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M SSONICAmente ISSN 2384-9312 n.19 Sett.-Dic. 2020 Laboratorio di storia del Grande Oriente d'Italia Speciale “Altare e compasso” PRETI MASSONI NEL SETTE-OTTOCENTO Rassegna quadrimestrale
M SSONICAmente ISSN 2384-9312 (online) Laboratorio di storia del Grande Oriente d'Italia n.19 Sett.-Dic. 2020 Iscrizione Tribunale Roma Sommario n.19 Sett.-Dic. 2020 n.177/2015 del 20/10/2015 Direttore responsabile Stefano Bisi Altare e compasso Direzione Giovanni Greco Preti massoni nel sette-ottocento....................................1 di Giovanni Greco Art Director Gianmichele Galassi Saggi Redazione Idimo Corte La massoneria in val di Chiana nell’ottocento ............24 Marco Cuzzi di Paolo Buiarelli Bernardino Fioravanti Giuseppe Lombardo Marco Novarino Editore Grande Oriente d'Italia, ROC n.26027 via San Pancrazio 8, 00152 Roma Direzione e Redazione MASSONICAmente, Grande Oriente d'Italia, via San Pancrazio 8, 00152 Roma Stampa Consorzio Grafico e Stampa Srls - Roma Rassegna Quadrimestrale edita online su www.grandeoriente.it Le opinioni degli autori impegnano soltanto questi ul- timi e non configurano, necessariamente, l'orienta- mento di pensiero della rivista MASSONICAmente o del Grande Oriente d’Italia. La riproduzione totale o parziale dei testi contenuti nella pubblicazione è vietata sotto qualsiasi forma, senza espressa autorizzazione scritta, secondo le norme vigenti in materia. Tutti i diritti riservati. Manoscritti e illustrazioni, anche se non pubblicati, non si restituiscono. In Copertina: Vista topografica della piana di Arezzo e della Valdichiana. Leonardo Da Vinci. Carboncino rilavorato a penna a inchiostro mar- rone scuro e poi a pennello ad acquerello marrone. Collezione di Sua Maestà britannica Elisabetta II, Royal Library, Windsor.
ALTARE E COMPASSO 1 PRETI MASSONI NEL SETTE-OTTOCENTO di Giovanni Greco Papa Leone XII contro la Massoneria, caricatura del 1891 Il rapporto fra la massoneria e la chiesa di Roma è stato sempre, come è ben noto, di particolare complessità. Anni fa decisi di cominciare a raccogliere e catalogare materiale specifico e qui propongo una parte relativa a preti massoni nel sette-ottocento italiano. Naturalmente si tratta solo di una prima traccia, tutt’altro che esaustiva, che va approfondita e ampliata negli anni anche grazie ai contributi dei fratelli dei vari Orienti, dei lettori e degli storici. Il presente articolo viene pubblicato per gentile concessione della casa editrice Mimesis ed è contenuto nel testo da me cu- rato NEL NOME DEL PADRE E DEI FRATELLI. Sacerdozio e massoneria, di imminente pubblicazione. MARCELLO PAPINIANO CUSANI 1690-1766 assistente del Soglio pontificio. Insegnò presso le università di Napoli e di Torino e si rivelò “un Marcello Papiniano Cusani nacque a Frasso Tele- uomo di pieno stampo illuminista”, assai apprez- sino, attualmente in provincia di Benevento, il 17 zato per i suoi studi giuridici. febbraio 1690, figlio di un notaio. Nel 1709 scelse Fu il primo rettore dell’Università degli studi di lo stato clericale, puntando da subito verso il rin- Altamura, da lui fortemente voluta, unificando le novamento della chiesa. Nel 1713 venne ordinato sue due cariche di rettore e di arciprete della cat- sacerdote e da allora ebbe continui contatti con la tedrale di Altamura. Questa Università 1747-1812 cultura laica e filoaustriaca, tant’è che la corte godette di un’ottima reputazione al punto che Ta- viennese gli assegnò un robusto beneficio – come nucci definì Altamura l’Atene di Puglia. Altamura ricorda Antonio Gisondi – la badia di san Filippo ebbe insegnamenti di botanica, diritto, ebraico, di Lauria in Calabria. Fu vescovo di Palermo, ar- greco, latino, matematica, fisica, medicina, teolo- ciprete di Altamura dal 1747 al 1752, sempre ispi- gia. Dopo Cusani, arciprete e rettore fu Gioacchino rato da un cattolicesimo illuminato, fu vescovo
2 MassonicaMente n.19 - Sett./Dic. 2020 De Gemmis che conferì ulteriore slancio all’uni- scudi d’oro all’anno, ed aveva 12 maestri segreti, versità altomurana. In questa università si forma- 9 eletti dei nove e 9 dei sublimi filosofi. Le riu- rono, secondo Angelo Massafra, personalità di nioni di questa loggia avvenivano “ogni mese in spicco della massoneria napoletana come Giu- Palazzo Sansevero, ogni 24 del mese nell’apparta- seppe De Gemmis e Antonio Planelli della loggia mento della Fenice, passando attraverso un pon- degli Illuminati di Baviera. Anche nella città di ticello coperto sito nella vicina cappella di Altamura non mancarono i massoni e altri preti Sansevero” (Michele Di Iorio dagli Arcana Arcano- massoni come il canonico Giambattista Manfredi. rum di Napoli dal 1751 al 1790). Dato che la loggia Per Cusani rappresentò un punto di riferimento il venne fortemente perseguitata, le riunioni ebbero giusnaturalismo groziano, i fitti rapporti con Pie- a mutare spesso luogo, spostandosi nel palazzo ai tro Giannone e con l’intero milieu massonico del Vergini e poi nel palazzo dello Spagnuolo sotto la suo periodo, fecondo di spunti culturali e di sti- guida del Di Sangro e del Latilla che erano per moli fraterni. Sulle sue peculiarità massoniche cfr. una massoneria fortemente esoterica. Sia il re Pietro Di Marco, Ruggiero di Castiglione e Anto- Carlo III che il papa Benedetto XV erano molto nio Gisondi. preoccupati per questo potente coinvolgimento al- Afflitto da cecità fu accolto a Napoli dal generale l’interno della massoneria napoletana di prelati di degli Agostiniani, suo amico, Ignazio Della Croce, così alto profilo, in particolare come il vescovo La- e lì morì nel 1766 sepolto nella chiesa degli Ago- tilla. Alla sua morte quest’ultimo, il 28 dicembre stiniani Scalzi di S. Maria della Verità. 1767, lasciò alla Mensa vescovile di Avellino 3000 ducati per le “donzelle povere” a condizione che “il vescovo pro tempore ne impiegasse le rendite BENEDETTO LATILLA 1710-1767 per l’assegnazione di maritali a donzelle povere della diocesi”. Su di lui cfr. anche gli studi di G. Benedetto Latilla, nato il 20 giugno 1710, “dal no- Zigarelli, di F. Scandone e di E. Chiosi. bile lignaggio de’ marchesi di Taurasi”, venne or- dinato sacerdote il 14 giugno 1733 nei Canonici Regolari della Congregazione del santissimo Sal- ANTONIO GENOVESI 1713-1769 vatore del Laterano. Assunse il nome di Bene- detto, lasciando il suo nome di Tommaso. Dal Antonio Genovesi nacque a Castiglione dei Geno- 1749 ebbe la cattedra di teologia a Napoli. Fu va- vesi in provincia di Salerno, sacerdote, filosofo, lente oratore, abate generale e vescovo di Avellino economista e scrittore di vaglia. Il padre calzolaio e Frigento e arcivescovo di Myra. Dal 1759 fu pre- di nobile famiglia decaduta, intuitene le doti lo cettore e confessore di re Ferdinando IV. Il suo indirizzò con grande energia verso gli studi in- principale consacratore fu il cardinale Giuseppe viandolo nel convento dei Padri Agostiniani per Spinelli, vescovo di Palestrina. ricevere gli insegnamenti teologici e filosofici in Saverio Ricci lo dà per certo come massone, come particolare dal rinomatissimo padre Giovanni Ab- in effetti fu: uno dei liberi muratori di maggior ri- bamonte. Lo studio presso l’Abbamonte e la sua lievo a Napoli con rapporti molto intensi con la “conoscenza fu al Genovesi grandissimamente Gran Loggia d’Inghilterra e si ispirò al trattato di vantaggiosa” dato che il maestro si spese molto Raimondo di Sangro, scritto nel 1746, Relazione nel “ripulire ed ornare il suo spirito”. Queste ed della compagnia de’ liberi muratori. altre vicende sono state ricordate da Giuseppe Non casualmente allorquando il principe di San Maria Galanti nel suo Elogio storico del signor abate Severo venne insediato il 24 ottobre 1750 a Posil- Antonio Genovesi pubblico professore di civil economia lipo come Gran Maestro Nazionale di Napoli e di nella Università di Napoli. Antonio divenne così dia- Sicilia, nel Casino del principe Gennaro Carafa cono, poi maestro di retorica e nel 1738 sacerdote. Cantelmo Stuart di Roccella, si decise che il di- Recatosi a Napoli dove conobbe Giambattista Vico scorso d’insediamento fosse ad opera del Grande fondò prima una celebre scuola privata di metafi- Oratore della loggia, il principe abate Benedetto sica e di teologia e dopo ebbe la cattedra di etica e Latilla. La loggia era un anagramma del nome di successivamente quella di economia politica Raimondo di Sangro ed aveva quasi 30 membri presso il locale ateneo. Fra i suoi allievi Francesco su un totale di 280 nel Reame di Napoli nel 1751. Longano e Giovanni Andrea Serrao, più avanti Le quote erano molto selettive perché si pagava ampiamente ricordati, Francescantonio Grimaldi, ogni mese una capitazione di tre scudi d’oro, la poi M.V. della loggia “Humanitè” di rito francese, paga per un anno di un impiegato di medio li- Melchiorre Delfico di una loggia teramana, Fran- vello, mentre le altre logge pagavano circa tre cesco Mario Pagano e Gaetano Filangieri iniziato
ALTARE E COMPASSO 3 in una loggia napoletana di rito inglese. Genovesi della loggia napoletana “Tschudy”, loggia del riteneva fra l’altro che anche le donne, i contadini, principe Guglielmo Moncada. Infatti a Napoli in la povera gente avesse il diritto di essere istruita e quel tempo notevole era l’influenza di Claude i punti fermi del suo orizzonte culturale furono Henry Theodor barone de Tschudy (1724-1769), quindi anche le virtù civiche, il tentativo di giun- massone e alchimista francese di una nobile fami- gere alla felicità e che “la cultura delle cose” anche glia svizzera che studiò a lungo gli insegnamenti quelle ritenute piccole fosse indispensabile: “è per un “Cenacolo iniziatico”. Successivamente per inutile di pensare ad arte, commercio, a governo, le pesanti persecuzioni nei suoi confronti dovette se non si pensa di riformare la morale”. Gli Ele- fuggire da Napoli facendo però ulteriori espe- menta Metaphycae che pubblicò nel 1743 destarono rienze in logge francesi, olandesi e russe impe- enorme scalpore e vennero tacciate di contenere gnandosi molto, come il sacerdote Filippo Pattoni, posizioni eretiche e di conseguenza venne accu- nelle scienze esoteriche. Alla loggia “Rosa d’or- sato di ateismo e nei suoi Elementa la commissione dine Magno”, che poi cambiò denominazione in teologica riscontrò oltre cento tesi eretiche. “La perfetta unione” in omaggio alla prima loggia L’estrosa personalità di Antonio Genovesi, a cui è napoletana in periodo austriaco, appartennero dedicata una bella loggia a Salerno, aveva appieno anche il vescovo Benedetto Latilla, il reverendo “compreso la potenzialità politica della massone- Pier Peggi, canonico di papa Benedetto XIV – la ria, attiva nel Regno soprattutto come luogo di so- cui partecipazione è stata confermata anche da Pier ciabilità nobiliare e capace di sedurre, per Tulip nel contesto del “mistero della cappella San- nebuloso sincretismo, anche personalità del clero” severo” - il reverendo Giuseppe Orlando della (S. Ricci). Non mancarono al riguardo anche arre- Congregazione dei Celestini e il reverendo Anto- tramenti da parte del Genovesi come per esempio nio Sarao: quasi un quinto della loggia era costi- quando nelle sue Delle lezioni di commercio scrisse tuito da autorevoli sacerdoti. che una ”riunione occulta al legislatore, è un de- litto per tutte le buone leggi”. Certo è che il me- todo massonico fu costitutivo e centrale nel suo FRANCESCO LONGANO 1728-1796 impianto culturale tant’è che molti dei suoi allievi attraverseranno pienamente il sentiero libero-mu- Francesco Longano, filosofo molisano, nacque a ratorio pure grazie al fatto che la massoneria in Ripalimosani il 5 febbraio 1728 da Vito e Dorotea quel periodo saprà coniugare sempre di più gli Gentile, quarto di una modesta famiglia del aspetti politici con quelli morali. mondo rurale. Successivamente si utilizzò una sua minuscola tra- Carattere vivace, temperamento ribelle, con una scuratezza per punirlo severamente, e ciò avvenne inappagabile curiosità culturale, con la voglia di allorquando recitò in una privata commedia senza conoscere e di apprendere senza paura dei mari licenza dell’arcivescovo di Conza che colse l’occa- più vasti, cominciò a studiare nel borgo natale e sione per scomunicarlo. poi scelse il percorso religioso, studiando nei se- Antonio Genovesi è stato peraltro molto apprez- minari di Bojano e di Baranello, sotto la guida di zato e studiato a fondo da uno storico di vaglia, il Ottavio e Giuseppe Zurlo, quest’ultimo giudice prof. Augusto Placanica di Catanzaro, ordinario di della Gran Corte della Vicaria e Gran Maestro del Storia moderna. Nel 1769 venne seppellito a Na- Grande Oriente di Napoli. Fu ordinato sacerdote poli nel monastero di Sant’Eramo Nuovo dal suo nel 1751 e a Campobasso ebbe il vescovo Can- sodale Raimondo di Sangro, principe di S. Severo, giano come guida spirituale. Nel 1752 fu inviato capo della massoneria napoletana dopo aver rice- a Napoli per studiare geometria, aritmetica e lo- vuto funerali massonici officiati da Domenico Ci- gica, ma già nel 1754 fece ritorno nella piccola pa- rillo, Donato Tommasi, Giuseppe Albanese e tria dove insegnò per poco tempo filosofia nel Mario Pagano. seminario di Cerreto Sannita, ma poi tornò ancora a Napoli dove, per merito di Domenico Forges Da- vanzati, ebbe l’incarico di sostituire provvisoria- mente il Genovesi nella cattedra di commercio. Fu FILIPPO NAZARI PATTONI appunto proprio a Napoli che conobbe l’abate Ge- Filippo Nazari Pattoni era un sacerdote piemon- novesi che lo ammaliò culturalmente e lo indusse tese di Savignano nei pressi di Cuneo, di una fa- a studiare le cause delle difficoltà economiche e miglia che proveniva dalla borgata di Moschieres sociali della gente meridionale. Longano rimase vicino a Dronero. Partecipò alla loggia “Rosa d’or- avvinto dalle strategie dialettiche del Genovesi, dine Magno” pur essendo già primo sorvegliante dall’elevatezza del profilo filosofico e persino dalle
4 MassonicaMente n.19 - Sett./Dic. 2020 “frequenti lepidezze colle quali condiva le sue le- Trattato di Francesco Longano zioni”. In relazione all’opera del Genovesi annotò tutto ciò che venne a conoscere da lui, premet- tendo all’enorme mole di lavoro compiuto, un Di- scorso del notatore, con riflessioni ed appunti sull’evoluzione umana nella società e nell’econo- mia come componente di rilievo dell’evoluzione della società. Non casualmente, due secoli dopo, lo storico Augusto Placanica, dedicava ad Antonio Genovesi il suo Centro studi sulla storia econo- mica e sociale. Nel 1764 Longano pubblicò il Piano di un corso di filosofia morale, dedicato al vescovo di Avellino Benedetto Latilla, già valutato e poi nel 1767 Dell’uomo naturale dove si diffuse sulla libertà e sull’uguaglianza tra gli uomini. In realtà via via che strutturava il suo pensiero, prima si avvicinò poi pienamente condivise, i valori appartenenti all’universo massonico. E’ da quel periodo che co- minciarono a fioccare le accuse di irreligiosità, ac- cusato di aver portato alle estreme conseguenze spunti e riflessioni del suo maestro, con partico- lare riferimento alle valutazioni profondamente negative nei confronti di talune caratteristiche di sacerdoti appartenenti agli ordini regolari. In ispecie le riflessioni di Longano si fondavano anche sugli studi di Montesquieu, di Spinoza e di Vico, e riguardavano soprattutto le “disugua- glianze dovute alla differente distribuzione delle ricchezze, al lusso smodato, alla crudezza della so- cietà” (A. Trampus) e alle soperchierie dell’aristo- crazia nobiliare ed ecclesiale. Certo è che l’influenza massonica fu poderosa nel suo pen- siero, in particolare di quella del milieu napole- tano, tant’è che il suo nome compare a piè di lista cevuto un input da un suo amico libraio viennese, nelle logge La parfaite union, l’ Harmonie di rito in- un certo van Laak, ricevette critiche distruttive e glese e nella Vittoria, all’obbedienza della Gran detrattori a iosa, fra cui Gian Francesco Conforti, Loggia delle Due Sicilie, nelle quali fu molto at- professore di storia all’Università di Napoli, sacer- tivo negli anni sessanta e settanta. All’epoca entrò dote preposto alla revisione e alla valutazione dei anche in contatto con l’arciprete molisano Giu- libri dei sacerdoti, e che ritenne assolutamente seppe Zurlo appartenente alla loggia Vittoria e pure inaccettabili le considerazioni del Longano rela- con lui si confrontò, maturando precise convin- tive all’efficacia delle preghiere e dei suffragi e zioni relative alla giustizia e alle virtù civili. Co- degli ex voto. Maggiormente Longano, per usare spicuo e prodigo di frutti, pure il rapporto fra le sue espressioni, subì la mannaia e gli attacchi Longano e Isidoro Bianchi, frate e massone, stu- feroci dei “preti messaioli e dei frati ignoranti” ca- dioso notevole come dimostrò lavorando sui mi- paci solo di stendere “il velo nero della supersti- steri eleusini e le sue brillantissime Meditazioni, zione” per realizzare appieno la tutela dei propri naturalmente ritenute “irreligiose e libertine”. In interessi. Il gesuita Francesco Antonio Zaccaria lo particolare Longano nel 1779 scrisse Sull’esistenza accusò di eresia e di essere “infettato di anticleri- del Purgatorio, limitato ai lumi della ragione, dove cercò calismo”, con attacchi durissimi che presuppone- di riportare il cattolicesimo all’interno di un’ade- vano il completo oscuramento del testo. Questi guata cornice storica e il tentativo di capire fermi moniti sfociarono poi nelle Lettere critiche con- “l’eterno codice dell’umana ragione”, e che incon- tro l’autore di un certo purgatorio politico, Siena 1779, trò enormi problemi in seno al clero antillumini- ad opera dello stesso Zaccaria. Ma l’opera alla fine sta, che gli ostacolò la stampa dei suoi scritti in fa comunque la sua strada, e da poco è stata recu- ogni modo. In relazione al Purgatorio, che aveva ri- perata e meritoriamente acquisita dalla Biblioteca
ALTARE E COMPASSO 5 Vaticana, tant’è che Francesco Lepore ha curato nel ANTONIO LANZA 1728-1775 2014 il trattatello, con una bella e brillante intro- Antonio Lanza nacque a Mussomeli in provincia duzione, nella Miscellanea Bibliothecae Apostolicae Va- di Caltanisetta il 28 agosto 1728. Appartenne alla ticanae, e il 29 ottobre 2014 il G. M. Stefano Bisi a Congregazione dei Chierici regolari teatini e Roma, a casa Nathan, ha ricordato le caratteristi- venne ordinato sacerdote il 3 settembre 1752. Nel che culturali ed umane di Francesco Longano. In 1769 venne consacrato vescovo di Girgenti dal car- effetti, intorno al 1780 poi Longano, anche per ral- dinale Marcantonio Colonna. Numerosi gli indizi lentare e far decantare le dure reazioni provenienti che portano a considerarlo appartenente alla mas- dal mondo ecclesiastico nei suoi confronti, comin- soneria, ma decisive risultano alcune lettere riser- ciò ad effettuare alcuni preziosi viaggi, che poi rac- vate di alcuni massoni inglesi da lui conosciuti contò in testi di notevole spessore civile, come il quali Brydone, Fullarton e Glover che poi ne rac- Viaggio per lo contado di Molise, 1788, poi perfezio- conteranno anche le gesta latomistiche. Ebbe pro- nato poco prima della morte, dove immaginò un ficui rapporti con Federico Moncada dei principi luogo chiamato Filopoli, ipotesi di una società di Monforte e con Verecondo Maria Pepi, en- perfetta, tesa ad una piena armonizzazione fra la trambi ecclesiastici di Palermo e con Carmelo società e la gente della comunità “una città utopica Guerra ecclesiastico di Messina, tutti appartenenti del matese” (V. Petrucci), una città che contem- alla massoneria siciliana. Fece molte opere di bene plava l’eguaglianza dei beni, dei diritti e dei do- fra cui pagare i pegni dei poveri presso il Monte veri, dopo aver ormai perduto fiducia e speranza dei pegni. Morì ad Agrigento il 24 maggio 1775 e verso percorsi moderati. La Filopoli di Longano, qualche mese prima della morte esonerò dall’in- mi fa ricordare la piccola accademia dei Filomu- segnamento il teologo giansenista Giuseppe Can- sini di Raffaele Spongano, professore di italiani- nella in forza della sua posizione fortemente stica all’università di Bologna, originario di antigiansenista, contribuendo così a sostenere la Cellino San Marco, il salentino-tedesco, un uomo bolla papale “Unigenitus”. di ferro, maestro di tre generazioni di letterati ita- liani, che pure ebbe talune significative conso- nanze con l’abate molisano. Nel 1790 Longano scrisse Viaggio per la Capitanata, ma viaggiò anche CARMELO GUERRA 1729- s.d. per le paludi pontine, per Torino e per la Lombar- Carmelo Guerra, figlio di Ludovico nacque a Mes- dia. Tutto questo fu possibile perché nel 1786 ac- sina dove studiò nel locale seminario prima di re- cettò dalla diocesi di Muro Lucano, fiduciosa nel carsi a Napoli dove frequentò anche le lezioni di valore della sua persona e delle sue idee, il bene- Antonio Genovesi e, secondo Scandone, parlava ficio di un cavallo che gli consentì appunto di francese con accento messinese. Come racconta viaggiare e di conoscere nuovi territori e nuove re- Ruggiero Di Castiglione fu negli anni ottanta che altà. Longano morì a Santopadre in Terra di La- il sacerdote aderì “alla massoneria di rito scozzese, voro il 28 aprile 1796, e secondo il Genovesi fu dove si legò con profonda amicizia al cavaliere Fe- “profondo filosofo, ragionante e ben inteso della lice Vivenzio, medico di camera della famiglia storia della natura umana”, fortemente teso verso reale, e alla consorte Teresa Mauri dei baroni di una società fondata sul lavoro e su autentici diritti Palma, ambedue membri di una loggia mista na- per tutti. A fronte a volte di qualche denomina- poletana”. Fu al seguito del ministro plenipoten- zione un po’ “stravagante”, per usare una defini- ziario Giovanni Battista Pignatelli, noto massone zione pungente del nostro G.M., certamente non e frequentò assiduamente i circoli latomistici fran- mancheremo di ricordare, in Molise o altrove, cesi con particolare riferimento agli “Amici della anche ai fini di nuove costituende logge, il corag- costituzione” e al fratello Luigi Pio. Morì forse a gio e il pensiero di questo abate molisano del set- Napoli ai primi dell’Ottocento dopo aver pubbli- tecento, cuore pulsante della massoneria cato lì nel 1781 Stato presente della città di Messina. dell’epoca, che non intendeva dare in alcun modo dispiaceri di sorta ai suo amici sacerdoti più tra- dizionalisti, per così dire, ma che pure con misura GIOVANNI SERRAO 1731-1779 ed equilibrio, non poteva mai lesinare di dire ciò che veramente era per lui, dovendo quindi assue- Il vescovo di Potenza Giovanni Maria Serrao, mas- farsi ad una vita di ristrettezze e di incertezze che sone militante, cultore della purezza della reli- non gli fecero mai perdere la fede in Dio e nel gione, accusato di giansenismo e trucidato dai Grande Architetto dell’Universo. sanfedisti, era originario del paese di Castelmo- nardo completamente distrutto dal terremoto del
6 MassonicaMente n.19 - Sett./Dic. 2020 trasse spunti intellettuali assai proficui da Gian Giovanni Andrea Serrao Panteon dei Martiri della liberta italiana, Vincenzo Gravina e da Gaetano Filangieri sempre seconda ed., Torino, Gabriele d'Amato, 1852. all’interno del milieu massonico. A Filadelfia di Calabria, e non solo, è assai vivo il ricordo del ve- scovo Serrao tant’è che esiste una loggia a lui in- titolata. Nel 1799 il vescovo prese parte attiva alla repubblica romana e a Potenza fu lui a far alzare l’albero della libertà. In quella fase strinse forte amicizia con l’arciprete di Vaglio Matteo Catalano, di estrazione nobiliare, noto esponente filomonar- chico e massone che nel 1800 pubblicò una rac- colta di testi Opuscoli scritti in occasione della fatale anarchia del 1799, come ricordato da Tommaso Pedio e Angelo Massafra. Serrao finì assassinato in modo atroce, nell’episcopio insieme ai fratelli Giovanni e Nicola Siani: le loro teste infisse in alti pali e portate in corteo per la città di Potenza espo- nendole al pubblico ludibrio, ma anche alla pietà e al ribrezzo di tanta brava gente. Sull’apparte- nenza di Serrao alla massoneria si vedano gli scritti di E. Serrao, di R. Di Castiglione, di G. Cin- gari e di A. Pace. ISIDORO BIANCHI 1731-1808 Il camaldolese Isidoro Bianchi, nato e morto a Cremona, figlio di un sarto, battezzato col nome 1783. In età più avanzata fu assai avverso alla di Pietro Martire. Frequentò le scuole dei gesuiti curia romana, mostrando il suo netto distacco raf- e nel 1756 si fece frate ed entrò nell’ordine dei Ca- forzando il contatto con i suoi fedeli più modesti maldolesi. Fu nei monasteri di Classe a Ravenna, siti anche in piccole comunità di montagna dove di San Gregorio a Roma e di Monreale. Professore si recava a dorso di mulo. Castelmonardo verrà a Ravenna di filosofia e di matematica, fu un po- riedificata dietro sua iniziativa in una località vi- ligrafo assai talentuoso, intensa la sua attività cina, poi chiamata Filadelfia, Filadelfia di Cala- giornalistica. Appartenne ad una loggia cremo- bria, in provincia di Vibo Valentia, in omaggio a nese e per decenni fu un massone in piena attività Benjamin Franklin e agli aiuti da lui forniti con forti relazioni culturali con l’ambiente rifor- avendo sinanco indicato gli strumenti tecnici per matore meridionale e con altri eminenti massoni impostare la pianta della ricostituita comunità, se- come Raimondo de Sangro, Gaetano Filangieri, condo lo schema della Filadelfia americana alla Antonio Planelli, Giovanni Andrea Serrao e Sal- fine del 1600, tipico di centinaia di città ameri- vatore Montaperto, principe di Raffadali, poi no- cane. Non casualmente la chiesa di S. Maria del minato ministro presso la corte di Danimarca e di Carmine ebbe l’ingresso principale nel retro della cui fu anche segretario per un certo tempo. Fu piazza centrale, a voler testimoniare la non inge- assai devoto e amico dell’arcivescovo di Monreale renza del potere ecclesiastico nella vita sociale e F. Testa, dal camaldolese grandemente ammirato. civile. Lo stemma di Filadelfia è rappresentato da Visitò le principali città europee in una specie di due mani che si stringono in un simbolico e fra- tour cultural-latomistico anche grazie ai buoni uf- terno patto speciale di affetto e solidarietà. Come fici e alla attività massonica del suo amico fra- ricorda Elvira Chiosi ebbe anche molti aiuti e be- terno, il libraio editore Lorenzo Manini di nefici da Alfonso Airoldi e dal noto massone sici- Cremona. Dovette infatti molto alla massoneria liano Giuseppe Beccadelli, mentre subì l’influenza cremonese che fu essenziale per i suoi percorsi in del grande cartesiano illuminato di Scalea Grego- Italia e all’estero con particolare riferimento alla rio Caloprese (1654-1715), filosofo, medico e ma- Danimarca. In urto con i suoi superiori fu trasfe- tematico, celebre per il suo ingegno – amato e rito al monastero di Fonte Avellana, vicino Gub- studiato a lungo dal prof. Augusto Placanica - e bio “tra gli orrori solitari del più alto Appennino
ALTARE E COMPASSO 7 d’Italia”. Grazie alla “sacra deportazione” scrisse battaglione in diverse operazioni nei borghi di le sue belle Meditazioni: “se le mie meditazioni non Pianura, Soccavo, Bagnoli e infine al ponte della saranno il frutto di un uomo di talento, lo saranno Maddalena” (D. Carnevale). Nicola Pacifico per almeno di un uomo di cuore”. Combatté sempre aver comandato il battaglione “Affaitati” e per altri per un’opera di riforma sociale e di incivilimento. motivi venne arrestato, portato nel carcere della Morì il 28 settembre 1808. Fu autore fra l’altro Del- Vicaria e condannato a morte per impiccagione, l’istituto dei veri liberi muratori e Dei misteri eleusini e condanna eseguita nella piazza del Mercato. Fran- dell’antico arcano. cesco Paolo Pinello ne parla nel suo L’amore è il peso che dà il moto all’anima (2015). Allorquando subì da parte della chiesa la messa allo stato laicale, la sua NICCOLO’ LUBRANO DI VAVARIA 1733- dissacrazione avvenne contemporaneamente con 1799 quella del vescovo di Vico Equense Michele Na- tale. Niccolò Lubrano di Vavaria nacque a Martino nel 1733 e fu vicario curato di S. Michele. “Luminoso esempio di dignità civica e di fierezza cristiana”, ANTONIO PLANELLI 1737-1803 come ricordato anche dalla comunità del Santua- rio di S. Maria delle Grazie Incoronata di Procida. Nacque a Bitonto il 17 giugno 1737, di antica e no- Fu giustiziato il 15 giugno 1799 insieme al prete bile famiglia, figlio di Livia Sylos e di Giovan Bat- ischitano Antonio De Luca (1737-1799) e al sacer- tista. Studiò presso la ben nota università di dote procidano Antonio Scialoja (1748-1799) Altamura e, a Napoli, con Giuseppe Vairo, famoso dopo essere stati sconsacrati, tutti e tre formati agli professore di chimica che poi lo presentò in mas- ideali latomistici. soneria. Nel 1767 fu ricevuto nel Sacro Militare Ordine di S. Giovanni di Gerusalemme, assu- mendo il priorato di Barletta. Entrò poi nell’Or- NICOLA PACIFICO 1734-1799 dine di Malta e proprio al Gran Maestro dell’Ordine, Pinto de Fonseca, è dedicata la tradu- Nicola Pacifico nacque e morì a Napoli, prete e pa- zione delle lettere di Jean-Henri-Samuel Formey. triota partecipò alla rivoluzione napoletana del Socio della reale Accademia delle scienze e belle 1799. Svolse l’apprendistato al sacerdozio nella lettere. Musicologo e musicista, talento poliedrico, parrocchia dell’Avvocata e nel 1757 frequentò i nel 1775 fu presso l’Abbazia di Montecassino corsi teologici del presbitero Bartolomeo Amo- dove prese i voti. Del 1772 il suo saggio di mag- roso. Studioso di matematica e di fisica - venne gior rilievo Dell’opera in musica, in uno stile “armo- persino elogiato da Antonio Genovesi nelle sue nioso e toccante” (Villarosa), entrò di buon diritto Lezioni di commercio - fece parte dell’Accademia nella tradizione degli scrittori riformisti del suo reale di scienze e belle lettere di Napoli dove, se- periodo, prendendo spunti da Angarotti e da Ar- condo Diego Carnevale, tenne anche lezioni sui teaga, mentre nel 1790 Ferdinando IV lo nominò “fenomeni de’ tremuoti di Calabria del 1783”. maestro della zecca. Ebbe anche il compito di rior- Negli anni settanta divenne membro della loggia ganizzare il Museo Mineralogico di Napoli. Nel “L’amicizia” della Gran Loggia nazionale “Lo 1794 venne accusato di sostegno a una rivolta gia- Zelo”, prima di passare alla loggia “La verità”. Nel cobina, ma riuscì ad essere assolto. Secondo Raf- 1786 conobbe il teologo luterano e autorevole faele Mellace “cruciale per Planelli fu l’ambiente membro della massoneria, Friederich Munter, riformatore massonico”, massoneria a cui aderì nel contribuendo a fondare la loggia “Philantropia”, 1780 nella loggia “La vittoria” (risulta a piè di lista mentre a Catania, per sollecitazione di Diego Na- agli inizi degli anni ottanta). La comunità masso- selli dei principi d’Aragona, creò la loggia “del- nica fu decisiva negli anni più maturi di Planelli, l’Ardore” insieme al matematico e naturalista con particolare riferimento a Ippolito Pindemonte, Domenico Tata dove ebbe come M.V. Ignazio Pa- ad Aurelio de’ Giorgi Bertòla, ad Antonio e Do- ternò dell’Accademia degli Industriosi di Gangi. menico De Gennaro, Isidoro Bianchi e Michele Come ricorda Diego Carnevale, fra gli altri, ebbe Enrico Sagramoso. Nell’area barese, di un certo ri- il merito di nascondere per alcuni mesi a casa sua, lievo la loggia “L’Ospitalità” di Terlizzi di cui fe- in strada dell’Infrascata, Francesco Saverio Salfi, cero parte l’arciprete di Leonforte Giuseppe accanitamente ricercato dalla polizia per il suo pa- Torallo e monsignor Giuseppe De Gemmis senior. triottismo sino all’aiuto essenziale per favorirne la Planelli morì a Napoli nel 1803 e la sua salma fuga verso Genova. “Nel corso dell’attacco alla ca- venne inumata nella chiesa dell’Ordine gerosolo- pitale dalle truppe sanfediste, Pacifico guidò il suo
8 MassonicaMente n.19 - Sett./Dic. 2020 mitano di S. Giovanni a Mare. Su di lui cfr. A clericali. Nel periodo giovanile scrisse il primo ri- Massafra, R. Di Castiglione, T. Pedio e A.M. Rao. voluzionario progetto di riforma della scuola “Saggio dell’umano sapere ad uso de’ giovanetti di Peralia”. Trascorse alcuni periodi in Francia, e GIUSEPPE ANTONIO CERUTTI 1738-1792 fu proprio a Marsiglia che entrò nella loggia “Saint-Jean d’Ecosse” che, come lui stesso disse Nacque a Torino il 13 giugno 1738, gesuita giaco- “fu mia madre”. Una volta rientrato nella nostra bino, Giuseppe Antonio Cerutti, ebbe una vita penisola, come ricorda compiutamente Vittorio assai avventurosa. Gesuita dal 1753, professore di Gnocchini, cominciò ad operare in modo totale retorica già solo a vent’anni nel collegio di Lione, per la massoneria, fondando anche diverse logge dopo aver compiuto brillanti studi presso la Com- sotto l’egida marsigliese fra cui “L’amor di patria” pagnia di Avignone e presso i gesuiti di Torino. a Tropea e “La buona speranza” di Parghelia e fu Questo novizio fu considerato dai gesuiti un’au- decisivo per la costituzione de la “Fratellanza ita- tentica provvidenza a maggior ragione che Cerutti liana” di Maida. Al riguardo si vedano i lavori di scrisse anche una splendida apologia dei gesuiti. A. Piromalli che lo definì un abate poeta in loggia Già però nel 1767 fu considerato un apostata e che scrisse sul suo illuminismo massonico, e gli anche perché decise di partecipare attivamente scritti di P. Minervini e G. Giarrizzo. Convinto che all’azione rivoluzionaria. Divenne poi deputato al- ai giovani si dovessero conferire gli strumenti per l’Assemblea legislativa. Appartenne alla celebre esprimere la loro creatività, nel 1792 fondò la So- loggia delle “Nove sorelle” fondata da Lalande nel cietà massonico-giacobina a Napoli, una deriva- 1776 e lì si legò fortemente ad altri patrioti di zione dell’Accademia di scienze e lettere di quella comunità. Numerose furono le sue consi- stampo francese, che riunendosi a casa di Jeroca- derazioni relative alla necessità di nazionalizzare des divenne rapidamente per tutti la “Società i beni del clero e di ritenere illogico qualunque degli Jerocades”, “il Giardino del lieto lavoro” privilegio onorifico a favore dei nobili, pur non prendendo poi la denominazione di “Società pa- essendo un partigiano dell’eguaglianza totale che triottica napoletana”. Questa Società, di stampo gli appariva comunque “une funeste extremité”. prevalentemente latomistico, era composta da re- Per il complesso delle sue opere meritò grande ri- ligiosi, aristocratici ed esponenti di rilievo del spetto e stima da parte dei francesi, qualificandosi mondo borghese. Scrisse diverse opere di rilievo come uno degli scrittori capaci di strappare al po- e molto bello è anche un suo manoscritto su se polo il velo dell’ignoranza alla stregua di un Bris- stesso “Un filosofo in solitudine”. Per lui “il viver sot o di un Condorcet. Morì a Parigi il 4 febbraio di preda e di rapina è vita da belva, il viver di fa- 1792 colto da una malattia che i medici non riu- tica e d’industria è il vivere umano”. Il suo cata- scirono a diagnosticare. strofismo millenaristico sfociò nel terremoto del 1783 interpretato, da lui come altri, come un ca- stigo divino per le colpe degli uomini. Arrestato, ANTONIO JEROCADES 1738-1803 venne poi relegato nel convento di san Pietro a Sul sacerdote e poeta massone Antonio Jerocades, Ceserano. Una volta libero fu un protagonista cofondatore delle prime logge calabresi, vi è, fra delle vicende della repubblica napoletana e, dopo gli altri, il saggio di Davide Monda che ampia- la sua caduta, venne di nuovo arrestato e confinato mente ne descrisse la sua vita e il suo operato An- prima nel convento dei frati alcantarini di Pigna- tonio Jerocades, massone militante, educatore e poeta in taro e poi nel convento del SS. Redentore di Tro- Sarastro e il serpente verde. Sogni e bisogni di una masso- pea e fu qui nel convento dei Liguorini che morì. neria ritrovata, Bologna 2003 del sottoscritto e di D. Monda. Antonio Jerocades nacque a Parghelia nei pressi di Catanzaro e da ragazzino “odiava impla- MARCELLO EUSEBIO SCOTTI 1740-1800 cabilmente la scuola e il maestro”. Destinato al sa- Marcello Eusebio Scotti grazie allo zio, il sacer- cerdozio, studiò nel seminario di Tropea e fu dote Nicola Scotto, fu dapprima convittore del allievo di Giovanni Andrea Serrao. Era un “bril- Collegio dei cinesi e poi prese i voti divenendo sa- lante improvvisatore in versi e in musica” (M.L. cerdote nel 1763. Insegnò eloquenza e filosofia nel Perna) e fu costantemente convinto che i sacerdoti Collegio dove si era formato. Pur trascorrendo avrebbero dovuto essere “i dottori del popolo e molta parte della sua vita a Napoli, si considerò non i divoratori delle umane sostanze”. Insegnò sempre un clericus insulae Procidae. Massone dal nel collegio Tuziano di Sora da dove venne però 1785, tre anni dopo pubblicò il primo volume di allontanato per una brillante satira sulle abitudini
ALTARE E COMPASSO 9 un Catechismo nautico che si diffuse molto fra i pe- triota. Professore di etica alla Nunziatella di Na- scatori di Napoli, di Procida e i corallieri di Torre poli, assunse la cattedra di Economia e commercio del Greco. Su di lui cfr. S. Fevola, Un abate anticu- già del suo maestro Antonio Genovesi, autore di rialista del XVIII secolo: Marcello Eusebio Scotti, Napoli una bella opera Delle lezioni di commercio o sia d’eco- 1915. nomia civile. Fu a Livorno, a Genova, a Milano dal suo protettore il massone Bartolomeo Calderara, a Pisa sempre in cerca di migliori opportunità, sin GIOVANNI MELI 1740-1815 quando non ricevette l’insegnamento alla Nunzia- tella che gli consentì “molta proprietà, casa pro- Giovanni Meli nacque e morì a Palermo, poeta e pria e servitori” risultando secondo Ferdinando drammaturgo, figlio di un orefice. Educato presso Galiani “benissimo situato”. Partecipò alla costi- le scuole dei Gesuiti presso il Collegio Massimo, tuzione di una Gran Loggia nazionale napoletana mentre a Terrasini in una grotta a lui molto cara, dal 1773 e per diversi anni si impegnò nella vita compose molte delle sue poesie nelle quali con- latomistica. Nel 1785 decise di scrivere un gustoso dannava l’avarizia e le perversioni degli uomini opuscolo contrario alla richiesta di un gruppo di che non vivono secondo i consigli della natura, speculatori stranieri che intendevano prendere in pubblicate poi in cinque volumi e di recente tra- appalto il gioco del lotto Riflessioni umiliate a sua dotte da Gaetano Cipolla. Il poemetto La fata galante maestà sull’affitto progettato della lotteria de’ 90 numeri del 1762 gli diede celebrità. Divenne medico nel a cui seguì una Memoria sul gioco del lotto. Fu coin- 1764 esercitando come medico condotto a Cinisi, volto nei fatti rivoltosi del 1794, arrestato si tolse dove veniva chiamato l’abate. E’ l’unico di questa la vita nel carcere della Vicaria il 20 aprile 1794, lista che in realtà non è mai stato sacerdote, ma forse suicida, forse avvelenato. Su Osazi cfr. gli l’ho voluto inserire egualmente perché per tutti studi di Giovanni Beltrani e Anna Maria Rao. era “l’abate” traendo tutti in un gustoso inganno. Vestì da abate per poter visitare le case dei nobili e soprattutto entrare nei conventi delle suore da ALBERTO FORTIS 1741-1803 molte delle quali fu attratto: “l’abito per avere ac- cesso nei monasteri e simpatizzare con le mona- Nacque a Padova nel 1741 e morì a Bologna nel che”. Per lo scrittore catanese Salvatore Camilleri, 1803. La morte prematura del padre indusse la fa- il maggiore esponente del trinacrismo, Meli è miglia a fargli frequentare gratuitamente il semi- stato “il più siciliano dei poeti siciliani, perché nario vescovile di Padova. Studiò retorica, teologia pensa in siciliano, perché è siciliano lo spirito che e fu in contatto con studiosi e protagonisti del informa la sua opera, perché insomma sente in si- mondo scientifico e letterario dell’epoca. Nel 1757 ciliano”. Usava il frasario del popolo palermitano, entrò nell’ordine degli Eremitani di S. Agostino e quello delle zone più popolari raggiungendo così fu perciò, come ricorda Luca Ciancio, in numerosi una efficacia notevolissima e risultando, per Giu- conventi agostiniani, a Padova, Verona, Bologna, seppe Pitré, “il più schietto pittore dei costumi del Vicenza ispirandosi alla tradizione baconiana. Ha tempo” e rappresentando ottimamente l’essenza effettuato numerosi viaggi in vari paesi come per dello spirito dei siciliani: “occhiuzzi niuri, si ta- esempio a Parigi o a Strasburgo o in Dalmazia, in liati, faciti cadiri, jeu muru debuli, di petri e taju, un’abazia “abitata da frati zoccolanti, benemeriti consideratilu, si allora caju!”. Merita altresì di es- coltivatori della Vigna del Signore, dove un prete sere ricordato anche il poeta catanese Domenico secolare difficilmente vorrebbe darsi a così labo- Tempio (1750-1821) perché pure lui fu un magni- riosa vita” (cfr. Viaggio in Dalmazia dell’abate Alberto fico poeta dialettale, anch’egli massone che aveva Fortis, Venezia 1774). Luana Giurgevich, in qualità tentato di intraprendere la carriera ecclesiastica all’epoca di dottoranda dell’Università di Trieste senza riuscirvi e che rivisitò la terra siciliana con scrisse sul “Viaggiatore ideale di Alberto Fortis” profondo realismo. Giovanni Meli fu massone e nel 2007 sottolineando soprattutto che si era re- membro di una loggia di costituzione inglese cato “in terre poco considerate nella gerarchia eu- come segnalato da Giordano Gamberini. Sulla scia ropea dei luoghi degni di osservazione”. Fu anche di Meli poi anche Federico Moncada e Verecondo a Bologna dove curò il patrimonio della biblioteca Maria Pepi. universitaria. Nel 1770 scrisse una lettera “di un prete montagnuolo sopra la questione del batte- simo degli aborti”, non lesinando anche attacchi a TROIANO ODAZI 1741-1794 giornali dell’epoca “pieni di vane ciance e il più delle volte di mordaci ingiuriose parole”. Nei suoi Nacque ad Atri e fu un sacerdote, economista e pa-
10 MassonicaMente n.19 - Sett./Dic. 2020 soggiorni napoletani ebbe contatti col Filangieri e GIOVANNI FRANCESCO CONFORTI 1743- con gli ambienti massonici nei quali si inserì con- 1799 vintamente. Fu proprio la massoneria napoletana che riuscì a farlo nominare dal Sovrano consulente Giovanni Francesco Conforti nacque a Calvanico minerologico col compito di organizzare la produ- il 7 gennaio 1743 all’epoca centro serico di rilievo, zione di salnitro. E’ stato ricordato anche nelle presbitero, teologo, giurista e patriota. Studiò nel opere di Ruggiero Di Castiglione. seminario di Salerno. Fu un martire della rivolu- zione del 1799, arrestato e portato al patibolo: “la gratitudine non ha luogo fra gli sdegni politici”. Appartenne al milieu massonico anche se contra- DOMENICO FORGES DAVANZATI 1742- stò fortemente il fratello Francesco Longano su 1810 questioni ecclesiastiche. Tenne anche la direzione Domenico Forges Davanzati “patrizio tranese” - di una scuola di diritto civile e canonico. Nel 1780 come amava autodefinirsi - nacque a Palo del pubblicò un importante lavoro di diritto ecclesia- Colle il 3 novembre 1742, economista, sacerdote, stico, noto come l’Antigrozio e poi un testo acuto e massone. Il padre gli morì a sei anni e dopo la premonitore La dottrina pacifica. Durante la Repub- morte della madre, lo zio Giuseppe Antonio Da- blica Partenopea fu scelto come rappresentante del vanzati, arcivescovo di Trani e patriarca di Ales- popolo. Di Conforti scrisse Mariano D’Ayala nelle sandria, lo avviò alla carriera ecclesiastica; Vite degli italiani benemeriti della libertà e della patria. successivamente Ferdinando IV lo nominò pre- lato. Fu anche prevosto della cattedrale di Canosa nel 1786. A Napoli studiò per un anno anche NICOLA VINCENZO PALOMBA 1746-1799 presso la casa di Celestino Galiani, amico di fami- Nacque ad Avigliano il 23 ottobre 1746, entrò nel glia. Fu un esponente di rilievo della repubblica seminario di Potenza e poi si laureò in giurispru- napoletana del 1799 e uno dei più convinti asser- denza all’università di Napoli dove entrò in mas- tori dei diritti del re contro la chiesa di Roma e soneria. Fu un fautore della Repubblica fece di tutto per rafforzare i diritti della corona. partenopea, a Potenza e a Matera aveva contri- Evidentemente i suoi rapporti con la chiesa furono buito ad alzare in piazza l’albero della libertà, por- tormentatissimi che in particolare non intendeva tato al patibolo si rifiutò di fare i nomi degli altri avallare le nomine ai vescovi effettuate dal re nelle fratelli patrioti e a chi lo invitava a salvarsi con la sedi che via via si rendevano vacanti. Massone go- delazione: “Vile schiavo, io non so comprare il dette della completa protezione della regina Maria capo con una infamia”. Cristina Passetti ha scritto Carolina e in Francia gravitò intorno alla famosa su di lui che numerosi anni di lavoro in loggia e loggia delle “Nove Sorelle” dove vi erano anche l’egualitarismo massonico avevano predisposto numerosi patrioti italiani, stringendo soprattutto tanti fratelli, fra cui molti sacerdoti, nell’acquisire fraterna amicizia con Giovanni Fabbroni, natura- il coraggio di affrontare la lotta politica sino alle lista e chimico fiorentino e col gesuita Giuseppe più terribili conseguenze. Antonio Cerutti. Per la valenza di questi rapporti Nello stessa area si evidenziò l’operato anche e per il fortissimo appoggio dell’episcopato del dell’arciprete Matteo Catalano di Vaglio, autore di regno, non ebbe mai sanzioni ufficiali di con- numerosi scritti a difesa della religione cattolica e danna da parte della chiesa di Roma. “della real dignità”, di estrazione nobiliare, che Nel 1796 venne però arrestato a Trani per le sue nel 1799 coagulò intorno a lui le famiglie filo-bor- intemperanze rivoluzionarie e poi rinchiuso nel boniche, secondo le ricerche di Angelo Massafra, forte di Sant’Elmo a Napoli nel mentre si allenta- scacciando i repubblicani dal paese lucano. rono i suoi legami col regime borbonico. In car- cere stette quasi due anni fin quando non venne riconosciuta la sua innocenza. Mandato in esilio in Francia, già nel 1806 ritornò nel regno di Na- GIUSEPPE PIAZZI 1746-1826 poli al seguito delle truppe francesi. Nel 1809 Presbitero, astronomo, massone, nacque a Ponte venne chiamato a far parte dell’Accademia Ponta- in Valtellina il 16 luglio 1746 e venne battezzato niana dove dissertò sullo stato imperfetto della in tutta fretta temendo per la sua vita. Studiò nei geografia antica. Morì il 12 agosto 1810 tornato a collegi dell’Ordine dei Teatini a Torino, Roma, Palo del Colle mentre era ospite del fratello. Su di Genova e a Milano dove poi entrò nel convento di lui cfr. l’ottimo saggio di Grazia Distaso, Un vescovo sant’Antonio e venne ordinato sacerdote nel 1769. letterato: note su Domenico Forges Davanzati. Insegnò filosofia, matematica, teologia e astrono-
ALTARE E COMPASSO 11 mia a Roma, a Malta e a Palermo. In particolare si nedettino di San Martino alle Scale presso Pa- rivelò un astronomo a livello mondiale scoprendo lermo (cfr. Rosanna Equizzi, San Martino delle Scale: sinanco un nuovo pianeta il 1 gennaio 1801 bat- la collezione archeologica, Roma 2006). Direttore tezzato “Ceres ferdinandea”, come Cerere la pro- dell’Accademia palermitana del Buon Gusto, pro- tettrice del grano e della Sicilia; la seconda parte fessore di diritto canonico. Membro di una loggia del nome “ferdinandea” comprensibilmente non inglese palermitana fondata nel 1780 con patente fu ben accetta alla comunità internazionale e suc- rilasciata dal G.M. provinciale duca di san Deme- cessivamente venne eliminata. In conseguenza di trio e di cui era M.V. Carlo Cottona di Villarmosa. questa scoperta nel 1803, su proposta di Barnaba Giuseppe Pitrè lo ha menzionato come “un padre Oriani, venne nominato membro dell’Istituto na- dotto e buono”, mentre il marchese di Villabianca zionale italiano di scienze lettere e arti di Bologna, nella Appendice alla Sicilia nobile lo indicò come “uno Istituto di altissimo profilo i cui primi trenta mem- de’ bravi letterati che di presente si hanno in pa- bri erano stati scelti direttamente da Napoleone. tria” e lo segnalò come autore della “Canzonetta” Secondo Antonino Giuffrida la sua partecipazione che nel 1796 venne creata per il corpo franco dei alla massoneria fu profonda e convinta pur cer- Volontari siciliani. Di Raffaele Drago ne parla cando di mantenere strettamente riservata l’appar- anche Francesco Paolo Pinello in L’amore è il peso tenenza per non pagarne dazio. Ciononostante che dà il moto all’anima, testo dedicato al gianseni- venne accusato di essere un fratello massone alla smo e alla massoneria nella seconda metà del Set- stregua del suo fraterno amico il principe di Cara- tecento in Sicilia. manico, vicerè di Sicilia e propugnatore dell’Os- servatorio astronomico di Palermo oltre che di Jerome di Lalande, G.M. della loggia delle “Nove DOMENICO VINCENZO TROISI 1749-1799 sorelle” che aveva dichiarato che per lui la masso- neria era motivo di grande soddisfazione da quat- Nacque a Roccagorga, in provincia di Latina, il 23 tro generazioni. I rapporti fra Lalande e Piazzi dicembre 1749. Trasferitosi a Napoli fece il novi- sono testimoniati ampiamente anche nel diario ziato presso la chiesa di santa Maria de’ Vergini dell’architetto giacobino e massone, amico di en- entrando nella Congregazione di san Vincenzo de’ trambi, Leon Dufourny, poi curatore di molti Paoli e, come ricorda Nicola Terracciano, celebrò aspetti architettonici relativi all’Osservatorio la sua prima messa nel 1772. Fu professore al- astronomico realizzato al Palazzo Reale. l’Università di Napoli, ritenuto da chi lo aveva co- nosciuto “uomo di grande ingegno”. Fece parte della comunità massonica incitando i combattenti a schierarsi contro i borbonici e si ritirò nel Ma- MICHELE GRANATA 1748-1799 schio Angioino per un’ultima disperata difesa. Fu Nacque a Rionero in Vulture il 27 novembre 1748 poi arrestato e il 24 ottobre 1799, dopo essere stato ricevendo i primi insegnamenti dallo zio prete sconsacrato, venne condannato al patibolo che af- Mattia e poi fu avviato ai seminari di Melfi e di frontò con grande decoro e dignità, senza la sot- Rapolla. Entrò nell’ordine dei Carmelitani scalzi tana sacerdotale: “vestì una sciamberga nera, sotto col nome di padre Francesco Saverio Granata da una pioggia dirottissima”. Cfr. al riguardo Camillo Rionero e fu prima a Napoli poi a Barile. Nel con- Albanese Cronache di una rivoluzione. Napoli 1799, vento del Carmine Maggiore divenne il padre Milano 1998. provinciale. Fu poi professore di Filosofia e di Ma- tematica alla Nunziatella. Fu rettore dei carmeli- tani di Santa Maria della Vita nel convento di Montesanto a Napoli dopo essersi unito alla co- GIROLAMO VECCHIETTI 1750-1799 munità massonica. Per le sue idee venne condan- nato a morte, venne giustiziato il 12 dicembre Girolamo Vecchietti nacque a Napoli intorno al 1799 dopo essere stato sconsacrato da monsignor 1750. Fu discepolo di Antonio Genovesi, fre- Giuseppe Corrado Panzini vescovo di Ugento. quentò il seminario dove eccelse in teologia e re- torica, poi si addottorò in giurisprudenza. Venne coinvolto nella cosiddetta congiura giacobina del 1794, ma non venne arrestato dall’Inquisizione giacché venne trovato ormai in fin di vita. Legato RAFFAELE DRAGO 1748-1824 da grande affetto al vescovo Andrea Serrao, ad Monaco cassinese, Raffaele Drago, benedettino, Antonio Jerocades, a Domenico Forges Davanzati, bibliotecario e poi direttore presso il convento be- che lo definì “amico della virtù e del sapere”, al
12 MassonicaMente n.19 - Sett./Dic. 2020 teologo luterano danese Friedrich Munter dell’Or- 1755 venne ordinato sacerdote a Pignataro Mag- dine degli Illuminati, con i quali condivideva la giore. Svolse il suo sacerdozio prima a Capua e poi stessa fede latomistica. Membro della massoneria a Napoli anche presso la famiglia del duca di napoletana, aderì alla Gran Loggia Provinciale del Monteleone, Ettore Pignatelli, e grazie alle nuove Regno di Napoli e Sicilia dipendente dalla Gran conoscenze aderì alla massoneria agli inizi degli Loggia d’Inghilterra. anni ottanta, tant’è che nel 1782, secondo Rug- giero Di Castiglione, lo troviamo nel piè di lista della loggia “La Vittoria” della Gran Loggia Na- GIUSEPPE CESTARO 1751-1799 zionale delle Due Sicilie detta dello Zelo. Divenne precettore dei figli di Ferdinando IV e nel 1798 Nacque a Napoli dove studiò in seminario e poi venne consacrato vescovo, l’ultimo vescovo di ordinato sacerdote nel 1775. Si occupò di filologia Vico Equense, ma quando il 24 gennaio 1799 in- e di linguistica e fu membro dell’Accademia di vocò la benedizione del Signore per l’arrivo dei scienze e lettere. Continuò l’opera del Grimaldi francesi, e per questo suo orientamento politico, nel condurre in porto gli Annali del Regno di Napoli. mutata la scena politica, nell’ambito della sangui- S’inserì nell’ambito progressista e nella massone- nosa repressione antirepubblicana, poi venne pro- ria, alimentando sentimenti sempre più anticu- cessato, condannato a morte e impiccato nel 1799 riali. Come ricorda Maria Aurora Tallarico “già da nella piazza del Mercato a Napoli, una morte ter- tempo faceva parte, con tutta la famiglia, della So- ribilmente atroce: “veramente fu cosa orrorosa il cietà dei liberi muratori” e poi aderì alle idee ri- vedere per 24 ore pendere dalla forca un vescovo”. voluzionarie. Morì probabilmente il 13 giugno La diocesi di Vico venne soppressa e inglobata in 1799 allorquando i sanfedisti attaccarono sul quella sorrentina proprio perché la figura di que- ponte della Maddalena insieme a numerosi altri sto vescovo massone doveva subire una damnatio sacerdoti massoni. Sue lettere private e documenti memoriae e persino il suo ritratto vescovile venne sono conservati presso l’Archivio di stato di Fi- sostituito da un putto che invocava il silenzio. Di renze. questo martire va ricordato anche il suo Catechismo repubblicano per l’istruzione del popolo e la rovina de’ ti- ranni, opera curata nel 1998 da Giuseppe Acocella. MICHELANGELO CICCONI 1751-1799 Sul vescovo Natale cfr. inoltre gli studi di France- Nacque a Morro presso Teramo ed entrò in semi- sco Migliaccio, Gaetano Parascandolo, Antonino nario subendo una forte influenza francese. Di- Trombetta, Gabriele Iannelli e Arnaldo Di Bene- venne prima chierico regolare minore del detto. convento della Pietrasanta e poi passò ai Teatini. Mise a frutto la sua capacità di improvvisare versi. Condannò fortemente il malgoverno borbonico e OTTAVIO ALBICINI 1753-1832 aderì al nuovo regime repubblicano venendo ac- Ottavio Albicini, rivoluzionario cisalpino, predi- cusato di opere in cui “sparlava delle sacre per- catore di fama, secondo la bella scheda di Vittorio sone” (M.A. Tallarico) e fu condannato a morte, Gnocchini, nato nel 1753 a Forlì, era un sacerdote ucciso il 18 gennaio 1800 in piazza del Mercato a cattolico che nel 1801 divenne presidente della Napoli. Faceva parte di un ampio gruppo di sacer- municipalità della sua città. Ebbe vasta notorietà doti massoni e seguì la stessa sorte di Giuseppe allorquando nel 1820 operò a Brescia un’ascen- Carlo Bellari vicentino (1754-1799), minore di sione aerostatica. Nel 1808 divenne M.V. della Santa Maria La Nova, di Saverio Caputo, napole- loggia “Reale Augusta” di Forlì del Goi sedente in tano (1757-1799) olivetano di Sant’Anna de’ Lom- Milano. Già nel 1806 aveva contribuito alla fon- bardi, di Gaetano Morgera, napoletano dazione della loggia “Pigneta” di Ravenna. Dopo (1770-1799), sacerdote che aveva piantato l’albero la restaurazione pontificia si trasferì a Milano da della libertà a Forio, di Giuseppe Carlo Bellari dove fu espulso nel 1817 per attività antigoverna- 1754-1799, di Gaspare Pucci (1774-1800) di Sam- tiva. Successivamente si rifugiò in Svizzera dove buca (Agrigento) chierico, studente in medicina e riprese appieno la sua vita sacerdotale con il nome di svariati altri. di Valeriano delle Romagne dimorando per di- versi anni nel santuario di san Bernardo nel co- mune di Comano. Siro Bozzani ha scritto un buon MICHELE ARCANGELO NATALE 1751-1799 articolo su questo periodo Il marchese Ottavio Albi- Nacque a Casapulla presso Caserta il 23 agosto cini forlivese eremita di san Bernardo sopra Comano. 1751. Studiò presso il seminario di Capua e nel
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