IPhone si danneggia con l'acqua, l'Antitrust multa Apple - L'Osservatore d'Italia
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iPhone si danneggia con l’acqua, l’Antitrust multa Apple iPhone resistente all’acqua? Sembra proprio di no. Quindi non fatelo. La pubblicità della Apple che vantava la resistenza dei suoi smartphone all’acqua è stata giudicata ingannevole dall’Antitrust che ha deciso una sanzione al gruppo della mela, che si è anche rifiutata di prestare assistenza per gli smartphone danneggiati, di 10 milioni di euro. L’autorità ha ritenuto pratiche commerciali scorrette la la diffusione di messaggi promozionali di diversi modelli di iPhone in cui veniva esaltata la caratteristica di risultare resistenti all’acqua per una profondità massima variabile tra 4 metri e 1 metro a seconda dei modelli e fino a 30 minuti. Secondo l’Autorità, però, nei messaggi non si chiariva che
questa proprietà è riscontrabile solo in presenza di specifiche condizioni, per esempio durante specifici e controllati test di laboratorio con utilizzo di acqua statica e pura, e non nelle normali condizioni d’uso dei dispositivi da parte dei consumatori. I modelli pubblicizzati sono iPhone 8, iPhone 8 Plus, iPhone XR, iPhone XS, iPhone XS Max, iPhone 11, iPhone 11pro e iPhone 11 pro Max. Per l’Antitrust, come descritto in una nota, inoltre, la contestuale indicazione del disclaimer “La garanzia non copre i danni provocati da liquidi”, dati gli enfatici vanti pubblicitari di resistenza all’acqua, è stata ritenuta idonea a ingannare i consumatori non chiarendo a quale tipo di garanzia si riferisse (garanzia convenzionale o garanzia legale), né è stata ritenuta in grado di contestualizzare in maniera adeguata le condizioni e le limitazioni dei claim assertivi di resistenza all’acqua. L’Antitrust ha poi ritenuto idoneo a integrare una pratica commerciale aggressiva il rifiuto da parte di Apple, nella fase post-vendita, di prestare assistenza in garanzia quando quei modelli di iPhone risultavano danneggiati a causa dell’introduzione di acqua o di altri liquidi, ostacolando in tal modo l’esercizio dei diritti ad essi riconosciuti dalla legge in materia di garanzia ossia dal Codice del Consumo. Al momento Apple, a cui è stata richiesta la pubblicazione del provvedimento dell’Autorità sul sito internet italiano, non ha commentato la sentenza. F.P.L. Devil May Cry V Special
Edition, Vergil superstar della Next-Gen Devil May Cry V Special Edition arriva sulle piattaforme di nuova generazione targate Microsoft e Sony e offre un pacchetto completo che, oltre ai contenuti già visti nell’edizione base (qui la nostra recensione) della ormai “Old-Gen”, andrà a integrare una serie di novità realizzate appositamente per l’architettura dei nuovi hardware, ma anche per rispondere alle innumerevoli richieste da parte di una community più vogliosa di sfide che mai. Devil May Cry 5 torna dunque su Xbox Series X/S e Ps5 con una riedizione a al costo di 39.99 euro che, oltre ad aggiungere la possibilità di rigiocare la campagna originale nei panni di Vergil, include una manciata di cut-scene inedite che ci mostrano gli eventi dal punto di vista del fratello di Dante. Si tratta, però, di brevi filmati che falliscono nel tentativo di fornire una prospettiva più completa sulla sceneggiatura del quinto episodio, che avrebbe certamente giovato di un’analisi più approfondita dalla prospettiva di Vergil, visto
l’enorme interesse attorno alla sua figura da parte dei fan di lunga data. L’ingresso del fratello di Dante nel cast di DMC5, in tal senso, deve essere visto solo come la volontà di accontentare i fan che, da tempo ormai, invocavano l’aggiunta di Vergil tra i personaggi giocabili, e sotto un profilo di mero gameplay, il ritorno del secondo figlio del demone Sparda non delude di certo. La flessibilità e varietà del combat system di Vergil si fa apprezzare soprattutto spendendo in modo oculato le gemme rosse per andare a sbloccare alcune tra le mosse più interessanti che il gemello del protagonista può vantare nel suo moveset. Yamato, Beowulf, Mirage Blade e Mirage Edge offrono quattro stili di lotta molto differenti tra loro e complementari, che sommati alle incredibili capacità di Vergil di muoversi negli spazi in breve tempo, rompendo il contatto visivo e sbucando in faccia al nemico in men che non si dica, fanno sì che il personaggio possa avere la meglio anche in situazioni più complesse, quando il numero di avversari comincia a farsi particolarmente elevato. Situazione, peraltro, che non sarà rara, specialmente nel caso in cui si decida di attivare una delle nuovissime modalità introdotte dal team di sviluppo per l’occasione: la Turbo. Si tratta di una variazione che ha effetto sul gameplay e che va ad aumentare artificialmente la velocità dell’azione (incrementata di 1.2 volte), riducendo di conseguenza in modo percettibile il tempo di reazione da parte del giocatore agli attacchi avversari. Un aspetto che, nelle missioni più avanzate della storia o in presenza di particolari boss, può alzare in modo netto il tasso di sfida. L’altra novità offerta da questo Devil May Cry V Special Edition è il livello di difficoltà aggiuntivo chiamato “Il mitico cavaliere oscuro” che aumenta considerevolmente il numero di nemici su schermo. Si tratta di un incremento tale da trasformare la formula di Devil May Cry 5: Special Edition da uno “Stylish Action Game” a quello che per certi versi è più simile a un titolo come Dinasty Warriors, ossia con una quantità di demoni e avversari
da abbattere davvero incredibile. Divertente, per carità, ma forse in alcuni casi eccessiva, sebbene come ho avuto modo di approfondire in sede di anteprima sia per certi versi molto più semplice, con tutti questi nemici, alternare le mosse di Vergil (o di Dante, Nero e V, visto che la modalità funziona anche con i personaggi appartenenti al cast originale) e ottenere un punteggio più “stiloso” diventa semplice. È vero, però, che alcune combinazioni di nemici sembrano totalmente affidate al caso e rendono forse un po’ imprevedibile ciascuna missione. Per fortuna, ogni personaggio ha dalla sua un numero sufficiente di mosse per respingere tutte queste minacce, e Vergil non fa certo eccezione. Un capitolo a se di questa recensione non può non essere dedicato alle migliorie svolte da Capcom a livello tecnico, dalla succitata presenza di un numero sensibilmente maggiore di nemici (che mostra, qualora se ne avvertisse il bisogno, come Xbox Series X e Ps5 siano capaci di gestire un numero ben maggiore di elementi su schermo senza sacrificare la fluidità) che si manifestano nella modalità Il mitico cavaliere oscuro, fino alla possibilità di giocare in Ray Tracing o di sbloccare un frame-rate superiore su console. Dopo aver testato il gioco in Ray-Tracing e provato che genere d’impatto grafico l’engine di Capcom sia in grado di offrire privilegiando la qualità grafica e ancorando il frame-rate a 30 fps, abbiamo notato che rinunciando a qualche orpello grafico è possibile godere di una fluidità totale impostando la modalità a 60 fotogrammi per secondo. Con tali impostazioni, Devil May Cry V Special Edition 5 si gioca che è un vero piacere e si conferma un ottimo gioco d’azione, nonostante questa riedizione non vada in nessun modo a correggere tutti quei difettucci che erano emersi nell’analisi originale. Tirando le somme, la Special Edition di Devil May Cry 5 racchiude in un singolo pacchetto tutti i contenuti del gioco già visto nei mesi scorsi su console di “Old-Gen”, con una serie di bonus interessanti come Vergil, ora finalmente giocabile, la modalità Turbo e un nuovo livello di difficoltà che aumenta esponenzialmente il numero
di nemici su schermo. Discrete le migliorie apportate a livello estetico, con una buona applicazione del Ray Tracing e una modalità che farà la gioia di coloro che amano le esperienze frenetiche. Il titolo vale la pena di essere acquistato sia da chi ha giocato la versione precedente, in quanto è ricco di contenuti aggiuntivi, sia da chi lo ha perso qualche mese fa, in quanto Devil May Cry V Special Edition è il massimo che si possa desiderare per provare l’esperienza definitiva del gioco di Capcom. GIUDIZIO GLOBALE: Grafica: 9,5 Sonoro: 9,5 Gameplay: 10 Longevità: 9 VOTO FINALE: 9,5 Francesco Pellegrino Lise Assassin’s Creed Valhalla, l’epica avventura ai tempi dei vichinghi
Assassin’s Creed Valhalla, il nuovissimo capitolo della celebre saga di Ubisoft per Pc, Xbox e PlayStation, è un videogame che sin dall’annuncio ha saputo attrarre a sé parecchie attenzioni. Sarà per l’ambientazione inedita, sarà perché è disponibile anche su Xbox Series X/S e PS5, in ogni caso il titolo è fra i giochi più desiderati del momento. Assassin’s Creed Valhalla è un gioco sicuramente epico, degno delle migliori canzoni norrene: un concentrato di brutalità e potenza scenica, estremamente longevo e strabordante di contenuti. Ma è anche un’avventura che punta più sulla quantità che sulla qualità, non permettendo così alla serie di scrollarsi di dosso alcune incertezze ereditate dal capitolo precedente, Ac Odyssey. Assassin’s Creed Valhalla si apre semplicemente nel migliore dei modi possibili, con uno spettacolare piano sequenza che ribadisce sin dai primi istanti i toni della produzione: teste mozzate, combattimenti feroci e linguaggio scurrile. La produzione Ubisoft ripropone fedelmente insomma le caratteristiche del periodo, e non solo. Nei panni di un giovanissimo Eivor i giocatori potranno muovere i primi passi all’interno del gioco, tra cori
vichinghi, banchetti e ubriaconi. Le cose si mettono male quando un clan rivale decide di assaltare il villaggio del protagonista, saccheggiando qualsiasi cosa e trucidando ogni civile. È proprio in questo modo che viene forgiato il carattere del protagonista, mentre assiste indifeso alla morte dei suoi genitori. Come spesso accade in questi casi, un flash forward trasporta chi gioca nei panni di una versione decisamente più adulta e brutale di Eivor, intento a salvare la sua ciurma. Qui comincia ufficialmente l’avventura. Come già detto qualche riga più in alto, la struttura narrativa di questo nuovo Assassin’s Creed eredita esattamente tutte le caratteristiche dello scorso capitolo, apparendo dunque dispersiva e talvolta caotica. Chi si aspettava un ritorno al passato anche in questo ambito è costretto a dover fare marcia indietro. Più che un singolo main plot intimo e costruito attorno alle figure chiavi del racconto, come magari potrebbero lasciare intendere le prime quattro e bellissime ore ambientate in Norvegia, in Valhalla sono presenti tante corpose quest narrative legate da uno scopo unico, ossia conquistare l’intera Inghilterra stringendo alleanze, razziando e compiendo numerosi assedi nelle fortezze dei clan rivali. Valhalla possiamo dire che, in sostanza, eredita sì la struttura del precedente, ma ne aggiusta i toni e sceneggia eventi più trascinanti e convincenti. E’ bene sottolineare che in Assassin’s Creed Valhalla, oltre alle romance, fanno il loro ritorno anche le scelte multiple, leggermente ridotte come numero ma sicuramente più rilevanti. Nella maggior parte dei casi bisognerà decidere il destino di qualche personaggio, ma è apprezzabile la loro introduzione e soprattutto sarà l’opportunità per i giocatori più curiosi, esplorare ogni variante nel corso di successive run. Per quanto riguarda la figura del protagonista, che potrà essere sia uomo che donna a seconda delle vostre preferenze, haun carattere molto forte, è il classico tipo che non si tira mai
indietro, che tiene molto al suo onore e non tradisce mai la parola data. Una grande fetta della sua personalità potrà però essere plasmata a proprio piacimento, sfruttando le scelte multiple che il team di sviluppo mette a disposizione. In generale è un personaggio che fa bene quello che deve fare e che vi trascina verso la fine con piacere, ma che sta un po’ stretto alla serie se paragonato ad altri personaggi, Altair, Ezio ed Edward su tutti. A proposito di protagonista, in Valhalla c’è un tiepido ritorno. Nel 2017, con il lancio di Assassin’s Creed Origins, Ubisoft cominciò non solo un nuovo percorso ludico per la serie, ma anche una cornice ambientata ai giorni nostri del tutto inedita, da giocare nei panni di una donna di nome Layla Hassan. In questo nuovo capitolo, chiaramente, si tornerà ad impersonarla e non possiamo fare altro che sottolineare una certa pigrizia nella costruzione delle scene che la interessano più da vicino. Peccato, in quanto la relazione tra passato e presente è sempre stato uno degli elementi chiave della serie. In Assiassin’s Creed Valhalla fa però il suo ingresso un “Livello di Potenza” che indentifica il grado di rischio delle varie regioni inglesi: se nella prima metà dell’avventura la progressione scorre in maniera assai liscia, con un tasso di sfida che si muove di pari passo con l’upgrade del protagonista, in seguito l’avanzamento pone il giocatore dinanzi a territori da liberare di livello molto superiore a quello ottenuto proseguendo unicamente con la quest principale. Entrare nelle lande inglesi con un grado di potenza di 50 o 100 punti superiore al proprio, equivale a una morte quasi certa. Vi diciamo questo in quanto se è vero che negli scontri uno contro uno c’è ancora un minimo margine di sopravvivenza, quando si verrà accerchiati dai nemici, basteranno due frecce ad eliminare il protagonista, e le probabilità di farla franca sono parecchio ridotte. La libertà d’azione non è poi così estesa: il farming in Valhalla, benché sia meno pressante di quello di Odyssey, è ben mascherato, e le esigenze di accrescere il proprio potere si palesano solo più avanti nella campagna. Insomma, uno snellimento furbo e abbastanza
efficace, ma ancora non del tutto esente da qualche incertezza. A livello di combat system Assassin’s Creed Valhalla non deluderà i suoi fan, dimenticate però le eleganti uccisioni di Ezio: i vichinghi sono un popolo brutale e tali saranno le uccisioni. Gli scontri sono sanguinosi, violenti e sorprendentemente ricchi di mutilazioni. Vedrete teste volare e arti cadere, ma anche avversari trafitti dalle loro stesse armi in scene che poco hanno da invidiare al cinema pulp. Fidati compagni di chi gioca in questo bagno di sangue saranno: arco e frecce, un’arma primaria e lo scudo per parare i colpi degli avversari. La strategia da utilizzare è quella che abbiamo ormai imparato a conoscere negli ultimi episodi: si colpisce duro e si schiva molto. Anche ai livelli di difficoltà più bassi sarà vitale imparare ad eludere gli avversari, spostarsi rapidamente o usare lo scudo per bloccare tempestivamente gli attacchi peggiori, così da destabilizzare i nemici ed esporli ai propri attacchi. Bisognerà poi imparare a sfruttare le mosse speciali che non si otterranno salendo di livello ma che bisognerà trovare esplorando l’ambiente. La mappa di gioco infatti include anche i libri della conoscenza, da cui imparare tecniche nuove che possono tornare particolarmente utili in battaglia. Ovviamente sono tutte mosse legate in primis all’uso della forza bruta e delle abilità fisiche, niente magie o cose del genere. Da qui il loro legame con la barra dell’Adrenalina, che potrà essere riempita nel corso degli scontri o tramite speciali funghi distribuiti nei diversi ambienti di gioco. Eivor potrà inoltre contare su un solido equipaggiamento, che potrete potenziare trovando le giuste risorse e persino qualche runa che ne aumenti l’efficacia. Ritroviamo poi l’albero delle abilità che in Assassin’s Creed Valhalla risulta davvero ricco e stratificato, così da definire con precisione lo stile di combattimento del protagonista. Attenzione però, essendo un gioco estremamente esteso, qualche piccola pecca l’abbiamo trovata. Ad esempio il sistema di combattimento, magistrale
nella gestione degli scontri 1 vs 1, perde qualcosina quando i nemici iniziano ad essere parecchi. A rendere difficili le battaglie ci pensa anche la lenta risposta dei comandi. Non sempre, sia chiaro, ma capiterà di tentare una parata e vedere Eivor che non muove un muscolo, soprattutto se lo si fa pochi istanti dopo un attacco. Nel dubbio il gioco privilegia sempre il comando legato all’arma principale rispetto alla parata e questo espone il giocatore a qualche ferita di troppo. Le battaglie caotiche, che normalmente sono Assalti ad avamposti avversari o Razzie nei monasteri, incidono anche sulla fluidità del gioco, con qualche lag occasionale che può influire sull’esito della battaglia. La situazione però è migliorata rispetto ai giorni precedenti il lancio quindi confidiamo in qualche aggiornamento software definitivo. Rimane poi da considerare la piattaforma di gioco: su PC, PlayStation 5 o Xbox Series X|S le prestazioni sono assolutamente migliori. Qualche piccolo problema infine l’abbiamo riscontrato nei movimenti. Eivor tende ad arrampicarsi su tutto, anche quando non si vuole, a non centrare piccole botole quando si cerca di calarsi al piano inferiore o ad essere troppo irruento nella distruzione di elementi che sono ad un passo da lui, mancando di fatto l’obiettivo. In generale quindi Assassin’s Creed Valhalla avrebbe avuto bisogno di un po’ più di pulizia generale, che avrebbero reso l’esperienza di gioco ancora più coinvolgente. Assassin’s Creed Valhalla offre al giocatore svariate opzioni che permettono di personalizzare al meglio l’esperienza utente. La difficoltà è suddivisa in tre differenti parametri: esplorazione, stealth e combattimento. Questi elementi possono essere regolati in maniera indipendente, al fine di cucirsi addosso l’esperienza migliore. Combattimento e stealth subiscono modifiche piuttosto intuibili, dal minor tempo di individuazione a danni maggiori; esplorazione, invece, come già visto in Odyssey, riduce le informazioni a schermo, rendendo le traversate molto più immersive e intricate. A sorpresa segnaliamo anche l’aggiunta del supporto per mouse e
tastiera, sicuramente abbastanza futile considerando la tipologia di gioco, ma sempre ben accetto. La versione da noi testata, su Xbox One X, è afflitta da alcuni leggeri fenomeni di tearing, cali di frame e da una modellazione poligonale di personaggi e strutture non eccelsa. Il colpo d’occhio rimane sicuramente notevole, ma l’impressione di star giocando la versione old gen è stata molto forte per tutta l’esperienza, siamo certi che su PC e console di nuova generazione, Assassin’s Creed Valhalla riuscirà a dare il meglio di sé, soprattutto grazie ai 60 fps. Eccezionale, infine, il comparto audio e il supporto HDR, forse parzialmente rivedibile nella gestione dei toni più scuri; per il resto, soprattutto in pieno giorno, regala scorci notevoli. Tirando le somme, Assassin’s Creed Valhalla, nonostante la discreta varietà di attività da compiere, provoca qualche singhiozzo di ripetitività che comincia a farsi più invasivo dopo le prime 30 ore, quando la fine della storia è ancora abbastanza distante. A tratti troppo prolisso, Valhalla punta di nuovo sull’accumulo, rendendo i regni inglesi un grosso parco giochi nel quale cimentarsi in razzie, gare di bevute e scorribande in puro stile vichingo. L’insieme è incorniciato da una trama ben scritta ma troppo diluita, che ci mette molto tempo prima di entrare nel vivo della lore della saga degli Assassini. A fare da supporto alle peripezie di Eivor ci pensa un’esplorazione sempre stimolante e un combat system denso di buone idee, non tutte ben implementate, eppure brutale a sufficienza da iniettarci un’appagante dose di adrenalina. L’ultimo capitolo è quindi un ottimo mix fra vecchio e nuovo in un periodo storico del tutto inedito. Ovviamente il balzo in avanti sulle piattaforme Next-Gen migliorerà diversi aspetti di quanto abbiamo potuto vedere, in ogni caso Assassin’s Creed Valhalla è un gioco che merita di essere giocato e spolpato fino all’osso. Se avete molto tempo a vostra disposizione e state cercando un videogame appassionante, bello da vedere e con tante cose da fare, bene, l’ultima fatica di Ubisoft saprà senza ombra di dubbio darvi grandi soddisfazioni.
GIUDIZIO GLOBALE: Grafica: 8 Sonoro: 9 Gameplay: 8,5 Longevità: 9 VOTO FINALE: 8,5 Francesco Pellegrino Lise Nokia 8.3 5G, lo smartphone del futuro di HDM Global
HMD Global, la casa dei telefoni Nokia, annuncia che Nokia 8.3 5G, il suo primo smartphone 5G, è disponibile in Italia al prezzo di 599 euro. A testimonianza dell’impegno nel garantire sicurezza, velocità e innovazione in risposta alle richieste dei clienti più esigenti del mondo – i servizi segreti dell’MI6 – Nokia 8.3 5G è lo smartphone scelto dal nuovo agente 00 nel prossimo film di James Bond “No Time To Die”. Dotato di una potente fotocamera quadrupla PureView con ottiche ZEISS, Nokia 8.3 5G permette di catturare ogni aspetto della scena e sarà sempre a prova di futuro, grazie alla copertura del più elevato numero
– ad oggi – di bande 5G New Radio, aspetto che lo rende pronto a funzionare con combinazioni di implementazioni 5G standalone e non che gli operatori di tutto il mondo stanno lanciando. La connettività 5G veloce e affidabile per lo streaming e il gioco è garantita a tutti, ovunque si trovino. Nokia 8.3 5G è lo smartphone ideale per i video creator grazie al debutto della funzionalità di acquisizione ed editing ZEISS Cinema, alla straordinaria ripresa video in condizioni di scarsa illuminazione e alla registrazione audio OZO. Sulla scia della tradizione finlandese, Nokia 8.3 5G arriva nella colorazione Polar Night, ispirata direttamente al cielo artico. https://www.youtube.com/watch?v=PHq_C1KMrjE Primo tra gli smartphone Nokia a essere dotato dell’app di editing e acquisizione ZEISS Cinema, Nokia 8.3 5G permette di rendere epico ogni video e di girare come un regista professionista con effetti in stile hollywoodiano. Si possono aggiungere scie anamorfiche alle riprese per una resa fantastica e condividere i vostri meravigliosi filmati in 4K con il 5G. Registra i tuoi contenuti in formato cinematografico 21:9 e usa la classificazione professionale dei colori sul dispositivo per cambiare lo stile dei vostri video. Si possono inoltre godere al meglio gli scatti notturni grazie al sensore grandangolare con super pixel che permettono di catturare un maggior numero di dettagli e produrre un’immagine più luminosa con meno rumore. Il video HDR permette di acquisire un’elevata gamma dinamica di contrasto. E’possibile, inoltre, portare con se il Nokia 8.3 5G nella prossima avventura e registrare un video fluido con la modalità Action Cam. Grazie alla registrazione audio OZO immersiva a 360° vi potrete godere una precisione spaziale realistica. Nokia 8.3 5G dispone di una fotocamera quadrupla PureView con ottiche ZEISS per catturare ogni aspetto della scena, dai panorami mozzafiato a primi piani dettagliati con la modalità macro fino ai bellissimi ritratti con ZEISS Bokeh, sfruttando il sensore di profondità. I 64MP della fotocamera
sono in grado di offrire dettagli e sensibilità straordinari grazie alla tecnologia pixel pinning. La piattaforma modulare Snapdragon 765G 5G con il sistema Snapdragon X52 5G Modem-RF è ottimizzata per il 5G, il che significa che Nokia 8.3 5G sarà sempre a prova di futuro grazie a una connettività veloce e affidabile, giocando senza distrazioni ai videogiochi su Stadia, guardando film in streaming e condividendo contenuti. Con un display edge-to- edge da 6,81 pollici, Nokia 8.3 5G vanta il più ampio schermo a tecnologia PureDisplay basata su processore visivo Pixelworks, tra tutti gli smartphone Nokia. Il device integra, inoltre, il Qualcomm® AI Engine di quinta generazione della piattaforma modulare Snapdragon 765G per fornire esperienze di intelligenza artificiale intuitive. Questa tecnologia assicura una qualità HDR coinvolgente e una straordinaria riproduzione dei colori per tutti i tuoi contenuti in streaming, foto, video o giochi, anche quando disponibili solo in gamma dinamica standard (SDR). Ciò avviene aumentando dinamicamente la profondità del colore e i dettagli di 64 volte, trasformando tutto il tuo intrattenimento in esperienze cinematografiche indimenticabili. Sulla scia delle sue radici finlandesi, Nokia 8.3 5G possiede tutti i tratti del design nordico, tra i quali il colore esclusivo che riprende quello del cielo artico. Disponibile nella versione Polar Night, la cover del Nokia 8.3 5G è realizzata con una tecnologia di metallizzazione con un caratteristico motivo di rifrazione della luce che permette ai colori di mescolarsi per rievocare l’aurora boreale. Il Nokia 8.3 5G combina il pulsante di accensione e il sensore di impronte digitali per un accesso più fluido e semplice al telefono. Inoltre, lo smartphone continuerà a migliorare, con due anni garantiti di aggiornamenti del sistema operativo e tre anni di aggiornamenti di sicurezza mensili, insieme a una suite di applicazioni Google apprezzate dagli utenti. Nokia 8.3 5G è disponibile da oggi al prezzo di 599 EUR nella versione da 6GB/64GB e 649 EUR in quella da 8GB/128GB.
F.P.L. Black Desert Prestige Edition, la versione migliore per avvicinarsi al celebre MMORPG Black Desert è un MMORPG action open-world con una grafica mozzafiato e un sistema di combattimento innovativo, basato sulle abilità tipiche di questo tipo di videogioco. All’interno del mondo di gioco è possibile personalizzare il proprio personaggio in diversi modi, adattandolo al proprio stile di gioco personale. Il titolo è inoltre famoso per i suoi controlli intuitivi, il mondo di gioco ben realizzato, e una trama coinvolgente ed accattivante.
Ora grazie a questa nuova edizione, dopo il grande successo in 150 paesi e il doppiaggio in 12 lingue diverse, con oltre 30 milioni di utenti registrati, Black Desert è pronto a stupire ancora. La Prestige Edition, infatti è disponibile dal 6 novembre in Europa, Africa, Medio Oriente, Nord America, Australia e Nuova Zelanda, su PlayStation 4 e Xbox One. Tale edizione rappresenta quanto di meglio si possa volere dal gioco in quanto comprende il gioco base, tutti i DLC e moltissimi altri contenuti e gadget. I giocatori che non sanno cosa aspettarsi da Black Desert saranno catapultati in una vastissima comunità fin da subito in un vasto MMORPG open- world che offre alcune delle personalizzazioni dei personaggi più complesse che si siano mai viste. Black Desert non pone limiti al giocatore: una volta risvegliatosi da un evento non precisato, provato a spiegare in qualche modo da alcuni flashback e da una nuova sequenza iniziale ricreata in CGI il giocatore viene “abbandonato” a sé stesso. In Black Desert è possibile scegliere praticamente ogni cosa e fare qualsiasi cosa, compreso acquistare e gestire immobili, creare alleanze commerciali e avviare una vera e propria personalissima linea di “entrate”, fondamentali nelle fasi più avanzate del gioco, in particolare se ne si fa una questione di “mero” equipaggiamento. Ed è proprio qui che entra in gioco la versione che abbiamo avuto modo di testare in questi giorni: la Prestige Edition. In realtà è molto semplice: a parte qualche piccolissimo dettaglio, la versione in questione è da considerarsi come una “semplice” entry level per i giocatori console in attesa della copia fisica, venduta ad un prezzo di listino di 39,99€. Tale prezzo, però, è assolutamente “falso” poiché la Prestige Edition racchiude in sé tantissimi contenuti digitali dal valore di oltre 140 dollari (circa 120€), pensati appositamente per agevolare la progressione di quei giocatori che hanno iniziato a prendere conoscenza con lo sconfinato universo di Black Desert soltanto ora. Per il resto, però, il titolo rimane sempre il medesimo, splendido sandbox misto a gioco di ruolo a sua volta misto ad
un action game, per un risultato finale squisitamente caotico e più che riuscito. La varietà di gameplay offerta dalle varie classi porta a Black Desert Online una certa rigiocabilità come ci si aspetterebbe da un MMO, permettendo di cambiare personaggio per rinfrescare l’esperienza e giocare con un nuovo set di occhi. Giocare come personaggio di supporto è molto diverso dal giocare come un tank, quindi ottenere il pieno godimento dal gioco si riduce davvero a provare ogni ruolo e capire quale sia quello migliore per il proprio stile. Black Desert Prestige Edition è l’occasione migliore per avvicinarsi a un prodotto incredibilmente vasto e ricco di possibilità, l’ideale per gli appassionati di MMO, grazie ad una quantità importante di contenuti aggiuntivi perfetti per rendere la progressione di gioco più agevole e veloce. Parlando di aspetto non si può non citare lo smisurato editor di creazione di personaggio che il titolo di Pearl Abyss porta con sé. Probabilmente non si è mai visto nulla di vagamente simile in giro, e lo possiamo confermare anche a fine 2020 e con la next-gen ormai ufficialmente arrivata. L’editor di Black Desert è in grado di far perdere ore, sappiatelo, ma ne vale davvero la pena: non c’è niente di più bello di sentirsi a proprio agio con il proprio corpo, no? E questo è un po’ ciò che succede con Black Desert, in cui è stranamente impossibile imbattersi in personaggi da fattezze simili grazie proprio ad una possibilità smisurata in termini di creazione e caratterizzazione del proprio avatar di gioco. La bontà tecnica e artistica del titolo non si ferma di certo qua: anche oggi, da vedere, Black Desert è un prodotto sontuoso sorretto da un motore grafico che fa il suo lavoro al meglio, con un ottimo utilizzo di tutti gli artifici tecnici, utili a migliorare la concezione che si ha dell’immagine stessa. Con i complimenti, però, siamo costretti a fermarci qui perché la versione da noi testata (Xbox One X) è stata vittima di un’ottimizzazione davvero approssimativa. Soprattutto nelle zone sovraffollate è quasi impossibile muoversi, con un frame- rate che crolla sotto i 20fps anche durante i combattimenti e
una sensazione costante di lag veramente difficile da sostenere e digerire. A questo si aggiungono altri numerosi problemi, come il caricamento delle texture sempre in ritardo, alcune volte anche per minuti e minuti, pop-in e pop-out continui e bug vari, che rovinano fortemente l’esperienza complessiva di un titolo che fa anche dell’estetica una delle sue armi migliori. C’è solo da sperare che a breve venga rilasciata qualche patch per ovviare ai problemi sopra elencati, ma soprattutto che le versioni Xbox Series X e Ps5 vengano ottimizzate a dovere. Tirando le somme, possiamo dire che in Black Desert Prestige Edition il potenziale c’è tutto, basterà davvero poco per trasformare il titolo in qualcosa di estremamente interessante anche su Console. Provare per credere. GIUDIZIO GLOBALE: Grafica: 7 Sonoro: 7,5 Gameplay: 7,5 Longevità: 8,5 VOTO FINALE: 7,5 Francesco Pellegrino Lise Realme 7, lo smartphone 5G low-cost
Arriva in anteprima sui mercati europei il Realme 7 5G, un nuovo smartphone dell’azienda cinese che spinge ancora più in basso il prezzo dei telefoni compatibili con le reti cellulari di ultima generazione. Per farlo, la società punta anche sui giorni di sconti del Black Friday, quando proporrà il dispositivo a poco più di 200 euro. Il Realme 7 5G si presenta con un display da 6,5 pollici FHD+ e frequenza d’aggiornamento fino a 120Hz. Sul retro monta una quadrupla fotocamera con sensore principale da 48 megapixel, grandangolare da 8 mp, sensore d profondità e macro entrambi da 2 mp. La fotocamera frontale è da 16 megapixel. A consentire il prezzo particolarmente abbordabile è il processore 5G Dimensity 800U di MediaTek, che è coadiuvato da 6 GB di Ram e 128 GB di memoria interna espandibile. La batteria è capiente, da 5mila mAh, con ricarica rapida a 30 Watt che la porta da zero a cento in 65 minuti. Tra le altre caratteristiche da evidenziare ci sono il dual sim 5G e il lettore di impronte inserito nel tasto laterale. A tal proposito, è da sottolineare che Realme 7 5G è tra i primi smartphone a supportare il Dual 5G SIM grazie alla scelta di adottare il
processore MediaTek Dimensity 800U. Ciò vuol dire che si possono utilizzare contemporaneamente due SIM che si connettono alle reti di nuova generazione. Certo, per le chiamate è necessaria la presenza di reti standalone con tecnologia VoNR, ma quando saranno disponibili questi smartphone potranno già sfruttare la nuova tecnologia. Il bordo inferiore, infine, ospita il jack audio da 3,5 mm (presenza sempre apprezzata), la porta Type-C per la ricarica e il singolo altoparlante che restituisce un suono nella media. Le dimensioni non sono propriamente contenute. Parliamo di 162.1 x 75 x 9.1 mm per un peso di 194 grammi. Insomma, numeri che stanno diventando uno standard in ambito smartphone. Ad ogni modo, Realme 7 5G si tiene bene in mano e i pulsanti – come detto – sono perfettamente raggiungibili. Lo smartphone, in prevendita su Amazon, avrà un listino di circa 280 euro ma fino al 30 novembre, in occasione del Black Friday, sarà proposto a poco meno di 230 euro. Realme 7 5G è senza dubbio l’acquisto ideale per chi desidera uno smartphone 5G a prezzi accessibili. Ad ogni modo, è uno smartphone che potrebbe andar bene per la maggior parte degli utenti che potrebbero ritrovare caratteristiche solitamente destinate a dispositivi di fasce più alte. C’è un ampio display con frequenza di aggiornamento a 120 Hz, l’autonomia è soddisfacente e gode di ricarica rapida, c’è l’espansione di memoria e il supporto Dual-SIM 5G. Non è esente da difetti (la resa della fotocamera è da migliorare). Tuttavia, Realme 7 5G si appresta a diventare un interessante protagonista nel segmento di appartenenza. F.P.L.
Mortal Kombat 11, arrivano Rambo, Rain, Mileena e la Ultimate Edition Mortal Kombat 11 non ha ancora finito di stupire suoi moltissimi appassionati, infatti, a partire dal 17 Novembre sono iniziati ad arrivare nuovi lottatori facenti parte del Kombat Pack 2. Attualmente i nuovi personaggi sono Rain, Mileena e Rambo, ma non è da escludere che possano arrivarne altri. Il pacchetto in questione è già acquistabile e permetterà di ottenere anche il pacchetto skin “Guerrieri del Tempo“. Sempre il 17 Novembre 2020, Mortal Kombat 11 viene proposto al
pubblico sotto una nuova veste: la Ultimate. In questa versione sono disponibili i seguenti contenuti: il gioco base, il DLC “Kombat Pack 1“, il DLC “Kombat Pack 2“, l’espansione della modalità storia: Aftermath. Tale versione di Mortal Kombat è disponibile anche sulle nuove piattaforme di gioco (PS5 ed Xbox Series X) e chi già lo possiede per la console precedente potrà giocarlo senza costi aggiuntivi. Queste versioni hanno tempi di caricamento ridotti, grafica migliorata e una risoluzione 4K. Ricordiamo che con Mortal Kombat 11, Netherrealm Studio è riuscita a capitalizzare l’eredità del passato, raccogliendo tutti gli aspetti migliori degli ultimi titoli e fondendoli in un unico, grande picchiaduro: una campagna spettacolare ed altamente cinematografica, alimentata da un roster complesso e variegato, e soprattutto, un netcode finalmente all’altezza delle aspettative. Insomma, la summa perfetta del gioco di lottaoccidentale, visivamente inarrivabile e dotato di un fascino di base veramente irresistibile. Se non conoscete l’incredibile Mortal Kombat 11 o volete saperne di più sull’ultimo capitolo del celebre picchiaduro, potete correre a leggere la nostra recensione dell’espansione Aftermath (cliccando qui) o dare un’occhiata al trailer del Kombat pack 2 qui sotto. F.P.L. Watch Dogs: Legion, gli hacker di Ubisoft combattono
per Londra Watch Dogs: Legion è ora disponibile in tutto il mondo per Xbox One, PlayStation4, Epic Games Store e Ubisoft Store per Windows PC, Stadia e Ubisoft+, il servizio in abbonamento di Ubisoft. Watch Dogs: Legion arriverà anche per Xbox Series X/S il 10 novembre e dal 12 novembre in versione digitale su PlayStation5 in contemporanea con la nuova console. La versione retail per PlayStation5 sarà invece disponibile dal 24 novembre. Nato da un’idea di nuova generazione, Watch Dogs: Legion introduce la meccanica “Gioca nei panni di chiunque”, un’innovazione nel gameplay mai vista prima e creata dallo studio di Ubisoft Toronto. Questo nuovo concetto darà ai giocatori la possibilità di reclutare i propri membri della resistenza scegliendo tra l’intera popolazione di Londra. Ogni singola persona nello scenario liberamente esplorabile potrà essere reclutata e utilizzata, ciascuna contraddistinta dalla sua storia, personalità e abilità. Watch Dogs: Legion supporterà anche il DirectX Raytracing hardware su Xbox Series X e avrà il pieno supporto del ray tracing sui PC dotati di schede video Nvidia RTX, mostrando una Londra con
riflessi in ray tracing in tempo reale. Acquistando Watch Dogs: Legion per Xbox One o PlayStation4 sarà possibile passare alla versione next-gen del gioco (Xbox Series X o PlayStation5) senza alcun costo aggiuntivo mantenendo i propri progressi e contenuti di gioco tra le due generazioni di console della stessa famiglia, grazie al nuovo ecosistema di Ubisoft Connect. Parlando di trama, in Watch Dogs: Legion, Londra sta affrontando la sua rovina. Tra i crescenti disordini di una capitale britannica sempre più inquieta, un’entità sconosciuta nota come Zero-Day riesce a far accusare la resistenza segreta di DedSec di alcuni attacchi terroristici coordinati che hanno devastato la città. In seguito a questi fatti, alcuni criminali opportunisti, provenienti da ogni angolo di Londra, prendono il controllo della città riempiendo il vuoto lasciato da un governo ormai sconfitto. Come membri di DedSec, in Watch Dogs: Legion, i giocatori cercheranno di fermare questi criminali, tra sadici, mercenari, hacker e molti altri, perciò dovranno essere pronti ad affrontare ogni genere di situazione, ma soprattutto a reclutare nuovi membri nella resistenza di DedSec per sconfiggere i criminali, liberare Londra e svelare l’identità di Zero-Day. Come accennavamo, uno dei punti di forza di Watch Dogs: Legion, nonché colonna portante dell’intera campagna di marketing del titolo fin dalla sua presentazione, è sicuramente quella relativa al poter impersonare praticamente qualsiasi personaggio sia presente sul territorio di Londra. Niente più singolo eroe quindi, ma una totale libertà da parte del giocatore di poter scegliere con chi portare avanti le vicende del gioco. La scelta non è fortunatamente solo estetica e ogni abitante della capitale britannica avrà le proprie caratteristiche personali, che lo rendono differente dagli altri. Tra la spia dotata di gadget avveniristici all’ubriacone che ci farà scoprire dagli avversari singhiozzando, in Watch Dogs: Legion le possibilità sotto tale
punto di vista sono veramente tante. Da non dimenticare sono poi tutte quelle skill passive di cui beneficerà indirettamente l’intera squadra, come l’avvocato, ad esempio, che ridurrà i periodi di detenzione dei personaggi catturati, oppure il medico che potrà entrare con la tenuta da ospedaliero nelle strutture sanitarie senza essere intercettato dalle guardie. Se non si abilita l’opzione permadeath, infatti, gli attivisti, qualora venissero sconfitti, verranno o arrestati o si infortuneranno, restando fuori gioco per un determinato periodo di tempo, che può appunto essere ridotto reclutando individui con determinate capacità. Dove Ubisoft è riuscita però a fare assolutamente centro è nel principale dilemma che aveva accompagnato l’innovativo sistema di Watch Dogs Legion, ossia la paura del ritrovarsi a impersonare delle specie di manichini privi di storia e background. Fortunatamente non è così e, sebbene per forza di cose gli attivisti londinesi non possano fregiarsi della profondità di un Aiden Pierce qualsiasi, è chiaro come il lavoro fatto sotto tale punto di vista sia molto e di qualità. Ogni personaggio in cui ci si imbatterà avrà infatti un proprio semplice background, un motivo per odiare Albion e una missione sempre diversa da completare per essere reclutato. Apprezzabile è poi il fatto di come la Londra di Watch Dogs: Legion sia composta da un tessuto sociale all’apparenza fitto e non solo da tutta una serie di npc a sé stanti. Ci è ad esempio capitato di reclutare nelle nostre fila un attivista precedentemente schedato liberando un suo amico da uno dei tanti pestaggi da parte dell’organizzazione Albion in cui ci si imbatterà nel corso del titolo. Insomma, il sistema di personaggi imbastito da Ubisoft per l’occasione è una vera bomba e non fa assolutamente sentire la mancanza di un eroe protagonista assoluto. Per quanto riguarda il gameplay vero e proprio Watch Dogs: Legion ricalca quanto visto in passato, anche se alcune meccaniche sono state semplificate. I semafori, ad esempio, non sono ora più hackerabili a piacimento e anche le
possibilità di interazione digitale coi vari npc che sono presenti per strada sono state ridotte. Tornano invece in grande stile gli oramai iconici puzzle ambientali, in cui sarà necessario ricreare il flusso informativo di un determinato luogo, questa volta anche in alcuni dei più iconici edifici londinesi. Ubisoft ha concentrato le principali novità di questo capitolo nei vari gadget, che permetteranno ai giocatori di affrontare le varie sfide del titolo in diverso modo. A disposizione di chi gioca, poi, c’è ad esempio un device che rende il proprio attivista temporaneamente invisibile, ma anche diverse tipologie di droni. Uno di essi, lo spiderbot, è una delle trovate più belle di questo capitolo. Con il piccolo drone a forma di aracnide ci si potrà infiltrare in ogni dove, raccogliere oggetti nascosti e anche atterrare nemici, il tutto nella fluidità e nel dinamismo più totale. Una delle missioni più emozionanti del gioco vedrà i giocatori scalare il Big Ben con lo spiderbot, saltando tra gli ingranaggi e i meccanismi del celeberrimo orologio. Insomma, il bello di Watch Dogs Legion risiede proprio nella scelta data ai giocatori, con gli utenti che potranno scegliere tra miriadi di opzioni per portare a compimento una determinata quest. Infiltrarsi in un luogo con un determinato vestito per non destare sospetti, fare piazza pulita degli avversari e raggiungere l’obiettivo con le armi in pugno, appostarsi fuori dalla zona vietata e far fare tutto al proprio drone: le possibilità offerte da Ubisoft in questo caso sono veramente tante e, anche se le missioni talvolta finiscono per assomigliarsi in quanto a struttura, difficilmente ci si potrà annoiare. Per quanto riguarda invece la struttura open world, Watch Dogs: Legion presenta la classica struttura del genere. La mappa di gioco, costellata ovviamente di collezionabili di vario genere, è infatti suddivisa in differenti macro-zone, che si potranno liberare completando in ognuna di esse una manciata di missioni dedicate. Depistaggio, sabotaggio e furto d’informazioni: queste sono solo alcune dei compiti da completare per aver accesso alla missione finale di ogni singolo distretto.
Completando questa attività si potrà accendere la scintilla della rivolta nel quartiere e avere anche accesso a un potente attivista, che si unirà alla causa la liberazione di Londra. A livello estetico Watch Dogs: Legion riesce a migliorare quanto di buono si era visto nel suo predecessore: Londra è magnifica, le luci, i monumenti, l’alternarsi del giorno e della notte, ma anche il continuo via vai di persone, danno l’idea di una metropoli vera, viva e in costante fermento. Il tipico stile geek che aveva dominato in Watch Dogs 2 viene relegato al guardaroba e agli elementi estetici, dando ai più esigenti la possibilità di personalizzare ogni attivista con una notevole varietà di vestiti e accessori, mentre l’espediente secondo cui tutte le auto in città sono adesso a guida automatica ha permesso di ridurre la varietà di veicoli in circolazione. Ovviamente su Xbox Series X e Ps5 la grafica raggiungerà uno standard incredibile e, a quanto trapelato online, sulla console di casa Microsoft alcune location sfioreranno il fotorealismo. Per quanto riguarda i dialoghi, questi mantengono il classico piglio urban-style con un piacevole innesto di english humor, soprattutto in Bagley, personaggio davvero ben riuscito, mentre tra gli attivisti si registrano prestazioni contrastanti che vi porteranno fino ad abbandonare alcune reclute proprio perché con carisma inesistente. E’ bene sottolineare che acquistando il Season Pass di Watch Dogs: Legion si otterrà l’accesso a Watch Dogs: Legion – Bloodline, una nuova storia con protagonisti Aiden Pearce del Watch Dogs originale e Wrench di Watch Dogs 2, interamente giocabili sia nella campagna per giocatore singolo che online. Inoltre, ci saranno anche due nuovi personaggi: Darcy, un membro dell’Ordine degli Assassini, grazie a un cross-over con Assassin’s Creed e Mina, che è stata soggetta a esperimenti transumani e ora possiede la capacità di controllare la mente di chiunque. Oltre ai nuovi personaggi giocabili e all’espansione della storia di Watch Dogs: Legion – Bloodline, il Season Pass offrirà missioni DedSec aggiuntive, l’originale Watch Dogs Complete Edition del 2014 e
molto altro ancora. Il Season Pass di Watch Dogs: Legion è incluso nelle edizioni Gold, Ultimate e Collector del gioco. Detto ciò è bene sottolineare che la modalità multiplayer online del gioco sarà disponibile dal 3 dicembre come parte di un aggiornamento gratuito per tutti i possessori di Watch Dogs: Legion. Il titolo ha un ricco piano post-lancio che porterà molti nuovi contenuti per la modalità giocatore singolo, oltre a nuove modalità multiplayer online. Tirando le somme, Watch Dogs: Legion è il chiaro esempio di come si possa davvero migliorare una cosa già bella, ma soprattutto di come sia possibile stravolgere in maniera intelligente un sistema che fino ad ora ha sempre visto una persona essere l’eroe dell’avventura. Questo perché il messaggio che vuole trasmettere il gioco è che qualsiasi persona può fare la differenza, indipendentemente da chi sia, dall’estrazione sociale, dal colore della pelle, dalla religione, dal sesso o dall’istruzione, ma soprattutto chiunque può aiutare per far capitolare lo strapotere del regime e liberare Londra. Insomma, Watch Dogs: Legion è un bel centro da parte di Ubisoft. GIUDIZIO GLOBALE: Grafica: 9 Sonoro: 8,5 Gameplay: 8,5 Longevità: 8,5 VOTO FINALE: 8,5 Francesco Pellegrino Lise
Xbox Series X ed S sono arrivate, al via la next-gen di Microsoft Xbox Series X e Xbox Series S, le nuove console next-gen di Microsoft, sono finalmente arrivate in Italia e sono acquistabili rispettivamente al prezzo di 499,99 euro e 299,99 euro sul Microsoft Store e presso i principali rivenditori. Xbox Series X è la console Microsoft più veloce e più potente di sempre, che spinge performance, velocità e compatibilità a livelli mai visti. Xbox Series X include una CPU 8 core Zen 2, in grado di garantire una potenza di calcolo eccezionale, e racchiude 12 teraflop di GPU, con un livello di fedeltà visiva senza precedenti e una completa immersione con i giochi in 4K nativi e capacità fino a 8K. Abbinata alla memoria GDDR6 con la larghezza di banda più elevata di qualsiasi console di nuova generazione, Xbox Series X offre agli sviluppatori la possibilità di spingere al limite la loro creatività. Grazie
alla CPU 8 core Zen 2, Xbox Series S garantisce la velocità e le performance della nuova generazione all’interno dell’hardware più piccolo mai progettato da Xbox, a un prezzo accessibile. Xbox Series S offre prestazioni innovative, mondi più dinamici, tempi di caricamento più rapidi ed è stata progettata per far girare i giochi a 1440p fino a 60FPS. La console è simile a Xbox Series X in termini di performance I/O e di CPU, rendendo più semplice per gli sviluppatori la possibilità di fornire le stesse ottime prestazioni di Xbox Series X, eseguendo il rendering a una risoluzione inferiore. Se volete saperne di più, cliccando qui potrete leggere il nostro approfondimento relativo all’evento di presentazione delle nuove console di casa Microsoft. La next-gen è finalmente tra noi, benvenuti nel futuro dell’intrattenimento casalingo. Francesco Pellegrino Lise Little Hope, l’antologia horror per Pc e Console si amplia
Little Hope è il secondo capitolo della Dark Picture’s Antology, ossia una serie di videogiochi horror dove ogni protagonista può essere impersonificato da un giocatore diverso e dove ogni scelta può cambiare la trama in meglio o provocare una serie di tragedie. Questo secondo episodio, disponibile dal 30 ottobre su Pc e Console di vecchia e nuova generazione, offre un’ambientazione del tutto differente da quella vista in Man of Medan (qui la nostra recensione), infatti l’avventura si svolge in un luogo montano, lontano dall’oceano e offre tutta una serie inedita di orrori. Quattro studenti del college e il loro insegnante si ritrovano bloccati in una cittadina a miglia di distanza da qualsiasi altro luogo, dopo che il loro autobus ha avuto un incidente a causa del maltempo. Perseguitati da una nebbia misteriosa nella cittadina di Little Hope, dovranno cercare disperatamente un modo per fuggire mentre le visioni del passato li tormentano nell’ombra. E mentre assistono al raccapricciante passato della città e ai terribili eventi del processo alle streghe di Andover, compaiono anche alcuni demoni infernali, che iniziano a tormentare e inseguire implacabilmente i protagonisti del gioco. Essi dovranno quindi comprendere le motivazioni di tali
apparizioni, prima che le forze del male trascinino le loro anime all’inferno. In questa avventura dalle forti tinte horror, che per certi versi richiama quanto visto nei film di “Blair Witch”, sarà necessario affrontare situazioni di vita o di morte, oltre a dilemmi decisamente impegnativi, che decideranno il destino dei personaggi. Little Hope dà la possibilità di giocare da solo, ma anche di lasciare il destino dei personaggi nelle mani dei propri amici, mettendo alla prova le loro abilità nel fare le scelte giuste nelle modalità Storia Condivisa e Serata al Cinema. Inoltre il titolo offre una grande rigiocabilità in quanto la vastissima gamma di scelte può portare a molteplici situazioni inedite e finali differenti. L’atmosfera di Little Hope è opprimente, da horror d’alta classe, con qualche rimando nemmeno troppo velato a Silent Hill: l’avventura di SuperMassive Games propone a tratti soluzioni visive di indubbio impatto, viscerali e ansiogene, pregne di un’inquietudine costantemente in bilico tra la tachicardia e lo spavento puro. Purtroppo però la sceneggiatura non è sempre all’altezza, infatti le linee di dialogo sono spesso assai banali, la caratterizzazione dei personaggi a tratti un po’ troppo superficiale, e gli scambi di battute tra i protagonisti arranca in più occasioni. Con una scrittura più curata, Little Hope avrebbe potuto ambire a vette qualitative maggiormente elevate, anche perché alcuni risvolti del racconto, soprattutto nelle fasi conclusive, riescono a garantire colpi di scena più intelligenti e riusciti del capitolo precedente. È un peccato che gli autori non abbiano prestato alla sceneggiatura la medesima attenzione riposta nella costruzione dell’atmosfera, e che in alcuni frangenti si siano palesemente impigriti, scegliendo di ricorrere allo spavento facile, tramite un uso eccessivo dei jump scare che, dopo una reiterazione dei medesimi stilemi, cominciano inevitabilmente a perdere d’efficacia. Come da tradizione del genere, anche in Little Hope bisogna controllare, a seconda delle esigenze del racconto, i vari
protagonisti, alternando fasi parlate abbastanza lunghe con momenti maggiormente interattivi, legati all’esplorazione e alle sequenze in cui i QTE la fanno da padrone. In quelle fasi in cui il gioco concede un po’ di libertà di movimento lungo le ambientazioni, si avrà anche la facoltà di analizzare le aree di gioco, tutte assai ristrette, alla ricerca di piccoli collezionabili o di informazioni che ampliano la lore della produzione e, come avveniva in Man of Medan, forniscono qualche indizio utile a far intuire quale potrebbe essere la soluzione del mistero. È in questa anima quasi investigativa che si annida una delle migliori trovate del team di sviluppo, che centellina accuratamente le varie prove per accompagnare i giocatori più intuitivi verso la piena comprensione della vicenda prima che giungano i titoli di coda. Peccato solo che la libertà di spostamento sia comunque limitata da aree parecchio claustrofobiche e da una gestione dell’inquadratura che, nel suo voler essere molto autoriale, alle volte non fornisce la giusta prospettiva per orientare lo sguardo dell’utente. Oltre agli indizi, nelle ambientazioni si potranno anche trovare speciali cartoline definite “Presagi di Morte”: il gioco fornirà così degli aiuti visivi, un rapido scorcio verso il futuro volto a suggerire quali azioni potrebbero condurre alla prematura dipartita dei protagonisti. In sostanza, per chi lo ha giocato, le cartoline sono equivalenti ai quadri presenti in Man of Medan. Sotto questo fronte, Little Hope non si distanzia dal primo capitolo della Dark Picture Anthology, proponendo un avanzamento abbastanza ben bilanciato tra dialoghi, azione e puro terrore. Se si esclude un semplicissimo minigioco in cui premere col giusto ritmo alcuni tasti per mantenere la calma nei frangenti più tesi, i Quick Time Events si dimostrano estremamente basilari nel concept, e anche piuttosto semplici da completare. Il senso di sfida di Little Hope a nostro avviso è leggermente più clemente in rapporto a quello di Man of Medan, e portare in salvo tutti i personaggi potrebbe rivelarsi più semplice del previsto. Dove il gioco perde in complessità ne guadagna però in grado di tensione: le scelte che si faranno si muovono
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