PCI Varese su questione ex ILVA di Taranto: "Questa vicenda può essere un punto di svolta per il Paese" - Varese7Press
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PCI Varese su questione ex ILVA di Taranto: “Questa vicenda può essere un punto di svolta per il Paese” VARESE, 6 novembre 2019-C’è qualcosa di inquietante nella vicenda Arcelor Mittal (ex ILVA) di Taranto. Adesso la nuova proprietà recede dall’accordo. La giustificazione primaria è che è stata tolta l’immunità penale. Ma non c’è solo questo perché altre sono le cause che hanno portato al recesso da parte della multinazionale indiana alla quale era stata “ceduta” l’ILVA. Su Ansa si può leggere, infatti che, (oltre al mancato scudo legale e ai provvedimenti del tribunale di Taranto) “altri gravi eventi, indipendenti dalla volontà di ArcelorMittal, hanno contribuito a causare una situazione di incertezza giuridica e operativa che ne ha ulteriormente e significativamente compromesso la capacità di effettuare necessari interventi presso Ilva e di gestire lo stabilimento di Taranto”. “Tutte le descritte circostanze attribuiscono alla Società anche il diritto di risolvere il Contratto in base agli applicabili articoli e principi del codice civile italiano”. E, naturalmente, Confindustria scende in campo difendendo i padroni (del resto è il suo mestiere) e giustifica l’atteggiamento di Arcelor Mittal dichiarando che quanto sta succedendo è sola responsabilità di scelte irragionevoli e non meditate da parte del governo. Da più fronti (confindustria, lega e sodali, parte renziana del governo, sindacati …) si invoca il ripristino dello “scudo legale” cedendo al ricatto del colosso indiano dell’acciaio. Intanto migliaia di lavoratori si trovano sull’orlo del licenziamento. E gli studi epidemiologici registrano, tra i
lavoratori dell’Ilva e i cittadini che abitano vicino allo stabilimento, “mortalità in eccesso”(1) e un consistente aumento delle malformazioni infantili. Sulla questione si sono subito affrettati a dire la loro personaggi ai quali dell’ILVA e dei lavoratori importa poco o nulla. La questione ILVA serve per lanciare qualche slogan che sa tanto di réclame elettoralistica. Si guardi il Salvini, subito “accorso” in difesa dei lavoratori con dichiarazioni al solito propagandistiche. Le sue affermazioni che accomunano il “caso Balotelli” all’ILVA, sono indicative di una maniera di fare politica che non va al di là della dichiarazione ad effetto propria di qualche “reality show”. L’affermazione di Salvini “un operaio dell’ILVA vale più di 10 Balotelli” dovrebbe essere un’offesa all’intelligenza e, invece, viene riportata da tutti i media quasi fosse un’idea brillante, una dichiarazione da statista. Ora, a parte che al Salvini è sempre importato poco di chi lavora (sarà per i suoi trascorsi definibili “poco significativi” nel mondo del lavoro), sarebbe da ricordare al capo della lega che una persona dovrebbe valere tanto quanto un’altra, né di più né di meno. Balotelli vale come un operaio di qualsiasi fabbrica e viceversa. Un immigrato vale come l’ex ministro Salvini. Non lo dice solo la Costituzione (alla quale lo stesso Salvini ha
giurato), lo pretend Ma torniamo all’ex ILVA. Ci possono spiegare i governanti di prima e quelli di adesso che “razza” di accordo hanno fatto con Arcelor Mittal? Perché era stata data l’immunità penale alla nuova proprietà e non solo per reati compiuti dalla precedente proprietà ma anche quelli avvenuti dal momento dell’entrata di Arcelor Mittal fino al completamento della bonifica degli impianti? E qualcuno ci può spiegare cosa è stato fatto in questo ultimo anno a tal proposito? Ma la principale domanda alla quale rispondere è anche un’altra ed è, per così dire, istituzionale o, se si vuole, ideologica. Qual è il ruolo dello Stato nello sviluppo industriale del paese? E questa domanda ha ulteriori corollari. L’ex ILVA può essere un punto di svolta se si tralascia propaganda e temi da campagna elettorale e si opera concretamente per due obiettivi primari che non sono né possono essere in conflitto, garantire il lavoro e garantire la salute a chi lavora e vive nei quartieri devastati dall’inquinamento prodotto da fabbriche come quella di Taranto. Il conflitto non può essere mai tra lavoro e salute. È sempre tra capitale e lavoro e capitale e salute. Partito Comunista Italiano sezione Varese
I mitici Fleshtones in concerto ai Magazzini Generali di Milano MILANO, 6 novembre 2019-Sopravvissuti al punk rock, alla new wave, al neo garage, al post-punk, al grunge, senza mai cedere di fronte alle mode passeggere, ai sorrisi di scherno dei loro detrattori e alla birra non alcolica, The Fleshtones sono la bandiera del garage rock mondiale. La storica band salirà sul palco dei Magazzini Generali giovedì 14 novembre. Ad aprire le danze ci penseranno Boogie Spiders e The Cleopatras. THE FLESHTONES La loro biografia è una di quelle dove mito e leggenda si confondono alla realtà dei fatti. Secondo il mito The Fleshtones nascono a New York, in un caseggiato del Queens quando due ragazzi, Keith Streng e Marek Pakulski trovano alcune chitarre nello scantinato della casa dove abitano. Senza la minima idea di come si accorda una chitarra o di come si pizzica una corda, ma imbottiti di rock and roll e rithm and blues, imbracciano quelle chitarre, trovano degli amplificatori e cominciano a far rimbombare quello scantinato con l’aiuto di un batterista locale. Un giorno Peter Zaremba, un amico studente d’arte con un’armonica e lunghi basettoni si attacca a un fusto di birra e chiama la band The Fleshtones. Secondo la storia il debutto avvenne al CBGB nel 1976 e nel 1980 pubblicarono con la I.R.S. Records il loro primo album Roman Godsand Hexbreaker, considerato la pietra miliare del genere garage rock.
Negli anni ’80 e ’90 The Fleshtones hanno pubblicato una serie di album e hanno regolarmente girato in tour dai piccoli club ai grandi festival. Oggi The Fleshtones sono l’unica band tra tutte quelle che a metà anni settanta suonavano regolarmente al CBGB e al Max’s Kansas City ad essere ancora sulla cresta dell’onda senza un solo anno di inattività. Oltre 20 album, una quantità infinita di concerti e numerosi Ep sono il bagaglio che si portano appresso questi signori del garage. E, non dimentichiamolo, inventano il più micidiale cocktail che si possa immaginare: garage rock, R&B, disco music, horror music e frat rock, il tutto shakerato per bene e servito con litri e litri di birra, il Super rock. Forse la cosa può sembrare parecchio noiosa, è vero, ma se così pensate probabilmente non li avete mai visti sul palco: ironici, iperattivi, veri intrattenitori oltre che musicisti impeccabili… un vero spettacolo. Biglietto: 10€ “Io pacifista in trincea. Un italoamericano nella Grande Guerra”, presentazione libro all’Istituto Newton di Varese VARESE, 6 novembre 2019-Giovedì 7 novembre alle ore 16.30, nell’Aula Roncoroni dell’Istituto scolastico “Isaac Newton” di Varese si svolgerà la presentazione del libro “Io, pacifista in trincea. Un italoamericano nella Grande guerra” (Donzelli
Editore, Roma 2019), a cura di Claudio Staiti, con la prefazione di Emilio Franzina. Il volume, che gode del patrocinio dell’Assemblea Regionale Siciliana, è l’edizione italiana di Bodyguard Unseen. A true autobiography, scritto da Vincenzo D’Aquila (Palermo, 1892 – New York, 1975), pubblicato per la prima volta in inglese a New York nel 1931, e sinora mai arrivato in Italia. Alla presentazione, introdotta dal dirigente scolastico Daniele Marzagalli e dalla presidente della Consulta Giovanile Roberta Varani, interverranno Giuseppe Finocchio, docente di italiano e Storia e Francesco Mascellino dell’Università di Milano che dialogheranno con Claudio Staiti, giornalista e dottorando in Storia Contemporanea all’Università di Messina, che ha curato e tradotto il volume. L’iniziativa si inserisce nell’ambito delle attività promosse dalla Biblioteca dell’Istituto ed ha ottenuto il patrocinio della Consulta Giovanile di Varese. Il libro, arricchito da due saggi introduttivi, da un ricco apparato di note e da una sorprendente appendice documentaria, racconta la storia vera di Vincenzo D’Aquila che, scappato di casa nel luglio 1915 per arruolarsi volontario nelle file dell’esercito italiano e iscritto nel 25° reggimento della brigata Bergamo, davanti alla cruda realtà del fronte e all’atrocità del conflitto, fu spinto a imbracciare il fucile, ma con la ferma volontà di non sparare neanche un colpo, per tutta la guerra. Questa fu la sua «chimerica promessa»: piuttosto che uccidere un altro uomo sarebbe morto lui stesso, fiducioso che Dio, la sua «invisibile guardia del corpo», lo avrebbe protetto. Tra complicate strategie messe in atto per tener fede alla sua promessa e l’avversione dei suoi superiori che lo consideravano un pazzo più che un profeta, D’Aquila fu allontanato dal fronte e internato in alcuni ospedali psichiatrici. Sopravvissuto al conflitto, D’Aquila rientrò negli Stati Uniti, dove anni dopo scrisse il racconto della sua
esperienza. Il libro, nonostante le critiche positive, cadde presto nell’oblio. In Italia rimase inedito, probabilmente perché il fascismo non gradì l’implicito inno alla pace che racchiudeva. Nato come sintesi introspettiva di una personale «odissea di guerra e pazzia», il racconto di D’Aquila costituisce oggi non solo un prezioso documento, utile agli storici e agli studiosi, ma anche un racconto avvincente di come sia possibile sopravvivere alla guerra, senza sparare un solo colpo. E’ morta Gabriella Sberviglieri, una vita dedicata a combattere ogni forma d’ingiustizia VARESE, 5 novembre 2019-E’ morta Gabriella Sberviglieri, una donna straordinaria, che ha dedicato tutta la sua vita a combattere ogni forma di ingiustizia in favore dei diritti sindacali, dell’emancipazione femminile e per la difesa della democrazia. “Con immenso dolore, tutta la Cgil di Varese, si stringe al marito Gianfranco Parodini per la scomparsa della carissima Gabriella”, dichiara il Segretario generale della Cgil di Varese, Umberto Colombo. “Gabriella ci mancherà – continua Colombo -. Alla Cgil e a tutto il sindacato la sua morte lascia un vuoto incolmabile per il grandissimo e generoso impegno che ha contraddistinto il suo agire sempre dalla parte delle lavoratrici e dei lavoratori”. “Gabriella ha insegnato a moltissimi di noi
della Cgil e del sindacato quanto sia importante la difesa dei diritti, in particolare quelli delle donne”, dichiara il Segretario generale della Cgil di Varese. “Il suo impegno non si è limitato all’azione sindacale – conclude Colombo -, ma ha riguardato anche tante battaglie: contro la violenza sulle donne, per la pace, la solidarietà, i diritti sociali e civili dei quali si è fatta paladina e portavoce in tutte le occasioni sul nostro territorio e non solo. A quanti l’hanno conosciuta personalmente resta non solo il ricordo, ma l’insegnamento e la grande coerenza nei confronti dei principi della solidarietà e della giustizia sociale”. Gabriella Sberviglieri, nata a Fagnano Olona nel 1943, era cresciuta in una famiglia di umili origini. Ben presto a soli 13 anni comincia a lavorare in una azienda tessile iscrivendosi subito alla Cgil e alla FGCI. A 18 anni si iscrive al PCI. La fabbrica diventa la fucina della sua formazione sindacale e politica. Affermare la dignità e i diritti di chi lavora diventerà la costante delle sua vita. Dal 1970 al 2000 ricoprirà ruoli di primo piano prima nel sindacato dei tessili Filtea-Cgil poi nella Cgil territoriale e infine nel sindacato pensionati dello SPI. Particolarmente significativo e intenso il suo impegno sulla questione femminile e i diritti delle donne. Nel 2000 è nominata dal Ministero del Lavoro Consigliera provinciale di parità, carica ricoperta sino al 2012 con il compito di promuovere azioni positive, far rispettare le leggi e combattere le discriminazioni di genere nei luoghi di lavoro. Ha fatto parte del gruppo di lavoro che ha collaborato con la ministra Livia Turco nella realizzazione di tre Leggi importanti: la n° 125 del ’91 sulle Azioni Positive; la n° 53 del 2000 sui Congedi Parentali; la n° 51 del 2001 sui maltrattamenti in famiglia. Nel 1998 ha contribuito alla costituzione del Centro Antiviolenza EOS. Un centro diventato ben presto punto di riferimento delle
donne che hanno subito violenza e luogo di impegno per combattere la cultura del dominio e del possesso che genera la violenza sulle donne nella società e soprattutto in famiglia. Per conto di EOS ha fatto parte fino all’ultimo respiro del Tavolo regionale istituzionale contro la violenza e della rete inter-istituzionale contro la violenza di cui il Comune di Varese è capofila. Anche Arcigay Varese desidera esprimere il proprio cordoglio per la morte di Gabriella Sberviglieri. “Gabriella è stata una donna tenace e combattente, sempre in prima linea per le discriminazioni di tutti” – dichiara Giovanni Boschini, presidente Arcigay Varese – “Dalle prime manifestazioni a Varese contro l’omofobia nel 2015 fino al Pride e la fondamentale lotta alle violenze di genere: le sue battaglie politiche e la sua determinazione ci hanno insegnato tanto. Lascerà un vuoto incolmabile.” Campione d’Italia a breve nell’Unione Europea. Appello della Regione: ”Il Governo intervenga tutelando l’extraterritorialitá” MILANO, 5 novembre 2019 – Sulla vicenda di Campione d’Italia, il Consiglio regionale della Lombardia con una mozione urgente condivisa da tutte le forze politiche ha impegnato oggi il presidente della Regione e la Giunta regionale a “intervenire urgentissimamente presso il Governo
manifestando la necessità di richiedere alla Commissione europea una proroga dell’entrata in vigore e del recepimento della direttiva 2019/475, riguardante l’inclusione del Comune italiano e delle acque italiane del lago di Lugano nel territorio doganale dell’Unione europea, in modo da avere tutto il tempo necessario affinché tra Italia e Svizzera sia definito in modo graduale e coordinato il passaggio alla nuova situazione doganale, preservando i servizi pubblici essenziali di cui storicamente i residenti campionesi hanno beneficiato. Inoltre, a manifestare il bisogno di una modifica del testo vigente dell’articolo 93 del Codice della strada, così da consentire ai residenti di Campione d’Italia la circolazione sul territorio nazionale con gli automezzi di loro pertinenza immatricolati in Svizzera”. I Consiglieri regionali del territorio e primi firmatari del documento Angelo Orsenigo (PD) promotore dell’iniziativa, Alessandro Fermi (Forza Italia) Presidente del Consiglio regionale, il Sottosegretario Fabrizio Turba e la Consigliera Gigliola Spelzini (Lega) e Raffaele Erba (M5Stelle) ricordano la situazione in cui si trova l’unica exclave italiana: “L’attuazione della direttiva Ue del febbraio 2019, riguardante l’inclusione di Campione d’Italia e delle acque italiane del lago di Lugano nel territorio doganale dell’Unione europea, il cui recepimento è previsto entro il 31 dicembre 2019 con effetto a decorrere dal 1° gennaio 2020, modificherà totalmente l’equilibrio dell’esercizio dell’autorità doganale. Un equilibrio che finora è stato determinante nello sviluppo economico e sociale del Comune italiano, appartenente alla provincia di Como, ma necessariamente e strettamente connesso con il territorio elvetico da cui è circondato”. Ora, l’esercizio della sovranità doganale in entrata e in uscita da Campione da parte delle autorità doganali svizzere, con la modifica europea, minaccia di colpire irrimediabilmente la comunità comasca in Canton Ticino, “con grave pregiudizio
della vita dei suoi abitanti e degli esercizi commerciali locali, ostacolando il flusso di beni e servizi dal territorio della Confederazione svizzera a quello di Campione d’Italia, compresi i servizi essenziali pubblici che – per la particolare collocazione geografica di Campione e l’assoluta non contiguità territoriale con l’Italia – non possono che essere garantiti da enti e strutture svizzere”. Si tratta, elencano i Consiglieri lombardi, dei “servizi sanitari urgenti e di ambulanza, delle scuole, dei trasporti locali, dell’immatricolazione di veicoli e del rinnovo delle patenti, del servizio di raccolta e di smaltimento dei rifiuti, del servizio postale, dei servizi e collegamenti di telefonia e Internet, del sistema di depurazione delle acque fognarie, del servizio di pronto intervento dei vigili del fuoco svizzeri, dei servizi di cura e di manutenzione dell’unica strada di accesso al territorio di Campione d’Italia”. Non solo: a peggiorare la situazione è il fatto che “questi cambiamenti avverrebbero in un momento nel quale la comunità di Campione vive la situazione di particolare vulnerabilità connessa alla chiusura della casa da gioco comunale che ha determinato gravissime conseguenze per le capacità finanziarie e operative del Comune, pesantissime ricadute occupazionali per i dipendenti dell’ente locale e del casinò, effetti nefasti per l’economia del paese, in particolare per il settore del commercio e dei servizi turistici e della ristorazione”. Infine, la questione delle targhe: “Le recenti modifiche al Codice della Strada introducono il divieto per tutti i residenti in Italia da più di 60 giorni di condurre mezzi con targa straniera di Paesi non appartenenti all’Unione europea o allo Spazio economico europeo. Questo comporterà un ulteriore ostacolo per i residenti di Campione che, per il loro peculiare status doganale, hanno finora acquistato e immatricolato le loro vetture in Svizzera”. “Quello dei cittadini di Campione d’Italia è un dramma che va
avanti da troppi mesi –ha evidenziato il Presidente Alessandro Fermi-. Tutte le iniziative e le sollecitazioni attivate sono rimaste ancora senza risposte, soprattutto sul futuro del Casinò, che è la prima benzina del motore di questa comunità. Con questa mozione proseguiamo l’azione di sensibilizzazione sul Governo perché la questione del casinò di Campione sia una priorità dell’agenda governativa e venga affrontata al più presto, tenendo conto nello specifico anche della questione doganale che presenta carattere di estrema urgenza e problematicità”. Sottolinea infine Angelo Orsenigo: “Come qui in Consiglio abbiamo votato questo atto compatti, in modo trasversale, così invitiamo le due Camere del Parlamento a fare un’analoga azione a sostegno di questi nostri 2mila concittadini che si trovano bloccati in una situazione kafkiana”. L’allarme di 11mila ricercatori: ”La Terra é in piena emergenza climatica, bisogna cambiare subito abitudini” VARESE, 5 novembre 2019-La Terra è in piena “emergenza climatica”, e “indicibili sofferenze umane” saranno inevitabili, senza cambiamenti profondi e duraturi nelle attività umane che contribuiscono alle emissioni di gas serra e ai cambiamenti climatici. Lo affermano, in uno studio sulla rivista BioScience, più 11.000 ricercatori di 153 Paesi, tra
cui circa 250 italiani. La dichiarazione di emergenza climatica è basata sull’analisi di 40 anni di dati scientifici. I ricercatori propongono sei misure urgenti per fare fronte ai danni della febbre del pianeta. I primi firmatari della ‘dichiarazione di emergenza climatica’ sono Thomas Newsome, dell’Università australiana di Sydney, William Ripple e Christopher Wolf, dell’Università statale americana dell’Oregon, Phoebe Barnard, dell’Università sudafricana di Cape Town e William Moomaw, dell’Università americana Tuft. “È un obbligo morale per noi scienziati lanciare un chiaro allarme all’umanità in presenza di una minaccia catastrofica”, scrivono gli esperti. I firmatari puntano, ad esempio, il dito su diversi “segnali dell’attività umana”, come la riduzione globale della copertura degli alberi, della crescita delle popolazioni animali o lo scioglimento dei ghiacci. Sei gli obiettivi chiave per gli scienziati: la riforma del settore energetico puntando sulle rinnovabili, la riduzione degli inquinanti, la salvaguardia degli ecosistemi naturali, quella delle popolazioni garantendo più giustizia sociale ed economica, l’ottimizzazione delle risorse alimentari riducendo
il consumo di carne, e il passaggio ad una economia ‘carbon free’, senza emissioni di carbonio. “Occorrono – scrivono gli esperti – profonde trasformazioni dei modi in cui le società globali funzionano e interagiscono con gli ecosistemi naturali”. Gli scienziati sottolineano anche la presenza di segnali positivi e incoraggianti, come una maggiore consapevolezza dei rischi legati ai mutamenti del clima, soprattutto tra gli studenti e le giovani generazioni. “Molti cittadini stanno chiedendo un cambiamento per sostenere la vita sul nostro Pianeta, la nostra sola casa e – concludono – diverse comunità, Stati e province, città e imprese stanno iniziando a rispondere”.(ANSA) ”No alla legge del Papeete”, protesta di M5S in Consiglio regionale su quesito referendario MILANO, 5 novembre 2019-“No al nuovo porcellum”, “No alla legge del Papeete”, “No alla legge rimandata a settembre dalla Cassazione”, sono questi alcuni dei cartelli esposti in Consiglio regionale dal M5S Lombardia per protesta sul dibattito sul quesito referendario proposto dalla Lega. Marco Fumagalli, capogruppo del M5S, motiva il voto contrario del Movimento sulla proposta: “È un furto di democrazia. Salvini tiene occupato il Consiglio regionale della Lombardia solo per fare propaganda. Il quesito referendario è scritto male tanto che a causa dell’incapacità della Lega di scrivere leggi precise lo abbiamo dovuto
discutere due volte. Questo provvedimento non è arrivato in aula per fare gli interessi dei cittadini, ma è stato scritto e voluto a Pontida solo per fare propaganda. D’accordo che l’esito di questa discussione fosse scontato, ma sugli ordini del giorno e gli emendamenti presentati dal Movimento mi aspettavo un dibatto con la maggioranza con le motivazioni del loro voto contrario. Il fascismo ha preso i pieni poteri a seguito del passaggio dalla legge proporzionale alla legge Acerbo di tipo maggioritario. Qualcuno in Lombardia non ha studiato la Storia oppure vorrebbe fare il bis e riportarci al ventennio”. Presidente Conte alla inaugurazione Anno Accademico Politecnico e Human Technopole MILANO, 5 novembre 2019 – Oggi, 5 novembre 2019, il Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte ha partecipato all’inaugurazione del nuovo Anno Accademico del Politecnico di Milano e all’avvio dei lavori della Fondazione Human Technopole all’interno di MIND, il Milano Innovation District,
nell’a Ad entrambi gli eventi per il Consiglio regionale della Lombardia era presente il Vice Presidente Carlo Borghetti. “Il Premier Conte ha potuto toccare con mano il valore di due eccellenze della Milano di oggi, che si sviluppano all’interno di una collaborazione istituzionale vasta, e in un rapporto virtuoso ed efficace tra pubblico e privato”, ha detto Borghetti, che poi ha aggiunto: “Credo che a Milano si trovino buone prassi che il Governo deve sostenere e diffondere a livello nazionale, e allo stesso tempo deve anche agevolare, consentendo iter approvativi più celeri e semplici, ovviamente salvaguardando sempre la trasparenza dei processi”.
Festa di San Martino, presentata la 30esima edizione VARESE, 5 novembre 2019-È stata presentata questa mattina la XXX* edizione della tradizionale Festa di San Martino a Varese, che si svolgerà domenica 10 novembre. Il Presidente del Comitato San Martino, Alessandro Milani, ha ringraziato i volontari che da anni si prodigano per la festa e ricordato con affetto due pilastri del comitato che sono venuti a mancare: il Cav. Vincenzo Bifulco e Salvatore Farina, storico San Martino della tradizionale sfilata in costume a cavallo. Quest’anno sarà Ermanno Cereda il nuovo San Martino che guiderà il corteo in Partenza da Biumo alle ore 16:00, con arrivo in Piazza Cacciatori delle Alpi alle 16:30 circa, per il taglio del mantello. Milani ha poi ringraziato Marco Maculan, che in occasione dei 30 anni della festa, ha accolto l’invito a realizzare “dolceMartino“, un dolce appositamente creato e venduto alla Festa, così come i ceri votivi personalizzati per l’occasione dalla Cereria Bianchi e che concorreranno, insieme alla risottata (anche quest’anno sia a pranzo, che a cena) alla raccolta fondi destinati alle opere benefiche della Parrocchia di San Vittore. Sonia Milani, presidente dell’Associazione 23&20, volontaria del comitato, che si occupa del programma di animazione per le famiglie, ha illustrato le novità di quest’anno: Prima fra tutte “la piazza dei bambini” in Piazza del Tribunale, che ha sostituito ai consueti gonfiabili con la presenza di gazebo dedicati alle attività “manuali” e ricreative per i bambini, per riscoprire la gioia del gioco, attraverso il Mecchegno gigante (una riproposizione del meccano, ma realizzato interamente in legno da Xiloidea), i laboratori del riciclo creativo con Re Mida, i laboratori di inglese con Pingu’s English Varese, la lettura di fiabe con Fabiolandia, le costruzioni con Francesca Rudoni e “cuorieroi“, l’associazione che è presente con i propri
volontari nei reparti oncologici pediatrici, che allieterà tutti i bambini con la baby dance di supereroi e principesse nel pomeriggio alle 15:30. A grandi e piccini è dedicata invece la testimonianza di Marco Rodari, claun il Pimpa, clown impegnato da anni nelle zone di Guerra per portare un sorriso a tutti i bambini, che porterà in sala Montanari alle 11:00 la sua sentita esperienza, seguita da uno spettacolo di magia gratuito. Sempre gratuito lo spettacolo de “il magico mondo delle bolle” che si terrà alle 15:00 in Piazza dei Bersaglieri, con La Pettirossa, per ricoprire la magia del bolle di sapone. L’illustrazione dei quadri del Maestro Alioli quest’anno prenderà vita, attraverso l’animazione teatrale degli “intervallos” guidati da Marina Mazzoli, con il commento di Giuseppe Cafarelli in Chiesetta San Martino al termine del taglio del mantello, verso le 16:45 Chiuderà la manifestazione il Coro Sette Laghi, con un concerto gratuito in sala Montanari alle ore 18:30, offerto in collaborazione con il Comune di Varese. La festa manterrà l’attenzione alla liturgia festiva con la Santa Messa alle ore 9:30, 11:00 e 18:00. Anche lunedì, 11 novembre giorno del Santo, ci sarà una Santa Messa alle ore 10:00, seguita dall’illustrazione della Chiesa di San Martino e dalla replica dei quadri animati degli “intervallos”. Una festa ricca di animazione, con la presenza di oltre 15 Associazione Onlus e no profit della Provincia, che presenteranno le proprie attività e i propri manufatti per sostenere le attività di volontariato e oltre 20 artigiani selezionati, che esporranno operare rigorosamente fatte a mano. Il Comune gestirà invece il mercatino degli ambulanti e degli alimentari, da sempre presenti. Il comitato, che non senza fatica, ma sempre con entusiasmo, per fare sì che non si perdano delle importanti tradizioni porta avanti da 30 anni la festa invita calorosamente i varesini a prendervi parte. Il saluto conclusivo di Mons. Panighetti si sofferma sul titolo della manifestazione di quest’anno “Gli altri siamo
noi” che mostra il significato autentico della solidarietà, soffermandosi sulla riflessione che in ogni momento della vita quel “altro” potremmo essere noi. Al Colonnello dei Carabinieri Fabio Federici il premio ”Paladino della Memoria 2019” MILANO, 5 novembre 2019-E’ stato assegnato al Colonnello dei Carabinieri Fabio Federici il prestigioso riconoscimento di “Paladino della Memoria 2019“, la cui cerimonia di premiazione si è svolta oggi, martedì 5 novembre alle ore 17.00 nella sala Alessi di Palazzo Marino, sede del Comune di Milano. La premiazione, promossa dalla Presidenza del Consiglio comunale di Milano, dall’Associazione nazionale delle Voloire e dall’Unuci (Unione nazionale ufficiali in congedo d’Italia), è giunta alla sua quinta edizione ed ha visto premiati, oltre al colonnello dei carabinieri Fabio Federici, anche 16 personalità scelte tra Enti Istituzionali, Associazioni d’Arma e Università di Milano nonché la Senatrice a vita Liliana Segre, superstite dell’olocausto e testimone diretta della Shoah, alla quale è stato assegnato l’importante riconoscimento di “Gran Paladino della Memoria 2019”. Il colonnello Federici, già comandante provinciale dei carabinieri di Asti e Mantova ed ora in servizio a Bologna presso lo Stato Maggiore della Legione Carabinieri Emilia Romagna, è stato premiato con la seguente motivazione: “Ufficiale dell’Arma dei Carabinieri che ha scritto in collaborazione con altri autori e in proprio quattro saggi nei quali si mettono a confronto i punti di vista del detective e dello psichiatra criminologo nel campo di indagine della lotta contro il crimine alla ricerca della giustizia, prendendo in
esame la enigmatica personalità del criminale per poi passare alla prova logica nella ricostruzione della verità processuale, bypassando l’influenza dei processi mediatici. Eccellente il saggio sulle ragioni sociali e psicologiche sul femminicidio. La ricerca di giustizia è anche Memoria“. La bella serata, a cui hanno partecipato le massime autorità politiche, civili e militari di Milano, è stata presentata da Sabrina Pieragostini con voce narrante di Claudia Buccellati. Federici è autore della casa Editrice Oligo di Mantova per cui ha pubblicato Il lato oscuro della mafia nigeriana con la prefazione di Nando dalla Chiesa. Un saggio di grande attualità, sulla mafia nigeriana che nel libro rivela al lettore molte informazioni e prospettive analitiche preziose, frutto di un pensiero concreto e di una curiosità intellettuale e militare da apprezzare, anche per il livello di sistematicità in cui si muovono. “In particolare è davvero degna di nota, sottolinea Nando Dalla Chiesa nell’introduzione, tutta la parte relativa alla descrizione dei ‘culti nigeriani’ (il termine non tragga in inganno, si tratta di bande criminali), della loro natura e organizzazione, la cui analisi è ben sorretta da uno studio attento degli atti processuali. Qui Federici, filtrandolo attraverso la sua cultura professionale, fornisce materiale di interesse rilevante per gli studiosi di scienze sociali”.
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