INAUGURAZIONE RIFUGIO 8 RGT. ALPINI CASON DI LANZA
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Sezione di Udine numero 3 - novembre 2018 Sommario In copertina Inaugurazione Rifugio 8° RGT. alpini Direttore responsabile INAUGURAZIONE RIFUGIO 8° RGT. ALPINI Cason di Lanza CASON DI LANZA Toni Capuozzo Servizio a pagina 2 Responsabile di Redazione Dante Soravito de Franceschi Comitato di Redazione DIRETTORE RESPONSABILE FOGOLÂR Ernestino Baradello Marco Bortolot 1 Editorale 44 Cent agns di filologjiche Giuliano Luigi Chiofalo 44 Strolic furlan e lunari pal 2019 Gianni Ciani DALLA SEZIONE 45 Manzanize, no Manganize! Mauro Ermacora 45 L’alpin e la frute Marco Franz 2 Inaugurazione rifugio 8° RGT. alpini Paolo Montina 8 Raduno sezionale a Cussignacco CRONACA DAI GRUPPI Renato Romano 12 Sessant’anni di vita del Monumento Faro “Julia” 16 Inaugurazione del Ponte dell’Amicizia 46 Aquileia Numero copie stampate e 25° Anniversario asilo di Rossosch 47 Buja 12.000 20 Ma guarda un po’ questi alpini! 48 Buttrio 22 Riunione annuale dei Capigruppo 50 Castions di Strada Autor. Trib. Udine n° 229 Sezione ANA di Udine 51 Dignano del 18-10-1968 24 7° Raduno Nazionale Fanfare Congedati 52 Dolegnano 25 Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate 54 Feletto Umberto Grafica e impaginazione 55 Gradiscutta di Varmo / Majano Interlaced - Udine STORIA 56 Majano / Malborghetto-Valbruna 60 Osoppo / Pontebba Stampa 28 Diario inedito della Grande Guerra 61 Precenicco / Ronchis / San Vito di Fagagna / Sedilis Tipografia Moro Andrea Srl - Tolmezzo a Cave del Predil e sulle Alpi Giulie 30 La “Zona Carnia” 62 Sedilis / Udine-Cussignacco Foto di copertina 31 L’album dei ricordi 63 Udine-Cussignacco / Udine-Est 64 Udine-Est / Udine-Nord / Villanova del Judrio Luciano Bellissimo 32 ...ricordi di un superstite! SPORT IN FAMIGLIA 33 La 24ORE di Buttrio 65 Incontri 66 Scarponcini 69 Alpinifici / Compleanni GENTES 72 Sono “andati avanti” 76 Per non dimenticare 34 Dizionario essenziale semiserio per gli alpini dell’ANA (seconda puntata) AGENDA CRONACA 75 Appuntamenti 2019 40 Inaugurazione dello storico sentiero CAI 649 “Battaglione Alpini Gemona” Associazione 42 L’alpino paracadutista Nazionale Alpini 42 I Veci della Fanfara Alpina 43 Nel ricordo di Graziano Morgavi Sezione di Udine Un appello a tutti gli alpini affinché aderiscano a tutte le associazioni di dono del sangue, del midollo osseo e degli organi. Possiamo salvare una vita con un gesto che non ci costa nulla.
Editoriale Avrebbe dovuto tenersi il 22 ottobre a L’Aja, in Olanda, la prima udienza della corte internazionale che deve decidere se la giurisdizione sulla vicenda dei due fucilieri di marina – i marò, come abbiamo sbrigativamente chiamato Massimiliano La Torre e Salvatore Girone – tocchi all’Italia o all’India. Ma è stata rinviata, ufficialmente per le cattive condizioni di salute di un giudice, e non è un buon segnale. Le previsioni dicono di una conclusione dei lavori nella primavera del 2019. Si tratta, in pratica, di decidere a chi spetti tenere il processo sull’incidente del 15 febbraio 2012, nell’Oceano indiano, che causò la morte di due pescatori. Ho scritto un libro su questa brutta storia, su quella che, fatti alla mano, mi è sempre sembrata un’accusa infondata. L’inchiesta indiana fu così maldestra che nell’arco di tre anni i due militari italiani, trattenuti in India, non furono neppure rinviati a giudizio. La Torre fece ritorno a casa nel 2014 solo “grazie” a un ictus che lo aveva colpito, Girone – anche lui in libertà condizionata – ritornò a Bari nel maggio del 2016. Autorità civili e militari italiane non diedero il meglio di sé nella difesa dei due servitori dello Stato, adottati piuttosto dalla solidarietà di tanti cittadini qualunque, e tra essi gli alpini, toccati dalla dignità, dal coraggio, dalla ferma rivendicazione di innocenza dei due marinai. Avevo previsto, per i due, una specie di isolamento, una volta rientrati in servizio. E avevo indovinato: La Torre è in un ufficio romano, Girone alla Capitaneria di Porto di Bari, entrambi lontani dal glorioso San Marco. Volete una previsione sul procedimento de L’Aja? Non approderà a nulla. Né l’India né l’Italia hanno davvero voglia di tenere un processo che sgretolerebbe le accuse, ma rivelerebbe anche la disastrosa linea di difesa italiana. Finirà, se le elezioni indiane che si avvicinano non spingeranno a una nuova strumentalizzazione della vicenda, con un accordo extragiudiziario, un “scordiamoci il passato” amichevole. Uniche vittime, oltre ai due pescatori, i due militari italiani che resterebbero vita natural durante con un’accusa infamante e mai dimostrata sul capo, e senza la soddisfazione di un’assoluzione piena, liberi per stanchezza. Spero, stavolta, di sbagliarmi. Toni Capuozzo Direttore responsabile 1
Dalla Sezione FRANCO DE FENT Inaugurazione rifugio 8° Reggimento alpini CASON DI LANZA (PAULARO-UD) | 21 LUGLIO 2018 L’ex casermetta “Monte Zermula” è una costruzione militare, eret- ta nei primi anni ‘30 del secolo scorso, che richiama, da un punto di vista architettonico, un castel- lo: corpo centrale e torri a forma pentagonale agli angoli. È stata sede della Guardia di Finanza fino a tutto il 1948 anche nei periodi invernali, mentre dal 1949 al 1969 è stata utilizzata solo nei periodi estivi e completamente abbando- nata nel 1985; nel mese di giugno 2002 è avvenuto il passaggio di proprietà dalla Regione al Comu- ne di Paularo. Nell’anno 2013 alla Sezione ANA di Udine è giunta no- tizia che l’Amministrazione comu- nale di Paularo aveva manifestato l’intenzione di effettuare un recu- pero funzionale dell’immobile, nell’ambito delle celebrazioni per ad effettuare i lavori di ripristino; tò, quindi, la casermetta trovando il centenario della Prima Guerra nello stesso tempo il geom. Fran- le condizioni igieniche a dir poco mondiale. Come al solito, se gli co De Fent, consigliere seziona- pessime, in pratica era diventato alpini non ce l’hanno… la vanno a le, è stato incaricato di fare un un rifugio per animali, ma fortu- cercare e dopo varie discussioni progetto, di valutare la fattibilità natamente lo stato conservativo e confronti in ambito sezionale, si dell’intervento, nonché i costi, gli dell’immobile nel suo complesso è ritenuto di proporre al Comune adempimenti e quant’altro potes- si poteva definire soddisfacente, di Paularo la nostra disponibilità se servire per poter riaprire la non si rilevavano infatti cedimenti ad utilizzare l’immobile nonché struttura. Il 9 novembre 2013 visi- strutturali e condizioni di partico- 2 Dalla Sezione
lare degrado, in effetti le struttu- propri volontari, gratuitamente. lità interna, il fabbricato dispone re erano in buono stato e pertanto A questo punto è stato dato inizio di ingresso-vano scale, di servizi non c’era la necessità di pesanti ai lavori, possibili solo nel perio- igienici, di due locali destinati alle interventi. Predisposta tutta la do primavera-estate a causa delle consumazioni, di un locale desti- documentazione necessaria, dopo abbondanti nevicate che si verifi- nato a cucina, di quattro camere vari incontri e confronti con l’Am- cano nel periodo invernale e che oltre a disimpegno e ripostigli, ministrazione comunale, il 17 set- precludono anche la viabilità di nonché di un sottotetto che, all’oc- tembre 2014 tra la Sezione ANA di accesso. Cosa abbiamo fatto. correnza, può servire da dormito- Udine ed il Comune di Paularo è Siamo intervenuti principalmente rio. La capacità di accoglienza è stato sottoscritto un contratto di sulle opere di completamento e prevista in circa 48 posti a sedere comodato gratuito, della durata finitura (pareti, intonaci, pavimen- per le consumazioni colazione/ di cinque anni rinnovabile per altri tazioni e rivestimenti, verniciatu- pranzo/cena e circa 24 posti letto, cinque, nel quale si stabiliva che re dei serramenti e tinteggiature a castello nelle camere. Gli inter- la casermetta, a lavori ultimati, interne ed esterne), sull’impian- venti che abbiamo effettuato han- doveva essere adibita a “rifugio tistica (realizzato l’impianto elet- no comportato una spesa di circa alpino e/o casa vacanza” per i trico, prima inesistente, che riceve 80.000 euro. Hanno contribuito propri associati, nonché a “museo energia dai pannelli fotovoltaici ai lavori 78 volontari provenienti storico”. Contemporaneamente si posti sulla copertura e, all’occor- sia dai Gruppi alpini della Sezio- definiva una convenzione per l’e- renza, da un generatore situato ne di Udine, sia dal Gruppo alpi- secuzione dei lavori di recupero, all’interno del fabbricato; l’im- ni di Paularo e dal Gruppo alpini con la quale l’amministrazione pianto idrico-sanitario e fognario; di Dierico, nonché altri volontari comunale provvedeva con fondi ricavati i servizi igienici sia al pia- non alpini, per un totale di circa propri all’approvvigionamento di no terra che al primo piano, due di 2.750 ore. Bisogna dire che tutti tutti i materiali ed attrezzature questi sono adattati per l’utilizzo loro, indistintamente, hanno dato necessarie, mentre la Sezione da parte di persone con ridotta il meglio di sé, prodigandosi qual- ANA di Udine si impegnava all’e- capacità motoria. che volta anche oltre la propria secuzione degli inter venti con Per quanto riguarda la funziona- disponibilità, ognuno ha svolto il Dalla Sezione 3
proprio compito con professio- della Sezione che hanno creduto loro disponibilità ed impegno, ma nalità e passione; ma ciò che ha nell’opera del professionista. Un si rischierebbe di lasciarne fuori dato nell’occhio è stato lo spirito, grazie a Valentina Piccinno, l’ar- qualcuno. Si ringrazia comunque autenticamente alpino, di dedizio- chitetto che ha condiviso alcune tutti coloro che a diverso titolo ne e fratellanza; anche i momenti scelte sui materiali, inoltre la rin- hanno partecipato a quest’opera. di duro lavoro hanno sempre la- graziamo per il suo impegno nel Da tante testimonianze risulta che sciato lo spazio alle battute e alle progetto ed allestimento per il il lavoro fatto, le fatiche, i disagi, risate, evidenziando il piacere di prossimo museo storico che verrà le preoccupazioni e le responsa- fare e stare assieme. realizzato all’interno del rifugio. bilità, hanno alla fine conseguito Un sentito grazie all’ex sindaco di Non può mancare un grazie a Sil- un buon risultato; non spetta a Paularo Ottorino Faleschini, con vio, alla moglie Francesca e a tut- noi dirlo ma riteniamo, a ragio- il quale è cominciata l’avventura e to il personale della Malga Cason ne, che quello che oggi visiterete all’attuale sindaco Daniele Di Gle- di Lanza, per l’ottima ospitalità a e che sarà a disposizione di tutti, ria con il quale è continuata, per tutti i nostri volontari. meritava tutto ciò. Oggi possiamo l’ottima collaborazione e disponi- Sono da ringraziare soprattut- dire che l’ex casermetta “Monte bilità ricevuta; all’assessore Ivano to i volontari alpini e aggregati, Zermula” rinasce a nuova vita e a Fabiani che si è particolarmente nonché gli altri volontari non al- nuova destinazione: da opera mili- impegnato per questo progetto, pini per quello che hanno fatto. tare a opera civile. È una struttura al presidente Dante Soravito de Ci piacerebbe citarli uno ad uno che dovrà accogliere tutti gli alpi- Franceschi e al Consiglio direttivo per quanto preziosa è stata la ni ed i loro amici, con lo scopo di 4 Dalla Sezione
passare un periodo od alcune ore svolto il servizio militare. Ma non genitori di Massimo Ranzani e del- di vacanza, immersi in questo bel- ci siamo limitati solo a questo. la mamma di Matteo Miotto. lissimo scenario che ci circonda. Abbiamo deciso di dedicare le Molto apprezzata la presenza di Ad un certo punto dei lavori ci è stanze interne ai Caduti in Afgha- un picchetto armato e la Fanfara venuta l’idea di cambiare nome nistan della Brigata Alpina “Julia”, della Brigata Alpina “Julia”. Dopo a questo fabbricato, fino ad ora apponendo all’ingresso di ognuna l’alza bandiera e sulle note del 33 citato come “Casermetta Monte una targa con la foto e l’indicazio- il gen. Marcello Bellacicco, il col. Zermula”. Ovviamente, da bravi ne del luogo ove si sono immolati. Giuseppe Carfagna, comandan- alpini, abbiamo cercato un nome Lo riteniamo necessario e soprat- te dell’8° Rgt. Alpini, l’onorevole che facesse parte della nostra tutto doveroso per commemora- Roberto Novelli, l’assessore re- storia e dei nostri valori. Abbiamo re il loro eroismo ed il profondo gionale Alessandra Zilli, il sinda- pertanto deciso di dedicarla all’8° senso del dovere che hanno avu- co di Paularo Daniele Di Gleria, il Reggimento Alpini, non credo che to; luminoso esempio per tutti, in presidente della Sezione Carnica servano molte parole per capire particolar modo per le nuove ge- Ennio Blanzan e della Sezione di questa scelta, anche perché dalle nerazioni. Un nodo alla gola è sali- Udine Dante Soravito de France- nostre ricerche non ci risulta che to a tutti i presenti quando Franco schi hanno tagliato il nastro, dopo ciò sia stato fatto; è un glorioso De Fent ha scandito i nomi dei set- la benedizione del Rifugio da parte Reggimento la cui storia è cono- te alpini della “Julia” caduti nelle del cappellano militare don Albino sciuta da tutti e nel quale moltis- missioni a salvaguardia della pace D’Orlando. simi alpini, di ogni regione, hanno in Afghanistan, alla presenza dei Dalla Sezione 5
Dalla Sezione PAOLO MONTINA Raduno sezionale a Cussignacco CUSSIGNACCO | 31 AGOSTO, 1-2 SETTEMBRE 2018 FESTEGGIAMENTI PER IL 35° ANNO DI VITA DEL GRUPPO DI CUSSIGNACCO, NELL’ AMBITO DEL TERZO RADUNO DELLA SEZIONE DI UDINE. del coro “Picozza” di Carpacco. Nella mattinata di sabato, inau- gurazione della mostra di divise storiche militari, documenti e cartoline sul tema delle truppe alpine, con relativo annullo fila- telico; iniziative organizzate ri- spettivamente dall’“Unione delle associazioni e dei circoli filatelici e numismatici del Friuli V.G.” e dal- lo studioso di storia militare Gui- do Aviani. In esposizione pure gli elaborati grafici degli alunni delle classi della scuola primaria “A. Zardini” di Cussignacco, sul tema della Grande Guerra e sugli alpini. Non è mancata la posa di una co- rona al cippo austro - ungarico, nel locale cimitero, presente il console onorario d’Austria, Sa- brina Strolego. Nell’occasione, il Gruppo di Cussignacco ha fatto Il Gruppo di Cussignacco ha re- così permesso una notevole af- dono alla scuola di alcune attrez- centemente festeggiato il suo 35° fluenza di partecipanti nell’ambito zature didattiche. Nel pomerig- anno di vita e lo ha fatto nell’am- dei tre giorni di ricordi e festeggia- gio conferenza su “La ritirata di bito del terzo raduno della Sezio- menti. La maratona è iniziata ve- Russia” a cura di Lucio Tirelli, ne di Udine, che ha ripreso questa nerdì 31 agosto all’auditorium di mentre nella locale casa di riposo consuetudine, dopo un’interruzio- Cussignacco, dove andava in scena Sant’Anna gli ex allievi dell’Istitu- ne di alcuni anni dalle precedenti lo spettacolo teatrale “Voci dalla to ITC dello Zanon hanno intratte- edizioni. Si ricordano infatti i ra- trincea” con l’accompagnamento nuto gli ospiti con un apprezzato duni di Latisana nel 2001; San Gio- vanni al Natisone nel 2002, Pon- tebba nel 2004 e Udine, nel 2005, seguiti da Talmassons nell’aprile del 2016 e Rivignano l’anno se- guente. Giova anche ricordare che di alpini a Cussignacco si parlava già nel 1930 quando Pio Clocchiatti (classe 1906) si era fatto entusia- sta promotore di un nuovo (e nu- meroso) Gruppo “scarpone” nella borgata. Motivi pratici ed economi- ci avevano poi fatto confluire “veci e bocia” di Cussignacco nel neo- nato Gruppo di Sant’Osvaldo. (cfr. 90° della Sezione di Udine; 2011) La concomitanza del 35° di Cussi- gnacco con il raduno sezionale ha 8 Dalla Sezione
monumento ai caduti, per l’alza- bandiera e la deposizione di una corona. È seguita la consegna di una ventina di riconoscimenti a parenti di caduti nella Gran- de Guerra. Gli indirizzi di saluto sono stati aperti dal capogruppo di Cussignacco, Bellot, che ha ripercorso le vicende del suo Gruppo, nel contesto degli oltre novant’anni di storia della Sezio- ne udinese. Il vicesindaco di Udine, Michelini, ha ringraziato gli alpini di Cussi- gnacco per l’impegno costante e veramente attivo a favore della comunità e ha spronato i presenti a sostenere queste iniziative. È stata la volta del presidente repertorio musicale. Alla sera, denti Adriano Moretuzzo e Marco sezionale Soravito che ha porta- sempre nell’auditorio, “Memorial Franz, assieme al Consiglio diret- re il saluto della Sezione a tutti i O. Masarotti” per cori alpini, con la tivo quasi al completo. Oltre la set- presenti; in particolare ai soci del partecipazione dei cori “Ardito De- tantina i gagliardetti presenti (non Gruppo festeggiato, il cui sforzo sio” della Sezione di Palmanova, contati i ritardatari) anche da fuori organizzativo è stato ampiamente Coro ANA della Sezione di Udine e regione, preceduti da alcune rap- premiato dalla massiccia presen- “La voce della valle” di San Pietro presentanze combattentistiche, za alla cerimonia e il cui risultato al Natisone. Domenica 2 settem- bre di prima mattina il piazzale dell’ammassamento, a lato della chiesetta di Sant’Anna a Paparot- ti, era invaso da decine di cappelli e gagliardetti alpini. Sul piazzale c’erano pure due automezzi mi- litari d’epoca dell’associazione storica “Una famee tal Timent”, accompagnati dal “Reparto storico alpino Fiamme Verdi” e, a chiudere la sfilata, un paio di muli bardati di tutto punto, guidati da conducenti della Sezione di Vittorio Veneto. Tra le autorità presenti, il consi- gliere regionale Franco Jacop e il vicesindaco di Udine Loris Miche- lini, il colonnello Andrea Piovera, comandante del Distaccamento nazionale della Brigata Julia e il a seguire i vessilli delle Sezioni si deve pure anche al fattivo con- colonnello Romeo Michele Tomas- Bolognese-Romagnola, Carnica, tributo dell’intera comunità di setti, comandante del 3° Artiglie- Gorizia, Palmanova, Pordenone e Cussignacco. Ha ricordato che gli ria da Montagna, in rappresentan- Treviso. Il corteo così formato, ac- alpini sono sempre presenti dove za della Julia. La nostra Sezione compagnato dalla Banda sezionale serve, magari a volte con qualche era rappresentata dal presidente di Vergnacco, ha sfilato lungo le vie brontolio. La cerimonia si è spo- Dante Soravito e dai vice presi- del paese, per schierarsi davanti al stata quindi verso l’attiguo campo sportivo dove è stata celebrazione la Messa, officiata da don Pierpa- olo Costaperaria, che nella sua toccante omelia ha ricordato im- pegni e virtù che noi tutti abbiamo verso la società, rimarcando come “Quello che contraddistingue (gli alpini) agli occhi degli altri è bene corrisponda veramente a quello che noi siamo anche dentro, o che almeno ci sforziamo per impe- gnarci affinché questo accada”. Dalla Sezione 9
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Dalla Sezione PAOLO MONTINA Sessant’anni di vita del Monumento Faro “Julia” MONTE BERNADIA | 9 SETTEMBRE 2018 RICORRENZA PER IL 60° DEL MONUMENTO FARO “JULIA” del monte Lonza (la maggiore dei Bernadia, che dall’alto del monte monti Bernadia) non fu casuale, irradiasse di notte la sua luce tri- bensì determinata dalla presenza colore sui vari campi di battaglia, di un forte militare della Grande a ricordo dei prodi della Julia e Guerra che sorgeva nei pressi e di tutti i caduti per la Patria”. At- che avrebbe costituito un motivo torno al monumento furono posti di richiamo e di meditazione in tredici cippi a ricordo di altrettanti più. Il bozzetto fu opera dell’ar- eventi gloriosi delle truppe alpine chitetto Gianni Avon di Udine, ma sui vari fronti di guerra, da Adua a anima e vero “deus ex machina” Nikolajewka. il tenente colonnello Enrico Mat- La posa della prima pietra ebbe tighello, originario della val Tor- luogo il 26 settembre 1954 alla re, che nel 1953 aveva costituito la presenza delle maggiori autorità Sottosezione di Tarcento formata civili e militari della regione. dai Gruppi di Tarcento, Magnano L’inaugurazione ufficiale invece in Riviera, Segnacco, Pradielis, ebbe luogo il 16 settembre 1958 Coja e da un rappresentante della alla presenza di una vera ma- Sezione tarcentina dei mutilati e rea di popolo e il monumento fu invalidi di guerra. Negli anni se- benedetto, non a caso, da mons. guenti, altri Gruppi entreranno a Antonio Santin, arcivescovo di far parte del Comitato - Faro. Fin Trieste; anch’egli, come Matti- da principio, il colonnello Matti- ghello, promotore e sostenitore ghello aveva ben chiaro il proget- d’iniziative patriottiche nazionali. to, che prevedeva “La costruzione Il 6 settembre dell’anno seguente, Sul monte Bernadia, che maesto- di un Monumento - Faro sul monte nella cappelletta del monumento so si erge alle spalle del tarcen- tino, ha avuto luogo quest’anno la cerimonia a ricordo dei ses- sant’anni di vita del monumento. Era il 14 settembre del 1958 quan- do gli sforzi dei Gruppi alpini del tarcentino e della val Torre, riu- niti nell’ambito della Sottosezio- ne di Tarcento, erano finalmente coronati da successo, con la co- struzione di uno svettante monu- mento alto una ventina di metri, formato da una cappelletta votiva sormontata da due penne protese verso il cielo; tra le due penne la dedica “Peremptis bello” (ai mor- ti in guerra) e la data 1958; sopra ancora, per tutta l’altezza del manufatto, la scritta “Julia”. A so- vrastare il tutto, un faro tricolore, dono dell’Arsenale della Marina Militare di La Spezia. La scelta di erigere questo ricordo sulla cima 12 Dalla Sezione
consorelle. La cerimonia è inizia- ta con l’ingresso della fanfara e picchetto della Julia, seguiti dai vessilli delle Sezioni: Cadore, Car- nica, Cividale, Conegliano, Gorizia, Palmanova, Valdobbiadene, Vare- se, Vicenza, Vittorio Veneto, Udi- ne e dell’Associazione “Mai daur” che raccoglie gli ex del battaglio- ne Gemona. Oltre un centinaio i gagliardetti dei Gruppi alpini: non solo friulani ma provenienti anche da fuori regione. Il coro se- zionale ANA di Udine, del Gruppo di Codroipo, si è posizionato quin- di all’inizio della scalea che porta al monumento e una voce fuori campo ha ripercorso le vicende storiche del monumento, mentre entrava nell’area della cerimonia il Labaro nazionale, scortato dal furono deposti i resti di sei no- cepresidente della Regione Friuli presidente Sebastiano Favero, con stri caduti della prima e seconda V.G. Riccardo Riccardi, l’assesso- il vicepresidente vicario Ercole Al- guerra mondiale, dando all’ope- re del comune di Udine Paolo Piz- fonsino, i consiglieri Romano Bot- ra il crisma di Sacrario, sotto la zocaro, assieme a rappresentanze tosso, Roberto Genero e dal revi- custodia di Onorcaduti. Da allora dei comuni di Lusevera, Magnano sore dei conti Mauro Ermacora. il luogo è meta di continui pelle- in Riviera, Reana del Roiale, Tar- A seguire, i gonfaloni, della città grinaggi da parte di persone che cento e altre amministrazioni del di Udine, decorato di M.O. al Valor salgono al sacrario per porgere circondario. Per quelle militari, Militare e della città di Tarcento, un devoto omaggio ai caduti e go- il colonnello Andrea Piovera, co- decorato di M.O. al Valor Civile, dere del magnifico panorama del- mandante del Distaccamento na- fanno infine il loro ingresso sul le nostre Prealpi da un lato e fino zionale della Brigata Julia (in mis- piazzale della cerimonia per pre- al mare dall’altro. Il terremoto del sione nel Libano) con i comandanti senziare all’alzabandiera. Ha pre- 1976 non aveva provocato danni dei rispettivi reparti. Il maggiore so quindi la parola il vicesindaco di alla struttura ma motivazioni di dei carabinieri Gabriele Passa- Tarcento Luca Toso ringraziando sicurezza stradale e di staticità rotto, comandante la tenenza di quanti hanno collaborato a questa del sito convinsero il Comitato Cividale, la M.O. professoressa riuscita cerimonia e ricordando la - Faro a sospendere per un paio Paola Cargnelli Del Din, il reduce recente perdita del prezioso colla- d’anni le tradizionali cerimonie, della G.A.F. Annibale Tosolini, il boratore Adriano Volpe, le cui ce- limitandole ad una Messa in set- cui fratello caduto della Seconda neri sono state sparse proprio su tembre ed una corona nel giorno Guerra mondiale riposa nel sa- questo monte. Il colonnello Piove- dei morti. Negli anni seguenti le cello del monumento. A fare gli ra ha portato il saluto del generale cerimonie ripresero come nel onori di casa, la Sezione di Udine di C.A. Paolo Berto e del coman- passato. Nella seduta del Consi- con il suo presidente Dante So- dante la Julia, generale Paolo glio Direttivo nazionale ANA del ravito de Franceschi e numerosi Fabbri. Ha ricordato ancora come 17 aprile 1993, veniva deliberato di consiglieri sezionali, assieme a il 60° anniversario del monu- elevare a manifestazione naziona- vari altri presidenti delle Sezioni mento sia un indelebile ricordo di le la cerimonia sul monte Berna- dia, con cadenza quinquennale. Il 5 settembre successivo il Labaro nazionale presenziava quindi per la prima volta alla solenne ceri- monia. Assieme alle cerimonie ci pare giusto ricordare i continui in- terventi di pulizia e manutenzione: l’ultimo, in ordine di tempo, nella scorsa estate con la sostituzione del vecchio faro marino con un si- stema illuminante di ultima gene- razione, offerto da un’azienda tar- centina. Intervento questo che ha aumentato notevolmente la por- tata del faro tricolore. Favoriti da una piacevole brezza settembrina, fin dalle prime ore del 9 settem- bre scorso, il piazzale antistante al monumento e all’attiguo vec- chio forte militare, si è animato di labari, vessilli e cappelli alpini, e non solo. Tra le autorità civili, il vi- Dalla Sezione 13
quanti hanno combattuto nei vari nostri alpini in armi, impegnati mo di Rivolto. conflitti: senza scordare che ancor in varie parti del mondo. Un ac- La cerimonia si è conclusa con oggi la Julia è impegnata in azioni corato accenno, infine, all’art. 52 la deposizione di una corona al di pacificazione su vari tormentati della nostra Costituzione (troppo sacrario del monumento, accom- fronti internazionali. Molto incisi- spesso ignorato) laddove riporta pagnata dalla M.O. Del Din, dal vo, come sempre, l’intervento del che “La difesa (e il rispetto, viene vicepresidente Riccardi, dal vice- presidente Favero, che ha ringra- da aggiungere) della Patria è un sindaco di Tarcento Toso, dal co- ziato le Sezioni presenti e le au- dovere del cittadino”. A volte, ha lonnello Piovera e dal presidente torità civili e militari, che con la proseguito Favero, si fa fatica a nazionale Favero, che ha sostato loro presenza testimoniano quello ricordare quelli che sono i valori in religioso silenzio all’interno che l’Associazione Nazionale Alpi- portati avanti dagli alpini, di ieri della cripta. ni sta portando avanti da novanta- come di oggi: ma è proprio questo nove anni, chiaramente esplicitato che chiedono i cittadini. La Messa dal motto “Per non dimenticare”. è stata celebrata da don Pasquale Un pensiero lo ha rivolto anche ai Di Donna, cappellano del 2° Stor- 14 Dalla Sezione
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Dalla Sezione ADRIANO MORETUZZO Inaugurazione del Ponte dell’Amicizia e 25° Anniversario asilo di Rossosch ROSSOSCH | 14 SETTEMBRE 2018 “noi” costruito. È un personaggio carismatico questo 93enne che ha avuto un ruolo fondamentale per tutti i ritrovamenti, la ricostruzio- ne storica degli avvenimenti ed i nuovi rapporti instaurati tra l’ANA e le autorità locali, tant’è che, in questa occasione, è stato insi- gnito quale socio onorario della nostra Associazione. Al momento della Campagna di Russia, era un ragazzino sedicenne, attratto dai militari italiani, per cui si intrufo- lava, quando poteva, tra le nostre truppe. Quando agli inizi degli anni ‘90, si allacciarono i rapporti con le autorità russe, fu lui la guida in loco e la memoria storica de- gli avvenimenti. In questo museo ha inserito, oltre ad alcuni reper- ti storici antichi della zona, tutto Quando su “L’Alpino” ho letto tutto girasoli. Ogni tanto spuntava quello che ha rinvenuto sui campi il programma che l’ANA stava qualche casetta, le famose isbe, di battaglia durante tutta la sua predisponendo per la trasferta con il tetto non più di paglia ma in vita, ha ricostruito con pannelli in Russia in occasione dell’inau- eternit o lamiera. esplicativi vari combattimenti, ha gurazione del ponte dell’amicizia La prima visita a Rossosch l’ab- raccolto cimeli, fotografie, ecc. e del 25° anniversario della co- biamo effettuata al museo della Visto che in questi anni il museo struzione dell’asilo di Rossosch, città, allestito dal prof. Moro- è stato visitato da circa 20.000 tra le varie proposte di viaggio, sov nello scantinato dell’asilo da italiani, a ricordo dell’avvenuto sono subito stato attratto dal per- corso che comprendeva il tragitto da Mosca in treno, al fine di poter vedere maggiormente una parte di territorio che 75 anni fa aveva- no percorso, seppur con enormi maggior disagi, i militari italiani. Mi ha fatto anche piacere che que- sta mia scelta fosse stata condivi- sa anche da Valerio Zoratto (che, oltre ad aver par tecipato alla costruzione dell’asilo, era la se- conda volta che ritornava) e Carlo Maria de Mezzo con la moglie. Dopo la nottata in cuccetta, le pri- me luci dell’alba hanno comincia- to a farci vedere un’interminabile serie di boschi, prevalentemente di betulle, intervallati da enormi distese di colture di mais e soprat- 16 Dalla Sezione
passaggio, ci sono più guidoncini vano raccolti dalla popolazione e alla gola, a Livenka. Finalmente in queste sale che nelle sedi dei seppelliti in quel fosso. Negli anni abbiamo visto il ponte dell’ami- nostri Gruppi. ‘90 Onorcaduti provvide all’esu- cizia terminato. Dico finalmente L’appuntamento principale del mazione ed al trasporto dei resti perché ricordo che avevamo co- giorno successivo era l’inaugura- zione del ponte a Livenka (Niko- lajewka). Ricongiunti i nove bus che ci trasportavano da località diverse, scortati dalla polizia, ab- biamo percorso i 120 chilometri che ci separavano dalla meta. Ad un certo punto il corteo si è ferma- to e, dopo averci fatto percorrere a piedi una stradina di campagna, ci siamo trovati di fronte ad un gros- so masso di pietra posizionato in mezzo ad una grande distesa di girasoli. Sul masso era scritto in italiano e cirillico: AI CADUTI ITALIANI IN TERRA DI RUSSIA. Eravamo sopra una fossa comu- ne! Ci è stato spiegato che, sem- pre agli inizi degli anni ‘90, una anziana del posto aveva segnala- a Cargnacco. Dopo un breve mo- minciato la raccolta fondi per la to che nella primavera del 1943, mento di raccoglimento e la re- sua costruzione prima dell’adu- dopo la ritirata, con lo sciogliersi cita della Preghiera dell’Alpino, nata di Pordenone con la vendita della neve nei campi riaffioravano coordinato da don Bruno Fasani, delle gubane da parte della nostra i cadaveri dei soldati e questi veni- ci siamo trasferiti, con un groppo Sezione. Dopo le solite lungaggini burocratiche per le autorizzazio- ni, questa volta da parte russa, la sorpresa della donazione del ma- nufatto da parte della ditta Cimo- lai di San Quirino (PN) in memoria del fratello del titolare, reduce anche lui dalla Russia. Per cui a carico dell’Associazione è rimasto il solo onere del trasporto, delle infrastrutture per appoggiarlo e dell’installazione in loco. Questo ponte è andato a sostituire un pre- cedente, che esisteva già durante la guerra e non più percorribile, per cui obbligava i residenti a lun- ghi percorsi alternativi. Alla pre- senza delle nostre massime auto- rità associative, del Comandante delle truppe alpine, dei rappre- sentanti dell’ambasciata italiana Dalla Sezione 17
nostri alpini, durante la ritirata, miracolosamente illesa in un’i- sba completamente bruciata; fu portata a Mestre dove tuttora la onoriamo. Ritornando al nostro monastero, questo era costruito su un colle di gesso, prospiciente il Don e durante la guerra vi era posizionata una batteria di nostri artiglieri. Questo colonnello co- sacco, che abbiamo già conosciuto attraverso un articolo sull’ultimo numero di “Alpin jo, mame!”, sta contribuendo per la ricostruzio- ne del monastero e con i ragaz- zini locali intaglia delle formelle di gesso del luogo, creando delle icone originali che poi mette in vendita. Avendo cercato una colla- a Mosca e delle autorità locali, si è sottopasso. Gran parte di colo- borazione con la Sezione di Udine proceduto quindi all’inaugurazio- ro che hanno fatto questa scelta tramite il nostro presidente So- ne di questo “monumento vivente” sono riusciti a salvarsi ad eccezio- ravito de Franceschi, grazie alla dai molteplici simboli. Particola- ne dei primi che sono stati falciati generosità soprattutto dei Gruppi re anche la cerimonia perché alla dal fuoco nemico. Con noi c’era di Udine Sud e Udine Godia, gli ab- solennità tradizionale da parte anche il Coro Alte Cime di Brescia biamo portato in dono una serie nostra si è affiancato il folklore che durante questa visita si è po- di attrezzi per scolpire, colori e dell’altra parte con musiche tra- sizionato al centro del sottopasso prodotti di cancelleria, libri d’arte. dizionali, costumi, palloncini e ed ha intonato “Nikolajewka”. Il giorno seguente si è celebrato quant’altro. Non ci sono parole per descrivere il 25° anniversario della costru- Ci siamo quindi trasferiti nei quello che abbiamo provato! zione dell’asilo di Rossosch. Una pressi della ferrovia per visitare Quindi il nostro gruppo è stato costruzione per 120 bambini che un altro punto tragico per i no- ospite del colonnello dei cosac- attualmente ne ospita quasi il stri: il sottopasso. In mezzo ad un chi Sergey Piga Petrenco a Bie- doppio e nonostante gli anni è an- territorio pianeggiante c’è questo logorje. In questa località, prima cora all’avanguardia per i criteri terrapieno alto sette/otto metri della Seconda Guerra mondiale, architettonici e strutturali. Vi si in- dove transita il treno. I nostri per esisteva un monastero dove ve- segna anche l’italiano, tant’è che, rompere l’accerchiamento, dove- niva venerato un quadro con l’im- alla fine della recita, i bambini vano assolutamente superarlo o magine della Madonna del Don. Il hanno cantato “girotondo” nella scavalcandolo (e tutti questi sono monastero fu volutamente raso a nostra lingua. Sul viso di più di morti mitragliati dal nemico posi- zero dai comunisti. Una copia di qualche alpino ho visto, a questo zionato al di là) o attraversare il questa Madonna fu rinvenuta dai punto, qualche lacrimuccia! 18 Dalla Sezione
Nel pomeriggio, dopo aver ma- con la seconda parte del viaggio, a San Pietroburgo. In definitiva cinato un altro centinaio di chi- quella turistica, con la visita di nove giorni molto belli seppur lometri, abbiamo visitato “Quota Mosca e San Pietroburgo. faticosi, ma che sono volati, tra- Pisello”, un piccolo cocuzzolo pro- E qui ricordo l’emozione che tutti scorsi assieme ad una quarantina spiciente il Don ad a un centinaio abbiamo provato passeggiando di compagni di viaggio di tutto il di metri da “Quota Cividale”. con il nostro capello alpino in te- Nord Italia, immediatamente af- Due luoghi in cui si è combattuto sta. Ricordo gli applausi dei turisti fiatatisi come da tradizione e con aspramente, con numerosi atti di italiani al nostro passaggio sulla due periodi ben distinti: il primo dedicato al ricordo della tragedia vissuta dai nostri veci, il secondo più cameratesco e turistico. Un unico rammarico: l’assenza to- tale, a tutte le manifestazioni cui abbiamo partecipato, di autorità militari russe. Fra me ho pensato che forse era un atto di rispetto nei confronti di un ex nemico che, pur sempre, aveva invaso la loro nazione ed in più era stato scon- fitto. Ma allora perché la dele- gazione militare russa è sempre presente all’annuale ricorrenza di Nikolajewka a Brescia? Nel- le manifestazioni del centenario della Prima Guerra mondiale, in Italia, abbiamo pur visto la par- tecipazione di rappresentanze militari straniere sia alleate che eroismo da parte soprattutto degli Piazza Rossa, i cinesi che vole- un tempo nemiche. E quindi non alpini della Julia ma anche tomba vano fotografarsi accanto a noi è nemmeno un problema di ceri- per una enormità di militari di am- mentre attendavamo di entrare moniale. Rimango in attesa di ri- bedue le parti, come testimoniato al Cremlino, il girare la testa di uscire a capire il motivo di questa dai lunghi elenchi di caduti russi coloro che pazientemente atten- indifferenza, visto che alla fin fine posti sull’adiacente monumento. devano nella fila chilometrica per abbiamo anche “donato” loro un I giorni seguenti si è proceduto accedere al Museo dell’Ermitage ponte ed un asilo infantile. Привет итальянские друзья! Ciao amici italiani! Мы хотим с Вами дру жить. Мы живем в Desideriamo diventare vostri amici. России, в селе Белогорье. Наше село очень Viviamo in Russia, nel villaggio di Belogor’ che è красиво! Здесь протекает река Дон. Здесь molto bello! Qui scorre il fiume Don e innumere- есть много мела, целые меловые горы. Мы voli montagne da cui si estrae il gesso. Abbiamo сделали Вам меленькие подарки из мела. Это fatto per voi regalini in gesso che rappresentano частичка нашей земли! una parte della nostra terra! Нас завут: I nostri nomi sono: Дима, Данил, Иван, Иван, Наетя, Света, Дима, Dima, Danil, Ivan, Ivan, Naetja, Sveta, Dima, Юра, Сама, Гома, Вика, Инна, Ваня, Катя. Jura, Sama, Goma, Vika, Inna, Vanja e Katja. Dalla Sezione 19
Dalla Sezione FRANCO DRIUSSI Ma guarda un po’ questi alpini! LU ENEC | 9-23 SETTEMBRE 2018 DI NUOVO A STARÁ HALIČ PER I LAVORI NEL CENTRO ANZIANI zione. Eravamo in tanti pertanto ci siamo divisi in gruppi che si sono dedicati ad attività distinte. Alpini in trincea per la solidarietà Franco, Marcello ed Edoardo sono stati impegnati nella realizzazione del primo lotto dell’ambulatorio medico, inserito nelle pertinenze del centro anziani, alla cui realiz- zazione ha partecipato anche il Gruppo Autonomo Slovacco con un contributo economico. Si tratta di un edificio di circa 90 Si inizia mq. con muri di fondazione e pla- Siamo quasi alla fine tea in cemento armato su cui ver- Ecco, ci risiamo di nuovo. Nove al- ranno eretti i muri in calcestruzzo mente. Nessun volontario la sera pini della nostra Sezione, nell’am- cellulare e tetto con orditura in aveva voglia di “scherzare”. bito della consolidata collabora- legno. Al nostro arrivo abbiamo Nonostante tutto, due valenti mu- zione con il Gruppo Autonomo trovato solamente lo scavo per le ratori ed il loro solerte aiutante Slovacco, sono ritornati a Stará fondazioni e da lì è partito il no- hanno completato le fondazioni e Halič per portare avanti i lavori stro lavoro. Tubi di scarico, messa la platea in meno tempo di quanto nel centro anziani. a terra, spianamento del terreno, fosse stato preventivato. Era settembre e la temperatura muri di livellamento della fonda- era gradevolmente tiepida, adatta zione, rete elettro saldata e tanto Lavoro di fino alla crescita dei funghi che copiosi calcestruzzo. A completamento del lavoro all’in- spuntavano nei boschi. Detta così può apparire una cosa terno del centro anziani siamo sta- Non meno abbondanti le noci di facile ma nella realtà è stata fati- ti incaricati di imbiancare il piano cui, assieme ai porcini, abbiamo cosa perché il lavoro, per motivi terra. Il ciclo della tinteggiatura fatto una abbondante scorta da tecnici, è stato talvolta concen- consisteva nel dare quattro mani portare a casa. Il gelo che abbia- trato in poco tempo alternato a di colore su tutte le superfici. mo affrontato a marzo fortunata- momenti di attesa e in aggiunta Per dare un’idea della mole di la- mente era rimasto solamente uno talvolta sotto un sole pomeridia- voro posso dire che l’edificio copre sfumato argomento di conversa- no che si è fatto sentire fastidiosa- una superficie di circa.750 mq in cui ci sono, solamente al piano terra, circa 25 vani di varie dimen- sioni. Considerando l’estensione del fabbricato ci si può rendere conto di quanta pittura abbiamo dato sui muri. Questo era l’obiet- tivo che avevamo stimato di poter raggiungere nelle due settimane della nostra permanenza. In realtà alla fine della seconda settimana avevamo tinteggiato completamente anche le scale di accesso al piano seminterrato e quelle del primo piano a cui, in aggiunta, avevamo dato la prima mano di colore ai corridoi. Ci eravamo divisi i ruoli per cui Marcello e Franco si confrontano due imbianchini facevano il lavoro 20 Dalla Sezione
Volontari, p. Frantisek e il dottore che opererà nell’ambulatorio Michelangelo, il cesellatore Mauro, la grinta grosso seguiti da due che verni- così “allegre”. Padre Frantisek mi sensibili al tema dell’infanzia che ciavano le parti piccole e difficili e ha confidato che anche in questa ci hanno offerto grandi quantità chiudeva il ciclo l’ultimo che ripu- occasione abbiamo fatto più di di vestiti puliti e profumati e gio- liva in profondità tutti i vani. quanto si aspettasse da noi. cattoli perfettamente integri e Quando siamo par titi abbiamo funzionanti. Incontrare persone “consegnato” le stanze linde e Non solo muratori disponibili e generose è stato per ma anche benefattori noi un grande conforto. Quando questo articolo sarà pub- Siamo anche contattati da perso- blicato avremo già portato alla Fa- ne che desiderano informazioni miglia di Maria un carico di vestiti sulla nostra attività di volontariato e giocattoli per i circa 150 bambini per valutare una possibile colla- che le suore assistono. borazione. Non è una cosa da poco Non si tratta di carità, lo voglio e ci incoraggia nel proseguire sul- sottolineare, ma di condivisione. la strada che abbiamo intrapreso Condividere con i ragazzi meno perché l’ambulatorio che abbiamo fortunati dei nostri i vestiti diven- iniziato è “tutto per noi” e i lavori tati oramai troppo piccoli per i no- ci aspettano per la prossima pri- stri figli o nipoti. mavera. Non meno importanti, dal punto di vista dei bambini, sono i giocattoli. Quanto abbiamo realizzato Non tutti i bambini nella zona di quest’anno ed anche il preceden- Stará Halič hanno la fortuna di ri- te lo dobbiamo alla generosità dei cevere un regalo durante le feste Gruppi di Buja, Magnano in Rivie- del Santo Natale pertanto le suore ra, Osoppo e Terenzano Cargnac- della Famiglia di Maria si danno da co che hanno contribuito a provve- Una Sorella al lavoro fare per portare un dono a chi non dere al vitto e alla nostra Sezione potrebbe altrimenti permetterse- che ha pagato i viaggi. pulite come fossero quelle di lo. Attraverso le pagine dell’Alpin Ai sostenitori del nostro proget- casa propria. La nostra non è Jo, Mame abbiamo lanciato una to si è unita la banca Prima Cas- stata una fatica come quella dei campagna di sensibilizzazione che sa-Credito Cooperativo elargen- muratori ma alla fine delle gior- sta dando ottimo risultati. doci un significativo contributo nate le nostre braccia non erano Siamo stati contattati da famiglie che ci permette di fare i progetti con maggiore serenità. Pure a lei va la nostra gratitudine. Non di meno in questa occasione vanno ricordati i volontari: An- selmo, Edoardo, Ezio, Franco F., Michele, Michelangelo, Marcello, Mauro, Luigino e Sergio. Senza di- menticare Umberto che solamen- te per un infortunio non è potuto essere nuovamente con noi. Non potevo concludere questo articolo senza ricordare gli amici del Gruppo Autonomo Slovacco: Marco ed Alessandro che ci sono stati sempre vicini con il loro aiuto ed amicizia. Questa estate suor Maddalena e suor Faustina della Famiglia di Maria di Stará Halic sono venute in Friuli per un viaggio di lavoro. I volontari della nostra Sezione che lavorano presso la loro Casa Madre hanno colto l’occasione per organizzargli una piccola festa nella sede degli alpini di Osoppo. Nella foto, scattata il 29 maggio, si possono vedere le due Sorelle alla destra del nostro presidente Dante Soravito de Franceschi, il folto gruppo dei volontari e diversi benefattori che li aiutano. Dalla Sezione 21
Dalla Sezione FOTO DI ANTONIO CIANI Riunione annuale dei Capigruppo Sezione ANA di Udine PASSONS | 28 OTTOBRE 2018 22 Dalla Sezione
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Dalla Sezione 7° Raduno Nazionale Fanfare Congedati FORLÌ | 22-23 SETTEMBRE 2018 Si è svolto a Forlì il 22 e 23 settem- teatro strapieno di gente, si sono per le vie cittadine. Due giorni che bre scorso il 7° Raduno Nazionale esibite le cinque Fanfare in un tri- hanno suscitato emozioni e dolci Fanfare Congedati Brigate Alpine: pudio gioioso da pelle d’oca, visto ricordi della vecchia naia.” Julia, Taurinense, Orobica, Triden- la loro bravura. Domenica scro- tina e Cadore. Sabato sera, in un scianti applausi al loro passaggio 24 Dalla Sezione
Dalla Sezione FOTO DI ANTONIO CIANI Giornata dell’Unità Nazionale e delle Forze Armate UDINE | 4 NOVEMBRE 2018 GIORNATA DI COMMEMORAZIONE PER I CADUTI DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE. IMPORTANTE PRESENZA DI AUTORITÀ CIVILI E MILITARI ACCOMPAGNATE DAL PICCHETTO ARMATO E DALLA FANFARA DELLA BRIGATA ALPINA JULIA. Dalla Sezione 25
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Storia ALBERTO LOIACONO Diario inedito della Grande Guerra a Cave del Predil e sulle Alpi Giulie CRONACA QUOTIDIANA SULLA VITA A CAVE DEL PREDIL NEL 1914 / 1917 essenziale nella realizzazione del libro. Il ricavato verrà peraltro utilizzato per sostenere un pros- simo progetto editoriale sempre incentrato sulla Grande Guerra. L’introduzione, a cura dello stesso Domenig, spiega come il volume sia una traduzione integrale del diario 1914/1917 di Josef Plattner, dottore in filosofia e teologia non- ché parroco di Cave sino al 1919 che, dal brogliaccio personale del curato, venne poi trascritto nella cronaca parrocchiale. Le note di giornata, al massimo una decina di righe, riportano alle operazioni militari, al contesto so- ciale, alla quotidianità in tutte le Bombordamento con granate incendiarie di Tarvisio del 23.09.1915 - Archivio Komac sue sfaccettature degli anni della Grande Guerra a Cave del Predil e Una cronaca quotidiana, sintetica si è avvalso della collaborazione ma incisiva, capace di raccontare tecnica del ricercatore di Cave eventi leggendone significati e Leopoldo Komac e del suo ampio sfumature e narrare con obietti- archivio, ricco di inediti quanto ad vità fatti e situazioni in una pano- immagini, fotografie e documen- ramica a tutto campo sulla vita del ti, per corredare l’opera. Il testo luogo del tempo. Questo quanto bilingue, in italiano e tedesco, re- propone “Dalla parte dell’Impero alizzato con il contributo della Re- – Diario di Guerra di Raibl (Cave gione Friuli V.G., è stato edito dalle del Predil) 1914 – 1917” (pagg. 319, UTI – Canal del Ferro – Valcanale stampa Grafiche Filacorda) por- ed è reperibile, dietro offerta libe- tato alla luce, grazie alla disponi- ra, presso il Museo Etnografico di bilità della parrocchia di Cave del Malborghetto (Palazzo Veneziano) Predil, da Raimondo Domenig che la cui direzione ha avuto un ruolo Cimitero di guerra a Cave del Predil - Archivio Komac sui monti circostanti. Fatti che, forse perché svoltisi in un territorio appartato, minore per dimensioni e fama rispetto al ben più noto ed ampio circuito dolomitico, hanno avuto negli anni un’attenzione piuttosto circoscrit- ta. Il diario abbraccia, con cadenza quotidiana, il periodo che va dal 23 giugno del 1914 al 2 aprile del 1917 e narra degli eventi bellici che trasformarono inaspettatamen- te Cave del Predil in una trincea avanzata con le devastazioni che ne derivarono. Le note si svilup- pano in tre direzioni. Le operazioni militari, le vicis- Fortificazione austriache sulla Cima Mogenza Piccola (Kleine Schlichtl) - Archivio Komac situdini della popolazione e la 28 Storia
cannone scambiatisi tra il Predil e Nevea. Poi è subentrato di nuovo il silenzio, un silenzio angosciante, plumbeo, percepito da tutti come l’afa che precede il temporale. At- toniti, spaventati, già provati. Ora tutto un tratto eravamo diventati teatro di guerra…” Con il proseguire dei mesi, la si- tuazione inevitabilmente peggiora e non solo per l’asprezza dei com- battimenti, ma per le condizioni ambientali che spesso uccidevano più del cannone. Eloquente ad esempio la nota del 27 dicembre dello stesso anno La Kriegs Volkschule, la scuola elementare provvisoria di Cave del Predil dove Plattner riferisce che “ieri dopo il bombardamento della struttura abituale - Archivio Komac notte è caduta nel vallone Jama, in Valle del Rio del Lago, una terribi- difficoltà di svolgere, da parte Nella famosa galleria di scolo le valanga che ha travolto con tut- dell’autore, il suo ministero fra Kaiser Franz Josef I, profonda 260 ta la truppa una stentata baracca bombardamenti, sfollamenti ed metri lunga 4.844 e che collegava del 20° battaglione Feldjäger (re- ingerenze delle autorità militari. direttamente il centro minerario parti di fanteria leggera): otto i Parte del diario riguarda il ruolo a Bretto (Log Pod Mangrtom), nei morti, altri sono stati spazzati via della miniera di Cave non solo dal pressi di Plezzo (Bovec), nei tre più tardi. Qui (a Cave) nei negozi punto di vista produttivo e socia- anni di guerra, in base agli archivi non si trova più nemmeno il filo da storici austriaci, transitarono in- fatti ben 446.890 soldati e 400.157 vagoni, con rifornimenti, riserve di truppe e convogli di feriti da dirot- tare, nei casi più gravi, negli ospe- dali di Tarvisio e Villach mentre, i casi meno urgenti e gravi, veni- vano accolti nei presidi sanitari di Cave. Un corridoio che, come già detto, proprio perché sconosciuto ed invisibile all’artiglieria italiana, giocò un ruolo fondamentale nella dodicesima battaglia dell’Isonzo che portò alla rotta di Caporetto Postazioni addossate sulle cenge di Cima Vallone, dell’ottobre ‘17. gruppo dello Jof Fuart - Archivio Komac Tanti i passaggi che conducono il lettore a tempo, luogo e soprat- le, ma soprattutto sotto il profilo tutto al living di cui narra il diario. bellico e delle operazioni militari, Fra i più significativi, quello che fa Medici ed infermieri attendono i feriti specie in relazione alla rotta di riferimento al 24 maggio del 1915, all'uscita della galleria del Monte Re a Cave del Predil - Archivio Komac Caporetto e riconosciuto solo in con l’intervento dell’Italia. tempi relativamente recenti gra- “Domenica di Pentecoste, è la zie soprattutto ad alcuni materiali guerra. La notizia si è diffusa cucito. È finita anche la farina di inediti forniti dal coautore Leopol- verso sera, alle 18.30 e presto granoturco, non si trova più nul- do Komac. si sono già sentiti i primi colpi di la…” Un’opera pertanto, quella di Do- menig e Komac che, grazie a con- tenuti inediti ed immediati, offre nuovi elementi di una parte di sto- ria di uno degli angoli più remoti del Friuli e delle sue montagne e che accomunarono nella soffe- renza, nell’eroismo e nella gene- rosità i contendenti di entrambi gli schieramenti. Piccolo minareto a Bretto (Log pod Mangrtom) costruito per i soldati bosniaci mussulmani - Archivio Komac Storia 29
Storia ERMANNO DENTESANO La “Zona Carnia” INTANT DE PRIME VUERE e veve un compit difensîf, par fâ in mût che la 2a e la 3e armade a podessin scombati cence vê il pro- bleme di cjalâsi indaûr. In sumis, e varès vût di fermâ il sfuarç dal esercit nemì, se par câs al ves vût voie di sfondâ dulinvie dal Cjanâl dal Fier o di chel dal Lusinç. Cus- sì e varès ancje fat di sigurece pal spostament des nestris trupis di bonât a jevât e al contrari, su dute la planure furlane. Il compit difen- sîf nol varès dut câs di vê impedît cualchi sfuarç ofensîf inte valade de Zelie. Cun di plui si veve di olsâ cualchi pontade fin inte valade de Drau, in poie di un eventuâl sfuarç ofensîf de 4e armade; in particolâr si varès podût savoltâ la ferade che Schema oro-idrografico dell'area d'interesse della “Zona Carnia” e garantive il supuart che il centri dal Imperi al puartave viers il Tirôl. Za fa timp, stant che o ai vût inno- Autro-Ungarica durante l’attuale Par sigurâ dutis chestis funzions menât la “Zona Carnia”, cualchi- conflagrazione europea. In chel la Zona Carnia e veve a disposizion dun mi à domandât cualchi notizie document si marcave il fat che 16 bataions di alpins, dôs brigadis e alore o ai pensât di scrivi cuatri l’estri dal esercit talian al veve di di fantarie (Aosta e Piemonte), trê peraulis su cheste cuistion. jessi ofensîf e si presumeve che bataions de Finance, 13 batariis di La prime volte che si cjate cheste intai prins dîs al rivàs fin al Lusinç artiliarie e alc altri. denominazion e je intal document e po dopo, in pôc timp, ae Save. Il La Zone e jere ancje inricjide di che Cadorna al veve mandât fûr, sfuarç ofensîf al jere lassât ae 2e e un complès di fortificazions che si ai 21 di Avost dal 2014, cul titul di ae 3e armade, che a tignivin il front clamave “Piazza Alto Tagliamen- Memoria riassuntiva circa un’azio- dal Grant Mont fin al mâr. to-Fella”; cheste e jere la part plui ne offensiva verso la Monarchia A soreli a mont di dut il front, e sta- a tramontane di un insiemi di fuar- ve la 1e armade, dal Stelvio ae Val- ts cognossût come “Fortezza Ta- sugane, che e veve nome un compit gliamento” e che al lave jù dulinvie difensîf. De Valsugane fin ae Peral- dal flum fin al mâr. L’implant “alto be e jere inschiriade la 4e armade, Tagliamento-Fella” al veve oparis che e veve ancje chê un compit so- al Pas de Maurie, al Mont di Osôf, redut di difese. Se dal câs e varès al Mont Ercole a Glemone, al Mont però vût di sburtâsi indevant bande Feste-Sant Simion e a Scluse. Al- soreli jevât, dulinvie des valadis de tris postaments plui piçui a stavin a Drau e de Zelie. Siele Sante Agnese (Glemone), sul Jenfri chestis dôs cubiis di arma- Mont Cumieli (Glemone), Sul Çuc dis e stave la “Zona Carnia” che, si di Cùrnic (Scluse) e sul Sflìncjis che duncje, e partive de Peralbe, (Resiute). e tignive dutis lis Alps Cjargnelis Il Cuartîr Gjenerâl de Zona Carnia Orientâls e po dopo e pleave in jù al steve a Tumieç e il comant al fo fin al Grant Mont. In sumis e faseve dât al gjenerâl Clemente Lequio. di bertuele jenfri la cubie di arma- La Zone e jere scompartide in dis de Basse (la 2e e la 3e) e chê di doi setôrs: il “Settore “But-Dega- soreli a mont (la 1e 2 la 4e). no” al lave de Peralbe fintremai Cumò che o vin viodût dulà che la al Culâr (o Cjâf dal Om), là che al Zona Carnia e jere logade, cirìn di scomençave il “Settore Fella”, che capî ce fuarcis che e veve e cuai al finive al Grant Mont. Li risiervis che a jerin i siei compits. de Zone a stavin a Darte, a Vile di Chescj a forin definîts cu la dire- Cjargne, a Tumieç e a Vençon. tive dal 1n di Setembar dal 1914, là che si dîs che la “Zona Carnia” 30 Storia
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