Natale sui social: come fare la campagna perfetta

Pagina creata da Valerio Giordano
 
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Natale sui social: come fare la campagna perfetta
Natale sui social: come fare la campagna
perfetta
Ormai nelle case e per le strade si respira già aria di Natale e nei supermercati cominciano ad
apparire i primi panettoni. Bello vero, ma cosa ne pensano i social media manager che si trovano a
ottimizzare le campagne natalizie e vorrebbero, almeno per una volta, trascorrere il Natale senza
troppo stress? Soprattutto, quali sono i segreti per la campagna social di successo? Vediamolo
assieme in questo articolo.

Aziende, brand e periodo di Natale
Natale, oggi più che mai, è un periodo propizio per l’acquisizione di nuovi clienti dato che sui social
media ed in particolare su Facebook l’attività si intensifica sia in termini di contenuti caricati sulla
piattaforma, sia in termini di interazioni.

Il Natale, quindi, è il periodo più social che mai ed il miglior momento per fare proposte, sconti,
offerte anche se il consumatore di oggi è sempre più esigente. Ecco perché, soprattutto durante le
feste, brand ed aziende devono sapersi presentare con una veste nuova e mai banale.

Ad esempio, se l’obiettivo è quello di differenziarvi ma non sapete davvero come fare, il consiglio che
voglio dare ad aziende e brand è quello di essere se stessi, dato che semplicità ed autenticità
vincono sempre, anche e soprattutto sui social. Mostrare i vostri volti in un video di auguri, fate
vedere l’ufficio addobbato e scegliete post coinvolgenti. Il risultato è assicurato!

Creare desideri nei follower
Non aspettate che i fan e i follower abbiano bisogno del vostro prodotto o servizio, ma siate voi
stessi a dare suggerimenti, aggiornamenti e idee per il Natale 2019, dato che molti di loro
usano i social media proprio per trovare il regalo perfetto. La risposta, in questo caso dovrete essere
voi e in particolare la campagna social di successo punterà ai migliori destinatari per i vostri
prodotti.

Potrete, ad esempio, amplificare post tematici dal vostro blog sui social media con i consigli per i
regali e le spese natalizie e puntare su infografiche e Stories per aumentare il coinvolgimento e le
interazioni online, magari aggiungendo un link al sito o alla landing page.
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Via libera alla creatività (in fondo è Natale)
Sicuramente nel periodo natalizio il lavoro per il Social Media Manager è veramente tanto, ma non
per questo meno piacevole. Appaiono, infatti, contenuti e attività a forte engagement come contest,
hashtag tematici, calendari dell’avvento online e tanto altro.

Ma soprattutto il vero protagonista del Natale sui social media sono le immagini ad alto impatto
emotivo. Un dato confermato anche dalle statistiche per cui l’80% degli italiani condivide
maggiormente fotografie proprio durante il periodo natalizio.

I soggetti più apprezzati? Sicuramente un grande classico è l’albero di Natale, seguito dai piatti
tipici delle feste e saper usare sapientemente belle immagini a tema natalizio vi permetterà di
attrarre l’attenzione dei follower e, magari, portarli a visitare il vostro sito o la landing page con
l’offerta speciale per questo Natale 2019.

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Storytelling, promozioni, visual natalizio, campagne sponsorizzate ad hoc, infografiche con la
declinazione dei prodotti e servizi in tema Natale 2019, video di prodotto e istituzionali… le idee e gli
spunti per chi fa social media marketing in questo periodo dell’anno sono veramente tantissimi e
molti consigli vengono soprattutto dalle case studies dei grandi brand.

In conclusione, festeggiare il Natale da social media manager significa proporre qualcosa di
importante ed originale, ma soprattutto regalare agli utenti un premio, un’offerta o un’emozione per
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quello che è il periodo più magico dell’anno.

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Innovation Manager: l’innovazione non
bussa alla porta

Siamo pronti a regalarci un futuro digitale?
Ricordo ancora con il sorriso la mia prima macchina da scrivere.
Una “Hermes Baby” arancio vivo che, fino a diversi anni fa e proprio in questi periodi dell’anno, con
solerzia rispolveravo per avanzare le mie richieste natalizie.

Ne ho scritte tante di lettere.
Alcune richieste sono state soddisfatte, altre no. Come giusto che fosse, d’altronde.

Sono passati un paio di decenni e quel fantastico strumento è ancora lì nel suo splendore d’annata.
Manca l’inchiostro, qualche lettera fa fatica ad alzarsi, alcuni tasti paiono incepparsi al solo toccarli.

Cosa potrei scrivere oggi su quelle lettere a Babbo Natale?

A metà strada tra i trenta e quarant’anni, ovviamente le richieste sarebbero davvero tante.
Tuttavia, andando un po’ oltre i desiderata personali, mi piacerebbe soffermare su un aspetto che
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interessa molto da vicino chi fa impresa, chi si occupa di marketing e, in generale, tutti noi: oggi più
che mai l’innovazione corre veloce e, come ricorda Luca Tomassini, non chiede permesso,
condiziona la nostra quotidianità e ci pone delle sfide importanti. Coglierle è il regalo che ogni
imprenditore, consulente o dirigente può farsi oggi.

Abbiamo solo due strade in realtà. Lasciarci travolgere dal
futuro digitale oppure contribuire alla sua realizzazione.
E, devo dire la verità, la recente iniziativa messa in campo dal MISE, mi ha lasciato piacevolmente
sorpreso: istituzionalizzare la figura del Manager dell’innovazione (Innovation Manager)
attraverso voucher per le imprese con l’obiettivo di sostenere i processi di trasformazione
tecnologica e digitale delle PMI e delle reti di impresa di tutto il territorio nazionale.

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Al netto di alcuni limiti sostanziali (fondi vs iscritti), una gran bel regalo per le piccole e media
imprese italiane che potranno avvalersi di figure manageriali in grado di sostenerle
nell’implementare le tecnologie abilitanti previste dal Piano Nazionale Impresa 4.0, nonché nell’
ammodernare gli assetti gestionali e organizzativi dell’impresa, compreso l’accesso ai mercati
finanziari e dei capitali.

I Voucher per la consulenza in Innovazione rappresentano
una gran bella opportunità di sviluppo per le PMI.
Considerando i tempi e la dirompenza delle trasformazioni tecnologiche in atto, la speranza è
davvero che le imprese possano e vogliano regalarsi questa opportunità di sviluppo: la capacità di
reggere le nuove sfide del mercato dipendono in gran parte ora dalla capacità di leggere ed
interpretare le coordinate del cambiamento, adeguando processi, strumenti e paradigmi.

Ovviamente, l’iniziativa del MISE rappresenta ancora un piccolo passo che tuttavia indica una
strada, una direzione. A ben vedere, il focus è anche molto centrato su aspetti molto tecnici e
operativi: la consulenza, infatti, deve essere finalizzata a indirizzare e supportare i processi di
innovazione, trasformazione tecnologica e digitale negli ambiti dei big data, quantum computing,
cyber security, realtà virtuale, IoT, open innovation robotica, NPR, sistemi cyber fisici, interfaccia
uomo macchina, programmi di digital marketing.

Attualmente sono circa novemila i consulenti che a vario titolo sono entranti a far parte dell’albo del
MISE e, come si evince dalla tabella, gran parte di questi è specializzato nei processi di
digitalizzazione: la speranza è che ci possa essere spazio e tempo per tutti quegli aspetti legati alle
capacità creative che da sempre distinguono i manager italiani e che da sempre rappresentano il
collante necessario tra il saper essere e il saper fare.
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: vetrina degli ambiti di specializzazione. Fonte: MISE (www.mise.gov.it)

Perché se è vero che il digitale è un insieme di nuovi strumenti, di nuove prassi e di nuovi approcci,
è anche e soprattutto un nuovo modo di essere azienda.

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Natale sui social: come fare la campagna perfetta
Grinch è trendy? Il Natale degli anti-
Natale
Anche quest’anno mi hanno fatto notare che iniziare ad addobbare casa a metà novembre con delle
luminarie da stadio sia uno spreco di energia.

Ma il Natale “consumistico” sarà davvero così peggiore?
Come in tutte le ricorrenze il DIY (do it yourself) va per la maggiore. Si apprezzano sempre di
più i materiale di riciclo, i centrotavola con le pigne, gli addobbi con le foglie del bosco. Poi però si
finisce per comprare il necessario su Amazon perchè le pigne “da campo” sono troppo imperfette e
le foglie degli alberi troppo gialle e umide. Così anche il riciclo diventa business.

L’altro grande cavallo di battaglia del consumismo sono i
regali, da fare per forza.
Non so quante persone ricevano doni tutto il tempo dell’anno, ma di solito servono le feste per far
pensare a qualcuno ad un presente. E se non ci fossero queste occasioni, non si darebbe tutto per
scontato?
Nessuno di noi ormai ha più davvero “bisogno” di qualcosa, quindi come è possibile fare a
meno di questi 10 miliardi di introiti, milione più milione meno (Dati Codacons) che amplificano i
consumi e aiutano a pagare la tredicesima di così tante persone?

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Aggiungo poi che il nostro Smart Marketing è uno dei pochi magazine che non ha una
sezione dedicata alla “Dieta dopo le feste” che è diventata un must di gennaio. Amazon
annovera oltre 40.000 libri dedicati mentre IBS supera i 5.000. L’Associazione Italiana Distrurbi
dell’Alimentazione e del Peso valuta il business del dimagrimento pari a 55 miliardi di dollari a
livello mondiale.

Se poi aggiungiamo gli abiti per le feste, gli introiti per i locali, pranzi e cenoni, che mondo
sarebbe senza il Natale? Ora anche il maglione trash è diventato motivo di orgoglio durante le
cene aziendali con tutte le campagne marketing dei produttori.
Accendere la TV e vedere tutti questi spot innevati e tintinnosi mette di buon umore. A volte il
problema, lo ammetto, è quando inizia il film. Sempre quello, sempre quelli, con i soliti protagonisti
usciti dagli Anni ’80-’90.

Ma la vera festa è quella che parte dal cuore, non
dall’esteriorità, ribattono in molti.
Quindi sì, alla beneficenza. Ma senza scomodarmi troppo. Uno dei punti che spesso si leggono
sui siti no profit è la detraibilità fiscale delle donazioni. Insomma, scelgo il bene per gli altri che fa
bene anche a me. E poi, c’è sempre il bilancio sociale e la web reputation.
Natale sui social: come fare la campagna perfetta
Il Natale poi è diventato la festa del politically correct.
Augurare Buon Natale, con un chiaro riferimento religioso, sembra demodè se non addirittura
offensivo per le altre culture. Sarà, ma a me sembra che a tutti piaccia stare a casa dal lavoro
per le “Vacanze di Natale”.

E dove li mettiamo tutti i buoni propositi per l’anno nuovo?
Certo, non possiamo rispettarli tutti! Altrimenti in questi millenni di storia avremmo imparato a
rispettarci e non farci più la guerra.

Quindi, sapete che vi dico, anche quest’anno accendo le mie luminarie da stadio, ma con
l’energia che proviene da fonti rinnovabili, costruisco le casette del Presepe con le scatole delle
scarpe, accendo a tutto volume le canzoni del Natale e aspetto che Gesù Bambino porti i doni. E
spero che questo basti a scaldare il cuore a tanti (finti) Grinch.

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E se fosse un Natale, questo, all’insegna
delle emozioni?
Natale sui social: come fare la campagna perfetta
E anche quest’anno volge al termine e mentre luci sfavillanti e addobbi di ogni genere compaiono ad
ogni angolo della città e la gente comincia la corsa ai regali partendo da un black friday alla ricerca
dello sconto, mi guardo intorno.

Una donna esce dal negozio con l’ultimo acquisto tra le mani, di corsa verso la macchina dopo una
intensa giornata di lavoro, un uomo corre indaffarato nel suo abito scuro con la sua 24 ore per
sparire all’angolo della strada, un bambino attende sull’uscio della scuola una mamma imbottigliata
nel traffico, da una finestra del centro storico una nonna è al tavolo da pranzo da sola con un piatto
fumante.

Sono qui alla fermata del tram con il mio smartphone a farmi compagnia e mi fermo un istante a
pensare: è il tempo il regalo più bello che ci possiamo fare!

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Nel tram-tram quotidiano dell’era del digitale dove tutto è di corsa, all’epoca delle chat e delle
intelligenze artificiali dove si cerca con le macchine di rispondere ad ogni necessità, mi chiedo se
non sia necessario riscoprire i due valori più importanti che rischiamo di perdere: il tempo e le
emozioni.

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Una massima sul tempo mi ricorda che è la cosa più preziosa che l’uomo può spendere alla quale,
forse, non diamo la giusta importanza. Pensiamo di averne in quantità infinita e solo quando ne
abbiamo gli ultimi istanti a disposizione vorremmo, invece, che fosse per sempre.

E prendo in prestito pensieri profondi da FOTORICORDO (brano dei Gemelli Diversi)
Natale sui social: come fare la campagna perfetta
“… Cerco su ogni volto, un ricordo,

E sembra che il tempo non sia mai trascorso

E un brivido chiude lo stomaco rimango incredulo e so

Che le emozioni non muoiono mai…”

E mi ritrovo qui, nella solitudine di una affollata città metropolitana, ad immaginare le storie di
ciascuno di noi; se invece delle consuete priorità giornaliere, che ci lasciano sempre un po’ più soli,
il tempo e le emozioni avessero il primo posto nella scala delle priorità?

Quella donna abbraccia il suo bambino all’uscita della scuola felice di ricevere un dono per il suo
compleanno, quella nonna divide la sua minestra con il nipote nel suo abito scuro che ha preso
un’ora di permesso per godere entrambi della reciproca compagnia.

Ed io sono ancora qui nella solitudine di una affollata città metropolitana addobbata a festa ma,
questa volta mi sono fermata, respirando le sue emozioni tutto intorno… ed è il momento di
ascoltarle tutte vivendo appieno il mio tempo!

Poso lo smartphone e cammino… in compagnia soltanto di me!

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Natale sui social: come fare la campagna perfetta
I film italiani in sala a Natale 2019
Ogni fine anno ritorna implacabilmente il Natale, e con esso, tutto un movimento collaterale che si
muove intorno. Consumismo, viaggi, corsa all’ultimo regalo, magari alle 20 del 24 dicembre: frenesie
che rendono qui 20 giorni che viaggiano intorno al Natale, un piccolo agosto in salsa invernale.
Anche il cinema partecipa a questa frenesia collettiva, questa ubriacatura “magica” quale è il
Natale. Il periodo che va dalla metà di novembre alla metà di gennaio è quello più amato dal
pubblico del cinematografo e perciò quello più frequentato dalle grosse produzioni popolari del
cinema italiano. Il cinema è, in fondo, un’occasione per uscire di casa, per riunirsi con vecchi amici,
per appassionarsi con la propria compagna, e vivere per qualche ora un’atmosfera magica e
sognante.

Non vedremo in sala, il classico “cinepanettone”, sepolto dai mutati gusti del pubblico, in quanto
ormai è una formula abusata e non più proponibile oggi. Certamente, c’è chi ne ha fatto parte e chi,
in qualche modo, ha saputo riciclarsi in prodotti ben più centrati. E’ il caso di Christian De Sica,
che con la morte di Carlo Croccolo, è diventato l’attore italiano in vita ad aver interpretato più film:
140, probabilmente il primo, in questa speciale classifica, anche a livello mondiale. Christian De
Sica, infatti, è stato in sala, a partire dal 14 novembre con il suo “Sono solo fantasmi”, una curiosa
contaminazione tra horror e commedia brillante. Un film insolitamente serio: potrebbe essere
definito un black-umor, che in alcuni casi addirittura sorprende, sia per l’ambientazione, sia quando
il film si fa serio. Ma è ancora di più un omaggio di Christian De Sica alla figura del padre Vittorio.

La sequenza finale, in bianco e nero, con Christian De Sica che assume le sembianze del padre, è da
pelle d’oca, mentre sulla discesa del palazzo del “Giudizio Universale”, saluta il pubblico nella
classica posa del padre. La trama è presto detta. E’ la storia di tre fratelli: Thomas (Christian De
Sica), Carlo (Carlo Buccirosso) e Ugo (Gianmarco Tognazzi), i quali alla morte del padre, Vittorio
De Paola (!!! neanche questo un caso), scoprono che lui aveva sperperato al gioco tutte le sue
ricchezze. Per salvare l’antico palazzo di famiglia, scelgono quindi di sfruttare la superstizione
popolare degli abitanti di Napoli per mettere in piedi una redditizia attività di acchiappafantasmi.

       Scopri il nuovo numero > Il Natale che verrà
Molto scettici in principio, strane apparizioni e voci convincono presto i fratelli a prendere molto più
sul serio l’intera faccenda, arrivando a intuire che la profezia del risveglio di una terribile strega- la
janara del folklore locale- arsa viva secoli prima e pronta a scatenare la sua furia su Napoli, sia
tutt’altro che da prendere sotto gamba.

Saranno aiutati dal fantasma del loro padre (sempre Christian De Sica), sconfiggeranno la
maledizione e salveranno la città partenopea dalla distruzione. Qualche giorno prima era uscito
l’ennesimo tentativo cinematografico di Alessandro Siani, ancora una volta con la snaturata
convinzione di essere il nuovo Massimo Troisi, con la pellicola “Il giorno più bello del mondo”.
E allora appare più azzeccato il terzo capitolo (“Cetto c’è, senzadubbiamente”) targato Giulio
Manfredonia-Antonio Albanese, sulle avventure del corrotto e bigotto politico calabrese Cetto
LaQualunque, maschera terrificante nel suo “verismo” aberrante. Nel mese di dicembre saranno
attesissimi tre film, molto diversi tra loro, ma già parecchio chiacchierati. Il 12 dicembre esce in sala
“Il primo Natale”, sesta fatica da registi e attori della coppia composta da Salvatore Ficarra e
Valentino Picone. Il loro ultimo lavoro esce esattamente due anni dopo “L’ora legale”, film dotato
di una comicità intelligente e dissacrante, arricchito da un grande successo di pubblico e critica.

Anche “Il primo Natale” però, promette bene, raccontando la storia di Salvo e Valentino,
rispettivamente un ladro ed un prete. I due si ritrovano a viaggiare indietro nel tempo di 2000 anni,
proprio all’epoca della nascita di Gesù. Facile immaginare la quantità di gag e risate che una simile
situazione, nelle mani dei due comici, può scatenare. Il 19 dicembre esce nelle sale il “Pinocchio” di
Matteo Garrone, ennesima versione cinematografica dell’omonima fiaba di Carlo Collodi. Nei panni
che furono di Nino Manfredi, nel “Pinocchio” di Luigi Comencini, troveremo Roberto Benigni,
che interpreta Geppetto. Il Gatto e la Volpe sono invece rispettivamente Rocco Papaleo e Massimo
Ceccherini. C’è anche Gigi Proietti che interpreta Mangiafuoco. Quello di Garrone sarà un film
d’autore a grandezza di bambino, adatto a tutte le età.

Il primo gennaio 2020, allo scoccare del nuovo anno, uscirà in sala quello che si preannuncia come
un vero e proprio evento, ovvero il nuovo film di Checco Zalone, dal titolo “Tolo tolo”. Il ritorno al
cinema dell’attore pugliese, dopo quattro anni di assenza, fa presagire un nuovo boom al botteghino.
Si racconta la storia di un comico minacciato da un boss criminale, che fugge in Africa e dovrà
affrontare varie disavventure. Come al solito nel cinema di Zalone, non è la sceneggiatura il suo
punto di forza; ma piuttosto la sua istrionica verve comica, capace di calamitare il pubblico alla
stregua dei più grandi comici della storia del cinema italiano. A gennaio sarà poi molto atteso il
ritorno cinematografico del trio composto da Aldo, Giovanni & Giacomo, anche loro dopo ben 4
anni di assenza dalle sale. Il titolo del film è “Odio l’estate”, girato interamente sulle assolate
spiagge di Puglia.

Più in là (data ancora non ufficializzata) uscirà un film che, presentato in concorso in anteprima
assoluta al Torino Film Festival, ha già ottenuto scroscianti applausi, fino a consentire a Stefano
Fresi e Giuseppe Battiston di aggiudicarsi il premio ex-aequo come migliori interpreti maschili
della prestigiosa kermesse internazionale. Il titolo è “Il grande passo”, una strepitosa commedia
lunare, opera seconda del regista veneto Antonio Padovan, che si serve della classe interpretativa
di Stefano Fresi e Giuseppe Battiston e della loro incredibile somiglianza fisica. Un film ricco di
ingredienti, situazioni e personaggi fuori dal comune che ruota, però, attorno ad un unico grande
sogno: raggiungere la luna solo con le proprie forze. Un fratello ostinato, tanto da costruire un vero
e proprio razzo spaziale nella sua cascina di campagna; ed un altro, bonario, accomodante,
comprensivo, che ha a cuore le sorti del fratello, che ha visto pochissimo nella sua vita, ma che è
l’unico in grado di comprendere il suo malessere. Battiston e Fresi spaziano perfettamente tra il
toccante e l’esilarante, tra il grottesco e il surrealismo, regalandoci scampoli di quella che può
essere definita la “nuova” coppia del cinema impegnato. Già perché la pellicola è davvero una
spanna sopra la media delle commedie all’italiana attuali. Il sogno dello spazio e dalla vita
extraterrestre sono ben descritti, così come la capacità di questo film, di far sognare il pubblico, ed
infondere positività, strappando risate amare, ma intelligenti. Il talento dei suoi due protagonisti e
un finale davvero sorprendente ed azzeccato, rendono la pellicola, per chi ama davvero il cinema
italiano d’autore, una gemma preziosa, che all’uscita nelle sale, meriterebbe ampi apprezzamenti e
riconoscimenti unanimi. Provare per credere!

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Intervista con Giuliano Trenti, CEO &
Founder, Neurexplore
Neurexplore è una realtà giovane con degli obiettivi interessanti e tratta di una materia
prettamente scientifica e psicologica. Tu sei laureato in Management, vuoi raccontarci
come è nato il tuo interesse per il neuromarketing?

Da 6 anni mi sono dedicato a Neurexplore in modo totale, fa eccezione qualche collaborazione con
l’Università. Il percorso che ho creato è stato frutto della casualità più assoluta. Ho partecipato,
quando ero uno studente universitario, ad alcuni esperimenti di ricerca in laboratorio all’interno del
dipartimento di economia comportamentale dell’Università di Trento. Facevo proprio la cavia per lo
studio di alcuni comportamenti umani, considera che quello di Trento è il più vecchio laboratorio di
economia comportamentale d’Italia, fondato nel 1992. Qui scopro che c’è una branca dell’economia
che si occupa di predire i comportamenti umani e riesce a capire cosa influenza le decisioni di
acquisto delle persone, nel modo più affidabile possibile, con un approccio scientifico capace di
individuare precisamente il rapporto di causa – effetto. Mi innamoro completamente, vengo folgorato
da questa cosa, ma la metto in un cassetto e vado avanti nel mio cammino. Tornerà anni dopo,
mentre decidevo la mia tesi di laurea e contemporaneamente collaboravo con una cantina di vini
locali collegata all’attività agricola dei miei genitori. Questa cantina doveva lanciare un nuovo
prodotto sul mercato e versava in grosse difficoltà finanziarie, successive al primo lancio dello stesso
vino, che aveva portato risultati disastrosi dal punto di vista del marketing. Ho deciso quindi di
sviluppare la mia tesi sull’applicazione delle regole di neuromarketing a questa cantina, scoprendo
che nel 2007 non c’era nulla di applicativo ma solo teoria e simulazioni nei laboratori di ricerca. Con
il sostegno del capo del dipartimento cominciai l’applicazione di alcune procedure e i risultati furono
talmente sorprendenti da non avere riscontro neanche nella letteratura scientifica di quegli anni.
Grazie al contributo privato di alcune aziende incuriosite ed interessate dai risultati ho potuto
portare avanti un Dottorato di ricerca presso l’Università.

       Scopri il nuovo numero > Il Natale che verrà
Oggi faccio quello che faccio con l’obiettivo di ridurre i rischi imprenditoriali, considerato che oggi
giorno su 10 progetti di marketing che vengono lanciati, 9 falliscono. Il mio sogno è avere risposte
più precise, capaci di dare maggiore possibilità di successo alle aziende e maggiore sicurezza negli
investimenti.

Come mai una tecnologia talmente all’avanguardia e che minimizza i rischi non ha
un’applicazione più ampia?

I vantaggi delle neuroscienze nella pratica sono interessanti, ma hanno un difetto di applicazione. Si
scontrano con gli standard lavorativi delle aziende con cui ci si interfaccia. La tecnologia del
neuromarketing interviene nello studio del comportamento del mercato quando ormai qualcosa è già
stato creato o lanciato a livello di prodotto. Queste procedure si insinuano quando ormai
l’investimento più grosso per la messa sul mercato del nuovo prodotto è già stato fatto. Accogliere le
valutazioni della ricerca e dell’indagine significa fare un passo indietro, ricominciare tutto da capo,
bruciare centinaia di euro già investiti in marketing. Dal punto di vista pratico non va bene. Non
perché la tecnologia non funzioni, ma perché il modus operandi con cui si applicano non è
soddisfacente nel management odierno.

E allora cosa si può fare per ovviare a questo problema?

Serve ribaltare il paradigma. L’applicazione è comunque utile, ma se arrivi alla fine è tardi. Serve un
modo per arrivare prima, per applicare queste tecnologie in una fase diversa di creazione del
prodotto. Abbiamo così trovato dei metodi alternativi che ci permettono di applicare all’inizio, o
quasi, del processo di lancio di un nuovo prodotto le nostre conoscenze, venendo incontro alle
necessità reali delle aziende. Le ricerche veramente interessanti sono svolte in autofinanziamento in
Neurexplore, non c’è nessuna grande o piccola impresa che è ad oggi disposta a finanziare una
indagine di questo tipo.

Quindi siamo noi che prima facciamo i ricercatori e poi ci proponiamo con i risultati da applicare
nelle aziende. Riusciamo ad orientare il lavoro del marketing in maniera mirata rispetto a quello che
si riesce a fare con metodologie standard e dare un supporto sia alla creatività, sia alla gestione
manageriale, sia al reparto vendita e digital. Questo procedimento riesce in buona parte a riparare
l’azienda dai rischi a cui è esposta quando non conosce cosa davvero pensano i propri clienti nella
fase dell’acquisto.

Quali sono allora i progetti per il futuro di Neurexplore?

Abbiamo applicato su di noi le stesse metodologie che applichiamo agli altri, per constatare come ci
vedono i nostri potenziali clienti e cosa si aspettano da noi. In questo modo riusciamo a conquistare
molte aziende. In futuro ci piacerebbe applicare queste tecnologie su cose più utili nel concreto alla
vita delle persone. In generale i nostri progetti per il futuro sono due:

■   Studiare l’induzione ad un comportamento di risparmio. Si studia come impulsi dati a livello
    conscio o inconscio riescano a modificare i comportamenti, portando la gente a fare cose che sono
    utili al loro futuro, al loro portafogli, al loro benessere, che altrimenti non farebbero.

■   Sviluppare la formazione utilizzando strumenti digitali per far si che queste ricerche si propaghino
    su larga scala, aumentando l’utilizzo e la considerazione che le tecniche di neuromarketing hanno
    nel mercato attuale.

Sono queste le realtà italiane che ci piace raccontare. Giovani, dinamiche, con solidi ideali
e che aiutino a migliorare il mondo.

Allora in bocca al lupo! E teneteci informati su tutto.

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5 buoni motivi per guardare "Un giorno di
pioggia a New York"
Nelle sale l’ultima poesia su grande schermo firmata Woody Allen: “Un giorno di pioggia a New
York”

La location? New York. I punti di forza? La bellezza, la musica e tanta ironia.
Questo è “A rainy day in New York” (Un giorno di pioggia a New York): la storia di due ragazzi che
tanto hanno ancora da capire del loro amore e dei loro sogni e forse li aiuterà proprio la splendida
New York.

L’abbiamo visto e abbiamo trovato 5 buoni motivi per cui dovreste farlo anche voi.

1) LOCATION (voto 10):

Scenografia, parte integrante, ma azzardiamo anche coprotagonista del film, è sicuramente New York,
come è già capitato in passato per altri film del regista americano, come “Anything else”, “Misterioso
omicidio a Manhattan”, ecc. Le location spaziano dai bellissimi parchi della città (uno su tutti Central
Park), alle grandi strade con grattacieli imponenti, fino ad arrivare ad ambienti interni altrettanto
suggestivi, come il Museum of Modern Art, il Metropolitan Museum, i lussuosi alberghi e gli immensi
loft dal design ricercato.

2) COLONNA SONORA (voto 9):

La musica ci accompagna sempre nelle scene del film ed è sempre elegante, delicata e coinvolgente.
E’ composta da numerosi brani jazz ed insieme al sottofondo del rumore della pioggia è la
protagonista, tanto nelle scene più divertenti, quanto in quelle più poetiche. Un momento
emblematico è sicuramente l’esecuzione al piano dell’attore Timothée Chalamet, che prese lezioni di
piano già per il film “Chiamami col tuo nome”, dal compositore e pianista Roberto Solci, dando vita,
tanto in quel film quanto in questo, ad un momento particolarmente emozionante.

3) ATTORE PROTAGONISTA (voto 8):

Le due colonne portanti che tengono in piedi questo film sono sicuramente i due attori protagonisti,
giovani e belli, ma soprattutto, espressivi e coinvolgenti. Il lui della coppia è Timothée Chalamet,
attore dal volto estremamente delicato ed espressivo, ampiamente apprezzato nel film di Luca
Guadagnino “Chiamami col tuo nome”, qui interpreta Gatsby Welles, un ragazzo di buonissima e
ricchissima famiglia, che cerca sempre con le sue scelte di discostarsi da quelle che sono le volontà
dei suoi genitori. Gatsby (chiaro riferimento al protagonista del romanzo “Il grande Gatsby” di Francis
Scott Fitzgerald) ama moltissimo la sua ragazza, la pioggia, New York e tutto quello che lo fa sentire
nel passato, probabilmente colpito anche lui dalla sindrome dell’epoca d’oro, come Gil del film
“Midnight in Paris”.

        Scopri il nuovo numero > Il Natale che verrà
4) ATTRICE PROTAGONISTA (voto 8):

La lei della coppia è Elle Fanning, la biondissima protagonista di “Somewhere” di Sofia Coppola, che in
questo film è Ashleigh Enright, un’ambiziosa ragazza che scrive per il giornale dell’università e ottiene
un’intervista con un regista che ama molto. La sua fisicità, i suoi occhi luminosi ed il suo sorriso
frizzante e disincantato, sono il punto di forza della sua interpretazione; molto diversa dal suo solitario
e introspettivo fidanzato, lei ha molta voglia di conoscere il mondo e di raggiungere i suoi obiettivi e il
punto di partenza della storia è proprio questa importante intervista che la porta a New York, luogo in
cui partiranno una serie di eventi che sconvolgeranno il suo legame con Gatsby.

5) IRONIA (voto 10):

L’ironia che scorre per tutto il film è sicuramente la carta vincente di quest’ultima opera di Woody
Allen e caratteristica indiscussa della sua cifra stilistica. Il regista si cimenta anche qui nel raccontare
storie romantiche, ma senza mai perdere l’aggancio con quella che è la realtà, utilizzando proprio
l’immancabile ironia. Tramite le espressioni dei protagonisti, i tempi che adottano nell’interpretazione
e il copione brillante, si racconta il legame tra due ragazzi, scoprendo quelle che in realtà sono le
problematiche di tutte le relazioni. Si spazia dalla differenza di carattere e di gusti, all’avere sogni
diversi ed utilizzare mezzi differenti per realizzarli; l’ironia, quindi, dà vita a momenti leggeri e
divertenti, nati proprio dal modo diverso che hanno i due protagonisti di affrontare questa particolare
giornata di pioggia a New York.
Sono sicura che dopo averlo visto, troverete altri buoni motivi per consigliare questa commedia
romantica…nel frattempo non dimenticate di fare i regali di Natale, ma soprattutto di continuare ad
andare al cinema.

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MARKETERs Day – Greenpact, l'evento
dedicato alla sostenibilità ambientale
Greenpact, il primo evento organizzato dal nuovo comitato dell’associazione, sarà dedicato ad
esplorare il tema della sostenibilità ambientale e di come le aziende stiano facendo fronte al
“cambiamento verde”.

Il perché.
Non è più possibile continuare con il classico modello di produzione business as usual e l’attenzione
dei consumatori riguardo l’impatto dei prodotti è andata a crescere in modo esponenziale negli
ultimi anni, grazie anche ai recenti movimenti giovanili come “Fridays for Future” ed alle numerose
pubblicazioni scientifiche che di continuo ci ricordano della necessità di invertire velocemente la
rotta. In un contesto economico sempre più difficile e competitivo, le sfide per le aziende sono
enormi, altrettanto grandi possono però essere le possibilità di distinguersi in positivo e di
conquistare nuove fette di mercato.
Per approfondire:

  ■   Eco-Sistema, un numero dedicato ai dell’ambiente e dello sviluppo sostenibile.

E’ in atto una vera rivoluzione verde e noi vi faremo incontrare alcune delle realtà Italiane che
stanno affrontando la stanno affrontando in prima linea, a volte operando una vera e propria
inversione di rotta rispetto al loro precedente percorso industriale.

Gli ospiti.
Gli ospiti presenteranno le loro aziende, presentando diversi temi legati alla sostenibilità.
Responsabilità sociale d’impresa, energie rinnovabili, efficienza nella produzione, sono solo alcuni
dei numerosi aspetti che saranno trattati durante la giornata.
Il relatore che ad oggi ha confermato la sua presenza è Patagonia, azienda tessile Americana leader
nel settore dell’abbigliamento sportivo ed outdoor.
Durante le presentazioni si potrà partecipare attivamente, facendo interventi e domande (anche
raccolte sulle pagine social del Club).

I dettagli.
La giornata avrà inizio intorno alle 14 con accredito e proseguirà con gli interventi degli ospiti,
intervallati da un coffee break e da una serie di attività supportate dagli sponsor.

MARKETERs Day – Greenpact è organizzato dal comitato di Torino, il quale conta più di 200 soci ed
eventi a cui hanno presenziato oltre 100 partecipanti, tra studenti e non. Grazie all’impegno e alla
passione che vengono riposti in ogni attività attualmente il Club conta più di 900 soci a livello
nazionale.

Smart Marketing è felice di essere media partner del Greenpact, l’evento
organizzato dal comitato torinese del MARKETERs Club. Giovedì 5 Dicembre
2019, presso la Scuola di Management ed Economia di Torino (corso Unione
Sovietica 218bis), si terrà la terza edizione del MARKETERs Generation.

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Il sonno della Ragione
Le fake news, o bufale che dir si voglia, sono sempre esistite: dalla donazione di Costantino (che aprì
le porte al potere temporale della Chiesa), alla notizia della morte di Napoleone (per interesse
economici), passando dalla nota “Guerra dei Mondi” di Orson Welles sino a quelle tanto care ai
regimi totalitari del ‘900.

Oggi, come in passato, i motivi della creazione di notizie inventante, o della distorsione della realtà,
sono abbastanza semplici: interessi politici, economici o di parte.

Se dobbiamo fare quindi un paragone con il passato, non dobbiamo farlo sull’esistenza o meno delle
fake news (che come abbiamo visto sono sempre esistite), ma su altro: la loro capacità e velocità di
diffusione. Con il web 2.0 e la proliferazione dei social network, le false informazioni hanno
raggiunto una viralità mai vista prima. Non è un caso che nel 2017 propria l’espressione “fake
news” sia stata proclamata parola dell’anno dal Collins Dictionary.

Ma c’è dell’altro: la post verità.
Le piattaforme social, e l’orizzontalità che ne è conseguita, ci hanno regalato anche un altro
fenomeno quello della post verità. Parola dell’anno 2016 per l’Oxford Dictionaries, per post verità si
intende: “Argomentazione, caratterizzata da un forte appello all’emotività, che basandosi su
credenze diffuse e non su fatti verificati tende a essere accettata come veritiera, influenzando
l’opinione pubblica (fonte: Treccani.it).

In sostanza, i fatti oggettivi appaiano meno influenti delle sensazioni e delle convinzioni personali
nel determinare la realtà delle cose e nel formare una consapevole opinione pubblica su un dato
argomento.

Allora può capitare, e capita di continuo, che il metro di giudizio non siano i fatti, la documentazione,
le fonti o il curriculum accademico, ma i like e le condivisioni. E, ancora, che la personalissima
credenza di una persona qualunque possa diventare più autorevole e rilevante di quella di un
esperto riconosciuto con 20 o 30 anni di studi ed esperienza alle spalle.

È in questo modo che teorie come quella sulla terra piatta, le scie chimiche, sui complottismi, sui
miracoli, contro i vaccini, le cure miracolose e così via, stanno trovando, ahinoi, diritto di
cittadinanza, con conseguenze anche piuttosto gravi.

Il nostro contributo: “Il sonno della ragione.
Date queste premesse e con la voglia di porre un argine alla pseudoscienza ed alla disinformazione
dilagante, noi di Smart Marketing, abbiamo deciso di proporvi una nuova rubrica che abbiamo
chiamato “Il sonno della ragione”, espressione presa a prestito dal titolo di un’opera, che è anche
una massima, del pittore spagnolo Francisco Goya. La novità più interessante di questa nuova
rubrica è che sarà fatta solo di video: periodicamente e in pochi minuti affronteranno un argomento
“caldo” della pseudoscienza, cercando di porre l’accento sui fatti.

Il protagonista della rubrica non poteva che essere il nostro storico collaboratore Armando De
Vincentiis, psicologo, psicoterapeuta, saggista, debunker e socio emerito del CICAP
(Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sulla Pseudoscienza), per il quale si è occupato
spesso di paranormale religioso, anche in programmi televisivi Rai e Mediaset.

Insomma, riassumendo, da oggi il nostro magazine vi offre un altro strumento, o meglio, un vero
utensile per smontare, rimontare e disinnescare le informazioni che ogni giorno ci bombardano,
consci del fatto che non diventeremo tutti artificieri, ma che quantomeno impareremo a distinguere
una vera notizia bomba da una semplice bolla di sapone.

Ti è piaciuto? Hai qualche considerazione in merito? Fammelo sapere nei
commenti. Rispondo sempre.
Se vuoi rimanere in contatto con me questo è il link
giusto: www.linkedin.com/in/ivanzorico

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Social Media Strategies: oltre 1.600
partecipanti al più grande evento
formativo italiano per imprese e
professionisti
Si è chiusa al Palacongressi di Rimini con oltre 1.600 partecipanti la 7a edizione del Social Media
Strategies, il più grande evento formativo italiano dedicato ai social network e al web
marketing – organizzato da Search On Education – business unit di Search On Media Group.

Durante la due giorni social media manager, marketers, blogger, freelance e rappresentanti di
aziende hanno tracciato il proprio percorso formativo all’interno delle 4 sale tematiche in
programma – Advertising, Analisi, Brand Strategy e Creatività - e al contributo di più di 60
speaker esperti del settore.

  L’evento, giunto alla 7a edizione e realizzato da Search On Education, ha offerto due giornate
  dedicate alla formazione delle imprese e dei professionisti dei social network e del web
  marketing. Sul palco della Sala Plenaria, spazio a confronti sull’utilizzo responsabile dei social
  media, agli interventi degli autori di Lercio.it e del comico Paolo Migone.

Il format e il programma di questa 7a edizione sono stati costruiti appositamente per concentrare
l’evento sulla formazione di imprese e professionisti sulle strategie di marketing e dei social
media.
Un’esperienza formativa trasversale e fortemente orientata ai temi, agli strumenti e alle
piattaforme che compongono il mondo dei Social Media e del marketing digitale, con cui tutte le
imprese hanno necessità di interfacciarsi.
L’attenzione è stata posta sulle strategie di promozione degli e-commerce, su personal branding,
social advertising, video e audio marketing, influencer marketing e sulle più importanti novità
relative ai principali social: da Facebook a Instagram passando per Linkedin, Youtube, Twitter e
Tik Tok.

Ampio spazio anche a workshop operativi e a case study riguardanti grandi aziende come
GODaddy, Mini e BMW, Tuttoscuola, Giro d’Italia, Enel Energia, Fatture in Cloud e Cotral
S.p.a.

Non sono mancate inoltre occasioni di business grazie all’Area Espositiva con gli stand di aziende
del mondo digital come Hoepli, Dario Flaccovio Editore, PostPickr, Host.it, Green Click Media,
Ergonet, Polimeni.Legal, Stickermule.

I TEMI E GLI INTERVENTI DELLA SALA PLENARIA
La Sala Plenaria ha ospitato un percorso completo sulle strategie di marketing digitale: Marco
Quadrella (COO Area Consulting di Search On Media Group) ha parlato dell’importanza del
measurement plan, Paolo Iabichino ha posto l’attenzione sulla creatività e le logiche di
responsabilità delle imprese, mentre Augusto Rasori e Andrea Sesta (i fondatori di Lercio.it) hanno
trattato il tema della satira legata al content.
Giorgio Taverniti (Community Manager Search On Media Group) ha poi parlato del futuro dei
social network, Giorgio Soffiato (Marketing Arena Spa) ha posto

l’attenzione sulle strategie di content marketing e Gabriele Benedetti (Web Marketing Expert in
Search On Media Group), ha curato una panoramica dettagliata riguardante l’advertising mix. Sul
palco principale anche lo sketch di
Paolo Migone, che in chiave ironica ha parlato dell’impatto della tecnologia e dei social nelle
relazioni tra le persone.

All’interno del programma dell’evento, inoltre, spazio al tema dell’utilizzo responsabile dei social
network grazie a interventi e confronti sull’impatto che questi canali hanno sulla quotidianità delle
persone, nel bene e nel male: “Internet e i social network indubbiamente offrono molte occasioni
positive, ma qual è il “fallimento dei social”? Violenza e terrorismo. Ma se c’è violenza, non possiamo
credere sia un problema di internet; siamo noi a dover offrire risposte, più che reazioni” spiega
Giorgio Taverniti, Community Manager di Search On Media Group.

“Non possiamo delegare la risoluzione dei problemi all’intelligenza artificiale. Dobbiamo prenderci le
nostre responsabilità, sia come parte del sistema, sia come essere umani” ha aggiunto Cosmano
Lombardo - CEO e Founder di Search On Media Group – riferendosi al nesso tra tecnologia e
responsabilità sociale.
“L’intelligenza artificiale e la robotica possono arrivare a modificare aspetti quale la genetica e la
linea valoriale dell’essere umano: mai in passato ciò è accaduto. Neanche invenzioni rivoluzionarie
come Internet, la ruota, il fuoco sono arrivate a tanto. Di conseguenza, oggi più che mai, è
fondamentale utilizzare internet, i social e le nuove tecnologie in modo responsabile per direzionare
gli sviluppi di questa rivoluzione in atto in modo sempre più utile per la costruzione del futuro”.

“Questa due giorni rientra all’interno del percorso di diffusione della conoscenza del digitale avviato
in Italia anni fa e che oggi permette di riunire aziende, esperti ed appassionati del mondo digital. Ad
oggi abbiamo contribuito alla formazione di oltre 350.000 tra aziende e professionisti; continueremo
a promuovere la cultura e la conoscenza del digitale in maniera diffusa per sostenere una crescita
virtuosa e sostenibile del ‘Sistema Paese’” ha dichiarato Cosmano Lombardo dal palco della Sala
Plenaria.

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Good Bye, Lenin! Lo straordinario film di
Wolfgang Becker torna al cinema per il
30ennale della caduta del Muro di Berlino
grazie alla Satine Film
Ci sono film che segnano indelebilmente il nostro immaginario, si fissano nella nostra memoria come
i ricordi, quelli dolorosi, che anche volendo non riusciamo a scordare, diventando veri e propri
tatuaggi emotivi che incidono la nostra viva carne e raccontano di amori passati, perduti e, qualche
volta, ritrovati.

“Good Bye, Lenin!”, lo straordinario film di Wolfgang Becker del 2003, è uno di questi. La storia
di amore fra una madre e un figlio che racconta è senza tempo, il momento storico in cui è
ambientato è unico ed irripetibile (la Germania divisa alla vigilia della caduta del Muro il 9 novembre
1989), il cast magistrale e perfettamente calato nei rispettivi ruoli.

Un film indimenticabile, almeno per chi scrive, che, come molte chicche, ha scoperto qualche anno
fa, per caso, durante la programmazione di una terza serata televisiva, in una notte dalle ore piccole
ma dalle grandi emozioni.

La storia del film è originalissima e parla di Christiane Krener (la brava ed intensa Katrin Sass),
fervente sostenitrice ed attivista del socialismo e della DDR (Repubblica Democratica Tedesca), e di
suo figlio Alex (il bravissimo ed ispirato Daniel Brϋhl), che invece appartiene a quella maggioranza
della popolazione, composta soprattutto da giovani, che è ormai insofferente verso il logoro regime
che tiene le redini del Paese fin dal 2° dopoguerra.

Tutto si complica quando la sera del 7 ottobre 1989, due giorni prima della caduta del Muro, mentre
Christiane si reca in auto ad un ricevimento ufficiale in occasione dei festeggiamenti per i
quarant’anni della DDR, la sua vettura viene costretta a fermarsi da un corteo di dimostranti contro
il regime, fra cui c’è anche Alex. La vista del figlio fra i manifestati procura a Christiane un infarto e
un conseguente coma che la farà risvegliare 8 mesi dopo, in un Paese profondamente cambiato. La
sua salute è cagionevole e qualunque stress può causarle un altro infarto, questa volta fatale, spiega
ad Alex e a sua sorella Ariane (l’attrice Maria Simon) un solerte dottore, quindi una lunga degenza
a letto e la mancanza di forti emozioni sono le uniche cose che possono prolungare la vita della
madre.

È a questo punto che Alex ha l’idea di ricostruire nella stanza da letto della madre un pezzo della
Repubblica Democratica Tedesca, ricreando arredi, comprando prodotti ed addirittura filmando finti
telegiornali della Germania dell’Est, coinvolgendo in questa grande pantomima dapprima la sorella e
un suo giovane collega di lavoro ed appassionato di cinema, Denis (l’attore Florian Lukas), ma poi
sempre più vicini ed amici, tutto per non far conoscere la verità alla madre, che probabilmente ne
morirebbe.

Fin qui la trama, della quale non vogliamo raccontarvi più niente per non togliervi il gusto di vedere
il film. E non recuperando il dvd, che per altro in italiano non c’è, perché il film è tornato nelle sale
italiane dai primi giorni di novembre.

Questa voglia di revival non riguarda solo questo film ed è legato all’anniversario per i 30 anni dalla
caduta del Muro di Berlino, e nei cinema stanno tornando molte pellicole che parlano della Germania
divisa in due blocchi contrapposti, cult veri e propri come: “Il cielo sopra Berlino” di Wim
Wenders, “Le vite degli altri” di Florian Henckel von Donnersmarck e appunto “Good Bye,
Lenin!”, quest’ultimo grazie all’italiana Satine Film di Claudia Bedogni.

La titolare della Satine Film fu l’artefice, nel 2003, quando lavorava per Levi film, della prima
distribuzione nelle sale italiane di “Good Bye, Lenin!”, che aveva visto al Festival di Berlino di
quell’anno. Raggiunta al telefono, Claudia Bedogni ci ha raccontato dell’amore per questa pellicola e
della volontà, dopo 30 anni, di riproporre il film nelle sale in una versione rimasterizzata in digitale,
ma ci ha anche raccontato della sua delusione per il mancato interessamento da parte delle
televisioni e di una parte degli esercenti dei cinema, soprattutto del sud Italia: in Puglia, ad esempio,
il film è disponibile solo in pochissime sale, fra cui Bari, Santeramo in Colle ed Ostuni (a Taranto e
provincia, nessuna sala proietterà questo film).

“Good Bye, Lenin!” è tuttora uno dei maggiori successi della cinematografia tedesca: costato 4 800
000 euro, il film ha incassato nel mondo 75 320 680 dollari, oltre ad aver ricevuto diversi
riconoscimenti, tra cui 3 European Film Awards, il Premio l’Angelo Azzurro del Festival del cinema
di Berlino, il Premio César come Miglior film dell’Unione Europea, il Premio Goya come Miglior film
europeo, oltre a numerose altre nomination in Festival e Concorsi internazionali.

Cosa altro dire di questo film che, se proiettato nella vostra città (qui trovate la lista aggiornata),
vi consigliamo vivamente di andare a vedere?

Almeno tre cose:

La prima, il film è pieno di citazioni di grandi capolavori del cinema che non vi sveliamo e vi sfidiamo
a scovare.

La seconda, la colonna sonora del film è opera del talentuoso compositore francese Yann Tiersen
(già autore delle musiche de “Il favoloso mondo di Amélie”), tra cui spicca la struggente “Summer
‘78”, tema del film stesso.

La terza, il film è una delle più belle e riuscite rappresentazioni dell’Ostalgie, il fenomeno
sviluppatosi nei primi anni ’90 e che indica il sentimento nostalgico che colpì i cittadini della
Germania Orientale a seguito della scomparsa della DDR.

Fatevi un regalo, concedetevi questa visione, ne varrà la pena, sarà una maniera originale di
celebrare il 30ennale della Caduta del Muro di Berlino e, ci scommetto, una dei più bei film che
vedrete in questa ricca stagione.

Affiliate EXPO 2020: lavori in corso per la
3° edizione.
Seguire le orme dei professionisti è il primo passo per migliorarsi e distinguersi. Nelle due edizioni
precedenti, lo hanno già fatto oltre 1500 persone. Il prossimo appuntamento è a Roma il 27-28-
29 marzo 2020 , con Affiliate EXPO.

Affiliate EXPO è il più grande evento italiano interamente dedicato all’affiliate marketing nel quale
si da la parola agli affiliate marketers e ai programmi di affiliazione che si sono distinti negli ultimi
anni, in Italia e all’estero.
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