NONNA ROSA FA IL PANE - Appena ieri

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NONNA ROSA FA IL PANE - Appena ieri
NONNA ROSA FA IL PANE

           Appena ieri

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NONNA ROSA FA IL PANE

                                        Appena ieri

                                                 di

                               Silvia e Teresio Bianchessi

                          “...Terra beata quella città nella quale
                          vedrai le pietre consumate avanti
                          alle botteghe dei fornai...”

                          (anonimo cinese)

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Nonna Rosa si è accorta che nella dispensa il pane inizia a scarseggiare, d’altro
canto le bocche da sfamare sono tante e l’appetito non manca proprio. Nella
credenza sono rimasti solo pezzi sbocconcellati che vanno giusto bene a
colazione, inzuppati nella bollente tazza di latte. Si ricorda anche che domani
è il suo turno di panificazione e non deve assolutamente perderlo.
E’ quasi sera, libera il grande tavolo della cucina poi va verso la madia alza il
pesante coperchio e con il misuratore prende tante dosi di farina bianca e
altrettante di crusca per preparare l’impasto per il pane di mistura. Non può
usare tutta farina bianca, quella va riservata per fare pane buono e più
sostanzioso quando qualcuno si ammala.

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Una grande montagna di farina troneggia                                       ora in
cucina, nonna Rosa, con abilità scava una                                     buca
nel mezzo poi versa dell’acqua che aveva
intiepidito sul focolare, aggiunge un                                         pizzico
di sale e il lievito, un impasto di farina                                    non
cotto, acido, tenuto a parte coperto da un panno. Gli ingredienti ora ci sono
tutti e con energia inizia a mescolarli sino ad ottenere un insieme morbido,
elastico che copre dapprima con un panno sottile di tela e poi con una stoffa di
lana per tenerlo al caldo. Resterà lì tutta notte a lievitare. Giulia, la nipotina,
guarda interessata questa profumata palla di farina.

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                           Il mattino dopo Giulia ritrova l’impasto gonfiato, ora è
                           grande il doppio. “Vedi com’è ben lievitato, ora pero
                           dobbiamo lavorarlo, impastarlo bene, ci serve la
                           gramola e mi serve anche il tuo aiuto”. La gramola è la
                           macchina che impasta, è di considerevoli dimensioni ed
                           è manovrata da un adulto che spinge su e giù una leva
                           e, solitamente, da un bimbo che si siede all’estremità
con il compito di rivoltare l’impasto. A Giulia piace aiutare nonna Rosa anche
perché sa che poi verrà premiata.

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Ora la pasta è pronta e nonna Rosa ne stacca dei pezzi e dà forma a grosse
pagnotte che già fanno sognare. Di nascosto                             aveva
preparato un piccolo impasto di farina bianca e                         quello lo
arrotola e poi lo taglia a triangoli sottili, sono                      le
michette di pane bianco che riserverà ai bimbi                          più
piccini. Sul tavolo, sparsi qua e là sono rimasti                       piccoli
pezzi, la nonna li raccoglie poi li schiaccia                           dando
loro forma di pizzette sulle quali versa la                             panna del
latte appena bollito e zucchero. Giulia ammira                        interessata
queste focaccine!
“Giulia mi aiuti a mettere tutto sulle assi che dobbiamo andare al forno?” –
“Certo nonna”

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Ora sono al grande forno comunale che si trova al centro
del paese, nonna Rosa rimuove il portello ed inizia ad
introdurre fascine di legna che nonno Pino aveva fatto
trovare lì, avvia il fuoco e nel contempo arrivano anche le
vicine con altra legna, devono panificare anche loro, e
serve molto fuoco per portarlo alla giusta temperatura di
cottura. Le assi con il pane pronto per cuocere sono
appoggiate, per il momento, sotto il portico del forno su
appositi sostegni. La nonna riapre la bocca del forno e
vede che tutta la volta è diventata grigia: la temperatura
ora è giusta, si può introdurre il pane. Il calore che esce
arrossa le gote di Giulia.

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Ci siamo, ora nonna Rosa prende il pulitore, un lungo ramo robusto e spinge i
                            tizzoni e la cenere ai bordi del forno e solo
                            quando il piano è ben pulito introduce, aiutandosi
                            di una pala larga all’estremità, con gesti rapidi e
                            precisi, i pani. Un primo, invitante profumo inizia a
                            diffondersi nell’aria e invade tutto il paese.

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Ora finalmente ci si può riposare. Durante il
periodo di cottura ci si siede sui gradoni di pietra
posti ai due lati del forno e nonna Rosa può
scambiare due chiacchiere con la sua amica Ada.
Giulia è accovacciata lì anche lei, ascolta distratta
i discorsi delle donne, ma ha il pensiero fisso al
momento in cui dal forno usciranno calde e
fragranti pagnotte.

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Nonna Rosa interrompe bruscamente la conversazione, teme di essersi distratta,
                             riapre poco la bocca del forno e vede che il pane
                             è cotto al punto giusto, afferra la pala ricurva
                             all’estremità, una specie di rastrello senza denti,
                             e recupera una dopo l’altra tutte le sue forme di
                             pane che erano allineate nella parte centrale del
                             forno, le adagia ancora fumanti sulle assi e
                             mentre si gira non si accorge che la nipotina, con
                             gesto rapido, stacca una croccante estremità, e
                             se la mangia.

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Nonna Rosa ha però in serbo un’altra sorpresa: in un angolo del forno, sotto
uno strofinaccio aveva appoggiato l’impasto di una bella torta: uova, burro,
zucchero, lievito che introduce solo ora che la
temperatura del forno è diminuita, l’avesse fatto
prima sarebbe bruciata subito.
A Giulia brillano gli occhi, ecco la sua ricompensa.
A Pasqua poi la nonna prepara delle ciambelle a
forma di corona che arricchisce di uova sode che
ha fatto bollire insieme a foglie di cipolla e a petali
di fiori per renderle colorate.

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Anche la torta è stata tolta dal forno, ora si ritorna a casa. La piccola Giulia
cammina dietro nonna Rosa per non perdersi la fragranza delle pagnotte.
Arrivati a casa la nonna depone parte del pane che verrà utilizzato subito nella
madia e parte su una cesta appesa al soffitto; lassù asciugherà bene, non
verrà attaccato dalle muffe e nemmeno dai… bambini sempre pronti a farlo
letteralmente sparire. Verrà utilizzato quando anche la più piccola delle briciole
sarà stata mangiata, vero Giulietta che vuoi sempre iniziare un panino nuovo?

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IL PANE

                                     Oggi

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                         Silvia e Teresio Bianchessi

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                             L’industria che produce il pane è situata in un
                             grande stabilimento alle porte della città. L’edificio
                             è molto ampio e contiene macchinari complessi
                             che permettono di produrre pane, focacce, pizze,
                             grissini e cracker delle più svariate tipologie.

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Una parte dello stabilimento si occupa anche della
produzione delle merendine. Vengono sfornate
brioche veramente per tutti i gusti. Mamma Luisa
le compra per stuzzicare l’appetito del piccolo
Riccardo. Si augura che durante l’intervallo di
scuola uno spuntino sfizioso possa ingolosirlo e lo
aiuti a seguire con attenzione le spiegazioni delle
maestre.

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                         Nello stabilimento non è mai notte. I macchinari non
                         sono mai fermi e gli operai seguono turni diversi per
                         controllare ininterrottamente le macchine. C’è chi
                         arriva alle sei del mattino e smette di lavorare alle
                         due del pomeriggio; chi arriva alle due del pomeriggio
                         e torna a casa alle dieci di sera; infine alcuni operai
                         lavorano dalle dieci di sera alle sei del mattino.

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Enormi camion portano                                     quotidianamente gli
ingredienti necessari. In                                 un grande piazzale
vengono scaricati enormi                                  sacchi che contengono
farina bianca, farina                                     integrale, sale, ecc. A
questo punto gli                                          ingredienti vengono
portati all’interno dello                                 stabilimento e operai
specializzati si occupano di                              attivare le varie
macchine e controllare che                               nessuna si blocchi.
Esiste un macchinario che introduce gli alimenti in un   ordine prestabilito, uno
che li impasta, uno che prepara gli stampi.

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Le forme di pane vengono meccanicamente sistemate
su enormi teglie che vengono introdotte in un grande
forno. In poco tempo vengono sfornati centinaia di
panini. Sulle teglie ci sono panini morbidi all’olio,
fragranti pagnotte ai cereali, al sesamo, alle olive, alle
noci; grandi pagnotte di pane pugliese, toscano, di
Altamura, ecc.

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Insieme al pane che va consumato in giornata vengono sfornati pani che hanno
scadenze meno ravvicinate. In questo modo si viene incontro a chi ha davvero
poco tempo e non riesce ad andare tutti i giorni a comprare pane fresco. E per
soddisfare ogni palato vengono utilizzate farine di ogni tipo e formati diversi.
Per i più pigri ci sono anche i pani già tagliati in comode fette.

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                      Una volta pronti i prodotti devono essere confezionati per
                      affrontare il trasporto. Vengono quindi inseriti in appositi
                      sacchetti che permettono di mantenere la freschezza. Su
                      ogni confezione viene quindi stampata la data di
                      scadenza.

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E’ mattina presto e un camion è già pronto sul piazzale per ritirare la merce. Il
pane, raggruppato in grosse ceste, viene caricato e trasportato nei negozi che
si occupano della vendita.

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Una volta scaricata le merce i capi reparto
dispongono i vari tipi di pane nelle apposite
ceste. Mamma Luisa può scegliere il tipo che le
piace di più. Per la piccola Laura, che ha
ancora pochi dentini, ha scelto un panino
morbido, morbido. Per Riccardo invece ha
pensato di prendere una focaccina alle olive in
modo che, al rientro da scuola, possa fare una
gustosa merenda.

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Ormai è sera ed è tornato a casa anche papà Gabriele. E’ quasi ora di cena e la
mamma sta preparando la pasta. Tutti si sono radunati intorno al tavolo e
                      cominciano ad avere fame. Mamma Luisa si ricorda di
                       aver comprato qualche grissino e un panino ai cinque
                       cereali che piace tantissimo a Riccardo. Decide allora di
                       portarli a tavola in modo che tutti possano ingannare
                       l’attesa sgranocchiando un po’ di pane.

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IERI E OGGI A CONFRONTO

Leggendo i capitoli “Nonna Rosa fa il pane” e “Il pane” ti sarai reso conto di
come sia nonna Rosa che mamma Luisa si preoccupino di garantire
quotidianamente la presenza del pane in tavola.

Nel corso degli anni infatti sono cambiati molto gli stili di vita e anche il modo
di alimentarsi, ma il pane rimane un alimento base della nostra dieta.

Ti sarai però accorto che mentre nonna Rosa faceva il pane in casa, mamma
Luisa va a comprarlo in panetteria.

Un tempo, infatti, uno dei compiti principali delle donne era proprio quello di
fare il pane per la settimana. Ogni paese possedeva almeno un forno di
panificazione a legna e a turno ogni famiglia poteva utilizzarlo.

Oggi poche persone si preoccupano di sfornare tutti i giorni pane fresco in
modo che tutte le famiglie possano acquistarlo e mangiarlo quotidianamente.

Inoltre mentre nonna Rosa preparava il pane da sola, utilizzando
esclusivamente le sue mani, oggi sono disponibili macchinari che facilitano
enormemente questo compito. E non potrebbe succedere altrimenti
considerato che in poco tempo devono essere sfornati centinaia di panini.

Quanto pensi il cambiamento di stili di vita abbia influito sui metodi di
panificazione?

Avrai inoltre notato che sia nonna Rosa che mamma Luisa cercano di
presentare panini di forme diverse ai loro familiari. Per nonna Rosa l’operazione
era sicuramente più complicata, ma probabilmente di maggiore soddisfazione.
Era lei infatti a poter creare per i suoi piccoli panini dalle forme più divertenti.
Mamma Luisa d’altro canto ogni mattina può scegliere per i suoi bambini tra
un’infinità di panini.

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Avrai infine notato che nonna Rosa panificava una volta alla settimana. Mamma
Luisa invece, compatibilmente con i suoi impegni, cerca di comprare
quotidianamente il pane. In caso di emergenza tiene in casa pane confezionato
che dura parecchi giorni, ma rimane morbido.
A casa di nonna Rosa il pane viene sfornato settimanalmente e probabilmente
non sarà rimasto morbido fino alla successiva panificazione. Di sicuro però non
si buttava niente e il pane che diventava troppo secco veniva utilizzato nel latte
per la colazione.

A questo punto prova a riassumere tu i pro e i contro tra ieri e oggi.

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