Il recupero di alimenti di origine animale in strutture collassate - L'Aquila - 15 novembre 2014 - Associazione Italiana ...
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Il recupero di alimenti di origine animale in strutture collassate. L’Aquila – 15 novembre 2014 Dr. Claudio Milandri Direttore U.O. Igiene Alimenti di o.a. ASPV - AUSL Forlì
CATASTROFE E’ un evento dannoso per la vita’ umana con sconvolgimento dell’ordine delle cose, un evento caratterizzato dalla distruzione delle infrastrutture e del tessuto sociale.
Maxiemergenza E’ un evento, o il rischio che esso si verifichi, in grado di superare le normali capacità di risposta di una struttura o organizzazione sanitaria
CATASTROFI NATURALI * IDRICHE : inondazioni, maremoti * CLIMATICHE : tempeste, cicloni, uragani, incendi di foreste, siccita’, valanghe, ondate di calore o freddo * GEOLOGICHE : frane, smottamenti, terremoti, eruzioni * EPIDEMIE ANIMALI
Negli ultimi anni…. Il clima è sensibilmente modificato e la natura ci riserva sorprese sempre poco piacevoli.
«una grande emergenza» recente nella nostra Regione …. Terremoti dell'Emilia: iniziati il 20 maggio 2012, ci si riferisce a una serie di eventi sismici localizzati nella Pianura Padana Emiliana prevalentemente nelle province di Modena, Ferrara e Mantova ma avvertiti anche in area molto vasta comprendente tutta l'Italia Centro-Settentrionale e parte della Svizzera, della Slovenia, della Croazia, dell‘Austria, della Francia sud- orientale e della Germania meridionale. La scossa più forte è stata registrata il 20 maggio alle ore 04:03:52 ora italiana con epicentro a Finale Emilia, a una profondità di 6,3 km
Le chiamano volgarmente bombe d’acqua • COME E QUANDO SI FORMANO. Le nuvole che danno origine alle bombe d'acqua si formano per la differenza di temperatura tra il suolo e il cielo. L'aria calda proveniente dal mare sale fino a incontrare correnti più fredde che, come sappiamo, la fanno condensare e facilitano la formazione di nubi temporalesche. Nel periodo estivo, quando le acque marine sono più calde, e nei primi mesi d'autunno, quando la temperatura dell'aria inizia a calare, questi fenomeni sono più frequenti perché la differenza tra masse d'aria (quella umida e calda proveniente dal mare e quella più fredda negli strati superiori dell'atmosfera) aumenta.
Appurato il fatto che per qualunque forma di disastro (terremoti, maremoti, incendi, uragani, disastri chimici, radioattivi, ecc.) gli alimenti coinvolti debbano subire un destino particolare, vediamo quali alternative possono essere adottate senza che la salute pubblica sia compromessa.
Nonostante la situazione di emergenza e la disperazione collettiva che regna in questa situazioni, è fondamentale garantire – corretti comportamenti igienico sanitari nei confronti degli alimenti. – idonea conservazione degli alimenti per prevenire episodi di tossinfezione alimentare – Pulizia delle strutture e delle attrezzature utilizzate per preparazione, conservazione, distribuzione delle derrate alimentari
Ragioniamo con logica, concentriamoci in richieste pratiche e applicabili, cerchiamo di essere pragmatici ed efficaci nell’attività, ricordiamoci che stiamo vivendo una situazione di emergenza dove la logica non è quella di far applicare al 100% misure che abbiamo studiato a tavolino e che trovano applicazione in contesti completamente diversi da quello in cui ci troviamo.
• Dal punto di vista gestionale identifichiamo due momenti distinti nell’affrontare l’“emergenza”: 1. Gestione nell’immediatezza dell’evento 2. Gestione nel post- evento
Gestione nell’immediatezza dell’evento • Attivazione immediata mediante centrale operativa (nostra C.O. 0543/731330) o mediante Protezione Civile • Il coordinamento degli interventi è attribuito al Direttore ASPV che assicura i rapporti con gli altri servizi dell’AUSL e con le Autorità, Vigili del Fuoco, Corpo Forestale dello Stato, ecc. e costituisce l’UCL (unità crisi locale), attiva i GIV (gruppi intervento veterinari)
( I GIV- gruppi intervento veterinari - sono costituiti da un veterinario specialista del settore e un Tecnico della Prevenzione che entrano nelle strutture dopo aver ricevuto nulla osta di agibilità). Eseguono sommaria ricognizione della situazione e stabiliscono l’urgenza dell’intervento)
Nell’immediatezza dell’evento si procede a: • Selezione anagrafica delle strutture/attività di competenza di igiene alimenti (macelli presenti nel territorio, laboratori di trasformazione, depositi alimentari, ecc) attraverso l’anagrafe degli impianti esistente su supporto informatico che consente di sapere anche la loro ubicazione e georeferenziazione; • Verifica dello stato di agibilità di queste strutture e valutazione per un eventuale utilizzo di necessità;
• Valutazione del “se” e del “come” poter continuare la lavorazione per evitare inutili sofferenze agli animali se queste strutture erano in attività al momento del sisma; • Gestione degli animali da reddito destinati alla macellazione di urgenza/di necessità • Controllo delle diverse tipologie di alimenti nel territorio del sisma per una valutazione igienico-sanitaria tecnica (tutti quegli alimenti che si trovavano nelle case o nei centri vendita che hanno subito danni per interruzione catena freddo) e una loro destinazione (libero consumo/distruzione);
• Allestimento di magazzini frigoriferi, di spacci o altri posti fissi o mobili per il deposito e la distribuzione di alimenti alla popolazione allontanata dalle proprie abitazioni; • Raccolta, trasporto e avvio a distruzione di carni o altri alimenti non commestibili presso stabilimenti di smaltimento autorizzati o destinazione al sotterramento con le medesime modalità indicate anche per gli animali morti;
Gestione di una corretta mungitura degli animali e relativa gestione del latte munto nel caso non sia più utilizzabile lo stabilimento di destino del latte;
• Garantire il controllo di quelle strutture destinate a produzione/trasformazione/stoccaggio /trasporto alimentare che effettivamente sono state considerate idonee all’attività; • Garantire la continuità produttiva anche in misura ridotta al fine di agevolare l’attività economica di base
• Contributo alla Protezione Civile per la realizzazione del campo mobile Identificare l’area corretta per l’istituzione della cucina e della mensa del campo mobile Verificare che l’area di insediamento sia esente da fenomeni di ristagno di acque piovane/di lavaggio Rispettare idonei e razionali lay out nella istituzione della cucina e della mensa Verificare che le vie di accesso ai depositi siano predisposte in modo da impedire insudiciamento delle calzature
Se le zone di lavorazione presenti sono ubicate all’esterno verificare che siano pavimentate (pedane legno o plastica removibili per la necessaria pulizia sottostante) e provviste quanto meno di tettoia Procedere alla predisposizione di trappole per animali indesiderati
Inciso sulla macellazione di urgenza/emergenza(necessità) • In assenza di idoneità al trasporto al macello per l’animale ferito si procede alla macellazione di urgenza in allevamento – Reg 853/04 all.3 sez.1 capVI (a meno che non sussistano motivi già evidenti di inidoneità delle carni al consumo umano: smaltiti direttamente in base al Reg. 1774/02). I capi storditi e dissanguati in allevamento devono poi essere inviati al macello per il completamento della macellazione e delle visita ispettiva.
• Il sangue va raccolto in adeguati contenitori chiudibili e inviato al macello con la carcassa: ovviamente in mancanza di corretto dissanguamento la carcassa non può essere destinata al consumo umano. • Non è consentito procedere alla eviscerazione in allevamento: solo se necessario e sotto stretta sorveglianza del veterinario possono essere asportati stomaco e intestini che devono comunque accompagnare la carcassa al macello.
• La carcassa va inviata al macello in condizioni igieniche soddisfacenti e senza ritardi accompagnata da MOD 4 e attestazione veterinaria • La carcassa al macello viene bollata col bollo definito nel D.M. 13/06/94 di forma rettangolare di cm 6X4 e caratteri 0,8 riportante nella parte superiore AUSL Forlì, al centro la sigla MSU seguita dall’approval number dell’impianto e nella parte inferiore la dicitura Regione Emilia Romagna.
Nel caso del terremoto del 20 maggio … • Oltre alle situazioni critiche degli allevamenti .. • I danni maggiori hanno coinvolto proprio i depositi di stagionatura del Parmigiano Reggiano a causa della caduta delle forme dalle scalere • I caseifici e gli stabilimenti di lavorazione del latte • I laboratori di sezionamento e lavorazione carne
• La lavorazione viene dirottata in altre aziende non danneggiate site in altre province. • Dopo le prime verifiche il calcolo complessivo stimato è di 240.000 forme di parmigiano reggiano finite per terra, il 70% delle quali danneggiate • Per aiutare gli OSA che hanno subito questi danni si instaura una rete di commercializzare su web che punta alla vendita immediata delle forme (adeguatamente sezionate e confezionate), anche la Regione ER interviene per agevolare questa rete di commercializzazione, con buoni risultati
2 Invio alla produzione di formaggio fuso (è il caso del formaggio ancora troppo fresco e di quello eventualmente considerato "inadatto" ex art.14 reg.178/2002). 3 Il prodotto giudicato non conforme, insieme ai residui delle operazioni di toelettatura, avviato allo smaltimento ai sensi del Reg. CE 1069/2009.
Altre tipologie di alimenti … • Gli alimenti con lungo periodo di conservabilità e da non tenersi in regime condizionato (pasta, scatolame, biscotti, ecc) possono essere recuperati se non sono stati contaminati in modo crociato e se le confezioni sono integre.
Altre tipologie di alimenti … • Gli stessi alimenti, da tenersi però a regime condizionato, vanno destinati a distruzione laddove la temperatura di mantenimento non sia stata rispettata e l’alimento abbia subito danni per interruzione della catena del freddo. Ovviamente il loro destino è quello della categoria 3 (Reg. CE 1774/2002) se i danni sono semplicemente quelli di scongelamento e cattiva conservabilità, in caso invece di eventuale contaminazione la destinazione della categoria deve essere valutata al momento da parte del sanitario che ne esamina lo stato.
• Per gli alimenti che si mantengono a regime condizionato valgono le stesse regole di quelli a temperature di surgelazione/congelamento; una volta interrotta per diverso tempo la catena del freddo si deve valutare la possibilità di inviarli a distruzione attraverso l’assegnazione a categoria 3 (art. 4 Reg. CE 1774/02) se non si rischia che siano inquinati da patogeni, in caso contrario si inviano a categoria 2. (art. 5 Reg. CE 1774/02)
Gli animali da reddito feriti .. • Destinati alla macellazione di urgenza laddove non sia previsto un recupero veloce per problemi di piccola entità • Una volta macellati il veterinario ne valuterà l’idoneità al consumo e il loro eventuale destino
Gli alimenti che noi destiniamo al libero consumo vanno a compensare le necessità di materie prime in quelle strutture che la protezione civile ha “costruito” in tempi veramente brevissimi e con risultati eccezionali. L’esperienza che abbiamo vissuto negli Abruzzi durante il terremoto dell’Aquila ci ha insegnato come realizzare e gestire mense temporanee montate con tendopoli, mense che potessero comunque garantire non solo cibo e acqua ma cibo e acqua idonei alla salvaguardia della salute umana.
Di norma i campi tenda, comprese le cucine, vengono istituiti dalla protezione civile aiutati da una seri di organi competenti tra cui del Servizio Veterinario delle AUSL, e da altri competenti in materia di ispezione e vigilanza al fine di accertarne le effettive condizioni strutturali, funzionali e igienico-sanitarie.
«vincoli» per area cucina • Acqua potabile • Gas • Energia elettrica • Scarichi • Rifiuti prodotti • Ingresso Fornitori
Campo Villa S.Angelo (sopralluogo in data 03 settembre 2009): Organizzazione della cucina: una grande tenda mensa con scaldavivande ad hoc e griglie di acciaio per il contenimento di vassoi, piatti, ecc. a cui è allegato: 1 container per la cucina con forno elettrico, fuochi, piastra, aspirazione, piano di lavoro, lavandino 1 container per la zona lavaggio, zona lavorazione in generale, e dispensa per celiaci (sono infatti organizzati anche per eventuali pasti per celiaci).
• Sul retro dei due container c’è una zona chiusa che ospita tavoli di lavoro, una bollitrice per pasta e tutta una serie di container per il deposito di alimenti, non deperibili, un tritacarne industriale, una grossa lavatrice e asciugatrice per tutto il materiale da cucina, e una zona deposito guanti, carta a perdere, pellicole ecc. • 1 cella verdure e frutta • 1 cella salumi e formaggi • 1 cella per carne e prodotti derivati • 1 cella per surgelati/congelati molto grande. • Tutte le celle hanno naturalmente visibili i dispositivi di indicazione della temperatura in esterno. Personale presente in cucina: 1 capocuoco, 1 cuoca per celiaci (allo stato attuale sono 5 i celiaci presenti), altri 7 tra cuochi, magazziniere, personale per pulizie, in totale 9 operatori.
Considerazioni generali • L’istituzione del campo è stata velocissima (meno di due giorni): un encomio alla protezione civile; • Una buona organizzazione sia della pianificazione del lavoro, sia della gestione delle derrate alimentari sia della distribuzione dei pasti; • Piani di sanificazione improntati dalla protezione civile fin da subito. • Numero dei pasti troppo variabile: ne derivano sprechi alimentari; • Richieste estemporanee e utenti di diversa tipologia e razza che in alcuni casi approfittano della situazione; • Non esiste un responsabile fisso delle cucine/mense dei campi mobili se non il capocuoco che varia ogni settimana
• Manca l’identificazione di coloro che usufruiscono della mensa (chiunque si intrufola, anche più volte); • I menù non sono pianificati né a livello regionale, né a livello locale: ciò comporta una poco efficace pianificazione delle consegne delle derrate, estemporaneità e fantasia del capocuoco nella stesura del menù settimanale, mancanza di piano nutrizionale ecc.(considerando che la popolazione è stressata credo sia giusto garantire una adeguata alimentazione anche dal punto di vista nutrizionale); • Lamentele di mancata professionalità degli operatori delle cucine (sono volontari e vengono assegnati a determinati lavori senza tenere conto della loro professionalità specifica);
• La gestione degli ordini delle derrate non è centrale ma locale (si possono instaurare degli strani giri di approvvigionamenti per privilegiare alcuni fornitori rispetto ad altri); • Non esistono gare d’appalto per le forniture; • Non esistono manuali di autocontrollo delle cucine se non prassi consolidate durante le settimane ma non sempre efficaci; • La cucina è stata montata con l’assemblaggio di diversi moduli per poter soddisfare le esigenze del numero di utenti quindi hanno dovuto improntare alcune cose tra cui sali e scendi, scalini, scansie di legno ecc.
• Problema mosche • Problema gatti e cani che entrano nelle cucine perché alcuni operatori hanno l’abitudine di alimentarli: basterebbe alimentarli lontano dal campo; • Raccomandiamo che le cucine e le strutture montabili della protezione civile non siano troppo precarie.
Ricorda che:… La Gestione degli “aiuti” umanitari alimentari • Richiede organizzazione e pianificazione specifiche che tengano conto degli aspetti sanitari, socioeconomici e culturali. • In seguito ad un evento disastroso si scatena una generosa ma irrazionale gara di solidarietà che spinge a mandare “di tutto”.
Per cui … Inconvenienti • Arrivo di derrate a breve conservazione o che non possono essere conservate in modo adeguato nell’area colpita; si possono produrre alterazioni chimiche, fisiche o microbiologiche tali da rendere questi prodotti non più idonei al consumo. • Approvvigionamento inadeguato dal punto di vista nutrizionale o non adatto alle abitudini locali. • Non permette il rispetto di un menù predefinito. • Interferenza nell’economia e nel mercato dei prodotti agricoli locali.
Come evitare tutto questo? • Ci vuole un responsabile che si occupi di questi aspetti in modo da distribuire le derrate in modo razionale per far sì che nulla venga sprecato e per monitorare che vengano consumate prima le derrate più delicate rispetto alle altre.
Acqua potabile • In caso di emergenza, le Unità Sanitarie Locali immettono temporaneamente delle potenti sostanze chimiche nell'acqua (quali cloro, cloro attivo) per purificarla distruggendo i batteri nocivi presenti. Tali sostanze chimiche, entro certi limiti, possono essere tollerate dal corpo umano. Al fine di evitare al corpo un sovraccarico di lavoro, dovuto principalmente al momento di difficoltà ed, in aggiunta, alle sostanze chimiche eventualmente ingerite, abbiamo pensato di offrire delle scorte di acqua potabile per la durata di 7 giorni.
acqua • Verificare sempre la potabilità dell’acqua (nel caso in cui ci siano fondati sospetti di non potabilità si può far effettuare una clorazione con ipoclorito di sodio al 15% ricordando che la candeggina è al 5%. Usando 3 ml di ipoclorito per 100 lt acqua si ottiene una concentrazione finale di cloro libero pari quasi a 0.5 ppm che elimina l’inquinamento batterico mantenendo bassi gli effetti collaterali (irritazioni, gastriti ecc.)
• Ricordare bene che l’ipoclorito: – è molto delicato, non deve essere esposto alla luce del sole, stoccato in luogo asciutto e fresco e in taniche sempre chiuse altrimenti perde di efficacia – Va diluito precedentemente in una tanica perché essendo più pesante dell’acqua si potrebbe depositare in fondo alla cisterna – Deve agire almeno trenta minuti prima del consumo – Potabilizza l’acqua solo dal punto di vista microbiologico ma non chimico – Deve essere fatta una titolazione del cloro libero residuo utilizzando un colorimetro
La sanificazione delle cisterne eventualmente contaminate si può ottenere tramite superclorazione sino a valori di 2,0 ppm per una durata di almeno 2 ore: è chiaro che in questo caso l’acqua non può essere usata a scopo alimentare
Grazie per l’attenzione
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