Media Monitoring per 20-09-2019 - Rassegna stampa del 20-09-2019 - Ruggi

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Media Monitoring per 20-09-2019 - Rassegna stampa del 20-09-2019 - Ruggi
20-09-2019

Media Monitoring per

   Rassegna stampa del 20-09-2019
Media Monitoring per 20-09-2019 - Rassegna stampa del 20-09-2019 - Ruggi
AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona ................................................................................ 1
      20/09/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO
            «Cardiologia, ubicazione errata» ............................................................................................ 1
      20/09/2019 - CRONACHE DI SALERNO
            Landi: "L' organizzazione dei reparti non fatta con criteri razionali" ..................................... 2
      20/09/2019 - METROPOLIS
            Morte sospetta in corsia Processo per 4 medici ..................................................................... 3
      19/09/2019 - WWW.ILMATTINO.IT
            Coiffeur dei vip morto in ospedale, quattro medici a processo .............................................. 5
      19/09/2019 - WWW.CRONACHEDELLACAMPANIA.IT
            Pompei, morte del parrucchiere del Vip: 4 medici del Ruggi di Salerno rinviati a giudizio .... 6
      19/09/2019 - WWW.SALERNOTODAY.IT
            Problemi alla rete informatica: disagi al pronto soccorso del Ruggi ...................................... 7
      19/09/2019 - SALERNO.OCCHIONOTIZIE.IT
            Salerno, caos al Ruggi: computer del Pronto Soccorso in tilt ................................................. 8
      19/09/2019 - WWW.ZEROTTONOVE.IT
            Salerno, disagi al Pronto Soccorso del Ruggi: problemi alla rete informatica ........................ 9
      19/09/2019 - VOCEDISTRADA.IT
            Salerno, morte coiffeur Schettino al Ruggi: 4 medici rinviati a giudizio | ............................. 10
      19/09/2019 - WWW.SALERNONOTIZIE.IT
            Salerno: in tilt i computer al Pronto Soccorso del Ruggi, caos in corsia .............................. 11
Sanità Salerno e provincia ............................................................................................................ 12
      20/09/2019 - LA CITTÀ DI SALERNO
            Morì in ospedale Gli operatori del 118 rischiano il processo ................................................ 12
      20/09/2019 - IL MATTINO (ED. SALERNO)
        Sospeso l' ambulatorio solidale stop alle visite .................................................................... 13
Sanità Campania ............................................................................................................................. 14
      20/09/2019 - IL MATTINO (ED. CASERTA)
            «Pineta Grande», la guerra degli esposti tra imprenditori ................................................... 14
      20/09/2019 - IL MATTINO (ED. AVELLINO)
            Bianco: «L'incarico all'Asl una sorpresa, avevo casa a Ischia» ............................................. 16
      20/09/2019 - IL MATTINO (ED. AVELLINO)
            Ospedale, otto infermieri per il Pronto soccorso sprint anche sui medici ............................ 18
      20/09/2019 - IL MATTINO (ED. AVELLINO)
            Trapianto multiplo di fegato, una avellinese nell' équipe .................................................... 20
Sanità nazionale ............................................................................................................................. 22
      20/09/2019 - IL FATTO QUOTIDIANO
            "L' alleanza con il M5S è naturale: ora un grande partito del lavoro" .................................. 22
      20/09/2019 - IL GIORNALE
            «Omeopatia legale, basta calunnie» .................................................................................... 24
      20/09/2019 - ITALIA OGGI
            Esenzioni ampie per le cure ................................................................................................. 26
      20/09/2019 - ITALIA OGGI
            Speranza è al lavoro per il Parco della Salute ...................................................................... 28
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20/09/2019                                                                                                                   Pagina 11
                                              La Città di Salerno
                       Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                             «Cardiologia, ubicazione errata»
 Mario Rinaldi
 MERCATO SAN SEVERINO Il trasferimento
 del reparto di Medicina Generale
 all'interno del Corpo A dell'ospedale
 Fucito è stato accolto con soddisfazione
 da parte dell'utenza, dall'altro bisogna
 registrare i disagi, che molti pazienti
 hanno lamentato, per la dislocazione del
 reparto di cardiologia. Senza contare il
 ritardo per l'inaugurazione del nuovo
 pronto soccorso, con i locali ormai pronti
 da tempo. Secondo il personale medico e
 paramedico        del       Fucito,        la
 riorganizzazione dei reparti non rispetta i
 criteri di una razionalità logistica. Il
 reparto di cardiologia dovrebbe trovarsi
 in prossimità di quelli di chirurgia,
 rianimazione e pronto soccorso. In
 diverse circostanze, infatti, i pazienti con
 patologie di natura cardiaca, che
 necessitano interventi chirurgici con
 consulenza     cardiologica     ed    esami
 ecocardiaci, sono costretti ad essere
 trasportati da un reparto all'altro della struttura ospedaliera, attraverso l'ausilio di
 sedie a rotelle o di altri supporti di trasferimento. Un argomento del quale è stato
 informato l'ex direttore generale dell'azienda ospedaliera San Giovanni di Dio e
 Ruggi d'Aragona, Giuseppe Longo . Quest'ultimo, assicurò la disponibilità per un
 riassetto dei reparti ospedalieri del Fucito tenendo conto delle criticità e dei disagi
 evidenziati da numerosi pazienti e dai loro familiari. Sul punto è intervenuto il
 consigliere di maggioranza, Carmine Landi, cardiologo: «Con l'ex direttore Longo
 spiega Landi - stavamo cercando soluzioni per il trasferimento del reparto di
 cardiologia nel corpo A del Fucito, accanto ai reparti di chirurgia, rianimazione e del
 pronto soccorso. Spero, avrò modo di confrontarmi presto col nuovo direttore
 Vincenzo D'Amato per trovare in tempi brevi possibili soluzioni a questi disagi ». La
 speranza è che vengano superati anche gli ostacoli burocratici per aprire il nuovo
 pronto soccorso.

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20/09/2019                                                                                                                Pagina 11

                                                                                                                          EAV: € 591
                                                                                                                          Lettori: 29.750
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

    Landi: "L' organizzazione dei reparti non fatta con criteri
                            razionali"

 SAN SEVERINO P.O. Gaetano Fucito «La
 consegna del nuovo reparto di medicina
 nel corpo A del Fucito ossia nel plesso
 dove sono presenti i reparti di chirurgia
 rianimazione      e      Pronto     Soccorso
 testimonia ancora una volta che la
 riorganizzazione dei reparti non è stata
 fatta secondo criteri razionali». A
 sostenerlo è il consigliere comunale di
 Mercato San Severino Carmine Landi il
 quale aggiunge che: «Discutevo insieme
 al sindaco ed all' ex manager Longo che
 il reparto che avrebbe dovuto avere
 priorità nel trasferimento al corpo A era
 la cardiologia visto che tutti i pazienti
 che devono essere operati richiedono la
 consulenza cardiologica con ecocardio.
 Attualmente questi pazienti devono
 essere ac compagnati in un altro plesso
 con sedie a rotelle, cosa alquanto
 deplorevole.Il manager si convinse dell'
 anomalia è dichiaro disponibile il reparto
 della vecchia Pediatria dove trasferire la Cardiologia.Invito pertanto gli apparati
 istituzionali e sanitari locali a completare i lavori e trasferire anche la Cardiologia per
 una migliore tutela degli ammalati».

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20/09/2019                                                                                                                  Pagina 7

                      Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

             Morte sospetta in corsia Processo per 4 medici
 Mario Memoli
 CASTELLAMMARE DI STABIA Rinviati a
 giudizio i quattro medici che tennero in
 cura il coiffeur Umberto Schettino di
 Castellammare di Stabia (con salone a
 Pompei) deceduto a gennaio 2018 nel
 reparto malattie infettive del San
 Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona di
 Salerno. Il processo a carico di quattro
 camici bianchi del reparto: Nicola Boffa,
 Renato Santoro, Ettore Butrico e Alfonso
 Campagna, partirà il prossimo 19
 novembre        davanti     al    giudice
 monocratico di Salerno, D'Agostino, così
 come è stato disposto dal gup
 Mastrangelo al termine dell'udienza
 preliminare durante la quale il pubblico
 ministero Marilena Guglielmotti aveva
 formulato per tutti il rinvio a giudizio.
 Richiesta alla quale si sono uniti gli
 avvocati di parte civile Giuseppe Lupone
 e     Nicola   Schettino     che   hanno
 ampiamente discusso sul caso facendo
 riferimento ai risultati degli esami disposti dalla Procura di Salerno. Di avviso
 diverso, invece, Cecchino Cacciatore e Michele Tedesco che assistono i 4 imputati.
 Fu proprio la moglie del parrucchiere (che si è costituita parte civile) a presentare
 una denuncia per fare luce su cosa fosse realmente accaduto al marito deceduto a
 soli 45 anni: da qui le indagini della magistratura inquirente con l'apertura
 dell'inchiesta datata gennaio 2018. La vedova Schettino, Caterina Iezza, raccontò
 l'odissea del compagno durata un paio di mesi: il primo accesso al Ruggi fu nel
 novembre 2017, per una presunta malattia cardiaca, Schettino fu sottoposto ad
 accertamenti e una volta prescritta la cura fu dimesso. Già durante la cura, come
 asserito dalla moglie nell'esposto, il coiffeur sentiva le sue condizioni di salute
 peggiorare tanto da recarsi in una clinica privata dove fu sottoposto al Pet, esame
 diagnostico che avrebbe evidenziato la presenza di liquido nei polmoni.
 Successivamente ritornato al pronto soccorso del Ruggi, per il controllo prescrittogli,
 l'uomo fu trasferito in Cardiologia dove gli venne diagnosticata una pericardite e
 ricoverato per sette giorni. Una volta dimesso (era di venerdì), Schettino doveva
 ritornare in ospedale il lunedì successivo per un controllo. Ma una volta a casa, il
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sabato e la domenica, lo stato di salute si aggravò tanto da chiamare il medico di
base che consigliò al paziente l'immediato ricovero al Ruggi, dove i medici erano già
a conoscenza del pregresso stato di salute e quindi avvantaggiati per le cure
specifiche. A quel punto fu ricoverato nel reparto di Medicina dove, dopo una prima
cura antibiotica, Schettino fu sottoposto all'aspirazione del liquido dai polmoni ma
nella notte si aggravò tanto che fu disposta una Tac al torace con esame
batteriologico che evidenziò un'infezione tubercolare che impose il trasferimento del
reparto infettivo (era 22 dicembre 2017) per le cure del caso. Questo fino al 10
gennaio 2018 quando, a seguito di una Tac di controllo ed un'ecografia cardiaca e
polmonare, fu riscontrata la presenza di liquidi ai lati dei due polmoni. Il giorno dopo
al paziente fu effettuata, nella sua stanza di degenza, l'aspirazione del liquido dai
polmoni, ma morì dopo circa 20 minuti. Per il pm Marilena Guglielmotti ci sono colpe
specifiche dei 4 medici che l'avevano avuto in cura e per questo motivo ha chiesto
ed ottenuto dal gup salernitano Mastrangelo il rinvio a giudizio. Dal prossimo 19
novembre dovranno difendersi in aula dall'accusa di aver contribuito in concorso a
quella morte

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19/09/2019

                                                                                                                         EAV: € 2.385
                                                                                                                         Lettori: 176.667
                   Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                                                       Link alla pagina web

       Coiffeur dei vip morto in ospedale, quattro medici a
                            processo

 Sono stati rinviati a giudizio i quattro
 medici che tennero in cura il coiffeur
 Umberto Schettino deceduto a gennaio
 2018 nel reparto malattie infettive
 dell’azienda ospedaliera San Giovanni di
 Dio e Ruggi d’Aragona. Il processo a
 carico di quattro medici del reparto,
 Nicola Boffa, Renato Santoro, Alfonso
 Campagna ed Ettore Butrico, è previsto il
 prossimo 19 novembre davanti al giudice monocratico D’Agostino della prima
 sezione penale del Tribunale di Salerno così come disposto ieri dal gup Mastrangelo
 al termine dell’udienza preliminare. Fu proprio la moglie del parrucchiere (che
 appunto si è costituita parte civile) a presentare una denuncia penale per fare luce
 su cosa fosse realmente accaduto al marito deceduto a soli 45 anni: da qui le
 indagini della magistratura con l’apertura di un fascicolo. La vedova Schettino,
 Caterina Iezza, raccontò l’odissea del marito durata un paio di mesi.

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19/09/2019

                                                                                                                         EAV: € 542
                                                                                                                         Lettori: 2.467
                   Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                                                       Link alla pagina web

  Pompei, morte del parrucchiere del Vip: 4 medici del Ruggi
                di Salerno rinviati a giudizio

 Salerno. Sono stati rinviati a giudizio i
 quattro medici che tennero in cura il
 coiffeur di Pompei, Umberto Schettino
 deceduto a gennaio 2018 nel reparto
 malattie        infettive       dell’azienda
 ospedaliera San Giovanni di Dio e Ruggi
 d’Aragona. Il processo a carico di quattro
 medici del reparto, Nicola Boffa, Renato
 Santoro, Alfonso Campagna ed Ettore
 Butrico, è previsto il prossimo 19
 novembre         davanti     al      giudice
 monocratico D’Agostino della prima
 sezione penale del Tribunale di Salerno così come disposto ieri dal gup Mastrangelo
 al termine dell’udienza preliminare. Fu proprio la moglie del parrucchiere (che
 appunto si è costituita parte civile) a presentare una denuncia penale per fare luce
 su cosa fosse realmente accaduto al marito deceduto a soli 45 anni: da qui le
 indagini della magistratura con l’apertura di un fascicolo. La vedova Schettino,
 Caterina Iezza, raccontò l’odissea del marito durata un paio di mesi.Umberto
 Schettino durante un primo accesso al Pronto Soccorso era stato sottoposto ad
 accertamenti, come riferito dalla moglie, e dopo avergli prescritto la cura fu
 dimesso. Durante la cura però l’uomo sentiva peggiorate le sue condizioni di salute,
 tanto da recarsi in una clinica privata di Pompei dove avrebbe svolto ulteriori esami.
 Ritornato al Pronto soccorso del San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno,
 Schettino fu trasferito presso la Cardiologia dello stesso nosocomio e fu ricoverato
 per una settimana. Una volta dimesso, il parrucchiere stabiese sarebbe dovuto
 ritornare al Ruggi per un nuovo controllo pochi giorni dopo. agli inizi di gennaio del
 2018 le sue condizioni si erano aggravate e il sui medico curante gli avrebbe
 consigliato un nuovo ricovero a Salerno. Dopo una prima cura antibiotica, fu
 sottoposto all’aspirazione del liquido dai polmomi ma nella stessa notte si aggravò e
 fu disposta una Tac al torace con esame batteriologico. Fu poi trasferito nel reparto
 malattie infettive per ulteriori cure. Questo fino al 10 gennaio quando fu riscontrata
 la presenza di liquidi ai lati dei due polmoni. Cosi il giorno dopo, fu effettuato
 l’aspirazione del liquido ma dopo una ventina di minuti Umberto Schettino morì.
 Cronache della Campania@2019

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19/09/2019
                                              salernotoday.it
                                                                                                                         EAV: € 614
                                                                                                                         Lettori: 7.133
                   Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

                                                       Link alla pagina web

  Problemi alla rete informatica: disagi al pronto soccorso del
                             Ruggi

 Il Centro Elaborazione Dati della
 struttura ospedaliera di via San Leonardo
 è al lavoro da questa mattina alle 6 per
 provare risolvere il problema. Garantiti,
 ovviamente, tutti i servizi di assistenza
 Disagi, nelle ultime ore, al pronto
 soccorso     dell’azienda      ospedaliera
 universitaria “San Giovanni di Dio e
 Ruggi d’Aragona” di Salerno, dove vi
 sarebbero problemi tecnici alla rete informatica che starebbero creando disagi ai
 dipendenti, alle prese con l’arrivo degli utenti.Il Centro Elaborazione Dati della
 struttura ospedaliera di via San Leonardo è al lavoro da questa mattina alle 6 per
 provare risolvere il problema. Garantiti, ovviamente, tutti i servizi di assistenza.

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Media Monitoring per 20-09-2019 - Rassegna stampa del 20-09-2019 - Ruggi
19/09/2019
                                    salerno.occhionotizie.it
                                                                                                                         EAV: € 943
                                                                                                                         Lettori: 17.500
                   Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

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  Salerno, caos al Ruggi: computer del Pronto Soccorso in tilt
 Questa mattina sono stati segnalati diversi disagi organizzativi nel Pronto Soccorso
 dell’Ospedale Ruggi di Salerno. I computer sono andati in tilt creando il caos.
 Computer del Pronto Soccorso in tilt, caos al Ruggi Alcune persone hanno segnalato
 un malfunzionamento della rete informatica del nosocomio salernitano che starebbe
 determinando non pochi disagi. La problematica non riguarderebbe le prestazioni e
 le cure ai pazienti ma solo disagi organizzativi. L'articolo Salerno, caos al Ruggi:
 computer del Pronto Soccorso in tilt proviene da L'Occhio di Salerno.

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19/09/2019
                                                zerottonove.it
                                                                                                                          EAV: € 367
                                                                                                                          Lettori: 1.833
                    Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

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   Salerno, disagi al Pronto Soccorso del Ruggi: problemi alla
                         rete informatica

 Da questa mattina sono stati riscontrati
 problemi      alla     rete     informatica
 dell’Ospedale      Ruggi    d’Aragona     di
 Salerno. Il Centro Elaborazione Dati se
 ne sta occupando, tutti i servizi di
 assistenza restano comunque garantiti
 Disagi, da stamattina e ancora nelle
 ultime     ore,    al   Pronto     Soccorso
 dell’Ospedale “San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona” di Salerno, dove ci sarebbero
 problemi tecnici alla rete informatica che starebbero dando non pochi problemi ai
 dipendenti, interessati all’arrivo di pazienti e utenti. Secondo quanto riporta Salerno
 Today, il Centro Elaborazione Dati della struttura ospedaliera di via San Leonardo è
 al lavoro dalle 6 di stamattina per cercare di risolvere il problema. Nonostante i
 disagi, l’azienda ospedaliera universitaria garantisce, ovviamente, tutti i servizi di
 assistenza. Leggi anche

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19/09/2019
                                              vocedistrada.it
                                                                                                                         EAV: € 247
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                   Argomento: AOU San Giovanni di Dio e Ruggi d'Aragona

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  Salerno, morte coiffeur Schettino al Ruggi: 4 medici rinviati
                         a giudizio |

 Salerno. Sono stati rinviati a giudizio i
 quattro medici che tennero in cura il
 coiffeur Umberto Schettino deceduto a
 gennaio 2018 nel reparto malattie
 infettive dell’azienda ospedaliera San
 Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona. Il
 processo a carico di quattro medici del
 reparto, Nicola Boffa, Renato Santoro,
 Alfonso Campagna ed Ettore Butrico, è
 previsto il prossimo 19 novembre
 davanti     al    giudice     monocratico
 D’Agostino della prima sezione penale
 del Tribunale di Salerno così come
 disposto ieri dal gup Mastrangelo al
 termine dell’udienza preliminare.       Fu
 proprio la moglie del parrucchiere (che
 appunto si è costituita parte civile) a presentare una denuncia penale per fare luce
 su cosa fosse realmente accaduto al marito deceduto a soli 45 anni: da qui le
 indagini della magistratura con l’apertura di un fascicolo. La vedova Schettino,
 Caterina Iezza, raccontò l’odissea del marito durata un paio di mesi. (Il Mattino)

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19/09/2019
                                              salernonotizie.it
                                                                                                                          EAV: € 619
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     Salerno: in tilt i computer al Pronto Soccorso del Ruggi,
                            caos in corsia

 Segnalati disagi organizzativi nel Pronto
 Soccorso dell’Ospedale Ruggi di Salerno.
 Alcune persone raccontano di un
 malfunzionamento della rete informatica
 del nosocomio salernitano che starebbe
 determinando non pochi disagi. La
 problematica non riguarderebbe le
 prestazioni e le cure ai pazienti ma solo
 disagi organizzativi. Il CED del Ruggi è al
 lavoro da questa mattina alle 6 per
 risolvere il problema

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20/09/2019                                                                                                                   Pagina 20
                                              La Città di Salerno
                                     Argomento: Sanità Salerno e provincia

   Morì in ospedale Gli operatori del 118 rischiano il processo
 Antonio Vuolo
 AGROPOLI Si terrà a dicembre l'udienza
 preliminare per il personale del 118
 coinvolto nell'indagine per la morte di
 Antonella Casale , 54enne agropolese,
 deceduta presso l'ospedale San Luca di
 Vallo della Lucania nel settembre del
 2018. Ad assistere la famiglia, marito e
 tre figli, è l'avvocato Andrea Tata . Nei
 giorni antecedenti alla morte, per dei
 dolori al fianco, la Casale si rivolse a
 diverse strutture sanitarie, in modo
 particolare ad Agropoli e Vallo di
 Agropoli e all'ospedale San Luca di Vallo
 della Lucania. Fu rispedita a casa per
 cure domiciliari fino al tragico epilogo
 presso l'ospedale vallese, dov'era giunta
 per la seconda volte in 48 ore.

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20/09/2019                                                                                                                 Pagina 29
                                      Il Mattino (ed. Salerno)
                                                                                                                           EAV: € 1.945
                                                                                                                           Lettori: 107.296
                                   Argomento: Sanità Salerno e provincia

             Sospeso l' ambulatorio solidale stop alle visite

 ANGRI Stop all' ambulatorio solidale
 «Chiara». Le attività sarebbero dovute
 ricominciare dopo la pausa estiva,
 anticipate     da    una     cerimonia    di
 inaugurazione in programma domani
 sera nella Casa del Combattente. Invece
 è stato tutto sospeso dal commissario
 prefettizio, Alessandro Valeri, che nei
 giorni scorsi aveva espresso la volontà di
 farlo ripartire ma attende di incontrarsi
 con i vertici dell' Asl per decidere. Ora è
 tutto    bloccato.     Il   laboratorio   di
 prevenzione, destinato alle fasce deboli
 e alle persone in condizioni di disagio
 socio-economico, è stato promosso un
 anno fa dall' assessore alle politiche
 sociali, Maria D' Aniello, ed è stato svolto
 nei locali del centro anziani in via
 Colombo. Dopo la chiusura della
 struttura da parte di Valeri, l'
 ambulatorio sarebbe stato trasferito nei
 locali della Casa del Combattente.
 Sabato sera sarebbe stato presentato il
 calendario, già venti le prenotazioni.
 Previsti screening gratuiti in diversi campi: visite senologiche ed endocrinologiche,
 colloqui con psicologi e neurologi, nutrizionisti, ginecologi e otorini. ro.sa. ©
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20/09/2019                                                                                                                Pagina 24

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                                                                                                                          Lettori: 107.296
                                          Argomento: Sanità Campania

    «Pineta Grande», la guerra degli esposti tra imprenditori

 I RISVOLTI Marilù Musto Accesso agli atti
 per la difesa di Vincenzo Schiavone, il
 proprietario della clinica Pineta Grande
 di Castelvolturno. La Procura lascia
 campo libero agli avvocati difensori,
 certa della concretezza dell' indagine
 che ha portato al sequestro per
 abusivismo e violazione dei vincoli
 paesaggistici degli edifici nuovi della
 clinica del litorale. Una clinica nella
 clinica. Ma da oggi si «gioca» alla pari. Il
 nodo principale su cui si avvolge l'
 accertamento dei carabinieri del nucleo
 investigativo di Caserta e Mondragone è
 «cucito» sui posti letto: da 150 dell'
 attuale struttura a ben 574 posti letto
 nella nuova, lievitati grazie alla chiusura
 di tre strutture collegate alla Pineta
 Grande.       L'    ACCUSA        L'   accusa
 pronunciata nei confronti di Schiavone è
 precisa:      manca       la     verifica     di
 compatibilità con il fabbisogno sanitario
 regionale. La difesa lo è altrettanto: un
 territorio     come     Castelvolturno      ha
 bisogno eccome di una struttura sanitaria grande. Tanti i problemi, poche le
 soluzioni. E poi, c' è il via libera della Regione Campania. Il baluardo della sanità che
 funziona è rappresentato proprio la clinica, tuona la difesa dell' indagato Schiavone.
 Non finisce qui. La Procura di Santa Maria Capua Vetere controbatte con tre
 consulenze messe a corredo del provvedimento di sequestro firmato dal gip
 Alessandra Grammatica. I sostituti procuratori Vincenzo Quaranta e Giacomo
 Urbano, guidati dal capo Maria Antonietta Troncone, hanno allegato agli atti i rilievi
 ambientali, sanitari e paesaggistici. Non manca nulla nelle 280 pagine di
 provvedimento. L' indagine è in una botte di ferro. Per scardinarla, i difensori
 Giuseppe Stellato e Claudio Sgambato dovranno dimostrare che non c' è abusivismo
 edilizio nell' ampliamento della clinica. Le prime «pennellate» del quadro indiziario le
 «dipingono» le lettere inviate dai vertici di una clinica di Caserta agli organi
 inquirenti. Il tutto viene corroborato da un altro esposto a firma di Giovanni Palazzo
 che avrebbe fatto il nome anche di Dimitri Russo, ex sindaco di Castel Volturno
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accusato di corruzione e rivelazione di segreti d' ufficio. In cambio del parere
favorevole all' ampliamento della struttura (votata in Consiglio Comunale), Russo
avrebbe chiesto l' apertura di una farmacia comunale nella clinica. Apertura mai
avvenuta. IL RINVIO A GIUDIZIO La tegola sul capo di Dimitri Russo cade proprio all'
indomani di una svolta sulla prima inchiesta piombata sul Comune del litorale. È
stata, infatti, fissata per il 18 ottobre la richiesta di rinvio a giudizio per gli indagati
nel procedimento «Marletta più 33». Si tratta di un fascicolo che parla di concessioni
e delibere rilasciate dagli uffici comunali in cambio, a volte, di favori sessuali ai
dipendenti. Altra storia, altre prove. Collegate, certo, a una nuova «bomba»
giudiziaria che potrebbe scoppiare da un momento all' altro. LA CARTA Ciò che è
certo è che la difesa giocherà la carta della «persecuzione» nei confronti di Vincenzo
Schiavone da parte di presunti concorrenti. È recente l' inoltro di tre esposti in
procura a Napoli di Schiavone in cui denuncia «l' atteggiamento di un sottufficiale
della polizia giudiziaria aggressivo» durante le indagini e di «uffici dell' Asl
eccessivamente prudenti» nel rilascio di concessioni. E sarebbe stato proprio
Vincenzo Schiavone che, il 15 giugno del 2018, presentatosi in Procura, avrebbe
spiegato ai magistrati inquirenti che l' Asl non avrebbe proceduto al rinnovo per la
sperimentazione di farmaci al Pineta Grande. E che negli uffici dell' assessorato alla
sanità della Regione Campania, i dipendenti erano diventati molto duri, al punto che
nell' esposto di Schiavone si fa riferimento anche a una frase: «Voi della Pineta
Grande è meglio che non vi fate più vedere, il maresciallo della pg ha interrogato
per ore i nostri funzionari». L' OMELIA Castelvolturno è divisa. Ieri, in occasione dei
quanta anni di sacerdozio di don Antonio Palazzo, il sacerdote di Castelvolturno nella
sua omelia ha fatto cenno al sequestro, dichiarando, in sintesi: «Ieri le istituzioni
hanno bloccato i lavori in una clinica, mentre tutti i giorni non fanno nulla per l'
inquinamento marino provocato dai Regi Lagni». © RIPRODUZIONE RISERVATA.

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20/09/2019                                                                                                                Pagina 24

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                                                                                                                          Lettori: 107.296
                                          Argomento: Sanità Campania

 Bianco: «L'incarico all'Asl una sorpresa, avevo casa a Ischia»

 LA QUERELLE Antonello Plati Quello all'
 Asl di Avellino, come direttore sanitario,
 per Elvira Bianco è «un incarico
 irrinunciabile».    Così     la   manager,
 compagna del direttore generale dell'
 Azienda ospedaliera «Moscati» Renato
 Pizzuti,     svicola       dal     sospetto
 ricongiungimento familiare che s' è
 compiuto l' altro giorno con l' incarico
 che le è stato conferito dalla numero uno
 di via Degli Imbimbo Maria Morgante.
 Trincerata nel silenzio dal suo ritorno in
 città (Bianco infatti, ha lavorato per anni
 all' Asl e ha una casa ad Avellino), la
 dottoressa s' è però concessa a «Il
 Golfo» prima di lasciare l' ospedale
 «Rizzoli» di Lacco Ameno sull' Isola d'
 Ischia dove per tre mesi e una decina di
 giorni ha ricoperto lo stesso ruolo in
 quanto prima in graduatoria dopo aver
 risposto a un avviso pubblico dell' Asl
 Napoli 2 Nord. «La nomina a direttrice
 sanitaria dell' Asl di Avellino ha
 dichiarato alla testata isolana è un
 incarico per me irrinunciabile, nonostante il fatto che mi sia trovata benissimo all'
 ospedale Rizzoli. Tuttavia di fronte a una proposta del genere, non posso che essere
 contenta per me e la mia carriera. Naturalmente c' è un po' di tristezza nel lasciare
 tutte le persone con cui ho lavorato in questi mesi, e che mi hanno accolto
 benissimo e con le quali le attività sono andate avanti proficuamente. Resta il
 ricordo aggiunge di un' esperienza nettamente positiva: ho conosciuto persone e
 operatori eccellenti a ogni livello. Il nosocomio di Lacco Ameno può essere
 considerato un fiore all' occhiello della Campania». Smentita, poi, da lei l' ipotesi di
 una nomina calata dall' alto per favorire un avvicinamento con il compagno: «Non
 me l' aspettavo - ha detto tanto è vero che avevo preso casa a Ischia con l' idea di
 rimanere alcuni anni. La notizia è arrivata inattesa e improvvisa. E ho accettato».
 Come noto, però, la stessa notizia ha creato scalpore soprattutto nel mondo politico.
 Ieri, la responsabile nazionale Sanità di Fratelli d' Italia, Carmela Rescigno, ha
 bollato il caso come «familismo spudorato», invitando il governatore Vincenzo De
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Luca «a revocare la nomina con un sussulto finale di dignità che eviti ai cittadini l'
ennesima umiliazione». Sempre dal centrodestra, l' europarlamentare di Forza Italia,
Fulvio Martusciello, ha parlato di «abuso d' ufficio» annunciando «un' interrogazione
al giorno» ed Errico Venezia, responsabile provinciale Sanità della Lega, solleva «un
di opportunità». Critiche anche dal centrosinistra con il dirigente nazionale Pd,
Franco Vittoria, che tramite il suo profilo social ha chiesto «un minimo di pudore».
Diplomatico Pizzuti che, intervistato dal Mattino, dice: «Non è istituzionalmente
corretto né opportuno entrare nel merito delle scelte operate dal direttore generale
dell' Asl di Avellino che ha proceduto alla nomina attingendo dall' elenco regionale
degli idonei». Versione che replica quanto affermato dalla stessa Morgante il giorno
prima quando, però, aveva anche sostenuto che «il legame sentimentale di Pizzuti e
Bianco fosse una mera coincidenza». Del resto, Bianco è abituata a sollevare
polveroni. A fine maggio, quando è stata nominata direttrice del «Rizzoli» la coda di
polemiche è stata altrettanto lunga dovuta al fatto che era stata preferita al
direttore uscente, Luigi Capuano, che vanta un curriculum specifico nel ruolo di
direzione, a quanto pare, ben superiore a Bianco. Tanto è vero che è tuttora in corso
una vertenza tra l' Asl Napoli 2 Nord e Capuano (secondo nella selezione). In effetti,
seppure regolarmente iscritta nell' elenco degli idonei, in termini di dirigenza, oltre a
numerose pubblicazioni e ricerche, nel curriculum di Bianco sono presenti soltanto
incarichi professionali svolti in ambito istituzionale presso l' Asl di Avellino, tra cui
attività nello staff della direzione strategica, di supporto tecnico alla
programmazione aziendale in termini di fabbisogno, organizzazione e gestione dei
servizi sanitari, monitoraggio della perfomance e del raggiungimento dei livelli
essenziali di assistenza, nonché in termini di programmazione finanziaria e di
bilancio. Ma di direzione sanitaria, solo i tre mesi e poco più ad Ischia. ©
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20/09/2019                                                                                                                Pagina 24

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                                                                                                                          Lettori: 107.296
                                          Argomento: Sanità Campania

 Ospedale, otto infermieri per il Pronto soccorso sprint anche
                          sui medici

 LA PROGRAMMAZIONE Detto fatto.
 Soltanto ieri il direttore sanitario dell'
 Azienda ospedaliera «Moscati» Rosario
 Lanzetta aveva annunciato «un nuovo
 assetto     per    il  Pronto    soccorso»
 stabilendo quale priorità «lo smaltimento
 dei troppi codici in entrata attraverso
 innesti in organico». Oggi si procede con
 lo scorrimento della graduatoria degli
 infermieri che hanno risposto a un avviso
 pubblico. E i posti, come promesso da
 Lanzetta, passano da 8 a 20. Dunque,
 saranno colmate, almeno per un anno (i
 contratti    sono,    infatti,  a    tempo
 determinato) tutte le caselle sguarnite
 (una decina) dei paramedici impegnati
 nel reparto di Emergenza. Ma non finisce
 qui. Buone nuove anche sul versante del
 concorso per l' assunzione, questa sì a
 tempo indeterminato, di 12 medici
 specializzati in Medica d' accettazione e
 d' urgenza. L' accelerata, preannunciata
 sempre dal direttore sanitario, c' è stata:
 la commissione esaminatrice ha redatto
 l' elenco degli idonei. In venti (cinque gli esclusi) si giocheranno il posto. Anche in
 questo caso, i camici bianchi che saranno assunti andranno a potenziare,
 innanzitutto, un Pronto soccorso sempre più congestionato e che solo l' altro giorno
 ha fatto registrare l' ultimo caso con un paziente adagiato su una sedia (erano
 terminate anche le barelle nei corridoi) che è svenuto e quindi caduto a terra
 riportando una ferita che ha richiesto diversi punti di sutura. «Negli atti - spiega
 Lanzetta - ci sono iniziative per avere non solo risorse umane ma anche per cercare
 di stabilire collegamenti con altre strutture, sia interne sia esterne, che allentino la
 pressione in Pronto soccorso». Quindi rispetto al nodo personale conferma: «I medici
 e gli infermieri in entrata andranno certamente a rafforzare il reparto diretto da
 Antonino Maffei, ma non ci fermeremo a questo». Con l' Azienda che ha appena
 deliberato l' aumento, da 13 a 19, dei Gruppi oncologici multidisciplinari (Gom) che

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se da un lato sono un' opportunità per la struttura (già eccellenza nella lotta i
tumori) che amplia in questo modo l' offerta di cura, dall' altro potrebbero creare
ulteriori disagi sia in Pronto soccorso sia sui tempi delle liste di attesa (in alcuni casi
già biblici). Nondimeno, una simile prospettiva era stata vagliata e alla fine scartata
dalla precedente direzione strategica proprio alla luce delle possibili ricadute
negative. Adesso, però, Lanzetta, ostenta sicurezza e difende la scelta convinto del
fatto che «nella rete oncologica non si possano mantenere fuori alcune linee di
attività». Però ammette: «È evidente che aumentando i Gom è necessaria l'
acquisizione di ulteriori risorse umane per reggere l' impatto». Insomma, all'
orizzonte altri innesti e una minirivoluzione che toccherà più Unità operative. an. pl.
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20/09/2019                                                                                                                Pagina 24

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                                          Argomento: Sanità Campania

    Trapianto multiplo di fegato, una avellinese nell' équipe

 IL PERSONAGGIO Luigi Basile C' è anche
 un giovane chirurgo irpino nello staff che
 ha eseguito il primo trapianto multiplo di
 fegato in età pediatrica d' Italia. È
 Carolina Rubicondo, trent' anni, nata ad
 Avellino, laureata alla Facoltà di
 Medicina dell' Università Federico II di
 Napoli e specializzata in Chirurgia dei
 trapianti al Policlinico di Milano. L'
 intervento all' avanguardia è stato
 eseguito presso l' Ospedale pediatrico
 Papa Giovanni XXIII di Bergamo, una
 struttura     di  livello   internazionale,
 inaugurata nel dicembre 2012, che sorge
 su un' area di 320 mila metri quadrati e
 dispone di 32 sale operatorie e di 1.080
 posti letto. Un complesso, tra i più grandi
 del Paese, che si distingue per le
 prestazioni di diagnosi e cura offerte in
 ambitotrapiantologico, in cui è stato il
 primo ospedale italiano ad offrire tutte le
 tipologie di trapianto per adulti e
 bambini materno-infantile, neonatale e
 pediatrico, che esegue programmi di
 procreazione medicalmente assistita ed opera, inoltre, in ambito onco-ematologico e
 cardiovascolare. Non è un caso che qualche giorno fa, lo staff chirurgico di cui fa
 parte l' avellinese Carolina Rubicondo è stato protagonista, insieme all' intera
 struttura del Giovanni XXIII di una puntata del programma televisivo di informazione
 di Rai Tre, Presa diretta, dedicata alle eccellenze sanitarie italiane. Con un trapianto
 di fegato a settimana, è tra i centri che esegue il maggior numero di interventi di
 questo tipo. In particolare, nella struttura è stata sviluppata una tecnica, denominata
 split, che prevede la divisione dell' organo del donatore in due parti differenti: una
 più piccola, per il trapianto di un bambino, e una più grande, per il trapianto di un
 adulto. In quest' ambito, l' ospedale Papa Giovanni XXXIII, è il centro con la
 maggiore esperienza al mondo: circa il 50% di tutti i trapianti di fegato viene
 eseguito con tale tecnica (il 75% dei trapianti nei bambini ed oltre il 15% dei
 trapianti negli adulti), con risultati in linea con quelli eseguiti utilizzando il fegato
 intero. Per di più è uno dei complessi che in Italia esegue trapianti di fegato in
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pazienti Hiv positivi. Di recente è stata messa a punto una versione più avanzata
delle tecnica split, che consente di dividere il fegato in due parti simili tra loro per
dimensioni, adatte ad essere trapiantate su due pazienti adulti oppure, nel caso di
donatore di età pediatrica, su due bambini. E, proprio in questo tipo di intervento all'
avanguardia, Carolina Rubicondo è stata tra le protagoniste di un trapianto che ha
coinvolto tre pazienti: un donatore adulto ed il figlioletto, in tenera età, oltre ad un
adolescente, a cui è stato innestato un altro pezzo del fegato. Il primo caso in
assoluto del genere in Italia. Grande, dunque, la soddisfazione registrata nel reparto
per la riuscita della delicata operazione chirurgica. Un riconoscimento di prestigio
per un giovane chirurgo, come Rubicondo, che premia il percorso di studi e di
pratica che da anni la vede impegnata in prima linea. D' altra parte, l' ospedale di
Bergamo ha già conquistato numerosi primati, tra cui il trapianto fegato-polmoni in
età pediatrica, eseguito poco meno di un anno fa, su una ragazza affetta da fibrosi
cistica, una malattia genetica, che altera le secrezioni di diversi organi. La storia di
Carolina Rubicondo, dunque, è un esempio emblematico delle intelligenze del
Mezzogiorno che si distinguono, per capacità professionale e dedizione, nel Paese e
nel mondo intero. Spesso lontani da casa, dopo un lungo percorso di studi, si
affermano nel lavoro, brillando per competenza nel settore in cui operano. ©
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20/09/2019                                                                                                                Pagina 4

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                                          Argomento: Sanità nazionale

  "L' alleanza con il M5S è naturale: ora un grande partito del
                             lavoro"
 Salvatore Cannavò
 L' intervista. Roberto Speranza - Il
 ministro della Salute, segretario di
 Articolo 1: "Il governo Conte è l'
 occasione giusta per una nuova forza
 politica" Il ministro della Salute, Roberto
 Speranza, è quello che più di tutti
 rivendica la propria appartenenza a
 sinistra. Segretario di Articolo 1, la
 formazione fuoriuscita dal Pd con Pier
 Luigi Bersani e Massimo D' Alema, oggi
 vede nel Conte II una grande occasione
 della sinistra, per battersi per un partito
 del lavoro. Voi siete quelli che
 proponevano l' alleanza col M5S già
 dopo il 4 marzo 2018. Siamo stati
 sempre convinti che il muro di
 incomunicabilità tra M5S e campo
 democratico       dovesse     cadere.    Lo
 abbiamo detto nel 2018, ma lo avevamo
 già fatto nel 2013. Si trattava però di un
 appoggio esterno al Pd. Noi provammo
 ad aprire una discussione, ma il M5S
 appena arrivato in Parlamento non era
 pronto. Nel 2018 fu invece il Pd a non essere pronto con la strategia dei popcorn.
 Oggi invece sembrate puntarci molto. Per noi la nascita di questo governo è un
 successo perché il dialogo tra M5S e centrosinistra può consentire di rimpossessarci
 della questione sociale che la destra ci ha sfilato negli ultimi anni. La sinistra è stata
 incapace di rappresentare una forte domanda di protezione che emergeva in modo
 particolare dai ceti medi e da quelli più deboli. Il rapporto tra noi e M5S è naturale
 perché può basarsi su aspetti fondamentali della cultura costituzionale. Anche per
 questo penso siano necessarie alleanze a tutti i livelli amministrativi. La sinistra,
 però, ha sbrigativamente bollato come populiste certe istanze sociali. Il termine che
 a me piace di più è 'popolare': noi abbiamo smesso di essere popolari in Italia e nel
 mondo. Dovremmo invece puntare a un nuovo rapporto con il popolo come fanno
 negli Usa Bernie Sanders o Jeremy Corbyn in Gran Bretagna. C' è un' autocritica che
 la sinistra deve fare rispetto alla globalizzazione, soprattutto con la sua crisi dopo il

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2008. Fu un errore il governo Monti? Capisco le ragioni di responsabilità di allora, c'
era un Paese che stava cadendo, ma le scelte fatte da quel governo hanno
contribuito alla rottura con le ragioni di chi dovevamo difendere. Non avete sbagliato
i tempi uscendo dal Pd? Non era più giusto rompere sul Jobs Act? Uscire dal partito è
stata una scelta drammatica. Lo abbiamo fatto in ritardo quando ci siamo resi conto
che era impossibile cambiare le ragioni di fondo. Ma quelle ragioni restano intatte.
Renzi è sicuro che lo sostituirete rientrando in quel partito. Non siamo usciti dal Pd
perché c' era Renzi e non rientriamo perché se ne va Renzi. Il punto è l' idea di
società e le scelte di fondo. Ma se cambiano le scelte di fondo? Penso che dobbiamo
avere il coraggio di aprire una discussione vera sui fondamentali, senza paura e
senza pregiudizi. Diciamo che l' organizzazione dei soggetti è 'sovrastruttura', ma
quello che mi interessa è la 'struttura', cioè la visione di società. Non vi metterete
quindi a ricostruire un piccolo contenitore come è stato LeU? Tutte le sigle hanno
dimostrato limiti e insufficienze, quello che serve è qualcosa di nuovo con un'
ambizione di governo, popolare, larga. Se ci limitiamo alle sigle che già ci sono, non
si va lontano. Una forza politica nuova? Diciamo che oggi quello che c' è non basta e
quel che serve ancora non c' è. Vorrei lavorare a quel che serve, una grande forza
del lavoro. Lei è il ministro della Salute. Ci dice qualche misura da prendere
urgentemente? Per me è fondamentale applicare l' articolo 32 e difendere la sanità
pubblica. La Costituzione è il mio programma e io difenderò il sistema sanitario
nazionale universale. Ma non si fa con la bacchetta magica, ci vogliono umiltà e
consapevolezza della realtà. Ma le persone in fila al pronto soccorso o in liste di
attesa lunghe un anno, chiedono risposte ora. Sicuramente dovremo sfruttare meglio
il sistema digitale, ad esempio per implementare il fascicolo sanitario elettronico,
per cui quando un cittadino accede in un ospedale la sua storia è immediatamente
disponibile. Sulle liste di attesa c' è già un piano avviato dal ministro Grillo su cui
continuerò a lavorare. E sulla vaccinazione? Di fronte alla salute dei nostri figli, giù
tutte le bandierine della politica. Per me è fondamentale affidarsi alla scienza. Sulla
scuola verificheremo con il Miur i numeri veri e le ricadute reali della normativa
vigente e va fatto ogni sforzo per non mettere in contraddizione due diritti
irrinunciabili, quello alla salute e all' istruzione.

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20/09/2019                                                                                                                Pagina 16

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                                          Argomento: Sanità nazionale

                      «Omeopatia legale, basta calunnie»

 OMEOIMPRESE RISPONDE A BURIONI La
 polemica sul nuovo libro del medico. «La
 difesa in sede legale» «L' omeopatia è
 una terapia legale, basta calunnie».
 Stanchi di sentirsi dire che una soluzione
 omeopatica «non è altro che un inutile
 bicchier d' acqua», i seguaci di Samuel
 Hahnemann         passano      all'   azione.
 Omeoimprese, l' associazione delle
 aziende italiane e straniere che in Italia
 producono e distribuiscono medicinali
 omeopatici, ha inviato alla Casa Editrice
 Rizzoli una lettera di diffida nella quale
 chiede all' editore di astenersi dall'
 utilizzare per il prossimo libro di Roberto
 Burioni il titolo: Omeopatia. La grande
 truffa. Il contenuto del libro è facilmente
 intuibile, soprattutto perché il medico,
 castigatore numero uno dei no vax, ha
 più volte esplicitato la sua posizione su
 Fiori di Bach e omeo preparati.
 Considerandoli spesso non solo inutili
 «ma perfino mortali, quando prendono il
 posto delle cure mediche». «Le imprese produttrici di farmaci omeopatici dice
 Giovanni Gorga, presidente dell' associazione - i farmacisti, i medici omeopati, 11
 milioni di pazienti hanno sempre accettato il confronto e rispettato le posizioni di
 tutti. Del resto, tutta la storia dell' omeopatia è caratterizzata da forti contrasti,
 come la medicina tutta. Quello che non siamo più disposti ad accettare, è la calunnia
 sistematica che alcuni hanno posto in atto. L' omeopatia è una terapia legale,
 riconosciuta dalla normativa europea e di tutto il mondo. Accusare di truffa chi
 propone farmaci omeopatici è, questo sì, diffamatorio nei confronti dei pazienti,
 irriverente verso lo Stato che ha emanato leggi a tutela del comparto e scorretto nei
 confronti di aziende autorizzate dalle competenti autorità italiane alla produzione
 farmaceutica». Omeoimprese mette le mani avanti. Ma è lo stesso Burioni a spiegare
 che il titolo del libro, in uscita a fine ottobre, non sarà quello paventato da Gorga. (Il
 che non significa che gli omeopati potranno dormire sonni tranquilli). «Con Rizzoli
 avevo inizialmente firmato un contratto in cui stabilivamo che il titolo del libro
 sarebbe stato Omeopatia, la grande illusione. Che è diverso dalla truffa - spiega l'
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infettivologo - In realtà ne stiamo studiando uno ancora più efficace. In ogni caso
vorrei precisare che nel libro l' omeopatia non è condannata e basta. Ho cercato di
raccontare i fatti e, da medico, di confutare il numero di Avogadro su cui si basa il
principio dei rimedi omeopatici». La battaglia sembra solo all' inizio. A parte il caso
di Burioni, Omeoiprese è determinata «d' ora in avanti a difendere nelle sedi
opportune l' onorabilità dei propri associati e dell' intero settore, tutte le volte che
verranno usate da chiunque e in qualunque contesto espressioni oggettivamente
calunniose».

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20/09/2019                                                                                                                  Pagina 28

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                                            Argomento: Sanità nazionale

                                  Esenzioni ampie per le cure
 FRANCO RICCA
 Il beneficio Iva non richiede la fiducia
 medico-paziente L' esenzione dall' Iva
 delle prestazioni mediche non è
 subordinata all' esistenza di un rapporto
 di fiducia tra il professionista e il
 paziente. Tali prestazioni sono pertanto
 esenti anche quando fatturate ad una
 struttura sanitaria, per esempio un
 laboratorio di analisi. È quanto emerge
 dalla sentenza della Corte di giustizia Ue
 depositata il 18 settembre 2019 nella
 causa C-700/17, promossa dai giudici
 tedeschi nell' ambito di una controversia
 scaturita dal rifiuto dell' amministrazione
 finanziaria di esentare le prestazioni
 mediche rese da un medico specialista
 ad     una    società     operante    nella
 diagnostica di laboratorio, consistenti in
 analisi diagnostiche e supporto medico
 nell' ambito di misure di medicina
 trasfusionale in specifiche situazioni
 terapeutiche. Le questioni sollevate
 vertevano sull' interpretazione delle disposizioni di cui alle lettere b) e c) dell'
 articolo 132 della direttiva Iva (punti 18 e 19 dell' art. 10 del dpr n. 633/72), che
 esentano dall' imposta, rispettivamente: - l' ospedalizzazione e le cure mediche
 nonché le operazioni ad esse strettamente connesse, assicurate da enti di diritto
 pubblico oppure, a condizioni sociali analoghe a quelle vigenti per i medesimi, da
 istituti ospedalieri, centri medici e diagnostici e altri istituti della stessa natura
 debitamente riconosciuti; - le prestazioni mediche effettuate nell' esercizio delle
 professioni mediche e paramediche quali sono definite dallo stato membro
 interessato. L' amministrazione sosteneva che l' esenzione prevista dalla lettera c)
 per le «prestazioni mediche» è subordinata alla condizione che esista un rapporto di
 fiducia tra il medico e la persona, condizione assente nella fattispecie. Nella
 sentenza, la Corte ha dichiarato anzitutto che le suddette disposizioni vanno
 interpretate nel senso che prestazioni mediche quali quelle controverse possono
 rientrare nell' esenzione prevista alla lettera c) dell' articolo 132, qualora non
 soddisfino, come nella fattispecie, l' insieme delle condizioni per l' applicazione dell'
 esenzione di cui alla lettera b). La distinzione tra le due previsioni, infatti, non si
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basa sulla natura delle prestazioni, che in entrambi i casi ha per oggetto le cure
mediche, bensì nel luogo in cui sono erogate. Quanto alla portata dell' esenzione
della lettera c), in particolare sull' eventualità che richieda un rapporto di fiducia tra
il paziente e il medico, la Corte osserva che la disposizione richiede, ai fini dell'
esenzione delle prestazioni menzionate, due sole condizioni: che si tratti di
prestazioni mediche e che siano effettuate nell' esercizio delle professioni mediche e
paramediche. Non è quindi richiesto in alcun modo che tali prestazioni siano fornite
nell' ambito di un rapporto di fiducia tra il prestatore di assistenza sanitaria e la
persona in cura. Una simile condizione, del resto, non si giustifica in considerazione
dell' obiettivo della norma di ridurre il costo delle cure sanitarie in modo da renderle
più accessibili. È vero che la Corte, in passato, ha avuto modo di precisare che,
diversamente dalla disposizione della lettera b), quella della lettera c) si applica a
prestazioni effettuate al di fuori degli istituti ospedalieri e nell' ambito di un rapporto
di fiducia tra il paziente e il prestatore di assistenza sanitaria, rapporto che
normalmente si svolge nello studio privato del prestatore stesso; lo ha fatto, però,
soltanto al fine di rimarcare il diverso ambito di applicazione delle due disposizioni,
non certo con l' intento di dichiarare che l' esenzione della lettera c) si applichi solo
alle prestazioni mediche fornite nell' ambito di un rapporto di fiducia tra il prestatore
di assistenza sanitaria e la persona in cura. Quella giurisprudenza, insomma, ha
inteso chiarire che mentre la lettera b) esenta tutte le prestazioni compiute in
ambito ospedaliero, la lettera c) mira a esentare le prestazioni mediche fornite al di
fuori di un tale ambito, tanto nello studio privato del prestatore quanto nel domicilio
del paziente o altrove, senza che sia necessario un rapporto di fiducia tra il paziente
e il prestatore di assistenza sanitaria. © Riproduzione riservata.

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20/09/2019                                                                                                                   Pagina 5

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                                             Argomento: Sanità nazionale

             Speranza è al lavoro per il Parco della Salute
 FILIPPO MERLI
 Il ministro ha rassicurato la Regione
 Piemonte      sul   progetto     del     polo
 ospedaliero di Torino Il piano prevede un
 investimento di 455 milioni tra fondi
 pubblici e privati C' è Speranza. Per un
 progetto che la città di Torino aspetta da
 tempo: il Parco della Salute. Il nuovo
 ministro della Sanità, Roberto Speranza,
 in quota LeU, ha rassicurato il
 vicepresidente      Pd     della    Regione
 Piemonte, il chirurgo Mauro Salizzoni,
 sull' impegno del governo Pd-M5s per
 realizzare il progetto del grande polo
 ospedaliero nelle due sedi di Torino e
 Novara. Il piano prevede un investimento
 di 455 milioni di euro, coperti per un
 terzo da fondi pubblici e la restante
 parte da privati. Lo studio di fattibilità
 contempla 1.040 posti letto più 450 nell'
 attuale Cto, che sarà riconvertito. È stato
 lo stesso Salizzoni, medico di fama
 internazionale, a scrivere a Speranza
 subito dopo il giuramento al Quirinale. «Mi appello a lei, ministro, affinché venga
 scongiurato il rischio di qualsiasi ritardo, di manovre dilatorie, di alibi», si legge nella
 lettera inviata al responsabile della Sanità. «Le Molinette sono al collasso, e l'
 invecchiamento strutturale comporta il depauperamento delle straordinarie
 competenze che quei muri contengono. Il Parco della Salute può essere una delle
 leve per far uscire Torino dalla fase di immobilismo e rassegnazione di questi ultimi
 anni». «Ho una visione, un sogno: vedere Torino trasformarsi nella Pittsburgh
 italiana, una città post industriale capace di reinventare una propria vocazione
 anche grazie a un polo di ricerca medico-scientifica di eccellenza, insieme all'
 Università, al Politecnico e all' indotto delle aziende dell' innovazione». Nel progetto
 del Parco della Salute sono coinvolte tutte le forze politiche che fanno parte del
 nuovo esecutivo di Giuseppe Conte: il Pd con Salizzoni, LeU con Speranza e il M5s
 col sindaco di Torino, Chiara Appendino. Il dialogo, in tal senso, potrebbe essere
 facilitato. «Ma avrei scritto comunque, anche se ci fosse stato un ritorno di Beatrice
 Lorenzin o la conferma di Giulia Grillo», ha precisato Salizzoni. «Speranza, per altro,
 non lo conosco». L' esponente di LeU ha assicurato che presto visiterà la Città della
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