Nuove atmosfere Stagione sinfonica - Filarmonica Arturo Toscanini Alpesh Chauhan direttore Gian Piero Fortini oboe - Fondazione Arturo Toscanini

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Nuove atmosfere Stagione sinfonica - Filarmonica Arturo Toscanini Alpesh Chauhan direttore Gian Piero Fortini oboe - Fondazione Arturo Toscanini
nuove                 Venerdì 30 marzo 2018 ore 20.30
atmosfere
Stagione              Filarmonica Arturo Toscanini
sinfonica             Alpesh Chauhan direttore
2 0 1 7- 2 0 1 8      Gian Piero Fortini oboe
Dodicesima edizione
Nuove atmosfere Stagione sinfonica - Filarmonica Arturo Toscanini Alpesh Chauhan direttore Gian Piero Fortini oboe - Fondazione Arturo Toscanini
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Maurice Ravel
(Ciboure, 7 marzo 1875 – Parigi, 28 dicembre 1937)

Le Tombeau de Couperin per orchestra                  (18’)
Prélude - Vif
Forlane - Allegretto
Menuet - Allegro moderato
Rigaudon - Assez vif

Wolfgang Amadeus Mozart
(Salisburgo, 27 gennaio 1756 – Vienna, 5 dicembre 1791)

Concerto in do maggiore per oboe e orchestra K. 314 (25’)
Allegro
Adagio
Rondò

Antonín Dvořák
(Nelahozeves, 8 settembre 1841 – Praga, 1º maggio 1904)

Serenata per archi in mi maggiore op. 22 (35’)
Moderato
Tempo di Valse
Scherzo: Vivace
Larghetto
Finale: Allegro vivace

Filarmonica Arturo Toscanini
                         nini
Alpesh Chauhan direttore
Gian Piero Fortini oboe
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IL CONCERTO IN DO MAGGIORE PER OBOE E
ORCHESTRA K. 314
DI WOLFGANG AMADEUS MOZART
Lucia Ferrati

Nel 1769 Mozart diviene Konzertmeister alla corte dell’arcivescovo di Sa-
lisburgo.
Alla morte di questi, nel ’71, il successore Hieronymus Colloredo si rive-
la, da subito, assai poco benevolo verso il giovane musicista che lascerà
Salisburgo e nel nel 1777 partirà, accompagnato dalla madre Anna Maria
Pertl, per un lungo viaggio, passando per Monaco, Augusta e Mannheim,
alla ricerca di un nuovo impiego.
Prima di partire Mozart scrive un concerto in Do maggiore per oboe e or-
chestra per Giuseppe Ferlendis, affermato oboista di origine bergamasca,
entrato al servizio dello stesso Colloredo il 1° aprile 1777 per rimanervi
fino al 31 luglio 1778.
Nel 1778 Mozart rimane a Mannheim per alcuni mesi durante i quali
stringe rapporti di amicizia con alcuni rappresentanti della prestigiosa
scuola musicale locale, fra cui il direttore d’orchestra e compositore Chri-
stian Cannabich, l’oboista Friedrich Ramm, il flautista Johann Baptiste
Wendling. A casa di Wendling, dove è ospite, Mozart conosce Ferdinand
De Jean, un ricco olandese dilettante di flauto, che commissiona a Mozart,
per la principesca somma di 200 fiorini, “tre piccoli, facili e brevi concerti
e due quartetti per flauto”..
Ma Mozart, - oberato dal troppo lavoro e forse distratto dalla recente infa-
tuazione per Aloysa Weber - non ottempera alla richiesta di De Jean (che
gli consegnerà solo 96 fiorini) e completa solo due dei tre concerti richie-
sti. In più, uno dei concerti non è nuovo, ma di fatto è la trasposizione in
Re maggiore per flauto del concerto per l’oboista Ferlendis, che presenta
variazioni in alcune parti solistiche per meglio aderire alle peculiarità tec-
niche e timbriche del flauto.
Lo spartito originale del concerto di Mozart per oboe e orchestra è andato
perduto.
Ma nel 1920, il direttore, compositore e musicologo austriaco Bernhard
Paumgartner scopre, negli archivi del Mozarteum di Salisburgo, tra la mu-
sica lasciata dal figlio di Mozart, un faldone di vecchie parti orchestrali re-
cante la scritta: “Concerto in Do/Oboe Principale/2Violini/2 Oboi/2 corni/
viola/basso Del Sigre W.A. Mozart”.
Paumgartner ha quindi ricostruito la partitura, che sarà finalmente pub-
blicata nel 1948.
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INTORNO AL CONCERTO
PAROLE

Ravel

Couperin Da molto tempo il gusto italiano e il gusto francese hanno divi-
so (almeno in Francia) la Repubblica della Musica. Io, per parte mia, ho
sempre stimato le cose che meritano, senza tenere in conto gli autori, né
la nazione.
Ravel All’inizio del 1915 mi arruolai nell’esercito; in conseguenza di ciò la
mia attività musicale s’interruppe fino all’autunno del 1917, quando fui
riformato. Terminai allora Le Tombeau de Couperin. A dire il vero l’omag-
gio è rivolto non tanto al solo Couperin quanto all’intera musica francese
del XVIII secolo. Dopo Le Tombeau de Couperin le mie condizioni di salu-
te mi impedirono per qualche tempo di scrivere.

Le Tombeau si tratta di un neoclassicismo ante-litteram, privato e inci-
dentale, se si vuole… Ma nelle nicchie delle antiche forme abitano umori
nuovi. La Forlane, ad esempio, pare un sogno ad occhi aperti su un ‘700
conosciuto attraverso la mediazione fantastica di Watteau ma, per dirla
con Proust, in ogni nota di quella musica che l’immaginazione fa giungere
lontano, si sentono gli spazi attraversati. Talvolta questi episodi posso-
no sembrare estroversi, per esempio l ‘impeto virtuosistico della Toccata
(insieme alla Fugue sono solo nella versione per pianoforte del 1914 i cui
pezzi sono dedicati alla memoria di un amico morto durante la Grande
Guerra) o il franco melodizzare del Rigaudon, ma gli interpreti devono
stare attenti: l’eleganza e il sottile humour di Ravel, sono come una verni-
ce brillante impeccabilmente stesa su un mosaico le cui tessere risultano
sovente oscure e drammatiche. (Enzo Restagno)
Dall’originale pianistico Questa metamorfosi di pezzi pianistici in un’ope-
ra sinfonica era un gioco per Ravel, un gioco realizzato alla perfezione,
quindi la trascrizione ha superato il fascino dell’originale. (Roland-Ma-
nuel)
Le Tombeau de Couperin è il più delicato dei memoriali di guerra: riguar-
da la memoria, non il combattimento. Non ha la morbosa tristezza delle
Metamorfosi di Richard Strauss né la rabbia delle sinfonie di guerra di
Dmitri Šostakovič. Esso evoca coloro che onora, non le tragiche circostan-
ze della loro morte. (Phillip Huscher)
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In guerra: il contesto temporale del Tombeau
Immaginati come un fantastico fuoco d’artificio nero; ma immediatamente
dopo, ahimè, un fischio e una fortissima detonazione proprio il mio ca-
mion. Mi precipito a verificare se non si tratti dello scoppio dei pneumatici,
e, in un certo modo, mi sento rassicurato. È stata proprio una bomba! E
dire che incomincerò ad avere una paura tremenda! Per adesso però ti
assicuro che mi diverto moltissimo. Sono ancora alla prima fase: quella
della curiosità.
Ho messo due piantoni -un fante e un dragone- alla porta del mio deposito
di benzina. Sono soldati molto disciplinati e obbedientissimi. Li posso far
muovere a mio piacimento. Penso siano fatti di cartapesta. Andando verso
la mia camera ho visto degli alpini accantonati in un granaio. Anche loro
giocavano con soldatini di cartone. Se la guerra durasse ancora un po’, oc-
correrà distribuire alle truppe dell’Armata repubblicana forti quantitativi
di pupazzetti e di balocchi.
Quella notte tre colpi di cannone, abbastanza vicini, mi hanno svegliato
bruscamente. Questo fatto mi ha ricondotto per qualche momento nell’at-
mosfera della vita che ho appena lasciato. Il bombardamento lontano
mi pare il rumore di un ricordo. Nella calma -calma relativa- interrotta
dall’incessante passare dei convogli d’artiglieria, mi pare impossibile che
io abbia potuto vivere in quell’inferno, senza uscirne a pezzi!
“Ravel guerriero appollaiato sul suo camion come un sorcetto sopra un
pachiderma”. (Madame Beclart)...
Gli amici cercano di mostrargli che è inutile esporsi, che il suo vero dovere
è quello di continuare a scrivere musica per il benessere del mondo.

Pensieri raveliani
Il principio del genio, cioè della creazione artistica, può essere stabilito
solo sulla base dell’istinto o della sensibilità. Ora, in arte, il “mestiere” nel
senso assoluto del termine, non può esistere. Nelle armoniche proporzioni
di un’opera, nell’eleganza del suo arrangiamento, il ruolo dell’ispirazione
è pressoché illimitato…
Non ho mai sentito il bisogno di formulare, né per gli altri né per me stes-
so, i principi della mia estetica. Se fossi obbligato a farlo, chiederei il per-
messo di accettare le semplici affermazioni che Mozart ha fatto su questo
argomento. Ha solo detto che la musica può fare tutto, osare e dipingere
tutto, purché affascini e resti la musica per sempre.
Rifiuto semplicemente, ma assolutamente di confondere la coscienza
dell’artista, che è una cosa, con la sua verità, che è un’altra.... Questa
consapevolezza richiede che sviluppiamo in noi stessi il senso di lavorare
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bene. Il mio obiettivo è quindi la perfezione tecnica. Posso sforzarmi co-
stantemente, poiché sono sicuro di non raggiungerla mai. L’importante è
avvicinarsi sempre di più. L’arte, senza dubbio, ha altri effetti, ma l’arti-
sta, secondo me, non deve avere altro scopo.
Dopo la guerra, la Francia ha sviluppato molto interesse per la musica.
È davvero una nazione musicale, ora. Durante la guerra essa ascoltava
qualunque cosa, non importa se ispirata o no. I nuovi ricchi si sono preci-
pitati nelle sale da concerto, perché pensavano che si dovesse far così. Era
una sorta di snobismo, se preferite; ma poiché sono francesi, hanno presto
acquisito il gusto della musica, e ora, sanno assimilare persino Schönberg.

Ritratto adolescenziale
I capelli lunghi, una certa durezza, e l’andatura un tantino manierata e
circospetta gli davano l’aria di un paggio; parco nei gesti, serio e grave,
lo spirito orientato verso tutto quello che era poesia, fantasia verso tutto
quello che era prezioso e raro paradossale e raffinato, Ravel adolescente
non era per nulla diverso dal classico misurato ed equilibrato che sarebbe
diventato. Si atteggiava ad estetica voleva essere incompreso, avrebbe con-
siderato come l’ingiuria peggiore alla propria raffinatezza la vasta popola-
rità che in seguito gli sarebbe stata riservata... (Riccardo Viñes)
Ammiratori francesi
... Ravel, è la lampada morbida che brilla sulla mediocrità contemporanea.
Il suo verbo aggraziato è il nostro verbo. Piaccia o no, dal 1937, aspettia-
mo sempre l’altro, che sarà grande come lui. (Léo Ferré)
Adoro Maurice Ravel perché Ravel sta alla musica come la musica all’uni-
verso. E a mio parere, Ravel sta all’intellingenza per tutto quello che l’in-
telligenza possiede di perfettamente e tipicamente francese. (Jacques Brel)
Nessuna influenza può vantarsi di aver conquistato tutto. Ravel rimane
gelosamente sfuggente dietro tutte queste maschere che gli snobismi del
secolo gli prestano. (Vladimir Jankélévitch)

Mozart

Dalle lettere
E se il concerto per oboe fosse stato copiato, potrebbe farti guadagnare
qualcosa a Wallerstein grazie a Perwein.
(Salisburgo, 15 ottobre 1777, Leopold Mozart al figlio Wolfgang Amadeus)

Vado tutti i giorni da Cannabich. Oggi è venuta con me anche la mamma
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(…) Erano presenti alcuni musicisti, il giovane Danner, un cornista Lang e
un oboista del quale non mi ricordo il nome, ma che suona assai bene e ha
davvero un bel suono. Gli ho fatto dono del concerto per oboe che è stato
copiato a casa di Cannabich.
(Mannheim, 4 novembre 1777, Wolfgang Amadeus Mozart al padre Leopold)

Il signor Ramm ha suonato per la quinta volta il mio Concerto per oboe di
Ferlendis che qui suscita molta impressione. In questo momento è il cavallo
di battaglia del signor Ramm.
(Mannheim, 14 febbraio 1778, Wolfgang Amadeus Mozart al padre Leopold)

Vi prego di mandarmi subito il quaderno nel quale si trova il concerto per
oboe di Ramm, o piuttosto il concerto di Ferlendis. L’oboista del principe
Esterhazy (Anon Mayr) me lo paga 3 ducati.
(Vienna. 15 febbraio 1783, Wolfgang Amadeus Mozart al padre Leopold)

L’autore
In ogni epoca i tedeschi sono sempre stati i più grandi armonisti e gli ita-
liani i più grandi melodisti. Ma da quando il Nord ha prodotto un Mozart,
noi del Sud siamo stati battuti sul nostro stesso terreno perché egli si in-
nalza al di sopra delle nazioni unendo in sé l’incanto della melodia italiana
e tutta la profondità dell’armonia tedesca.
Egli è il solo musicista che possieda nel medesimo grado sapienza e genio.
(Gioachino Rossini)

Davanti a Mozart, tutta la mia ambizione si muta in disperazione.
(Charles-François Gounod)

La morte di Mozart avvenuta prima che egli compisse 36 anni, è forse la
più grande perdita mai subita dal mondo della musica.
(Edward Grieg)

E per me un mondo senza Mozart sarebbe ancora più povero di un mondo
senza Socrate. (Hermann Hesse)

Mozart è la felicità prima che questa sia giunta a compimento.
(Arthur Miller)
Lo strumento
Ci sono profumi freschi come carni di bimbo,/Dolci come oboi, verdi come
praterie…
(da Corrispondenze, Charles Baudelaire)

Attraverso l’argento scintillante di flauti,
un fagotto grugnì e un oboe si lamentò…
(da Il Violino di Cremona, di Amy Lowell)

Avara pena, tarda il tuo dono/in questa mia ora/di sospirati abbandoni./
Un oboe gelido risillaba/gioia di foglie perenni,/non mie, e smemora;/In me
si fa sera:/l’acqua tramonta/sulle mie mani erbose./Ali oscillano in fioco
cielo,/labili: il cuore trasmigra/ed io son gerbido,/e i giorni una maceria.
(dalla raccolta Oboe sommerso di Salvatore Quasimodo)

L’oboe solista Gian Piero Fortini: riflessioni sul Concerto
Caposaldo della letteratura oboista, in quanto pezzo d’obbligo in tutte la
audizioni e concorsi, è un banco di prova per noi oboisti. Per questo, molto
spesso viene affrontato con un senso di deferenza accompagnato da inap-
propriate rigidità che ne nascondono la dimensione teatrale e l’irresistibile
verve a motivo delle quali Mozart ci conquista come nessun altro. La sua
musica infatti è teatro, al massimo della sua bellezza.
Davvero stupenda è la pausa coronata nel II movimento, poco prima della
cadenza principale (battuta 72) dove a volte il solista inserisce una pic-
cola cadenza di transizione. Io invece preferisco “vivere” quell’attesa e
quel silenzio così carichi di significato, prima di riprendere con il delicato
salto di ottava di re. Ecco una tra i momenti magici del Concerto! Lo è in
quanto rivela, proprio attraverso il silenzio, l’assoluto genio dell’autore.
Similmente nel film Amadeus, Salieri nel descrivere la Gran Partita, dice
così: “Sulla pagina sembrava... niente. Un inizio semplice, quasi comico.
Appena un palpito, con fagotti, corni di bassetto... come lo schiudersi di
un vecchio cofano... dopo di che, a un tratto, ecco emergere un oboe, una
sola nota sospesa e immobile…”
Dvořák

La musicalità dei cechi
Credo sia questo il segreto del talento musicale della gente del mio paese:
ogni slavo ama profondamente la musica, anche se lavora tutto il giorno
nei campi o fra i buoi. È lo spirito della musica a renderlo felice. (Dvořák)
Tra tutti gli slavi, noi cechi siamo quelli che, quanto al numero, abbiamo
più scuole elementari nei villaggi.
Agli insegnanti che occupano due uffizi si impone tacitamente il dovere
di insegnare la musica. Altre occasioni ed istituzioni per la superiore eru-
dizione musicale da noi si trovano più frequentemente che in altri paesi
slavi. Da noi le doti innate non sono poche, e da tutto ciò emerge che i ce-
chi superano nella musica tutta la razza slava. (Karel Sabina, sulla rivista
Dalibor, 1863)

La Serenata per antonomasia
Completata in quindici giorni, documenta la speciale predisposizione del
compositore per le piccole forme. In cinque brevi movimenti, espone un
materiale tematico solido fatto di immagini dai contorni nitidi. Immersa
in un’atmosfera idilliaca la musica della Serenata scorre con facilità re-
galando un piacevole senso di immediatezza Tratto tipico della composi-
zione è la frequente imitazione dei temi nelle varie voci; Dvořák inoltre
ne rafforza la natura ciclica ponendo il Larghetto come perno dato che
viene citato negli altri movimenti. Lo stupendo Moderato iniziale si fonda
sul contrasto tra la spiccata vena melodica della prima idea e il carattere
puntato della seconda, dotata di maggiore pregnanza armonica. Il Tempo
di Valse, appare carico di quegli influssi boemi sedimentati in Dvořák a
seguito dell’esperienza da violista nell’orchestra da ballo di Karel Komzák,
e lo Scherzo da un serrato contrappunto imitativo, passa ad un lirismo
più spinto. Stupisce il Larghetto per la sua cantabilità così perfettamen-
te misurata sugli archi, mentre il Finale, punteggiato da figure staccate,
porta a un improvviso alleggerimento, trasmettendo una pacata allegria.
Vicissitudini della partitura soltanto da pochi anni in edizione “Urtext”,
cioè basata sull’autografo del compositore. Dvořák donò il manoscritto
all’amico Karel Kozánek; il figlio di Antonín lo acquistò dal figlio di Karel
per 6000 corone cecoslovacche; il nipote di Dvořák, alla fine, lo vendette
al Museo Nazionale di Praga per 25000 corone…

Caratteri di Dvořák
Verità senza superficialità, vero senso della democrazia che non corteggia
i potenti o eleva la propria grandezza al di sopra di quelli inferiori, la fi-
ducia in se stessi ma senza apparire presuntuoso, l’emozione più profonda
senza sentimentalismo, gioia ineffabile dal suo lavoro, relazione pura e
genuina con Dio e le persone: queste sono le qualità della sua anima. Ma
c’è l’inquietudine legata al gesto creativo! Riesco a vedere la mano del
Maestro ora, anche durante una pausa nella conversazione: le sue dita che
giocano continuamente inquiete sul risvolto della giacca, come sui tasti di
un pianoforte. Sembra che pensi soltanto attraverso la musica. (Josef Suk,
allievo e genero di Dvořák)

Caratteri della musica di Dvořák
Sapeva come ascoltare la natura. Nella sua mente, i valori tangibili degli
oggetti vengono trasformati nei valori spirituali della musica. Alberi, ru-
scelli, pietre… cantano tutti. I ritmi naturalistici della musica dei villaggi
sono rielaborati in poesia ritmica. La terra canta... Dvořák ha avuto un
supremo comando sulle tecniche del suo mestiere e le ha impregnate dello
spirito della sua terra e questo, secondo me, è ciò che lo ha reso un com-
positore dalla classe mondiale. C’è solo un modo per suscitare l’interesse
del mondo per la nostra cultura: dominare le conquiste tecniche dei nostri
giorni e, allo stesso tempo, non dimenticare di parlare bene il ceco. (Vaclav
Talich)
Dvořák indica nuove vie al linguaggio musicale, dimostrando l’enorme ric-
chezza contenuta nel rapporto fra musica etnica e musica colta, a patto che
la prima non venga più intesa quale repertorio da sfruttare come fonte di co-
lore locale dopo averlo adeguatamente ristrutturato su un piano armonico e
melodico, ma che venga invece coscientemente recepita come linguaggio col
quale confrontarsi per ricomporre una frattura non più concepibile fra ‘alto’
è ‘basso’ entro la propria stessa cultura e anche quella occidentale in genere.
(Paolo Maurizi)
AVVENIMENTI

1919 Ravel compone Le tombeau de Couperin (versione per orchestra)

Musica
Stravinskij compone la Suite da L’Uccello di fuoco e Piano-Rag-Music per
pianoforte.
Bartók compone la Suite dal Mandarino meraviglioso.
Muore Leoncavallo.
Fauré compone la Fantasia per pianoforte e orchestra.
Janáček compone l’opera Katya Kabanova.
Elgar compone il Concerto per violoncello.
Sibelius compone il Canto della terra Cantata per voci miste ed orchestra.
Busoni compone Concertino per clarinetto e piccola orchestra.
Satie compone Trois petites pièces montées per piccola orchestra e Noctur-
nes per pianoforte
Ives compone Orchestral set n. 3.
De Falla compone Fantasia baetica, per pianoforte.
Respighi compone La boutique fantastica, balletto.
Enescu compone la Sinfonia n.3 per organo e coro.
Prokof’ev compone le opere: L’amore delle tre melarance e L’angelo di
fuoco e Ouverture su Temi Ebraici.
Hindemith compone Sonata per violoncello e Sonata per viola.
Gershwin compone Lullaby, per quartetto d’archi e la La Lucile e Morris
Gest Midnight Whirl, musical.
Poulenc compone Le Bestaire, ciclo di canzoni.

Scienze, arte, letteratura
Il fisico Ernest Rutherford realizza la prima reazione nucleare.
Il primo volo senza scalo attraverso l’Atlantico viene effettuato dagli in-
glesi Alcock e Brown.
Max Weber pubblica Scienza come professione.
Max Beckmann dipinge La notte.
L’architetto Walter Gropius fonda a Weimar il Bauhaus, laboratorio per
artisti ed architetti razionalisti.
Carlo Carra dipinge La musa metafisica.
Viene rappresentata a Roma la commedia Il giuoco della parti di Luigi
Pirandello.
Giuseppe Ungaretti pubblica la raccolta di poesie Allegria di naufragi.
André Gide pubblica Sinfonia pastorale.
Johan Huizinga pubblica L’autunno del medioevo.
Eugene O’Neill pubblica La luna dei Caraibi ed altri drammi marini.
John Reed pubblica I dieci giorni che sconvolsero il mondo.
Storia
In gennaio si riunisce si apre a Parigi la Conferenza di pace, che negozia
i trattati che pongono fine alla Prima guerra mondiale. Ben presto l’Italia
abbandona il tavolo perché le viene legato il possesso della città di Fiume.
Don Sturzo fonda il Partito Popolare e Benito Mussolini il Movimento dei
Fasci Italiani di Combattimento.
Esce a Torino la rivista Ordine Nuovo fondata tra gli altri da Antonio
Gramsci.
Gabriele D’Annunzio entra a Fiume.
In Germania scoppia una rivolta comunista subito repressa; muoiono Rosa
Luxemburg e Karl Liebknecht.
In Irlanda il movimento indipendentistico Sinn Fein proclama la Repubblica.

1777 Mozart compone il Concerto per oboe e orchestra in do
maggiore K.314

Musica
Mozart compone: il Quartetto in re maggiore KV 285, il Concerto per
pianoforte in mi bemolle K.271 e la Sonata per pianoforte in do maggiore
K.309.
Gluck compone l’opera Armide.
Haydn compone la Sinfonia n.63 “La Roxelane” e la Sonata per pianofor-
te n.21 e n.32 (1777 - 1778).

Scienze, arte, letteratura
Antoine Lavoisier scopre che l’aria è costituita da ossigeno e da azoto.
Vittorio Alfieri scrive il trattato politico-filosofico Della tirannide.
Giuseppe Baretti scrive Discours sur Shakespeare et sur monsieur de Voltaire.
Pietro Verri scrive Osservazioni sulla tortura.
Johann Wolfgang Goethe scrive La missione teatrale di Wilhlem Meister
mai pubblicato dall’autore e stampato postumo nel 1917.

Storia
Nella Guerra d’Indipendenza Americana, gli Inglesi sono sconfitti a Prin-
ceton; in seguito il generale francese La Favette con un gruppo di volon-
tari interviene a sostegno dei coloni.
Gli Inglesi a settembre, occupano Filadelfia ma sono sconfitti nuovamente
a Saratoga Springs.
In Francia Jacques Necker viene nominato controllore generale delle fi-
nanze.
Viene fondato a Parigi il primo “Monte di Pietà” per porre freno all’usura.
1875 Dvořák compone la Serenata per archi op.22

Musica
Dvořák compone il Quintetto op.77 e la Sinfonia n.5.
Čajkovskji compone la Sinfonia n.3 e Il lago dei cigni.
Nasce Ravel.
Bizet termina l’opera Carmen e muore.
Borodin compone il Quartetto per archi n.1.
Brahms compone i Liebeslieder per due pianoforti e il Quartetto per archi n.3.
Ponchielli compone A Gaetano Donizetti, cantata.
Saint- Saëns compone il Concerto n.4 per pianoforte.
Musorgskij compone Canti e Danze della morte.
Boito compone La Notte diffonde, per quatto solisti e pianoforte.
Grieg compone Peer Gynt.
Rimsky-Korsakov compone il Quartetto n.1.
Fauré compone Allegro sinfonico per orchestra.

Scienze, arte, letteratura
Il medico tedesco Oscar Hertwig scopre il meccanismo della fecondazione.
Carl von Linde costruisce il primo frigorifero.
Karl Marx scrive il saggio Critica al programma Gotha.
Antonio Stoppani pubblica Il bel paese.
Esce la prima edizione italiana del romanzo di Giovanni Ruffini Il Dottor
Antonio.
Luigi Settembrini termina Ricordanze della mia vita un’opera autobiogra-
fica con lo scopo di denunciare le condizioni in cui vivono gli abitanti del
Regno delle due Sicilie, prima dell’unificazione e di esaltare l’amore per la
patria e la libertà.
Storia
Depretis a Stradella pronuncia il discorso programmatico della Sinistra
che prevede la riforma elettorale, l’istruzione elementare laica, il decentra-
mento amministrativo e la riforma fiscale.
I cattolici intransigenti - obbedendo al “non expedit” - formano l’Opera
dei Congressi e dei Comitati Cattolici.
In Bosnia-Erzegovina scoppia una rivolta contro l’occupazione turca. La
Serbia e la Russia intervengono a fianco dei rivoltosi allargando il conflitto.
In Germania viene fondato il Partito Socialdemocratico Tedesco. (SPD).
ALPESH CHAUH
       CHAUHAN
Alpesh Chauhan ricopre la carica di Direttore Principale della Filarmonica Ar-
turo Toscanini dal settembre 2017. Il giovane direttore inglese ha velocemente
raggiunto un vasto riconoscimento internazionale; tra i suoi maggiori successi
in questi anni spiccano i due concerti ai BBC Proms, la produzione operistica di
Turandot al Teatro Lirico di Cagliari, la registrazione di Ten Pieces Secondary
film con la BBC Philharmonic e una stagione al Barbican Centre con la London
Symphony Orchestra. Dal 2014 al 2016 è stato Assistant Conductor della City of
Birmingham Symphony Orchestra. La grande tradizione sinfonica sarà la vera
protagonista di questa sua prima stagione come Direttore Principale della Filar-
monica Toscanini con il ciclo completo delle Sinfonie di Brahms a cui Chauhan
accosterà alcuni pilastri del XIX secolo come la Sinfonia n. 1 di Mahler e Ein
deutsches Requiem di Brahms e vari capolavori del XX secolo, tra cui la Sinfonia
da Requiem di Britten e il Concerto per Orchestra di Lutoslawski Tra i maggiori
impegni della stagione 2017- 2018 i debutti con la Royal Philharmonic, la Li-
verpool Philharmonic Orchestra, l’Opera North e con la Sinfonica di Düsseldorf
in un programma che include la Sinfonia n. 4 di Bruckner. Questa stagione ve-
drà anche il suo ritorno alla Philharmonia Orchestra, alla City of Birmingham
Symphony Orchestra, alla BBC Symphony Orchestra e all’Orchestra del Maggio
Musicale Fiorentino. Dopo aver collaborato con importanti solisti come Alison
Balsom, Nicola Benedetti, Benjamin Grosvenor e Garrick Ohlsson, Chauhan in-
contrerà quest’anno Markus Werba, Elena Urioste e Stephen Hough. Apparendo
regolarmente nei media, Chauhan è stato presentato come “Stella Nascente” su
BBC Music Magazine e intervistato da BBC Radio 4, BBC World Service e dal
Guardian. È stato “blogger ospite” per Gramophone Magazine, membro della
giuria del BBC Young Musician of the Year 2016 ed è apparso in un ampio arti-
colo sul Times. Chauhan è stato primo violoncello della CBSO Youth Orchestra,
avendo l’opportunità di partecipare a masterclass di direzione d’orchestra, come
parte della Youth Orchestra Academy 2007. Nel 2008 è stato ammesso al Royal
Northern College of Music per studiare violoncello con Eduardo Vassallo prima
di proseguire la frequenza del prestigioso Masters Conducting Course, sotto gli
auspici di Clark Rundell e Mark Heron. Ha studiato con Stanislaw Skrowaczew-
ski, partecipato a masterclass con Juanjo Mena e Vasily Petrenko, mentre Andris
Nelsons e Edward Gardner sono stati suoi mentori.
GIAN PIERO FORTINI
Nato a Varese nel 1979, inizia gli studi musicali presso il Liceo Musicale della
sua città. Conseguita la maturità classica, si diploma brillantemente presso il
Conservatorio “Martini” di Bologna e continua gli studi alla Musikhochschu-
le di Basilea dove, nel 2004, sotto la guida di Omar Zoboli, ottiene il Kon-
zertdiplom con il massimo dei voti. Nello stesso anno accede all’Accademia
del Teatro alla Scala, studiando con docenti quali Francesco Dirosa, Fabien
Thouand e Alberto Negroni e altre prime parti del teatro milanese. In qualità
di primo oboe dell’orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala, prende
parte a svariate produzioni anche all’interno della stagione lavorando con
direttori quali: Giovanni Antonini, David Garforth, Ottavio Dantone e Pietro
Mianiti.
Tra il 2008 e il 2012, collabora continuativamente con il Teatro alla Scala
e la sua Filarmonica, suonando sotto la direzione di Semyon Bychkov, Da-
niel Harding, Valery Gergiev, Daniel Barenboim, Gustavo Dudamel, Myung-
Whung Chung, Gianandrea Noseda, Riccardo Chailly e Antonio Pappano.
In seguito, dal 2012 al 2015, ricopre il ruolo di primo oboe presso il Teatro
Petruzzelli di Bari. Collabora inoltre come primo oboe, oboe di fila e corno
inglese, anche con diverse altre orchestre e fondazioni lirico-sinfoniche fra
cui il Teatro Carlo Felice di Genova, l’Orchestra Sinfonica “Giuseppe Ver-
di” di Milano, l’Orchestra Filarmonica di Torino e I Pomeriggi Musicali. Nel
2016 vince il concorso di primo oboe presso la Fondazione Arturo Toscanini
di Parma, ruolo che attualmente ricopre.
La Filarmonica Arturo Toscanini, che ha la sua sede a Parma, nel Centro
di Produzione Musicale “Arturo Toscanini”, a fianco dell’Auditorium Pagani-
ni disegnato da Renzo Piano, è il punto d’eccellenza dell’attività produttiva
della Fondazione Arturo Toscanini, maturata sul piano artistico nella più
che trentennale esperienza dell’Orchestra Regionale dell’Emilia-Romagna e
nell’antica tradizione musicale che affonda le proprie radici storiche nell’Or-
chestra Ducale riordinata a Parma da Niccolò Paganini nel 1835/36 e per i
quarant’anni successivi ai vertici delle capacità esecutive nazionali. Oggi è
una delle più importanti orchestre sinfoniche italiane.
Per saperne di più: www.fondazionetoscanini.it

Violini Primi: Viktoria Borissova**, Gianni Covezzi, Julia Geller, Fang Xia, Mario Mauro, Nicola
Tassoni, Daniele Ruzza, Camilla Mazzanti, Federica Vercalli, Maurizio Daffunchio.
Violini Secondi: Laurentiu Vatavu*, Jasenka Tomic, Cellina Codaglio, Claudia Piccinini, Sabrina
Fontana, Luca Talignani, Michaela Bilikova, Chiara Serati.
Viole: Francesca Turcato*, Sara Screpis, Silvia Vannucci, Diego Spagnoli, Daniele Zironi, Ilaria
Negrotti.
Violoncelli: Pietro Nappi*, Vincenzo Fossanova, Fabio Gaddoni, Audrey Lafargue, Francesco Abis.
Contrabbassi: Jose Reyes*, Agide Bandini, Claudio Saguatti, Antonio Bonatti.
Flauti: Sandu Nagy*, Andrea Oman.
Ottavino: Andrea Oman.
Oboi: Emiliano Greci*, Giulia Baruffaldi.
Corno Inglese: Giulia Baruffaldi.
Clarinetti: Daniele Titti*, Miriam Caldarini.
Fagotti: Martina Lando*, Fabio Alasia.
Corni: Ettore Contavalli*, Davide Bettani.
Tromba: Matteo Beschi*.
Arpa: Tatiana Alquati*.

                                                                         ** spalla / *prima parte
People and ideas
                    in healthcare

www.chiesi.com
Hera Comm è Partner istituzionale
della Filarmonica Arturo Toscanini
Graphital - Parma
Prossimo appuntamento
di nuove atmosfere
Sabato 7 aprile 2018 ore 20.30

NIR KABARETTI
Direttore
MIHAELA COSTEA
Violino
DIANA CAHANESCU
Violoncello

Pëtr Il’ič Čajkovskij
Romeo e Giulietta ouverture-fantasia in si minore (da Shakespeare)
Cristian Carrara
Machpelah dialogo per violino, violoncello e orchestra
Antonín Dvořák
Sinfonia n. 8 in sol maggiore op. 88 “Inglese”

IMPARIAMO IL CONCERTO
Lucia Ferrati e Giuliano Del Sorbo.
Letture e performance su Machpelah di Cristian Carrara

Giovedì 5 aprile 2018 ore 18.00
Sala Prove, Auditorium Paganini, Parma

Concerto in anteprima
Giovedì 5 aprile 2018 ore 15.00
Auditorium Paganini, Parma

Per saperne di più
www.fondazionetoscanini.it
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