Le SENTINELLE DI NONNO Nino - I Giovani, Sentinelle della ...

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Le SENTINELLE DI NONNO Nino - I Giovani, Sentinelle della ...
Periodico fondato nel 2020
Diple Edizioni di Domenico Bilotta
via Forese 7 – Figline e Incisa Valdarno (FI)
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                                                Le SENTINELLE DI NONNO Nino
                  Partner
della Fondazione Antonino Caponnetto
www.giovanisentinelledellalegalita.org
scuola@antoninocaponnetto.it
Caporedattore Sergio Tamborrino
Direttore Responsabile Claudio Gherardini                   gazzetta delle giovani sentinelle della legalità
Martedì 19 maggio 2020 - Anno I n. 2 copia omaggio

                                                EDIZIONE
                                                SPECIALE

                                        UNA PREGHIERA LAICA MA FERVENTE
                                        Discorso pronunciato da Antonino Caponnetto ai funerali di
                                        Paolo Borsellino il 24 luglio 1992 a Palermo.
                                        Queste sono le parole di un vecchio ex magistrato che è venuto nello spazio
                                        di due mesi due volte a Palermo con il cuore a pezzi a portare l’ultimo saluto
                                        ai suoi figli, fratelli e amici con i quali ho diviso anni di lavoro, di sacrificio, di
                                        gioia, anche di amarezza. Soltanto poche parole per un ricordo, per un dove-
                                        roso atto di contrizione che poi vi dirò e per una preghiera laica ma fervente.
                                        Il ricordo è per l’amico Paolo, per la sua generosità, per la sua umanità, per il
                                        coraggio con cui ha affrontato la vita e con cui è andato incontro alla morte
                                        annunciata, per la sua radicata fede cattolica, per il suo amore immenso por-
                                        tato alla famiglia e agli amici tutti. Era un dono naturale che Paolo aveva, di
                                        spargere attorno a sé amore.
                                        Mi ricordo ancora il suo appassionato e incessante lavoro, divenuto frenetico
                                        negli ultimi tempi, quasi che egli sentisse incombere la fine. Ognuno di noi,
                                        e non solo lo Stato, gli è debitore; ad ognuno di noi egli ha donato qualcosa
                                        di prezioso e di raro che tutti conserveremo in fondo al cuore, e a me in par-
                                        ticolare mancheranno terribilmente quelle sue telefonate che invariabilmente
                                        concludeva con le parole: «Ti voglio bene Antonio» ed io replicavo «Anche
                                        io ti voglio bene Paolo». C’è un altro peso che ancora mi opprime ed è il
                                        rimorso per quell’attimo di sconforto e di debolezza da cui sono stato colto
                                        dopo avere posato l’ultimo bacio sul viso ormai gelido, ma ancora sereno, di
                                        Paolo. Nessuno di noi, e io meno di chiunque altro, può dire che ormai tutto è
                                        finito. Pensavo in quel momento di desistere dalla lotta contro la delinquenza
                                        mafiosa, mi sembrava che con la morte dell’amico fraterno tutto fosse finito.
                                        Ma in un momento simile, in un momento come questo coltivare un pensiero
                                        del genere, e me ne sono subito convinto, equivale a tradire la memoria di
                                        Paolo come pure quella di Giovanni e di Francesca. In questi pochi giorni di
                                        dolore trascorsi a Palermo, che io vi confesso non vorrei lasciare più, ho sen-
                                        tito in gran parte della popolazione la voglia di liberarsi da questa barbara e
                                        sanguinosa oppressione che ne cancella i diritti più elementari e ne vanifica la
                                        speranza di rinascita. E da qui nasce la mia preghiera dicevo laica ma fervente
                                        e la rivolgo a te, Presidente, che da tanto tempo mi onori della tua amicizia,
                                        SEGUE A PAG. 2
Le SENTINELLE DI NONNO Nino - I Giovani, Sentinelle della ...
2 Martedì 19 MAGGIO 2020 Anno I - Numero 2                                                     Le SENTINELLE DI NONNO Nino

                                                Dalla prima pagina
            EDITORIALE
                                                UNA PREGHIERA LAICA MA FERVENTE
                                                che è stata sempre ricambiata con am-
 Si muore perché si è soli o perché si è en-    mirazione infinita. La gente di Palermo
 trati in un gioco troppo grande. Si muore      e dell’intera Sicilia ti ama Presidente, ti
 spesso perché non si dispone delle necessa-    rispetta, e soprattutto ha fiducia nella
 rie alleanze, perché si è privi di sostegno.   tua saggezza e nella tua fermezza, Pao-
                                                lo è morto servendo lo Stato in cui cre-
 Con la consueta arguzia e senza eccessi        deva così come prima di lui Giovanni e
 retorici, anzi in maniera asciutta, Gio-       Francesca. Ma ora questo stesso Stato
 vanni Falcone aveva sintetizzato bene          che essi hanno servito fino al sacrificio
 alcune delle ragioni del morire. Non           deve dimostrare di essere veramente
 della morte come evento naturale che           presente in tutte le sue articolazioni,
 giunge alla fine della vita, ma della mor-     sia con la sua forza sia con i suoi servi-
 te che si dà intenzionalmente a qualcu-        zi. È giunto il tempo mi sembra delle
 no per essere di una parte avversa, qui        grandi decisioni e delle scelte di fondo,
 intesa in senso lato, oppure a chi fa sem-     non è più l’ora delle collusioni, degli
 plicemente il proprio dovere proprio           attendismi, dei compromessi e delle
 perché adempie al compito da assolve-          furberie, e dovranno essere, Presidente,      agenti di servizio.
 re. E a Giovanni Falcone se ne poteva          dovranno essere uomini credibili, one-        Anche a quegli agenti che hanno segui-
 SEGUE A PAG. 17                                sti dai politici ai magistrati, a gestire     to i loro protetti fino alla morte va il
                                                con le Tue illuminate direttive questa        nostro pensiero, la nostra riconoscenza,
                                                fase necessaria di rinascita morale: è        il nostro tributo di ammirazione. Tra i
 Giovanni Falcone e                             questo, a mio avviso, il primo e fonda-       tanti fiori che ho visto in questi giorni
 Paolo Borsellino,                              mentale problema preliminare ad una           lasciati da persone che spesso non firma-
                                                vera e decisa lotta                           vano nemmeno il biglietto come è stato
 dal Maxiprocesso                               Alla barbarie mafiosa. Io ho apprezzato       in questo caso, ho visto un bellissimo
 alla loro morte                                le Tue parole, noi tutti le abbiamo ap-       lilium, splendido fiore il lilium, e sotto
 di Piero Grasso                                prezzate le Tue parole molto ferme al         c’erano queste poche parole senza fir-
                                                Consiglio superiore della magistratura        ma: «Un solo grande fiore per un solo
 Ho conosciuto Giovanni Falcone                 dove hai parlato di una nuova rinascita       grande uomo solo». Mi ha colpito. Pre-
 nell’autunno del 1979: ci trovammo             che è quella che noi tutti aspettiamo, e      sidente, questa frase che mi è rimasta nel
 a seguire la medesima indagine sul             laddove anche con la fermezza che Ti          cuore e credo che mi rimarrà per sempre.
 SEGUE A PAG. 18 e 19                           conosco, hai giustamente condannato,          Ma io vorrei dire a questo grande uomo,
                                                censurato, quegli errori che hanno con-       diletto amico, che non è solo, che accan-
                                                dotto martedì pomeriggio a disordini          to a lui batte il cuore di tutta Palermo,
                                                che altrimenti non sarebbero accaduti         batte il cuore dei familiari, degli amici, di
 Antonio Montinaro …                            perché nessuno voleva che accadessero.        tutta la Nazione. Caro Paolo, la lotta che
 un ragazzo pieno di vita                       Solo così attraverso questa rigenerazio-      hai sostenuto fino al sacrificio dovrà di-
 di Donatina e Brizio Montinaro                 ne collettiva, questa rinascita morale,       ventare e diventerà la lotta di ciascuno di
                                                non resteranno inutili i sacrifici di Gio-    noi, questa è una promessa che ti faccio
 Antonio… un ragazzo pieno di vita,             vanni, di Francesca, di Paolo e di otto       solenne come un giuramento.
 gioviale che non ha avuto la pazienza
 di continuare gli studi. Frequentò pri-
 ma per qualche anno il liceo scientifico
 De Giorgi di Lecce, poi un passaggio
 all’Istituto commerciale sempre a Lec-         Un ricordo del                                cui è coinvolta la cosca dei Corleonesi di
 ce, alla fine l’abbandono degli studi. In      Capitano                                      Totò Riina e la cosca di Altofonte. Gra-
 quegli anni c’era l’obbligo di leva mili-      Emanuele Basile                               zie ad accertamenti bancari, fa luce sui
 tare e lui scelse la Polizia di Stato chie-    di Domenico Bilotta                           legami e gli affari di queste due famiglie e
 dendo dopo un anno la rafferma.                                                              le sue indagini portano, nel 1980, all’ar-
 In quegli anni Antonio mostrava un             Dopo aver frequentato l’Accademia             resto dei membri delle famiglie del man-
 carattere molto diverso dalla sua vera         militare di Modena, Emanuele Basile           damento di San Giuseppe Jato a capo del
 natura. Era entrato nelle dinamiche            ha i suoi primi incarichi come ufficia-       quale, all’epoca, vi sono Antonio Sala-
 della gerarchia che gli era richiesta e        le dei Carabinieri a Sestri Levante, a        mone e Bernando Brusca, e alla denuncia
 spesso, fra di noi, c’erano precisazio-        Torre Annunziata e a San Benedetto            di altri mafiosi tra cui Leoluca Bagarella,
 ni sul diverso sentire nei confronti           del Tronto prima di assumere il coman-        Antonino Gioè, Antonino Marchese e
 dell’esistenza.                                do della Compagnia dei Carabinieri            Francesco Di Carlo. Nell’aprile 1980
 Poi dopo un lungo peregrinare in di-           di Monreale. In Sicilia si occupa delle       conclude il rapporto investigativo e lo
 verse città e una vita da poliziotto sco-      indagini dell’omicidio del capo della         consegna a Paolo Borsellino. Per i vertici
 modo e piccoso finalmente, nel 1984,           Squadra Mobile, Boris Giuliano, ucci-         di cosa nostra è un vero colpo e le cosche
 arrivò a Bergamo e lì finalmente trovò         so da cosa nostra il 21 luglio del 1979.      decidono di assassinare il comandante
 un ambiente a lui confacente.                  Seguendo le tracce di Giuliano, Basile        dei Carabinieri di Monreale.
 SEGUE A PAG. 8                                 scopre l’esistenza di traffici di droga in    SEGUE A PAG. 9
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Le SENTINELLE DI NONNO Nino                                                       Martedì 19 MAGGIO 2020 Anno I - Numero 2   3

Quel giorno infausto quando la guerra passò ancora dal
cuore di Firenze
di Claudio Gherardini
Fui svegliato prima dell’alba di quel 27     rentina. Vedere quelle finestre rotte mi
maggio 1993...                               colpì forte.
Una chiamata da Radio Popolare               Subito chiamai Milano con il portatile
Network: «Claudio, devi andare agli          e andai in diretta per spiegare che il gas
Uffizi, c’è stata una esplosione, forse di   non c’entrava niente.
gas...».                                     Si fece chiaramente strada la realtà.
Così mi vestii, perplesso, e presi l’auto    Qualcuno aveva messo e fatto saltare
per i pochi minuti che mi separavano         una bomba potentissima in via Geor-
dal lungarno Torrigiani. Non abitavo         gofili davanti alla Accademia della Cru-
lontano ma il poggio di Piazzale Mi-         sca. Qualcuno voleva dimostrare che
chelangelo mi aveva impedito di essere       poteva colpire al cuore Firenze, la To-
svegliato dall’esplosione come avvenne       scana, l’Italia e la Democrazia, quando
per tanti fiorentini.                        e come voleva.
C’erano già delle transenne e dovetti la-    Il motore del furgoncino che aveva por-
sciare la macchina distante, percorren-      tato la bomba ai Georgofili era volato al
do a piedi il lungarno Torrigiani verso      secondo piano della casa di fronte.
Ponte Vecchio.                               Un anno prima erano stati trucidati
Mi trovai quasi subito a camminare su        Giovanni Falcone e Paolo Borsellino
un tappeto di vetri.                         e le loro scorte. Ora l’attacco saliva a
Vedevo lampeggianti dall’altra sponda        nord. Ma non collegammo subito alla
dell’Arno ma i vetri erano rotti a cen-      mafia questo scempio.
tinaia di metri e dalla sponda opposta.      Per l’attentato dei Georgofili furono
Finestre anche agli ultimi piani andate      impiegati ben 277 chili di tritolo che
in frantumi in via de’ Bardi.                causarono 5 morti: i coniugi Fabrizio
Il ristorante di allora, “Alfredo sull’Ar-   Nencioni (39 anni) e Angela Fiume (31
no”, era sventrato tipo da una cannonata     anni) con le loro figlie Nadia Nencioni
arrivata dall’altra sponda.                  (9 anni), Caterina Nencioni (50 giorni
Ero attonito. Cosa era mai successo?         di vita) e lo studente Dario Capolicchio
Una volta passato Ponte Vecchio ar-          (22 anni), rimasero poi ferite una qua-
rivai sotto il Corridoio Vasariano ma        rantina di persone.
non potevo passare da lì e allora feci un    Io restai agli Uffizi per 48 ore circa fa-
giro e mi ritrovai dove via Lambertesca      cendo la spola con la macchina per rica-
sbocca nel cortile degli Uffizi e riuscii    ricare il telefono portatile che fu usato
a dare un’occhiata nell’area della “fuga     anche da reti TV internazionali. Lo
di gas”, cioè dell’esplosione. Operai “del   sbigottimento generale fece il giro del
gas”, per l’appunto, mi parvero scettici.    mondo, anche senza internet e i social.
Io vidi che le mura degli antichi palazzi    Firenze, una delle città più presenti
erano “scheggiate” e riconobbi subito        nell’immaginario collettivo planetario,
quei segni “a raggi”. Da oltre un anno       era stata colpita al cuore. Sventrato uno
frequentavo il conflitto iugoslavo e ave-    dei musei più famosi al mondo. Uccise
vo imparato a riconoscere gli effetti sui    persone ignare e innocenti, neonati.
muri di una BOMBA.                           Processi si sono susseguiti e condanne
«Hanno portato la guerra a Firenze»          inflitte ma la storia non è finita. In Italia
fu il pensiero che ricordo benissimo.        la storia non finisce mai. Sono in corso
Via dei Georgofili esce sull’Arno trami-     anche indagini sulla presunta ipotesi
te una piccola galleria che punta esat-      che esponenti dello Stato italiano ab-
tamente verso l’altra sponda dell’Arno       biano aperto trattative con la mafia per
passando anche sotto il Corridoio Vasa-      evitare altri attentati.
riano. L’esplosione fu talmente potente      In Italia nessuna strage, nemmeno quelle
che tutta la via infiammò. La galleria fu    non terroristiche, come ad esempio quel-
il “cannone” che devastò l’altra riva e      la del Moby Prince, hanno mai portato
se, allo sbocco, fosse passato qualcuno      ai responsabili e in certi casi ai veri man-
a piedi non si sarebbe ritrovato molto       danti. Magari i pesci piccoli, gli esecuto-
del suo corpo.                               ri, sono stati trovati e puniti ma rimane
Erano andate in frantumi anche tante         sempre la sensazione di non essere arriva-
finestre di Palazzo Vecchio. L’obbiet-       ti a sapere veramente tutto di intere ras-
tivo era colpire l’anima ma anche la         segne di attentati che hanno dirottato la
struttura portante della comunità fio-       Storia italiana dove si trova oggi.
Le SENTINELLE DI NONNO Nino - I Giovani, Sentinelle della ...
4 Martedì 19 MAGGIO 2020 Anno I - Numero 2                                                  Le SENTINELLE DI NONNO Nino

 Ore 01:04 del 27 maggio 1993. Firenze, via dei Georgofili: un
 boato sveglia la città
 di Giuseppe Vitale
 Quella mattina, come in tante altre oc-      gnoria lo scenario che si presentò da-        non è ancora “titolare” delle indagini
 casioni, mi ero alzato prima dell’alba:      vanti ai nostri occhi era paragonabile        sulle stragi e non ha deleghe per inve-
 il giudice Caponnetto doveva recarsi a       solo a un bombardamento in tempo di           stigare, mentre altri uffici stanno se-
 Roma, al ministero di Grazia e Giusti-       guerra. Nonno Nino, come affettuo-            guendo delle piste loro.
 zia. Io e gli altri colleghi della scorta,   samente eravamo soliti chiamarlo noi          La Procura competente è quella di Fi-
 come da protocollo, saremmo andati           ragazzi della scorta, era molto scosso        renze perché si è deciso di unire i fatti
 a prendere le auto blindate in via Ba-       per quanto successo. Quando lo riac-          delittuosi (attentato a Maurizio Co-
 racca a Firenze, dove allora si trovava il   compagnammo a casa, in verità, lo era-        stanzo, strage dei Georgofili, strage di
 garage della Polizia di Stato.               vamo tutti: scossi, increduli, e provati      Milano, attentati al patrimonio sacro
 Il collega di turno ci conferma che du-      da quanto avevamo visto. Ricordo che          e artistico di Roma ed altri eventi) in
 rante la notte vi è stata un’esplosione      quella sera abbracciai forte mia figlia,      un unico procedimento penale. In quei
 nel centro storico, ma i dati in suo e in    che allora aveva tre anni.                    giorni l’indagine non è ancora partita
 nostro possesso non sono tali da po-         E ricordo che pensai a cosa avrei potu-       come si deve, ancora non è stata “im-
 ter pensare ad un attacco terroristico       to fare io.                                   boccata” la pista giusta. La svolta arriva
 mafioso. Si parla di una fuga di gas.        Dopo qualche mese la mia vita profes-         quando in Procura, sul tavolo dei PM
 Null’altro. Con due pattuglie ci spo-        sionale cambiò: dalla Digos di Firenze        Vigna, Fleury, Chelazzi e Nicolosi,
 stiamo presso l’abitazione del giudice,      chiesi il trasferimento alla DIA (Di-         giunge un’informativa della DIA. In-
 presidiata dai militari, e ci dirigiamo a    rezione Investigativa Antimafia), non         dica dati telefonici riconducibili a sog-
 Roma, informandolo di quanto erava-          prima di essermi consigliato con il giu-      getti siciliani, all’epoca dei fatti scono-
 mo venuti a conoscenza. Lo lasciamo          dice. Lui capì. Mi appoggiò e sostenne        sciuti, uno per tutti Gaspare Spatuzza.
 al Ministero, e restiamo in attesa. Alle     la mia scelta. Certo era un bel passo nel     Si mette in moto la macchina dell’in-
 13 tutto cambia: Caponnetto mi in-           buio, convenne con me, ma si sarebbe          vestigazione anche per il personale
 forma che l’esplosione che ha squarcia-      rivelato fondamentale per la mia cre-         DIA. Questo significa che dobbiamo
 to Firenze è dovuta alla deflagrazione       scita professionale.                          fare le valigie, e farle in fretta. Dirlo in
 di una bomba, collocata all’interno di       L’esplosione dell’autobomba, un Fiat          famiglia, non sarebbe stato facile.
 un’auto. Avremmo ripreso immediata-          Fiorino imbottito con circa 277 chi-          Le indagini andarono avanti per anni,
 mente la strada di casa: il giudice vuole    logrammi di esplosivo, aveva provoca-         ma quella fu un’indagine con la i ma-
 essere al più presto sul posto.              to il crollo della Torre dei Pulci, sede      iuscola. Quella fu l’Indagine: migliaia
 Quando arrivammo in Piazza della Si-         dell’Accademia dei Georgofili, e la           di dati telefonici analizzati, intercetta-
                                                              morte di cinque perso-        zioni, pedinamenti, appostamenti, ri-
                                                              ne: i coniugi Fabrizio        cognizioni, sopralluoghi, perizie, a cui
                                                              Nencioni (39 anni) e          dopo gli arresti effettuati si aggiunsero
                                                              Angela Fiume (31 anni)        le dichiarazioni dei collaboratori di
                                                              con le loro figlie Na-        giustizia. Partita dal niente, grazie al la-
                                                              dia Nencioni (9 anni),        voro di uomini e donne invisibili, por-
                                                              Caterina Nencioni (50         tò a dei risultati incredibili. Il processo
                                                              giorni di vita, la più gio-   ebbe inizio nel 1996. Le prime con-
                                                              vane vittima di mafia) e      danne arrivarono nel 1998, poi confer-
                                                              lo studente Dario Capo-       mate in Appello nel febbraio del 2001
                                                              licchio (22 anni), non-       e l’anno successivo dalla Cassazione.
                                                              ché il ferimento di una       Altri personaggi legati a quei fatti fini-
                                                              quarantina di persone e       rono alla sbarra nel 2011 e 2012, dopo
                                                              gravi danni al patrimo-       la cattura e la collaborazione di Spatuz-
                                                              nio artistico. L’attentato    za nel 2008, e condannati.
                                                              aveva danneggiato gra-        Dal 27 maggio del 1993 tanto è stato
                                                              vemente anche alcuni          fatto. Ma ancora oggi, nel 2020, la sto-
                                                              ambienti della Galleria       ria di ciò che accadde in quella notte di
                                                              degli Uffizi e del Cor-       maggio che squarciò Firenze non si può
                                                              ridoio Vasariano, che si      ancora dire del tutto conclusa, restano
                                                              trovavano nei pressi di       dei filoni aperti sui mandanti occulti e
                                                              via dei Georgofili. Si sal-   sulle varie trattative in cui essa si inserì.
                                                              varono i capolavori più       La parola fine, insomma, ancora deve
                                                              importanti, protetti dai      essere scritta: fino a quando non verrà
                                                              vetri di protezione che       fatta chiarezza su chi suggerì ai mafiosi
                                                              attutirono l’urto, ma al-     di seguire la strategia stragista, non po-
                                                              cuni meravigliosi dipinti     tremmo dire che giustizia è stata fatta. I
                                                              andarono invece perduti       titoli di coda non sono ancora passati e
                                                              per sempre.                   la parola fine deve essere ancora scritta.
                                                              Alla DIA di Firenze
                                                              arrivo nel febbraio del
                                                              1994, quando l’Ufficio
Le SENTINELLE DI NONNO Nino - I Giovani, Sentinelle della ...
Le SENTINELLE DI NONNO Nino                                                                   Martedì 19 MAGGIO 2020 Anno I - Numero 2              5

GIOVANNI FALCONE                                                                                      L’Ipocrisia del 23
di Antonino Caponnetto                                                                                maggio
                                                                                                      di Angelo Corbo
Erano molte le doti naturali che faceva-
no di Giovanni Falcone un magistrato                                                                  Chi mi conosce e mi ha seguito in que-
unico ed ineguagliabile.                                                                              sto percorso è a conoscenza che soli-
Anzitutto, la sua memoria prodigiosa,                                                                 tamente in questo periodo io vado in
nella quale riusciva indelebilmente ad                                                                letargo, mi prendo un periodo di rifles-
incasellare uomini e fatti, come in un                                                                sione, un periodo nel quale mi chiudo
magico giuoco di cui egli solo conosce-                                                               in me stesso, allontanandomi dalla luce
va la chiave.                                                                                         dei riflettori per essere, questa volta per
In secondo luogo, aveva una capacità di                                                               mia scelta, invisibile ... un fantasma …
lavoro e di resistenza fuori dal comune.                                                              con l’illusione che il 23 maggio 1992
Quando non era fuori Palermo per atti-                                                                non fosse mai esistito.
vità istruttoria egli era solito passare nel         spesso. Egli mi confermò che, a suo av-          Non ho mai amato le parate organiz-
mio ufficio alle nove precise, sempre con            viso, era necessario indagare sull’istanza       zate per le ricorrenze, gli anniversari,
i suoi borsoni pieni di documenti, dai               della parte civile, ma di essersi trovato di     perché la maggior parte di queste ma-
quali mai si separava. Però la sua mattinata         fronte «... ad un muro di no: quelli del         nifestazioni servono solamente a but-
era già cominciata da quattro ore, ossia             procuratore capo e dei suoi sostituti».          tare fumo negli occhi nella comunità.
dalle cinque del mattino. Le stesse con-             Per questi motivi Giovanni si adattò a           Spesso si fa finta di partecipare ad un
siderazioni - peraltro - si imponevano               firmare la requisitoria; era stanco delle        dolore, si sfila sotto uno striscione, ci
anche per Paolo Borsellino.                          polemiche e si rendeva conto che negare          battiamo il petto e gridiamo ai quattro
Ma la dote che ho sempre maggiormente                la sua firma a quella requisitoria, in quel      venti che «la mafia fa schifo» per poi,
ammirato in Giovanni era la sua incre-               processo, avrebbe significato fare spro-         magari, subito dopo, quando l’ultimo
dibile capacità di essere e di mantenersi,           fondare il Palazzo di Giustizia di Paler-        riflettore si spegne, continuare a fare
malgrado le ripetute sconfitte da lui su-            mo, e non solo, in un’altra estate degli         affari con la mafia, ad accettare questa
bite sul piano professionale e personale,            scandali, da cui probabilmente sarebbe-          organizzazione perché in fondo, la sua
un uomo delle Istituzioni.                           ro usciti tutti con le ossa rotte.               presenza ci conviene.
A questo profondo senso dello Stato                  Così commentò la sua decisione: «... ho          La mafia diventa, in molti di noi,
Giovanni era pronto sempre a sacrificare             fatto bene a firmare, così me ne vado a          un’ancora di salvezza a cui aggrapparci
ogni considerazione di natura personale              Roma». Egli aveva capito che a Palermo           prima di affogare: serve a molti politi-
e procedurale.                                       non avrebbe potuto più svolgere util-            ci che, magari, grazie alla mafia ed ai
L’esempio più bello lo ritrovo nella vi-             mente il suo lavoro. Perciò ho scritto nel       mafiosi, sono stati eletti; a molti am-
cenda della requisitoria sui delitti co-             mio libro, e ribadisco qui, che quella è la      ministratori locali e politici nazionali i
siddetti politici (Reina, Mattarella e La            prova più alta che Falcone abbia dato,           quali potranno sostenere che se le cose
Torre).                                              sacrificando convincimenti personali ed          vanno male nella loro gestione la colpa
Come ho diffusamente raccontato nel                  esigenze istruttorie, della sua fedeltà alle     non è loro ma di altri. Magari saranno
libro da me scritto in collaborazione                istituzioni.                                     gli stessi personaggi che, durante tut-
con Saverio Lodato sulla mia esperienza                                                               to l’anno, grideranno che la mafia nel
palermitana, Falcone non voleva firma-               La lettera del giudice Caponnetto per            loro territorio non esiste e che, anzi,
re la requisitoria. Egli riteneva, infatti,          il decennale della morte di Giovanni             parlando di mafia stiamo sotterrando
che fosse necessario, prima, dare sfogo              Falcone.                                         l’economia di una regione. La mafia
ad una istanza della famiglia La Torre,              Il giudice volle chiudere una polemica           serve a molti cittadini che, per paura
costituitasi parte civile nel procedimen-            inerente ai dubbi che una parte del mo-          o perché affiliati, gridano che i mafio-
to, e con la quale si chiamava in causa              vimento antimafia ebbe per la firma              si non esistono perché lo “ZIO” non
Gladio. Essendo di ciò venuto a cono-                che Giovanni Falcone appose in calce             è mafioso, è un benefattore al quale ri-
scenza dopo che ero partito da Palermo,              alla requisitoria sui cosiddetti delitti         volgerci quando non possiamo pagare
telefonai a Giovanni, come mi accadeva               politici Reina, Mattarella, La Torre.            una fattura, perché lo “ZIO” è pronto
                                                                                                      a concederci un prestito che invece ci
                                                                                                      viene negato dalla banca; … ma a che
                                                                                                      prezzo mi domando e la risposta che
                                                                                                      mi dò è: al prezzo della nostra Dignità.
   In ricordo di Giovanna Maggiani Chelli                                                             Ma in fondo è vero sono secoli, ormai,
   Lo scorso 21 agosto 2019 ci ha lasciato Giovanna Maggiani Chelli, presidente dell’As-              SEGUE A PAG. 10
   sociazione tra i familiari delle vittime della strage di via de’ Georgofili. Infaticabile, Gio-
   vanna Maggiani Chelli ha seguito meticolosamente tutti i processi dal 1996 al 2002 che
   hanno avuto come esito la condanna degli esecutori e dei mandanti mafiosi dell’atten-
   tato, poi dal 2010 anche i procedimenti contro Francesco Tagliavia, uno degli esecu-
   tori della strage. Non facendo mancare in nessun momento la sua voce intransigente
   alla ricerca delle verità più nascoste, le verità sui mandanti occulti e sui pezzi dello Stato
   che hanno coperto, omesso, fiancheggiato gli esecutori materiali delle stragi del biennio
   1992-1993, Giovanna Maggiani Chelli ha proseguito fino all’ultimo nel chiedere giusti-
   zia e nel tenere viva la memoria di quegli anni terribili.
Le SENTINELLE DI NONNO Nino - I Giovani, Sentinelle della ...
6 Martedì 19 MAGGIO 2020 Anno I - Numero 2                                                     Le SENTINELLE DI NONNO Nino

  Le Scorte                                      deve funzionare alla perfezione, il sin-
  di Giuseppe Vitale                             cronismo è davvero fondamentale per
                                                 poter tornare tutti a casa la sera.
  Le Scorte. Donne e uomini invisibili e         Fatta questa breve introduzione, per
  sconosciuti, che permettono giornal-           far si che possiate comprendere meglio
  mente ad altri di fare il proprio lavoro       e più da vicino il lavoro di queste donne
  in sicurezza.                                  e questi uomini invisibili, vi racconto la
  In Italia l’assegnazione e la revoca del-      mia esperienza di “uomo scorta”, matu-
  le scorte è affidata all’UCIS (Ufficio         rata in un periodo molto delicato, in
  Centrale Interforze per la Sicurezza           cui le mafie (cosa nostra e ‘ndrangheta),
  Nazionale), una struttura istituita con        così come emerge dagli atti processuali,
  legge 133/2002, che valuta le situazio-        avevano dichiarato una vera e propria         Foto scattata dal Giornale di Sicilia pochi mi-
  ni di rischio ai quali sono esposti alcuni     guerra allo Stato.                            nuti prima che Caponnetto lasciasse il palco
  soggetti. L’art. 1 recita: «…il Ministro       Agli inizi del 1993, dopo le stragi di        dell’albero Falcone insieme a Giuseppe Vitale
  dell’Interno adotta i provvedimenti e          Capaci e di via D’Amelio del 1992,
  impartisce le direttive per la tutela e la     l’UCIS decise di assegnare una scorta
  protezione delle alte personalità isti-        di II livello (quella con due auto blin-      casa del giudice Falcone, dove era sta-
  tuzionali nazionali ed estere, nonché          date e sei agenti) al giudice Antonino        to allestito un palco per commemora-
  delle personalità che per le funzioni          Caponnetto, in pensione e residente a         re la strage e dove è presente, ancora
  esercitate o che esercitano o per altri        Firenze, che era stato a capo dell’Uf-        oggi, l’albero Falcone, meta di quanti
  comprovati motivi, sono soggette a             ficio Istruzione di Palermo insieme a         si rifiutano di dimenticare le atrocità
  pericoli o minacce, potenziali o attua-        Giovanni Falcone, Paolo Borsellino,           commesse da cosa nostra. Ai piedi del
  li, della persona propria o dei propri         Giuseppe Di Lello e Leonardo Guar-            palco c’era una folla oceanica, miglia-
  familiari.» I compiti svolti dall’UCIS         notta, in altre parole di quel famoso         ia e migliaia di persone, una situazione
  sono molteplici: semplificando, vi è un        “pool” antimafia che avrete sentito tan-      davvero difficile da tenere sotto con-
  ufficio analisi che raccoglie le informa-      te volte nominare. Insieme ai colleghi        trollo. La tensione era altissima. Servi-
  zioni e prepara le proposte di tutela, e       Giampiero, Salvo, Andrea, Renato,             vano mille occhi. Nessuna distrazione
  un ufficio di protezione che organizza         Mimmo, Antonio, Michele, Fabio e              poteva essere permessa anche se il mo-
  le risorse e pianifica le scorte. In base al   altri (mi scuso per non ricordarli tut-       mento, e lo devo confessare, era emo-
  rischio e alle minacce a cui un indivi-        ti) fui temporaneamente trasferito dal        tivamente coinvolgente. Grazie ai col-
  duo può essere esposto esistono quat-          mio ufficio, la DIGOS, al nuovo uffi-         leghi dell’ufficio scorte di Palermo e al
  tro livelli di protezione:                     cio scorte della Questura di Firenze.         servizio d’ordine della Questura andò
                                                 Nonno Nino, così lo chiamavano noi            tutto bene, fino alla fine della comme-
  I livello: prevede diverse auto blindate       ragazzi della sua scorta, era per tutti un    morazione o quasi. Durante l’inter-
  e almeno tre agenti per auto.                  “gigante”. Insieme ai suoi figli e fratelli   vento di Nonno Nino mi sembrò di
  II livello: prevede due auto blindate e        Giovanni, Paolo, Giuseppe e Leonar-           intravedere a occhio nudo una perso-
  tre agenti per auto.                           do, nel febbraio del 1986 era riuscito a      na, nascosta dalle reti di protezione,
  III livello: prevede un’auto blindata e        portare alla sbarra ben 476 mafiosi nel       sul ponteggio per i lavori di ristruttu-
  tre agenti.                                    più grande processo, contro l’organiz-        razione posto sulla facciata del palazzo
  IV livello: prevede una tutela personale       zazione mafiosa denominata cosa no-           di fronte. Comunicai immediatamente
  con un’auto non blindata e uno o due           stra, che sia mai stato celebrato, insom-     la circostanza alla centrale operativa
  agenti di scorta.                              ma era il nostro EROE. Il suo viaggiare       che fece convergere sul posto l’elicotte-
                                                 per incontrare i ragazzi nelle scuole,        ro della Polizia di Stato che sorvolò la
  Detto questo, e per meglio compren-            nelle piazze, nei giardini di tutta Italia    zona comunicando l’esito negativo del
  dere come funziona il “sistema di              ci ha consentito giorno dopo giorno           controllo. La tensione a volte fa brutti
  protezione”, passiamo alla parte che           di conoscerlo ed apprezzarlo meglio           scherzi ma mai tralasciare qualsiasi pic-
  riguarda più da vicino la preparazione         di chiunque altro. Il “nonno” si fidava       colo segnale che potrebbe trasformarsi
  del personale impiegato in questo tipo         ciecamente di noi, i suoi ragazzi, i suoi     in pericolo.
  di servizio. Gli agenti di scorta sono         angeli custodi, ed era molto disciplina-      Alla fine dell’intervento del Giudice,
  preparati in speciali scuole di addestra-      to (cosa che molti scortati non fanno         quando si trattò di scendere dal palco
  mento o in centri di formazione. La            perché pensano che avere la scorta sia        per tornare alle macchine, mi resi con-
  Polizia di Stato, da cui provengo, ha          uno status symbol) e seguiva sempre           to che il muro di folla non ci avrebbe
  la sua scuola tra le montagne, in una          le nostre indicazioni, anche quando           consentito, in sicurezza, di poter rag-
  località nel bel mezzo della Barbagia,         si percepiva che erano pesanti per lui,       giungere le auto blindate. Sono attimi
  in Sardegna. Guidare un’auto e supe-           senza lamentarsi mai. Dei tantissimi          nei quali devi decidere se infrangere
  rare ostacoli improvvisi, perfezionare         momenti vissuti con lui vorrei raccon-        il protocollo o rischiare di mantener-
  e migliorare le capacità nell’usare le         tarvi un’episodio.                            lo e mettere a repentaglio la vita dello
  armi da fuoco (corte - pistole - o armi        Eravamo a Palermo il 23 maggio del            scortato. L’unico pensiero che in quei
  lunghe - mitragliette o fucili a pompa),       1993, primo anniversario della strage         momenti hai è quello di trovare una
  conoscere i vari tipi di esplosivo e per       di Capaci. Quando nonno Nino an-              via di fuga, un modo sicuro per usci-
  ultimo, ma fondamentale, nelle scuole          dava in Sicilia lo seguiva sempre uno         re da quella situazione, preservare la
  di formazione gli agenti imparano tut-         di noi ragazzi di Firenze, e in quell’oc-     “personalità”, oltre che da attacchi ne-
  ti quei movimenti che ogni operatore           casione venni autorizzato a seguirlo. Il      mici, anche dall’affetto delle migliaia
  deve fare quando è in servizio. Niente è       23 pomeriggio uscimmo dall’albergo            di persone che in quel periodo storico
  lasciato al caso, in questo lavoro: tutto      per recarci in via Notarbartolo, sotto        A PAGINA SEGUENTE
Le SENTINELLE DI NONNO Nino - I Giovani, Sentinelle della ...
Le SENTINELLE DI NONNO Nino                                                            Martedì 19 MAGGIO 2020 Anno I - Numero 2               7

vedevano nel Giudice il           Ventottesimo                                            Un ricordo ai tempi
simbolo di una rinascita          anniversario delle
della Sicilia. Nei pressi del                                                             del Covid19
palco c’era un’auto della         “STRAGI” di Capaci e                                    di Giovanni Paparcuri
Polizia di Stato, con i colo-     di Via D’Amelio
ri d’Istituto della Polizia di    di Angiolo Pellegrini                                   Sono trascorsi 28 anni dalle stragi e oggi per
Stato, con a bordo un colle-                                                              colpa del virus non ci saranno le solite ma-
ga in divisa, probabilmente       Ventottesimo anniversario delle “STRAGI”                nifestazioni, né la nave della legalità, e sotto
l’autista del funzionario         di Capaci e di Via D’Amelio: tanti sono gli             alcuni punti di vista per me è stato un bene
responsabile del servizio.        anni passati da quel tragico 1992, almeno tre           perché non ci saranno passerelle, ma è giusto
Fu questione di un atti-          generazioni. Gli attuali trentenni avevano              ricordare, sempre. Ma io non parlerò di mor-
mo, dovevamo inventarci           appena iniziato a camminare e a confrontarsi            te, non mi piace, ma di ciò che erano questi
qualcosa, e anche farlo in        con il “mondo”, i cinquantenni di oggi fre-             magistrati e della loro voglia di vivere. Le
fretta, ogni protocollo era       quentavano l’università o avevano da poco               persone vanno ricordate per quello che han-
saltato. In accordo con gli       iniziato un’attività lavorativa, mentre un              no fatto in vita.
altri colleghi della scorta       “esiguo gruppo” degli attuali ultrasettanten-           Io nel mio piccolo farò del mio meglio, anche
decidemmo così di “carica-        ni, si distinguevano, tra l’indifferenza gene-          perché non sono bravo a scrivere e poi perché
re” Nonno Nino sull’auto          rale, nella repressione di un fenomeno gravis-          mi viene difficile trasferire su un foglio i miei
ferma e con quella di por-        simo, quale la mafia, venendo spesso bollati            ricordi, le mie emozioni.
tarlo in albergo, dove da lì      come persone scomode, portatrici di interes-            I giudici Falcone e Borsellino ho avuto la
a poco ci avrebbe raggiun-        si personali, visionari e, per questo, vennero          fortuna e l’onore di conoscerli, così come ho
to il resto della squadra         isolati e, in conseguenza, alcuni assassinati.          avuto l’onore di conoscere nonno Nino.
con nonna Betta (moglie           È l’amara constatazione che lo stesso giudi-            SEGUE A PAG. 15
del giudice). A volte lo sta-     ce Falcone ed i magistrati del pool antima-
to di necessità ti obbliga a      fia dell’Ufficio Istruzione del Tribunale di
improvvisare, e questo lo         Palermo fecero, redigendo la sentenza-ordi-
apprendi sul campo: quan-         nanza del maxiprocesso: «La mafia attacca e
do devi tutelare chi sta          uccide quando la vittima non appare assisti-
mettendo la sua vita nelle        ta e circondata dall’appoggio e dal consenso
tue mani quello è il solo         delle Istituzioni, per cui appare come una
pensiero che ti guida, che        monade isolata, impegnata in una crociata
assorbe ogni centimetro di        personale.» Proprio quello che si verificò per
te, e devi saperti far trovare    Falcone e Borsellino.
preparato sempre.                 Il 23 maggio e il 19 luglio 1992 furono com-
In questo mio lavoro ho           messi in Sicilia i più gravi attentati nella sto-
conosciuto e sono grato ai        ria della Repubblica Italiana. Due enormi ca-
colleghi della Digos e del        riche di esplosivo stroncavano la vita di due
Nucleo Scorte della Que-          magistrati e di otto giovani agenti di scorta.
stura di Firenze con i quali      Vennero assassinati i giudici Giovanni Falco-
ho collaborato e garanti-         ne e Paolo Borsellino, menti e coordinatori
to la sicurezza di Nonno          dell’attività istruttoria del “pool antimafia”
Nino, quelli della Guardia        che, con i colleghi Rocco Chinnici – ucciso
di Finanza di Palermo che         con un auto bomba il 29 luglio 1983 – An-
hanno ospitato e protetto         tonino Caponnetto, Leonardo Guarnotta e
il Giudice nei suoi anni a        Giuseppe Di Lello, in soli quattro anni era-
Palermo, e gli altri di Poli-     no riusciti a dimostrare e ad acquisire prove
zia di Stato, Carabinieri e       inconfutabili che la mafia (Cosa nostra) esi-
Guardia di Finanza di tutta       steva ed era un’organizzazione unitaria e ver-
Italia con i quali, di volta in   ticistica così che, nello spazio di dieci anni, al
volta, ho lavorato fianco a       termine del più grande processo mai celebra-
fianco nelle “trasferte” del      to, si era potuti pervenire, con sentenza della
giudice e mi piace conclu-        Suprema Corte di Cassazione, alla definitiva
dere, rendendo il senso del       condanna per capi e gregari a 19 ergastoli ed
nostro lavoro, con le parole      a complessivi 2665 anni di reclusione.
dell’amico e collega Giam-        Per decine di anni la mafia era stata sottova-
piero ad un cronista il gior-     lutata: nata come associazione segreta, era
no del funerale di nonno          riuscita per lungo tempo a far pesare sulla
Nino: «è morto nel suo            società la sua forza intimidatrice e, nel con-
letto, missione compiuta».        tempo, a fare sorgere nei suoi confronti il
                                  consenso, adattandosi apparentemente ai
                                  canoni di giustizia propri della società delle
                                  aree meridionali.
                                  Ma, come si sarebbe potuto e dovuto preve-
                                  dere, i settori d’intervento della mafia all’i-
                                  nizio degli anni ‘70 non erano più limitati
                                  SEGUE A PAG. 13 e 14
Le SENTINELLE DI NONNO Nino - I Giovani, Sentinelle della ...
8 Martedì 19 MAGGIO 2020 Anno I - Numero 2                                                 Le SENTINELLE DI NONNO Nino

  Da pag. 2
  Antonio Montinaro …un ragazzo pieno di vita
  Era un piacere in quegli anni vederlo        diventare agente di scorta, specializ-      gere solo dopo aver conosciuto meglio
  finalmente più tranquillo e struttu-         zandosi sempre di più fino a diventare      i promotori e/o i partecipanti.
  rato. Aveva un rapporto affettivo con        uno tra i più fedeli di Giovanni Fal-       Anche nelle nostre famiglie c’è chi si
  Tiziana, una brava ragazza di Bergamo,       cone. Credeva molto in lui, Giovanni        fa prendere la mano più dall’apparire
  si volevano bene e trascorremmo pure         Falcone era uomo ironico e di battuta       che dall’effettivo essere e quando ciò
  una splendida estate anche con lei nel       veloce e con Antonio spesso si diverti-     avviene il fare “antimafia” perde di sen-
  Salento quell’anno. A suo dire, era sta-     vano con le parole, pur rimanendo nei       so fino a divenire una farsa, disvelata e
  ta la più bella vacanza della sua vita. La   rispettivi ruoli.                           chiara purtroppo solo a pochi privile-
  ricorderemo sempre.                          Vedemmo Antonio, l’ultima volta,            giati.
  Nel 1985 o 1986, fu inviato d’ufficio        nel marzo del 1991, ci trovammo a           Partecipare attivamente al “fare memo-
  al maxiprocesso di Palermo, per una          Calimera, il nostro paesino di origine      ria” implica un impegno, un dovere a
  ventina di giorni, e appena tornato ci       della Grecia salentina, per la morte di     farsi domande, tante domande, a sen-
  raccontò della sua esperienza. Aveva         papà che venne a mancare a causa di un      tire costante lo sdegno per i depistaggi
  visto operare un magistrato di nome          cancro diagnosticato un anno prima.         sulle tante stragi italiane, per i fenome-
  Giovanni Falcone. Dopo qualche gior-         Il giorno prima del funerale parlammo       ni oscuri in cui apparati deviati delle
  no ci fece sapere che Tiziana lo aveva       a lungo e notavamo che i suoi discorsi      Istituzioni hanno perpetrato i peggiori
  lasciato, i rapporti “normali” non era-      erano sempre in qualche modo legati         patti scellerati per garantire “ordini co-
  no stati mai il suo forte. Consigliammo      alla figura di Giovanni Falcone. Il pri-    stituiti” ed interessi così trasversali da
  di avere pazienza e sapevamo che non         mo figlio lo aveva chiamato Gaetano,        sollecitare in noi quel sano dubbio che
  avrebbe ascoltato e così dopo qualche        come nostro padre, il secondo Gio-          il male non può essere contenuto nella
  giorno ci fece sapere che aveva deciso       vanni, come Falcone. Sempre nel 1991        sola parola “mafie”.
  di tornare da volontario al maxiproces-      Falcone si trasferì a Roma e Antonio si     Ed è per questo che preferiamo par-
  so. Fece il percorso di formazione per       stava attivando per seguirlo.               tecipare con piacere dove la presenza
                                               Poi venne il 23 maggio del 1992 alle        di ragazzi è preponderante, in loro
                                               ore 17,58 e Capaci divenne un nome          riponiamo la speranza per un futuro
                                               troppo ingombrante.                         migliore. Spesso gli interventi da par-
                                               Sono passati 28 anni e il tempo è anco-     te di rappresentanti delle istituzioni
                                               ra sospeso per noi.                         sono lacunosi con evidenti omissioni
                                               Spesso pensiamo al tema della “memo-        imbarazzanti ai quali spesso, anche ri-
                                               ria” e di come contribuire a tenere vivo    schiando di essere poco digeriti, preci-
                                               il ricordo di queste tragedie. Il tema è    siamo che, in quegli argomenti omessi,
                                               così complesso che in tutti questi anni     c’è il vero motivo del mancato cambia-
                                               ha messo in difficoltà alcuni di noi fa-    mento. Sin dal giorno dopo la strage di
                                               miliari e le contraddizioni che si vivo-    Capaci, Falcone si è ritrovato con una
                                               no all’interno delle famiglie colpite da    miriade di “amici”, ma in realtà lui ri-
                                               queste tragedie crediamo che appar-         mase quasi solo in tutti gli anni del suo
                                               tengano a tante altre famiglie colpite.     operato. A quella stessa solitudine è co-
                                               Il nostro contributo più sentito avvie-     stretto da anni Nino Di Matteo, ma il
                                               ne principalmente durante gli incontri      processo sulla cosiddetta Trattativa ha
                                               nelle scuole di primo e secondo grado,      raggiunto finalmente il suo primo gra-
                                               spesso insieme a brave persone che si       do. Questa sentenza, seppur non de-
                                               impegnano tantissimo. Se c’è la spe-        finitiva, scandalosamente, non è stata
                                               ranza di poter sollecitare la riflessione   oggetto di interesse dei media. Parlare
                                               e la spinta verso un mondo migliore ciò     di questo nei luoghi dove siamo invita-
                                               può avvenire solo intervenendo sulle        ti a partecipare crea imbarazzi e spesso
                                               giovani generazioni.                        ci tocca sottolineare lo spaccato delle
                                               Da circa 4 anni durante il periodo del-     tragedie italiane a partire dal primissi-
                                               le commemorazioni del 23 maggio ed          mo Dopoguerra.
                                               anche del 19 luglio preferiamo parte-       Per meglio formare ed informare biso-
                                               cipare, lontani da “manifestazioni di       gna cercare, a volte con molta fatica, le
                                               facciata”, a conferenze e manifestazioni    buonissime fonti che sono trattate in
                                               gestite da persone autenticamente im-       ottimi libri che bisogna avere la pazien-
                                               pegnate per fare memoria per Antonio        za di cercare e di leggere.
                                               e per tutti coloro che il “sistema” delle   Noi tutti dobbiamo contribuire a
                                               tante stragi della nostra “povera patria”   strappare le maschere di ipocrisia e
                                               ha sottratto ai propri cari.                falsità dietro le quali si nascondono
                                               Esiste una antimafia seria e una di         anche piccoli patti scellerati del quoti-
                                               facciata e non è facile riuscire a sma-     diano di ognuno di noi. A chi di do-
                                               scherarla. Noi stessi che selezioniamo      vere invece smascherare le gravissime
                                               moltissimo gli eventi a cui partecipare     malefatte dei poteri occulti e trasversa-
                                               corriamo il rischio di partecipare ad       li che tanto danno e lacerazioni hanno
                                               eventi farlocchi e di ciò ti puoi accor-    determinato.
Le SENTINELLE DI NONNO Nino - I Giovani, Sentinelle della ...
Le SENTINELLE DI NONNO Nino                                                       Martedì 19 MAGGIO 2020 Anno I - Numero 2                   9

Da pag. 2
Un ricordo del Capitano Emanuele Basile
                                                                                                      Presidente della Repubblica,
Nella notte tra il 3 il 4 maggio 1980,        Dei tre killer Armando Bonanno è vittima di             poi del Generale Comandante
alle ore 1.40, dopo aver assistito ai fe-     “lupara bianca” e il suo corpo non è mai stato          dei Carabinieri, di altre impor-
steggiamenti del santo patrono, Ema-          ritrovato, mentre Vincenzo Puccio è stato uc-           tanti autorità istituzionali e re-
nuele Basile insieme alla moglie Sil-         ciso in carcere nel 1989 con una bistecchiera.          ligiose, colleghi, amici, vicini,
vana e alla loro figlia tornano a piedi       Il 6 giugno 1982 il Presidente della Repubblica         cittadini.
in caserma dove si trova la loro casa.        Sandro Pertini ha conferito la medaglia d’oro           Si è imposto il dovere etico e lo
Barbara che ha quattro anni probabil-         al valor civile a Emanuele Basile.                      stile di rispondere sempre ad
mente dorme in braccio al padre con           Di quella tragica vicenda portano i segni mo-           personam, ma in questa par-
la testa appoggiata sulla spalla, e forse     glie e figlia di Emanuele Basile: Barbara asson-        ticolare circostanza il numero
vede i tre killer - Armando Bonanno,          nata sulle spalle del padre ha confessato alla          elevatissimo di comunicazioni
Giuseppe Madonia e Vincenzo Puccio            mamma: «Mamma, è stata colpa mia. Non ho                inviategli lo ha consigliato di
- che si avvicinano, a viso scoperto, alle    avvertito in tempo papà, non ce l’ho fatta a dir-       premiare l’immediatezza nella
spalle del padre. I tre sicari di cosa no-    gli che doveva scappare». Si sente in colpa di          risposta. A tutti, per il bene e il
stra esplodono, da distanza ravvicinata,      non aver potuto difendere suo padre mentre              sollievo che gli hanno donato
numerosi colpi di rivoltella calibro 38,      è in braccio, con la testa appoggiata sulla sua         e per le modalità con le quali
colpendo il capitano al torace e al capo.     spalla.                                                 hanno voluto donarglieli, ha
Sparano un altro colpo contro la mo-          La moglie Silvana Musanti cerca di proteggere           risposto sinteticamente:
glie ma, fortunatamente, la traiettoria       il marito, mettendosi sulla linea di fuoco dei          GRAZIE!
è deviata dalla borsetta che la moglie        killer ma il colpo di pistola è fortunatamente          Cosimo Basile.
porta a tracolla. I killer si allontanano     deviato dal distintivo dell’Arma dei Carabinie-
di corsa con una A112 parcheggiata            ri che si trova in un’agenda nella sua borsetta.
vicino alla caserma. Emanuele Basile          Da allora moglie e figlia non sono più tornate
soccorso ed accompagnato in ospeda-           in Sicilia.
le a Palermo muore alle ore cinque del        Cosimo Basile, fratello di Emanuele, generale
mattino.                                      dei Carabinieri oggi in pensione ha insegnato
Dell’arresto dei tre killer vi è il reso-     per anni all’Accademia militare di Modena e
conto che fa Paolo Borsellino nell’or-        ha dedicato la sua vita a mantenere viva la me-
dinanza di rinvio a giudizio.                 moria del fratello Emanuele morto per servire
«Nella stessa notte i Carabinieri di          lo Stato e ha onorato il suo giuramento presta-
Monreale procedevano, a pochi chilo-          to all’Arma dei Carabinieri.
metri di distanza dal centro abitato,         Mi onora della sua amicizia e molto di questo
all’arresto di tali Giuseppe Madonia,         testo è debitore dei suoi racconti. Il generale
Vincenzo Puccio ed Armando Bonan-             Cosimo Basile racconta ai tanti giovani del no-
no, sorpresi in sospette circostanze ed in    stro Paese la vicenda di Emanuele. Pochi gior-
condizioni tali da far con certezza rite-     ni fa, subito dopo il quarantesimo anniversario
nere si fossero poco prima dati alla fuga     dell’uccisione del fratello, l’ho chiamato per
a piedi lungo la campagna circostante         comunicargli di voler inserire nel nostro gior-
Monreale, nei cui pressi era stata rin-       nale un articolo dedicato ad Emanuele. Lui,
venuta l’auto con la quale i malviventi       felice, mi ha letto la lettera inviatagli dal Presi-
si erano subito dopo l’omicidio allonta-      dente della Repubblica, Sergio Mattarella:
nati. I tre davano risibili giustificazioni   «Nel quarantesimo anniversario della sua
in ordine ai loro movimenti e fornivano,      morte, desidero ricordare il sacrificio di una
comunque, alibi risultati falsi. Venivano     nobile figura di servitore dello Stato: il capita-
incriminati per l’omicidio dell’ufficiale,    no dei carabinieri Emanuele Basile, medaglia
il tentato omicidio della moglie Silvana      d’oro al valore civile, ucciso barbaramente da-
Musanti e vari reati connessi…».              vanti alla moglie e alla figlioletta, a Monreale.
Come per tanti delitti di mafia anche         Basile stava conducendo indagini coraggiose e
per l’uccisione del capitano Basile pas-      importanti sulle attività crimina-
seranno molti anni e saranno celebrati        li-affaristiche delle famiglie mafio-
numerosi processi prima di vedere con-        se, collaborando strettamente con
dannati esecutori e mandanti.                 il giudice Paolo Borsellino.
Nonostante la testimonianza della mo-         La sua luminosa esistenza sia di ri-
glie Silvana, la sentenza di primo grado      ferimento per i giovani e per tutti
sarebbe stata annullata in Cassazione         coloro che, in ogni parte del Paese,
per “vizi di forma” dal giudice Corrado       si impegnano quotidianamente nella
Carnevale, definito ammazzasentenze           lotta contro l’illegalità, il malaffare e
per i ripetuti pronunciamenti con cui         i poteri criminali».
ha annullato molte sentenze di con-           Il generale ha proseguito raccon-
danna di primo grado e d’appello.             tandomi di aver ricevuto moltis-
Solo nel 1992 saranno condannati              simi, 130, messaggi di affetto, par-
Totò Riina e Francesco Madonia come           tecipazione, vicinanza, solidarietà
                                                                                                 Le sentinelle toscane davanti alla lapide
mandanti.                                     umana, a cominciare da quello del
                                                                                                          di Emanuele Basile a Monreale
Le SENTINELLE DI NONNO Nino - I Giovani, Sentinelle della ...
10 Martedì 19 MAGGIO 2020 Anno I - Numero 2                                                    Le SENTINELLE DI NONNO Nino

 Da pag. 5
 L’Ipocrisia del 23 maggio
 che esiste la tesi che la mafia è solo una   dano Giovanni Falcone, ed esaltano
 invenzione giornalistica di quei gior-       le sue idee le sue lotte ma poi, magari,
 nali che vogliono screditare una parte       qualcuno che davanti ad una telecamera
 del mondo, un amministratore locale          ha ricordato il Giudice firma degli atti
 o nazionale, un popolo che verrà ricor-      che permettono ad assassini, di tornare
 dato solamente perché vive in una terra      liberi, si organizzano navi per portare
 di mafia e non per le tante cose belle       (non quest’anno) i ragazzi a conosce-
 che possiede.                                re i luoghi di Falcone, ma mai nessuno
 Allora non possiamo permetterci di           racconta veramente chi era Falcone,
 parlare di mafia e Mafiopoli 365/366         chi era la moglie, chi erano i compo-
 giorni all’anno, parliamone e facciamo       nenti della prima macchina di scorta
 finta di essere dispiaciuti un solo gior-    che sono deceduti quel giorno, chi era           la mafia, il terrorismo o qualsiasi altro
 no, il giorno della ricorrenza quando        l’autista di Falcone che si è salvato mi-        male oscuro che porta dolore e morte.
 sfileremo per una città, ricordando il       racolosamente, chi erano i componenti            La parte di me ancora viva oggi è felice
 luogo dove un uomo ha vissuto, dove          della seconda macchina di scorta, an-            di essere qui con voi perché con la vo-
 è morto sacrificato per le sue idee, cer-    che essi vivi non per propria volontà            stra presenza si rende conto che Falcone,
 chiamo nei nostri archivi immagini,          ma per infame destino, che cosa queste           Morvillo, Schifani, Montinaro, Dicillo
 spezzoni di vita vissuta di quell’uomo,      nove persone pensavano, quali erano i            così come tutte le altre vittime di mafia,
 proclamandoci di essere stati suoi cari      loro progetti, le loro aspirazioni.              terrorismo o di qualsiasi altra forma di
 amici per poi … per poi continuare           Durante gli incontri, in questi anni pas-        delinquenza … non sono morti invano».
 come se nulla fosse successo per gli altri   sati insieme, spesso una domanda che
 giorni dell’anno ma, nel frattempo, sia-     mi ponevano i ragazzi era: «che ricorda          Ecco questo in sintesi è quello che ho
 mo riusciti a pulirci la nostra coscienza.   di quel giorno?» Oggi cercherò di far-           provato quel giorno e che provo gior-
 Ebbene il 23 maggio è questo cari letto-     velo capire riscrivendo un mio pensiero          nalmente e per questo mi viene difficile
 ri, un giorno di ipocrisia collettiva dove   intitolato Per non dimenticare, che ho           scrivere o parlare a cavallo del 23 mag-
 vogliamo far credere al mondo intero         scritto nel 2002, a dieci anni dalla stra-       gio, perché rischio di cadere anche io
 che ci importa qualcosa che nel 1992,        ge, in occasione di un primissimo incon-         nell’ipocrisia collettiva di quella data.
 a Capaci, alle 17.58, mani assassine,        tro con dei ragazzi, che recitava così:
 pilotate da menti assassine e codarde        «… alle 17.58 a 50 metri dal bivio per
 hanno fatto brillare 500 kg di esplosivo     Capaci un boato squarcia l’aria, il cielo                      L’intervista
 non per distruggere Giovanni Falco-          azzurro si riempie di un altro colore.                    ad Angelo corbo
 ne, Francesca Morvillo, Vito Schifani,       Il colore della terra sollevata dallo scop-              tratta dal volume
 Rocco Dicillo, Antonio Montinaro,            pio che, di colpo, copre i progetti, le aspet-          La strage di Capaci
 Giuseppe Costanza, Paolo Capuz-              tative di nove persone.
 za, Gaspare Cervello, Angelo Corbo           Con sé questo boato porta via 5 perso-             Iniziamo dal mattino di quel ter-
 (messi non in ordine d’importanza ma         ne che, con il loro sacrificio, forse hanno        ribile 23 maggio.
 casualmente perché, come scrisse un          scritto una pagina nuova nella storia di           … Noi sei agenti di turno alle
 grande autore, la morte livella tutto)       quella terra che in un istante, nella mag-         13.40 abbiamo preso in conse-
 ma un idea … l’idea di libertà.              gioranza dei suoi figli, si è riempita della       gna le auto e gli armamenti e sia-
 In quella data le manifestazioni ricor-      voglia di dire basta a quella piovra che,          mo rimasti in attesa di conoscere
                                              con i suoi tentacoli, aveva mangiato la            l’orario di arrivo che ci avrebbe
                                              dignità di una civiltà.                            comunicato l’autista giudiziario
                                              Il boato, inoltre, ha distrutto altre 4 per-       Giuseppe Costanza. Dopo aver
                                              sone che, fisicamente provati e lacerati           preso servizio, il capo scorta, Ga-
                                              dallo scoppio, si sono sentiti sconfitti.          spare Cervello, e il capo pattuglia,
                                              Sconfitti perché non sono riusciti a difen-        Antonio Montinaro, hanno di-
                                              dere il magistrato, moralmente distrutti           sposto di raggiungere con calma,
                                              nel vedere che loro, vivi con ancora la            effettuando anche la bonifica,
                                              possibilità di portare avanti i propri pro-        l’aeroporto di Punta Raisi. […]
                                              getti, avevano perso i loro amici e colleghi       La distanza è di circa 40 km e le
                                              non protetti dallo scudo invisibile.               nostre auto impiegavano molto
                                              Amici più sfortunati perché, quel maledet-         meno di un’ora. Quel sabato ab-
                                              to 23 maggio 1992, il destino li aveva con-        biamo percorso l’autostrada con
                                              dotti nella macchina d’apertura del corteo.        molta calma, guardandoci intor-
                                              I superstiti, i miracolati da quel giorno          no e non notando purtroppo nul-
                                              si sono divisi in 2 entità fisiche, una de-        la di particolare. In casi del genere
                                              ceduta in quello scoppio insieme ai col-           l’attenzione era posta soprattutto
                                              leghi, l’altra viva che, con la propria te-        nelle gallerie, perché sono il luo-
                                              stimonianza, può far riflettere come con           go più insicuro, dove è facile colpire,
                                              l’unione, la voglia di lottare insieme,            noi ci muovevamo alla velocità
                                              eliminando qualsiasi divisione politica,           di 80 o 90 km all’ora, eravamo
                                              culturale e di pensiero si possa sconfiggere
Le SENTINELLE DI NONNO Nino                                                    Martedì 19 MAGGIO 2020 Anno I - Numero 2           11

     tranquilli e siamo arrivati all’ae-     Torniamo alla vostra attesa in aeroporto.   moglie lui non voleva sedere dietro
     roporto intorno alle 15. […]            Siamo rimasti lì tranquillamente,           quindi si metteva alla guida. […] Il cor-
                                             ognuno con i propri pensieri: chi ne        teo era aperto dall’auto con Vito Schi-
   Ma la bonifica fatta così non ha alcu-    approfittava per chiamare, chi chiac-       fani come autista, Antonio Montinaro
  na efficacia?                              chierava, chi scherzava. [...]              come capo pattuglia e Rocco Dicillo
Certo, anche perché sospetto che             Intorno alle 17 abbiamo ricevuto la         come gregario. A seguire la Croma del
qualcuno abbia avvisato dei nostri           comunicazione dalla centrale opera-         giudice con lui alla guida, Francesca
movimenti. Probabilmente sia noi che         tiva dell’aeroporto che il giudice era      Morvillo a lato e dietro Giuseppe Co-
l’autista giudiziario, che partiva con la    partito da Roma Ciampino e, in quel         stanza. A chiudere l’auto con Gaspare
sua auto dalla casa di Falcone, eravamo      momento, abbiamo cominciato a pre-          Cervello, capo scorta ma anche autista
sorvegliati. Con un’auto normalissima        pararci. Quando l’aereo era in fase di      quel giorno, Paolo Capuzza che occu-
la bonifica poteva essere molto più uti-     atterraggio, ci siamo mossi dalla caser-    pa il posto accanto perché più anziano
le. […]                                      ma dei Vigili del fuoco fino a bordo        di me, e io come gregario col compito
Quando siamo arrivati in anticipo ab-        pista dove è atterrato il Falcon. Ab-       di guardare il lato posteriore. Niente di
biamo passato il posto di polizia, che       biamo preso posizione come di solito        particolare che ci facesse intuire un pe-
deve essere sempre informato che ci          vicino all’aereo: il capo scorta insieme    ricolo imminente [...]
sono agenti armati dentro l’aeroporto, e     al capo pattuglia si sono avvicinati alla
come sempre siamo entrati con le nostre      scaletta, gli autisti vicino alle auto, a   Perché alla mattanza eravate esposti
auto nella caserma dei Vigili del fuoco,     sorvegliare attorno i due gregari, uno a    in mezzo al pubblico?
in prossimità delle piste, non dentro l’a-   destra uno a sinistra. Giovanni Falcone     Se andava in barca Giovanni Falcone
erostazione ma fuori, e lì praticamente      è sceso, accolto da Antonio Montinaro       non voleva che noi vi montassimo con
abbiamo trascorso il pomeriggio. Ri-         e Gaspare Cervello sotto la scala, si è     lui, al ristorante non voleva che noi en-
cordo la presenza del tavolo da biliardo,    seduto in macchina al posto di guida,       trassimo con lui. [...]
il calcino e con i colleghi abbiamo gio-     Giuseppe Costanza ha occupato il se-        Si commentava il servizio dell’indoma-
cato, scherzato, riso, quello che fanno      dile posteriore, la disposizione di tutti   ni, la mattanza cui assistere, questo spet-
ragazzi comuni come eravamo noi. Se          gli altri era già stata decisa.             tacolo se si può ancora chiamare tale.
non ricordo male il più grande mi sem-                                                   ... e tutto a un tratto si scatena l’infer-
bra avesse all’incirca 30 anni.              Perché Giovanni Falcone si è messo          no! Questo boato forte, almeno
Giuseppe Costanza, autista giudiziario       alla guida?                                 quello che io ho percepito perché
del Ministero di Grazia e Giustizia, è       Lo ha riferito tante volte anche Co-        sono girato a controllare dietro di
rimasto con noi in caserma e ci ha anti-     stanza: perché c’era la moglie. Sembra      noi, questo grande boato, questo
cipato che l’indomani il giudice voleva      che Francesca Morvillo soffrisse di mal      volo, e sento proprio planare
andare a Favignana a vedere la mattan-       d’auto e non poteva
za dei tonni. Così noi del turno po-         sedersi dietro. Quando
meridiano avremmo fatto la scorta di         era solo anche Giovanni
mattina, come prevedeva la rotazione,        Falcone occupava
e probabilmente l’indomani avremmo           raramente il sedile
lavorato l’intera giornata perché non        posteriore, si metteva
c’erano altre auto disponibili per darci     accanto al guidatore,
il cambio a Favignana.                       però quando c’era la

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