BILQIS La Regina di Saba - Yemen Embassy
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Yemen Pubblicazione a cura dell’Ambasciata dello Yemen a Roma via A. Bosio 10 - 00161 Roma Tel. 06 44231679 Fax 06 44234763 www.yemenembassy.it BILQIS La Regina di Saba N. 2 – Giugno 2012 BILQIS 1
Staff dell’Ambasciata dello Yemen a Roma Personale Diplomatico Ministro Plenipotenziario Omar Saba’a, Vice Ambasciatore Consigliere Ahmed Al-Assry, Console e Addetto finanziario Terzo Segretario Abdullah Al-Na’ami, Addetto Organizzazioni Internazionali Staff locale Ilaria Gemma Ilenia Sanzò Muna Al-Haidari Progetto grafico e impaginazione a cura di: Riccardo de Conciliis L’Ambasciata della Repubblica dello Yemen a Roma declina ogni responsabilità su con- tenuti e pensieri espressi dai singoli autori.
Editoriale S.E. l’Ambasciatore Khalid Abdulrahman Al-Akwa Q ualche giorno fa sono rimasto colpito da una frase del noto artista e scienziato italiano Leonardo Da Vinci che recita: “l’umanità si divide in tre categorie: quelli che vedono, quelli che vedono solo quando qualcosa si manifesta loro e quelli che, semplicemente,non vedono”. Nella mia lettura di que- sta teoria, il problema in sé non sta nel non vedere, bensì nel non volerlo fare, nel ridurre la verità ad una sola prospettiva senza prendere in considerazione le sue molteplici sfaccettature. Non vi è alcun dubbio che le organizzazioni terroristiche e chi ne fa parte, rientrino nella terza categoria di persone, ossia coloro che non vedono ma, soprattutto, non desiderano vedere né vogliono che altri lo facciano.La cecità ha spinto un uomo a sacrificare la propria vita e quella di centinaia di persone innocenti della sua stessa razza, del suo stesso popolo, della sua stessa religione in una scena così brutale da traumatizzare chiunque, la mattina del 21 maggio in piazza Sab’in, nella capitale yemenita Sana’a. Quel giorno nefasto un terrorista si è fatto esplodere tra una folla di reclute e neolaureati della scuola di polizia che effettuavano le prove della parata militare che si sarebbe dovuta svolgere il giorno successivo per cele- brare un evento caro a tutto il popolo yemenita, ossia la ricorrenza della Festa dell’Unità. Tale unità ha rappresentato il culmine e il punto più luminoso della storia dello Yemen moderno. Il vile attentato ha causato più di 90 morti e 200 feriti tra i migliori giovani yemeniti desiderosi di contribuire alla sicurezza e alla stabilità del nuovo Yemen. La cecità o forse l’odio da essa generato con- tro tutto ciò che è luce e dissipa le tenebre e la voglia di stendere un velo di oscurità su tutto il mondo permette all’ingiustizia di stabilire la sua egemonia su tutto quanto di bello c’è nel nostro mondo.Ironia della sorte, l’attentato in Yemen coincide con un atto criminale avvenuto a Brindisi, che ha causato la morte di una giovanissima studentessa. Pur tenendo conto della diversità dei due episodi, non credo che qualcuno sia davvero in grado di descrivere la na- tura dei responsabili di questi atti odiosi e le motivazioni o giustificazioni che potrebbero stare dietro a ciò che hanno fatto poiché tali azioni sono incom- patibili con i più elementari valori umani e religiosi da tutti condivisi. In Yemen, come in Italia, queste azioni non raggiungono i loro scopi e non riescono a fermare la ruota del progresso riportandoci indietro nel tempo, come alcune menti malate vorrebbero. La storia ci ispira un’altra lezione ossia che l’oscu- rità della notte è vinta dalla luce del giorno che illumina il mondo perché l’oscurità è l’eccezione, non la regola. Le tenebre si dissipano grazie alla luce della volontà e della determinazione della gente ad emanciparsi dall’odio. Le parole di Leonardo sono sufficienti a chiarire che il terrorismo è un oscuro flagello che ha una sola identità e una finalità unica, la distruzione. Il fatto che il terrorismo non sia connesso a luoghi geografici o identità territoriali, religio- se o etniche ne è la più grande prova. Il sacrificio di questi martiri dovrebbe spingere i popoli del mondo a schierarsi fianco a fianco e aiutarsi a vicenda con spirito di amore e tolleranza per dissipare le tenebre del terrorismo che minaccia la sicurezza di tutti sia nel presente che nel futuro. Siamo certi che la luce, alla fine, trionferà. BILQIS 3
«Scavando a Barâqish sono diventato un Mineo e a Yalâ un Sabeo. Si sta bene con loro, si parla insieme, si mangia, si vive, si sente il divino, e cioè il tutto che comprende anche noi.» (A. De Maigret, 22 giugno 2004) Alessandro De Maigret è nato il 14 agosto del 1943 a Perugia. Si è formato in archeolo- gia del Vicino Oriente presso l’Istituto di Studi del Vicino Oriente dell’Università di Roma, Sa- pienza. Conseguito il titolo di laurea in Lettere antiche (indirizzo archeologico) nel 1971 e di specializzazione in Archeologia orientale nel 1973, ha partecipato dal 1970 al 1976 agli scavi a Tell Mardikh/Ebla (Siria). Nel 1980 ha fondato la Missione archeologica italiana in Yemen. È stato Professore in Archeologia e storia dell’arte del Vicino Oriente antico all’Università di Napoli L’Orientale dal 1980. Ad Alessandro de Maigret si devono le impor- tanti scoperte, nel 1981 dell’età del Bronzo yemenita (III-II mill. a.C.), e nel 1985 del gran- de complesso di rovine sabee di Yalâ (XVIII-VII secolo a.C.), con iscrizioni rupestri reali. Tra le altre, varie e numerose, ricerche condotte da de Maigret nello Yemen, vanno ricordate quelle sulle necropoli del deserto (“tombe a torret- ta”) e dell’altopiano (“tombe ipogee”), e l’avvio di scavi estensivi nella straordinaria città minea di Baraqish (antica Yathill, nel Jawf), e qatabanita di Tamna’ (Bayhan), città sulla rinomata Via caro- vaniera dell’incenso”. Alessandro de Maigret è deceduto il 14 febbra- io 2011 nella sua casa a Pierantonio (Perugia), all’età di 67 anni.
BILQIS In questo numero di S.E. Mario Boffo 6 Italia e Yemen Ambasciatore d’Italia nello Yemen dal 2005 al 2009 Storia dei rapporti tra i due Paesi Missione archeologica 10 italiana in Yemen di Sabina Antonini de Maigret Progetto di ricerca e scavi a Ghayman 14 La via dell’incenso di Aldo Pavan Le trasformazioni delle immagini 20 della città yemenita A cura dell’architetto Gian Camillo Custoza Dall’opera di Pasolini al documento contemporaneo 24 1897-1926 di Ilenia Sanzò Oltre 100 anni di rapporti tra Italia e Yemen 27 Sana’a di pietra e parole di Elena Dak 31 Bilqis di Muna Ahmed al-Haidari Storia della Regina di Saba 33 Scoprire lo Yemen: Marib di Ilaria Gemma 34 Flash News di Ilaria Gemma BILQIS 5
Italia e Yemen Un’amicizia profondamente radicata nel passato di S.E. Mario Boffo Ambasciatore d’Italia nello Yemen dal 2005 al 2009 L a prima cosa che mi disse il partire dai momenti iniziali della qadi Abu Rijal, il presidente sua storia di stato indipenden- degli Archivi nazionali del- te e sovrano. E la nostra storia lo Yemen, quando mi incontrò la comune presenta momenti av- prima volta fu questa: “tutto ciò vincenti e si avvale di grandi che ricordo della mia infanzia, figure di italiani che sono della mia adolescenza, è italiano: entrati a far parte anche i medici, erano italiani, le mac- della storia dello Yemen. chine industriali, italiane, le armi Dalla fine del XIX secolo dell’esercito, italiane…”. Il qadi l’Italia possiede la colo- doveva avere un’ottantina d’an- nia eritrea e sin dai primi ni. Era quindi giovanissimo negli tempi ha guardato con anni trenta, ed è cresciuto nel interesse all’altra sponda periodo in cui l’Italia era forse il del Mar Rosso. Su quella paese estero più importante nel- sponda è lo Yemen, incluso lo Yemen. Il qadi è una persona nell’impero ottomano ma straordinaria. Appartiene a una con molti tratti di autonomia grande famiglia yemenita, che ha di fatto. È un susseguirsi di litigi, dato al Paese dignitari di stato, causati dal contrabbando e dalla amministratori, giudici, intellet- pirateria, da questioni peschiere tuali. Egli mi accompagnò, quella e mercantili fra i due litorali, dal volta, in un settore degli Archivi contenzioso sullo status dell’Eri- interamente dedicato all’Italia, e trea, possedimento italiano per Jacopo Gasparini (1879-1941) mi mostrò un gran numero di il Governo di Roma ma formale Diplomatico italiano, Governatore d’Eritrea, documenti e fotografie re- dipendenza dell’im- Ambasciatore nello Yemen e Reggente in Somalia. lative agli anni venti, tren- pero ottomano nelle ta, quaranta, cinquanta e, L’Italia per lo pretese di Costan- con l’intento di stabilirvi zone di naturalmente ad anni più Yemen è stato tinopoli. A Sud dello influenza, e lo Yemen è certo fra recenti. Nell’ascoltare la un paese Yemen è il protetto- quei territori. I rapporti di fatto sua voce, vibrante di entu- di cruciale rato di Aden, gover- dello Yemen con l’Italia, tuttavia, siasmo e di riconoscenza, importanza nato dagli inglesi. La erano già intensi, e l’Imam Yahia avevo l’impressione di ri- a partire conclusione della poteva vantare il governo di un percorrere su ali quasi, per dalla sua Grande Guerra pro- territorio antico dalle millenarie così dire, letterarie le tap- storia di stato voca lo sfaldamento tradizioni statuali, benché privo pe più emblematiche della indipendente e dell’impero ottomano, di formale status sul piano in- suggestiva e avventurosa sovrano lasciando sterminate ternazionale. Nel 1923 arriva in storia delle relazioni ita- estensioni del Medio Eritrea, con l’incarico di governa- lo-yemenite… Sì, perché Oriente senza for- tore, Jacopo Gasparini, trevisano, l’Italia è stato per lo Yemen un male sovranità. Varie potenze nativo di Volpago del Montello, paese di cruciale importanza, a europee mirano a quelle regioni buon agricoltore e amministra- 6 BILQIS
1926 l’Imam accon- Si trattava infatti di dare slancio sente a sottoscrivere anche in questo settore ai ten- un patto di amicizia tativi di modernizzazione del che affida all’Italia paese e alla progressiva intensi- il ruolo di fornire ficazione dei rapporti con l’Italia. beni strumentali e La missione godeva di uno status assistenza tecnico- quasi-consolare e di prerogative scientifica al Paese. atte a facilitarne le funzioni. Essa costituiva inoltre un eccellente È, questo, l’atto che strumento di dialogo fra i due conferisce allo Ye- Paesi. Nel 1929 fu chiamato a di- men, per la prima rigere la missione il dottor Ce- volta nella storia, lo sare Ansaldi, che fu il principale status e la dignità di promotore nella missione di av- soggetto internazio- viare lo Yemen verso la medicina nale. Il suo articolo moderna. Il compito dei medici primo, infatti, recita: italiani era gravoso. Si trattava di “Il Governo di Sua assistere l’Imam, i principi reali Maestà il re d’Italia e le rispettive famiglie, dirigere riconosce la piena l’ospedale yemenita di Sana’a e L’Impero coloniale italiano all’apice della sua estensione nel 1939. e assoluta indipen- l’annesso ambulatorio, presta- denza dello Yemen re le cure necessarie ai notabili tore con anni di esperienza in So- e del suo sovrano, Sua Maestà della capitale e alla popolazione, malia. Gasparini ha una visione di l’Imam Yahia. Il Governo italiano viaggiare con frequenza e in dif- largo respiro sul ruolo che l’Italia, non avrà ingerenza nel regno di ficili condizioni per raggiungere partendo dai due capisaldi dell’E- Sua Maestà il Re dello Yemen in le varie località del paese. Mal- ritrea e della Somalia, può svol- qualsiasi modo che contrasti con grado le fatiche dell’incarico, An- gere nella regione, dove - all’atto quanto è detto nel primo capo- saldi trovò il tempo interessarsi dell’abbandono da parte dell’im- verso del presente articolo”. Si alla storia, alle leggende, ai miti, pero ottomano - la situazione è tratta di un passo di alto signi- alla vita e alle tradizioni del po- in fermento per la definizione di ficato politico: in tempi e zone polo yemenita. E ci ha regalato una nuova sistemazione geopoli- in cui la potenze europee pun- così uno dei libri più belli, più tica della Penisola degli tano all’estensione o profondi e più interessanti che Arabi. Il nuovo gover- Il 2 settembre all’affermazione di aree siano stati scritti sullo Yemen: “Il Yemen, nella storia e nella leg- natore comincia allora 1926, Italia di influenza, l’Italia rico- a creare una rete di re- nosce con chiarezza e genda”. Un libro che dovrebbe e Yemen lazioni diplomatiche in sottoscrivono senza ambiguità, su basi essere letto da chiun- direzione della penisola paritarie, l’indipendenza un patto e la sovranità dello Sta- arabica e soprattutto dello Yemen, dove vive- d’amicizia per to yemenita. A suggello va, sin dall’inizio del se- l’assistenza di tale alto significato colo, un piccolo gruppo tecnico politico, il Ministro degli di intraprendenti italiani. scientifica Esteri yemenita compì Tentato dal progresso nel 1927 uno storico tecnologico che i residenti ita- viaggio per la prima visita bi- liani gli prospettano, l’Imam Yahia laterale del suo Paese in Italia. dà priorità ai rapporti con l’Italia Insieme all’invio di tecnici civili e nell’intenzione di modernizzare militari italiani nello Yemen per la il Paese. È in questa situazione formazione di personale locale che Gasparini, dando luogo alle in settori di avanguardia militari proprie straordinarie intuizioni, e civili, una delle prime cose che coglie un clamoroso quanto me- l’Italia fece nello Yemen fu l’isti- ritato successo: il 2 settembre tuzione di una missione medica. BILQIS 7
que voglia avvicinarsi allo Yemen inglesi venuto a mettere il naso re della cultura e della mentalità oltre gli stereotipi del “turismo sull’altra sponda del Mar Rosso. di quei popoli. All’ascolto delle avventuroso ed esotico”. La par- Ahmed insiste, dice di chiamarsi avventure di Amedeo, il sovrano te in cui descrive le leggende e i Amedeo Guillet, ufficiale italia- provò un tale rispetto e amici- miti fondatori del popolo yeme- no di cavalleria. Racconta storie zia verso quel valoroso, che lo nita, a cominciare dal mito della inverosimili. Dice che è sfuggito nominò “Gran Maniscalco di regina di Saba, è appassionante più volte agli inglesi fa- Corte”, facendone in quanto le Mille e una Notte. La cendosi passare per un sostanza un ascoltato parte storica, compilata per lo servitore arabo o per il Dopo la membro della corte e più grazie ai resoconti che gli fa- parente di un cammel- guerra, nel un alto consulente nella cevano i tanti notabili e sapienti liere, dopo aver condot- 1952, Amedeo materia equestre, di cui locali che si affidavano alle sue to straordinarie azioni Guillet, entrato Guillet era espertissi- cure, illumina qualunque ricerca di guerriglia, racconta in diplomazia mo. Dopo la guerra, nel sulla storia dell’antico Yemen. La che ha fatto il portatore divenne 1952, Amedeo Guillet, parte in cui descrive la vita lo- d’acqua, che è stato pic- Ambasciatore entrato in diplomazia, cale della popolazione e le sue chiato quasi a morte dai d’Italia nello divenne Ambasciatore tradizioni è attualissima, e al di briganti. Effettivamen- Yemen d’Italia nello Yemen. Fu là di circostanze puramente te l’uomo è malmesso: il primo Ambasciato- cronologiche avrebbe potuto magro, stanco, doloran- re europeo residen- essere scritta oggi. Le foto che te, affamato. Qualcuno cerca di te, ed ebbe il grande merito di corredano l’opera presentano occuparsi di lui dalla missione rilanciare le relazioni bilaterali interessanti stralci di vita locale, medica italiana. Un giudice, in italo-yemenite dopo la forzata di costumi e tradizioni, di scorci particolare, si interessa allo paesaggistici e urbani, oltre che di stravagante personaggio, e va a Amedeo Guillet (1909-2010) conosciuto nello Yemen con lo pseudonimo di immagini dei vari reperti archeo- interrogarlo quasi tutti i giorni, Ahmed Abdallah Al Redai, ufficiale, guerrigliero, logici ed epigrafici che lo stesso nel carcere dove è stato recluso diplomatico italiano. Ansaldi raccolse con cura e che nel frattempo. Ne è incuriosito, lasciò poi in custodia a impor- interessato. Percepisce barlumi tanti collezioni museali italiane. di verità nelle parole dell’uomo, ma non può fidarsi, almeno fino Un giorno dell’ottobre a che un qualche riscon- 1941 sbarca a Hodeida Un giorno tro obiettivo non giunga un certo Ahmed Abdal- nell’ottobre a corroborare i racconti lah Al Redai, lavoratore 1941 sbarca di Ahmed. Alla fine pro- di origini yemenite. Vie- a Hodeida un prio gli inglesi si rendo- ne da Massaua, insieme certo Ahmed no conto che Amedeo a gente varia, a un com- ha riparato nello Yemen, pagno dal nome di Dei- Abdallah e chiedono all’Imam fallah e a un gruppo di Al Redai, Yahia di consegnarglie- marinai tedeschi. C’era lavoratore lo, fornendo indiret- la guerra, e le autorità di origini tamente agli yemeniti yemenite stavano mol- yemenite la prova che il giudice to attente a ciò che investigatore attendeva. proveniva dall’Eritrea. Ahmed è senz’altro il tipo arabo: magris- L’Imam provò grande curiosi- simo, scuro di carnagione, parla tà per il caso e volle invitare perfettamente la lingua araba. a corte quell’interessante Perché allora dichiara di essere ufficiale di cavalleria. I rap- un ufficiale italiano in fuga da- porti fra i due furono fa- gli inglesi, oramai vittoriosi in cilitati dal fatto che Ame- Abissinia e in Eritrea? Le auto- deo conosceva l’arabo rità yemenite non si fidano. Può alla perfezione ed era essere una spia al soldo degli un grande conoscito- 8 BILQIS
1940: Amedeo Guillet a cavallo al comando del suo squadrone in Eritrea. pausa bellica. L’affetto e la consi- si che l’Italia condivide con il re- Anche nel presente, quindi, con- derazione del sovrano yemenita sto della comunità internaziona- siderazioni geo-strategiche di e del figlio di questi, anche lui di le. Basti citare semplicemente il comune interesse, una comune nome Ahmed, intanto salito al ruolo naturale dello Yemen - ora attitudine alla reciproca com- trono, fecero di lui un influente come allora - nel controllo di prensione e a lavorare insieme, consigliere e un amico fraterno. vaste aree marittime attraverso l’esistenza, presso i due popoli, le quali transita gran parte del di un grande passato e di una Ho spesso guardato a questo commercio internazionale e nel- lunga storia, congiurano a fare passato comune nel corso del la sicurezza della penisola arabi- delle relazioni italo-yemenite un mio mandato nello Ye- ca. Come nei decenni dato fondamentale – e non solo men, fra il 2005 e il 2010. trascorsi, l’amicizia fra i per i due Paesi interessati - per Non certo per un sem- Come all’inizio due Paesi si è sviluppata l’area del Golfo di Aden. È in plice culto della Storia, delle relazioni anche attraverso l’opera questo spirito, con questa consa- ma perché esso fornisce bilaterali, e l’umanità di persone pevolezza e con la stessa profon- una chiave di lettura che anche oggi di grande rilievo, come da convinzione del passato, che considero molto inte- l’Italia si pone Gasparini, Ansaldi e l’Italia è stata precursore e pri- ressante dello sviluppo in rapporto Guillet, ma anche grazie missima promotrice dell’azione delle relazioni fra Italia allo Yemen su a figure più re- internazionale di soste- e Yemen, ne fa emergere un piano di centi, come il L’Italia è stata gno allo Yemen in questa i fondamenti e ne evi- perfetta parità dottor Mario precursore e fase di stabilizzazione e denzia la ricorrenza di Livadiotti, che transizione. È nello stes- fattori politici che stabi- ha operato primissima so spirito che l’Italia è liscono un ponte fra passato e at- nel Paese perpetuando promotrice oggi impegnata a met- tualità. Come all’inizio delle rela- la tradizione medica dell’azione tere proprie eccellenze zioni bilaterali, anche oggi l’Italia da tanti altri praticata internazionale sul terreno del sostegno si pone in rapporto allo Yemen prima, come il grande di sostegno allo Yemen in settori vita- su un piano di perfetta parità, e compianto arche- allo Yemen li, quali la sicurezza delle di condivisione di interessi, del- ologo Alessandro de frontiere marittime, il la consapevolezza del sostegno Maigret, che per circa trent’an- sostegno al dialogo e alla socie- che l’Italia può dare allo Yemen ni ha lavorato intensamente per tà civile, il sostegno al patrimo- ma anche dell’enorme ruolo che valorizzare parti importantis- nio culturale dello Yemen come lo Yemen è in grado di esprimere sime dell’immenso patrimonio parte importantissima del co- a sostegno di importanti interes- culturale e storico dello Yemen. mune patrimonio dell’umanità.■ BILQIS 9
1 Il villaggio di Ghayman Missione archeologica italiana in Yemen Progetto di ricerca e scavi a Ghayman ˉ di Sabina Antonini de Maigret sione Archeologica Italiana nella nale per un progetto di ricer- Repubblica dello Yemen (MAIRY), che e scavi in quello stesso sito. condussi la prima campagna rico- Nella preliminare campagna L’ubicazione gnitiva nell’insediamento di Ghay- archeologica sono state do- man nel dicembre 2010. Una cumentate le strutture pre- I l villaggio di Ghayman si tro- prima prospezione archeologi- islamiche emergenti e i mate- va 15 km a sud-est di San‘a’, ca della Missione italiana nel sito, riali di spoglio riutilizzati nelle e comprende Ghayman al- e in generale nella regione, fu costruzioni di epoca islamica. Tahtani (Ghayman Bassa) e Husn condotta nel lontano 1981 dal Il topografo Mario Mascella- Ghayman (Ghayman Alta) (Fig. 1). Prof. Alessandro de Maigret, che ni e l’archeologo Romolo Lo- Quest’ultima insiste sull’abita- dall’anno prima stava conducen- reto hanno avviato il rilievo to di periodo pre-islamico, che do uno studio dei modelli cultu- del sito, delle mura, dei palaz- si estende in direzione NO-SE, rali e dei processi di popolamen- zi antichi e della necropoli, ed arroccato su un promontorio to nell’altopiano centrale dello il geologo Bruno Marcolongo roccioso circondato da valli Yemen. Dopo 30 anni da quella uno studio geo-morfologico coltivate. Ghayman Bassa si tro- prima ricognizione, la Missione dell’intera area. Entrambi que- va fuori dalle mura, nella parte italiana ha firmato con il Gene- sti lavori verranno completa- occidentale, mentre a sud del ral Organization for the Anti- ti nella prossima campagna di villaggio era il quartiere ebraico. quities and Museums di San‘a’ studio, contemporaneamente Come responsabile della Mis- (GOAM) un accordo quinquen- all’avvio degli scavi archeologici. 10 BILQIS
2 Un tratto delle mura di Husn Ghayman Il nome nonostante che la maggior par- te delle costruzioni siano state Ghayman (Ghymn) è citata nelle erette in epoca islamica con il iscrizioni antiche come nome di materiale di spoglio.Tuttavia, i re- tribù e non di città, e dhu-Ghymn sti dei palazzi di epoca pre-islami- era riferito ai qayl della stessa ca si rintracciano nei basamenti tribù, cioè ai membri dell’aristo- originarî – di cui si possono ri- crazia che erano a capo di una costruire i perimetri – ed alcuni tribù o di una federazione tri- tratti ben conservati degli alzati. bale. Considerate le imponen- Il materiale utilizzato per la co- ti vestigia dell’antico abitato, si struzione è di origine vulcanica, ipotizza che tra il I e il VI secolo ossia basalto, trachite e riolite; d.C. Ghayman fosse il capoluo- è presente anche il calcare che go dei qayl della tribù Ghymn non è originario della zona, ma e Dhahran il Palazzo, ovvero la si trova almeno 50 km a N-NE sede amministrativa e politica di Ghayman (viene probabilmen- del casato. In un’iscrizio- te dalla zona di Marib). ne sudarabica accanto a Le fondazioni delle Dhahran è citato il pa- Il villaggio mura sono costruite lazzo Hirran. Non cono- moderno di prevalentemente con 3 Oltre i due archi di epoca islamica si innalza il muro di un antico palazzo di Ghayman sciamo, dunque, il nome Ghayman blocchi di basalto sboz- antico di Ghayman, ma il deve il suo zati, disposti secondo villaggio moderno deve nome a quello una tecnica ben nota il suo nome a quello del- della tribù che nell’architettura sudara- la tribù che l’occupava l’occupava bica. Queste fondazioni sin dall’epoca pre-isla- sin dall’epoca poggiano direttamen- mica. Dalle epigrafi, inol- pre-islamica te sulla roccia naturale. tre, si conosce il nome All’interno dell’abitato della divinità venerata a si notano diverse tecni- Ghayman, che era Hgrm Qhmm. che di costruzione e combina- Nell’VIII libro di al-Iklil (La Co- zioni di materiali. Le fondazioni rona), lo storico al-Hassan ibn sono costruite con blocchi di Ahmad al-Hamdani (X secolo basalto rettangolari irregolari, e d.C.), che apparteneva ad una l’alzato con conci in trachite (Fig. delle più nobili famiglie di San‘a’ 4). In alcuni edifici, al di sopra e s riteneva erede della civil- dei filari di trachite sono messi tà sudarabica, ci informa che a in posa file di blocchi in calcare Ghayman sorgeva il castello (Fig. 5), con la superficie sboz- chiamato al-Miqlab circonda- zata all’interno di una cornice to da mura circolari, e la ne- liscia. In un edificio in particola- cropoli dei famosi re di Himyar. re, l’alzato in calcare è conser- vato per alcuni metri in altezza. L’insediamento La piazzetta al centro del villag- Angolo di un antico palazzo con blocchi in 4 basalto e trachite disposti in filari aggettanti gio, circondata da una serie di Per chi arriva a Husn Ghayman, edifici, conserva ancora la pavi- ciò che colpisce principalmente mentazione originaria, costitui- è la maestosa opera della cinta ta da lastre in calcare giallastro. muraria (Fig. 2) e dei palazzi (Fig. Non siamo in grado di stabilire 3) in essa racchiusi, che nell’insie- solo sulla base delle tecniche me compongono una roccaforte, edilizie una cronologia dell’abi- resa ancora più inespugnabile tato. Ma certamente la lavora- dalla sua posizione e dal pendio zione e la posa dei blocchi cal- del promontorio. Sorprende, carei impiegati in alcuni edifici BILQIS 11
Muro antico costruito con blocchi di calcare Lastre di rivestimento ed elementi architettonici in calcare 5 (in alto) e di trachite (in basso) (particolare) 6 reimpiegati in una soglia di un’abitazione moderna ci permette di datare alcune La moschea Masjid al-Washali, una parte dell’alzato è costitu- strutture almeno agli ultimi se- che si trova un po’ più a nord ito da una muratura a blocchi coli del I millennio a.C. Soltanto di Masjid al-Ju‘aydan, è anch’es- regolari intonacati con qadad. un’indagine stratigrafica sa all’interno della cinta Nel cortile e nel muro di recin- potrà chiarire l’origi- muraria, ed è costruita zione della moschea che si tro- ne dell’insediamento. Per chi arriva con materiale di spo- va a Ghayman Bassa si notano Nel villaggio sono visi- glio. I due archi dell’an- resti di elementi architettoni- bili sporadici materiali a Husn nesso a nord sono ci (colonne e capitelli) e iscri- di spoglio, riconducibili Ghayman ciò raccordati da un capi- zioni antiche murate (Fig. 10). ad elementi architetto- che colpisce è tello e un frammento A est del villaggio di Ghayman nici, come colonne, la- la maestosa di colonna di epoca si estende l’antica necropoli. Di stre di rivestimento di cinta muraria pre-islamica e un altro questa non si conosce altro che muri e pavimenti (Fig. i palazzi in capitello decorato con il breve scavo effettuato per vo- 6), una gronda a testa essa racchiusi motivi geometrici si tro- lontà del principe Ahmed Saif bovina, fregi con mo- va murato intorno alla Al-Islam, scoprendo, secondo tivi geometrici (Fig. 9), vasca per le abluzioni. la tradizione, una tomba reale. o zoomorfi (teste stilizzate di Al di fuori delle mura setten- In quel contesto fu trovata la stambecchi), basi di statue e, in- trionali di Husn Ghayman c’è famosa testa in bronzo che fu fine, iscrizioni. Durante il nostro una grande cisterna antica per donata dall’Imam dello Yemen soggiorno a Ghayman, ci sono la raccolta dell’acqua piovana. La Yahya al re Giorgio VI d’Inghil- stati mostrati dagli abitanti alcu- cisterna è scavata nella roccia e terra in occasione della sua in- ni materiali inediti provenienti dall’area del villaggio (Figg. 7-8). Ma la maggior parte degli ele- Iscrizione frammentaria con simbolo Incensiere con simbolo divino a basso menti architettonici sono riuti- 7 divino (falce lunare e disco astrale) 8 rilievo e piede iscritto lizzati nella moschea Masjid al- Ju‘aydan, che si trova nel punto più alto di Husn Ghayman. Sono almeno 8 le colonne e i relativi capitelli di epoca pre-islamica reimpiegati nella sala delle pre- ghiere. Diversi tipi di capitelli e fusti di colonne dimostrano che questi appartenevano a differenti monumenti di epoca pre-islami- ca, probabilmente templi. I capi- telli sono cubici e cilindrici (Fig. 11), decorati con fasce lisce al- ternate a dentelli e con il motivo “a persiana”. È possibile che la ci- sterna per la raccolta dell’acqua e il piccolo annesso siano di epo- ca pre-islamica e la stessa mo- schea insista su un tempio sabeo. 12 BILQIS
Blocco in calcare decorato con motivi geometrici (false finestre, “persiane” Iscrizione sudarabica reimpiegata nella faccia esterna del 9 e dentelli), reimpiegato in un muro di un palazzo a Husn Ghayman 10 muro del cortile della moschea di Ghayman al-Tahtani 11 Colonna antica formata da tre frammenti diversi, con coronazione l’11 dicembre 1936. capitello cilindrico decorato a fasce lisce e a dentelli nella sala delle preghiere di Masjid al-Ju‘aydan La testa oggi si trova esposta al British Museum. Probabilmente dagli scavi della stessa necropoli viene anche il cavallo di bron- zo (in origine con il cavaliere), oggi conservato al Dumbar- ton Oaks Museum di Washing- ton, con dedica che menziona un capo della tribù Ghayman. Dalla necropoli vengono anche molti frammenti di lastre di ri- vestimento in calcare e arena- ria. Scavi illegali hanno messo in luce alcuni filari in blocchi di pie- tra vulcanica, ben squadrati, che preludono a veri e proprî mau- solei, contrariamente a quanto appare dai resti che possono essere osservati in superficie.■ 12 Foto di gruppo della Missione archeologica italo-yemenita a Ghayman BILQIS 13
La Via dell’Incenso di Aldo Pavan E’ la via sacra dei profumi. enormi ricchezze che venivano Un’antica autostrada at- appunto dai luoghi di produzio- traverso deserti e mon- ne dell’incenso. Allora poco si tagne, tracciata per commercia- sapeva dell’origine della famosa re una resina speciale: l’incenso. resina. Su di essa favoleggiavano Con tanto di pedaggi e dazi. E letterati e storici. Ne parla Ero- disavventure quasi sempre ga- doto nel 430 a.C. spiegando che rantite a causa della presenza di “gli alberi che producono l’incen- predoni e briganti, oltre a tem- so sono guardati da serpenti ala- peste di sabbia, mancanza di ac- ti di piccola taglia e di vari colori qua e difficoltà di orientamento. che sono appesi a ogni albero”. Una via così importante e traffi- I Magi, provenienti dall’Oriente, Tomba di Qasr al-Farid, Giordania. cata che ha favorito la nascita nel portarono a Gesù, oltre all’o- sud dell’Arabia di un ro e alla mirra, l’incenso. regno florido e ricco, Forse anch’essi percor- un paese felice, l’Arabia Un’antica sero l’antica via come Felix che corrisponde autostrada testimoniano i loro doni. più o meno all’attuale attraverso Richiestissimo, l’incenso Yemen. La via dell’in- deserti e veniva pagato in oro. Era censo non è una sem- montagne usato come medicinale, plice pista, una linea sul- tracciata per nella cosmesi, per le im- la carta geografica. Non commerciare balsamazioni ma soprat- ha solo caratteri topo- una resina tutto nelle funzioni sacre. grafici. È molto di più. È Ovunque serviva a fini speciale una delle arterie lungo devozionali nell’area del le quali è passata la sto- bacino del mar Mediter- ria dell’uomo. Attraverso di essa raneo, in Mesopotamia e in India. sono venuti in contatto mondi E infatti il suo nome scientifico è lontanissimi e diversi. Si sono Bosweilla sacra. La pianta da cui toccate Europa e India, oltre che si ricava è un albero, per la verità Arabia e Africa. Sono transitate abbastanza modesto, per niente merci, ma anche scienza, cultura frondoso, molti rami e poche e leggenda. La via dell’incenso è foglie, che nasce esclusivamente legata a doppio filo al mito. La sulle rive del mar Arabico, nello tradizione orale parla di un mi- Yemen e in Oman. E qui sta la sterioso paese di Punt, terra ver- sua forza: è un’essenza endemica so la quale gli Egiziani effettuaro- che non si può coltivare altrove. no diverse spedizioni militari con Anticamente con l’incenso viag- l’intento di impadronirsi delle giava anche la mirra, altra famosa Petra, Giordania. 14 BILQIS
una rotta terrestre che passava per San’a, per Medina e si diri- geva verso Petra per arrivare in Palestina fino ai porti del Medi- terraneo. Da qui i preziosi cari- chi venivano spediti via mare ad Atene, Alessandria e nelle altre città dell’impero romano, prima fra tutte Roma che ne era gran- dissima consumatrice. Si raccon- ta che il solo Nerone nel 65 a.C. Bruciò, in occasione dei funerali di Poppea, un’intera produzione annua, pari a 3 mila tonnellate, fa- cendo salire il prezzo alle stelle. Nel suo prezioso portolano in- titolato Periplus Maris Erythra- ei, l’ignoto navigatore del primo secolo d.C. spiega che “vi è una baia chiamata Sakalites coperta da spesse nubi d’aria e vapori emanati dagli alberi alti e sotti- li stillanti gocce d’incenso dalla corteccia”. E infatti la nebbia non è una rarità in estate sulla costa arabica meridionale. Sono le sue particolari condizioni climatiche che favoriscono la crescita della resina arabica. Sulle groppe dei Bosweilla sacra. Qui il monso- cammelli si caricavano anche le ne estivo si abbatte con pesan- merci che giungevano dall’India ti piogge che fanno scendere e dall’Africa. C’erano pepe, cin- la temperatura fino ai 25 gradi, namomo, zenzero, cannella, tes- mentre nel deserto dell’interno suti oltre a perle, avorio, piume, la colonnina di mercurio rag- pelli di animali e oro. giunge anche i 50 gradi. Se avessimo uno stra- All’inizio di aprile, quan- dario antico, una sorta Tutta la via do la temperatura inizia di guida pratica, sa- dell’incenso si a salire, la corteccia della premmo che tutta può percorrere Bosweilla sacra viene in- la via dell’incenso si teoricamente cisa con tagli lunghi circa può percorrere teo- in due mesi dieci centimetri dai quali ricamente in due mesi. coprendo esce una linfa lattiginosa Sempre se tutto va 2400 Km da bianca. Dopo qualche bene. Sono da coprire suddividere in giorno, al contatto con circa 2400 chilometri l’aria, la resina si rappren- da suddividere più o 65 tappe de e assume un colore meno in 65 tappe. Così giallastro. Una volta essic- racconta lo storico Plinio il Vec- cata viene raccolta. L’operazione chio. E infatti i cammelli, o meglio si ripete un paio di volte nella i dromedari, riescono a percor- stagione umida. L’incenso di se- rere circa 40 chilometri al gior- condo taglio però non è più della no. Dal sud della penisola Ara- stessa qualità del primo e al mer- bica, l’incenso proseguiva lungo cato viene venduto a un prezzo BILQIS 15
inferiore. Un albero è in grado Bosweilla sacra sorgono solitari di produrre 10 chili di incenso a in un territorio privo di vege- stagione. Come un tempo, il pro- tazione. Tutt’intorno si aprono fumo dell’incenso è nell’aria nel aspri panorami. Anche le caro- souq di Salalah, la principale città vane seguivano questa direzione del Dhofar. La sua fragranza per- nord, apparentemente verso il vade l’aria e conquista l’anima. La nulla. Andavano verso la tanto resina brucia in piccoli bracieri. ricercata città di Ubar, descritta Le venditrici sono tutte dagli storici arabi come nel mezzo del nulla che solo donne dal volto coperto grande e florida. Oggi i gps sono in grado di ricono- e dagli occhi nerissimi Vi sono di Ubar non rimango- scere. Mettersi in marcia per truccati con kajal. Gli ac- quattro qualità no che pochi muri alle attraversare queste sabbie signi- quirenti, uomini e donne, di incenso: porte del deserto in fica essere disposti a vivere, in trattano sul prezzo. Gli il più prezioso località Shisur. Il pro- qualche modo, l’avventura delle scaffali sono ricolmi. Vi è l’hougari, cesso di desertificazio- grandi carovane dell’incenso. Si sono quattro qualità di ne ha stravolto questa dorme in tenda e per giorni si incenso, il più prezioso il nejdi, il regione. Sono spariti i vive nella più totale solitudine è l’hougari, trasparen- shahazi e il prati e con essi l’antica mentre altissime dune, che rag- te e grande quanto una thiki usato in economia legata alla pa- giungono anche i 300 metri di noce, il nejdi di media farmacopea storizia. Il Rub al-Kahli altezza, chiudono l’orizzonte. qualità e il shahazi picco- si fa sempre più vicino. Ed eccoci in Yemen. Un gran- lo e meno profumato. Il quarto Il temuto Empty Quarter, ap- de impulso ai commerci della è il thiki, usato in farmacopea. pare come una immensa massa leggendaria Arabia Felix venne Una larga strada asfaltata corre di sabbia che copre e ostruisce dato dal popolo dei sabei che verso nord, sale velocemente il cuore della penisola Arabica. tracciarono e sistematizzaro- di quota ed entra nel cuore dei Il confine tra Oman e Arabia no le piste carovaniere. Furono monti del Dhofar. Radi arbusti di Saudita è una linea diritta tirata grandi ingegneri, civili e idrauli- 16 BILQIS
ci. Il loro leggendario regno di solato deserto Ramlat as Saba- assolate e semidesertiche. Eret- Saba o Sheba fiorì nel II secolo tayn. Tra le sabbie del deserto ta sembra nel VII secolo a.C., era a.C. La Bibbia e il Corano rac- proprio dove si possono ancora alta almeno sedici metri e, nel contano di una regina di vedere i pochi resti di massimo momento di splen- Saba che incontrò Salo- Shabwa, altra importan- dore del regno sabeo, forniva mone, re d’Israele. Nella Nella regione te città della via dell’in- le risorse idriche a un bacino regione dell’Hadramawt, Hadramawt censo. Oltre il mare di urbano di oltre 50 mila perso- si trova una tra le più si trova una dune si arriva a Marib, ne. Crollò nel 542, dopo quasi spettacolari città dello leggendaria capitale dei un millennio, a causa dell’incu- tra le più Yemen: Shibam, unica sabei. Il tempio del Sole ria. Ancora oggi se ne vedono i al mondo per i suoi al- spettacolari e il tempio della Luna, resti. Da Marib si segue ancora tissimi palazzi simili a città dello sono ciò che rimane la rotta dell’incenso e si arriva grattacieli. Si contano Yemen: della mitica Arabia Fe- nella splendida San’a, affascinan- circa 500 palazzi che Shibam lix. Nelle vicinanze dei te città della penisola Arabica. raggiungono l’altezza di due templi fu costruita Le carovane che salivano dallo 5-9 piani. Le case più un’imponente diga che Yemen puntavano verso nord, vecchie risalgono al XVI secolo. aveva trasformato in un verdis- Ma la città è abitata da oltre 2 simo paradiso queste terre oggi mila anni. Anch’essa, nel corso dei secoli, fu importante sno- do commerciale e quindi tappa obbligata delle carovane che percorrevano la valle dell’Ha- dramawt in direzione nord. Con ogni probabilità ha vissuto an- che il periodo d’oro dell’incenso. Alle porte di Shibam si apre l’as- BILQIS 17
entravano nell’attuale Arabia Sau- in Giordania), importante snodo quando i commerci iniziarono a dita, e poi facevano tappa prima a di traffico mercantile come testi- preferire la via marittima lungo Medina e poi a Dedan. Un tempo moniano le impressionanti rovi- il Mar Rosso ai rischi di quella tribù di nomadi e cammellieri si ne che si innalzano tra le basse terrestre. Nell’attuale Giordania, ergevano a guida delle carova- dune del deserto dell’Hegiaz. Le superata Petra e pagati i salati ne. Tra questi popoli vi furono i solitarie tombe rupestri, magni- dazi, le carovane proseguivano nabatei che per primi imposero ficamente decorate, sono citate verso nord lungo quella che è un ferreo controllo sui commer- anche nella XV Sura del Cora- stata chiamata la Strada dei Re. ci della penisola Arabica. Furono no. Abbandonata verso il 70 In vista del mar Morto la via loro a fondare la splendida Hegra d.C, Hegra ha seguito il ciclo di dell’incenso virava decisamente (e con essa la più nota Petra, oggi decadenza della via dell’incenso a ovest ed entrava in Palestina. Oggi, chi è sulle poche tracce rimaste, si imbatte nella dram- matica storia di questa angolo di Medio Oriente ancora scon- volto dalle armi. Le carovane seguivano per un lungo tratto l’ampia valle Arava e oltre Moa, 18 BILQIS
sull’attuale confine israeliano, attraversavano il deserto del Negev (Naqab in arabo) che a quei tempi non era così ari- do e desolato come adesso. I dromedari non avevano difficol- tà a trovare verdi pascoli. Lungo la via c’erano città e caravanser- ragli che servivano da punto di appoggio. La tappa finale era Gaza, la martoriata città palestinese. Arrivato qui, l’incenso, il cui valore intanto era salito alle stelle a causa dei balzelli do- ganali e dei costi di traspor- to, veniva imbarcato assieme alle altre merci verso le città del bacino del Mediterraneo.■ BILQIS 19
Le trasformazioni delle immagini della citta’ yemenita Dall’opera di Pasolini al a cura dell’Architetto Gian Camillo Custoza documentario contemporaneo L’ UNESCO ha da tempo individuato, come uno degli assi privilegiati della propria azione, la conservazione, su scala planetaria, del patrimo- nio architettonico in terra cruda. Lo Yemen è internazionalmente noto per le sue città in terra cru- da; tra le altre citeremo le famo- se Sana’a e Shibam, quest’ultima anche nota come la Manhattan del deserto. Questa la premessa fondamentale per lo sviluppo di una ricerca, sviluppata, per ini- ziativa di chi scrive, presso il Di- partimento di Ingegneria Civile ed Architettura dell’Università di Udine, nell’ambito dell’atti- vità scientifica del dottorato di ricerca in Ingegneria civile ed ambientale - restauro, gestione e storia dei beni culturali, della Facoltà di Ingegneria dell’Univer- sità degli studi di Udine.Tutto ciò fu possibile grazie al contributo determinante dell’ingegnere Pie- ro Pedrocco, professore aggre- gato di Tecnica e pianificazione urbanistica presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università degli studi di Udine, vice presidente del Centro regionale di studi ur- banistici del Veneto, degli archi- tetti, Francesco Amendolagine, professore associato di Storia dell’Architettura, e Mauro Ber- tagnin, professore ordinario di Architettura tecnica, presso la medesima Università. 20 BILQIS
L’obiettivo di fondo della ricerca, vel notes from Yemen, realizzato Renzo Manzoni, le note opere Struttura ed evoluzione sistemi- dal gruppo di ricercatori dell’U- cinematografiche pasoliniane, e ca delle città dello Yemen e del niversità degli studi di Udine con la realtà contemporanea, colta mondo islamico, posta il supporto del Centro nella situazione odierna, attra- in essere dalla Facoltà regionale di studi urba- verso uno strumento specifico: di Ingegneria dell’U- nistici del Veneto. L’ar- un documentario girato ad hoc. Il Lo Yemen è niversità degli studi di Udine, in associazione noto a livello te cinematografica fu intesa come mezzo di lavoro realizzato ebbe come pri- mo obiettivo di fondo, la sensi- con il Centro Regionale internazionale lettura delle mutazioni bilizzazione della comunità scien- di Studi Urbanistici del per le sue dell’immagine della cit- tifica internazionale rispetto alle Veneto, con il patrocinio città in terra tà yemenita, da Pasolini tematiche della qualificazione, dell’Ambasciata della cruda, tra cui alla contempo- operata eventualmente Repubblica dello Yemen Shibam la raneità, tenen- anche tramite rottama- in Roma e del Conso- Manhattan do conto della zioni di oggetti incoe- lato Onorario della Re- del deserto fondamentale Il Cinema fu renti e nuova edificazio- pubblica dello Yemen in opera letteraria inteso come ne di parti urbane e di Firenze, era la lettura di Renzo Man- mezzo di architetture innovative delle trasformazioni della città zoni, autore della fa- lettura delle virtuosamente colloca- yemenita, così come leggibili at- mosa pianta di Sana’a mutazioni te in rapporto con le traverso i viaggi e le descrizio- del 1870. La chiave di dell’immagine preesistenze, come pure ni cartografiche e letterarie di lettura proposta fu la della città relativamente ai temi Renzo Manzoni, risalenti al tardo valutazione delle tra- yemenita della conservazione e Ottocento, comparate all’anali- sformazioni occorse del restauro del patri- si dell’opera cinematografica di alla realtà urbana di Sa- monio architettonico in Pier Paolo Pasolini, a sua volta na’a e del suo intorno, attraver- terra cruda; patrimonio questo confrontata con i risultati emersi so il mezzo cinematografico; il che tanta parte ha nella attrat- dalla sperimentazione maturata metodo prescelto fu quello del tività turistico-culturale del Pae- nel quadro della lavorazione del confronto tra la realtà descritta se arabo. Assunta questa prima film documentario intitolato Tra- nei lavori geografico-letterari di fase, la ricerca intese, attraverso BILQIS 21
specifiche azioni comunicative temente all’analisi del recente, condusse in Yemen dal 23 Aprile attivate presso la Facol- rapidissimo, sviluppo 2008 al 4 Maggio 2008, sia per tà di Ingegneria dell’U- urbano di questo singo- l’azione lodevole dello sviluppo niversità degli studi di La ricerca larissimo paese arabo. di tutta una serie di studi e tesi, Udine, evolvere natural- attuata Un progetto elaborato svolti su alcune città dello Yemen mente, proponendo, in diede vita al sia grazie all’esperienza e su Sana’a in particolare, attivar- sede di didattica fronta- documentario maturata da un equipe ti presso l’Università degli studi le, opportune modalità Travel notes di ricercatori, architet- di Udine, da docenti della Facoltà di riflessione, incentra- from Yemen ti, ingegneri e urbani- di Ingegneria civile ed Architet- te sull’impostazione di presentato sti, dell’Università degli tura, con il contributo dei Pro- idonee strategie di con- alla 65° Studi di Udine, nel cor- fessori Sebastiano Cacciaguerra, servazione e restauro, Mostra so del viaggio di studio Giovanni Tubaro, e Gian Franco capaci di valorizzare l’e- Internazionale che il Centro regionale Liberatore. In particolare le ri- sistente, limitare i danni di Venezia di studi urbanistici del cerche condotte presso l’Uni- intervenuti con l’irrom- Veneto, emanazione versità degli Studi di Udine eb- pere della modernità, ed del Centro nazionale di bero virtuosa ricaduta in alcune eventualmente riequilibrare le studi urbanistici presso il Con- tesi di laurea, afferenti al corso situazioni a rischio emerse nella siglio nazionale degli ingegneri, di Ingegneria del Territorio, allo- primigenia fase di analisi. La ricerca attuata si espresse pienamente nel lavoro interdi- sciplinare; attività questa che diede virtuosamente vita al film documentario Travel notes from Yemen, prodotto dalla Facoltà di Ingegneria dell’Università degli studi di Udine, in associazione con il Centro Regionale di Stu- di Urbanistici del Veneto, con il patrocinio dell’Ambasciata della Repubblica dello Yemen in Roma e del Consolato Onorario della Repubblica dello Yemen in Firen- ze. Tale film documentario, la cui regia fu firmata da Piero Pedroc- co, fu presentato in anteprima mondiale in occasione della 65° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, trat- tò i temi della storia della città e dell’architettura dello Yemen; Travel notes from Yemen fu un lavoro che ottimamente si inserì nell’ambito della ricerca Struttu- ra ed evoluzione sistemica delle città dello Yemen e del mondo islamico, condotta, come det- to, in fasi successive, da un lato, relativamente all’esame delle te- matiche della conservazione del patrimonio storico architetto- nico yemenita, dall’altro ineren- 22 BILQIS
ra tenuto presso la Facoltà di In- e in parte in Yemen, seguì una dei singoli sotto sistemi urbani, il gegneria dall’ing. Piero Pedrocco, narrazione articolata; ad una pri- loro sviluppo passato e recente, nonché in altri studi ine- ma parte introduttiva, le particolarità dell’architettura renti i materiali e le tec- corredata da contributi storica yemenita, le caratteri- niche costruttive dell’ar- Le riprese musicali e fotografie di stiche fondamentali dei tipi ar- chitettura dello Yemen, girate per il viaggio raccolti in Ye- chitettonici e dei loro elementi attivate organicamente documentario men, opportunamente strutturali e decorativi. ai corsi di Architettu- tennero conto associate alle poesie Altri temi furono approfonditi, in ra tecnica, Restauro e del confronto Lucia Guidorizzi, se- un secondo momento, al termine Storia dell’architettura, dei luoghi guì una seconda parte, delle riprese in loco, ovvero post tenuti rispettivamente descritti da specificamente dedica- quem, in seminari e lezioni tenu- dai professori Mauro Pasolini con ta allo sviluppo di tutta ti presso l’Università degli Studi Bertagnin e Francesco quelli odierni una serie di tematiche di Udine. Furono affrontati in Amendolagine. direttamente attinenti i questa ultima sede gli argomenti temi della città storica relativi alla struttura viabilistica L’articolazione della sceneggiatu- Yemenita, ovvero riguardanti: la e abitativa di alcune città dello ra del film documentario, girato storia della città, la struttura e le Yemen, al loro sviluppo recente in parte all’università di Udine dinamiche del sistema urbano e ed alle modifiche avvenute nella tessitura edilizia e nella struttura urbana di Sana’a, aspetti questi direttamente derivabili dalla so- vrapposizione delle piante urba- ne dall’epoca di Renzo Manzoni con quelle odierne; ancora, in tale contesto, furono attivati tutti i protocolli necessari allo studio dei materiali e delle tecniche di costruzione delle case yemenite. Infine le riprese girate nel cor- so della spedizione in Yemen, oltre ai necessari richiami ai luoghi Pasoliniani, in osservanza all’importante lascito culturale della cinematografia del regista friulano, queste ultime tenne- ro necessariamente conto del confronto dello stato di fatto dei luoghi descritti da Pasolini con quelli odierni, strutturandosi per altro nell’analisi della com- parazione tra la città attuale e la Sana’a di Pier Paolo Pasolini, riguardarono le città e i villaggi di Thula, Hababa, Shibam, Kawa- kaban, Zakati, Bukur, Tawila, Bayt al Amir, Husn al Haimy, Jumah, Al Hajarah, Manakha, Wadi Dar, Amran, Al Mukkala, e con speci- fica trattazione l’isola di Socotra, e i suoi paesaggi naturali, già ma- gistralmente descritti da Marco Polo nel Milione.■ BILQIS 23
1877-1926 Oltre 100 anni di relazioni tra Italia e Yemen di Ilenia Sanzò S toricamente, il primo con- no immediatamente in scambi tatto tra l’Italia e lo Yemen commerciali come sperato, ma cui viene fatto risalire l’ini- resero noto il popolo italiano a zio del processo che condusse quello yemenita. Per contro, la alla firma del Trattato politico pubblicazione del libro El Yemen. nel 1926 fu il viaggio di Tre anni nell’Arabia Fe- Renzo Manzoni, nipote lice. Escursioni fatte dal dell’illustre Alessandro. Renzo settembre 1877 al mar- Più precisamente, Ren- Manzoni zo 1880, parzialmente zo Manzoni nel corso nipote di riedito come El Yemen. di una spedizione in Alessandro Un viaggio a San’a 1887- Etiopia organizzata dal- si recò nello 1878, ha permesso agli la ‘’Società Geografi- Yemen al fine italiani di avere una de- ca Italiana’’, si recò nel di allacciare scrizione dettagliata di 1887 ad Aden, al tempo relazioni luoghi, usi e costumi protettorato britanni- commerciali yemeniti del tempo. co, dove il Regio Vice Quando nel 1880 si in- Console d’Italia Giu- sediò in Hodeidah la seppe Bienenfeld gli suggerì di modesta impresa commerciale intraprendere un viaggio nello ‘’Mazzucchelli e Perera’’, gli in- Yemen al fine di allacciare rela- tenti del Manzoni cominciaro- zioni commerciali con il Paese. no a prender forma. Nel 1884 Tra il 1877 ed il 1878 Manzoni il commerciante Luigi Caprotti La casa dove visse Renzo Manzoni a Sana’a. viaggiò attraverso il Paese. A Sa- na’a fu accolto dal Governatore turco, intraprese studi linguisti- Alti dignitari di Sana’a. ci, sociologici, ma soprattutto si sforzò di gettare le premes- se per un proficuo commer- cio con l’Italia. Nonostante le buone relazioni con il Gover- natore turco, Renzo Manzoni fu condannato ad un anno di pri- gione e ad un ammenda di 200 talleri per aver denunciato alle autorità italiane il malcontento delle popolazioni locali verso le oppressioni esercitate dai fun- zionari dell’Impero Ottomano. I viaggi e le relazioni che Renzo Manzoni strinse non sfociaro- 24 BILQIS
Pianta di Sana’a 1879 fu inviato a Sana’a come agen- blioteca Ambrosiana di Milano della Turchia, piuttosto, chiede- te della Ditta. Luigi morì nel nel 1909 al prezzo di 30.000 lire. vano rispetto dei propri beni, 1889, ma il fratello Giuseppe Benché ancora non ci tradizioni e persone. ne proseguì l’opera autono- fossero relazioni ufficiali, In caso di accoglimen- mamente dopo essersi svin- la linea politica italiana colato dalla ditta in Hodeidah. fu sempre tesa a favo- I documenti to della loro richiesta da parte del Re d’Italia Giuseppe Caprotti rimase in rire l’indipendenza del- del Caprotti i leader tribali offriva- Yemen più di 30 anni mosso da lo Yemen, e di questo descrivono no l’apertura del Paese un profondo affetto per il Pae- il popolo yemenita ne lo Yemen al commercio Italiano. se e, oltre al commercio, si de- era ben consapevole. A durante il Nel 1911, con lo scoppio dicò ad una attività di ricerca dimostrazione della fi- cammino del conflitto italo-turco di manoscritti e codici arabici. ducia che gli yemeniti verso per l’occupazione della Riuscì a mettere insieme una riponevano nel popolo l’indipendenza Libia, l’Imam si schierò vasta e preziosa raccolta, di cui italiano fu una lettera con i dominatori Turchi 1790 codici acquistati dalla Bi- del febbraio 1906, fir- ed il processo di scam- mata da ben 18 capi bio tra i due Paesi si arrestò. Du- tribù yemeniti, indi- rante questi anni tutti gli italiani Frammento della lettera indirizzata dai rizzata a Re Vittorio residenti in Yemen a vario titolo Capi tribù Yemeniti al Re d’Italia Vittorio Emanuele in cui la- lasciarono il Paese. Giuseppe Ca- Emanuele nel 1906. mentavano prepo- protti si trasferì ad Aden e da li Documento originale presso Archivio Centrale dello Stato: Real Casa tenze e tirannia da seguiva le vicende interne dello Div I – Segreteria Reale 1908, b. 362. parte dei funzionari Yemen. Grazie a lui abbiamo do- Su concessione del turchi e chiedevano cumenti che descrivono la storia Ministero per i Beni e le Attivita’ Culturali. Conc. la mediazione del dello Yemen durante le fasi più n. 993/2012. Re d’Italia presso il salienti ed importanti del cammi- Sultano di Turchia. no verso l’indipendenza. Egli fu un In sostanza i capi abile mediatore capace di con- tribù non rifiuta- servare stima e fiducia tanto da vano la Sovranità parte dell’amministrazione Turca BILQIS 25
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