Mille Miglia: vincono ancora le vere Alfa Romeo - Weekend ...
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Mille Miglia: vincono ancora le vere Alfa Romeo La Mille Miglia 2018 ha parlato a voce alta il linguaggio dell’Alfa Romeo. Da un lato la ricorrenza dei 90 anni dalla prima vittoria nella “Freccia rossa”; dall’altro i primi tre posti dell’edizione di quest’anno andati ad altrettante vetture del biscione. D’altra parte la Mille Miglia, nei 30 anni in cui è stata disputata come corsa di velocità, è stata appannaggio soprattutto di due marche, con la guerra a fare da spartiacque: Alfa prima del conflitto e Ferrari dopo. Le auto della casa milanese hanno vinto 11 edizioni, record assoluto, dal 1928 al 1947; quelle di Maranello se ne sono aggiudicate 8 dal 1948 al 1957. Ripercorriamo allora brevemente, in una veloce carrellata, la storia di quelle auto che, forgiate nella più importante e massacrante corsa italiana su strada, hanno costruito la leggenda dell’Alfa Romeo. ALFA ROMEO ALLA MILLE MIGLIA, PATRIMONIO LEGGENDARIO
Giuseppe Campari sulla 6C 1500 MMS al traguardo della Mille Miglia 1928, primo successo Alfa Romeo L’importanza delle competizioni come veicolo promozionale e volano delle vendite per un costruttore è un elemento emerso in modo prepotente fin da quando qualcuno ha pensato di mettersi a correre sulle carrozze senza cavalli, agli albori del XX secolo. Per l’Alfa Romeo i successi alla Mille Miglia hanno contribuito, anche più dei gran premi in pista, a costruire quel capitale dal valore incalcolabile fatto di suggestione, immagine, sogni, entusiasmi e passioni, oltre naturalmente alle soluzioni tecniche di alta scuola. Un capitale investito sapientemente ancora per molti anni dopo quelle vittorie; un patrimonio che ha permesso tra gli anni Cinquanta e Sessanta la trasformazione dell’Alfa Romeo in una moderna grande industria e ha costituito la base per la creazione di quei capolavori che ancora oggi fanno voltare la gente quando passano per strada. Perché, oggi come allora, quando una di quelle Alfa procede regale sulle strade di tutti i giorni, l’ammirazione del pubblico è assolutamente suprema.
LE 6C 1500 E 6C 1750, I CAPOLAVORI DI VITTORIO JANO Tazio Nuvolari sulla 6C 1750 al via della Mille Miglia 1930 che lo vide vincitore Tutto cominciò nel 1924 con l’arrivo del progettista Vittorio Jano al Portello, sollecitato fortemente da Enzo Ferrari. Il suo primo lavoro, anzi capolavoro, fu l’Alfa Romeo 6C 1500. Montava (già allora le tasse penalizzavano le grosse cilindrate) un piccolo motore da 1.5 litri frazionato a sei cilindri che sviluppava 44 cavalli, una potenza straordinaria per l’epoca e le dimensioni. La versione da corsa guadagnava un doppio albero e un compressore volumetrico, portando la potenza ad 84 cavalli. Fu questo modello, denominato Alfa Romeo 6C 1500 MMS (carrozzeria a due posti di tipo spider) a vincere la Mille Miglia del 1928; Giuseppe Campari, assistito come meccanico da Giulio Ramponi, dominò la corsa alla media di 84,12 Km/h, velocità massima 155 Km/h, contro avversari di
cilindrata ben superiore. La 6C 1750 SS di Vesco-Guerini, terza quest’anno Non dimentichiamo inoltre che le strade del tempo erano quasi sempre sterrate. Lo stesso equipaggio si ripeté l’anno successivo a bordo dell’evoluzione Alfa Romeo 6C 1750 SS, caratteristica con quel dettaglio dei tre fari chiusi di giorno da coperchi rossi per ragioni aerodinamiche. Nel 1930 fu la volta di Tazio Nuvolari, assistito da Giovanbattista Guidotti, sulla 6C 1750 GS, uguale a quella che ha vinto la rievocazione di quest’anno, appartenente all’equipaggio argentino formato da Juan Tonconogy e Barbara Ruffini (nella foto di copertina al traguardo finale di Brescia); fu un dominio totale delle Alfa schierate dalla Scuderia Ferrari, si aggiudicarono i primi quattro posti; dopo Tazio si classificarono Campari, Achille Varzi e Pietro Ghersi.
LA POSSENTE 8C CHE SFIDO’ LE TEDESCHE Una 8C 2900 durante il passaggio di Milano. Vinse nel 1936 Nel 1931 vinse la Mercedes. Nel 1932 un’altra vettura che sarebbe diventata leggendaria riportò l’Alfa sul trono della Mille Miglia: la 8C 2300 Spider, carrozzata dalla Touring, pilota Mario Umberto Borzacchini e meccanico Amedeo Bignami. Motore ad otto cilindri in linea, 2.3 litri, compressore, potenza 155 cavalli. Bis nel 1933 con Nuvolari, meccanico Decimo Compagnoni. Nel 1934 vinse un’evoluzione, la 8C 2600 Monza, così chiamata perché venne utilizzata anche nei gran premi prima della superba P3 Tipo B. La potenza arrivò a 180 cavalli. Primo al traguardo Varzi con Bignami. Siamo al 1935, i giochi divennero sempre più pesanti vista la concorrenza delle tedesche. Allora è proprio la P3 a venire schierata, motore ad otto cilindri 2.9 con due compressori, 240 cavalli. Primi al traguardo Carlo Maria Pintacuda e Alessandro Della Stufa. Mentre in pista dominano Mercedes e Auto Union, la Mille
Miglia resta territorio di caccia dell’Alfa. Dal 1936 al 1938 si registrano altre tre vittorie, protagonista la 8C 2900. Questi gli equipaggi: Tonino Brivio-Carlo Ongaro; Pintacuda- Paride Mambelli; Clemente Biondetti-Aldo Stefani. Qui si chiude l’epoca eroica dell’automobilismo. Dopo le rovine della guerra, nel 1947 l’Alfa Romeo coglierà l’ultima sua vittoria alla Mille Miglia, ancora con una 8C 2900, equipaggio Emilio Romano e Clemente Biondetti, questa volta come copilota. DALLA MILLE MIGLIA ALLA PRODUZIONE, I CAPOLAVORI DEGLI ANNI ’50 Due 1900 C Sprint Touring, tra le più belle Alfa mai costruite La ricostruzione post bellica è stata lunga e sofferta. Al volgere degli anni Cinquanta l’Alfa Romeo è concentrata soprattutto sulla produzione della berlina stradale 1900, mentre il reparto corse si prepara ad entrare nella neonata Formula 1, che il biscione dominerà per due anni, prima del ritiro. Resta quindi tutto quel patrimonio di esperienza
tecnica forgiato nelle durissime competizioni dell’anteguerra che farà da base alle incredibili Alfa Romeo del ventennio d’oro, stupendi esempi di auto sportive di classe ma accessibili ad un pubblico certamente benestante ma non necessariamente straricco. Aiutate in non minima parte dagli straordinari carrozzieri dell’epoca, Pininfarina, Touring, Ghia, Vignale e Bertone. Da lì nasceranno le fantastiche versioni coupé e spider della 1900, poi la Giulietta. L’Alfa Romeo era diventata una grande industria e produceva auto che, pur non avendo mai corso, sarebbero diventate indimenticabili e rimpiante ancora oggi. Anche e soprattutto grazie alla Mille Miglia. Mercedes Classe V: Night Edition, multispazio di lusso Quale può essere una perfetta auto da weekend per chi ha una famiglia numerosa e tanti bagagli e attrezzature da portarsi dietro? Parliamo di almeno cinque o sei persone con vaste quantità di oggetti, compresi quelli ingombranti: biciclette, tavole da surf, sci, eccetera. Questo è uno dei casi in cui i SUV, oggetto supremo del desiderio di tutti, potrebbero non essere adeguati. Allora ecco tornare in auge la carrozzeria multispazio. Si tratta di una nicchia del mercato, poiché le famiglie affollate sono sempre meno. Ma per quei pochi che ancora resistono ai SUV ci sono diversi modelli molto interessanti. Nella categoria delle multispazio di lusso segnaliamo la Mercedes Classe V Night Edition, una serie speciale di livello ancora più elevato.
MERCEDES CLASSE V NIGHT EDITION, SEMPRE PIU’ LUSSO La serie speciale Mercedes Classe V Night Edition Gli ordini per la Mercedes Classe V Night Edition sono appena stati aperti in Germania, ad un prezzo di partenza di 55.260 euro. Fra poco cominceranno anche nel resto d’Europa, i prezzi italiani sono ancora da definire. Le consegne sono previste da giugno in poi. Questa serie speciale si distingue per l’ispirazione sportiva del suo design, abbinata a pregiati dettagli in nero. Ad esempio segnaliamo la parte inferiore dei paraurti in stile AMG, sia all’anteriore che al posteriore; poi i contorni in nero lucido per la griglia del radiatore; i cerchi in lega leggera AMG da 19 pollici a 7 doppie razze, sempre verniciate di nero; spoiler anteriore con logo Edition; vetri posteriori oscurati; nere infine le barre sul tetto e le calotte degli specchietti retrovisori.
Per quanto riguarda gli interni, è nera anche la pelle nappa dei sedili con cuciture a contrasto. Logo Edition sui tappetini. Di serie la telecamera a 360 gradi, ottimale per le manovre di parcheggio. Il motore è l’affidabile 2.1 diesel della V250, potenza di 190 cavalli e consumi medi da 6,8 a 7,5 litri per 100 Km. La Mercedes Classe V ha riscosso un ottimo successo commerciale dal 2015, anno in cui è stata lanciata, superando finora le centomila unità vendute. Multispazio di grandi dimensioni. Offre tre varianti di carrozzeria, sempre con abitacolo da 8 posti. Le lunghezze sono di 4,89, 5,14 e 5,37 metri. I sedili possono essere configurati, reclinati e asportati per la massima versatilità. L’altezza di 1,88 m permette di accedere a tutte le autorimesse sotterranee. Lo spazio di carico è enorme. Il volume minimo con sedili configurati per 8 posti varia da 610 a 1.410 litri.
Record di Tesla: una Model X traina un Boeing Le categorie dei record del mondo Guinness sembrano essere infinite. Ne esiste perfino una dedicata al traino più pesante da parte di un’auto elettrica di produzione. Pochi giorni fa è stato battuto. Il nuovo primato è un record di Tesla. Un SUV Model X ha infatti trainato nientemento che un super jumbo jet, un Boeing 787-9 Dreamliner in servizio con la Qantas. RECORD DI TESLA: ALTRO CHE TRAINARE LA ROULOTTE Naturalmente si è trattato di un’operazione pubblicitaria, organizzata dalla linea aerea australiana, per promuovere i propri accordi commerciali stretti con l’azienda di Elon Musk. Ma certamente anche le capacità della Tesla Model X ne escono rafforzate. Come sempre, alcuni numeri rendono meglio l’idea. Il SUV californiano è riuscito a trainare il colossale aereo
per 300 metri. Se vi sembrassero pochi, dovreste tenere a mente la massa del 787: questo gigante dei cieli pesa la bazzecola di 130 tonnellate. Non è precisamente la stessa cosa di una roulotte. Nemmeno questa Tesla (o qualsiasi altra automobile al mondo, se è per questo) è stata progettata per sopportare simili sforzi. Infatti i dati di omologazione indicano una massa ammessa al traino non superiore a 2,5 tonnellate. Il Boeing usato per il record viaggiava “leggero”, infatti era privo di carico e passeggeri, oltre ad imbarcare una quantità minima di carburante. Il tentativo è stato effettuato all’aeroporto di Melbourne. Trainare necessita una grande forza. Quando si parla di un veicolo, la forza è tradotta in coppia motrice. La Tesla Model X P100D dispone di due motori elettrici, uno per asse, i quali trasmettono il moto su tutte e quattro le ruote. La potenza massima è di 611 cavalli. Soprattutto, la coppia massima arriva a ben 970 Newton metri. Non è poi così facile per un motore elettrico alimentato a batteria sostenere uno sforzo così elevato e prolungato, perché le batterie raggiungerebbero
temperature troppo elevate, rischiando seri danneggiamenti; in situazioni di utilizzo reale i sistemi di controllo attivano presto le varie protezioni per evitare situazioni critiche. Nel caso di questo traino è probabile che gli ingegneri abbiano allentato un po’ il rigore dei parametri. Tuttavia il record di Tesla qui ottenuto è sempre un risultato notevole. Itinerari per SUV: a Ferrara nel lusso La voglia di SUV o crossover è infinita e non accenna a placarsi. Ce ne sono di tutte le forme, lunghezze, potenze e prezzi. E la gente li vuole di tutte le forme, lunghezze, potenze e prezzi. Un suggerimento fra i tanti possibili itinerari per SUV che vi permetta di trascorrere un bel weekend con la vostra nuova auto? Perché non a Ferrara, una città ricca di arte e storia? Andiamoci a bordo di tre modelli certamente prestigiosi: Infiniti QX30, Jaguar E-Pace e Range Rover Evoque. Appartengono tutti alla fascia media, in termini di dimensioni, tecnicamente definita segmento C. Essa rappresenta il perfetto punto di equilibrio tra spazio e agilità. SUV di questa categoria permettono di affrontare gli stretti spazi cittadini senza soffrire; ma sono anche in grado di accompagnarci in scioltezza nei viaggi più lunghi in tutta sicurezza e comodità. Senza avere paura di qualche puntata montano-campagnola-collinare, visto che la trazione integrale non manca mai. INFINITI QX30, LUSSO GIOVANE
Il design della Infiniti QX30 è decisamente personale e si distingue dalla media. Del SUV ha il look, l’altezza da terra, la trazione integrale, lo spazio interno e la praticità. Lunghezza 443 cm. Della berlina da cui deriva (Q30) mantiente la facilità di guida, l’agilità nonostante la massa, l’eleganza, la sicurezza. Il motore diesel Mercedes da 170 cavalli offre una buona spinta senza eccedere nei consumi.
Il cambio automatico a sette rapporti e la trazione integrale intelligente (varia automaticamente la coppia tra gli assi a seconda delle condizioni di aderenza) permettono una scioltezza di guida di alto livello. E’ un SUV per giovani che vogliono vivere con stile. Per chi fa pochi chilometri c’è anche la motorizzazione a benzina 2.0 da 211 cavalli, sempre con cambio automatico. I prezzi della Infiniti QX30 variano da 37.680 a 46.160 euro. ITINERARI PER SUV: ALLA SCOPERTA DI FERRARA
Il palazzo municipale di Ferrara Ferrara è agevolmente raggiungibile. Da Venezia è a un tiro di schioppo, ci si dirige verso Padova e poi sulla A13 si arriva subito. Da Milano l’opzione più veloce è la A1 fino a Bologna, poi si risale lungo la A14 in direzione Padova. Il percorso più breve invece comprende la A4 fino a Verona Sud, poi la Tangenziale Sud verso Rovigo, quindi la statale 434 fino a destinazione. Da tutte le altre città lo “snodo” è sempre Bologna, poi è come da Milano. Da Torino la strada migliore è la A6 in direzione Savona, poi la A21 verso Piacenza, quindi la A1 verso Bologna. Da Roma e dal Sud è meglio la A1 fino a Firenze e poi Bologna. La nostra scelta fra gli itinerari per SUV ci ha condotto quindi a Ferrara. Questa città è, in compagnia di tantissime altre località italiane, classificata dall’Unesco come
patrimonio dell’umanità. La città emiliana ospita numerose e preziose testimonianze architettoniche dell’epoca rinascimentale. Potete trovare maggiori dettagli su cosa vedere leggendo il nostro articolo su Ferrara. JAGUAR E-PACE, SPORTIVA E ALLA MODA Il binomio fra Jaguar e mondo SUV è molto recente, poco più di un anno, però è già molto consistente. La Jaguar E-Pace, 440 cm di lunghezza, è un’auto molto apprezzata dalle donne, per il suo design e gli ammiccamenti alla moda. Ma il marchio che porta sul cofano ha sempre un valore e un significato preciso: sportività. Potremmo definire il SUV E-Pace come il cugino atletico del Range Rover Evoque, poiché ne condivide architettura e meccanica. Non sono pochi infatti i riferimenti stilistici alla corsaiola F-Type, a partire dai fari.
La scelta dei motori va fatta accuratamente in base ai propri gusti. Infatti se si privilegia la sportività e il divertimento alla guida, è d’obbligo il 2.0 a benzina (va già forte quello da 249 cavalli, poi c’è il top da 300 cavalli). Invece il diesel è più per chi deve percorrere tanti chilometri con regolarità: il 2.0 da 150 cavalli è penalizzato dal peso, quello da 179 è un discreto compromesso, mentre quello da 249 cavalli spinge molto bene, grazie alla coppia elevata. Prezzi da 36.800 a 66.100 euro. RANGE ROVER EVOQUE, CITTADINA CHE AMA IL FUORISTRADA
Volendo, si comporta bene in fuoristrada (senza esagerare, perché non ha le marce ridotte), perché è sempre una Land Rover. Ma il SUV Range Rover Evoque è soprattutto un modello da tranquille passeggiate cittadine, dove lo stile originale del suo design risalta meglio. Tutto il lusso Range e una buona praticità, bagagliaio compreso per un veicolo lungo soli 437 cm sono altri punti di forza.
La guidabilità è ottima, particolarmente se si sceglie l’optional delle sospensioni attive. I motori diesel partono da 150 cavalli, un po’ pochini; molto meglio la versione da 179 cavalli, mentre il top da 241 spinge che è un piacere. Le motorizzazioni a benzina da 241 o 290 cavalli sono l’ideale per i viaggiatori poco assidui. Prezzi da 36.200 a 71.000 euro. Rinnovo gamma Renault: versioni Sport per i Crossover Renault Sport – Renault rinnova la sua intera gamma auto con nuove versione, da buisness a sport. Ci occupiamo delle
versioni sport, che riguardano esclusivamente i crossover ed in particolare Captur. Captur è il crossover più compatto della gamma Renault. Immaginiamo che con questa versione la Casa francese segua il filone di Fiat che presentò a suo tempo la versione “S” del modello 500. CS- Il rinnovo della gamma crossover Renault si completa con CAPTUR SPORT EDITION Questo a nostro parere dona nuovo appeal ad un modello molto popolare, ma poco improntato ai giovanissimi. Captur è stata “rinfrescata” nello stile, ma non nelle motorizzazioni. A parte per il fatto che da oggi nella loro interezza inquinano di meno. Infatti nonostante la cavalleria non cambi, i motori sono classificati euro 6c. Anche il prezzo rimane invariato, sorprendentemente.
CS- Il rinnovo della gamma crossover Renault si completa con CAPTUR SPORT EDITION Il carattere di questa nuova versione Sport è dinamico e giovane. Con nuove appendici pseudo-areodinamiche e altri piccoli cambiamenti sparsi per tutti gli esterni. L’infotainment non cambia, come nessuna delle parti meccaniche. Disponibili anche nuovi disegni dei cerchi, diamantati e di un diametro di 18′. Tutti gli ausili alla guida vengono naturalmente mantenuti, immancabili in questo periodo per essere competitivi nel vastissimo mercato dei Crossover.
Porte aperte del 19 e 20 maggio 2018: sotto con le offerte Un altro corposo weekend di appuntamenti dai concessionari, quello di porte aperte del 19 e 20 maggio 2018. Dal lancio di modelli appena entrati in vendita ad offerte e promozioni sulle auto più interessanti. Questo fine settimana i riflettori sono su DS, Mercedes, Opel, Seat e Suzuki. PORTE APERTE DEL 19 E 20 MAGGIO 2018: DS, OPEL E MERCEDES Il primo SUV del brand francese è protagonista. Nei DS Store è possibile non solo vedere da vicino la nuova DS 7 Crossback ma anche prenotare un test drive di 24 ore, per poter valutare in modo adeguato le caratteristiche di questo modello. Il test drive va prenotato sul sito ufficiale italiano di DS Automobiles. Design raffinato e motori efficienti, la DS 7 Crossback è in vendita a partire da 31.100 euro.
In questo fine settimana di porte aperte i concessionari Opel mostrano tutta la gamma. In particolare, ci sono interessanti offerte sui SUV. Sugli esemplari in stock con motorizzazione diesel di Mokka X, Crossland X e Grandland X, chi rottama un usato può usufruire di un prezzo vantaggioso e del finanziamento con TAN a tasso zero. L’offerta termina il 31 maggio.
Nel porte aperte del 19 e 20 maggio 2018 prosegue per il secondo weekend l’iniziativa sulla Mercedes Classe A di nuova generazione. La novità più consistente è legata alla evoluta interfaccia multimediale MBUX, per viaggiare sempre connessi e dialogare, letteralmente, con l’intelligenza artificiale in linguaggio vicino a quello reale. Prezzi da 29.900 a 41.290 euro GLI APPUNTAMENTI NEI CONCESSIONARI DI SEAT E SUZUKI
Andiamo in casa Seat. Anche qui sono soprattutto i SUV a tenere banco. Sulla nuova Seat Arona, fino al 31 maggio e per vetture in stock, c’è una promozione per il modello 1.0 TSI da 95 cavalli Reference. Il prezzo chiavi in mano è di 14.500 euro invece del listino di 17.150. Comprende 2 anni di garanzia aggiuntiva. Sulla più grande Seat Ateca, versione 1.6 TDI da 115 cavalli Advance (sempre fino al 31 maggio e per vetture in stock), il prezzo promozionale è di 25.000 euro invece di 28.440, se si accende il finanziamento proposto, per tre anni al TAEG di 5,15%, con la diffusa formula anticipo- rate mensili-maxirata finale, oppure restituzione o sostituzione con nuovo modello.
Spostiamoci dalla Suzuki. Protagonista del weekend di porte aperte è tutta la gamma Hybrid. La tecnologia mild hybrid della casa giapponese è perfetta per le auto compatte. E’ leggera, facile ed economica, consentendo di risparmiare su consumi ed emissioni. Gode inoltre delle stesse facilitazioni fiscali e sugli accessi nei centri storici previste per le altre auto ibride. La motorizzazione Hybrid è disponibile per Baleno, Swift e Ignis. Fino al 31 maggio ci sono prezzi promozionali rispettivamente da 13.600, 14.650 e 15.050 euro. BMW M5 Competition: furiosa vestita a festa C’è sempre qualcuno che vuole andare più forte. Così, se non
dovessero bastare i 600 cavalli della M5 “modello base”, ecco pronta la BMW M5 Competition. Cambia anche la collocazione in gamma, rispetto al passato; non più un pacchetto optional della versione normale (il Competition Package della serie precedente), bensì un modello a sè stante. Per weekend con casco, tuta e guanti, scatenandosi in pista in un track day. Al termine del quale, riposta l’attrezzatura nel capiente bagagliaio, si può tornare a casa nel massimo comfort e lusso elevato di una grande berlina di classe. BMW M5 COMPETITION, LA PIU’ POTENTE DI SEMPRE Visivamente non sono molte le differenze tra la BMW M5 Competition e la M5 della serie regolare. Una particolare tinta argentea di vernice metallizzata (chiamata Frozen Dark Silver), dettagli in nero lucido, cerchi speciali da 20 pollici, logo, scarico sportivo con terminali neri. Dentro invece si notano alcuni particolari in carbonio. E’ nella sostanza che si avvertono le novità. A partire ovviamente dal motore. Quando è uscita la M5 dell’attuale
generazione, in BMW si sono divertiti ad escogitare paralleli curiosi per illustrare le capacità del nuovo propulsore, un V8 4.4 biturbo. Ad esempio hanno detto che al massimo della sua performance esso è in grado di aspirare nei cilindri in un’ora la stessa quantità d’aria che riempirebbe il volume di ben 71 containers navali. Poiché la BMW M5 Competition guadagna 25 cavalli in più, quindi 625 in totale, probabilmente riuscirà a riempirne un altro. La coppia massima di 750 Newton metri viene erogata in un arco molto ampio di giri, da 1.800 a 5.800, per un’accelerazione fantastica e infinita. Lo dice il valore di 3,3 secondi per passare da 0 a 100 Km/h, oppure di 10,8 secondi nello scatto 0-200. La Competition è la più potente M5 di sempre. Questa straordinaria forza viene scaricata a terra mediante una puntuale trasmissione a quattro ruote motrici e cambio automatico M Steptronic ad 8 rapporti, molto veloce. Non manca nemmeno il differenziale attivo sull’asse posteriore (la risposta del bloccaggio varia dallo 0 al 100% tra le due ruote, cioè da una situazione in cui la coppia motrice è ripartita ugualmente ad entrambe le ruote ad una in cui tutta la coppia viene trasferita ad una ruota sola).
Le modalità di guida consentono anche la sola trazione posteriore con disattivazione del controllo dinamico di stabilità, per chi si sente in grado di domare la bestia senza aiuti elettronici (auguri). Sempre nell’ottica di una perfetta guidabilità ad alte prestazioni, l’assetto è stato abbassato di sette millimetri, gli ammortizzatori ricalibrati e le molle irrigidite. Le sospensioni hanno anche un controllo elettronico per variare in modo dinamico la risposta degli ammortizzatori.
Mille Miglia 2018: torna la Freccia rossa Ci siamo, eccoci come ogni anno, nella settimana che precede il Gran Premio di Monaco di Formula 1, all’appuntamento con la regina delle classiche. La Mille Miglia 2018 presenta delle novità importanti. Intanto il programma viene spostato indietro di un giorno, poiché a Brescia ci sarà una “notte bianca” dopo l’arrivo. Quindi la corsa si disputa da mercoledì 16 a sabato 19 maggio. Poi la carovana, dopo un’assenza di ben 70 anni, torna a passare da Milano. In mezzo, la consueta cavalcata da Brescia a Roma e ritorno. Un weekend lungo, massacrante e appassionante, per chi partecipa. Per il pubblico, un’altra splendida occasione per visitare alcune delle zone più belle d’Italia. Come sempre, nelle città in cui transita la carovana vengono organizzati diversi eventi turistici e culturali. MILLE MIGLIA 2018, LA FRECCIA ROSSA
Riepiloghiamo la formula, per chi non lo sapesse. La Mille Miglia moderna è una gara di regolarità per auto storiche, riservata a modelli costruiti negli anni in cui si disputò la competizione di velocità, dal 1927 al 1957. La corsa viene soprannominata “Freccia rossa”, dal suo simbolo (appunto una grossa freccia rossa che indica il percorso alle auto partecipanti). Le vetture viaggiano su strade normali aperte al traffico (vengono chiuse solo in prossimità delle partenze e degli arrivi), devono rispettare il Codice della strada e partono sempre da Brescia, scendono fino a Roma poi tornano nella città lombarda. Quattro tappe in altrettante giornate. Ogni equipaggio ha un tempo prefissato in cui coprire il percorso. Più ci si allontana da quel tempo, sia in eccesso che in difetto, maggiori penalità vengono inflitte. Vince chi si avvicina di più al tempo stabilito. Per ciò che interessa di più al pubblico, si tratta di ammirare il passaggio di autentici capolavori dell’automobilismo e testimoni di una storia molto importante del nostro Paese. IL PERCORSO DELLA MILLE MIGLIA 2018
Arriviamo al percorso della Mille Miglia 2018. Gli orari si riferiscono sempre al passaggio previsto della prima auto. Mercoledì 16 maggio alle 14.30 si partirà da Brescia in viale Venezia. Il tragitto della prima tappa comprenderà Desenzano e Sirmione, Mantova, Ferrara e Comacchio, arrivo a Cervia-Milano Marittima intorno alle 22. Giovedì 17 maggio si ripartirà da Cervia alle 6.30; quindi si attraverseranno Pesaro, San Marino, Arezzo, Cortona, Orvieto e si arriverà a Roma, dove dalle 20.15 ci sarà la consueta passerella nel centro. Venerdì 18 si ripartirà dalla capitale alle 6.30 e, attraversando Siena, Lucca, Sarzana e il Passo della Cisa (non accadeva dal 1949), si arriverà a Parma alle 21.15. Si ripartirà, sempre alle 6.30, nella mattinata di sabato 19 per la tappa conclusiva: passaggio da Lodi, poi si attraverserà Milano da sud a nord. Controllo orario in piazza Duomo dalle 10.15. Si proseguirà verso Arese al Museo dell’Alfa Romeo, primo passaggio alle 10.55. Si festeggeranno per l’occasione i 90 anni dalla prima partecipazione dell’Alfa alla corsa; le vetture entreranno nella piccola pista interna
al museo. Successivamente la carovana si dirigerà verso l’Autodromo di Monza, dove dalle 12.55 attraverserà il tracciato di Formula 1. Quindi via verso Bergamo (14.10), Chiari, Ospitaletto e Brescia. La prima vettura dovrebbe transitare sul traguardo di viale Venezia alle 16. Maggiori dettagli sulla gara, compresi gli orari dei passaggi nelle singole località e le mappe precise dei percorsi in tutti i paesi, al sito ufficiale della Mille Miglia. AUTO PARTECIPANTI E PILOTI VIP Un record: la Mille Miglia 2018 ha raccolto l’iscrizione di ben 725 vetture, ben oltre il limite massimo di 450 auto che prenderanno il via. Le 900 persone che formano gli equipaggi provengono da 34 diverse nazioni, gli italiani rappresentano circa il 30%. Tra le auto la parte del leone tocca alla Fiat con 49 vetture, ma l’Alfa è subito dietro con 48; seguono 35 Jaguar, 33 Lancia, 33 Mercedes-Benz, 46 Lancia, 30 Porsche e le altre a seguire. Le Ferrari sono 16. Tra le vetture più rare in lizza segnaliamo: OM 665 Superba, la vincitrice della prima Mille Miglia del 1927, qui rappresentata in ben 11 esemplari, praticamente tutti quelli
rimasti; Alfa Romeo 8C B 2900 P3, vincitrice nel 1934 del GP di Monaco e nei due anni successivi della Mille Miglia; Ferrari 340 America Spider Vignale, esemplare che nel 1952 si ritirò alla MM mentre era al comando, condotta da Piero Taruffi; Mercedes-Benz 710 SSK del 1930, proveniente dal museo di Stoccarda; Porsche 550 Spyder, anch’essa proveniente dal museo di Stoccarda (quello della Porsche, ovviamente). Tanti nomi di spicco tra i partecipanti. Segnaliamo, al seguito su due Stelvio, gli attuali piloti del team Sauber- Alfa Romeo di Formula 1, cioè Marcus Ericsson e Charles Leclerc. Poi Esteban Ocon del team Force India, su una guest car col numero 718, una Mercedes AMG GT C; al suo fianco Klaus Ludwig, tre volte vincitore della 24 ore di Le Mans. Poi Bernd Schneider, svariate volte campione DTM; guiderà una Mercedes 190 SL del 1955. Il cantante Piero Pelù, su una Alfa Romeo Giulietta Sprint Bertone del 1955; Guy Berrman, bassista dei Coldplay, condividerà il volante di una Alfa Romeo 1900 Sport Spider del 1954 con il pilota americano Derek Hill, figlio di Phil Hill, campione del mondo di Formula 1 nel 1961 con la Ferrari. Jochen Mass, vincitore a Le Mans nel 1989, guiderà una Mercedes 300 SL Coupé del 1955. Timo Bernhard, due volte vincitore a Le Mans (2010 e 2017), formerà l’equipaggio con l’attore premio Oscar Adrien Brody, al volante di una Porsche 356 1500. Non possiamo assolutamente trascurare il mitico Walter Röhrl, due volte campione del mondo rally e quattro volte vincitore del rally di Montecarlo. Parteciperà alla Mille Miglia 2018 su una Porsche 356 A 1500 GS Carrera del 1956. Chiudiamo con Jacky Ickx, vincitore di 8 GP in F1, anche su Ferrari, e soprattutto 6 volte trionfatore alla 24 ore di Le Mans. Qui guiderà una Porsche 550 Spyder A/1500 RS del 1957.
Rolls-Royce Cullinan: il gioiello della Corona Lo parcheggeranno sotto la Torre di Londra? La domanda non è del tutto fuori luogo, poiché il SUV Rolls-Royce Cullinan può a pieno titolo aspirare a diventare il 141° gioiello della Corona britannica, il celebre tesoro dal valore incalcolabile custodito nella suddetta torre. Cullinan è proprio il nome di una di queste pietre preziose, per la precisione si tratta del diamante più grande mai estratto da una miniera. Da un gioiello all’altro, insomma. Per viaggi regali su qualsiasi superficie. ROLLS-ROYCE CULLINAN, LUSSO REGALE SENZA COMPROMESSI
L’avanzata dei SUV è come un fiume in piena: nulla può resistergli. Bentley, Lamborghini, fra poco anche Ferrari. Mancava all’appello appunto la più prestigiosa fra le case britanniche. In realtà la decisione di entrare in questo settore anche da parte della marca più aristocratica sul pianeta è stata presa da qualche tempo, poiché l’annuncio è stato dato ben tre anni fa. E ora il mondo ha potuto ammirare per la prima volta la Rolls dei SUV o il SUV della Rolls, a seconda dei gusti. Questo particolare veicolo risponde ad una precisa esigenza segnalata dai miliardari clienti della marca con la statuetta dello Spirit of Ecstasy sul cofano, in particolare i più giovani. Cioè poter affrontare qualunque terreno nel lusso più totale, recarsi in qualsiasi luogo anche remoto per soddisfare la propria voglia di avventura, ma sempre con i calici di cristallo per lo champagne e il decanter per il whisky. La Rolls-Royce Cullinan, come ogni Rolls che si rispetti, deve
essere un’auto senza compromessi. Anche in questa epoca confusionaria, nella sede di Goodwood conservano e tengono sempre nella massima considerazione la massima del fondatore, Sir Henry Royce, da seguire come filosofia nella creazione di ogni modello: “Prendi il meglio e rendilo migliore. Se non esiste, disegnalo”. Il primo compromesso da rifiutare è quello del rumore. Rolls- Royce significa silenzio assoluto e totale assenza di vibrazioni (il celebre “effetto tappeto volante” è nato proprio con le prime Phantom). Obiettivo difficile da raggiungere con la carrozzeria tipica dei SUV, cioè due volumi, vale a dire con il vano bagagli non fisicamente separato dall’abitacolo. ANCHE IL SUV VIAGGIA SUL TAPPETO VOLANTE Quindi ecco il primo SUV a tre volumi del mondo, una forma sparita perfino dalle berline. Ma qui ha un senso. Ed è anche qualcosa che solo la Rolls può permettersi di costruire. Perché non ha bisogno di utilizzare piattaforme condivise per il telaio. I pianali Rolls non sono usati dalle altre marche del gruppo BMW, nemmeno dalla Serie 7. La struttura della Cullinan è quella introdotta dalla sorella Phantom di ultima
generazione, chiamata “Architettura del lusso”. Allora abbiamo per la Rolls-Royce Cullinan dimensioni imponenti (5.341 mm di lunghezza, 2.164 di larghezza, 1.835 di altezza, passo 3.295 mm). L’abitacolo è isolato dal bagagliaio, anche termicamente, mediante una paratia di vetro. L’architettura, benché massiccia, è interamente in alluminio, quindi il peso della vettura rimane contenuto, in senso relativo: 2.660 Kg a secco. La Cullinan è un SUV che non scherza nel fuoristrada, dove il tappeto volante è sempre in funzione. Infatti l’assetto si alza di ben 41 mm, consentendo una profondità di guado di ben 53 cm. Le sospensioni pneumatiche autolivellanti permettono di assorbire tutte le sconnessioni della guida offroad senza trasmetterle all’abitacolo. Infine ci si potrebbe chiedere a cosa serve un motore strapotente in un’auto non pensata per la velocità. A fare quello che fin dagli anni ’20 veniva richiesto ad una Rolls: trasportare pesi anche molto consistenti senza il minimo sforzo.
Nel caso della Cullinan, come per la Phantom attuale, il V12 6.75 biturbo da 571 cavalli (benzina pura, qui l’ibrido non è contemplato) è in grado di erogare la straordinaria coppia massima di 850 Newton metri già a 1.600 giri, quindi con un filo di gas; il tappeto volante, appunto. Gli interni? Immaginate il salotto della regina Elisabetta e avrete un’idea abbastanza precisa. Pagani Huayra Roadster: un leasing da record I record nel mondo dell’automobile non sono circoscritti ai tempi sul giro al Nürburgring, alla velocità massima su un lago salato nello Utah oppure all’accelerazione 0-100, 0-200,
0-300 o perfino 0-400. Esistono da molto tempo i record per l’auto più costosa (pare la Lamborghini Veneno, 3,3 milioni di euro nel breve periodo in cui hanno prodotto i 9 esemplari). Ora la categoria si è allargata. Viene infatti introdotto il record per l’auto dal leasing più costoso e se lo aggiudica la Pagani Huayra Roadster. PAGANI HUAYRA ROADSTER, LEASING MILIONARIO La Pagani Huayra è una hypercar, come tutti i modelli prodotti a Modena dal mitico Horacio Pagani, ingegnere argentino trapiantato in Romagna. Queste auto hanno incredibili soluzioni tecniche, design stupefacente e prestazioni da paura. Vengono prodotte in serie limitatissime e quindi costano svariati milioni. Sono quindi destinate alle persone più ricche del pianeta, gente che di solito viaggia col jet personale, quindi non ha problemi nel sborsare cifre di tale entità in contanti. Tuttavia il mondo moderno è fondato sul credito, anzi sul debito. La rateazione è l’anima del commercio. Se si possono acquistare ville a rate, perché non anche le hypercar? E
perché, già che ci siamo, non la facciamo figurare come bene aziendale per ridurre le tasse? Questa è la domanda che si devono essere posti alla Putnam Leasing, società finanziaria americana (solo negli USA potevano concepire una cosa del genere). Allora ecco pronta l’offerta per le corporation: una splendida Pagani Huayra Roadster in leasing. Invece di sborsare la bellezza di 2,7 milioni di dollari in contanti (pari a circa 2,26 milioni di euro) per il prezzo senza optional, i rampanti clienti se la possono cavare con un piano da 25.339 dollari per 60 mesi. Naturalmente va versato un piccolo anticipo, solo 700.000 dollari, una bazzecola. Il totale fa 2,2 milioni e rotti. Un affarone. La Pagani Huayra Roadster è un gioiello della tecnica, una vera opera d’arte su quattro ruote. Per descriverla sono sufficienti le parole dello stesso Horacio, quando ne racconta l’origine: “Tutto doveva essere unico, come una macchina
ricavata da un blocco di marmo di Carrara”. Allora anche i dati tecnici diventano quasi superflui. Citiamo solo il motore Mercedes-AMG, appositamente costruito per le specifiche Pagani, un V12 6.0 biturbo da 764 cavalli di potenza e 1.000 Newton metri di coppia massima, su un monoscocca in carbo- titanio e telaio in tubi di acciaio al cromovanadio, per un peso a secco di soli 1.280 Kg. C’è però un piccolo particolare che non quadra nell’offertona americana. La Pagani ha fissato la produzione della Huayra Roadster in soli 100 esemplari, tutti già prenotati in anticipo. Quindi il leasing è su una Pagani di “seconda mano”? Chissà il chilometraggio. Suzuki Swift Hybrid: per un weekend nel centro di Milano E’ piccola e giovane, scattante e risparmiosa, comoda e di aspetto vivace, a buon mercato e ben equipaggiata. La Suzuki Swift Hybrid ha tutte le carte in regola per emergere in un mercato molto competitivo, quello delle citycar. Inoltre il suo migliore valore aggiunto, cioè proprio il fatto di essere un’auto ibrida, le consente di andare dove a molte concorrenti non è permesso; ad esempio molte zone a traffico limitato. L’ideale per muoversi in una caotica città come Milano, e arrivare nei luoghi turisticamente più importanti senza il sovrapprezzo dell’Area C. La nostra prova ha proprio toccato strade che ormai è sempre più difficile o costoso raggiungere in auto, almeno nei giorni feriali. Castello Sforzesco e quadrilatero della moda su tutti. Per un weekend in giro tra i centri storici.
LA SUZUKI SWIFT HYBRID E’ PIU’ GRINTOSA, SPAZIOSA E COMPATTA La nuova Suzuki Swift Hybrid ha conservato, migliorandole, quelle doti che hanno convinto oltre cinque milioni di clienti nel mondo in 13 anni: quindi compattezza, leggerezza, praticità e originalità nel design. Infatti la Swift ha una forma immediatamente riconoscibile, quei fari così caratteristici così come i fanali al posteriore. La serie attuale ha accentuato il look sportiveggiante grazie alle dimensioni che la rendono leggermente più corta, bassa e larga; il frontale è più grintoso, per merito delle prese d’aria più grandi. Dietro abbiamo poi un piccolo spoiler che rende ancora più dinamica l’idea generale di questa vettura.
La nuova Swift è più corta ma lo spazio non è diminuito, anzi è aumentato quello per i passeggeri posteriori. In questa piccoletta lunga meno di quattro metri si sta comodi anche dietro, quattro persone anche robuste possono spostarsi in città nel massimo comfort. E’ anche aumentato del 25% lo spazio nel bagagliaio, da 265 a 947 litri, un record per una citycar. L’auto è inoltre più aerodinamica e silenziosa; si muove ancora meglio in città (raggio di sterzata ulteriormente ridotto). Soprattutto, è decisamente più leggera della precedente (già una piuma di suo), mediamente 120 Kg in meno. Riepiloghiamo le dimensioni: lunghezza 3.840 mm, larghezza 1.735 mm, altezza 1.495 mm, passo 2.450 mm. Il peso in ordine di marcia della Hybrid a trazione anteriore, la vettura che abbiamo provato noi, è di 850 Kg. IN SUZUKI NEL CENTRO DI MILANO
Sarebbe impensabile descrivere le attrattive turistiche di Milano nelle poche righe di questo articolo. Servirebbero libri in quantità. Ci limitiamo a riepilogare l’ovvio, perché comunque è ciò che tutti cercano, come il Colosseo a Roma, gli Uffizi a Firenze o San Marco a Venezia. Dobbiamo parlare del Duomo? Dentro e fuori è sempre spettacolare. In una giornata con cielo sereno la salita alle guglie è obbligatoria (c’è l’ascensore ma chi si sente molto atletico può anche usare le scale), perché da questa posizione il fascino di questa città ci viene proiettato davanti agli occhi in tutto il suo splendore.
L’Arco della pace. Sullo sfondo la Torre del Filarete del Castello Sforzesco Se il Duomo non vi sembra abbastanza alto, ogni domenica si può salire sulla terrazza panoramica di Palazzo Lombardia, il grattacielo della Regione costruito nel 2010. D’obbligo anche il sempre affascinante Castello Sforzesco, pieno di storia, misteri e arte. Poi il Cenacolo di Leonardo da Vinci. O la più prosaica via Montenapoleone, capitale mondiale della moda. O la Darsena coi Navigli, per serate in piena Movida. E tanto altro ancora, che lasciamo a voi il compito di scoprire o riscoprire. Senza dimenticare il cibo, le ricette milanesi tradizionali. Tanto, tutto. L’EFFICIENTE SISTEMA IBRIDO DI SUZUKI
Le auto ibride utilizzano tecnologie differenti in base al tipo di veicolo che le dovrà montare. Le viaggiatrici di grandi dimensioni e alto prezzo sfruttano il sistema ibrido plug-in, in cui il motore elettrico ha una potenza abbastanza elevata, le batterie una capacità notevole (ma anche un peso molto consistente) e si ricaricano tramite collegamento esterno; queste auto possono percorrere anche 50 Km in modalità solo elettrica. Le auto di media dimensione e prezzo, particolarmente quelle da città o viaggi brevi, hanno motore di bassa potenza e batterie di ridotta capacità che non si ricaricano esternamente; generalmente l’auto procede elettricamente per due o tre Km e fino a 50 Km/h.
Poi ci sono le mild hybrid, dette anche ibride leggere o microibride. E’ la tipologia usata da Suzuki, poi seguita anche da altri costruttori. La funzione dell’apparato elettrico è quella di assistere il motore a benzina nelle accelerazioni, cioè le fasi dove esso consuma e inquina di più. E’ un sistema ideale per le auto di piccole dimensioni, poiché l’aumento di peso è trascurabile (solo 10 Kg nella Swift); inoltre la semplicità del sistema non aumenta in modo eccessivo i costi. La casa di Hamamatsu chiama il proprio sistema SHVS (Smart Hybrid Vehicle by Suzuki). Il cuore è l’apparato ISG (Integrated Starter Generator) il quale integra tre componenti: un motore elettrico, un alternatore e un motorino di avviamento. L’elettricità necessaria al suo funzionamento viene prelevata trasformando l’energia cinetica prodotta da frenate e accelerazioni. Quando si rilascia l’acceleratore o si preme il pedale del freno, il motore elettrico diventa un generatore, che trasforma in elettricità l’energia d’attrito che altrimenti verrebbe dispersa in calore. Tale energia
elettrica viene accumulata in una batteria al litio a 12 volt, molto leggera e compatta. Il motore a benzina sulla Swift da noi provata è il 1.2 Dualjet da 90 cavalli. La differenza nei consumi tra Hybrid e versione normale è interessante: 4,5 l/100 Km in città contro 5,4 e 4 nel ciclo combinato contro 4,3. La motorizzazione ibrida è disponibile anche col propulsore 1.0 turbo Boosterjet a tre cilindri. C’è anche la versione a trazione integrale. Aggiungiamo per completezza i dati su accelerazione e velocità massima: 11,9 secondi nello 0-100 e 180 Km/h. Emissioni medie di CO2: 90 g/Km. L’altro aspetto molto importante da considerare è che le ibride Suzuki, anche se mild, sono legalmente considerate ibride a tutti gli effetti. Quindi come le altre godono dei vantaggi fiscali sul bollo (a seconda della regione di appartenenza si arriva anche ad un’esenzione di cinque anni) e delle agevolazioni che alcune amministrazioni locali concedono su accesso alle zone a traffico limitato e soste.
LA SUZUKI SWIFT HYBRID VOLA COME UNA FARFALLA Minore peso, maggiori prestazioni (o minori consumi, dipende dallo stile di guida). La Suzuki Swift Hybrid si conferma un’eccellente auto da città. S’infila dappertutto, si parcheggia ovunque, posto che il parcheggio esista, naturalmente. Ma non si tratta solo di compattezza. Questa Swift si muove con la massima sicurezza in ogni situazione, perché è ben piantata a terra. Baricentro basso, telaio molto rigido, sterzo preciso e leggero, sospensioni calibrate con giusto equilibrio per mantenere un buon grado di comfort. La sicurezza non si esaurisce nelle componenti meccaniche. Infatti anche la dotazione elettronica è di alto livello per una citycar. Intanto c’è la fondamentale frenata automatica d’emergenza, che in Suzuki chiamano “Attentofrena”; poi l’avviso d’invasione corsia oltre i 60 Km/h, nome in codice “Guidadritto”. Non manca nemmeno l’allarme rilevamento stanchezza, “Restasveglio” in giapponese. Oltre agli
abbaglianti automatici e al cruise control adattivo. E la telecamera posteriore per le manovre. Vogliamo parlare degli interni? Pratici ed eleganti, non manca niente, c’è anche il riscaldamento dei sedili. Doppio display digitale, nel cruscotto per le informazioni principali e quello più grande da 7 pollici a centro plancia per multimedia e navigazione (con mappe 3D). Sono comprese compatibilità con smartphone Apple CarPlay, Android Auto e Mirrorlink e radio digitale DAB+. Il climatizzatore è automatico. Insomma, la Suzuki Swift Hybrid può tranquillamente competere per la palma di migliore citycar sul mercato, una gara maledettamente difficile dato il numero e la qualità dei concorrenti. ALLESTIMENTI E PREZZI DELLA SUZUKI SWIFT HYBRID
Passeggiata in via Montenapoleone, cuore delle firme di alta moda La Suzuki Swift Hybrid costituisce il top di gamma del modello. Come da tradizione nella casa giapponese, gli optional sono pochi perché quasi tutto è già compreso nell’equipaggiamento di serie. Oltre a quanto elencato prima, troviamo di serie anche la strumentazione My Drive, in cui si riportano informazioni legate allo stile di guida, come valori istantanei di coppia e potenza, flusso di energia, forza G, statistiche su accelerazione e frenata, velcoità media e risparmio carburante. Chiudiamo in bellezza con cerchi in lega da 16 pollici bicolore e fari Full LED anteriori e posteriori. Tutto questo è al livello di auto premium. Quindi potremmo pensare a prezzi importanti. Invece no, l’auto è come una premium ma è venduta a cifre popolari. La versione da noi provata era la 1.2 Top a trazione anteriore. Il prezzo di listino chiavi in mano è di 17.690 euro. Con la stessa motorizzazione, la versione a quattro ruote motrici costa 19.190 euro. Chi preferisce il 1.0 BoosterJet (solo a due
ruote motrici) paga 18.890 euro. Inoltre sono molto frequenti promozioni interessanti. Porte aperte del 12 e 13 maggio 2018: offerte e novità Si presenta affollatissimo il weekend di porte aperte del 12 e 13 maggio 2018. Infatti diverse marche hanno organizzato in tale fine settimana l’apertura dei rispettivi concessionari per mostrare le ultime novità. Segnaliamo gli appuntamenti di Alfa Romeo, BMW, Fiat, Jeep, Lancia e Mercedes. PORTE APERTE DEL 12 E 13 MAGGIO 2018: BMW X2 E MERCEDES CLASSE A
La BMW X2 è la protagonista del weekend di porte aperte del 12 e 13 maggio 2018 nella rete vendita della casa bavarese. Il SUV coupé compatto (o SAV, come amano definirlo a Monaco) si distingue per un design che va al di là delle convenzioni e ne esalta con decisione le caratteristiche sportive, in piena sintonia con la tradizione di questo marchio. Motori per il momento solo diesel a quattro cilindri 2.0 da 190 e 231 cavalli. Prezzi da 44.100 a 53.500 euro.
Restiamo in Germania ma passiamo da un SUV ad una berlina. La Mercedes Classe A di nuova generazione si evolve e punta molte delle sue carte sull’innovativa interfaccia multimediale MBUX. Si viaggia sempre connessi e s’interagisce con il sistema in linguaggio naturale. L’interfaccia sfrutta un software d’intelligenza artificiale che imparerà gusti e abitudini del conducente per offrire servizi più precisi e mirati. E’ sufficiente parlarle, chiamandola con un colloquiale “Hey Mercedes”. Prezzi da 29.900 a 41.290 euro. ALFA ROMEO STELVIO E JEEP WRANGLER, VOGLIA D’AVVENTURA
Entriamo in casa FCA per questo weekend di porte aperte segnalando la serie speciale Alfa Romeo Stelvio Sport Edition. Sulla base dell’allestimento top di gamma e del motore diesel da 210 cavalli, questa versione del brillantissimo SUV italiano accentua le caratteristiche sportive con tanta sostanza tecnica, aggiungendo importanti equipaggiamenti di assistenza alla guida. Prezzo 59.700 euro. Il porte aperte verrà replicato nel weekend del 26-27 maggio.
Dal SUV al fuoristrada duro, puro, l’archetipo dell’avventura: la nuova serie della Jeep Wrangler. Poche modifiche al design ma profondi miglioramenti dal punto tecnologico, tanto che si contano 75 diversi sistemi di sicurezza attiva e passiva. A maggio sulla Wrangler c’è una promozione (estesa anche a Renegade, Compass e Grand Cherokee) col finanziamento Jeep Free: anticipo 18.000 euro meno il valore dell’usato in permuta, nessuna rata mensile, poi dopo due anni una maxirata da 19.232 euro, oppure si può restituire la macchina. FIAT E LANCIA, 100 MILIONI DI OFFERTE
Chi visiterà i concessionari Fiat e Lancia nel weekend di porte aperte del 12 e 13 maggio potrà saperne di più e aderire alla promozione Imperdibili 100. Il numero indica lo stanziamento complessivo messo a disposizione da FCA per questa operazione, cioè 100 milioni di euro. Valida per la Ypsilon e l’intera gamma Fiat, si possono acquistare i modelli a prezzi molto interessanti.
Inoltre, se si accende un finanziamento, la vettura acquistata si pagherà a partire da gennaio, senza versare alcun anticipo. Alcuni esempi: Lancia Ypsilon a 8.950 euro, Fiat Panda a 7.400 euro, Fiat 500 a 9.900 euro, Fiat Tipo 5 porte a 12.500 euro, Fiat 500L a 13.500 euro. Porte aperte anche il 26-27 maggio. Volkswagen Golf GTI TCR: sempre più veloce La Volkswagen Golf è come tu la vuoi. Dalle versioni più risparmiose a metano alle ambientalmente amichevoli motorizzazioni ibrida ed elettrica, passando dalle diesel macinatrici di chilometri. Poi c’è la GTI. Un’icona per la Germania ma anche per il resto d’Europa. Eravamo rimasti alla
Clubsport ed ora ecco la sua erede, la Volkswagen Golf GTI TCR. Per sentirsi veri piloti al volante di una gran turismo compatta e furiosa come poche. VOLKSWAGEN GOLF GTI TCR, DALLE CORSE ALLA STRADA La Golf GTI è il simbolo della sportività tedesca accessibile. Dal 1976, anno in cui venne presentata la prima versione sportiva basata sulla berlina disegnata da Giorgetto Giugiaro, ne sono stati venduti ben 2,2 milioni di esemplari nel mondo, un successo straordinario per un prodotto di nicchia. Ora siamo arrivati al momento di vedere il nuovo modello che si collocherà al vertice di questa gamma così prestigiosa. Il nome non lascia spazio a dubbi. La Volkswagen Golf GTI TCR infatti deriva direttamente dall’omonima vettura da corsa, vincitrice di due edizioni del campionato TCT International Series. Con un’auto come questa si fa turismo nel senso più dinamico della parola. Trovata la strada adatta, è la guida per la guida, il puro piacere di sentirsi tra le mani una vettura
dalle prestazioni entusiasmanti. Vediamo in queste foto le sue fattezze, subito dopo la presentazione avvenuta al festival di Wörthersee, in Austria, il tradizionale raduno degli appassionati di Golf GTI. E’ cattivissima come una GTI deve sempre apparire. Riepiloghiamone le principali caratteristiche tecniche. Il motore a benzina a quattro cilindri 2.0 turbo che il gruppo Volkswagen usa per le sue sportive medie eroga qui la bellezza di 290 cavalli. Una potenza che per una trazione anteriore stradale si avvicina ai limiti di quanto è possibile gestire senza troppe complicazioni. Il regime di potenza massima viene raggiunto tra 5.000 e 6.800 giri. Abbondante anche la coppia massima, 370 Newton metri disponibili da 1.600 a 4.300 giri, per una spinta poderosa molto lunga. Poiché i cavalli sono tantissimi e tutti davanti, la trasmissione gioca un ruolo cruciale. Il cambio è il solido, affidabile e veloce automatico DSG a doppia frizione e sette rapporti. Per assicurare una trazione eccellente in ogni condizione, viene in aiuto il blocco al differenziale anteriore. La velocità massima è limitata elettronicamente a 250 Km/h. Ma come optional è possibile la rimozione del limitatore, potendo così raggiugnere 264 Km/h. Possono anche bastare. SUV sportivi: Alfa Romeo Stelvio e Jaguar F-Pace, le novità Due fra i più importanti modelli nella categoria dei SUV sportivi sfoggiano interessanti novità nelle rispettive gamme.
Per weekend all’insegna del brio e del piacere di guidare, senza dimenticare la distinzione regalata dal loro design e dal prestigio delle marche; col valore aggiunto, tipico dei SUV, della notevole versatilità in termini di spazio e capacità di muoversi anche fuori dall’asfalto. Alfa Romeo Stelvio Sport Edition e Jaguar F-Pace modello 2019, scopriamo ciò che hanno da offrirci. ALFA ROMEO STELVIO SPORT EDITION, IL NOME DICE TUTTO La nuova serie speciale Alfa Romeo Stelvio Sport Edition arriva nei concessionari italiani piena di spunti interessanti. L’allestimento da cui parte è il top di gamma Executive, a cui si aggiungono importanti componenti per accentuare la guida brillante che questo SUV permette fin dalla sua versione d’ingresso. La motorizzazione è la 2.2 diesel da 210 cavalli con cambio automatico AT8 e trazione integrale Q4. Troviamo quindi nella dotazione di serie le sospensioni attive e il differenziale posteriore autobloccante: sportività e sicurezza al massimo grado in ogni condizione.
Per quanto riguarda il pacchetto di assistenza alla guida, abbiamo frenata automatica d’emergenza con riconoscimento pedone, avviso invasione corsia, avviso traffico in attraversamento posteriore e cruise control adattivo. La strumentazione di questa serie speciale dello Stelvio include Alfa Connect 3D con navigatore su schermo da 8,8 pollici e compatibilità smartphone Apple CarPlay e Android Auto. L’estetica si distingue per pinze freno nere, rosse o gialle, cristalli posteriori oscurati, cornice vetri in nero lucido. Gli interni comprendono sedili riscaldati e a regolazione elettrica a sei vie, rivestiti in pelle pregiata di tipo sportivo. Prezzo da 59.700 euro. Porte aperte nei concessionari il 12-13 e 26-27 maggio. JAGUAR F-PACE 2019, ARRIVA LA MICIDIALE SVR La novità più vistosa legata al modello 2019 del SUV Jaguar F- Pace è l’ingresso in gamma della versione top SVR. Significa motore V8 5.0 sovralimentato con compressore volumetrico, potenza straordinaria di 550 cavalli, accelerazione 0-100 in 4,3 secondi e 283 Km/h di velocità massima. Ma anche la serie normale di F-Pace ha aggiunto novità interessanti, soprattutto dal punto di vista tecnologico. Infatti è stato introdotto in
Puoi anche leggere