INCHIESTA MONDO CANOSSIANO - Africa e America, ponti da costruire Esperienze di cammino e di servizio - Suore Canossiane
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INCHIESTA MONDO CANOSSIANO Africa e America, ponti da costruire REPORTAGE Esperienze di cammino e di servizio SOCIAL FOTOGRAFICO N° 9 SETTEMBRE/DICEMBRE 2019 Le parole dell’intercultura
vita più Carissime, carissimi, riflessioni stimolanti, che ci portano siamo arrivati al terzo e ultimo dentro al grande percorso del Capitolo numero di VitaPiù di questo 2019. Generale. Continuiamo il nostro cammino all’insegna dell’interculturalità e Africa e Americhe, dunque. completiamo il nostro viaggio intorno Ricchissime le storie raccolte al mondo, arrivando a toccare Africa nell’Inchiesta sul mondo canossiano. e Americhe. Mentre scrivo queste Poi esperienze di cammino con i righe ripenso con gratitudine ai volti giovani, di volontariato interculturale e alle storie che abbiamo incontrato e intergenerazionale, il cammino di in questo percorso, grazie a chi si è preparazione al Mese Missionario reso disponibile a condividerle – e a Straordinario di ottobre, gli raccoglierle, raccontarle, tradurle – in aggiornamenti sul Capitolo Generale, questa nostra rivista “di famiglia”. le consuete rubriche. La famiglia canossiana è davvero Un cammino che continua. 2 famiglia speciale: presente nei cinque continenti con uno stile e un carisma unico, ma che si incarna in contesti, lingue, culture, luoghi diversissimi. Sempre più consapevole di quanto questa diversità sia una ricchezza inestimabile. Con tutta le complessità e le responsabilità che questo ci consegna. Sfide entusiasmanti e Paolo Bovio VITA PIÙ PROPRIETARIO Casa Generalizia delle Figlie della Carità Canossiane DIRETTORE RESPONSABILE Paolo Bovio N. 9 - SETTEMBRE - DICEMBRE 2019 CONCEPT E GRAFICA Studio Bertin REDAZIONE Paolo Bovio Autorizzazione Trib. di Roma AREA COMUNICAZIONE ISTITUTO N. 52/87 del 6 febbraio 1987 CANOSSIANO Sandra Maggiolo (referente generale) Maria Grazia Bongarzone (coordinatrice) Paolo Bovio (responsabile operativo) www.canossian.org infocanossiane infocanossiane youtube
L’AMORE E LA MISSIONE CAMMINANO INSIEME C arissimi, siamo comunicare con la nostra vita, che desidero condividere alcune ri- nasce dell’incontro con Cristo e dal fare flessioni con voi che formate la nostri i suoi sentimenti. Famiglia Canossiana nel mondo. Tutti abbiamo ricevuto la missione di Il tema del Capitolo Generale, che coin- essere nel mondo la presenza del suo volge la nostra vita e quella della nostra Amore che abita in noi, di far sentire Famiglia, comincia con questa espres- nelle nostre famiglie, nelle comunità, sione: “Donne della Parola che ama- ai nostri amici e a chi ci avvicina che li no senza misura”. amiamo. “Donne della Parola” è il punto di “Che amano senza misura” è l’espres- partenza che abbiamo scelto per fare sione che, nei suoi scritti, Maddalena, memoria e riflettere sul futuro della nostra Fondatrice, ripete in mille modi nostra Congregazione. Abbiamo sotto- diversi e ci invita ad amare con lo stesso lineato la “Parola” che è per tutti noi, amore con cui il Signore ci ama. L’amo- Religiosi e Laici, sorgente inesauribile re non è teoria, ma vita concreta, non si 3 e guida della nostra vita. Ci è sembrato capisce con le spiegazioni, ma con la te- importante partire dalla Parola di Dio, stimonianza. Nel mondo i nostri Ministeri sono diver- l’unica capace di penetrare nel cuore di si, si svolgono in modi diversi, in culture ogni essere umano, di trascendere ogni diverse, in latitudini diverse, ma una cultura, di costruire comunione supe- realtà è la stessa: l’amore che ci deve ca- rando differenze e divisioni. ratterizzare, dono che abbiamo ricevuto È la Parola che unifica e ci insegna ad e dono che dobbiamo donare. L’amore amare con il cuore di Cristo. condiviso si moltiplica e crea una nuova È una bellissima opportunità che il Si- cultura in contrapposizione con alcuni gnore ci offre. aspetti della cultura dominante. Ogni giorno possiamo dire con il nostro Ognuno di noi “è una missione da svol- amore, che la vita non è sterile e grigia, gere” e ricordiamo che l’amore e la ma ha un profondo significato, aiutare missione camminano insieme. chi l’ha perso a riscoprirlo. L’amore è la forza più convincente, è compreso da tutti e genera speranza. Questo è il messaggio più bello che pos- M. Annamaria Babbini Superiora Generale
Indice PAGINE DI VITA PAG. 6 “Andate in tutto il mondo” L’intercultura, pilastro della Chiesa PAG I N E D I V I TA INTERCULTURALITÀ E CARISMA CANOSSIANO Alle radici dell’intercultura PAG. 8 Storia delle prime missioni in America e Africa I NTE RCU LTUR ALITÀ Volti africani, cuori universitari PAG. 12 4 INCHIESTA PAG. 14 VERSO IL CAPITOLO PAG. 28 MONDO CANOSSIANO GENERALE Africa e America, ponti da costruire L’esperienza e la condivisione del- la Commissione Pre-Capitolare LETTURE PAG. 30 Spunti online e offline NEWS PAG. 31 Ottobre 2019 NEWS PAG. 32 Mese Missionario Straordinario Giovani e servizio, vita di pienezza Un’immersione canossiana in Papua Nuova Guinea
vita più NEWS L’incontro con i poveri ti PAG. 34 mette in discussione” PAG. 35 “Quanto vale per te una preghiera?” SOCIAL FOTOGRAFICO SOCIAL FOTOGRAFICO PAG. 36 Le parole dell’intercultura Spunti, bisbigli, tracce di cammino da tutto il mondo Di là dalle idee, di là da ciò che è giusto e ingiusto, c’è un luogo. Incontriamoci là. Le parole [Jalāl ad-Dīn Rūmīī] È tempo che i genitori insegnino presto ai giovani che nella diversità c’è bellezza e forza. [Maya Angelou] Tutta la varietà, tutta la delizia, tutta la bellezza della vita è composta d’ombra e di luce. [Lev Tolstoj] dell’intercultura Non c’è più giudeo né greco; non c’è più schiavo né libero; non c’è più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù. [Lettera ai Galati 3,28] Se vuoi andare veloce, vai da solo. Ma se vuoi andare lontano, vai insieme. [Proverbio africano[ 36 La chiave per creare comunità è l’accettazione, la celebrazione delle differenze individuali e culturali. È la chiave per la pace nel mondo. [Scott Peck] 37 5 Ricordati sempre che sei unico. E che lo sono anche tutti gli altri. [Margaret Mead] Nessuna cultura può vivere se cerca di essere esclusiva. [Mahatma Gandhi] Non è meraviglioso? Siamo tutti fatti a immagine e somiglianza di Dio, e tuttavia c’è così tanta diversità nel Suo popolo. [Desmond Tutu] Io posso fare cose che tu non puoi, tu puoi fare cose che io non posso. Insie- me, possiamo fare grandi cose. [Madre Teresa] Il mondo è diventato troppo piccolo per qualsiasi altra cosa che la fratellanza [Arthur Powell Davies] Ciascuno di noi può essere ponte di incontro tra culture e religioni diverse, una via per riscoprire la nostra comune umanità. [Papa Francesco] EVENTI EVENTI PAG. 38 CALENDARIO FONDAZIONE VOICA PAG. 40 IN TOGO , GINECOLOGI E MISSIONARI Sgorga l’Acqua e fiorisce il futuro Doniamo un futuro ai “Bambini di Madre Griselda”
PAGINE DI VITA “Andate in tutto il mondo” L’intercultura, pilastro della Chiesa molteplicità, che la ringiovanisce e produce continuamente nuove modalità espressive. Un testo di Paolo è lapidario: “Non c’è Giudeo né Greco; non c’è schiavo né libero; non c’è maschio e femmina, perché tutti voi siete uno in Cristo Gesù” (Gal 3,28). Ma l’unità in Cristo non annulla le differenze di genere, di stato e tanto meno di cultura: Giudei e Greci sono cristiani rimanendo Giudei e Greci. E tuttavia in Cristo non ci sono più “lontani”, “stranieri e 6 ospiti”, dato che tutti sono “concittadini “A ndate in tutto il mondo e dei santi e familiari di Dio” (cfr. Ef proclamate il vangelo a 2,11-22). “Dio non fa preferenza di ogni creatura” (Mc 16,15). persone, ma accoglie chi lo teme e “Verranno da oriente e da occidente, pratica la giustizia, a qualunque da settentrione e da mezzogiorno nazione appartenga” (At 10,34-35), e siederanno a mensa nel regno di per cui “non si deve chiamare profano Dio” (Lc 13,29). Due testi, scelti o impuro nessun uomo” (At 10,28). La quasi a caso, che dicono la vocazione Chiesa dunque si proietta nel mondo universale, cattolica, della Chiesa di sfondando, senza eliminarle, le barriere Dio. Lo Spirito Santo (At 2,1-11) farà culturali; non impone una lingua udire le grandi opere di Dio in tutte le “sacra”: le traduzioni della Bibbia lingue del mondo e feconderà tutte le sono state praticate fin dall’inizio; non culture in maniera che ognuna di esse impone una cultura come migliore o “produca” un modo di essere Chiesa superiore alle altre: l’essenziale è la che risponda all’essenziale unità del fede nel Signore risorto e nell’unitrinità vangelo. La Chiesa si riconosce nelle del Dio di Gesù Cristo. Chiese che confessano il mistero pasquale. L’unità non è a scapito della Ma le tentazioni, all’inizio come diversità culturale, ma anzi, come ora, sono tenaci. Sappiamo le ci insegna la storia, vive di questa difficoltà incontrate da Paolo quando cominciò a rivolgersi ai pagani di
vita più cultura ellenistico-romana. Per Sappiamo delle rigide regole alimentari diventare cristiani avrebbero dovuto ebraiche, che creavano e creano una “giudaizzarsi”? Il cosiddetto “Concilio identità non solo religiosa, ma anche (e di Gerusalemme” (At 15) risolse la soprattutto) culturale. Marco (7,14-23) questione: nella Chiesa di Cristo non e Paolo (1Cor 10,25-26, cfr. Gal 2,11-14) ha diritto di esistere una cultura liberano i cristiani dai tabù alimentari, egemone, alla quale tutte le altre in modo che la mensa possa essere devono uniformarsi. Nella chiesa condivisa con tutti. L’unica limitazione di oggi, grazie alle missioni e alla posta è la carità: l’attenzione a non globalizzazione, le culture si sono scandalizzare l’altro. Il confine tra cibo mescolate e tutte esigono pari dignità, e persone, infatti, è assai sottile. Pietro anzi, chiedono di arricchirsi e di vide una grande tovaglia scendere dal fecondarsi reciprocamente. Le scelte cielo, piena di animali puri e impuri che del Papa attuale nella riorganizzazione fu invitato a mangiare. Al suo rifiuto, la 7 della Santa Sede lo testimoniano. Ma voce dal cielo gli rivelò: “Ciò che Dio ha conosciamo anche le difficoltà delle purificato, tu non chiamarlo profano” chiese locali e delle congregazioni (At 10,9ss). Il giudeo Pietro subito religiose nel riconoscere pari dignità a dopo incontrò e battezzò il centurione elementi di diversa cultura. E questo in romano. Occidente, in Oriente e in Africa. L’intercultura è componente essenziale Spesso, agli inizi come ora, il problema della chiesa e passa attraverso il grigio non è teorico ma squisitamente pratico. e banale quotidiano. “Aumentando il numero dei discepoli, quelli di lingua greca mormorarono contro quelli di lingua ebraica perché, nell’assistenza quotidiana, venivano trascurate le loro vedove” (At 6,1). Le grandi affermazioni dottrinali e teoriche rischiano di frantumarsi nella quotidianità. I piccoli gruppi, le affinità di vita, i modi di pensare si ghettizzano e ghettizzano, anche inconsapevolmente. Un esempio che a prima vista sembra banale: la mensa. di don Valentino Cottini
INTERCULTURALITÀ E CARISMA CANOSSIANO ALLE RADICI DELL’INTERCULTURA Storia delle prime missioni in America e Africa MISSIONE CANOSSIANA IN fondazione, purtroppo, se ne aggiunse- NORD AMERICA: STATI UNITI, ro ben presto altre. Dopo vari tentativi CANADA, MESSICO per una positiva risoluzione, i Superiori Negli USA, la prima presenza canossia- richiamarono le Sorelle in Italia. Ter- na risale al 1886-1887, in Pennsylva- minato l’anno scolastico le cinque mis- nia, a Filadelfia, sulla costa orientale. sionarie s’imbarcarono e fecero ritorno La missione a favore dei cattolici italia- a Pavia sul finire del luglio 1887. ni lì residenti era stata offerta a Madre Stella, superiora a Hong Kong da mons. Le Canossiane ritornano nel Nord Ame- Raimondi. Padre Isoleri, missionario rica nel 1961. a Filadelfia e parroco della parrocchia Prima casa aperta: 17 agosto ad Al- italiana, tramite mons. Raimondi, buquerque, Nuovo Messico (USA), prefetto Apostolico di Hong Kong, ave- invita- te dal parroco della va chiesto Canossiane per la Parrocchia dell’An- catechesi e nunciazione, mons. altre opere Coggiola, per la dire- nella sua zione e insegnamen- 8 parrocchia. M. to nella Scuola par- Stella, allora rocchiale. Le prime in Italia alla quattro pioniere: Sr. ricerca di aiuti Antonietta Colom- economici e di bo, già missionaria Sorelle in vista in India, Sr. Luisa di fondazioni Giugni dall’Italia, nella Cina con- Sr. Teresa Norris tinentale passò da Singapore e Sr. la proposta a Dorothy Brown dall’Inghilterra. Inse- Pavia, che accettò. Il giorno 27 agosto rite dapprima nella scuola, si sono poi 1886, partivano per quella missione gradualmente introdotte nei diversi quattro Sorelle della comunità di Pavia: ministeri della Parrocchia donando M. Rosa Manfredi, superiora, M. Bian- tutte le loro energie con coraggio ed chi Rosa, M. Perego Elena, M. Foglia entusiasmo. Altre Case sono state poi Lucia, e M. Giuseppina Testera di Hong aperte negli Stati Uniti d’America, sia Kong, una delle sei pioniere del 1860. in Albuquerque nel Nuovo Messico sia Si offrì ad accompagnarle don Alessan- in California a Sacramento e a S. Fran- dro De Giorgi, sacerdote pronipote di cisco. mons Ramazzotti. Partite da Anversa, al loro arrivo ricevettero una calorosa Il 14 ottobre 1988 quattro Sorelle pro- accoglienza dalla popolazione. Fu loro venienti da Hong Kong aprirono una affidata la scuola inglese, quella italia- Casa in Vancouver, nella regione occi- na e l’orfanatrofio per figlie di italiani. dentale del Canada. Servizio tra gli Alle prime difficoltà, proprie di ogni immigrati cinesi, dedizione alle attività
vita più pastorali della Parrocchia, e un prezio- so servizio nell’ospedale della città. Il 21 gennaio 1991 fu aperta una Casa in Messico, a Chihuahua, per il servi- zio alla Parrocchia di Nostra Signora di Guadalupe. Nelle Delibere del 12° Capitolo Generale si chiedeva proprio una spinta missionaria dove maggiore era il bisogno. MISSIONE CANOSSIANA IN SUD AMERICA: ARGENTINA, BRASILE, PARAGUAY LE CANOSSIANE IN ARGENTINA Papa Pio XI aveva espresso a Madre Maria Cipolla, prima Superiora Ge- nerale dell’Istituto, il desiderio che le 9 Figlie della Carità Canossiane andas- Superate alcune difficoltà iniziali, die- sero anche in America. Le Canossiane dero avvio con gioia alla loro missione arrivarono in Argentina, a La Plata, a servizio degli ammalati, soprattutto richieste dall’arcivescovo mons. France- italiani. sco Alberti e dal veronese don Lorenzo Laiti, per la direzione dell’Ospedale ita- LE CANOSSIANE IN BRASILE liano “Umberto I”. Il 17 novembre 1932 La prima fondazione canossiana in la neoeletta Superiora Generale, Madre Brasile fu compiuta dalle Madri Antonietta Monzoni, accompagnata da dell’Argentina, il 14 maggio 1948 a Madre Maria Moretti, partì da Genova Santos, nello Stato di San Paolo. Le diretta all’Argentina per iniziare i pre- autorità ecclesiali, avendo conosciuto parativi per la nuova fondazione. Il 1° la Famiglia Monzoni, residente in San dicembre 1932 le due Madri sbarcarono Paolo, iniziarono i contatti con l’Istituto a Buenos Aires. Da lì Madre Monzoni Canossiano, con sede generale in Roma, invitò con un telegramma le Sorelle chiedendo l’arrivo di quelle religiose in destinate per la fondazione della nuova Brasile. Non passò molto tempo prima comunità: M. Giulia Fogale, M. Angela che questo sogno diventasse realtà, Giovanna Bonani, M. Angelina Sironi, poiché all’epoca la Superiora Generale M. Maria Aberni, M. Giuditta Brambil- era la Reverenda Antonietta Monzoni, la, M. Rosa Volonteri, Sr. Teresa Fer- parente della suddetta famiglia. M. rari. Le sette pioniere, accompagnate Giulia Fogale, poi superiora della nuo- dalla Segretaria Generale, Madre Cle- va comunità e Regionale dell’Argenti- mentina Mattiuzzo, accolte a Buenos na, e M. Eugenia Pola fecero un primo Aires, si stabilirono presso l’ospedale. viaggio in Brasile nel 1947 a Santos
INTERCULTURALITÀ E CARISMA CANOSSIANO Alle radici dell’intercultura in vista della fondazione della nuova È stato scelto il Paraguay perché uno opera che veniva loro proposta, “Prato dei paesi più poveri. Sr. Lucia Rodighie- de sopa (cioè “piatto di zuppa”) Mons. ro e Sr. Herminda Millacura aprirono la Moreira”. Finalità dell’Opera: soccorre- nuova Comunità “Maria di Nazareth” a re concretamente con un piatto caldo di Encarnacion il 2 marzo 1992, anniver- minestra chiunque ne avesse bisogno, sario del battesimo di S. Maddalena. Il senza umiliare nessuno. Visitarono la 5 marzo il vescovo della diocesi, mons. modesta casa si sentirono povere tra Jorge Livieres Banks, benedisse le So- quei poverissimi che stavano divorando relle e l’inizio delle loro attività pasto- la grande scodella di minestra…Così rali con speciale attenzione ai giovani e come uscirono “con il cuore straziato alla promozione della donna. Il 28 ago- dalla gran pena” dopo la visita all’o- sto 1992 la piccola comunità accolse con spedale pedriatrico chiamato “Gota de gioia l’arrivo della terza Sorella, Maria leite” (“Goccia di latte”). Tornate a Bue- Dadda. Questa missione canossiana nos Aires, si decisero per la partenza. è in prima linea per l’aiuto ai poveri. Il 4 maggio 1948 partì per il Brasile il Le Sorelle svolgono la loro attività so- primo gruppo di missionarie: M. Giulia prattutto nelle aree dove ci sono ancor Fogale, M. Mariannina Sgarbossa e oggi addensamenti di baracche fatte di M. Maria Bersani. Per l’erezione cano- lamiera e stracci, prive di ogni servizio nica della casa fu scelto dalle Sorelle che potrebbe dare dignità alle persone. un giorno significativo: il 14 maggio, 10 perché a quel tempo vi ricorreva la MISSIONE CANOSSIANA in AFRICA festa della Fondatrice Maddalena di La prima presenza canossiana nel con- Canossa. Il 13 giugno l’arrivo dall’Italia tinente africano risale al 1937 - 1942 in di altre quattro Sorelle: Eugenia Poz- Addis Abeba, Etiopia (allora chiamata zoli, Emilia Terenghi, Palmira Grassi e anche Abissinia). Le dieci pioniere ca- Annadora Sironi. Ben presto all’opera nossiane partono la sera del 23 dicem- di riscatto per i poveri venne aggiunta bre 1936, accompagnate dalla Vicaria una scuola. Le Canossiane si dedica- generale, M. Angela De Maria, arri- rono poi pure alle attività parrocchiali vando a Addis Abeba il 5 gennaio1937. con lo zelo proprio della Fondatrice. Altre Sorelle raggiunsero in seguito Nella foto si vede la piccola comunità quella missione e con grande dedizione impegnata a essere “Serve dei poveri”, e spirito d’iniziativa riuscirono a rea- servendo il piatto di zuppa. La presen- lizzare tante opere di bene. Nel 1942, za delle canossiane, oggi, è molto attiva però, a causa degli eventi della Seconda nelle varie Comunità dello Stato di San Paolo, di Rio De Janeiro, Maranhão, Santa Caterina e Minas Gerais. DALL’ARGENTINA AL PARAGUAY La missione canossiana in Paraguay è iniziata nel 1992 per desiderio della Madre Generale, che aveva chiesto alle Sorelle dell’Argentina di compiere un gesto missionario spingendosi verso un’altra Nazione dell’America Latina.
vita più Guerra Mondiale, le Sorelle dovettero presenti e iniziare le varie attività. lasciare la missione. Da allora, per il misterioso Piano Nel 1956 il ritorno delle Figlie della Ca- della Divina Provvidenza, la presenza rità Canossiane in terra africana. canossiana si diffuse in molti Stati afri- 11 Grazie all’invito del cardinal Laurian cani: Rugambwa il desiderio di Madre Giu- seppina Bakhita diventa realtà: “Prego 1957 Repubblica Democratica del sempre perché il Signore mandi mis- Congo sionari e missionarie anche nel centro 1959 Sao Tomè dell’Africa dove stavo io”. 1971 Uganda Tre Canossiane, Angelina Rivetta, Giu- 1975 Malawi seppina Grillo, Vittoria Piccolo, il 27 1988 Kenya giugno 1956 lasciano Venezia a bordo 1993 Angola della nave “Europa” per giungere a Mu- 1994 Togo gana, in Tanzania. La quarta Madre, 1995 Sudan M. Carolina Gandini, le raggiunse da 1996 Egitto Hong Kong. Giunte a Mombasa furo- no accolte dal Nunzio apostolico del Solo la missione al Cairo (Egitto) si Kenya, quindi passarono in Uganda, è conclusa nel 2014. Negli altri Stati finché il Vicario del Cardinale le accom- africani continua con l’apertura di co- pagnò a Mugana. L’abitazione, però, munità e la fioritura di “operaie” per la non era pronta così ripartirono per “messe” del Regno. Tante, infatti, sono Kashozi e restarono ospiti delle Suore le Sorelle che, attratte dal carisma di Bianche per circa due mesi, collabo- Maddalena, continuano la missione ca- rando nelle loro attività e imparando nossiana a favore specie delle persone lingua e costumi. Finalmente il 24 più povere e svantaggiate. settembre 1956 poterono entrare nella casa di Mugana tra la gioia di tutti i di m. Pia Deromedi, archivista
INTERCULTURALITÀ E CARISMA CANOSSIANO Volti africani, cuori universali Un dialogo sul cristianesimo africano Intervista a mons. Sosthène Ayikuli Udjuwa, vescovo di Mahagi-Nioka (R.D. Congo) C ome il messaggio universale su operatori pastorali che sono di queste del cristianesimo si incarna in diverse culture, modellati da esse, perciò un contesto così ricco di cultu- possono evangelizzarle. Nello stato attua- re tradizionali diverse come quello le delle cose, sono i figli di questa terra a africano? continuare in profondità l’immensa opera L’innegabile vantaggio e presupposto del di evangelizzazione iniziata dai missio- cristianesimo è che il suo messaggio è nari. La conoscenza della lingua e della universale. Quindi può essere incarnato cultura consente l’opera della pastorale in un contesto così ricco di varie culture nei diversi settori. tradizionali come il nostro. Ma per questo Esiste il rischio di una pastorale mis- occorre giustamente che queste diverse sionaria troppo “occidentalizzata”? culture tradizionali si aprano all’univer- Come superarlo? sale, si aprano al messaggio del cristia- Il rischio di una pastorale occidentalizza- nesimo. Le nostre culture tradizionali in ta è sempre presente, perché è la strada generale hanno effettivamente accolto il più facile, la strada del “si è sempre fatto Vangelo attraverso l’annuncio, la predi- così”. Quindi la legge del minimo sforzo cazione, la catechesi, anche se è venuto consiste nel gloriarsi di camminare sicu- con “conchiglie” occidentali. È vero che ri sul sentiero già tracciato. È possibile 12 ciascuna delle nostre culture è stata superare tale pastorale ed è necessario evangelizzata, ma non totalmente, per- superarla. I primi missionari, anche se ché ci sono ancora sacche di resistenza. hanno portato la loro pastorale, hanno Tuttavia, molti elementi culturali contra- dovuto inventare metodi pastorali adatti ri alla fede sono cambiati, al punto che al luogo e al tempo. Ma oggi le cose sono ogni cultura è in grado oggi di balbettare molto cambiate. Perciò è necessario guar- la sua fede negli elementi della propria dare alla nostra società di oggi, cogliere cultura, incluso il linguaggio. le sfide attuali, saper discernere, allo Cosa significa concretamente fare scopo di mettere in atto una pastorale pastorale in un territorio caratteriz- adeguata che affronti o accolga questa o zato dalla presenza di tante lingue quella sfida. Non è possibile affrontarle diverse? tutte. È in questo senso che, ad esempio, Nella mia diocesi ci sono almeno otto nel Piano Pastorale Strategico Quinquen- tribù, ognuna con la sua propria lingua nale 2017-2021, la nostra visione è che diversa dall’altra, con poche eccezioni entro il 2021, la diocesi di Mahagi-Nioka, dovute alla vicinanza delle stesse radici annunciando in profondità il Vangelo, si linguistiche. Chiaramente: otto tribù e impegni a consolidare la sua vocazione di otto lingue. È evidente che la pastorale una Chiesa-Famiglia di Dio nelle fami- in un simile contesto non è affatto facile. glie e nelle Comunità Ecclesiali Viventi Ciò che i missionari hanno fatto fin dall’i- (CEV), ponga Cristo, unico Salvatore, al nizio è d’imparare queste lingue e ciò ha centro della sua vita, operi per radicare il consentito loro di entrare nella cultura. Regno di Dio e investa nella promozione Infatti sono riusciti a portare il Vangelo, di ogni uomo e di tutto l’uomo. il messaggio cristiano e a farlo penetrare L’esperienza del cristianesimo afri- in tutte queste culture. Oggi contiamo cano per come è vissuto nella sua
vita più diocesi cosa può insegnare alla Chie- la diocesi di Mahagi-Nioka, la cui guida sa universale? pastorale mi è stata affidata. Questa Parlare del cristianesimo africano signi- Chiesa particolare, forse, non ha ancora fica dire, tra l’altro, che “L’ecclesiologia molto da dare alla Chiesa universale per 13 della Chiesa d’Africa renderebbe i pastori quanto riguarda l’esperienza del cristia- e i fedeli consapevoli che l’evangelizza- nesimo vissuta nella mia diocesi. Ciò zione deve avere come obiettivo quello di per diversi motivi, a cominciare dal fatto radicare il messaggio della salvezza nella che è una Chiesa giovane (cento anni di vita e nella storia del nostro continente evangelizzazione), inoltre per il ritardo in modo da promuovere, in parole e ope- nell’africanizzazione del cristianesimo, re, il cristianesimo africano” (CENCO, La la poca chiarezza nell’impegno di vivere missione evangelizzatrice della Chiesa in un cristianesimo africano. Ma non si può Africa oggi. Sfide e prospettive, Nathana- negare l’evidenza che ogni figlio e figlia el Yaovi SOEDE, Teologia ed evangelizza- di questa diocesi, “impastato” nella sua zione in Africa: Costruire il cristianesimo cultura, cerca di lasciarsi trasformare africano, in Colloquio Internazionale del dal Vangelo, senza per questo lasciare di 50 ° anniversario del decreto Ad Gentes essere africano. In ogni modo, modesta- del Concilio Vaticano II e del 40 ° anni- mente posso dire che la nostra Chiesa versario dell’esortazione apostolica Evan- può trasmettere il vigore e la giovinezza gelii Nutiandi, p. 429) e “in modo che del suo ardore per costruire il non-anco- Cristo, nelle membra del suo Corpo, sia ra, il nuovo, che si esprimerà nel proprio Africano” (Discorso di Giovanni Paolo II linguaggio, o per meglio dire, corrispon- ai Vescovi del Kenya, Nairobi 1980). derà adeguatamente alla sua maniera di Se tale deve essere il cristianesimo afri- manifestare l’unica fede e di celebrarla in cano, bisogna dire che, pur essendo un modo originale, nella propria lingua, con ideale, tale cristianesimo è ancora agli il suo stile, il suo temperamento, il suo inizi e la strada da percorrere è ancora genio, la sua cultura. lunga. In ogni caso, la Chiesa d’Africa è impegnata in questo cammino, compresa
INCHIESTA MONDO CANOSSIANO 14
vita più INTRODUZIONE ALL’INCHIESTA “C aminante, no hay camino: che attraversa tutto il lungo continente se hace camino al andar”, americano ed è il prisma attraverso scriveva il grande poeta cui osservarne tensioni, movimenti, spagnolo Machado. E – cammina, desideri, ferite e risorse, come nella cammina – anche il percorso compiuto ricchissima riflessione offertaci da con VitaPiù quest’anno è arrivato, madre Lisa Doti. Interculturalità che passo dopo passo, alla meta. Arrivando è viaggio, condivisione, incontro e a toccare, numero dopo numero, tutti scoperta, come raccontano il gruppo i continenti. Con questa terza uscita intergenerazionale del volontariato del 2019 completiamo il nostro giro canossiano dall’Argentina al Paraguay intorno al mondo, con Africa e Americhe e i tre amici italiani che da anni protagoniste. In questa “Inchiesta viaggiano tra Asia e Africa, guidati sul mondo canossiano” conosceremo dallo stupore, alla ricerca di storie di i mille volti che l’interculturalità coraggio e generosità da raccontare nei assume in questi continenti che la loro stupendi documentari. dimensione culturale l’hanno inscritta profondamente nel proprio DNA. Sì, il percorso di VitaPiù di quest’anno è stato un viaggio emozionante e lungo, 15 Interculturalità che – in puro sia in distanza sia in profondità: ci stile canossiano – non resta un ha portati in giro per il mondo, ma concetto astratto, ma si incarna nel soprattutto ci ha portato a toccare – quotidiano, si esperisce nel servizio nei volti, nelle mani, nelle storie, nei ai poveri e con i giovani, si vive nella pensieri, nelle differenze – quell’arteria condivisione, nella fatica e nella festa. fondamentale del cuore canossiano che Interculturalità che viene vissuta si chiama interculturalità. soprattutto nella dimensione della missione. Lo raccontano le esperienze incrociate di madre Lucia Antonio, canossiana brasiliana in missione in Angola-Sao Tomè, e di madre Anne Ameyo Amouzou, sorella di origine togolese missionaria ad Gentes in terra argentina. Ponti tra le sponde di Paolo Bovio dell’Oceano Atlantico. Interculturalità BRASILE / ANGOLA / SÃO TOMÉ E PRÍNCIPE PAG 16 TANZANIA PAG 19 NORD AMERICA PAG 20 ARGENTINA / PARAGUAY PAG 22 TOGO / ARGENTINA PAG 23
INCHIESTA MONDO CANOSSIANO Dal Brasile all’Angola e São Tomé-Principe Madre Lucia e l’esperienza di missione interculturale L a novità di Dio arriva nella no- Santa Maddalena di Canossa: “Si trat- stra vita con sorprese che vivia- ta di animare ogni azione e operazione mo e dove sperimentiamo come con lo Spirito di Gesù Cristo, Spirito di la sua grande bontà e la sua tenerezza Carità, di dolcezza, di mansuetudine, abbraccia ogni creatura. Con una di- di umiltà, di zelo e di fortezza, Spirito stanza di 7.546 km tra i due paesi, amabilissimo, generosissimo e pazien- vado in un luogo tissimo” (Prefazione sconosciuto, ma Regola Diffusa). Con già amato dal questo impulso cari- momento in cui smatico, lo scopo del ho ricevuto – io, cammino formativo canossiana brasi- ha raggiunto il suo liana della provin- obiettivo nelle fonti cia Nossa Senhora del carisma, nell’e- Aparecida-Brasile sperienza fraterna in – la chiamata a comunità che passa vivere con le mie attraverso la vita di 16 sorelle in Angola ciascuna, e insieme per alcuni mesi alimentiamo la no- - Luanda e São stra identità carisma- Tomé-Principe. tica alla luce della Un cammino di Parola di Dio. L’in- fede e di amore contro con la cultura per condividere ciò che abbiamo di più dell’altro ci fa scoprire il seme della prezioso per la nostra vocazione, la Parola nascosto in ogni gesto di bontà, nostra spiritualità e il nostro carisma di carità. La condivi- sione della vita così com’è mi ha permesso di essere una co- munità di sorelle. Come Gesù ha detto ai suoi discepoli: “Voi siete tutti fratelli”. Insie- me abbiamo cercato di vivere la fraternità, il rispetto e qualcosa che è comune a tutti noi come figlie della carità, la gioia di appartenere a Cristo, casto, povero e obbediente. Mettendo l’accento su ciò che ci dice la nostra Fondatrice, BRASILE / ANGOLA / SÃO TOMÉ E PRÍNCIPE
vita più solidarietà, giustizia e pace. i nostri sandali dai nostri pregiudizi, L’invito di Dio che ci fa oggi di allargare preconcetti, e intolleranza è l’atteggia- lo spazio della nostra tenda per acco- mento migliore per avvicinarsi, perché gliere l’incontro con il diverso ci apre ogni cultura porta con sé il vecchio e ben oltre di ciò che è nostro, ciò che già il nuovo e ci pone in una situazione di conosciamo e vi- ascolto, accetta- viamo, e ci lan- zione e rispetto cia nel nuovo. per ciò che è Questo nuovo diverso, che è significa guar- una ricchezza dare alla realtà, da scoprire. guardare a se Ogni incontro stessi, guardare con le giovani, a Dio, guardare la visita alle al fratello e alla famiglie, l’ac- sorella, guarda- coglienza di un re alla nostra bambino, gli in- consacrazione contri formativi 17 come unità di con le sorelle vita intercon- mi ha permesso nessa con tutti di allargare la i valori presenti mia tenda, di in tutte le cul- approfondire e ture, per dare consolidare la il meglio di noi mia vocazione stessi, per dare di consacrata il meglio del canossiana. Dio nostro essere, si è reso pre- della nostra sente con la sua conoscenza, bontà e il suo dei nostri doni, amore in questo concepiti nella preghiera, nella contem- forte momento di formazione, vivendo plazione, nel silenzio interiore, nell’e- insieme e condividendo fraternamente sperienza di Dio, nel discernimento. ciò che Dio stesso ha realizzato in ognu- Allora i nostri fratelli e sorelle trovano no di noi, e ciò che siamo chiamati a in noi la spalla amichevole e accoglien- venire ad essere, con la sua grazia e be- te di Dio Padre della tenerezza. È come nevolenza. Grazie per questa esperien- la richiesta di Dio a Mosè: “Togliti i za di fede e di comunione con le Sorelle sandali dai piedi, perché il luogo dove e il popolo della Delegazione di Angola/ sei è terra santa” (Esodo 3,5). Togliere Luanda e di São Tomé-Principe. di sr. Lucia Teresinha Antonio
INCHIESTA MONDO CANOSSIANO Tre amici e un incontro che cambia lo sguardo Dall’America all’Africa, telecamera in spalla, in viaggio verso i più poveri C i sono nella vita di ognuno di noi, ziani bisognosi, portatori di handicap, esperienze indelebili, che possono vagabondi, senza tetto, tossicodipen- cambiare il modo in cui ci approc- denti, maltrattati, malati di HIV/AIDS ciamo alla realtà. Esperienze che van- e persone in difficoltà. Al nord della no percorse con il cuore, con la mente Thailandia abbiamo incontrato il mis- aperta, con la fede. Queste esperienze, sionario cattolico Don Bruno Soppelsa, hanno sancito una svolta nella nostra nostro Sacerdote diocesano “Fidei do- vita. Mi chiamo Andrea Raveane e num”, che con amore e dedizione opera sono un volontario, donatore di sangue. quotidianamente verso i più poveri Assieme a due amici, Paolo Capraro e Marco Recalchi di professione regista, da circa una decina d’anni, una volta all’anno scegliamo una meta precisa in giro per il mondo, cercando di dare una mano ai meno fortunati. Abbiamo viaggiato per tanti contenenti, cercando di promuovere la donazione del sangue gratuita e soprattutto la solidarietà. Grazie a questi viaggi sono stati realiz- 18 zati dei documentari che testimoniano la dura realtà di questi continenti po- veri e l’aiuto concreto che ognuno di noi può o potrebbe fare per i più deboli. Il nostro ricordo va alla prima di queste esperienze, in Bolivia assieme al nostro amico missionario camilliano, Padre Al- In Kenya con il vescovo Mons. Virgilio fredo Rizzi. Qui fino a poco tempo fa il Pante, un energico missionario origina- sangue si pagava: i più poveri che non rio di Lamon (Belluno), che ha costru- potevano permetterselo morivano. Ab- ito nella savana l’ospedale di Wamba, biamo incontrato nelle varie parrocchie strumento di convivenza pacifica creato boliviane la gente comune, abbiamo e voluto proprio da lui e gestito diretta- spiegato che donare sangue è un gesto mente dalla sua diocesi, dove tutti sono d’amore e che fa bene. Abbiamo visto ricevuti. nascere la prima associazione di do- A Chennai, sud dell’India siamo stati natori volontari di sangue, che donano ospitati presso il “Pope John’s Garden”: gratuitamente. Grazie poi alle associa- un dispensario per i lebbrosi gestito zioni del dono della Regione del Veneto dall’ordine salesiano di Don Bosco. Of- sono stati aperti due centri trasfusiona- fre amorevolmente cure ed istruzione li: oggi finalmente il sangue è donato. a persone affette da HIV/AIDS, che vi- Dalla Bolivia alla Thailandia. Qui ab- vono sotto la soglia della povertà e che biamo fatto la conoscenza del dott. Am- spesso sono respinti dalle scuole pubbli- porn dell’Associazione Fordec. Organiz- che per paura del contagio. zazione umanitaria dedicata ad aiutare Tutti e tre siamo stati colpiti dall’alle- i bambini, i giovani, le famiglie e gli an- gria, dal sorriso e dall’accoglienza di
vita più questi splendidi popoli, in particolare mente un dono del Signore. Marco, il dalla dignità di queste persone ma- nostro amico regista, sta realizzando late di lebbra, che con grande forza anche per questa esperienza in Tanza- e costanza vivono una vita serena, e nia un documentario che a breve sarà da tutti quei bambini e ragazzi affetti presentato e utilizzato per una raccolta da AIDS/HIV che quotidianamente si fondi per l’ospedale. impegnano nello studio per crearsi un Queste esperienze di vita ci hanno per- futuro migliore. Un’esperienza che ci messo giorno dopo giorno di vedere che ha permesso di apprezzare il grande quel seme che è gettato in ogni uomo valore della vita. inizia a germogliare: siamo riusciti ad Infine nel maggio di quest’anno siamo entrare in quel contesto, a rimanerci stati in Tanzania, presso l’ospedale di per quel periodo di tempo, ad esserne Mugana (Bukoba), vicino al lago Vitto- parte attiva, a cercare, come una goccia ria, gestito dalle suore canossiane. Suor nell’oceano, di dare il nostro piccolo Mariangela Massenti è un’attivissima contributo di bene e di amore. Dalle suora canossiana in missione in Africa persone che abbiamo incontrato possia- da quasi 30 anni, che per il bene della mo imparare a vivere in maniera più sua gente vuole potenziare l’ospedale essenziale e fraterna. Tutto si è svolto e la scuola infermieri annessa all’ospe- con molta naturalezza, come fossimo a dale stesso. Le suore ci hanno ospitato casa nostra, con persone che ci hanno 19 e abbiamo potuto vedere con quanto fatto sentire a nostro agio fin dal primo amore e dedizione si dedicano al popolo giorno, quasi fossimo amici, anzi fra- africano. Emozionante l’aver assistito telli da sempre. Non importa il colore a due parti cesarei. Il vedere nascere la della pelle, importa l’amore e il potersi vita e il poter poi tenere tra le braccia aiutare. L’amore è gioia, è condivisione. queste piccole creature è stato sicura- di Andrea Ravane, con Paolo Capraro e TANZANIA Marco Recalchi
INCHIESTA MONDO CANOSSIANO Costruire ponti in un’America che cambia “Accompagniamo a superare i muri della paura, nel nome del Vangelo” S entieri e Ponti. L’America ne ha creare portando al sospetto e alla paura tanti. I ponti collegano punti di del diverso, o del possibile cambiamento terraferma, collegando città. L’A- che culture diverse potrebbero portare. merica ha anche i suoi muri. L’idea di Noi Canossiane siamo chiamate ad erigere muri lungo i nostri confini di aiutare coloro che serviamo a trovare il fronte all’onda recente di immigrazioni coraggio di superare i muri della paura è il punto focale di tante discussioni. nel nome di Gesù. Nell’episodio dell’in- Eppure, migrazioni e rifugiati non contro della Samaritana con Gesù tro- sono un fenomeno nuovo, in America: viamo il modello di come l’inculturazio- anzi, questo Paese ha costruito se stes- ne può aiutare ad abbattere i muri e a so sull’immigrazione da altri Paesi. A costruire ponti. La Samaritana rappre- parte i nativi americani (562 diverse senta ciascuno di noi. Generalmente, tribù) che già vivevano nel continente, in America, le persone di varie etnie e i primi ad arrivare dall’Inghilterra nel provenienze sociali sono abituate ad in- teragire fra di loro ogni giorno. Ma alla fine della giornata torniamo al nostro ambiente di famiglia dove i valori ven- gono rinforzati. Questa è la multicultu- ralità: persone che vivono nella stessa 20 comunità, ma senza pretendere di im- parare un’altra lingua o capire i valori degli altri. La Samaritana ha capito a questo livello il suo interagire con Gesù. Invece Gesù sceglie di rischiare, nell’entrare in Samaria, in un’altra cul- Nuovo Mondo negli anni del 1600 furo- tura. È disposto a distruggere il muro no coloro che fuggivano da persecuzioni dell’esclusione sociale pur di realizza- di religione. Da allora, tantissime per- re un incontro personale. Così Gesù sone sono arrivate negli Stati Uniti in porta alla conversione del cuore una cerca di libertà di culto, di lavoro e di persona che, a sua volta, porterà altri opportunità per realizzare i loro sogni. alla fede. Anche noi dobbiamo trovare Questo miscuglio è la vera forza della nuove modalità, non solo per entrare da nazione. Con la costante aggiunta di missionari in territori che non ci sono culture e tradizioni nel tessuto del ter- familiari, ma anche per essere disposti reno culturale ciascuna persona viene a staccarci da alcuni nostri modi di fare arricchita, se non pienamente cambiata muri, per costruire ponti di fiducia fra dagli altri. Un modello di intercultu- la Chiesa e i trascurati, fra gente di ralità. Sappiamo per esperienza come diverse culture e lingue. Per poter ab- nazione quale ricchezza abbiamo nella battere questi muri dobbiamo chiederci nostra diversità; conosciamo pure la continuamente: siamo disposti a fare il difficoltà che queste diversità possono passo successivo – come ha fatto Gesù NORD AMERICA
vita più –, renderci vulnerabili e rischiare il parrocchia della Cattedrale è al di là rifiuto per portare il Vangelo dove è più della strada dove si trova la capitale necessario? Come e cosa stiamo già fa- dello stato. Davanti alla chiesa passano cendo per realizzare la nostra chiamata persone in eleganti abiti di ufficio così a costruire ponti? come altre che si portano dietro tutte La nostra Provincia di Cristo Re si le loro cose su dei carretti. Aumentano estende su tre grandi nazioni: Cana- i poveri e i senzatetto. Si devono moti- da, Stati Uniti e Messico. Tutte le no- vare i laici ad agire, come frutto della stre comunità - Vancouver, Canada; formazione e preghiera. Chihuahua, Messico; Albuquerque, In Messico, le nostre Sorelle coordinano Nuovo Messico, USA; San Francisco, le attività di una scuola primaria e di California, USA e Sacramento, Cali- un centro per la formazione umana ed fornia, USA – incontrano le sfide degli educativa di adulti e bambini. Molte immigrati di oggi e della realtà multi- persone con cui hanno a che fare sono culturale. In tutte le nostre comunità i cosiddetti “nuovi poveri”: le Sorelle ci sono Sorelle che lavorano nelle loro lavorano nel tentativo di aiutarle a ri- parrocchie come catechiste, coordina- trovare autonomia. trici della preparazione ai sacramenti In tutte le nostre attività apostoliche e della formazione dei laici, programmi cerchiamo di incoraggiare le persone ad per giovani. Altre portano la comunione usare i loro doni e talenti per diventare agli ammalati nelle loro case o negli messaggeri della grazia di Dio, e per 21 ospedali, altre ancora accompagnano far conoscere di più Gesù perché venga gli studenti. Tutte sono coinvolte nella amato di più. Le Sorelle stesse sono preparazione dei laici per il servizio un miscuglio di culture dentro queste alla comunità parrocchiale. Il crescente varie realtà umane: siamo americane, flusso di arrivo di gente di diverse cul- indiane, italiane, filippine, cinesi, gia- ture ci ha sfidate ad essere costruttrici maicane, inglesi ed eurasiane. Nella sfi- di ponti fra le famiglie già stabilite e da di andare oltre la multiculturalità e quelle nuove. verso l’interculturalità, abbiamo dovuto A Vancouver le nostre Sorelle servono cambiare la nostra cultura di convento la popolazione di lingua inglese e cine- con l’arrivo di ciascun nuovo membro in se nella stessa parrocchia, con gruppi comunità, con i suoi punti forti e deboli. separati di formazione per soddisfare Come Gesù, dobbiamo inoltrarci di più meglio i loro bisogni. Ma si sente il de- in territorio straniero: il territorio del siderio di trovare modi perché i gruppi cuore. Costruendo ponti di comprensio- si incontrino e così risvegliare nei loro ne nelle nostre comunità, offriamo un membri una nuova apertura che li aiuti esempio di vita armoniosa pur nella di- a riconoscere gli uni negli altri fratelli versità a coloro che avviciniamo. Spesso e sorelle che sono membri della stessa questo ci richiede di lasciar da parte Chiesa. le nostre preferenze per far posto ad C’è anche la sfida di costruire ponti un’altra, per farla sentire a casa. È così fra ricchi e poveri. A Sacramento, la che cominciamo a costruire ponti. di m. Lisa Doti
INCHIESTA MONDO CANOSSIANO Osare abbracciare la vita Storia di una missione interculturale e intergenerazionale, dall’Argentina al Paraguay D al 29 luglio al 3 agosto abbiamo anche la comunitá di Kuñatai Roga. vissuto un’esperienza di volonta- Quest’anno sono 40 le giovani che la- riato nella città di Encarnación, vorano e studiano per avere un futuro Paraguay. Ci siamo trovati da diverse migliore, accompagnate da tre Madri città dell’Argentina, con diverse età, Canossiane, lontane dal rischio della professioni, in famiglia o con amici e tratta di persone e della droga. Sui pas- abbbiamo osato abbracciare la vita: si di Maddalena. quella dei nostri fratelli piú bisognosi Carina Fernández alla sua prima espe- e insieme alla comunità Maddalena di rienza racconta: “Ancora non riesco a Canossa e Kuñatai Roga, abbiamo fatto trovare le parole giuste per descrivere sí che loro abbracciassero la nostra. quello che ho vissuto. Voglio sottoli- Un’esperienza di fraternità intercul- neare la grande opera delle Sorelle turale e intergenerazionale, che ha Canossiane che insieme alla comunità coinvolto ben 63 persone, tra i 4 e i 78 ci hanno dato il benvenuto. Nel corso anni di età. Una ricchezza che eviden- dell’esperienza mi sono chiesta: perché zia la vitalità e la forza del sono qua? Con il passare nostro carisma, che nasce dei giorni l’ho compreso: nell’allegria per il sì alla ero lí per ricevere. Dai piú vita che comincia, che ci piccoli ho ricevuto amore 22 chiama e che ci riunisce e allegria nella loro piú per riceverla, proteggerla grande espressione, ho e promuoverla, nelle no- imparato con loro giochi stre comunità presenti in nuovi e ho ricordato alcuni terra paraguaiana da 25 della mia infanzia e ho anni e in ogni volontario compreso che attraverso i e di quelli che a distanza giochi, le risate innocenti lo sono stati con donazio- per una caduta, l’abbraccio ni, affetto e preghiera. Karina Galo, e l’allegria di un gol possiamo costruire docente della città di La Plata, ci dice: un mondo migliore, siamo ponti. Nel “Questo è la mia terza esperienza di riflesso del sorriso di ogni bambino ho volontariato, che insieme a mio marito incontrato Gesú”. e ai miei due figli condividiamo con le Ringrazio il Signore per tutto il bene, madri e la gente di Encarnación. An- l’amore, e la speranza che mi ha fatto cora una volta ho ritrovato Gesú nei sperimentare in questi giorni e per il piccoli. Durante questi giorni ognuno dono di molti amici che hanno cammi- di noi mette i suoi doni al servizio degli nato insieme a me: quelli del Rione, altri e nessun aiuto è piccolo: giocare dell’ambulatorio, della casa del giova- con i bambini, visitare le famiglie e ne, delle parrocchie e che vorrei riab- ascoltare le loro storie, riparare le case, bracciare tutti, col cuore. fa sí che la vita nel rione periferico Sa- cra Famiglia sia un po’ piú felice”. Con il gruppo dei volontari abbiamo visitato ARGENTINA / PARAGUAY di sr. Mariángeles Rodríguez
vita più Tra le sponde dell’Atlantico, a passo di danza Madre Anne dal Togo all’Argentina L’ Argentina ti abbraccia. La sua è iniziata la mia vita missionaria senza straordinaria ricchezza cultura- alcuna grandezza o particolarità. Non le, frutto dell’incontro tra le cul- sapevo parlare spagnolo, quindi ero ture indigene ed europee. L’ospitalità. molto legata al poco italiano che cono- La cordialità. La vivacità spirituale. La scevo. Ma questo non è stato un blocco vibrante devozione alla Vergine Maria, per me o per le mie sorelle e le persone in particolare alle tradizioni della Vir- che ho incontrato. Tutti quelli che ho gen de Lujan nel centro del Paese e la incontrato hanno espresso una profon- Virgen de Itati nel nord. da gioia di avere una sorella africana in Mi chiamo Anne Ameyo Amouzou, sono Argentina. Abbiamo parlato la lingua di una canossiana togolese e quest’anno persone che si amano e vogliono capirsi. ho vissuto in Argentina un’esperienza Non so bene quale sia la particolarità missionaria interculturale che mi ha portato per sei mesi a La Plata. La storia ha fatto degli argentini un popolo accogliente. Qui lo stra- niero è a casa, condivide la vita in modo semplice e ordinario con gli altri. Quando sono arrivata nella 23 mia nuova missione il 31 gennaio, sono rimasta fortemente impres- sionata dall’accoglienza che ho ricevuto. È stato un forte momento di scambio di emozioni. Sono arri- vata durante il periodo di forma- zione dei superiori della provincia e l’incontro del gruppo della pasto- rale giovanile. Una tale quantità di persone, razza, colore e certa- mente pratiche diverse dalle mie. Mi sentivo come se fossi caduta dalla culla della mia amata Africa e recuperata nel cuore dell’Ameri- ca Latina, nella culla dell’Argen- tina. Ho sentito un forte desiderio di appartenere a questa gente e di servirli senza pensare a cosa po- trebbe significare per me in termi- ni di carattere e adattamento. Così TOGO / ARGENTINA
INCHIESTA MONDO CANOSSIANO Tra le sponde dell’Atlantico, a passo di danza della mia vita e della mia vocazione, frequento un corso di spagnolo. Con ma so che razza, cultura e lingua non i bambini piccoli si impara molto e si mi impediscono di mettermi al servizio impara bene. Il giovedì pomeriggio gui- dei miei fratelli e sorelle. So anche che diamo un momento di preghiera con i nel profondo del mio cuore risuona forte bambini della scuola primaria. Questo la parola di Gesù al giovane ricco: “Vai, momento di adorazione è preceduto da vendi tutto quello che hai, poi vieni e uno spuntino durante il quale trovo seguimi”. Per me, la missione è un ab- l’opportunità di stare con i bambini e bandono nelle mani del Signore che a conoscerli. Il sabato pomeriggio vado sua volta ci fa partecipare alla sua ope- all’apostolato in una cappella in costru- ra di salvezza insieme ai nostri fratelli zione. Una delle sorelle ed io stiamo e sorelle. accompagnando un gruppo per Sono in una comunità che ha l’educa- prepararli zione come missione con all’impegno una scuo- nell’anima- la di 3 zione parroc- livelli chiale. e un Inoltre, il 24 centro popolo ar- profes- gentino ha sionale. caratteristi- Appena che attra- iniziato enti come l’anno sco- la comida lastico mi (cibo) e presentano la cultura al team di della danza. Il cibo tradiziona- formazione. Tutti le argentino è ereditato da un mix di mi guardano con ammirazione, come grandi gruppi etnici che hanno vissuto a dire: “Coraggio!”. Non sapevo parlare nel territorio nel corso degli anni. Pen- bene, sorridevo e basta. E quel sorriso so in particolare al mate, una sorta di era la mia lingua. Alcuni bambini ave- bevanda ufficiale in Argentina, che pro- vano paura del colore della mia pelle viene dalla cultura degli indiani Gua- ma il mio sorriso e la mia attenzione, a raní. La “yerba” di mate è una foglia poco a poco, li ha affascinati tutti. Sono che ha effetti simili al tè. Mate è una in contatto con gli studenti della nostra bevanda condivisa, che passa di mano scuola attraverso le attività extrasco- in mano, ha un significato fraterno. Il lastiche a cui partecipo il più possibile. “tomar matè” è un vero rito di amicizia, Faccio servizio nel piccolo negozio della sorprendentemente vicino ad alcune comunità durante le pause e questo è bevande locali del mio Paese, il Togo. un luogo per incontrare gli studenti e Sono entrata senza esitazione in que-
vita più sta tradizione, come segno di solidarietà e condivisione con questo popolo. Ma tutta la cu- cina è stata per me un terreno di incontro. Che gioia gustare l’asado, che è più di un piatto di carne: è un atto sociale di condivisione. Per quanto riguarda la danza, è senza dubbio il tango terreno che è stato fecondato dal che me- carisma canossiano perché le Figlie glio rap- della Carità possano vivere l’inter- presenta culturalità come ricchezza per la l’Argen- provincia, per il nostro Istituto e per tina. ogni uomo. Le sue È in mezzo a questo popolo che sono 25 origini risalgono alle danze africane del chiamata, come africana di nazionalità candombe, che è stato mescolato con la togolese, ad iniziare la mia esperienza milonga, dando un ritmo molto energico missionaria. Ho avuto inoltre l’opportu- suonato con chitarra, batteria e flauto nità di fare un’esperienza di volontaria- e danze dagli afrodiscendenti. L’Argen- to in un quartiere povero di Incarnaciòn tina ha una grande cultura di musica in Paraguay. E ho potuto sperimentare e di danza. In comunità abbiamo mo- qui – in modo del tutto speciale e inten- menti di ricreazione in cui abbiamo so – il tempo di preparazione al Capito- danzato. Sono momenti di liberazione e lo Provinciale e Generale. di gioia. Ho anche insegnato alle sorelle delle danze togolesi! Sì, ho incontrato anche difficoltà di in- tegrazione e continuo a sperimentarle. Tutto quello che possiamo fare per crea- Queste difficoltà, che sono molto più re comunione e gioia, lo stiamo facendo. inerenti alla vita umana che a fattori Mi ritrovo in questo stile di gioia ani- culturali, richiedono da parte mia una mato da musica, danza ed espressioni vita di profonda preghiera, una riconfi- di convivialità. Mi sono trovata in una gurazione interna e una profonda ma- cultura che ha somiglianze con la mia. turazione. A volte penso e mi dico che la La cultura argentina porta in sé le ra- missione è un cammino di conversione. dici dell’accoglienza, della convivenza È una grazia essere scelti dal Signore e dello sviluppo di ogni persona che vi per fare questo viaggio. entra. Per noi Canossiane questo è un di sr. Anne Ameyo Amouzou
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