Il nuovo testo di catechesi Papa Francesco sui laici Milano e la città metropolitana
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Bimestrale - Poste Italiane S.p.A. – Spedizione in Abbonamento Postale – D.L. 353/2003 (convertito in Legge 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 1, NE/PD Milano sui laici di catechesi Il nuovo testo metropolitana Papa Francesco Milano e la città SETTEMBRE 2016 - Anno II - n. 4
Ricordando l’estate sui monti con le persone care... Siamo un “cantiere in corso d’opera”: non saprei come altrimenti sintetizzare il parti- colare momento che stiamo vivendo come Movimento. La realtà socio-economico- SOMMARIO culturale in cui ci troviamo a vivere è 2 - Editoriale profondamente mutata rispetto a quella in 4 - Il volto di Dio cui il Movimento Terza Età venne fondato. Renzo Marzorati Proprio mentre si stava preparando il mate- 6 - Insieme continuiamo il nostro cammino riale per questo nuovo numero del nostro Alba Moroni e Carlo Riganti Notiziario, i responsabili diocesani insieme 8 - Settembre, andiamo. con i responsabili delle varie zone pastorali, È tempo di migrare con l’aiuto prezioso del professor Ennio Guido Piccardo 10 - Su, andiamo… Ripamonti (“vecchia” conoscenza del nostro Marisa Sfondrini Movimento), hanno riflettuto sul panorama 12 - Laici… secondo papa Francesco sociale, culturale ed ecclesiale in cui ci muo- Giorgio Acquaviva viamo e sulle iniziative che il Movimento 14 - Il terrorismo e il difficile scenario deve assumere per non essere “fuori!”. internazionale In questo numero già trovate alcune indica- Ernesto Preziosi zioni sul sentiero che stiamo per intrapren- 16 - Milano, città metropolitana dere e, nello stesso momento, per tracciare. Fabio Pizzul Infatti, benché la nostra società sia composta 18 - Due “capolavori” della carità per il 22% da anziani (persone over 65 anni, ambrosiana dato ISTAT), con un indice d’incremento Roberto Nobile dell’anzianità di 157,7 (per il 2015, contro 20 - Lazzati: un maestro e un testimone un 131,7 per il 2002 - dato Tuttitalia) non Amilcare Risi è una società “per” gli anziani. Si stanno 24 - Le parole dimenticate dell’economia sviluppando alcuni fenomeni preoccupanti Marisa Sfondrini e indicativi: crescono, infatti, la solitudine e Scheda interna di approfondimento (4) l’isolamento (dato empirico: i supermercati A cura di mons. Antonio Donghi hanno aumentato le consegne a domicilio); LE NOSTRE RUBRICHE insieme, si allunga la vita media (anche se, per il 2015, l’ISTAT costata una lieve dimi- 26 - Viveremeglio – Sergio Spini nuzione) e con essa le possibilità di non au- 28 - Milano da scoprire – Chiara Sabadini tosufficienza… Socialmente, poi, è diminuito 30 - Illustrissimi milanesi – Renzo Marzorati in via esponenziale il desiderio di affiliarsi 31 - Vita dei gruppi 32 - Vita dei decanati e riconoscersi in una proposta associativa
editoriale strutturata (come il nostro Movimento, di Dio e si “muovono” secondo lo stile ormai appunto), che però rimarrebbe un valido consueto: preghiera, lectio divina, meditazio- antidoto contro la solitudine e il senso di ne, rapporto con la vita quotidiana. alienazione nei confronti di un assetto sociale Ci occupiamo anche di temi d’attualità molto che non rappresenterebbe più gli anziani… “attuali”. Uno dei più significativi riguarda E con questo, è cresciuto anche un patetico proprio noi laici e che significa esserlo da “giovanilismo”, veicolato attraverso i media battezzati in questa Chiesa e in questa so- più comuni e usufruiti, come la televisione. cietà, e ce ne occupiamo con l’aiuto di papa «Invecchiare è un privilegio e una meta Francesco e della lettera da lui indirizzata, il della società. È anche una sfida, che ha un 19 marzo scorso, al cardinale Marc Ouellet, impatto su tutti gli aspetti della società del presidente della Pontificia commissione per XXI secolo»: penso non si possa che essere l’America Latina, proprio su questi argomen- d’accordo con quanto dichiarato ufficialmen- ti. Reputo questo numero molto “pieno”: te dall’Organizzazione mondiale della sanità. c’è, infatti, un intervento di Ernesto Preziosi È privilegio e meta, ma soprattutto una sfida. relativo all’attuale momento sociale. Un altro È in questo senso, allora, che i responsabili di Fabio Pizzul su Milano, città metropolita- tutti devono muoversi, anche pensando a na, che riguarda i rapporti con le altre città strumenti adeguati. “Adeguati” qui sta per “di metropolitane (Roma, Napoli, Firenze…), facile comprensione e applicazione e insieme ma anche con quelle vicine, lombarde per di profondi contenuti” in un programma intenderci. di “formazione permanente”. Ce la faremo, Un’iniziativa molto in carattere con il detto perché il Dio della speranza, ricco di miseri- “Milan… la ga el coeur in man”, ovvero il cordia, ci darà sicuramente una buona mano. Refettorio Ambrosiano, dove in un ambiente Nel resto di questo numero del nostro Noti- disegnato da archistar e servito da chef di fa- ziario affrontiamo altri temi che, pure se lato ma, si può pranzare gratuitamente o quasi. È sensu, riguardano in qualche modo la nostra forse la più bella realizzazione del dopo Expo. formazione… Perché, da settembre “È tempo Infine, un ricordo di Giuseppe Lazzati, il no- di ricominciare…”, partendo anche dall’analisi stro carissimo “professore”, scritto da un altro dei dati emersi dal sondaggio promosso nella nostro carissimo amico, Amilcare Risi, che lo primavera scorsa; dati analizzati e riassunti in conobbe personalmente e con lui collaborò. una breve sintesi che proponiamo in queste Quasi come compendio al ricordo di Lazzati, pagine. Avremo come fido compagno, anche la citazione di un lavoro di Luigino Bruni, quest’anno, il nostro catechismo, che trovate notissimo economista con visione evangelica insieme col Notiziario. Un invito fin dal ti- dell’economia. Auguri, quindi, e buon anno tolo, “Su, andiamo…”. I sei incontri proposti, di lavoro! “Su, andiamo…”. come di consuetudine, partono dalla Parola Marisa Sfondrini 3
assistente diocesano Il volto di Dio Il mistero di Dio, che è Padre Figlio e invisibile, inaccessibile, onnipotente Spirito santo, riassunto per noi nel segno svela il suo volto. Anche noi, con i no- della croce, richiamo alla partecipa- stri fratelli ebrei, possiamo e dobbiamo zione alla Trinità d’amore, che ha nella proclamare la nostra fede nel Dio unico: croce e nella resurrezione di Cristo la «Ascolta, Israele: il Signore è il nostro Dio, sua più alta manifestazione. Un gesto il Signore è uno solo» (Deuteronomio 6, 4), che diventa espressione di fede nella ma subito dobbiamo aggiungere le parole convinta proclamazione del Credo di Gesù a Filippo: «Chi ha visto me ha visto il Padre… non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me?» (Vangelo di Giovanni Il grande mistero di Dio svelato da 14, 9-11). Gesù ci svela il grande mistero: Gesù Dio è uno, ma in Lui, sorgente della vita, In un momento di angoscia e di sofferenza c’è una ricchezza di vita che l’uomo non il credente si rivolge a Dio con un grido può nemmeno immaginare. appassionato: «l’anima mia ha sete di Dio, del Dio vivente: quando verrò e vedrò il Lo Spirito ci avvicina all’immensità volto di Dio?» (Salmo 42, 3). Ma, come di Dio dice Dio stesso a Mosè, innamorato del Se ci fermiamo un istante a pensare l’uni- suo Dio, «tu non potrai vedere il mio volto, verso, rimaniamo stupiti e quasi schiac- perché nessun uomo può vedermi e restare ciati dall’infinità di mondi e di forme vivo» (Esodo 33, 18-20). che soltanto da poco tempo, attraverso San Paolo, scrivendo a Timoteo, afferma: gli strumenti della nuova tecnica, co- «Dio abita una luce inaccessibile, che nes- minciamo a conoscere. Questa è solo suno tra gli uomini ha mai visto né può una scintilla, nella sua immensità, della vedere» (1 Timoteo 6, 16 9). Anche san immensità di Dio, abisso di luce, di vita, Giovanni nel suo vangelo afferma: «Dio di amore. Sant’Agostino, che ha scritto nessuno l’ha mai visto – ma subito conti- un grande libro sul mistero della Trinità, nua – proprio il Figlio unigenito, che è nel lo conclude con un inno alla grandezza seno del Padre, lui lo ha rivelato» (Vangelo del mistero di Dio, che l’uomo non potrà di Giovanni 1, 18). mai esprimere pienamente con parole Ecco la buona notizia, ecco la grande ve- e concetti. È proprio in Gesù, nella sua rità del Vangelo: in Gesù il Dio unico, persona nelle sue parole, nelle sue azioni 4
o che noi possiamo avvicinarci a Dio: è una Ecco allora il grande mistero di Dio, conoscenza d’amore, possibile quando l’unico, l’inaccessibile: il Padre tutto si ci apriamo a questo incontro conoscendo esprime nell’eterna Parola, e l’abbraccia e amando in Gesù lo stesso Dio Padre: «se nell’eterno amore che è lo Spirito santo. uno mi ama, osserverà la mia parola e il Nella Parola fatta carne, Gesù Cristo, il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e Padre si dona a noi, ci rivela il suo volto, prenderemo dimora presso di lui» (Vangelo e ci abbraccia con la pienezza di amore di Giovanni 14, 23); e poco dopo continua: dello Spirito. «lo Spirito santo che il Padre manderà Per questo iniziamo ogni preghiera, per- nel mio nome, egli vi insegnerà ogni cosa sonale o liturgica, con il segno della croce: e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto» richiamiamo la nostra partecipazione al (Vangelo di Giovanni 14, 26). grande mistero di Dio Trinità d’amore, San Paolo riflette su questa misteriosa che ha raggiunto nella croce e nella resur- conoscenza nella prima Lettera ai Co- rezione di Cristo la sua più alta manifesta- rinzi: «Quelle cose che occhio non vide, né zione. Non un gesto abitudinario, quasi orecchio udì, né mai entrarono in cuore di scaramantico, ma il riassunto di quella uomo, queste ha preparato Dio per coloro professione di fede che trova nel Credo la che lo amano. Ma a noi Dio le ha rivelate sua espressione piena, e soprattutto si nu- per mezzo dello Spirito: lo Spirito infatti tre della conoscenza di Gesù nel Vangelo. scruta ogni cosa, anche le profondità di Dio» (1 Corinzi 2, 9-10). L'Assistente Diocesano Mons. Renzo Marzorati 5
ponsabili diocesani res Insieme continuiamo il nostro cammino Assieme ai responsabili di zona e all’aiu- letture mirate, visite a musei e città d’arte. to del professor Ennio Ripamonti ab- Ora, questi mesi sono serviti, a noi respon- biamo riflettuto sul panorama sociale, sabili, ad affrontare questo “lavoro” di lettura culturale ed ecclesiale in cui siamo inse- dei questionari, e con l’aiuto di “esperti” riti per valutare il nuovo indirizzo delle addetti e specializzati, siamo giunti così attività del nostro Movimento. Perciò ad analizzare e approfondire quasi tutte le facciamo appello a tutti gli animatori vostre proposte, segno che la realtà sociale, e responsabili parrocchiali, decanali e culturale ed economica della nostra età sta zonali per adeguare il passo al cambia- molto cambiando e che ci chiede quindi di mento in atto adeguarci al nuovo passo segnato dai tempi che corrono. Durante i convegni delle zone pastorali dell’ottobre 2015, con le risposte al questio- I prossimi Convegni di zona nario consegnato ai Responsabili parroc- Nell’autunno 2016, in ogni zona pastorale chiali, è stato svolto un “piccolo compito” vi sarà un convegno che avrà come obiet- e si è avviato un nuovo cammino. Da qui tivo principale l’attenzione alla formazione. nuove e interessanti indicazioni e nuovi Riteniamo indispensabile la formazione “sforzi” alla ricerca di progetti concreti per principalmente per due motivi: il futuro del Movimento Terza Età. - portare all’assunzione delle proprie re- sponsabilità, come una “risposta vocaziona- Le sollecitazioni espresse le” (parola grossa ma non deve spaventare), Nelle risposte ai questionari distribuiti nelle poiché tutto nella vita è vocazione, soprat- diverse zone pastorali circa un anno fa, tutto per chi crede in Cristo. sono emerse innanzitutto l’importanza - garantire ai vari componenti della Terza della maturazione nella fede con appro- Età, di essere riconosciuti come persone fondimento della Bibbia, ritiri spirituali in valide, attive all’interno del proprio gruppo tempi forti dell’anno e incontri di preghiera. e parrocchia. Un’ulteriore esigenza è il desiderio di ami- Quello che stiamo “descrivendo” è un lavoro cizia nel rapporto umano e nell’accoglienza importante che troverà il suo esito nel con- anche degli ultimi. Un terzo e non ultimo vegno d’autunno 2016. Da esso ci attendia- ambito di interesse espresso dai nostri soci mo la vostra forte presenza e collaborazione è la “necessità” di cultura, attraverso e un’autentica volontà di “comunicazione”, 6
ni comunicazione spontanea e semplice, ma- avere collaboratori che in questa fase di la- gari con qualche contrasto… ma quando il voro diano indicazioni utili per confermare, contrasto si compone nella “ragionevolezza” modificare, innovare questo Movimento si fa molto, molto produttivo. che vuole essere “utile” e valido per il futuro Ecco dunque, a questi nostri prossimi ap- e per tutte le persone della terza età. puntamenti zonali dedicheremo un’intera Ricordiamoci della parabola del buon sama- giornata, in modo da avere non solo una ritano, del suo silenzio, della sua modestia parte di ascolto, ma anche un momento di della sua concretezza così efficace e così lavoro di gruppo; i responsabili parrocchiali, nascosta: ha fatto quanto poteva fare e poi già a conoscenza dello specifico argomento, ha continuato il suo “cammino” senza chie- predisporranno il lavoro in piccoli gruppi di dere nulla e senza nulla aspettarsi. laboratorio. Al termine di questo confronto Preghiamo che ci sia data una fede sempli- e approfondimento sui contenuti e sulle ce, che si “innesta” sulla persona di Cristo, proposte affrontate nel gruppo di lavoro, che ci sostiene e ci incoraggia a una fiducia vi sarà una relazione o breve chiacchierata, sempre più grande nella “vocazione” che è da parte del responsabile del gruppo, dove stata affidata ad ognuno di noi! dovrà emergere il dibattito raggiunto con Buon lavoro a tutti e vi aspettiamo ai Con- eventuali proposte concrete e realizzabili. vegni delle zone pastorali. Ognuno di noi deve essere consapevole del momento storico in rapida trasformazione I Responsabili diocesani che stiamo vivendo, quindi è importante Alba Moroni e Carlo Riganti nno 2015 stime per l'a lazione in Italia, nuove La popo FECONDITÀ io di figli per donna - Ann i 2005-2015 NATALITÀ E Numero med NE POPOLAZIO 1 gennaio 2016 1,45 1,46 1,44 residente al 1,45 1,42 Popolazione STRANIERA 2015 1,39 ITALIANA 5.054.000 2014 -2,9% 1,40 1,37 1,35 55.602.000 487.800 1,37 + 40.000 NUM ERO NATI 1,34 502.600 - 179.000 2014 2015 2012 2013 2010 2011 2008 2009 60.656.000 2006 2007 2005 2015 2014 mese MORTALITÀ Decessi per - 139.000 2014 +9,1% 2015 70.000 ESSI 653.000 NUMERO DEC 598.000 dente vita 60.000 to all’anno prece Speranza di ANNI Variazione rispet regione ANNI alla nascita cinquenni per di ultrasessanta Percentuale Regio ni più “anziane” 28,2 MASCHI 80,1 Liguria 25,4 80,3 50.000 Giulia 24,9 Friuli-Venezia Toscana ITALIA OTT NOV DIC 22% FEMMINE 84,7 MAG GIU LUG AGO SET Regioni meno “anziane” 20,2 85,0 40.000 GEN FEB MAR APR Sicilia 19,1 aia Bolzano Valori in migli 17,9 Campania Iscritti ero Cancellati enza da e per l'est I ento di resid MIGRAZION per trasferim 558 535 459 Saldo ellazioni anagrafiche 65 443 Iscrizioni e canc 81 386 351 273 STRANIERI 79 307 278 ITALIANI 493 81 82 106 445 454 380 126 136 145 245 45 65 326 362 303 28 100 298 245 380 65 75 182 141 128 261 145 222 2015 273 2014 7 2015 2012 2013 2011 2010 2009 2008 2007 2006 2005 2004 Cancellazioni Iscrizioni
Settembre, andiamo. È tempo di migrare Ripartiamo nel nuovo anno con animo quale spirito? Con dei propositi? Con delle e intenzioni nuove, cogliamo l’invito po- attese? Questo dipende da noi: se in estate etico del nostro amico Guido a migrare gli incontri si sono interrotti, in settembre verso nuovi orizzonti e contenuti riprendono. Ma come riprendono? Ecco qui vorrei dire la mia: facciamo in modo che la vita del nostro gruppo non sia la semplice riproposizione dei ritmi e degli avvenimenti dello scorso anno. L’anno scorso abbiamo I l professore di lettere era entrato nella fatto così, quest’anno riprendiamo così. nostra classe, seconda E del Liceo clas- Può essere, ma sarebbe bene accorgersi del sico A. Manzoni di Milano, siamo nel tempo che passa, e segnarlo di anno in anno 1958, e proclamava questi versi a voce alta proponendoci delle novità, degli stimoli a mentre si recava alla cattedra. Noi lo guar- ben fare. Facile a dirsi, difficile a farsi. davamo o lo ascoltavamo attoniti. “Che cosa dice, professore?” E lui con il suo vocione ci Andiamo verso nuovi amici e nuovi rispose: “Scrivete, scrivete: è la versione di contenuti oggi da tradurre in latino.” Passata la sorpre- Proprio dal titolo Settembre, andiamo. È sa, abbiamo incominciato a scrivere questa tempo di migrare prendo due suggerimenti: ben nota poesia del D’Annunzio, tratta migriamo verso nuovi amici, migriamo dalla sua raccolta Alcyone del 1903, e poi verso nuovi contenuti. ci siamo dati da fare per tradurla in latino… I nuovi amici: ne abbiamo bisogno non per fare un ovvio proselitismo, ma per arricchir- Questo personale mio ricordo dei tempi ci con nuove persone che contribuiscano a di scuola, serve solo di introduzione al di- tener vivo il gruppo. Guardiamoci intorno scorso di oggi. È settembre. Per molti sono e osiamo un po’ di più: quella persona che finite le vacanze e si torna in città, per tutti sì, la conosco, ma non riesco ad andare si riprende la vita normale. Che cosa è per oltre un timido sorriso. Quell’altra con la noi anziani la vita normale? Beh, per noi quale ho parlato una volta del Movimento, anziani che ci riconosciamo nel Movimento ma poi mi sono fermata lì. Cerchiamo di Terza Età, significa anche ritrovare il nostro vedere queste persone, con le loro idee e gruppo parrocchiale, incontrare i nostri le loro capacità a noi sconosciute come un amici, e incominciare un altro anno pasto- possibile arricchimento per noi. Vediamole rale, si dice così. Ma, domandiamoci, con come persone di cui “noi abbiamo bisogno”, 8
e non come persone da “aiutare”. Forse chie- gruppi occasione di riflessione e di ripartenza per dendo loro aiuto, e non offrendolo, sarà più cose nuove, ma altrettanto belle; facile coinvolgerle. - su le vestigia degli antichi padri: è come I nuovi contenuti: come spunti per i nostri piace a noi, ripercorrere un cammino già incontri accostiamoci, se non l’abbiamo già fatto, perché convinti, perché apprezzato, fatto, alla poesia, al pensiero ben scritto di chi ma attenzione a non fossilizzarci sulle ha sentito il bisogno di aprire il suo cuore e nostre idee; di comunicare ad altri le proprie emozioni. - Ah perché non son io cò miei pastori?: qui Offriamo al gruppo durante l’anno tre o sì, qui lasciamo che il poeta ceda a un mo- quattro poesie, di quelle che magari sappia- mento di rimpianto, di nostalgia e abbando- mo ancora a memoria, e di quelle che invece niamoci anche noi a qualche dolce ricordo: non conosciamo ancora. Le leggiamo e poi il primo giorno di scuola? il primo viaggio ci confrontiamo. Oggi cominciamo con la coi genitori? il primo amore? il primo figlio? citata poesia di D’Annunzio. E per finire ci potrebbe stare anche questa Ne rileggiamo le frasi, le parole, sottoline- lettura della poesia: «Poesia nota, più volte iamo quelle che ci colpiscono di più... e qui ascoltata e commentata negli anni di scuola. mi fermo perché mi ritornano alla mente le L’idea è semplice: un pretesto per far breccia “istruzioni” del cardinal Martini, quando ci nel tempo, il tempo dell’autunno, o il tempo insegnava il metodo della lectio divina per della nostra vita. L’autunno è già arrivato: il accostarci al Vangelo. giallo delle foglie, “la nebbia agli irti colli”, il Ma ascoltiamo il D’Annunzio: verde che appassisce. Tutto biondeggia: il - È tempo di migrare: non si può vivere grano, i chicchi d’uva, le mele e i peri appesi. sempre nelle nuvole, o dove più ci piace; Il tempo dell’autunno è già arcinoto. Ora e mi viene in mente l’ingenua proposta di si torna al quotidiano che apre all’inverno. Pietro a Gesù sul monte Tabor: «Signore, è Chi torna a scuola, chi al suo lavoro; chi bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui ha solo le bionde spiagge cui pensare per tre tende, una per te, una per Mosè e una ristorarsi un poco. Tutto questo è solo un per Elia» (Matteo 17,6); assaggio dell’autunno, di bacche e di ricci - han bevuto profondamente ai fonti alpestri: per dare colore al tempo che già cambia» il tempo dell’estate non è stato speso invano; (da pensieri di Simona Barberio). in quel “profondamente” c’è il richiamo a Sono riuscito a farvi venire voglia di ri- qualche cosa di fondamentale, di solido; prendere il cammino del vostro gruppo, a - che lungo illuda la lor sete in via: il ricordo riprenderlo questo settembre col ricordo delle cose belle ci deve saper accompagnare, del passato e il desiderio del futuro? e sostenere, senza che sia motivo di tristezza perché quelle cose belle non ci sono più, ma Guido Piccardo 9
Su, andiamo… Anche quest’anno insieme con “Sempre Iddio, soprattutto nella sua inesauribile e In Dialogo” troviamo il volumetto del inimitabile misericordia; non è cosa da nostro catechismo. Titolo e immagine poco in una cultura, come la nostra, che di copertina sono già di per sé un invito. invita allo scetticismo… È un testo che ci è caro, perché accompagna il nostro stare insieme anche se, per varie circostanze, dobbiamo utilizzarlo da soli. In una cultura « è un titolo che invita al movimento come la nostra – e il fenomeno si ripete – – e noi siamo Movimento – contro l’isolamento dell’individuo pur nella massa la tentazione di staticità che spesso è facilmente riscontrabile. colpisce chi è avanti negli anni. Cioè co- me noi, persone che hanno maturato una Un invito a non accontentarsi mai già lunga vita, con gioie e dolori, successi Sempre nella presentazione dei nostri e insuccessi, soddisfazioni e insoddisfa- Responsabili, troviamo affermazioni inte- zioni… e così via di contrapposizione ressanti: «Davanti al Signore siamo “unici e in contrapposizione in ciò che sono gli irripetibili”, non esistono fotocopie o cloni. eventi, ma anche i sentimenti e le emozioni Ciascuno di noi ha un nome proprio che vissuti» (dalla Presentazione dei nostri il battesimo gli ha “imposto” e che i sacra- Responsabili). menti difendono e aiutano a “interpretare” davanti al Signore che “chiama ciascuno Un invito a guardare avanti per nome” come ci ricorda il catechismo È vero, quest’anno anche il catechismo della Chiesa Cattolica (n. 2158)! La fede vuol essere un invito ad andare avanti e nella Trinità, nel Padre, nel Figlio e nello a guardare avanti, non accontentandoci Spirito d’amore: non è acquisita una volta del tran tran usuale. Le difficoltà non per tutte, dopo aver ricevuto i sacramen- mancano, ne siamo tutti consapevoli. Ma ti dell’iniziazione cristiana (Battesimo, la speranza è una virtù che non deve mai Confermazione e Prima Comunione). È abbandonarci, perché non lavoriamo per un “affare” delicato, che va curato sapien- noi stessi, per soddisfare una nostra sia temente, sostenuto, coltivato nel tempo e pur piccola ambizione, ma lavoriamo per nello spazio. Non siamo dei “garantiti”, ma il Regno. persone tutte in costante ricerca del volto Il nostro è sicuramente un testo utile, per- di Dio. Una ricerca a volte perfino difficile: ché sostiene la fede di ciascuno nel Signore non meravigliamoci! Dentro ciascuno di 10
movimento noi abita un credente e un non credente, notizia” nella sua vita tra noi, da uomo visi- come amava ripetere padre Carlo Maria bile, toccabile… così come nella sua miste- Martini, uomo sapiente e di grande com- riosa ma reale vita che oggi ci accompagna. petenza pastorale». Diciamo che la fede è accogliere la Parola, è ascolto, è affidamento totale al Signore, Un invito a crescere nella fede è vigilanza, capacità di scrutare anche nel Abbiamo scelto passi dal vangelo di Marco, male assoluto (la Croce) la bellezza, è invio il più breve, forse il più antico; un Vangelo ai fratelli perché possano anch’essi godere indirizzato alle prime comunità di quelli del Regno che è già fra noi». che dovevano ancora imparare a chiamar- Un aiuto, un sostegno e uno sprone per il si “cristiani”. Una “base” da cui ripartire cammino di fede di ciascuno e della nostra sempre per vivere in pienezza il nostro comunità: ecco in estrema sintesi il nostro battesimo in un cammino continuo di fede. catechismo di quest’anno. Utilizziamolo da Ancora dalla Presentazione: «La fede è soli o in compagnia! un cammino a tappe. Un cammino che si sviluppa secondo la logica d’amore che ha Marisa Sfondrini sempre guidato l’Autore unico della “buona 11
Laici… secondo papa Francesco Fu il Concilio Vaticano II il primo atto Un evento specifico e particolare, dunque, solenne con il quale la Chiesa dava ma dalla valenza universale, che vogliamo nuovo significato al ruolo dei laici. Poi, analizzare per trarne linee di sviluppo qualche incertezza e tentativo di ridi- esemplari per l’intera Chiesa cattolica. mensionamento. Ora papa Francesco rilancia alla grande questo importante Tutti “partiamo” come laici tema con una sua lettera al cardinale La posizione di partenza è semplice e Ouellet. sconvolgente a un tempo. Scrive Ber- goglio: «Guardare al Popolo di Dio è ricordare che tutti facciamo il nostro L ungo l’800 e soprattutto il ’900 la ingresso nella Chiesa come laici. Il primo Chiesa ha incoraggiato, e anche sacramento, quello che sugella per sem- direttamente organizzato, la parte- pre la nostra identità, e di cui dovremmo cipazione dei laici alla vita ecclesiale, con essere sempre orgogliosi, è il battesimo. varie e diverse spiritualità, vocazioni, mis- Attraverso di esso e con l’unzione dello sioni. Ma è a partire dal Concilio Vaticano Spirito santo [i fedeli] “vengono consacrati II che si è posto davvero – in termini nuovi per formare un tempio spirituale e un e moderni, ma se vogliamo pure in termini sacerdozio santo” (Lumen Gentium, n.10). in qualche modo “fondanti” – il tema del La nostra prima e fondamentale consa- ruolo dei laici nella Chiesa rinnovata che crazione affonda le sue radici nel nostro si apre al mondo e addirittura il significato battesimo. Nessuno è stato battezzato dell’essere laici. Fu allora, infatti, che venne prete né vescovo. Ci hanno battezzati laici utilizzata la locuzione popolo di Dio con ed è il segno indelebile che nessuno potrà un’accezione universale. mai cancellare. Ci fa bene ricordare che la Ora ci ha pensato papa Francesco a togliere Chiesa non è un’élite di sacerdoti, di con- quella locuzione dalle sabbie mobili. Anzi, sacrati, di vescovi, ma che tutti formano recentemente ne ha addirittura proposto il santo Popolo fedele di Dio». una nuova declinazione parlando di santo Dunque, nessuno è stato battezzato prete Popolo fedele di Dio. E lo ha fatto nel né vescovo. Non si tratta di una battuta, ma marzo scorso con una lettera indirizzata della premessa necessaria per combattere il al cardinale Marc Ouellet, presidente del- clericalismo, «una delle deformazioni più la Pontificia Commissione per l’America grandi» nella Chiesa, e non solo dell’Ame- Latina. rica Latina: «Questo atteggiamento non 12
chiesa solo annulla la personalità dei cristiani, ma ingiustizie, cercano il Signore e desiderano tende anche a sminuire e a sottovalutare la rendergli testimonianza». grazia battesimale che lo Spirito santo ha E si chiede ancora: «Che cosa significa per posto nel cuore della nostra gente». Perché noi pastori…?». il clericalismo porta a un’omologazione del La risposta è stimolante e impegnativa: laicato, lo fa diventare mero strumento «Significa cercare il modo di poter inco- della gerarchia, «va spegnendo poco a po- raggiare, accompagnare e stimolare tutti co il fuoco profetico di cui l’intera Chiesa i tentativi e gli sforzi per mantenere viva è chiamata a rendere testimonianza nel la speranza e la fede in un mondo pieno cuore dei suoi popoli». di contraddizioni, specialmente per i più Un discorso che noi qui in Italia possiamo poveri, specialmente con i più poveri. capire bene, avendo avuto la fortuna di Significa, come pastori, impegnarci in conoscere grandi laici testimoni, come mezzo al nostro popolo e, con il nostro Aldo Moro, Giuseppe Lazzati, Vittorio popolo, sostenere la fede e la sua spe- Bachelet…, in anni drammatici per la ranza. Aprendo porte, lavorando con lui, storia del nostro Paese. sognando con lui, riflettendo e soprattutto pregando con lui». I laici che lavorano nella vita pubblica «Abbiamo bisogno di riconoscere la città Un secondo elemento di chiarezza papa – e pertanto tutti gli spazi dove si svolge la Francesco lo introduce quando affronta vita della nostra gente – a partire da uno la domanda cruciale: «Che cosa significa sguardo contemplativo, ossia uno sguardo il fatto che i laici stiano lavorando nella di fede che scopra quel Dio che abita nelle vita pubblica?». sue case, nelle sue strade, nelle sue piaz- Risponde: «Oggigiorno molte nostre città ze… Egli vive tra i cittadini promuovendo sono diventate veri luoghi di sopravviven- la solidarietà, la fraternità, il desiderio za. Luoghi in cui sembra essersi insediata di bene, di verità, di giustizia. Questa la cultura dello scarto, che lascia poco presenza non deve essere fabbricata ma spazio alla speranza. Lì troviamo i nostri scoperta, svelata». fratelli, immersi in queste lotte, con le Buon lavoro a tutti noi battezzati. loro famiglie, che cercano non solo di sopravvivere, ma che, tra contraddizioni e Piergiorgio Acquaviva 13
Il terrorismo e il difficile scenario internazionale La cronaca di ogni giorno ci riporta, in Isis o Daesh? modo più immediato che nel passato, La realtà cui ci riferiamo è talmente confu- notizie che ci parlano di mondi lon- sa che si fatica anche a intendersi sul nome tani. Siamo pertanto abituati a sigle e con cui chiamarla. Di recente abbiamo a vocaboli, che hanno assunto per noi sentito usare il termine Daesh potrebbe una certa familiarità, anche se spesso apparire una questione di linguistica, ma poco conosciamo delle realtà che rap- in realtà c’è di più. presentano. Isil e la sua variante Isis sono acronimi di Islamic State in Iraq and the Levant, la traduzione inglese dall’arabo di Al Dawla Al Islamiya fi al Iraq wa al Sham, il nome che il gruppo terroristico si è dato dal 2013 al 2014, mentre Daesh è l’adattamento di C iò che sta accadendo al di là delle Daiish, cioè l’acronimo tratto direttamente sponde del Mediterraneo ci preoc- dall’arabo Al Dawla Al Islamiya fi al Iraq cupa, per la vita di tante persone wa al Sham. che abitano quei territori, e anche per noi. Il punto è che l’utilizzo del termine Isis è Ormai è evidente che l’Isis sta cambiando ritenuto offensivo per molti musulmani, pelle. Sotto i colpi delle sconfitte militari si che ritengono che in questo modo venga ritira dai territori occupati e mette in atto legittimata un’accezione negativa dell’ag- una strategia di terrorismo internazionale gettivo “islamico”, dato che in sostanza contro l’Occidente, oltre che contro i suoi l’espressione stabilisce un collegamento oppositori e gli stessi regimi islamici. fra la fede islamica e le azioni di un gruppo È quanto accade nella polveriera esplosiva estremista noto per la brutalità delle sue della vicina Africa, dove ormai da tempo azioni. Mentre il termine Daesh per i mu- si è costituito un “califfato”, proclamatosi sulmani è, per così dire, più sopportabile tale, specializzato nel diffondere morte. perché nonostante si riferisca alla stessa La parola stessa califfato ha un retaggio cosa di Isis, la sua pronuncia in arabo è storico, significata letteralmente “sostituto” simile a una parola che – stando a quanto e si riferisce quindi a un’istituzione nata scrive il quotidiano britannico Guardian per sostituire Maometto e per mantenere – significa “colui che semina discordia”. l’unità politica e religiosa della comunità Si dirà che si tratta solo di parole. Sta di fat- islamica. to che il mondo si è abituato a chiamare il 14
attualità gruppo terroristico di cui stiamo parlando Ai credenti cristiani poi non è dato di Isis. Ed è questa la realtà che semina paura avere paura del mondo: perché la fede ci e morte. Al di là del problema linguistico, insegna che il mondo intero è stato creato ciò che importa è evitare di identificare e redento e che è Dio il Signore della storia, con questo vocabolo, in una generalizza- sempre presente, anche se per noi miste- zione ingiusta, l’intera galassia islamica, riosamente. Tutto questo, certamente, alimentando una paura e un’avversione senza facili irenismi e senza sottovalutare ingiustificate. All’Islam fanno riferimenti la minaccia terroristica, ma facendo ogni milioni di persone e, in larga misura si trat- sforzo per creare le condizioni per l’inte- ta di un Islam moderato, anche se troppo grazione e per la pacifica convivenza. spesso silente rispetto le manifestazioni Da sempre nella storia dell’umanità i terroristiche. muri hanno costituito un presidio, una difesa, così le frontiere. Oggi più che I muri e la paura mai nell’impossibilità di alzare muri e Oggi il cambiamento di strategia del calif- reticolati, nei tempi delle migrazioni dei fato, oltre a causare un bagno di sangue tra grandi numeri, possiamo farci abitare combattenti e popolazioni inermi, suona dalla paura. Per il diverso, per chi viene da come allarme sinistro per il mondo intero lontano. La storia c’insegna però che non che diviene potenziale obiettivo di attenta- possiamo fermare questi flussi, così come ti imprevedibili e per questo difficilmente non possiamo arginare le trasformazioni, evitabili. È una strategia della paura a cui dobbiamo conviverci. Ci vuole saggezza, ci devono far fronte, prima degli eserciti, un vuole apertura e fiducia e allo stesso tempo supplemento di conoscenza per un mon- – chi ne ha la responsabilità deve porlo do – quello islamico – oggi meno lontano in essere – tutto ciò che può assicurare ai di un tempo e anzi presente nelle nostre cittadini sicurezza. città; insieme servono un forte investi- Con questo cambiamento dobbiamo con- mento nella cooperazione internazionale vivere tutti, e le persone più avanti negli e una risoluta azione politica. E questa in anni, debbono dispensare saggezza, hanno primo luogo in capo ai grandi stati come una chiamata ulteriore nell’annunciare USA e Russia che hanno la responsabilità fiducia e speranza. di quanto accade in Siria. Ernesto Preziosi 15
Milano, città metropolitana Dal 1° gennaio 2015 la Città Metropo- Qualche esempio per capire litana di Milano ha preso ufficialmen- Facciamo qualche esempio concreto. I te il posto della gloriosa Provincia di 134 comuni che appartengono alla città Milano. Ma quanti cittadini se ne sono metropolitana di Milano non potranno effettivamente accorti? più decidere per conto loro se e dove autorizzare la costruzione di una grossa struttura commerciale o dove collocare C redo che chi vive a Milano e din- un impianto per il trattamento dei rifiuti. torni sia ancora convinto che in Decisioni come queste dovranno rispetta- via Vivaio nulla sia cambiato e che re il Piano Territoriale Metropolitano che la provincia continui la sua attività sotto sarà molto più vincolante della precedente mentite spoglie. Non è proprio così. Con programmazione provinciale. la riforma costituzionale, approvata negli Anche le politiche dei trasporti pubblici scorsi mesi in Parlamento e su cui saremo e della viabilità saranno gestite da Città chiamati ad esprimerci con un referendum Metropolitana che potrà dialogare e con- nell’imminente autunno, scompaiono de- frontarsi con Regione Lombardia in modo finitivamente le province, ma restano 15 molto più efficace rispetto a quanto abbia- città metropolitane più Roma Capitale. no potuto fare fino ad ora i singoli comuni. Non tutto è ancora chiaro dal punto di La conseguenza pratica di questo nuovo vista normativo e, in questo primo anno assetto è che non esisterà più un ente in- e mezzo di vita, Città Metropolitana ha termedio tra regioni e comuni, ma questi dovuto confrontarsi con una situazione di ultimi si coordineranno in “aree vaste” bilancio piuttosto complicata che, accanto che non avranno una struttura autonoma alla necessità di ricollocare in altre ammi- come era quella provinciale. nistrazioni pubbliche oltre 300 dipendenti, La stessa riforma costituzionale prevede ha creato non poche difficoltà. invece le Città Metropolitane che avranno Per ora gli effetti della nascita della Città il compito di gestire il rapporto tra città Metropolitana si sono manifestati più che capoluogo e altri comuni e si occuperanno altro nel rapporto con i comuni dell’ex di temi fondamentali come la pianificazio- provincia di Milano che hanno eletto i ne territoriale, i trasporti, l’ambiente, la propri rappresentanti nel nuovo consiglio manutenzione delle strade e le politiche provinciale con il compito di collaborare per lo sviluppo economico del territorio. con il sindaco di Milano che attualmente 16
Il Giubileo della Misericordia (4) A cura di mons. Antonio Donghi Una riflessione teologico-spirituale sul tema delle indulgenze La centralità della riflessione a proposito del nostro tema parte dalla convinzione radicale che la vita di ogni uomo è radicata in Cristo, pri- mogenito di ogni creatura. Nell’esperienza globale di Gesù ogni uomo ritrova sé stesso e un profondo stimolo alla comunione fraterna. In lui il battezzato vive la solidarietà in tutte le dinamiche della propria storia personale ed ecclesiale, e in lui avviene quel processo di conversione nel quale tutti siamo solidali nel bene e nel male, nella grazia e nel peccato con l’intera umanità. La dinamica della conversione vive dell’inserimento quotidiano del di- scepolo nel mistero pasquale del Maestro divino. È in questo itinerario di rinnovamento spirituale che s’inserisce il discorso delle indulgenze secondo la verità del Vangelo. Una simile convinzione ci fa comprendere che non esiste mai un uomo solo, ma tutti gli uomini sono tra loro intimamente legati. Ci accorgia- mo allora che l’amore a Dio s’invera nell’amore con e per i fratelli, e l’amore con e per i fratelli incarna l’amore di Cristo per il Padre e per l’intera umanità. Il principio radicale dell’esistenza cristiana si costruisce nell’esistenza vissuta in modo incondizionato a favore dei fratelli, nell’in- tercessione orante ricca di solidarietà, nel perdono reciproco delle colpe e nella responsabilità etica: dare alla luce cieli nuovi e una terra nuova. A questo processo soggiace la decisione dell’uomo di voler vivere con- tinuamente nel divenire comunione in tutte le sue direzioni, verticali e orizzontali, con Dio e con l’umanità, nel dono della comunione che viene dall’alto e che si ritraduce nel vivere il Vangelo che è intrinsecamente un evento di comunione. Chi si accosta a celebrare e a vivere il dono delle indulgenze elabora intimamente un intenso desiderio di comunione con Dio e con i fratelli, bramando quell’appagamento esistenziale che è la ricostruzione della fraternità in ogni suo componente. È la grande meta dell’intero processo della storia della salvezza. Facendo nostra questa prospettiva esistenziale, veniamo inseriti in un capitolo importante dell’itinerario penitenziale che non è altro che il Il Giubileo della Misericordia (4) - 1
vivere in modo fecondo l’inserimento teologale nell’iniziazione sacramen- tale a Cristo, che stimola tutti i battezzati a costruire in modo continuo quella comunione per la quale Gesù ha donato la sua vita. Ci accorgiamo allora che sostanzialmente ci ritroviamo in una viva professione di fede nell’evento cristologico della salvezza: il Cristo nel suo corpo dato e nel suo sangue versato vuole costruire un popolo solo, proveniente da ogni tribù, lingua, popolo e nazione. Davanti al dramma del peccato, che rovina ogni dinamica di comunione, l’esperienza delle indulgenze diventa un dono dello Spirito santo per edificare sempre più una vita di unità secondo i parametri evangelici, dove ogni discepolo del Signore porta i pesi dei fratelli, diventando il loro peccato in una espiazione fraterna. In tal modo si riscopre come ogni processo riconciliativo è per natura sua un itinerario comunionale. L’espressione rituale Ogni vitalità sacramentale si costruisce attraverso un rituale che incarna una profonda vitalità teologale. I riti sono evangelici quando sono l’in- carnazione di una feconda professione di fede che costruisce la vita dei fedeli secondo lo stile proprio del vangelo. Cerchiamo di analizzarli singolarmente per ritrovarvi il senso evange- lico che permette di superare ogni tentazione di “individualismo e di compiacimento spirituale” e di acquisire la mentalità evangelica della comunione ecclesiale, sacramento della comunione trinitaria che nella persona pasquale di Gesù ci è continuamente offerta. a. Il cuore contrito esprime il desiderio di ricostruire interiormente la comunione con Dio e con i fratelli per un’autentica libertà del cuore nella feconda fraternità spirituale. b. La visita a una chiesa, che incarna il valore della convocazione propria dell’assemblea liturgica, popolo convocato nel mistero della SS. Trinità. c. La formulazione della preghiera che ritraduce la libertà del cuore di voler costruire ogni istante della vita nella piena docilità all’oggi di Dio e nella vivente imitazione dell’atteggiamento orante del Cristo, com’è appunto la recita della preghiera del Signore. d. La celebrazione del sacramento della penitenza, come riaggregazio- ne ecclesiale di chiunque attraverso il peccato non viva in verità la comunione con tutti i fratelli. e. L’accesso ai divini misteri dell’eucaristia, che rappresenta per eccel- lenza l’espressione della condivisione dell’interiorità del Cristo attra- verso la convivialità nel rendimento di grazie attorno al Cristo Risorto. f. La preghiera per e con il Papa che ritraduce il desiderio di non allon- tanarsi mai dalla comunione visibile dell’intera comunità ecclesiale. Il Giubileo della Misericordia (4) - 2
Se ci accostiamo a queste proposte della Chiesa, ci accorgiamo che tutte le espressioni rituali sottolineano, sia pure da angolature diverse, l’unica verità: realizzare il principio evangelico che in Cristo morto e risorto e nello Spirito santo tutti gli uomini siano un corpo solo nella comunione fraterna che si costruisce nella costante lode del Padre. Conclusione La comunità cristiana, accogliendo la proposta giubilare attraverso il linguaggio sacramentale delle indulgenze, avverte in essa un evento di salvezza per recuperare quella caratteristica di conversione che la do- vrebbe qualificare in ogni sua scelta. Con una simile vitalità interiore si realizzerà il principio evangelico dell’autentica comunione fraterna nella fecondità del mistero trinitario che anima il vissuto di ogni comunità cristiana. Anzi il tempo giubilare dovrebbe rafforzare il desiderio di approfondire l’esperienza del discepo- lato che porta il battezzato ad assumere gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù e che dovrebbero animare le relazioni fraterne all’intero del quotidiano. Rendendo fecondo lo stile feriale della vita ecclesiale, i cristiani incar- nerebbero la volontà di Gesù di riunire i figli dispersi nell’unità in modo che essi lo possano ospitare nella fecondità della vita teologale. Il Maestro divino verrebbe perciò ad abitare attraverso i gesti sacramentali nel vis- suto di ogni discepolo, rendendo la Chiesa sacramento di vera umanità di fronte al mondo intero. Il Giubileo della Misericordia (4) - 3
milano ha anche il compito di sindaco della Città Metropolitana. A quando una città metropolitana funzio- nante? Per poter vedere una Città Me- tropolitana pienamente funzio- nante, sarà necessario giungere all’elezione diretta del sindaco che avrà il compito di coordinare il lavoro dei sindaci di tutti i comuni. Per otte- nere questo obiettivo, la legge prevede sia necessario dividere in municipi il comune l’elezione diretta del sindaco metropoli- capoluogo e costituire le zone omogenee tano, si dovrà procedere a una revisione negli altri territori metropolitani. del ruolo del sindaco di Milano e questo Milano ha già provveduto a questo cam- ha provocato più di qualche resistenza. biamento e con l’elezione diretta del Percorsi complicati, dunque, soprattutto presidente di municipio (con le elezioni per chi non si occupa direttamente di di giugno 2016) le ex zone avranno amministrazione pubblica, ma l’obiettivo molti più poteri e responsabilità. Per la è ambizioso: potersi confrontare con le costituzione delle zone omogenee (Città altre grandi metropoli europee e mondiali Metropolitane ne ha proposte sette) è per far sì che Milano possa continuare ad necessario ottenere anche l’assenso di essere un punto di riferimento economico, Regione Lombardia. La parola passerà culturale e sociale. Avere dietro di sé 3 poi al Parlamento che dovrà approvare milioni e mezzo di cittadini è ben diverso una nuova legge elettorale per la Città che parlare a nome di “solo” 1 milione e Metropolitana. 200 mila milanesi. È molto probabile che il primo sindaco metropolitano di Milano verrà eletto Fabio Pizzul nel 2021, ma non è esclusa una possibile anticipazione al 2018. È chiaro che, con 17
Due “capolavori” della carità ambrosiana Di Milano e dei milanesi si è sempre percorsi di accompagnamento, in collabo- detto che “hanno il cuore in mano” per razione con i servizi sociali territoriali. Le indicarne la generosità innata. Due persone ospitate presentano sempre più un “frutti” di questo “cuore in mano” sono disagio complesso e multiforme: difficoltà senza dubbio il Rifugio Caritas di via economiche, lavorative, familiari, proble- Sammartini e il Refettorio Ambrosiano. matiche sanitarie, processi migratori con difficoltà di inserimento sociale ecc. Il rifugio stesso può così essere punto di riferimento Il “Rifugio Caritas” per la persona e punto di partenza per un percorso di progressiva autonomia. All’in- S tampa e televisione locale ne hanno terno vi sono 16 stanze, per un totale di 64 dato una discreta informazione. Ma posti letto. Ogni ospite può usufruire di un di cosa si tratta? La sede del Rifugio si deposito bagagli e di un locale lavanderia. Ha trova in via Sammartini al n. 114 e sorge nei accesso a un locale polifunzionale (tv, lettura, locali ristrutturati in cui operava fratel Ettore. collegamento ad Internet, socializzazione). Si tratta di un progetto ormai consolidato Gli inserimenti sono concordati tramite di ospitalità notturna per persone italiane e gli uffici di Caritas Ambrosiana. Il “Rifugio straniere senza una dimora fissa, che con- Caritas” offre la possibilità di svolgere un sente un orientamento ai servizi territoriali. servizio di volontariato per un servizio di L’iniziativa trova le sue motivazioni nei dati ascolto, animazione e progettazione di per- numerici, che sottolineano e dimostrano corsi di reinserimento sociale e di esercizio purtroppo tristemente che sul territorio della di cittadinanza attiva e gesti di gratuità. città le persone senza tetto sono circa 2.600, anche se è piuttosto complesso quantificarle Il “Refettorio Ambrosiano” in maniera esatta. Ad oggi le diverse strutture D presenti sul territorio cittadino riescono a ga- opo l’apertura del Rifugio Caritas di rantire circa 2.700 posti letto e tuttavia molti via Sammartini, nel decanato Zara preferiscono dormire all’addiaccio per svaria- ha preso il via una realtà altrettanto ti motivi. Si evidenzia pertanto la necessità importante. La Curia Arcivescovile della di garantire alle persone accolte nel Rifugio, Diocesi di Milano ha dato il mandato alla non solo un posto letto, ma un luogo dove Caritas Ambrosiana per la realizzazione di venga offerto loro l’ascolto dei bisogni e delle un Refettorio all’interno della Parrocchia di problematiche, così da poter provvedere a San Martino di Greco. Per un mese, durante i 18
dopo expo primi tre di Expo 2015, quaranta tra i migliori Martino di Greco (http://www.comuni- chef del mondo (20 italiani, 20 stranieri), tra tapastoralegorettigreco.it/) dov’è visibile il cui Massimo Bottura, sono intervenuti per collegamento al Refettorio Ambrosiano op- preparare dei menu a partire dalle ecceden- pure il sito stesso della Caritas Ambrosiana, ze alimentari raccolte ogni giorno in Expo. utilizzando il motore di ricerca interno. Ciò che era destinato a essere gettato via, Roberto Nobile è stato trasformato in piatti di alta cucina, grazie al talento e alla creatività di questi provetti cuochi. Il Refettorio Ambrosiano è così diventato ormai un’esperienza stabile che continua a funzionare anche oltre la conclusione di Expo. Il Refettorio conta in tutto 96 posti e distribuisce pasti caldi agli utenti dei centri di ascolto della Caritas, dei servizi specifici e del Rifugio per senza tetto di via Sammartini. La gestione è affidata a una cooperativa sociale del consorzio Farsi prossimo di Caritas Ambrosiana, ma si avvale mplice, dove la da pr anzo sobria e se anche del contributo di oltre 100 volontari. Sopr a: La sa atuità si unisce inale Scola «la gr come dice il card nialità». È anche un luogo per incontri culturali e per produrre ge all’intelligenza, Am brosiano, di educazione alimentare e artistica. La : L’i ng re ss o al Refettorio So tto ti del teatro spazi ristruttura ristrutturazione dei locali ha visto, infatti, in realizzato negli in disuso. Greco, da tempo azione il Politecnico di Milano. Gli ambienti parrocchiale di sono impreziositi da opere d’arte create per l’occasione da alcuni dei principali artisti contemporanei. Questa iniziativa consente di creare spazi di condivisione solidale e di relazione umana con chi vive periodi di disa- gio e di povertà, superando la tentazione di un individualismo e di una totale estraneità, così presente purtroppo nella nostra società. Per maggiori informazioni è possibile visitare il sito parrocchiale della comunità di San 19
Lazzati: un maestro e un testimone Sono trascorsi 30 anni dalla morte del fu davvero sia un “maestro” (per la sua Servo di Dio Giuseppe Lazzati (1909- professione, per il suo lungo rettorato 1986) e la sua viva eredità di credente nell’Università Cattolica del Sacro Cuore, impegnato a costruire “la città dell’uomo soprattutto per il suo dedicarsi al sostegno a misura d’uomo” costituisce ancora oggi spirituale di tante persone, soprattutto un solido patrimonio per la comunità giovani, un “maestro di laicità” per i suoi cristiana studi e il suo impegno sociale…) sia un “testimone” per la sua vita dedicata, da laico, a Cristo e alla sua Chiesa senza “se” e senza “ma”. Soprattutto per noi che S e il professor Lazzati, di cui quest’an- l’abbiamo conosciuto, a volte da vicino no ricorre il trentesimo anniversa- com’è accaduto al sottoscritto. rio della morte, fosse qui oggi, Ho frequentato personalmente e assi- gioirebbe per la lettera del 19 marzo u.s. duamente Lazzati dal 1965 al 1967, quale indirizzata da papa Francesco al cardinale membro della Giunta diocesana dell’Azio- Marc A. Ouellet, Presidente della Pontifi- ne Cattolica, con l’incarico di seguire la cia Commissione per l’America Latina sul vita dei “Sottocentri” (ora Zone Pastorali) ruolo dei laici nella Chiesa e nella società e di stendere i verbali delle riunioni della e sul rapporto tra presbiterato e laicato. I Giunta stessa. punti principali di quella lettera sono stati È a questo contesto, uno tra i molteplici già ricordati in questo numero del nostro nei quali egli ha avuto ruoli di importan- periodico dall’articolo di Giorgio Acqua- za, che si riferisce la mia testimonianza. viva. Forse lo stile di papa Bergoglio, che risente delle sue origini latino-americane, Mi sembra giusto ricordare alcuni tratti avrebbe un po’ stupito lo studioso dei Pa- della figura del “Professore” (come allo- dri della Chiesa; ma non l’uomo Lazzati ra con rispetto lo chiamavo anch’io da che, quando conversava familiarmente, membro di quella “Giunta”); non una usava con piacere il dialetto milanese. minibiografia, ma le impressioni di uno come me, che l’ha conosciuto soprat- Per fare memoria di un maestro e di tutto come “testimone laico”. Oggi, poi, un testimone lo possiamo “venerare” ufficialmente: la A trent’anni dalla morte, è un dovere sua venerabilità è stata dichiarata da papa fare grata memoria di quest’uomo, che Francesco il 5 luglio 2013. 20
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