ASPETTANDO ROBOT - Mondo Digitale
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ASPETTANDO ROBOT La Robotica è una disciplina vastissima le cui radici culturali affondano nel- Renato Zaccaria la storia e nella letteratura. L’impiego industriale dei Robot è iniziato negli anni ’40 del secolo scorso; da allora, la sua evoluzione è andata almeno di pari passo con quelle dell’Informatica, dell’Elettronica e della Meccanica. Oggi si assiste probabilmente all’inizio di una nuova era, in cui il Robot ope- rerà a stretto contatto con gli esseri umani, aiutandoli nei compiti della vita quotidiana e accompagnandoli nel tempo libero. 4.4 1. INTRODUZIONE l’elettrotecnica degli attuatori e degli impian- P ensare di riuscire a delineare in poche pagine un quadro sufficientemente com- pleto, aggiornato, obiettivo, esauriente e allo ti, l’ottica, l’acustica, l’elaborazione delle im- magini; e, ultima ma non meno importante, la meccanica con le metodologie e tecnologie stesso tempo chiaro della Robotica è presun- relative. In questo catalogo di discipline in- zione forse per chiunque. Chi scrive ha inizia- completo, che sarà approfondito nel para- to a occuparsi di Robotica subito dopo la sua grafo successivo, sta il grande limite alla cre- tesi di laurea, a metà degli anni ’70, e ha avu- scita della Robotica; è difficilissimo se non to la non comune fortuna di appartenere fin impossibile, infatti, coltivare allo stesso livel- dalle origini al miglior gruppo di ricerca possi- lo di profondità le competenze necessarie, o bile in questo campo: un gruppo pluridiscipli- anche solo poche fra tutte. Per questo la Ro- nare con interessi diversificati in architetture botica non è, ancora, una scienza, ma l’unio- informatiche, intelligenza artificiale, sistemi ne di scienze, discipline e tecnologie diverse operativi, controlli automatici, bioingegneria, ancora in attesa di una comune teoria, di un neuroscienze, scienze cognitive, telecomuni- linguaggio che unifichi meccanica e software, cazioni; ognuno di questi argomenti, degna- algoritmi e materiali; insomma, di una mate- mente, ha che fare con la Robotica, senza matica unica e di regole progettuali standard. esaurirne le esigenze scientifiche. Nessun settore della scienza, della tecnologia e del 2. VERSO UNA SCIENZA mercato ha mai avuto, infatti, un così ampio spettro di competenze e componenti discipli- Molti passi in questo senso sono stati fatti, nari come la Robotica. A quelle che sono sta- coronati anche da successo; il termine mec- te già citate se ne devono aggiungere molte catronica, comune in Robotica, esprime la altre come le tecnologie dei materiali, l’elet- sintesi fra tecnologie meccaniche, attuatori tronica – quella di potenza in particolare – e ed elettronica di controllo; una teoria unifica- 3 M O N D O D I G I T A L E • n . 3 - s e t t e m b r e 2 0 0 3
0 ta della descrizione del movimento per robot ra almeno di riuscire a suscitare la curiosità mobili e manipolatori di generica geometria del lettore. (il cosiddetto approccio del configuration space, teoria matematica basata sull’integra- 4. “STILL WAITING zione di meccanica razionale, calcolo vetto- FOR ROBOTICS” riale, geometria differenziale, algoritmi di ri- cerca e altri temi) è stata elaborata negli anni Il titolo di questo articolo, Aspettando Robot, 1 ’80 ed è ora una vera metodologia della Ro- botica; lo stesso vale per metodi di visione sintetizza il pensiero, comune a tutti i ricerca- tori in Robotica, secondo cui una scienza ro- artificiale, per linguaggi di descrizione dei botica è, per le ragioni espresse poc’anzi, compiti e dispositivi per controllo e regola- un’attesa colma di speranza. Allo stesso tem- zione di manipolatori e così via. Ma non ap- po, il Robot che si sogna (autonomo, intelli- pena si esce da situazioni standard, quali gente, “simpatico”, probabilmente asimovia- possono essere, ad esempio, la sequenza di no) è ancora lungi da venire, nella ricerca co- 0 operazioni di assemblaggio in una linea di produzione, il progettista robotico diventa me nel mercato. Aspettando Robot è anche un titolo “rubato” rapidamente un artigiano che è costretto a a un saggio del 1987 [3] in cui 32 ricercatori inventare le metodologie di progetto e gli italiani esprimevano le loro considerazioni strumenti di sviluppo. Non c’è rimedio a que- sull’Intelligenza Artificiale, con molti riferi- sto problema, se non lavorare sulla ricerca di menti alle applicazioni in Robotica, molto in- base e mantenere ad alto livello le skill del teressanti da rileggere oggi. Uno di questi ri- tecnico robotico. cercatori era Marco Somalvico, professore del Politecnico di Milano, dal quale dieci anni pri- ma chi scrive, come altri amici e colleghi, ave- 3. L’AMPIEZZA DEL SETTORE va appreso le prime definizioni rigorose sulla Se poi si pone attenzione alle tendenze sia di Robotica; insegnamenti, che egli, appassio- ricerca, sia di espansione dell’industria verso nato come pochi, dispensava assieme alla nuovi mercati, si deve, necessariamente, al- passione per la ricerca, senza gelosie, sia agli lungare l’elenco di discipline con nomi di re- allievi del suo gruppo che a chiunque altro di- cente acquisizione, per la Robotica, come la mostrasse sincero interesse. Marco Somalvi- biomeccanica, le nanotecnologie, la modula- co è scomparso inaspettatamente pochi mesi rità meccanica e funzionale, gli “ambienti in- fa, e a lui che è stato pioniere della ricerca in telligenti” (smart house), la “tecnologia del- Robotica in Italia è dedicato con affetto since- l’emozione” (kansei), la psicologia, l’edu- ro e con vera commozione questo articolo, tainment (education-entertainment) e i mo- con l’augurio che nella storia di questa disci- delli ad agenti. plina il suo nome venga sempre ricordato. Con un così ampio fronte tecnico-scientifico si capisce perché parlare di Robotica tout 5. LA STORIA E LE FASI court non è possibile. In questo contributo ci si limiterà, anche per ragioni di spazio, a una Non c’è una sola data per la nascita ufficiale serie di brevi paragrafi su alcuni temi specifi- della Robotica. Anche se spesso vengono ci che si ritengono più attuali e significativi, schematizzate fasi storiche simili a quelle legati, in particolare, al già vasto settore IT delle “generazioni” del calcolatore e dell’e- (Information Technology), puntualizzando lettronica digitale, l’evoluzione del robot – che molti altri argomenti resteranno inesora- anche solo di quelli industriali più classici – è bilmente assenti. Alcuni, in realtà pochi, dei fatta di molti episodi significativi, in ambiti termini dei tre elenchi tematici sopra riporta- non necessariamente tecnico-scientifici. L’in- 1 ti saranno espansi e commentati in questi paragrafi. venzione del termine stesso “Robotica” (Ro- botics) è normalmente attribuito a Isaac Asi- Quelli che non saranno citati sono altrettan- mov che lo introdusse nei suoi famosi rac- 0 ti titoli dietro ai quali possono esser lette storie affascinanti, per le quali l’autore spe- conti sui robot positronici alla fine degli anni ’40. Fino a quell’epoca il robot era sostanzial- 4 M O N D O D I G I T A L E • n . 3 - s e t t e m b r e 2 0 0 3
0 mente un fatto letterario e cinematografico botica per i successivi venticinque anni. È (il primo robot del cinema è Maria, in Metro- negli anni ’70 che l’industria robotica mon- polis di F. Lang, 1926). Contemporaneamen- diale assume una presenza non marginale, te, però, i primi telemanipolatori venivano con un cospicuo mercato per i suoi prodotti: costruiti e usati per gestire in sicurezza so- oltre a Unimation, AMF, Cincinnati, Adept, stanze radioattive. In essi erano già presenti IBM negli USA; Fanuc, Yaskawa, Seiko, in le componenti base dei robot manipolatori Giappone e ABB, Kuka, DEA, Comau, in Euro- attuali, cioè una catena cinematica articolata con un end effector (una pinza), con motori pa. La guerra commerciale si svolge sul ter- reno della complessità e della versatilità dei 1 che azionavano i vari assi rotazionali nei bracci manipolatori, legata sostanzialmente giunti, un dispositivo di controllo analogico al numero e al tipo dei suoi gradi di libertà, di posizione su di loro, e un’interfaccia di co- che determinano le capacità di articolarsi in mando che oggi si possono definire haptic: posizioni e orientazioni diverse della sua un esoscheletro articolato, un master, azio- “mano” (end effector). Come paragone co- nando il quale si controllano identici movi- menti del manipolatore remoto (slave). Si mune, il braccio umano (antropomorfo per eccellenza) ha, articolazioni della mano 0 può quindi, presumibilmente, situare nella escluse, sette gradi di libertà, mentre sei è il seconda metà degli anni ’40 la nascita dei ro- minimo teorico per portare l’organo termi- bot meccanici per uso pratico; nei telemani- nale in qualunque posizione e orientazione polatori erano presenti le tecnologie e le me- all’interno dello spazio di lavoro. I robot ma- todologie di qualunque robot successivo a nipolatori a sei gradi di libertà (Figura 1), che esclusione, ovviamente, di quella informati- in industria sono detti comunemente antro- ca: meccanica, elettrica, elettronica, teoria pomorfi, sono diventati uno standard alla fi- FIGURA 1 del controllo. ne degli anni ’70, con il Puma della Unima- Schema di un tipico La prima idea di uso diverso e industriale di tion Inc., ancora oggi comune in molti labo- braccio queste tecnologie è della metà degli anni ratori di ricerca. Si tratta di un manipolatore manipolatore a 6 ’50; all’inizio degli anni ’60 la statunitense a sei assi, con carico di poco più di un chilo- gradi di libertà (o 6 Unimation Inc. introduce sul mercato Unima- grammo, con pinza intercambiabile, e spazio assi) su cui è te, il primo manipolatore industriale ante lit- di lavoro di 2 m circa. A parte i miglioramenti montato un teram. Da quel momento, si sviluppa un’in- nei materiali e nelle prestazioni (peraltro di particolare organo dustria robotica e un mercato in veloce non più di un ordine di grandezza, mentre le di presa espansione, per molto tempo limitato ai bracci manipolatori, che anzi sono ancora og- gi il robot industriale per antonomasia (la de- finizione “ufficiale” ISO è, infatti, quella del manipolatore per applicazioni di fabbrica). Negli stessi anni, viene sviluppata l’indispen- sabile teoria di base per la descrizione e il controllo del movimento in geometrie di bracci qualsivoglia: il contributo dell’infor- matica, in questa fase storica, è marginale. 6. OLTRE LA FABBRICA Il Giappone inizia a occuparsi di Robotica con quasi dieci anni di ritardo, alla fine degli anni ’60, con le prime applicazioni nell’indu- stria automobilistica (il Giappone importò ufficialmente il primo manipolatore statuni- 1 tense nel 1968). Nel 1971, nasce la Japanese Industrial Robotic Association (JIRA), che ha influito sullo sviluppo di tutta l’industria ro- 0 5 M O N D O D I G I T A L E • n . 3 - s e t t e m b r e 2 0 0 3
0 prestazioni dei sistemi di calcolo sono au- 10 anni, il mercato interno aveva già assorbi- mentate, contemporaneamente, di un fatto- to quasi 80.000 robot, in gran parte manipo- re almeno 106, si veda a tal proposito la Figu- latori ma anche AGV (Automated Guidance ra 2), questa geometria e queste caratteristi- Vehicle), impiegati nell’industria manifattu- che di massima si ritrovano nella maggior riera, di cui il 75% fra automobilistica, elet- parte dei modelli attuali (Figura 3). trodomestici, plastica. Il Giappone costruì da zero nella decade de- L’industria robotica contava 290.000 addetti 1 gli anni ’70 un enorme mercato interno per la Robotica industriale, influendo in modo deci- su 150 società con prevalenza di grandi im- prese, mentre le PMI rappresentavano il 90% sivo sul resto del mondo. dei nomi ma solo il 9‰ degli addetti. Nel 1982, la JIRA preparò, su richiesta del Mi- Per un rapido raffronto, basti considerare che nistero dell’Industria e del Commercio Inter- 20 anni dopo (2000) il Giappone contava cir- nazionale, uno studio molto profondo sul- ca 400.000 robot al lavoro, l’UE 170.000 e gli l’industria robotica nazionale dal titolo The USA 90.000. 0 FIGURA 2 L’evoluzione Robotic Industry of Japan – today and to- morrow che fu al tempo stesso visionario, Il documento della JIRA fu visionario per di- verse ragioni. Innanzi tutto, propose come della capacità nel senso positivo di preveggente e ambizio- strategia di sviluppo una definizione di ro- di calcolo, secondo so, e miope. Quel documento fu il segno e il bot industriale ben più ampia di quella vi- Moravec, per sostegno dell’influenza economica, tecnolo- gente, e ancora oggi avanzata: “Un sistema soddisfare gica e culturale che la Robotica giapponese [...] capace di eseguire funzionalità diversi- gli obiettivi futuri impose al resto del mondo. Il documento ficate con molti gradi di libertà […] con fun- di Robocup partì da un dato impressionante: in meno di zionalità sensoriali e di riconoscimento per comportamenti autonomi (intelligent ro- MIPS bot)”. In più, oltre ad affermare ufficial- 1010 mente l’esistenza di un mercato per un si- mile robot intelligente, in netto contrasto con l’impostazione classica delle macchine Uomo 108 a Controllo Numerico (NC), si spinse molto più in là di quanto studi analoghi facessero Scimmia Robot in America e in Europa, proponendo alla 106 da intrattenimento Obiettivo R&S in Robotica industriale un elenco stu- di Robocup Topo pefacente di settori non manifatturieri: agricoltura, allevamento, foreste, oceano, 104 edilizia, logistica e trasporti, gas, acqua e Lucertola fognature, elettricità e telecomunicazioni, 102 posta, energia, nucleare, spazio, medicale, 1990 2000 2010 2020 2030 2040 2050 riabilitazione, protesi, rifiuti, emergenze e disastri, difesa, ordine pubblico, servizi, FIGURA 3 Una mano 1 con quattro o cinque dita può avere 10 - 15 gradi 0 di libertà e una ventina di motori 6 M O N D O D I G I T A L E • n . 3 - s e t t e m b r e 2 0 0 3
0 educazione e scuola, traffico urbano, ma- nessun robotico ha mai potuto trascurare ne- nutenzione, pulizia. gli anni successivi. Ognuno di questi settori fu previsto come L’icona forse più famosa di robot antropo- settore di applicazione e di espansione del morfo della storia è quella di Robby ne Il Pia- mercato. Terza lungimiranza fu l’analisi delle neta proibito (The Forbidden Planet, 1954, attività di R&S industriali e universitarie e la film “dotto” ispirato a La Tempesta di Shake- proposta del loro potenziamento mirato per speare). Robby è un robot asimoviano, cioè far fronte ai mercati di nuova definizione. A fronte di queste caratteristiche “illumina- buono e dotato di personalità e integrato nel- la storia a pieno titolo: è il folletto Ariel del ri- 1 te”, nel documento è presente una sorpren- ferimento shakespeariano. Ancora oggi, esi- dente miopia: l’autolimitazione di riferirsi stono club di appassionati di quel robot e unicamente al mercato interno, con totale as- aziende che ne commercializzano modelli senza di studio e previsioni su quello interna- anche in grandezza naturale. Gli attuali robot zionale. Questa visione autarchica è, proba- da “compagnia” e antropomorfi giapponesi bilmente, il motivo per cui lo sviluppo non ha seguito i livelli di innovazione previsti. I ritor- sono la realizzazione industriale, alla fine, di quell’idea di robot di cui 45 anni fa si produ- 0 ni dai mercati internazionali sarebbero dovu- cevano modellini giocattolo in latta, con i ti avvenire grazie alla maggior competitività quali si giocava da bambini. In questo senso, dei prodotti low-tech e hi-tech giapponesi si può parlare di “rivincita” dell’effimero in realizzati da un’industria robotizzata, in una Robotica rispetto al concreto; oggi, esiste un società robotizzata e, quindi, più competiti- emergente mercato per robot ideati pura- va, restituendo in via indiretta gli ingenti in- mente per il divertimento o la compagnia vestimenti impiegati in una Robotica indu- (entertainment robotics), o l’aiuto nella vita striale “di quinta generazione” non venduta quotidiana (service robotics, robot compa- direttamente all’estero. La fragilità di questo nion, edutainment robotics) che sviluppa in assunto è evidente, e ad esso si può ricon- un certo senso il modello del robot della let- durre il mancato sviluppo che non inficia la teratura rispetto a quello della fabbrica (che corretta analisi dei mercati potenziali della discende, a sua volta, dal modello tayloristi- Robotica intelligente (si veda a tal proposito co di radici settecentesche). Sul tema del- il paragrafo sulle prospettive future). Anche l’entertainment robotics si accennerà in un qui… si sta aspettando robot. paragrafo successivo. Come è stato già ribadito, in Robotica l’im- maginifico e il letterario hanno sempre avuto 7. LA CULTURA E LA FICTION un’importanza di gran lunga superiore a La fiction ha sempre giocato un ruolo cultu- quanto accade in altre discipline, e continua- ralmente significativo, nella Robotica, e que- no a contribuire in modo virtuoso allo svilup- sto non ha probabilmente paragoni in altre po della conoscenza e addirittura, come ac- discipline o tecnologie. Un grande settore cade nell’entertainment, a delineare nuove tecnologico molto legato alla letteratura da applicazioni. Ciò non deve sorprendere: il ro- 2000 anni è, per esempio, quello della nave e bot è l’Essere Artificiale, presente nei miti, del mare (a partire dall’Odissea, per esem- nelle fantasie e nelle speculazioni dell’uomo pio, il cui autore è considerato il primo ad da duemila anni e più. Questo mito si è aver introdotto dei robot nella narrazione, espresso nei secoli della meccanica in un’i- pur in un piccolo ruolo marginale). Eppure, la nimmaginabile varietà di robot da intratteni- portata di quella sinergia tecnologia/fanta- mento apparentemente senza scopo, in cui si sia non è paragonabile a questa fra automa e estrinsecava l’interesse puramente specula- vivente, e soprattutto non è altrettanto bidi- tivo dell’uomo verso la definizione di cos’è la rezionale nelle influenze. Oltre ai modelli lo- gico-letterari di Isaac Asimov, dai quali pochi vita e verso la ricerca di una vita artificiale (e artificial life è, non a caso, uno dei termini 1 esperti in Robotica possono prescindere, ne- con cui oggi si riconoscono ricercatori che in- gli anni ’50 il cinema sviluppò modelli di pura fantasia ma con un impatto immaginifico che vestigano l’emergere spontaneo di compor- tamenti complessi a partire dall’interazione 0 7 M O N D O D I G I T A L E • n . 3 - s e t t e m b r e 2 0 0 3
0 tuali robot “da compagnia” come il cane AI- BO o il recente piccolo umanoide SDR-4X, en- trambi della Sony, e simili (Figura 4). 8. INFORMATION TECHNOLOGY E ROBOTICA INDUSTRIALE 1 L’Informatica, o più in generale l’IT, ha inizia- to a giocare un ruolo chiave relativamente tardi nella Robotica Industriale. Nella prei- storia della Robotica, le tecnologie dominan- ti erano la meccanica, l’elettrica, l’elettronica e le tecniche di controllo automatico. Negli FIGURA 4 di comportamenti di semplici robot autono- anni ’60, le tecnologie informatiche raggiun- 0 Alcune generazioni di robot giocattolo mi). La fantastica storia degli automi nei se- coli (questo nome è stato sostituito nelle lin- gevano, invece, l’apice in automazione di fabbrica con le macchine a Controllo Numeri- Sony. A sinistra gue occidentali dalla parola robot, a partire co (NC) in cui unità logiche di controllo (all’i- l’umanoide SDR- dagli anni ’30; anche questa sostituzione, co- nizio semplici reti logiche, e poi reti program- 4X: 38 gradi me è noto, viene dalla letteratura, anzi dal mabili, dispositivi flessibili come i Program- di libertà, riflesso teatro) è narrata, per esempio, in Storie di mable Logic Controller, i microcontrollori…) di autoprotezione automi [2]. La conoscenza del complesso, e regolavano ogni singolo asse delle macchi- in caso di caduta, per molti versi ancora inesplorato, universo ne. Nel 1970, al Machine Tool Show in Chica- 2 videocamere “robot fantastico/robot reale” ha incuriosito go fu enunciato un principio che ha fatto mol- e 7 microfoni molti autori sia tecnici, sia umanisti; si veda, ta strada: il Direct Numerical Control (DNC), o per esempio, Dizionario degli esseri umani integrazione degli algoritmi di controllo nu- fantastici e artificiali [5], in cui è tentata una merico dei molteplici assi a livello dell’intera incredibilmente meticolosa classificazione fabbrica (con un controllo centralizzato della dei percorsi culturali, immaginifici, scientifici produzione), entrando in sinergia con il gio- e tecnologici degli “esseri” riconducibili a ro- vane CIM (Computer Integrated Manufactu- bot, reali e fantastici. Ancora per ribadire la ring). Il robot era per natura adatto a svilup- forte presenza del cinema nella Robotica, ol- pare questa perfetta integrazione; CIM e Ro- tre che citare la fortunata serie di robot che il botica sono divenuti per trent’anni un bino- cinema ha riscoperto negli ultimi 15 anni, è mio inscindibile, in cui l’IT è substrato teori- utile ricordare la serie di film anche di “cate- co, metodologia e anche costo prevalente di goria B” degli anni ’40-’60 in cui l’idea di ro- sviluppo. L’evoluzione del robot ha perciò bot si formava a volte con rara preveggenza iniziato a seguire, dai primi anni ’70, tutte le pur se con povertà di effetti speciali. Un film tappe fondamentali dei sistemi operativi, dei poco noto, Attacco a base spaziale USA linguaggi, delle reti informatiche, degli stan- (GOG, 1954) mostra con sorprendente rigore dard e delle metodologie per l’automazione scientifico l’impiego di robot mobili, usando della produzione. Si sono create unità di con- termini attuali, con manipolatori a bordo, in trollo sempre più intercambiabili, con inter- un centro di ricerca automatizzato, integrati facce ai fieldbus per automazione. Si sono in rete e controllati da un elaboratore centra- definiti standard, come STEP (Standard for le operante in real time. Non solo queste ela- the Exchange of Product Model Data) per la borazioni fantasiose partecipavano al pro- comunicazione fra modelli CAD (Computer- cesso di aggiornamento della cultura diffusa Aided Design) e PDM (Process Data Manage- con scienza e tecnologia, ma facevano anche ment). Attualmente, si stanno diffondendo 1 sviluppare, lentamente e poi sempre più ve- locemente, il settore della Robotica “effime- modelli OLE Microsoft (Object Linking and Embedding) per controllo di processi per l’in- ra”, quella dei modelli animati per il cinema - terconnessione di macchine di produttori di- 0 in cui pioniere fu l’italiano Carlo Rambaldi - per i parchi divertimenti a tema, fino agli at- versi, come pure standard basati su XML (eX- tensible Markup Language). 8 M O N D O D I G I T A L E • n . 3 - s e t t e m b r e 2 0 0 3
0 Fra il 1997 e il 1999, il mercato internazionale a tecnologia costante, una crescita costante, ha avuto per la prima volta una leggera fles- con un mercato potenziale di 980.000 robot sione, in cui solo il Giappone ha avuto un ca- nel mondo contro i 750.000 del 2000. Ben- lo di vendite, seguito da una ripresa che ha ri- ché in senso assoluto le prestazioni dei robot portato in aumento il 2000. Dedurre che il non siano evolute che di pochi ordini di gran- mercato della Robotica industriale sia saturo dezza dal 1970 (un’infima quantità rispetto ai non è corretto. Piuttosto, il problema è da ri- miglioramenti dell’IT), solo negli ultimi 10 an- cercarsi nelle necessità di rinnovare i modelli produttivi e vecchie o ingenue politiche di ni i prezzi dei robot sono calati fra il 45 e l’80%, mentre il costo del lavoro nei paesi 1 impiego dell’IT (forse le stesse ingenuità che tecnologicamente avanzati è aumentato del hanno portato al collasso delle imprese dot- 40%; il tempo di obsolescenza di un robot va com in poco più di un anno). Questa neces- dai 10 ai 15 anni, mentre l’età media dei lavo- sità sta comportando una sempre più raffina- ratori aumenta in modo preoccupante in tutti ta integrazione fra le tecnologie di ingegneria i Paesi industrializzati. Anche l’aumento del- del software, reti di automazione, applicazio- ni in real time, sistemi informativi, Internet e le prestazioni, in assoluto non elevato rispet- to ad altre tecnologie, mostra un tasso di cre- 0 modelli di progettazione, pianificazione e ge- scita in aumento: fra il 1990 e il 2000, la ca- stione, anche basati su virtualità e simulazio- pacità di carico manipolato (il payload) è cre- ne. In queste si sta rivelando un valore ag- sciuta del 26%, la precisione del 61%, la velo- giunto della componente IT cui gli stessi enti cità del 39%, il MTBF del 137%, il massimo di formazione non sono pronti a far fronte, numero di gradi di libertà del 45%. Tutte que- aprendo un problema di digital divide di cui ste cifre si riflettono, ovviamente, sulla pro- parlerà nel seguito. Lo sviluppo dei modelli duttività. Mentre dal lato “informatico” B2B (Business to Business), in particolare, si (quello che determina realmente costi e pro- sposa molto bene con l’impiego di robot, duttività), cioè la programmazione e l’inte- flessibili e riconfigurabili. L’esempio della grazione nella rete della fabbrica, il robot ha svedese Sandvik Coromant, produttrice di tutto il beneficio delle moderne tecnologie utensili da taglio per macchine automatiche, software e di sistema. è interessante a questo proposito. Un clien- È facile concludere che l’ascesa prevista ne- te, in qualunque parte del mondo, può pro- gli anni ’80 da studi come quello citato del gettare il proprio utensile via web, tramite un JIRA della Robotica nell’industria è stata ral- CAD messo a disposizione in rete, con la pos- lentata dall’imprevedibile rottura delle bar- sibilità di concludere il proprio ordine in In- riere fra Est e Ovest e fra Nord e Sud del ternet. Se il prodotto è standard viene spedi- mondo, con la disponibilità temporanea di to entro 24 h. Altrimenti, attraverso il sistema lavoratori qualificati a costi più bassi. È, tut- informativo, e i sistemi PDM e MRP (Master tavia, molto probabile, e certamente anche Production Schedule), che comportano la ri- socialmente auspicabile, che questa “con- programmazione dei robot in automatico, correnza” fra uomini e robot in fabbrica sia viene avviata la produzione con una conse- destinata ad attenuarsi nel prossimo futuro. gna garantita in due settimane. Non è per niente vero, quindi, che il mercato 9. NON SOLO MANIPOLATORI (I) della Robotica manifatturiera sia saturo. Il problema è far fronte a nuovi modelli che È stato citato il telemanipolatore negli anni chiedono, oltre all’abbattimento dei costi, di ’40, il braccio manipolatore negli anni ’60, l’in- aumentare la velocità e la flessibilità. Il clas- tegrazione fra Robotica e CIM negli anni ’70 e sico settore dell’automobile, ancora fonda- ’80, i robot per il cinema e il divertimento. Al- mentale per la Robotica, richiede attualmen- tre nascite nella famiglia robotica sono state te di migliorare qualità e velocità: negli USA, il tempo di attesa per un’automobile acqui- importanti. Non è noto quando sia nato il pri- mo veicolo robotizzato autonomo (il primo ro- 1 stata tende ad essere di una settimana, in bot mobile). Generalmente, questo primato Europa di sei. Tutte le proiezioni del mercato individuano ancora per almeno cinque anni, viene attribuito a Shakey, prototipo presso lo Stanford Research Institute nel 1967, che era 0 9 M O N D O D I G I T A L E • n . 3 - s e t t e m b r e 2 0 0 3
0 dotato di sensori di tocco, telecamera, con- in Robotica. Quest’ultima, è un’attività oggi trollo digitale in real time e componenti di In- estremamente differenziata nelle sue com- telligenza Artificiale. Da allora in poi, la tecno- ponenti disciplinari. Non è troppo semplifica- logia del veicolo robotizzato (AGV) si è svilup- tivo affermare che, dal punto di vista storico, pata sia in ambito di ricerca sia in applicazioni la ricerca in Robotica ha sviluppato soprat- industriali nella movimentazione, e fa ora par- tutto cinque settori: la meccanica/meccatro- te a tutti gli effetti dell’automazione della fab- nica; la teoria del controllo; le tecnologie dei 1 brica. In realtà, gli attuali robot industriali so- no quasi essenzialmente bracci manipolatori materiali (per le parti strutturali, gli attuatori e i sensori); i sistemi di programmazione; applicati a vari settori specifici, più i veicoli l’Intelligenza Artificiale. In questi settori, fra mobili che realizzano tutte quelle attività di l’altro, si è verificata la massima interazione trasporto non convenienti da realizzare con con il contesto industriale. Non si parlerà, in macchine apposite (per esempio, convoglia- questo contesto, per evidente mancanza di tori a nastro o a rulli). La fotografia dell’impie- spazio, dei primi 4: d’altra parte, qualche ac- 0 go dei robot industriali mostra attualmente (dati 2000) il 6,8% in lavorazioni (taglio, finitu- cenno si trova, comunque, negli altri paragra- fi. L’Intelligenza Artificiale (IA), invece, ha un ra…), il 12,2% nelle materie plastiche stampa- legame così forte con la Robotica da richie- te, il 22,4% in assemblaggio, il 2,8% nel dere alcune precisazioni. packaging, il 23,9% nella saldatura, e 11,8% L’IA [4] nasce indipendentemente dalla Ro- nel trasporto, più un 20% in altre attività va- botica [1], anche se in quasi tutte le sue spe- rie. L’AGV ha, quindi, un proprio settore ben cifiche branche, anche le più teoriche, ha definito, considerato che in tutti gli altri ven- comunemente fatto riferimento a paradigmi gono impiegati bracci manipolatori. Il settore robotici nello sviluppo delle sue teorie. La degli AGV è particolarmente interessante, vi- nascita ufficiale risale a una proposta di un sto che si basa su know how specifico con la gruppo di ricercatori (John McCarthy, Mar- possibilità di sviluppare un proprio mercato al vin Minsky, Alan Newell, Herbert Simon e di fuori della fabbrica: nella Robotica di Servi- Arthur Samuel) in uno storico convegno nel zio, nell’automazione della guida delle auto- lontano 1956. Secondo una definizione mobili, dei sistemi di trasporto e movimenta- estesa, il suo obiettivo è quello di studiare zione sulle banchine portuali e dei treni. “tecniche che permettono di progettare […] Un altro settore degno di nota è la saldatura hardware e […] software capaci di fornire […] robotizzata, che ha campi di applicazione di- prestazioni che, a un osservatore comune, versi dalla fabbrica tradizionale, molti dei sembrerebbero essere di pertinenza esclu- quali ancora da sviluppare; se è già presente siva dell’intelligenza umana”. Cioè si propo- nella cantieristica navale, può ulteriormente ne di “migliorare ed estendere le prestazio- estendersi verso l’impiego a bordo, nello ni” di un sistema informatico (e, quindi, an- spazio, l’impiego subacqueo, le pipeline, le che un robot comandato da un calcolatore) costruzioni metalliche in genere. Ed è da no- rendendolo più flessibile, riconfigurabile, tare che, rispetto alle tecnologie robotiche autonomo e con cui dialogare in modo mi- industriali, la saldatura robotizzata richiede gliore e più efficace (le citazioni fra virgolet- la gestione di sensori e l’integrazione con si- te in questo paragrafo sono tratte da Marco stemi informativi e PDM, quindi lo sviluppo e Somalvico, Emula e non simula, in “Aspet- l’impiego di conoscenze di maggior valore, tando Robot”, [3]). Questo è stato fatto non tutte di tipo IT. necessariamente studiando e simulando i meccanismi propri della mente umana, ben- 9.1. Non solo manipolatori (II) sì sperimentando e scegliendo “il modello L’evoluzione scientifica e tecnologica del Ro- [...] che garantiva [...] le migliori prestazio- 1 bot è costellata di molti episodi, piccoli e grandi: sarebbe impossibile elencarli tutti e ni”. Il modello fondamentale era, e continua a essere, quello basato sulla logica compu- dare a ciascuno di loro il giusto risalto. Ricor- tazionale, ovvero su teorie e rappresenta- 0 darne alcuni permette, però, di introdurre la differenza fra Robotica Industriale e la ricerca zioni logiche nelle quali un dimostratore au- tomatico universale, efficientemente imple- 10 M O N D O D I G I T A L E • n . 3 - s e t t e m b r e 2 0 0 3
0 mentato su una macchina digitale, ha il comprendendo macchine a stati distribuite compito di risolvere il problema; con la par- (subsumption, behavior architecture), reti ticolarità che del problema non è necessa- neurali, sistemi genetici, e altri approcci co- rio inventare una soluzione algoritmica ma me quello dei sistemi ibridi in cui si cerca di “soltanto” una opportuna descrizione (rap- far cooperare i due modelli computazionali presentazione della conoscenza) con un lin- alternativi (quello logico e quello procedu- guaggio di derivazione logica (dichiarativo rale). Il primo modello, infatti, è efficiente in anziché procedurale - quest’approccio era, fra l’altro, quello tentato e purtroppo fallito attività più astratte come pianificazione, in- terazione uomo-macchina, memorizzazio- 1 nel progetto della cosiddetta quinta genera- ne; l’altro nel controllo ed esecuzione (i co- zione dei calcolatori). Rispetto alla rigidità siddetti aspetti reattivi). Un recente settore iniziale, questi metodi hanno rapidamente dell’IA, che dedica molta attenzione nell’u- prodotto capacità di gestire l’incertezza e il nire questi aspetti, è specialmente rivolto “rumore” dei dati del mondo reale, esten- alla Robotica sotto il nome accattivante di dendo la logica con concetti di fuzzyness o di statistica, divenendo così adatti ad appli- Cognitive Robotics. Robotica e IA nascono più o meno contem- 0 cazioni in Robotica reale. poraneamente, quaranta anni fa. C’è da In Robotica, l’approccio dell’IA ha, in qual- chiedersi quanto l’IA abbia, fino ad oggi, in- che modo, diviso le comunità dei ricercatori fluenzato la Robotica negli aspetti di merca- di cultura informatica, con i seguaci della IA to (che è appannaggio, si è detto, della Ro- “pura” orientati a risolvere problemi di più botica Industriale). La risposta necessaria- ampia portata e generalità (come la rappre- mente riflette una visione personale, ed è sentazione di ampie categorie di compiti, inevitabilmente ambigua. Benché sia stato l’interpretazione di scene, la generazione di citato Shakey come primo caso di robot mo- piani complessi di azioni, la diagnostica au- bile che integrava sensori e movimento: tomatica, i sistemi di dialogo ad alto livello Shakey era, infatti, un esperimento di IA ap- con un operatore, e simili), mentre altri ro- plicata alla Robotica, chi scrive non crede botici meno legati alle metodologie basate che l’IA abbia contribuito direttamente e in sulla logica computazionale si sono dedica- modo rilevante alla Robotica “di mercato”. ti alla programmazione efficiente, alla rispo- Non sembra che esista alcuna tecnologia sta veloce ai sensori, alla definizione di al- che sia il risultato di un trasferimento diretto goritmi per problemi specifici di visione e di un risultato di ricerca in IA alla Robotica movimento e così via. Questa distinzione è, Industriale. Ciononostante, si ritiene che il però, molto schematica e vale per i primi contributo dell’IA sia, e sia stato, fondamen- trent’anni del settore. L’IA, in effetti, abbrac- tale e non occasionale per almeno tre ragio- cia oggi una grande varietà di approcci me- ni. La prima è che l’IA è un “generatore di todologici orientati al comportamento auto- obiettivi”: senza la spinta degli obiettivi am- nomo e intelligente del robot. All’inizio degli biziosi che l’IA poneva innanzi alla Robotica anni ’90, in un dibattito interno “fondazio- Intelligente (o autonoma), non si sarebbe nale” suscitato da Rodney Brooks, è emersa mantenuto il trend di ricerca e di innovazio- una linea che negava la centralità alla rap- ne che ha migliorato le tecnologie correnti. presentazione della conoscenza e faceva La seconda è che l’IA è un grande “generato- emergere il comportamento intelligente re di set-up sperimentali” standard e avan- dalla organizzazione, o autorganizzazione, zati (di cui Shakey è il primo) offerti alla co- di entità autonome semplici o elementari, munità di ricerca in Robotica. Spesso questi dotate di scarsa o nulla capacità di rappre- set-up di riferimento – anche solo teorici, a sentazione. In molti casi, è stato introdotto volte tacciati di costituire toy world su cui l’apprendimento in forma di autorganizza- zione con o senza reward/punishment. Sen- costruire teorie – si affermano spontanea- mente attraverso le pubblicazioni scientifi- 1 za entrare nel dettaglio e, quindi, con una che; in molti casi, attraverso eventi interna- certa dose di approssimazione, questo filo- ne metodologico è rapidamente cresciuto zionali, quali le robot competition dell’AAAI (American Association for Artificial Intelli- 0 11 M O N D O D I G I T A L E • n . 3 - s e t t e m b r e 2 0 0 3
0 RoboCup (www.robocup.org) è un progetto internazionale rivolto all’Intelligenza Artificiale, alla Robotica e alle di- scipline collegate, che propone un problema di riferimento standard a tutti i ricercatori del mondo. In questo espe- rimento – una partita di calcio fra robot completamente autonomi – metodologie e tecnologie diverse debbono ve- nir integrate al meglio, sotto la spinta della gara e del gioco. Il paradigma del gioco del calcio robotizzato si è rive- lato perfettamente adatto a stimolare ricerca e innovazione trasferibili a problemi significativi nell’industria e nei servizi. RoboCup si pone come meta finale - entro il 2050 - un incontro fra una squadra di umanoidi robot e la squa- dra (di umani) campione del mondo, in cui la squadra di robot possa vincere. In questo senso, l’obiettivo è simile a quello che si è posto per molti anni la famosa partita a scacchi fra uomo e computer, vinta per la prima volta dal 1 computer Deep Blue nel 1997. Proprio in quell’anno RoboCup è nato nella conferenza IJCAI-97 a Nagoya, dopo quasi 5 anni di preparazione. Mantiene al suo interno tre componenti: RoboCupSoccer (gioco del calcio), Robo- CupJunior (educazione in Robotica rivolta ai giovani) e RoboCupRescue (applicazioni dei risultati tecnico-scientifi- ci di RoboCup al campo dei grandi disastri e calamità naturali). Nella RoboCupSoccer si giocano partite in simula- zione, fra robot mobili (su ruote), e fra robot “con zampe”, bipedi compresi. L’Italia fino al 2000 partecipava, a dif- ferenza degli altri team, con un’unica squadra nazionale in cui robot diversi, e ricercatori di diverse Università si in- tegravano, raggiungendo notevoli risultati. Attualmente, vi partecipano team di diverse sedi universitarie italiane. 0 gence) fino alla recente RoboCup (che que- delle CPU usate. Il Personal Computer IBM st’anno avrà il suo appuntamento interna- del 1981 ha scatenato un processo evolutivo zionale a Padova) che costituisce, probabil- inarrestabile di miglioramento di prestazio- mente, l’esperimento scientifico più grande ni che si è riflesso anche sulle architetture mai organizzato per numero di studiosi par- di controllo. Maggior potenza di calcolo a tecipanti e per durata negli anni. E sull’im- basso costo significa flessibilità nel softwa- portanza di esperimenti standard, ripetibili e re e crollo delle barriere fra ambienti di pro- accessibili alla comunità internazionale nes- grammazione diversi, interoperabilità, con- suno può essere in disaccordo. La terza e ul- nessioni in rete. Anche se ancora molte diffi- tima ragione è che molti dei sogni dell’IA ap- coltà esistono per ragioni di politiche com- plicata alla Robotica potrebbero avverarsi merciali, oggi costa 10 volte meno program- quando i mercati si aprissero ai robot intelli- mare, riprogrammare, integrare il robot nel- genti proposti da quarant’anni dall’IA; e l’architettura della fabbrica automatica. questo, come si vedrà nel paragrafo succes- Come per la cinematica dei bracci robotizzati sivo, sembra prossimo (forse non si dovrà è stato fondamentale lo studio sistematico aspettare robot ancora molto a lungo). Con alla fine degli anni ’60 (il noto teorema di Pie- tutti i limiti che un’analogia può avere in per è del 1968), per gli AGV è stato importan- questo campo, si potrebbe dire che l’IA sta te il formarsi di una teoria unificata del pro- alla Robotica come la Formula 1 sta all’indu- blema della navigazione, grazie a J. Boren- stria automobilistica: spinta all’innovazione stein (1995), con la conseguenza di sviluppa- e terreno di prova per tecnologie che nessu- re metodi algoritmici standard (un caso di na azienda potrebbe permettersi. E perché tecnologia soft). Già dalla fine degli anni ’80, no: anche business e divertimento! si era diffuso il dispositivo tecnologico com- merciale che ha permesso la diffusione degli AGV: la “testa laser rotante” che serve al cal- 10. UNA EVOLUZIONE COMPLESSA colo della posizione mediante tecniche di triangolazione o di filtraggio adattativo. I ro- Diversi eventi tecnologici piccoli e grandi bot mobili devono molto al famoso dott. Land hanno fatto sviluppare la Robotica Industria- della Polaroid, la cui rivoluzionaria macchina le; in molti, indirettamente, c’è l’effetto di un istantanea del 1978 possedeva un economi- risultato IT o IA in particolare. co misuratore di distanze a ultrasuoni. Que- L’evoluzione dei linguaggi e ambienti sto componente è lo standard da quindici an- 1 software ha influito in modo determinante. In origine le unità di governo erano elabora- ni per i sensori di prossimità a basso costo usati in tutti i robot da laboratorio e in non tori dedicati con linguaggi di programma- molte ancora applicazioni industriali, a causa 0 zione propri di bassissimo livello. Ciò era conseguenza soprattutto delle limitatezze della mancanza di sicurezza intrinseca. Un sensore che ha aggiunto, invece, le indispen- 12 M O N D O D I G I T A L E • n . 3 - s e t t e m b r e 2 0 0 3
0 sabili caratteristiche di sicurezza alla capa- cità di ricostruire l’ambiente circostante è l’al- trettanto famoso laser scanner usato in molti AGV come in alcuni dei primi robot mobili per impieghi civili, diffuso alla fine degli anni ’90. È inutile dilungarsi sugli effetti dell’evoluzio- ne dell’elettronica e, in particolare, quella di- gitale: quale sia il progresso dall’elettronica di controllo di fine anni ’50 a quella di oggi è 1 conoscenza comune. La visione artificiale è terreno tipico dell’IA, e di questa condivide la sorte di “compo- nente di Formula 1”; è un campo che ha for- nito immensi risultati scientifici a partire dagli anni ’70 e pochi specifici sottoprodot- ti adatti al robot in fabbrica. Questi sono li- 0 mitati sostanzialmente a misure bidimen- Un ultimo cenno va ai materiali. In quanto FIGURA 5 sionali rese accessibili dalle economiche “corpo”, contano almeno quanto la “men- Frogbot tecnologie di imaging (telecamere, ottiche, te”, anche se molti ricercatori tendono a per esplorazione schede di acquisizione e conversione) che sottovalutarli. Molti dei miglioramenti dei di pianeti, comete provengono dal mercato di consumo. Ma robot attuali citati nel paragrafo “IT e Robo- e asteroidi. Pesa occorre prestare molta attenzione alla vi- tica Industriale”, rispetto alle origini, deriva 1,3 kg, ha un solo sione artificiale disponibile al campo robo- dal progresso nei materiali: struttura, mec- motore e una molla, tico (cioè di velocità tale da operare in tem- canica, attuatori. Questi ultimi, ora sempre ed è in grado di po reale), e non bisogna commettere l’erro- più basati su motori brushless con magneti muoversi a balzi re di ritenere lo stato dell’arte come adatto ceramici ad altissima forza coercitiva, han- ad applicazioni soltanto di laboratorio. no migliorato la densità di potenza e le ca- L’assenza de facto di applicazioni al campo ratteristiche dinamiche determinando pre- della Robotica Industriale non sembrereb- stazioni e precisioni più elevate. Il migliora- be giustificata, vista la capacità delle tecni- mento degli attuatori ha avuto, probabil- che consolidate di Visione Artificiale di ri- mente, l’influsso più importante. Nuovi ma- solvere problemi sensoriali comuni, come teriali hanno fornito sensori stabili e sicuri, rilevare la posizione di un oggetto o indivi- in particolare quelli di contatto e di forza. duare un ostacolo da evitare, o anche di lo- Ma anche in questo campo ci sono risultati calizzare con precisione un robot mobile scientifici disponibili a tramutarsi in tecno- mediante immagini dell’ambiente. Il vero logie solo per i nuovi settori di applicazione: problema è che le tecniche di visione, per sensori di contatto capaci di fornire “imma- loro natura, non permettono la quantifica- gini tattili”, materiali strutturali non metalli- zione di specifiche di funzionamento certe. ci, per citare due risultati maturi, e, in futu- Per un robot la cui produttività dipende ro, biomateriali e nanomateriali che potreb- dalla ripetizione veloce di cicli di operazio- bero alla fine far passare la tecnologia dei ni in ambienti stabili questo è un inconve- motori dall’attuale ferro-rame a una chimica niente insormontabile, specialmente se in- (muscoli artificiali), con nuovi migliori rap- tervengono ragioni di sicurezza. In future porti potenza/peso. applicazioni in cui questi vincoli siano rila- Infine, è da dire che il robot è comunemente sciati o invertiti come, per esempio, in un visto come “un calcolatore con sensori e mo- robot mobile in ambienti parzialmente tori”: tutta l’evoluzione della tecnologia del ignoti in cui non il fattore velocità, ma la ca- pacità di incontrare ostacoli sconosciuti è Personal Computer (PC) si ribalta gratuita- mente su di lui, dalle LAN (Local Area 1 decisiva, lo stato dell’arte sulla visione ar- Network) wireless alla grafica, dal VRML (Vir- tificiale si dimostrerà notevolmente maturo (Figura 5). tual Reality Modeling Language) ai PC di- scless, dalla comunicazione attraverso ap- 0 13 M O N D O D I G I T A L E • n . 3 - s e t t e m b r e 2 0 0 3
0 plet Java alla rivista settimanale con gadget being) di esseri umani (Figura 6) o di appa- in edicola, e così via. E questo è parte di un recchiature, con l’esclusione di operazioni di piacevole circolo virtuoso appena iniziato. manifattura”. Vengono anche classificate una serie di atti- vità che ricordano l’avveniristico elenco del 11. L’ALTRA ROBOTICA JIRA riportato più sopra. È interessante ana- In più punti di questo articolo si è rimandato lizzare le differenze fra i due elenchi: quello 1 il lettore alle nuove applicazioni, ai nuovi mercati. Per parlarne è possibile basarci su del 1980, in realtà, riguarda in gran parte atti- vità lavorative industriali in sostituzione di un documento simile all’importante studio mano d’opera – industria agroalimentare, JIRA del 1980 citato in precedenza. Quello miniere, costruzioni eccetera. Le prospettive studio riguardava l’industria robotica giap- dello studio IFR–UN/ECE sono molto più con- ponese e le sue prospettive; questo, a ven- centrate su impieghi “civili”, in cui un robot tuno anni di distanza, e con gli stesi scopi, si interagisce con gli umani pur sostituendo 0 rivolge all’industria robotica europea (World 2001 Robotics [6]), prodotto dalla compiti umani. Si tratta di una differenza non tecnologica, ma sociale ed economica. Non Commissione Economica per l’Europa delle vi è dubbio che le stesse tecnologie, o tecno- nazioni Unite (UNECE) e dalla IFR (Interna- logie molto simili, potrebbero adattarsi ai tional Federation of Robotics). Si tratta di campi d’applicazione diversi. È verosimile un’autorevole pubblicazione periodica, di che questa differenza di prospettiva sia do- cui è disponibile anche l’edizione 2002 [7]. vuta alle mutate disponibilità di forza lavoro, Si ritiene più esemplificativa la prima: pub- già citate in precedenza. blicata poco prima del tragico 11 settembre, Fra le circa 35 categorie citate, alcune mo- presenta una più serena (e ottimistica) pre- strano un notevole incremento previsionale visione degli sviluppi futuri, con un’analisi di installazioni in Europa nei quattro anni estesa dei nuovi mercati che non viene ripe- successivi allo studio. Se ne citano alcune: tuta ogni anno. Si citeranno poi i correttivi robot per pulizia professionale (da 440 a FIGURA 6 che sono da apportare a quei dati. 14.150); robot per chirurgia (da 1.600 a Nursebot “Flo”: Il dato più significativo è in qualche modo la 4.800); di piccolo trasporto in edifici (da 60 progetto di robot definizione “ufficiale” di un nuovo mercato a 140) (Figura 7); per rifornimento di carbu- assistente per la Robotica: la Robotica di Servizio (Ser- rante (da 50 a 1.100); in agricoltura e alleva- personale per vice Robotic). Per questo nuovo tipo di robot menti (da 1.100 a 2.300); per sorveglianza e anziani della viene proposta una definizione molto diversa sicurezza (da 60 a 1.800); per pulizia dome- Carnegie-Mellon da quella classica ISO: “Un robot che opera stica o tagliaerba (da 12.500 a 425.000); University, in modo autonomo o semi-autonomo per per compagnia e divertimento (da 100.000 Pittsburg, USA compiere servizi utili al benessere (well a 200.000). Alcuni, come la sorveglianza e il rifornimento di carburante, prevedono un aumento percentuale notevole (200 - 300%). Sorprendentemente, applicazioni popolari in laboratori di ricerca non sono premiate da questo studio (robot nei mu- sei: da cinque a 10; robot mobili per impie- ghi generali da 260 a 230; robot da labora- torio da 1.000 a 320; robot per trasporto di disabili: da 260 a 230). Le ragioni dipendo- no da accurati studi di mercato e devono far riflettere. 1 Anche i settori degli “ambienti estremi”, co- me spazio e mare (underwater Robotics) (Fi- gura 8 e 9) apparentemente non sono pre- 0 miati dallo studio, nonostante l’interesse scientifico, la presenza di investimenti consi- 14 M O N D O D I G I T A L E • n . 3 - s e t t e m b r e 2 0 0 3
0 1 0 FIGURA 8 Robot mobile Sojourner basato su ruote che ha partecipato all’esplorazione di Marte (NASA) FIGURA 7 Robot mobile di servizio staffetta per trasporto in ospedali (DIST e Genova Robot) stenti da parte delle Agenzie Spaziali e di ap- plicazioni marine già eccellenti. In realtà, questo tipo di applicazioni, destinate per ora a poche importanti applicazioni, sfugge a studi di mercato basati sui numeri; la loro ri- levanza però va considerata. È davvero sconfortante il non trovare espli- citamente in questi studi applicazioni di sminamento umanitario (de-mining). Si spera che siano nascosti nelle voci other ty- pe (anche se si nutrono forti dubbi al riguar- FIGURA 9 do), ma è da considerare che – non per col- Robotica pa della Robotica, ma della diabolica sem- subacquea: plicità con cui le mine anti-uomo sono co- manipolazione struite – questo resta, purtroppo, ancora un mediante bracci in tema di ricerca. grado di operare ad Non v’è dubbio che l’apertura di questi mer- elevate profondità; cati segnerà un cambiamento generaziona- esplorazione dei le in Robotica. Ed è da notare che questi fondali (DIST – nuovi mercati si affiancheranno, senza in- terferire, alla Robotica Industriale. Verranno Ansaldo – Movita) 1 finalmente utilizzate tecnologie mature pro- cora più profonda integrazione con le tecno- dotte dai vari settori dell’IA, della visione ar- tificiale, da quelle dei materiali, con una an- logie IT e, in particolare, con quelle civili (wi- reless, Internet). 0 15 M O N D O D I G I T A L E • n . 3 - s e t t e m b r e 2 0 0 3
0 12. SMART HOUSING stosi, come un aspirapolvere robotizzato in una smart house. Si ritiene ragionevole che Fra le tecnologie che sono state denominate questo approccio, studiato in Europa da di- “civili” e di cui ci si attende l’integrazione versi centri di ricerca in Robotica, e che ben con i robot di servizio, un posto speciale si sposa con recenti tecnologie software ad spetta a quelle cosiddette di “automazione agenti e per sistemi embedded, possa go- di edificio”, chiamata anche degli “edifici” o dere di fortuna e acceleri l’ampliamento del 1 “case intelligenti” (smart housing). Le case intelligenti hanno un’infrastruttura di comu- mercato di una parte significativa dei robot di servizio. nicazione a cui sono interfacciati i normali dispositivi di un’abitazione: luci, porte, fine- 13. DOPO IL 2001 stre, condizionamento ambientale, elettro- domestici, dispositivi per disabili o anziani, Il report IFR–UN/ECE del 2002 [7] non correg- apparecchi di comunicazione e così via. Gli ge in negativo gli scenari del 2001 (Figura 10), 0 scopi possono essere quello di realizzare al- loggi protetti o semplicemente case auto- anche se gli obiettivi verranno spostati in avanti dalla crisi dei mercati internazionali. In matizzate per migliorare la qualità della vi- particolare, viene notato che, a fronte di una ta. In un prossimo futuro, elettrodomestici e diminuzione degli investimenti media del - cibi dialogheranno grazie a un’elettronica 3% mondiale in Robotica, di cui il 17% negli integrata per migliorare l’approvvigiona- USA, l’Europa ha visto, invece, un record po- mento domestico e automatizzare la prepa- sitivo di +2.5% (con punte di oltre il 25% in razione. Ma l’automazione degli edifici è già UK e Spagna). Dal punto di vista delle vendi- comunemente diffusa, con compiti più tec- te, i mercati industriali USA e Giappone han- nici, in grossi complessi edilizi in cui ascen- no avuto una forte flessione mentre l’Europa sori, impianti di allarme, aria, luci, servizi ha continuato a crescere, seppure di una pic- vari sono collegati via rete a sistemi infor- cola percentuale. Le previsioni a quattro-cin- matici di controllo. Le tecnologie già diffuse que anni sono ora diminuite in modo non ri- e disponibili sono quelle di particolari bus levante, almeno per l’Europa. di campo (fieldbus), o reti locali per auto- Per quanto riguarda la Robotica di Servizio, mazione, simili a quelli usati in automazio- ci sono solo poche variazioni significative ne di fabbrica, ma specializzati in questo ti- nella previsione del 2005 (un anno dopo po di applicazioni. In diversi centri di ricerca quella dello studio precedente): una diminu- si studia l’integrazione di questa tecnologia zione della pulizia industriale, un notevole disponibile con i robot di servizio. È chiaro, aumento dei robot chirurgici, una ulteriore infatti, che se un robot agisce in un ambien- diminuzione del trasporto disabili, e una vera te civile (un edificio commerciale, una casa e propria esplosione dei robot da compagnia d’abitazione), esso deve interagire con una e divertimento (da 200.000 a 1.200.000, si quantità di installazioni e dispositivi – por- veda a tal proposito il grafico in Figura 11). te, ascensori, dispositivi di emergenza o al- Un’attenzione particolare spetta proprio a larme – e deve comunicare con qualche po- questi ultimi, di cui AIBO della Sony è stato il sto di controllo remoto. In più, per ragioni di primo esemplare a larga diffusione. È curio- sicurezza o sorveglianza, deve poter cono- so pensare a questo settore come quello che scere o influire sulle politiche con cui l’infra- ha sostituito in Giappone, alla fine degli anni struttura intelligente dell’edificio affronta ’90, i settori previsti dal rapporto del 1980; e un determinato problema – per esempio, un questa volta con lo sguardo ai mercati inter- incendio. È innovativo in questo caso pen- nazionali e a Internet, che ne ha decretato il sare al robot non come un’entità totalmente successo. Parafrasando le parole del suo vi- 1 autonoma, ma come parte di un sistema di- stribuito intelligente (la rete di automazione cepresidente, Toshidata Doy, la Sony afferma che dal 1990 al 2000 il personal computer e dell’edificio) di cui fa parte e con cui è in co- Internet hanno dominato i mercati; dal 2000 0 municazione continua o periodica. Questo vale anche per i livelli meno complessi e co- al 2010 questo compito sarà svolto dai robot autonomi personali. Vero o no, l’inatteso ani- 16 M O N D O D I G I T A L E • n . 3 - s e t t e m b r e 2 0 0 3
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