Irrealtà del riscaldamento globale causato dall'uomo

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Irrealtà del riscaldamento globale causato dall'uomo
Irrealtà del riscaldamento globale
                     causato dall'uomo
                        https://nereovillaopere.wordpress.com/irrealta-del-riscaldamento-globale-causato-dalluomo/

Presentazione
1. Quanto segue è la trascrizione dei contenuti testuali in lingua italiana del film documentario del 2007: "La grande
truffa del riscaldamento globale" di Martin Durkin. Ho sentito il bisogno di pubblicarli non solo perché li ho reputati
interessanti ma soprattutto perché eticamente illeciti, cioè immorali. Da quei contenuti emerge infatti un'unica terribile
risposta alla domanda circa il perché l'apparato scientifico sia ancora oggi diviso sul problema del riscaldamento globale
causato dall'uomo. Come mai su questo problema la scienza ambientalista (come del resto tutta la scienza) è spaccata in
due opinioni, quella che reputa reale il problema e quella che invece lo reputa fasullo? La risposta è l'intromissione
dell'economia di Stato e del diritto di Stato nella scienza, la quale pertanto risulta spuria, cioè ideologica e mafiosa: il
movimento ambientalista che predica "il riscaldamento globale causato dall'uomo" lo fa per un solo motivo: impedire
lo sviluppo dei Paesi poveri. E questo è davvero criminale.
2. Fortunatamente il progresso tecnologico è talmente avanzato e alla portata di tutti che talvolta perfino la mafia
scientifica è costretta a smentire se stessa. Per esempio, il 30 luglio 2018 vi fu la smentita della congettura sul
"riscaldamento globale causato dall'uomo" (cfr. Your News Wire del 30/07/2018). Ciononostante queste cose vengono
poi dimenticate e, come nel caso dell'einsteinismo, tutto ritorna "normale" nel predominio della solita fede anche se la
scienza non dovrebbe essere scambiata per fede religiosa o… politica. La scienza dovrebbe poggiare solo su
universalità del pensare secondo logica di realtà (cfr. il video "Sul concetto di universalità") e perciò non dovrebbero
esistere scienziati che sputano veleno sul pensare di altri scienziati, come purtroppo invece accade in ambito scientifico
da quasi un secolo.
3. La mia ricerca (antroposofica e mai schierata) sul riscaldamento globale incominciò negli anni '80, ma fu una ricerca
prevalentemente storico-filosofica. Una quarantina di anni dopo, nel 2014, rinominando un mio vecchio video intitolato
"Sulla legge della conservazione della forza o energia" per renderlo più breve (aveva una durata di circa un'ora, mentre
oggi dura una decina di minuti), lo ripubblicai con un nuovo titolo: "Le cause della bufala del riscaldamento
globale". Il video parla di pregiudizi e superstizioni che da secoli imperano dogmaticamente in ogni sfera scientifica e
di quei problemi irrisolti a causa di quella grave "malattia" dell'umanità intera che ha invaso la maggior parte delle
persone di tutto il pianeta: la rimozione del giudizio critico. A causa di questa rimozione i problemi restano per secoli
irrisolti nelle nostre coscienze, non tanto perché difficili da risolvere ma soprattutto perché preferiamo - forse a causa di
una sorta di alienante pigrizia che induce più a credere che a osservare - farli risolvere da altri, dallo Stato, o dalla
Scienza, o dalla Chiesa, e così via.
4. Anche se quanto segue potrebbe essere considerato il CVD ("Come Volevasi Dimostrare") dei contenuti di quel
video del 2014, eretico e un po' sarcastico nei confronti della cosiddetta scienza, sottolineo che sarò sempre disposto a
mutare la mia visione della cosa qualora qualcuno me ne mostrasse osservazioni errate. Buona lettura.

                                                                               Nereo Villa, Castell'Arquato, 25 dicembre 2018
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                 LA GRANDE TRUFFA DEL RISCALDAMENTO GLOBALE
                 [Fonte: "THE GREAT GLOBAL WARMING SWINDLE" by Martin Durkin]
                                        - a cura di Nereo Villa -

1. I ghiacci si sciolgono, il mare si innalza, gli uragani soffiano, ed è tutta colpa tua. Paura? Non
devi. Non è vero.

2. Prof. Paul Reiter, IPCC & Pasteur Institute, Paris [l'IPCC è il "Gruppo Intergovernativo sul
Cambiamento Climatico delle Nazioni Unite", detto più comunemente "Comitato Internazionale sul
Cambiamento Climatico" - ndc]: «Immaginiamo di vivere nell'era della ragione. L'allarme sul
riscaldamento globale è mascherato da scienza; ma NON è scienza, è propaganda».

3. Prof. Nir Shaviv, Institute of Physics University of Jerusalem: «Non c'è alcuna prova diretta
che colleghi il riscaldamento globale del 20° secolo ai gas serra antropogenici».

4. Nigel Calder, Former Editor, New Scientist: «Ci hanno raccontato solo bugie, questo è quanto
risulta».

5. Prof. Ian Clark, Dept of Earth Sciences Ubiversity of Ottawa: «Non si può più dire che
l'anidride carbonica (CO²) guidi il cambiamento climatico. Sicuramente non è mai successo in
passato».

6. Prof. Tim Ball, Dept of Climatology University of Winnipeg: «Se il CO² aumenta
nell'atmosfera, poiché è un gas serra, allora la temperatura sale, ma i campioni di ghiaccio
dicono esattamente l'inverso, quindi lo stesso assunto fondamentale dell'intera teoria del
cambiamento climatico dovuto all'uomo si dimostra erroneo».

7. Nigel Carder: «Tutto questo business puzza».

8. Il riscaldamento globale causato dall'uomo non è più solo una teoria sul clima, è una delle
questioni morali e politiche che più caratterizzano la nostra epoca.

9. Gli attivisti dicono che il tempo per il dibattito è finito. Ogni critica, non importa quanto
scientificamente rigorosa, è illegittima, se non addirittura "pericolosa".

10. Ma in questo film sarà mostrato che il clima della Terra cambia continuamente, che non c'è
niente di insolito circa l'attuale temperatura e che le prove scientifiche semplicemente non
giustificano la nozione secondo cui il clima è guidato dall'anidride carbonica (CO²) di origine
umana o no.

11. Ci viene detto di continuo che il "cambiamento climatico provocato dall'uomo" è provato "al di
là di ogni dubbio". Ma ci vengono raccontate bugie.

12. Prof. Tim Ball: «Quando la gente dice "Tu non credi al riscaldamento globale", io dico:
"No, io credo nel riscaldamento globale. Non credo che il CO² prodotto dall'uomo provochi
quel riscaldamento"».

13. Prof. Nir Shaviv: «Se me lo aveste chiesto qualche anno fa, avrei risposto: "È il CO²".
Perché? Perché come chiunque altro ascoltavo quello che dicevano i Media».
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14. [A proposito della trasmissione televisiva "Climate Change: Britain Under Threat", BBCI –
ndc]: Le notizie ogni giorno diventano più fantasticamente apocalittiche. I politici non osano più
esprimere alcun dubbio sul riscaldamento globale.

15. Lord Lawson of Blaby [ministro dell'economia inglese negli anni '80 - ndc]: «C'è una tale
intolleranza per qualsiasi voce dissenziente. Questa è la più grande scorrettezza politicamente
possibile da parte dell'ortodossia del riscaldamento globale».

16. Il riscaldamento globale è andato al di là della politica; è un nuovo tipo di moralità.

17. BBC2: «Il primo ministro è tornato dalle vacanze non pentito, né imbarazzato per l'ennesimo
lungo volo».

18. Sì. Man mano che la frenesia sul riscaldamento globale causato dall'uomo diventa sempre più
"urlata", molti importanti climatologi dicono che le stesse basi scientifiche della teoria stanno
crollando.

19. Prof. Nir Shaviv: «Nella Storia ci sono stati periodi con una concentrazione di CO² tre volte
superiore a quella di oggi o periodi di concentrazione 10 volte superiori e se il CO² avesse un
grande effetto sul clima, ciò lo si sarebbe potuto registrare in base alle ricostituzioni delle
temperature».

20. Prof. Ian Clark: «Se osservassimo il clima da un punto di vista geologico-temporale non
sospetteremmo mai che il CO² sia un fattore che condiziona il clima».

21. Dr. Piers Corbyn, Climate Forecaster, Weather Action: «Nessuno dei grandi cambiamenti
climatici del passato può essere spiegato col CO²».

22. Prof. Ian Clark: «Non possiamo dire che il CO² condiziona il clima. Sicuramente non è mai
avvenuto in passato».

23. Prof. John Christy, Lead Author, IPCC: «Ho sentito spesso che c'è un consenso da parte di
migliaia di scienziati sul fatto che l'uomo stia causando disastrosi cambiamenti nel sistema
climatico. Ma io sono uno scienziato, e ce ne sono molti altri, che credono che semplicemente
non è vero».

24. Quella sul riscaldamento globale causato dall'uomo non è una teoria scientifica normale. I
Media la presentano come sostenuta dall'autorità di un'enorme organizzazione internazionale.

25. Prof. Philip Stott, Dept of Biogeography University of London: «L'IPCC, come tutti gli enti
dell'ONU è politico, quindi le conclusioni finali sono politicamente condizionate».

26. Prof. Paul Reiter: «L'affermazione che l'IPCC sia composto dai 1500-2500 scienziati
migliori, se si guarda alle biografie dei componenti, è semplicemente non vera. C'è un numero
piuttosto grande di non-scienziati».

27. Prof. Richard Linzen, IPCC & M.I.T.: «Per arrivare al numero di 2500 persone hanno messo
dentro giornalisti e membri di governo, e così via, chiunque fosse a loro vicino. E a nessuno di
loro è stato chiesto di essere d'accordo con le conclusioni; molti di questi non concordano».
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28. Prof. Paul Reiter: «Quegli specialisti che non sono d'accordo con la polemica si sono dimessi
e ne conosco diversi; sono stati semplicemente messi nella lista degli autori e "fanno parte" di
questi 2500 "scienziati migliori del mondo"».

29. Prof Richard Lindzen: «Gente che aveva deciso di convincere altra gente che siccome
nessuno scienziato è in disaccordo allora neanche tu devi esserlo. È qualcosa che non si è mai
sentito nella scienza. È pura propaganda».

30. Questa è la storia di come una teoria sul clima è diventata un'ideologia politica.

31. Patrik Moore, Co-fondeur, Greenpeace: «Il "movimento" non si può più chiamare
"ambientalista" perché è un vero e proprio movimento politico, e sono diventati altamente
influenti a livello globale».

32. Questa è la storia della distorsione di un'intera area della scienza.

33. Dr. Roy Spencer, Weather Satellite Team Leader NASA: «Gli scienziati del clima hanno
bisogno che ci sia un problema, allo scopo di ottenere fondi».

34. Prof. John Christy: «C'è un interesse nel creare il panico perché così il denaro arriva agli
scienziati del clima».

35. Prof. Richard Linzen: «C'è una cosa che non si dovrebbe dire: e cioè che questo non
potrebbe essere un problema».

36. Questa è la storia di come una compagnia politica è diventata un carrozzone burocratico.

37. Prof. Patrick Michaels, Dept of Environmental Sciences University of Virginia: «Un dato di
fatto è che ad oggi decine di migliaia di posti di lavoro dipendono dal riscaldamento globale».

38. È un grande business!

39. Prof. Philip Stott: «È diventata una grande industria in se stessa e se tutto il castello di carte
del riscaldamento globale crollasse ci sarebbe un sacco di gente a spasso e in cerca di lavoro».

40. Questa è una storia di censura e di intimidazione.

41. Nigel Calder: «Li ho visti e sentiti sputare veleno contro chiunque non fosse d'accordo con
loro e questo non è metodo scientifico».

42. Questa è la storia di come gli Occidentali, paventando la minaccia di un disastro climatico,
vogliono impedire lo sviluppo industriale dei Paesi poveri.

43. James Shikwati, Economist & Author: «Una cosa che emerge chiaramente da tutto il
dibattito sull'ambiente è che c'è qualcuno che vuole uccidere il sogno africano, e il sogno
africano è lo sviluppo».

44. Patrick Moore: «Il movimento ambientalista si è trasformato nella forza più potente per
impedire lo sviluppo dei Paesi poveri».
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45. La storia del riscaldamento globale è un racconto che ammonisce su come una paura mediatica
è diventata l'idea che definisce una generazione.

46. Nigel Calder: «L'intero business del riscaldamento globale è diventato come una religione e
quelli che non sono d'accordo sono chiamati "eretici". Io sono un eretico. Gli autori di questo
documentario sono tutti eretici».

47. Nel 2005 la Camera dei Lord istituì una commissione d'inchiesta per esaminare le prove
scientifiche del riscaldamento globale provocato dall'uomo. Un membro importante di quella
commissione fu Lord Lawson of Blaby, il quale, come ministro dell'economia negli anni '80 fu il
primo politico a stanziare fondi per la ricerca sul riscaldamento globale.

48. Lord Lawson of Blaby: «Abbiamo fatto un'inchiesta molto approfondita; abbiamo assunto
prove da molti esperti in quest'ambito e abbiamo prodotto un rapporto. Quello che mi ha
stupito è stato scoprire quanto debole e incerta fosse la scienza su questo e infatti ci sono
sempre più persone scrupolose, alcune spaventate ad uscire fuori, ma che in privato (alcuni
anche in pubblico) dicono: "Aspetta un momento, questa roba non sta in piedi».

49. Ci viene detto che il clima della Terra sta cambiando. Ma il clima della Terra cambia sempre!
Nella lunga storia della Terra ci sono stati innumerevoli periodi in cui è stato molto più caldo o
molto più freddo di oggi. Periodi in cui la maggior parte del mondo era coperto da foreste tropicali
o da enormi distese di ghiaccio. Il clima è continuamente cambiato senza "aiuto" da parte di noi
umani. Possiamo far risalire l'attuale tendenza al riscaldamento a circa 200 anni fa alla fine di un
periodo molto freddo nella storia della Terra, conosciuto dai climatologi come "La Piccola Era
Glaciale".

50. Prof. Philip Stott: «Nel XIV secolo l'Europa sprofonda nella "Piccola Era Glaciale".
Abbiamo prova di questo in vecchie illustrazioni, stampe e dipinti del vecchio Tamigi che, nei
più duri e rigidi inverni della Piccola Era Glaciale, ghiacciava. E c'era gente che sul Tamigi
pattinava o addirittura vendeva cose. Sul ghiaccio. Se guardiamo ancora più indietro nel
tempo precedente alla Piccola Era Glaciale, troviamo una mite epoca d'oro in cui le
temperature erano più alte di oggi. È importante che la gente sappia che il clima permise uno
stile di vita nettamente diverso nel Medioevo. Ci viene detto che il riscaldamento globale
avrebbe conseguenze apocalittiche. Ma ovunque viene descritto questo periodo caldo e questo
viene associato a ricchezza. In Europa questo fu la grande era dei costruttori di cattedrali.
Un'epoca in cui, secondo Chaucer, i vigneti fiorivano persino nel nord dell'Inghilterra. In
tutta la città di Londra ci sono ricordi delle vigne che vi crescevano nel Periodo Caldo
Medioevale.

51. Quindi questo fu un tempo meravigliosamente ricco e questa chiesetta, in un certo senso,
lo simboleggia, poiché fu un tempo di grande ricchezza».

52. Andando ancora indietro nel tempo, prima del Periodo Caldo Medioevale, troviamo ancora
periodi caldi tra cui un tempo molto lungo durante l'Età del Bronzo, noto ai geologi come il
"Massimo Olocenico" in cui le temperature sono state molto più alte di oggi per più di 3000 anni.

53. Prof. Ian Clark: «Se andiamo indietro di 8000 anni, nell'Olocene, vi era molto più caldo di
oggi e gli orsi polari sono ovviamente sopravvissuti a quel periodo, sono molto adattabili, e
questo periodo caldo del passato non fu un problema per loro».
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54. Le variazioni del clima nel passato sono chiaramente naturali. Quindi perché pensiamo che oggi
sia diverso? Nell'attuale allarme sul riscaldamento globale, l'accusato è la società industriale. Grazie
all'industria moderna, beni una volta goduti solo dai ricchi, sono oggi disponibili per tutti. Le nuove
tecnologie hanno reso la vita più semplice e più ricca. I trasporti e le telecomunicazioni moderne
hanno reso il mondo meno straniero e lontano. Il progresso industriale ha cambiato la nostra vita.
Ma ha anche cambiato il clima? Secondo la teoria del riscaldamento globale dovuto all'uomo, la
crescita industriale dovrebbe far salire la temperatura. Ma è davvero così?

55. Prof. Patrick Michaels: «Chiunque vada in giro dicendo che il CO² è responsabile per la
maggior parte del riscaldamento del XX secolo non ha guardato i numeri basilari».

56. La produzione industriale all'inizio del XX secolo era ancora allo stato infantile, limitata a pochi
paesi e minacciata dalla guerra e dalla depressione economica. Dopo la seconda guerra mondiale, le
cose cambiarono; beni di consumo come frigoriferi, lavatrici, TV ed auto cominciarono ad essere
prodotti in massa per un mercato internazionale. Gli storici chiamarono questa esplosione globale di
attività industriale "Il boom economico post-bellico". Ma come si rapporta la storia economica con
l'andamento delle temperature? Dalla metà del XIX° secolo la temperatura della Terra è salita di
solo mezzo grado ma questo riscaldamento è cominciato molto prima che auto e aerei fossero
inventati. Di più: la maggior parte di questo riscaldamento è avvenuta prima del 1940 in un periodo
in cui la produzione industriale era relativamente insignificante. Dopo la seconda guerra mondiale,
durante il boom economico, le temperature teoricamente avrebbero dovuto esplodere. Ma non è
successo. Sono diminuite. E non per 1 o 2 anni. Per 40 anni! E paradossalmente fu all'inizio della
recessione mondiale, negli anni '70, che la caduta si fermò.

57. Prof. Syun-lchi Akasofu, Director, International Arctic Research Centre: «Il CO² comincia ad
aumentare drasticamente intorno al 1940 ma le temperature in effetti cominciarono a
diminuire all'incirca dal 1940 al 1975, quindi vediamo la relazione opposta: CO² aumenta
rapidamente, ma la temperatura diminuisce. Quindi non possiamo dire che il CO² e la
temperatura vanno insieme».

58. Prof. Tim Ball: «Le temperature sono salite significativamente fino al 1940 quando la
produzione umana di CO² era relativamente bassa e poi, negli anni post-bellici, quando
l'industria e l'economia mondiale cominciarono ad andare e la produzione di CO² si impennò,
la temperatura globale decresceva. In altre parole: i fatti non rispettano la teoria».

59. Nigel Calder: «Al tempo in cui, dopo la seconda guerra mondiale, l'industria esplodeva,
l'anidride carbonica aumentava, ma la Terra si raffreddava, dando il via a paure su
un'imminente era glaciale! Ciò non avrebbe avuto alcun senso e non ne avrebbe ancora oggi».

60. Per quale motivo supponiamo che l'anidride carbonica sia responsabile dei cambiamenti
climatici? Il CO² costituisce solo una parte minimale dell'atmosfera terrestre. Infatti misuriamo i
cambiamenti nei livelli di CO² nell'atmosfera terrestre in decine di parti per milione.

61. Prof. Tim Ball: «Se si prende il CO² come percentuale di tutti i gas nell'atmosfera
(l'ossigeno, l'azoto, l'argo, ecc.), questa è 0.05-0.04%, una porzione incredibilmente piccola, e
naturalmente si deve prendere la parte che si suppone aggiunta dall'uomo, che è il centro di
tutta la nostra preoccupazione, qualcosa di ancora più piccolo».

62. Il CO² è un gas serra. I gas serra formano solo una piccola parte dell'atmosfera. Per di più il CO²
è un gas serra relativamente minore.
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63. Prof. Tim Ball: «L'atmosfera è composta da una moltitudine di gas. Una piccola
percentuale dei quali è chiamata "gas serra". Il 95% dei gas serra è vapore acqueo, il gas
serra più importante».

64. Prof. John Christy: «Il vapore acqueo è di gran lunga il principale gas serra».
Ma c'è un modo per sapere se l'aumento del riscaldamento globale dipende dai gas serra? C'è un
solo modo per dirlo ed è guardando il cielo. O meglio, ad una parte del cielo che gli scienziati
chiamano "Troposfera".

65. Prof. Richard Lindzen: «Se è riscaldamento da effetto serra, si ha più riscaldamento nel
mezzo della Troposfera, i primi 10-12 km di atmosfera piuttosto che sulla superficie, e ci sono
ottime ragioni teoretiche per questo fatto, ed hanno a che fare col funzionamento dell'effetto
serra».

66. L'effetto serra funziona così: il Sole manda il suo calore verso la Terra. Se non fosse per i gas
serra questa radiazione solare rimbalzerebbe verso lo spazio, lasciando il pianeta freddo e
inabitabile. I gas serra intrappolano il calore sfuggente nella Troposfera terrestre pochi km al di
sopra della superficie. Ed è qui che, secondo i modelli climatici, il tasso di riscaldamento dovrebbe
essere più alto se causato da gas serra (quando è causato da gas serra).

67. Prof. Frederick Singer, Former Director, US National Weather Service: «Tutti i modelli
calcolano che il riscaldamento dovrebbe essere più veloce man mano che si sale
nell'atmosfera. E infatti il massimo di riscaldamento sull'equatore dovrebbe avere luogo ad
un'altitudine di circa 10 km».

68. Lo scienziato maggiormente responsabile delle misurazioni della temperatura nell'atmosfera
terrestre è il prof. John Christie. Nel 1991 la NASA gli ha conferito la "Medaglia per Risultati
Scientifici Eccezionali" e nel 1996 ha ricevuto il premio speciale dalla Società Meteorologica
Americana "per aver migliorato fondamentalmente le nostre capacità di monitorare il clima". È
stato anche uno degli autori principali dell'IPCC.

69. Ci sono due modi per misurare la temperatura dell'atmosfera terrestre, satelliti o palloni sonda.

70. Prof. John Christy: «Quello che abbiamo scoperto di importante è che una grossa parte del
pianeta, il centro dell'atmosfera, non si sta riscaldando come vediamo sulla superficie, ed è un
vero grattacapo per tutti noi in quanto la teoria è piuttosto rigida su questo: se la superficie si
scalda, l'atmosfera deve riscaldarsi rapidamente invece il riscaldamento di quella parte
dell'atmosfera non è affatto netto e questo davvero contrasta con la teoria ed i modelli
climatici odierni».

71. Prof. Patrick Michaels: «Uno dei problemi che affliggono i modelli informatici è che questi
dicono che man mano che si sale nell'atmosfera (eccetto che ai Poli) il tasso di riscaldamento
aumenta. Ed è piuttosto chiaro invece, dai dati satellitari e dai palloni sonda, che quell'effetto
non si vede. Al contrario si vede invece che le temperature sulla superficie aumentano di più
di quelle in alto. E fa una bella differenza…».

72. Prof. Richard Lindzen: «Quei dati suggeriscono il fatto che quanto vediamo è un
riscaldamento probabilmente NON dovuto ai gas serra».

73. Prof. Frederick Singer: «Ci sono osservazioni che non mostrano un aumento con
l'altitudine, anzi la maggior parte delle osservazioni mostra un leggero calo del tasso di
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riscaldamento con l'altitudine. Quindi si può dire che l'ipotesi del riscaldamento globale
causato dall'uomo è smentita dalle prove».

74. Pertanto il riscaldamento avviene sulla Terra nel posto sbagliato e nel momento sbagliato. La
maggior parte del riscaldamento è comparsa nella prima parte del XX° secolo e per lo più sulla
superficie terrestre. L'esatto opposto di ciò che dovrebbe accadere secondo la teoria del
riscaldamento globale causato dall'uomo.

75. L'emozionante film dell'ex vice-Presidente Al Gore "Una scomoda verità" (film documentario
"An Inconvenient Truth", Dreamworks Director: Davis Guggenheim, Writer: Al Gore: «Salve mi
chiamo Al Gore e una volta ero il prossimo Presidente degli Stati Uniti…») è considerato da molti
come la definitiva presentazione popolare della teoria del riscaldamento globale causato dall'uomo.
Il suo ragionamento si basa su un'unica prova importante presa dai campioni di ghiaccio che gli
scienziati scavano in profondità per indagare la storia del clima terrestre indietro di centinaia di
migliaia di anni. La prima indagine sui campioni di ghiaccio ha avuto luogo a Vostock, in
Antartide. Quello che trovarono – come Al Gore correttamente sottolinea – era la chiara
correlazione tra anidride carbonica (CO²) e temperatura: "… e guardiamo com'è stata la
temperatura sulla Terra. Una cosa che salta subito all'occhio… Un tizio una volta disse: «Hanno
mai combaciato»… è la cosa più ridicola che abbia mai sentito. La correlazione è in effetti molto
complicata ma c'è una relazione molto più forte di altre, cioè che quando c'è più CO² la
temperatura diventa più calda…".

76. Al Gore dice che la relazione tra temperatura e CO² è "complicata" ma non dice quali siano
queste "complicazioni". In effetti c'è qualcosa di molto importante nei dati dei campioni di ghiaccio
che egli ha mancato di dire. Il Prof. Ian Clark è uno dei più importanti paleo-climatologi artici,
coloro che studiano la storia delle temperature fino a decine di milioni di anni fa.

77. Prof. Ian Clark: «Per indagare la storia del clima noi cerchiamo il materiale geologico che
registra il clima. Quello che si fa coi campioni di ghiaccio ad esempio è ricostruire la
temperatura con degli isotopi e poi si libera l'atmosfera imprigionata nel ghiaccio e se ne
misura il contenuto di CO²».

78. Il prof. Clark ed altri hanno in effetti scoperto – come dice Al Gore – un collegamento tra
temperatura e CO². Ma quello che Al Gore non dice è che quel collegamento è nella direzione
"sbagliata".

79. Prof. Ian Clark (indicando un monitor): «Qui vediamo le registrazioni dai campioni di
ghiaccio di Vostock e in rosso vediamo la temperatura salire da tempi remoti fino a tempi
recenti. Ma la cosa interessante è che quando usciamo da una glaciazione, vediamo la
temperatura salire e poi vediamo il CO² salire: il CO² va dietro alla temperatura e ha un
ritardo di 800 anni».

80. Ad oggi ci sono numerose indagini su campioni di ghiaccio e ognuna di esse mostra la stessa
cosa: la temperatura sale e scende e, dopo centinaia di anni, l'anidride carbonica la segue.

81. Prof. Frederick Singer: «È ovvio che il CO² non sia la causa di quel riscaldamento. In realtà
possiamo dire che il riscaldamento produce l'aumento di anidride carbonica (il CO²)».
Prof. Ian Clark: «È chiaro che il CO² non causa i cambiamenti di temperatura. È un prodotto
della temperatura, segue i cambiamenti di temperatura».
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82. Prof. Tim Ball: «I campioni di ghiaccio vanno al cuore stesso del problema. La gente dice:
"se l'anidride carbonica sale, essendo un gas serra, allora la temperatura va su". Ma i dati dei
campioni di ghiaccio mostrano esattamente l'inverso. Quindi le fondamenta stesse della teoria
del cambiamento climatico causato dall'uomo si dimostrano errate».

83. Ma come è possibile che alte temperature portino ad alti livelli di CO² nell'atmosfera? Per
comprenderlo dobbiamo prima affermare un fatto ovvio: l'anidride carbonica è un gas naturale
prodotto da tutti gli esseri viventi.

84. Nigel Calder: «La cosa che mi infastidisce di più è sentire la gente che parla dell'anidride
carbonica come di un inquinante. Voi siete fatti di anidride carbonica, io sono fatto di
anidride carbonica. La crescita degli esseri viventi è anidride carbonica».

85. In più: gli esseri umani non sono la principale fonte di anidride carbonica.

86. Prof. John Christy: «Gli esseri umani producono una piccola frazione della percentuale ad
una cifra di tutto il CO² immesso nell'atmosfera».

87. I vulcani producono più CO² di tutte le fabbriche, auto, aerei e di tutte le altre fonti umane di
CO² messe insieme. Sempre maggiore è la quantità emessa da tutti gli animali e batteri che
producono circa 150 miliardi di tonnellate di CO² ogni anno mentre l'uomo ne emette solo 6,5
miliardi di tonnellate. Una fonte ancora più grande di CO² è data dai vegetali morenti. Le foglie
morte ad esempio. Ma di gran lunga la più grande fonte di CO² sono gli oceani.

88. Carl Wunsch è professore di oceanografia all'MIT di Boston ed ha insegnato oceanografia ad
Harvard e Londra, e professore di matematica e di fisica all'università di Cambridge. È autore di 4
importanti libri di testo di oceanografia.

89. Prof. Carl Wunsch, Dept of Oceanography, Massachussets Institute of Tecnology: «L'oceano è
la più grande riserva in cui l'anidride carbonica va quando esce dall'atmosfera e da cui è
riemessa nell'atmosfera. Se la superficie dell'oceano si scalda, tende ad emettere anidride
carbonica. Similmente se si raffredda la superficie dell'oceano, questo assorbe più anidride
carbonica».

90. Quindi: più gli oceani si scaldano, più questi producono anidride carbonica mentre, più freddi
sono, più ne immagazzinano. Ma c'è uno sbalzo di centinaia di anni tra il cambio di temperatura e
l'emissione o l'assorbimento di anidride carbonica. Il motivo è che gli oceani sono molto grandi e
profondi e impiegano letteralmente centinaia di anni per scaldarsi o raffreddarsi. Questo sbalzo
temporale significa che gli oceani hanno ciò che gli scienziati chiamano una "memoria" dei
cambiamenti di temperatura.

91. Prof. Carl Wunsch: «L'oceano ha una memoria di eventi passati che arrivano fino a 10.000
anni fa. Così, ad esempio, quando qualcuno dice: "Vedo dei cambiamenti nell'Atlantico del
Nord", questo vuol dire che il sistema climatico sta cambiando? Significa solo che qualcosa è
avvenuto in una remota parte dell'oceano decine o centinaia di anni fa, i cui effetti cominciano
a mostrarsi nell'Atlantico del Nord».

92. L'attuale riscaldamento è iniziato molto prima che la gente avesse le auto o la luce elettrica.
Negli ultimi 150 anni la temperatura è aumentata di solo mezzo grado. Ma la maggior parte di
questo aumento è avvenuto prima del 1940. Da allora la temperatura è scesa per 40 anni e risalita
per 30. Non c'è assolutamente alcuna prova nella storia climatica della Terra che l'anidride
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carbonica abbia mai determinato le temperature globali. Ma se il CO² non guida il clima terrestre,
cosa lo guida? La credenza comune che l'anidride carbonica guidi il cambiamento climatico
contrasta con una montagna di dati scientifici disponibili, rilevati dai palloni sonda e dai satelliti,
dai campioni di ghiaccio e dalla storia delle temperature. Ma se il CO² non guida il clima terrestre,
cosa lo guida?

93. Prof. Philip Stott: «Non è bizzarro pensare che siamo noi umani, guidando macchine,
accendendo luci, ad essere coloro che controllano il clima? Ma basta guardare in cielo, a
quella cosa grossa: il Sole! Persino gli attuali 6,5 miliardi di umani sono un'inezia al suo
confronto!».

94. Alla fine degli anno 80, il fisico solare Piers Corbyn decise di provare un modo radicalmente
nuovo di prevedere il tempo. Nonostante le grandi risorse a disposizione dei servizi meteorologici
ufficiali, la nuova tecnica di Corbyn produsse risultati nettamente migliori. Egli fu salutato dalla
stampa come il "super uomo delle previsioni". Il segreto del suo successo? Il Sole.

95. Dr. Piers Corbyn: «L'origine delle previsioni a lungo termine fu nello studio delle macchie
solari. Ci rendemmo conto che era molto interessante usare il Sole per prevedere il tempo».

96. Le macchie solari, sappiamo oggi, sono intensi campi magnetici che compaiono in tempi di
maggiore attività solare. Ma per molte centinaia di anni, molto prima di capirle, gli astronomi in
giro per il mondo contavano le macchie solari nella convinzione che più macchie annunciassero un
clima più caldo. Nel 1983 l'astronomo inglese Edward Maunder osservò che durante la "piccola era
glaciale" non c'erano quasi per niente macchie visibili sul Sole, un periodo di bassa attività solare
chiamato poi "il minimo di Maunder". Ma quanto sono affidabili le macchie solari come indicatori
meteorologici?

97. Dr. Piers Corbyn: «Decisi di provare a scommettere contro le previsioni dell'ufficio
meteorologico. E vincemmo soldi mese dopo mese puntando contro quello che diceva l'ufficio
meteorologico, cioè ci sarebbe stato un inverno eccezionalmente freddo. Noi dicevamo che
sarebbe stato normale. E in particolare dicevano che sarebbe stato freddo dopo Natale e in
febbraio. Noi avevamo ragione, loro torto».

98. Nel 1991 importanti scienziati dell'Istituto Meteorologico Danese decisero di compilare una
storia delle macchie solari del XX° secolo e paragonarla alla storia delle temperature. Quello che
scoprirono fu una correlazione straordinariamente stretta tra quello che faceva il Sole e i
cambiamenti di temperatura della Terra. L'attività solare, scoprirono, era salita nettamente fino al
1940, era diminuita per una quarantina d'anni, fino all'inizio degli anno 70, ed è aumentata ancora
successivamente.

99. Prof. Eigil Friis-Christensen, Director, Danish National Space Centre: «Quando abbiamo visto
questa correlazione tra temperatura e attività solare o cicli delle macchie solari alcuni dissero:
"Ok, può essere una coincidenza". Come potevamo provare che non si trattava di una
coincidenza? La cosa ovvia era confrontare diverse serie temporali. Così siamo andati
indietro nel tempo».

100. Il prof. Christensen e i suoi colleghi esaminarono 400 anni di dati astronomici per paragonare
l'attività delle macchie solari con le variazioni di temperatura. Ancora una volta scoprirono una
stretta relazione tra attività solare e variazioni di temperatura terrestre. Era il Sole e non l'anidride
carbonica, o qualsiasi altra cosa, a determinare i cambiamenti climatici. In un certo senso ciò non
sorprende. È ovvio che il Sole influisce su di noi direttamente inviandoci il calore, ma il Sole
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influisce anche indirettamente attraverso le nuvole. Le nuvole hanno un potente effetto raffreddante.
Ma come si formano? All'inizio del XX° secolo gli scienziati scoprirono che la Terra è
costantemente bombardata da particelle subatomiche (1). Queste particelle, alle quali diedero il
nome di raggi cosmici, proverrebbero - così si crede - dall'esplosione di supernovae, dunque in un
luogo molto lontano dal sistema solare, e incontrando il vapore acqueo che sale dai mari,
formerebbero goccioline d'acqua e quindi le nuvole (2). Ma quando il Sole è più attivo e il vento
solare è più forte, arrivano meno particelle e quindi si formano meno nuvole (3). Quanto questo
effetto (4) sia potente è divenuto chiaro recentemente quando un astrofisico, il prof. Nir Shaviv,
decise di confrontare i propri dati sui raggi cosmici con i dati storici sulla temperatura creati da un
geologo, il prof. Ian Weitzer, che risalivano a 6 milioni di anni fa. Quello che scoprirono era che
quando i raggi cosmici aumentavano, la temperatura scendeva, e che quando i raggi cosmici
diminuivano, la temperatura saliva. Le nuvole e il clima terrestre erano legate molto strettamente.

101. Prof. Nir Shaviv: «Abbiamo confrontato i grafici sovrapponendoli ed è stato fantastico. Il
prof. Ian Weitzer disse: "Qui abbiamo dei dati davvero esplosivi!"».

102. Prof. Ian Clark: «Non avevo mai visto dei dati così diversi corrispondere in modo così
bello a vedersi e corrispondevano per un lungo periodo di tempo».

103. Il clima era controllato dalle nuvole, le nuvole erano controllate dai raggi cosmici, e i raggi
cosmici erano controllati dal Sole. Tutto riportava al Sole!

104. Nigel Calder: «Se aveste occhi a raggi X, quello che appare come un'amichevole palla
gialla, apparirebbe come un tigre furiosa! Il Sole è un'incredibile bestia feroce (5) ed emette
grandi esplosioni e sbuffi fi gas, ed il vento solare che soffia sempre verso la Terra. In un certo
senso noi siamo immersi nell'atmosfera del Sole. L'intensità del suo campo magnetico è più
che raddoppiata nel corso del XX° secolo».

105. Nel 2005 gli scienziati dell'università di Harvard pubblicarono il seguente grafico sul giornale
ufficiale della Società Geofisica Americana: la linea blu rappresenta i cambiamenti di temperatura
nell'Artico negli ultimi cento anni. E questo è l'aumento dell'anidride carbonica nello stesso periodo.
Le due linee sono chiaramente non connesse tra loro.

106. Ma guardate di nuovo i dati storici sulla temperatura e questa linea rossa che rappresenta le
variazioni dell'attività solare nell'ultimo secolo registrate indipendentemente da scienziati della
NASA e dall'Amministrazione Oceanica ed Atmosferica Americana.

107. Nigel Calder: «L'attività solare negli ultimi cento anni o centinaia di anni è correlata
molto strettamente, su una base decennale, con le temperature artiche e del ghiaccio marino».
Per gli astrofisici di Harvard e molti altri scienziati la conclusione è inevitabile:

108. Dr. Piers Corbyn: «Il Sole guida il cambiamento climatico. L'anidride carbonica è
irrilevante».

109. Ma se è così, perché siamo bombardati ogni giorno da notizie sul "riscaldamento globale
causato dall'uomo"? Perché tanta gente nei media e altrove lo considera un fatto irrefutabile? Per
capire il potere della teoria del riscaldamento dobbiamo raccontare la storia di come è nata.

110. MACCHINA DEL TEMPO (meteorologico) (Documentario della BBC): «I satelliti
meteorologici ritraggono un pianeta che piange i suoi racconti perduti…». Previsioni minacciose
sui cambiamenti climatici sono una cosa nuova. Nel 1974 la BBC avvertiva di prossimi disastri; una
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cosa che suona stranamente familiare… «Le notizie sono sempre più piene di disastri climatici. Gli
Stati Uniti centrali soffrono la più grande siccità dagli anni '30 e gli uragani infuriano…».

111. Ma cosa si supponeva fosse la causa di questi disastri? L'uomo dietro questo documento era il
giornalista Nigel Calder.

112. Nigel Calder: «In "La Macchina del Tempo" riportavamo l'opinione che andava per la
maggiore allora, cioè quella del "raffreddamento globale" e la minaccia di una nuova era
glaciale…».

113. Dopo 40 anni di temperature calanti, gli esperti avvisavano che un mondo più freddo avrebbe
avuto avrebbe avuto conseguenze catastrofiche: «… l'attuale minaccia di un grande freddo…», «…
una nuova era glaciale si impadronirà delle nostre terre e distruggerà le nostre città più
settentrionali?…».

114. Ma in mezzo alle previsioni catastrofiche c'era una voce di speranza. Lo scienziato svedese
Bert Bolin provò a suggerire che l'anidride carbonica prodotta dall'uomo potesse aiutare a riscaldare
il mondo. Solo che non ne era sicuro… «… c'è ancora molto petrolio ed enormi quantità di carbone
che bruciamo in quantità sempre maggiori… se continuiamo a fare così, nel giro di 50 anni la
Terra sarà più calda di un paio di gradi. Ma non è sicuro…».

115. Nigel Calder: «Noi siamo stati anche i primi a portare Bert Bolin in TV a parlare del
"pericolo" dell'anidride carbonica. E ricordo di essere stato aspramente criticato da grandi
esperti per aver "assecondato le sue fantasie"».

116. Al culmine della paura per il raffreddamento negli anno '70, le eccentriche teorie di Bert Bolin
sul riscaldamento globale causato dall'uomo sembravano assurde. Due fatti intervennero a cambiare
le cose. Primo: le temperature cominciarono a salire. Secondo: i minatori entrarono in sciopero…
Per Margareth Thatcher l'energia era un problema politico. All'inizio degli anni '70 la crisi
petrolifera aveva gettato il mondo in una recessione e i minatori avevano fatto crollare il governo
conservatore di Ted Heath. La signora Thatcher era determinata a far sì che ciò non le sarebbe
accaduto. E disse cosa fare per liberarsene.

117. Margareth Thatcher: «Quello che abbiamo visto in questo Paese è l'emergere di una
minoranza rivoluzionaria organizzata, pronta a sfruttare questioni industriali ma il cui vero scopo
è quello di abbattere l'ordine legale e il governo parlamentare democraticamente eletto».

118. Nigel Calder: «La politicizzazione della questione iniziò con Margareth Thatcher».
Lord Lawson of Blaby: «Lei era molto preoccupata, lo era sempre stata, fin da quando io ero
Ministro per l'energia, di promuovere l'energia nucleare, molto prima che si ponesse la
questione del riscaldamento globale, dato che si preoccupava della sicurezza energetica e non
si fidava del Medio Oriente e dei sindacati dei minatori. Quindi lei non si fidava del petrolio
né del carbone, quindi sentiva davvero che avremmo dovuto portare avanti l'energia
nucleare. E quando uscì fuori il tema del riscaldamento globale disse:"Bene, ecco un altro
argomento per cui dovremmo investire sul nucleare" (dato che non ha emissioni di anidride
carbonica"). Questo è quello che diceva e che è stato distorto da allora».

119. Nigel Calder: «E quindi lei andò alla Royal Society e disse agli scienziati: "Noi vi diamo i
soldi, voi dovete dimostrare questa roba". E le cose andarono in quella direzione».

120. Prof. Philip Stott: «Inevitabilmente, nel momento in cui i politici mettono il proprio peso
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dietro qualcosa e vi legano il proprio nome, cominciano ad arrivare i soldi. Così vanno le cose.
E pertanto ricerca, sviluppo, istituzioni, cominciarono a spuntare fuori che dovevano studiare
il clima, ma con particolare enfasi sul rapporto tra anidride carbonica e temperatura».

121. Su richiesta della signora Thatcher l'ufficio meteorologico inglese mise su un'unità che
studiava il clima per modelli che fornì le basi per un nuovo comitato internazionale: l'IPCC.

122. Nigel Calder: «Questi uscirono con un primo grande rapporto che prevedeva disastri
climatici a seguito del riscaldamento globale. Ricordo che andai alla conferenza stampa e fui
colpito da due cose. Primo: la semplicità ed eloquenza del messaggio. Secondo: il totale
disprezzo di tutta la scienza climatica fino ad allora, incluso, tra l'altro, il ruolo del Sole, che
era stato oggetto di un grande incontro alla Royal Society appena pochi mesi prima».

123. Ma l'enfasi sull'anidride carbonica prodotta dall'uomo come possibile problema ambientale non
piaceva solo alla signora Thatcher.

124. Nigel Calder: «Era qualcosa di certamente molto favorevole all'idea ambientalista, quella
che io chiamo l'ambientalismo medievalista, quello che si rifà a come le cose erano nel
Medioevo senza auto o macchine. Quindi se ne innamorarono, perché per loro l'anidride
carbonica era il simbolo dell'industrializzazione».

125. Prof. Frederick Singer: «L'anidride carbonica è chiaramente un gas industriale. È legato
alla crescita economica, ai trasporti, le auto, praticamente a ciò che chiamiamo civilizzazione.
E ci sono forze nel movimento ambientalista che sono semplicemente contro la crescita
economica. Pensano sia una cosa cattiva».

126. Prof. Philip Stott: «Può essere usata per legittimare tutta una serie di miti che già
esistevano: anti-automobile, anti-crescita, anti-sviluppo e, soprattutto "il grande Satana": gli
Stati uniti».

127. Patrick Moore è considerato uno dei più importanti ambientalisti della sua generazione. È tra i
fondatori di Greenpeace.

128. Patrick Moore: «Lo spostamento verso il clima come tema centrale avvenne per due
motivi molto diversi: il primo motivo fu perché verso la metà degli anni '80 la maggior parte
delle persone era ormai d'accordo con tutte le cose ragionevoli che noi del movimento
ambientalista dicevamo loro di fare. Ora, quando la maggioranza della gente è d'accordo con
te, è piuttosto difficile continuare ad essere provocatori. Perciò l'unico modo per rimanere
anti-establishment era quello di adottare posizioni sempre più estreme. Quando lasciai
Greenpeace fu nel mezzo della campagna mondiale per l'abbandono dei composti di cloro.
Dissi più o meno: "Ragazzi, il cloro è un elemento della tavola periodica, non sono sicuro che
sia di nostra competenza bandire un intero elemento!". L'altra ragione per cui emerse
l'estremismo ambientalista fu perché crollò il comunismo, venne giù il muro, e moltissimi
pacifisti e attivisti politici si spostarono nel movimento ambientalista portando il neo-
marxismo con loro. E impararono ad usare il linguaggio "verde" in modo molto intelligente
per portare avanti la loro agenda che, in effetti, aveva più a che fare con l'anti-capitalismo e
con l'anti-globalizzazione, piuttosto che con l'ecologia o la scienza».

129. Lord Lawson of Blaby: «La sinistra fu un po' disorientata dal palese fallimento del
socialismo e ancor più del comunismo reale ma rimase anti-capitalista come lo era prima e
dovette cercare nuove guide».
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130. Nigel Calder: «Fu una stupefacente alleanza tra Margareth Thatcher, a destra, e gli
ambientalisti anti-capitalisti a sinistra. Ciò generò questa sorta di spinta dietro un'idea folle».

131. All'inizio degli anni '90 il "riscaldamento globale causato dall'uomo" non era più un'eccentrica
teoria sul clima. Era una campagna politica a tutto spiano che attraeva l'attenzione dei media e, di
conseguenza, i fondi pubblici.

132. Prof. Richard Lindzen: «Prima di Bush padre, credo che il livello di finanziamento per le
scienze legate al clima fosse intorno ai 170 milioni di dollari all'anno, che è una cosa
ragionevole data la dimensione del campo. Ora [2007 - ndc] è balzato a 2 miliardi di dollari
all'anno! Più di dieci volte tanto! E ciò ha cambiato molto le cose: un sacco di posti di lavoro,
tanta nuova gente coinvolta che altrimenti non sarebbe stata interessata… E così è arrivata
tutta una forza lavoro il cui unico interesse nel campo climatico era il riscaldamento globale».

133. Nigel Calder: «Se io volessi fare ricerca su, che so? lo scoiattolo del Sussex, quello che
farei (ed è così dal 1900) è scrivere la mia domanda di fondi dicendo: "Voglio indagare i
comportamenti non sociali degli scoiattoli, con particolare riferimento agli effetti del
riscaldamento globale". E così prenderei i soldi; se dimenticassi di citare il riscaldamento
globale, non prenderei i soldi».

134. Prof. Frederick Singer: «Non ho alcun dubbio che la montagna di soldi messi in questa
particolare area scientifica piuttosto piccola abbia distorto tutti gli altri sforzi scientifici».

135. Prof. Richard Linzen: «Noi tutti (scienziati) siamo in competizione per i fondi e se il tuo
campo di indagine è oggetto di preoccupazione devi fare molto meno fatica per spiegare
perché il tuo campo debba essere finanziato».

136. Dagli anni '90, decine di miliardi di dollari di soldi pubblici in USA, Inghilterra e altrove, sono
stati dirottati verso la ricerca sul riscaldamento globale. Una grande fetta di quei fondi è andata per
la realizzazione di modelli al computer per prevedere come sarà il clima nel futuro. Ma quanto sono
precisi quei modelli? Il dott. Roy Spencer è stato uno dei maggiori scienziati per lo studio del clima
presso il centro spaziale Marshall della NASA. Ed è stato premiato con medaglie per eccezionali
risultati scientifici sia dalla NASA che dalla Società Meteorologica Americana.

137. Dr. Roy Spencer: «I modelli climatici sono buoni nella misura in cui lo sono le ipotesi in
essi inserite, e ce ne sono a centinaia. Basta un'ipotesi sbagliata per far sì che la previsione sia
tutta sballata».

138. Le previsioni sul clima non sono nuove, ma in passato gli scienziati erano più umili circa le
loro capacità di prevedere il tempo. Da "The Weayher Machine", BBC: "Ogni tentativo di
prevedere i cambiamenti del clima incontrano lo scetticismo di coloro che prevedono il tempo con i
modelli per computer". "Nel prendere decisioni che influiscono sulla vita della gente, fare una
cattiva previsione su come sarà il clima può essere molto peggio che non fare alcuna previsione.
Temo che la conoscenza di come funzioni la complessa macchina meteorologica non sia ancora
sufficiente per fare un'affermazione affidabile sul futuro".

139. Tutti i modelli presumono che il CO² prodotto dall'uomo sia la principale causa del
cambiamento climatico piuttosto che il Sole o le nuvole.
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140. Prof. Tim Ball: «Io uso questa analogia: la mia auto non funziona bene e io ignoro il
motore (il Sole), ignoro la trasmissione (di vapore acqueo) ma guardo un segno sulla ruota
posteriore destra (il CO² ). La scienza fa proprio così».

141. Prof. Ian Clark: «Se devi comprendere il sistema del clima, devi conoscere tutte le
componenti: i raggi cosmici, quelli solari, il CO² , il vapore acqueo, le nuvole… e metterli tutti
insieme. Se non fai così il tuo modello non vale niente».

142. Le previsioni del clima variano moltissimo. Queste variazioni dipendono da piccole variazioni
nelle ipotesi su cui i modelli si basano.

143. Prof. Carl Wunsch: «I modelli sono molto complicati, e così, spesso si "correggono" in
modo tale che producano qualcosa di molto "eccitante"».

144. Prof. Ian Clark: «Io lavoro con i modelli matematici e con essi, modificando i parametri,
puoi ottenere di tutto: si può ottenere più caldo o più freddo, cambiando le cose».

145. Dal momento che tutti i modelli presumono che la CO² prodotta dall'uomo causa
riscaldamento, un ovvio modo per produrre una previsione più impressionante è di aumentare la
quantità di CO² immessa nell'atmosfera dall'uomo.

146. Prof. Patrick Michaels: «Noi inseriamo un aumento dell'anidride carbonica dell'1%
all'anno mentre è stato dell' 0,49% all'anno negli ultimi 10, 0,42% nei 10 anni precedenti e
0,43% per i 10 anni ancora prima. Quindi nei modelli matematici è inserito più del doppio di
radiazioni ad effetto serra e ciò è risaputo! Non dovrebbe stupire che essi prevedano un
riscaldamento maggiore di quello che avviene».

147. I modelli matematici predicono quale potrà essere la temperatura tra 50 o 100 anni. Una delle
loro caratteristiche peculiari è quella che previsioni a lungo termine siano smentite molto dopo che
la gente le ha dimenticate. Il risultato è il pericolo, secondo il prof. Carl Wunsh, che coloro che
creano i modelli siano meno preoccupati di fornire previsioni accurate, piuttosto che previsioni
"interessanti".

148. Prof. Carl Wunsh: «Persino nella comunità scientifica questo è un problema. Se faccio un
modello matematico complicato e vi congetturo qualcosa come lo sciogliere del ghiaccio
nell'oceano e non succede nulla, probabilmente questo non sarà stampato. Ma se uso lo stesso
modello e lo "aggiusto" in modo che avvenga qualcosa di spettacolare in merito alla
circolazione oceanica come il trasporto del calore che si arresta, questo sarà pubblicato e la
gente dirà che è emozionante, e sarà poi ripreso dai media… quindi c'è una distorsione molto
forte nei media e nella comunità scientifica stessa verso risultati che possano essere
"drammatizzati": "La Terra sta ghiacciando!" è molto più interessante di storie del tipo:
"Beh, sai, le cose fluttuano un po'… la temperatura può variare anche del 20% e poi
riaggiustarsi". Quale storia scegliereste? Ecco si tratta di questo…».

149. Per un occhio non esperto i modelli informatici sembrano impressionanti e danno un'apparenza
scientifica rigorosa a speculazioni selvagge sul clima futuro. I modelli informatici sono inoltre una
fonte inesauribile di storie spettacolari per i media…

150. Nigel Calder: «Quello che mi stupisce di più, essendo giornalista da una vita, è come in
questo campo sembra siano stati abbandonati i principi basilari del giornalismo».
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151. Infatti la teoria del riscaldamento globale causato dall'uomo ha generato una nuova branca del
giornalismo.

152. Nigel Calder: «C'è un'intera nuova generazione di reporters: i "giornalisti ambientali".
Se sei un giornalista ambientale e se la storia del riscaldamento globale finisce nella
spazzatura, lo stesso accade al tuo lavoro. È davvero così grossolano. E il modo di fare
giornalismo deve essere sempre più isterico, perché fortunatamente esistono ancora editori
coscienziosi che diranno: "Ma questo lo dicevate già cinque anni fa!" "Ah ma ora è molto,
molto peggio: i mari si innalzeranno di tre metri martedì prossimo…" e roba così. Devono
strillare sempre di più, sempre di più, sempre di più, sempre di più».

153. Non è inusuale nei media dare la colpa di ogni tempesta al riscaldamento globale. Ma c'è una
qualche base scientifica a ciò?

154. Prof. Richard Linzen: «Questa è pura propaganda. Ogni libro di testo di meteorologia dice
che la principale causa dei disturbi atmosferici è la differenza di temperatura tra i Tropici e i
Poli. E ci viene detto che in un mondo più caldo questa differenza diminuirebbe… e quindi
che dovremmo avere meno tempeste, meno variabilità. Ma questo non è considerato
catastrofico e allora… si dice il contrario!».

155. I notiziari spesso suggeriscono che anche un lieve aumento delle temperature globali potrebbe
portare al catastrofico scioglimento delle calotte polari di ghiaccio. Ma cosa ci dice la storia del
clima della terra?

156. Prof. John Christy: «Abbiamo prove storiche sulla temperatura in Groenlandia che vanno
indietro di millenni: la Groenlandia è stata molto più calda; solo mille anni fa la Groenlandia
era molto più calda di oggi e non c'è stato nessun drammatico evento di scioglimento».

157. Prof. Philip Stott: «Persino se parliamo di qualcosa come il permafrost: una grande parte
del permafrost, lo strato di ghiaccio marino che si trova, ad esempio, sotto foreste russe, 7-
8000 anni fa si sciolse, molto più di quando abbiamo le prove di ciò che succeda oggi. In altre
parole, questa è un'evidenza storica, eppure il mondo non fu sommerso».

158. Il prof. Syun-Ichi Akasofu è il capo dello IARC, Centro Internazionale di Ricerca Artico, in
Alaska. Lo IARC è il più importante istituto di ricerca sull'artico al mondo. Il prof. Akasofu insiste
che storicamente le calotte polari di ghiaccio si espandono e contraggono continuamente e
naturalmente.

159. Prof. Syun-Ichi Akasofu: «Ci sono prove storiche di enormi pezzi di ghiaccio staccatisi dal
continente artico di tanto in tanto. Questo è sempre successo. Ma oggi abbiamo i satelliti e li
vediamo, per questo fanno notizia. L'animazione [nel video: "Questa animazione…" - ndc] della
"New At Ten" (BBCI), basata sui dati di satelliti meteorologici della NASA, mostra il
naturale enorme espandersi e contrarsi del ghiaccio marino polare nel corso degli anni '90. In
TV si vedono sempre programmi sul riscaldamento globale che mostrano grossi pezzi di
ghiaccio che si staccano dal bordo dei ghiacciai, ma la gente dimentica che il ghiaccio si muove
continuamente… ».

160. I notiziari spesso mostrano immagini di ghiaccio che si stacca dal bordo dell'Artico. Quello che
non dicono è che questo è un processo del tutto normale nell'Artico, come le foglie che cadono
dagli alberi in un giorno d'autunno inglese.
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