Nuove atmosfere Stagione sinfonica - Filarmonica Arturo Toscanini Alpesh Chauhan direttore Gian Piero Fortini oboe - Fondazione Arturo Toscanini
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
nuove Venerdì 30 marzo 2018 ore 20.30 atmosfere Stagione Filarmonica Arturo Toscanini sinfonica Alpesh Chauhan direttore 2 0 1 7- 2 0 1 8 Gian Piero Fortini oboe Dodicesima edizione
Partner istituzionale della Partner istituzionale della F o n d a z i o n e A r t u r o To s c a n i n i F i l a r m o n i c a A r t u r o To s c a n i n i Sponsor ufficiale della Stagione Amici promotori Sponsor tecnici
Art Bonus Siamo tutti mecenati Sostieni la Fondazione Arturo Toscanini Per te il 65% di bonus fiscale Un bonus fiscale per chi sostiene la cultura Oggi in Italia c’è un regime fiscale agevolato nuovo per chi sostiene la cultura con donazioni in dena- ro. Si chiama Art Bonus, ed è un credito d’imposta pari al 65% delle erogazioni liberali che i sin- goli cittadini o le aziende fanno a favore del patrimonio culturale pubblico. L’Art Bonus rappresenta un’au- tentica rivoluzione per il nostro Paese, che possiede un patrimo- nio unico al mondo. Ora ciascun cittadino può conti- nuare a proteggerlo e a traman- darlo con un semplice gesto. Mecenati di oggi per l’Italia di domani Per informazioni www.fondazionetoscanini.it/art-bonus/ www.artbonus.gov.it
Maurice Ravel (Ciboure, 7 marzo 1875 – Parigi, 28 dicembre 1937) Le Tombeau de Couperin per orchestra (18’) Prélude - Vif Forlane - Allegretto Menuet - Allegro moderato Rigaudon - Assez vif Wolfgang Amadeus Mozart (Salisburgo, 27 gennaio 1756 – Vienna, 5 dicembre 1791) Concerto in do maggiore per oboe e orchestra K. 314 (25’) Allegro Adagio Rondò Antonín Dvořák (Nelahozeves, 8 settembre 1841 – Praga, 1º maggio 1904) Serenata per archi in mi maggiore op. 22 (35’) Moderato Tempo di Valse Scherzo: Vivace Larghetto Finale: Allegro vivace Filarmonica Arturo Toscanini nini Alpesh Chauhan direttore Gian Piero Fortini oboe
IL CONCERTO IN DO MAGGIORE PER OBOE E ORCHESTRA K. 314 DI WOLFGANG AMADEUS MOZART Lucia Ferrati Nel 1769 Mozart diviene Konzertmeister alla corte dell’arcivescovo di Sa- lisburgo. Alla morte di questi, nel ’71, il successore Hieronymus Colloredo si rive- la, da subito, assai poco benevolo verso il giovane musicista che lascerà Salisburgo e nel nel 1777 partirà, accompagnato dalla madre Anna Maria Pertl, per un lungo viaggio, passando per Monaco, Augusta e Mannheim, alla ricerca di un nuovo impiego. Prima di partire Mozart scrive un concerto in Do maggiore per oboe e or- chestra per Giuseppe Ferlendis, affermato oboista di origine bergamasca, entrato al servizio dello stesso Colloredo il 1° aprile 1777 per rimanervi fino al 31 luglio 1778. Nel 1778 Mozart rimane a Mannheim per alcuni mesi durante i quali stringe rapporti di amicizia con alcuni rappresentanti della prestigiosa scuola musicale locale, fra cui il direttore d’orchestra e compositore Chri- stian Cannabich, l’oboista Friedrich Ramm, il flautista Johann Baptiste Wendling. A casa di Wendling, dove è ospite, Mozart conosce Ferdinand De Jean, un ricco olandese dilettante di flauto, che commissiona a Mozart, per la principesca somma di 200 fiorini, “tre piccoli, facili e brevi concerti e due quartetti per flauto”.. Ma Mozart, - oberato dal troppo lavoro e forse distratto dalla recente infa- tuazione per Aloysa Weber - non ottempera alla richiesta di De Jean (che gli consegnerà solo 96 fiorini) e completa solo due dei tre concerti richie- sti. In più, uno dei concerti non è nuovo, ma di fatto è la trasposizione in Re maggiore per flauto del concerto per l’oboista Ferlendis, che presenta variazioni in alcune parti solistiche per meglio aderire alle peculiarità tec- niche e timbriche del flauto. Lo spartito originale del concerto di Mozart per oboe e orchestra è andato perduto. Ma nel 1920, il direttore, compositore e musicologo austriaco Bernhard Paumgartner scopre, negli archivi del Mozarteum di Salisburgo, tra la mu- sica lasciata dal figlio di Mozart, un faldone di vecchie parti orchestrali re- cante la scritta: “Concerto in Do/Oboe Principale/2Violini/2 Oboi/2 corni/ viola/basso Del Sigre W.A. Mozart”. Paumgartner ha quindi ricostruito la partitura, che sarà finalmente pub- blicata nel 1948.
INTORNO AL CONCERTO PAROLE Ravel Couperin Da molto tempo il gusto italiano e il gusto francese hanno divi- so (almeno in Francia) la Repubblica della Musica. Io, per parte mia, ho sempre stimato le cose che meritano, senza tenere in conto gli autori, né la nazione. Ravel All’inizio del 1915 mi arruolai nell’esercito; in conseguenza di ciò la mia attività musicale s’interruppe fino all’autunno del 1917, quando fui riformato. Terminai allora Le Tombeau de Couperin. A dire il vero l’omag- gio è rivolto non tanto al solo Couperin quanto all’intera musica francese del XVIII secolo. Dopo Le Tombeau de Couperin le mie condizioni di salu- te mi impedirono per qualche tempo di scrivere. Le Tombeau si tratta di un neoclassicismo ante-litteram, privato e inci- dentale, se si vuole… Ma nelle nicchie delle antiche forme abitano umori nuovi. La Forlane, ad esempio, pare un sogno ad occhi aperti su un ‘700 conosciuto attraverso la mediazione fantastica di Watteau ma, per dirla con Proust, in ogni nota di quella musica che l’immaginazione fa giungere lontano, si sentono gli spazi attraversati. Talvolta questi episodi posso- no sembrare estroversi, per esempio l ‘impeto virtuosistico della Toccata (insieme alla Fugue sono solo nella versione per pianoforte del 1914 i cui pezzi sono dedicati alla memoria di un amico morto durante la Grande Guerra) o il franco melodizzare del Rigaudon, ma gli interpreti devono stare attenti: l’eleganza e il sottile humour di Ravel, sono come una verni- ce brillante impeccabilmente stesa su un mosaico le cui tessere risultano sovente oscure e drammatiche. (Enzo Restagno) Dall’originale pianistico Questa metamorfosi di pezzi pianistici in un’ope- ra sinfonica era un gioco per Ravel, un gioco realizzato alla perfezione, quindi la trascrizione ha superato il fascino dell’originale. (Roland-Ma- nuel) Le Tombeau de Couperin è il più delicato dei memoriali di guerra: riguar- da la memoria, non il combattimento. Non ha la morbosa tristezza delle Metamorfosi di Richard Strauss né la rabbia delle sinfonie di guerra di Dmitri Šostakovič. Esso evoca coloro che onora, non le tragiche circostan- ze della loro morte. (Phillip Huscher)
In guerra: il contesto temporale del Tombeau Immaginati come un fantastico fuoco d’artificio nero; ma immediatamente dopo, ahimè, un fischio e una fortissima detonazione proprio il mio ca- mion. Mi precipito a verificare se non si tratti dello scoppio dei pneumatici, e, in un certo modo, mi sento rassicurato. È stata proprio una bomba! E dire che incomincerò ad avere una paura tremenda! Per adesso però ti assicuro che mi diverto moltissimo. Sono ancora alla prima fase: quella della curiosità. Ho messo due piantoni -un fante e un dragone- alla porta del mio deposito di benzina. Sono soldati molto disciplinati e obbedientissimi. Li posso far muovere a mio piacimento. Penso siano fatti di cartapesta. Andando verso la mia camera ho visto degli alpini accantonati in un granaio. Anche loro giocavano con soldatini di cartone. Se la guerra durasse ancora un po’, oc- correrà distribuire alle truppe dell’Armata repubblicana forti quantitativi di pupazzetti e di balocchi. Quella notte tre colpi di cannone, abbastanza vicini, mi hanno svegliato bruscamente. Questo fatto mi ha ricondotto per qualche momento nell’at- mosfera della vita che ho appena lasciato. Il bombardamento lontano mi pare il rumore di un ricordo. Nella calma -calma relativa- interrotta dall’incessante passare dei convogli d’artiglieria, mi pare impossibile che io abbia potuto vivere in quell’inferno, senza uscirne a pezzi! “Ravel guerriero appollaiato sul suo camion come un sorcetto sopra un pachiderma”. (Madame Beclart)... Gli amici cercano di mostrargli che è inutile esporsi, che il suo vero dovere è quello di continuare a scrivere musica per il benessere del mondo. Pensieri raveliani Il principio del genio, cioè della creazione artistica, può essere stabilito solo sulla base dell’istinto o della sensibilità. Ora, in arte, il “mestiere” nel senso assoluto del termine, non può esistere. Nelle armoniche proporzioni di un’opera, nell’eleganza del suo arrangiamento, il ruolo dell’ispirazione è pressoché illimitato… Non ho mai sentito il bisogno di formulare, né per gli altri né per me stes- so, i principi della mia estetica. Se fossi obbligato a farlo, chiederei il per- messo di accettare le semplici affermazioni che Mozart ha fatto su questo argomento. Ha solo detto che la musica può fare tutto, osare e dipingere tutto, purché affascini e resti la musica per sempre. Rifiuto semplicemente, ma assolutamente di confondere la coscienza dell’artista, che è una cosa, con la sua verità, che è un’altra.... Questa consapevolezza richiede che sviluppiamo in noi stessi il senso di lavorare
bene. Il mio obiettivo è quindi la perfezione tecnica. Posso sforzarmi co- stantemente, poiché sono sicuro di non raggiungerla mai. L’importante è avvicinarsi sempre di più. L’arte, senza dubbio, ha altri effetti, ma l’arti- sta, secondo me, non deve avere altro scopo. Dopo la guerra, la Francia ha sviluppato molto interesse per la musica. È davvero una nazione musicale, ora. Durante la guerra essa ascoltava qualunque cosa, non importa se ispirata o no. I nuovi ricchi si sono preci- pitati nelle sale da concerto, perché pensavano che si dovesse far così. Era una sorta di snobismo, se preferite; ma poiché sono francesi, hanno presto acquisito il gusto della musica, e ora, sanno assimilare persino Schönberg. Ritratto adolescenziale I capelli lunghi, una certa durezza, e l’andatura un tantino manierata e circospetta gli davano l’aria di un paggio; parco nei gesti, serio e grave, lo spirito orientato verso tutto quello che era poesia, fantasia verso tutto quello che era prezioso e raro paradossale e raffinato, Ravel adolescente non era per nulla diverso dal classico misurato ed equilibrato che sarebbe diventato. Si atteggiava ad estetica voleva essere incompreso, avrebbe con- siderato come l’ingiuria peggiore alla propria raffinatezza la vasta popola- rità che in seguito gli sarebbe stata riservata... (Riccardo Viñes) Ammiratori francesi ... Ravel, è la lampada morbida che brilla sulla mediocrità contemporanea. Il suo verbo aggraziato è il nostro verbo. Piaccia o no, dal 1937, aspettia- mo sempre l’altro, che sarà grande come lui. (Léo Ferré) Adoro Maurice Ravel perché Ravel sta alla musica come la musica all’uni- verso. E a mio parere, Ravel sta all’intellingenza per tutto quello che l’in- telligenza possiede di perfettamente e tipicamente francese. (Jacques Brel) Nessuna influenza può vantarsi di aver conquistato tutto. Ravel rimane gelosamente sfuggente dietro tutte queste maschere che gli snobismi del secolo gli prestano. (Vladimir Jankélévitch) Mozart Dalle lettere E se il concerto per oboe fosse stato copiato, potrebbe farti guadagnare qualcosa a Wallerstein grazie a Perwein. (Salisburgo, 15 ottobre 1777, Leopold Mozart al figlio Wolfgang Amadeus) Vado tutti i giorni da Cannabich. Oggi è venuta con me anche la mamma
(…) Erano presenti alcuni musicisti, il giovane Danner, un cornista Lang e un oboista del quale non mi ricordo il nome, ma che suona assai bene e ha davvero un bel suono. Gli ho fatto dono del concerto per oboe che è stato copiato a casa di Cannabich. (Mannheim, 4 novembre 1777, Wolfgang Amadeus Mozart al padre Leopold) Il signor Ramm ha suonato per la quinta volta il mio Concerto per oboe di Ferlendis che qui suscita molta impressione. In questo momento è il cavallo di battaglia del signor Ramm. (Mannheim, 14 febbraio 1778, Wolfgang Amadeus Mozart al padre Leopold) Vi prego di mandarmi subito il quaderno nel quale si trova il concerto per oboe di Ramm, o piuttosto il concerto di Ferlendis. L’oboista del principe Esterhazy (Anon Mayr) me lo paga 3 ducati. (Vienna. 15 febbraio 1783, Wolfgang Amadeus Mozart al padre Leopold) L’autore In ogni epoca i tedeschi sono sempre stati i più grandi armonisti e gli ita- liani i più grandi melodisti. Ma da quando il Nord ha prodotto un Mozart, noi del Sud siamo stati battuti sul nostro stesso terreno perché egli si in- nalza al di sopra delle nazioni unendo in sé l’incanto della melodia italiana e tutta la profondità dell’armonia tedesca. Egli è il solo musicista che possieda nel medesimo grado sapienza e genio. (Gioachino Rossini) Davanti a Mozart, tutta la mia ambizione si muta in disperazione. (Charles-François Gounod) La morte di Mozart avvenuta prima che egli compisse 36 anni, è forse la più grande perdita mai subita dal mondo della musica. (Edward Grieg) E per me un mondo senza Mozart sarebbe ancora più povero di un mondo senza Socrate. (Hermann Hesse) Mozart è la felicità prima che questa sia giunta a compimento. (Arthur Miller)
Lo strumento Ci sono profumi freschi come carni di bimbo,/Dolci come oboi, verdi come praterie… (da Corrispondenze, Charles Baudelaire) Attraverso l’argento scintillante di flauti, un fagotto grugnì e un oboe si lamentò… (da Il Violino di Cremona, di Amy Lowell) Avara pena, tarda il tuo dono/in questa mia ora/di sospirati abbandoni./ Un oboe gelido risillaba/gioia di foglie perenni,/non mie, e smemora;/In me si fa sera:/l’acqua tramonta/sulle mie mani erbose./Ali oscillano in fioco cielo,/labili: il cuore trasmigra/ed io son gerbido,/e i giorni una maceria. (dalla raccolta Oboe sommerso di Salvatore Quasimodo) L’oboe solista Gian Piero Fortini: riflessioni sul Concerto Caposaldo della letteratura oboista, in quanto pezzo d’obbligo in tutte la audizioni e concorsi, è un banco di prova per noi oboisti. Per questo, molto spesso viene affrontato con un senso di deferenza accompagnato da inap- propriate rigidità che ne nascondono la dimensione teatrale e l’irresistibile verve a motivo delle quali Mozart ci conquista come nessun altro. La sua musica infatti è teatro, al massimo della sua bellezza. Davvero stupenda è la pausa coronata nel II movimento, poco prima della cadenza principale (battuta 72) dove a volte il solista inserisce una pic- cola cadenza di transizione. Io invece preferisco “vivere” quell’attesa e quel silenzio così carichi di significato, prima di riprendere con il delicato salto di ottava di re. Ecco una tra i momenti magici del Concerto! Lo è in quanto rivela, proprio attraverso il silenzio, l’assoluto genio dell’autore. Similmente nel film Amadeus, Salieri nel descrivere la Gran Partita, dice così: “Sulla pagina sembrava... niente. Un inizio semplice, quasi comico. Appena un palpito, con fagotti, corni di bassetto... come lo schiudersi di un vecchio cofano... dopo di che, a un tratto, ecco emergere un oboe, una sola nota sospesa e immobile…”
Dvořák La musicalità dei cechi Credo sia questo il segreto del talento musicale della gente del mio paese: ogni slavo ama profondamente la musica, anche se lavora tutto il giorno nei campi o fra i buoi. È lo spirito della musica a renderlo felice. (Dvořák) Tra tutti gli slavi, noi cechi siamo quelli che, quanto al numero, abbiamo più scuole elementari nei villaggi. Agli insegnanti che occupano due uffizi si impone tacitamente il dovere di insegnare la musica. Altre occasioni ed istituzioni per la superiore eru- dizione musicale da noi si trovano più frequentemente che in altri paesi slavi. Da noi le doti innate non sono poche, e da tutto ciò emerge che i ce- chi superano nella musica tutta la razza slava. (Karel Sabina, sulla rivista Dalibor, 1863) La Serenata per antonomasia Completata in quindici giorni, documenta la speciale predisposizione del compositore per le piccole forme. In cinque brevi movimenti, espone un materiale tematico solido fatto di immagini dai contorni nitidi. Immersa in un’atmosfera idilliaca la musica della Serenata scorre con facilità re- galando un piacevole senso di immediatezza Tratto tipico della composi- zione è la frequente imitazione dei temi nelle varie voci; Dvořák inoltre ne rafforza la natura ciclica ponendo il Larghetto come perno dato che viene citato negli altri movimenti. Lo stupendo Moderato iniziale si fonda sul contrasto tra la spiccata vena melodica della prima idea e il carattere puntato della seconda, dotata di maggiore pregnanza armonica. Il Tempo di Valse, appare carico di quegli influssi boemi sedimentati in Dvořák a seguito dell’esperienza da violista nell’orchestra da ballo di Karel Komzák, e lo Scherzo da un serrato contrappunto imitativo, passa ad un lirismo più spinto. Stupisce il Larghetto per la sua cantabilità così perfettamen- te misurata sugli archi, mentre il Finale, punteggiato da figure staccate, porta a un improvviso alleggerimento, trasmettendo una pacata allegria. Vicissitudini della partitura soltanto da pochi anni in edizione “Urtext”, cioè basata sull’autografo del compositore. Dvořák donò il manoscritto all’amico Karel Kozánek; il figlio di Antonín lo acquistò dal figlio di Karel per 6000 corone cecoslovacche; il nipote di Dvořák, alla fine, lo vendette al Museo Nazionale di Praga per 25000 corone… Caratteri di Dvořák Verità senza superficialità, vero senso della democrazia che non corteggia
i potenti o eleva la propria grandezza al di sopra di quelli inferiori, la fi- ducia in se stessi ma senza apparire presuntuoso, l’emozione più profonda senza sentimentalismo, gioia ineffabile dal suo lavoro, relazione pura e genuina con Dio e le persone: queste sono le qualità della sua anima. Ma c’è l’inquietudine legata al gesto creativo! Riesco a vedere la mano del Maestro ora, anche durante una pausa nella conversazione: le sue dita che giocano continuamente inquiete sul risvolto della giacca, come sui tasti di un pianoforte. Sembra che pensi soltanto attraverso la musica. (Josef Suk, allievo e genero di Dvořák) Caratteri della musica di Dvořák Sapeva come ascoltare la natura. Nella sua mente, i valori tangibili degli oggetti vengono trasformati nei valori spirituali della musica. Alberi, ru- scelli, pietre… cantano tutti. I ritmi naturalistici della musica dei villaggi sono rielaborati in poesia ritmica. La terra canta... Dvořák ha avuto un supremo comando sulle tecniche del suo mestiere e le ha impregnate dello spirito della sua terra e questo, secondo me, è ciò che lo ha reso un com- positore dalla classe mondiale. C’è solo un modo per suscitare l’interesse del mondo per la nostra cultura: dominare le conquiste tecniche dei nostri giorni e, allo stesso tempo, non dimenticare di parlare bene il ceco. (Vaclav Talich) Dvořák indica nuove vie al linguaggio musicale, dimostrando l’enorme ric- chezza contenuta nel rapporto fra musica etnica e musica colta, a patto che la prima non venga più intesa quale repertorio da sfruttare come fonte di co- lore locale dopo averlo adeguatamente ristrutturato su un piano armonico e melodico, ma che venga invece coscientemente recepita come linguaggio col quale confrontarsi per ricomporre una frattura non più concepibile fra ‘alto’ è ‘basso’ entro la propria stessa cultura e anche quella occidentale in genere. (Paolo Maurizi)
AVVENIMENTI 1919 Ravel compone Le tombeau de Couperin (versione per orchestra) Musica Stravinskij compone la Suite da L’Uccello di fuoco e Piano-Rag-Music per pianoforte. Bartók compone la Suite dal Mandarino meraviglioso. Muore Leoncavallo. Fauré compone la Fantasia per pianoforte e orchestra. Janáček compone l’opera Katya Kabanova. Elgar compone il Concerto per violoncello. Sibelius compone il Canto della terra Cantata per voci miste ed orchestra. Busoni compone Concertino per clarinetto e piccola orchestra. Satie compone Trois petites pièces montées per piccola orchestra e Noctur- nes per pianoforte Ives compone Orchestral set n. 3. De Falla compone Fantasia baetica, per pianoforte. Respighi compone La boutique fantastica, balletto. Enescu compone la Sinfonia n.3 per organo e coro. Prokof’ev compone le opere: L’amore delle tre melarance e L’angelo di fuoco e Ouverture su Temi Ebraici. Hindemith compone Sonata per violoncello e Sonata per viola. Gershwin compone Lullaby, per quartetto d’archi e la La Lucile e Morris Gest Midnight Whirl, musical. Poulenc compone Le Bestaire, ciclo di canzoni. Scienze, arte, letteratura Il fisico Ernest Rutherford realizza la prima reazione nucleare. Il primo volo senza scalo attraverso l’Atlantico viene effettuato dagli in- glesi Alcock e Brown. Max Weber pubblica Scienza come professione. Max Beckmann dipinge La notte. L’architetto Walter Gropius fonda a Weimar il Bauhaus, laboratorio per artisti ed architetti razionalisti. Carlo Carra dipinge La musa metafisica. Viene rappresentata a Roma la commedia Il giuoco della parti di Luigi Pirandello. Giuseppe Ungaretti pubblica la raccolta di poesie Allegria di naufragi. André Gide pubblica Sinfonia pastorale. Johan Huizinga pubblica L’autunno del medioevo. Eugene O’Neill pubblica La luna dei Caraibi ed altri drammi marini. John Reed pubblica I dieci giorni che sconvolsero il mondo.
Storia In gennaio si riunisce si apre a Parigi la Conferenza di pace, che negozia i trattati che pongono fine alla Prima guerra mondiale. Ben presto l’Italia abbandona il tavolo perché le viene legato il possesso della città di Fiume. Don Sturzo fonda il Partito Popolare e Benito Mussolini il Movimento dei Fasci Italiani di Combattimento. Esce a Torino la rivista Ordine Nuovo fondata tra gli altri da Antonio Gramsci. Gabriele D’Annunzio entra a Fiume. In Germania scoppia una rivolta comunista subito repressa; muoiono Rosa Luxemburg e Karl Liebknecht. In Irlanda il movimento indipendentistico Sinn Fein proclama la Repubblica. 1777 Mozart compone il Concerto per oboe e orchestra in do maggiore K.314 Musica Mozart compone: il Quartetto in re maggiore KV 285, il Concerto per pianoforte in mi bemolle K.271 e la Sonata per pianoforte in do maggiore K.309. Gluck compone l’opera Armide. Haydn compone la Sinfonia n.63 “La Roxelane” e la Sonata per pianofor- te n.21 e n.32 (1777 - 1778). Scienze, arte, letteratura Antoine Lavoisier scopre che l’aria è costituita da ossigeno e da azoto. Vittorio Alfieri scrive il trattato politico-filosofico Della tirannide. Giuseppe Baretti scrive Discours sur Shakespeare et sur monsieur de Voltaire. Pietro Verri scrive Osservazioni sulla tortura. Johann Wolfgang Goethe scrive La missione teatrale di Wilhlem Meister mai pubblicato dall’autore e stampato postumo nel 1917. Storia Nella Guerra d’Indipendenza Americana, gli Inglesi sono sconfitti a Prin- ceton; in seguito il generale francese La Favette con un gruppo di volon- tari interviene a sostegno dei coloni. Gli Inglesi a settembre, occupano Filadelfia ma sono sconfitti nuovamente a Saratoga Springs. In Francia Jacques Necker viene nominato controllore generale delle fi- nanze. Viene fondato a Parigi il primo “Monte di Pietà” per porre freno all’usura.
1875 Dvořák compone la Serenata per archi op.22 Musica Dvořák compone il Quintetto op.77 e la Sinfonia n.5. Čajkovskji compone la Sinfonia n.3 e Il lago dei cigni. Nasce Ravel. Bizet termina l’opera Carmen e muore. Borodin compone il Quartetto per archi n.1. Brahms compone i Liebeslieder per due pianoforti e il Quartetto per archi n.3. Ponchielli compone A Gaetano Donizetti, cantata. Saint- Saëns compone il Concerto n.4 per pianoforte. Musorgskij compone Canti e Danze della morte. Boito compone La Notte diffonde, per quatto solisti e pianoforte. Grieg compone Peer Gynt. Rimsky-Korsakov compone il Quartetto n.1. Fauré compone Allegro sinfonico per orchestra. Scienze, arte, letteratura Il medico tedesco Oscar Hertwig scopre il meccanismo della fecondazione. Carl von Linde costruisce il primo frigorifero. Karl Marx scrive il saggio Critica al programma Gotha. Antonio Stoppani pubblica Il bel paese. Esce la prima edizione italiana del romanzo di Giovanni Ruffini Il Dottor Antonio. Luigi Settembrini termina Ricordanze della mia vita un’opera autobiogra- fica con lo scopo di denunciare le condizioni in cui vivono gli abitanti del Regno delle due Sicilie, prima dell’unificazione e di esaltare l’amore per la patria e la libertà.
Storia Depretis a Stradella pronuncia il discorso programmatico della Sinistra che prevede la riforma elettorale, l’istruzione elementare laica, il decentra- mento amministrativo e la riforma fiscale. I cattolici intransigenti - obbedendo al “non expedit” - formano l’Opera dei Congressi e dei Comitati Cattolici. In Bosnia-Erzegovina scoppia una rivolta contro l’occupazione turca. La Serbia e la Russia intervengono a fianco dei rivoltosi allargando il conflitto. In Germania viene fondato il Partito Socialdemocratico Tedesco. (SPD).
ALPESH CHAUH CHAUHAN Alpesh Chauhan ricopre la carica di Direttore Principale della Filarmonica Ar- turo Toscanini dal settembre 2017. Il giovane direttore inglese ha velocemente raggiunto un vasto riconoscimento internazionale; tra i suoi maggiori successi in questi anni spiccano i due concerti ai BBC Proms, la produzione operistica di Turandot al Teatro Lirico di Cagliari, la registrazione di Ten Pieces Secondary film con la BBC Philharmonic e una stagione al Barbican Centre con la London Symphony Orchestra. Dal 2014 al 2016 è stato Assistant Conductor della City of Birmingham Symphony Orchestra. La grande tradizione sinfonica sarà la vera protagonista di questa sua prima stagione come Direttore Principale della Filar- monica Toscanini con il ciclo completo delle Sinfonie di Brahms a cui Chauhan accosterà alcuni pilastri del XIX secolo come la Sinfonia n. 1 di Mahler e Ein deutsches Requiem di Brahms e vari capolavori del XX secolo, tra cui la Sinfonia da Requiem di Britten e il Concerto per Orchestra di Lutoslawski Tra i maggiori impegni della stagione 2017- 2018 i debutti con la Royal Philharmonic, la Li- verpool Philharmonic Orchestra, l’Opera North e con la Sinfonica di Düsseldorf in un programma che include la Sinfonia n. 4 di Bruckner. Questa stagione ve- drà anche il suo ritorno alla Philharmonia Orchestra, alla City of Birmingham Symphony Orchestra, alla BBC Symphony Orchestra e all’Orchestra del Maggio Musicale Fiorentino. Dopo aver collaborato con importanti solisti come Alison Balsom, Nicola Benedetti, Benjamin Grosvenor e Garrick Ohlsson, Chauhan in- contrerà quest’anno Markus Werba, Elena Urioste e Stephen Hough. Apparendo regolarmente nei media, Chauhan è stato presentato come “Stella Nascente” su BBC Music Magazine e intervistato da BBC Radio 4, BBC World Service e dal Guardian. È stato “blogger ospite” per Gramophone Magazine, membro della giuria del BBC Young Musician of the Year 2016 ed è apparso in un ampio arti- colo sul Times. Chauhan è stato primo violoncello della CBSO Youth Orchestra, avendo l’opportunità di partecipare a masterclass di direzione d’orchestra, come parte della Youth Orchestra Academy 2007. Nel 2008 è stato ammesso al Royal Northern College of Music per studiare violoncello con Eduardo Vassallo prima di proseguire la frequenza del prestigioso Masters Conducting Course, sotto gli auspici di Clark Rundell e Mark Heron. Ha studiato con Stanislaw Skrowaczew- ski, partecipato a masterclass con Juanjo Mena e Vasily Petrenko, mentre Andris Nelsons e Edward Gardner sono stati suoi mentori.
GIAN PIERO FORTINI Nato a Varese nel 1979, inizia gli studi musicali presso il Liceo Musicale della sua città. Conseguita la maturità classica, si diploma brillantemente presso il Conservatorio “Martini” di Bologna e continua gli studi alla Musikhochschu- le di Basilea dove, nel 2004, sotto la guida di Omar Zoboli, ottiene il Kon- zertdiplom con il massimo dei voti. Nello stesso anno accede all’Accademia del Teatro alla Scala, studiando con docenti quali Francesco Dirosa, Fabien Thouand e Alberto Negroni e altre prime parti del teatro milanese. In qualità di primo oboe dell’orchestra dell’Accademia del Teatro alla Scala, prende parte a svariate produzioni anche all’interno della stagione lavorando con direttori quali: Giovanni Antonini, David Garforth, Ottavio Dantone e Pietro Mianiti. Tra il 2008 e il 2012, collabora continuativamente con il Teatro alla Scala e la sua Filarmonica, suonando sotto la direzione di Semyon Bychkov, Da- niel Harding, Valery Gergiev, Daniel Barenboim, Gustavo Dudamel, Myung- Whung Chung, Gianandrea Noseda, Riccardo Chailly e Antonio Pappano. In seguito, dal 2012 al 2015, ricopre il ruolo di primo oboe presso il Teatro Petruzzelli di Bari. Collabora inoltre come primo oboe, oboe di fila e corno inglese, anche con diverse altre orchestre e fondazioni lirico-sinfoniche fra cui il Teatro Carlo Felice di Genova, l’Orchestra Sinfonica “Giuseppe Ver- di” di Milano, l’Orchestra Filarmonica di Torino e I Pomeriggi Musicali. Nel 2016 vince il concorso di primo oboe presso la Fondazione Arturo Toscanini di Parma, ruolo che attualmente ricopre.
La Filarmonica Arturo Toscanini, che ha la sua sede a Parma, nel Centro di Produzione Musicale “Arturo Toscanini”, a fianco dell’Auditorium Pagani- ni disegnato da Renzo Piano, è il punto d’eccellenza dell’attività produttiva della Fondazione Arturo Toscanini, maturata sul piano artistico nella più che trentennale esperienza dell’Orchestra Regionale dell’Emilia-Romagna e nell’antica tradizione musicale che affonda le proprie radici storiche nell’Or- chestra Ducale riordinata a Parma da Niccolò Paganini nel 1835/36 e per i quarant’anni successivi ai vertici delle capacità esecutive nazionali. Oggi è una delle più importanti orchestre sinfoniche italiane. Per saperne di più: www.fondazionetoscanini.it Violini Primi: Viktoria Borissova**, Gianni Covezzi, Julia Geller, Fang Xia, Mario Mauro, Nicola Tassoni, Daniele Ruzza, Camilla Mazzanti, Federica Vercalli, Maurizio Daffunchio. Violini Secondi: Laurentiu Vatavu*, Jasenka Tomic, Cellina Codaglio, Claudia Piccinini, Sabrina Fontana, Luca Talignani, Michaela Bilikova, Chiara Serati. Viole: Francesca Turcato*, Sara Screpis, Silvia Vannucci, Diego Spagnoli, Daniele Zironi, Ilaria Negrotti. Violoncelli: Pietro Nappi*, Vincenzo Fossanova, Fabio Gaddoni, Audrey Lafargue, Francesco Abis. Contrabbassi: Jose Reyes*, Agide Bandini, Claudio Saguatti, Antonio Bonatti. Flauti: Sandu Nagy*, Andrea Oman. Ottavino: Andrea Oman. Oboi: Emiliano Greci*, Giulia Baruffaldi. Corno Inglese: Giulia Baruffaldi. Clarinetti: Daniele Titti*, Miriam Caldarini. Fagotti: Martina Lando*, Fabio Alasia. Corni: Ettore Contavalli*, Davide Bettani. Tromba: Matteo Beschi*. Arpa: Tatiana Alquati*. ** spalla / *prima parte
People and ideas in healthcare www.chiesi.com
Hera Comm è Partner istituzionale della Filarmonica Arturo Toscanini
Graphital - Parma Prossimo appuntamento di nuove atmosfere Sabato 7 aprile 2018 ore 20.30 NIR KABARETTI Direttore MIHAELA COSTEA Violino DIANA CAHANESCU Violoncello Pëtr Il’ič Čajkovskij Romeo e Giulietta ouverture-fantasia in si minore (da Shakespeare) Cristian Carrara Machpelah dialogo per violino, violoncello e orchestra Antonín Dvořák Sinfonia n. 8 in sol maggiore op. 88 “Inglese” IMPARIAMO IL CONCERTO Lucia Ferrati e Giuliano Del Sorbo. Letture e performance su Machpelah di Cristian Carrara Giovedì 5 aprile 2018 ore 18.00 Sala Prove, Auditorium Paganini, Parma Concerto in anteprima Giovedì 5 aprile 2018 ore 15.00 Auditorium Paganini, Parma Per saperne di più www.fondazionetoscanini.it
Puoi anche leggere