Il Tra Noi giovani da mille strade arriva a Roma sui passi della fede - PER LA SPIRITUALITÀ DELL'ACCOGLIENZA - Associazione Movimento Tra Noi

Pagina creata da Nicolo Grassi
 
CONTINUA A LEGGERE
Il Tra Noi giovani da mille strade arriva a Roma sui passi della fede - PER LA SPIRITUALITÀ DELL'ACCOGLIENZA - Associazione Movimento Tra Noi
PERIODICO MENSILE DEL MOVIMENTO “TRA NOI”                  Anno LXIV   2 / 2019
PER LA SPIRITUALITÀ DELL’ACCOGLIENZA

  Il Tra Noi giovani…
  da mille strade arriva a Roma
  sui passi della fede

           FORMAZIONE                       ATTUALITÀ
     “Noi siamo un colloquio”               Fratel Biagio Conte
Il Tra Noi giovani da mille strade arriva a Roma sui passi della fede - PER LA SPIRITUALITÀ DELL'ACCOGLIENZA - Associazione Movimento Tra Noi
Periodico mensile del
                              Movimento “Tra Noi”
                                                                                                EDITORIALE

                                                                          Sussurri di novità
Direttore responsabile: Matilde Gana
Coordinamento redazionale:
Antonella Simonetta, Antonio Casile

                                                              V
Fotografie: Archivio fotografico “Tra Noi”
Fotocomposizione e stampa:
Mancini Edizioni s.r.l. - Roma
Cell. 335.5762727 - 335.7166301                                      ogliamo percepire nelle diverse attività del nostro Movimento e soprattutto
Redazione centrale: Via Machiavelli, 25 - Roma
Direzione, amministrazione e redazione “Tra Noi”:                    nel desiderio dei membri di dare, con la testimonianza e l’impegno, uno
Via Monte del Gallo, 113 - 00165 Roma
Tel. 06.77200309 - 06.39387355 - Fax 06.39387446                     sviluppo più incisivo alla nostra spiritualità, un impulso che incoraggia
movimentotranoi@virgilio.it
www.movimentotranoi.it                                        ed entusiasma.
Tra Noi viene inviato gratuitamente chiunque ne fac-
cia richiesta. Si sostiene grazie al contributo volonta-      Pertanto cerchiamo con la nostra stampa di favorire questi “sussurri di novità”
rio dei Membri del Movimento “Tra Noi” e alla gene-
rosità dei lettori a cui stanno a cuore questa rivista e      in modo da aiutare i seppur piccoli semi di “tranoismo”, a crescere e svilupparsi.
le sue finalità.
             CCP n. 26933002 intestato a:                     Don Plutino ci sollecita a riflettere su chi siamo noi, sulla esigenza di essere
                                                              coerenti con il nostro battesimo e attenti alla voce dello Spirito Santo che ci solle-
                 Associazione “Tra Noi”
           via Machiavelli, 25 - 00185 Roma
Per richiedere l’abbonamento o per qualunque
corrispondenza contattare il Tra Noi.
                                                              cita a realizzare il disegno d’amore di Dio, che ci chiama a vivere e costruire nei
Raccomandiamo di comunicare tempestivamente qualun-
que cambio di indirizzo onde evitare inutili spese postali.
                                                              nostri ambienti una fraternità universale per un mondo migliore.
Sped. abb. post. Art. 2 Comma 20/C L. 662/96 Filiale
di Roma Aut. Tribunale di Roma n. 277 del 15 maggio 1952
                                                              Noi siamo un colloquio sembra rispondere il prof. Eugenio Borgna in un suo
Finito di stampare: Gennaio 2019                              intervento al Convegno “Tra tecnica e prossimità”, sottolineando come nella re-
                                                              lazione con gli altri possiamo scoprire il nostro essere e renderci protagonisti
IN QUESTO NUMERO

              2 Editoriale                                    nella storia del nostro tempo, capaci di aiutare ed essere aiutati.
    		Aaa                                                     Il cardinale mons. Gianfranco Ravasi in una nota del suo Breviario, sul Sole
              3 Camminiamo insieme                            Ventiquattrore, sollecita a non andare alla cieca, ma cercare gli squarci di luce
    		Chi siamo noi?                                         che possano orientare la vita.
              4 Formazione                                    Ritrovare la presenza di Dio nella bellezza dell’Universo è l’anelito di Simone
    		Noi siamo un colloquio                                 Weil e la silente esigenza del nostro essere per contemplare nello stupore costante
     5	Alla cieca                                           e grato la Bontà del Creatore nelle meraviglie che ci circondano. E per questo è
              7 Riflessioni                                   necessaria la docilità all’ascolto in modo che la materia possa essere dallo Spirito
    		Dio è presente nella                                   trasfigurata.
       bellezza dell’universo                                 Armando Caropreso ci riporta con i piedi per terra facendoci notare i guai dell’I-
              8 Politica                                      talia e quanto sia necessario un diverso approccio e collaborazione con l’Europa,
    		I guai dell’Italia in Europa                           perché questa risponda seriamente alle esigenze di una Federazione di Stati che
                                                              fanno dell’Unità un cammino esemplare per il bene di tutti.
      10 Nello spirito di don Orione
    		Senza voltarsi indietro                                Senza voltarsi indietro ci dice don Orione, mentre don Marco Pozza nel pre-
                                                                                                    sentarci l’Estate di Maria ci conferma che la
      11 Gocce di spiritualità
                                                                                                    Madre è la strada, Colei che ci porta a
    		L’estate di Maria
                                                                                                    Dio, la nostra confidente ed intermediaria.
      15 Il racconto                                                                                Il racconto e l’esperienza di fratel Biagio ci
    		 …i barbieri non esistono!…
                                                                                                    aiutano ad avere coraggio e attenzione
      16 Attualità                                                                                  accogliente ai più poveri, certi che in loro
    		Fratel Biagio Conte                                                                          c’è il volto di Dio.
       una vita per i poveri
                                                                                                    L’angolo dell’arte di Giulia ci porta delle no-
      18 L’angolo dell’arte                                                                         vità da scoprire mentre in diretta dal Movi-
    		“L’Adolescente”                                                                              mento ci aggiorna ravvivando il nostro en-
       di Michelangelo
                                                                                                    tusiasmo a vivere e diffondere la spiritualità
      21 In diretta dal Movimento                                                                   dell’accoglienza e trasmettere soprattutto ai
      21	Orientati alla Santità                                                                    giovani la bellezza della vocazione ad amare.
      22 Epifania del Signore                                                                                                   LA REDAZIONE
      23	Osservo…
Il Tra Noi giovani da mille strade arriva a Roma sui passi della fede - PER LA SPIRITUALITÀ DELL'ACCOGLIENZA - Associazione Movimento Tra Noi
La voce del Padre

                     Chi siamo NOI?

                                                                                                                       Camminiamo insieme
I
    nsieme. Questo nostro camminare insieme ci in-             Quando all’uomo viene negata la libertà, qualunque
    vita a chiederci: chi siamo noi? Perché questo             sia la sua condizione, è un oppresso. Non pensiamo
    camminare insieme e non da soli?                           soltanto ai regimi totalitari; entriamo in casa nostra,
Le risposte possono essere tante, anzi tantissime,             dentro la nostra coscienza e controlliamo; andiamo
ma senza perderci nel va­go, anche se rientra nella            nelle famiglie, sui posti di lavoro, negli uffici, nelle
mentalità del nostro tempo, andiamo al concreto;               fabbriche, nei vari cantieri: quanti di noi sono vera-
la più importante risposta credo sia questa: siamo             mente liberi e quanti di noi lasciano brillare questa
delle persone — uomini, donne — anziani, bambini,              meravigliosa luce che il Padre ha messo dentro di noi?
giovani, con la nostra personalità irripetibile.               Pensiamo, cari amici, a tanti esseri umani che han-
Non veniamo dall’ammasso, tanto meno andiamo                   no diritto ad essere curati e non lo sono, a quelli
all’ammasso, lasciamo questo linguaggio ai regimi              concepiti nel seno materno che hanno diritto alla
totalitari, noi preferiamo rimanere con la nostra ir-          vita e sono barbaramente uccisi; dico barbaramen-
ripetibile personalità, perché creati da Dio a sua im-         te, perchè è l’egoismo prepotente del più forte che
magine e somiglianza, redenti da Gesù Cristo, unico            elimina il debole per paura che gli tolga le comodi-
mediatore fra Dio e l’uomo.                                    tà, che non possa più fare spreco degli averi e della
Si tratta di scoprire che questo nostro essere è un            vita. E questo avviene con il benestare anche delle
dono del Padre celeste Iddio. Nella nostra indivi-             leggi italiane e con l’approvazione di tantissimi che
dualità abbiamo in comune: la figliolanza divina,              si dicono cattolici e violano i diritti essenziali di Dio
l’immorta­lità, l’intelligenza, la ragione, la volontà.        e dell’uomo. Se è vero, come si dice, che in Italia la
Per questo, qualunque sia la nostra condizione so-             stragrande maggioranza (90 %) è cattolica, come è
ciale, di salute, di età, splen­de in noi, anche se non        stata approvata la legge sull’aborto?
visibile, la luce divina: bontà, amore-carità,                        Ora si fanno paladini in difesa della vita nel
socialità, pur­ché questa luce divina                                         mondo. E l’Italia è già fuori del mon-
non rimanga offuscata da una                                                      do?
vita disordinata, egoistica e                                                           Solo Dio, creatore e Signore,
superba. Ascoltiamo la                                                                      può liberare e salvare i
parola di Dio:                                                                              suoi figli. Non diremo qui
« Se toglierai di mezzo a                                                                   che cosa ha fatto Dio per
te l’oppressione, il puntar                                                                 l’uomo, questa sua pre-
il dito e il parlare empio,                                                                 ferita creatura, perché
se offrirai il pane all’af-                                                                 manca lo spazio: ne par-
famato, se sazierai chi è                                                                   leremo nel prossimo nu-
digiuno, allora brillerà                                                                    mero. Per ora pensiamo
fra le tene­bre la tua luce,                                                                al grande dono della no-
la tua oscurità sarà come                                                                   stra esistenza e trovere-
il meriggio». (Isaia, 50-                                                                   mo tanti interrogativi sul
8/11).                                                                                 come noi la viviamo e quale
             Andrea Pisano: “La creazione di Eva”.
                                                                                uso ne facciamo. •
Firenze, Predella del lato ovest del Campanile di Giotto                                                        d. S. P.

                                                           3     2/2019
Il Tra Noi giovani da mille strade arriva a Roma sui passi della fede - PER LA SPIRITUALITÀ DELL'ACCOGLIENZA - Associazione Movimento Tra Noi
Tra Tecnica
                 e Prossimità
FORMAZIONE

             “Noi siamo un colloquio”
             Riportiamo alcuni brani dell’intervento                                  di aiuto” che ci sembrano interessanti per
             del prof. Eugenio Borgna, psichiatra,                                    una seria riflessione sull’essere prossimo
             al VII Convegno Apostolico “Tra tecnica                                  accogliente come ci propone la nostra
             e prossimità: alle radici della relazione                                spiritualità.

            La
                                psichiatria non esisterebbe se non si          Nello “Zibaldone”, Leopardi ha scritto che la ragione
                                potesse servire di metafore. La cosa           da sola è pura pazzia, e che solo quando la ragione
                                potrà sorprendervi ma direi che la co-         si converte in passione diventa strumento di cono-
                               municazione che avviene, anche quella           scenza. Se le emozioni non vivono dentro di noi, non
                               sociologica, se non riesce ad aggan-            si rende dunque possibile quella che
                               ciarsi a quelle che sono le immagini, le        è la premessa, la struttura portante
                               metafore, a quello che è l’inserimento          di ogni nostro incontro.
                               delle emozioni nel cuore di un ragio-           “Noi siamo un colloquio”. Sapete chi
                               namento, le cose che ascoltiamo, che            ha scritto questo verso mirabile?
                               leggiamo, come sul ghiaccio scivolano           Hölderlin, grandissimo poeta tede-
    Giacomo Leopardi           e se ne vanno.                                  sco, una figura complessa, divorato a
    ritratto da A. Ferrazzi.
    Recanati, Casa             (…) Sono le emozioni che ci consento-           trent’anni dalla follia. Bisogna avere Frederich Holderlin di
    Leopardi                   no di entrare in relazione con gli altri.       rispetto, riconoscenza, comprensio-         Franz Karl Hiemer

                                                                           4     2/2019
Il Tra Noi giovani da mille strade arriva a Roma sui passi della fede - PER LA SPIRITUALITÀ DELL'ACCOGLIENZA - Associazione Movimento Tra Noi
ne di quanti valori si possono nascondere nella fol-            dell’enorme importanza che le parole hanno? I gesti

                                                                                                                         FORMAZIONE
lia. Direte, cosa c’entra la follia con noi? La follia va       magari si dimenticano, mentre non si dimenticano
qui intesa come parabola semantica, che raccolga                le ferite sanguinanti che le parole possono generare.
le diverse forme della sofferenza umana, anche le               Ogni volta che ci incontriamo, che parliamo… quan-
sofferenze dell’anima. Un grande poeta tedesco ha               te volte abbiamo la consapevolezza o comunque
definito la follia “la sorella sfortunata della poesia”.        perdiamo il tempo ad analizzare quali sono i possi-
Immagini, metafore che comunque sono indispen-                  bili significati che le parole che diciamo hanno nei
sabili se vogliamo umanizzare le relazioni che noi              confronti di chi ci ascolta? Questa continua dialetti-
abbiamo con gli altri, soprattutto quando sono gli              ca, questo continuo confrontarsi tra i sentimenti che
altri che soffrono, che stanno male, che sono sfiora-           viviamo noi e le parole che diciamo agli altri sono
ti, incrinati, addolorati dalla sofferenza. Perché è la         una delle premesse per un colloquio tra persone che
“sofferenza” la parola tematica che raccoglie in sé
tutte le diverse forme di dolore, ma anche di défail-
lance della vita (…).
Noi siamo un colloquio, noi siamo in relazione con-
tinua; non pensiate che le cose che pensiamo non
determinino istantaneamente delle risonanze anche
in coloro che ci ascoltano. Quanto più si soffre, tanto
più si è sensibili, tanto più si è capaci di intuire…
Nelle cose che vengono dette, anche in quelle che
dico io magari, in quelle che noi diciamo quando ab-
biamo dinanzi persone alle quali comunicare qual-
cosa, persone che ci chiedono aiuto, dobbiamo ricor-
darci come alle parole che vengono dette, alle parole
dicibili, si aggiungano quelle indicibili, inestricabil-
mente legate. Chi sta male, se qui c’è qualcuno che
ha sofferto - la sofferenza passa, l’aver sofferto non          stanno bene, un colloquio tra persone che curano e
passa più - coglierebbe il nocciolo anche sanguinan-            persone che sono curate, un colloquio che crei co-
te, doloroso, apparentemente dilagante delle cose               munque una relazione. Ci sono parole che aprono il
che dico. E allora, noi siamo un colloquio. Se voglia-          cuore alla speranza e ci sono parole che spengono,
mo essere radicali, se vogliamo davvero cogliere fino           uccidono la speranza. Fare capo all’esperienza per
in fondo i problemi, il dramma, la sofferenza della             poter essere accompagnati nelle parole che diciamo
vita, dobbiamo tenere presente che questo essere in             agli altri, nei giudizi che esprimiamo, nel modo di
colloquio, questo essere in relazione, è una respon-            concepire la vita, è tuttavia sempre qualcosa di pro-
sabilità alla quale siamo tutti chiamati, soprattutto           blematico (…). Quali parole dire a chi chiede aiuto?
chi come voi, come noi, ha a che fare con persone               Quali parole dire a un passante che ci chiede qualco-
che della sensibilità hanno la ricchezza umana, ma              sa? Ricordatevi che nella lettera agli ebrei San Paolo
anche le spine più profonde di dolore.                          ha detto che talvolta in un mendicante si nascon-
Noi siamo un colloquio, dunque l’importanza, in-                de un angelo, per cui queste mie divagazioni non
nanzitutto, delle parole. Abbiamo la consapevolezza             sono extraterrestri, sono legate alla mia esperienza

                                                            5     2/2019
Il Tra Noi giovani da mille strade arriva a Roma sui passi della fede - PER LA SPIRITUALITÀ DELL'ACCOGLIENZA - Associazione Movimento Tra Noi
FORMAZIONE

                                                                                   Alla cieca
                                                                                            Gianfranco Ravasi

                                                                          Ed ecco mi ritrovo ancora a tu per tu col-
                                                                          la mia anima fiacca e leggera. Signore! Ma
                                                                          come è possibile segui­tare così? Seguitare
                                                                          alla cieca, senza alcun conforto? Andare
                                                                          senza sapere dove né perché?

                                                                                            Rien va (1963) fu una delle prime
                                                                                            opere che lessi, da giova­ne, di Tom-
                                                                                            maso Landolfi. Da quel libro, che
            ma anche alla mia lettura di testi che mi sembrano                              ancora conser­   vo, ho estratto una
            essenziali, come le Lettere di San Paolo, ma anche                              preghiera amara ma che incarna il
            Goethe, ma anche Heidegger. Scegliere allora le pa-                              respiro dell’anima di molti. Quanti,
            role che aiutano, che salvano e non servirsi di parole                                   infatti, procedono “alla cie-
            che aprano ferite. Già in queste poche indicazioni                                       ca”, senza meta, senza sen-
            sta una delle possibili riuscite, oppure del fallimen-                                   so, senza speranza. Nasce
            to, di quelle che possono essere anche le nostre più                                     forse da que­sta situazione
            nobili aspirazioni di entrare in colloquio, in dialogo                                   la caduta nel­  l’abisso del
                                                                          Il Card. Gianfranco Ravasi vuoto, della droga, dell’in-
            con gli altri.(...)
                                                                           differenza. Purtroppo non c’è più chi sa illumi-
            E allora, se vogliamo essere consapevoli fino in fondo
                                                                           nare, confortare, guidare. Come diceva il profeta
            di aver fatto rinascere in noi le molte possibilità che
                                                                           Isaia la grande maledizione è che «non ci sarà più
            abbiamo di essere d’aiuto agli altri, dobbiamo da una
                                                                           nessuno capace di consi­gliare, nessuno da inter-
            parte essere consapevoli dell’enorme importanza che
                                                                           rogare per avere una risposta» (41,28). Ebbene,
            le parole hanno, ma dall’altra anche dell’esigenza,            alle soglie di un nuovo anno, ognuno di noi cer-
            del bisogno di guardare dentro di noi. Siamo abituati          chi di diradare la stanchezza dell’abi­tudine ras-
            a ripensare ai significati delle cose che abbiamo fatto        segnata e trovare uno squarcio di luce, cioè un
            nei giorni scorsi, nelle settimane scorse? Quale im­           senso, un valore, un desiderio più alto verso cui
            portanza ha il passato, ancora oggi, nel determinare           orientare le opere e i giorni.
                            i comportamenti, le azioni che svol­
                            giamo? Viviamo in un’epoca bruciata,
                            divorata, da quello che accade OGGI,
                            un’epoca nella quale sia la storia uni­
                            versale, ma anche la nostra storia in­
                            teriore, vengono continuamente messe
                            da parte. Guardiamo quello che accade,
                            senza preoccuparci né del passato né
    San Paolo, opera di El
    Greco. Toledo, Museo    del futuro. •
    El Greco

                                                                      6   2/2019
Il Tra Noi giovani da mille strade arriva a Roma sui passi della fede - PER LA SPIRITUALITÀ DELL'ACCOGLIENZA - Associazione Movimento Tra Noi
Riflessioni
                                                                         Dio è
                                                                       presente
                                                                           nella
                                                                       bellezza
                                                                  dell’universo

Q
            uesta frase di Simone      no più ricchi bensì più                                 ne sono l’essenza della
            Weil, poetessa, filoso-    docili. Il tessuto a sua         La filosofa, mistica   bellezza del mondo, il
            fa, scrittrice francese,   volta è docile, ma docile     e scrittrice Simone  Weil Cristo ci ha prescritto
                                                                            (1909-1943)
ebrea del primo Novecento espri-       all’uomo non a Dio”.                                    di contemplare come la
me la lente con la quale riflettere    Il creato si perpetua nella docilità, pioggia e la luce del sole discenda­
anche sul mistero dell’Incarnazio-     in una bellezza che è la trasparen- no senza distinzione tanto sui giu­
ne, contemplando il creato.            za dell’ordine della Creazione: “La sti che sugli iniqui”.
Simone Weil la vede nella bel-         bellezza del mondo - annota sem- Risentiamo in questi pensieri il
lezza, francescana, del creato e       pre Simone Weil - è il sorriso di te­ solco creaturale che si manifesta,
la sua spinta ad elevarsi verso la     nerezza del Cristo per noi attraver­ sempre nel Novecento, anche nel-
pienezza eterna, nel segno imper-      so la materia. Egli è realmente pre­ la poesia di Rainer Maria Rilke: “ E
cettibile della docilità.              sente nella bellezza dell’universo”. io cresco nel suo silenzio, e vorrei
“Il Cristo ci ha proposto come         Questo creato è esente dall’im- fiorire da tanti rami, ma per cullar­
modello la docilità della materia,     perfezione dell’opera perché non mi con gli altri nel cerchio dell’uni­
consigliandoci di contemplare i        ha processo, né finalità, né ese- ca armonia”.
gigli dei campi che non lavorano       cuzione, ma solo silente docilità Così nel creato ancora una volta
né filano… Se essi ci paiono infini­   a una perpetua fedeltà, creata e si manifesta “Dio supremo poe-
tamente più belli che delle ricche     compiuta: “proprio perché l’assen­ ta”. •
stoffe, ciò non accade perché sia­     za di finalità, l’assenza d’intenzio­                                    (A. S.)

                                                         7    2/2019
Il Tra Noi giovani da mille strade arriva a Roma sui passi della fede - PER LA SPIRITUALITÀ DELL'ACCOGLIENZA - Associazione Movimento Tra Noi
POLITICA

      I guai dell’Italia in Europa
                                                     di Armando Caropreso

      D
                 opo mesi di sterili quanto dannose sfide con-        Noi arriviamo tardi ad essere uno Stato Unitario, tra
                 tro l’Europa per la Legge di Bilancio concluse       l’altro con una lotta intestina senza esclusione di colpi
                 con una resa totale, fatta passare però per          e tradimenti, persino con annessioni e manipolazione
      una vittoria dell’orgoglio nazionale dal nostro Gover-          di voto, con appropriazioni di ricchezze, sia di tipo fi-
      no, è il caso di dare uno sguardo più sereno e realistico       nanziario che intellettuale-industriale, seguito poi da
      alle vicende interne.                                           una grande farsa dello sviluppo del Sud.
      L’Europa da tempo è divenuta il capro espiatorio di tut-        In questo contesto, la conoscenza della storia e la geo­
      ti i mali e certamente ha le sue responsabilità dovute          grafia economica avrebbero dovuto giocare un ruolo
      all’eccessiva e miope rigidità dei parametri economici/         d’indirizzo verso uno sviluppo che tenesse conto delle
      austerità, ma soprattutto all’incapacità di esprimere e         esigenze delle varie realtà popolari, unitamente alla
      imporre agli stati membri politiche unitarie e lungimi-         vocazione messa a disposizione dalla natura alla nostra
      ranti su temi fondamentali, quali immigrazione e poli-          terra, stretta, lunga, montagnosa e nello stesso tempo
      tica estera, affrontati in ordine sparso e opportunistico       debole e vulcanica, ma con una costa bellissima. Si è
      dai singoli Stati.                                              invece scelto di non unire culturalmente ed economi-
      Un esempio per tutti, la lotta più o meno sotterranea           camente il popolo di questa nazione, ma di permettere
      tra noi e la Francia sulla questione libica. Le necessa-        di mantenere divisioni tra Nord/ Sud/ Centro, tra le due
      rie riforme dovrebbero essere l’obiettivo dei politici e        grandi isole Sicilia e Sardegna e, dulcis in fundo, tra
      non la distruzione dell’Europa, perseguita in modo più          alcune realtà persino linguistiche.
      o meno subdolo, che tanti benefici ha comportato.               Tali scelte hanno massimizzato la divisione e l’egoismo
      I guai dell’Italia in Europa sono atavici e ce li portia-       di fondo già in pectore. Non è stata favorita una vera
      mo dietro da sempre. Fior fiore di studiosi ne hanno            solidarietà di popolo, un orgoglio, una unità e una di-
      descritto le origini, ma nessuno o pochi di quelli che ci       fesa verso l’esterno, senza renderci conto che questa
      hanno governato ha veramente avviato una soluzione              frammentazione ci rendeva tutti più deboli.
      degna di nota; sovente hanno tappato buchi ma non               Le svalutazioni monetarie servivano a salvare tempora-
      hanno mai intaccato i privilegi, perché questi avreb-           neamente la finanza e quella presunta rete industriale,
      bero finito per toccare la loro base elettorale e il loro       fatta di poche grandi industrie e di tante piccole e de-
      potere reale.                                                   boli; poi anche queste manovre sono risultate ineffi-

                                                                  8     2/2019
Il Tra Noi giovani da mille strade arriva a Roma sui passi della fede - PER LA SPIRITUALITÀ DELL'ACCOGLIENZA - Associazione Movimento Tra Noi
caci e allora abbiamo lasciato                                                             pubblico, che genera interessi

                                                                                                                               POLITICA
mano libera di governare ai                                                                altissimi da pagare a chi ci pre-
capitalisti e populisti, facendo                                                           sta i soldi.
accordi e leggi che sovrastano                                                             L’altro aspetto, importante seb-
gli interessi e la vita del popo-                                                          bene tecnico, è quello di aver
lo, perché è stata data libertà                                                            inserito il pareggio di Bilancio
ai capitali di muoversi ovun-                                                               in Costituzione, così che non
que loro convenisse e ci fosse                                                              abbiamo più nessuna elasti-
un utile, indipendentemente da                                                              cità. Invece fior fiore di eco-
dove questi utili e capitali aves-                                                          nomisti hanno insegnato che
sero trovato origine e sviluppo.                                               nei momenti peggiori serve che lo Stato
Oggi ci troviamo di fronte al grosso problema dell’Au-            intervenga a sostegno dell’economia per rilanciare la
tonomia delle Regioni, senza contare quella dei piccoli           ripresa.
Comuni che scelgono a quale regione limitrofa appar-              Non è una contraddizione con le tesi fin qui esposte
tenere, secondo convenienza. E che dire della fram-               perché il rilancio della economia tramite gli interventi
mentazione Sanitaria e di quella Scolastica: medicinali           Statali, dovrebbe consentire poi la ripresa economica
e servizi sanitari e ospedalieri sono resi o negati ai cit-       con conseguente taglio del debito pubblico. Ma in Ita-
tadini, a seconda di dove abitano. Ma non è tutto, i no-          lia questo non pare mai essere avvenuto, diversamente
stri nuovi governanti proseguono sulla strada dell’au-            dagli USA.
tonomia anziché invertire la rotta e presentano nuovi             L’auspicio è che le regole siano regole per tutti e che
progetti che prevedono di lasciare in loco tra l’80 e il          l’avvicendarsi dei Governi non tocchi i principi basila-
90% della tassazione fiscale. Se questo progetto ve-              ri del “buon governo dello Stato”; l’altalena dei com-
nisse accolto, avremmo una Italia sempre più divisa               portamenti genera insicurezza e quindi inaffidabilità,
e debole, con un Sud sempre più povero e arretrato e              mentre il mercato vuole continuità e sicurezza dei pro-
un Nord, forse, più ricco. Forse, perché Capitali esteri          pri investimenti.
stanno facendo acquisti dei nostri gioielli industriali,
dei marchi e dopo averli ben sfruttati li abbandonano,
inservibili, con tante famiglie senza lavoro, figli senza
prospettive al punto tale che solo l’emigrazione è l’u-
nica strada percorribile. L’alternativa: la fame, il sotto
salario per lo più in nero.
 Venti anni fa un dipendente con anzianità e livello
professionale medi, con il suo stipendio riusciva a far
vivere discretamente una famiglia con due figli, mentre
oggi non può neppure pagare un fitto di casa idonea
a quattro persone. In queste condizioni serve a poco
fare professione di solidarietà verso chi ha più biso-
gno, perché il populismo dei nostri governanti porta la
gente a rinchiudersi nella propria sopravvivenza, visto
anche la scarsa copertura del livello pensionistico, e
stimola rancore, divisioni ed esclusioni di tutti i tipi.         Dunque, bisogna avere più Europa riformata opportu-
Anziché parole servono fatti che diano la prospettiva             namente e non il contrario, tenuto anche conto delle
di una riduzione del debito pubblico, che non debba               sfide globali, delle interconnessioni commerciali e dei
poi pesare sui figli e sui futuri pensionati; un rilancio         grandi blocchi esistenti che finirebbero per schiacciare
industriale che abbia certezza di essere concorrenziale           i nostri statarelli se piccoli, divisi e contrapposti.
sul mercato.                                                      Finiamola di essere la Cenerentola dell’Europa perché
E questo non perché ce lo chiede l’Europa, ma perché              nessuno ci incoronerà principessa senza la scarpetta
vitale per il nostro Paese, gravato da un enorme debito           di vetro. •

                                                              9     2/2019
Il Tra Noi giovani da mille strade arriva a Roma sui passi della fede - PER LA SPIRITUALITÀ DELL'ACCOGLIENZA - Associazione Movimento Tra Noi
Senza voltarsi indietro
Nello spirito di don Orione

                              P
                                     er conquistare a Dio e
                                     afferrare gli altri occorre,
                                     prima, vivere una vita
                              intensa di Dio in noi stessi,
                              avere dentro di noi una fede
                              dominante, un ideale grande
                              che sia fiamma che ci arda e
                              risplenda - rinunciare a noi
                              stessi per gli altri - ardere la
                              nostra vita in un’idea e in un
                              amore sacro più forte.
                              Nessuno che obbedisca a due
                              padroni - ai sensi e allo spirito
                              - potrà mai trovare il segreto di
                              conquistare le anime.
                              Il tempo che è passato, più non
                              l’abbiamo: il tempo che è a venire
                              non siamo sicuri di averlo: sol
                              dunque questo punto del tempo
                              presente abbiamo, e più no.
                              Intorno a noi non mancheranno
                              gli scandali e i falsi pudori
                              degli scribi e dei farisei né le
                              insinuazioni malevole né le
                              calunnie e persecuzioni; ma, o
                              figli miei, non dobbiamo avere
                              il tempo di «volgere il capo a
                              mirar l’aratro», tanto la nostra
                              missione di carità ci spinge,
                              e ci incalza, tanto l’amore
                              del prossimo ci arde, tanto il
                              divino Cocente foco di Cristo ci
                              consuma.
                              Noi siamo gli inebriati della
                              carità e i pazzi della Croce di
                              Cristo Crocifisso soprattutto,
                              con una vita umile, santa, piena
                                                                                                 El Greco:
                              di bene, ammaestrare i piccoli e i                    “Crocifissione” (1597)
                              poveri, a seguire la via di Dio.                    Madrid, Museo del Prado

                                                                    10   2/2019
L’estate di Maria

                                                                                                                             Spiritu­­alità
                                                  di don Marco Pozza

Efeso, 431 anni dopo. Duecento          che perciò la Santa Vergine è Madre          Maria nella sua più eccelsa forma
uomini a difendere la Donna.            di Dio perchè ha generato secondo            di femminilità: madre, mamma.
L’annuncio era stato deflagran-         la carne il Verbo che è da Dio, sia          A Nazareth fu pista d’atterraggio
te: Dio ha preso-casa in mezzo          anatema». È l’ingresso trionfale             dell’Eterno.
alle nostre. Ha adocchiato l’uni-       di Maria nella teologia: se è vera

                                                                                                                              Gocce di
co pezzo di terra rimasta vergine:      Madre di Dio, allora può tutto. Pos-         Tre anni in compagnia in Galilea
è diventato tutto sua Madre. Una        sono dire tutto di Lei: con canti di         Per trent’anni – gli anni passati
terra che era anche un nome, ap-        preghiera, squarci di pittura, trame         dal Cristo nel muto eremitaggio
partenenza, custodia: Maria di Na-      di poesia. Consacrazioni, adorazio-          di Nazareth – la Madre fu donna
zareth. Troppo bella quella storia      ni, stupori e intimità. Ad un occhio         di parola: il Verbo parlò e tutto
per non sporcarla di fango, troppo      profano pare quasi esagerato, ma             fu fatto, Maria parlò e il Verbo si
grande l’appellativo dato a quella      è la strana faccenda che è di tutte          fece carne. Luca, pittore dalle mille
(ma)donna per non trafugarne una        le madri: osare anche solo parlare           sfumature, affitta un verbo di cu-
percentuale. Nestorio fece la parte                                                  stodia e e ne fa la casa di Maria
del diavolo, maneggiando strane                                                      per oltre diciott’anni: «Sua madre
voci: “Cristo ha una doppia perso-                                                   custodiva tutte queste cose nel suo
nalità. Adesso ha aperto un altro                                                    cuore» (Lc 2,51). Sarà impossibile
profilo: era Dio, adesso è anche                                                     per chiunque immaginare cosa si-
uomo”. Invece no, Satana: quei due                                                   gnifichi passare diciotto anni nel
sono un’unica persona. Non ossa
tra loro unite, bensì una sorta di
                                        “Condanna di Nestorio al Concilio di Efeso
trasfusione di sangui: impossibile      nel 431”
scinderli, sono un tutt’uno. La sfida   Chartres, bassorilievo della Cattedrale di
fu diretta al Figlio, ad essere por-    Notre-Dame

tata in tribunale fu Maria: “È Ma-
dre solo di Gesù” attaccò Nestorio.     di loro, è parlare di una burrasca in
“È madre di Dio, sono un tutt’uno”      piena azione. Nessun’altra femmi-
decretarono oltre duecento vesco-       na, prima e dopo di Lei, fu e sarà
vi che si erano dati appuntamento       mai come Maria. È «Madre di Dio»:
ad Efeso, 431 anni dopo i fatti di      in nessuna festa – delle mille più
Betlemme. Difesero Maria: nacque        una che il mondo le tributa – ci si
il dogma della Divina Maternità di      scorda di lodarla per questo suo
Maria.                                  privilegio: «Santa Maria, Madre di
Maria è la Madre di Dio, non solo       Dio, prega per noi peccatori». Mi-
del Figlio. Punto, a capo: «Se qual-    gliaia di volte al giorno, pur senza
cuno – scrivono i padri ad Efeso -      saperlo, nell’Ave Maria cantiamo
non confessa che l’Emmanuele è                                  Marianne Stokes:
Dio nel vero senso della parola e                         “Madonna con bambino”

                                                           11     2/2019
a Giuseppe: si defilerà prima. Un       alle calcagna a rubare il fiato al Fi-
Spiritu­­alità
                                                             umile contraccambio alla sua umi-       glio. Nei tre anni di vita-pubblica
                                                             le presenza: per disegni celesti, gli   del Cristo, Maria s’adombra sin
                                                             verrà risparmiata la vista e la par-    quasi ad eclissarsi: “Se n’è andata”
                                                             tecipazione alla matta-mattanza         avrà pensato il Satana-imbecille.
                                                             del suo Cristo.                         La gente, invece, vedendo come il
 Gocce di

                                                             Con Giuseppe calano le serran-          Figlio ragionava, andava pensando
                                                             de sugli anni felici di Maria: forse    a Lei: “Guardalo: è tutto sua ma-
                                                             per qualche tempo – complemen-          dre!” Hanno le loro buone ragioni:
                                                             to di tempo determinato – il Figlio     se Dio, domattina, mostrerà d’an-
                                                             le darà la gioia di portare avanti      dare matto per i gigli del campo,
                   Gesù adolescente nella casa di Nazareth   il mestiere del padre: frammenti        è perchè qualcuna gliel’avrà pure
                                                             di tempo passati più per lavorare       trasmesso tutto quel trasporto.
                 compito d’essere madre e custode            l’animo della Madre che per dare        Come pure l’arte del rammendo,
                 del Figlio pur avendolo per padre:          forma al ferro. Una mattina, poi, la    la giusta postazione della lanter-
                 sono il segreto scolpito nel cuore          Vedova diventò pure senza-Figlio:       na, l’angolazione migliore per gu-
                 di Maria. Trent’anni fu il tempo che        l’unico Figlio la lascerà. Nessuna      starsi il tramonto. La Madre nel
                 Cristo impiegò per diventare uomo           parola spesa per Maria, nessuna         Figlio: «Beato il ventre che ti ha
                 appieno. Trent’anni fu anche il             parola detta da Lei sulla soglia di     portato e il seno da cui hai preso il
                 tempo che impiegò per far cresce-           casa. Già poco parlano le madri:        latte» (Lc 11,27). Non le resta che
                 re la Madre sua: a Nazareth – tra           loro destino, da un certo punto in      prendere il posto per il quale era
                 trucioli di legno, intimità familiari,      poi, è vivere balenando nei silenzi     nata: stare con Dio, per accorger-
                 faccende di casa – il Figlio affidò         dei figli. Ancora meno parlò Maria,     si dell’uomo e andare in suo soc-
                 alla Madre la sua fede. Un giorno,          santa patrona delle madri: delle        corso. A Cana, piena azione: «Non
                 quando tutto sembrerà morto, toc-           antenate, delle nasciture. In pri­      hanno vino» (Gv 2,3). Nulla scappa
                 cherà a Lei bisbigliarlo alla Chiesa.       mavera fece un passo avanti: «Ec­       a Maria, attenta che a nessun cuo-
                 Quando Cristo uscirà da Nazareth            comi!» (Lc 1,38). Essere-madre è        re venga a mancare la festa, tutta
                 perchè l’ora è giunta – «Domattina          metterci la faccia. D’estate – i tre    intenta alle faccende dei figli, ad
                 chiudo bottega. Non si raccolgo-            anni del Figlio ramingo e predica-      agganciarli al Figlio: «Qualunque
                 no più ordinazioni» – anche Maria           tore – ne fece due indietro: esse-      cosa vi dica, fatela» (Gv 2,5). È il
                 gli andrà dietro: Lui a dettare la          re madre è accettare di dipendere       suo testamento, non parlerà più
                 strada, Lei a raccattare coloro che         dalla sorte del Figlio.                 d’ora in poi. L’ultima parola è ma-
                 lungo la strada arrancheranno. Del          Cristo ormai è maggiorenne, pron-       teria di affidamento: «Fidatevi!»
                 destino del suo Giuseppe il Vangelo         to a partire: Maria lo sente nella      Chiamare Maria è ricevere in rispo-
                 fa scena muta: pur altissima come           sua carne. Per trent’anni ha condi-     sta Cristo: «Nulla ho da chiederti:
                 figura – dopo Cristo e la Vergine è         viso con Lui quella carne: d’ora in     mi basta che rimanga per me la tua
                 la più alta -, scompare come fos-           poi, assieme alla carne sposerà an-     visione» (D. Barsotti).
                 se uno zingaro. Esce dalla scena            che le idee: anche stavolta gli an-     In Galilea Cristo mise in piedi una
                 com’era entrato: in punta di piedi,         drà dietro. È madre: dunque pronta      cooperativa dal basso: «Seguite­
                 senza disturbo, sotto-voce. Resta           a sostenere quella carne bambina        mi, vi farò diventare pescatori di
                 traccia in quella rude confidenza           dentro le risse del mondo.              uomini». Detto, fatto: «Lo seguiro­
                 di Simeone: «Anche a te una spada                                                   no» (Mc 1,17-18). Nella ciurma c’e-
                 trafiggerà l’anima»(Lc 2,35). Una           Nei quartieri, tra le piazze            ra Maria: sorpresa dall’entusiasmo
                 spada per Maria, nessuna spada              Da lontano, oppure appresso: mai        folle di quegli uomini di mare, fiera

                                                                             12    2/2019
nel vedere il Figlio in quel nuovo        Uscita dalla stanza di Cana, tor-            al genio di Paolo: «Uno solo, in­

                                                                                                                                      Spiritu­­alità
mondo da non perdere l’occasione          nerà forse alla solitaria casetta di         fatti, è Dio e uno solo anche il me­
di farsi pure lei discepola sua, pur      Nazareth. Con divagazioni furtive a          diatore fra Dio e gli uomini, l’uomo
essendo Madre. Anche degli amici          far compagnia al Figlio nelle strade         Cristo Gesù che ha dato se stesso
del Figlio, che erano la sua nuova        di Palestina. Tornerà alla fine: sarà        in riscatto per tutti» (1Tm 2,5-6).
famiglia: da madre, li squadrava,         l’altra sua ora, quella della cura,          Chiarezza, nessuna sbavatura: il

                                                                                                                                       Gocce di
ne fiutava il temperamento, tes-          dell’«Ecco il tuo Figlio» (Gv 19,26).        massimo di ciò che Dio aveva in
seva parole-su-misura per ciascu-         Nel frattempo, è il tempo delle la-          cuore di dire-dare all’umano, l’ha
no. Ad ognuno, all’occasione, avrà        crime, della meditazione, del bor-           detto-dato in Gesù di Nazareth.
narrato qualcosa dell’infanzia del        do-strada a ripassare la strada.             Solo Cristo, per chi vorrà salva la
Figlio: perchè interrogata, perchè                                                     sua vita, è via obbligata per la sal-
innamorata, invocata. Tutta presa         Il titolo – La Mediatrice                    vezza: «Nessuno viene al padre se
dalla faccenda che più di ogni altra      “Mediazione” è termine che appar-            non per mezzo di me» (Gv 14,6).
le premeva: fare in modo che tut-         tiene alla giurisdizione. Una me-            È la via-direttissima per il Padre:
ti gli uomini s’innamorassero del         diazione la si offre, la si accetta,         non tanto «Rivolgetemi a me, poi
suo Gesù. Che più uomini possibili        la si esercita. Il verbo è mediare, il       riferirò» bensì «Chi vede me vede il
s’aggrappassero alle sue promesse:        sostantivo è mediatore: l’obiettivo          Padre» (Gv 14,9). È la novità di Bet-
«Qualunque cosa vi dica, voi fatela:      è la consacrazione di un accordo.            lemme: Dio si lascia trovare, tocca-
non rimarrete delusi».                    È anche termine teologico, grazie            re, masticare. Maledire.
Nella stanza di nozze di Cana, con
l’acqua mutata in vino di delizia,
s’accese la certezza che ancor oggi
splende: pare più facile separare la
luce dal sole che Maria da Gesù. La
vita degli uomini è piena d’immense
mancanze, la vita pare un’immensa
mancanza. Nel tempo della man-
canza, non resta che scegliere tra
le solite due possibilità: incolpare
Dio, come Lucifero. Oppure l’altra:
chiedere a Dio la pietà, come Ma-
ria: «Non hanno vino». Trent’anni
impiegò, alla scuola del Cristo-
Bambino, ad apprendere i miste-
ri di Dio, i suoi segreti percorsi: li
visse in se stessa, per capirli meglio
negli altri. Per tre anni, poi, s’alle-
nò a farsi madre di tutti: degli im-
pauriti, dei fuggiaschi, dei marinai,
degli esploratori, delle madri senza
figli, dei figli senza madri. Dei be-
stemmiatori, adoratori. Racconta-
re di Lei sarà pensare a Lui: “Ciao           “Nozze di Cana”. Miniatura del Codex Egberti, Scriptorium dell’Abbazia di Reichenau.
Maria, saluta Gesù da parte mia”.                                                                     Treviri, Biblioteca Nazionale

                                                            13     2/2019
Nessun obbligo, però: l’uomo è li-        unica fonte» (Lumen gen­
Spiritu­­alità
                 bero di dannarsi. Per salvarsi, dun-      tium). Che è come dire:
                 que, non basterà solo dire: ora pro       Maria, cronologicamen-
                 nobis. Sarà necessario prendere           te, vien prima del Figlio.
                 posizione, lasciarsi trafiggere da        Teologicamente gli viene
                 questa vicinanza: è il cum nobis,         subito dopo: solo così il
 Gocce di

                 l’apice della libertà, quell’inat-        popolo che la prega ne po-
                 teso «resta con noi, Signore!» (Lc        trà strappare la sua intima
                 24,29) intonato ad Emmaus, terra          bellezza. Luigi Grignon de
                 del Dio Risorto. Cristo è l’assoluto,     Monfort, una figura di san-
                 Maria è subito dopo: «L’unica me-         to maturatosi all’ombra di
                 diazione del Redentore non esclude        Maria, usa parole dolcissi-
                 ma suscita nelle creature una varia       me: «Se tu dici Maria, ella
                 collaborazione partecipata da una         ripete Dio perchè Maria è la

                                                                                                        Luigi Grignon de Monfort
                                                                                                      contempla la Vergine Maria

                                                                                          meravigliosa eco di Dio». Il ritorno-
                                                                                          a-Lui: è questo il cuore del cuore
                                                                                          di Maria. Contemplarla lì, appena
                                                                                          dietro il Figlio, non solo non nuoce
                                                                                          alla bellezza del Cristo, ma ne ga-
                                                                                          rantisce la purezza. Nessuna sorta
                                                                                          di conflitto tra i due: togliere a
                                                                                          Maria non è aggiungere qualcosa
                                                                                          al Cristo, esaltare Maria non è sva-
                                                                                          lutare Cristo. Che ognuno stia al
                                                                                          suo posto: è Vangelo.
                                                                                          Perchè al-suo-posto, Maria ha un
                                                                                          posto tutto speciale: è entrata in
                                                                                          modo del tutto personale «nell’uni-
                                                                                          ca mediazione fra Dio e gli uomini,
                                                                                          che è la mediazione dell’uomo Cri-
                                                                                          sto Gesù» (Redemptoris mater). Un
                                                                                          posto speciale, da madre: è media-
                                                                                          zione-materna. Una manovra d’in-
                                                                                          tercessione, una sorta di coopera-
                                                                                          zione affinchè si realizzi il sogno
                                                                                          folle del Figlio suo: che l’umanità
                                                                                          rinasca prendendo la sua forma.
                                                                                          «Sotto la tua protezione cerchiamo
                 El Greco: “Gesù risorto appare a Maria”                                  rifugio, santa Madre di Dio». •

                                                                          14    2/2019
...i barbieri non esistono!...

                                                                                                                        il RACCONTO
Un
                    uomo pio era dal barbiere con          un giovanotto con cuffiette nelle orecchie, jeans
                    il suo Breviario e la Bibbia da        tutti strappati, capelli molto lunghi, sporchi e di-
                    cui mai si separava e che legge-       sordinati... Il suo viso s’illuminò e si precipitò di
va nei tempi morti. Giunto al termine del lavoro           nuovo dal barbiere esclamando: “Sai che ti dico?
il barbiere, del tutto inaspettatamente, lo apo-           I barbieri non esistono! Altrimenti come si spiega
strofò con aria di sfida dicendo: “Sì, sì... legga         la presenza di tante persone con capigliature così
pure i suoi libri e predichi l’esistenza di Dio.... tut­   scomposte?(!)”.
te parole per sottomettere gli uomini! In realtà           Il barbiere interdetto provo’ a replicare: “Ma che
Dio non esiste, altrimenti come si spiegherebbero          dice? I barbieri esistono eccome e io ne sono una
l’ingiustizia, il dolore, la malattia e la morte? No,      prova... ma se le persone non vengono da me che
io non credo in un Essere Supremo infinitamente            posso fare? Non posso certo intervenire e prov­
buono”.                                                    vedere a barba e capelli di chi non entra nel mio
Il sant’uomo fu colto del tutto alla sprovvista            negozio!”.
e in contropiede.... gli mancarono le parole per           E il sant’uomo, radioso, prontamente rispose:
controbattere, per una replica convincente! Sta-           “Appunto... così è anche per il Padreterno ... se gli
va quindi uscendo dal negozio avvilito, mortifi-           uomini non vanno da Lui, Lo ignorano ... certo poi
cato e inquieto quando, proprio all’ingresso, vide         non si può affermare che non esista!!”.

                                                                                                     Nicola Chapron:
                                                                                                           “Dio Padre
                                                                                                 Creatore del Mondo”
                                                                                                (da Raffaello – 1649)

                                                       15    2/2019
FRATEL
Attualità
             BIAGIO
             CONTE
              una vita
                 per i                                  Di famiglia benestante, da giovane ha deciso di dedicarsi

               poveri                                        agli ultimi, fondando con l’aiuto della gente tre
                                                    “cittadelle della gioia” in cui accoglie malati, poveri, immigrati.
                                                              di Patrizia Carollo

        In
                       un mondo spesso egoista      un Dio che ha raggiunto tanti. Perché     che l’accoglie come un figlio. Lì con
                       e indifferente, accidioso    sono centinaia gli uomini e le donne,     loro Biagio comprenderà l’importan-
                       e votato al dio denaro,      gli ammalati, i sopravvissuti ai “viag-   za del lavoro duro con le pecore, sen-
            un uomo a Palermo vive da 30 anni       gi della speranza”, gli abbandonati       za sapere, ancora, che un domani sa-
            controcorrente e ha fondato tre co-     dalla società, che con questo missio-     rebbe diventato pastore di uomini. A
            munità che ospitano mille poveri. Il    nario laico hanno trovato conforto,       un tratto, intuisce che il suo viaggio
            suo nome è Biagio Conte: ha 55 anni,    un letto e un pasto caldo, la voglia      deve continuare, così parte per un
            occhi azzurri come il cielo, barba      di non mollare, la dignità di vivere.     lungo pellegrinaggio a piedi, unica
            folta, per vestito un saio verde col    «Se esiste Biagio, esiste Dio», dicono    compagnia un cane che chiamerà Li-
            cappuccio e un paio di sandali con-     le persone che grazie a lui sono tor-     bertà, per arrivare dal suo santo pre-
            sumati. Speranzoso come pochi, ca-      nate a vivere. Ma chi è questo Biagio     ferito, Francesco d’Assisi. Ormai Bia-
            ritatevole verso tutti, innamorato di   che ha reso Palermo ancor più terra       gio ha deciso: si dedicherà totalmen-
                                                    d’accoglienza? Biagio Conte nasce in      te, e per sempre, ai poveri della sua
            Fratel Biagio con il medico Francesco
                                                    una famiglia benestante siciliana e,      città. Dove ritorna, andando a vivere
            Russo, e (sotto) don Pino Vetrano
                                                    crescendo, ha aiutato il padre nell’a-    sotto i portici alla stazione centrale
                                                    zienda familiare. Ma non era felice:      di Palermo, insieme ai suoi nuovi fra-
                                                    le strade erano sporche, le chiese        telli e sorelle, il pòpolo di quelli che
                                                    abbandonate, gli anziani sostavano        i più chiamano barboni (sbandati, ex
                                                    negli angoli delle strade col piattino    detenuti, migranti, donne di stra-
                                                    davanti e i suoi coetanei pensavano       da, malati, disoccupati). Comincia a
                                                    solo alla discoteca. Compaiono così       chiedere l’elemosina per i poveri, per
                                                    in lui i primi segni di una crisi che     comprare pane e latte, vestiti, coper-
                                                    lo porterà a una svolta radicale. A 26    te, un fornello elettrico per cucina-
                                                    anni, il grande passo: Biagio scrive      re la pasta. I senzatetto aumentano
                                                    una lettera d’addio ai genitori e co-     e Biagio ottiene un vecchio rudere
                                                    mincia una nuova vita da eremita per      abbandonato, un ex “disinfettatoio”
                                                    le montagne dell’entroterra siciliano.    comunale. Col sudore e la fatica dei
                                                    Dorme nelle grotte, mangia quel che       fratelli che prima vivevano alla sta-
                                                    la natura offre. Nella zona di Rad-       zione (circa 60), insieme all’instanca-
                                                    dusa, in provincia di Catania, chiede     bile don Pino Vitrano, restaura l’edifi-
                                                    ospitalità a una famiglia di pastori      cio. Inizia così una gara di solidarietà,

                                                                     16    2/2019
e non solo per la ricostruzione della       Francesco che, in visita pastorale a

                                                                                                                                          Attualità
fatiscente struttura. Arrivano da ogni      Palermo, ha voluto pranzare con lui
parte d’Italia volontari per dare un        e i fratelli ultimi che accoglie. In
aiuto a quella che sarà chiamata la         30 erano quelli seduti al tavolo con
Missione di speranza e carità di via        al centro il pontefice. Un momento
Archirafì. Poi, verranno La cittadella      straordinario, che ci racconta An-
del povero e della speranza nell’ex         tonio Fulco, il volontario incaricato           Fratel Biagio, attraversa l’Italia a piedi,
caserma aeronautica di via Decollati        dell’ardua scelta delle persone da far       con una grande croce di legno sulle spalle,
e il Centro di accoglienza femminile        pranzare con il papa. «Ho cercato di                    a testimoniare pace e speranza
nell’ex convento di Santa Caterina.         vivere tale consegna nella preghiera
A Palermo, ormai, fratel Biagio è un        - ci ha confidato - e sono andato a          dipinti proprio da me, che sono un
punto di riferimento per tutti.             letto alle 4 di notte, per l’emozione di     musulmano». «Non credo d’aver mai
«È un esempio virtuoso di cristiani­        scegliere i più meritevoli, che alla fine    visto qualcosa del genere», ha esor-
tà contemporanea. Il suo percorso di        sono stati più deboli: i non vedenti, i      dito infatti papa Francesco, che ha
fede sulle orme di san Francesco, con­      paralitici, i sordomuti, un dializzato,      aggiunto: «Un uomo di un’altra reli­
cretizzatosi in opere reali, consente       dei carcerati». Africani, asiatici, eu-      gione che si presta a dipingere imma­
a noi tutti - afferma Davide Candia,        ropei, italiani. «Tutti sono stati bene­     gini sacre cristiane!». L’essere uniti
commercialista palermitano - d’ispi­        detti e incoraggiati dal santo padre         malgrado le differenze (culturali, lin-
rarci alla sua fratellanza universale       a superare i loro drammi. Erano feli­        guistiche, religiose) per un progetto
intesa come forma di accoglienza e di       ci. Ciò va visto - ha aggiunto Fulco         comune è comunque solo uno degli
amore per gli ultimi. Il mio affetto per    - come un grande segno profetico di          aspetti che costellano la missione
lui è sconfinato». «Credo che Biagio        ciò che avverrà nel giorno del Signore,      di fratel Biagio. Perché chiunque vi
-commenta Raffaella, un’educatrice -        quando gli ultimi diverranno i primi».       arrivi, cambia dentro, comprende
sia stracolmo del santo Spirito di Dio.     Anche papa Francesco era commos-             che la via per la felicità dell’anima
Pochi, come lui, hanno saputo acco­         so. «I suoi occhi - afferma suor Ales-       si ottiene donando, rimboccandosi
gliere e aiutare migliaia di uomini soli    sandra - erano trasparenti, pieni di         le maniche per il bene degli altri. Il
nella “sua casa” costruita per i pove­      gioia, perché ha trovato anche i bam­        bene è poi contagioso, non solo ri-
ri». «Biagio - afferma Francesco Rus­       bini che, in rappresentanza di tutti i       torna sempre, ma chiama altro bene.
so, medico volontario della missione        popoli del mondo, hanno cantato per          Fratel Biagio, quando Bergoglio era
- è la “coscienza pulita” dei palermi­      lui “Mare, mare, mare” una canzone           divenuto un puntino lontano, ha ri-
tani. La sua opera e la sua vita sono       sulla sofferenza dei migranti». “Una         badito ai cronisti: «Papa Francesco è
un’oasi di pace in un mondo in cui la       cosa – afferma Bekir Ben, uno degli          stato un segno di grande speranza...
pace e la felicità sembrano assenti.        ospiti della missione - ha attratto          Ha scosso le coscienze di tutti per-
Lui stesso continua da anni a dirci che     l’attenzione del pontefice in modo           ché i poveri fanno parte di questa
la felicità che sente è il frutto del suo   particolare: che gli affreschi della         società. Una società che lascia indie-
incontro con Gesù e con i poveri. E per     chiesa “Casa di preghiera per tutti i        tro i più deboli non può essere una
i poveri e per tutta la missione, Biagio    popoli” di via Decollati fossero stati       giusta società». •
è diventato un punto di riferimento e
la voce di chi non ha voce».
Tanti episodi importanti hanno arric-
chito l’esistenza di Biagio Conte. Fra
questi: la guarigione straordinaria,
il “miracolo”, che il missionario, da
tempo bloccato in una sedia a rotel-
le, ha ricevuto nel 2014 a Lourdes.
Da quel dì ha fatto una promessa
alla Madonna: non fermarsi più, ne-
anche fisicamente, per evangelizzare
e portare pace e speranza al mondo
intero. Inoltre, il 15 settembre scor-
so, fratel Biagio ha ricevuto papa                                 Papa Francesco in visita pastorale nella Missione di fratel Biagio

                                                              17    2/2019
UN RINOCERONTE NEL CUORE DI ROMA
L’angolo del l ’arte

                   “L’Adolescente”
                              di Michelangelo

                 Un
                                    palazzo barocco      creazioni multimediali, performan-       pubblico il 13 ottobre 2018 e vi si
                                    seicentesco     ai   ce, spettacoli teatrali, shops di va-    accede da piazza Bocca della Veri-
                                    con­fini dei Fori    rio genere e al sesto piano un bar,      tà a fianco dell’Arco di Giano che
                 Imperiali, un tempo fatiscente,         un ristorante e una terrazza con         è illuminato permanentemente da
                 bizzarramente destinato ad ospi-        una vista incredibile del panorama       un meraviglioso intreccio di luce
                 tare case popolari. Acquistato dal      di Roma. Una vera città d’arte nel       gialla e rossa, opera di Vittorio e
                 Comune di Roma dalla Fondazione         centro storico e archeologico più        Francesco Storaro (due volte pre-
                 Alda Fendi Esperimenti dopo aver        affascinante del mondo.                  mio oscar).
                 offerto, per liberarlo, ad ogni fami-   Ci si trova nel Foro Boario, dove si     L’Arco di Giano, accanto alla chie-
                 glia che vi era residente per usu-      svolgeva il mercato del bestiame.        sa di San Giorgio al Velabro, è un
                 capione, un appartamento in altra       Si trattava dell’area di mercato         manufatto del IV Sec. d.C. ed è una
                 zona della città, in quattro anni è     (Emporio) della città arcaica , col-     delle tante meraviglie per anni tra-
                 stato ristrutturato.                    locata vicino alle rive del Tevere, e    scurate e dimenticate della nostra
                 L’architetto francese Jean Nouvel,      frequentata dai mercanti greci già       città. Per fortuna adesso è stato
                 grande firma (ultimo suo proget-        all’epoca della fondazione della         restaurato e l’area intorno bonifi-
                 to il Louvre di Abu Dhabi), se n’è      città, alla metà dell’VIII° Sec. A. C.   cata: anche se non in tanti sanno
                 occupato, realizzando, insieme al       Questo spazio è stato aperto al          che a pochi metri, nel Foro Boario,
                 direttore artistico di tutto                                                           si compivano riti e sacrifici
                 l’edificio Raffaele Curi e con                                                         antichissimi e si muovevano i
                 il beneplacito della sovrain-                                                          primi passi della Roma Antica.
                 tendenza ai Beni Culturali,                                                            Dal 18 dicembre scorso, l’a-
                 un vero miracolo architetto-                                                           rea espositiva del palazzo
                 nico, artistico, urbanistico, in                                                       ospita per tre mesi un’opera
                 equilibrio tra conservazione                                                           eccezionale: ”L’Adolescente”
                 e innovazione, a partire dalle                                                         di Michelangelo Buonarroti.
                 logiche distributive interne,                                                          La scultura non è mai stata
                 dagli arredi fino agli scuri del-                                                      prestata per un periodo così
                 le finestre che, quando chiusi,                                                           lungo a un privato e questo
                 mostrano dall’esterno l’imma-                                                             riveste un grande significa-
                                                         in alto, sul titolo:
                 gine degli appartamenti esistenti       il palazzo della                                  to per la Città di Roma.
                 prima dell’intervento di restauro.      Fondazione Fendi                                   Parlare dell’opera del som-
                 Con 3500 metri quadrati, che si         con l’Arco di Giano                                mo artista del Rinascimen-
                 sviluppano su sei piani, il Palazzo     sopra: il Foro Boario                              to italiano (1475-1564 )
                 è un vero Hub culturale nel cuore       a fianco:                                          sarebbe impresa sconfi-
                                                         Il rinoceronte
                 di Roma.                                simbolo della                                      nata: qui ci limiteremo a
                 Al suo interno accoglie mostre,         Fondazione                                         trattare della sua attività

                                                                                18   2/2019
di scultore di cui questa opera ci                                                       È stupefacente come Michelangelo

                                                                                                                                    L’angolo del l ’arte
regala l’opportunità. Sono davvero                                                       sia riuscito a “vedere” tutta la figu-
pochi al mondo i musei che posso-                                                        ra di questo giovane in un blocco
no compiacersi di annoverare nelle                                                       di marmo di dimensioni così con-
loro collezioni sculture originali di                                                    tenute, dalla forma quadrangolare
Michelangelo: motivo in più per                                                          e l’abbia poi “estratta” da lì, elimi-
ammirarla qui a Roma! L’opera, di                                                        nando via via il superfluo. L’artista
marmo, di dimensione contenuta            Michelangelo Buonarroti (1475-1564)            chiarisce in maniera esemplare la
(h. 54 cm.) è oggi nelle collezioni                                                      sua poetica: “ la forma , preesisten­
del Museo Statale dell’Ermitage di        ricava una perfezione particolare:             te nel blocco di marmo, attende
San Pietroburgo. In origine, pre-         ciò che importa è stato espresso!              solo di essere scarcerata dall’atti­
sumibilmente, era destinata alla          Ad essere sconfitta non è stata la             vità dell’ottimo artista che toglie il
Cappella dei Medici nella Chiesa di       forza fisica ma quella spirituale.             soverchio “ Michelangelo, special-
San Lorenzo a Firenze. La statua,         Lo stato d’animo oppresso si impo-             mente negli anni della vecchiaia,
più che un adolescente, raffigura         ne se si osserva l’opera da entrambi           riteneva essenziale interrompere
un giovane uomo dalla corporatura         i lati: le spalle abbassate, il volto          l’opera per aumentare il contrasto
atletica.                                 quasi affossato tra le ginocchia,              spirito-corpo, forma-materia, vita-
È accovacciato, come se fosse sta-        generano un’impressione tragica.               morte: nuovo ed efficace strata-
to compresso a formare una massa
sferica. Ha il capo inclinato verso il
basso, le spalle sono abbandonate,
con le mani si afferra il piede de-
stro. Per guardarlo in viso occorre
abbassarsi e posizionarsi frontal-
mente, altrimenti sarebbe visibile
solo la sua ricca capigliatura.
Come altre sculture di Michelange-
lo , anche questa rientra nel novero
delle opere della sua maturità vo-
lutamente non finite (è stata scol-
pita intorno al 1534 ). È del tutto
assente la levigatura. Il dorso, il ba-
cino, le gambe (eslusi i piedi ) sono
modellati in maniera più leggibile,
anche se manca ogni cura del det-
taglio. I muscoli, benché appena
accennati,sembrano vivi e pronti
a contrarsi, a irrigidirsi o a rilas-
sarsi. Anche i tratti del volto sono
appena accennati; l’adolescente è
privo di ogni sorta di attributi per
cui provoca discussioni per l’inter-
pretazione del soggetto. Tuttavia         “L’Adolescente”. L’opera di Michelangelo, nelle collezioni dell’Ermitage di San Pietroburgo,
da questa incompiutezza, la figura        verrà ospitata fino al prossimo 10 marzo nell’area espositiva della Fondazione Fendi a Roma

                                                             19     2/2019
Puoi anche leggere