La Brexit: quali scenari per l'Unione europea e per il Regno Unito?
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
••• Aggiornamenti ••• La Brexit: quali scenari per l’Unione europea e per il Regno Unito? di Lucia Rossi Il 23 giugno 2016 i cittadini del Regno Unito (Inghilterra, Scozia, Galles, Irlanda del Nord) sono stati chiamati a partecipare a un referendum consultivo riguardo alla permanenza (remain) o all’uscita (leave) della Gran Bre- tagna dall’Unione europea. In risposta al quesito “Il Re- gno Unito deve restare nell’Unione europea o deve la- sciare l’Unione europea?” gli elettori britannici hanno scelto l’uscita, decretando così la cosiddetta Brexit. Rispetto “all’Unione con l’Europa” ha prevalso la ten- denza allo “splendido isolamento” che ha caratterizzato, soprattutto nel passato, l’immagine del Regno Unito. Proprio riguardo l’Unione europea, la Gran Bretagna, pur facendone parte dal 1973, è senz’altro tra i Paesi mem- bri quello che non ha aderito compiutamente alle regole comunitarie, essendosi tenuto fuori, tra l’altro, da scelte importanti: non ha sottoscritto la Carta sociale europea (1986) per una tutela comune dei diritti dei lavoratori; non ha aderito alla Convenzione di Schengen (1996) per la libera circola- zione delle persone; non ha adottato l’euro, nonostante avesse i requisiti per entrare a far parte dell’Eurozona. I presupposti giuridici della Brexit Ogni Stato membro può decidere, conformemente alle proprie norme costituzionali, di recedere dall’Unione. Lo Stato membro che decide di recedere notifica tale intenzione al Consiglio europeo. […] l’Unione negozia e conclude con tale Stato un accordo volto a definire le modalità di recesso, tenendo conto del quadro delle future relazioni con l’Unione. L’accordo […] è concluso a nome dell’Unione dal Consiglio, che delibera a maggioranza qualifica- ta previa approvazione del Parlamento europeo. I trattati cessano di essere applicabili allo Stato interessato a decorrere dalla data di entrata in vigore dell’accordo di recesso o, in mancanza di tale accordo, due anni do- po la notifica […]. (Dall’art. 50 del Trattato di Lisbona) © 2016 Rivista Tramontana – Tutti i diritti sono riservati 1
••• Aggiornamenti ••• La Brexit è stata possibile in base a quanto previsto dall’art. 50 del Trattato di Lisbona (2007), che contiene appunto la procedura che un Paese membro de- ve seguire per uscire dalla UE. Il Regno unito è il primo Stato membro ad aver fatto ricorso all’articolo 50 per lasciare l’Unione. I negoziati per il processo di uscita non sono stati ancora avviati: i britannici mirano ad allungare i tempi, mentre i leader degli altri Paesi membri vorreb- bero che l’uscita avvenisse prima possibile. Spetta, però, allo Stato che vuole uscire richiedere l’applicazione dell’art. 50. Pertanto, sarà necessario sottosta- re ai tempi del Regno Unito. Gli argomenti a favore dell’uscita dalla UE Coloro che, in occasione del dibattito referendario, si sono battuti per la Brexit hanno fatto leva: sui malcontento dei britannici verso gli immigrati e soprattutto, sulle “quote obbligatorie” di migranti imposte dall’Unione; sui problemi legati alla sicurezza sociale conseguenti all’immigrazione; sulle differenze economiche e sociali tra le zone urbane e i piccoli paesi delle campagne e della costa. Sono infatti gli abitanti dei piccoli centri e le persone più anziane ad aver vota- to per l’uscita dall’Unione, proprio perché preoccupati per lo stravolgimento sociale ed economico provocato dai flussi migratori fuori controllo e per il malcontento per le limitazioni e le regole (agricole, ittiche ecc.) volute dall’Unione europea che questi gruppi sociali non hanno mai condiviso pie- namente. © 2016 Rivista Tramontana – Tutti i diritti sono riservati 2
••• Aggiornamenti ••• La disaffezione dei britannici all’Unione è stata alimentata amplificando il ti- more dell’arrivo di ulteriori masse di migranti, ma hanno influito sfavorevol- mente anche le prescrizioni e le procedure con le quali è stata identificata l’Unione, che hanno fatto perdere di vista gli obiettivi prioritari fissati dai padri fondatori: “il superamento delle divisioni e la realizzazione di una casa comu- ne basata sulla pace e sulla comunione di tutti i popoli europei”. Finora l’Unione europea non è riuscita a realizzare un unico amalgama dei di- versi popoli né ad ascoltare veramente le istanze di tutti per giungere a una voce sola: l’Europa dell’economia e della finanza ha oscurato quelle della civil- tà, della cultura e del sociale. Dal canto suo, il Regno Unito avrebbe potuto dare un valido contributo alla costruzione della “casa comune europea” con la sua civiltà giuridica, culturale ed economica; spesso, invece, ha tirato il freno. Le conseguenze della Brexit L’uscita di un Paese membro dall’Unione non si era mai verificata prima della Brexit e, proprio per questo, è stata tanto temuta, auspicando che non avve- nisse proprio perché era ben chiaro che le conseguenze sarebbero ricadute non solo sul Regno Unito, ma anche su tutti i popoli dell’Unione. È evidente che la Brexit ha provocato e provocherà soprattutto in futuro ri- percussioni dirette più o meno pesanti sui britannici, sia residenti in patria sia nel resto della UE, insieme a ripercussioni indirette sugli altri cittadini europei. Il referendum, essendo consultivo, non ha provocato nell’immediato effetti giuridici sostanziali riguardo ai rapporti tra il Regno Unito e l’Unione europea e questi non cambieranno finché il governo britannico non comunicherà uffi- cialmente al Consiglio europeo la volontà di recedere dai Trattati comunitari. Dal punto di vista economico, nell’immediato il contraccolpo più rilevante lo ha subito la sterlina, che si è svalutata ri- spetto all’euro e al dollaro lo stesso giorno dell’annuncio della Brexit; a causa di ciò i britannici devono spendere di più per acquistare i prodotti europei, mentre i turisti che dal continente vorranno recar- si nel Regno Unito risparmie- ranno qualcosa. I tempi per la risoluzione della Brexit saranno comunque lunghi e, in ogni ca- so, non si tratterà di un distacco traumatico, né per gli investitori che operano nel mercato britannico, né per i fornitori di beni e servizi. Durante la procedu- ra d’uscita si potranno verificare turbative di natura finanziaria ed economica provocate dall’instabilità dei mercati e delle borse che, provocando la riduzio- ne del potere d’acquisto della sterlina rispetto al dollaro e all’euro, determi- © 2016 Rivista Tramontana – Tutti i diritti sono riservati 3
••• Aggiornamenti ••• neranno incertezze che potrebbero avere pesanti riflessi sulle cessioni in- tracomunitarie. Nel breve periodo gli imprenditori europei che offrono beni e servizi dovran- no porre la massima attenzione all’andamento della sterlina, ricalibrando eventualmente l’offerta e i prezzi, incidendo così sui margini di guadagno, op- pure diminuendo i costi di produzione. Riguardo, invece, all’eventualità di investimenti o delocalizzazioni di attività, gli investitori europei dovranno attendere il medio-lungo periodo per poter meglio valutare gli effetti economico-finanziari della Brexit. Infine, quando l’uscita dalla UE sarà diventata ufficiale, i rapporti tra il Regno Unito e gli altri Paesi comunitari dovranno cambiare: le vendite verso la Gran Bretagna saranno considerate esportazioni, per cui alle stesse saranno applicate le procedure doganali ordinarie e non più la normativa intracomunitaria; non è certo che gli operatori economici britannici che hanno ricevuto fi- nanziamenti europei potranno continuare a ricevere i fondi stanziati e non è chiaramente prevedibile come si svilupperà l’economia britannica dopo la Brexit. Tra l’altro, i cambiamenti non riguarderanno solo le attività imprenditoriali e finanziarie, ma anche altri settori: per esempio i calciatori inglesi diventeran- no extracomunitari e quindi assoggettati a un trattamento diverso. L’unico aspetto positivo della Brexit è rappresentato dal fatto che le conse- guenze non saranno immediate: sono previsti da tre a cinque anni per la con- clusione definitiva. Pertanto, gli operatori interessati avranno la possibilità di gestire al meglio la situazione. Per l’Europa, la Brexit rappresenta un evento negativo, che determinerà sicu- ramente un effetto frenante sugli obiettivi comunitari, tuttavia non può esse- re considerato l’evento finale dell’Unione, dal momento che nel mondo glo- balizzato i popoli europei devono presentarsi con una voce sola, che deve es- sere riprogrammata per diventare più forte. Un cambiamento è necessario: le istituzioni europee non possono proseguire il loro cammino come se nulla fosse accaduto. Al momento, qualunque ipotesi è basata sull’incertezza. Una cosa sola è cer- ta: la Brexit danneggerà un po’ tutti, non solo sul piano economico, finanzia- rio e sociale, ma anche sul piano politico, visto che la costruzione degli Stati Uniti d’Europa subisce una battuta d’arresto. Ma, come è già avvenuto nel passato, quando alcuni Paesi (Francia, Olanda) hanno bocciato il progetto di Costituzione europea (2005), il cammino non si arresterà: sarà solo rallentato. I 27 Paesi membri devono guardare avanti e, proprio alla vigilia dei festeg- giamenti per i sessant’anni di esistenza dell’Unione (25 marzo 2017) è indi- spensabile “ripensare” l’Europa, eliminando le numerose incrostazioni depo- sitate dal tempo e progettando una nuova partenza: il Regno Unito e l’Unione europea devono trovare un cammino comune, non insieme, ma uno affianco all’altra, in modo da non perdere tutto ciò che è stato costruito in questi anni e per evitare che altri Paesi membri possano essere tentati di seguire l’esempio della Gran Bretagna, perché allora sarebbe veramente la fine del sogno europeo. © 2016 Rivista Tramontana – Tutti i diritti sono riservati 4
••• Aggiornamenti ••• Rifletti e rispondi ai quesiti: Quale procedura deve seguire il Regno Unito per attuare la Brexit? ………………………………………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………………………........................ …………………………………………………………………………………………………………………………........................ Quali sono le motivazioni che hanno indotto i britannici a optare per l’uscita dalla UE? ………………………………………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………………………........................ …………………………………………………………………………………………………………………………........................ Quali potrebbero essere, a tuo giudizio, le modalità di un accordo che possa limitare le con- seguenze della Brexit sia per i britannici sia per gli altri Paesi membri? ………………………………………………………………………………………………………………………………………………… ………………………………………………………………………………………………………………………………………………… …………………………………………………………………………………………………………………………........................ …………………………………………………………………………………………………………………………........................ © 2016 Rivista Tramontana – Tutti i diritti sono riservati 5
Puoi anche leggere