IPhone si danneggia con l'acqua, l'Antitrust multa Apple - L'Osservatore d'Italia

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IPhone si danneggia con l'acqua, l'Antitrust multa Apple - L'Osservatore d'Italia
iPhone  si  danneggia  con
l’acqua, l’Antitrust multa
Apple

iPhone resistente all’acqua? Sembra proprio di no. Quindi non
fatelo. La pubblicità della Apple che vantava la resistenza
dei suoi smartphone all’acqua è stata giudicata ingannevole
dall’Antitrust che ha deciso una sanzione al gruppo della
mela, che si è anche rifiutata di prestare assistenza per gli
smartphone danneggiati, di 10 milioni di euro.

L’autorità ha ritenuto pratiche commerciali scorrette la la
diffusione di messaggi promozionali di diversi modelli di
iPhone in cui veniva esaltata la caratteristica di risultare
resistenti all’acqua per una profondità massima variabile tra
4 metri e 1 metro a seconda dei modelli e fino a 30 minuti.

Secondo l’Autorità, però, nei messaggi non si chiariva che
IPhone si danneggia con l'acqua, l'Antitrust multa Apple - L'Osservatore d'Italia
questa proprietà è riscontrabile solo in presenza di
specifiche condizioni, per esempio durante specifici e
controllati test di laboratorio con utilizzo di acqua statica
e pura, e non nelle normali condizioni d’uso dei dispositivi
da parte dei consumatori. I modelli pubblicizzati sono iPhone
8, iPhone 8 Plus, iPhone XR, iPhone XS, iPhone XS Max, iPhone
11, iPhone 11pro e iPhone 11 pro Max. Per l’Antitrust, come
descritto in una nota, inoltre, la contestuale indicazione del
disclaimer “La garanzia non copre i danni provocati da
liquidi”, dati gli enfatici vanti pubblicitari di resistenza
all’acqua, è stata ritenuta idonea a ingannare i consumatori
non chiarendo a quale tipo di garanzia si riferisse (garanzia
convenzionale o garanzia legale), né è stata ritenuta in grado
di contestualizzare in maniera adeguata le condizioni e le
limitazioni dei claim assertivi di resistenza all’acqua.

L’Antitrust ha poi ritenuto idoneo a integrare una pratica
commerciale aggressiva il rifiuto da parte di Apple, nella
fase post-vendita, di prestare assistenza in garanzia quando
quei modelli di iPhone risultavano danneggiati a causa
dell’introduzione di acqua o di altri liquidi, ostacolando in
tal modo l’esercizio dei diritti ad essi riconosciuti dalla
legge in materia di garanzia ossia dal Codice del Consumo. Al
momento Apple, a cui è stata richiesta la pubblicazione del
provvedimento dell’Autorità sul sito internet italiano, non ha
commentato la sentenza.

F.P.L.

Devil           May        Cry         V     Special
IPhone si danneggia con l'acqua, l'Antitrust multa Apple - L'Osservatore d'Italia
Edition, Vergil                          superstar
della Next-Gen

Devil May Cry V Special Edition arriva sulle piattaforme di
nuova generazione targate Microsoft e Sony e offre un
pacchetto completo che, oltre ai contenuti già visti
nell’edizione base (qui la nostra recensione) della ormai
“Old-Gen”, andrà a integrare una serie di novità realizzate
appositamente per l’architettura dei nuovi hardware, ma anche
per rispondere alle innumerevoli richieste da parte di una
community più vogliosa di sfide che mai.

Devil May Cry 5 torna dunque su Xbox Series X/S e Ps5 con una
riedizione a al costo di 39.99 euro che, oltre ad aggiungere
la possibilità di rigiocare la campagna originale nei panni di
Vergil, include una manciata di cut-scene inedite che ci
mostrano gli eventi dal punto di vista del fratello di Dante.

Si tratta, però, di brevi filmati che falliscono nel tentativo
di fornire una prospettiva più completa sulla sceneggiatura
del quinto episodio, che avrebbe certamente giovato di
un’analisi più approfondita dalla prospettiva di Vergil, visto
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l’enorme interesse attorno alla sua figura da parte dei fan di
lunga data.

L’ingresso del fratello di Dante nel cast di DMC5, in tal
senso, deve essere visto solo come la volontà di accontentare
i fan che, da tempo ormai, invocavano l’aggiunta di Vergil tra
i personaggi giocabili, e sotto un profilo di mero gameplay,
il ritorno del secondo figlio del demone Sparda non delude di
certo. La flessibilità e varietà del combat system di Vergil
si fa apprezzare soprattutto spendendo in modo oculato le
gemme rosse per andare a sbloccare alcune tra le mosse più
interessanti che il gemello del protagonista può vantare nel
suo moveset. Yamato, Beowulf, Mirage Blade e Mirage Edge
offrono quattro stili di lotta molto differenti tra loro e
complementari, che sommati alle incredibili capacità di Vergil
di muoversi negli spazi in breve tempo, rompendo il contatto
visivo e sbucando in faccia al nemico in men che non si dica,
fanno sì che il personaggio possa avere la meglio anche in
situazioni più complesse, quando il numero di avversari
comincia a farsi particolarmente elevato. Situazione,
peraltro, che non sarà rara, specialmente nel caso in cui si
decida di attivare una delle nuovissime modalità introdotte
dal team di sviluppo per l’occasione: la Turbo. Si tratta di
una variazione che ha effetto sul gameplay e che va ad
aumentare    artificialmente    la   velocità   dell’azione
(incrementata di 1.2 volte), riducendo di conseguenza in modo
percettibile il tempo di reazione da parte del giocatore agli
attacchi avversari. Un aspetto che, nelle missioni più
avanzate della storia o in presenza di particolari boss, può
alzare in modo netto il tasso di sfida. L’altra novità offerta
da questo Devil May Cry V Special Edition è il livello di
difficoltà aggiuntivo chiamato “Il mitico cavaliere oscuro”
che aumenta considerevolmente il numero di nemici su schermo.
Si tratta di un incremento tale da trasformare la formula di
Devil May Cry 5: Special Edition da uno “Stylish Action Game”
a quello che per certi versi è più simile a un titolo come
Dinasty Warriors, ossia con una quantità di demoni e avversari
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da abbattere davvero incredibile. Divertente, per carità, ma
forse in alcuni casi eccessiva, sebbene come ho avuto modo di
approfondire in sede di anteprima sia per certi versi molto
più semplice, con tutti questi nemici, alternare le mosse di
Vergil (o di Dante, Nero e V, visto che la modalità funziona
anche con i personaggi appartenenti al cast originale) e
ottenere un punteggio più “stiloso” diventa semplice. È vero,
però, che alcune combinazioni di nemici sembrano totalmente
affidate al caso e rendono forse un po’ imprevedibile ciascuna
missione. Per fortuna, ogni personaggio ha dalla sua un numero
sufficiente di mosse per respingere tutte queste minacce, e
Vergil non fa certo eccezione.

Un capitolo a se di questa recensione non può non essere
dedicato alle migliorie svolte da Capcom a livello tecnico,
dalla succitata presenza di un numero sensibilmente maggiore
di nemici (che mostra, qualora se ne avvertisse il bisogno,
come Xbox Series X e Ps5 siano capaci di gestire un numero ben
maggiore di elementi su schermo senza sacrificare la fluidità)
che si manifestano nella modalità Il mitico cavaliere oscuro,
fino alla possibilità di giocare in Ray Tracing o di sbloccare
un frame-rate superiore su console. Dopo aver testato il gioco
in Ray-Tracing e provato che genere d’impatto grafico l’engine
di Capcom sia in grado di offrire privilegiando la qualità
grafica e ancorando il frame-rate a 30 fps, abbiamo notato che
rinunciando a qualche orpello grafico è possibile godere di
una fluidità totale impostando la modalità a 60 fotogrammi per
secondo. Con tali impostazioni, Devil May Cry V Special
Edition 5 si gioca che è un vero piacere e si conferma un
ottimo gioco d’azione, nonostante questa riedizione non vada
in nessun modo a correggere tutti quei difettucci che erano
emersi nell’analisi originale. Tirando le somme, la Special
Edition di Devil May Cry 5 racchiude in un singolo pacchetto
tutti i contenuti del gioco già visto nei mesi scorsi su
console di “Old-Gen”, con una serie di bonus interessanti come
Vergil, ora finalmente giocabile, la modalità Turbo e un nuovo
livello di difficoltà che aumenta esponenzialmente il numero
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di nemici su schermo. Discrete le migliorie apportate a
livello estetico, con una buona applicazione del Ray Tracing e
una modalità che farà la gioia di coloro che amano le
esperienze frenetiche. Il titolo vale la pena di essere
acquistato sia da chi ha giocato la versione precedente, in
quanto è ricco di contenuti aggiuntivi, sia da chi lo ha perso
qualche mese fa, in quanto Devil May Cry V Special Edition è
il massimo che si possa desiderare per provare l’esperienza
definitiva del gioco di Capcom.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 9,5

Sonoro: 9,5

Gameplay: 10

Longevità: 9

VOTO FINALE: 9,5

Francesco Pellegrino Lise

Assassin’s Creed Valhalla,
l’epica avventura ai tempi
dei vichinghi
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Assassin’s Creed Valhalla, il nuovissimo capitolo della
celebre saga di Ubisoft per Pc, Xbox e PlayStation, è un
videogame che sin dall’annuncio ha saputo attrarre a sé
parecchie attenzioni. Sarà per l’ambientazione inedita, sarà
perché è disponibile anche su Xbox Series X/S e PS5, in ogni
caso il titolo è fra i giochi più desiderati del momento.
Assassin’s Creed Valhalla è un gioco sicuramente epico, degno
delle migliori canzoni norrene: un concentrato di brutalità e
potenza scenica, estremamente longevo e strabordante di
contenuti.

Ma è anche un’avventura che punta più sulla quantità che sulla
qualità, non permettendo così alla serie di scrollarsi di
dosso alcune incertezze ereditate dal capitolo precedente, Ac
Odyssey. Assassin’s Creed Valhalla si apre semplicemente nel
migliore dei modi possibili, con uno spettacolare piano
sequenza che ribadisce sin dai primi istanti i toni della
produzione: teste mozzate, combattimenti feroci e linguaggio
scurrile. La produzione Ubisoft ripropone fedelmente insomma
le caratteristiche del periodo, e non solo.

Nei panni di un giovanissimo Eivor i giocatori potranno
muovere i primi passi all’interno del gioco, tra cori
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vichinghi, banchetti e ubriaconi. Le cose si mettono male
quando un clan rivale decide di assaltare il villaggio del
protagonista, saccheggiando qualsiasi cosa e trucidando ogni
civile. È proprio in questo modo che viene forgiato il
carattere del protagonista, mentre assiste indifeso alla morte
dei suoi genitori. Come spesso accade in questi casi, un flash
forward trasporta chi gioca nei panni di una versione
decisamente più adulta e brutale di Eivor, intento a salvare
la sua ciurma.

Qui comincia ufficialmente l’avventura. Come già detto qualche
riga più in alto, la struttura narrativa di questo nuovo
Assassin’s Creed eredita esattamente tutte le caratteristiche
dello scorso capitolo, apparendo dunque dispersiva e talvolta
caotica. Chi si aspettava un ritorno al passato anche in
questo ambito è costretto a dover fare marcia indietro. Più
che un singolo main plot intimo e costruito attorno alle
figure chiavi del racconto, come magari potrebbero lasciare
intendere le prime quattro e bellissime ore ambientate in
Norvegia, in Valhalla sono presenti tante corpose quest
narrative legate da uno scopo unico, ossia conquistare
l’intera Inghilterra stringendo alleanze, razziando e
compiendo numerosi assedi nelle fortezze dei clan rivali.
Valhalla possiamo dire che, in sostanza, eredita sì la
struttura del precedente, ma ne aggiusta i toni e sceneggia
eventi più trascinanti e convincenti.

E’ bene sottolineare che in Assassin’s Creed Valhalla, oltre
alle romance, fanno il loro ritorno anche le scelte multiple,
leggermente ridotte come numero ma sicuramente più rilevanti.
Nella maggior parte dei casi bisognerà decidere il destino di
qualche personaggio, ma è apprezzabile la loro introduzione e
soprattutto sarà l’opportunità per i giocatori più curiosi,
esplorare ogni variante nel corso di successive run. Per
quanto riguarda la figura del protagonista, che potrà essere
sia uomo che donna a seconda delle vostre preferenze, haun
carattere molto forte, è il classico tipo che non si tira mai
indietro, che tiene molto al suo onore e non tradisce mai la
parola data. Una grande fetta della sua personalità potrà però
essere plasmata a proprio piacimento, sfruttando le scelte
multiple che il team di sviluppo mette a disposizione. In
generale è un personaggio che fa bene quello che deve fare e
che vi trascina verso la fine con piacere, ma che sta un po’
stretto alla serie se paragonato ad altri personaggi, Altair,
Ezio ed Edward su tutti. A proposito di protagonista, in
Valhalla c’è un tiepido ritorno. Nel 2017, con il lancio di
Assassin’s Creed Origins, Ubisoft cominciò non solo un nuovo
percorso ludico per la serie, ma anche una cornice ambientata
ai giorni nostri del tutto inedita, da giocare nei panni di
una donna di nome Layla Hassan. In questo nuovo capitolo,
chiaramente, si tornerà ad impersonarla e non possiamo fare
altro che sottolineare una certa pigrizia nella costruzione
delle scene che la interessano più da vicino. Peccato, in
quanto la relazione tra passato e presente è sempre stato uno
degli elementi chiave della serie. In Assiassin’s Creed
Valhalla fa però il suo ingresso un “Livello di Potenza” che
indentifica il grado di rischio delle varie regioni inglesi:
se nella prima metà dell’avventura la progressione scorre in
maniera assai liscia, con un tasso di sfida che si muove di
pari passo con l’upgrade del protagonista, in seguito
l’avanzamento pone il giocatore dinanzi a territori da
liberare di livello molto superiore a quello ottenuto
proseguendo unicamente con la quest principale. Entrare nelle
lande inglesi con un grado di potenza di 50 o 100 punti
superiore al proprio, equivale a una morte quasi certa. Vi
diciamo questo in quanto se è vero che negli scontri uno
contro uno c’è ancora un minimo margine di sopravvivenza,
quando si verrà accerchiati dai nemici, basteranno due frecce
ad eliminare il protagonista, e le probabilità di farla franca
sono parecchio ridotte. La libertà d’azione non è poi così
estesa: il farming in Valhalla, benché sia meno pressante di
quello di Odyssey, è ben mascherato, e le esigenze di
accrescere il proprio potere si palesano solo più avanti nella
campagna. Insomma, uno snellimento furbo e abbastanza
efficace, ma   ancora   non   del   tutto   esente   da   qualche
incertezza.

A livello di combat system Assassin’s Creed Valhalla non
deluderà i suoi fan, dimenticate però le eleganti uccisioni di
Ezio: i vichinghi sono un popolo brutale e tali saranno le
uccisioni. Gli scontri sono sanguinosi, violenti e
sorprendentemente ricchi di mutilazioni. Vedrete teste volare
e arti cadere, ma anche avversari trafitti dalle loro stesse
armi in scene che poco hanno da invidiare al cinema pulp.
Fidati compagni di chi gioca in questo bagno di sangue
saranno: arco e frecce, un’arma primaria e lo scudo per parare
i colpi degli avversari. La strategia da utilizzare è quella
che abbiamo ormai imparato a conoscere negli ultimi episodi:
si colpisce duro e si schiva molto. Anche ai livelli di
difficoltà più bassi sarà vitale imparare ad eludere gli
avversari, spostarsi rapidamente o usare lo scudo per bloccare
tempestivamente gli attacchi peggiori, così da destabilizzare
i nemici ed esporli ai propri attacchi. Bisognerà poi imparare
a sfruttare le mosse speciali che non si otterranno salendo di
livello ma che bisognerà trovare esplorando l’ambiente. La
mappa di gioco infatti include anche i libri della conoscenza,
da cui imparare tecniche nuove che possono tornare
particolarmente utili in battaglia. Ovviamente sono tutte
mosse legate in primis all’uso della forza bruta e delle
abilità fisiche, niente magie o cose del genere. Da qui il
loro legame con la barra dell’Adrenalina, che potrà essere
riempita nel corso degli scontri o tramite speciali funghi
distribuiti nei diversi ambienti di gioco. Eivor potrà inoltre
contare su un solido equipaggiamento, che potrete potenziare
trovando le giuste risorse e persino qualche runa che ne
aumenti l’efficacia. Ritroviamo poi l’albero delle abilità che
in Assassin’s Creed Valhalla risulta davvero ricco e
stratificato, così da definire con precisione lo stile di
combattimento del protagonista. Attenzione però, essendo un
gioco estremamente esteso, qualche piccola pecca l’abbiamo
trovata. Ad esempio il sistema di combattimento, magistrale
nella gestione degli scontri 1 vs 1, perde qualcosina quando i
nemici iniziano ad essere parecchi. A rendere difficili le
battaglie ci pensa anche la lenta risposta dei comandi. Non
sempre, sia chiaro, ma capiterà di tentare una parata e vedere
Eivor che non muove un muscolo, soprattutto se lo si fa pochi
istanti dopo un attacco. Nel dubbio il gioco privilegia sempre
il comando legato all’arma principale rispetto alla parata e
questo espone il giocatore a qualche ferita di troppo. Le
battaglie caotiche, che normalmente sono Assalti ad avamposti
avversari o Razzie nei monasteri, incidono anche sulla
fluidità del gioco, con qualche lag occasionale che può
influire sull’esito della battaglia. La situazione però è
migliorata rispetto ai giorni precedenti il lancio quindi
confidiamo in qualche aggiornamento software definitivo.
Rimane poi da considerare la piattaforma di gioco: su PC,
PlayStation 5 o Xbox Series X|S le prestazioni sono
assolutamente migliori. Qualche piccolo problema infine
l’abbiamo riscontrato nei movimenti. Eivor tende ad
arrampicarsi su tutto, anche quando non si vuole, a non
centrare piccole botole quando si cerca di calarsi al piano
inferiore o ad essere troppo irruento nella distruzione di
elementi che sono ad un passo da lui, mancando di fatto
l’obiettivo. In generale quindi Assassin’s Creed Valhalla
avrebbe avuto bisogno di un po’ più di pulizia generale, che
avrebbero reso l’esperienza di gioco ancora più coinvolgente.

Assassin’s Creed Valhalla offre al giocatore svariate opzioni
che permettono di personalizzare al meglio l’esperienza
utente. La difficoltà è suddivisa in tre differenti parametri:
esplorazione, stealth e combattimento. Questi elementi possono
essere regolati in maniera indipendente, al fine di cucirsi
addosso l’esperienza migliore. Combattimento e stealth
subiscono modifiche piuttosto intuibili, dal minor tempo di
individuazione a danni maggiori; esplorazione, invece, come
già visto in Odyssey, riduce le informazioni a schermo,
rendendo le traversate molto più immersive e intricate. A
sorpresa segnaliamo anche l’aggiunta del supporto per mouse e
tastiera, sicuramente abbastanza futile considerando la
tipologia di gioco, ma sempre ben accetto. La versione da noi
testata, su Xbox One X, è afflitta da alcuni leggeri fenomeni
di tearing, cali di frame e da una modellazione poligonale di
personaggi e strutture non eccelsa. Il colpo d’occhio rimane
sicuramente notevole, ma l’impressione di star giocando la
versione old gen è stata molto forte per tutta l’esperienza,
siamo certi che su PC e console di nuova generazione,
Assassin’s Creed Valhalla riuscirà a dare il meglio di sé,
soprattutto grazie ai 60 fps. Eccezionale, infine, il comparto
audio e il supporto HDR, forse parzialmente rivedibile nella
gestione dei toni più scuri; per il resto, soprattutto in
pieno giorno, regala scorci notevoli. Tirando le somme,
Assassin’s Creed Valhalla, nonostante la discreta varietà di
attività da compiere, provoca qualche singhiozzo di
ripetitività che comincia a farsi più invasivo dopo le prime
30 ore, quando la fine della storia è ancora abbastanza
distante. A tratti troppo prolisso, Valhalla punta di nuovo
sull’accumulo, rendendo i regni inglesi un grosso parco giochi
nel quale cimentarsi in razzie, gare di bevute e scorribande
in puro stile vichingo. L’insieme è incorniciato da una trama
ben scritta ma troppo diluita, che ci mette molto tempo prima
di entrare nel vivo della lore della saga degli Assassini. A
fare da supporto alle peripezie di Eivor ci pensa
un’esplorazione sempre stimolante e un combat system denso di
buone idee, non tutte ben implementate, eppure brutale a
sufficienza da iniettarci un’appagante dose di adrenalina.
L’ultimo capitolo è quindi un ottimo mix fra vecchio e nuovo
in un periodo storico del tutto inedito. Ovviamente il balzo
in avanti sulle piattaforme Next-Gen migliorerà diversi
aspetti di quanto abbiamo potuto vedere, in ogni caso
Assassin’s Creed Valhalla è un gioco che merita di essere
giocato e spolpato fino all’osso. Se avete molto tempo a
vostra disposizione e state cercando un videogame
appassionante, bello da vedere e con tante cose da fare, bene,
l’ultima fatica di Ubisoft saprà senza ombra di dubbio darvi
grandi soddisfazioni.
GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 8

Sonoro: 9

Gameplay: 8,5

Longevità: 9

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise

Nokia 8.3 5G, lo smartphone
del futuro di HDM Global
HMD Global, la casa dei telefoni Nokia, annuncia che Nokia 8.3
5G, il suo primo smartphone 5G, è disponibile in Italia al
prezzo di 599 euro.

A testimonianza dell’impegno nel garantire sicurezza, velocità
e innovazione in risposta alle richieste dei clienti più
esigenti del mondo – i servizi segreti dell’MI6 – Nokia 8.3 5G
è lo smartphone scelto dal nuovo agente 00 nel prossimo film
di James Bond “No Time To Die”. Dotato di una potente
fotocamera quadrupla PureView con ottiche ZEISS, Nokia 8.3 5G
permette di catturare ogni aspetto della scena e sarà sempre a
prova di futuro, grazie alla copertura del più elevato numero
– ad oggi – di bande 5G New Radio, aspetto che lo rende pronto
a funzionare con combinazioni di implementazioni 5G standalone
e non che gli operatori di tutto il mondo stanno lanciando.

La connettività 5G veloce e affidabile per lo streaming e il
gioco è garantita a tutti, ovunque si trovino. Nokia 8.3 5G è
lo smartphone ideale per i video creator grazie al debutto
della funzionalità di acquisizione ed editing ZEISS Cinema,
alla straordinaria ripresa video in condizioni di scarsa
illuminazione e alla registrazione audio OZO. Sulla scia della
tradizione finlandese, Nokia 8.3 5G arriva nella colorazione
Polar Night, ispirata direttamente al cielo artico.

https://www.youtube.com/watch?v=PHq_C1KMrjE
Primo tra gli smartphone Nokia a essere dotato dell’app di
editing e acquisizione ZEISS Cinema, Nokia 8.3 5G permette di
rendere epico ogni video e di girare come un regista
professionista con effetti in stile hollywoodiano. Si possono
aggiungere scie anamorfiche alle riprese per una resa
fantastica e condividere i vostri meravigliosi filmati in 4K
con il 5G. Registra i tuoi contenuti in formato
cinematografico 21:9 e usa la classificazione professionale
dei colori sul dispositivo per cambiare lo stile dei vostri
video. Si possono inoltre godere al meglio gli scatti notturni
grazie al sensore grandangolare con super pixel che permettono
di catturare un maggior numero di dettagli e produrre
un’immagine più luminosa con meno rumore. Il video HDR
permette di acquisire un’elevata gamma dinamica di contrasto.
E’possibile, inoltre, portare con se il Nokia 8.3 5G nella
prossima avventura e registrare un video fluido con la
modalità Action Cam. Grazie alla registrazione audio OZO
immersiva a 360° vi potrete godere una precisione spaziale
realistica. Nokia 8.3 5G dispone di una fotocamera quadrupla
PureView con ottiche ZEISS per catturare ogni aspetto della
scena, dai panorami mozzafiato a primi piani dettagliati con
la modalità macro fino ai bellissimi ritratti con ZEISS Bokeh,
sfruttando il sensore di profondità. I 64MP della fotocamera
sono in grado di offrire dettagli e sensibilità straordinari
grazie alla tecnologia pixel pinning.

La piattaforma modulare Snapdragon 765G 5G con il sistema
Snapdragon X52 5G Modem-RF è ottimizzata per il 5G, il che
significa che Nokia 8.3 5G sarà sempre a prova di futuro
grazie a una connettività veloce e affidabile, giocando senza
distrazioni ai videogiochi su Stadia, guardando film in
streaming e condividendo contenuti. Con un display edge-to-
edge da 6,81 pollici, Nokia 8.3 5G vanta il più ampio schermo
a tecnologia PureDisplay basata su processore visivo
Pixelworks, tra tutti gli smartphone Nokia. Il device integra,
inoltre, il Qualcomm® AI Engine di quinta generazione della
piattaforma modulare Snapdragon 765G per fornire esperienze di
intelligenza artificiale intuitive. Questa tecnologia assicura
una qualità HDR coinvolgente e una straordinaria riproduzione
dei colori per tutti i tuoi contenuti in streaming, foto,
video o giochi, anche quando disponibili solo in gamma
dinamica standard (SDR). Ciò avviene aumentando dinamicamente
la profondità del colore e i dettagli di 64 volte,
trasformando tutto il tuo intrattenimento in esperienze
cinematografiche indimenticabili. Sulla scia delle sue radici
finlandesi, Nokia 8.3 5G possiede tutti i tratti del design
nordico, tra i quali il colore esclusivo che riprende quello
del cielo artico. Disponibile nella versione Polar Night, la
cover del Nokia 8.3 5G è realizzata con una tecnologia di
metallizzazione con un caratteristico motivo di rifrazione
della luce che permette ai colori di mescolarsi per rievocare
l’aurora boreale. Il Nokia 8.3 5G combina il pulsante di
accensione e il sensore di impronte digitali per un accesso
più fluido e semplice al telefono. Inoltre, lo smartphone
continuerà a migliorare, con due anni garantiti di
aggiornamenti del sistema operativo e tre anni di
aggiornamenti di sicurezza mensili, insieme a una suite di
applicazioni Google apprezzate dagli utenti. Nokia 8.3 5G è
disponibile da oggi al prezzo di 599 EUR nella versione da
6GB/64GB e 649 EUR in quella da 8GB/128GB.
F.P.L.

Black     Desert    Prestige
Edition, la versione migliore
per avvicinarsi al celebre
MMORPG

Black Desert è un MMORPG action open-world con una grafica
mozzafiato e un sistema di combattimento innovativo, basato
sulle abilità tipiche di questo tipo di videogioco.

All’interno del mondo di gioco è possibile personalizzare il
proprio personaggio in diversi modi, adattandolo al proprio
stile di gioco personale. Il titolo è inoltre famoso per i
suoi controlli intuitivi, il mondo di gioco ben realizzato, e
una trama coinvolgente ed accattivante.
Ora grazie a questa nuova edizione, dopo il grande successo in
150 paesi e il doppiaggio in 12 lingue diverse, con oltre 30
milioni di utenti registrati, Black Desert è pronto a stupire
ancora. La Prestige Edition, infatti è disponibile dal 6
novembre in Europa, Africa, Medio Oriente, Nord America,
Australia e Nuova Zelanda, su PlayStation 4 e Xbox One. Tale
edizione rappresenta quanto di meglio si possa volere dal
gioco in quanto comprende il gioco base, tutti i DLC e
moltissimi altri contenuti e gadget. I giocatori che non sanno
cosa aspettarsi da Black Desert saranno catapultati in una
vastissima comunità fin da subito in un vasto MMORPG open-
world che offre alcune delle personalizzazioni dei personaggi
più complesse che si siano mai viste.

Black Desert non pone limiti al giocatore: una volta
risvegliatosi da un evento non precisato, provato a spiegare
in qualche modo da alcuni flashback e da una nuova sequenza
iniziale ricreata in CGI il giocatore viene “abbandonato” a sé
stesso. In Black Desert è possibile scegliere praticamente
ogni cosa e fare qualsiasi cosa, compreso acquistare e gestire
immobili, creare alleanze commerciali e avviare una vera e
propria personalissima linea di “entrate”, fondamentali nelle
fasi più avanzate del gioco, in particolare se ne si fa una
questione di “mero” equipaggiamento. Ed è proprio qui che
entra in gioco la versione che abbiamo avuto modo di testare
in questi giorni: la Prestige Edition. In realtà è molto
semplice: a parte qualche piccolissimo dettaglio, la versione
in questione è da considerarsi come una “semplice” entry level
per i giocatori console in attesa della copia fisica, venduta
ad un prezzo di listino di 39,99€. Tale prezzo, però, è
assolutamente “falso” poiché la Prestige Edition racchiude in
sé tantissimi contenuti digitali dal valore di oltre 140
dollari (circa 120€), pensati appositamente per agevolare la
progressione di quei giocatori che hanno iniziato a prendere
conoscenza con lo sconfinato universo di Black Desert soltanto
ora. Per il resto, però, il titolo rimane sempre il medesimo,
splendido sandbox misto a gioco di ruolo a sua volta misto ad
un action game, per un risultato finale squisitamente caotico
e più che riuscito. La varietà di gameplay offerta dalle varie
classi porta a Black Desert Online una certa rigiocabilità
come ci si aspetterebbe da un MMO, permettendo di cambiare
personaggio per rinfrescare l’esperienza e giocare con un
nuovo set di occhi. Giocare come personaggio di supporto è
molto diverso dal giocare come un tank, quindi ottenere il
pieno godimento dal gioco si riduce davvero a provare ogni
ruolo e capire quale sia quello migliore per il proprio stile.
Black Desert Prestige Edition è l’occasione migliore per
avvicinarsi a un prodotto incredibilmente vasto e ricco di
possibilità, l’ideale per gli appassionati di MMO, grazie ad
una quantità importante di contenuti aggiuntivi perfetti per
rendere la progressione di gioco più agevole e veloce.

Parlando di aspetto non si può non citare lo smisurato editor
di creazione di personaggio che il titolo di Pearl Abyss porta
con sé. Probabilmente non si è mai visto nulla di vagamente
simile in giro, e lo possiamo confermare anche a fine 2020 e
con la next-gen ormai ufficialmente arrivata. L’editor di
Black Desert è in grado di far perdere ore, sappiatelo, ma ne
vale davvero la pena: non c’è niente di più bello di sentirsi
a proprio agio con il proprio corpo, no? E questo è un po’ ciò
che succede con Black Desert, in cui è stranamente impossibile
imbattersi in personaggi da fattezze simili grazie proprio ad
una possibilità smisurata in termini di creazione e
caratterizzazione del proprio avatar di gioco. La bontà
tecnica e artistica del titolo non si ferma di certo qua:
anche oggi, da vedere, Black Desert è un prodotto sontuoso
sorretto da un motore grafico che fa il suo lavoro al meglio,
con un ottimo utilizzo di tutti gli artifici tecnici, utili a
migliorare la concezione che si ha dell’immagine stessa. Con i
complimenti, però, siamo costretti a fermarci qui perché la
versione da noi testata (Xbox One X) è stata vittima di
un’ottimizzazione davvero approssimativa. Soprattutto nelle
zone sovraffollate è quasi impossibile muoversi, con un frame-
rate che crolla sotto i 20fps anche durante i combattimenti e
una sensazione costante di lag veramente difficile da
sostenere e digerire. A questo si aggiungono altri numerosi
problemi, come il caricamento delle texture sempre in ritardo,
alcune volte anche per minuti e minuti, pop-in e pop-out
continui e bug vari, che rovinano fortemente l’esperienza
complessiva di un titolo che fa anche dell’estetica una delle
sue armi migliori. C’è solo da sperare che a breve venga
rilasciata qualche patch per ovviare ai problemi sopra
elencati, ma soprattutto che le versioni Xbox Series X e Ps5
vengano ottimizzate a dovere. Tirando le somme, possiamo dire
che in Black Desert Prestige Edition il potenziale c’è tutto,
basterà davvero poco per trasformare il titolo in qualcosa di
estremamente interessante anche su Console. Provare per
credere.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 7

Sonoro: 7,5

Gameplay: 7,5

Longevità: 8,5

VOTO FINALE: 7,5

Francesco Pellegrino Lise

Realme 7, lo smartphone 5G
low-cost
Arriva in anteprima sui mercati europei il Realme 7 5G, un
nuovo smartphone dell’azienda cinese che spinge ancora più in
basso il prezzo dei telefoni compatibili con le reti cellulari
di ultima generazione. Per farlo, la società punta anche sui
giorni di sconti del Black Friday, quando proporrà il
dispositivo a poco più di 200 euro.

Il Realme 7 5G si presenta con un display da 6,5 pollici FHD+
e frequenza d’aggiornamento fino a 120Hz. Sul retro monta una
quadrupla fotocamera con sensore principale da 48 megapixel,
grandangolare da 8 mp, sensore d profondità e macro entrambi
da 2 mp.

La fotocamera frontale è da 16 megapixel. A consentire il
prezzo particolarmente abbordabile è il processore 5G
Dimensity 800U di MediaTek, che è coadiuvato da 6 GB di Ram e
128 GB di memoria interna espandibile. La batteria è capiente,
da 5mila mAh, con ricarica rapida a 30 Watt che la porta da
zero a cento in 65 minuti. Tra le altre caratteristiche da
evidenziare ci sono il dual sim 5G e il lettore di impronte
inserito nel tasto laterale. A tal proposito, è da
sottolineare che Realme 7 5G è tra i primi smartphone a
supportare il Dual 5G SIM grazie alla scelta di adottare il
processore MediaTek Dimensity 800U. Ciò vuol dire che si
possono utilizzare contemporaneamente due SIM che si
connettono alle reti di nuova generazione. Certo, per le
chiamate è necessaria la presenza di reti standalone con
tecnologia VoNR, ma quando saranno disponibili questi
smartphone potranno già sfruttare la nuova tecnologia. Il
bordo inferiore, infine, ospita il jack audio da 3,5 mm
(presenza sempre apprezzata), la porta Type-C per la ricarica
e il singolo altoparlante che restituisce un suono nella
media. Le dimensioni non sono propriamente contenute. Parliamo
di 162.1 x 75 x 9.1 mm per un peso di 194 grammi. Insomma,
numeri che stanno diventando uno standard in ambito
smartphone. Ad ogni modo, Realme 7 5G si tiene bene in mano e
i pulsanti – come detto – sono perfettamente raggiungibili. Lo
smartphone, in prevendita su Amazon, avrà un listino di circa
280 euro ma fino al 30 novembre, in occasione del Black
Friday, sarà proposto a poco meno di 230 euro. Realme 7 5G è
senza dubbio l’acquisto ideale per chi desidera uno smartphone
5G a prezzi accessibili. Ad ogni modo, è uno smartphone che
potrebbe andar bene per la maggior parte degli utenti che
potrebbero ritrovare caratteristiche solitamente destinate a
dispositivi di fasce più alte. C’è un ampio display con
frequenza di aggiornamento a 120 Hz, l’autonomia è
soddisfacente e gode di ricarica rapida, c’è l’espansione di
memoria e il supporto Dual-SIM 5G. Non è esente da difetti (la
resa della fotocamera è da migliorare). Tuttavia, Realme 7 5G
si appresta a diventare un interessante protagonista nel
segmento di appartenenza.

F.P.L.
Mortal Kombat 11, arrivano
Rambo, Rain, Mileena e la
Ultimate Edition

Mortal Kombat 11 non ha ancora finito di stupire suoi
moltissimi appassionati, infatti, a partire dal 17 Novembre
sono iniziati ad arrivare nuovi lottatori facenti parte del
Kombat Pack 2.

Attualmente i nuovi personaggi sono Rain, Mileena e Rambo, ma
non è da escludere che possano arrivarne altri. Il pacchetto
in questione è già acquistabile e permetterà di ottenere anche
il pacchetto skin “Guerrieri del Tempo“.

Sempre il 17 Novembre 2020, Mortal Kombat 11 viene proposto al
pubblico sotto una nuova veste: la Ultimate. In questa
versione sono disponibili i seguenti contenuti: il gioco base,
il DLC “Kombat Pack 1“, il DLC “Kombat Pack 2“, l’espansione
della modalità storia: Aftermath. Tale versione di Mortal
Kombat è disponibile anche sulle nuove piattaforme di gioco
(PS5 ed Xbox Series X) e chi già lo possiede per la console
precedente potrà giocarlo senza costi aggiuntivi.

Queste versioni hanno tempi di caricamento ridotti, grafica
migliorata e una risoluzione 4K. Ricordiamo che con Mortal
Kombat 11, Netherrealm Studio è riuscita a capitalizzare
l’eredità del passato, raccogliendo tutti gli aspetti migliori
degli ultimi titoli e fondendoli in un unico, grande
picchiaduro: una campagna spettacolare ed altamente
cinematografica, alimentata da un roster complesso e
variegato, e soprattutto, un netcode finalmente all’altezza
delle aspettative. Insomma, la summa perfetta del gioco di
lottaoccidentale, visivamente inarrivabile e dotato di un
fascino di base veramente irresistibile. Se non conoscete
l’incredibile Mortal Kombat 11 o volete saperne di più
sull’ultimo capitolo del celebre picchiaduro, potete correre a
leggere la nostra recensione dell’espansione Aftermath
(cliccando qui) o dare un’occhiata al trailer del Kombat pack
2 qui sotto.

F.P.L.

Watch   Dogs:  Legion,   gli
hacker di Ubisoft combattono
per Londra

Watch Dogs: Legion è ora disponibile in tutto il mondo per
Xbox One, PlayStation4, Epic Games Store e Ubisoft Store per
Windows PC, Stadia e Ubisoft+, il servizio in abbonamento di
Ubisoft. Watch Dogs: Legion arriverà anche per Xbox Series X/S
il 10 novembre e dal 12 novembre in versione digitale su
PlayStation5 in contemporanea con la nuova console.

La versione retail per PlayStation5 sarà invece disponibile
dal 24 novembre. Nato da un’idea di nuova generazione, Watch
Dogs: Legion introduce la meccanica “Gioca nei panni di
chiunque”, un’innovazione nel gameplay mai vista prima e
creata dallo studio di Ubisoft Toronto. Questo nuovo concetto
darà ai giocatori la possibilità di reclutare i propri membri
della resistenza scegliendo tra l’intera popolazione di
Londra. Ogni singola persona nello scenario liberamente
esplorabile potrà essere reclutata e utilizzata, ciascuna
contraddistinta dalla sua storia, personalità e abilità. Watch
Dogs: Legion supporterà anche il DirectX Raytracing hardware
su Xbox Series X e avrà il pieno supporto del ray tracing sui
PC dotati di schede video Nvidia RTX, mostrando una Londra con
riflessi in ray tracing in tempo reale. Acquistando Watch
Dogs: Legion per Xbox One o PlayStation4 sarà possibile
passare alla versione next-gen del gioco (Xbox Series X o
PlayStation5) senza alcun costo aggiuntivo mantenendo i propri
progressi e contenuti di gioco tra le due generazioni di
console della stessa famiglia, grazie al nuovo ecosistema di
Ubisoft Connect.

Parlando di trama, in Watch Dogs: Legion, Londra sta
affrontando la sua rovina. Tra i crescenti disordini di una
capitale britannica sempre più inquieta, un’entità sconosciuta
nota come Zero-Day riesce a far accusare la resistenza segreta
di DedSec di alcuni attacchi terroristici coordinati che hanno
devastato la città. In seguito a questi fatti, alcuni
criminali opportunisti, provenienti da ogni angolo di Londra,
prendono il controllo della città riempiendo il vuoto lasciato
da un governo ormai sconfitto. Come membri di DedSec, in Watch
Dogs: Legion, i giocatori cercheranno di fermare questi
criminali, tra sadici, mercenari, hacker e molti altri, perciò
dovranno essere pronti ad affrontare ogni genere di
situazione, ma soprattutto a reclutare nuovi membri nella
resistenza di DedSec per sconfiggere i criminali, liberare
Londra e svelare l’identità di Zero-Day.

Come accennavamo, uno dei punti di forza di Watch Dogs:
Legion, nonché colonna portante dell’intera campagna di
marketing del titolo fin dalla sua presentazione, è
sicuramente quella relativa al poter impersonare praticamente
qualsiasi personaggio sia presente sul territorio di Londra.
Niente più singolo eroe quindi, ma una totale libertà da parte
del giocatore di poter scegliere con chi portare avanti le
vicende del gioco. La scelta non è fortunatamente solo
estetica e ogni abitante della capitale britannica avrà le
proprie caratteristiche personali, che lo rendono differente
dagli altri. Tra la spia dotata di gadget avveniristici
all’ubriacone che ci farà scoprire dagli avversari
singhiozzando, in Watch Dogs: Legion le possibilità sotto tale
punto di vista sono veramente tante. Da non dimenticare sono
poi tutte quelle skill passive di cui beneficerà
indirettamente l’intera squadra, come l’avvocato, ad esempio,
che ridurrà i periodi di detenzione dei personaggi catturati,
oppure il medico che potrà entrare con la tenuta da
ospedaliero nelle strutture sanitarie senza essere
intercettato dalle guardie. Se non si abilita l’opzione
permadeath, infatti, gli attivisti, qualora venissero
sconfitti, verranno o arrestati o si infortuneranno, restando
fuori gioco per un determinato periodo di tempo, che può
appunto essere ridotto reclutando individui con determinate
capacità. Dove Ubisoft è riuscita però a fare assolutamente
centro è nel principale dilemma che aveva accompagnato
l’innovativo sistema di Watch Dogs Legion, ossia la paura del
ritrovarsi a impersonare delle specie di manichini privi di
storia e background. Fortunatamente non è così e, sebbene per
forza di cose gli attivisti londinesi non possano fregiarsi
della profondità di un Aiden Pierce qualsiasi, è chiaro come
il lavoro fatto sotto tale punto di vista sia molto e di
qualità. Ogni personaggio in cui ci si imbatterà avrà infatti
un proprio semplice background, un motivo per odiare Albion e
una missione sempre diversa da completare per essere
reclutato. Apprezzabile è poi il fatto di come la Londra di
Watch Dogs: Legion sia composta da un tessuto sociale
all’apparenza fitto e non solo da tutta una serie di npc a sé
stanti. Ci è ad esempio capitato di reclutare nelle nostre
fila un attivista precedentemente schedato liberando un suo
amico da uno dei tanti pestaggi da parte dell’organizzazione
Albion in cui ci si imbatterà nel corso del titolo. Insomma,
il sistema di personaggi imbastito da Ubisoft per l’occasione
è una vera bomba e non fa assolutamente sentire la mancanza di
un eroe protagonista assoluto.

Per quanto riguarda il gameplay vero e proprio Watch Dogs:
Legion ricalca quanto visto in passato, anche se alcune
meccaniche sono state semplificate. I semafori, ad esempio,
non sono ora più hackerabili a piacimento e anche le
possibilità di interazione digitale coi vari npc che sono
presenti per strada sono state ridotte. Tornano invece in
grande stile gli oramai iconici puzzle ambientali, in cui sarà
necessario ricreare il flusso informativo di un determinato
luogo, questa volta anche in alcuni dei più iconici edifici
londinesi. Ubisoft ha concentrato le principali novità di
questo capitolo nei vari gadget, che permetteranno ai
giocatori di affrontare le varie sfide del titolo in diverso
modo. A disposizione di chi gioca, poi, c’è ad esempio un
device che rende il proprio attivista temporaneamente
invisibile, ma anche diverse tipologie di droni. Uno di essi,
lo spiderbot, è una delle trovate più belle di questo
capitolo. Con il piccolo drone a forma di aracnide ci si potrà
infiltrare in ogni dove, raccogliere oggetti nascosti e anche
atterrare nemici, il tutto nella fluidità e nel dinamismo più
totale. Una delle missioni più emozionanti del gioco vedrà i
giocatori scalare il Big Ben con lo spiderbot, saltando tra
gli ingranaggi e i meccanismi del celeberrimo orologio.
Insomma, il bello di Watch Dogs Legion risiede proprio nella
scelta data ai giocatori, con gli utenti che potranno
scegliere tra miriadi di opzioni per portare a compimento una
determinata quest. Infiltrarsi in un luogo con un determinato
vestito per non destare sospetti, fare piazza pulita degli
avversari e raggiungere l’obiettivo con le armi in pugno,
appostarsi fuori dalla zona vietata e far fare tutto al
proprio drone: le possibilità offerte da Ubisoft in questo
caso sono veramente tante e, anche se le missioni talvolta
finiscono per assomigliarsi in quanto a struttura,
difficilmente ci si potrà annoiare. Per quanto riguarda invece
la struttura open world, Watch Dogs: Legion presenta la
classica struttura del genere. La mappa di gioco, costellata
ovviamente di collezionabili di vario genere, è infatti
suddivisa in differenti macro-zone, che si potranno liberare
completando in ognuna di esse una manciata di missioni
dedicate. Depistaggio, sabotaggio e furto d’informazioni:
queste sono solo alcune dei compiti da completare per aver
accesso alla missione finale di ogni singolo distretto.
Completando questa attività si potrà accendere la scintilla
della rivolta nel quartiere e avere anche accesso a un potente
attivista, che si unirà alla causa la liberazione di Londra.

A livello estetico Watch Dogs: Legion riesce a migliorare
quanto di buono si era visto nel suo predecessore: Londra è
magnifica, le luci, i monumenti, l’alternarsi del giorno e
della notte, ma anche il continuo via vai di persone, danno
l’idea di una metropoli vera, viva e in costante fermento. Il
tipico stile geek che aveva dominato in Watch Dogs 2 viene
relegato al guardaroba e agli elementi estetici, dando ai più
esigenti la possibilità di personalizzare ogni attivista con
una notevole varietà di vestiti e accessori, mentre
l’espediente secondo cui tutte le auto in città sono adesso a
guida automatica ha permesso di ridurre la varietà di veicoli
in circolazione. Ovviamente su Xbox Series X e Ps5 la grafica
raggiungerà uno standard incredibile e, a quanto trapelato
online, sulla console di casa Microsoft alcune location
sfioreranno il fotorealismo. Per quanto riguarda i dialoghi,
questi mantengono il classico piglio urban-style con un
piacevole innesto di english humor, soprattutto in Bagley,
personaggio davvero ben riuscito, mentre tra gli attivisti si
registrano prestazioni contrastanti che vi porteranno fino ad
abbandonare alcune reclute proprio perché con carisma
inesistente. E’ bene sottolineare che acquistando il Season
Pass di Watch Dogs: Legion si otterrà l’accesso a Watch Dogs:
Legion – Bloodline, una nuova storia con protagonisti Aiden
Pearce del Watch Dogs originale e Wrench di Watch Dogs 2,
interamente giocabili sia nella campagna per giocatore singolo
che online. Inoltre, ci saranno anche due nuovi personaggi:
Darcy, un membro dell’Ordine degli Assassini, grazie a un
cross-over con Assassin’s Creed e Mina, che è stata soggetta a
esperimenti transumani e ora possiede la capacità di
controllare la mente di chiunque. Oltre ai nuovi personaggi
giocabili e all’espansione della storia di Watch Dogs: Legion
– Bloodline, il Season Pass offrirà missioni DedSec
aggiuntive, l’originale Watch Dogs Complete Edition del 2014 e
molto altro ancora. Il Season Pass di Watch Dogs: Legion è
incluso nelle edizioni Gold, Ultimate e Collector del gioco.
Detto ciò è bene sottolineare che la modalità multiplayer
online del gioco sarà disponibile dal 3 dicembre come parte di
un aggiornamento gratuito per tutti i possessori di Watch
Dogs: Legion. Il titolo ha un ricco piano post-lancio che
porterà molti nuovi contenuti per la modalità giocatore
singolo, oltre a nuove modalità multiplayer online. Tirando le
somme, Watch Dogs: Legion è il chiaro esempio di come si possa
davvero migliorare una cosa già bella, ma soprattutto di come
sia possibile stravolgere in maniera intelligente un sistema
che fino ad ora ha sempre visto una persona essere l’eroe
dell’avventura. Questo perché il messaggio che vuole
trasmettere il gioco è che qualsiasi persona può fare la
differenza, indipendentemente da chi sia, dall’estrazione
sociale, dal colore della pelle, dalla religione, dal sesso o
dall’istruzione, ma soprattutto chiunque può aiutare per far
capitolare lo strapotere del regime e liberare Londra.
Insomma, Watch Dogs: Legion è un bel centro da parte di
Ubisoft.

GIUDIZIO GLOBALE:

Grafica: 9

Sonoro: 8,5

Gameplay: 8,5

Longevità: 8,5

VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise
Xbox Series X ed S sono
arrivate, al via la next-gen
di Microsoft

Xbox Series X e Xbox Series S, le nuove console next-gen di
Microsoft, sono finalmente arrivate in Italia e sono
acquistabili rispettivamente al prezzo di 499,99 euro e 299,99
euro sul Microsoft Store e presso i principali rivenditori.

Xbox Series X è la console Microsoft più veloce e più potente
di sempre, che spinge performance, velocità e compatibilità a
livelli mai visti. Xbox Series X include una CPU 8 core Zen 2,
in grado di garantire una potenza di calcolo eccezionale, e
racchiude 12 teraflop di GPU, con un livello di fedeltà visiva
senza precedenti e una completa immersione con i giochi in 4K
nativi e capacità fino a 8K. Abbinata alla memoria GDDR6 con
la larghezza di banda più elevata di qualsiasi console di
nuova generazione, Xbox Series X offre agli sviluppatori la
possibilità di spingere al limite la loro creatività. Grazie
alla CPU 8 core Zen 2, Xbox Series S garantisce la velocità e
le performance della nuova generazione all’interno
dell’hardware più piccolo mai progettato da Xbox, a un prezzo
accessibile.

Xbox Series S offre prestazioni innovative, mondi più
dinamici, tempi di caricamento più rapidi ed è stata
progettata per far girare i giochi a 1440p fino a 60FPS. La
console è simile a Xbox Series X in termini di performance I/O
e di CPU, rendendo più semplice per gli sviluppatori la
possibilità di fornire le stesse ottime prestazioni di Xbox
Series X, eseguendo il rendering a una risoluzione inferiore.
Se volete saperne di più, cliccando qui potrete leggere il
nostro approfondimento relativo all’evento di presentazione
delle nuove console di casa Microsoft. La next-gen è
finalmente tra noi, benvenuti nel futuro dell’intrattenimento
casalingo.

Francesco Pellegrino Lise

Little  Hope,  l’antologia
horror per Pc e Console si
amplia
Little Hope è il secondo capitolo della Dark Picture’s
Antology, ossia una serie di videogiochi horror dove ogni
protagonista può essere impersonificato da un giocatore
diverso e dove ogni scelta può cambiare la trama in meglio o
provocare una serie di tragedie.

Questo secondo episodio, disponibile dal 30 ottobre su Pc e
Console di vecchia e nuova generazione, offre un’ambientazione
del tutto differente da quella vista in Man of Medan (qui la
nostra recensione), infatti l’avventura si svolge in un luogo
montano, lontano dall’oceano e offre tutta una serie inedita
di orrori. Quattro studenti del college e il loro insegnante
si ritrovano bloccati in una cittadina a miglia di distanza da
qualsiasi altro luogo, dopo che il loro autobus ha avuto un
incidente a causa del maltempo. Perseguitati da una nebbia
misteriosa nella cittadina di Little Hope, dovranno cercare
disperatamente un modo per fuggire mentre le visioni del
passato li tormentano nell’ombra.

E mentre assistono al raccapricciante passato della città e ai
terribili eventi del processo alle streghe di Andover,
compaiono anche alcuni demoni infernali, che iniziano a
tormentare e inseguire implacabilmente i protagonisti del
gioco. Essi dovranno quindi comprendere le motivazioni di tali
apparizioni, prima che le forze del male trascinino le loro
anime all’inferno. In questa avventura dalle forti tinte
horror, che per certi versi richiama quanto visto nei film di
“Blair Witch”, sarà necessario affrontare situazioni di vita o
di morte, oltre a dilemmi decisamente impegnativi, che
decideranno il destino dei personaggi. Little Hope dà la
possibilità di giocare da solo, ma anche di lasciare il
destino dei personaggi nelle mani dei propri amici, mettendo
alla prova le loro abilità nel fare le scelte giuste nelle
modalità Storia Condivisa e Serata al Cinema. Inoltre il
titolo offre una grande rigiocabilità in quanto la vastissima
gamma di scelte può portare a molteplici situazioni inedite e
finali differenti.

L’atmosfera di Little Hope è opprimente, da horror d’alta
classe, con qualche rimando nemmeno troppo velato a Silent
Hill: l’avventura di SuperMassive Games propone a tratti
soluzioni visive di indubbio impatto, viscerali e ansiogene,
pregne di un’inquietudine costantemente in bilico tra la
tachicardia e lo spavento puro. Purtroppo però la
sceneggiatura non è sempre all’altezza, infatti le linee di
dialogo sono spesso assai banali, la caratterizzazione dei
personaggi a tratti un po’ troppo superficiale, e gli scambi
di battute tra i protagonisti arranca in più occasioni. Con
una scrittura più curata, Little Hope avrebbe potuto ambire a
vette qualitative maggiormente elevate, anche perché alcuni
risvolti del racconto, soprattutto nelle fasi conclusive,
riescono a garantire colpi di scena più intelligenti e
riusciti del capitolo precedente. È un peccato che gli autori
non abbiano prestato alla sceneggiatura la medesima attenzione
riposta nella costruzione dell’atmosfera, e che in alcuni
frangenti si siano palesemente impigriti, scegliendo di
ricorrere allo spavento facile, tramite un uso eccessivo dei
jump scare che, dopo una reiterazione dei medesimi stilemi,
cominciano inevitabilmente a perdere d’efficacia. Come da
tradizione del genere, anche in Little Hope bisogna
controllare, a seconda delle esigenze del racconto, i vari
protagonisti, alternando fasi parlate abbastanza lunghe con
momenti maggiormente interattivi, legati all’esplorazione e
alle sequenze in cui i QTE la fanno da padrone. In quelle fasi
in cui il gioco concede un po’ di libertà di movimento lungo
le ambientazioni, si avrà anche la facoltà di analizzare le
aree di gioco, tutte assai ristrette, alla ricerca di piccoli
collezionabili o di informazioni che ampliano la lore della
produzione e, come avveniva in Man of Medan, forniscono
qualche indizio utile a far intuire quale potrebbe essere la
soluzione del mistero. È in questa anima quasi investigativa
che si annida una delle migliori trovate del team di sviluppo,
che centellina accuratamente le varie prove per accompagnare i
giocatori più intuitivi verso la piena comprensione della
vicenda prima che giungano i titoli di coda. Peccato solo che
la libertà di spostamento sia comunque limitata da aree
parecchio claustrofobiche e da una gestione dell’inquadratura
che, nel suo voler essere molto autoriale, alle volte non
fornisce la giusta prospettiva per orientare lo sguardo
dell’utente. Oltre agli indizi, nelle ambientazioni si
potranno anche trovare speciali cartoline definite “Presagi di
Morte”: il gioco fornirà così degli aiuti visivi, un rapido
scorcio verso il futuro volto a suggerire quali azioni
potrebbero condurre alla prematura dipartita dei protagonisti.
In sostanza, per chi lo ha giocato, le cartoline sono
equivalenti ai quadri presenti in Man of Medan. Sotto questo
fronte, Little Hope non si distanzia dal primo capitolo della
Dark Picture Anthology, proponendo un avanzamento abbastanza
ben bilanciato tra dialoghi, azione e puro terrore. Se si
esclude un semplicissimo minigioco in cui premere col giusto
ritmo alcuni tasti per mantenere la calma nei frangenti più
tesi, i Quick Time Events si dimostrano estremamente basilari
nel concept, e anche piuttosto semplici da completare. Il
senso di sfida di Little Hope a nostro avviso è leggermente
più clemente in rapporto a quello di Man of Medan, e portare
in salvo tutti i personaggi potrebbe rivelarsi più semplice
del previsto. Dove il gioco perde in complessità ne guadagna
però in grado di tensione: le scelte che si faranno si muovono
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