L'ESSENZA DI UNA VETTURA - MERAKI MOTORS - Altervista
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© Meraki Motors Enzo Ferrari sosteneva che una passione non potesse essere descritta, ma solo vissuta. Noi con il nostro libro abbiamo cercato di dare una forma al nostro amore per i motori, descrivendone le componenti, il principali principi sici alla base del loro funzionamento, l’evoluzione che hanno avuto nel tempo, il modo in cui hanno in uenzato il mondo dell’arte, in particolar modo la cinematogra a e la musica. La passione e la storia dei motori non è stata fatta solo da componenti meccaniche montate su un telaio, ma anche da tutte quelle persone: piloti, ingegneri, artisti, ma anche tifosi, che hanno lavorato per la loro progettazione e sviluppo prima su carta, poi su strada e in alcuni casi su tela, pellicola o spartito. Certe volte le parole per descrivere un amore sono super ue, non bastano come diceva il grande fondatore della casa del cavallino, eppure c’è un cantante italiano, Cesare Cremonini, nato in quella terra di sognatori e di passione, meglio conosciuta come Emilia-Romagna, che in una canzone dedicata a Valentino Rossi, il pilota che ha fatto la storia del motociclismo, ci è riuscito scrivendo: “Senti [...] come strilla questo motore come va, non lo senti mentre viaggia che musica fa, come me non sa frenare l’amore che dà [...] io le sento ancora addosso le paure, gli occhi di mio padre, le ossa rotte, ma poi la musica che ho dentro sale ed io so solamente andare. Vado via per salvare un po' di me [...] ed ogni corsa è l’ultima per me”. Così in pochi versi è riuscito a racchiudere la complessità di un mondo che per tanti è solo pura follia, pericolo, sacri cio, ma che per chi ne è parte è una necessità, una linfa vitale. Via Federico Balestrieri, 6 Brescia, 25030, Italia https://merakimotors.altervista.org/ fi fl fi fi fl
Prefazione ................................................................................................6 Il motore ....................................................................................................8 Le parti costituenti di un motore........................................................9 La classificazione dei motori .............................................................13 Disposizione dei cilindri in un motore ............................................15 La trasmissione ......................................................................................17 Il motore a quattro tempi a combustione interna a benzina ...21 Il motore a quattro tempi diesel ......................................................25 Il motore a due tempi a combustione interna.............................26 Le fonti di energia di un motore ......................................................28 La distribuzione ....................................................................................33 La sovralimentazione..........................................................................36 La power-unit in formula1 ...................................................................41 Il ciclo di Atkinson-Miller ....................................................................45 Il raffreddamento del motore ...........................................................47 La lubrificazione del motore .............................................................49 L'espressione delle prestazioni di un motore ..............................51 Tipologie di motori nella MotoGP ...................................................53 La musica e i motori ............................................................................56 I motori nel cinema ..............................................................................67
PREFAZIONE "C’è un momento in cui a 7.000 giri al minuto tutto svanisce. La macchina diventa senza peso. Scompare. Resta un corpo che attraversa lo spazio e il tempo. È a 7.000 giri al minuto che l’incontri. Lo senti arrivare. Si avvicina al tuo orecchio e ti fa una domanda, l’unica domanda che conta. Chi sei?” È con queste parole che il lm Le Mans 66 - La grande s da ha inizio; le pronuncia Carroll Shalby, interpretato da Matt Damon, proprio nei primi fotogrammi della pellicola, al volante di una Aston Martin mentre partecipa alla 24 ore di Le Mans del 1959 che vincerà, e saranno anche le parole con cui il lm si chiuderà, durante le prove di Ken Miles, interpretato da Christian Bale. In loro c'è tutta l'essenza di una passione, che non si limita ad ammirare la potenza erogata da un motore o la velocità che questo può raggiungere, in un determinato tempo, una volta montato su una vettura. Innamorarsi dei motori signi ca anche volerli ascoltare, saperne interpretare ogni singolo messaggio, come una vibrazione o uno scoppio, e sfruttarlo al meglio. Signi ca inoltre innamorarsi della strada, che sia fatta di asfalto o terra, che presenti rettilinei o curve; e a certi livelli prestazionali anche essere consapevoli di correre rischi, provare a volte paura, ma ciò nonostante sentire l'implacabile esigenza di andare, di viaggiare, a volte ancora più di arrivare o di tagliare un traguardo. Per quanto possa apparire lontano a chi non ne fa ancora parte, il mondo dei motori aiuta a comprendersi meglio, portando in super cie i propri limiti mentali e sici, e soprattutto spronando a mettersi in gioco costantemente; questo ovviamente non vale solo per i piloti in una competizione, ma anche per tutte quelle persone che lavorano per la realizzazione di una progetto auto o motociclistico. 6 fi fi fi fi fi fi fi
Con questo libro vogliamo avvicinare chi è semplicemente curioso, chi magari la domenica segue le gare, e vuole comprendere meglio il funzionamento di un motore; chi vuole sorprendere la propria famiglia, amici o il proprio partner spiegandogli particolari concetti meccanici sul divano mentre si guarda un gran-premio; ma anche ragazzi che come noi hanno diciotto anni e vogliono prendere la patente e capire anche cosa stanno guidando; o ancora chi ha studiato sica e vuole riscontrarne le applicazioni pratiche di questo mondo. Illustreremo e spiegheremo le principali tipologie di motore, la loro componentistica, il funzionamento, con i principali principi sici che li governano, e soprattutto porteremo esempi in relazione alle classi regina, come la F1, MotoGP, sbk e mx, dove ricerca, sperimentazione e sviluppo raggiungono la massima espressione, non solo a livello prestazionale come immaginate, ma anche a livello di impatto ambientale. Detto questo, vi auguriamo un buon viaggio in questo fantastico mondo, che voi vi siate appena approdati o che già lo amiate, con le parole del pilota Gilles Villeneuve, per esplicitare quella implacabile necessità di andare di cui parlavamo prima: "Se mi vogliono sono così, di certo non posso cambiare: perché io, di sentire dei cavalli che mi spingono la schiena, ne ho bisogno come dell’aria che respiro.". 7 fi fi
1. IL MOTORE I l motore è senza dubbio il cuore pulsante di ogni veicolo. Qualcuno lo descriverebbe come il luogo in cui avvengono le “magie”, ma sarebbe meglio parlare di trasformazioni e trasmissioni; infatti in termini termodinamici, un motore è de nito come una macchina in grado di: assorbire calore da una fonte di energia, trasformare parte di esso in lavoro, e cederne la restante ad un secondo corpo che si trova ad una temperatura inferiore del primo. So ermandosi quindi sulla prima parte della de nizione, un motore è una macchina capace di trasformare una fonte di energia in lavoro meccanico. I protagonisti di questa trasformazione sono i pistoni (per quanto riguardo i motori a combustione interna): il loro movimento traslatorio/lineare all’interno del cilindro, viene poi convertito in rotatorio dall’albero motore a cui sono collegati. A sua volta quest’ultimo, trasmette mediante gli organi del sistema di trasmissione, il movimento rotatorio alle ruote, che aderendo al terreno o all’asfalto, incontrano una forza resistente dissipativa, ovvero l’attrito (sia che il veicolo si trovi in stato di quiete che di moto) di verso sempre opposto al vettore spostamento, senza il quale non sarebbe possibile il moto del veicolo. 8 ff fi fi
2. LE PARTI COSTITUENTI DI UN MOTORE I l motore è il componente fondamentale di qualsiasi veicolo; come nell’essere umano il cuore è l'unità centrale che garantisce la vita, così il motore dà vita al mezzo. Questo pezzo chiave trasferisce l’energia generata dalla combustione di una miscela aria-carburante alle ruote motrici tramite la trasmissione primaria, la frizione, il cambio e la frizione nale. COMPONENTI STRUTTURALI Le parti principali del motore sono le seguenti: •• basamento cilindri (e pistone) • supporti di banco (e cuscinetti) • albero motore (e perno di banco, manovelle, bielle, spinotti) BASAMENTO Il basamento è il “telaio” del motore, la struttura che ospita le parti operative. Si può de nirlo il “collante” di tutti gli basamento di un motore V8 altri componenti, in quanto da fonte: wikipedia 9 fi fi
esso si ricavano le nicchie e le cavità adibite ad accogliere importanti pezzi come i cilindri e i supporti di banco. È costruito solitamente in ghisa o in lega di alluminio. CILINDRI Il cilindro è un componente del motore adibito ad ospitare i processi di produzione di energia per l’alimentazione del veicolo. Questo complesso è formato da: ••Un pistone Due valvole •Una candela candela di un motore Sicuramente il pezzo più fonte: wikipedia importante è il pistone. Esso è composto da una parte superiore, la “testa”, che attraverso una serie di movimenti verticali applica pressione, e da una porzione inferiore, la “biella”, che si occupa invece di trasferire il moto generato dallo scoppio. Il pistone opera nella “camera di c o m b u s t i o n e ”. Questo è il luogo dove avviene l’esplosione che genera la valvole di un motore p r o d u z i o n e di fonte: autoweb energia. 10
testa di un pistone biella di un pistone fonte: motorservice fonte: wikipedia SUPPORTI DI BANCO I supporti di banco sono parti del motore che limitano il movimento dell’albero a gomiti. Sono incavati nel basamento e, grazie all’aiuto di particolari cuscinetti, riducono gli attriti tra i gomiti dell’albero e le bielle. supporti di banco fonte: wikipedia 11
ALBERO MOTORE L’albero motore, o albero a gomiti, è un componente fondamentale del motore perché è proprio grazie alla sua rotazione che possono funzionare le ruote motrici. Come fa a ruotare l’albero? Ogni pistone in una fase viene spinto verso il fondo del basamento. Al termine della biella, è posta una giuntura, detta “spinotto”, che permette di vincolarla all’albero. In questo modo, il moto ascendente e discendente del pistone si converte nella rotazione della struttura a albero motore gomiti, che è anche quella che fonte: wikipedia permette al pistone di risalire all’interno del cilindro per generare una nuova compressione. fonte: wikipedia 12
3. LA CLASSIFICAZIONE DEI MOTORI L• a classi cazione dei motori può avvenire secondo diversi criteri, un primo può distinguere in base alla fonte di energia che sfruttano: motori a combustione interna; •• motori elettrici; motori ibridi. motore elettrico motore ibrido fonte: wikipedia fonte: wikipedia I motori a combustione interna si possono a loro volta distinguere in base al combustibile che bruciano: •motori a benzina/metano/GPL 13 fi
• motori diesel Oppure in base alla disposizione dei pistoni (i principali, ma non gli unici sono): •• motori a V motori in linea • motori boxer Un’ulteriore suddivisione in base al numero di fasi di cui si compone il loro ciclo può identi care: •• motori a quattro tempi motori a due tempi • esistono poi anche motori a più di quattro tempi (es.: motore endotermico cinque, sette) fonte: Audi of cial site A seconda del sistema di immissione del combustibile: •• motori a carburazione motori a iniezione A seconda del sistema di alimentazione in: ••motori ad aspirazione naturale motori sovralimentati 14 fi fi
4. DISPOSIZIONE DEI CILINDRI IN UN MOTORE MOTORE IN LINEA Presenta cilindri allineati. Generalmente con un alto numero di cilindri non richiede l’adozione di contralberi di bilanciamento per ridurre le vibrazioni del motore, causate dal movimento inerziale dei pistoni. MOTORE A V Cilindri disposti a V. Vantaggio è che consente di impiegare un maggior numero di motore in linea cilindri rispetto ad un motore in linea fonte: Getty a parità di ingombro. Inoltre essendo inclinati i pistoni, il blocco motore risulta meno alto, di conseguenza il baricentro della vettura si abbasserà, tuttavia aumenterà il volume laterale occupato nel vano motore 15
La disposizione inoltre richiede maggior numero di componenti (es: quattro alberi a camme anziché due). È quasi sempre necessaria la presenza di contralberi per l’equilibratura del motore. MOTORE BOXER In questo motore bielle e pistoni sono disposti orizzontalmente ed in particolare ogni biella ha un proprio motore a V perno di manovella (a di erenza di un fonte: KTM of cial site motore piatto, che può essere considerato come un V a 180°, dove le bielle sono disposte a coppie sullo stesso perno). È un motore molto ben bilanciato in quanto il moto contrapposto dei pistoni riduce le vibrazioni. Grazie alla sua altezza ridotta abbassa ulteriormente rispetto a quello a V il baricentro della vettura, aumentando però l’ingombro orizzontale. Inoltre la particolare disposizione dei cilindri richiede complessi condotti di aspirazione e scarico rispetto alle precedenti tipologie di motore e ulteriori elementi come testate e alberi a camme, il che si traduce in costi più elevati e maggiore massa. motore boxer fonte: wikipedia 16 fi ff
5. LA TRASMISSIONE È l’insieme di organi meccanici con il compito di trasmettere la potenza dal motore alle ruote. Vediamo i suoi principali componenti. FRIZIONE Essa permette il t e m p o r a n e o disinserimento della coppia motrice prodotta dal motore per permettere il cambio della velocità e scollega le ruote dal motore quando il veicolo è fermo, fonte: Autoscuola Marche mantenendo acceso il propulsore. Il suo funzionamento rimanda a quello dei freni di un'auto, ma opera inversamente: i freni sono fermi, e la ruota non viene bloccata istantaneamente, ma gradualmente grazie all'attrito; similmente la frizione muove gradualmente un albero fermo o in rotazione a velocità diversa (da quella dell'albero di trasmissione). 17
CAMBIO Il suo scopo è quello di poter variare entro ampi limiti la velocità del mezzo pur mantenendo il motore a combustione interna entro un regime di funzionamento ottimale per rendimento, coppia motrice o potenza. Il motore a combustione interna, infatti, mediamente ha una velocità di rotazione compresa tra 600 e 12.000 rpm, mentre la fonte: wikipedia velocità delle ruote varia tra zero e 2.500 rpm. Esso è fondamentale anche perché permette di variare il rapporto tra il regime motore e la velocità del veicolo, al ne di ottenere una coppia motrice appropriata alle ruote. Il motore infatti presenta regimi di rotazione ottimali diversi a seconda che occorra privilegiare il rendimento chilometrico (generalmente a velocità costante), la coppia e la potenza potenza. Si possono distinguere più tipi di cambio: • Manuale: questo cambio varia il rapporto di trasmissione tramite una leva che viene mossa, andando a formare la tipica forma ad "H". • Sequenziale: non si usa lo schema della leva del cambio ma la si aziona in due sole direzioni, con ritorno automatico in posizione di neutro per poter cambiare la marcia, questo cambio rimane del tipo completamente manuale, difatti l'azionamento della frizione e il comando del cambio sono manuali. 18 fi
CAMBIO IN FOLLE MARCIA INSERITA fonte: wikipedia • Automatico: seleziona il rapporto senza l’intervento del guidatore a seconda della pressione presente nell’attuatore. Quest’ultimo, nella con gurazione più classica, è una sorta di calcolatore idraulico che sfrutta un uido messo in pressione da una pompa e inserito in un circuito dotato di valvole, le quali attivano a loro volta un complesso sistema di frizioni e freni. COPPIA CONICA Cambia il moto rotatorio da trasversale a longitudinale attraverso ingranaggi calettati elicoidalmente. DIFFERENZIALE Esso è un organo meccanico che distribuisce una coppia motrice tra le due ruote motrici di uno stesso asse. Nella fonte: wikipedia percorrenza di una curva la ruota esterna si trova a dover seguire una traiettoria di lunghezza maggiore di quella 19 fi fl
della ruota interna: in assenza di di erenziale una delle due ruote, essendo esse vincolate, deve slittare rispetto al piano di rotazione, provocando notevole usura del battistrada ed una minor capacità di a rontare curve strette. In presenza del di erenziale, invece, la ruota esterna gira più velocemente di quella interna, senza alcuno slittamento. fonte: wikipedia SEMIASSI Sono alberi che collegano il di erenziale alle ruote. fonte: wikipedia 20 ff ff ff ff
6. IL MOTORE A QUATTRO TEMPI A COMBUSTIONE INTERNA A BENZINA Il primo a brevettare un motore a quattro tempi a combustione interna fu l’ingegnere tedesco Nikolaus August Otto (1832-1892). Come suggerisce il nome stesso del motore, il suo ciclo è composto da quattro fasi dette anche tempi: •• 1° tempo: aspirazione; 2° tempo: compressione; •• 3° tempo: scoppio ed espansione; 4° tempo: scarico. Tutto ha inizio nel momento in cui il pistone si abbassa ( no al punto morto inferiore del cilindro) e la valvola di aspirazione permette l’introduzione della miscela gassosa comburente (aria) combustibile (tipicamente benzina, oppure GPL, metano ecc.) all’interno del cilindro. (La miscelazione di queste due indispensabili componenti avviene nel carburatore, in cui la benzina viene vaporizzata nella massa di aria contenuta nello stesso carburatore) ➡ la miscela gassosa subisce idealmente una espansione isobara, cioè a pressione costante il volume determinato dalla testa del pistone all’interno del cilindro aumenta. 21 fi
Successivamente la valvola di aspirazione si chiude e il pistone alzandosi comprime la miscela ➡ il gas è quindi soggetto ad una compressione adiabatica, signi ca che la miscela durante la compressione non scambia calore con l’ambiente circostante, mentre pressione e temperatura aumentano. Quando il pistone giunge al punto morto superiore, la candela attraverso una scintilla, fa scoppiare la miscela, (negli altri tempi il pistone si muove utilizzando l’energia cinetica acquistata da questa fase di scoppio) ➡ lo scoppio aumenta la pressione e la temperature del gas, che si trova a volume pressoché costante, realizzando quindi una trasformazione isocora. L’esplosione spinge il pistone no al punto morto inferiore. ➡ mediante una espansione adiabatica A questo punto la pressione e la temperatura diminuiscono a volume costante (parliamo quindi di una trasformazione isocora ) In ne il pistone ripercorre la camera di scoppio, ➡ il volume allora diminuisce a pressione costante (la miscela subisce una compressione isobara) alla cui sommità si trova la valvola di scarico aperta, che permette la fuoriuscita dei gas residui. I pistoni sono collegati mediante le bielle all’albero motore (detto anche a gomiti per la sua forma), le bielle sono ssate in punti detti perni, fra un bilanciere e l’altro dell’albero. Ogni volta che la testa scorre lungo il cilindro (che presenta un diametro leggermente più grande di quella del pistone, per permettere il moto traslatorio al suo interno anche ad alte temperature che dilatano il materiale di cui è costituito) il suo moto lineare viene trasmesso all’albero, che compie un moto circolare. 22 fi fi fi fi
Le quattro fasi del ciclo di funzionamento del motore appena descritto si compiono quindi in due giri dell’albero a gomiti. L’albero a gomiti è inoltre collegato, mediante catene, cinghie o ingranaggi, all’albero a camme, la loro sincronia determina l’apertura e la chiusura delle valvole di aspirazione e scarico in corrispondenza di ogni camera di scoppio. Questa sincronia prende il nome di tecnico di fasatura. Quindi in conclusione per ogni giro completo dell’albero motore, l’albero a camme compie dunque due giri. 23
• PRIMO TEMPO: aspirazione. • SECONDO TEMPO: compressione e scoppio della candela. • TERZO TEMPO: espansione dopo lo • QUARTO TEMPO: fase di scarico. scoppio. 24
7. IL MOTORE A QUATTRO TEMPI DIESEL F u l’ingegnere tedesco Rudolf Diesel (1858-1913), l’inventore dell’omonimo motore Diesel, che si caratterizza e di erenzia da un quattro tempi a benzina, dall’utilizzo di gasolio come combustibile, dalla presenza di un iniettore (al posto del carburatore) e dalla assenza di candele (si parla infatti di motori AC: accensione per compressione), l’accensione della miscela aria-gasolio è infatti spontanea ed è provocata dall’elevata pressione e temperatura all’interno della camera di scoppio nella rispettiva fase del suo ciclo caratteristico; benché simile a quello del ciclo otto, esso si di erenzia proprio nella fase di scoppio che invece di essere una trasformazione isocora, è una trasformazione isobara. L’accensione della miscela di un motore che segue il ciclo Diesel è più lenta di quella di un motore che segue il ciclo otto, per questo idealmente il terzo tempo del motore è m e g l i o rappresentato da una espansione a pressione costante. 25 ff ff
8. IL MOTORE A DUE TEMPI A COMBUSTIONE INTERNA F unziona mediante l’esplosione della miscela (composta da aria, olio e benzina), ma a di erenza di un motore a quattro tempi manca degli organi di distribuzione e di lubri cazione. Questo motore non è quindi dotato di valvole, ma lungo il cilindro presenta tre luci: una luce S per lo scarico, una luce C che mette in comunicazione il carburatore con il carter del motore, ed in ne una luce M che permette il passaggio della miscela dal carter ai cilindri. I pistoni di questo tipo di motore presentano un particolare pro lo chiamato de ettore. Come suggerisce il nome stesso del motore, il suo ciclo è composto da due fasi dette anche tempi: •• 1° tempo: combustione-scoppio e espansione-scarico 2° tempo: travaso-aspirazione-compressione Durante la fase di scoppio, il pistone viene spinto in basso dalla pressione dei gas, giunto a circa tre quarti della sua corsa scopre la luce di scarico S e poiché il gas bruciato ha ancora una certa pressione, esce spontaneamente; successivamente si scopre anche la luce M attraverso la quale, la miscela esistente 26 fi fi fl ff fi
nel carter viene spinta nel cilindro dalla pressione che lo stesso pistone esercita nel carter. Il de ettore del pistone serve ad evitare che la miscela che entra nel cilindro si mescoli col gas di scarico che sta ancora uscendo. La miscela entrando nel cilindro esercita una certa pressione, che favorisce l’espulsione dei gas bruciati. Dal PMI il pistone risale e, dopo aver chiuso con le sue pareti la luce di scarico e quella d’entrata della miscela, comincia la compressione. Dopo un certo tratto di corsa, il pistone scopre la terza luce C attraverso la quale la miscela la miscela dal carburatore entra nel carter perché richiamata dalla depressione che crea il pistone mentre sale. Le due fasi del ciclo di funzionamento del motore appena descritto si compiono quindi in un giro dell’albero a gomiti. sezione di un motore a due tempi fonte: wikipedia 27 fl
9. LE FONTI DI ENERGIA DI UN MOTORE L’ enciclopedia Treccani de nisce un motore come un qualsiasi sistema capace di trasformare una forma di energia qualsiasi in energia meccanica, abbiamo già approfondito il processo di trasformazione e come venga impiegata l'energia meccanica ma ora approfondiremo la prima parte della de nizione: “le forme di energia”. Due importantissimi principi, precisiamo prima di proseguire nella trattazione, sono il primo principio della termodinamica che recita: La variazione dell'energia interna di un sistema termodinamico chiuso è uguale alla differenza tra il calore scambiato dal sistema e il lavoro compiuto dal sistema sull'ambiente. Ciò nega, a prescindere dall’avanzamento tecnologico, la possibilità che esista il moto perpetuo, dato che nessuna azione viene svolta senza consumo di energia. E il secondo: è impossibile un ciclo termodinamico che trasformi tutto il calore assorbito da una sorgente unicamente in lavoro. Ciò nega, a prescindere dall’avanzamento tecnologico, la possibilità di costruire un motore a rendimento 100%, cioè che utilizzi tutta l’energia fornita solo per produrre energia meccanica. 28 fi fi
Una volta compreso ciò possiamo passare a trattare delle principali fonti energetiche utilizzate dalle case automobilistiche per i propri veicoli: • Benzina Risultato di un lungo processo di ra nazione del petrolio, è estremamente volatile e in ammabile. Verrà prediletto nel corso del ventesimo secolo per poi diventare, per i consumatori, una delle possibili alternative. • Diesel Meno in ammabile e ra nato della benzina questo combustibile inizierà a essere utilizzato più tardi dato che verrà richiesta l’elaborazione di un nuovo motore. La maggiore temperatura di combustione diminuisce la possibilità di incidenti ma, al contempo, rende impossibile l’utilizzo in motori a scoppio normali. • Elettricità Per quanto sia considerata innovativa e tipica degli ultimi anni, l’idea di utilizzare energia elettrica risale al lontano 1839. • Metano L’utilizzo viene incentivato, a livello statale, per via del minore impatto ecologico che però viene compensato dal fatto che abbia bisogno di maggiore attenzione e cura data l’alta pressurizzazione e in ammabilità del gas. Oltre a questi sono presenti fonti alternative che per quanto funzionanti non sono spesso funzionali e per questo non particolarmente considerate, ad esempio l’idrogeno: il prodotto della combustione della molecola H2 è l'acqua, per questo sarebbe un ottima soluzione al problema delle emissioni, purtroppo però non ci sono, al contrario degli altri combustibili, grosse riserve di idrogeno che per questo dovrebbe essere prodotto in laboratorio, processo che purtroppo richiede più energia di quanta non ne liberi, portando alla paradossale situazione in cui per produrre energia abbiamo bisogno di utilizzarne più di quanta se ne ricavi. 29 fi fi ffi fi ffi
Ma come si ricava energia da queste fonti? La liberazione avviene attraverso la combustione del carburante, la combustione è un processo che avviene in moltissime circostanze, banalmente è il processo che da vita al fuoco. Ad esempio per il metano, la combustione avviene secondo la seguente reazione: CH4 + 2O2 → CO2 + H2O, che può essere letta come: CH4 una quantità di metano + 2O2 più 2 volte la stessa quantità in ossigeno → producono CO2 anidride carbonica + H2O e acqua In questo processo viene liberata energia che verrà poi utilizzata per lo spostamento del veicolo. Non viene inserito però ossigeno puro nel motore, ma aria e per questo la reazione ideale sopra rappresentata può subire delle variazioni, da notare che i prodotti sono molto più inquinanti di quelli sopra riportati, tra i più pericolosi vi sono il monossido di carbonio (CO) e i vari ossidi di azoto (NOx) entrambi altamente tossici per l’uomo e l’ambiente. 30
Uno schema per una facile comprensione di questo processo è il triangolo della combustione: FO TE NT EN ED UR ’IN MB NE CO SC O COMBUSTIBILE • il comburente è solitamente l’ossigeno ma, come detto prima, non sempre si ha a disposizione ossigeno puro • il combustibile elencati prima, sono la fonte di energia • la fonte d’innesco la reazione richiede una piccola spinta per avvenire e questa viene data dalla fonte di innesco, nel caso del motore solitamente una scintilla, dopodiché la combustione si autoalimenta. Nel momento in cui manca uno di questi elementi non avviene la combustione. I rapporti combustibile/comburente variano in base al combustibile, ad esempio con la benzina c'è un rapporto 1/14,6, proprio questo rapporto può estremamente modi care l'e cienza e le prestazioni di un motore, bruciando le esatte quantità si rischia di avere una presenza eccessiva di materiale incombusto, nel momento in cui si ha troppa aria la miscela è detta “magra” si ha un buon rendimento ma poca potenza, nel caso in cui si avesse più combustibile la miscela viene detta “grassa” si ha la maggiore potenza ma un grande consumo. non bisogna però esagerare dato che si rischia di diminuire i bene ci o addirittura di non far avvenire la combustione. 31 ffi fi fi
Appurata l’importanza del comburente nella combustione e la sua in uenza sui prodotti viene naturale una domanda: In che modo avviene l’inserimento nella miscela del comburente? In passato era il carburatore la soluzione al problema: una volta arrivato il combustibile al carburatore si apriva una piccola valvola che permetteva il passaggio dell’aria, da qui si passava ai pistoni, per quanto funzionasse era impossibile fornire quantità precise d’aria e quindi non si riusciva a ottenere la resa massima. La soluzione moderna? Una centralina monitora tutte le variabili e “inietta”, direttamente nel pistone, la giusta quantità d’aria ottenendo la massima resa 32 fl
10. LA DISTRIBUZIONE Gli organi di distribuzione sono l'insieme degli organi meccanici predisposti al controllo dei gas che entrano ed escono nei cilindri. Esso lavora dunque accoppiato al sistema di alimentazione che lo comanda in funzione delle esigenze di motricità del veicolo. Questo sistema è usato principalmente sui motori a quattro tempi. La distribuzione comprende: •• valvole di aspirazione; valvole di scarico; ••albero a camme; punteria. VALVOLE DI ASPIRAZIONE Esse hanno il compito di immettere miscela all’interno dei cilindri ed evitare che questa torni indietro. Ci sono diversi tipi di valvole e la più comune è la valvola a fungo che sfrutta la rotazione del motore attraverso sistemi di rinvio citati prima (alberi a camme, bilancieri, ecc.). Le valvole d'aspirazione a fungo nei motori aspirati sono generalmente più grandi rispetto alle valvole di scarico, per favorire un miglior riempimento del cilindro; nei motori sovralimentati hanno invece generalmente la stessa grandezza di 33
quelle di scarico, data la minore necessità di favorire l'aspirazione del motore. Nei modelli sportivi turbocompressi viene anche utilizzato un sistema a ussi incrociati, dove le valvole d'aspirazione sono posizionate in modo alternato con quelle di scarico. valvole di aspirazione e di scarico VALVOLA DI SCARICO fonte: wikipedia Ha il compito di svuotare il cilindro di tutti i gas di scarico causati dalla combustione. Come la valvola di aspirazione anch’essa ha diverse tipologie tra cui la più nota cioè quella a fungo. ALBERO A CAMME L'albero a camme viene azionato dall'albero motore rispetto al quale ruota (nel motore a quattro tempi) a velocità angolare dimezzata e al quale è generalmente collegato tramite catena o cinghia. Esso comanda l'apertura e la chiusura delle valvole attraverso la rotazione delle cosiddette “camme”, che possiedono un eccentricità che ruotando spinge la valvola aprendola. Gli alberi a camme, dato che decidono quando e quanto devono aprirsi le valvole, sono di grande importanza per le prestazioni dei motori. Il variatore della fase di distribuzione, infatti, posto di norma su entrambi i lati, permette di variare il tempo di apertura della valvola. Aumentandolo, si ha un maggiore riempimento della camera di combustione con conseguente aumento di potenza e coppia motrice. La variazione della fase di scarico, invece, permette di aumentare l'incrocio valvole, ovvero la fase in cui sono aperte contemporaneamente (dopo lo scoppio della 34 fl
ALBERO A CAMME BILANCIERE BILANCIERE ALBERO A CAMME miscela) sia le valvole di aspirazione sia quelle di scarico, in modo che i gas incombusti vengano espulsi dalla camera grazie all'entrata della nuova miscela. In questa fase si perde una piccola percentuale di miscela, ma il vantaggio che se ne ricava è un forte lavaggio della camera di combustione, che così fonte: wikipedia ad ogni scoppio è sempre "pulita" e ra reddata a dovere. PUNTERIE La punteria è l'insieme degli elementi meccanici che sono frapposti tra l'albero a camme e le valvole di un motore a combustione interna. Questi elementi trasmettono il movimento rotatorio della camma, trasformandolo nel movimento lineare alternato della valvola a fungo, comandandone così l'apertura e chiusura. Il sistema consente la regolazione dei giochi di tolleranza dei vari componenti per la dilatazione termica dei materiali impiegati, indotta dalle variazioni di temperatura del motore, ed evita che la valvola si pieghi sotto l'azione della camma e che ci sia interferenza tra i vari elementi di richiamo e azionamento. Gli elementi che normalmente compongono la punteria sono: •• Bilancieri (con o senza registro); Aste; ••Bicchierini; Dischi spessore. 35 ff
11. LA SOVRALIMENTAZIONE S ovralimentare un motore signi ca introdurre nei cilindri una massa di aria e quindi anche di combustibile, superiore a quella che un motore ad aspirazione naturale sarebbe in grado di fare. Per mezzo della sovralimentazione è dunque possibile aumentare la potenza di un motore senza variare la turbocompressore o turbocharger cilindrata ed il numero di giri, fonte: autodoc oppure ottenere la stessa potenza con una cilindrata minore e quindi con un motore di dimensioni e peso inferiori. I principali sistemi di sovralimentazione sono due: turbo- compressore e super-charger. TURBOCOMPRESSORE Lo scopo del turbocompressore è comprimere l'aria per ossigenare supercharger meglio la reazione di combustione fonte: aliantech 36 fi
del carburante nel motore. Inizialmente il turbocompressore veniva usato negli aerei per normalizzare la quantità di ossigeno che arrivava al motore, in quanto ad alta quota la densità dell'aria diminuiva. Per capire come funziona un turbocompressore partiamo dividendolo in due parti: la parte calda e la parte fredda. Riconoscerle è abbastanza semplice, la parte calda è più scura o “arrugginita” per il fatto che il calore alla quale è sottoposta accelera il processo di ossidazione del metallo. La parte calda è collegata al motore e al suo interno scorrono i gas di scarico della combustione, che fanno girare una piccola elica per iniziare a comprimere l’aria. La piccola ventola comprime quindi l’aria fresca dall’esterno e la fa passare attraverso un pezzo fondamentale del “turbo kit”, cioè l’intercooler. L’aria quando viene compressa tende a scaldarsi e perdere densità per il fatto che le particelle sono tutte addensate e ricche di energia. L’intercooler serve proprio come suggerisce il nome a ra reddare le particelle dell’aria per farla diventare ancora più densa e compressa. (L’intercooler consiste in una griglia molto sottile che fa passare più aria possibile vicino ai tubicini con l’aria da ra reddare, e può essere messa davanti alla vettura come nell’immagine oppure sotto una presa d’aria sul cofano.) Purtroppo il turbo ha anche dei difetti, principalmente il turbolag. Questo problema non è altro che un periodo di tempo che il turbocompressore impiega prima di entrare in funzione, ed è dovuto al fatto che c’è bisogno della combustione del motore prima che i gas di scarico facciano attivare il turbo. La soluzione a questo problema si trova usando PIÙ TURBO!!!! Inizialmente per risolvere il problema si è passati a usare due turbine più piccole, che insieme generano abbastanza potenza ma essendo piccole si avviano in meno tempo, poi si è passati ad un doppio-turbo “sequenziale”. Questa con gurazione permette di usare il compressore piccolo per dare potenza al motore no a 37 ff fi ff fi
parte fredda parte calda fonte: aliexpress fonte: aliexpress quando il compressore grande riesce a sostituirlo e avviarsi con i gas di scarico. La di erenza fra il doppio-turbo normale e quello sequenziale è che in quello normale le due turbine mandavano l’aria alle parti opposte del motore invece che a quelle più vicine, per bilanciare automaticamente la potenza che il motore riusciva a ricevere. Questo però creava un altro problema, ovvero il fatto che le turbine avevano bisogno di dei tubi più lunghi per portare l’aria al motore, e si creava un nuovo tipo di “lag”. L’uso del doppio-turbo sequenziale deriva dal bisogno di eliminare anche questo piccolo tipo di lag, in quanto le due turbine non sono collegate alle parti opposte ma semplicemente si alternano per dare il massimo della potenza complessiva al motore. In ogni caso la soluzione più e ciente è il “sistema anti-lag”, e si divide in due tipi: il primo tipo di anti-lag si chiama “throttle bypass”, e in questo sistema la piastrina dell’acceleratore (throttle plate) resta sempre parzialmente aperta. In questo modo ritardando la combustione del carburante lo scoppio fa girare l’elica del turbocompressore anche quando non schiacciamo il pedale. Il secondo tipo invece è detto “rally style” anti-lag, e consiste in una valvola di sfogo prima della piastrina dell’acceleratore che direziona il usso di aria compressa quando non schiacciamo il pedale. Il usso d’aria va a sfociare direttamente sulla turbina 38 fl fl ff ffi
mantenendola in funzione e impedendole di fermarsi per avere il turbo pronto quando si accelera. Grazie al sistema anti-lag e allo scoppio ritardato del carburante si ottiene anche un altro e etto, ovvero le ammate dallo scarico della vettura. Essendo che lo scoppio avviene all’interno del lato caldo del turbo la ammata percorre tutto lo scarico (che vi è collegato) per uscire in fondo al tubo. SUPERCHARGER Il sistema Supercharger, usa un compressore volumetrico, azionato tramite un collegamento meccanico al motore, di cui sfrutta l’energia. Essenzialmente è composto da due o tre lobi avvitati che comprimono l’aria in aspirazione. Esistono vari tipi di superchargers: a lobi, composti appunto da lobi che comprimono l’aria in aspirazione, viene azionato da una cinghia collegata all’albero motore; esiste il volumex, una variante del compressore a lobi, utilizzato soprattutto nelle competizioni. Brevettato dalla Abarth, è stato utilizzato su auto da rally come la Lancia 037, Lancia delta S4 e sul Peugeot 205 t16 EVO 2, accoppiato ad un fonte: motorlove 39 fi ff fi
disegno illustrativo funzionamento di dreamstime (rosso = gas di scarico, blu = aria fresca) turbocompressore KKK. Il supercharger a vite può essere considerato un’evoluzione di quello a lobi, infatti in questa variante i lobi hanno un’inclinazione molto accentuata. Esiste poi il supercharger a palette, costituito da una girante posta in modo eccentrico in un cilindro: la girante, dotata di palette, ruotando spinge aria verso una parte del cilindro. È larghissimo uso in America, dove scarseggiano i motori diesel, e recentemente è tornato in voga anche in Europa. Viene usato principalmente nei motori alimentati a benzina, a causa delle alte temperature dei gas di scarico, che sottoporrebbero a elevato stress termico un turbocompressore. La semplicità di questo sistema, data dall’azionamento tramite collegamento meccanico al motore, è tuttavia anche un suo limite, infatti, all’aumentare del regime di rotazione la sua e cienza diminuisce, contrariamente a quanto avviene per il turbocompressore. L’attuazione del compressore tramite un motore elettrico separato elimina questo problema e riduce anche l’assorbimento di energia. 40 ffi
12. LA POWER-UNIT IN FORMULA1 D al 2014 in F1 non si parla più di semplici motori endotermici, ma di Power-Unit, sistemi ibridi in cui vengono integrati più elementi: macchine termiche e motori elettrici. Si tratta di un vero e proprio concentrato di tecnologie innovative e interessantissime, sviluppate dagli ingegneri di alcune case automobilistiche in seguito alle modi che introdotte dalla FIA nel regolamento, che limitavano la quantità di benzina utilizzabile in gara da ogni vettura, al ne di limitare i consumi e le emissioni. Fornendo la stessa quantità di carburante a ciascuna pilota, il team deve quindi trovare la strategia e le tecnologie più e cienti per estrarne la massima quantità di energia nel tempo. Come spiega Fabrice Lam capo dell’unità Powertrain (che in inglese signi ca propulsore) della FIA: “It’s vital to use our resources with care. The game is still to go fast, but to go fast spending less – less money and less energy. This ratio, between result (speed) and consumption (finance, fuel and resources) is called efficiency. In future the best car in Formula One will be the most efficient. This is what the new power unit regulations are designed to promote.”. PU Ferrari fonte: Of cialSite 41 fi fi fi fi ffi
Tradotto: “È vitale usare le nostre risorse con cura. Il gioco/l’obiettivo è ancora quello di andare veloci, ma spendendo/utilizzando meno – meno soldi e meno energia. Questa proporzione tra risultati (misurabili in velocità) e consumi (in termini finanziari, di benzina e risorse) è chiamata efficienza*. In futuro la migliore macchina in Formula Uno sarà la più efficiente. Questo è ciò che le nuove normative sulle power-unit mirano a promuovere.”. Di fatto sin dal primo anno, nel 1950, il campionato di F1 ha sempre cercato di superare i limiti preposti, facendosi pioniera di nuove tecnologie - come se fosse un laboratorio e i piloti, i meccanici e gli ingegneri gli sperimentatori - tanto che alcune di esse sono state poi trasferite ed applicate anche alle vetture di tutti i giorni. Una Power-Unit è costituita da numerosi elementi, i principali sono: • Motore a combustione interna e iniezione diretta (ICE, Internal Combustion Engine); • Turbo-Charger (TC), il turbo-compressore; • MGU-K, Motor Generator Unit – Kinetic; • MGU-H, Motor Generator Unit – Heat; • ES, Energy Store; • ECU, Electronic Control Unit, regola erogazione ed assorbimento dell’energia. Turbocompressore come suggerisce il nome stesso è costituito da: una turbina, detta anche “parte calda”, che sfrutta i gas di scarico che gli PU Mercedes vengono indirizzati per fonte: YouTube muoversi; e un compressore, 42
detto anche “parte fredda”, messo in movimento dalla turbina e la cui funzione è quello di iniettare aria compressa all’interno del motore. Prima di analizzarle i due protagonisti delle PU, è opportuno speci care che entrambe possono funzionare sia da motore (cioè trasformano PU Mercedes l’energia fornitagli in lavoro) che fonte: F1World da generatore (fornitori di energia, che ricavano dal movimento). La MGU-H sfrutta l’energia termica dell’aria calda che il compressore non riesce a utilizzare. Questa energia viene convertita in corrente continua da una centralina e immagazzinata nelle batterie (ES). Quando il pilota schiaccia l’acceleratore, la MGU-H sfrutta l’energia immagazzinata nella ES, al ne di incrementare la velocità della turbina del TC*1; annullando il cosiddetto turbo lag (momento in cui la rapida richiesta di potenza da parte del pilota non può essere supportata dal motore senza il supporto di ERS). PU disposizione nella monoposto fonte FIA 43 fi fi
In questo senso la MGU-H non funge solo da generatore, ma anche da motore, facendo ruotare il turbocompressore anche in fase di decelerazione ad ottimi regimi. Tutto questo si traduce in una migliore reattività in uscita da una curva e in una riduzione di consumi. La MGU-K*2, collegata all’albero motore, recupera durante la fase di frenata l’energia cinetica. Quando il pilota accelera, la MGU-K preleva/richiede l’energia accumulata nell’ES e la trasmette all’albero motore, fornendo una potenza aggiuntiva di circa 160 cavalli all’albero motore e di conseguenza alle ruote. In sintesi una PU si compone essenzialmente di un motore a benzina turbocompresso (l’aria è immessa nei cilindri sottopressione, in modo che ad ogni ciclo venga bruciato più carburante e si ottenga più potenza) e altri dispositivi ERS (Energy Recovery System), appunto nalizzati al recupero dell’energia ancora utile alla monoposto, rendendola molto e ciente. Se infatti il rendimento di una vettura di F1 nel 2013 si aggirava intorno al 30%, nel 2020 questa percentuale è salita no al 55%, annoverando la PU fra uno dei motori più e cienti mai sviluppati. In generale, le vetture dotate di motori elettrici ausiliari che lavorano in parallelo a motori endotermici seguono un particolare ciclo termodinamico, detto ciclo di Atkinson-Miller. Essendo i motori di F1 piuttosto particolari, anche il loro ciclo termodinamico lo sarà. Infatti questi non seguono un comune ciclo otto, ma un ciclo detto di Atkinson-Miller. Power Unit energy ow 44 fl fi ffi ffi fi
13. IL CICLO DI ATKINSON-MILLER Nel 1882, a distanza di pochi anni dall’a ermazione del ciclo Otto, l’ingegnere britannico James Atkinson pensò ad un motore con la corsa di espansione di erenziata rispetto a quella di compressione, brevettò allora un motore piuttosto complicato che trovò una applicazione pratica solo tempo dopo; precisamente nel 1957, grazie all’ingegnere americano Ralph Miller, che riuscì a studiare una fasatura particolare per rendere il “sogno” di Atkinson “realtà”. L’aspirazione è uguale a quella di un comune ciclo otto. Mentre durante i primi istanti della compressione la valvola di aspirazione viene lasciata aperta, questo crea così una variazione di volume quasi costante e parte dell’aria aspirata si conduce nel condotto di aspirazione grazie alla valvola aperta. Di conseguenza ci vuole una quantità di energia minore, rispetto al ciclo di otto, per comprimere l’aria aspirata (il vantaggio sta poi nell’utilizzare l’energia cinetica dell’albero motore risparmiata nella fase di espansione). 45 ff ff
Per e etto di questa di erenza tra rapporto di compressione e espansione, il rendimento termodinamico è maggiore: perché nella corsa di espansione no al raggiungimento del PMI, la pressione residua nel cilindro è inferiore e quindi all’apertura della valvola di scarico ci sarà una minor quantità di gas in pressione, in più la temperatura del uido sarà inferiore e quindi sarà minore il calore disperso durante lo scarico, fattore determinante per quanto riguarda il rendimento. ciclo di Atkinson-Miller (in blu) messo a confronto con il ciclo otto (in nero) 46 ff ff fl fi
14. IL RAFFREDDAMENTO DEL MOTORE D urante il funzionamento, nelle camere di scoppio si sviluppano temperature molto elevate per cui il motore non potrebbe funzionare se non fosse ra reddato mediante una circolazione di aria o di acqua. I primi sistemi di ra reddamento erano costituiti dalla presenza di acqua che andava nel motore, tramite un condotto che la portava al radiatore, dove si ra reddava con l’aria ricavata dal movimento del veicolo. Questo sistema comportava però una serie di svantaggi ••Un Tempo di riscaldamento eccessivo. La bassa temperatura del motore durante la stagione fredda. I motori moderni invece sfruttano un altro tipo di meccanismo, che consiste nello scambiare l’acqua con un miscuglio di acqua e additivo, che ha la funzione di antigelo, hanno un punto di ebollizione più elevato e proteggono i componenti del motore e del sistema di ra reddamento dalla sistema di raffreddamento ad aria 47 ff ff ff ff
corrosione. Il miscuglio che viene poi immesso nel motore ha un punto di ebollizione più elevato, dovuto anche al fatto che il ra reddamento viene fatto ad una pressione diversa dall’esterno. Con il passare del tempo lo spazio del vano motore sta diminuendo e la quantità di calore da dissipare sta aumentando rendendo il sistema di ra reddamento una parte fondamentale del motore, ma deve anche consumare meno spazio possibile. I requisiti di un moderno sistema di ra reddamento sono: •• Fase di riscaldamento ridotta Rapido riscaldamento dell'abitacolo •• Consumo di carburante ridotto Più lunga durata dei componenti Tutti i sistemi di ra reddamento del motore sono costituiti dai seguenti componenti di base: •• Radiatore del liquido di ra reddamento Termostato ••Pompa liquido di ra reddamento (meccanica o elettrica) Serbatoio di compensazione (serbatoio di espansione) •• Condotti Ventola del motore (azionata a cinghia trapezoidale o di tipo Visco®) • Sensore di temperatura (controllo del motore con indicatore) FUNZIONAMENTO Il calore generato dalla combustione del carburante, che si trasmette ai componenti del motore, viene ceduto al liquido di ra reddamento, il quale, circolando nel sistema, lo cede all'aria esterna ra reddandosi. Una o più ventole (ad azionamento meccanico o elettrico), installate a monte o a valle del radiatore (cioè rispettivamente prima e dopo il radiatore), facilitano il processo di ra reddamento. Esse si attivano in particolare quando il veicolo procede a marcia lenta o è fermo. 48 ff ff ff ff ff ff ff ff ff
15. LA LUBRIFICAZIONE DEL MOTORE T utte le parti in movimento del motore devono essere ricoperte da olio, che serve a ridurre al minimo l'attrito ed il consumo. L'olio è contenuto in una coppa che si trova nella parte inferiore del motore, in cui è sistemata una pompa a ingranaggi che aspira l'olio e lo spinge a pressione all'interno dell'albero del motore che sarà lubri cato, in ne l'olio in esuberanza attraverso appositi canali ritorna nella coppa, ovviamente dopo aver superato un ltro e delle valvole di sicurezza che escludono possibili ri uti. In ne è presente una valvola di mandata e di non ritorno, si tratta di una valvola a membrana situata all'entrata del ltro la quale si abbassa quando il motore è in sistema di lubri cazione di un motore moto, facendo si che fonte: transportlearning 49 fi fi fi fi fi fi fi
liquido giunga al motore, mentre quando si spegne la membrana si solleva e chiude la comunicazione con la coppa, evitando di scaricare l'olio dalle canalizzazioni del motore. A regolare la pressione c'è una valvola sistemata sulla pompa che evita che l'olio raggiunga pressioni troppo elevate, inoltre a segnalare la pressione dell’olio è disposto un manometro. Praticamente tutte le vetture sono dotate di una spia sul cruscotto (nel caso delle macchine) o sulla strumentazione (nel caso delle moto), che si illumina quando vi è una mancanza totale di olio o ve ne circola troppo poco per il corretto funzionamento del motore. 50
16. L'ESPRESSIONE DELLE PRESTAZIONI DI UN MOTORE L a potenzialità di una vettura viene principalmente espressa mediante due grandezze derivate: la cilindrata e i cavalli motore. La cilindrata di un motore è soprannominata anche cubatura, dal momento che viene misurata in centimetri cubici (spesso abbreviati in cc), sta ad indicare la capacità di pompaggio del motore, ovvero il volume complessivo (ottenuto sommando la cubatura di ogni cilindro) di carburante che esso è in grado di pompare. Il numero di cavalli indica la potenza che un motore può esprimere. Si tratta di una grandezza storica, nata quando in Europa si di usero le prime macchine a vapore, durante la prima rivoluzione industriale (XVIII secolo), per dare un’idea alle persone della potenza dei nuovi macchinari, essa veniva comparata con il numero di cavalli (animali) necessari per compiere lo stesso lavoro meccanico nel medesimo intervallo di tempo (si tratta di una unità di misura non completamente a dabile, dal momento che vi sono numerose variabili impossibili da controllare legate ai cavalli). Le diciture (non equivalenti) con cui solitamente si esprimono i cavalli motore sono: cavalli [CV] o horse power [Hp], dove 1 CV 51 ff ffi
equivale circa a 0.98 Hp. Si utilizzano anche i Watt, grandezza derivata [Nm/s] riconosciuta dal Sistema Internazionale di misura (S.I.), dove 1 kW corrisponde a circa 1.36 CV. 52
17. TIPOLOGIE DI MOTORI NELLA MOTOGP Attualmente, nel motomondiale 2021, le moto presentano due tipologie di motore: •• 4 cilindri in linea (adottati dalla Yamaha e dalla Suzuki) 4 cilindri a V (montati su Ducati, KTM, Aprilia e Honda) Tutti in comune, hanno la caratteristica di essere dei 4 tempi, di 1000 cc. Il motore in linea è il più semplice ed economico fra i due da progettare e costruire, come abbiamo già detto i cilindri sono allineati, i quattro pistoni si muovono tutti nella stessa direzione e sono montati su una sola biella. Nel motore a V i cilindri sono allineati su due piani distinti, dette bancate, con un Joan Mir in sella alla sua Suzuki RR-GSX dotata di angolo variabile da motore in linea casa a casa fra essi fonte: SkySport MotoGP compreso 53
Andrea Dovizioso in sella alla sua DesmoSedici con motore desmodromico a V fonte: SkySport MotoGP È più di cile rispetto al precedente da progettare e costruire, per il sistema di aspirazione e scarico e per la duplice presenza di componenti, che ne aumenta i costi. Francesco Bagnaia sulla sua DesmoSedici 2021 con La con gurazione motore desmodromico a V a V ha il vantaggio di fonte: SkySport MotoGP presentare un albero 54 fi ffi
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