Interventi documentale - Il Discorso
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PORDENONE Interventi di restauro documentale in Biblioteca civica Fra le attività della Biblioteca civica di Pordenone sono particolarmente significativi il recupero e la valorizzazione delle fonti storiche della città. Nel corso degli anni, attraverso acquisti e donazioni, si è formato un consistente patrimonio, costituito dalle pubblicazioni riguardanti il territorio regionale, datate a partire dal XVI secolo e dalla documentazione archivistica compresa fra il XIV secolo e il 1805. Il tutto è conservato nella sezione Locale della Biblioteca e può essere consultato. All’attività di acquisizione, si affianca quella del restauro dei materiali, con particolare attenzione alle pubblicazioni di fine ‘800 e inizi ‘900 che, a causa dei processi di produzione della carta dell’epoca, risultano particolarmente fragili, friabili al tatto e soggetti al degrado chimico. Negli ultimi anni è stato completato il restauro e la digitalizzazione di due riviste, “Il Noncello” e “Il Tagliamento”. Quest’ultimo è stato il primo periodico settimanale pubblicato dato alle stampe il 12 agosto 1871 a Pordenone che si qualificò come “organo del Friuli Occidentale”. Di matrice liberale, “Il Tagliamento” fu inizialmente diretto da Enea Ellero dei Mille, reduce dalle spedizioni garibaldine e venne pubblicato per 45 ininterrotti anni sino alla numero del 27 ottobre del 1917 che coincise con i giorni della disfatta di Caporetto. La biblioteca conserva buona parte dei numeri editi, tra copie originali e microfilm. L’ultimo intervento di recupero, finanziato dalla Fondazione Friuli nel 2019 nell’ambito del Bando Restauro, ha riguardato
l’annata 1890 che, come per le pubblicazioni precedentemente restaurate, ora è conservata in singoli fascicoli raccolti in contenitori chimicamente idonei Grazie al contributo economico della Fondazione Friuli, nel 2020 sono state recuperati i diplomi di studio e d’onore di due tra i maggiori artisti nati a Pordenone, 18 del pittore Michelangelo Grigoletti e 10 dello scultore Antonio Marsure. Del primo è aperta al pubblico la mostra allestita al Museo civico d’arte Ricchieri, artista considerato una figura eminente del panorama della pittura veneta della metà dell’Ottocento. In biblioteca, sono conservati i diplomi di aggregazione alle più famose Accademie del tempo, quella pontificia, la fiorentina e la bolognese: tutti sono ora conservati, dopo i restauri, in singole buste acid-free. In archivio si conservano i documenti di Antonio Marsure, artista legato al clima culturale del Friuli, il cui apporto è stato riscoperto nel corso della seconda metà del Novecento. “Gli interventi di restauro – afferma l’Assessore alla cultura Pietro Tropeano – rientrano in un ampio programma di recupero e conservazione del materiale posseduto, che la Biblioteca ha avviato da diversi anni. Si tratta di documenti di grande importanza, in quanto appartenenti al lascito testamentario di Michelangelo Grigoletti e che, insieme alle opere donate da lui e dai suoi eredi al Comune, costituiscono il primo nucleo del Museo civico d’Arte di Palazzo Ricchieri, che ospita nelle sue sale – fino al 1 agosto – una mostra dedicata all’artista.” “L’azione di conservazione bibliografica – afferma il presidente della Fondazione Friuli Giuseppe Morandini – fa parte delle linee strategiche di salvaguardia e di valorizzazione delle risorse culturali del territorio che, come nel caso della Biblioteca civica di Pordenone, vengono messe a disposizione degli studiosi e dei lettori. Un patrimonio di identità
storica che viene tutelato per le future generazioni”. FESTIVAL VICINO/LONTANO ON: LO STORICO INGLESE PETER FRANKOPAN APRE LUNEDI’ 31 MAGGIO SUL TEMA DISTANZE Il primato dell’anno più nefasto per la popolazione del mondo spetta senza dubbio al 1348, quando la peste nera iniziò a diffondersi ovunque nel mondo conosciuto, uccidendo un terzo dei viventi: ne ha scritto lo storico inglese Peter Frankopan nel saggio best seller uscito in Italia per Mondadori Le vie della seta. Una nuova storia del mondo. Sette secoli più tardi, nel mondo globalizzato, la pandemia ha colpito pesantemente anche in altri settori: oltre alle vittime – più di 3 milioni di morti, ad oggi – il coronavirus ha accelerato processi e tendenze già in corso da decenni, aggravando divari sociali e disparità: nell’accesso al cibo, alle cure, ai diritti civili e democratici. “Distanze”, filo rosso del festival Vicino/lontano 2021 – in programma a Udine dal 1° al 4 luglio –, è anche lo spunto da cui partirà, lunedì 31 maggio alle 20.45 sul canale youtube e sulla pagina facebook di vicino/lontano, il dialogo che inaugura la seconda edizione della rassegna digitale Vicino/lontano ON. In collegamento dal
Regno Unito, protagonista del primo appuntamento sarà proprio lo storico Peter Frankopan, docente di Global History all’Università di Oxford. Sarà impegnato in una conversazione condotta da Andrea Zannini, docente di Storia moderna e direttore del Dipartimento di Studi umanistici e del Patrimonio culturale all’Università di Udine, oltre che membro del direttivo dell’associazione vicino/lontano. Distanziati gli uni dagli altri, confinati nel chiuso delle nostre case, viviamo tutti un passaggio cruciale, consapevoli di attraversare la faglia della storia che separa un “prima” da un “dopo”. Peter Frankopan, la “rockstar del pensiero storico”, come è stato definito da The New Statesman, ci guiderà dentro gli scenari possibili del mondo postpandemico, immaginati alla luce del ciclico ripetersi di eventi traumatici, come le epidemie, nella storia del mondo. «Il vero impatto a lungo termine – sostiene Frankopan – sarà sulle povertà nel mondo: produciamo società molto inique, fondate sulle diseguaglianze: le stesse regole dell’economia e della finanza valgono in un modo per i ricchi in Occidente e in ben altro modo per chi vive nei Paesi in via di sviluppo, dove il costo del denaro è altissimo e il divario sembra destinato ad aggravarsi negli anni a venire. La diseguaglianza fra le aree del mondo continuerà a peggiorare: fra est e ovest, e ancora di più fra il nord e un sud globale che comprende paesi sfruttati da secoli e con gravi problemi strutturali ancora irrisolti. Una delle lezioni di questa pandemia è che abbiamo bisogno di una risposta alla malattia che sia globale e integrata, attraverso la ricerca e la collaborazione internazionale, come è accaduto per trovare vaccini utili a fronteggiare il covid-19». Senior research fellow al Worcester College, Peter Frankopan dirige l’Oxford Centre for Byzantine Research ed è co- direttore del Programme for Silk Roads Studies al King’s College di Cambridge. I suoi studi si concentrano sulla storia di Mediterraneo, Russia, Medio Oriente, Iran, Asia centrale, e
sulle relazioni tra Cristianesimo e Islam. Collabora con autorevoli testate internazionali, tra cui il New York Times, il Financial Times e il Guardian. Le nuove vie della seta. Presente e futuro del mondo (Mondadori, 2019) è il suo ultimo saggio pubblicato in italiano. Vicino/lontano ON proseguirà lunedì 7 giugno con l’intervento di una scienziata italiana tra le più autorevoli, la senatrice a vita Elena Cattaneo, accademica dei Lincei, in dialogo con il genetista Michele Morgante, a sua volta accademico dei Lincei. Lunedì 14 giugno si prosegue con la scrittrice Maaza Mengiste, nata ad Addis Abeba ma residente a New York, autrice del romanzo storico-autobiografico Il re ombra. Infine lunedì 21 giugno Vicino/lontano On coinvolgerà Forensic Architecture, il gruppo di ricerca della Goldsmiths University di Londra, che utilizza le tecnologie digitali più avanzate a disposizione dell’architettura per ricostruire gli scenari in cui si verificano casi di violazione dei diritti umani. A dialogare con la ricercatrice Dimitra Andritsou sarà Michele Bonino, docente di Composizione architettonica e urbana al Politecnico di Torino. Info e dettagli: vicinolontano.it BIBLIOTECA NOVARA Poesia e ricerca di sé nei Giovedì in biblioteca con Gian Luca Favetto e Dario Balzaretti Giovedì 17 maggio i Giovedì letterari ospitano un doppio appuntamento, alle 16 con il libroforum di Maria Adele Garavaglia che ospita lo scrittore novarese Dario Balzaretti
per presentare il romanzo Donata dalle onde (NullaDie Edizioni) e alle 18 con l’evento a cura del Festival internazionale di poesia civile di Vercelli che vede protagonista Gian Luca Favetto, autore di Attraverso persone e cose. Il racconto della poesia (Add editore) e curatore della rubrica La bottega di poesia per la “Repubblica”. Il poeta dialogherà con Roberto Cicala e sarà presentato da Giacoma Piacentino, dell’associazione Il Ponte, promotrice del progetto “Dedalo vola” di valorizzazione della salute e della cultura per il benessere della persona. Gli eventi sono disponibili come sempre sulle pagine Facebook Centro Novarese di Studi Letterari e Biblioteca Civica Negroni e visibile in differita anche sul sito Novara.letteratura.it. Donata dalle onde è la storia di Beniamino Casiraghi ha lasciato l’azienda di Milano presso cui lavorava dopo la diagnosi di una malattia che gli prospetta poco tempo di vita. Trova rifugio su un’isola mediterranea dove cerca conforto per l’ultima sofferente età della propria esistenza nel silenzio del mare e della terra, finché in una notte di tempesta raggiunge la sua abitazione Alexandra, una ragazza che fugge da un passato di violenza e di dolore. Scampata a un naufragio nel tentativo di abbandonare il mondo di sopraffazione e di umiliazione in cui era costretta, Alexandra trova nell’ospitalità di Beniamino un motivo per scoprire il senso della vita nel profondo rapporto con la semplicità del quotidiano e l’infinito espresso dagli elementi della natura. Tutto però rischia di spezzarsi nel momento in cui Beniamino entra nell’ultimo stadio del male. Alexandra, la ragazza donata dalle onde, sa empaticamente confortarlo, trovando la ragione di una nuova esistenza. Dario Balzaretti, laureato in Lettere indirizzo storico medievale presso l’Università degli Studi di Torino con una tesi genealogica sui Conti di Biandrate, si è dedicato all’insegnamento nelle scuole superiori e allo studio della
storia medievale e romana. Giornalista free lance dal 1981 al 1986, ha svolto attività letteraria ottenendo riconoscimenti nell’ambito di premi letterari di narrativa e di poesia, come Il Premio poesia Val Formazza 1988, con la poesia La sera, il Premio Bontempelli–Marinetti (1984) e di narrativa il Premio Dante Graziosi di Novara (2004, con il racconto Il torello di San Antonio pubblicato in Sono queste che contano e altre storie, Piccolo Torchio editore e 2008, terzo premio con «Il compagno senza voce» pubblicato in L’America del Pilade e altre storie). Ha inoltre pubblicato i romanzi: La pietra di Bezoar (Firenze libri, 1990), Una storia (Zerounoundici edizioni, 2010), Delitto a scuola (Nulladie Edizioni, 2016) e Donata dalle onde (Nulladie Edizioni, 2020) e i saggi Un imperatore zuccone: vita e opere di Tiberio Claudio Germanico (Aracne edizioni, 2016) e La scuola. Il mal essere italiani (Nulladie Edizioni, 2021). Il nuovo libro di Favetto Attraverso persone e cose. Il racconto della poesia parla di poesia come di una mappa di storie, un racconto di geografie. Attraverso lingue, paesaggi e persone Gian Luca Favetto mette insieme vita e scrittura, guidandoci in un percorso in cui la poesia e la letteratura danno forma e direzione al vivere. Dai libri trovati in casa, a quelli inseguiti, alle storie sognate, ogni incontro diventa un bagaglio necessario per la comprensione di come stare di fronte al mondo. Ci sono Omero e i lirici greci, Pavese, Montale, Hemingway, la Yourcenar e Karen Blixen, insieme a Whitman, Byron, Shelley e Keats, e poi Rilke e Pollock, Chagall e Villon, L’attimo fuggente e 2001 Odissea nello spazio, Bolaño, Vignot e Wlliam Shakespeare. Alla domanda “che cosa ci insegna e ci lascia la poesia?”, Favetto risponde con la sua esperienza di lettore e di scrittore attento ai luoghi e agli uomini che li abitano, dalla Val di Chy alla baia di Halong, dal Mont Ventoux al Golfo di La Spezia, il Roero e il cimitero romano degli inglesi, Parigi, il Sudamerica e New York. Tiene tutto e
tutto raccoglie e accudisce, la poesia. Con la sua forza e la sua grazia cuce insieme singole esistenze e popoli interi, folgoranti imprese e ordinaria quotidianità, legami profondi e prime scoperte. Lo fa con versi, suoni e parole che servono per andare. Per ripartire ogni volta e cercare la propria meta. O la propria metà. Gian Luca Favetto e` scrittore, giornalista, drammaturgo. Collabora con «La Repubblica» e Radio Rai. Tra i suoi libri: Italia, provincia del Giro e La vita non fa rumore (Mondadori), le poesie Il viaggio della parola (Interlinea), l’audiolibro I nomi fanno il mondo (Il Narratore), Se dico radici dico storie (Laterza), Premessa per un addio e Qualcosa che s’impara (NNeditore), Il giorno perduto, con Anthony Cartwright, e Si chiama Andrea (66thand2nd). Fra i lavori teatrali più recenti: Le radici davanti, Fausto Coppi. L’affollata solitudine del campione e, all’interno del progetto Atlante del Gran Kan, le tre drammaturgie dedicate a Iros, Anen e Nairat. Con Leandro Agostini ha realizzato Interferenze fra la città e gli uomini e il progetto/mostra Il teatro del mondo. Gli eventi si svolgono online sulle pagine Facebook: -Centro Novarese di Studi Letterari: https://www.facebook.com/novaraletteratura/ -Biblioteca Civica Carlo Negroni Novara https://www.facebook.com/bibliotecanegroni
Letture ad alta voce nel giardino della Biblioteca di Monfalcone: 4 APPUNTAMENTI DA GIOVEDì 20 MAGGIO Riprendono le letture ad alta voce per i bambini dai 3 ai 6 anni e le loro famiglie in presenza nel giardino della Biblioteca di Monfalcone, che dal 2017 può vantare il titolo di “Città che legge”. All’ombra degli ombrelloni, si tornerà a viaggiare nel mondo delle storie guidati dalla voce degli instancabili lettori volontari del gruppo Lettori in Cantiere. Si parte giovedì 20 maggio, alle 17.30, con il Maggio dei Libri, campagna nazionale promossa dal Centro per il Libro e la Lettura che ha l’obiettivo di sottolineare il valore sociale dei libri quale elemento chiave della crescita personale, culturale e civile. L’edizione 2021 è nel segno di Dante al quale sono dedicati tre filoni tematici. La Biblioteca di Monfalcone aderisce proponendo storie di tenerezza e affetto liberamente ispirate al celebre verso della Commedia “Amor… ch’a nullo amato amar perdona”. Giovedì 27 maggio, alle 17.30, si andrà alla scoperta della Terra e dei suoi abitanti con storie dedicate al filone “Amor… che move il sole e l’altre stelle”. Si prosegue giovedì 10 giugno, alle 17.30, con l’iniziativa #Letturaday: leggiamo insieme, il giovedì, nata da un’idea di Adei, l’Associazione degli editori indipendenti italiani, realizzata assieme a librerie, biblioteche, scuole, sotto gli auspici del Centro per il Libro e la Lettura, che coinvolge tutti coloro che amano i libri e la lettura. L’appuntamento si intitola “Storie fiorite”, mentre quello di giovedì 24 giugno, sempre alle 17.30, “Amico Sole”. Per partecipare ai quattro appuntamenti è necessario prenotare il proprio posto scrivendo
a biblioteca@comune.monfalcone.go.it, oppure chiamando il numero 338 3772420 (anche WhatsApp). Ad ogni appuntamento, per garantire il distanziamento interpersonale, potranno essere presenti al massimo 5 bambini accompagnati da un adulto. Gli incontri rientrano nel programma nazionale “Nati per Leggere” che vuole promuovere la lettura in famiglia fin dalla primissima infanzia. In caso di maltempo l’evento si svolgerà in Sezione Ragazzi. Nonostante l’emergenza sanitaria non abbia permesso di organizzare incontri in presenza per molto tempo, durante il periodo invernale la biblioteca non ha mai smesso di stare vicino ai bambini, affinché il potere del libro potesse viaggiare oltre le distanze. Da novembre a marzo il piacere della lettura ad alta voce si è infatti spostato online con “Clicca&Ascolta”: sono stati realizzati 14 incontri su piattaforma per raggiungere le famiglie direttamente nelle loro case. Taormina Book Festival TAOBUK AWARD 2021 A DAVID GROSSMAN Va allo scrittore israeliano David Grossman, uno dei narratori più importanti e amati del nostro tempo, il Taobuk Award for Literary Excellence 2021 assegnato da Taormina Book Festival. «Taormina Book Festival – spiega la fondatrice e direttrice artistica Antonella Ferrara – anticipa l’annuncio programmato per la conferenza stampa di illustrazione del suo cartellone, riconoscendo nell’opera e nella scrittura di Grossman quella “fiammella pilota” capace di alimentare un fragile equilibrio di pacifica convivenza e la speranza di un cambiamento. Vogliamo guardare alle sue parole come a un auspicio di metamorfosi dei fondamentalismi in un desiderio
condiviso di pace e sicurezza, soprattutto in questi giorni di scontri tra Israele e Hamas: una visione che l’autore condivide da sempre con i suoi lettori». David Grossman sarà fra i protagonisti, in presenza, della XI edizione di Taobuk Festival, in programma dal 17 al 21 giugno a Taormina, sostenuto e promosso dalla Regione Siciliana e dalla Fondazione Taormina Arte Sicilia, con il contributo della Città di Taormina e dell’Università degli Studi di Messina. Nella splendida cornice del Teatro Antico Grosmann riceverà il Taobuk Award sabato 19 giugno, in occasione della Serata di Gala del festival. Domenica 20 giugno una conversazione pubblica sarà dedicata ai suoi libri e alla sua opera. Il Taobuk Award for Literary Excellence è stato assegnato, nel tempo, a grandi scrittori dal dichiarato impegno civile: è andato a Luis Sepúlveda, Orhan Pamuk, Isabel Allende, Amos Oz, Elizabeth Strout, Mario Vargas Llosa, Jhumpa Lahiri, Michael Ian McEwan, Cuningham, Claudio Magris, Tahar Ben Jelloun, Abraham Yehoshua, Javier Cercas, Svetlana Aleksievič. David Grossman (Gerusalemme, 1954) si è imposto al pubblico di tutto il mondo nel 1988 con Vedi alla voce: amore, seguito da Il libro della grammatica interiore, Ci sono bambini a zigzag, Che tu sia per me il coltello, Qualcuno con cui correre, Col corpo capisco, A un cerbiatto somiglia il mio amore, Caduto fuori dal tempo, Applausi a scena vuota e, nel 2019, La vita gioca con me, tutti pubblicati da Mondadori. Suoi sono anche alcuni celebri libri inchiesta dedicati alla questione palestinese: Il vento giallo, Un popolo invisibile, Con gli occhi del nemico, La guerra che non si può vincere. Ha dunque alternato romanzi,
saggi e opere di letteratura per l’infanzia, tutti tradotti in molte lingue. Le sue opere coniugano il registro realistico e quello fantastico-simbolico, con immediatezza ed eleganza. Nel 2021 è stata pubblicata Sparare a una colomba, una raccolta di saggi e discorsi, diventati un punto di riferimento ineludibile per tantissimi lettori in tutto il mondo e per Mondadori Contemporanea è uscito Rughe. Storia di un nonno, un libro capace di parlare alle generazioni più giovani della vita e del fluire del tempo, con grazia e intensità. «Taobuk Award – spiega ancora Antonella Ferrara – è un riconoscimento al talento immaginifico ma anche alle passioni di artisti che meritano un’attenzione esclusiva da parte del grande pubblico. I romanzi e le riflessioni di David Grossman ci guidano a indagare le pieghe più nascoste e vitali dell’animo umano e la capacità di rigenerazione dei suoi personaggi offre a tutti, anche nei momenti più drammatici, una prospettiva di rinascita, insieme alla consapevolezza che nel dolore ci si possa unire e rafforzare, anziché isolare. Taobuk Award, dal cuore del Mediterraneo, esprime un omaggio al coraggio civile che traspare nei libri di Davide Grossman e al suo impegno, anche letterario, per una serena convivenza delle comunità di Israele. Taobuk Festival torna in presenza dal 17 al 21 giugno 2021: cinque giorni di incontri letterari e culturali, spettacoli teatrali, pièce di danza e percorsi espositivi. “Metamorfosi – Tutto muta” è il tema dell’11^edizione, con una riflessione sull’evoluzione e sulle fratture nel tempo e nello spazio che portano alla trasformazione di uomini, luoghi e creature del pianeta. Sabato 19 giugno la Serata di Gala nella splendida cornice del Teatro Antico di Taormina con l’evento “Taormina legge Dante” e con la consegna dei Taobuk Awards all’Eccellenza letteraria. Dal 18 al 20 giugno spazio alla seconda Conferenza dedicata all’Europa, per ragionare del futuro postpandemico del continente. Info e programma:
taobuk.it. L’enigma della camera 622 Joël Dicker è un giovane e affermato scrittore di best sellers. Il suo primo romanzo, La verità sul caso Quebert, tradotto in ben trentacinque Paesi ha avuto un successo straordinario. Nel 2020 la Casa editrice La nave di Teseo ha pubblicato “L’enigma della camera 662” che, anche grazie ad una solida promozione pubblicitaria, ha immediatamente occupato i primi posti nelle classifiche di vendita mondiali.
La storia si svolge quasi interamente in Svizzera, terra di origine dello scrittore, e racconta di un misterioso e irrisolto omicidio avvenuto qualche anno addietro nella camera 622 del lussuoso Hotel Palace de Verbier, dove lo Scrittore (con la esse maiuscola, come lo stesso autore si definisce), stanco, in crisi di ispirazione e reduce da una piccola delusione amorosa, decide di ritirarsi per un fine settimana di relax. Nonostante i propositi di riposo assoluto l’autore incontra l’affascinante Scarlet, e i due di comune accordo, ma soprattutto con la sollecitazione della bella donna, decidono di risolvere il mistero. L’ambiente in cui si svolge la storia è quello dell’alta finanza, dei potenti banchieri dell’ultima Banca privata Svizzera: La Banca Ebzner. Il tema centrale è l’elezione del nuovo Presidente. Da oltre trecento anni, secondo le regole imposte dal fondatore dell’omonima Banca, il titolo, affinchè appartenga sempre ad un Ebzner, spetta al primogenito maschio del Presidente in carica. L’attuale Presidente Abel Ebzner ha però inaspettatamente deciso di rompere questa tradizione e di cambiare le regole; così il suo unico figlio Macaire, ragazzo debole, sopraffatto dal nome di famiglia, molto più incline agli intrighi che al lavoro, si trova a dover combattere con tutti i mezzi possibili per ottenere ciò che secondo lui gli spetta di diritto. Tutto accade in una Ginevra dorata, elegante e lussuosa tra mille (talvolta improbabili) intrighi dove i protagonisti spesso non sono come sembrano, perché come ci ricorda lo scrittore: quando si vuole veramente vedere qualcosa, si vede solo quello che si vuole vedere….. Anche questo romanzo, come il primo è fin troppo voluminoso, ben 650 pagine ma grazie ad una scrittura fluida, anche se
talvolta un po’ ripetitiva e densa di dialoghi e alla capacità dello scrittore di tenere la suspance il libro si legge rapidamente. I capitoli sono caratterizzati da salti temporali che sembrano creati di proposito dallo scrittore per evitare di dare informazioni chiare al lettore e rinviare sempre la soluzione del caso. Tra lettere scambiate, nobildonne russe decadute alla ricerca di buoni partiti per sistemare le belle figlie, personaggi diabolici, maschere di gomma, servizi segreti deviati e tentativi di avvelenamento, il romanzo ricorda un po’ un feuilleton di metà ottocento, ma questo forse era l’obiettivo dello scrittore. Domani al Premio Galileo “Genetica e destino” con il genetista di fama internazionale Alberto Piazza Padova, 5 maggio 2021 Le conoscenze sempre più approfondite sulla genetica e sull’evoluzione umana hanno una forte influenza sulla percezione che avvertiamo di noi stessi: è forte la suggestione nei nostri geni sia “scritto” il nostro destino. È da questa riflessione che prende il via il viaggio nella natura biologica, culturale e morale dell’essere umano in cui
ci accompagnerà giovedì 6 maggio, alle 18.30, Alberto Piazza, genetista di fama internazionale, professore emerito all’Università di Torino, finalista al Premio Galileo 2021 con Genetica e destino. Riflessioni su identità, memoria ed evoluzione (Codice edizioni). Il dialogo tra Alberto Piazza e Luciano Onder, giornalista conduttore del TG5 Salute e membro della Giuria Scientifica del Premio, porterà quindi a conclusione – con una riflessione sul rapporto tra scienza, letteratura e filosofia – il tour digitale con gli autori finalisti del Premio Galileo inaugurato lo scorso 7 aprile: un calendario di cinque appuntamenti che ha visto la partecipazione, oltre ad Alberto Piazza, di Antonio Casilli autore de Schiavi del clic (Feltrinelli); Barbara Mazzolai, autrice de La natura geniale (Longanesi); Pier Paolo Di Fiore, autore de Il prezzo dell’immortalità (il Saggiatore), e Chiara Valerio, autrice de La matematica è politica (Einaudi). L’incontro con Alberto Piazza sarà trasmesso in live streaming sul canale Youtube, sulla pagina Facebook e sul profilo Twitter del Premio Galileo. Alberto Piazza e la riflessione sull’identità umana, tra genetica e destino Alberto Piazza è professore emerito di genetica umana presso l’Università di Torino. Dal 1981 al 2004 è stato visiting professor presso il dipartimento di genetica della Medical
School di Stanford, in California. Nel 2009 ha fondato, e poi presieduto fino al 2017, l’ente di ricerca Human Genetics Foundation (HuGeF-Torino). Tra il 2015 e il 2018 è stato presidente dell’Accademia delle Scienze di Torino. Dal 2015 è Presidente del Comitato di Bioetica dell’Università di Torino. Nel 1997, insieme a Luigi Luca Cavalli Sforza e Paolo Menozzi, ha pubblicato per Adelphi il fondamentale Storia e geografia dei geni umani. Per Codice Edizioni ha pubblicato Genetica e destino. Riflessioni su identità, memoria ed evoluzione. Le sempre maggiori conoscenze che stiamo accumulando sulla genetica e sull’evoluzione umana hanno una forte influenza sulla percezione che avvertiamo di noi stessi. Un’influenza tale da richiamare un concetto potente come il destino, spesso associato a un’idea di predeterminazione scritta nei nostri geni. La realtà è però ben più complessa. In questa raccolta di saggi, il genetista Alberto Piazza prende spunto proprio dal significato di destino per tracciare un viaggio di esplorazione della natura biologica, culturale e morale dell’essere umano, dove scienza, letteratura e filosofia si incontrano e dialogano. Muovendosi con disinvoltura tra Primo Levi e Mozart, tra Charles Darwin e Achille Campanile, Piazza ci conduce in un’appassionata e profonda riflessione sull’identità, la memoria, la morale e l’etica. Il Premio Galileo 2021 Il Premio Galileo seleziona da quindici anni i migliori libri di divulgazione scientifica pubblicati in lingua italiana in Italia nel biennio precedente: l’opera vincitrice del Premio sarà scelta il 17 ottobre tra le 5 opere finaliste selezionate dalla Giuria Scientifica. La Giuria Scientifica del Premio Galileo, che lo scorso 19 gennaio ha selezionato i 5 volumi finalisti, è presieduta da Maria Chiara Carrozza, neopresidente del Consiglio
Nazionale delle Ricerche, direttore scientifico Fondazione Don Gnocchi e professore ordinario di Bioingegneria industriale Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. A lei si affiancano, in qualità di giurati: Gabriele Beccaria, giornalista coordinatore Tuttoscienze e Tuttosalute La Stampa; Giovanni Caprara, saggista ed editorialista scientifico Corriere della Sera; Anna Cereseto, professore ordinario di Biologia Molecolare e direttore del Laboratorio di Virologia Molecolare CIBIO Università di Trento; Massimo Cerofolini, giornalista, conduttore Eta Beta Radio 1 Rai; Annamaria Colao, professore ordinario di Endocrinologia e Malattie del Metabolismo, Cattedra Unesco di Educazione alla Salute e allo Sviluppo Sostenibile Università Federico II di Napoli, vincitrice del Premio Geoffrey Harris; Carmen Giordano, professore associato di Bioingegneria Politecnico di Milano, principal investigator progetti MINERVA e DIANA ERC- Consiglio Europeo delle Ricerche; Luciano Onder, giornalista, conduttore TG5 Salute; Roberto Ragazzoni, professore ordinario di Astronomia Università di Padova, direttore Osservatorio Astronomico di Padova, vincitore del Premio Wolfgang Paul della Fondazione Alexander von Humboldt; e Sahra Talamo, professore ordinario e direttrice Laboratorio di Radiocarbonio-BRAVHO Alma Mater Studiorum Università di Bologna, principal investigator progetto RESOLUTION ERC- Consiglio Europeo delle Ricerche. A completare la Giuria Scientifica la giornalista, autrice e conduttrice di Radio3Scienza Rossella Panarese, scomparsa lo scorso 1 marzo. Le 5 opere finaliste sono ora al vaglio della Giuria degli Studenti – composta da 200 studenti universitari e dagli studenti di dieci classi delle scuole secondarie di secondo grado di tutta Italia – che sceglierà il titolo vincitore il prossimo 17 ottobre a Padova.
DIVINA LAGUNA, SULLE TRACCE DI PASOLINI E MARIA CALLAS A GRADO, DAL6 ALL’8 MAGGIO GRADO – Non è una lezione! E neppure un semplice incontro. E non è un video, l’ennesimo di questo infinito distanziamento a pc. “Divina laguna. Sulle tracce di Maria Callas e Pier Paolo Pasolini” è un’esperienza completamente nuova, che in presa diretta incrocia condivisione, conoscenza e intrattenimento. Potremmo chiamarla edutriptainment, con un neologismo all’inglese che restituisce bene il nuovo format messo a punto da Lawping Tours per la 4^ edizione del Festival “Grado Isola delle Donne”, in programma online tra il 6 e l’8 maggio direttamente dalla suggestiva località balneare che si estende tra la foce dell’Isonzo, il mar Adriatico e la laguna omonima, un arcipelago con oltre 100 isolotti e 10 km di spiagge sabbiose. Un’esperienza immersiva, dinamica, per non sentirsi ascoltatori passivi davanti a uno schermo, ma protagonisti di una narrazione che sconfina nel gioco. Un nuovo format virtuale, quindi, nato in tempo di pandemia per proiettarci oltre i limiti del lockdown e del distanziamento, per non farci perdere il gusto del viaggio e della scoperta. La cultura è anche condivisione e interazione: per questo “Divina laguna” saprà catturarci con il suo racconto, e divertirci con le sue finestre giocose i gli enigmi che spaziano fra cultura, storia, spettacolo e conoscenza del territorio. «Il modo migliore per imparare – spiega la digital storyteller Giulia Naitza, autrice e affabulatrice della produzione – sta proprio nel potente cortocircuito che unisce partecipazione, emozione e divertimento: per questo la nostra escursione alternerà racconto, visione, ma anche domande ai partecipanti, commenti
e piccoli enigmi che il pubblico potrà risolvere in gruppo, affidandosi alle abilità e conoscenze di ciascuno». Al centro dell’esperienza ci sono due elementi di fascinazione: innanzitutto il paesaggio, quello languido e liquido della Laguna di Grado, un orizzonte fra terra e mare di rara bellezza. E, soprattutto, due personalità carismatiche della cultura e dello spettacolo, la cantante lirica Maria Callas e il regista, scrittore e poeta Pier Paolo Pasolini, che proprio sul set di Grado entrarono per la prima volta in contatto, lasciandosi rapire da una profonda e sentimentale amicizia.
“Divina laguna. Sulle tracce di Maria Callas e Pier Paolo Pasolini” è una proposta del Festival “Isola delle Donne” 2021 promosso dal Comune di Grado: dal 6 all’8 maggio trasformerà l’isola di Grado in un ideale palcoscenico digitale per raccontare tante storie di donne, da Veronica Pivetti ad Eliana Liotta – scrittrice e divulgatrice scientifica – la filosofa Ilaria Gaspari, le giornaliste e scrittrici Eliana Di Caro e Annarita Briganti, la direttrice di Cosmopolitan Italia Francesca Delogu (Premio Isola delle Donne 2021), la chef es esperta di cucina Cristina Lunardini e molte altre. Tutti gli eventi potranno essere seguiti in streaming live sulla pagina Facebook e sul canale Youtube di Isola delle Donne. Per assistere alle tre escursioni della produzione “Divina laguna”, in calendario il 6 e il 7 maggio alle 16.30 e sabato 8 maggio alle 10. Basterà prenotarsi gratuitamente per ricevere il link su piattaforma, scrivendo alla mail isoladelledonnegrado@gmail.com Il format è prodotto in collaborazione Vuesse&c e con l’Associazione Europa Cultura. I 60 minuti di “Divina laguna” ci proietteranno alla scoperta di un paesaggio magico e anfibio, quello della Laguna di Grado: uno scenario terracqueo trapunto di isole, isolotti, barene e terre emerse: proprio in questo scintillante set “liquido” fu girata, nell’estate del 1969, la “Medea” di Pier Paolo Pasolini. Al confine fra la laguna di Grado e quella di Marano, nell’isoletta di Mota Safon, PPP trovò il suo buen retiro in un “Casone” di pescatori, che per qualche stagione divenne la sua residenza estiva. Proprio su quel set lo scrittore-regista più scomodo e provocatorio del momento conobbe la “divina”, la cantante lirica più acclamata del mondo, Maria Callas. Sulle loro tracce, e nei luoghi che segnarono il loro incontro, saremo guidati in questa piccola e intensa full immersion digitale, un sentiero di parole e immagini che ci schiuderà la nascita di un’amicizia così speciale da sconfinare, a suo modo, in un tenero “amore”.
Maria Callas e Pier Paolo Pasolini erano infatti due anime sensibili e molto fragili mentre prendevano il via le riprese di “Medea”: riuscirono però ad alimentare un rapporto artistico e umano profondo, delicato, speciale. Pasolini, uomo colto e sensibile, seppe infondere a Maria Callas nuova forza e una rinnovata linfa artistica. E fra Grado e la laguna ritrovò egli stesso le sue radici friulane: laggiù, uomo di fiume, scoprì il fascino e la potenza degli orizzonti fra cielo e mare, dove scelse di ritirarsi per scrivere e pensare. Di Maria Callas e Pier Paolo Pasolini si riparlerà presto: il 2022 segnerà infatti il centenario della nascita del geniale regista e poeta di Casarsa, mentre l’anno dopo, nel 2023, scoccherà il 100° anniversario dalla nascita di Maria Callas. Entrambi si spensero a 53 anni, sorprendendo tragicamente il mondo con la loro prematura scomparsa. Entrambi sono rimasti nel cuore delle generazioni a venire. Giulia Naitza (Cagliari, 1989) racconta luoghi, storie e personaggi, restituendoli ai suoi compagni di viaggio con lo sguardo incantatore e magico del fotografo – una sua passione, una sua professione – e con la sapienza evocatrice della guida professionista. Ha trascorso gli anni prima della laurea tra la Nuova Zelanda, l’Australia, il Giappone e il sud est asiatico, per poi specializzarsi in Lingua e cultura giapponese a Venezia. Successivamente ha intrapreso il percorso di guida turistica tra la Sardegna, la Spagna e la Toscana. In risposta alla crisi determinata dallo scoppio della pandemia, crea un innovativo format virtuale per continuare il suo lavoro di divulgazione culturale, mischiando l’amore per lo storytelling con quello per l’enigmistica, e arrivando ad offrire la sua l’esperienza a team di grandi aziende quali Google, Apple, Spotify e Netflix. Ad oggi continua a perseguire l’obbiettivo di diffondere la cultura in maniera interattiva e partecipativa, rivolgendosi in particolare ad attività di team building, a scuole ed
università e a tutti gli amanti della cultura. All’incontro fra Maria Callas e Pier Paolo Pasolini è dedicato “L’isola di Medea”, il film documentario scritto e diretto da Sergio Naitza, ilustrato dai disegni originali di Davide Toffolo, che intreccia le voci dei protagonisti, facendo rivivere quei momenti. Firmato da Karel Produzioni con Lagunamovies ed Europa Cultura – produttore associato Erich Jost – il film ha raccolto le voci di Ninetto Davoli, che condivise con Pasolini momenti privati e artistici; del Premio Oscar Dante Ferretti, che proprio con “Medea” esordiva firmando la sua prima scenografia, di Nadia Stancioff, l’assistente personale di Maria Callas, dei costumisti Premio Oscar Piero Tosi e Gabriella Pescucci, del direttore di produzione Fernando Franchi, testimone di quel set; dell’attore Giuseppe Gentile all’epoca campione olimpionico di salto triplo, dell’attrice Piera Degli Esposti che debuttò con “Medea” nel ruolo di ancella, della scrittrice Dacia Maraini - che insieme a Pasolini, Moravia e Callas fece due lunghi viaggi in Africa- dello storico del cinema Roberto Chiesi, direttore del Centro Studi-Archivio Pasolini presso la Cineteca di Bologna; della giornalista Alessandra Zigaina, che ha ripreso i racconti di famiglia intorno all’atmosfera del set e i ricordi del padre Giuseppe. “L’isola di Medea”, uscito nel 2017 per celebrare i 40 anni dalla morte di Maria Callas con anteprima all’International Athens Film Festival e su Rai5, Premio Fellini al Tiburon Film Festival – California, è disponibile anche in dvd sul sito Amazon al link https://www.amazon.it/Lisola-Medea-Sergio-Naitza/dp/B0848 YQNGQ.
PREMIO TERZANI 2021, LA GIURIA ANNUNCIA LA CINQUINA FINALISTA: Hala Kodmani per La Siria promessa (Francesco Brioschi Editore), Andri Snær Magnason per Il tempo e l’acqua (Iperborea), Elif Shafak per Non abbiate paura (Rizzoli), Ocean Vuong per Brevemente risplendiamo sulla terra (La nave di Teseo) e Anna Wiener per La valle oscura (Adelphi) sono i cinque finalisti della diciassettesima edizione del Premio letterario internazionale Tiziano Terzani, riconoscimento istituito e promosso dall’associazione culturale vicino/lontano di Udine insieme alla famiglia Terzani, nel segno del giornalista e scrittore fiorentino. «Nell’anno della pandemia, dall’esito ancora imprevedibile – commenta Angela Terzani, presidente della giuria -, abbiamo cercato di individuare dei titoli che esplorassero le inquietudini e il malessere del nostro tempo, per comprendere le ragioni del sentimento di solitudine e infelicità, sia dell’uomo che della natura, che ormai tutti percepiamo. Questo, per restare fedeli allo spirito di Tiziano che ha sempre voluto tentare di capire, e far capire, i risvolti nascosti di quel che turba i popoli e gli individui». I giurati – Enza Campino, Toni Capuozzo, Marco Del Corona, Andrea Filippi, Milena Gabanelli, Nicola Gasbarro, Ettore Mo, Carla Nicolini, Marco Pacini, Paolo Pecile, Remo Politeo, Marino Sinibaldi – costretti quest’anno dalla pandemia a
riunirsi online e non, come sempre, nella casa fiorentina della famiglia Terzani, si sono ora riservati un supplemento di riflessione prima di passare alla votazione finale, prevista per fine maggio. Il vincitore sarà annunciato a inizio giugno e domenica 4 luglio (ore 21) sarà – auspicabilmente in presenza – l’atteso protagonista, a Udine, della serata-evento per la consegna del Premio, appuntamento di chiusura della XVII edizione del Festival vicino/lontano. Info: vicinolontano.it Chi sono, visti da vicino, i cinque finalisti? Hala Kodmani, giornalista franco-siriana, lavora come reporter per Libération ed è stata capo redattore di France24. Esperta di mondo arabo, dal 2011 ha coperto il conflitto in Siria. Per i suoi reportage ha ricevuto nel 2013 il premio della stampa diplomatica francese. La Siria promessa è il suo primo libro, uscito in Francia nel 2014, cui ha fatto seguito, nel 2017, Seule dans Raqqa, non ancora tradotto in italiano. Pubblicato in Italia da Francesco Brioschi Editore, La Siria promessa è al contempo romanzo epistolare, saggio e autobiografia. In uno scambio immaginario di mail, il padre di Hala, diplomatico siriano morto ormai da due anni, sorprendentemente risponde per iscritto alle riflessioni della figlia, ricostruendo la storia recente della loro patria perduta. Costretto all’esilio dagli anni Sessanta, Nazem ha imparato ad amare, della Francia, i viali alberati, i colori, le boulangerie e le opportunità democratiche. Della Siria, critica aspramente la deriva autoritaria degli Assad, rimpiangendo il periodo glorioso delle lotte per l’indipendenza, la rinascita araba e la fine dei colonialismi. Un risveglio rivoluzionario che, inaspettatamente, sembra ripetersi all’alba del 2011. Ed è Hala a raccontare al padre gli anni caldi della Primavera araba, quando al di là del Mediterraneo, di nuovo, si leva un grido di libertà e in Tunisia, Egitto e Siria dilagano le proteste. Ma quando in
Siria divampa la guerra civile il carteggio si interrompe. Nazem chiede alla figlia di non scrivergli più, perché incapace di sopportare il dolore per le sorti infelici del suo paese. Ben sappiamo, purtroppo, quanto terribile sarebbe stato lo scenario degli anni a venire. Andri Snær Magnason è un intellettuale islandese. Scrittore e poeta, ma anche performer, attivista ambientale a fianco della cantautrice Björk, oltre che candidato alle ultime elezioni presidenziali islandesi, si occupa da molti anni di divulgazione scientifica e temi ambientali. Le sue opere sono state tradotte in venti Paesi. Il saggio Dreamland: A Self- Help Manual for a Frightened Nation (2008), che denuncia lo sfruttamento intensivo delle risorse naturali in Islanda, è diventato un lungometraggio diretto dallo stesso Magnason e dal regista islandese Thorfinnur Gudnason. Tra i suoi libri tradotti in italiano la raccolta di poesie Bonus (Nottetempo, 2016) e il libro per bambini Lo scrigno del tempo (Giunti, 2019). Il tempo e l’acqua, uscito in Islanda nel 2019 e pubblicato l’anno dopo in Italia da Iperborea, nasce da una consapevolezza che impone una domanda. Assodato che l’aumento delle temperature e del livello dei mari, e insieme lo stravolgimento chimico delle loro acque, sono provocati dalle attività umane e minacciano di distruggere per sempre ecosistemi millenari, provocare uragani e inondazioni sempre più devastanti, erodere le terre abitabili e coltivabili, costringendo a migrazioni di massa non solo gli esseri umani, ma anche tutte le altre specie viventi, perché assistiamo a tutto ciò senza intervenire in modo decisivo? Forse perché non sentiamo così vicini quei cento o duecento anni che ci separano da una catastrofe annunciata. Gli appelli allarmati degli scienziati non riescono a toccarci neppure emotivamente. Probabilmente resteranno lettera morta finché la forza dei miti collettivi e della fantasia non consegneranno loro un’anima, consentendoci di interiorizzarne un’immagine e un significato. È questo il compito che si è dato Andri Snær Magnason, intrecciando affascinanti storie di famiglia, future
conversazioni immaginarie tra figlie e pronipoti, interviste al Dalai Lama, incursioni nella poesia scaldica e in quella romantica. Così, Il tempo e l’acqua ci mette sotto gli occhi ineccepibili dati scientifici, ma li immerge nel patrimonio culturale comune per investirli di senso, e invitare ciascuno di noi a dare un piccolo, decisivo contributo alla salvaguardia del nostro stesso habitat. Elif Shafak è una delle voci più autorevoli e più seguite della letteratura turca. Figlia di genitori separati – filosofo il padre, diplomatica la madre – vive la sua infanzia e la prima giovinezza in Spagna e in Giordania con la madre. Conclude gli studi universitari in Turchia e ottiene docenze negli Stati Uniti e a Istanbul. Pubblica il suo primo romanzo a 24 anni. Viene processata, con la richiesta di una condanna a tre anni di prigione, per aver offeso, ne La bastarda di Istanbul, il buon nome della Turchia. Dal 2007 vive a Londra. I suoi libri – tra cui i recenti: La bambina che non amava il suo nome (2018) e I miei ultimi 10 minuti e 38 secondi in questo strano mondo (2019), finalista al Booker Prize e vincitore del Lattes Grinzane – sono tradotti in più di cinquanta lingue. In italiano sono pubblicati da Rizzoli. Per Elif Shafak il racconto è un’attività identitaria del genere umano, tanto antica quanto irrinunciabile per una specie, la nostra, che si fonda sulla comunità. Le storie ci uniscono, mentre tutto ciò che rimane non detto, nascosto dal silenzio, produce distanza, isolamento. È questa la riflessione da cui muove Non abbiate paura, un saggio agile, ma profondo e intenso, anch’esso pubblicato da Rizzoli. Il nostro mondo diviso, tartassato dal fiorire dei populismi, ferito da un’imprevista e violentissima crisi sanitaria, può trovare slancio, e un rinnovato ottimismo, dall’ascolto dell’altro. Stiamo attraversando una fase storica unica, che spinge verso un cambiamento radicale. A cosa guardare, allora, per dare forma a un nuovo presente? Elif Shafak, cittadina del mondo per destino, stretta con il cuore alla sua Istanbul, dove non le è permesso tornare, trova una risposta nel potere dello
scambio con gli altri: in una comunicazione che non rifugga la complessità, in una conoscenza che sia antitesi dell’informazione superficiale. Per arrivare infine a un racconto comune, un nuovo spazio di civiltà, in cui identificarsi. Ocean Vuong è nato in Vietnam nel 1988 e si è trasferito negli Stati Uniti nel 1990. Poeta, con la sua raccolta di debutto, Cielo notturno con fori d’uscita, ha vinto nel 2016 il Whiting Award. Ha ricevuto inoltre il Pushcart Prize e molti altri prestigiosi riconoscimenti. Sue opere di poesia e narrativa sono state pubblicate sulle più prestigiose testate, tra cui New York Times, The New Yorker, The Nation, New Republic e The American Poetry Review, che gli ha conferito lo Stanley Kunitz Prize for Younger Poets. Cielo notturno con fori d’uscita è stato tradotto in albanese, arabo, bulgaro, cantonese, francese, hindi, spagnolo e ucraino. Brevemente risplendiamo sulla terra, pubblicato in Italia da La nave di Teseo, è il suo primo romanzo. Accolto dalla critica come il nuovo grande romanzo americano, è stato già tradotto in tutto il mondo. Little Dog, la voce narrante di questa straordinaria storia di formazione, ricostruisce in una lettera alla madre la storia della sua famiglia, segnata dalla guerra del Vietnam e dall’emigrazione negli Stati Uniti. Arrivati in America nel 1990, Little Dog e sua madre Rose si stabiliscono in Connecticut, dove lei si mantiene facendo manicure e pedicure. Ma la donna soffre di un disturbo da stress post-traumatico che si manifesta in violenti scoppi d’ira contro il figlio, alternati a gesti di tenerezza assoluta. Con loro abita la nonna Lan, che ha vissuto il dramma della guerra in prima persona: fuggita da un matrimonio combinato con un uomo molto più anziano, è costretta a vendersi ai soldati americani per mantenersi. Little Dog, crescendo, si fa interprete del dialogo impossibile tra le generazioni della sua famiglia tutta al femminile, unendo due donne che non parlano l’inglese e faticano a integrarsi nella cultura americana. Prendendosi cura degli altri, Little Dog impara a conoscere se stesso, dal
difficile rapporto con i suoi coetanei che lo bullizzano per la sua diversità, fino alla scoperta dell’amore. Un romanzo che parla di identità, differenza, di come impariamo ad abitare i sentimenti più grandi. Anna Wiener è oggi una firma del New Yorker. Nel 2013, a 25 anni, e fresca di studi letterari, lascia un impiego precario nell’editoria per un lavoro in una startup che aspira a diventare la Netflix dei libri. Lascia New York per San Francisco. Di società in società, pur non avendo una formazione da ingegnere informatico, si costruisce una carriera nell’industria tecnologica, osservando dall’interno la Silicon Valley. La valle oscura, pubblicato in italiano da Adelphi, è il suo memoir di cinque anni di lavoro nel mondo dei colossi del digitale e dei loro tanti satelliti. Scritto in una prosa brillante, pone domande assai serie sull’universo alieno delle startup. Per quale ragione gli spazi di lavoro sono disegnati come appartamenti, e gli appartamenti come spazi di lavoro? In base a quale idea del mondo anche chi hai seduto di fronte comunica con te solo via messaggio? Come mai gli unici scambi diretti fra umani ruotano intorno alle ordinazioni del delivery successivo? E soprattutto, oltre a imporre una vita quotidiana così diversa da tutte le altre, cosa fanno veramente le startup? Accumulano quantità inimmaginabili di dati su ciascuno di noi, e li organizzano secondo strategie sempre più veloci e sofisticate, ma perché? Per vendere, d’accordo. Per sorvegliare, come no. Ma poi? Su domande come queste speculiamo ogni giorno, senza neppure sapere come sia fatta la Silicon Valley, e cosa sia. Anna Wiener ci ha lavorato per cinque anni, e quando ne è uscita ha deciso di scrivere questo straordinario rapporto, che ha assunto la forma di un romanzo autobiografico e generazionale. Si ride molto, a leggerlo. Ma si ride sempre, quando si ha paura.
FESTIVAL GRADO ISOLA DELLE DONNE 2021: DAL 6 ALL’8 MAGGIO INLIVESTREAMING DA GRADO Parlare delle donne, dei talenti al femminile e delle questioni di genere in rapporto al nostro tempo è il tema di Grado Isola delle Donne, il festival promosso dall’Assessorato alle Pari Opportunità del Comune di Grado che giunge alla sua quarta edizione e rinnova – tra giovedì 6 e sabato 8 maggio, in un’edizione in livestreaming – i suoi dialoghi con scrittrici, giornaliste, attrici, chef e produttrici vitivinicole. Il tema di questa edizione è legato a storie di resistenza e “resilienza” al femminile, così come alla capacità di ricostruirsi o affrontare rilevanti cambiamenti di vita. Storicamente realizzato in presenza nel centro storico di Grado, il festival ideato dall’assessore Federica Lauto con lo studio di comunicazione Vuesse&C, sarà proposto quest’anno in una versione online che vuole comunque restituire la bellezza del luogo che lo ospita, prevedendo le conduzioni degli incontri da una suggestiva location gradese, la terrazza della Biblioteca comunale, che domina il lungomare e la spiaggia. Davvero nutrito il parterre di ospiti: tra i numerosi volti e nomi noti a livello nazionale, spicca una star mondiale come Noa protagonista, venerdì 7 maggio alle 11.00, di un incontro- intervista condotto da Sara Del Sal e realizzato in collaborazione con il festival Onde Mediterranee, che la porterà in concerto proprio a Grado alla fine di luglio. Dagli imminenti progetti della cantante israeliana all’esperienza letteraria e televisiva di Veronica Pivetti che nella serata
di venerdì 7 maggio partirà dal suo ultimo libro, “Per sole donne” (ed. Mondadori), per raccontare la sua esperienza di autrice e conduttrice di una trasmissione come “Amore criminale” incentrata sui racconti di donne vittime di violenza. Attese al festival anche la partecipazione della giornalista, scrittrice e divulgatrice scientifica Eliana Liotta con il suo ultimo libro “Il cibo che ci salverà” (ed. La nave di Teseo), della giovane filosofa Ilaria Gaspari, che dialogherà del suo nuovo libro “Sentirsi umani”, in libreria dal prossimo 4 maggio per Einaudi, della scrittrice Chiara Carminati che al festival presenterà il suo ultimo libro “Un pinguino a Trieste” (ed. Bompiani Ragazzi) in dialogo con curatrice di Pordenonelegge Valentina Gasparet che sarà moderatrice anche dell’incontro con la giornalista de La Domenica del Sole 24Ore Eliana di Caro, tra le autrici di “Donne al Futuro” (ed. Il Mulino), un racconto a più voci del gruppo ideato da Dacia Maraini Controparola. Della celebre figura di Coco Chanel, una donna che a mezzo secolo dalla scomparsa appartiene ancora al nostro tempo, parlerà la scrittrice Annarita Briganti in dialogo con la responsabile delle pagine Cultura del quotidiano Il Piccolo Arianna Boria, mentre la scrittrice Silvia Lorusso Del Linz sarà protagonista dell’incontro-conferenza “Le donne guerriere”. Gli incontri letterari saranno condivisi anche sul canale di “Scrittori a domicilio. Due gli appuntamenti sul tema dell’enogastronomia, protagoniste la responsabile dell’azienda vitivinicola “Borgo San Daniele” Alessandra Mauri e la chef romagnola Cristina Lunardini volto della trasmissione Rai “È sempre mezzogiorno”, condotta da Antonella Clerici. Nella mattinata di sabato 8 maggio la consegna del Premio Isola delle Donne, riconoscimento nato per celebrare donne originarie della regione che si sono distinte nella loro professione. La premiata di questa edizione è Francesca Delogu, giornalista originaria di Udine, attuale direttrice della rivista Cosmopolitan Italia. Spicca nel cartellone anche un inedito tour virtuale sulle tracce di Maria Callas e Pierpaolo Pasolini durante le riprese del film Medea nella
laguna gradese, dal titolo “Divina Laguna”: un format interattivo a prenotazione obbligatoria ideato e condotto da Giulia Naitza sulla piattaforma lapwing tours. Gli incontri saranno trasmessi sulla pagina Facebook del Comune di G
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