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In ontagna In questo numero La Rivista del CAI Perugia Anno II numero 8 - 2022 Periodico trimestrale del Club Alpino Italiano 03 EDITORIALE Sezione di Perugia Autorizzazione Tribunale 04 DEBORAH SALANI: IL CAI CHE VORREI di Perugia n. 6/2020 del Intervista alla neo Presidente della Sezione Registro Stampa del 17/09/2020 07 SULLE VIE FERRATE DELLE DOLOMITI Direttore responsabile Undici nostri soci in azione sui luoghi della Grande Guerra Gabriele Valentini (gabrvalentini@gmail.com) 11 UNA BELLA SETTIMANA IN VAL DI FASSA Redazione Tante escursioni di ogni livello per un gruppo in piena forma Francesco Brozzetti Fausto Luzi Ugo Manfredini 14 NASCE LA SCUOLA INTERREGIONALE Alessandro Menghini Marco Piselli è stato nominato direttore Marcello Ragni Hanno collaborato 16 UN PROGETTO SCIENTIFICO IN ISLANDA a questo numero Tra i protagonisti il nostro istruttore speleo nazionale Felice La Rocca Rodolfo Cangi Giorgio Furin Felice La Rocca 20 IL FENOMENO DELLE PANCHINE GIGANTI Leonardo Majorana Anche a Perugia, nei pressi di Colle Umberto I, se ne trova una Vincenzo Ricci Direzione, Redazione 22 LUNGO LA VIA DEI PASTORI e Amministrazione Un lupo, una volpe e un orso... Via della Gabbia 9 06123 Perugia Tel.: 075.5730334 23 QUELLA SALITA SUL MONTE ARARAT Orari di apertura: Breve resoconto di una spedizione del CAI Perugia di 10 anni fa martedì e venerdì dalle ore 18,30 alle ore 20,00 posta@caiperugia.it 28 SAN BENEDETTO DEI CONDOTTI Una scoperta camminando per le vie della nostra città Progetto grafico ed impaginazione Francesco Brozzetti 31 VITA ASSOCIATIVA Stampa: Xerox Global Document Outsourcing P.zza Italia, 2 06121 Perugia 1a di copertina: 4a di copertina: Esplorazione delle grotte in Islanda In azione sulle ferrate della Val di Chiuso in tipografia Fassa il 30 settembre 2022 2
Editoriale Gabriele VALENTINI Con questo ottavo numero termina gli ormai numerosissimi “gruppi ormai tradizione un’intervista alla il secondo anno della rivista che whatsapp” che quasi sempre sono nuova presidente Deborah Salani esce in un periodo molto impor- animati e gestiti dagli stessi soci con la quale abbiamo discusso tante per la sezione. Infatti, ottobre CAI. degli argomenti più importanti del e novembre sono i mesi nei quali Naturalmente non abbiamo nien- momento e delle prospettive della viene messa a punto gran parte te contro questi gruppi (anche sezione per il prossimo triennio. dell’attività per il 2023. chi scrive ne fa parte) che spesso Estate è tempo di vacanze e per L’anno che sta finendo è stato fanno itinerari davvero interessanti molti perugini questo significa quello della ripresa dopo il Covid e che possono “costruire” le loro Trentino. Leonardo Majorana e e, pur con qualche lacuna, è stato escursioni con più agilità e rapidità, Rodolfo Cangi rispettivamente ci ben coperto da tutti i gruppi con liberi dalle pastoie burocratiche che raccontano delle impegnative fer- un’attività intensa e varia. E non era caratterizzano il CAI, però sarebbe rate affrontate sulle Dolomiti e di un facile se ripensiamo alle condizioni bello che sul lato dell’escursioni- bel trekking in Val di Fassa. in cui ci trovavamo al momento del smo la sezione di Perugia potesse L’istruttore nazionale di speleolo- “varo” del calendario, vale a dire offrire almeno la stessa quantità e, gia Felice La Rocca, invece, è stato il novembre 2021. Adesso, incro- soprattutto, qualità, che offrono protagonista con il gruppo La Venta ciando le dita, la situazione sembra altre sezioni dell’Umbria. di un’interessante esperienza in quasi normalizzata dal punto di A questo punto occorre introdurre Islanda dove ha monitorato fra vista sanitario mentre l’incertezza anche un altro tema collegato, l’altro i tubi lavici formatisi dalle regna sul fronte economico. quello dei conduttori. Uno dei recenti eruzioni vulcaniche: bello il Comunque la sezione si sta im- motivi che hanno portato a que- suo racconto con eccezionali foto pegnando per allestire un’annata sta carenza di uscite domenicali è a corredo. ricca di appuntamenti per i soci: dovuto alla mancanza di persone In un altro articolo c’è anche quella nel mese di settembre si è tenuta disponibili. Chi organizza il martedì che definiremmo una sorpresa, una riunione con i referenti dei o il giovedì (e neppure lì abbon- infatti nei pressi di Colle Umberto principali gruppi, nella quale sono dano, basta guardare i nomi sulle è stata recentemente installata state indicate, fra le altre cose, le locandine: sono quasi sempre gli una panchina gigante tipo quelle linee guida. stessi che ricorrono) difficilmente che abbiamo visto in molte zone Quello che auspichiamo è che ci ha tempo e voglia di spendersi pure delle Alpi. Crediamo che varrebbe siano tante proposte da valutare, nei festivi. Anche perché bisogna la pena farci un salto per vederla soprattutto per quanto riguarda le tener conto che ogni escursione da vicino. uscite domenicali di escursionismo deve prevedere almeno una se non Un nostro socio, anche lui istrutto- che hanno avuto nel 2022 un po’ due ricognizioni che prendono altro re nazionale ma di escursionismo, troppe pause. Infatti, se i gruppi tempo e denaro. Marco Piselli è diventato direttore seniores (nelle due versioni del Sarebbe interessante che qualcuno della neonata scuola interregionale martedì e del giovedì) non hanno dei soci più esperti ma soprattutto di escursionismo Umbria-Marche. perso un colpo nella programma- i più giovani che sono usciti dai In un’intervista ci spiega quali sono zione, recuperando anche le uscite recenti corsi di escursionismo avan- le funzioni della scuola e i suoi rinviate per maltempo, non è stato zato cominciassero a dare il loro obiettivi. così per i festivi. contributo alla sezione in questo Come “amarcord” invece Leonardo E in effetti parecchi soci lo hanno campo. Non si chiede molto: una o Majorana descrive le fasi salienti di fatto presente: chi lavora non può due uscite all’anno possono essere uno dei trekking più evocativi fatti certo prendere un giorno di ferie sufficienti per far sì che il carico di in passato dal CAI Perugia: la scalata per camminare durante la settima- impegno sia più equamente sud- del mitico Monte Ararat. na, se non in casi eccezionali e se diviso e che si possa offrire ai soci E non poteva mancare anche in manca un’escursione alla domenica una maggiore possibilità di scelta. questo numero il tradizionale ar- (o magari anche al sabato, perché Oltre che fare esperienza pratica di ticolo di Francesco Brozzetti sulle no?) rimangono delusi e spesso si quello che si è appreso in teoria. bellezze del Perugino: stavolta appoggiano ad altre sezioni CAI Passiamo ora agli argomenti che scrive della chiesa di San Benedetto oppure scelgono di confluire ne- troverete in questo numero. Come dei Condotti. 3
Deborah Salani “Ecco il mio programma” Intervista alla neopresidente della nostra sezione che ha appena iniziato il mandato Gabriele VALENTINI Da tre mesi è la nuova presidente del per il nostro statuto, è eletto dal to, nei casi in cui non è avvenuto, CAI Perugia: Deborah Salani è stata Consiglio, questa “incoronazione ha dato problemi. Poi ho avuto la eletta dal Direttivo dopo essere stata popolare” fa piacere. fortuna di trovare, tra gli eletti, Eu- la candidata più votata nelle elezioni genia Franzoni che ha le capacità e del 17 giugno e condurrà la sezione Alla vigilia delle elezioni pensavi le competenze per svolgere il ruolo. per il prossimo triennio. di arrivare a questa carica? di tesoriere. Quando lei si è offerta Socia dal 2013, Deborah è arrivata No, pensavo di essere rieletta e con- di occupare questa “casella” allora alla massima carica dopo aver oc- tinuare nel mio ruolo di tesoriere al ho pensato che poteva davvero cupato nel precedente mandato gli quale ero, per così dire, affezionata. essere il mio turno. Dico la verità, incarichi di segretaria e di tesoriere. Questo perché è un impegno che se non ci fosse stata Eugenia a Con lei vogliamo tracciare il punto ben conoscevo per la mia attività prendere il mio posto sarei rimasta della situazione e delle prospettive lavorativa, ma soprattutto perché dove ero e avrei, anche se a malin- della nostra sezione che, lo ricordia- negli ultimi due anni ho dato un cuore, rifiutato la carica perché mi mo, è la seconda per importanza del notevole contributo alla sua nuova piaceva troppo quel lavoro e volevo Centro-Sud Italia. impostazione che era richiesta dai portarlo avanti. tempi e dalle leggi. Un lavoro impe- Prima di tutto, complimenti De- gnativo e forse poco appariscente E adesso… borah. Ti aspettavi questo risul- ma che è determinante per il buon Adesso voglio mettermi alla prova tato alle elezioni? funzionamento della sezione e che su qualcosa che non avrei mai pen- Assolutamente, certo pensavo di mi ha dato anche soddisfazioni. sato di fare. Quello che garantisco, avere un buon numero di con- per ora, è il massimo impegno e una sensi anche per la mia attività nel Poi che è successo? buona dose di entusiasmo. Sono triennio, ma di essere la più votata Quando ci siamo riuniti prima del anche contenta che Angelo Pecetti proprio no. Certo che comunque Direttivo ho pensato che la persona sia rimasto come vicepresidente. questo risultato è importante, più votata dovrebbe sempre fare il Lui è nel CAI da una vita e conosce perché se è vero che il presidente, presidente anche perché in passa- tutto l’ambiente, non solo perugi- 4
no, e soprattutto conosce quelle Questo non deve accadere e quan- Il progetto di fare diverse inter- sottili dinamiche anche personali do esamineremo le nuove proposte sezionali, proposto dal Regionale, che la sottoscritta, che è qui da solo per il 2023 a novembre ne terremo ha avuto poca fortuna. 9 anni, non può conoscere in pro- conto. E’ stato calato dall’alto e invece fondità e questo in molte occasioni questo dovrebbe essere qualcosa sarà utile. Bisognerebbe anche convincere che viene dal basso. Io credo in i vari ASE, AE etc a essere più queste iniziative e spero che si Ora si tratta di lavorare. propositivi. facciano, però so bene che ci sono Credo che sia importante dare Questo è sicuro, anche perché anche delle criticità da superare. continuità a quello che fatto il devono mantenere il titolo. Ma precedente Direttivo di cui do un io pensavo anche di coinvolgere Alcuni soci hanno chiesto come giudizio positivo, anche se due anni chi esce dai corsi di escursionismo mai non si fa più la cosiddetta di Covid hanno impedito ogni tipo avanzato. Bisogna fare in modo Settimana verde, cosa rispondi? di progettualità, facendo spesso che siano inseriti subito nell’attività E’ un discorso complesso, cerco di vivere alla giornata. E’ molto utile sezionale e che, dopo aver ricevuto, riassumere. Così com’era concepita anche che ci sia stato un parziale diano anche un contributo al CAI fino a qualche anno fa, secondo ricambio (4 su 9, ndr) perché queste Perugia e non facciano solo piccoli me, non è più proponibile. Oggi persone possono portare nuove gruppetti whatsapp, sicuramente le esigenze sono diverse e poco idee e iniziative. Sarà importante leciti per carità, ma anche un po’ compatibili con quello che una che nel Consiglio ognuno abbia un esclusivi. Però ho anche altre idee volta era chiamato “spirito del CAI”, suo ruolo e non sia una semplice in proposito. dobbiamo prenderne atto. Credo pedina che venga alle riunioni solo sia più giusto sostituirla con mol- per votare e che quindi possa dare Quali? teplici uscite in montagna di una un suo contributo al buon funzio- Coinvolgere di più il Gruppo Senio- settimana, come sono state fatte namento della sezione. res, il più numeroso della sezione. anche quest’anno (Aspromonte, So bene che già organizza una Como, Moena, Piemonte, etc.) e che Parliamo di cosa bolle in pentola quarantina di giovedì, però sarebbe più rispondono alle richieste dei nei prossimi mesi. bello che una volta al mese alcuni di nostri soci. Inoltre proponiamo così Il primo obiettivo che mi pongo è loro proponessero qualcosa anche un’offerta variegata sia per tipolo- una sempre maggiore integrazione per chi lavora ed è libero solo nel gia che per date e quindi ognuno del Gruppo Speleo nella nostra weekend. può trovare quello che meglio gli si sezione. Non penso di poter cancel- Il patrimonio di conoscenze di addice, piuttosto che una settimana lare anni di problemi in un attimo questo gruppo, che ben conosco, fissa, tutti insieme in un albergo. ma credo che sia anche giunto il è immenso sia dal punto di vista momento di mettere una pietra organizzativo, sia della conoscenza Invece sulla proposta di organiz- sopra al passato e cominciare una del territorio che da quello cultu- zare una giornata ecologica? nuova stagione. Da questo punto rale. Già quest’anno si è visto qualcosa, Sicuramente è qualcosa che manca di vista l’arrivo nel Direttivo, e in un ruolo importante, della loro presi- e ne sono felice, però vorrei che al nostro CAI. Spero proprio che dente Eugenia Franzoni mi fa ben facessero un po’ di più. sia possibile metterla in calendario sperare. Poi dobbiamo affrontare i vari problemi della sezione. Un problema che si è verificato negli ultimi anni è la carenza di proposte per le escursioni dome- nicali. Sì, l’ho notato anch’io: consideran- do tutta l’annata abbiamo meno escursioni di sezioni più piccole e questo non è bello. Studieremo come fare e soprattutto come or- ganizzarle meglio. In alcuni casi si è anche verificato che l’assenza di un solo proponente abbia porta- to all’annullamento e che alcune escursioni rinviate per maltempo non siano state più recuperate. 5
nel 2023. Penso che la situazione all’anno sia i Martedì CAI che il di un costo inferiore a quello di un sulle nostre montagne non sia in Gruppo Seniores possano utilizzarla normale cinema. generale disastrosa però in alcune per una salsicciata. Stesso discorso località, come a Monte Malbe ad per le attività dell’Alpinismo Giova- Novità sulla Biblioteca sezionale? esempio, bisognerebbe intervenire. nile che potrebbe sfruttarla come Abbiamo contattato il Sistema E’ una proposta della quale terremo base anche con pernottamenti. biblioteche che ci darà un aiuto conto anche per vedere qual è la per catalogare il tutto elettronica- risposta effettiva dei soci. Riprenderanno le proiezioni di mente. Quarta Parete? Bisognerà anche “ripulire” il mate- Capitolo Casetta Ciccaia, che ci Ci stiamo lavorando proprio in riale per vedere quello che può an- puoi dire? questi giorni: siamo in contatto cora interessare e potremmo anche Il progetto di fattibilità per una con il Postmodernissimo e anche raggiungere un accordo affinché i ristrutturazione parziale, che il con Trento per stabilire le pellicole libri più antichi o interessanti, pur Direttivo ha approvato qualche e le date. Il problema dei costi, che rimanendo di proprietà del CAI, sia- mese fa, sta andando avanti grazie hanno pesato negli anni scorsi, no dati alle biblioteche in modo che all’entusiasmo del nostro “rifugi- non è indifferente e per questo tutti possano consultarli, visto che sta” Giacomo e anche grazie alla sarà chiesto, a chi assisterà, una qui non è possibile farlo se non in collaborazione finanziaria della Co- quota di partecipazione, non più condizioni precarie e di fatto sono munanza che rimane pur sempre la volontaria - anche per non ritrovarci inutilizzati. proprietaria dello stabile. Insisterò con monetine da 5 e 10 centesimi affinché i Gruppi la usino di più e come purtroppo è successo - ma Per ultimo, ma non perché sia spero che almeno un paio di volte un vero e proprio biglietto sia pure meno importante, la nuova sede dei Conservoni. Finalmente, dopo lunghe peripezie, a metà ottobre dovrebbero conse- gnarci le chiavi. Credo che sia un evento importante per la nostra sezione, non solo per- ché dà una soluzione al problema del Gruppo Speleo che era sfrattato da via Settevalli, ma anche perché in questa maniera possiamo avere un luogo dove poterci aggregare. Parliamoci chiaro, i nostri soci, ad eccezione dei pochissimi che ancora abitano in centro, non ne vogliono sapere di venire in sede: la trovano scomoda, lontana dai parcheggi e così via. Speriamo, con questo edificio a Monte Pacciano, di risolvere al- meno in parte il problema, anche per le riunioni dei gruppi, quelle organizzative dei trekking o per i corsi di escursionismo per esempio. Riconosco che non è la soluzione ottimale ma è già meglio di via della Gabbia che comunque rimarrà, lo ribadisco, la nostra sede ufficiale anche per lo svolgimento di ogni attività burocratica. A questo proposito vorrei informa- re che tra non molto sarà - final- mente - operativo il POS e quindi non sarà più necessario pagare in contanti le iscrizioni, le assicurazioni e ogni altra transazione. Naturalmente sul sito daremo tutte le informazioni riguardo all’argo- mento. 6
Sulle vie ferrate delle Dolomiti Nei luoghi della Grande Guerra ricordando Leandro Fagiolini Leonardo MAJORANA La via ferrata che sale alla To- fana di Rozes è intitolata alla memoria della M.O. al Valor Militare Giovanni Lipella, morto nel 1918 in combattimento. La ferrata è considerata di media difficoltà con alcuni passaggi più impegnativi nella parte finale, ma la difficoltà principale consiste nella sua lunghezza complessiva. In genere s’inizia il percorso di avvicinamento dal Rifugio Di- bona (2053 m). La via è divisa in due sezioni, la prima più lunga, nella quale si guadagna poco in altitudine in quanto la risalita della galleria del Castelletto e dei successivi gradoni attrezzati viene parzialmente compensata dal percorso digradante delle cenge. Questa parte termina presso le Tre Dita (2700 m), dove si trova con formaggio fuso. una via ferrata; Giorgio ricorda che un bivio dal quale si può scendere C’è stato un momento toccante Leandro fu precursore dell’uso del per sentiero al Rifugio Giussani quando Giorgio, con grande te- GPS e scrisse anche un manuale oppure si può continuare per la nerezza e emozione, ha voluto sull’argomento, e la descrizione di seconda sezione, più breve ma più ricordare il socio Leandro, suo tutti i percorsi effettuati dal gruppo impegnativa, con alcuni passaggi caro amico, animatore del gruppo è tuttora consultabile al sito https:// verticali, dove si risalgono 300 I Corridori, il quale nel settembre www.icorridori.org/. metri di quota. Qui termina la fer- 2013 pernottò in questo rifugio e il I due organizzatori, Carlo e Marco, rata. Ora occorre rimontare altri giorno appresso improvvisamente viste le previsioni meteo aggiorna- 200 metri di dislivello lungo la via ci lasciò, dopo aver completato te, decidono per il giorno dopo di normale se si vuol raggiungere la croce di vetta (3225 m). [Breve sintesi tratta da ferrate365.it] 18 agosto – l’arrivo Da Perugia muovono 11 soci CAI. L’eccellente rifugio Dibona è como- damente raggiungibile col proprio mezzo. Arriviamo nel pomeriggio. Temporali consistenti durante il viaggio, però in serata il tempo si rasserena. Tuttavia le previsioni me- teo per il giorno dopo, nel quale è prevista la ferrata Lipella, non sono affatto incoraggianti. Siamo allog- giati nella foresteria esterna, in due camerate. Cena molto buona dove è stata molto apprezzata la polenta 7
fare un percorso meno impegna- e a raggiungere l’imbocco della gal- corso, veramente impressionante, tivo e più breve, il Kaiserjäger e leria. Sta piovendo. Indosso il casco si aprono cavità, baraccamenti, la galleria del Lagazuoi. La ferrata con la torcia frontale e mi affretto imbocchi di altri tunnel crollati, Lipella verrà rimandata al giorno assieme a Maria, Franca e altri in fino a una baracca a due piani con successivo. Decisione che si rivelerà discesa, ma per la galleria ci voglio- alcune finestre (sicuramente rico- molto saggia! no almeno dieci minuti e ora sta struita) incastrata in piena parete piovendo forte. Procediamo in or- alla quale si può accedere, e qui 19 agosto – Kaiserjäger, galleria dine sparso. All’imbocco del tunnel molti di noi si fanno fotografare del Lagazuoi, cengia Martini (noto anche come Galleria di Mina), affacciati a salutare e Marco dice Durante la notte al rifugio sentiamo ci raduniamo, chi già all’interno, “Eccoci arrivati all’albergo di stase- intenso lo scroscio della pioggia. La aspettando gli ultimi. Accendo la ra!“ La cengia termina e si ritorna mattina alle 7 il cielo è nuvoloso torcia e iniziamo la discesa. La gal- indietro. Il tempo volge al bello e ma non piove più, temporali sono leria, lunga quasi un chilometro, fu fa bene sperare per il giorno dopo. previsti nelle ore centrali, per cui scavata dai soldati italiani dall’im- In mezz’ora scendiamo per sentiero viene confermato da parte degli or- bocco dalla Cengia Martini fino alla al passo Falzarego e al parcheggio. ganizzatori il progetto di percorrere sommità per minare le postazioni Abbiamo completato il giro e siamo il sentiero attrezzato Kaiserjäger austriache. Oggi il percorso, molto tutti molto soddisfatti. Sostiamo a che dal passo del Lagazuoi sale al umido e buio, è attrezzato con fune un bar dove i più consumano birre, Lagazuoi stesso e scendere poi per metallica, è assai ripido. Scendiamo battuta di Michele “Gesù ti vede se la galleria; se il meteo lo consentirà i numerosi gradini, sostenuti da ne ordini una piccola!” potremo poi esplorare anche la tronchetti di legno, su sassetti e pie- Ora scendiamo con le auto a Livi- cengia Martini. trame bagnato, tenendoci al cavo, nallongo, dove prendiamo alloggio Dal parcheggio al passo si percorre attenti a non scivolare, seguendo per due notti in albergo. Nel pome- un sentiero che risale sui vasti coni le innumerevoli curve a spirale del riggio, ahimè, ricomincia a piovere. detritici causati dallo scoppio delle tunnel. Ogni tanto delle feritoie Quando io e Maria, assieme a Fran- mine fino all’inizio del Kaiserjäger. laterali aperte sulla parete rischia- ca, Michele e Roberto usciamo più Questo è un sentiero che rappre- rano l’ambiente. La discesa mette tardi per cercare un market piove sentava la via di comunicazione a dura prova le ginocchia, anche a dirotto! Alle 19 ci ritroviamo tutti tra il fondovalle e le postazioni perché spesso bisogna procedere insieme per la cena. Siamo a mezza austriache in quota. Oggi il sen- un poco incurvati. Per arrivare in pensione e la proposta dei piatti tiero è stato risistemato e messo fondo impieghiamo forse poco esprime molto la tipicità locale, in sicurezza, costituisce quindi di meno di un’ora. Il tunnel termina su esempio di primi piatti tra cui sce- fatto un sentiero attrezzato. Per un terrazzo riparato dal quale si può gliere: spaghetti aglio e olio, tortel- percorrerlo con la dovuta sicurez- facilmente accedere alla Cengia lini in brodo, penne all’arrabbiata! za tutti i componenti del gruppo Martini. Dovrebbe essere circa la Secondi di carne non infami e per indossano imbraco, casco e set da mezza. Non piove più, anzi, il cielo fortuna Francesco, il più giovane ferrata con dissipatore. Il percorso si sta rischiarando, per cui Marco e della compagnia, vegetariano, rie- non presenta difficoltà tecniche ma Carlo propongono senz’altro la visi- sce a farsi fare un’omelette. in alcuni tratti è comunque molto ta della cengia. Dopo cinque minuti Il meteo per domani è incerto! esposto ed è bene essere assicurati di riposo ci rimettiamo imbraco e kit Speravamo in un tempo più stabile al cavo di sicurezza. Percorrendo da ferrata perché la cengia, in alcuni ma non è così, meglio di oggi, que- un sistema di cenge si raggiunge tratti franata anche per le mine che sto sì, ma rimane comunque una un ponte sospeso lungo almeno vennero adoperate dagli austriaci, copertura nuvolosa con una bassa 10 metri e quindi per un’ultima è in alcuni tratti molto esposta e probabilità di pioggia. Si proverà a cengia si raggiunge la cresta e la attrezzata con cavo. Lungo il per- fare la famigerata via ferrata Lipel- cima del Piccolo Lagazuoi a 2778 m. Il gruppo è affiatato e procede bene. I due organizzatori Marco e Carlo procedono in testa e in fondo rispettivamente. Intorno alle 10.30 siamo tutti intorno alla croce di vetta. Vasto il panorama tutto in- torno sul Sass de Stria, Fanes e più indietro fino alla Marmolada. Chi già conosce questi luoghi illustra e indica le cime più importanti, ma il cielo è tutto coperto e scure nuvole temporalesche si stanno avvici- nando. Scendiamo velocemente al vicino rifugio Lagazuoi, ma Giorgio, Marco, Carlo ci invitano a muoverci 8
la. Otteniamo dall’albergo di farci sionante. Finalmente, dopo ormai preparare la colazione alle 6. quasi cinque ore dalla partenza, arriviamo al termine di questo pri- 20 agosto – Via ferrata Lipella alla mo tratto, dove una larga cengia ci Tofana di Rozes consente di fermarci e sostare un Dall’albergo al rifugio Dibona ci poco, aspettando di riunire tutto il vogliono 40 minuti di auto, così alle gruppo. Non piove più. Siamo alla 7.40 siamo di nuovo al parcheggio via di fuga vicino alle Tre Dita, a e iniziamo a camminare. Tempo co- quota 2700, abbiamo completato perto ma non sembra voler piovere. circa 2/3 della ferrata. Sono quasi le Il sentiero che conduce all’attacco una, ne approfittiamo per mangiare della Lipella sale traversando sotto qualcosa e per decidere. Alcuni la grande parete sud della Tofana di noi vorrebbero continuare per di Rozes, quindi piega a destra ed l’ultimo tratto di ferrata, che risale entra alto sulla Val Travenanzes per altri 300 metri di dislivello. Altri fino all’imbocco della galleria del come me, Giorgio, Sandro, vorreb- Castelletto. Ci troviamo a circa bero ormai scendere per il sentiero 2470 metri di quota. Qui indossia- fino al rifugio Giussani. I direttori mo casco con torcia, imbraco e set di escursione, Marco e Carlo, fatta da ferrata. La galleria è un budello una valutazione, visto che non sono elicoidale lungo 500 metri costru- previsti temporali ma al più deboli ito dagli italiani nel 1916 a colpi piogge, viste anche le buone con- di mina e di perforatrici. https:// dizioni dei partecipanti, decidono di www.frontedolomitico.it/Luoghi/ dividerci in due gruppi: Francesco, tofane/23_galleria.html. Luigi, Roberto, Michele, guidati da All’uscita un breve tratto non at- Marco continueranno la ferrata; trezzato conduce all’attacco della Giorgio, Sandro, Leonardo, Maria, giorno, faremo una ferrata più ferrata, sono passate circa due ore Franca, guidati da Carlo scende- breve, la Fusetti al Sass de Stria e dalla partenza. C’è vento forte e ranno verso le Tre Dita e il rifugio poi rientro a Perugia. fastidioso, alcuni di noi si coprono Giussani. Mi tolgo con soddisfazio- meglio. Ci sono tratti di traverso ne l’imbraco, che non servirà più. 21 agosto – Via ferrata Fusetti al in leggera salita, non troppo im- Iniziamo a scendere. Interessanti Sass de Stria pegnativi, che conducono a cenge queste Tre Dita che sono tre piccole Questa domenica il tempo è splen- spettacolari dove però si perde torri scavate dai militari a controllo dido. Carichiamo tutti i bagagli in quota. Alcuni tratti di cengia non delle vallate sottostanti. In neanche auto e alle 8.30 siamo già all’inizio sono attrezzati. Bisogna attra- un’ora di sentiero lungo ghiaioni del sentiero che porta a questa versare due profonde e lunghe raggiungiamo il rifugio Giussani, ferrata realizzata nel 2018, che spaccature, dove dall’alto gocciola dove sostiamo con una bevanda acqua in modo consistente, e lì ci si calda. Messaggi WhatsApp arrivano bagna per forza. Poi inizia a piovere dall’altro gruppo: avevano comple- leggermente. Sento le gocce pic- tato la ferrata, che nell’ultimo tratto chiettarmi sul casco. Continuiamo presenta tratti verticali più difficili, perché tornare indietro ormai non e si erano fermati a 100 metri sotto conviene, più avanti sappiamo la cima, nuvole insistenti e la ripresa che c’è una possibile via di fuga della pioggia li avevano consigliati alle Tre Dita. La pioggia aumenta di non continuare e di iniziare la di intensità, in breve la roccia e il discesa per la via normale, che cavo metallico sono bagnati. Mar- nei primi tratti è molto scomoda co procede in testa e dà consigli su ghiaioni ripidi. Noi torniamo a Maria che è subito dietro, poi ci al rifugio Dibona dove arriviamo sono io, in fondo chiudono Carlo, per le 16. Il tempo si è rimesso e con Giorgio e Sandro. Siamo abba- ci sistemiamo al sole. Torniamo in stanza sparpagliati. Nel procedere albergo. Il gruppo che aveva con- ora inevitabilmente si va più piano. tinuato tornerà giù al parcheggio I tratti di arrampicata non sono verso le 18, sicuramente più stanchi più piacevoli, con la sensazione di noi. La cena viene quindi spostata dei guanti e delle dita sul cavo alle 19.30 per dar modo a questi di bagnato e con le punte delle scar- fare almeno una doccia! A cena si pe in aderenza su piccoli appoggi intrecciano i commenti e i racconti umidi, non bisogna scivolare. Lo di questa bella avventura. Siamo spettacolo della parete è impres- tutti soddisfatti. Domani ultimo 9
ricalca la salita disperata che un metri. C’è un discreto affollamento Salutiamo i nuovi e vecchi amici di drappello di soldati Italiani tentò perché qui si può salire anche per questa intensa tre giorni. per conquistare la cima durante la comoda via normale che noi Ancora complimenti agli organiz- il conflitto della Grande Guerra. seguiremo per scendere. zatori, i quali hanno saputo modi- (https://lagazuoi.it/IT/percorso13- Molte famiglie con ragazzi, qual- ficare i programmi adattandoli a un Via-Ferrata-Sottotenente-Fusetti). cuno ha portato anche il cane che, meteo non favorevole e ci hanno Il primo tratto è abbastanza facile, nei tratti più ripidi e con scale, è fornito interessanti informazioni quasi un sentiero attrezzato, dove stato accomodato nello zaino! Via, storiche su vicende della Grande si potrebbe salire anche in piace- bisogna tornare! Scendiamo veloci Guerra, stimolando la curiosità e vole arrampicata senza assicurarsi. e alle 13 siamo già al parcheggio. l’interesse di tutti. L’ultimo pezzo è più difficile ed esposto con tratti verticali. Si esce sulla cresta di questa strategica In ricordo di Leandro montagna, tutta scavata da trincee, Come ogni volta che passo per Cortina, sono andato a trovare Leandro dove è stato realizzato un percorso al cimitero dove riposa dal 14/09/2013 in seguito ad un problema quasi obbligato che seguendo cardiaco dopo essere arrivato in cima alla Tofana di Mezzo (3244 stretti camminamenti, trincee, con m) mediante le impegnative ferrate Olivieri (Punta Anna) ed Aglio. l’aiuto di scalette di ferro e di legno, Come ho già fatto con i par- porta alla cima rocciosa a 2477 tecipanti, desidero cogliere l’occasione dell’uscita sopra descritta per ricordare que- sta importante figura del Cai di Perugia a tutti i soci. Leandro è stato un precursore nell’ambiente escursionistico per l’uso del Gps e soprattut- to per la creazione nell’an- no 2002 di un sito ancora funzionante “icorridori.org” dove ha descritto in modo magistrale le escursioni fat- te (allegando le tracce Gps, etc.) in modo da facilitare al massimo la loro ripetizione. Invito tutti i soci a consultare questo sito dove troveranno numerose escursioni interes- santi e questo sarà pure un modo per ricordare ancora il nostro compagno Leandro. Giorgio Furin 10
Un’intensa settimana in Val di Fassa Escursioni e ferrate a raffica per un gruppo che non si è mai fermato Rodolfo CANGI - Foto di Vincenzo RICCI Si parte sconosciuti e si ritorna amici Una volta, perché ciò accadesse, erano necessari eventi tragici (ri- cordiamo Enrico V ed il celebre mo- nologo “noi pochi, noi felici pochi, noi banda di fratelli...” alla vigilia della battaglia di Azincourt), oggi, per nostra immensa fortuna, basta una serie di escursioni in montagna. Ed è quello che ci è successo nella bella settimana passata a Moena dal 28 agosto al 4 settembre. Prima di tutto due parole sull’ho- tel scelto dal nostro Vincenzo (su cui, nel prosieguo, avrò da dire qualcosina), pensavo non fosse più possibile alloggiare e mangia- re, nella splendida cornice delle Dolomiti, in modo assolutamente dignitoso senza doversi svenare, prima per la stessa settimana del programma ma, d’altra parte, siamo invece ci siamo riusciti. Una tipica prossimo anno. andati a camminare... gestione famigliare in una location Alcuni, tra cui chi scrive, sono stati Come dicevo, la sera del primo non nuovissima quindi niente lussi alloggiati al quarto piano (non giorno, erano pochi i visi conosciuti ma di quello che ci serviva non è c’è ascensore), facendo un conto ma durante la settimana si sono mancato nulla al punto che, viste approssimativo in otto giorni do- strette conoscenze che ci permet- le richieste già arrivate per il 2023, vremmo aver fatto il dislivello di teranno di organizzare belle cose ci siamo decisi a prenotare quanto una escursione che non era nel nei monti di casa nostra. 11
tre gruppi, uno dal Passo San Pel- legrino ha toccato il rifugio Fuciade e la Furcia Rossa, mentre l’altro dal Passo Costalunga ha girato intorno alla Roda di Vael per il rifugio Pao- lina, il Vael ed il Passo Vaiolon (una vista impressionante nell’avvicinarsi a quest’ultimo con due “pettate” che a qualcuno hanno fatto dire “io lassù non ci vengo...”). Il terzo si è tolto la voglia di ferrate affrontando la Santner e portandola a termine con grande soddisfa- zione. Veniamo al terzo giorno in cui sem- brava essere praticamente certa la pioggia (che poi ha preferito andare altrove), quindi doveva essere “un giro intorno a Moena” per far ripo- sare le gambe a metà settimana. Infatti la camminata è stata di soli 24 chilometri lungo l’Avisio. Un piccolo gruppo si era nel frattempo staccato per andare a percorrere Il meteo? Ci ha fatto passare quasi Camminata, questa, un po’ diversa una parte del Viel del Pan. tutti i giorni temendo un acquazzo- da quelle consuete in cui ti trovi la Il giovedì, visto che il giorno prima ne nel pomeriggio, quindi con una salita davanti, la discesa dietro e non avevamo praticamente fatto certa, prudente, fretta di rientrare e la vetta che si avvicina pian piano, nulla, (piedi e ginocchia non erano invece siamo rimasti sempre asciut- camminare in cresta ti fa sentire il d’accordo) siamo andati a Passo ti (o quasi). vuoto da entrambi i lati e, spesso, Sella in auto per salire alla Forcella Una sintetica cronaca della setti- pare di volare. Demetz (tra il Sassolungo e le Cin- mana. Devo dire che, quest’anno, facendo que Dita, in effetti c’è una comoda Il primo giorno la nostra guida ci tante escursioni intorno alla Regina cabinovia ma se non soffro non mi ha fatto salire in cabinovia al rifugio delle Dolomiti la squadravo con diverto). L’ambiente è veramente Buffaure da cui abbiamo cavalcato occhi diversi dal solito cercando grandioso, le pareti di roccia sem- creste e vette sul sentiero Lino Pe- sempre un punto preciso (vi lascio brano schiacciarti da tutte le parti deriva fino al Passo San Niccolò per immaginare quale) e ricordando e si respira un’aria diversa: pietra, scendere al rifugio Contrin che si dove, in altre ascensioni, ero pas- roccia e sassi. trova praticamente sotto la parete sato. Sulla sinistra del Rifugio Demetz sud della Marmolada. Il secondo giorno ci siamo divisi in è stata recentemente aperta una via ferrata che si snoda su placche e strette creste affilate, con un ponticello sospeso nel vuoto che a diversi ha fatto venire l’acquolina alla bocca. Dalla Forcella siamo scesi al Rifugio Vicenza e poi ancora più in basso per prendere il sentiero che gira in- torno al Sassolungo fino al Comici. Attraverso la Città dei Sassi (come sempre un vero giardino roccioso) siamo tornati al Passo Sella. Bella cavalcata ma che ci è pesata meno delle altre, nonostante il muro iniziale, forse perché sapeva- mo che in hotel ci aspettava la cena tirolese, non infierisco e vi lascio immaginare quali possono essere state le diverse portate. Il quinto giorno, venerdì, due di- verse mete: il Piz Boè e il Lago di 12
Antermoia. Andiamo per ordine perché qui ci vuole qualche dettaglio. La prima parte dal Pordoi e sale al rifugio Maria (anche qui c’è una comoda e panoramica funivia ma siamo venuti a camminare…), ap- pena ci si è aperta la visuale sul Piz Boè le nuvole che avevamo bucato salendo si sono aperte e, ammetto, mi sono quasi commosso. Ma ce lo meritiamo un mondo così bello noi che cerchiamo in tutti i modi di distruggerlo? La capanna Fassa, su quel cucuz- zolo, è unica. Il sentiero che sale ci fa scoprire panorami mozzafiato (termine questo ultimamente usato in eccesso, ma quando ci vuole ci vuole), l’altopiano delle Mesules sembra un deserto sospeso a Peter (il padrone dell’hotel) aveva Chiudo con un pensiero a tutti mezz’aria e non ci si rende conto predisposto tutto per rifocillarli gli amici con cui ho camminato della sua estesione fino a quando ugualmente. Vantaggi della gestio- in questi giorni, con cui mi sono non ti ci trovi, tra quella pietra ne familiare… ritrovato a tavola a parlare del più potresti perderti ed a me è venuta Siamo giunti all’ultimo giorno e e del meno e che mi hanno accom- in mente una frase di Milarepa non ci siamo dimenticati di quella pagnato nella ferrata che ha chiuso (religioso e poeta tibetano): “Nelle nuova ferrata alla Forcella Demetz, la settimana. aride pietraie sui monti potrai tro- un gruppo di 4 persone è quindi Grazie a tutti. vare uno strano mercato, vi puoi tornato al Passo Sella e un altro si barattare le angosce della vita con è beato nella valle del Vaiolet. una beatitudine senza confini”. Non Simpatica la ferrata, da non sot- è quello che cerchiamo di fare ogni tovalutare per difficoltà ed espo- volta che andiamo in montagna? sizione ma ben attrezzata e di Torniamo alla geografia, dalla ca- grande soddisfazione. Chi l’ha fatta panna Fassa siamo scesi al rifugio si è invogliato della materia e si è Boè chi per il panino sottratto in al- ripromesso di continuare. bergo e chi per un piatto del rifugio Con questo la settimana è conclusa con l’obbligatoria birra. ma avevo rimandato ad ora due Il ritorno al Rifugio Maria è pratica- parole su Vincenzo. mente in pianura, alcuni insaziabili Lasciamo da parte cose come la sono scesi a piedi e pochi hanno capacità organizzativa e la forma cercato di risparmiare le ginocchia fisica (anche se secondo me si prendendo la funivia. dopa), quello che lascia stupefatti è Piccola nota, dietro al rifugio c’è un la conoscenza e la memoria del ter- minuscolo recinto con un grasso ritorio (ma tanto l’aspetto a patollo, maiale, ci siamo domandati come prima o poi gli farò una domanda a lo abbiano portato lassù e sotto cui non saprà rispondere). che forma se ne andrà. Vabbè non La mattina di domenica, dopo la sono affari nostri. pioggia notturna, l’aria era cristal- Non ci siamo però dimenticati del lina e le vette intorno a Moena si secondo gruppo del venerdì che sono tinte del colore rosa che noi ha affrontato il Catinaccio: sentiero conosciamo. E’ dura salire in auto e delle Scalette con facile ferratina, riprendere la strada di casa, sarebbe Passo di Lausa, Lago Antermoia, stato meglio farlo in una mattinata Passo Antermoia, Passo Principe e… nuvolosa e buia, poi, quando sbuchi Un po’ troppo per arrivare in ora- nella Pianura Padana ti viene voglia rio alla discesa in cabinovia quindi di tornare indietro (tanto sono in Ciampedie e discesa a Vigo di Fassa pensione…). a piedi con l’oscurità che saliva dalla Le Dolomiti comunque restano lì e valle. I nostri eroi si sono seduti a noi saremo pronti al prossimo ap- tavola ben oltre l’orario ma il bravo puntamento, Vincenzo sei avvisato. 13
Scuola interregionale Marco Piselli è il direttore Gabriele VALENTINI Il 3 settembre 2022 in quel di Colfio- Matteo Grazzi, Giacomo Orologio, rito ha iniziato ufficialmente la sua Andrea Savino e Michele Sbaragli. attività la nuova Scuola interregio- Poi quest’anno abbiamo proseguito nale Umbria-Marche di escursioni- l’attività organizzando un corso smo e cicloescursionismo e il nostro di specializzazione in ambiente socio Marco Piselli in quella sede è innevato”. stato nominato direttore. Nel frattempo, però, le cose an- Prima di tutto, Marco, i compli- davano avanti? menti miei e di tutti i soci del “Sì, sia pure lentamente. I presiden- CAI Perugia. Ci puoi raccontare te regionali di Umbria e Marche un po’ la storia di questa nuova hanno lavorato in sintonia per istituzione? l’accorpamento che permettesse “Una storia molto lunga e anche di far nascere questa scuola e alla un po’ complessa. Bisogna tornare fine, il 2 settembre 2021 è arrivato al 2019 quando era ancora Fabiola il tanto atteso nulla osta del CAI Fiorucci presidente regionale. Il Centrale con la CCE che riconosceva nostro Comitato regionale chiese la scuola”. alla CCE (Commissione centrale escursionismo) il nulla osta per E perché è passato un anno esatto l’istituzione di una scuola regionale prima che si concretizzasse? di escursionismo. Però la domanda “Era stato deciso, per il primo trien- Chi è Marco Piselli non ebbe risposta da Milano. Ci nio, di formare un Consiglio diret- informammo e sapemmo che, in tivo di nove membri, cinque delle Marco Piselli è nato a Perugia il quel periodo, il CAI centrale vole- Marche e quattro dell’Umbria e di 9 gennaio 1961 ed è socio della va rivedere tutto il sistema degli affidare la presidenza alle Marche. nostra sezione dal 2000. E’ en- OTTO (Organo tecnico territoriale Però loro hanno avuto qualche pro- trato nel CAI Perugia dopo aver operativo) e in questa riforma la fi- blema nella nomina delle persone conosciuto Vincenzo Gaggioli losofia era quella di accorpare il più e questo ha fatto dilatare i tempi. nella pratica dell’escursionismo e possibile, soprattutto nelle regioni Ci sono state discussioni anche per Francesco Porzi nell’ambito del- del Centro-Sud dove la consistenza la scelta del presidente e a questo lo sci da fondo ed escursionistico numerica dei soci era più modesta punto hanno chiesto a noi umbri che lo hanno convinto a iscri- rispetto al Nord. Quindi le possi- di prendere la carica. Ho accolto versi. Nel 2002 ha frequentato il bilità che l’Umbria avesse una sua l’invito e adesso sono il direttore Corso di escursionismo avanzato scuola erano praticamente nulle”. della scuola”. e nel 2006/7 il Corso per accom- pagnatori AE. Nel 2017 ha invece E inoltre i tempi si dilatavano… Chi sono i quattro componenti superato brillantemente l’ultimo “Esatto, però noi eravamo pronti dell’Umbria? gradino diventando ANE, cioè e quindi abbiamo deciso, come “Oltre a me c’è un altro ANE, vale accompagnatore nazionale di OTTO escursionismo, di varare un a dire Sergio Bocchini di Spoleto escursionismo, unico nella no- corso ASE-AE che, nonostante la e due AE, Katiuscia Dormi di Terni stra sezione. Non ha neppure pandemia, abbiamo portato avanti e Carlo Falcinelli, anche lui di Pe- trascurato la sua passione per e concluso a cavallo tra il 2020 e il rugia”. la bicicletta che data dai primi 2021. Corso che, vorrei sottolineare, anni ’80, soprattutto per quanto ha avuto un notevole successo tan- Come mai due perugini, perché riguarda la MTB. Anche in questo to che hanno partecipato, oltre ai siamo la sezione più numerosa? campo ha conseguito, in ambito soci umbri, anche quelli di Marche “No, non funziona così. In realtà il CAI, il titolo di accompagnatore e Lazio. E che ci ha permesso di Comitato regionale ha mandato di cicloescursionismo (AC). ‘titolare’ ben sei dei nostri, vale a un invito a tutti i CAI dell’Umbria dire Rodolfo Cangi, Roberto Chiesa, per segnalare persone titolate che 14
potessero essere inserite nella qua- escursionismo ed escursionismo mune in tutta Italia. Secondo alcune terna. In realtà, poi, solo Spoleto e avanzato che riscuotono sempre statistiche solo 3-4 persone su 20 Terni hanno segnalato i loro rappre- un grande successo. che generalmente compongono un sentanti e così di comune accordo “Sicuramente sono il fiore all’oc- corso poi rimangono attive nella se- abbiamo scelto Carlo come quarto chiello del CAI ma anche quello che zione e danno un loro contributo”. componente anche in virtù della lo distingue dalle altre associazioni sua esperienza”. che portano la gente in montagna. L’ideale sarebbe che alcuni di Qui si privilegia la formazione: le questi poi frequentassero i corsi Abbiamo spesso parlato dell’OT- persone devono sapere quello che per accompagnatore… TO, ci puoi spiegare cos’è e cosa stanno facendo in un ambiente “Cosa che in effetti avviene e qui fa? spesso difficile. Inoltre questi corsi a Perugia ne abbiamo un buon “Il suo compito è quello di impo- servono anche, più prosaicamente, numero adesso. stare le attività di formazione e a portare qualche soldo nelle casse Certo, noi speriamo che se ne ag- aggiornamento per i titolati e i qua- della sezione”. giungano altri perché sarebbe im- lificati. Ricordo che queste figure portante per organizzare ogni tipo devono effettuare tutta una serie Tu hai diretto diversi corsi: per- di escursione con più competenza di aggiornamenti - alcuni facoltativi ché, in molti casi, chi li ha svolti e sicurezza. L’esperienza è impor- altri obbligatori - e presentare a poi lascia la sezione e anche il tante ma può non essere sufficiente fine anno una relazione delle pro- CAI? Qual è il tuo parere sulla in determinati contesti”. prie attività. In caso di inattività si questione? può anche arrivare, dopo un certo “E’ un argomento complesso anche Per concludere, ora che la scuola periodo di tempo, a decadere dal perché il gruppo è spesso composi- è pienamente operativa, quali titolo. Le scuole sono, dunque, il to. Ci sono persone che già da anni sono i programmi per i prossimi suo braccio operativo. A sua volta frequentano la sezione e magari mesi? l’OTTO dipende dall’OTCO – Orga- vogliono affinare le loro conoscen- “Entro la fine dell’anno faremo un no tecnico centrale operativo – che ze, ma ci sono altri che si iscrivono corso di aggiornamento per le fer- a sua volta deriva dalla CCE (Com- al CAI solo per fare i corsi e altri rate e nel 2023 metteremo in can- missione centrale escursionismo). ancora che li frequentano per poi tiere un corso per ASE e anche uno Insomma, la burocrazia non manca andare in montagna per conto loro per ASE-C vale a dire per accom- neppure al CAI”. ma più in sicurezza. Ci siamo spesso pagnatori di cicloescursionismo. posti la domanda ma non c’è una Naturalmente i programmi saranno Tra i vari compiti, il più noto risposta soddisfacente. Abbiamo differenziati anche se alcune ‘mate- è l’organizzazione dei corsi di anche visto che è un problema co- rie’ saranno in comune”. Ponte del Marchetto - Foto M. Ragni 15
Nei tubi lavici in Islanda Felice LA ROCCA Il nostro istruttore nazionale di E’ proprio la curiosità e la sete di oltre al sottoscritto, è impegnata speleologia Felice La Rocca ha par- conoscenza verso mondi nuovi che anche in Islanda, aderendo a un tecipato con La Venta a questa im- mi ha spinto in Islanda, quella terra progetto scientifico in collabora- portante spedizione con attrezzature che molti sognano, nonostante che zione con l’istituto meteorologico d’avanguardia. parole ostili come Fagradalsfjall, locale (Veðurstofa) che si occupa Vatnajokull, Kviarjokull, Vir- del monitoraggio del rischio vul- La speleologia che conosciamo nar- kisjokull possano intimorire, ma canico, e con alcuni ricercatori del ra di carsismo, di fiumi sotterranei, allo stesso tempo attrarre e incu- Museo di Storia Naturale di Rey- talvolta di grotte di gesso, ma sfo- riosire. kjavik e dell’Università dell’Islanda. gliando l’atlante della conoscenza L’associazione Geografica La Venta, Il progetto Hraun (una parola che troviamo anche i mulini glaciali e i alla quale aderiscono alcuni soci del significa lava in islandese) vuole tubi lavici. Gruppo Speleologico CAI Perugia studiare e documentare nuovi 16
tubi lavici formatisi in seguito alla recente eruzione del vulcano Fagra- dasfjall. E’ importante ricordare che: “Nella notte tra il 19 e 20 marzo 2021, dopo circa 800 anni di riposo ha inizio l’eruzione del vulcano Fagradalsfjall, un antico vulcano situato in Islanda nella penisola di Reykjanes (regione di Suðurland).” “L’origine di tale evento può essere fatto risalire a gennaio 2020, quan- do un rapido sollevamento e un’in- tensa attività sismica sono iniziati in una montagna nelle vicinanze (monte Þorbjörn). Per il comitato consultivo scientifi- co della Protezione civile islandese è stato subito chiaro che il corso degli eventi era insolito, rispetto 17
all’attività di fondo nell’area negli da tutto il mondo che hanno potuto 324 immagini termiche, coprendo ultimi decenni. A marzo è quindi seguire l’eruzione in diretta grazie 5 diverse aree, incluso un grande iniziata una eruzione effusiva lungo anche a diverse webcam installate portale da cui si è generata l’ultima fratture che nel corso di sei mesi di in prossimità del vulcano”. colata attiva nel mese di settembre. attività si stima abbia prodotto circa Le esplorazioni dell’Associazione All’interno degli imbocchi e dei 150 milioni di metri cubi di lava, La Venta sono iniziate nell’ottobre collassi al momento delle riprese diventando la più lunga eruzione del 2021 con le prime indagini che sono state misurate temperature del paese verificatasi negli ultimi hanno portato alla mappature e intorno ai 200 gradi Celsius, mentre 50 anni. Tale evento ha avuto mol- individuazioni dei canali lavici e all’interno dei tubi le temperature to clamore soprattutto grazie alle dei possibili lavatubes utilizzando risultavano certamente di molto spettacolari esplosioni improvvise un drone equipaggiato con una superiori. con fontane di lava alte fino a 500 camera termica. Nel corso dei nu- Essendo lo spessore delle colate metri, attirando migliaia di turisti merosi sorvoli sono state acquisite talvolta di alcune decine di metri è risultato evidente che sarebbero occorsi ancora alcuni mesi prima che le grotte potessero risultare esplorabili da tecnologie innova- tive (collision tolerant drones) o da speleologi equipaggiati con attrezzature di protezione. Sulla scorta di ciò la seconda spedizio- ne composta da nove persone è partita a maggio di quest’anno, equipaggiata di quanto necessario (sistemi filtranti APVR, rilevatori gas e collision drone). Sono stati effettuati campionamenti, misure di temperature (in alcuni casi intorno ai 200°), posizionamenti con GPS, rilievi 3d con laser scanner portatile, droni sia in esterno che all’interno. La parte video documentaristica è stata curata da diversi soggetti quali il regista danese Lars insieme al suo cameramen Caspar e un ragazzo appositamente ingaggiato da Flyability (la società produttrice dei droni) e Ouster (l’azienda che 18
produce il lidar montato sul dro- glaciale di contatto segnalata da ne) oltre che dai provetti fotografi guide italiane che operano in Islan- dell’associazione La Venta. da. L’area di interesse è quella del L’aspetto della documentazione è ghiacciaio Vatnajokull, qui abbiamo di fondamentale importanza per incontrato la troupe di Vice UK poter dare risalto alle indagini e (una emittente statunitense) che ci supportare i report da presentare. ha fatto interviste e ha seguito le Una terza spedizione partirà a ot- nostre attività per la realizzazione tobre prossimo, in misura ridotta di un documentario sulle nuove e con l’obiettivo di raccogliere le tecnologie per lo studio dei cam- informazioni che i datalogger posi- biamenti climatici che uscirà verso zionati nella cavità hanno acquisito. la fine di giugno. Sempre nel corso della spedizione Le attività hanno riguardato il rilievo di maggio scorso gli ultimi giorni di una grotta di contatto che abbia- sono stati spesi per la ricerca e mo realizzato con i droni e sempre la documentazione di una grotta con lo scanner portatile. Le foto a corredo sono dell’autore dell’articolo e di La Venta 19
Anche a Perugia la panchina gigante Il singolare manufatto si trova nella zona di Colle Umberto Gabriele VALENTINI Il fenomeno delle panchine giganti (Big Bench in inglese) è iniziato in Italia nel 2009, da un’idea del designer americano Chris Bangle e nel giro di pochi anni si è diffuso in maniera impressionante in tutto il paese. Dapprima ha riguardato la zona delle Langhe, poi il Piemonte e infine gran parte del Nord Italia ma con alcune “puntate” al Centro e al Sud. Quello che abbiamo scoperto nei giorni scorsi è che ce n’è una an- che vicino a Perugia, sulle colline attorno a Colle Umberto, cioè in un luogo dove non te l’aspetteresti anche se, appunto, le prime sorsero proprio tra le colline piemontesi. La “dritta” c’è arrivata dagli Amici del Tezio, un gruppo che quelle zone le conosce a menadito ed è vicino al nostro CAI, tanto che in alcune occasioni dà una mano nell’organizzazione degli Amici di Manlio. La cosa ha sorpreso anche il nostro grafico e fotografo Francesco Broz- zetti, profondo conoscitore di quel territorio, che non si capacitava 20
di come un simile “monumento” condo gli ultimi conteggi - in tanti Sistemata su una piazzola in mezzo potesse essere sfuggito al suo blog e anche su Facebook i “puristi” a un uliveto digradante non si vede obiettivo. si scagliano contro questa violazio- neppure dalla strada nonostante Così siamo andati alla ricerca della ne delle bellezze naturali, parlano di sia dipinta di giallo e blu (sarà un panchina gigante avendo come trasformazione della montagna in riferimento all’Ucraina?). unica indicazione “vicino alla vini- parco giochi, chiedono il loro stop Solo imboccando il giusto sentiero cola…”. Pensavamo che non fosse e demolizione. la si può individuare e comunque, difficile scorgerla, per via delle Ebbene, la nostra impressione, visto al di là di tutto, può fornire un’e- dimensioni, invece giunti da quelle che era la prima volta che ne ve- sperienza singolare. parti non riuscivamo a trovarla. Solo devamo una da vicino, non è stata Da provare almeno una volta, se- l’indicazione di un abitante della così negativa. condo noi. zona ci ha permesso di azzeccare il giusto sentiero e, infine, di poterla scoprire, in mezzo a un uliveto a gradoni. Strana sensazione fanno queste panchine: da lontano non danno l’idea della loro grandezza ma quando si arriva al loro cospetto ci si rende conto delle dimensioni veramente innaturali. E come dice il loro ideatore, ci fanno sembrare dei bambini. Comunque è stato diver- tente salirvi sopra, con due barilotti come gradini, e anche ammirare il panorama sulla valle. Insomma una vera sorpresa pro- prio alle porte di Perugia e che, pensiamo, non molti dei nostri soci avessero conoscenza. Ora sappiamo che l’argomento è molto “sensibile” per gli appassio- nati di montagna. Ogni volta che ne viene segnalata una - dovrebbero essere poco meno di 300 in Italia, almeno se- 21
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