L'Angelo - Mensile di vita Parrocchiale anno XLVI - n. 3 marzo 2021 - Parrocchia di Verolanuova

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L'Angelo - Mensile di vita Parrocchiale anno XLVI - n. 3 marzo 2021 - Parrocchia di Verolanuova
L’Angelo

3   Mensile di vita Parrocchiale
    anno XLVI - n. 3 marzo 2021
L'Angelo - Mensile di vita Parrocchiale anno XLVI - n. 3 marzo 2021 - Parrocchia di Verolanuova
In copertina:

sommario
                                                San Giuseppe e Gesù
                                                nella bottega del falegname

La parola del Prevosto (don Lucio)
Quaresima 2021
                                           3
                                           4
                                                  L’Angelo
Miracoli eucaristici                       6

Vita parrocchiale
Una giornata di festa per la Basilica       7
Omelia del Vescovo mons. Giorgio Biguzzi   10

Dall’Oratorio
Festa della Vita                           13
Vestiti di gioia                           14
Carnevale in scatola                       17   3     Mensile di vita Parrocchiale
                                                      anno XLVI - n. 3 marzo 2021

Colora il tuo Carnevale                    19
Al cuore si comanda!                       21
Vestizione chierichetti                    22   Redattori:
                                                   Sac. Lucio Sala
Dalla Parrocchia di Cadignano                      Sac. Sergio Mariotti
Giornata della Vita                        24      Sac. Michele Bodei
                                                   Sac. Alessandro Savio
Arte & cultura                                     Tiziano Cervati (Capo redattore)
Le poesie dèi méss                         25
Piccolo ripasso... 68. (S. Amighetti)      26   Telefoni utili
                                                    030 931210 (Ufficio parrocchiale)
Le nostre rubriche                                  331 9996919 (Oratorio)
Verola missionaria (P. Sala)               28       030 932998 (don Sergio)
L’evangelizzazione (don Sergio)            30       030 931475 (don Michele)
I Profeti: Aggeo (F. Checchi)              32
La scuola della Parola                     34   Stampa
Vita e cammino di San Francesco            36      Bressanelli srl - Manerbio
                                                   Tel. 030 938 02 01
Varie – Cronaca                                    serena@bressanelli.eu
Festa della Donna e del Papà               38
Avis                                       39   Grafica
Alla scoperta dei Castelli Romani          40      Serena Bressanelli
Offerte                                    42
Anagrafe parrocchiale                      43

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CON CUORE DI PADRE

                                                                                    LA PAROLA DEL PREVOSTO
P   apa Francesco con una lettera
    descrive san Giuseppe in que-
sti termini: Cuore di Padre.
                                        nostre case e famiglie, nell’am-
                                        biente di lavoro e nei gruppi di
                                        volontariato, nel nostro paese le
                                        cose si realizzano grazie a quan-
L’occasione per questa riflessione      ti, con il loro lavoro quotidiano e
è il 150° della proclamazione del-      nascosto, si assumono le loro re-
lo sposo di Maria a Patrono della       sponsabilità, per il bene di tutti.
Chiesa Cattolica da parte di Pio
IX l’otto dicembre del 1870. Papa       A tutti loro va la nostra parola di
Bergoglio ha indetto un anno spe-       gratitudine e di riconoscimento.
ciale per celebrare tale ricorrenza.    Buona continuazione di Quaresi-
Sullo sfondo delle sue riflessio-       ma
ni troviamo il tempo che stiamo
vivendo, attraversato dalla pan-                               Don Lucio
demia del covid-19, che ha fatto
comprendere l’importanza delle
persone comuni, solitamente di-
menticate, che esercitano nel pro-
prio lavoro ogni giorno pazienza
e speranza avendo cura di semi-
nare quel senso di corresponsa-
bilità che può aiutare tutti a uscire
da questo momento.

Tutti possono trovare in san Giu-
seppe, l’uomo che passa inosser-
vato, l’uomo della presenza quo-
tidiana, discreta e nascosta, un
intercessore, un sostegno e una
guida nei momenti di difficoltà.

San Giuseppe ci ricorda che tutti
coloro che sono in seconda linea
o nascosti permettono che le cose
grandi si realizzino come, per
mezzo Suo, è avvenuta la storia
della salvezza dell’umanità.
Così nella nostra comunità, nelle
                                                                        l’angelo3   3
L'Angelo - Mensile di vita Parrocchiale anno XLVI - n. 3 marzo 2021 - Parrocchia di Verolanuova
quaresima 2021

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                                                                                   Quaresima
         San Lorenzo
         Verolanuova                                                                    2021
                          Ripartire dall’Eucaristia
                                Tutti i venerdì di Quaresima sono di magro
           Mercoledì delle Ceneri (17 febbraio) e Venerdì Santo 2 aprile) sono di magro e digiuno
                                                            .

     Triduo dei defunti                                    Ogni Giorno Santa Messa
     12-13-14 febbraio ore 18.00 in Basilica               8.30 - 18.00 (Predicatore don Sergio Mariotti)

     Mercoledì delle Ceneri - 17 febbraio                  Giovedì Eucaristici
     Sante Messe con imposizione delle ceneri:             Con esposizione del Santissimo Sacramento
     Basilica: ore 8.30 - 16.30 (per i ragazzi) - 20.00    dalla Messa delle 8.30 fino alle 18.00
     Cadignano: ore 20.00                                  Alla Radio (91.2 mhz)
                                                           Catechesi sul tema: “Fratelli Tutti”
     Via Crucis Comunitaria                                a cura di don Filippo Zacchi
     - Il mercoledì ore 8.30 in Basilica                   Il Lunedì ore 9,30
     - Il venerdì ore 15.00 alla Casa Albergo              “Preghiera in famiglia”
     - Il venerdì ore 20.00 a Cadignano                    Ogni sera ore 20.30 da domenica 21 febbraio
     Via Crucis nelle chiese
     il venerdì ore 20.00                                  Ritiro per tutti i collaboratori
                                                           Lunedì 15 marzo ore 20.00 in Basilica
     - 26 febbraio: In Sant’Anna alla Breda        .
                                                           Predicatore don Abramo Camisani
     - 5 marzo:       In San Rocco          .

     - 12 marzo:      In Basilica  ..                      Confessioni per tutti:
     - 19 marzo:      In Disciplina     .                  - Ogni giorno, durante la Messa delle 8.30
     - 26 marzo:
     .
                      Al Cimitero                          - Il sabato: dalle 10 alle 11 e dalle 16 alle 17

     Sante Quarantore a Cadignano:                         Ragazzi, adolescenti e giovani
     19 - 20 - 21 marzo ore 20.00
                                                           Pomeriggi di Quaresima:
     Pasqua della donna in Basilica                        - 5° anno: sabato 27 febbraio ore 15
     24 - 25 - 26 marzo ore 15.00                          - 4° anno: sabato 13 marzo ore 15
     Sante Quarantore a Verolanuova:                       - 3° anno: sabato 20 marzo ore 15.30
     “Eucarestia e Vocazione”                              Confessioni
     28 - 29 - 30 marzo ore 20.30                          - Adolescenti: domenica 21 marzo ore 20
     Predicatori: don Manuel Donzelli,                     - 4° e 5° anno: mercoledì 24 marzo ore 16.30
     don Mattia Cavazzoni, don Sergio Passeri.             - 2a e 3a media: venerdì 26 marzo ore 20
     Partecipano i Diaconi permenenti
     e il Seminario Maggiore e Minore.
                                                           Il calendario completo
     Triduo Pasquale                                       degli appuntamenti quaresimali
     1 - 2 aprile ore 20.30                                per ragazzi, adolescenti e giovani
     3 aprile ore 21.00 Veglia Pasquale                    è pubblicato in un apposito manifesto

                                                www.verolanuova.com

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            QUARESIMA 2021
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miracoli eucaristici

         ALBIGNANO D’ADDA
         1957

         N    el 1957, la chiesa parrocchiale         neva tra l’altro anche l’Ostensorio,
              di San Maiolo Abate di Albigna-         essendo molto pesante, fu abbando-
         no fu protagonista di un importante          nato nel prato (allora adiacente alla
         Miracolo Eucaristico, simile a quello        chiesa). Dall’Ostensorio scivolò via
         avvenuto a Siena. Anche qui si può           la Sacra Particola, che venne subito
         parlare di un Miracolo permanente,           raccolta dall’allora parroco, don Cor-
         in cui sono state invertite le leggi na-     nelio Cossù, che la ripose in una teca
         turali della conservazione della mate-       chiusa con dello spago, con sopra un
         ria organica del pane azzimo che si sa       biglietto con scritte queste parole:
         che dopo pochissimo tempo tende              “Non toccare, Ostia del Sacrilegio”.
         ad ammuffire e a polverizzarsi com-          Particolare rilevante è che in quella
         pletamente. La Particola del Miracolo        notte scendeva una sottile pioggerel-
         di Albignano si mantiene ancora oggi         lina che però non riuscì a deteriorare
         incorrotta nonostante siano trascorsi        la sacra Ostia, che tuttora si presen-
         64 anni. La Parrocchia di San Maiolo         ta bianchissima e senza ombre di
         Abate si trova nel piccolo Comune di         muffa. Don Giorgio Lattuada, attuale
         Albignano d’Adda, che dista circa 25         parroco della chiesa del Miracolo, ha
         Km da Milano. Essa vanta al suo in-          assunto un frammento dell’Ostia del
         terno due preziose urne contenenti i         prodigio che si era staccato, costatan-
         resti dei corpi dei Martiri Sant’Ireneo,     do che tuttora ha un sapore fresco e
         San Disolo e San Recelso, donati dal         fragrante, come se fosse stato prele-
         conte di Anguissola nel 1728. Ma ol-         vato da un’Ostia appena confeziona-
         tre a questi illustri ospiti, nella cosid-   ta. In questa Cappella che custodisce
         detta Cappella del Pane, si conserva         il Miracolo, tutti i giorni, viene cele-
         un’Ostia consacrata che nonostante           brata la liturgia delle Lodi e dei Vespri
         siano passati più di 64 anni, ancora si      ed è meta di numerosi pellegrinaggi.
         mantiene intatta. Quest’Ostia fu pro-        Recentemente don Giorgio ha chie-
         tagonista di un Miracolo Eucaristico         sto alla Diocesi di Milano di avviare
         simile a quello avvenuto a Siena e a         un processo canonico per conferma-
         San Mauro la Bruca. I fatti si svolsero      re in modo definitivo il Miracolo.
         più o meno così.
         Nella notte tra il 6 e il 7 marzo del
         1957, verso l’una di notte, due ladri
         furtivamente si introdussero nella
         chiesa per rubare. Tra gli oggetti pre-
         levati, vi era anche un Ostensorio con-
         tenente un’Ostia consacrata. Alcuni
         fedeli, attratti dai rumori, si accorsero
         che i ladri erano dentro la chiesa e
         cominciarono a gridare. I malfattori,
         vistosi scoperti, fuggirono via con la
         refurtiva. Uno dei sacchi, che conte-
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UNA GIORNATA DI FESTA

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PER LA BASILICA
D    omenica 7 febbraio si sono svolte
     le celebrazioni per il 50° anniversa-
rio di elevazione a Basilica Romana Mi-
nore della nostra chiesa parrocchiale,
titolo concesso il 26 gennaio 1971 da
papa Paolo VI.

Al termine delle Sante Messe delle
9.30 e delle 11.00, i catechisti hanno
consegnato ai ragazzi una copia della
guida Alla scoperta della Basilica Ro-
mana Minore di San Lorenzo Martire;
la solenne cerimonia delle ore 11.00,
in particolare, è stata presieduta da
monsignor Giorgio Biguzzi, vescovo
emerito di Makeni, ed ha visto la con-
segna da parte di don Giancarlo Scal-
vini a nome del vescovo, a don Lucio
e alla comunità, del messale e della
mitria appartenuti al vescovo Giacinto
Gaggia.

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vita parrocchiale

         Nel pomeriggio sono invece state or-         per il paese, prima di approdare in
         ganizzate due visite guidate gratuite        piazza Libertà per la benedizione e il
         alla basilica, nel totale rispetto delle     discorso conclusivo tenuto dallo stes-
         normative vigenti. Non si trattava di        so Arcivescovo.
         un itinerario tradizionale e comple-         L’altare del Santissimo Sacramento,
         to, ma di un percorso pensato per            che ospita le preziose e famose tele
         mettere in luce la storia della nostra       del Tiepolo, era invece l’altare pre-
         chiesa e il legame con san Paolo VI.         diletto dal giovane Giovanni Battista
         Dopo una breve introduzione storica          Montini.
         per ricordare i motivi di fondazione
         della basilica e una tappa presso l’al-      Nato a Concesio da Giorgio e Giudit-
         tare dedicato a san Carlo Borromeo e         ta Alghisi, originaria di Verolavecchia,
         ai conti della famiglia Gambara – per-       Paolo VI non perse mai l’occasione
         sonaggi di importanza fondamentale           di recarsi in preghiera nella nostra
         per il nostro paese – ci siamo soffer-       basilica ogni qualvolta i genitori de-
         mati soprattutto sugli altari laterali, ai   cidessero di soggiornare, soprattut-
         quali è particolarmente collegata la         to in estate, nella villa dove Giuditta
         figura di Paolo VI.                          era nata. Nel discorso conclusivo
                                                      del Congresso Mariano sopra citato,
         L’altare del Santissimo Rosario con-         inoltre, Montini aveva detto: «Ecco,
         serva infatti una statua lignea della        io vorrei che il Congresso terminas-
         Madonna del Rosario, realizzata nel          se con questa preghiera nell’animo
         1959 da Pietro Repossi e incensata e         di tutti: il desiderio di un altro pane,
         incoronata da Montini in persona.            superiore, che la terra, pur nelle sue
                                                      moderne e stupende manifestazioni,
                                                      non ci può dare.
                                                      Se voi ascoltate la parola del Con-
                                                      gresso che avete celebrato, dovete
                                                      concludere: “Sia dato a noi il pane
                                                      del cielo”».
                                                      Difficile non pensare al Tiepolo e a
                                                      La caduta della Manna, che il giova-
                                                      no Paolo VI avrà sicuramente potuto
                                                      contemplare mentre pregava all’al-
                                                      tare del Santissimo Sacramento. Al-
                                                      tare che, come forse ricorderete, il
                                                      23 marzo 1855 ha ottenuto da papa
         Il 20 settembre 1959, infatti, Paolo VI,     Pio IX il titolo di “Altare Privilegiato”,
         che allora ricopriva la carica di Arcive-    predisposto cioè per la celebrazione
         scovo di Milano, era in visita a Vero-       di messe in suffragio delle anime del
         lanuova per celebrare la conclusione         Purgatorio.
         del Congresso Eucaristico Mariano
         della Bassa Bresciana Centrale, come         Il percorso si è concluso con la pos-
         ben ricorda un’iscrizione ai lati del        sibilità da parte degli spettatori di
         portone d’ingresso. La statua della          ammirare una piccola selezione di
         Madonna fu portata in processione            bolle papali e documenti conservati

8   l’angelo3
L'Angelo - Mensile di vita Parrocchiale anno XLVI - n. 3 marzo 2021 - Parrocchia di Verolanuova
VITA PARROCCHIALE
                                             Nel pomeriggio, alcuni parte-
                                             cipanti hanno espresso il desi-
                                             derio di assistere ad una visita
                                             guidata completa della basilica.
                                             In futuro potrebbero esserci an-
                                             che altre sorprese, ma per il mo-
                                             mento vi anticipiamo solo que-
                                             sto: domenica 21 marzo 2021,
                                             (restrizioni Covid permettendo)
                                             alle ore 14.45, visita guidata
                                             completa alla Basilica di Verola-
                                             nuova, della durata di circa un’o-
                                             ra. Prenotazioni SOLO dalle ore
                                             12.00 di lunedì 15 marzo al nu-
                                             mero 3385903816 (Laura). Nel
in Archivio Parrocchiale e relativi alla     rispetto delle normative vigenti
fondazione della nostra chiesa e ai          saranno disponibili 15 posti. Per
privilegi da essa ottenuti nel corso         qualsiasi informazione, siamo
dei secoli.                                  sempre a vostra disposizione!
Alle 17.15 abbiamo poi preso parte
alla presentazione della guida per ra-
gazzi, alla quale sono intervenuti con
un breve discorso anche don Lucio
Sala, il sindaco Stefano Dotti e don
Michele Bodei, che ci ha affiancato
nella realizzazione del libro.

Purtroppo le limitazioni imposte
dall’attuale situazione sanitaria non
hanno consentito la realizzazione dei
grandi festeggiamenti ai quali si pen-
                                           Laura Sala                 Don Lucio Sala
sava già da un paio di anni; nonostan-
te tutto, la partecipazione dei verolesi
è stata davvero calorosa! Ci sentiamo
quindi di ringraziare, anche a nome
dei nostri sacerdoti, tutti coloro che
hanno preso parte ai diversi eventi
organizzati, trasformando una comu-
ne domenica in una giornata di festa,
nella quale ricordare un avvenimento
così importante.
              Laura Sala e Fabio Pelosi    Don Michele Bodei          Stefano Dotti
                                                                              l’angelo3   9
L'Angelo - Mensile di vita Parrocchiale anno XLVI - n. 3 marzo 2021 - Parrocchia di Verolanuova
vita parrocchiale

          OMELIA DEL VESCOVO
          MONSIGNOR GIORGIO BIGUZZI
          7 FEBBRAIO 2021

                                                     dove libera un uomo dal potere del
                                                     male. Poi accetta l’invito a pranzo
                                                     nella casa di Simon Pietro e di suo
                                                     fratello Andrea. Gesù apprezza l’ami-
                                                     cizia e sta volentieri a tavola. Alcune
                                                     delle cose più belle e impegnative le
                                                     ha dette e fatte a tavola. Il dono di sé
                                                     nell’Eucaristia lo ha fatto nell’ultima
                                                     cena. In casa di Simone non trascu-
                                                     ra chi è ammalato. Gli parlano della
                                                     suocera di Simone che era a letto con
                                                     la febbre. Gesù la guarisce ed ella si
                                                     mette a servire, segno che è guarita
                                                     subito e bene.
          Monsignor Giorgio Biguzzi
                                                     Alla sera, finito il riposo sabbatico

          P   opolo Santo della chiesa di Dio in
              Verolanuova, [...] il 50° anniversa-
          rio dell’erezione di questa chiesa a
                                                     che imponeva una regolamentazione
                                                     molto rigida, la gente poteva ripren-
                                                     dere tutte le attività e poteva spostar-
          Basilica Romana Minore ci trova in un      si da un luogo all’altro (si passava dal-
          periodo di grave difficoltà e preoc-       la zona rossa alla zona bianca!). Così
          cupazione per l’intera nazione. Crisi      alla sera la gente si accalca alla porta
          economica, pandemia e vuoto politi-        di casa di Simone e vi porta i malati e
          co sono una grave minaccia per tutti,      gli indemoniati perché Gesù li guari-
          specialmente per gli anziani, i poveri     sca. Gesù trascorre il sabato sera per
          e gli uomini e le donne che perdono        aiutare le persone che lo cercano e
          il lavoro. Questo anniversario ci chia-    hanno bisogno di Lui.
          ma ad una rinnovata fedeltà a Cristo
          per essere sale della terra e luce del     Dopo il riposo notturno, al mattino
          mondo in un tempo di nebbia religio-       presto, si alza, si ritira in un luogo
          sa e sociale.                              solitario a pregare e poi riparte per
                                                     annunciare la Buona Notizia e offri-
          Lasciamoci guidare dal Vangelo che         re il suo aiuto ad altra gente e in altri
          abbiamo appena ascoltato.                  luoghi. La giornata di Gesù è costel-
          L’evangelista Marco ci presenta una        lata da momenti di preghiera, convi-
          tipica giornata di Gesù in un tipico       vialità con gli amici, riposo e lavoro.
          sabato ebraico. Al mattino Gesù par-       È la giornata su cui si deve modella-
          tecipa alla preghiera nella sinagoga       re anche la vita del cristiano e della
10   l’angelo3
comunità parrocchiale: preghiera,             mirarne le opere d’arte, ma il luogo

                                                                                                 VITA PARROCCHIALE
convivialità, amore e amicizia, riposo        dove il cuore pulsante della comunità
e lavoro.                                     cristiana batte e fa circolare il sangue
                                              che dà vita a tutto il corpo. Questa ce-
Le radici della comunità cristiana in         lebrazione, ha scritto don Lucio, “sia
Verolanuova sono molto antiche, an-           un aiuto in più a vivere meglio la vita
che se c’è incertezza su quando sono          della nostra comunità”. Non si celebra
sorti i primi luoghi di culto. Sappiamo       l’anniversario per custodire le ceneri
però quando è sorto questo magni-             del passato, ma per ravvivarne il fuo-
fico tempio, voluto e abbellito dai           co e per capire come vivere il vange-
Gambara. Proviamo ad immaginare               lo nell’oggi della nostra vita.
i tanti eventi di vita vissuta in que-
sto luogo. Credo che se partiamo              Oggi credere in Gesù e nel suo pro-
dagli inizi nei secoli scorsi fino a voi      getto per l’umanità può essere diffici-
qui presenti, non possiamo neppure            le. Tuttavia ai cristiani, ha detto Papa
contare quanta gente è entrata nel            Francesco, non è chiesto di essere
tempio per pregare, per aprire il pro-        tipi strani, ma persone che credono
prio cuore a Dio nei momenti di gioia         in un mondo migliore, un mondo di-
e di dolore; quanti battesimi, cresime,       verso dove “si testimonia la bellezza
celebrazioni eucaristiche, matrimoni,         della generosità, del servizio, della
incontri di preghiera, funerali sono          purezza, del perdono, della preghie-
stati celebrati. È un fiume di vita, di       ra, della lotta per la giustizia e il bene
fede, di impegno di cui noi siamo             comune, dell’amore per i poveri”
parte. Per questo la nostra celebra-          (Christus Vivit 36). Di queste persone
zione oggi diventa ringraziamento e           ne abbiamo tanti esempi non solo nei
un’occasione per rinnovare il nostro          santi ufficialmente riconosciuti, ma
impegno nella vita cristiana e la no-         nei tanti “santi della porta accanto”.
stra fedeltà a Cristo.
                                              Allora chiedo ai giovani: Che per-
Cinquanta anni fa Papa Paolo VI deci-         sone volete essere? Seguendo le
se di erigere questa chiesa a Basilica        notizie che ci giungono dai media,
Romana Minore. È un titolo onorifico          sembra che la nostra società abbia
basato sui ricordi personali di Papa          perso la speranza e si sia un po’ in-
Montini che apprezzava le grandi              cattivita. Corruzione, menzogna, vio-
opere d’arte qui contenute e, più an-         lenza, egoismo si sono infiltrati in tutti
cora, ammirava la fede viva dei vero-         i settori della società. E dire che in
lesi. Il conferimento di un titolo ono-       Italia quasi tutti sono stati battezzati e
rifico comporta un impegno. Paolo VI          cresimati. Che cosa è successo delle
nel documento del 1971 chiede che             promesse battesimali dopo il battesi-
la Basilica sia il luogo dove la pietà e      mo? Non si è cristiani solo per il fatto
la devozione, soprattutto la pietà eu-        di avere il proprio nome scritto nei
caristica, centro della vita cristiana, sia   registri parrocchiali del battesimo e
accuratamente alimentata come una             della cresima, ma per il fatto di vivere
fiamma: “Quasi flamma studiosissime           secondo il Vangelo.
alatur”. La Basilica non deve essere
mai un museo, che si visita per am-           Non lasciamoci rubare la speranza.
                                                                                     l’angelo3   11
vita parrocchiale

          Le persone gioiose nella fede, impe-
          gnate per il bene comune, sono an-
          cora tante, anche qui in questa chie-
          sa. Allora chiedo ancora una volta ai
          più giovani: Che persone volete es-
          sere? Non sto chiedendo che mestie-
          re volete fare, ma che tipo di perso-
          ne volete essere. Questo vale anche
          per noi adulti, per noi “diversamente
          giovani”. Che persone siamo? La vita
          cristiana non finisce col Battesimo, la
          cresima, e la prima comunione. Deve
          continuare tutta la vita. I modelli non
          mancano, non solo quelli del passa-
          to; ci sono anche quelli del nostro
          tempo. Allora chiedo ancora una vol-
          ta: che persone vogliamo essere?

          Carissimi Verolesi: siate degni di que-
          sto tempio e della grazia che il Si-
          gnore vi ha dato e vi dà. Incendiate
          col fuoco dello Spirito Santo questa
          comunità seguendo Cristo, lo stesso
          ieri, lo stesso oggi, lo stesso per sem-
          pre.

12   l’angelo3
FESTA DELLA VITA 2021

                                                       DALL’ ORATORIO
7 FEBBRAIO

L’  amore, come un seme, è in ogni
    cuore e nasce quando si trova nel-
le condizioni giuste.
Nella bustina trovate dei semi di fio-
re. Sono piccoli, possiamo tenerli in
una mano, sembrerebbero inutiliz-
zabili. In realtà, questi semi sono dei
piccoli vulcani di vita.
Prendendocene cura e trovando le
condizioni giuste per la loro crescita
(buona terra, sole, acqua e concime)
saranno pronti a fiorire.
Perché questo regalo quest’anno?
Perché il seme ci aiuta ad avere occhi
profondi e ci sprona a diventare con-
tadini, pazienti ed intelligenti. Conta-
dini della vita. Contadini del Regno
dei cieli, seminando con gioia semi
di pace, di giustizia, di coraggio, di
fiducia.
Buona coltivazione.

                                           l’angelo3   13
dall’oratorio

          L’URGENZA DELLA GIOIA
          VESTITI... DI GIOIA
          S  crive papa Francesco: Il santo è capace di vivere con gioia e senso dell’umo-
             rismo. Senza perdere il realismo, illumina gli altri con uno spirito positivo e
          ricco di speranza. Essere cristiani è «gioia nello Spirito Santo». Ci sono momenti
          duri, tempi di croce, ma niente può distruggere la gioia soprannaturale, che «si
          adatta e si trasforma, e sempre rimane almeno come uno spiraglio di luce che
          nasce dalla certezza personale di essere infinitamente amato, al di là di tutto».
          Da queste parole è nata l’idea di questo “strano Carnevale”: ci siamo vestiti ... di
          gioia, imitando alcuni santi. Ve li raccontiamo:

                                                      rinfrescanti. Hai cotto un fianco, mi-
                                                      serabile, giralo e mangia. Io ti rendo
                                                      grazie, Signore Gesù, perché ho me-
                                                      ritato di attraversare le porte del tuo
                                                      regno”. E muore.

          SAN LORENZO (225-258)
          Siamo alla fine della sua vita … L’im-
          peratore romano fa legare Lorenzo
          ad un letto a forma di graticola, sotto
          il quale viene messo il fuoco. Sopra
          le braci che scottano, Lorenzo pro-         SAN TOMMASO MORO
          nuncia una bellissima preghiera per         (1478-1535)
          tutta la città di Roma. “Impara” – dice     È il cancelliere del re d’Inghilterra.
          il martire – “che i carboni sono per me     Muore martire perché si rifiuta di ap-
14   l’angelo3
poggiare i progetti sbagliati del re.      amabile”. È un santo allegro, ad alcuni

                                                                                            DALL’ ORATORIO
Al momento di salire sul patibolo,         poteva sembrare un po’ superficiale,
su Londra tira un forte vento e, pur       ma dietro la sua spassosità si nascon-
essendo di luglio, fa anche freddo.        deva una forte spiritualità. Che vi fos-
Chiede una sciarpa di lana. I carcerie-    se qualcosa di straordinario in quel
ri credono che scherzi. “Affatto – dice    cuore lo costatarono i medici dopo
– Io ho il dovere di conservare la sa-     la morte, scoprendo che il suo cuore
lute fino alla morte, e ora non vorrei     era insolitamente grande e che due
buscarmi un raffreddore”. Il suo umo-      costole si erano curvate e spezzate
rismo si accende anche sul patibolo.       per fare spazio.
Quando Tommaso Moro giunge ai
piedi del palco per essere giustiziato,
chiede al boia: “Vogliate aiutarmi a
salire, sir”. Poi aggiunge: “Per scende-
re ci penserò da solo”. Mette la testa
sul ceppo, ma la rialza per accomo-
dare la barba: “Essa non ha tradito il
re – dice – quindi non deve essere ta-
gliata”. Raccontano che quando viene
decapitato la faccia sembrava ancora
sorridere.

                                           SANTA TERESINA DI LISIEUX
                                           (1873-1897)
                                           A Teresa piaceva ricordare di non
                                           essere altro che “una piccolissima
                                           anima”, incapace di superare le dif-
                                           ficoltà che le si presentano. Diceva
                                           ad un’amica suora: “Siamo troppo
                                           piccole per metterci al disopra delle
                                           difficoltà; bisogna che passiamo al
                                           disotto. Ricordati il giorno in cui, ad
                                           Alençon, siamo passate tra le zampe
SAN FILIPPO NERI (1515-1595)               di un cavallo che sbarrava l’entrata ad
Lo chiamavano “Pippo buono”, “il           un giardino, quando gli altri non sa-
burlone della corte di Dio”, “il santo     pevano come fare per tornare a casa.
                                                                                l’angelo3   15
dall’oratorio

          Ecco che cosa si guadagna ad esse-          frasi belle ci ha lasciato … “La felicità
          re piccoli! Non ci sono ostacoli per i      – diceva – è lo sguardo rivolto verso
          piccoli, si intrufolano dappertutto”.       Dio. La tristezza è lo sguardo rivolto
          Come si immaginava santa Teresina?          verso se stessi”. Una delle più famose:
          Lo dice con una bellissima frase: “Io       “Tutti nascono come degli originali,
          sono la Pallina di Gesù Bambino; se         ma molti muoiono come fotocopie”.
          vuole rompere il suo giocattolo, è li-
          bero di farlo: sì, io voglio davvero tut-
          to ciò che Egli vuole”.

                                                      GIULIA GABRIELI
                                                      (1997-2011)
          BEATO CARLO ACUTIS                          I genitori raccontano che Giulia non
          (1991-2006)                                 mancava mai a nessun incontro di ra-
          I suoi insegnanti raccontano che a          gazzi a cui la invitavano, anche quan-
          scuola era disponibile con tutti. Lo        do stava male. Dava sempre un con-
          aiutavano il suo carattere e la sua         siglio ai suoi coetanei: quello di non
          simpatia con i quali riusciva a coin-       aver paura di parlare e testimoniare
          volgere gli altri. Raccontava battute       Gesù agli altri. Lei non aveva affatto
          scherzose, era sempre allegro e se-         paura a parlarne. Anzi. L’aver incon-
          reno. Amava girare dei video amato-         trato Gesù era per lei la pietra ango-
          riali che poi mostrava ai suoi amici. In    lare su cui costruire la vita; il punto
          ogni cosa cercava di mettere grande         di partenza per dare senso a tutto il
          impegno. Anche quando si cimenta-           resto. Un giorno dice: “Io ora so che
          va a cucinare, perché voleva diventa-       la mia storia può finire solo in due
          re un bravissimo cuoco come quello          modi: o, grazie a un miracolo, con la
          che avevano i nonni a Torino. Quante        completa guarigione, che io chiedo
16   l’angelo3
al Signore perché ho tanti progetti da       due bei finali. L’importante è che sia

                                                                                               DALL’ ORATORIO
realizzare. E li vorrei realizzare proprio   fatta la volontà di Dio”. Nella malattia,
io. Oppure incontro al Signore, che è        è riuscita a comporre una coroncina
una bellissima cosa. Sono entrambi           fatta di preghiere di ringraziamento.

CARNEVALE
IN SCATOLA

                                                                                   l’angelo3   17
dall’oratorio

18   l’angelo3
CARNEVALE 2021

                                                 DALL’ ORATORIO
I RAGAZZI DELL’ ORATORIO COLORANO IL CARNEVALE
dall’oratorio

20   l’angelo3
AL CUORE SI COMANDA!

                                                                                            DALL’ ORATORIO
ECCOME!

P  erché un grande cuore rosso ai piedi della Madonna? Perché il cuore è den-
   tro di noi, ma vi è anche un pellegrinaggio per arrivare al cuore, talvolta
lungo, molto lungo. Tale pellegrinaggio costa molta fatica, ma è più prezioso
agli occhi del Signore e più fruttuoso. È il proposito che si sono presi i nostri
adolescenti, nella Messa di Quaresima che abbiamo celebrato domenica 21
febbraio. Vorremmo provare ad andare a fondo, nel nostro cuore, per riscoprire
la bellezza della vita e provare a prendere piccole, semplici decisioni guidati
non solo dal “mi piace” o “non mi piace”, ma dal desiderio di crescere.

Il cuore nasconde una tasca e, in quella tasca, ci sono i nomi dei ragazzi presenti
alla Messa, i nomi di chi non c’era, i nomi di chi non frequenta più l’Oratorio e
la Chiesa.
Quel cuore non ha la pretesa di essere un “voto” serio a Maria. Però porta con
sé una semplice preghiera: Voglia il Signore, attraverso l’intercessione di Maria,
concederci la grazia di risvegliare il cuore!

La grazia di risvegliare il nostro Oratorio!
                                                                                l’angelo3   21
dall’oratorio

          VESTIZIONE DEI CHIERICHETTI

          “N     oi ministranti seguiamo Gesù nel ritmo del dono e del servizio per il bene
                 della Chiesa!”

          È l’impegno che si sono presi Michele Bozzoni, Luca Brunelli, Marco Camisani e
          Luca Marini, che il 21 febbraio hanno vissuto il rito della vestizione.

          Cari amici, la nostra comunità vi augura un buon cammino e vi affida un compi-
          to: siate testimoni gioiosi di Gesù!

22   l’angelo3
l’angelo3
23
            DALL’ ORATORIO
dalla parrocchia di Cadignano

          GIORNATA DELLA VITA - 7 FEBBRAIO 2021

          “L   ibertà e vita”, è questo il tema
               che ha guidato la 43ª Giornata
          Mondiale della Vita, celebrata lo scor-
                                                    appare come un modo per affermare
                                                    la propria ed esclusiva volontà ma di-
                                                    venta l’azione che promuove il bene
          so 7 febbraio 2021 all’interno della      della collettività e quindi anche quel-
          nostra comunità.                          lo personale.
                                                    I protagonisti della Santa Messa del-
          La situazione di emergenza che ci sia-    le ore 10:30 sono state le famiglie
          mo ritrovati a vivere in questo compli-   che hanno battezzato i loro i bam-
          cato periodo ci porta a sperimentare      bini nello scorso anno. Sono proprio
          sulla nostra pelle quanto sia attuale     i più piccoli da cui parte il significato
          e, allo stesso tempo, delicato, il tema   profondo della Vita e a cui è necessa-
          della libertà. Improvvisamente abbia-     rio rivolgersi per continuare a vedere
          mo dovuto fare i conti con la limita-     la speranza in un futuro migliore.
          zione dei nostri rapporti interperso-     Il simbolo di questa giornata è stata
          nali, riducendo al minimo i contatti      una matita colorata, regalata al ter-
          con il prossimo.                          mine della celebrazione domenicale.
          La Giornata per la Vita 2021 ha volu-     Questo semplice oggetto ha volu-
          to essere un’occasione per vedere la      to significare come la nostra Vita sia
          libertà non solo come un “obiettivo”      disegnata dalle mani di Dio e solo
          da perseguire ma, soprattutto, come       lui può vedere il dipinto comple-
          uno “strumento” per raggiungere           to. Come afferma Madre Teresa di
          il bene comune, sia nostro che de-        Calcutta: “Tutto è stata opera di Dio.
          gli altri. Ciò che unisce realmente la    Niente è stato opera mia. Io non sono
          Libertà e la Vita è il concetto di Re-    che una piccola matita nelle mani di
          sponsabilità: senza un’adeguata mi-       Dio”. Queste significative parole sono
          sura e prudenza è infatti impossibile     state scelte per trasmettere, a tutti co-
          trovare una vera alleanza tra questi      loro che hanno partecipato alla Santa
          due aspetti che, al contrario, diven-     Messa, il valore che possiamo dare
          terebbero mezzi di prevaricazione.        alle nostre vite per adempiere al pro-
          Seguendo quest’ottica la libertà non      getto divino.

24   l’angelo3
LE POESIE DÈI MÉSS DI ELENA ALBERTI NULLI

                                        l’angelo3   25
arte & cultura

          PICCOLO RIPASSO DI STORIA DEL CRISTIANESIMO
          68. PIO IX E IL RISORGIMENTO

          Nonostante i tentativi portati avanti
          dai vari Papi per avvicinare la Chiesa
          alle mutate realtà socio-economiche,
          la presenza in Italia di uno Stato Pon-
          tificio nel periodo in cui ci si avvicina-
          va all’unità nazionale, rappresentò un
          sicuro ostacolo. Leone XII, Pio VIII e
          Gregorio XVI condivisero pienamen-
          te la politica reazionaria del cancellie-
          re austriaco Klemens von Metternich
          (1773-1859) e non solo non incorag-
          giarono, ma osteggiarono aperta-
          mente i moti risorgimentali, attirando
          sul potere temporale dei Papi una
          carica di odio tale che la sua soprav-
          vivenza momentanea dovette essere
          sostenuta dall’aiuto determinante
          della Francia.

          Nel 1846, il 17 giugno, Giovanni Ma-
          ria Mastai Ferretti salì al soglio di Pie-
          tro con il nome di Pio IX. La sua nomi-      mutare radicalmente la propria po-
          na fu accolta inizialmente con favore,       litica. Con l’aiuto di Napoleone III ri-
          essendo considerato uno spirito li-          conquistò Roma e tutto il suo Stato,
          berale e quando, il 14 marzo 1848,           ristabilendo nel contempo l’antico re-
          diede una costituzione al suo Stato,         gime assolutistico. Ma ormai il moto
          la popolazione la accolse con gran-          di unificazione nazionale, alla cui te-
          de entusiasmo. Ma già nel mese di            sta si era posto Vittorio Emanuele II
          novembre, all’apertura della camera          con il suo primo ministro Camillo Ca-
          dei deputati, il primo presidente dei        vour, era diventato inarrestabile.
          ministri Pellegrino Rossi venne assas-
          sinato da radicali rivoluzionari. Non        Nel 1859 lo Stato perse la Romagna
          volendo rischiare una guerra civile, il      e, nel 1860, dopo la sconfitta di Ca-
          Papa fuggì a Gaeta, accolto da Ferdi-        stelfidardo (18 settembre) le truppe
          nando II di Borbone.                         pontificie furono costrette ad abban-
                                                       donare l’Umbria e le Marche. Dopo
          Il programma politico del Rossi rap-         che nel 1861 Vittorio Emanuele II si fu
          presentava un tentativo di conciliare        fatto proclamare, a Torino, re d’Italia,
          le istanze rivoluzionarie con gli inte-      il principale obiettivo divenne Roma.
          ressi del Papa: la sua uccisione, nello      Per due volte Garibaldi, nel 1862 e
          spegnere ogni speranza di possibile          nel 1867, tentò di conquistarla, ma
          compromesso, spinse il pontefice a           le truppe francesi che presidiavano
26   l’angelo3
la città riuscirono a respingere i vo-        Maria, attraverso la proclamazione,

                                                                                                 ARTE & CULTURA
lontari del generale. Nel 1870 però la        nel 1854, del dogma dell’Immacolata
Francia, entrata in guerra con la Ger-        Concezione. Nel frattempo nel 1846
mania, fu costretta a ritirare le proprie     a La Salette e nel 1858 a Lourdes si
truppe di stanza a Civitavecchia. I           verificarono le apparizioni a due
piemontesi ne approfittarono subito           pastorelli savoiardi e a Bernardette
e, dopo un breve cannoneggiamen-              Soubirous. Nel 1867 venne celebrato
to, riuscirono ad entrare nella Città         con grande rilievo il centenario della
Eterna attraverso la breccia di Porta         morte di S. Pietro mentre, nel 1871,
Pia. Era il 20 settembre e terminava          vi furono i festeggiamenti per il suo
così l’esistenza millenaria dello Stato       venticinquesimo di pontificato, tra-
Pontificio.                                   guardo mai prima raggiunto da altri
                                              papi.
Nel giugno del 1871, Vittorio Ema-            Il suo grande zelo religioso lo portò
nuele fissò la propria residenza a            a promuovere, nel 1864, due docu-
Roma, insediandosi al Quirinale. Le           menti: il “Sillabo” e l’enciclica “Quan-
proteste e le scomuniche del Papa,            ta cura” dove, preoccupato per la cre-
che si era nel frattempo ritirato in          azione in Germania, Messico ed Haiti
Vaticano, furono inutili. Con la legge        di nuove chiese nazionali, venivano
delle guarentigie il nuovo governo gli        raccolte le condanne già emanate
concesse una rendita annua, il pieno          precedentemente nei confronti di
esercizio delle funzioni spirituali, i di-    vari errori dottrinali, delle società se-
ritti sovrani e l’inviolabilità. Pio IX re-   grete, del socialismo e di tutte le dot-
spinse queste offerte, considerandosi         trine che minavano il primato civile
“prigioniero del Vaticano”. Nel 1878,         del Pontefice, riaffermando inoltre la
con il famoso Non expedit, proibì ai          validità di alcune leggi della morale
cattolici la partecipazione alle elezio-      naturale e cristiana.
ni politiche, con il risultato di tenere
lontane dalla vita politica tante per-        In sintesi, si può dire che il governo
sone di valore, di lasciare il campo          di Pio IX fu essenzialmente difensi-
alle forze radicali e di far inasprire        vo: rafforzò e purificò la Chiesa, ma
i rapporti tra il governo italiano e la       la isolò dalla società civile e non
Chiesa.                                       permise aperture verso le idee del
                                              mondo contemporaneo. Soprattutto,
Detto dell’attività “politica” di Pio IX,     non capì che l’intransigenza avrebbe
non si può non riconoscere che ne             rischiato di rendere sterili anche le
svolse una parallela di natura spiri-         attività più buone e che le condizioni
tuale, dando un notevole impulso              del cattolicesimo ne avrebbero risen-
all’opera missionaria e autorizzan-           tito in maniera rilevante. I suoi ultimi
do l’istituzione di oltre 200 nuove           anni di pontificato furono molto tristi
diocesi in tutto il mondo. Numerose           e nei suoi discorsi e nei suoi scritti ve-
confraternite ed associazioni venne-          nivano ripetute con insistenza accuse
ro riconosciute e promosse durante            contro gli usurpatori del suo Stato e
il suo pontificato e tra queste la So-        contro i suoi nemici. Morì il 17 febbra-
cietà della Gioventù cattolica fondata        io 1878.
nel 1868 da Mario Fani e da Giovanni
Acquaderni. Grande attenzione ven-                                 Sergio Amighetti
ne riservata alla figura della Vergine                                (… continua…)
                                                                                     l’angelo3   27
le nostre rubriche

          VEROLA MISSIONARIA

                          XAVERIAN FATHERS
                                   FATHERS	
  
                                                                                          	
  
                              ATTESTAZIONE DI EROGAZIONE LIBERALE
                   A FAVORE DELLE MISSIONI SAVERIANE IN BANGLADESH.

          Io sottoscritto, PIETRO LUIGI LUPI, cittadino italiano, passaporto N: YB5048687,
          Missionario Saveriano in Bangladesh, DICHIARA di aver ricevuto da parte del
          Gruppo Missionario “CONOSCERCI”, Verolanuova, Brescia, nel mese di novem-
          bre 2020, a mezzo dell’Associazione Missionaria Savariani Onlus, il sostegno
          per l’intero anno scolastico 2021, alla conduzione del Progetto:

                   - Scuola “San Li Mro Para”, Lama, Bandarban, Bangladesh.
          Con riconoscenza,
          In fede,

                                                              P. Pietro Luigi Lupi s.x.
                                                              DHAKA 06.01.2021

28   l’angelo3
LE NOSTRE RUBRICHE
Il Gruppo Missionario “CONOSCER-
 CI” non è andato in pensione anche
se non fa più attività manuale, quale
                                             stizie, ci sta interpellando sempre di
                                             più. I nostri sforzi si stanno accentran-
                                             do sull’istruzione, la cultura, la forma-
sgombero cantine e riciclo.                  zione professionale sempre a fianco
                                             dei missionari.
Con la pubblicazione dei nostri arti-        Oggi veniamo contattati da molte as-
coli in cui siamo chiamati amici dai         sociazioni, istituti religiosi che sono in
bambini dell’Amazzonia brasiliana,           difficoltà. È sempre stata prioritaria la
come pure dai bambini e bambine              nostra attenzione all’esperienza esi-
della scuola di San Li Mro del Bangla-       stenziale perché sarebbe impossibile
desh per noi si tratta di un impegno         tralasciare nella vita la propria “mis-
non indifferente, è comunque un mo-          sione” di qualsiasi genere essa sia.
tivo in più per sentirci utili a prosegui-
re la nostra missione.                       La vera Missione per ognuno è lo
                                             Spirito del Signore che spinge ad
Questa pandemia che sta travolgen-           aiutare, accogliere chi è nel bisogno
do il mondo intero e che crea tante          “con-passione”, vegliare, aiutare e
difficoltà, specie per i più poveri che      promuovere.
devono sopportare troppi problemi,
che non hanno reddito e molte ingiu-                           Gruppo Missionario
                                                                  “CONOSCERCI”

                                                                                    l’angelo3   29
le nostre rubriche

          EVANGELIZZARE:
          I GIOVANI: INTERESSE O NOIA?

                  S      tando a quanto don Bo-
                         sco diceva: “basta che
                     siate giovani perché io vi ami
                                                       proprie tendenze giovanili che porta-
                                                       vano progressivamente al vizio. Don
                                                       Bosco girando e girando per le vie di
                     assai!” Noi abbiamo un de-        Torino riesce piano piano, e non sen-
                     bito di riconoscenza per chi      za difficoltà, a raggruppare un buon
                     ha detto questo e un debito       numero di giovani sfaccendati a cui
                     di impegno circa l’oggetto        proporre una famiglia, un ricreatorio,
                     della frase. Se io guardo la      un lavoro e una educazione adatta a
                     realtà che vivo attorno a me      loro. La ricerca risulta parecchio ar-
                     posso ben dire che parlando       dua ma l’insistenza, il coraggio e la
                     dei genitori noto un gene-        buona volontà di don Bosco riusciva
                     ralizzato sospetto: chi si fida   a fare miracoli. Che miracoli ha com-
                     più dei giovani oggi? E così      piuto questa tenacia educativa al
                     andando si diffonde questo        punto che anche le autorità civili, non
          malumore e questa “malfidenza” nei           di sicuro di stampo cattolico, furono
          confronti di queste persone con le           conquistate dalla tenacia e volontà
          quali abbiamo a che fare tutti i gior-       del giovane prete piemontese.
          ni. Tra gli educatori (genitori, adulti in   Queste indicazioni di premessa pos-
          genere, insegnanti, sacerdoti) si inge-      sono far sembrare un’avventura sem-
          nera doppia funzionalità dei giovani:        plice che toccò a don Bosco, tutt’altro.
          forti nelle cose da fare e problematici      Ricordiamo a onor del vero l’impe-
          nelle cose da dire e da provare. Cer-        gno di questo sacerdote a cercare in
          chiamo sempre i giovani per le cose          tutti i modi una vera e sana educazio-
          difficili e impegnative da fare ma non       ne dei giovani affidati alle sue cure
          li cerchiamo mai come consiglieri e          pedagogiche. La cosa bella che noi
          propositivi in ciò che c’è da program-       notiamo nel sistema pedagogico di
          mare. Riandando alla storia di don           don Bosco era soprattutto che quan-
          Bosco dobbiamo subito sottolineare           do parlava di giovani intendeva non
          come nel suo tempo, l’ottocento, i           solo quelli ossequienti, obbedienti
          ragazzi adolescenti giovani, dovute          e buoni come san Domenico Savio
          le situazioni economiche familiari,          ma privilegiava soprattutto quelli più
          erano lasciati un po’ ai margini: o su-      poveri e bisognosi in tutti i sensi e ai
          bito al lavoro duro o abbandonati a          quali voleva dare una buona forma-
          istituzioni provvidenziali (dove esiste-     zione secondo cui tutti i ragazzi del
          vano) e quindi crescevano quasi au-          suo oratorio dovevano uscire nella
          tonomamente e come la provvidenza            vita: onesti cittadini e bravi cristiani.
          dava loro di vivere. Famose erano le         Il carisma salesiano prende lo spun-
          retate educative di don Bosco a To-          to da un santo rinascimentale: San
          rino alla ricerca di quei ragazzi, ed        Francesco di Sales, da qui il nome
          erano tanti, sprovvisti di lavoro, di        salesiani, che fu l’ideatore del titolo
          una stabile famiglia, abbandonati alle       che don Bosco dà alla sua congre-
30   l’angelo3
gazione, sarà chiamata Salesiani. Va       di lavoro timorati di Dio, cercava oc-

                                                                                              LE NOSTRE RUBRICHE
da sé che il sogno dell’educazione         casioni di svago per loro le più sane
salesiana è tutta accentrata sulla dol-    possibili, cercava insomma un tempo
cezza, amorevolezza che ogni ragaz-        ed un ambiente favorevole alla loro
zo riceverà frequentando l’oratorio        crescita umana e cristiana. Oltre a ciò
di don Bosco. Un grande vantaggio          tutelando in tutto i suoi lavoratori offri
pedagogico per questi ragazzi sarà         anche nel suo oratorio delle possibi-
quello di stare insieme nell’oratorio,     lità di impiego per alcuni altri ragazzi
di avere un padre come don Bosco           non impegnati altrove: una stamperia
e una mamma come mamma Mar-                per editare libri e volantini, una espe-
gherita che accompagnò don Bosco           rienza teatrale che rendesse i ragaz-
a Torino dopo la morte del marito.         zi capaci di assimilare contenuti e di
Gli inizi di questo tentativo educativo    renderli sul palcoscenico, aziende o
furono certo non facili: mancava una       fabbriche che curassero calzature per
casa per alloggiare i ragazzi, don Bo-     gli educatori e per i ragazzi-convittori.
sco doveva provvedere a tutto e ogni       La fantasia poi aprì mente e cuore di
ragazzo aveva il suo mondo di pro-         don Bosco di bussare alle porte dei
blemi e di gioventù. E quando un ra-       tanti benefattori che in modo diret-
gazzo sbagliava che fare? Don Bosco        to o indiretto sovvenivano ai bisogni
aveva studiato uno stile suo proprio       della grande famiglia salesiana. Non
per richiamare il ragazzo deficitario:     dimentichiamo però un aspetto fon-
una parolina all’orecchio. I rimproveri    damentale di questo carisma di don
hanno sempre dato fastidio ad ogni         Bosco: l’apertura alle missioni estere.
persona, occorreva perciò corregge-        Cresciuti alcuni ragazzi, e assunte le
re senza svalutare la persona: ecco        responsabilità nella Chiesa aprirono
perché don Bosco privilegiava una          mente e cuore alla prima esperienza
correzione individuale, possibilmen-       missionaria in America Latina, nella
te all’orecchio sottovoce. Qualunque       quale ebbe modo di sperimentare
cosa un ragazzo avesse fatto richie-       la bontà del suo metodo formativo,
deva immediatamente l’incontro             evangelizzare quelle popolazioni
assolutorio del sacerdote, vicario di      e creare un naturale scambio tra la
Cristo, e immediatamente mettere il        Chiesa-madre e le popolazioni che
ragazzo in condizione di non essere        nelle lontane terre sudamericane e
turbato delle malefatte, correre a gio-    poi in altre parti, potessero godere
care con gli altri e così non pensare      della bontà e preziosità del suo ca-
più all’accaduto. È da ricordare inoltre   risma. La cosa bella che possiamo
che don Bosco raccomandava la con-         ricordare qui è stata l’assoluta origi-
tinua occupazione del tempo libero         nalità e modalità con cui questo ca-
perché ogni ragazzo avesse modo e          risma educativo si è espanso in tutto
tempo di scacciare ogni tentazione         il mondo grazie anche all’ingegno di
e quindi riprendere quel cammino           questo grande santo. A sommi capi
di formazione iniziato. Se il tempo        ma con grande affetto rileggiamo la
di studiare e giocare poteva essere        vicenda di questo grande santo per-
bene impiegato, un altro modo edu-         ché anche noi possiamo fare dell’e-
cativo che don Bosco prediligeva era       ducazione una grande carta vincente
quello del lavoro. Per i propri ragazzi    per la nostra gioventù.
cercava un lavoro che fosse di aiuto
per la propria crescita, cercava datori                                Don Sergio
                                                                                  l’angelo3   31
le nostre rubriche

          IL PROFETA AGGEO

          I l libro di Aggeo, redatto intorno al
            520 a.C. circa, è composto da 2 ca-
          pitoli e contiene vari oracoli, ma, in
                                                     presente. Ma c’è di più. Dice infatti il
                                                     Signore: “Dice infatti il Signore degli
                                                     eserciti: Ancora un po’ di tempo e io
          particolare, esortazioni agli Ebrei a      scuoterò il cielo e la terra, il mare e la
          ricostruire il tempio che confermano       terraferma. Scuoterò tutte le genti e
          la speranza messianica.                    affluiranno le ricchezze di tutte le gen-
          Con Aggeo inizia l’ultimo periodo          ti e io riempirò questa casa della mia
          profetico, quello dopo l’esilio babi-      gloria, dice il Signore degli eserciti…
          lonese. Prima dell’esilio la “parola       sii forte, popolo tutto del paese” (Ag
          d’ordine” dei profeti era stata “pu-       2,6-7). Ancora una volta, come in pas-
          nizione”; durante l’esilio è diventata     sato, Dio avrebbe aiutato il suo popo-
          “consolazione”. Ora è “restaurazione”.     lo, rendendoli forti, donando anche
          Aggeo arriva in un momento in cui,         la vittoria sui nemici circostanti. Gli
          i giudei rientrati da Babilonia, stanno    Ebrei, deboli e impauriti, potevano
          costituendo una nuova comunità in          essere forti perché il loro Dio è forte.
          Palestina e ricostruendo il Tempio.        Oggi come allora, tramite le parole
          Il Tempio era il luogo privilegiato ad     del profeta Aggeo, Dio ci invita a ri-
          accogliere la presenza di Dio e rico-      flettere sulla nostra condotta. Quan-
          priva un’importanza centrale nel rap-      te volte, infatti, appena usciti dalle
          porto degli uomini con Dio. Per que-       prove o dopo avere sperimentato la
          sto i Giudei, come ricordato anche         misericordia del Signore, siamo pieni
          nel libro di Esdra, iniziarono subito la   di entusiasmo. Poi di fronte a nuove
          sua ricostruzione.                         avversità della vita, ci perdiamo d’a-
          I Giudei iniziarono bene quest’ope-        nimo e trascuriamo il nostro rapporto
          ra per poi smarrirsi, presto infatti si    con Dio, anziché affidarci interamen-
          occuparono di altre faccende, come         te a Lui. Molte volte il demonio riesce
          la costruzione e la decorazione del-       a farci credere che il nostro impegno
          le proprie abitazioni. Visto ciò, Dio      per Dio non serve a nulla e siamo
          scelse di mandare il profeta Aggeo         tentati di mollare tutto. Non bisogna
          per ammonirli e ricordare loro quali       cedere a questa tentazione. Anzi, le
          fossero le vere priorità. Il popolo ri-    complicazioni mettono alla prova la
          conobbe l’autorità del Signore e rice-     nostra fede, ci purificano e permetto-
          vette in cambio la promessa: “corag-       no di avere ancora più fede. Quando
          gio, popolo tutto del paese - oracolo      siamo deboli, Dio è forte e possiamo
          del Signore - e al lavoro, perché io       essere forti in Lui.
          sono con voi” (Ag, 2,4). Si tratta del-    La più grande benedizione è la co-
          la frase certamente più rassicurante       munione con Dio, questo richiede
          che possa essere pronunciata: anche        un percorso e un desiderio di santità
          in mezzo alle difficoltà, anche contro     con un autentico timore verso di Lui.
          ogni aspettativa umana, il Signore è       Quando Dio è con noi, il nostro ope-
32   l’angelo3
rare non sarà mai vano. Al contrario,       ogni cosa e qui, sulla Terra, abbiamo

                                                                                              LE NOSTRE RUBRICHE
senza Dio nella nostra vita manche-         delle possibilità che non si ripeteran-
rà sempre qualcosa. Si mangerà, ma          no mai più. Per questo non dobbia-
senza essere sazi. Si berrà, ma senza       mo sprecarle.
essere ristorati. Si vivrà, ma senza tro-
varne il senso. Ci si trascinerà in un’e-   Gesù ci ha ammonito dicendo: “Cer-
sistenza banale, in cui ogni giorno è       cate prima il regno e la giustizia di Dio
uguale all’altro, senza alcuna gratifi-     e tutte queste cose vi saranno date in
cazione reale.                              più” (Mt 6,33. Chi è stato perdonato e
Non siamo responsabili per i no-            salvato dai suoi peccati, appartiene a
stri risultati, ma siamo responsabili       Dio e non sarà mai solo. Dio è fedele
della nostra obbedienza al Signore,         sempre, anche quando lo releghiamo
lasciando che Lui si occupi dell’esi-       in un angolo. Dio ha promesso che
to. Abbiamo il dovere di annaffiare i       non abbandonerà mai coloro che,
semi, curare le piante, ma la crescita      con la morte e resurrezione di Cristo,
e i frutti appartengono a Dio. Non sa-      sono stati redenti e salvati. Come gli
ranno, forse, i frutti che pensavamo di     Ebrei di quel tempo, allora, non dob-
cogliere, ma saranno i frutti migliori      biamo temere nulla se Dio è con noi.
che potremo far maturare se ci affide-
remo alle Sue cure. C’è un tempo per                    Diac. Francesco Checchi

Il profeta Aggeo                                                                  l’angelo3   33
le nostre rubriche

          LA SCUOLA DELLA PAROLA
          Dall’opera di Carlo Maria Martini “I Vangeli”
          Esercizi spirituali per la vita cristiana

          CONTEMPLARE LA PASSIONE

                                                      confronto diretto con Gesù, vivendo
                                                      ciascuno il mistero della propria pre-
                                                      sa di posizione verso il Regno.

                                                      Gesù continua, nella sua passione, la
                                                      sua missione di presentare il mistero
                                                      del Regno alle persone più diverse e
                                                      più lontane, a quelle che più sembra-
                                                      no respingerlo, per compiere sino in
                                                      fondo la sua missione di essere con
                                                      noi. In qualche modo si verifica anco-
                                                      ra la parabola del seminatore: Gesù
                                                      si presenta – come seme – in diversi
                                                      terreni e in ciascuno va incontro a una
                                                      sorte diversa.

                                                      È possibile allora meditare la pas-
                                                      sione come una serie di episodi, di
                                                      situazioni, in cui Gesù continua eroi-

          V   enendo alla passione in se stessa,
              propongo un modo di contem-
          plarla che, penso, sia consono alla
                                                      camente a essere il maestro buono,
                                                      che insegna come perdere la vita per
                                                      acquistarla, come rinnegare sé stessi,
          struttura di Marco. Nel suo vangelo la      come prendere la croce, come farsi
          passione è tutta un susseguirsi di pic-     servo e schiavo di tutti; realizzazio-
          coli quadri che descrivono situazioni       ne, cioè, del programma che egli ha
          umane, cioè confronti di persone.           enunciato nei capitoli 9 e 10 di Mar-
                                                      co.
          Non è tanto un resoconto concatena-
          to di eventi. E neanche uno studio sul-     Possiamo contemplare questi quadri,
          la concatenazione delle cause, anche        uno per uno, considerando in ciascu-
          se questo è presente. Il modo di rac-       no il mistero del Regno come seme
          contare di Marco è piuttosto quello di      evangelico che riceve risposte di-
          una serie di quadri in cui i diversi per-   verse: Gesù e Giuda, Gesù e le guar-
          sonaggi di questo mondo entrano in          die, Gesù e il sinedrio, Gesù e Pietro,
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Gesù e Pilato, Gesù e Barabba con la        punto comincia un fluire graduale di

                                                                                             LE NOSTRE RUBRICHE
folla, Gesù e i soldati, Gesù e Simone      consolazione e di pace. Già nella pas-
di Cirene, Gesù e i crocifissori, Gesù      sione, così come è raccontata, nasce
e i derisori, Gesù e il Padre, Gesù e il    dunque il senso della consolazione e
centurione, Gesù e le donne presso          della pace che durerà fino al sepol-
la croce, Gesù e gli amici.                 cro, preparando la scena della risur-
Si tratta di una galleria di persone che    rezione.
si confrontano con il seme del Regno.
Ciascuno con una diversa risposta,          Possiamo tener conto di questa pro-
davanti a un Gesù sempre uguale nel         gressione e poi del graduale suben-
suo atteggiamento di disponibilità e        trare di una nuova atmosfera, quan-
di offerta di salvezza.                     do Gesù è sulla croce. Assaporiamo
Basta prendere una dopo l’altra que-        il mutamento che misteriosamente il
ste scene e contemplarle. C’è in esse       crocifisso arreca a coloro che gli sono
una certa progressione, un crescen-         vicini: le donne, gli amici.
do continuo di umiliazioni sino alla
scena decima, quella dei derisori.          Ecco alcune indicazioni per una rifles-
                                            sione su queste scene della passione.
Un altro particolare importante, in         Esse devono costituire un frequente
queste scene, è il silenzio di Gesù.        argomento della nostra contempla-
Parla brevemente all’inizio, parla a        zione, perché sono il contravveleno
Giuda, parla alle guardie, al sommo         quotidiano a quella atmosfera del
sacerdote, parla ancora nella quarta        mondo in cui viviamo e di cui parla
scena, a Pilato. E poi tace. Tutti girano   Paolo scrivendo agli Efesini. È nell’at-
attorno a Gesù come in una dramma-          tenta contemplazione della passione
tica giostra ed egli, col suo silenzio,     che si sciolgono i nodi di situazioni
domina tutto. Contempliamo il con-          difficili a comprendersi e si chiarisco-
trasto tra le persone che si agitano,       no i giudizi su situazioni ambigue.
che fanno e dicono una cosa o l’altra       Confrontato con questo paradigma,
e Gesù che, con la sua silenziosa pre-      ciò che è scoria viene a cadere e ri-
senza, è al centro, dominatore di tutta     mane, invece, ciò che evangelica-
una situazione caotica e convulsa. Col      mente vale. È forse per mancanza di
suo esistere, col suo essere là, Gesù       riflessione, di meditazione, di con-
parla, Gesù giudica.                        templazione sulla passione di Gesù,
E infine l’ultima parola di Gesù, il        che oggi assistiamo a molte confu-
grido “Dio mio, Dio mio, perché mi          sioni. La passione ha una parte così
hai abbandonato?”, che esprime, al          preponderante nei Vangeli, proprio
tempo stesso, l’apice e il fondo del        per offrirci un elemento sicuro di di-
cammino della croce, percorso sino          scernimento.
all’estremo della desolazione ma che,
insieme, manifesta un’immensa fidu-
cia.                                        (Tratto dal II volume “Opera omnia”
                                            edito da Bompiani /Rizzoli Libri 2016)
Al centro di tutto, nella scena unde-
cima sta questa parola di Gesù, la
sua invocazione al Padre. Da questo                      A cura di Bonini Natale
                                                                                 l’angelo3   35
le nostre rubriche

          “VITA E CAMMINO DI FEDE DI FRANCESCO D’ASSISI“

          DA SAN DAMIANO
          ALLA PORZIUNCOLA
          IL MANDATO È CHIARO

          Q      uando Francesco confessa: “Lo
                 stesso altissimo mi rivelò che do-
          vevo vivere secondo la forma del san-
                                                       a pregare, a chiarire la sua chiamata,
                                                       ma non vi si è stabilito. Francesco sce-
                                                       gliendo di vivere secondo il Vangelo,
          to Vangelo” (FF 116) e quando, ormai         in forza di tale orientamento non può
          prossimo a morire, raccomanda “più           rimanere e non rimane indifferente
          di ogni altra norma il santo Vangelo”        all’invito di Gesù ai discepoli, che è
          (FF 806), si muove nel contesto del-         quello di provarsi e dare continuità e
          la storia della propria conversione:         compimento alla costruzione del Re-
          ascoltando il Vangelo, gli si chiarì che     gno di Dio sulla terra. Oltre che ten-
          cosa dovesse fare.                           dere alla propria santificazione o sal-
          È partendo da questo presupposto             vezza, il Vangelo chiede di dedicarsi,
          che si sciolsero molti dubbi e che la        prima di tutto, a quella degli altri.
          sua vita trovò definitivamente la dire-      Solo così si può essere più sicuri del-
          zione e la meta. Cessarono i suoi ten-       la propria. La spoliazione, la povertà,
          tennamenti e fu mosso dallo slancio          la semplicità, l’umiltà, sono già una
          di compiere imprese mai tentate pri-         tacita testimonianza, ma Gesù chiede
          ma. Scrive il Celano: “Da allora, con        anche di annunciare, commentare,
          grande fervore ed esultanza, egli co-        spiegare il Vangelo: “Quello che ave-
          minciò a predicare la penitenza, edi-        te udito in segreto, predicatelo dai
          ficando tutti con la semplicità della        tetti” (Lc 12, 13-14). Ed egli cammina
          sua parola e la magnificenza del suo         con il suo tempo, si sposta in mezzo
          cuore” (FF 358).                             al trambusto delle città o nel silenzio
          Un tale entusiasmo infiamma e trasci-        delle campagne, mescolandosi, sen-
          na e Francesco non rimase a lungo            za confondersi, con i rispettivi abitan-
          solo. Chi ha chiarito a se stesso i pro-     ti, sempre umile e dimesso, ma forte
          pri obiettivi e si appresta a perseguirli    e travolgente come il candore del-
          con gioia, questi trova chi lo aiuta.        la sua anima e la semplicità del suo
          Il ritiro, la solitudine, il deserto fanno   cuore. E anche se la sua presenza,
          parte della spiritualità di Francesco,       se le sue doti fisiche, la sua oratoria
          ma non sono e non saranno mai la             non erano eccezionali, le sue doti di
          sua aspirazione definitiva. Fin dai pri-     qualità interiori, la sua tenerezza, la
          mi incontri con il Vangelo comprese          sua dolcezza, la sua semplicità, erano
          che era volontà di Dio che rimanesse         sempre disarmanti.
          nel mondo e non si ritirasse in eremi        A ciascuno parlava di quello che ave-
          o in conventi. Egli si è portato spesso      va nel cuore e soprattutto parlava
          nel deserto, negli eremi, a meditare e       come un fratello ai fratelli. Il vangelo è
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