ci penseranno Boogie Spiders e The
Cleopatras.

THE FLESHTONES

La loro biografia è una di quelle dove mito e leggenda si
confondono alla realtà dei fatti. Secondo il mito The
Fleshtones nascono a New York, in un caseggiato del Queens
quando due ragazzi, Keith Streng e Marek Pakulski trovano
alcune chitarre nello scantinato della casa dove abitano.
Senza la minima idea di come si accorda una chitarra o di come
si pizzica una corda, ma imbottiti di rock and roll e rithm
and blues, imbracciano quelle chitarre, trovano degli
amplificatori e cominciano a far rimbombare quello scantinato
con l’aiuto di un batterista locale. Un giorno Peter Zaremba,
un amico studente d’arte con un’armonica e lunghi basettoni si
attacca a un fusto di birra e chiama la band The Fleshtones.

Secondo la storia il debutto avvenne al CBGB nel 1976 e nel
1980 pubblicarono con la I.R.S. Records il loro primo
album Roman Godsand Hexbreaker, considerato la pietra miliare
del genere garage rock.
Negli anni ’80 e ’90 The Fleshtones hanno pubblicato una serie
di album e hanno regolarmente girato in tour dai piccoli club
ai grandi festival. Oggi The Fleshtones sono l’unica band tra
tutte quelle che a metà anni settanta suonavano regolarmente
al CBGB e al Max’s Kansas City ad essere ancora sulla cresta
dell’onda senza un solo anno di inattività. Oltre 20 album,
una quantità infinita di concerti e numerosi Ep sono il
bagaglio che si portano appresso questi signori del garage. E,
non dimentichiamolo, inventano il più micidiale cocktail che
si possa immaginare: garage rock, R&B, disco music, horror
music e frat rock, il tutto shakerato per bene e servito con
litri e litri di birra, il Super rock.

Forse la cosa può sembrare parecchio noiosa, è vero, ma se
così pensate probabilmente non li avete mai visti sul palco:
ironici, iperattivi, veri intrattenitori oltre che musicisti
impeccabili… un vero spettacolo.

Biglietto: 10€

“Io pacifista in trincea. Un
italoamericano nella Grande
Guerra”, presentazione libro
all’Istituto Newton di Varese
VARESE, 6 novembre 2019-Giovedì 7 novembre alle ore 16.30,
nell’Aula Roncoroni dell’Istituto scolastico “Isaac Newton” di
Varese si svolgerà la presentazione del libro “Io, pacifista
in trincea. Un italoamericano nella Grande guerra” (Donzelli
Editore, Roma 2019), a cura di Claudio Staiti, con la
prefazione di Emilio Franzina. Il volume, che gode del
patrocinio dell’Assemblea Regionale Siciliana, è l’edizione
italiana di Bodyguard Unseen. A true autobiography, scritto da
Vincenzo D’Aquila (Palermo, 1892 – New York, 1975), pubblicato
per la prima volta in inglese a New York nel 1931, e sinora
mai arrivato in Italia.

Alla    presentazione,    introdotta    dal    dirigente
scolastico Daniele Marzagalli e dalla presidente della
Consulta Giovanile Roberta Varani, interverranno Giuseppe
Finocchio, docente di italiano e Storia e Francesco
Mascellino dell’Università di Milano che dialogheranno
con Claudio Staiti, giornalista e dottorando in Storia
Contemporanea all’Università di Messina, che ha curato e
tradotto il volume. L’iniziativa si inserisce nell’ambito
delle attività promosse dalla Biblioteca dell’Istituto ed ha
ottenuto il patrocinio della Consulta Giovanile di Varese.

Il libro, arricchito da due saggi introduttivi, da un ricco
apparato di note e da una sorprendente appendice documentaria,
racconta la storia vera di Vincenzo D’Aquila che, scappato di
casa nel luglio 1915 per arruolarsi volontario nelle file
dell’esercito italiano e iscritto nel 25° reggimento della
brigata Bergamo, davanti alla cruda realtà del fronte e
all’atrocità del conflitto, fu spinto a imbracciare il fucile,
ma con la ferma volontà di non sparare neanche un colpo, per
tutta la guerra. Questa fu la sua «chimerica promessa»:
piuttosto che uccidere un altro uomo sarebbe morto lui stesso,
fiducioso che Dio, la sua «invisibile guardia del corpo», lo
avrebbe protetto. Tra complicate strategie messe in atto per
tener fede alla sua promessa e l’avversione dei suoi superiori
che lo consideravano un pazzo più che un profeta, D’Aquila fu
allontanato dal fronte e internato in alcuni ospedali
psichiatrici.

Sopravvissuto al conflitto, D’Aquila rientrò negli Stati
Uniti, dove anni dopo scrisse il racconto della sua
esperienza. Il libro, nonostante le critiche positive, cadde
presto nell’oblio. In Italia rimase inedito, probabilmente
perché il fascismo non gradì l’implicito inno alla pace che
racchiudeva. Nato come sintesi introspettiva di una personale
«odissea di guerra e pazzia», il racconto di D’Aquila
costituisce oggi non solo un prezioso documento, utile agli
storici e agli studiosi, ma anche un racconto avvincente di
come sia possibile sopravvivere alla guerra, senza sparare un
solo colpo.

E’      morta     Gabriella
Sberviglieri,    una   vita
dedicata a combattere ogni
forma d’ingiustizia
VARESE, 5 novembre 2019-E’ morta Gabriella Sberviglieri, una
donna straordinaria, che ha dedicato tutta la sua vita a
combattere ogni forma di ingiustizia in favore dei diritti
sindacali, dell’emancipazione femminile e per la difesa della
democrazia.

“Con immenso dolore, tutta la Cgil di Varese, si stringe al
marito Gianfranco Parodini per la scomparsa della carissima
Gabriella”, dichiara il Segretario generale della Cgil di
Varese, Umberto Colombo. “Gabriella ci mancherà – continua
Colombo -. Alla Cgil e a tutto il sindacato la sua morte
lascia un vuoto incolmabile per il grandissimo e generoso
impegno che ha contraddistinto il suo agire sempre dalla parte
delle lavoratrici e dei lavoratori”. “Gabriella ha insegnato a
moltissimi di noi
della Cgil e del sindacato quanto sia importante la difesa dei
diritti, in particolare quelli delle donne”, dichiara il
Segretario generale della Cgil di Varese. “Il suo impegno non
si è limitato all’azione
sindacale – conclude Colombo -, ma ha riguardato anche tante
battaglie: contro la violenza sulle donne, per la pace, la
solidarietà, i diritti sociali e civili dei quali si è fatta
paladina e portavoce in tutte le occasioni sul nostro
territorio e non solo. A quanti l’hanno conosciuta
personalmente resta non solo il ricordo, ma l’insegnamento
e la grande coerenza nei confronti dei principi della
solidarietà e della giustizia sociale”.

Gabriella Sberviglieri, nata a Fagnano Olona nel 1943, era
cresciuta in una famiglia di umili origini. Ben presto a soli
13 anni comincia a lavorare in una azienda tessile
iscrivendosi subito alla Cgil e alla FGCI.
A 18 anni si iscrive al PCI. La fabbrica diventa la fucina
della sua formazione sindacale e politica. Affermare la
dignità e i diritti di chi lavora diventerà la costante delle
sua vita. Dal 1970 al 2000 ricoprirà ruoli di primo piano
prima nel sindacato dei tessili Filtea-Cgil poi nella Cgil
territoriale e infine nel sindacato pensionati dello SPI.
Particolarmente significativo e intenso il suo impegno sulla
questione femminile
e i diritti delle donne. Nel 2000 è nominata dal Ministero del
Lavoro Consigliera provinciale di parità, carica ricoperta
sino al 2012 con il compito di promuovere azioni positive, far
rispettare le leggi e combattere
le discriminazioni di genere nei luoghi di lavoro. Ha fatto
parte del gruppo di lavoro che ha collaborato con la ministra
Livia Turco nella realizzazione di tre Leggi importanti: la n°
125 del ’91 sulle Azioni Positive; la n° 53 del 2000 sui
Congedi Parentali; la n° 51 del 2001 sui maltrattamenti in
famiglia. Nel 1998 ha contribuito alla costituzione del Centro
Antiviolenza EOS. Un centro diventato ben presto punto di
riferimento delle
donne che hanno subito violenza e luogo di impegno per
combattere la cultura del dominio e del possesso che genera la
violenza sulle donne nella società e soprattutto in famiglia.
Per conto di EOS ha fatto parte fino all’ultimo respiro del
Tavolo regionale istituzionale contro la violenza e della rete
inter-istituzionale contro la violenza di cui il Comune di
Varese è capofila.

Anche Arcigay Varese desidera esprimere il proprio cordoglio
per la morte di Gabriella Sberviglieri.

“Gabriella è stata una donna tenace e combattente, sempre in
prima linea per le discriminazioni di tutti” – dichiara
Giovanni Boschini, presidente Arcigay Varese – “Dalle prime
manifestazioni a Varese contro l’omofobia nel 2015 fino al
Pride e la fondamentale lotta alle violenze di genere: le sue
battaglie politiche e la sua determinazione ci hanno insegnato
tanto. Lascerà un vuoto incolmabile.”

Campione d’Italia a breve
nell’Unione Europea. Appello
della Regione: ”Il Governo
intervenga         tutelando
l’extraterritorialitá”
MILANO, 5 novembre 2019 – Sulla vicenda di Campione d’Italia,
il Consiglio regionale della Lombardia con una mozione
urgente condivisa da tutte le forze politiche ha
impegnato oggi il presidente della Regione e la Giunta
regionale a “intervenire urgentissimamente presso il Governo
manifestando la necessità di richiedere alla Commissione
europea una proroga dell’entrata in vigore e del recepimento
della direttiva 2019/475, riguardante l’inclusione del Comune
italiano e delle acque italiane del lago di Lugano nel
territorio doganale dell’Unione europea, in modo da avere
tutto il tempo necessario affinché tra Italia e Svizzera sia
definito in modo graduale e coordinato il passaggio alla nuova
situazione doganale, preservando i servizi pubblici essenziali
di cui storicamente i residenti campionesi hanno beneficiato.
Inoltre, a manifestare il bisogno di una modifica del testo
vigente dell’articolo 93 del Codice della strada, così da
consentire ai residenti di Campione d’Italia la circolazione
sul territorio nazionale con gli automezzi di loro pertinenza
immatricolati in Svizzera”.

I Consiglieri regionali del territorio e primi firmatari del
documento      Angelo     Orsenigo      (PD)     promotore
dell’iniziativa, Alessandro Fermi (Forza Italia) Presidente
del Consiglio regionale, il Sottosegretario Fabrizio Turba e
la Consigliera Gigliola Spelzini (Lega) e Raffaele
Erba (M5Stelle) ricordano la situazione in cui si trova
l’unica exclave italiana: “L’attuazione della direttiva Ue del
febbraio 2019, riguardante l’inclusione di Campione d’Italia e
delle acque italiane del lago di Lugano nel territorio
doganale dell’Unione europea, il cui recepimento è previsto
entro il 31 dicembre 2019 con effetto a decorrere dal 1°
gennaio    2020,   modificherà    totalmente    l’equilibrio
dell’esercizio dell’autorità doganale. Un equilibrio che
finora è stato determinante nello sviluppo economico e sociale
del Comune italiano, appartenente alla provincia di Como, ma
necessariamente e strettamente connesso con il territorio
elvetico da cui è circondato”.

Ora, l’esercizio della sovranità doganale in entrata e in
uscita da Campione da parte delle autorità doganali svizzere,
con la modifica europea, minaccia di colpire irrimediabilmente
la comunità comasca in Canton Ticino, “con grave pregiudizio
della vita dei suoi abitanti e degli esercizi commerciali
locali, ostacolando il flusso di beni e servizi dal territorio
della Confederazione svizzera a quello di Campione d’Italia,
compresi i servizi essenziali pubblici che – per la
particolare collocazione geografica di Campione e l’assoluta
non contiguità territoriale con l’Italia – non possono che
essere garantiti da enti e strutture svizzere”. Si tratta,
elencano i Consiglieri lombardi, dei “servizi sanitari urgenti
e di ambulanza, delle scuole, dei trasporti locali,
dell’immatricolazione di veicoli e del rinnovo delle patenti,
del servizio di raccolta e di smaltimento dei rifiuti, del
servizio postale, dei servizi e collegamenti di telefonia e
Internet, del sistema di depurazione delle acque fognarie, del
servizio di pronto intervento dei vigili del fuoco svizzeri,
dei servizi di cura e di manutenzione dell’unica strada di
accesso al territorio di Campione d’Italia”.

 Non solo: a peggiorare la situazione è il fatto che “questi
cambiamenti avverrebbero in un momento nel quale la comunità
di Campione vive la situazione di particolare vulnerabilità
connessa alla chiusura della casa da gioco comunale che ha
determinato gravissime conseguenze per le capacità finanziarie
e operative del Comune, pesantissime ricadute occupazionali
per i dipendenti dell’ente locale e del casinò, effetti
nefasti per l’economia del paese, in particolare per il
settore del commercio e dei servizi turistici e della
ristorazione”.

Infine, la questione delle targhe: “Le recenti modifiche al
Codice della Strada introducono il divieto per tutti i
residenti in Italia da più di 60 giorni di condurre mezzi con
targa straniera di Paesi non appartenenti all’Unione europea o
allo Spazio economico europeo. Questo comporterà un ulteriore
ostacolo per i residenti di Campione che, per il loro
peculiare status doganale, hanno finora acquistato e
immatricolato le loro vetture in Svizzera”.

“Quello dei cittadini di Campione d’Italia è un dramma che va
avanti da troppi mesi –ha evidenziato il Presidente Alessandro
Fermi-. Tutte le iniziative e le sollecitazioni attivate sono
rimaste ancora senza risposte, soprattutto sul futuro del
Casinò, che è la prima benzina del motore di questa comunità.
Con questa mozione proseguiamo l’azione di sensibilizzazione
sul Governo perché la questione del casinò di Campione sia una
priorità dell’agenda governativa e venga affrontata al più
presto, tenendo conto nello specifico anche della questione
doganale che presenta carattere di estrema urgenza e
problematicità”.

Sottolinea infine Angelo Orsenigo: “Come qui in Consiglio
abbiamo votato questo atto compatti, in modo trasversale, così
invitiamo le due Camere del Parlamento a fare un’analoga
azione a sostegno di questi nostri 2mila concittadini che si
trovano bloccati in una situazione kafkiana”.

L’allarme      di    11mila
ricercatori: ”La Terra é in
piena emergenza climatica,
bisogna    cambiare  subito
abitudini”
VARESE, 5 novembre 2019-La Terra è in piena “emergenza
climatica”, e “indicibili sofferenze umane” saranno
inevitabili, senza cambiamenti profondi e duraturi nelle
attività umane che contribuiscono alle emissioni di gas serra
e ai cambiamenti climatici. Lo affermano, in uno studio sulla
rivista BioScience, più 11.000 ricercatori di 153 Paesi, tra
cui circa 250 italiani. La dichiarazione di emergenza
climatica è basata sull’analisi di 40 anni di dati
scientifici. I ricercatori propongono sei misure urgenti per
fare fronte ai danni della febbre del pianeta.
I primi firmatari della ‘dichiarazione di emergenza climatica’
sono Thomas Newsome, dell’Università australiana di Sydney,
William Ripple e Christopher Wolf, dell’Università statale
americana dell’Oregon, Phoebe Barnard, dell’Università
sudafricana di Cape Town e William Moomaw, dell’Università
americana Tuft.

“È un obbligo morale per noi scienziati lanciare un chiaro
allarme all’umanità in presenza di una minaccia catastrofica”,
scrivono gli esperti. I firmatari puntano, ad esempio, il dito
su diversi “segnali dell’attività umana”, come la riduzione
globale della copertura degli alberi, della crescita delle
popolazioni animali o lo scioglimento dei ghiacci.

Sei gli obiettivi chiave per gli scienziati: la riforma del
settore energetico puntando sulle rinnovabili, la riduzione
degli inquinanti, la salvaguardia degli ecosistemi naturali,
quella delle popolazioni garantendo più giustizia sociale ed
economica, l’ottimizzazione delle risorse alimentari riducendo
il consumo di carne, e il passaggio ad una economia ‘carbon
free’, senza emissioni di carbonio.

“Occorrono – scrivono gli esperti – profonde trasformazioni
dei modi in cui le società globali funzionano e interagiscono
con gli ecosistemi naturali”. Gli scienziati sottolineano
anche la presenza di segnali positivi e incoraggianti, come
una maggiore consapevolezza dei rischi legati ai mutamenti del
clima, soprattutto tra gli studenti e le giovani generazioni.
“Molti cittadini stanno chiedendo un cambiamento per sostenere
la vita sul nostro Pianeta, la nostra sola casa e – concludono
– diverse comunità, Stati e province, città e imprese stanno
iniziando a rispondere”.(ANSA)

”No alla legge del Papeete”,
protesta di M5S in Consiglio
regionale     su     quesito
referendario
MILANO, 5 novembre 2019-“No al nuovo porcellum”, “No alla
legge del Papeete”, “No alla legge rimandata a settembre dalla
Cassazione”, sono questi alcuni dei cartelli       esposti in
Consiglio regionale dal M5S Lombardia per protesta sul
dibattito sul quesito referendario proposto dalla Lega.
Marco Fumagalli, capogruppo del M5S, motiva il voto
contrario del Movimento sulla proposta: “È un furto di
democrazia.   Salvini tiene occupato il Consiglio regionale
della Lombardia solo per fare propaganda. Il quesito
referendario è scritto male tanto che a causa dell’incapacità
della Lega di scrivere leggi precise lo abbiamo dovuto
discutere due volte. Questo provvedimento non è arrivato in
aula per fare gli interessi dei cittadini, ma è stato scritto
e voluto a Pontida solo per fare propaganda.
D’accordo che l’esito di questa discussione fosse scontato, ma
sugli ordini del giorno     e gli emendamenti presentati dal
Movimento mi aspettavo un dibatto con la maggioranza con le
motivazioni del loro voto contrario.
Il fascismo ha preso i pieni poteri a seguito del passaggio
dalla legge proporzionale alla legge Acerbo di tipo
maggioritario. Qualcuno in Lombardia non ha studiato la Storia
oppure vorrebbe fare il bis e riportarci al ventennio”.

Presidente     Conte     alla
inaugurazione Anno Accademico
Politecnico      e      Human
Technopole
MILANO, 5 novembre 2019 – Oggi, 5 novembre 2019, il Presidente
del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte ha partecipato
all’inaugurazione del nuovo Anno Accademico del Politecnico di
Milano e all’avvio dei lavori della Fondazione Human
Technopole all’interno di MIND, il Milano Innovation District,
nell’a

Ad entrambi gli eventi per il Consiglio regionale della
Lombardia era presente il Vice Presidente Carlo Borghetti. “Il
Premier Conte ha potuto toccare con mano il valore di due
eccellenze della Milano di oggi, che si sviluppano all’interno
di una collaborazione istituzionale vasta, e in un rapporto
virtuoso ed efficace tra pubblico e privato”, ha detto
Borghetti, che poi ha aggiunto: “Credo che a Milano si trovino
buone prassi che il Governo deve sostenere e diffondere a
livello nazionale, e allo stesso tempo deve anche agevolare,
consentendo iter approvativi più celeri e semplici, ovviamente
salvaguardando sempre la trasparenza dei processi”.
Festa    di                  San           Martino,
presentata                    la            30esima
edizione
VARESE, 5 novembre 2019-È stata presentata questa mattina la
XXX* edizione della tradizionale Festa di San Martino a
Varese, che si svolgerà domenica 10 novembre.
Il Presidente del Comitato San Martino, Alessandro Milani, ha
ringraziato i volontari che da anni si prodigano per la festa
e ricordato con affetto due pilastri del comitato che sono
venuti a mancare: il Cav. Vincenzo Bifulco e Salvatore Farina,
storico San Martino della tradizionale sfilata in costume a
cavallo.
Quest’anno sarà Ermanno Cereda il nuovo San Martino che
guiderà il corteo in Partenza da Biumo alle ore 16:00, con
arrivo in Piazza Cacciatori delle Alpi alle 16:30 circa, per
il taglio del mantello.
Milani ha poi ringraziato Marco Maculan, che in occasione dei
30 anni della festa, ha accolto l’invito a realizzare
“dolceMartino“, un dolce appositamente creato e venduto alla
Festa, così come i ceri votivi personalizzati per l’occasione
dalla Cereria Bianchi e che concorreranno, insieme alla
risottata (anche quest’anno sia a pranzo, che a cena) alla
raccolta fondi destinati alle opere benefiche della Parrocchia
di San Vittore.
Sonia Milani, presidente dell’Associazione 23&20, volontaria
del comitato, che si occupa del programma di animazione per le
famiglie, ha illustrato le novità di quest’anno:
Prima fra tutte “la piazza dei bambini” in Piazza del
Tribunale, che ha sostituito ai consueti gonfiabili con la
presenza di gazebo dedicati alle attività “manuali” e
ricreative per i bambini, per riscoprire la gioia del gioco,
attraverso il Mecchegno gigante (una riproposizione del
meccano, ma realizzato interamente in legno da Xiloidea), i
laboratori del riciclo creativo con Re Mida, i laboratori di
inglese con Pingu’s English Varese, la lettura di fiabe con
Fabiolandia, le costruzioni con Francesca Rudoni e
“cuorieroi“, l’associazione che è presente con i propri
volontari nei reparti oncologici pediatrici, che allieterà
tutti i bambini con la baby dance di supereroi e principesse
nel pomeriggio alle 15:30.
A grandi e piccini è dedicata invece la testimonianza di Marco
Rodari, claun il Pimpa, clown impegnato da anni nelle zone di
Guerra per portare un sorriso a tutti i bambini, che
porterà in sala Montanari alle 11:00 la sua sentita
esperienza, seguita da uno spettacolo di magia gratuito.
Sempre gratuito lo spettacolo de “il magico mondo delle
bolle” che si terrà alle 15:00 in Piazza dei Bersaglieri, con
La Pettirossa, per ricoprire la magia del bolle di sapone.
L’illustrazione dei quadri del Maestro Alioli quest’anno
prenderà vita, attraverso l’animazione teatrale degli
“intervallos” guidati da Marina Mazzoli, con il commento di
Giuseppe Cafarelli in Chiesetta San Martino al termine del
taglio del mantello, verso le 16:45
Chiuderà la manifestazione il Coro Sette Laghi, con
un concerto gratuito in sala Montanari alle ore 18:30, offerto
in collaborazione con il Comune di Varese.

La festa manterrà l’attenzione alla liturgia festiva con la
Santa Messa alle ore 9:30, 11:00 e 18:00.
Anche lunedì, 11 novembre giorno del Santo, ci sarà una Santa
Messa alle ore 10:00, seguita dall’illustrazione della Chiesa
di San Martino e dalla replica dei quadri animati degli
“intervallos”.
Una festa ricca di animazione, con la presenza di oltre 15
Associazione Onlus e no profit della Provincia, che
presenteranno le proprie attività e i propri manufatti per
sostenere le attività di volontariato e oltre 20 artigiani
selezionati, che esporranno operare rigorosamente fatte a
mano.
Il Comune gestirà invece il mercatino degli ambulanti e degli
alimentari, da sempre presenti.
Il comitato, che non senza fatica, ma sempre con entusiasmo,
per fare sì che non si perdano delle importanti tradizioni
porta avanti da 30 anni la festa invita calorosamente i
varesini a prendervi parte.

Il saluto conclusivo di Mons. Panighetti si sofferma sul
titolo della manifestazione di quest’anno “Gli altri siamo
noi” che mostra il significato autentico della solidarietà,
soffermandosi sulla riflessione che in ogni momento della vita
quel “altro” potremmo essere noi.

Al Colonnello dei Carabinieri
Fabio Federici il premio
”Paladino della Memoria 2019”
MILANO, 5 novembre 2019-E’ stato assegnato al Colonnello dei
Carabinieri Fabio Federici il prestigioso riconoscimento di
“Paladino della Memoria 2019“, la cui cerimonia di premiazione
si è svolta oggi, martedì 5 novembre alle ore 17.00 nella sala
Alessi di Palazzo Marino, sede del Comune di Milano.
La premiazione, promossa dalla Presidenza del Consiglio
comunale di Milano, dall’Associazione nazionale delle Voloire
e dall’Unuci (Unione nazionale ufficiali in congedo d’Italia),
è giunta alla sua quinta edizione ed ha visto premiati, oltre
al colonnello dei carabinieri Fabio Federici, anche 16
personalità scelte tra Enti Istituzionali, Associazioni d’Arma
e Università di Milano nonché la Senatrice a vita Liliana
Segre, superstite dell’olocausto e testimone diretta della
Shoah, alla quale è stato assegnato l’importante
riconoscimento di “Gran Paladino della Memoria 2019”.
Il colonnello Federici, già comandante provinciale dei
carabinieri di Asti e Mantova ed ora in servizio a Bologna
presso lo Stato Maggiore della Legione Carabinieri Emilia
Romagna, è stato premiato con la seguente motivazione:
“Ufficiale dell’Arma dei Carabinieri che ha scritto in
collaborazione con altri autori e in proprio quattro saggi nei
quali si mettono a confronto i punti di vista del detective e
dello psichiatra criminologo nel campo di indagine della lotta
contro il crimine alla ricerca della giustizia, prendendo in
esame la enigmatica personalità del criminale per poi passare
alla prova logica       nella ricostruzione della verità
processuale, bypassando l’influenza dei processi mediatici.
Eccellente il saggio sulle ragioni sociali e psicologiche sul
femminicidio. La ricerca di giustizia è anche Memoria“.
La bella serata, a cui hanno partecipato le massime autorità
politiche, civili e militari di Milano, è stata presentata da
Sabrina Pieragostini con voce narrante di Claudia Buccellati.

Federici è autore della casa Editrice Oligo di Mantova per cui
ha pubblicato Il lato oscuro della mafia nigeriana con la
prefazione di Nando dalla Chiesa.

Un saggio di grande attualità, sulla mafia nigeriana che nel
libro rivela al lettore     molte informazioni e prospettive
analitiche preziose, frutto di un pensiero concreto e di una
curiosità intellettuale e militare da apprezzare, anche per il
livello di sistematicità in cui si muovono. “In particolare è
davvero degna di nota, sottolinea Nando Dalla Chiesa
nell’introduzione, tutta la parte relativa alla descrizione
dei ‘culti nigeriani’ (il termine non tragga in inganno, si
tratta di bande criminali), della loro natura e
organizzazione, la cui analisi è ben sorretta da uno studio
attento degli atti processuali. Qui Federici, filtrandolo
attraverso la sua cultura professionale, fornisce materiale di
interesse rilevante per gli studiosi di scienze sociali”.
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