Il Tra Noi giovani da mille strade arriva a Roma sui passi della fede - PER LA SPIRITUALITÀ DELL'ACCOGLIENZA - Associazione Movimento Tra Noi
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PERIODICO MENSILE DEL MOVIMENTO “TRA NOI” Anno LXIV 2 / 2019 PER LA SPIRITUALITÀ DELL’ACCOGLIENZA Il Tra Noi giovani… da mille strade arriva a Roma sui passi della fede FORMAZIONE ATTUALITÀ “Noi siamo un colloquio” Fratel Biagio Conte
Periodico mensile del Movimento “Tra Noi” EDITORIALE Sussurri di novità Direttore responsabile: Matilde Gana Coordinamento redazionale: Antonella Simonetta, Antonio Casile V Fotografie: Archivio fotografico “Tra Noi” Fotocomposizione e stampa: Mancini Edizioni s.r.l. - Roma Cell. 335.5762727 - 335.7166301 ogliamo percepire nelle diverse attività del nostro Movimento e soprattutto Redazione centrale: Via Machiavelli, 25 - Roma Direzione, amministrazione e redazione “Tra Noi”: nel desiderio dei membri di dare, con la testimonianza e l’impegno, uno Via Monte del Gallo, 113 - 00165 Roma Tel. 06.77200309 - 06.39387355 - Fax 06.39387446 sviluppo più incisivo alla nostra spiritualità, un impulso che incoraggia movimentotranoi@virgilio.it www.movimentotranoi.it ed entusiasma. Tra Noi viene inviato gratuitamente chiunque ne fac- cia richiesta. Si sostiene grazie al contributo volonta- Pertanto cerchiamo con la nostra stampa di favorire questi “sussurri di novità” rio dei Membri del Movimento “Tra Noi” e alla gene- rosità dei lettori a cui stanno a cuore questa rivista e in modo da aiutare i seppur piccoli semi di “tranoismo”, a crescere e svilupparsi. le sue finalità. CCP n. 26933002 intestato a: Don Plutino ci sollecita a riflettere su chi siamo noi, sulla esigenza di essere coerenti con il nostro battesimo e attenti alla voce dello Spirito Santo che ci solle- Associazione “Tra Noi” via Machiavelli, 25 - 00185 Roma Per richiedere l’abbonamento o per qualunque corrispondenza contattare il Tra Noi. cita a realizzare il disegno d’amore di Dio, che ci chiama a vivere e costruire nei Raccomandiamo di comunicare tempestivamente qualun- que cambio di indirizzo onde evitare inutili spese postali. nostri ambienti una fraternità universale per un mondo migliore. Sped. abb. post. Art. 2 Comma 20/C L. 662/96 Filiale di Roma Aut. Tribunale di Roma n. 277 del 15 maggio 1952 Noi siamo un colloquio sembra rispondere il prof. Eugenio Borgna in un suo Finito di stampare: Gennaio 2019 intervento al Convegno “Tra tecnica e prossimità”, sottolineando come nella re- lazione con gli altri possiamo scoprire il nostro essere e renderci protagonisti IN QUESTO NUMERO 2 Editoriale nella storia del nostro tempo, capaci di aiutare ed essere aiutati. Aaa Il cardinale mons. Gianfranco Ravasi in una nota del suo Breviario, sul Sole 3 Camminiamo insieme Ventiquattrore, sollecita a non andare alla cieca, ma cercare gli squarci di luce Chi siamo noi? che possano orientare la vita. 4 Formazione Ritrovare la presenza di Dio nella bellezza dell’Universo è l’anelito di Simone Noi siamo un colloquio Weil e la silente esigenza del nostro essere per contemplare nello stupore costante 5 Alla cieca e grato la Bontà del Creatore nelle meraviglie che ci circondano. E per questo è 7 Riflessioni necessaria la docilità all’ascolto in modo che la materia possa essere dallo Spirito Dio è presente nella trasfigurata. bellezza dell’universo Armando Caropreso ci riporta con i piedi per terra facendoci notare i guai dell’I- 8 Politica talia e quanto sia necessario un diverso approccio e collaborazione con l’Europa, I guai dell’Italia in Europa perché questa risponda seriamente alle esigenze di una Federazione di Stati che fanno dell’Unità un cammino esemplare per il bene di tutti. 10 Nello spirito di don Orione Senza voltarsi indietro Senza voltarsi indietro ci dice don Orione, mentre don Marco Pozza nel pre- sentarci l’Estate di Maria ci conferma che la 11 Gocce di spiritualità Madre è la strada, Colei che ci porta a L’estate di Maria Dio, la nostra confidente ed intermediaria. 15 Il racconto Il racconto e l’esperienza di fratel Biagio ci …i barbieri non esistono!… aiutano ad avere coraggio e attenzione 16 Attualità accogliente ai più poveri, certi che in loro Fratel Biagio Conte c’è il volto di Dio. una vita per i poveri L’angolo dell’arte di Giulia ci porta delle no- 18 L’angolo dell’arte vità da scoprire mentre in diretta dal Movi- “L’Adolescente” mento ci aggiorna ravvivando il nostro en- di Michelangelo tusiasmo a vivere e diffondere la spiritualità 21 In diretta dal Movimento dell’accoglienza e trasmettere soprattutto ai 21 Orientati alla Santità giovani la bellezza della vocazione ad amare. 22 Epifania del Signore LA REDAZIONE 23 Osservo…
La voce del Padre Chi siamo NOI? Camminiamo insieme I nsieme. Questo nostro camminare insieme ci in- Quando all’uomo viene negata la libertà, qualunque vita a chiederci: chi siamo noi? Perché questo sia la sua condizione, è un oppresso. Non pensiamo camminare insieme e non da soli? soltanto ai regimi totalitari; entriamo in casa nostra, Le risposte possono essere tante, anzi tantissime, dentro la nostra coscienza e controlliamo; andiamo ma senza perderci nel vago, anche se rientra nella nelle famiglie, sui posti di lavoro, negli uffici, nelle mentalità del nostro tempo, andiamo al concreto; fabbriche, nei vari cantieri: quanti di noi sono vera- la più importante risposta credo sia questa: siamo mente liberi e quanti di noi lasciano brillare questa delle persone — uomini, donne — anziani, bambini, meravigliosa luce che il Padre ha messo dentro di noi? giovani, con la nostra personalità irripetibile. Pensiamo, cari amici, a tanti esseri umani che han- Non veniamo dall’ammasso, tanto meno andiamo no diritto ad essere curati e non lo sono, a quelli all’ammasso, lasciamo questo linguaggio ai regimi concepiti nel seno materno che hanno diritto alla totalitari, noi preferiamo rimanere con la nostra ir- vita e sono barbaramente uccisi; dico barbaramen- ripetibile personalità, perché creati da Dio a sua im- te, perchè è l’egoismo prepotente del più forte che magine e somiglianza, redenti da Gesù Cristo, unico elimina il debole per paura che gli tolga le comodi- mediatore fra Dio e l’uomo. tà, che non possa più fare spreco degli averi e della Si tratta di scoprire che questo nostro essere è un vita. E questo avviene con il benestare anche delle dono del Padre celeste Iddio. Nella nostra indivi- leggi italiane e con l’approvazione di tantissimi che dualità abbiamo in comune: la figliolanza divina, si dicono cattolici e violano i diritti essenziali di Dio l’immortalità, l’intelligenza, la ragione, la volontà. e dell’uomo. Se è vero, come si dice, che in Italia la Per questo, qualunque sia la nostra condizione so- stragrande maggioranza (90 %) è cattolica, come è ciale, di salute, di età, splende in noi, anche se non stata approvata la legge sull’aborto? visibile, la luce divina: bontà, amore-carità, Ora si fanno paladini in difesa della vita nel socialità, purché questa luce divina mondo. E l’Italia è già fuori del mon- non rimanga offuscata da una do? vita disordinata, egoistica e Solo Dio, creatore e Signore, superba. Ascoltiamo la può liberare e salvare i parola di Dio: suoi figli. Non diremo qui « Se toglierai di mezzo a che cosa ha fatto Dio per te l’oppressione, il puntar l’uomo, questa sua pre- il dito e il parlare empio, ferita creatura, perché se offrirai il pane all’af- manca lo spazio: ne par- famato, se sazierai chi è leremo nel prossimo nu- digiuno, allora brillerà mero. Per ora pensiamo fra le tenebre la tua luce, al grande dono della no- la tua oscurità sarà come stra esistenza e trovere- il meriggio». (Isaia, 50- mo tanti interrogativi sul 8/11). come noi la viviamo e quale Andrea Pisano: “La creazione di Eva”. uso ne facciamo. • Firenze, Predella del lato ovest del Campanile di Giotto d. S. P. 3 2/2019
Tra Tecnica e Prossimità FORMAZIONE “Noi siamo un colloquio” Riportiamo alcuni brani dell’intervento di aiuto” che ci sembrano interessanti per del prof. Eugenio Borgna, psichiatra, una seria riflessione sull’essere prossimo al VII Convegno Apostolico “Tra tecnica accogliente come ci propone la nostra e prossimità: alle radici della relazione spiritualità. La psichiatria non esisterebbe se non si Nello “Zibaldone”, Leopardi ha scritto che la ragione potesse servire di metafore. La cosa da sola è pura pazzia, e che solo quando la ragione potrà sorprendervi ma direi che la co- si converte in passione diventa strumento di cono- municazione che avviene, anche quella scenza. Se le emozioni non vivono dentro di noi, non sociologica, se non riesce ad aggan- si rende dunque possibile quella che ciarsi a quelle che sono le immagini, le è la premessa, la struttura portante metafore, a quello che è l’inserimento di ogni nostro incontro. delle emozioni nel cuore di un ragio- “Noi siamo un colloquio”. Sapete chi namento, le cose che ascoltiamo, che ha scritto questo verso mirabile? leggiamo, come sul ghiaccio scivolano Hölderlin, grandissimo poeta tede- Giacomo Leopardi e se ne vanno. sco, una figura complessa, divorato a ritratto da A. Ferrazzi. Recanati, Casa (…) Sono le emozioni che ci consento- trent’anni dalla follia. Bisogna avere Frederich Holderlin di Leopardi no di entrare in relazione con gli altri. rispetto, riconoscenza, comprensio- Franz Karl Hiemer 4 2/2019
ne di quanti valori si possono nascondere nella fol- dell’enorme importanza che le parole hanno? I gesti FORMAZIONE lia. Direte, cosa c’entra la follia con noi? La follia va magari si dimenticano, mentre non si dimenticano qui intesa come parabola semantica, che raccolga le ferite sanguinanti che le parole possono generare. le diverse forme della sofferenza umana, anche le Ogni volta che ci incontriamo, che parliamo… quan- sofferenze dell’anima. Un grande poeta tedesco ha te volte abbiamo la consapevolezza o comunque definito la follia “la sorella sfortunata della poesia”. perdiamo il tempo ad analizzare quali sono i possi- Immagini, metafore che comunque sono indispen- bili significati che le parole che diciamo hanno nei sabili se vogliamo umanizzare le relazioni che noi confronti di chi ci ascolta? Questa continua dialetti- abbiamo con gli altri, soprattutto quando sono gli ca, questo continuo confrontarsi tra i sentimenti che altri che soffrono, che stanno male, che sono sfiora- viviamo noi e le parole che diciamo agli altri sono ti, incrinati, addolorati dalla sofferenza. Perché è la una delle premesse per un colloquio tra persone che “sofferenza” la parola tematica che raccoglie in sé tutte le diverse forme di dolore, ma anche di défail- lance della vita (…). Noi siamo un colloquio, noi siamo in relazione con- tinua; non pensiate che le cose che pensiamo non determinino istantaneamente delle risonanze anche in coloro che ci ascoltano. Quanto più si soffre, tanto più si è sensibili, tanto più si è capaci di intuire… Nelle cose che vengono dette, anche in quelle che dico io magari, in quelle che noi diciamo quando ab- biamo dinanzi persone alle quali comunicare qual- cosa, persone che ci chiedono aiuto, dobbiamo ricor- darci come alle parole che vengono dette, alle parole dicibili, si aggiungano quelle indicibili, inestricabil- mente legate. Chi sta male, se qui c’è qualcuno che ha sofferto - la sofferenza passa, l’aver sofferto non stanno bene, un colloquio tra persone che curano e passa più - coglierebbe il nocciolo anche sanguinan- persone che sono curate, un colloquio che crei co- te, doloroso, apparentemente dilagante delle cose munque una relazione. Ci sono parole che aprono il che dico. E allora, noi siamo un colloquio. Se voglia- cuore alla speranza e ci sono parole che spengono, mo essere radicali, se vogliamo davvero cogliere fino uccidono la speranza. Fare capo all’esperienza per in fondo i problemi, il dramma, la sofferenza della poter essere accompagnati nelle parole che diciamo vita, dobbiamo tenere presente che questo essere in agli altri, nei giudizi che esprimiamo, nel modo di colloquio, questo essere in relazione, è una respon- concepire la vita, è tuttavia sempre qualcosa di pro- sabilità alla quale siamo tutti chiamati, soprattutto blematico (…). Quali parole dire a chi chiede aiuto? chi come voi, come noi, ha a che fare con persone Quali parole dire a un passante che ci chiede qualco- che della sensibilità hanno la ricchezza umana, ma sa? Ricordatevi che nella lettera agli ebrei San Paolo anche le spine più profonde di dolore. ha detto che talvolta in un mendicante si nascon- Noi siamo un colloquio, dunque l’importanza, in- de un angelo, per cui queste mie divagazioni non nanzitutto, delle parole. Abbiamo la consapevolezza sono extraterrestri, sono legate alla mia esperienza 5 2/2019
FORMAZIONE Alla cieca Gianfranco Ravasi Ed ecco mi ritrovo ancora a tu per tu col- la mia anima fiacca e leggera. Signore! Ma come è possibile seguitare così? Seguitare alla cieca, senza alcun conforto? Andare senza sapere dove né perché? Rien va (1963) fu una delle prime opere che lessi, da giovane, di Tom- maso Landolfi. Da quel libro, che ma anche alla mia lettura di testi che mi sembrano ancora conser vo, ho estratto una essenziali, come le Lettere di San Paolo, ma anche preghiera amara ma che incarna il Goethe, ma anche Heidegger. Scegliere allora le pa- respiro dell’anima di molti. Quanti, role che aiutano, che salvano e non servirsi di parole infatti, procedono “alla cie- che aprano ferite. Già in queste poche indicazioni ca”, senza meta, senza sen- sta una delle possibili riuscite, oppure del fallimen- so, senza speranza. Nasce to, di quelle che possono essere anche le nostre più forse da questa situazione nobili aspirazioni di entrare in colloquio, in dialogo la caduta nel l’abisso del Il Card. Gianfranco Ravasi vuoto, della droga, dell’in- con gli altri.(...) differenza. Purtroppo non c’è più chi sa illumi- E allora, se vogliamo essere consapevoli fino in fondo nare, confortare, guidare. Come diceva il profeta di aver fatto rinascere in noi le molte possibilità che Isaia la grande maledizione è che «non ci sarà più abbiamo di essere d’aiuto agli altri, dobbiamo da una nessuno capace di consigliare, nessuno da inter- parte essere consapevoli dell’enorme importanza che rogare per avere una risposta» (41,28). Ebbene, le parole hanno, ma dall’altra anche dell’esigenza, alle soglie di un nuovo anno, ognuno di noi cer- del bisogno di guardare dentro di noi. Siamo abituati chi di diradare la stanchezza dell’abitudine ras- a ripensare ai significati delle cose che abbiamo fatto segnata e trovare uno squarcio di luce, cioè un nei giorni scorsi, nelle settimane scorse? Quale im senso, un valore, un desiderio più alto verso cui portanza ha il passato, ancora oggi, nel determinare orientare le opere e i giorni. i comportamenti, le azioni che svol giamo? Viviamo in un’epoca bruciata, divorata, da quello che accade OGGI, un’epoca nella quale sia la storia uni versale, ma anche la nostra storia in teriore, vengono continuamente messe da parte. Guardiamo quello che accade, senza preoccuparci né del passato né San Paolo, opera di El Greco. Toledo, Museo del futuro. • El Greco 6 2/2019
Riflessioni Dio è presente nella bellezza dell’universo Q uesta frase di Simone no più ricchi bensì più ne sono l’essenza della Weil, poetessa, filoso- docili. Il tessuto a sua La filosofa, mistica bellezza del mondo, il fa, scrittrice francese, volta è docile, ma docile e scrittrice Simone Weil Cristo ci ha prescritto (1909-1943) ebrea del primo Novecento espri- all’uomo non a Dio”. di contemplare come la me la lente con la quale riflettere Il creato si perpetua nella docilità, pioggia e la luce del sole discenda anche sul mistero dell’Incarnazio- in una bellezza che è la trasparen- no senza distinzione tanto sui giu ne, contemplando il creato. za dell’ordine della Creazione: “La sti che sugli iniqui”. Simone Weil la vede nella bel- bellezza del mondo - annota sem- Risentiamo in questi pensieri il lezza, francescana, del creato e pre Simone Weil - è il sorriso di te solco creaturale che si manifesta, la sua spinta ad elevarsi verso la nerezza del Cristo per noi attraver sempre nel Novecento, anche nel- pienezza eterna, nel segno imper- so la materia. Egli è realmente pre la poesia di Rainer Maria Rilke: “ E cettibile della docilità. sente nella bellezza dell’universo”. io cresco nel suo silenzio, e vorrei “Il Cristo ci ha proposto come Questo creato è esente dall’im- fiorire da tanti rami, ma per cullar modello la docilità della materia, perfezione dell’opera perché non mi con gli altri nel cerchio dell’uni consigliandoci di contemplare i ha processo, né finalità, né ese- ca armonia”. gigli dei campi che non lavorano cuzione, ma solo silente docilità Così nel creato ancora una volta né filano… Se essi ci paiono infini a una perpetua fedeltà, creata e si manifesta “Dio supremo poe- tamente più belli che delle ricche compiuta: “proprio perché l’assen ta”. • stoffe, ciò non accade perché sia za di finalità, l’assenza d’intenzio (A. S.) 7 2/2019
POLITICA I guai dell’Italia in Europa di Armando Caropreso D opo mesi di sterili quanto dannose sfide con- Noi arriviamo tardi ad essere uno Stato Unitario, tra tro l’Europa per la Legge di Bilancio concluse l’altro con una lotta intestina senza esclusione di colpi con una resa totale, fatta passare però per e tradimenti, persino con annessioni e manipolazione una vittoria dell’orgoglio nazionale dal nostro Gover- di voto, con appropriazioni di ricchezze, sia di tipo fi- no, è il caso di dare uno sguardo più sereno e realistico nanziario che intellettuale-industriale, seguito poi da alle vicende interne. una grande farsa dello sviluppo del Sud. L’Europa da tempo è divenuta il capro espiatorio di tut- In questo contesto, la conoscenza della storia e la geo ti i mali e certamente ha le sue responsabilità dovute grafia economica avrebbero dovuto giocare un ruolo all’eccessiva e miope rigidità dei parametri economici/ d’indirizzo verso uno sviluppo che tenesse conto delle austerità, ma soprattutto all’incapacità di esprimere e esigenze delle varie realtà popolari, unitamente alla imporre agli stati membri politiche unitarie e lungimi- vocazione messa a disposizione dalla natura alla nostra ranti su temi fondamentali, quali immigrazione e poli- terra, stretta, lunga, montagnosa e nello stesso tempo tica estera, affrontati in ordine sparso e opportunistico debole e vulcanica, ma con una costa bellissima. Si è dai singoli Stati. invece scelto di non unire culturalmente ed economi- Un esempio per tutti, la lotta più o meno sotterranea camente il popolo di questa nazione, ma di permettere tra noi e la Francia sulla questione libica. Le necessa- di mantenere divisioni tra Nord/ Sud/ Centro, tra le due rie riforme dovrebbero essere l’obiettivo dei politici e grandi isole Sicilia e Sardegna e, dulcis in fundo, tra non la distruzione dell’Europa, perseguita in modo più alcune realtà persino linguistiche. o meno subdolo, che tanti benefici ha comportato. Tali scelte hanno massimizzato la divisione e l’egoismo I guai dell’Italia in Europa sono atavici e ce li portia- di fondo già in pectore. Non è stata favorita una vera mo dietro da sempre. Fior fiore di studiosi ne hanno solidarietà di popolo, un orgoglio, una unità e una di- descritto le origini, ma nessuno o pochi di quelli che ci fesa verso l’esterno, senza renderci conto che questa hanno governato ha veramente avviato una soluzione frammentazione ci rendeva tutti più deboli. degna di nota; sovente hanno tappato buchi ma non Le svalutazioni monetarie servivano a salvare tempora- hanno mai intaccato i privilegi, perché questi avreb- neamente la finanza e quella presunta rete industriale, bero finito per toccare la loro base elettorale e il loro fatta di poche grandi industrie e di tante piccole e de- potere reale. boli; poi anche queste manovre sono risultate ineffi- 8 2/2019
caci e allora abbiamo lasciato pubblico, che genera interessi POLITICA mano libera di governare ai altissimi da pagare a chi ci pre- capitalisti e populisti, facendo sta i soldi. accordi e leggi che sovrastano L’altro aspetto, importante seb- gli interessi e la vita del popo- bene tecnico, è quello di aver lo, perché è stata data libertà inserito il pareggio di Bilancio ai capitali di muoversi ovun- in Costituzione, così che non que loro convenisse e ci fosse abbiamo più nessuna elasti- un utile, indipendentemente da cità. Invece fior fiore di eco- dove questi utili e capitali aves- nomisti hanno insegnato che sero trovato origine e sviluppo. nei momenti peggiori serve che lo Stato Oggi ci troviamo di fronte al grosso problema dell’Au- intervenga a sostegno dell’economia per rilanciare la tonomia delle Regioni, senza contare quella dei piccoli ripresa. Comuni che scelgono a quale regione limitrofa appar- Non è una contraddizione con le tesi fin qui esposte tenere, secondo convenienza. E che dire della fram- perché il rilancio della economia tramite gli interventi mentazione Sanitaria e di quella Scolastica: medicinali Statali, dovrebbe consentire poi la ripresa economica e servizi sanitari e ospedalieri sono resi o negati ai cit- con conseguente taglio del debito pubblico. Ma in Ita- tadini, a seconda di dove abitano. Ma non è tutto, i no- lia questo non pare mai essere avvenuto, diversamente stri nuovi governanti proseguono sulla strada dell’au- dagli USA. tonomia anziché invertire la rotta e presentano nuovi L’auspicio è che le regole siano regole per tutti e che progetti che prevedono di lasciare in loco tra l’80 e il l’avvicendarsi dei Governi non tocchi i principi basila- 90% della tassazione fiscale. Se questo progetto ve- ri del “buon governo dello Stato”; l’altalena dei com- nisse accolto, avremmo una Italia sempre più divisa portamenti genera insicurezza e quindi inaffidabilità, e debole, con un Sud sempre più povero e arretrato e mentre il mercato vuole continuità e sicurezza dei pro- un Nord, forse, più ricco. Forse, perché Capitali esteri pri investimenti. stanno facendo acquisti dei nostri gioielli industriali, dei marchi e dopo averli ben sfruttati li abbandonano, inservibili, con tante famiglie senza lavoro, figli senza prospettive al punto tale che solo l’emigrazione è l’u- nica strada percorribile. L’alternativa: la fame, il sotto salario per lo più in nero. Venti anni fa un dipendente con anzianità e livello professionale medi, con il suo stipendio riusciva a far vivere discretamente una famiglia con due figli, mentre oggi non può neppure pagare un fitto di casa idonea a quattro persone. In queste condizioni serve a poco fare professione di solidarietà verso chi ha più biso- gno, perché il populismo dei nostri governanti porta la gente a rinchiudersi nella propria sopravvivenza, visto anche la scarsa copertura del livello pensionistico, e stimola rancore, divisioni ed esclusioni di tutti i tipi. Dunque, bisogna avere più Europa riformata opportu- Anziché parole servono fatti che diano la prospettiva namente e non il contrario, tenuto anche conto delle di una riduzione del debito pubblico, che non debba sfide globali, delle interconnessioni commerciali e dei poi pesare sui figli e sui futuri pensionati; un rilancio grandi blocchi esistenti che finirebbero per schiacciare industriale che abbia certezza di essere concorrenziale i nostri statarelli se piccoli, divisi e contrapposti. sul mercato. Finiamola di essere la Cenerentola dell’Europa perché E questo non perché ce lo chiede l’Europa, ma perché nessuno ci incoronerà principessa senza la scarpetta vitale per il nostro Paese, gravato da un enorme debito di vetro. • 9 2/2019
Senza voltarsi indietro Nello spirito di don Orione P er conquistare a Dio e afferrare gli altri occorre, prima, vivere una vita intensa di Dio in noi stessi, avere dentro di noi una fede dominante, un ideale grande che sia fiamma che ci arda e risplenda - rinunciare a noi stessi per gli altri - ardere la nostra vita in un’idea e in un amore sacro più forte. Nessuno che obbedisca a due padroni - ai sensi e allo spirito - potrà mai trovare il segreto di conquistare le anime. Il tempo che è passato, più non l’abbiamo: il tempo che è a venire non siamo sicuri di averlo: sol dunque questo punto del tempo presente abbiamo, e più no. Intorno a noi non mancheranno gli scandali e i falsi pudori degli scribi e dei farisei né le insinuazioni malevole né le calunnie e persecuzioni; ma, o figli miei, non dobbiamo avere il tempo di «volgere il capo a mirar l’aratro», tanto la nostra missione di carità ci spinge, e ci incalza, tanto l’amore del prossimo ci arde, tanto il divino Cocente foco di Cristo ci consuma. Noi siamo gli inebriati della carità e i pazzi della Croce di Cristo Crocifisso soprattutto, con una vita umile, santa, piena El Greco: di bene, ammaestrare i piccoli e i “Crocifissione” (1597) poveri, a seguire la via di Dio. Madrid, Museo del Prado 10 2/2019
L’estate di Maria Spiritualità di don Marco Pozza Efeso, 431 anni dopo. Duecento che perciò la Santa Vergine è Madre Maria nella sua più eccelsa forma uomini a difendere la Donna. di Dio perchè ha generato secondo di femminilità: madre, mamma. L’annuncio era stato deflagran- la carne il Verbo che è da Dio, sia A Nazareth fu pista d’atterraggio te: Dio ha preso-casa in mezzo anatema». È l’ingresso trionfale dell’Eterno. alle nostre. Ha adocchiato l’uni- di Maria nella teologia: se è vera Gocce di co pezzo di terra rimasta vergine: Madre di Dio, allora può tutto. Pos- Tre anni in compagnia in Galilea è diventato tutto sua Madre. Una sono dire tutto di Lei: con canti di Per trent’anni – gli anni passati terra che era anche un nome, ap- preghiera, squarci di pittura, trame dal Cristo nel muto eremitaggio partenenza, custodia: Maria di Na- di poesia. Consacrazioni, adorazio- di Nazareth – la Madre fu donna zareth. Troppo bella quella storia ni, stupori e intimità. Ad un occhio di parola: il Verbo parlò e tutto per non sporcarla di fango, troppo profano pare quasi esagerato, ma fu fatto, Maria parlò e il Verbo si grande l’appellativo dato a quella è la strana faccenda che è di tutte fece carne. Luca, pittore dalle mille (ma)donna per non trafugarne una le madri: osare anche solo parlare sfumature, affitta un verbo di cu- percentuale. Nestorio fece la parte stodia e e ne fa la casa di Maria del diavolo, maneggiando strane per oltre diciott’anni: «Sua madre voci: “Cristo ha una doppia perso- custodiva tutte queste cose nel suo nalità. Adesso ha aperto un altro cuore» (Lc 2,51). Sarà impossibile profilo: era Dio, adesso è anche per chiunque immaginare cosa si- uomo”. Invece no, Satana: quei due gnifichi passare diciotto anni nel sono un’unica persona. Non ossa tra loro unite, bensì una sorta di “Condanna di Nestorio al Concilio di Efeso trasfusione di sangui: impossibile nel 431” scinderli, sono un tutt’uno. La sfida Chartres, bassorilievo della Cattedrale di fu diretta al Figlio, ad essere por- Notre-Dame tata in tribunale fu Maria: “È Ma- dre solo di Gesù” attaccò Nestorio. di loro, è parlare di una burrasca in “È madre di Dio, sono un tutt’uno” piena azione. Nessun’altra femmi- decretarono oltre duecento vesco- na, prima e dopo di Lei, fu e sarà vi che si erano dati appuntamento mai come Maria. È «Madre di Dio»: ad Efeso, 431 anni dopo i fatti di in nessuna festa – delle mille più Betlemme. Difesero Maria: nacque una che il mondo le tributa – ci si il dogma della Divina Maternità di scorda di lodarla per questo suo Maria. privilegio: «Santa Maria, Madre di Maria è la Madre di Dio, non solo Dio, prega per noi peccatori». Mi- del Figlio. Punto, a capo: «Se qual- gliaia di volte al giorno, pur senza cuno – scrivono i padri ad Efeso - saperlo, nell’Ave Maria cantiamo non confessa che l’Emmanuele è Marianne Stokes: Dio nel vero senso della parola e “Madonna con bambino” 11 2/2019
a Giuseppe: si defilerà prima. Un alle calcagna a rubare il fiato al Fi- Spiritualità umile contraccambio alla sua umi- glio. Nei tre anni di vita-pubblica le presenza: per disegni celesti, gli del Cristo, Maria s’adombra sin verrà risparmiata la vista e la par- quasi ad eclissarsi: “Se n’è andata” tecipazione alla matta-mattanza avrà pensato il Satana-imbecille. del suo Cristo. La gente, invece, vedendo come il Gocce di Con Giuseppe calano le serran- Figlio ragionava, andava pensando de sugli anni felici di Maria: forse a Lei: “Guardalo: è tutto sua ma- per qualche tempo – complemen- dre!” Hanno le loro buone ragioni: to di tempo determinato – il Figlio se Dio, domattina, mostrerà d’an- le darà la gioia di portare avanti dare matto per i gigli del campo, Gesù adolescente nella casa di Nazareth il mestiere del padre: frammenti è perchè qualcuna gliel’avrà pure di tempo passati più per lavorare trasmesso tutto quel trasporto. compito d’essere madre e custode l’animo della Madre che per dare Come pure l’arte del rammendo, del Figlio pur avendolo per padre: forma al ferro. Una mattina, poi, la la giusta postazione della lanter- sono il segreto scolpito nel cuore Vedova diventò pure senza-Figlio: na, l’angolazione migliore per gu- di Maria. Trent’anni fu il tempo che l’unico Figlio la lascerà. Nessuna starsi il tramonto. La Madre nel Cristo impiegò per diventare uomo parola spesa per Maria, nessuna Figlio: «Beato il ventre che ti ha appieno. Trent’anni fu anche il parola detta da Lei sulla soglia di portato e il seno da cui hai preso il tempo che impiegò per far cresce- casa. Già poco parlano le madri: latte» (Lc 11,27). Non le resta che re la Madre sua: a Nazareth – tra loro destino, da un certo punto in prendere il posto per il quale era trucioli di legno, intimità familiari, poi, è vivere balenando nei silenzi nata: stare con Dio, per accorger- faccende di casa – il Figlio affidò dei figli. Ancora meno parlò Maria, si dell’uomo e andare in suo soc- alla Madre la sua fede. Un giorno, santa patrona delle madri: delle corso. A Cana, piena azione: «Non quando tutto sembrerà morto, toc- antenate, delle nasciture. In pri hanno vino» (Gv 2,3). Nulla scappa cherà a Lei bisbigliarlo alla Chiesa. mavera fece un passo avanti: «Ec a Maria, attenta che a nessun cuo- Quando Cristo uscirà da Nazareth comi!» (Lc 1,38). Essere-madre è re venga a mancare la festa, tutta perchè l’ora è giunta – «Domattina metterci la faccia. D’estate – i tre intenta alle faccende dei figli, ad chiudo bottega. Non si raccolgo- anni del Figlio ramingo e predica- agganciarli al Figlio: «Qualunque no più ordinazioni» – anche Maria tore – ne fece due indietro: esse- cosa vi dica, fatela» (Gv 2,5). È il gli andrà dietro: Lui a dettare la re madre è accettare di dipendere suo testamento, non parlerà più strada, Lei a raccattare coloro che dalla sorte del Figlio. d’ora in poi. L’ultima parola è ma- lungo la strada arrancheranno. Del Cristo ormai è maggiorenne, pron- teria di affidamento: «Fidatevi!» destino del suo Giuseppe il Vangelo to a partire: Maria lo sente nella Chiamare Maria è ricevere in rispo- fa scena muta: pur altissima come sua carne. Per trent’anni ha condi- sta Cristo: «Nulla ho da chiederti: figura – dopo Cristo e la Vergine è viso con Lui quella carne: d’ora in mi basta che rimanga per me la tua la più alta -, scompare come fos- poi, assieme alla carne sposerà an- visione» (D. Barsotti). se uno zingaro. Esce dalla scena che le idee: anche stavolta gli an- In Galilea Cristo mise in piedi una com’era entrato: in punta di piedi, drà dietro. È madre: dunque pronta cooperativa dal basso: «Seguite senza disturbo, sotto-voce. Resta a sostenere quella carne bambina mi, vi farò diventare pescatori di traccia in quella rude confidenza dentro le risse del mondo. uomini». Detto, fatto: «Lo seguiro di Simeone: «Anche a te una spada no» (Mc 1,17-18). Nella ciurma c’e- trafiggerà l’anima»(Lc 2,35). Una Nei quartieri, tra le piazze ra Maria: sorpresa dall’entusiasmo spada per Maria, nessuna spada Da lontano, oppure appresso: mai folle di quegli uomini di mare, fiera 12 2/2019
nel vedere il Figlio in quel nuovo Uscita dalla stanza di Cana, tor- al genio di Paolo: «Uno solo, in Spiritualità mondo da non perdere l’occasione nerà forse alla solitaria casetta di fatti, è Dio e uno solo anche il me di farsi pure lei discepola sua, pur Nazareth. Con divagazioni furtive a diatore fra Dio e gli uomini, l’uomo essendo Madre. Anche degli amici far compagnia al Figlio nelle strade Cristo Gesù che ha dato se stesso del Figlio, che erano la sua nuova di Palestina. Tornerà alla fine: sarà in riscatto per tutti» (1Tm 2,5-6). famiglia: da madre, li squadrava, l’altra sua ora, quella della cura, Chiarezza, nessuna sbavatura: il Gocce di ne fiutava il temperamento, tes- dell’«Ecco il tuo Figlio» (Gv 19,26). massimo di ciò che Dio aveva in seva parole-su-misura per ciascu- Nel frattempo, è il tempo delle la- cuore di dire-dare all’umano, l’ha no. Ad ognuno, all’occasione, avrà crime, della meditazione, del bor- detto-dato in Gesù di Nazareth. narrato qualcosa dell’infanzia del do-strada a ripassare la strada. Solo Cristo, per chi vorrà salva la Figlio: perchè interrogata, perchè sua vita, è via obbligata per la sal- innamorata, invocata. Tutta presa Il titolo – La Mediatrice vezza: «Nessuno viene al padre se dalla faccenda che più di ogni altra “Mediazione” è termine che appar- non per mezzo di me» (Gv 14,6). le premeva: fare in modo che tut- tiene alla giurisdizione. Una me- È la via-direttissima per il Padre: ti gli uomini s’innamorassero del diazione la si offre, la si accetta, non tanto «Rivolgetemi a me, poi suo Gesù. Che più uomini possibili la si esercita. Il verbo è mediare, il riferirò» bensì «Chi vede me vede il s’aggrappassero alle sue promesse: sostantivo è mediatore: l’obiettivo Padre» (Gv 14,9). È la novità di Bet- «Qualunque cosa vi dica, voi fatela: è la consacrazione di un accordo. lemme: Dio si lascia trovare, tocca- non rimarrete delusi». È anche termine teologico, grazie re, masticare. Maledire. Nella stanza di nozze di Cana, con l’acqua mutata in vino di delizia, s’accese la certezza che ancor oggi splende: pare più facile separare la luce dal sole che Maria da Gesù. La vita degli uomini è piena d’immense mancanze, la vita pare un’immensa mancanza. Nel tempo della man- canza, non resta che scegliere tra le solite due possibilità: incolpare Dio, come Lucifero. Oppure l’altra: chiedere a Dio la pietà, come Ma- ria: «Non hanno vino». Trent’anni impiegò, alla scuola del Cristo- Bambino, ad apprendere i miste- ri di Dio, i suoi segreti percorsi: li visse in se stessa, per capirli meglio negli altri. Per tre anni, poi, s’alle- nò a farsi madre di tutti: degli im- pauriti, dei fuggiaschi, dei marinai, degli esploratori, delle madri senza figli, dei figli senza madri. Dei be- stemmiatori, adoratori. Racconta- re di Lei sarà pensare a Lui: “Ciao “Nozze di Cana”. Miniatura del Codex Egberti, Scriptorium dell’Abbazia di Reichenau. Maria, saluta Gesù da parte mia”. Treviri, Biblioteca Nazionale 13 2/2019
Nessun obbligo, però: l’uomo è li- unica fonte» (Lumen gen Spiritualità bero di dannarsi. Per salvarsi, dun- tium). Che è come dire: que, non basterà solo dire: ora pro Maria, cronologicamen- nobis. Sarà necessario prendere te, vien prima del Figlio. posizione, lasciarsi trafiggere da Teologicamente gli viene questa vicinanza: è il cum nobis, subito dopo: solo così il Gocce di l’apice della libertà, quell’inat- popolo che la prega ne po- teso «resta con noi, Signore!» (Lc trà strappare la sua intima 24,29) intonato ad Emmaus, terra bellezza. Luigi Grignon de del Dio Risorto. Cristo è l’assoluto, Monfort, una figura di san- Maria è subito dopo: «L’unica me- to maturatosi all’ombra di diazione del Redentore non esclude Maria, usa parole dolcissi- ma suscita nelle creature una varia me: «Se tu dici Maria, ella collaborazione partecipata da una ripete Dio perchè Maria è la Luigi Grignon de Monfort contempla la Vergine Maria meravigliosa eco di Dio». Il ritorno- a-Lui: è questo il cuore del cuore di Maria. Contemplarla lì, appena dietro il Figlio, non solo non nuoce alla bellezza del Cristo, ma ne ga- rantisce la purezza. Nessuna sorta di conflitto tra i due: togliere a Maria non è aggiungere qualcosa al Cristo, esaltare Maria non è sva- lutare Cristo. Che ognuno stia al suo posto: è Vangelo. Perchè al-suo-posto, Maria ha un posto tutto speciale: è entrata in modo del tutto personale «nell’uni- ca mediazione fra Dio e gli uomini, che è la mediazione dell’uomo Cri- sto Gesù» (Redemptoris mater). Un posto speciale, da madre: è media- zione-materna. Una manovra d’in- tercessione, una sorta di coopera- zione affinchè si realizzi il sogno folle del Figlio suo: che l’umanità rinasca prendendo la sua forma. «Sotto la tua protezione cerchiamo El Greco: “Gesù risorto appare a Maria” rifugio, santa Madre di Dio». • 14 2/2019
...i barbieri non esistono!... il RACCONTO Un uomo pio era dal barbiere con un giovanotto con cuffiette nelle orecchie, jeans il suo Breviario e la Bibbia da tutti strappati, capelli molto lunghi, sporchi e di- cui mai si separava e che legge- sordinati... Il suo viso s’illuminò e si precipitò di va nei tempi morti. Giunto al termine del lavoro nuovo dal barbiere esclamando: “Sai che ti dico? il barbiere, del tutto inaspettatamente, lo apo- I barbieri non esistono! Altrimenti come si spiega strofò con aria di sfida dicendo: “Sì, sì... legga la presenza di tante persone con capigliature così pure i suoi libri e predichi l’esistenza di Dio.... tut scomposte?(!)”. te parole per sottomettere gli uomini! In realtà Il barbiere interdetto provo’ a replicare: “Ma che Dio non esiste, altrimenti come si spiegherebbero dice? I barbieri esistono eccome e io ne sono una l’ingiustizia, il dolore, la malattia e la morte? No, prova... ma se le persone non vengono da me che io non credo in un Essere Supremo infinitamente posso fare? Non posso certo intervenire e prov buono”. vedere a barba e capelli di chi non entra nel mio Il sant’uomo fu colto del tutto alla sprovvista negozio!”. e in contropiede.... gli mancarono le parole per E il sant’uomo, radioso, prontamente rispose: controbattere, per una replica convincente! Sta- “Appunto... così è anche per il Padreterno ... se gli va quindi uscendo dal negozio avvilito, mortifi- uomini non vanno da Lui, Lo ignorano ... certo poi cato e inquieto quando, proprio all’ingresso, vide non si può affermare che non esista!!”. Nicola Chapron: “Dio Padre Creatore del Mondo” (da Raffaello – 1649) 15 2/2019
FRATEL Attualità BIAGIO CONTE una vita per i Di famiglia benestante, da giovane ha deciso di dedicarsi poveri agli ultimi, fondando con l’aiuto della gente tre “cittadelle della gioia” in cui accoglie malati, poveri, immigrati. di Patrizia Carollo In un mondo spesso egoista un Dio che ha raggiunto tanti. Perché che l’accoglie come un figlio. Lì con e indifferente, accidioso sono centinaia gli uomini e le donne, loro Biagio comprenderà l’importan- e votato al dio denaro, gli ammalati, i sopravvissuti ai “viag- za del lavoro duro con le pecore, sen- un uomo a Palermo vive da 30 anni gi della speranza”, gli abbandonati za sapere, ancora, che un domani sa- controcorrente e ha fondato tre co- dalla società, che con questo missio- rebbe diventato pastore di uomini. A munità che ospitano mille poveri. Il nario laico hanno trovato conforto, un tratto, intuisce che il suo viaggio suo nome è Biagio Conte: ha 55 anni, un letto e un pasto caldo, la voglia deve continuare, così parte per un occhi azzurri come il cielo, barba di non mollare, la dignità di vivere. lungo pellegrinaggio a piedi, unica folta, per vestito un saio verde col «Se esiste Biagio, esiste Dio», dicono compagnia un cane che chiamerà Li- cappuccio e un paio di sandali con- le persone che grazie a lui sono tor- bertà, per arrivare dal suo santo pre- sumati. Speranzoso come pochi, ca- nate a vivere. Ma chi è questo Biagio ferito, Francesco d’Assisi. Ormai Bia- ritatevole verso tutti, innamorato di che ha reso Palermo ancor più terra gio ha deciso: si dedicherà totalmen- d’accoglienza? Biagio Conte nasce in te, e per sempre, ai poveri della sua Fratel Biagio con il medico Francesco una famiglia benestante siciliana e, città. Dove ritorna, andando a vivere Russo, e (sotto) don Pino Vetrano crescendo, ha aiutato il padre nell’a- sotto i portici alla stazione centrale zienda familiare. Ma non era felice: di Palermo, insieme ai suoi nuovi fra- le strade erano sporche, le chiese telli e sorelle, il pòpolo di quelli che abbandonate, gli anziani sostavano i più chiamano barboni (sbandati, ex negli angoli delle strade col piattino detenuti, migranti, donne di stra- davanti e i suoi coetanei pensavano da, malati, disoccupati). Comincia a solo alla discoteca. Compaiono così chiedere l’elemosina per i poveri, per in lui i primi segni di una crisi che comprare pane e latte, vestiti, coper- lo porterà a una svolta radicale. A 26 te, un fornello elettrico per cucina- anni, il grande passo: Biagio scrive re la pasta. I senzatetto aumentano una lettera d’addio ai genitori e co- e Biagio ottiene un vecchio rudere mincia una nuova vita da eremita per abbandonato, un ex “disinfettatoio” le montagne dell’entroterra siciliano. comunale. Col sudore e la fatica dei Dorme nelle grotte, mangia quel che fratelli che prima vivevano alla sta- la natura offre. Nella zona di Rad- zione (circa 60), insieme all’instanca- dusa, in provincia di Catania, chiede bile don Pino Vitrano, restaura l’edifi- ospitalità a una famiglia di pastori cio. Inizia così una gara di solidarietà, 16 2/2019
e non solo per la ricostruzione della Francesco che, in visita pastorale a Attualità fatiscente struttura. Arrivano da ogni Palermo, ha voluto pranzare con lui parte d’Italia volontari per dare un e i fratelli ultimi che accoglie. In aiuto a quella che sarà chiamata la 30 erano quelli seduti al tavolo con Missione di speranza e carità di via al centro il pontefice. Un momento Archirafì. Poi, verranno La cittadella straordinario, che ci racconta An- del povero e della speranza nell’ex tonio Fulco, il volontario incaricato Fratel Biagio, attraversa l’Italia a piedi, caserma aeronautica di via Decollati dell’ardua scelta delle persone da far con una grande croce di legno sulle spalle, e il Centro di accoglienza femminile pranzare con il papa. «Ho cercato di a testimoniare pace e speranza nell’ex convento di Santa Caterina. vivere tale consegna nella preghiera A Palermo, ormai, fratel Biagio è un - ci ha confidato - e sono andato a dipinti proprio da me, che sono un punto di riferimento per tutti. letto alle 4 di notte, per l’emozione di musulmano». «Non credo d’aver mai «È un esempio virtuoso di cristiani scegliere i più meritevoli, che alla fine visto qualcosa del genere», ha esor- tà contemporanea. Il suo percorso di sono stati più deboli: i non vedenti, i dito infatti papa Francesco, che ha fede sulle orme di san Francesco, con paralitici, i sordomuti, un dializzato, aggiunto: «Un uomo di un’altra reli cretizzatosi in opere reali, consente dei carcerati». Africani, asiatici, eu- gione che si presta a dipingere imma a noi tutti - afferma Davide Candia, ropei, italiani. «Tutti sono stati bene gini sacre cristiane!». L’essere uniti commercialista palermitano - d’ispi detti e incoraggiati dal santo padre malgrado le differenze (culturali, lin- rarci alla sua fratellanza universale a superare i loro drammi. Erano feli guistiche, religiose) per un progetto intesa come forma di accoglienza e di ci. Ciò va visto - ha aggiunto Fulco comune è comunque solo uno degli amore per gli ultimi. Il mio affetto per - come un grande segno profetico di aspetti che costellano la missione lui è sconfinato». «Credo che Biagio ciò che avverrà nel giorno del Signore, di fratel Biagio. Perché chiunque vi -commenta Raffaella, un’educatrice - quando gli ultimi diverranno i primi». arrivi, cambia dentro, comprende sia stracolmo del santo Spirito di Dio. Anche papa Francesco era commos- che la via per la felicità dell’anima Pochi, come lui, hanno saputo acco so. «I suoi occhi - afferma suor Ales- si ottiene donando, rimboccandosi gliere e aiutare migliaia di uomini soli sandra - erano trasparenti, pieni di le maniche per il bene degli altri. Il nella “sua casa” costruita per i pove gioia, perché ha trovato anche i bam bene è poi contagioso, non solo ri- ri». «Biagio - afferma Francesco Rus bini che, in rappresentanza di tutti i torna sempre, ma chiama altro bene. so, medico volontario della missione popoli del mondo, hanno cantato per Fratel Biagio, quando Bergoglio era - è la “coscienza pulita” dei palermi lui “Mare, mare, mare” una canzone divenuto un puntino lontano, ha ri- tani. La sua opera e la sua vita sono sulla sofferenza dei migranti». “Una badito ai cronisti: «Papa Francesco è un’oasi di pace in un mondo in cui la cosa – afferma Bekir Ben, uno degli stato un segno di grande speranza... pace e la felicità sembrano assenti. ospiti della missione - ha attratto Ha scosso le coscienze di tutti per- Lui stesso continua da anni a dirci che l’attenzione del pontefice in modo ché i poveri fanno parte di questa la felicità che sente è il frutto del suo particolare: che gli affreschi della società. Una società che lascia indie- incontro con Gesù e con i poveri. E per chiesa “Casa di preghiera per tutti i tro i più deboli non può essere una i poveri e per tutta la missione, Biagio popoli” di via Decollati fossero stati giusta società». • è diventato un punto di riferimento e la voce di chi non ha voce». Tanti episodi importanti hanno arric- chito l’esistenza di Biagio Conte. Fra questi: la guarigione straordinaria, il “miracolo”, che il missionario, da tempo bloccato in una sedia a rotel- le, ha ricevuto nel 2014 a Lourdes. Da quel dì ha fatto una promessa alla Madonna: non fermarsi più, ne- anche fisicamente, per evangelizzare e portare pace e speranza al mondo intero. Inoltre, il 15 settembre scor- so, fratel Biagio ha ricevuto papa Papa Francesco in visita pastorale nella Missione di fratel Biagio 17 2/2019
UN RINOCERONTE NEL CUORE DI ROMA L’angolo del l ’arte “L’Adolescente” di Michelangelo Un palazzo barocco creazioni multimediali, performan- pubblico il 13 ottobre 2018 e vi si seicentesco ai ce, spettacoli teatrali, shops di va- accede da piazza Bocca della Veri- confini dei Fori rio genere e al sesto piano un bar, tà a fianco dell’Arco di Giano che Imperiali, un tempo fatiscente, un ristorante e una terrazza con è illuminato permanentemente da bizzarramente destinato ad ospi- una vista incredibile del panorama un meraviglioso intreccio di luce tare case popolari. Acquistato dal di Roma. Una vera città d’arte nel gialla e rossa, opera di Vittorio e Comune di Roma dalla Fondazione centro storico e archeologico più Francesco Storaro (due volte pre- Alda Fendi Esperimenti dopo aver affascinante del mondo. mio oscar). offerto, per liberarlo, ad ogni fami- Ci si trova nel Foro Boario, dove si L’Arco di Giano, accanto alla chie- glia che vi era residente per usu- svolgeva il mercato del bestiame. sa di San Giorgio al Velabro, è un capione, un appartamento in altra Si trattava dell’area di mercato manufatto del IV Sec. d.C. ed è una zona della città, in quattro anni è (Emporio) della città arcaica , col- delle tante meraviglie per anni tra- stato ristrutturato. locata vicino alle rive del Tevere, e scurate e dimenticate della nostra L’architetto francese Jean Nouvel, frequentata dai mercanti greci già città. Per fortuna adesso è stato grande firma (ultimo suo proget- all’epoca della fondazione della restaurato e l’area intorno bonifi- to il Louvre di Abu Dhabi), se n’è città, alla metà dell’VIII° Sec. A. C. cata: anche se non in tanti sanno occupato, realizzando, insieme al Questo spazio è stato aperto al che a pochi metri, nel Foro Boario, direttore artistico di tutto si compivano riti e sacrifici l’edificio Raffaele Curi e con antichissimi e si muovevano i il beneplacito della sovrain- primi passi della Roma Antica. tendenza ai Beni Culturali, Dal 18 dicembre scorso, l’a- un vero miracolo architetto- rea espositiva del palazzo nico, artistico, urbanistico, in ospita per tre mesi un’opera equilibrio tra conservazione eccezionale: ”L’Adolescente” e innovazione, a partire dalle di Michelangelo Buonarroti. logiche distributive interne, La scultura non è mai stata dagli arredi fino agli scuri del- prestata per un periodo così le finestre che, quando chiusi, lungo a un privato e questo mostrano dall’esterno l’imma- riveste un grande significa- in alto, sul titolo: gine degli appartamenti esistenti il palazzo della to per la Città di Roma. prima dell’intervento di restauro. Fondazione Fendi Parlare dell’opera del som- Con 3500 metri quadrati, che si con l’Arco di Giano mo artista del Rinascimen- sviluppano su sei piani, il Palazzo sopra: il Foro Boario to italiano (1475-1564 ) è un vero Hub culturale nel cuore a fianco: sarebbe impresa sconfi- Il rinoceronte di Roma. simbolo della nata: qui ci limiteremo a Al suo interno accoglie mostre, Fondazione trattare della sua attività 18 2/2019
di scultore di cui questa opera ci È stupefacente come Michelangelo L’angolo del l ’arte regala l’opportunità. Sono davvero sia riuscito a “vedere” tutta la figu- pochi al mondo i musei che posso- ra di questo giovane in un blocco no compiacersi di annoverare nelle di marmo di dimensioni così con- loro collezioni sculture originali di tenute, dalla forma quadrangolare Michelangelo: motivo in più per e l’abbia poi “estratta” da lì, elimi- ammirarla qui a Roma! L’opera, di nando via via il superfluo. L’artista marmo, di dimensione contenuta Michelangelo Buonarroti (1475-1564) chiarisce in maniera esemplare la (h. 54 cm.) è oggi nelle collezioni sua poetica: “ la forma , preesisten del Museo Statale dell’Ermitage di ricava una perfezione particolare: te nel blocco di marmo, attende San Pietroburgo. In origine, pre- ciò che importa è stato espresso! solo di essere scarcerata dall’atti sumibilmente, era destinata alla Ad essere sconfitta non è stata la vità dell’ottimo artista che toglie il Cappella dei Medici nella Chiesa di forza fisica ma quella spirituale. soverchio “ Michelangelo, special- San Lorenzo a Firenze. La statua, Lo stato d’animo oppresso si impo- mente negli anni della vecchiaia, più che un adolescente, raffigura ne se si osserva l’opera da entrambi riteneva essenziale interrompere un giovane uomo dalla corporatura i lati: le spalle abbassate, il volto l’opera per aumentare il contrasto atletica. quasi affossato tra le ginocchia, spirito-corpo, forma-materia, vita- È accovacciato, come se fosse sta- generano un’impressione tragica. morte: nuovo ed efficace strata- to compresso a formare una massa sferica. Ha il capo inclinato verso il basso, le spalle sono abbandonate, con le mani si afferra il piede de- stro. Per guardarlo in viso occorre abbassarsi e posizionarsi frontal- mente, altrimenti sarebbe visibile solo la sua ricca capigliatura. Come altre sculture di Michelange- lo , anche questa rientra nel novero delle opere della sua maturità vo- lutamente non finite (è stata scol- pita intorno al 1534 ). È del tutto assente la levigatura. Il dorso, il ba- cino, le gambe (eslusi i piedi ) sono modellati in maniera più leggibile, anche se manca ogni cura del det- taglio. I muscoli, benché appena accennati,sembrano vivi e pronti a contrarsi, a irrigidirsi o a rilas- sarsi. Anche i tratti del volto sono appena accennati; l’adolescente è privo di ogni sorta di attributi per cui provoca discussioni per l’inter- pretazione del soggetto. Tuttavia “L’Adolescente”. L’opera di Michelangelo, nelle collezioni dell’Ermitage di San Pietroburgo, da questa incompiutezza, la figura verrà ospitata fino al prossimo 10 marzo nell’area espositiva della Fondazione Fendi a Roma 19 2/2019
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