Diritto e ordinamento islamico

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Diritto e ordinamento islamico
Diritto e ordinamento islamico
• ISLAM: impostazione monista - identificazione del potere
    politico e del potere religioso; compenetrazione tra religione e
              diritto – sovrapposizione religione e politica

                          •   …alcune definizioni

• Shari’ah: la legge rivelata. E’ la via indicata da Allah attraverso i
  suoi profeti (dimensione religiosa) e, allo stesso tempo, è la via
  da seguire per regolare e valutare la condotta umana (dimensione
  giuridica). La Shari’ah regola sia il foro interno che quello
  esterno di ogni musulmano. E’immutabile e definitiva in quanto
  dettata da Allah.
• Fiqh: scienza del diritto che ha per oggetto la Shari’ah; in altri
  termini è la scienza giuridica che descrive e dichiara la legge
  rivelata
Le fonti del diritto islamico

• Corano: libro sacro dell’Islam; contiene la
  rivelazione che Maometto ha ricevuto da Dio.
• Sunna: sono detti, fatti, comportamenti,
  consuetudini riferiti al profeta Maometto e
  basati su una serie di tradizioni o racconti
  (Hadith)
• Igma: è il consenso della comunità; “dove è il
  consenso della comunità musulmana, lì è la
  verità”
• Qiyas: ragionamento analogico
Velo islamico

                         Corano
1) Sura 24 versetto 30 - E di' alle credenti di abbassare
   i loro sguardi ed essere caste e di non mostrare, dei
   loro ornamenti, se non quello che appare; di lasciar
   scendere il loro velo fin sul petto...”
2) Sura 33 versetto 59 - O Profeta, di' alle tue spose,
   alle tue figlie e alle donne dei credenti di coprirsi dei
   loro veli (…) così da non essere molestate
Comitato per l’Islam Italiano parere su burqa e
  niqab

- fermo restando che ‘la dignità della donna vada
   protetta e che ogni forma di discriminazione in
   contrasto con il nostro dettato costituzionale e
   con il bene comune debba essere combattuta’,
   non esiste un consenso unanime fra gli interpreti
   circa l’applicazione dei versetti coranici nei quali
   compare l’utilizzo del velo da parte delle donne.
- portare il burqa o il niqab non è un obbligo
   religioso, né tale obbligo può trovare
   fondamento nella lettura del testo sacro
   dell’Islam
Italia
- Art. 85, R.D. 773/1931, T.U. Leggi pubblica
  sicurezza: “E’ vietato comparire mascherati in
  luogo pubblico”

- Art. 5, L. 152/75, Disposizioni a tutela
  dell’ordine pubblico: “E’ vietato l’uso di
  caschi protettivi o di qualunque altro mezzo
  atto a rendere difficoltoso il riconoscimento
  della persona, in luogo pubblico o aperto al
  pubblico, senza giustificato motivo”
- Min. Interno – Circ. n. 4 del 1995 – autorizza l’uso
  del copricapo nelle foto destinate alle carte d’identità,
  purchè risultino ben visibili i tratti del viso

                        Francia
• legge 228 del 2004 sui simboli religiosi “E’ vietato
  nelle scuole, nei collèges e nei licei pubblici portare
  segni o abiti mediante i quali gli allievi manifestino in
  modo ostensibile un’appartenenza religiosa”

• legge 11 ottobre 2010 - proibisce l’occultamento del
  volto negli spazi pubblici (burqa)
Il velo islamico nella
giurisprudenza della Corte
          europea
Leyla Sahin c. Turchia
Corte europea dei Diritti dell’Uomo
         Grande Camera

        ricorso n. 44774/98
    Sentenza 10 novembre 2005
Il caso
• Leyla Sahin – studentessa di medicina presso
  l’Università di Istanbul

• proviene da una famiglia tradizionale che
  pratica la religione musulmana e porta il
  foulard islamico per rispettare un precetto
  religioso.
• Il 23 febbraio 1998, il Rettore adotta una circolare:
  “le studentesse che hanno la testa coperta (che
  portano il foulard islamico) e gli studenti che portano
  la barba (compresi gli studenti stranieri) non devono
  essere accettati ai corsi, tirocini ed esercitazioni”

  (…) Gli studenti dell'Università di Istanbul non
  possono portare alcun abbigliamento che simbolizza
  o che manifesta una qualunque religione,
  confessione, razza, inclinazione politica o ideologica
  in nessun istituto e dipartimento dell'università di
  Istanbul ed in nessuno spazio che appartiene a
  questa università
• Leyla Sahin continua a portare il foulard
  islamico:
- le viene rifiutato l'accesso alle prove scritte del
  corso d'oncologia
- le viene rifiutata l’iscrizione al corso di
  traumatologia ortopedica
- Non è ammessa a neurologia e a al corso di
  salute popolare
- Viene poi espulsa per un semestre
- Si trasferisce all’Università di Vienna
• 29 luglio 1998 – La Sahin fa ricorso per annullamento
  della circolare del Rettore
• Il Trib. Istanbul rigetta il ricorso
• 19 aprile 2001 –anche il Consiglio di Stato respinge
  l’appello della Sahin

• Ricorso alla CEDU – 29 giugno 2004 – la Camera
  dichiara all'unanimità, che non vi era stata violazione
  dell'articolo 9 della Convenzione: la limitazione alla
  libertà di religione risultava “misura necessaria in una
  società democratica” ex art. 9.2 CEDU

• Appello alla Grande Camera
Riferimenti normativi e
                 giurisprudenziali
• Art. 2 Cost. Turca: “La Repubblica della Turchia è uno Stato di
  diritto democratico, laico e sociale, rispettoso dei diritti
  dell'uomo in uno spirito di pace sociale, di solidarietà
  nazionale e di giustizia (…)”

La Turchia è una Repubblica dal 1923
- Nel 1923 fu abolito il califfato
- Nel 1928 fu abrogata la disposizione cost. per cui l’Islam era la
   religione di Stato
- Dal 1937 il principio di laicità è espressamente previsto in
   Costituzione
- 1996 – governo di coalizione di tendenza islamista (Refah
   Partisi)          la questione del velo acquista un valore
   politico
Le valutazioni della Corte Europea

• In una società democratica, in cui molte
  religioni coesistono nell'ambito di una stessa
  popolazione, può rivelarsi necessario
  armonizzare la libertà di manifestare la sua
  religione o i suoi convinzioni con limitazioni
  atte a conciliare gli interessi dei diversi gruppi
  e garantire il rispetto delle convinzioni di
  ciascuno.
• Non è possibile distinguere attraverso l'Europa una
  concezione uniforme del significato della religione nella
  società

• La regolamentazione in materia può variare quindi da un
  paese all'altro in funzione :
• delle tradizioni nazionali
• delle esigenze imposte dalla protezione dei diritti e libertà
  altrui
• del mantenimento dell'ordine pubblico

La scelta quanto alla dimensione ed alle modalità di tale
  regolamentazione deve essere lasciata allo Stato interessato,
  poiché dipende dal contesto nazionale
..il contesto storico/politico della
                     Turchia
• nel contesto turco è in gioco la protezione dei "diritti e libertà
  altrui" ed il "mantenimento dell'ordine pubblico“

• la Corte non perde di vista che esistono in Turchia dei movimenti
  politici estremisti che cercano di imporre alla società intera i loro
  simboli religiosi e la loro concezione della società, fondata su norme
  religiose (...)

• La limitazione imposta serve per proteggere il pluralismo in un
  istituto universitario

• La Corte dichiara che non vi è stata violazione dell’art. 9 della
  CEDU
Ebrahimian c. Francia

Corte Europea dei Diritti dell’uomo

       Ric. N. n. 64846/11
       26 novembre 2015
Il caso
Decisione di un dirigente pubblico di non rinnovare
  il contratto di una dipendente che prestava
  servizio come assistente sociale in una struttura
  ospedaliera psichiatrica e che era stata assunta
  con un contratto di lavoro a tempo determinato

La donna si era rifiutata di recarsi sul luogo di lavoro
  senza velo islamico, trasgredendo così alle
  disposizioni normative che vietano i simboli
  religiosi sul luogo di lavoro pubblico.
Art. 9 Cedu
1.Ogni persona ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza
   e di religione; tale diritto include la libertà di cambiare
   religione o credo, così come la libertà di manifestare la
   propria religione o il proprio credo individualmente o
   collettivamente, in pubblico o in privato, mediante il culto,
   l’insegnamento, le pratiche e l’osservanza dei riti.
2. La libertà di manifestare la propria religione o il proprio
   credo non può essere oggetto di restrizioni diverse da
   quelle che sono stabilite dalla legge e che costituiscono
   misure necessarie, in una società democratica, alla pubblica
   sicurezza, alla protezione dell’ordine, della salute o della
   morale pubblica, o alla protezione dei diritti e della libertà
   altrui
La LEGGE francese
Costituzione francese, articolo 1: “La Francia
è una Repubblica laica”

Il Consiglio di Stato, sin dal 1950, ha stabilito che
   «il diritto di stretta neutralità si impone a ogni
   dipendente, soprattutto nel settore
   dell’insegnamento».
La neutralità del pubblico impiego
• Il principio di laicità si riflette sulla stessa organizzazione dei
  servizi pubblici che devono assumere un carattere neutrale,
  con la conseguenza che, proprio nel pubblico impiego, la
  Francia è ferma nell’escludere l’esposizione di simboli religiosi
  che potrebbero influenzare coloro che si rivolgono a una
  struttura pubblica.

Questo vale ancora di più nel caso di luoghi come gli ospedali ai
  quali si rivolgono utenti più fragili che potrebbero essere
  suggestionati o condizionati da manifestazioni ostentate del
  credo religioso da parte del personale sanitario.
La Corte europea
La donna, era pienamente consapevole delle conseguenze
   derivanti dal suo no alla richiesta di non indossare il velo
   islamico durante le ore lavorative.

La misura di non rinnovare il contratto è stata legittima, tanto
   più che, in diverse occasioni, il dirigente sanitario l’aveva
   invitata a rispettare gli obblighi imposti dalla legge.

Una serie di accorgimenti che depongono a favore della
  proporzionalità della misura del non rinnovo del contratto e
  del pieno rispetto della Convenzione europea.
La limitazione nella manifestazione prevista
dalla legge francese:
- Ha una base normativa
- Ha una giustificazione nella salvaguardia di un
  principio fondamentale per la Francia ossia la
  laicità dello Stato

con riguardo al pubblico impiego, l’affermazione
  del divieto di ostentare simboli religiosi
  assicura la realizzazione del principio di
  neutralità dei servizi pubblici.
I dipendenti pubblici devono essere imparziali e
   non condizionare in alcun modo il pubblico (o i
   pazienti, nel caso di specie)

 - occorre proteggere i pazienti dell'ospedale
   da qualsivoglia rischio di influenza o parzialità
   in nome della loro stessa libertà di religione
- nel settore ospedaliero, vi è una maggiore
   vulnerabilità di coloro che accedono al servizio
   pubblico
La laicità / neutralità
Il principio di laicità-neutralità, in Francia:
- è alla base dell’organizzazione dello Stato
- permette di rispettare il pluralismo e la
   diversità.

nelle società coesistono, tra la popolazione, più
  credi religiosi ed è necessario stabilire taluni
  limiti per conciliare gli interessi dei diversi
  gruppi e non offendere il credo religioso degli
  individui.
La posizione della Francia
             secondo la CEDU
La Francia ha raggiunto un giusto equilibrio tra
  libertà religiosa, che non è certo
  compromessa dal divieto di indossare il velo
  (????), e laicità dello Stato perché l’esibizione
  di simboli religiosi è vietata unicamente nel
  luogo di lavoro (per di più aperto al
  pubblico), mentre non è posto alcun limite ad
  altre forme di manifestazione del proprio
  credo religioso.
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