Interventi documentale - Il Discorso

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Interventi documentale - Il Discorso
PORDENONE   Interventi                                    di
restauro   documentale                                    in
Biblioteca civica
Fra le attività della Biblioteca civica di Pordenone sono
particolarmente significativi il recupero
e la valorizzazione delle fonti storiche della città. Nel
corso degli anni, attraverso acquisti e donazioni,
si è formato un consistente patrimonio, costituito dalle
pubblicazioni riguardanti il territorio regionale,
datate a partire dal XVI secolo e dalla documentazione
archivistica compresa fra il XIV secolo e il 1805.
Il tutto è conservato nella sezione Locale della Biblioteca e
può essere consultato.
All’attività di acquisizione, si affianca quella del restauro
dei materiali, con particolare attenzione
alle pubblicazioni di fine ‘800 e inizi ‘900 che, a causa dei
processi di produzione della carta dell’epoca,
risultano particolarmente fragili, friabili al tatto e
soggetti al degrado chimico. Negli ultimi anni è stato
completato il restauro e la digitalizzazione di due riviste,
“Il Noncello” e “Il Tagliamento”. Quest’ultimo
è stato il primo periodico settimanale pubblicato dato alle
stampe il 12 agosto 1871 a Pordenone che si
qualificò come “organo del Friuli Occidentale”. Di matrice
liberale, “Il Tagliamento” fu inizialmente
diretto da Enea Ellero dei Mille, reduce dalle spedizioni
garibaldine e venne pubblicato per 45 ininterrotti
anni sino alla numero del 27 ottobre del 1917 che coincise con
i giorni della disfatta di Caporetto. La
biblioteca conserva buona parte dei numeri editi, tra copie
originali e microfilm. L’ultimo intervento di
recupero, finanziato dalla Fondazione Friuli        nel   2019
nell’ambito del Bando Restauro, ha riguardato
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l’annata 1890 che, come per le pubblicazioni precedentemente
restaurate, ora è conservata in singoli
fascicoli raccolti in contenitori chimicamente idonei
Grazie al contributo economico della Fondazione Friuli, nel
2020 sono state recuperati i diplomi di
studio e d’onore di due tra i maggiori artisti nati a
Pordenone, 18 del pittore Michelangelo Grigoletti e
10 dello scultore Antonio Marsure. Del primo è aperta al
pubblico la mostra allestita al Museo civico
d’arte Ricchieri, artista considerato una figura eminente del
panorama della pittura veneta della metà
dell’Ottocento. In biblioteca, sono conservati i diplomi di
aggregazione alle più famose Accademie del
tempo, quella pontificia, la fiorentina e la bolognese: tutti
sono ora conservati, dopo i restauri, in singole
buste acid-free. In archivio si conservano i documenti di
Antonio Marsure, artista legato al clima
culturale del Friuli, il cui apporto è stato riscoperto nel
corso della seconda metà del Novecento.
“Gli interventi di restauro – afferma l’Assessore alla cultura
Pietro Tropeano – rientrano in un
ampio programma di recupero e conservazione del materiale
posseduto, che la Biblioteca ha avviato da
diversi anni. Si tratta di documenti di grande importanza, in
quanto appartenenti al lascito testamentario
di Michelangelo Grigoletti e che, insieme alle opere donate da
lui e dai suoi eredi al Comune,
costituiscono il primo nucleo del Museo civico d’Arte di
Palazzo Ricchieri, che ospita nelle sue sale –
fino al 1 agosto – una mostra dedicata all’artista.”
“L’azione di conservazione bibliografica – afferma il
presidente della Fondazione Friuli Giuseppe
Morandini – fa parte delle linee strategiche di salvaguardia e
di valorizzazione delle risorse culturali
del territorio che, come nel caso della Biblioteca civica di
Pordenone, vengono messe a disposizione
degli studiosi e dei lettori. Un patrimonio di identità
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storica che viene tutelato per le future
generazioni”.

FESTIVAL VICINO/LONTANO ON:
LO STORICO INGLESE PETER
FRANKOPAN APRE LUNEDI’ 31
MAGGIO SUL TEMA DISTANZE
Il primato dell’anno più nefasto per la popolazione del mondo
spetta senza dubbio al 1348, quando la peste nera iniziò a
diffondersi ovunque nel mondo conosciuto, uccidendo un terzo
                     dei viventi: ne ha scritto lo storico
                     inglese Peter Frankopan nel saggio best
                     seller uscito in Italia per Mondadori Le
                     vie della seta. Una nuova storia del
                     mondo. Sette secoli più tardi, nel mondo
                     globalizzato, la pandemia ha colpito
                     pesantemente anche in altri settori:
                     oltre alle vittime – più di 3 milioni di
                     morti,       ad      oggi       –      il
                     coronavirus ha accelerato processi e
                     tendenze      già     in     corso     da
                     decenni, aggravando divari sociali e
disparità: nell’accesso al cibo, alle cure, ai diritti civili
e    democratici.      “Distanze”,      filo     rosso     del
festival Vicino/lontano 2021 – in programma a Udine dal 1° al
4 luglio –, è anche lo spunto da cui partirà, lunedì 31 maggio
alle 20.45 sul canale youtube e sulla pagina facebook di
vicino/lontano, il dialogo che inaugura la seconda edizione
della rassegna digitale Vicino/lontano ON. In collegamento dal
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Regno Unito, protagonista del primo appuntamento sarà proprio
lo storico Peter Frankopan, docente di Global History
all’Università di Oxford. Sarà impegnato in una conversazione
condotta da Andrea Zannini, docente di Storia moderna e
direttore del Dipartimento di Studi umanistici e del
Patrimonio culturale all’Università di Udine, oltre che membro
del direttivo dell’associazione vicino/lontano.

Distanziati gli uni dagli altri, confinati nel chiuso delle
nostre case, viviamo tutti un passaggio cruciale, consapevoli
di attraversare la faglia della storia che separa un “prima”
da un “dopo”. Peter Frankopan, la “rockstar del pensiero
storico”, come è stato definito da The New Statesman, ci
guiderà dentro gli scenari possibili del mondo postpandemico,
immaginati alla luce del ciclico ripetersi di eventi
traumatici, come le epidemie, nella storia del mondo. «Il vero
impatto a lungo termine – sostiene Frankopan – sarà sulle
povertà nel mondo: produciamo società molto inique, fondate
sulle diseguaglianze: le stesse regole dell’economia e della
finanza valgono in un modo per i ricchi in Occidente e in ben
altro modo per chi vive nei Paesi in via di sviluppo, dove il
costo del denaro è altissimo e il divario sembra destinato ad
aggravarsi negli anni a venire. La diseguaglianza fra le aree
del mondo continuerà a peggiorare: fra est e ovest, e ancora
di più fra il nord e un sud globale che comprende paesi
sfruttati da secoli e con gravi problemi strutturali ancora
irrisolti. Una delle lezioni di questa pandemia è che abbiamo
bisogno di una risposta alla malattia che sia globale e
integrata, attraverso la ricerca e la collaborazione
internazionale, come è accaduto per trovare vaccini utili a
fronteggiare il covid-19».

Senior research fellow al Worcester College, Peter Frankopan
dirige l’Oxford Centre for Byzantine Research ed è co-
direttore del Programme for Silk Roads Studies al King’s
College di Cambridge. I suoi studi si concentrano sulla storia
di Mediterraneo, Russia, Medio Oriente, Iran, Asia centrale, e
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sulle relazioni tra Cristianesimo e Islam. Collabora con
autorevoli testate internazionali, tra cui il New York Times,
il Financial Times e il Guardian. Le nuove vie della seta.
Presente e futuro del mondo (Mondadori, 2019) è il suo ultimo
saggio pubblicato in italiano.

Vicino/lontano ON proseguirà lunedì 7 giugno con l’intervento
di una scienziata italiana tra le più autorevoli, la senatrice
a vita Elena Cattaneo, accademica dei Lincei, in dialogo con
il genetista Michele Morgante, a sua volta accademico dei
Lincei. Lunedì 14 giugno si prosegue con la scrittrice Maaza
Mengiste, nata ad Addis Abeba ma residente a New York, autrice
del romanzo storico-autobiografico Il re ombra. Infine lunedì
21 giugno Vicino/lontano On coinvolgerà Forensic Architecture,
il gruppo di ricerca della Goldsmiths University di Londra,
che utilizza le tecnologie digitali più avanzate a
disposizione dell’architettura per ricostruire gli scenari in
cui si verificano casi di violazione dei diritti umani. A
dialogare con la ricercatrice Dimitra Andritsou sarà Michele
Bonino, docente di Composizione architettonica e urbana al
Politecnico di Torino. Info e dettagli: vicinolontano.it

BIBLIOTECA NOVARA Poesia e
ricerca di sé nei Giovedì in
biblioteca con Gian Luca
Favetto e Dario Balzaretti
Giovedì 17 maggio i Giovedì letterari ospitano un doppio
appuntamento, alle 16 con il libroforum di Maria Adele
Garavaglia che ospita lo scrittore novarese Dario Balzaretti
per presentare il romanzo Donata dalle onde (NullaDie
Edizioni) e alle 18 con l’evento a cura del Festival
internazionale di poesia civile di Vercelli che vede
protagonista Gian Luca Favetto, autore di Attraverso persone e
cose. Il racconto della poesia (Add editore) e curatore della
rubrica La bottega di poesia per la “Repubblica”. Il poeta
dialogherà con Roberto Cicala e sarà presentato da Giacoma
Piacentino, dell’associazione Il Ponte, promotrice del
progetto “Dedalo vola” di valorizzazione della salute e della
cultura per il benessere della persona.

Gli eventi sono disponibili come sempre sulle pagine Facebook
Centro Novarese di Studi Letterari e Biblioteca Civica Negroni
e visibile in differita anche sul sito Novara.letteratura.it.

Donata dalle onde è la storia di Beniamino Casiraghi ha
lasciato l’azienda di Milano presso cui lavorava dopo la
diagnosi di una malattia che gli prospetta poco tempo di vita.
Trova rifugio su un’isola mediterranea dove cerca conforto per
l’ultima sofferente età della propria esistenza nel silenzio
del mare e della terra, finché in una notte di tempesta
raggiunge la sua abitazione Alexandra, una ragazza che fugge
da un passato di violenza e di dolore. Scampata a un naufragio
nel tentativo di abbandonare il mondo di sopraffazione e di
umiliazione in cui era costretta, Alexandra trova
nell’ospitalità di Beniamino un motivo per scoprire il senso
della vita nel profondo rapporto con la semplicità del
quotidiano e l’infinito espresso dagli elementi della natura.
Tutto però rischia di spezzarsi nel momento in cui Beniamino
entra nell’ultimo stadio del male. Alexandra, la ragazza
donata dalle onde, sa empaticamente confortarlo, trovando la
ragione di una nuova esistenza.

Dario Balzaretti, laureato in Lettere indirizzo storico
medievale presso l’Università degli Studi di Torino con una
tesi genealogica sui Conti di Biandrate, si è dedicato
all’insegnamento nelle scuole superiori e allo studio della
storia medievale e romana. Giornalista free lance dal 1981 al
1986, ha svolto attività letteraria ottenendo riconoscimenti
nell’ambito di premi letterari di narrativa e di poesia, come
Il Premio poesia Val Formazza 1988, con la poesia La sera, il
Premio Bontempelli–Marinetti (1984) e di narrativa il Premio
Dante Graziosi di Novara (2004, con il racconto Il torello di
San Antonio pubblicato in Sono queste che contano e altre
storie, Piccolo Torchio editore e 2008, terzo premio con «Il
compagno senza voce» pubblicato in L’America del Pilade e
altre storie). Ha inoltre pubblicato i romanzi: La pietra di
Bezoar (Firenze libri, 1990), Una storia (Zerounoundici
edizioni, 2010), Delitto a scuola (Nulladie Edizioni, 2016) e
Donata dalle onde (Nulladie Edizioni, 2020) e i saggi Un
imperatore zuccone: vita e opere di Tiberio Claudio
Germanico (Aracne edizioni, 2016) e La scuola. Il mal essere
italiani (Nulladie Edizioni, 2021).

Il nuovo libro di Favetto Attraverso persone e cose. Il
racconto della poesia parla di poesia come di una mappa di
storie, un racconto di geografie. Attraverso lingue, paesaggi
e persone Gian Luca Favetto mette insieme vita e scrittura,
guidandoci in un percorso in cui la poesia e la letteratura
danno forma e direzione al vivere. Dai libri trovati in casa,
a quelli inseguiti, alle storie sognate, ogni incontro diventa
un bagaglio necessario per la comprensione di come stare di
fronte al mondo.   Ci sono Omero e i lirici greci, Pavese,
Montale, Hemingway, la Yourcenar e Karen Blixen, insieme a
Whitman, Byron, Shelley e Keats, e poi Rilke e Pollock,
Chagall e Villon, L’attimo fuggente e 2001 Odissea nello
spazio, Bolaño, Vignot e Wlliam Shakespeare.
Alla domanda “che cosa ci insegna e ci lascia la poesia?”,
Favetto risponde con la sua esperienza di lettore e di
scrittore attento ai luoghi e agli uomini che li abitano,
dalla Val di Chy alla baia di Halong, dal Mont Ventoux al
Golfo di La Spezia, il Roero e il cimitero romano degli
inglesi, Parigi, il Sudamerica e New York.    Tiene tutto e
tutto raccoglie e accudisce, la poesia. Con la sua forza e la
sua grazia cuce insieme singole esistenze e popoli interi,
folgoranti imprese e ordinaria quotidianità, legami profondi e
prime scoperte. Lo fa con versi, suoni e parole che servono
per andare. Per ripartire ogni volta e cercare la propria
meta. O la propria metà.

Gian Luca Favetto e` scrittore, giornalista, drammaturgo.
Collabora con «La Repubblica» e Radio Rai. Tra i suoi
libri: Italia, provincia del Giro e La vita non fa
rumore (Mondadori), le poesie Il viaggio della
parola (Interlinea), l’audiolibro I nomi fanno il mondo (Il
Narratore), Se dico radici dico storie (Laterza), Premessa per
un addio e Qualcosa che s’impara (NNeditore), Il giorno
perduto,    con   Anthony   Cartwright,    e   Si  chiama
Andrea (66thand2nd). Fra i lavori teatrali più recenti: Le
radici davanti, Fausto Coppi. L’affollata solitudine
del campione e, all’interno del progetto Atlante del Gran Kan,
le tre drammaturgie dedicate a Iros, Anen e Nairat.
Con Leandro Agostini ha realizzato Interferenze fra la città e
gli uomini e il progetto/mostra Il teatro del mondo.

Gli eventi si svolgono online sulle pagine Facebook:

-Centro                       Novarese                       di
Studi Letterari: https://www.facebook.com/novaraletteratura/
-Biblioteca            Civica          Carlo          Negroni
Novara https://www.facebook.com/bibliotecanegroni
Letture ad alta voce nel
giardino della Biblioteca di
Monfalcone: 4 APPUNTAMENTI DA
GIOVEDì 20 MAGGIO
Riprendono le letture ad alta voce per i bambini dai 3 ai 6
anni e le loro famiglie in presenza nel giardino della
Biblioteca di Monfalcone, che dal 2017 può vantare il titolo
di “Città che legge”. All’ombra degli ombrelloni, si tornerà
a viaggiare nel mondo delle storie guidati dalla voce degli
instancabili lettori volontari del gruppo Lettori in Cantiere.
Si parte giovedì 20 maggio, alle 17.30, con il Maggio dei
Libri, campagna nazionale promossa dal Centro per il Libro e
la Lettura che ha l’obiettivo di sottolineare il valore
sociale dei libri quale elemento chiave della crescita
personale, culturale e civile. L’edizione 2021 è nel segno di
Dante al quale sono dedicati tre filoni tematici. La
Biblioteca di Monfalcone aderisce proponendo storie di
tenerezza e affetto liberamente ispirate al celebre verso
della Commedia “Amor… ch’a nullo amato amar perdona”.
Giovedì 27 maggio, alle 17.30, si andrà alla scoperta della
Terra e dei suoi abitanti con storie dedicate al filone “Amor…
che move il sole e l’altre stelle”.
Si prosegue giovedì 10 giugno, alle 17.30, con
l’iniziativa #Letturaday: leggiamo insieme, il giovedì, nata
da un’idea di Adei, l’Associazione degli editori indipendenti
italiani, realizzata assieme a librerie, biblioteche, scuole,
sotto gli auspici del Centro per il Libro e la Lettura, che
coinvolge tutti coloro che amano i libri e la
lettura. L’appuntamento si intitola “Storie fiorite”, mentre
quello di giovedì 24 giugno, sempre alle 17.30, “Amico Sole”.
Per    partecipare       ai    quattro     appuntamenti       è
necessario     prenotare    il   proprio    posto   scrivendo
a biblioteca@comune.monfalcone.go.it, oppure chiamando il
numero 338 3772420 (anche WhatsApp). Ad ogni appuntamento, per
garantire il distanziamento interpersonale, potranno essere
presenti al massimo 5 bambini accompagnati da un adulto. Gli
incontri rientrano nel programma nazionale “Nati per Leggere”
che vuole promuovere la lettura in famiglia fin dalla
primissima infanzia. In caso di maltempo l’evento si svolgerà
in Sezione Ragazzi.
Nonostante l’emergenza sanitaria non abbia permesso di
organizzare incontri in presenza per molto tempo, durante il
periodo invernale la biblioteca non ha mai smesso di stare
vicino ai bambini, affinché il potere del libro potesse
viaggiare oltre le distanze. Da novembre a marzo il piacere
della lettura ad alta voce si è infatti spostato online con
“Clicca&Ascolta”: sono stati realizzati 14 incontri su
piattaforma per raggiungere le famiglie direttamente nelle
loro case.

Taormina Book Festival TAOBUK
AWARD 2021 A DAVID GROSSMAN
Va allo scrittore israeliano David Grossman, uno dei narratori
più importanti e amati del nostro tempo, il Taobuk Award for
Literary Excellence 2021 assegnato da Taormina Book Festival.
«Taormina Book Festival – spiega la fondatrice e direttrice
artistica Antonella Ferrara – anticipa l’annuncio programmato
per la conferenza stampa di illustrazione del suo
cartellone, riconoscendo nell’opera e nella scrittura di
Grossman quella “fiammella pilota” capace di alimentare un
fragile equilibrio di pacifica convivenza e la speranza di un
cambiamento. Vogliamo guardare alle sue parole come a un
auspicio di metamorfosi dei fondamentalismi in un desiderio
condiviso di pace e sicurezza, soprattutto in questi giorni di
scontri tra Israele e Hamas: una visione che l’autore
condivide da sempre con i suoi lettori».

David Grossman sarà fra i protagonisti, in presenza, della XI
edizione di Taobuk Festival, in programma dal 17 al 21 giugno
a Taormina, sostenuto e promosso dalla Regione Siciliana e
dalla Fondazione Taormina Arte Sicilia, con il contributo
della Città di Taormina e dell’Università degli Studi di
Messina. Nella splendida cornice del Teatro Antico Grosmann
riceverà il Taobuk Award sabato 19 giugno, in occasione della
Serata     di    Gala    del    festival.     Domenica     20
giugno una conversazione pubblica sarà dedicata ai suoi libri
e alla sua opera.

Il Taobuk Award for Literary Excellence è stato assegnato, nel
tempo, a grandi scrittori dal dichiarato impegno civile: è
andato a Luis Sepúlveda, Orhan Pamuk, Isabel Allende, Amos Oz,
Elizabeth Strout, Mario Vargas Llosa, Jhumpa Lahiri, Michael
Ian McEwan, Cuningham, Claudio Magris, Tahar Ben Jelloun,
Abraham Yehoshua, Javier Cercas, Svetlana Aleksievič.

David Grossman (Gerusalemme, 1954)
si è imposto al pubblico di tutto
il mondo nel 1988 con Vedi alla
voce: amore, seguito da Il libro
della grammatica interiore, Ci
sono bambini a zigzag, Che tu sia
per me il coltello, Qualcuno con
cui correre, Col corpo capisco, A
un cerbiatto somiglia il mio
amore,    Caduto     fuori    dal
tempo, Applausi a scena vuota e,
nel 2019, La vita gioca con me,
tutti pubblicati da Mondadori. Suoi sono anche alcuni celebri
libri inchiesta dedicati alla questione palestinese: Il vento
giallo, Un popolo invisibile, Con gli occhi del nemico, La
guerra che non si può vincere. Ha dunque alternato romanzi,
saggi e opere di letteratura per l’infanzia, tutti tradotti in
molte lingue. Le sue opere coniugano il registro realistico e
quello fantastico-simbolico, con immediatezza ed eleganza. Nel
2021 è stata pubblicata Sparare a una colomba, una raccolta di
saggi e discorsi, diventati un punto di riferimento
ineludibile per tantissimi lettori in tutto il mondo e
per Mondadori Contemporanea è uscito Rughe. Storia di un
nonno, un libro capace di parlare alle generazioni più giovani
della vita e del fluire del tempo, con grazia e intensità.

«Taobuk Award – spiega ancora Antonella Ferrara – è un
riconoscimento al talento immaginifico ma anche alle passioni
di artisti che meritano un’attenzione esclusiva da parte del
grande pubblico. I romanzi e le riflessioni di David Grossman
ci guidano a indagare le pieghe più nascoste e vitali
dell’animo umano e la capacità di rigenerazione dei suoi
personaggi offre a tutti, anche nei momenti più drammatici,
una prospettiva di rinascita, insieme alla consapevolezza che
nel dolore ci si possa unire e rafforzare, anziché
isolare. Taobuk Award, dal cuore del Mediterraneo, esprime un
omaggio al coraggio civile che traspare nei libri di Davide
Grossman e al suo impegno, anche letterario, per una serena
convivenza delle comunità di Israele.

Taobuk Festival torna in presenza dal 17 al 21 giugno 2021:
cinque giorni di incontri letterari e culturali, spettacoli
teatrali, pièce di danza e percorsi espositivi. “Metamorfosi –
Tutto muta” è il tema dell’11^edizione, con una riflessione
sull’evoluzione e sulle fratture nel tempo e nello spazio che
portano alla trasformazione di uomini, luoghi e creature del
pianeta. Sabato 19 giugno la Serata di Gala nella splendida
cornice del Teatro Antico di Taormina con l’evento “Taormina
legge Dante” e con la consegna dei Taobuk Awards
all’Eccellenza letteraria. Dal 18 al 20 giugno spazio alla
seconda Conferenza dedicata all’Europa, per ragionare del
futuro postpandemico del continente. Info e programma:
taobuk.it.

L’enigma della camera 622

Joël Dicker è un giovane e affermato scrittore di best
sellers. Il suo primo romanzo, La verità sul caso Quebert,
tradotto in ben trentacinque Paesi ha avuto un successo
straordinario.

Nel 2020 la Casa editrice La nave di Teseo ha pubblicato
“L’enigma della camera 662” che, anche grazie ad una solida
promozione pubblicitaria, ha immediatamente occupato i primi
posti nelle classifiche di vendita mondiali.
La storia si svolge quasi interamente in Svizzera, terra di
origine dello scrittore, e racconta di un misterioso e
irrisolto omicidio avvenuto qualche anno addietro nella camera
622 del lussuoso Hotel Palace de Verbier, dove lo Scrittore
(con la esse maiuscola, come lo stesso autore si definisce),
stanco, in crisi di ispirazione e reduce da una piccola
delusione amorosa, decide di ritirarsi per un fine settimana
di relax. Nonostante i propositi di riposo assoluto l’autore
incontra l’affascinante Scarlet, e i due di comune accordo, ma
soprattutto con la sollecitazione della bella donna, decidono
di risolvere il mistero.

L’ambiente in cui si svolge la storia è quello dell’alta
finanza, dei potenti banchieri dell’ultima Banca privata
Svizzera: La Banca Ebzner.

Il tema centrale è l’elezione del nuovo Presidente. Da oltre
trecento anni, secondo le regole imposte dal fondatore
dell’omonima Banca, il titolo, affinchè appartenga sempre ad
un Ebzner, spetta al primogenito maschio del Presidente in
carica.

L’attuale Presidente Abel Ebzner ha però inaspettatamente
deciso di rompere questa tradizione e di cambiare le regole;
così il suo unico figlio Macaire, ragazzo debole, sopraffatto
dal nome di famiglia, molto più incline agli intrighi che al
lavoro, si trova a dover combattere con tutti i mezzi
possibili per ottenere ciò che secondo lui gli spetta di
diritto.

Tutto accade in una Ginevra dorata, elegante e lussuosa tra
mille (talvolta improbabili) intrighi dove i protagonisti
spesso non sono come sembrano, perché come ci ricorda lo
scrittore: quando si vuole veramente vedere qualcosa, si vede
solo quello che si vuole vedere…..

Anche questo romanzo, come il primo è fin troppo voluminoso,
ben 650 pagine ma grazie ad una scrittura fluida, anche se
talvolta un po’ ripetitiva e densa di dialoghi e alla capacità
dello scrittore di tenere la suspance il libro si legge
rapidamente.

I capitoli sono caratterizzati da salti temporali che sembrano
creati di proposito dallo scrittore per evitare di dare
informazioni chiare al lettore e rinviare sempre la soluzione
del caso.

Tra lettere scambiate, nobildonne russe decadute alla ricerca
di buoni partiti per sistemare le belle figlie, personaggi
diabolici, maschere di gomma, servizi segreti deviati e
tentativi di avvelenamento, il romanzo ricorda un po’ un
feuilleton di metà ottocento, ma questo forse era l’obiettivo
dello scrittore.

Domani al Premio Galileo
“Genetica e destino” con il
genetista        di      fama
internazionale Alberto Piazza
Padova, 5 maggio 2021

Le conoscenze sempre più approfondite sulla genetica e
sull’evoluzione umana hanno una forte influenza sulla
percezione che avvertiamo di noi stessi: è forte la
suggestione nei nostri geni sia “scritto” il nostro destino. È
da questa riflessione che prende il via il viaggio nella
natura biologica, culturale e morale dell’essere umano in cui
ci accompagnerà giovedì 6 maggio, alle 18.30, Alberto
Piazza, genetista di fama internazionale, professore emerito
all’Università di Torino, finalista al Premio Galileo 2021
con Genetica e destino. Riflessioni su identità, memoria ed
evoluzione (Codice edizioni).

Il dialogo tra Alberto Piazza e Luciano Onder, giornalista
conduttore del TG5 Salute e membro della Giuria Scientifica
del Premio, porterà quindi a conclusione – con una riflessione
sul rapporto tra scienza, letteratura e filosofia – il tour
digitale con gli autori finalisti del Premio Galileo
inaugurato lo scorso 7 aprile: un calendario di cinque
appuntamenti che ha visto la partecipazione, oltre ad
Alberto Piazza, di Antonio Casilli autore de Schiavi del
clic (Feltrinelli); Barbara Mazzolai, autrice de La natura
geniale (Longanesi); Pier Paolo Di Fiore, autore de Il prezzo
dell’immortalità (il Saggiatore), e Chiara Valerio, autrice
de La matematica è politica (Einaudi).

L’incontro con Alberto Piazza sarà trasmesso in live streaming
sul canale Youtube, sulla pagina Facebook e sul profilo
Twitter            del            Premio            Galileo.

Alberto Piazza e la riflessione sull’identità umana, tra
genetica e destino
Alberto Piazza è professore emerito di genetica umana presso
l’Università di Torino. Dal 1981 al 2004 è stato visiting
professor presso il dipartimento di genetica della Medical
School di Stanford, in California. Nel 2009 ha fondato, e poi
presieduto fino al 2017, l’ente di ricerca Human Genetics
Foundation (HuGeF-Torino). Tra il 2015 e il 2018 è stato
presidente dell’Accademia delle Scienze di Torino. Dal 2015 è
Presidente del Comitato di Bioetica dell’Università di Torino.
Nel 1997, insieme a Luigi Luca Cavalli Sforza e Paolo Menozzi,
ha pubblicato per Adelphi il fondamentale Storia e geografia
dei geni umani.

Per   Codice    Edizioni   ha   pubblicato    Genetica    e
destino. Riflessioni su identità, memoria ed evoluzione. Le
sempre maggiori conoscenze che stiamo accumulando sulla
genetica e sull’evoluzione umana hanno una forte influenza
sulla percezione che avvertiamo di noi stessi. Un’influenza
tale da richiamare un concetto potente come il destino, spesso
associato a un’idea di predeterminazione scritta nei nostri
geni. La realtà è però ben più complessa.

In questa raccolta di saggi, il genetista Alberto Piazza
prende spunto proprio dal significato di destino per tracciare
un viaggio di esplorazione della natura biologica, culturale e
morale dell’essere umano, dove scienza, letteratura e
filosofia si incontrano e dialogano. Muovendosi con
disinvoltura tra Primo Levi e Mozart, tra Charles Darwin e
Achille Campanile, Piazza ci conduce in un’appassionata e
profonda riflessione sull’identità, la memoria, la morale e
l’etica.

Il Premio Galileo 2021
Il Premio Galileo seleziona da quindici anni i migliori libri
di divulgazione scientifica pubblicati in lingua italiana in
Italia nel biennio precedente: l’opera vincitrice del Premio
sarà scelta il 17 ottobre tra le 5 opere finaliste selezionate
dalla Giuria Scientifica.

La Giuria Scientifica del Premio Galileo, che lo scorso 19
gennaio ha selezionato i 5 volumi finalisti, è presieduta
da Maria Chiara Carrozza, neopresidente del Consiglio
Nazionale delle Ricerche, direttore scientifico Fondazione Don
Gnocchi e professore ordinario di Bioingegneria industriale
Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.

A lei si affiancano, in qualità di giurati: Gabriele
Beccaria, giornalista coordinatore Tuttoscienze e Tuttosalute
La Stampa; Giovanni Caprara, saggista ed editorialista
scientifico Corriere della Sera; Anna Cereseto, professore
ordinario di Biologia Molecolare e direttore del Laboratorio
di Virologia Molecolare CIBIO Università di Trento; Massimo
Cerofolini, giornalista, conduttore Eta Beta Radio 1
Rai; Annamaria Colao, professore ordinario di Endocrinologia e
Malattie del Metabolismo, Cattedra Unesco di Educazione alla
Salute e allo Sviluppo Sostenibile Università Federico II di
Napoli, vincitrice del Premio Geoffrey Harris; Carmen
Giordano, professore associato di Bioingegneria Politecnico di
Milano, principal investigator progetti MINERVA e DIANA ERC-
Consiglio Europeo delle Ricerche; Luciano Onder, giornalista,
conduttore TG5 Salute; Roberto Ragazzoni, professore ordinario
di Astronomia Università di Padova, direttore Osservatorio
Astronomico di Padova, vincitore del Premio Wolfgang Paul
della Fondazione Alexander von Humboldt; e Sahra Talamo,
professore ordinario e direttrice Laboratorio di
Radiocarbonio-BRAVHO Alma Mater Studiorum Università di
Bologna, principal investigator progetto RESOLUTION ERC-
Consiglio Europeo delle Ricerche. A completare la Giuria
Scientifica la giornalista, autrice e conduttrice
di Radio3Scienza Rossella Panarese, scomparsa lo scorso 1
marzo.

Le 5 opere finaliste sono ora al vaglio della Giuria degli
Studenti – composta da 200 studenti universitari e dagli
studenti di dieci classi delle scuole secondarie di secondo
grado di tutta Italia – che sceglierà il titolo vincitore il
prossimo 17 ottobre a Padova.
DIVINA LAGUNA, SULLE TRACCE
DI PASOLINI E MARIA CALLAS A
GRADO, DAL6 ALL’8 MAGGIO
GRADO – Non è una lezione! E neppure un semplice incontro. E
non è un video, l’ennesimo di questo infinito distanziamento a
pc. “Divina laguna. Sulle tracce di Maria Callas e Pier Paolo
Pasolini” è un’esperienza completamente nuova, che in presa
diretta incrocia condivisione, conoscenza e intrattenimento.
Potremmo chiamarla edutriptainment, con un neologismo
all’inglese che restituisce bene il nuovo format messo a punto
da Lawping Tours per la 4^ edizione del Festival “Grado Isola
delle Donne”, in programma online tra il 6 e l’8 maggio
direttamente dalla suggestiva località balneare che si estende
tra la foce dell’Isonzo, il mar Adriatico e la laguna omonima,
un arcipelago con oltre 100 isolotti e 10 km di spiagge
sabbiose. Un’esperienza immersiva, dinamica, per non sentirsi
ascoltatori passivi davanti a uno schermo, ma protagonisti di
una narrazione che sconfina nel gioco. Un nuovo format
virtuale, quindi, nato in tempo di pandemia per proiettarci
oltre i limiti del lockdown e del distanziamento, per non
farci perdere il gusto del viaggio e della scoperta. La
cultura è anche condivisione e interazione: per questo “Divina
laguna” saprà catturarci con il suo racconto, e divertirci con
le sue finestre giocose i gli enigmi che spaziano fra cultura,
storia, spettacolo e conoscenza del territorio. «Il modo
migliore per imparare – spiega la digital storyteller Giulia
Naitza, autrice e affabulatrice della produzione – sta proprio
nel potente cortocircuito che unisce partecipazione, emozione
e divertimento: per questo la nostra escursione alternerà
racconto, visione, ma anche domande ai partecipanti, commenti
e piccoli enigmi che il pubblico potrà risolvere in gruppo,
affidandosi alle abilità e conoscenze di ciascuno». Al centro
dell’esperienza ci sono due elementi di fascinazione:
innanzitutto il paesaggio, quello languido e liquido della
Laguna di Grado, un orizzonte fra terra e mare di rara
bellezza. E, soprattutto, due personalità carismatiche della
cultura e dello spettacolo, la cantante lirica Maria Callas e
il regista, scrittore e poeta Pier Paolo Pasolini, che proprio
sul set di Grado entrarono per la prima volta in contatto,
lasciandosi rapire da una profonda e sentimentale amicizia.
“Divina laguna. Sulle tracce di Maria Callas e Pier Paolo
Pasolini” è una proposta del Festival “Isola delle Donne”
2021 promosso dal Comune di Grado: dal 6 all’8
maggio trasformerà l’isola di Grado in un ideale palcoscenico
digitale per raccontare tante storie di donne, da Veronica
Pivetti ad Eliana Liotta – scrittrice e divulgatrice
scientifica – la filosofa Ilaria Gaspari, le giornaliste e
scrittrici Eliana Di Caro e Annarita Briganti, la direttrice
di Cosmopolitan Italia Francesca Delogu (Premio Isola delle
Donne 2021), la chef es esperta di cucina Cristina Lunardini e
molte altre. Tutti gli eventi potranno essere seguiti in
streaming live sulla pagina Facebook e sul canale Youtube di
Isola delle Donne. Per assistere alle tre escursioni della
produzione “Divina laguna”, in calendario il 6 e il 7 maggio
alle 16.30 e sabato 8 maggio alle 10. Basterà prenotarsi
gratuitamente per ricevere il link su piattaforma, scrivendo
alla mail isoladelledonnegrado@gmail.com       Il format è
prodotto in collaborazione Vuesse&c e con l’Associazione
Europa Cultura.

I 60 minuti di “Divina laguna” ci proietteranno alla scoperta
di un paesaggio magico e anfibio, quello della Laguna di
Grado: uno scenario terracqueo trapunto di isole, isolotti,
barene e terre emerse: proprio in questo scintillante set
“liquido” fu girata, nell’estate del 1969, la “Medea” di Pier
Paolo Pasolini. Al confine fra la laguna di Grado e quella di
Marano, nell’isoletta di Mota Safon, PPP trovò il suo buen
retiro in un “Casone” di pescatori, che per qualche stagione
divenne la sua residenza estiva. Proprio su quel set lo
scrittore-regista più scomodo e provocatorio del momento
conobbe la “divina”, la cantante lirica più acclamata del
mondo, Maria Callas. Sulle loro tracce, e nei luoghi che
segnarono il loro incontro, saremo guidati in questa piccola e
intensa full immersion digitale, un sentiero di parole e
immagini che ci schiuderà la nascita di un’amicizia così
speciale da sconfinare, a suo modo, in un tenero “amore”.
Maria Callas e Pier Paolo Pasolini erano infatti due anime
sensibili e molto fragili mentre prendevano il via le riprese
di “Medea”: riuscirono però ad alimentare un rapporto
artistico e umano profondo, delicato, speciale. Pasolini, uomo
colto e sensibile, seppe infondere a Maria Callas nuova forza
e una rinnovata linfa artistica. E fra Grado e la laguna
ritrovò egli stesso le sue radici friulane: laggiù, uomo di
fiume, scoprì il fascino e la potenza degli orizzonti fra
cielo e mare, dove scelse di ritirarsi per scrivere e pensare.
Di Maria Callas e Pier Paolo Pasolini si riparlerà presto: il
2022 segnerà infatti il centenario della nascita del geniale
regista e poeta di Casarsa, mentre l’anno dopo, nel 2023,
scoccherà il 100° anniversario dalla nascita di Maria
Callas. Entrambi si spensero a 53 anni, sorprendendo
tragicamente il mondo con la loro prematura scomparsa.
Entrambi sono rimasti nel cuore delle generazioni a venire.

Giulia Naitza (Cagliari, 1989) racconta luoghi, storie e
personaggi, restituendoli ai suoi compagni di viaggio
con lo sguardo incantatore e magico del fotografo – una sua
passione, una sua professione – e con la sapienza evocatrice
della guida professionista. Ha trascorso gli anni prima della
laurea tra la Nuova Zelanda, l’Australia, il Giappone e il sud
est asiatico, per poi specializzarsi in Lingua e cultura
giapponese a Venezia. Successivamente ha intrapreso il
percorso di guida turistica tra la Sardegna, la Spagna e la
Toscana. In risposta alla crisi determinata dallo scoppio
della pandemia, crea un innovativo format virtuale per
continuare il suo lavoro di divulgazione culturale, mischiando
l’amore per lo storytelling con quello per l’enigmistica, e
arrivando ad offrire la sua l’esperienza a team di grandi
aziende quali Google, Apple, Spotify e Netflix. Ad oggi
continua a perseguire l’obbiettivo di diffondere la cultura in
maniera interattiva e partecipativa, rivolgendosi in
particolare ad attività di team building, a scuole ed
università e a tutti gli amanti della cultura.

All’incontro fra Maria Callas e Pier Paolo Pasolini è dedicato
“L’isola di Medea”, il film documentario scritto e diretto da
Sergio Naitza, ilustrato dai disegni originali di Davide
Toffolo, che intreccia le voci dei protagonisti, facendo
rivivere quei momenti. Firmato da Karel Produzioni con
Lagunamovies ed Europa Cultura – produttore associato Erich
Jost – il film ha raccolto le voci di Ninetto Davoli, che
condivise con Pasolini momenti privati e artistici; del Premio
Oscar Dante Ferretti, che proprio con “Medea” esordiva
firmando la sua prima scenografia, di Nadia Stancioff,
l’assistente personale di Maria Callas, dei costumisti Premio
Oscar Piero Tosi e Gabriella Pescucci, del direttore di
produzione Fernando Franchi, testimone di quel set;
dell’attore Giuseppe Gentile all’epoca campione olimpionico di
salto triplo, dell’attrice Piera Degli Esposti che debuttò con
“Medea” nel ruolo di ancella, della scrittrice Dacia Maraini -
che insieme a Pasolini, Moravia e Callas fece due lunghi
viaggi in Africa- dello storico del cinema Roberto
Chiesi, direttore del Centro Studi-Archivio Pasolini presso la
Cineteca di Bologna; della giornalista Alessandra Zigaina, che
ha ripreso i racconti di famiglia intorno all’atmosfera del
set e i ricordi del padre Giuseppe. “L’isola di Medea”, uscito
nel 2017 per celebrare i 40 anni dalla morte di Maria Callas
con anteprima all’International Athens Film Festival e su
Rai5, Premio Fellini al Tiburon Film Festival – California, è
disponibile     anche    in   dvd   sul   sito    Amazon    al
link https://www.amazon.it/Lisola-Medea-Sergio-Naitza/dp/B0848
YQNGQ.
PREMIO   TERZANI  2021,  LA
GIURIA ANNUNCIA LA CINQUINA
FINALISTA:
Hala Kodmani per La Siria promessa (Francesco Brioschi
Editore),  Andri  Snær Magnason per  Il tempo  e
l’acqua (Iperborea), Elif Shafak per Non abbiate
paura (Rizzoli), Ocean Vuong per Brevemente risplendiamo sulla
terra (La nave di Teseo) e Anna Wiener per La valle
oscura (Adelphi) sono i cinque finalisti della diciassettesima
edizione del Premio letterario internazionale Tiziano Terzani,
riconoscimento istituito e promosso dall’associazione
culturale vicino/lontano di Udine insieme alla famiglia
Terzani, nel segno del giornalista e scrittore fiorentino.

«Nell’anno della pandemia, dall’esito ancora imprevedibile –
commenta Angela Terzani, presidente della giuria -, abbiamo
cercato di individuare dei titoli che esplorassero le
inquietudini e il malessere del nostro tempo, per comprendere
le ragioni del sentimento di solitudine e infelicità, sia
dell’uomo che della natura, che ormai tutti percepiamo.
Questo, per restare fedeli allo spirito di Tiziano che ha
sempre voluto tentare di capire, e far capire, i risvolti
nascosti di quel che turba i popoli e gli individui».
I giurati – Enza Campino, Toni Capuozzo, Marco Del Corona,
Andrea Filippi, Milena Gabanelli, Nicola Gasbarro, Ettore Mo,
Carla Nicolini, Marco Pacini, Paolo Pecile, Remo Politeo,
Marino Sinibaldi – costretti quest’anno dalla pandemia a
riunirsi online e non, come sempre, nella casa fiorentina
della famiglia Terzani, si sono ora riservati un supplemento
di riflessione prima di passare alla votazione finale,
prevista per fine maggio. Il vincitore sarà annunciato a
inizio giugno e domenica 4 luglio (ore 21) sarà –
auspicabilmente in presenza – l’atteso protagonista, a Udine,
della serata-evento per la consegna del Premio, appuntamento
di chiusura della XVII edizione del Festival vicino/lontano.

Info: vicinolontano.it

Chi sono, visti da vicino, i cinque finalisti?

Hala Kodmani, giornalista franco-siriana, lavora come reporter
per Libération ed è stata capo redattore di France24. Esperta
di mondo arabo, dal 2011 ha coperto il conflitto in Siria. Per
i suoi reportage ha ricevuto nel 2013 il premio della stampa
diplomatica francese. La Siria promessa è il suo primo libro,
uscito in Francia nel 2014, cui ha fatto seguito, nel
2017, Seule dans Raqqa, non ancora tradotto in
italiano. Pubblicato in Italia da Francesco Brioschi
Editore, La Siria promessa è al contempo romanzo epistolare,
saggio e autobiografia. In uno scambio immaginario di mail, il
padre di Hala, diplomatico siriano morto ormai da due anni,
sorprendentemente risponde per iscritto alle riflessioni della
figlia, ricostruendo la storia recente della loro patria
perduta. Costretto all’esilio dagli anni Sessanta, Nazem ha
imparato ad amare, della Francia, i viali alberati, i colori,
le boulangerie e le opportunità democratiche. Della Siria,
critica aspramente la deriva autoritaria degli Assad,
rimpiangendo il periodo glorioso delle lotte per
l’indipendenza, la rinascita araba e la fine dei colonialismi.
Un risveglio rivoluzionario che, inaspettatamente, sembra
ripetersi all’alba del 2011. Ed è Hala a raccontare al padre
gli anni caldi della Primavera araba, quando al di là del
Mediterraneo, di nuovo, si leva un grido di libertà e in
Tunisia, Egitto e Siria dilagano le proteste. Ma quando in
Siria divampa la guerra civile il carteggio si interrompe.
Nazem chiede alla figlia di non scrivergli più, perché
incapace di sopportare il dolore per le sorti infelici del suo
paese. Ben sappiamo, purtroppo, quanto terribile sarebbe stato
lo scenario degli anni a venire.

Andri Snær Magnason è un intellettuale islandese. Scrittore e
poeta, ma anche performer, attivista ambientale a fianco della
cantautrice Björk, oltre che candidato alle ultime elezioni
presidenziali islandesi, si occupa da molti anni di
divulgazione scientifica e temi ambientali. Le sue opere sono
state tradotte in venti Paesi. Il saggio Dreamland: A Self-
Help Manual for a Frightened Nation (2008), che denuncia lo
sfruttamento intensivo delle risorse naturali in Islanda, è
diventato un lungometraggio diretto dallo stesso Magnason e
dal regista islandese Thorfinnur Gudnason. Tra i suoi libri
tradotti in italiano la raccolta di poesie Bonus (Nottetempo,
2016) e il libro per bambini Lo scrigno del tempo (Giunti,
2019). Il tempo e l’acqua, uscito in Islanda nel 2019 e
pubblicato l’anno dopo in Italia da Iperborea, nasce da una
consapevolezza che impone una domanda. Assodato che l’aumento
delle temperature e del livello dei mari, e insieme lo
stravolgimento chimico delle loro acque, sono provocati dalle
attività umane e minacciano di distruggere per sempre
ecosistemi millenari, provocare uragani e inondazioni sempre
più devastanti, erodere le terre abitabili e coltivabili,
costringendo a migrazioni di massa non solo gli esseri umani,
ma anche tutte le altre specie viventi, perché assistiamo a
tutto ciò senza intervenire in modo decisivo? Forse perché non
sentiamo così vicini quei cento o duecento anni che ci
separano da una catastrofe annunciata. Gli appelli allarmati
degli scienziati non riescono a toccarci neppure emotivamente.
Probabilmente resteranno lettera morta finché la forza dei
miti collettivi e della fantasia non consegneranno loro
un’anima, consentendoci di interiorizzarne un’immagine e un
significato. È questo il compito che si è dato Andri Snær
Magnason, intrecciando affascinanti storie di famiglia, future
conversazioni immaginarie tra figlie e pronipoti, interviste
al Dalai Lama, incursioni nella poesia scaldica e in quella
romantica. Così, Il tempo e l’acqua ci mette sotto gli occhi
ineccepibili dati scientifici, ma li immerge nel patrimonio
culturale comune per investirli di senso, e invitare ciascuno
di noi a dare un piccolo, decisivo contributo alla
salvaguardia del nostro stesso habitat.

Elif Shafak è una delle voci più autorevoli e più seguite
della letteratura turca. Figlia di genitori separati –
filosofo il padre, diplomatica la madre – vive la sua infanzia
e la prima giovinezza in Spagna e in Giordania con la madre.
Conclude gli studi universitari in Turchia e ottiene docenze
negli Stati Uniti e a Istanbul. Pubblica il suo primo romanzo
a 24 anni. Viene processata, con la richiesta di una condanna
a tre anni di prigione, per aver offeso, ne La bastarda di
Istanbul, il buon nome della Turchia. Dal 2007 vive a Londra.
I suoi libri – tra cui i recenti: La bambina che non amava il
suo nome (2018) e I miei ultimi 10 minuti e 38 secondi in
questo strano mondo (2019), finalista al Booker Prize e
vincitore del Lattes Grinzane – sono tradotti in più di
cinquanta lingue. In italiano sono pubblicati da Rizzoli. Per
Elif Shafak il racconto è un’attività identitaria del genere
umano, tanto antica quanto irrinunciabile per una specie, la
nostra, che si fonda sulla comunità. Le storie ci uniscono,
mentre tutto ciò che rimane non detto, nascosto dal silenzio,
produce distanza, isolamento. È questa la riflessione da cui
muove Non abbiate paura, un saggio agile, ma profondo e
intenso, anch’esso pubblicato da Rizzoli. Il nostro mondo
diviso, tartassato dal fiorire dei populismi, ferito da
un’imprevista e violentissima crisi sanitaria, può trovare
slancio, e un rinnovato ottimismo, dall’ascolto dell’altro.
Stiamo attraversando una fase storica unica, che spinge verso
un cambiamento radicale. A cosa guardare, allora, per dare
forma a un nuovo presente? Elif Shafak, cittadina del mondo
per destino, stretta con il cuore alla sua Istanbul, dove non
le è permesso tornare, trova una risposta nel potere dello
scambio con gli altri: in una comunicazione che non rifugga la
complessità, in una conoscenza che sia antitesi
dell’informazione superficiale. Per arrivare infine a un
racconto comune, un nuovo spazio di civiltà, in cui
identificarsi.

Ocean Vuong è nato in Vietnam nel 1988 e si è trasferito negli
Stati Uniti nel 1990. Poeta, con la sua raccolta di
debutto, Cielo notturno con fori d’uscita, ha vinto nel 2016
il Whiting Award. Ha ricevuto inoltre il Pushcart Prize e
molti altri prestigiosi riconoscimenti. Sue opere di poesia e
narrativa sono state pubblicate sulle più prestigiose testate,
tra cui New York Times, The New Yorker, The Nation, New
Republic e The American Poetry Review, che gli ha conferito lo
Stanley Kunitz Prize for Younger Poets. Cielo notturno con
fori d’uscita è stato tradotto in albanese, arabo, bulgaro,
cantonese, francese, hindi, spagnolo e ucraino. Brevemente
risplendiamo sulla terra, pubblicato in Italia da La nave di
Teseo, è il suo primo romanzo. Accolto dalla critica come il
nuovo grande romanzo americano, è stato già tradotto in tutto
il mondo. Little Dog, la voce narrante di questa straordinaria
storia di formazione, ricostruisce in una lettera alla madre
la storia della sua famiglia, segnata dalla guerra del Vietnam
e dall’emigrazione negli Stati Uniti. Arrivati in America nel
1990, Little Dog e sua madre Rose si stabiliscono in
Connecticut, dove lei si mantiene facendo manicure e pedicure.
Ma la donna soffre di un disturbo da stress post-traumatico
che si manifesta in violenti scoppi d’ira contro il figlio,
alternati a gesti di tenerezza assoluta. Con loro abita la
nonna Lan, che ha vissuto il dramma della guerra in prima
persona: fuggita da un matrimonio combinato con un uomo molto
più anziano, è costretta a vendersi ai soldati americani per
mantenersi. Little Dog, crescendo, si fa interprete del
dialogo impossibile tra le generazioni della sua famiglia
tutta al femminile, unendo due donne che non parlano l’inglese
e faticano a integrarsi nella cultura americana. Prendendosi
cura degli altri, Little Dog impara a conoscere se stesso, dal
difficile rapporto con i suoi coetanei che lo bullizzano per
la sua diversità, fino alla scoperta dell’amore. Un romanzo
che parla di identità, differenza, di come impariamo ad
abitare i sentimenti più grandi.

Anna Wiener è oggi una firma del New Yorker. Nel 2013, a 25
anni, e fresca di studi letterari, lascia un impiego precario
nell’editoria per un lavoro in una startup che aspira a
diventare la Netflix dei libri. Lascia New York per San
Francisco. Di società in società, pur non avendo una
formazione da ingegnere informatico, si costruisce una
carriera nell’industria tecnologica, osservando dall’interno
la Silicon Valley. La valle oscura, pubblicato in italiano da
Adelphi, è il suo memoir di cinque anni di lavoro nel mondo
dei colossi del digitale e dei loro tanti satelliti. Scritto
in una prosa brillante, pone domande assai serie sull’universo
alieno delle startup. Per quale ragione gli spazi di lavoro
sono disegnati come appartamenti, e gli appartamenti come
spazi di lavoro? In base a quale idea del mondo anche chi hai
seduto di fronte comunica con te solo via messaggio? Come mai
gli unici scambi diretti fra umani ruotano intorno alle
ordinazioni del delivery successivo? E soprattutto, oltre a
imporre una vita quotidiana così diversa da tutte le altre,
cosa fanno veramente le startup? Accumulano quantità
inimmaginabili di dati su ciascuno di noi, e li organizzano
secondo strategie sempre più veloci e sofisticate, ma perché?
Per vendere, d’accordo. Per sorvegliare, come no. Ma poi? Su
domande come queste speculiamo ogni giorno, senza neppure
sapere come sia fatta la Silicon Valley, e cosa sia. Anna
Wiener ci ha lavorato per cinque anni, e quando ne è uscita ha
deciso di scrivere questo straordinario rapporto, che ha
assunto la forma di un romanzo autobiografico e generazionale.
Si ride molto, a leggerlo. Ma si ride sempre, quando si ha
paura.
FESTIVAL GRADO ISOLA DELLE
DONNE 2021: DAL 6 ALL’8
MAGGIO INLIVESTREAMING DA
GRADO
Parlare delle donne, dei talenti al femminile e delle
questioni di genere in rapporto al nostro tempo è il tema
di Grado Isola delle Donne, il festival promosso
dall’Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Grado che
giunge alla sua quarta edizione e rinnova – tra giovedì 6 e
sabato 8 maggio, in un’edizione in livestreaming – i
suoi           dialoghi            con           scrittrici,
giornaliste, attrici, chef e produttrici vitivinicole.
Il tema di questa edizione è legato a storie di resistenza e
“resilienza” al femminile, così come alla capacità di
ricostruirsi o affrontare rilevanti cambiamenti di vita.
Storicamente realizzato in presenza nel centro storico di
Grado, il festival ideato dall’assessore Federica Lauto con lo
studio di comunicazione Vuesse&C, sarà proposto quest’anno in
una versione online che vuole comunque restituire la bellezza
del luogo che lo ospita, prevedendo le conduzioni degli
incontri da una suggestiva location gradese, la terrazza della
Biblioteca comunale, che domina il lungomare e la spiaggia.
Davvero nutrito il parterre di ospiti: tra i numerosi volti e
nomi noti a livello nazionale, spicca una star mondiale come
Noa protagonista, venerdì 7 maggio alle 11.00, di un incontro-
intervista condotto da Sara Del Sal e realizzato in
collaborazione con il festival Onde Mediterranee, che la
porterà in concerto proprio a Grado alla fine di luglio. Dagli
imminenti progetti della cantante israeliana all’esperienza
letteraria e televisiva di Veronica Pivetti che nella serata
di venerdì 7 maggio partirà dal suo ultimo libro, “Per sole
donne” (ed. Mondadori), per raccontare la sua esperienza di
autrice e conduttrice di una trasmissione come “Amore
criminale” incentrata sui racconti di donne vittime di
violenza. Attese al festival anche la partecipazione della
giornalista, scrittrice e divulgatrice scientifica Eliana
Liotta con il suo ultimo libro “Il cibo che ci salverà” (ed.
La nave di Teseo), della giovane filosofa Ilaria Gaspari, che
dialogherà del suo nuovo libro “Sentirsi umani”, in libreria
dal prossimo 4 maggio per Einaudi, della scrittrice Chiara
Carminati che al festival presenterà il suo ultimo libro “Un
pinguino a Trieste” (ed. Bompiani Ragazzi) in dialogo con
curatrice di Pordenonelegge Valentina Gasparet che sarà
moderatrice anche dell’incontro con la giornalista de La
Domenica del Sole 24Ore Eliana di Caro, tra le autrici
di “Donne al Futuro” (ed. Il Mulino), un racconto a più voci
del gruppo ideato da Dacia Maraini Controparola. Della celebre
figura di Coco Chanel, una donna che a mezzo secolo dalla
scomparsa appartiene ancora al nostro tempo, parlerà la
scrittrice Annarita Briganti in dialogo con la responsabile
delle pagine Cultura del quotidiano Il Piccolo Arianna Boria,
mentre la scrittrice Silvia Lorusso Del Linz sarà protagonista
dell’incontro-conferenza “Le donne guerriere”. Gli incontri
letterari saranno condivisi anche sul canale di “Scrittori a
domicilio. Due gli appuntamenti sul tema dell’enogastronomia,
protagoniste la responsabile dell’azienda vitivinicola “Borgo
San Daniele” Alessandra Mauri e la chef romagnola Cristina
Lunardini volto della trasmissione Rai “È sempre mezzogiorno”,
condotta da Antonella Clerici. Nella mattinata di sabato 8
maggio la consegna del Premio Isola delle Donne,
riconoscimento nato per celebrare donne originarie della
regione che si sono distinte nella loro professione. La
premiata di questa edizione è Francesca Delogu, giornalista
originaria     di   Udine,    attuale    direttrice     della
rivista Cosmopolitan Italia. Spicca nel cartellone anche
un inedito tour virtuale sulle tracce di Maria Callas e
Pierpaolo Pasolini durante le riprese del film Medea nella
laguna gradese, dal titolo “Divina Laguna”: un format
interattivo a prenotazione obbligatoria ideato e condotto da
Giulia Naitza sulla piattaforma lapwing tours. Gli incontri
saranno trasmessi sulla pagina Facebook del Comune di G
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