POLITICHE DELLA BELLEZZA: EUROPA, ITALIA - Salvatore Settis NUMERO SPECIALE - Casa della Cultura

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Salvatore Settis
                  NUMERO
                  SPECIALE
                             POLITICHE
DUEMILADICIOTTO

                             DELLA
                             BELLEZZA:
                             EUROPA,
                             ITALIA
                             a cura di Oriana Codispoti
direttore
Ferruccio Capelli
condirettore e direttore responsabile
Annamaria Abbate                                                                      Salvatore Settis
comitato editoriale
Duccio Demetrio                                                                       POLITICHE
Enrico Finzi
Carmen Leccardi                                                                       DELLA
Marisa Fiumanò
Paolo Giovannetti                                                                     BELLEZZA:
                                                                                      EUROPA,
Renzo Riboldazzi
Mario Ricciardi

                                                                                      ITALIA
Mario Sanchini
Salvatore Veca
Silvia Vegetti Finzi

progetto grafico e illustrazioni
Giovanna Baderna                                                                      conferenza alla
www.giovannabaderna.it
                                                                                      Casa della Cultura
direzione e redazione
via Borgogna 3, 20122 MIlano
tel.02.795567 / fax 02.76008247
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                                                                                      introduzione di
periodico bimestrale
registrazione n. 323 del 27/11/2015
Tribunale di Milano
                                                                                      Salvatore Veca
viaBorgogna3 ISSN 2499-5339
2018 ANNO 3 NUMERO SPECIALE
ISBN 978-88-99004-46-0
titolo: POLITICHE DELLA BELLEZZA:                                                     a cura di
EUROPA, ITALIA

copyright Casa della Cultura, Milano
                                                                                      Oriana Codispoti

                 area di rispetto          area di rispetto
                                                              versioni con spessori
                                                              modificati per web e
                                                              per utilizzo in
                                                              dimensioni molto
                                                              piccole dove la
                                                              leggibilità sarebbe
                                                              compromessa

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NUMERO SPECIALE | POLITICHE DELLA BELLEZZA: EUROPA, ITALIA

                     • pag 6
                     INTRODUZIONE
                     Salvatore Veca

                     • pag 8
                     POLITICHE DELLA
                     BELLEZZA: EUROPA,
                     ITALIA
                     Salvatore Settis

                     • pag 24
                     IL CONTRIBUTO DI
                     SALVATORE SETTIS
                     ALLA CULTURA DEL
                     PROGETTO URBANO
                     E DI PAESAGGIO
                     Oriana Codispoti

                                                             viaBorgog a3 | numero speciale 2018
                                                                                                   5
della convivenza demo-          dell’idea di beni comuni        bella”, di città come opera
                                     Salvatore Veca
CITTÀ BENE COMUNE 2017

                                                                                                                          cratica, nei confronti degli    nell’elaborazione di Salva-     d’arte (per citare un libro di
                                                                                                                          elementi costituzionali es-     tore Settis – questo è un       Marco Romano)?
                         INTRODUZIONE                                                                                     senziali.                       altro dei temi per noi della
                                                                                                                                                          Casa della Cultura centrali –        E la mia idea è che in
                                                                                                                               Salvatore Settis ha avu-   secondo me ha come l’eco        fondo si tratti in ogni caso,
                                                                                                                          to due lauree honoris causa     di questa singolare connes-     sia che si ponga un proble-
                                                                                                                          in Giurisprudenza e una         sione fra l’esperienza dello    ma di equità per coloro cui
                                                                                                                          laurea honoris causa in Ar-     storico dell’arte, dell’ar-     accade di essere i fruitori o
                                                                                                                          chitettura. Archeologo, sto-    cheologo e l’esperienza di      gli abitanti di una città, che in
                                                                                                                          rico dell’arte, e poi… Settis   chi prende lauree honoris       essa si possano riconoscere
                                                                                                                          lo dice nel suo libro Azione    causa in Giurisprudenza e       nel tempo, sia nel caso della
                                                                                                                          popolare: io non sono un        in Architettura.                bellezza, sia sempre una
                                                                                                                          giurista – c’è un caveat,                                       questione di congruenza,
                                                                                         go lavoro di management di       una certa prudenza – e               Vorrei aggiungere solo     cioè di coerenza. È come
                                                                                  Per    grandi istituzioni del mondo     tuttavia…Questo impegno         un punto. A me è capitato       se fosse una questione di
                                                                          me è sin-      di Settis. Ricordo il grande     è venuto approfondendosi        come filosofo di discu-         giustezza.
                                                              ceramente un enorme        libro sulla Tempesta di Gior-    ed estendendosi nel corso       tere e di interagire molto           Allora nei confronti
                                                        piacere, oltre che un onore,     gione, nel 1978, ricordo il      dell’ultimo decennio. Penso     con architetti e urbanisti.     del paesaggio, come nei
                                                        il fatto di poter introdurre     Laocoonte che poi è stato        che l’attenzione di Settis      Ricordo le discussioni, in      confronti dei territori urbani,
                         Introduzione alla conferenza   con alcune brevi parole          ripubblicato. E confesso         nei confronti delle regole      particolare, con una figura     come nei confronti del patri-
                         tenuta da Salvatore Settis     un grande studioso, un           che, a un certo punto, ho        sovraordinate a una forma       che per me è stata molto        monio culturale, il problema
                         alla Casa della Cultura        intellettuale pubblico,          incominciato a seguire una       di vita democratica, quelle     importante come quella di       è preservare nel mutamento
                         il 12 dicembre 2017.
                                                        un grande amico come             serie di interventi e libri di   costituzionali, dipenda in      Bernardo Secchi, e con tanti    e nel tempo un qualche filo

                                                                                                                                                                                                                              viaBorgog a3 | numero speciale 2018
                                                        Salvatore Settis. Come al        Salvatore Settis – che è ar-     qualche modo non solo           altri. In generale la discus-   di coerenza che consenta la
                                                        solito in questi casi si dice:   cheologo e storico dell’arte     dal suo impegno civile e        sione era su quella che io      riconoscibilità e non generi
                                                        «Salvatore Settis non ha         dal punto di vista della         militante, ma anche dal         chiamavo la “città giusta”,     l’effetto dell’essere stranieri
                         Il video della conferenza è
                                                        bisogno di presentazioni».       fisionomia della divisione       fatto che le Costituzioni       cioè era un problema di         a se stessi. Questa è la
                         disponibile su:
                                                                                         del lavoro intellettuale e che   hanno come un carattere         equità nei confronti dell’ur-   piccola congettura che ho
                         www.youtube.com/
                         watch?v=                           Tuttavia, vorrei solo        ha dato straordinari contri-     della gravitas vitruviana       bs in rapporto alla civitas     intessuto, meditando sui
                         sLLjxVvrZvs&feature=           richiamare l’attenzione su       buti in quest’ambito – che       nei confronti dei processi      (tema molto caro al nostro      lunghi e appassionati per-
                         youtu.be                       un punto singolare che           connettono – e l’enigma è        democratici e della parte-      compianto e grande amico        corsi della tenace e vorace
                                                        presuppone, naturalmente,        come connettono – questo         cipazione democratica. E        Guido Martinotti). Allora       ricerca di Salvatore Settis e
                                                        la conoscenza del lungo          tipo di percorso di ricerca      quindi, in qualche modo,        mi posi il problema: come       quindi, con grande piacere,
                                                        lavoro scientifico, del lungo    con un forte impegno nei         questa attenzione, in parti-    connettere l’idea di “città     gli do ora la parola.
                                                                                                                                                                                                                                                                    7
                                                        lavoro accademico, del lun-      confronti dei fondamentali       colare questa formulazione      giusta” alla idea di “città
POLITICHE                   La bellezza deve essere un         decisero di ignorarlo, come       non vederlo nemmeno.
CITTÀ BENE COMUNE 2017

                                                            ingrediente della città come       un disturbo passeggero del        La storica americana Julia
                                   DELLA                    bene comune, oppure no?            loro orizzonte percettivo. Era    Thomas ha commentato
                                BELLEZZA:                   Per parlarne io non posso          spuntato dal nulla e nel nulla    così: «quel che ci è radi-
                                                            che far centro sul presente,       sarebbe tornato.                  calmente, immensamente
                                 EUROPA,                    sul nostro complicato pre-             Ma tutto cambiò quan-         estraneo può sfuggire alla
                                    ITALIA                  sente; però vorrei arrivarci da    do dalla nave fu calata           nostra attenzione». Qual-
                                                            due date estreme: una molto        una scialuppa, sulla quale        cuno potrebbe dire che
                                                            prima di noi e una un po’          alcuni marinai comincia-          l’episodio si spiega perché
                                                            dopo. La data molto prima          rono a remare verso riva.         quegli aborigeni erano “pri-
                                                            di noi è il 1770, la data un       La scialuppa assomigliava         mitivi”, ma nulla sarebbe
                                   Salvatore Settis         po’ dopo è il 2061.                maledettamente alle im-           più sbagliato perché ogni
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                                                                 Prima data: 29 aprile         barcazioni che loro erano         cultura umana – inclusa la
                                                            1770. Un fatto storico, o          abituati a usare per andare a     nostra – ha l’abitudine di
                                                            presentato come tale: quel         pesca o per muoversi verso        decifrare il mondo sulla base
                                                            giorno una nave britannica         una riva vicina. Una piccola      della propria esperienza
                                                            capitanata da James Cook           imbarcazione simile a quelle      concreta. Quel che abbiamo        novità. Vediamo – come gli
                                                            avvistava le coste di quella       usate da loro era più facile      già vissuto genera un venta-      aborigeni di Botany Bay,
                                                            che oggi chiamiamo Austra-         da “classificare”, perché         glio di attese sulla base delle   dai quali non siamo poi così
                         Testo integrale della              lia e si fermava non lontano       somigliava a esperienze           quali tendiamo a “leggere”        diversi – “quel che vogliamo
                         conferenza tenuta alla Casa        da Sydney al largo di quella       già vissute. Allora quasi tutti   quel che ci accade via via.       vedere” e non quello che ci
                         della Cultura il 12 dicembre
                         2017 nel quadro delle attività     che si chiama ora Botany           fuggirono in preda al terrore,    Questo è un meccanismo            sta veramente accadendo
                         di Città Bene Comune,              Bay (perché ci sono grandi         lasciando sulla spiaggia          largamente inconscio che ci       intorno. Una domanda, dun-
                         ambito di dibattito sulla città,   varietà botaniche).                pochi bambini che non             guida – e ci fa piacere averlo,   que: siamo sicuri di capire

                                                                                                                                                                                                     viaBorgog a3 | numero speciale 2018
                         il territorio, il paesaggio e le        Un folto gruppo della         capivano quello che stava         perché ci rassicura – ma al       fino in fondo quello che ci
                         relative culture progettuali
                         prodotto dalla Casa della          popolazione locale, che noi        succedendo, e qualche             tempo stesso ci limita. Ci dà     sta accadendo oggi? Alcuni
                         Cultura e dal Dipartimento di      usiamo chiamare “aborige-          guerriero che cominciò ad         sicurezza, confermandoci in       fenomeni del nostro tempo?
                         Architettura e Studi Urbani        ni”, era sulla costa quando la     agitare freneticamente le         quel che sappiamo già, però       Siamo sicuri di capire fino in
                         del Politecnico di Milano.         nave arrivò. Alla vista dell’im-   lance di legno preparandosi       vaglia e seleziona quel che       fondo le distruzioni intenzio-
                         L’iniziativa, curata da Oriana
                         Codispoti, è stata patrocinata     barcazione – che era molto         a colpire i possibili invasori.   non sappiamo (ancora) e           nali di opere d’arte, l’incuria
                         dalla sezione lombarda di          diversa da tutto quello che            Qual è la morale della        che d’istinto assimiliamo a       che affligge monumenti e
                         AIAPP, l’Associazione Italiana     avevano visto fino ad allora       favola? Quando ci sovrasta        qualcosa che conosciamo           paesaggi, il declino delle
                         di Architettura del Paesaggio,     – gli aborigeni non si scom-       un evento o un pericolo           già. Tendiamo, insomma,           città storiche, il diffondersi
                         e dalla Consulta Regionale
                         Lombarda degli Ordini              posero: quell’oggetto sorto        sconosciuto – a cui non           più a riconoscere quello che      dei ghetti urbani? Questi
                         degli Architetti Pianificatori     dal nulla era talmente al di là    sappiamo dare né una forma        accade intorno a noi che ad       e altri sintomi di una crisi
                                                                                                                                                                                                                                           9
                         Paesaggisti e Conservatori.        della loro comprensione che        né un nome – tendiamo a           analizzarlo come una vera         che non è solo economica
e politica sono diversi ma        chiede: «Perché lo faccia-        Leonardo può essere ritenu-       Quando si distrugge la sta-        diocesi non solo i dipinti di
CITTÀ BENE COMUNE 2017

                         convergenti. È una crisi che      mo?». Un adulto di nome           to “colpevole” di una guerra      tua di Mussolini o di Stalin       storia sacra, ma perfino tutte
                         non è soltanto economica e        Grigsby gli risponde: «Ha         nucleare è perché la cultura      o di Saddam Hussein si             le croci».
                         politica, ma culturale e per-     a che fare con l’odio. Odio       che esso rappresenta non          vuole, con vario successo               Claudio di Torino ha la-
                         ciò questi sintomi reclamano      per qualsiasi cosa che ap-        ha saputo evitare il disastro.    o insuccesso, esaltare la          sciato degli scritti – che sono
                         uno sguardo analitico, im-        partenga al passato. Come         Perciò va ritualmente ripu-       democrazia e la libertà con-       regolarmente registrati nella
                         prontato a solide categorie       siamo arrivati a queste città     diata, “condannata a morte”.      tro dittature di varia marca.      Patrologia Latina – dove
                         discorsive e sostenuto da         in rovina, strade a pezzi per     E infatti il racconto di Bra-          L’aggressione ai reperti      parla della sua diocesi: «Qui
                         ricerche puntuali.                le bombe, campi di grano          dbury finisce con la folla che    delle civiltà millenarie del Vi-   tutte le chiese sono piene di
                             Stiamo disimparando           radioattivi, le case distrutte,   fa a pezzi il dipinto: la sua     cino Oriente antico pretende       sordide, maledette e men-
                         a convivere con il nostro         gli uomini nelle caverne?         distruzione rivela che l’arte     di annullare la memoria in         zognere immagini, ma tutti
                         passato, a cui non sappiamo       Dobbiamo odiare il mondo          (cioè la bellezza) merita di      nome di un Islam originario        le venerano. Perciò le sto
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                         più guardare se non, di volta     che ci ha portato fin qui. Non    simboleggiare la civiltà che      e senza immagini, prima del        distruggendo una per una
                         in volta, con nostalgia o con     ci resta più nulla, se non fare   l’ha creata, ma anche i suoi      quale, si suppone, non c’è         da solo, con le mie mani, per
                         disagio. Ma che cosa, se          festa distruggendo». È un         fallimenti. E vorrei aggiun-      nulla. Tendiamo a conside-         combattere la superstizione
                         non l’esercizio creativo del      racconto di Ray Bradbury,         gere che questo ragazzo,          rare l’iconoclastia un corpo       e l’eresia». È interessante
                         pensiero critico sulla storia     lo stesso che poco dopo           che si chiama Tom, alla fine      estraneo rispetto alla cultura     l’argomentazione: «Cristo
                         (cioè quello che chiamiamo,       avrebbe pubblicato – il           fruga tra questi frammenti,       “occidentale”, attribuendola       fu sulla croce per sei ore,
                         in altre parole, cultura) può     racconto è del 1952 – il suo      ne prende uno, lo mette           in esclusiva all’Islam. Oppure     e dobbiamo venerare tutte
                         consentirci di comprendere        libro più famoso, il romanzo      in tasca senza guardarlo,         i più colti fra noi sanno che      le croci? Non dovremmo
                         i processi in corso?              Fahrenheit 451, dove legge-       poi alla sera lo guarda ed        è esistita un’iconoclastia bi-     allora venerare anche le
                                                           re un libro è reato.              è, naturalmente, un sorriso       zantina, che però tendiamo         mangiatoie, dato che fu in
                               Non ho dimenticato la            Di questa scena imma-        (quello della Gioconda).          a considerare un episodio          una mangiatoia, le barche
                         mia promessa di fare un           ginaria vorrei sottolineare un                                      della cristianità orientale,       perché in barca fu spesso,

                                                                                                                                                                                                    viaBorgog a3 | numero speciale 2018
                         flashforward sull’anno 2061.      punto solo, la forza inaudita         Le iconoclastie (quelle di    marginale, che non ci riguar-      gli asini perché su un asino
                         Nel 2061 a New York – in          che possono avere le opere        più fresca memoria sono sul       da. Non è così. Per metterlo       entrò a Gerusalemme, i rovi
                         una New York post-apoca-          d’arte (qui, la Gioconda          piano politico l’abbattimento     in evidenza vorrei citarvi un      perché di rovo era la corona
                         littica – sulla piazza si snoda   che le rappresenta tutte); la     delle statue di Saddam Hus-       vescovo di Torino di nome          di spine, le lance perché
                         una lunga coda che avanza         capacità che le opere d’arte      sein, per citare un esempio,      Claudio (fu vescovo dall’816       una lancia gli fu confitta nel
                         disciplinata. A due, a tre per    mostrano di condensare            ma ci sono anche le icono-        all’828). Campione irriduci-       costato?». Questo è Claudio
                         volta si fermano davanti alla     tutta una civiltà, offrendola     clastie dei resti archeologici    bile di iconoclastia militante,    di Torino, un vescovo per
                         Gioconda appoggiata al            o alla venerazione – come         di Palmira) non sono mai la       egli viene così descritto da       così dire “italiano”, non a
                         muro – misteriosamente ar-        la Gioconda iconizzata che        negazione in toto del passa-      un suo contemporaneo:              Bisanzio, non nell’Islam.
                         rivata a New York – sputano       conosciamo – o all’insulto,       to, ma la scelta, ritualizzata,   «acceso da zelo sconfinato              Se vogliamo arrivare più
                         sul quadro e se ne vanno.         come nel racconto di Ray          di distruggere qualcosa           e senza freni, devastò e ab-       vicino a noi, pensiamo al
                                                                                                                                                                                                                             11
                         Un ragazzo di nome Tom            Bradbury. Se un quadro di         per esaltare qualcos’altro.       batté in tutte le chiese della     frate Girolamo Savonarola
e ai suoi bruciamenti, in                 Tuttavia noi sappiamo         ne furono contenti c’è, ina-
CITTÀ BENE COMUNE 2017

                         cui metteva anche opere               che alla corte di Maḥmūd          spettatamente, un grande
                         d’arte. E noi sappiamo che            di Ghazna il dottissimo           poeta tedesco: Goethe. Nel
                         alcuni artisti furono indotti a       al-Biruni scrisse un libro sui    1819 egli scrisse una pagina
                         portare le loro stesse opere          Buddha e sappiamo che la          contro i Buddha di Bamiyan
                         d’arte per bruciarle, nel             tradizione di rispetto per i      chiamandoli «folli idoli eretti
                         Quattrocento Fiorentino. Per          Buddha di Bamiyan è durata        e venerati a scala gigan-
                         non parlare dell’iconoclastia         molto a lungo. Il gran Mufti      tesca» ed elogiò Maḥmūd
                         protestante lanciata a Zuri-          d’Egitto Muhammad ‘Abduh          di Ghazna (lo stesso che il
                         go nel 1523 e che portò a             parlò dei Buddha di Bamiyan       mullah Omar avrebbe citato
                         distruzioni enormi in tutta           come una delle grandi opere       per legittimare la distruzione)
                         l’Europa a nord delle Alpi.           delle culture antiche e nel       con queste parole: «Dob-
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                         Per non dire poi dell’icono-          1904 emanò una fatwa              biamo approvare lo zelo di
                         clastia dopo la rivoluzione           per autorizzare l’uso delle       questo distruttore di idoli,
                         francese. Pensiamo dunque             immagini, dopo una visita a       e in lui dobbiamo ammirare
                         all’iconoclastia guardando            Palermo dove aveva visto i        profondamente il fondatore
                         anche all’iconoclasta che             resti delle antichità islamiche   della poesia persiana e della
                         è in noi.                             di Sicilia.                       cultura più elevata». Goethe
                                                                   Guardiamo invece chi          alleato dei talebani?             Torino nel IX secolo, Goethe             Il solo antidoto a que-
                              La nuova ondata di ico-          condannò i Buddha di Ba-              Perché cito questi episo-     di Weimar nel XIX secolo             sto veleno è riconoscere e
                         noclastia con la quale oggi           miyan: abbiamo visto che          di e questi testi? Non certo      mostrano che qualche incli-          denunciare la natura stret-
                         facciamo i conti e che abbia-         alcuni di religione islamica      per asserire che dobbiamo         nazione all’iconoclastia può         tamente politica dell’icono-
                         mo la tendenza a etichettare          li hanno elogiati, mentre         schierarci con Goethe e il        aver casa anche fra “noi”.           clastia del nostro tempo.
                         come “islamica” comincia nel          ci fu qualcuno che non ci         mullah Omar cominciando                Eppure l’iconoclastia           Ma anche evidenziare e

                                                                                                                                                                                                       viaBorgog a3 | numero speciale 2018
                         2001 con l’abbattimento dei           aspettiamo che li avesse          anche noi a distruggere           vista dall’Europa sembra             dichiarare la radice, egual-
                         due Buddha di Bamiyan (da-            condannati, ma in realtà ne       qualcosa, ma per indurci          d o v e r p o r t a re u n s o l o   mente politica, della tutela
                         tabili fra il 550 e il 615 d.C.). A   ha esaltato la distruzione        a relativizzare, osservando       marchio di fabbrica, quello          della memoria culturale,
                         legittimare il gesto distruttivo      prima che avvenisse.              bene quello che accade            dell’Islam, e gli stessi autori      rappresentata anche nella
                         ci pensò allora il mullah Omar,           I Budda di Bamiyan,           intorno a noi. Dobbiamo           di queste devastazioni fanno         nostra Costituzione.
                         il quale citò un precedente           in realtà, erano stati dan-       correggere la troppo netta        di tutto per accreditare la
                         storico: Maḥmūd di Ghazna             neggiati anche prima della        contrapposizione fra “noi”        radice religiosa della loro              Programmaticamente
                         – che regnò dal 998 al 1030           loro distruzione totale: il       come occidentali intenti a        furia demolitrice, presentata        barbarica, la furia icono-
                         su un territorio che andava           loro volto era stato tagliato     custodire la memoria storica      come ossequio ai precetti            clasta del nostro tempo è
                         dall’India alla Persia – che era      non si sa bene quando e           in nome di valori culturali e     del Corano (dove il precetto         però anche straordinaria-
                         un irriducibile nemico degli          le loro mani erano state          “loro”, i musulmani intolle-      di distruggere le immagini           mente contraddittoria. La
                                                                                                                                                                                                                                13
                         idoli pagani.                         amputate. Fra quelli che          ranti e distruttori. Claudio di   non ricorrere mai).                  distruzione dei Buddha di
Bamiyan è del 12 marzo                                              che le stanno distruggendo       nave che li avrebbe presto         è stato raso al suolo, e la
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                         2001 e anticipò di sei mesi                                         e diffonderle all’istante per    messi al margine nella loro        casa della prima moglie di
                         l’abbattimento delle torri                                          mostrare i muscoli e ricattare   stessa patria.                     Maometto, Khadijah, è stata
                         gemelle di New York, l’11                                           il mondo.                             La distruzione del patri-     distrutta e sostituita da toi-
                         settembre dello stesso                                                                               monio storico non si ferma         lettes pubbliche. Sono state
                         anno. Un disegno del «New                                                Ma proviamo a usare         davanti a nulla. Osserviamo        abbattute la moschea di Bilal
                         Yorker» pubblicato poco                                             dunque la categoria di           quel che accade in un luogo        (del tempo di Maometto) e
                         dopo – quando fu lanciato                                           iconoclastia, sulla quale mi     supremamente sacro, il             la gigantesca fortezza ot-
                         il concorso per gli artisti su                                      sono indugiato forse troppo      luogo più sacro dell’Islam,        tomana di Aiyad (costruita
                         che cosa mettere al posto                                           a lungo, con tutta la carica     la Mecca. Nessun luogo             nel 1781).
                         delle Torri Gemelle a Ground                                        di violenza che comporta,        oggi sul pianeta è soggetto             Anche questa è “ico-
                         Zero – ipotizzava di ricostru-                                      per designare un’altra spe-      a spietate demolizioni e           noclastia musulmana”, ma
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                         ire lì in scala 1:1 i Buddha di                                     cie di distruzione propria       radicali trasformazioni come       misteriosamente non ne par-
                         Bamiyan e simmetricamente                                           del nostro tempo, quella         quello.                            liamo mai, anche se hanno
                         di mettere nelle nicchie che li   è accaduto. In realtà guar-       che devasta la bellezza, le           In Arabia Saudita il re       distrutto molto più lì che a
                         ospitavano piccoli grattacieli    diamo ancora con la mente         città, i paesaggi, la memoria    porta il titolo di “Custode        Palmira, e su scala molto
                         come abitazioni per acco-         a quella scena. A Bamiyan,        storica. Questa nuova ico-       delle Sacre Moschee”, ma           maggiore. Forse perché una
                         gliere dei rifugiati politici.    a Mosul, a Palmira sono           noclastia non ha religione,      lo interpreta – così l’attuale     volta distrutte le memorie
                               Ma la sequenza dal          stati gli stessi distruttori a    non ha confini, abbraccia        re e il suo predecessore –         storiche del luogo, quel che
                         marzo al settembre del            documentare se stessi, in         musulmani e cristiani, inclu-    promuovendo la sistematica         sorge al loro posto è un’imi-
                         2001 fa quasi pensare che il      un’orgia di selfie fotografici    de l’Oriente e l’Occidente,      demolizione di preziosi edi-       tazione del “nostro” mondo.
                         secondo disastro con le sue       e cinematografici, da diffon-     coinvolge i ricchi e i poveri.   fici storici in favore di centri   Che cosa è sorto al posto
                         spettacolarità ineguagliate       dersi poi in tutto il mondo. La   Non ostenta se stessa, ma        commerciali. Il dichiarato         della fortezza ottomana e
                         fosse già in gestazione nel       neo-iconoclastia del nostro       nemmeno si nasconde,             modello della “moderniz-           del quartiere circostante?

                                                                                                                                                                                                  viaBorgog a3 | numero speciale 2018
                         primo. A Bamiyan come a           tempo ha un carattere spic-       perché conta su una na-          zazione” della Mecca è la          Il Royal Makkah Clock
                         Manhattan, centro genera-         catamente performativo: il        turale complicità “globale”      città di Houston, Texas. Il        Tower, un grattacielo alto
                         tore dell’azione devastatrice     gesto della distruzione è         e si traveste indossando,        contrasto non potrebbe             601 m che è letteralmente
                         non fu una statua o un            più importante dell’opera         come altrettanti costumi         essere più grande: da un           la copia ingigantita del Big
                         grattacielo, ma lo spettacolo     che viene distrutta. Adepti       di scena, valori positivi di     lato, massimo rigore in al-        Ben e sovrasta i luoghi più
                         della distruzione. Le Twin        più o meno consapevoli di         volta in volta diversi, dalla    cune usanze (come il velo          sacri dell’Islam, gettando la
                         Towers furono abbattute           quella “società dello spet-       religione all’economia. È        alle donne), dall’altro, sono      sua ombra sulla Kaaba, il
                         nella certezza che l’evento       tacolo” che Guy Debord            un fenomeno di proporzioni       stati distrutti negli ultimi 15    centro del culto. Il Makkah
                         sarebbe stato ripreso sull’i-     ha profetizzato nel 1967,         gigantesche, ma non lo           anni oltre 400 siti di rilevanza   Hilton sorge in luogo della
                         stante dalla televisione, e       questi nemici delle immagini      vediamo, proprio come gli        culturale e storica registrati.    venerata a casa di Abū
                         che il mondo si sarebbe           le annientano per sostituirle     aborigeni di Botany Bay che      Un intero quartiere di case        Bakr, il migliore amico di
                                                                                                                                                                                                                           15
                         fermato a guardare. E così        con l’immagine di se stessi       non riuscivano a vedere la       di epoca e stile ottomano          Maometto e primo califfo.
Un musulmano, Ziauddin             voleva distruggerlo per una       è all’opera alla Mecca e a          dell’ambiente, del paesaggio
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                         Sardar, ha scritto un libro in     speculazione edilizia. L’edi-     Mosca, ma anche intorno             e del patrimonio culturale,
                         cui descrive tutto ciò molto       ficio era sottoposto a tutela     a noi. È il degrado che col-        ha una radice squisitamente
                         bene: in questa «Las Vegas         architettonica e siccome          pisce il patrimonio culturale,      politica e si collega all’oriz-
                         saudita i turisti arrivano per     demolirlo era vietato dal         l’invasione dei paesaggi            zonte dei nostri diritti.
                         pregare, ma soprattutto            governo della città – che lì      svenduti alla speculazione
                         per fare shopping negli            è il responsabile della tutela,   edilizia, l’inquinamento                 In questo mondo che va
                         innumerevoli, lussuosi centri      non c’è nulla di corrispon-       dell’ambiente, l’abbandono          in rovina possiamo, tuttavia,
                         commerciali». Anche i più          dente alle nostre soprinten-      di chiese e monumenti sto-          imparare qualcosa da que-
                         poveri trovano mercati alla        denze, che peraltro non ci        rici, l’installarsi di malsane      sta rovina. Nella tradizione
                         loro portata, tanto che nella      sono quasi più nemmeno            discariche anche nelle più          culturale europea, infatti, la
                         città sacra «è possibile una       da noi – è stato abbattuto        preziose aree agricole (sto         metafora della città in rovi-
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                         sola maniera di esistere, the      illegalmente nella notte nel      pensando alla Campania),            na si presta storicamente
                         shopping mode». Credo che          marzo 2015 da membri della        la colpevole retorica di uno        a riflettere su come uscire
                         l’idillio fra la famiglia reale    mafia locale, che mentre          “sviluppo” che calpesta la          dalla crisi. Un acuto critico
                         saudita e l’attuale presidente     lo abbattevano gridavano          storia in nome dell’eco-            americano, che era un archi-
                         degli Stati Uniti non ci sor-      «Allah è grande!» in russo.       nomia, la monocultura del           tetto, John B. Jackson, ha
                         prenderà più che tanto se          Non erano musulmani ma            turismo che svuota le città,        sostenuto con eloquenza in
                         pensiamo a questo.                 lo abbattevano mimando            l’esilio della cultura ai margini   un piccolo libro molto pre-
                              Come mai tutti in Europa      le distruzioni degli estre-       della società.                      zioso che le rovine ci sono
                         e in America siamo informa-        misti islamici. Questo è un             Ci indigniamo davanti         necessarie: the necessity
                         tissimi sulle distruzioni “isla-   nesso che dovrebbe aprirci        alle efferate distruzioni di        for ruins. Egli sostiene che
                         miche”, da Bamiyan a Palmi-        gli occhi, un urlo blasfemo       beni monumentali in Siria,          le rovine sono necessarie ad
                         ra, ma non sappiamo nulla          che suggerisce un’analogia:       ma non quando devastazio-           ogni società per pensare se

                                                                                                                                                                      viaBorgog a3 | numero speciale 2018
                         delle distruzioni compiute         quello che unisce le distru-      ni di uguale violenza siamo         stessa e costruire il proprio
                         nel cuore della Mecca? Per         zioni della Mecca a quelle di     noi stessi a compierle contro       futuro. Scrive Jackson:
                         capirlo, cambiamo scenario         Mosca (ma potenzialmente          la storia e la vita dei cittadini   «Solo le rovine possono
                         e torniamo in Europa, in una       anche a quelle di Milano) è       e la loro dignità. Perciò è         offrire un incentivo efficace
                         grande città europea: Mo-          la comune obbedienza a un         importante contrastare le           alla rinascita, un ritorno all’e-
                         sca. Pochi anni fa a Mosca         modello di sviluppo urbano        distruzioni materiali richia-       nergia creativa delle origini.
                         si è combattuto duramente          improntato ai fantasmi e          mandoci a valori immate-            Un intervallo di morte o di
                         fra chi voleva salvaguardare       ai miti di un “capitalismo        riali, per esempio ridefinire       oblio è necessario perché
                         un edificio-simbolo del co-        avanzato” che viviamo senza       la bellezza in relazione alla       una civiltà possa veramente
                         struttivismo russo – Dom           accorgercene fino in fondo.       città. Riaffermare che non          rinnovare se stessa».
                         Stroyburo, opera di Arkady               Una stessa iconocla-        solo l’iconoclastia ma anche             Se ci riflettiamo, quello
                                                                                                                                                                                               17
                         Langman (1928) – e chi             stia, in nome del mercato,        il suo rovescio, la tutela          che chiamiamo “Rinasci-
do a citazioni e metafore.                Proviamo a immaginare
CITTÀ BENE COMUNE 2017

                                                                                                                              Consentitemene un’altra:             per un momento che la
                                                                                                                              una breve citazione da La            crisi di valori che viviamo
                                                                                                                              peste di Camus, una po-              sia come una peste che
                                                                                                                              tente allegoria politica che         sta serpeggiando e che non
                                                                                                                              funziona come un’unica,              vogliamo vedere; se non
                                                                                                                              estesa metafora. A un certo          sappiamo vedere la vastità
                                                                                                                              punto Camus parla degli              e la natura di un tracollo
                                                                                                                              abitanti di Orano – città            dei valori culturali che si
                                                                                                                              scelta come teatro del suo           nasconde così bene dietro
                                                                                                                              racconto – una volta che la          indici di borsa, invocazioni
                                                                                                                              città si chiude e non si può         al “realismo” e al “prag-
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                                                                                                                              più uscire: «Essi provavano          matismo”, alle “cose come
                                                                                                                              la sofferenza profonda di            stanno” contro cui non c’è
                         mento”, cioè la nuova na-        è la più propria del nostro      forme che si offrono alla          tutti i prigionieri e di tutti gli   niente da fare; se accettiamo
                         scita, nasce precisamente        tempo, in cui siamo obbli-       comparazione corrisponde a         esiliati: quella di vivere con       a testa china la devastazio-
                         dall’assidua osservazione,       gati a compararci con altre      una crescita della sensibilità     una memoria che non serve            ne di città e paesaggi, la
                         da parte degli umanisti fra      civiltà. Eppure lo facciamo      estetica: la nostra è davvero      a niente». Abitanti e autorità       condanna dei nuovi poveri,
                         Trecento e Cinquecento,          tendendo ad assimilare “gli      l’età della comparazione!          della città appestata dappri-        la marginalizzazione delle
                         delle rovine del mondo ro-       altri” a “noi” piuttosto che     Questo è il suo vanto, ma          ma non vogliono neppure              istituzioni culturali, le “ge-
                         mano che li circondavano         a metterci “noi” nei “loro”      inevitabilmente anche il suo       vedere gli indizi del flagello       nerazioni perdute” – come
                         e ci circondano ancora.          panni. Non così Nietzsche, il    tormento».                         che li decimerà – come gli           un Presidente del Consiglio
                         Dobbiamo dunque provare          quale in una pagina profetica        Il vanto e il tormento         aborigeni di Botany Bay –            ha detto – di giovani senza
                         a restituire alle rovine reali   del 1888 scriveva: «Questo       si legano insieme: parole          poi non vogliono dargli un           lavoro, l’esilio della giustizia

                                                                                                                                                                                                      viaBorgog a3 | numero speciale 2018
                         che ci minacciano l’orizzonte    è il nostro vantaggio: viviamo   ancora taglienti e vere a          nome, e finalmente, quando           e dell’equità; se tutto que-
                         di valori che viene dalla loro   nell’età della comparazione,     più di cent’anni di distanza.      osano pronunciare la parola          sto è vero, allora proviamo
                         sperimentata proiezione          siamo la vera e propria au-      Nietzsche ci esorta con que-       “peste” si sono comple-              a rileggere a questa luce
                         metaforica. Partendo da          to-coscienza della storia,       ste parole a dare un ruolo         tamente assuefatti e non             la diagnosi di Camus. Nel
                         una tradizione fondamen-         e la comparazione è la           centrale all’arte e alla ricerca   sanno più ribellarsi, hanno          nostro tempo quella che
                         talmente europea, quella         nostra attività più istintiva.   della bellezza come mezzo          già piegato la testa, hanno          rischia di non servire più
                         del Rinascimento, non per        Come tutti gli stili artistici   potente di comunicazione           imparato a convivere con             a niente è prima di tutto la
                         chiuderci in essa ma per         possono convivere l’uno          interculturale.                    essa. Rimuovono la peste             memoria degli immigrati –
                         interrogarci su fenomeni         accanto all’altro, così anche                                       due volte: prima perché non          gli «esiliati» di Camus – che
                         simili che si trovano in altre   i vari livelli della moralità,      Sto cercando, come              vogliono prenderne coscien-          dalla profondità del loro esilio
                         civiltà, secondo una pro-        dei costumi, delle culture.      vedete, di girare intorno al       za, poi perché la ritengono          non vedono più intorno a
                                                                                                                                                                                                                               19
                         spettiva comparativa che         Poter scegliere fra le varie     tema della bellezza ricorren-      ineluttabile e si rassegnano.        sé i punti di riferimento che
fino a ieri erano familiari e         una preoccupazione, ma             per gettare intorno a noi uno        gusto) in quanto concepibile       paesaggi, delle opere d’arte
CITTÀ BENE COMUNE 2017

                         rassicuranti. Ma accanto              non sono metafore pes-             sguardo penetrante, uno              come imparziale, oggettivo,        che affollano le piazze, le
                         agli esuli, e condividendo il         simistiche. Sono invece            sguardo che sappia vedere            non autoreferenziale. La           chiese, i musei come un’ar-
                         loro destino, ci siamo anche          alimentate dalla speranza,         la nave nemica – ripercorro          bellezza era un principio          ma da brandire. Anzi, come
                         “noi”, prigionieri di una crisi       una speranza che però              quelle metafore – mentre si          di discriminazione, questa         qualcuno dice, un brand
                         senza fine e senza nome. E            fa leva – nel mio modo di          avvicina, fiutare gli indizi della   fu la sua forza e la sua           Italia da utilizzare per pro-
                         anche la nostra memoria,              vedere queste cose – sulla         peste prima che sia troppo           attrattiva, ma tale sua virtù      muovere il turismo, la moda,
                         la «memoria dei prigionieri»          memoria; o per meglio dire,        tardi, riconoscere le rovine         divenne un peso: discrimi-         il design, l’italico ingegno e
                         rischia di non servire più a          su una memoria che serva           prima che si formino.                nare, che un tempo voleva          altre elaborazioni retoriche.
                         niente se la accantoniamo             a qualche cosa, e dalla                 E qui vorrei arrivare a         dire esercitare un giudizio        Non meno intrinsecamente
                         senza nemmeno accorger-               quale qualche cosa si possa        una citazione sulle “politi-         sofisticato, secondo criteri       politico è un altro uso della
                         cene, se vediamo sfarinarsi           ricostruire. Una memoria           che della bellezza” che ho           elevati, divenne qualcosa          nozione di bellezza come
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                         intorno a noi le coordinate           storica, in altri termini: uso     promesso nel titolo, e vorrei        di negativo, un segno di           consolazione, evasione,
                         più familiari: la forma della         accurato di solide categorie       farlo attraverso un piccolo          pregiudizio, di faziosità, di      distrazione dai mali della vita.
                         città e dei paesaggi, la              discorsive, disposizione           saggio molto bello di una            cecità al diverso. Il più forte         Ma alle politiche della
                         cura della dignità umana,             critica, impulso creativo,         persona che ho avuto la              e riuscito sviluppo in questo      bellezza più correnti che
                         la priorità del bene comune,          attenzione ai valori etici ed      fortuna di conoscere, Susan          senso fu nelle arti: la bellezza   ne fanno un business o
                         la giustizia sociale, l’egua-         estetici, attenzione alla bel-     Sontag, che ha scritto sulla         e il prendersene cura comin-       un’evasione dalla vita reale,
                         glianza, il diritto al lavoro,        lezza e ai valori immateriali,     bellezza pagine meraviglio-          ciarono a essere considerati       io vorrei suggerire di con-
                         la democrazia. Prigionieri            coltivazione della memoria         se: «La bellezza è stata             “elitisti”, e si pensò che il      trapporre un’altra e opposta
                         ed esuli – potrebbe essere            culturale attraverso le isti-      sempre una risorsa per chi           nostro apprezzamento pos-          politica della bellezza, che
                         persino un vantaggio nel              tuzioni educative e museali,       voglia emettere giudizi senza        sa essere più inclusivo se,        ne faccia, invece, uno stru-
                         lungo periodo – si potrebbe-          salvaguardia del patrimonio        appello. Ma da quasi un              invece di dire che qualcosa        mento di conoscenza del
                         ro assomigliare, affratellare         storico-artistico dei pae-         secolo la bellezza ha finito         è bello, ne parliamo come          mondo e anche delle città,

                                                                                                                                                                                                             viaBorgog a3 | numero speciale 2018
                         senza saperlo sempre di più.          saggi mediante norme e             con l’essere fra le nozioni          “interessante”».                   di consapevolezza storica,
                         Gli uni e gli altri intenti a inse-   istituzioni di tutela, curiosità   da screditare. A chi creava                “Bellezza” è oggi una        di etica della cittadinanza, di
                         guire briciole di benessere;          e rispetto per altre culture,      e proclamava il nuovo, la            parola d’ordine usata e            sostanza del bene comune.
                         e intanto perdiamo il tesoro          assidua comparazione               bellezza non poteva che              abusata, entrata a pieno                E qui vengo alla mia se-
                         più prezioso e più umano, la          con esse, comunicazione            sembrare un criterio ormai           titolo nel discorso politico,      conda e ultima citazione da
                         memoria.                              interculturale. Insomma, un        arretrato; Gertrude Stein            in particolare in Italia, un       Susan Sontag: «La risposta
                                                               orizzonte fortemente politico      sostenne che un’opera                Paese che si vanta della           alla bellezza nell’arte e la
                             Ho usato queste meta-             dei diritti civili, collegato      d’arte, se la chiamiamo              propria bellezza mentre la         risposta alla bellezza nella
                         fore – la nave all’orizzonte          strettamente con le pratiche       “bella”, è già morta. Il fal-        distrugge. In Italia la retorica   natura dipendono l’una
                         (minacciosa e invisibile), le         della ricerca, dell’educazio-      limento della nozione di             politica corrente ha identifi-     dall’altra. Quel che è bello
                         rovine che ci minacciano,             ne e della conservazione.          bellezza riflette la perdita di      cato la proverbiale bellezza       nell’arte ci ricorda la natura
                                                                                                                                                                                                                                      21
                         la peste – che nascondono             Sono dispositivi essenziali        prestigio del giudizio (o del        delle nostre città, dei nostri     in quanto tale, ci richiama
alla mente quel che sta oltre       paesaggio e il patrimonio         società. “Fioritura” è una        da riforme che puntano a           ricerca disinteressata del        cui può avvenire l’incontro
CITTÀ BENE COMUNE 2017

                         l’umano, oltre l’artefatto, e       storico e artistico della         categoria della filosofia         educare non cittadini ma           sapere». Invece non è così;       con le comunità di migranti
                         in tal modo stimola e inten-        Nazione». Principio che           morale contemporanea, le          esecutori ossequienti, ta-         chiediamoci dunque: dalle         che popolano il nostro con-
                         sifica il nostro senso della        poi la Corte Costituzionale       cui radici sono nel pensiero      glia le gambe alla creatività      rovine che vengono accu-          tinente e coi quali dobbia-
                         diffusione e della pienezza         ha esteso alla nozione di         di Aristotele. L’eudaimonía       potenziale dei giovani, li         mulandosi intorno a noi           mo misurarci. Una memoria
                         della realtà (inanimata o           ambiente, con un percorso         di cui parla l’antico filosofo    induce ad appiattirsi sugli        verrà davvero una qualche         culturale autenticamente
                         palpitante) che ci circonda.        che non è il caso di riper-       non è felicità effimera (il       ideali aziendalistici di una       nostra capacità di applicare      “plurale” potrebbe essere
                         Se questa intuizione ha             correre qui.                      “successo”), ma senso di          superficiale efficienza,           l’ideale socratico della “vita    il terreno di crescita di una
                         qualcosa di vero, essa ha                La bellezza artistica        realizzazione della propria       spingendoli a reprimere            esaminata” non come               creatività che miri alla piena
                         una conseguenza positiva:           come valore, la bellezza          vita, una fioritura degli in-     il proprio talento per in-         scelta individuale ma come        realizzazione delle proprie
                         la bellezza riconquista la          artistica come ponte fra na-      dividui nella comunità che        seguire i traguardi di un          indirizzo collettivo, come        potenzialità e che ricono-
                         propria solidità e inevitabilità,   tura e cultura, chiave della      è precondizione indispen-         ordine costituito preso            vita delle collettività? L’idea   sca la bellezza per quello
22
                         diventa un valore necessario        memoria culturale, strada         sabile per lo sviluppo della      come immutabile. Ma solo           d’Europa che dovremmo             che è, come un grandioso
                         per dare un senso a gran            verso il futuro, in particolare   creatività. Creatività che è      la “fioritura” degli individui e   sviluppare – e l’idea di Italia   serbatoio di energia che
                         parte delle nostre energie e        nell’ambito privilegiato: la      in calo in molti luoghi del       delle comunità può garan-          che dovremmo sviluppare           nella città dovrebbe trovare
                         affinità, ai nostri sentimenti      città. Questa concezione          mondo, e specialmente             tire la «pari dignità sociale»     – dovrebbe partire da un          il suo moltiplicatore essen-
                         di ammirazione; e le nozioni        contrasta duramente con           in Italia, come risulta da        dei cittadini prescritta dalla     intenso esercizio di com-         ziale. È da una cultura della
                         che hanno usurpato lo               la soggezione della cul-          un’indagine recente.              nostra Costituzione (art. 3).      parazione, basato anche           bellezza intesa in questo
                         spazio del “bello” (come            tura all’economia, con la              L’illusione della crescita        Il diritto alla cultura       su questa memoria storica         modo che può venire la
                         “interessante”) si rivelano         distruzione dei paesaggi e        si limita a qualche storia di     dovrebbe essere posto              dell’Europa che dalle rovine      nostra speranza per le
                         risibili. Provate a immagi-         delle città storiche. Contro      successo che riunisce in          al centro non solo della           ha continuato a rinascere         generazioni future.
                         nare qualcuno che dica:             l’iconoclastia di chi vuole       poche mani gli incrementi         nostra Costituzione,               e nelle rovine ha visto ser-
                         «Quel tramonto è interes-           queste opere distruttive,         di produzione e di ricchez-       come di fatto è anche se           batoi di memoria culturale.
                         sante».                             una laica religione della         za, mentre il lavoro dei più      spesso lo dimentichiamo,                Ma chiediamoci dunque

                                                                                                                                                                                                                                               viaBorgog a3 | numero speciale 2018
                              Sono le ultime parole          bellezza e della memoria          diminuisce e la produttività      ma anche delle norme               se oggi noi sappiamo an-
                         di questo saggio e questa           culturale deve reclamarne         totale si inceppa perché          dell’Unione Europea (dove          cora conservare l’impulso a
                         conclusione mi sembra               la potenzialità, in quanto        a innescarla non basta il         invece non lo è). L’idea di        cercare nella storia e nell’ar-
                         molto poetica.                      spazio di una duplice             capitale, occorre un altro        Europa a cui dovremmo              te, nella bellezza, la verità
                                                             alterità: quella della storia     e non meno prezioso               fare riferimento, dovrebbe         delle cose, una memoria di
                             Questo nesso fra la bel-        che non è mai identica            fattore: il lavoro. E se il       essere fondata sulla cultura       sé che induca al confronto,
                         lezza nell’arte e la bellezza       al presente, quella delle         capitale cresce ma il lavoro      e sulle diversità interne,         un incessante interrogarci        N.d.A. Il discorso tentato qui si
                                                                                                                                                                                                      troverà meglio sviluppato e argo-
                         nella natura, ricordiamolo,         altre culture che non sono        diminuisce, la produttività       sulla «creazione della bel-        sul perché delle nostre azio-     mentato in un piccolo libro (Cieli
                         è un nesso che c’è nella            mai identiche alla nostra.        complessiva della società         lezza» come scrive Steiner,        ni. La cultura, il culto della    d’Europa. Cultura, creatività, ugua-
                         nostra Costituzione all’art.        Funzione essenziale della         e la sua eudaimonía, la sua       «sulla dignità dell’homo           bellezza, potrebbe renderci       glianza, Torino, Utet, 2017). In esso
                                                                                                                                                                                                      si troveranno anche, puntualmente
                         9, quando si dice che               cultura è favorire la cre-        fioritura, si inceppano.          sapiens, la realizzazione          uguali, potrebbe essere la        indicate, le fonti delle citazioni che                            23
                         «La Repubblica tutela il            atività e la fioritura della           La scuola, devastata         della conoscenza, la               piattaforma privilegiata su       ho utilizzato nel presente testo.
IL CONTRIBUTO          Un costante invito alla cura     e politico), del territorio,      dere coscienza del lungo         assai meno a quelli etici»6
CITTÀ BENE COMUNE 2017

                                                attiva dello spazio in cui       del paesaggio e dell’am-          percorso attraverso cui          – i libri di Salvatore Settis
                           DI SALVATORE         abitiamo, animato dalla          biente» quanto a formare          «il territorio, il paesaggio,    assumono la forma di un
                             SETTIS ALLA        volontà di collocare il bene     «una cultura urbanistica          l’ambiente, sono diventa-        appassionato dialogo che
                                                comune al centro di un           diffusa»2.                        ti terreno di battaglia tra      ci sollecita (noi, i cittadini) a
                           CULTURA DEL          nuovo discorso fra cittadi-      La più che decennale              Stato e Regioni, un contra-      praticare con instancabile
                              PROGETTO          ni nella polis, caratterizza     battaglia civile condotta         sto tra poteri pubblici che      tenacia il bene comune.
                            URBANO E DI         l’impegno di lungo corso
                                                di Salvatore Settis in dife-
                                                                                 da Salvatore Settis trova
                                                                                 declinazione in una molte-
                                                                                                                   ha aperto interstizi e zone
                                                                                                                   grigie, un varco attraverso
                                                                                                                                                    Un ruolo centrale assume
                                                                                                                                                    in tal modo la dimensione
                             PAESAGGIO          sa dei valori della bellezza     plicità di contributi che si      il quale è passata la de-        civile della relazione poiché
                                                come «strumento di cono-         configurano come le diver-        vastazione»4 – passando          – ci ricorda Settis – bene
                                                scenza del mondo»1, della        se articolazioni di un unico      per Azione popolare. Cit-        comune «vuol dire coltiva-
24                           Oriana Codispoti
                                                cultura, dell’identità e della   e complesso discorso,             tadini per il bene comune        re una visione lungimirante,
                                                diversità delle città e del      dando così vita a un con-         (Einaudi, 2012) – animato        vuol dire investire sul futuro
                                                paesaggio.                       tinuum che via via si preci-      da una visione operativa         […]. In Italia – egli scrive – è
                                                     Incessantemente nu-         sa e si arricchisce di temi       lungimirante, secondo la         questo un tema assai anti-
                                                trito da meditate e ap-          concatenati, trovando na-         quale «il bene comune da         co, che prese la forma della
                                                passionate considerazioni        turale continuazione da un        perseguire e tutelare è […]      publica utilitas, del “pubbli-
                                                sul passato, il presente e       libro all’altro. Le sue parole    completamente orientato          co interesse” o del bonum
                                                il futuro delle forme urba-      scelgono come interlocu-          al futuro. In questa logica      commune,         incarnandosi
                                                ne e del paesaggio, il suo       tori privilegiati i cittadini e   solidarietà inter-generazio-     negli statuti di cento città
                                                contributo appare dunque         trovano il loro fondamento,       nale e intra-generazionale       e generando, prima di ogni
                                                particolarmente prezioso         così come il loro nutrimen-       si fondono»5 – fino al re-       costrizione mediante le
                                                per Città Bene Comune            to, nell’intento di offrire       cente Architettura e demo-       norme, qualcosa di molto

                                                                                                                                                                                        viaBorgog a3 | numero speciale 2018
                                                – un ambito di riflessio-        strumenti utili ad affrontare     crazia. Paesaggio, città,        più importante: un costu-
                                                ne e dibattito sulla città, il   quel «tramonto dell’idea          diritti civili (Einaudi, 2017)   me diffuso, un’etica con-
                                                territorio, il paesaggio e la    del bene comune»3 che             – rivolto più strettamente       divisa, un sistema di valori
                                                cultura del progetto urba-       sempre più sembra con-            a quanti si occupano (e si       civili, che ogni generazione,
                                                no, paesistico e territoriale    notare il contesto italiano       occuperanno) del progetto        per secoli, consegnò alle
                                                – laddove quest’ultimo si        contemporaneo.                    della città e del paesaggio,     successive».7
                                                propone il duplice obiet-             Dal denso Paesaggio          dove il «filo conduttore […]          Ed è proprio il tema
                                                tivo di contribuire tanto        Costituzione         cemento.     si rifà ad una disattesa de-     della relazione a poter es-
                                                a «stimolare un dibattito        La battaglia per l’ambien-        ontologia professionale di       sere considerato, a nostro
                                                pubblico sui temi della          te contro il degrado civile       architetti e urbanisti, oggi     avviso, un fil rouge che at-
                                                città (intesa come fatto fi-     (Einaudi, 2010) – nel qua-        troppo attenti agli aspet-       traversa la ricca e compo-
                                                                                                                                                                                                                 25
                                                sico, sociale, economico         le siamo invitati a pren-         ti estetici del costruire e      sita riflessione di Salvatore
Settis sulle trasformazioni        te della comunità appare         appassionata ricostruzione       vito all’esercizio del nostro         Questa dimensione rela-
CITTÀ BENE COMUNE 2017

                         e sul futuro delle città e         inoltre un comune deno-          della normativa di tutela e      diritto-dovere di cittadini           zionale rivela l’intento di
                         del paesaggio italiani, in-        minatore alle riflessioni di     delle legislazioni in materia    nella promozione di un’ar-            una duplice e simmetri-
                         tessendo fra loro i diversi        Settis, che trova altresì        urbanistica, partendo dagli      moniosa integrazione tra              ca azione progettuale sul
                         contributi e articolandosi         alimento nel suo costante        Stati dell’Italia preunitaria    patrimonio culturale e pae-           presente – alla quale sia-
                         secondo tre principali di-         richiamo alla Costituzione       per giungere fino alla con-      saggio, egli non manca di             mo chiamati noi, i cittadi-
                         mensioni.                          italiana. Egli ne sottolinea,    temporaneità, che indivi-        richiamare frequentemente             ni – che prende le mosse
                               La prima di queste as-       in special modo, il primato      dua nel «mancato raccor-         l’origine greca della parola          dalla consapevolezza, da
                         sume, potremmo dire, una           – esplicitato nell’articolo 9:   do fra tutela dei paesaggi       “politica”, che racchiude             un lato, della crescente in-
                         natura spaziale, che viene         La Repubblica promuove           e leggi urbanistiche»12          un invito all’impegno civi-           capacità di «convivere con
                         declinata nel costante ri-         lo sviluppo della cultura e      una delle principali ragioni     le fondato sulla relazione:           il nostro passato, a cui non
                         chiamo a quell’inscindi-           la ricerca scientifica e tec-    dell’attuale condizione di       «politiké è un aggettivo (da          sappiamo più guardare se
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                         bilità tra paesaggio e pa-         nica. Tutela il paesaggio e il   paesaggi senza città, città      polis, “città” o “comunità di         non con nostalgia o con
                         trimonio storico-artistico         patrimonio storico e artisti-    senza paesaggio.                 cittadini”), che presuppo-            disagio»16, dall’altro della
                         e archeologico – i quali           co della Nazione – nell’as-           Il paesaggio – che co-      ne il sostantivo episteme             necessità di guardare all’o-
                         compongono «una piena              segnare «al paesaggio e al       stituisce «lo specchio più       (“scienza”). […] Politica è           rizzonte dei diritti delle ge-
                         e perfetta unità, le cui parti     patrimonio storico-artistico     fedele della società che lo      dunque all’origine, e deve            nerazioni che verranno – i
                         si illuminano a vicenda, si        e archeologico un ruolo di       produce»13 – è, nelle parole     essere ancora, il pubblico            lontani – poiché interessi e
                         collegano a un orizzon-            primo piano nell’orizzonte       di Salvatore Settis, il grande   discorso fra cittadini, che           diritti umani «valgono nel-
                         te di diritti, sono (meglio:       dei diritti del cittadino»10,    malato d’Italia, inteso ormai    ha per oggetto la polis,              la dimensione sincronica
                         possono e devono esse-             così come la speciale ca-        soprattutto come una mera        cioè la comunità dei citta-           del presente» così come,
                         re) ingredienti essenziali         pacità di considerare «tu-       risorsa passiva da sac-          dini, come fine la pubblica           in egual misura, «nella di-
                         della democrazia»8 – che           tela del paesaggio e tutela      cheggiare e nei confronti        utilità (o felicità), come stru-      mensione diacronica che
                         ha costituito a lungo una          del patrimonio culturale un      del quale viene riconosciu-      mento il governo».15                  lega il presente al futuro».17

                                                                                                                                                                                                     viaBorgog a3 | numero speciale 2018
                         delle caratteristiche iden-        tutto unico»11.                  ta tanto l’urgenza di con-             Una seconda dimen-                   Una terza dimensione
                         titarie e peculiari dell’Italia.   E proprio l’intento di for-      tribuire alla formazione di      sione della relazione che             della relazione appare, in-
                         Il pieno riconoscimento del        nire una serie di strumenti      una consapevolezza diffusa       costituisce          l’intelaiatura   fine, quella di natura cul-
                         valore dello spazio cultura-       interpretativi dell’apparen-     della condizione di degrado      portante delle riflessioni di         turale, che si traduce nella
                         le – ovvero, quell’insieme         temente inarrestabile dis-       che ci circonda, quanto un       Settis può essere conside-            speciale abilità di Salvato-
                         che comprende «le città,           soluzione di questa unicità      pensiero comune pratico          rata quella di natura tem-            re Settis di costruire una
                         i paesaggi, il patrimonio          italiana – che, al contempo,     volto all’azione fondato sul-    porale, che si traduce nella          visione unitaria tessendo
                         storico-artistico e arche-         possano altresì divenire so-     la necessità di «generare e      sua distintiva capacità di            costantemente un fitto in-
                         ologico, le strategie e i          lide fondamenta di un’azio-      diffondere la coscienza non      tessere una trama ricca di            treccio tra il portato di ete-
                         luoghi della ricerca e della       ne progettuale consapevo-        solo dei problemi, ma delle      significato tanto tra noi e il        rogenei ambiti disciplinari
                         formazione, l’insieme del          le del carattere dei luoghi      soluzioni possibili»14.          passato, quanto tra noi e le          per dare forma a «un’im-
                                                                                                                                                                                                                              27
                         territorio»9 – come legan-         – alimenta un’attenta e               Nel suo incessante in-      generazioni future.                   magine collegata e com-
pleta»18 della realtà, senza        produrre un orizzonte limi-    si da tutelare, ovvero quel        ovvero capace di garantire         del cittadino” e il “corpo
CITTÀ BENE COMUNE 2017

                         la scorciatoia di semplifi-         tato «che porta a vedere       «legame intrinseco fra le          la prosperità degli abitanti       della città” fra cui dev’es-
                         cazioni, bensì puntando a           lo stesso oggetto sotto        persone dei cittadini come         e l’allegrezza dei forestieri,     servi un «rapporto di pro-
                         evidenziarne la comples-            aspetti diversi e (quasi)      individui e come collettività      continuano a donare un             porzioni, di misura, di fun-
                         sità attraverso originali           non comunicanti».20            organizzata e l’ambiente           prezioso orizzonte di sen-         zioni» così che la forma
                         chiavi di lettura. Egli, infatti,        E proprio in questo       in cui essi dispiegano la          so a quanti si occupano di         della città possa essere il
                         invita a «provare, partendo         ribadito intento di viola-     propria vita, e che pertan-        progettarne le forme e di          «dispositivo della media-
                         dalla propria competenza            re le frontiere mettendo       to esalta o mortifica le loro      immaginarne il futuro.             zione fra il corpo dell’indivi-
                         disciplinare […], ad esten-         al centro la dimensione        libertà».21                             In special modo nel           duo e il corpo della società,
                         dere sperimentalmente lo            della relazione, risiede, a    E per sottolineare l’im-           suo recente Architettura           ma anche fra il tempo
                         sguardo ad altri approcci,          nostro avviso, una delle       portanza della qualità di          e democrazia. Paesaggio,           presente e le generazioni
                         ad altri linguaggi, ad al-          principali peculiarità del     questo ambiente, Settis            città, diritti civili, Salvatore   future»24, possono esse-
28
                         tre discipline. Osare uno           suo contributo al dibattito    sceglie di fare proprie le         Settis articola un’attenta         re estese a comprendere
                         sguardo generale, dall’al-          sul progetto della città e     ragioni che il Costituto di        lettura critica delle tra-         anche le molte possibili
                         to; azzardare una visione           del paesaggio contempo-        Siena del 1309 pone a              sformazioni della forma            declinazioni del rapporto
                         unificante, pur sapendo             ranei. Basti pensare, per      fondamento della neces-            urbana mettendo a fuoco            tra il “corpo dell’edificio” e
                         che sarà approssimativa e           esempio, all’articolato e      sità della bellezza urbana:        una serie di fenomeni con-         il “corpo della città”, ovve-
                         imperfetta, e dunque non            complesso tema della so-       «intra li studii et solicitudini   temporanei, quali «l’implo-        ro quella relazione propria
                         presentarla come un risul-          stenibilità, nell’ambito del   e’ quali procurare si de-          sione della forma-città, il        della dimensione proget-
                         tato, ma come un esperi-            quale, con rare eccezio-       biano per coloro, e’ quali         naufragio dei suoi confini         tuale del disegno urbano.
                         mento […]».19                       ni, possiamo osservare il      ànno ad intendere al go-           esterni (come le mura) e           A quest’ultima possono
                         La modalità interpretativa          persistere di una compar-      vernamento de la città,            l’insorgere di linee di frat-      altresì essere ricondotte
                         e operativa che Salvatore           timentazione dei saperi        è quello massimamente              tura interne (i nuovi ghetti       alcune considerazioni re-
                         Settis ci suggerisce è dun-         disciplinari che non contri-   che s’intenda a la belleça         e le nuove povertà, ma an-         lative al progressivo venir

                                                                                                                                                                                                    viaBorgog a3 | numero speciale 2018
                         que, essa stessa, fondata           buisce a sanare quell’alte-    della città» perché la città       che le gated communities           meno di quel “codice dello
                         sullo speciale valore della         rità tra la dimensione pre-    dev’essere «onorevolmen-           dei ricchi), lo scontro fra        spazio” «comune all’Italia e
                         relazione, così come sul-           valentemente quantitativa      te dotata et guarnita [tan-        retorica conservazionista          all’Europa, che ha resistito
                         la consapevolezza della             dei temi ambientali e quel-    to] per cagione di diletto         dei “centri storici” e reto-       intatto fino al primo Nove-
                         parzialità del saper fare           la soprattutto qualitativa     et allegreça [ai forestieri,       rica futurista delle mega-         cento» i cui principali valori
                         specialistico. Egli ci invita       legata alla configurazione     quanto] per onore, pro-            lopoli e dei grattacieli»,23       associati erano «dignità,
                         in tal modo a superare un           della forma urbana e del       sperità et acrescimento            offrendo così un significa-        armonia e memoria»25.
                         approccio dove «ognuno              paesaggio.                     de la città et de’ cittadini       tivo contributo al dibattito       Pur fondando la propria
                         scambia una parte per il                 Appare dunque, nuo-       di Siena”».22 A distanza di        sui compiti della disciplina       lettura critica delle trasfor-
                         tutto, e tutti si guardano          vamente, il valore di cui la   oltre settecento anni, que-        urbanistica.                       mazioni urbane sul rico-
                         bene dallo scambiarsi in-           relazione è portatrice uno     ste parole che invitano a          Le riflessioni sulla neces-        noscimento della speciale
                                                                                                                                                                                                                             29
                         formazioni» che finisce per         degli elementi più prezio-     progettare una città bella,        saria amicizia fra il “corpo       unicità del modello urbano
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