INCHIESTA MONDO CANOSSIANO - Africa e America, ponti da costruire Esperienze di cammino e di servizio - Suore Canossiane

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INCHIESTA MONDO CANOSSIANO - Africa e America, ponti da costruire Esperienze di cammino e di servizio - Suore Canossiane
INCHIESTA MONDO CANOSSIANO
                          Africa e America, ponti da
                          costruire

                          REPORTAGE
                          Esperienze di cammino
                          e di servizio

                          SOCIAL FOTOGRAFICO
N° 9
SETTEMBRE/DICEMBRE 2019
                          Le parole dell’intercultura
INCHIESTA MONDO CANOSSIANO - Africa e America, ponti da costruire Esperienze di cammino e di servizio - Suore Canossiane
vita
             più
      Carissime, carissimi,                         riflessioni stimolanti, che ci portano
      siamo arrivati al terzo e ultimo              dentro al grande percorso del Capitolo
      numero di VitaPiù di questo 2019.             Generale.
      Continuiamo il nostro cammino
      all’insegna dell’interculturalità e           Africa e Americhe, dunque.
      completiamo il nostro viaggio intorno         Ricchissime le storie raccolte
      al mondo, arrivando a toccare Africa          nell’Inchiesta sul mondo canossiano.
      e Americhe. Mentre scrivo queste              Poi esperienze di cammino con i
      righe ripenso con gratitudine ai volti        giovani, di volontariato interculturale
      e alle storie che abbiamo incontrato          e intergenerazionale, il cammino di
      in questo percorso, grazie a chi si è         preparazione al Mese Missionario
      reso disponibile a condividerle – e a         Straordinario di ottobre, gli
      raccoglierle, raccontarle, tradurle – in      aggiornamenti sul Capitolo Generale,
      questa nostra rivista “di famiglia”.          le consuete rubriche.

      La famiglia canossiana è davvero              Un cammino che continua.
2     famiglia speciale: presente nei cinque
      continenti con uno stile e un carisma
      unico, ma che si incarna in contesti,
      lingue, culture, luoghi diversissimi.
      Sempre più consapevole di quanto
      questa diversità sia una ricchezza
      inestimabile. Con tutta le complessità
      e le responsabilità che questo ci
      consegna. Sfide entusiasmanti e                            Paolo Bovio

    VITA PIÙ                                        PROPRIETARIO Casa Generalizia delle
                                                    Figlie della Carità Canossiane
                                                    DIRETTORE RESPONSABILE Paolo Bovio
    N. 9 - SETTEMBRE - DICEMBRE 2019                CONCEPT E GRAFICA Studio Bertin
                                                    REDAZIONE Paolo Bovio
    Autorizzazione Trib. di Roma                    AREA COMUNICAZIONE ISTITUTO
    N. 52/87 del 6 febbraio 1987                    CANOSSIANO
                                                    Sandra Maggiolo (referente generale)
                                                    Maria Grazia Bongarzone (coordinatrice)
                                                    Paolo Bovio (responsabile operativo)

       www.canossian.org           infocanossiane

        infocanossiane             youtube
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L’AMORE E LA MISSIONE
CAMMINANO INSIEME

C
        arissimi,                            siamo comunicare con la nostra vita, che
        desidero condividere alcune ri-      nasce dell’incontro con Cristo e dal fare
        flessioni con voi che formate la     nostri i suoi sentimenti.
Famiglia Canossiana nel mondo.               Tutti abbiamo ricevuto la missione di
Il tema del Capitolo Generale, che coin-     essere nel mondo la presenza del suo
volge la nostra vita e quella della nostra   Amore che abita in noi, di far sentire
Famiglia, comincia con questa espres-        nelle nostre famiglie, nelle comunità,
sione: “Donne della Parola che ama-          ai nostri amici e a chi ci avvicina che li
no senza misura”.                            amiamo.
“Donne della Parola” è il punto di           “Che amano senza misura” è l’espres-
partenza che abbiamo scelto per fare         sione che, nei suoi scritti, Maddalena,
memoria e riflettere sul futuro della        nostra Fondatrice, ripete in mille modi
nostra Congregazione. Abbiamo sotto-         diversi e ci invita ad amare con lo stesso
lineato la “Parola” che è per tutti noi,     amore con cui il Signore ci ama. L’amo-
Religiosi e Laici, sorgente inesauribile     re non è teoria, ma vita concreta, non si
                                                                                           3
e guida della nostra vita. Ci è sembrato     capisce con le spiegazioni, ma con la te-
importante partire dalla Parola di Dio,      stimonianza.
                                             Nel mondo i nostri Ministeri sono diver-
l’unica capace di penetrare nel cuore di
                                             si, si svolgono in modi diversi, in culture
ogni essere umano, di trascendere ogni
                                             diverse, in latitudini diverse, ma una
cultura, di costruire comunione supe-
                                             realtà è la stessa: l’amore che ci deve ca-
rando differenze e divisioni.
                                             ratterizzare, dono che abbiamo ricevuto
È la Parola che unifica e ci insegna ad
                                             e dono che dobbiamo donare. L’amore
amare con il cuore di Cristo.
                                             condiviso si moltiplica e crea una nuova
È una bellissima opportunità che il Si-
                                             cultura in contrapposizione con alcuni
gnore ci offre.
                                             aspetti della cultura dominante.
Ogni giorno possiamo dire con il nostro      Ognuno di noi “è una missione da svol-
amore, che la vita non è sterile e grigia,   gere” e ricordiamo che l’amore e la
ma ha un profondo significato, aiutare       missione camminano insieme.
chi l’ha perso a riscoprirlo.
L’amore è la forza più convincente, è
compreso da tutti e genera speranza.
Questo è il messaggio più bello che pos-

                                             M. Annamaria Babbini
                                                Superiora Generale
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Indice

     PAGINE DI VITA                      PAG. 6

     “Andate in tutto il mondo”
     L’intercultura, pilastro della Chiesa

     PAG I N E D I V I TA
                  INTERCULTURALITÀ E CARISMA CANOSSIANO

                  Alle radici dell’intercultura                                         PAG. 8
                  Storia delle prime missioni in America e Africa

    I NTE RCU LTUR ALITÀ
                  Volti africani, cuori universitari                                   PAG. 12

4    INCHIESTA                     PAG. 14                              VERSO IL CAPITOLO PAG. 28
     MONDO CANOSSIANO                                                   GENERALE

     Africa e America, ponti da
     costruire                                                          L’esperienza e la
                                                                        condivisione del-
                                                                        la Commissione
                                                                        Pre-Capitolare

                                                              LETTURE                PAG. 30

                                                              Spunti online e offline
     NEWS                      PAG. 31

     Ottobre 2019                                 NEWS                            PAG. 32
     Mese Missionario
     Straordinario                                Giovani e servizio,
                                                  vita di pienezza
                                                  Un’immersione canossiana in
                                                  Papua Nuova Guinea
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vita
                                                                                                                            più

NEWS

L’incontro con i poveri ti                                                                  PAG. 34

mette in discussione”
                                                                                            PAG. 35
“Quanto vale per te una
preghiera?”

     SOCIAL FOTOGRAFICO                                                                                SOCIAL FOTOGRAFICO   PAG. 36
     Le parole dell’intercultura
     Spunti, bisbigli, tracce di cammino da tutto il mondo
     Di là dalle idee, di là da ciò che è giusto e ingiusto, c’è un luogo.
     Incontriamoci là.

                                                                                                       Le parole
     [Jalāl ad-Dīn Rūmīī]

     È tempo che i genitori insegnino presto ai giovani che
     nella diversità c’è bellezza e forza.
     [Maya Angelou]

     Tutta la varietà, tutta la delizia, tutta la bellezza della vita è
     composta d’ombra e di luce.
     [Lev Tolstoj]

                                                                                                       dell’intercultura
     Non c’è più giudeo né greco; non c’è più schiavo né libero; non c’è
     più uomo né donna, poiché tutti voi siete uno in Cristo Gesù.
     [Lettera ai Galati 3,28]

     Se vuoi andare veloce, vai da solo. Ma se vuoi
     andare lontano, vai insieme.
     [Proverbio africano[

36
     La chiave per creare comunità è l’accettazione, la celebrazione delle
     differenze individuali e culturali. È la chiave per la pace nel mondo.
     [Scott Peck]
                                                                                                  37
                                                                                                                                      5
     Ricordati sempre che sei unico. E che lo sono anche tutti
     gli altri.
     [Margaret Mead]

     Nessuna cultura può vivere se cerca
     di essere esclusiva.
     [Mahatma Gandhi]

     Non è meraviglioso? Siamo tutti fatti a immagine e
     somiglianza di Dio, e tuttavia c’è così tanta diversità
     nel Suo popolo.
     [Desmond Tutu]

     Io posso fare cose che tu non puoi, tu
     puoi fare cose che io non posso. Insie-
     me, possiamo fare grandi cose.
     [Madre Teresa]

     Il mondo è diventato troppo piccolo per qualsiasi altra cosa
     che la fratellanza
     [Arthur Powell Davies]

     Ciascuno di noi può essere ponte di incontro tra
     culture e religioni diverse, una via per riscoprire la
     nostra comune umanità.
     [Papa Francesco]

                                                                                        EVENTI
     EVENTI                                                                   PAG. 38

     CALENDARIO

     FONDAZIONE VOICA                                                             PAG. 40

     IN TOGO , GINECOLOGI E MISSIONARI

     Sgorga l’Acqua e fiorisce il futuro

     Doniamo un futuro ai
     “Bambini di Madre Griselda”
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PAGINE DI VITA

    “Andate in tutto il mondo”
    L’intercultura, pilastro della Chiesa

                                               molteplicità, che la ringiovanisce e
                                               produce continuamente nuove modalità
                                               espressive.

                                               Un testo di Paolo è lapidario: “Non
                                               c’è Giudeo né Greco; non c’è schiavo
                                               né libero; non c’è maschio e femmina,
                                               perché tutti voi siete uno in Cristo
                                               Gesù” (Gal 3,28). Ma l’unità in Cristo
                                               non annulla le differenze di genere, di
                                               stato e tanto meno di cultura: Giudei
                                               e Greci sono cristiani rimanendo
                                               Giudei e Greci. E tuttavia in Cristo
                                               non ci sono più “lontani”, “stranieri e
6                                              ospiti”, dato che tutti sono “concittadini

    “A
                ndate in tutto il mondo e      dei santi e familiari di Dio” (cfr. Ef
                proclamate il vangelo a        2,11-22). “Dio non fa preferenza di
                ogni creatura” (Mc 16,15).     persone, ma accoglie chi lo teme e
    “Verranno da oriente e da occidente,       pratica la giustizia, a qualunque
    da settentrione e da mezzogiorno           nazione appartenga” (At 10,34-35),
    e siederanno a mensa nel regno di          per cui “non si deve chiamare profano
    Dio” (Lc 13,29). Due testi, scelti         o impuro nessun uomo” (At 10,28). La
    quasi a caso, che dicono la vocazione      Chiesa dunque si proietta nel mondo
    universale, cattolica, della Chiesa di     sfondando, senza eliminarle, le barriere
    Dio. Lo Spirito Santo (At 2,1-11) farà     culturali; non impone una lingua
    udire le grandi opere di Dio in tutte le   “sacra”: le traduzioni della Bibbia
    lingue del mondo e feconderà tutte le      sono state praticate fin dall’inizio; non
    culture in maniera che ognuna di esse      impone una cultura come migliore o
    “produca” un modo di essere Chiesa         superiore alle altre: l’essenziale è la
    che risponda all’essenziale unità del      fede nel Signore risorto e nell’unitrinità
    vangelo. La Chiesa si riconosce nelle      del Dio di Gesù Cristo.
    Chiese che confessano il mistero
    pasquale. L’unità non è a scapito della    Ma le tentazioni, all’inizio come
    diversità culturale, ma anzi, come         ora, sono tenaci. Sappiamo le
    ci insegna la storia, vive di questa       difficoltà incontrate da Paolo quando
                                               cominciò a rivolgersi ai pagani di
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vita
                                                                               più

cultura ellenistico-romana. Per            Sappiamo delle rigide regole alimentari
diventare cristiani avrebbero dovuto       ebraiche, che creavano e creano una
“giudaizzarsi”? Il cosiddetto “Concilio    identità non solo religiosa, ma anche (e
di Gerusalemme” (At 15) risolse la         soprattutto) culturale. Marco (7,14-23)
questione: nella Chiesa di Cristo non      e Paolo (1Cor 10,25-26, cfr. Gal 2,11-14)
ha diritto di esistere una cultura         liberano i cristiani dai tabù alimentari,
egemone, alla quale tutte le altre         in modo che la mensa possa essere
devono uniformarsi. Nella chiesa           condivisa con tutti. L’unica limitazione
di oggi, grazie alle missioni e alla       posta è la carità: l’attenzione a non
globalizzazione, le culture si sono        scandalizzare l’altro. Il confine tra cibo
mescolate e tutte esigono pari dignità,    e persone, infatti, è assai sottile. Pietro
anzi, chiedono di arricchirsi e di         vide una grande tovaglia scendere dal
fecondarsi reciprocamente. Le scelte       cielo, piena di animali puri e impuri che
del Papa attuale nella riorganizzazione    fu invitato a mangiare. Al suo rifiuto, la
                                                                                         7
della Santa Sede lo testimoniano. Ma       voce dal cielo gli rivelò: “Ciò che Dio ha
conosciamo anche le difficoltà delle       purificato, tu non chiamarlo profano”
chiese locali e delle congregazioni        (At 10,9ss). Il giudeo Pietro subito
religiose nel riconoscere pari dignità a   dopo incontrò e battezzò il centurione
elementi di diversa cultura. E questo in   romano.
Occidente, in Oriente e in Africa.
                                           L’intercultura è componente essenziale
Spesso, agli inizi come ora, il problema   della chiesa e passa attraverso il grigio
non è teorico ma squisitamente pratico.    e banale quotidiano.
“Aumentando il numero dei discepoli,
quelli di lingua greca mormorarono
contro quelli di lingua ebraica perché,
nell’assistenza quotidiana, venivano
trascurate le loro vedove” (At 6,1).
Le grandi affermazioni dottrinali e
teoriche rischiano di frantumarsi
nella quotidianità. I piccoli gruppi,
le affinità di vita, i modi di pensare
si ghettizzano e ghettizzano, anche
inconsapevolmente. Un esempio che a
prima vista sembra banale: la mensa.
                                                           di don Valentino Cottini
INCHIESTA MONDO CANOSSIANO - Africa e America, ponti da costruire Esperienze di cammino e di servizio - Suore Canossiane
INTERCULTURALITÀ E CARISMA CANOSSIANO

    ALLE RADICI DELL’INTERCULTURA
    Storia delle prime missioni in America e Africa

    MISSIONE CANOSSIANA IN                        fondazione, purtroppo, se ne aggiunse-
    NORD AMERICA: STATI UNITI,                    ro ben presto altre. Dopo vari tentativi
    CANADA, MESSICO                               per una positiva risoluzione, i Superiori
    Negli USA, la prima presenza canossia-        richiamarono le Sorelle in Italia. Ter-
    na risale al 1886-1887, in Pennsylva-         minato l’anno scolastico le cinque mis-
    nia, a Filadelfia, sulla costa orientale.     sionarie s’imbarcarono e fecero ritorno
    La missione a favore dei cattolici italia-    a Pavia sul finire del luglio 1887.
    ni lì residenti era stata offerta a Madre
    Stella, superiora a Hong Kong da mons.        Le Canossiane ritornano nel Nord Ame-
    Raimondi. Padre Isoleri, missionario          rica nel 1961.
    a Filadelfia e parroco della parrocchia       Prima casa aperta: 17 agosto ad Al-
    italiana, tramite mons. Raimondi,             buquerque, Nuovo Messico (USA),
    prefetto Apostolico di Hong Kong, ave-        invita-           te dal parroco della
    va chiesto Canossiane per la                                     Parrocchia dell’An-
    catechesi e                                                      nunciazione, mons.
    altre opere                                                      Coggiola, per la dire-
    nella sua                                                         zione e insegnamen-
8   parrocchia. M.                                                    to nella Scuola par-
    Stella, allora                                                     rocchiale. Le prime
    in Italia alla                                                     quattro pioniere: Sr.
    ricerca di aiuti                                                    Antonietta Colom-
    economici e di                                                      bo, già missionaria
    Sorelle in vista                                                    in India, Sr. Luisa
    di fondazioni                                                        Giugni dall’Italia,
    nella Cina con-                                                      Sr. Teresa Norris
    tinentale passò                                                     da Singapore e Sr.
    la proposta a                                 Dorothy Brown dall’Inghilterra. Inse-
    Pavia, che accettò. Il giorno 27 agosto       rite dapprima nella scuola, si sono poi
    1886, partivano per quella missione           gradualmente introdotte nei diversi
    quattro Sorelle della comunità di Pavia:      ministeri della Parrocchia donando
    M. Rosa Manfredi, superiora, M. Bian-         tutte le loro energie con coraggio ed
    chi Rosa, M. Perego Elena, M. Foglia          entusiasmo. Altre Case sono state poi
    Lucia, e M. Giuseppina Testera di Hong        aperte negli Stati Uniti d’America, sia
    Kong, una delle sei pioniere del 1860.        in Albuquerque nel Nuovo Messico sia
    Si offrì ad accompagnarle don Alessan-        in California a Sacramento e a S. Fran-
    dro De Giorgi, sacerdote pronipote di         cisco.
    mons Ramazzotti. Partite da Anversa,
    al loro arrivo ricevettero una calorosa       Il 14 ottobre 1988 quattro Sorelle pro-
    accoglienza dalla popolazione. Fu loro        venienti da Hong Kong aprirono una
    affidata la scuola inglese, quella italia-    Casa in Vancouver, nella regione occi-
    na e l’orfanatrofio per figlie di italiani.   dentale del Canada. Servizio tra gli
    Alle prime difficoltà, proprie di ogni        immigrati cinesi, dedizione alle attività
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vita
                                                                                 più

pastorali della Parrocchia, e un prezio-
so servizio nell’ospedale della città.

Il 21 gennaio 1991 fu aperta una Casa
in Messico, a Chihuahua, per il servi-
zio alla Parrocchia di Nostra Signora
di Guadalupe. Nelle Delibere del 12°
Capitolo Generale si chiedeva proprio
una spinta missionaria dove maggiore
era il bisogno.

MISSIONE CANOSSIANA IN SUD
AMERICA: ARGENTINA, BRASILE,
PARAGUAY
LE CANOSSIANE IN ARGENTINA
Papa Pio XI aveva espresso a Madre
Maria Cipolla, prima Superiora Ge-
nerale dell’Istituto, il desiderio che le                                                  9
Figlie della Carità Canossiane andas-        Superate alcune difficoltà iniziali, die-
sero anche in America. Le Canossiane         dero avvio con gioia alla loro missione
arrivarono in Argentina, a La Plata,         a servizio degli ammalati, soprattutto
richieste dall’arcivescovo mons. France-     italiani.
sco Alberti e dal veronese don Lorenzo
Laiti, per la direzione dell’Ospedale ita-   LE CANOSSIANE IN BRASILE
liano “Umberto I”. Il 17 novembre 1932       La prima fondazione canossiana in
la neoeletta Superiora Generale, Madre       Brasile fu compiuta dalle Madri
Antonietta Monzoni, accompagnata da          dell’Argentina, il 14 maggio 1948 a
Madre Maria Moretti, partì da Genova         Santos, nello Stato di San Paolo. Le
diretta all’Argentina per iniziare i pre-    autorità ecclesiali, avendo conosciuto
parativi per la nuova fondazione. Il 1°      la Famiglia Monzoni, residente in San
dicembre 1932 le due Madri sbarcarono        Paolo, iniziarono i contatti con l’Istituto
a Buenos Aires. Da lì Madre Monzoni          Canossiano, con sede generale in Roma,
invitò con un telegramma le Sorelle          chiedendo l’arrivo di quelle religiose in
destinate per la fondazione della nuova      Brasile. Non passò molto tempo prima
comunità: M. Giulia Fogale, M. Angela        che questo sogno diventasse realtà,
Giovanna Bonani, M. Angelina Sironi,         poiché all’epoca la Superiora Generale
M. Maria Aberni, M. Giuditta Brambil-        era la Reverenda Antonietta Monzoni,
la, M. Rosa Volonteri, Sr. Teresa Fer-       parente della suddetta famiglia. M.
rari. Le sette pioniere, accompagnate        Giulia Fogale, poi superiora della nuo-
dalla Segretaria Generale, Madre Cle-        va comunità e Regionale dell’Argenti-
mentina Mattiuzzo, accolte a Buenos          na, e M. Eugenia Pola fecero un primo
Aires, si stabilirono presso l’ospedale.     viaggio in Brasile nel 1947 a Santos
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INTERCULTURALITÀ E CARISMA CANOSSIANO

     Alle radici dell’intercultura

     in vista della fondazione della nuova        È stato scelto il Paraguay perché uno
     opera che veniva loro proposta, “Prato       dei paesi più poveri. Sr. Lucia Rodighie-
     de sopa (cioè “piatto di zuppa”) Mons.       ro e Sr. Herminda Millacura aprirono la
     Moreira”. Finalità dell’Opera: soccorre-     nuova Comunità “Maria di Nazareth” a
     re concretamente con un piatto caldo di      Encarnacion il 2 marzo 1992, anniver-
     minestra chiunque ne avesse bisogno,         sario del battesimo di S. Maddalena. Il
     senza umiliare nessuno. Visitarono la        5 marzo il vescovo della diocesi, mons.
     modesta casa si sentirono povere tra         Jorge Livieres Banks, benedisse le So-
     quei poverissimi che stavano divorando       relle e l’inizio delle loro attività pasto-
     la grande scodella di minestra…Così          rali con speciale attenzione ai giovani e
     come uscirono “con il cuore straziato        alla promozione della donna. Il 28 ago-
     dalla gran pena” dopo la visita all’o-       sto 1992 la piccola comunità accolse con
     spedale pedriatrico chiamato “Gota de        gioia l’arrivo della terza Sorella, Maria
     leite” (“Goccia di latte”). Tornate a Bue-   Dadda. Questa missione canossiana
     nos Aires, si decisero per la partenza.      è in prima linea per l’aiuto ai poveri.
     Il 4 maggio 1948 partì per il Brasile il     Le Sorelle svolgono la loro attività so-
     primo gruppo di missionarie: M. Giulia       prattutto nelle aree dove ci sono ancor
     Fogale, M. Mariannina Sgarbossa e            oggi addensamenti di baracche fatte di
     M. Maria Bersani. Per l’erezione cano-       lamiera e stracci, prive di ogni servizio
     nica della casa fu scelto dalle Sorelle      che potrebbe dare dignità alle persone.
     un giorno significativo: il 14 maggio,
10   perché a quel tempo vi ricorreva la          MISSIONE CANOSSIANA in AFRICA
     festa della Fondatrice Maddalena di          La prima presenza canossiana nel con-
     Canossa. Il 13 giugno l’arrivo dall’Italia   tinente africano risale al 1937 - 1942 in
     di altre quattro Sorelle: Eugenia Poz-       Addis Abeba, Etiopia (allora chiamata
     zoli, Emilia Terenghi, Palmira Grassi e      anche Abissinia). Le dieci pioniere ca-
     Annadora Sironi. Ben presto all’opera        nossiane partono la sera del 23 dicem-
     di riscatto per i poveri venne aggiunta      bre 1936, accompagnate dalla Vicaria
     una scuola. Le Canossiane si dedica-         generale, M. Angela De Maria, arri-
     rono poi pure alle attività parrocchiali     vando a Addis Abeba il 5 gennaio1937.
     con lo zelo proprio della Fondatrice.        Altre Sorelle raggiunsero in seguito
     Nella foto si vede la piccola comunità       quella missione e con grande dedizione
     impegnata a essere “Serve dei poveri”,       e spirito d’iniziativa riuscirono a rea-
     servendo il piatto di zuppa. La presen-      lizzare tante opere di bene. Nel 1942,
     za delle canossiane, oggi, è molto attiva    però, a causa degli eventi della Seconda
     nelle varie Comunità dello Stato di San
     Paolo, di Rio De Janeiro, Maranhão,
     Santa Caterina e Minas Gerais.

     DALL’ARGENTINA AL PARAGUAY
     La missione canossiana in Paraguay
     è iniziata nel 1992 per desiderio della
     Madre Generale, che aveva chiesto alle
     Sorelle dell’Argentina di compiere un
     gesto missionario spingendosi verso
     un’altra Nazione dell’America Latina.
vita
                                                                                 più

Guerra Mondiale, le Sorelle dovettero        presenti e iniziare le varie attività.
lasciare la missione.
                                             Da allora, per il misterioso Piano
Nel 1956 il ritorno delle Figlie della Ca-   della Divina Provvidenza, la presenza
rità Canossiane in terra africana.           canossiana si diffuse in molti Stati afri-   11
Grazie all’invito del cardinal Laurian       cani:
Rugambwa il desiderio di Madre Giu-
seppina Bakhita diventa realtà: “Prego       1957 Repubblica Democratica del
sempre perché il Signore mandi mis-          Congo
sionari e missionarie anche nel centro       1959 Sao Tomè
dell’Africa dove stavo io”.                  1971 Uganda
Tre Canossiane, Angelina Rivetta, Giu-       1975 Malawi
seppina Grillo, Vittoria Piccolo, il 27      1988 Kenya
giugno 1956 lasciano Venezia a bordo         1993 Angola
della nave “Europa” per giungere a Mu-       1994 Togo
gana, in Tanzania. La quarta Madre,          1995 Sudan
M. Carolina Gandini, le raggiunse da         1996 Egitto
Hong Kong. Giunte a Mombasa furo-
no accolte dal Nunzio apostolico del         Solo la missione al Cairo (Egitto) si
Kenya, quindi passarono in Uganda,           è conclusa nel 2014. Negli altri Stati
finché il Vicario del Cardinale le accom-    africani continua con l’apertura di co-
pagnò a Mugana. L’abitazione, però,          munità e la fioritura di “operaie” per la
non era pronta così ripartirono per          “messe” del Regno. Tante, infatti, sono
Kashozi e restarono ospiti delle Suore       le Sorelle che, attratte dal carisma di
Bianche per circa due mesi, collabo-         Maddalena, continuano la missione ca-
rando nelle loro attività e imparando        nossiana a favore specie delle persone
lingua e costumi. Finalmente il 24           più povere e svantaggiate.
settembre 1956 poterono entrare nella
casa di Mugana tra la gioia di tutti i
                                                      di m. Pia Deromedi, archivista
INTERCULTURALITÀ E CARISMA CANOSSIANO

     Volti africani, cuori universali
     Un dialogo sul cristianesimo africano
     Intervista a mons. Sosthène Ayikuli Udjuwa, vescovo di Mahagi-Nioka (R.D. Congo)

     C
             ome il messaggio universale            su operatori pastorali che sono di queste
             del cristianesimo si incarna in        diverse culture, modellati da esse, perciò
             un contesto così ricco di cultu-       possono evangelizzarle. Nello stato attua-
     re tradizionali diverse come quello            le delle cose, sono i figli di questa terra a
     africano?                                      continuare in profondità l’immensa opera
     L’innegabile vantaggio e presupposto del       di evangelizzazione iniziata dai missio-
     cristianesimo è che il suo messaggio è         nari. La conoscenza della lingua e della
     universale. Quindi può essere incarnato        cultura consente l’opera della pastorale
     in un contesto così ricco di varie culture     nei diversi settori.
     tradizionali come il nostro. Ma per questo     Esiste il rischio di una pastorale mis-
     occorre giustamente che queste diverse         sionaria troppo “occidentalizzata”?
     culture tradizionali si aprano all’univer-     Come superarlo?
     sale, si aprano al messaggio del cristia-      Il rischio di una pastorale occidentalizza-
     nesimo. Le nostre culture tradizionali in      ta è sempre presente, perché è la strada
     generale hanno effettivamente accolto il       più facile, la strada del “si è sempre fatto
     Vangelo attraverso l’annuncio, la predi-       così”. Quindi la legge del minimo sforzo
     cazione, la catechesi, anche se è venuto       consiste nel gloriarsi di camminare sicu-
     con “conchiglie” occidentali. È vero che       ri sul sentiero già tracciato. È possibile
12
     ciascuna delle nostre culture è stata          superare tale pastorale ed è necessario
     evangelizzata, ma non totalmente, per-         superarla. I primi missionari, anche se
     ché ci sono ancora sacche di resistenza.       hanno portato la loro pastorale, hanno
     Tuttavia, molti elementi culturali contra-     dovuto inventare metodi pastorali adatti
     ri alla fede sono cambiati, al punto che       al luogo e al tempo. Ma oggi le cose sono
     ogni cultura è in grado oggi di balbettare     molto cambiate. Perciò è necessario guar-
     la sua fede negli elementi della propria       dare alla nostra società di oggi, cogliere
     cultura, incluso il linguaggio.                le sfide attuali, saper discernere, allo
     Cosa significa concretamente fare              scopo di mettere in atto una pastorale
     pastorale in un territorio caratteriz-         adeguata che affronti o accolga questa o
     zato dalla presenza di tante lingue            quella sfida. Non è possibile affrontarle
     diverse?                                       tutte. È in questo senso che, ad esempio,
     Nella mia diocesi ci sono almeno otto          nel Piano Pastorale Strategico Quinquen-
     tribù, ognuna con la sua propria lingua        nale 2017-2021, la nostra visione è che
     diversa dall’altra, con poche eccezioni        entro il 2021, la diocesi di Mahagi-Nioka,
     dovute alla vicinanza delle stesse radici      annunciando in profondità il Vangelo, si
     linguistiche. Chiaramente: otto tribù e        impegni a consolidare la sua vocazione di
     otto lingue. È evidente che la pastorale       una Chiesa-Famiglia di Dio nelle fami-
     in un simile contesto non è affatto facile.    glie e nelle Comunità Ecclesiali Viventi
     Ciò che i missionari hanno fatto fin dall’i-   (CEV), ponga Cristo, unico Salvatore, al
     nizio è d’imparare queste lingue e ciò ha      centro della sua vita, operi per radicare il
     consentito loro di entrare nella cultura.      Regno di Dio e investa nella promozione
     Infatti sono riusciti a portare il Vangelo,    di ogni uomo e di tutto l’uomo.
     il messaggio cristiano e a farlo penetrare     L’esperienza del cristianesimo afri-
     in tutte queste culture. Oggi contiamo         cano per come è vissuto nella sua
vita
                                                                                   più

diocesi cosa può insegnare alla Chie-          la diocesi di Mahagi-Nioka, la cui guida
sa universale?                                 pastorale mi è stata affidata. Questa
Parlare del cristianesimo africano signi-      Chiesa particolare, forse, non ha ancora
fica dire, tra l’altro, che “L’ecclesiologia   molto da dare alla Chiesa universale per
                                                                                             13
della Chiesa d’Africa renderebbe i pastori     quanto riguarda l’esperienza del cristia-
e i fedeli consapevoli che l’evangelizza-      nesimo vissuta nella mia diocesi. Ciò
zione deve avere come obiettivo quello di      per diversi motivi, a cominciare dal fatto
radicare il messaggio della salvezza nella     che è una Chiesa giovane (cento anni di
vita e nella storia del nostro continente      evangelizzazione), inoltre per il ritardo
in modo da promuovere, in parole e ope-        nell’africanizzazione del cristianesimo,
re, il cristianesimo africano” (CENCO, La      la poca chiarezza nell’impegno di vivere
missione evangelizzatrice della Chiesa in      un cristianesimo africano. Ma non si può
Africa oggi. Sfide e prospettive, Nathana-     negare l’evidenza che ogni figlio e figlia
el Yaovi SOEDE, Teologia ed evangelizza-       di questa diocesi, “impastato” nella sua
zione in Africa: Costruire il cristianesimo    cultura, cerca di lasciarsi trasformare
africano, in Colloquio Internazionale del      dal Vangelo, senza per questo lasciare di
50 ° anniversario del decreto Ad Gentes        essere africano. In ogni modo, modesta-
del Concilio Vaticano II e del 40 ° anni-      mente posso dire che la nostra Chiesa
versario dell’esortazione apostolica Evan-     può trasmettere il vigore e la giovinezza
gelii Nutiandi, p. 429) e “in modo che         del suo ardore per costruire il non-anco-
Cristo, nelle membra del suo Corpo, sia        ra, il nuovo, che si esprimerà nel proprio
Africano” (Discorso di Giovanni Paolo II       linguaggio, o per meglio dire, corrispon-
ai Vescovi del Kenya, Nairobi 1980).           derà adeguatamente alla sua maniera di
Se tale deve essere il cristianesimo afri-     manifestare l’unica fede e di celebrarla in
cano, bisogna dire che, pur essendo un         modo originale, nella propria lingua, con
ideale, tale cristianesimo è ancora agli       il suo stile, il suo temperamento, il suo
inizi e la strada da percorrere è ancora       genio, la sua cultura.
lunga. In ogni caso, la Chiesa d’Africa è
impegnata in questo cammino, compresa
INCHIESTA
     MONDO CANOSSIANO

14
vita
                                                                                 più

INTRODUZIONE ALL’INCHIESTA

“C
           aminante, no hay camino:          che attraversa tutto il lungo continente
           se hace camino al andar”,         americano ed è il prisma attraverso
           scriveva il grande poeta          cui osservarne tensioni, movimenti,
spagnolo Machado. E – cammina,               desideri, ferite e risorse, come nella
cammina – anche il percorso compiuto         ricchissima riflessione offertaci da
con VitaPiù quest’anno è arrivato,           madre Lisa Doti. Interculturalità che
passo dopo passo, alla meta. Arrivando       è viaggio, condivisione, incontro e
a toccare, numero dopo numero, tutti         scoperta, come raccontano il gruppo
i continenti. Con questa terza uscita        intergenerazionale del volontariato
del 2019 completiamo il nostro giro          canossiano dall’Argentina al Paraguay
intorno al mondo, con Africa e Americhe      e i tre amici italiani che da anni
protagoniste. In questa “Inchiesta           viaggiano tra Asia e Africa, guidati
sul mondo canossiano” conosceremo            dallo stupore, alla ricerca di storie di
i mille volti che l’interculturalità         coraggio e generosità da raccontare nei
assume in questi continenti che la           loro stupendi documentari.
dimensione culturale l’hanno inscritta
profondamente nel proprio DNA.               Sì, il percorso di VitaPiù di quest’anno
                                             è stato un viaggio emozionante e lungo,      15
Interculturalità che – in puro               sia in distanza sia in profondità: ci
stile canossiano – non resta un              ha portati in giro per il mondo, ma
concetto astratto, ma si incarna nel         soprattutto ci ha portato a toccare –
quotidiano, si esperisce nel servizio        nei volti, nelle mani, nelle storie, nei
ai poveri e con i giovani, si vive nella     pensieri, nelle differenze – quell’arteria
condivisione, nella fatica e nella festa.    fondamentale del cuore canossiano che
Interculturalità che viene vissuta           si chiama interculturalità.
soprattutto nella dimensione della
missione. Lo raccontano le esperienze
incrociate di madre Lucia Antonio,
canossiana brasiliana in missione in
Angola-Sao Tomè, e di madre Anne
Ameyo Amouzou, sorella di origine
togolese missionaria ad Gentes in
terra argentina. Ponti tra le sponde                                   di Paolo Bovio
dell’Oceano Atlantico. Interculturalità

  BRASILE / ANGOLA / SÃO TOMÉ E PRÍNCIPE PAG 16     TANZANIA PAG 19

       NORD AMERICA PAG 20              ARGENTINA / PARAGUAY PAG 22

                         TOGO / ARGENTINA PAG 23
INCHIESTA
     MONDO CANOSSIANO

     Dal Brasile all’Angola e São Tomé-Principe
     Madre Lucia e l’esperienza di missione interculturale

     L
            a novità di Dio arriva nella no-    Santa Maddalena di Canossa: “Si trat-
            stra vita con sorprese che vivia-   ta di animare ogni azione e operazione
            mo e dove sperimentiamo come        con lo Spirito di Gesù Cristo, Spirito di
     la sua grande bontà e la sua tenerezza     Carità, di dolcezza, di mansuetudine,
     abbraccia ogni creatura. Con una di-       di umiltà, di zelo e di fortezza, Spirito
     stanza di 7.546 km tra i due paesi,        amabilissimo, generosissimo e pazien-
     vado in un luogo                                               tissimo” (Prefazione
     sconosciuto, ma                                                 Regola Diffusa). Con
     già amato dal                                                   questo impulso cari-
     momento in cui                                                  smatico, lo scopo del
     ho ricevuto – io,                                               cammino formativo
     canossiana brasi-                                               ha raggiunto il suo
     liana della provin-                                             obiettivo nelle fonti
     cia Nossa Senhora                                               del carisma, nell’e-
     Aparecida-Brasile                                               sperienza fraterna in
     – la chiamata a                                                 comunità che passa
     vivere con le mie                                               attraverso la vita di
16   sorelle in Angola                                               ciascuna, e insieme
     per alcuni mesi                                                 alimentiamo la no-
     - Luanda e São                                                  stra identità carisma-
     Tomé-Principe.                                                  tica alla luce della
     Un cammino di                                                   Parola di Dio. L’in-
     fede e di amore                                                 contro con la cultura
     per condividere ciò che abbiamo di più     dell’altro ci fa scoprire il seme della
     prezioso per la nostra vocazione, la       Parola nascosto in ogni gesto di bontà,
     nostra spiritualità e il nostro
     carisma di carità. La condivi-
     sione della vita così com’è mi
     ha permesso di essere una co-
     munità di sorelle. Come Gesù
     ha detto ai suoi discepoli:
     “Voi siete tutti fratelli”. Insie-
     me abbiamo cercato di vivere
     la fraternità, il rispetto e
     qualcosa che è comune a tutti
     noi come figlie della carità, la
     gioia di appartenere a Cristo,
     casto, povero e obbediente.
     Mettendo l’accento su ciò che
     ci dice la nostra Fondatrice,

      BRASILE / ANGOLA / SÃO TOMÉ E PRÍNCIPE
vita
                                                                                 più

solidarietà, giustizia e pace.                i nostri sandali dai nostri pregiudizi,
L’invito di Dio che ci fa oggi di allargare   preconcetti, e intolleranza è l’atteggia-
lo spazio della nostra tenda per acco-        mento migliore per avvicinarsi, perché
gliere l’incontro con il diverso ci apre      ogni cultura porta con sé il vecchio e
ben oltre di ciò che è nostro, ciò che già    il nuovo e ci pone in una situazione di
conosciamo e vi-                                                       ascolto, accetta-
viamo, e ci lan-                                                       zione e rispetto
cia nel nuovo.                                                         per ciò che è
Questo nuovo                                                           diverso, che è
significa guar-                                                        una ricchezza
dare alla realtà,                                                      da scoprire.
guardare a se                                                          Ogni incontro
stessi, guardare                                                       con le giovani,
a Dio, guardare                                                        la visita alle
al fratello e alla                                                     famiglie, l’ac-
sorella, guarda-                                                       coglienza di un
re alla nostra                                                         bambino, gli in-
consacrazione                                                          contri formativi    17
come unità di                                                          con le sorelle
vita intercon-                                                         mi ha permesso
nessa con tutti                                                        di allargare la
i valori presenti                                                      mia tenda, di
in tutte le cul-                                                       approfondire e
ture, per dare                                                         consolidare la
il meglio di noi                                                       mia vocazione
stessi, per dare                                                       di consacrata
il meglio del                                                          canossiana. Dio
nostro essere,                                                         si è reso pre-
della nostra                                                           sente con la sua
conoscenza,                                                            bontà e il suo
dei nostri doni,                                                       amore in questo
concepiti nella preghiera, nella contem-      forte momento di formazione, vivendo
plazione, nel silenzio interiore, nell’e-     insieme e condividendo fraternamente
sperienza di Dio, nel discernimento.          ciò che Dio stesso ha realizzato in ognu-
Allora i nostri fratelli e sorelle trovano    no di noi, e ciò che siamo chiamati a
in noi la spalla amichevole e accoglien-      venire ad essere, con la sua grazia e be-
te di Dio Padre della tenerezza. È come       nevolenza. Grazie per questa esperien-
la richiesta di Dio a Mosè: “Togliti i        za di fede e di comunione con le Sorelle
sandali dai piedi, perché il luogo dove       e il popolo della Delegazione di Angola/
sei è terra santa” (Esodo 3,5). Togliere      Luanda e di São Tomé-Principe.

                                                        di sr. Lucia Teresinha Antonio
INCHIESTA
     MONDO CANOSSIANO

     Tre amici e un incontro che cambia lo sguardo
     Dall’America all’Africa, telecamera in spalla, in viaggio verso i più poveri

     C
             i sono nella vita di ognuno di noi,   ziani bisognosi, portatori di handicap,
             esperienze indelebili, che possono    vagabondi, senza tetto, tossicodipen-
             cambiare il modo in cui ci approc-    denti, maltrattati, malati di HIV/AIDS
     ciamo alla realtà. Esperienze che van-        e persone in difficoltà. Al nord della
     no percorse con il cuore, con la mente        Thailandia abbiamo incontrato il mis-
     aperta, con la fede. Queste esperienze,       sionario cattolico Don Bruno Soppelsa,
     hanno sancito una svolta nella nostra         nostro Sacerdote diocesano “Fidei do-
     vita. Mi chiamo Andrea Raveane e              num”, che con amore e dedizione opera
     sono un volontario, donatore di sangue.       quotidianamente verso i più poveri
     Assieme a due amici, Paolo Capraro e
     Marco Recalchi di professione regista,
     da circa una decina d’anni, una volta
     all’anno scegliamo una meta precisa
     in giro per il mondo, cercando di dare
     una mano ai meno fortunati. Abbiamo
     viaggiato per tanti contenenti, cercando
     di promuovere la donazione del sangue
     gratuita e soprattutto la solidarietà.
     Grazie a questi viaggi sono stati realiz-
18   zati dei documentari che testimoniano
     la dura realtà di questi continenti po-
     veri e l’aiuto concreto che ognuno di noi
     può o potrebbe fare per i più deboli.
     Il nostro ricordo va alla prima di queste
     esperienze, in Bolivia assieme al nostro
     amico missionario camilliano, Padre Al-       In Kenya con il vescovo Mons. Virgilio
     fredo Rizzi. Qui fino a poco tempo fa il      Pante, un energico missionario origina-
     sangue si pagava: i più poveri che non        rio di Lamon (Belluno), che ha costru-
     potevano permetterselo morivano. Ab-          ito nella savana l’ospedale di Wamba,
     biamo incontrato nelle varie parrocchie       strumento di convivenza pacifica creato
     boliviane la gente comune, abbiamo            e voluto proprio da lui e gestito diretta-
     spiegato che donare sangue è un gesto         mente dalla sua diocesi, dove tutti sono
     d’amore e che fa bene. Abbiamo visto          ricevuti.
     nascere la prima associazione di do-          A Chennai, sud dell’India siamo stati
     natori volontari di sangue, che donano        ospitati presso il “Pope John’s Garden”:
     gratuitamente. Grazie poi alle associa-       un dispensario per i lebbrosi gestito
     zioni del dono della Regione del Veneto       dall’ordine salesiano di Don Bosco. Of-
     sono stati aperti due centri trasfusiona-     fre amorevolmente cure ed istruzione
     li: oggi finalmente il sangue è donato.       a persone affette da HIV/AIDS, che vi-
     Dalla Bolivia alla Thailandia. Qui ab-        vono sotto la soglia della povertà e che
     biamo fatto la conoscenza del dott. Am-       spesso sono respinti dalle scuole pubbli-
     porn dell’Associazione Fordec. Organiz-       che per paura del contagio.
     zazione umanitaria dedicata ad aiutare        Tutti e tre siamo stati colpiti dall’alle-
     i bambini, i giovani, le famiglie e gli an-   gria, dal sorriso e dall’accoglienza di
vita
                                                                                più

questi splendidi popoli, in particolare      mente un dono del Signore. Marco, il
dalla dignità di queste persone ma-          nostro amico regista, sta realizzando
late di lebbra, che con grande forza         anche per questa esperienza in Tanza-
e costanza vivono una vita serena, e         nia un documentario che a breve sarà
da tutti quei bambini e ragazzi affetti      presentato e utilizzato per una raccolta
da AIDS/HIV che quotidianamente si           fondi per l’ospedale.
impegnano nello studio per crearsi un        Queste esperienze di vita ci hanno per-
futuro migliore. Un’esperienza che ci        messo giorno dopo giorno di vedere che
ha permesso di apprezzare il grande          quel seme che è gettato in ogni uomo
valore della vita.                           inizia a germogliare: siamo riusciti ad
Infine nel maggio di quest’anno siamo        entrare in quel contesto, a rimanerci
stati in Tanzania, presso l’ospedale di      per quel periodo di tempo, ad esserne
Mugana (Bukoba), vicino al lago Vitto-       parte attiva, a cercare, come una goccia
ria, gestito dalle suore canossiane. Suor    nell’oceano, di dare il nostro piccolo
Mariangela Massenti è un’attivissima         contributo di bene e di amore. Dalle
suora canossiana in missione in Africa       persone che abbiamo incontrato possia-
da quasi 30 anni, che per il bene della      mo imparare a vivere in maniera più
sua gente vuole potenziare l’ospedale        essenziale e fraterna. Tutto si è svolto
e la scuola infermieri annessa all’ospe-     con molta naturalezza, come fossimo a
dale stesso. Le suore ci hanno ospitato      casa nostra, con persone che ci hanno       19
e abbiamo potuto vedere con quanto           fatto sentire a nostro agio fin dal primo

amore e dedizione si dedicano al popolo      giorno, quasi fossimo amici, anzi fra-
africano. Emozionante l’aver assistito       telli da sempre. Non importa il colore
a due parti cesarei. Il vedere nascere la    della pelle, importa l’amore e il potersi
vita e il poter poi tenere tra le braccia    aiutare. L’amore è gioia, è condivisione.
queste piccole creature è stato sicura-

                                            di Andrea Ravane, con Paolo Capraro e
 TANZANIA
                                                                   Marco Recalchi
INCHIESTA
     MONDO CANOSSIANO

     Costruire ponti in un’America che cambia
     “Accompagniamo a superare i muri della paura, nel nome del Vangelo”

     S
           entieri e Ponti. L’America ne ha      creare portando al sospetto e alla paura
           tanti. I ponti collegano punti di     del diverso, o del possibile cambiamento
           terraferma, collegando città. L’A-    che culture diverse potrebbero portare.
     merica ha anche i suoi muri. L’idea di      Noi Canossiane siamo chiamate ad
     erigere muri lungo i nostri confini di      aiutare coloro che serviamo a trovare il
     fronte all’onda recente di immigrazioni     coraggio di superare i muri della paura
     è il punto focale di tante discussioni.     nel nome di Gesù. Nell’episodio dell’in-
     Eppure, migrazioni e rifugiati non          contro della Samaritana con Gesù tro-
     sono un fenomeno nuovo, in America:         viamo il modello di come l’inculturazio-
     anzi, questo Paese ha costruito se stes-    ne può aiutare ad abbattere i muri e a
     so sull’immigrazione da altri Paesi. A      costruire ponti. La Samaritana rappre-
     parte i nativi americani (562 diverse       senta ciascuno di noi. Generalmente,
     tribù) che già vivevano nel continente,     in America, le persone di varie etnie e
     i primi ad arrivare dall’Inghilterra nel    provenienze sociali sono abituate ad in-
                                                 teragire fra di loro ogni giorno. Ma alla
                                                 fine della giornata torniamo al nostro
                                                 ambiente di famiglia dove i valori ven-
                                                 gono rinforzati. Questa è la multicultu-
                                                 ralità: persone che vivono nella stessa
20                                               comunità, ma senza pretendere di im-
                                                 parare un’altra lingua o capire i valori
                                                 degli altri. La Samaritana ha capito
                                                 a questo livello il suo interagire con
                                                 Gesù. Invece Gesù sceglie di rischiare,
                                                 nell’entrare in Samaria, in un’altra cul-
     Nuovo Mondo negli anni del 1600 furo-       tura. È disposto a distruggere il muro
     no coloro che fuggivano da persecuzioni     dell’esclusione sociale pur di realizza-
     di religione. Da allora, tantissime per-    re un incontro personale. Così Gesù
     sone sono arrivate negli Stati Uniti in     porta alla conversione del cuore una
     cerca di libertà di culto, di lavoro e di   persona che, a sua volta, porterà altri
     opportunità per realizzare i loro sogni.    alla fede. Anche noi dobbiamo trovare
     Questo miscuglio è la vera forza della      nuove modalità, non solo per entrare da
     nazione. Con la costante aggiunta di        missionari in territori che non ci sono
     culture e tradizioni nel tessuto del ter-   familiari, ma anche per essere disposti
     reno culturale ciascuna persona viene       a staccarci da alcuni nostri modi di fare
     arricchita, se non pienamente cambiata      muri, per costruire ponti di fiducia fra
     dagli altri. Un modello di intercultu-      la Chiesa e i trascurati, fra gente di
     ralità. Sappiamo per esperienza come        diverse culture e lingue. Per poter ab-
     nazione quale ricchezza abbiamo nella       battere questi muri dobbiamo chiederci
     nostra diversità; conosciamo pure la        continuamente: siamo disposti a fare il
     difficoltà che queste diversità possono     passo successivo – come ha fatto Gesù

      NORD AMERICA
vita
                                                                                più

–, renderci vulnerabili e rischiare il       parrocchia della Cattedrale è al di là
rifiuto per portare il Vangelo dove è più    della strada dove si trova la capitale
necessario? Come e cosa stiamo già fa-       dello stato. Davanti alla chiesa passano
cendo per realizzare la nostra chiamata      persone in eleganti abiti di ufficio così
a costruire ponti?                           come altre che si portano dietro tutte
La nostra Provincia di Cristo Re si          le loro cose su dei carretti. Aumentano
estende su tre grandi nazioni: Cana-         i poveri e i senzatetto. Si devono moti-
da, Stati Uniti e Messico. Tutte le no-      vare i laici ad agire, come frutto della
stre comunità - Vancouver, Canada;           formazione e preghiera.
Chihuahua, Messico; Albuquerque,             In Messico, le nostre Sorelle coordinano
Nuovo Messico, USA; San Francisco,           le attività di una scuola primaria e di
California, USA e Sacramento, Cali-          un centro per la formazione umana ed
fornia, USA – incontrano le sfide degli      educativa di adulti e bambini. Molte
immigrati di oggi e della realtà multi-      persone con cui hanno a che fare sono
culturale. In tutte le nostre comunità       i cosiddetti “nuovi poveri”: le Sorelle
ci sono Sorelle che lavorano nelle loro      lavorano nel tentativo di aiutarle a ri-
parrocchie come catechiste, coordina-        trovare autonomia.
trici della preparazione ai sacramenti       In tutte le nostre attività apostoliche
e della formazione dei laici, programmi      cerchiamo di incoraggiare le persone ad
per giovani. Altre portano la comunione      usare i loro doni e talenti per diventare
agli ammalati nelle loro case o negli        messaggeri della grazia di Dio, e per        21
ospedali, altre ancora accompagnano          far conoscere di più Gesù perché venga
gli studenti. Tutte sono coinvolte nella     amato di più. Le Sorelle stesse sono
preparazione dei laici per il servizio       un miscuglio di culture dentro queste
alla comunità parrocchiale. Il crescente     varie realtà umane: siamo americane,
flusso di arrivo di gente di diverse cul-    indiane, italiane, filippine, cinesi, gia-
ture ci ha sfidate ad essere costruttrici    maicane, inglesi ed eurasiane. Nella sfi-
di ponti fra le famiglie già stabilite e     da di andare oltre la multiculturalità e
quelle nuove.                                verso l’interculturalità, abbiamo dovuto
A Vancouver le nostre Sorelle servono        cambiare la nostra cultura di convento
la popolazione di lingua inglese e cine-     con l’arrivo di ciascun nuovo membro in
se nella stessa parrocchia, con gruppi       comunità, con i suoi punti forti e deboli.
separati di formazione per soddisfare        Come Gesù, dobbiamo inoltrarci di più
meglio i loro bisogni. Ma si sente il de-    in territorio straniero: il territorio del
siderio di trovare modi perché i gruppi      cuore. Costruendo ponti di comprensio-
si incontrino e così risvegliare nei loro    ne nelle nostre comunità, offriamo un
membri una nuova apertura che li aiuti       esempio di vita armoniosa pur nella di-
a riconoscere gli uni negli altri fratelli   versità a coloro che avviciniamo. Spesso
e sorelle che sono membri della stessa       questo ci richiede di lasciar da parte
Chiesa.                                      le nostre preferenze per far posto ad
C’è anche la sfida di costruire ponti        un’altra, per farla sentire a casa. È così
fra ricchi e poveri. A Sacramento, la        che cominciamo a costruire ponti.

                                                                       di m. Lisa Doti
INCHIESTA
     MONDO CANOSSIANO

     Osare abbracciare la vita
     Storia di una missione interculturale e intergenerazionale, dall’Argentina al Paraguay

     D
             al 29 luglio al 3 agosto abbiamo      anche la comunitá di Kuñatai Roga.
             vissuto un’esperienza di volonta-     Quest’anno sono 40 le giovani che la-
             riato nella città di Encarnación,     vorano e studiano per avere un futuro
     Paraguay. Ci siamo trovati da diverse         migliore, accompagnate da tre Madri
     città dell’Argentina, con diverse età,        Canossiane, lontane dal rischio della
     professioni, in famiglia o con amici e        tratta di persone e della droga. Sui pas-
     abbbiamo osato abbracciare la vita:           si di Maddalena.
     quella dei nostri fratelli piú bisognosi      Carina Fernández alla sua prima espe-
     e insieme alla comunità Maddalena di          rienza racconta: “Ancora non riesco a
     Canossa e Kuñatai Roga, abbiamo fatto         trovare le parole giuste per descrivere
     sí che loro abbracciassero la nostra.         quello che ho vissuto. Voglio sottoli-
     Un’esperienza di fraternità intercul-         neare la grande opera delle Sorelle
     turale e intergenerazionale, che ha           Canossiane che insieme alla comunità
     coinvolto ben 63 persone, tra i 4 e i 78      ci hanno dato il benvenuto. Nel corso
     anni di età. Una ricchezza che eviden-        dell’esperienza mi sono chiesta: perché
     zia la vitalità e la forza del                              sono qua? Con il passare
     nostro carisma, che nasce                                   dei giorni l’ho compreso:
     nell’allegria per il sì alla                                ero lí per ricevere. Dai piú
     vita che comincia, che ci                                   piccoli ho ricevuto amore
22   chiama e che ci riunisce                                    e allegria nella loro piú
     per riceverla, proteggerla                                  grande espressione, ho
     e promuoverla, nelle no-                                    imparato con loro giochi
     stre comunità presenti in                                   nuovi e ho ricordato alcuni
     terra paraguaiana da 25                                     della mia infanzia e ho
     anni e in ogni volontario                                   compreso che attraverso i
     e di quelli che a distanza                                  giochi, le risate innocenti
     lo sono stati con donazio-                                  per una caduta, l’abbraccio
     ni, affetto e preghiera. Karina Galo,         e l’allegria di un gol possiamo costruire
     docente della città di La Plata, ci dice:     un mondo migliore, siamo ponti. Nel
     “Questo è la mia terza esperienza di          riflesso del sorriso di ogni bambino ho
     volontariato, che insieme a mio marito        incontrato Gesú”.
     e ai miei due figli condividiamo con le       Ringrazio il Signore per tutto il bene,
     madri e la gente di Encarnación. An-          l’amore, e la speranza che mi ha fatto
     cora una volta ho ritrovato Gesú nei          sperimentare in questi giorni e per il
     piccoli. Durante questi giorni ognuno         dono di molti amici che hanno cammi-
     di noi mette i suoi doni al servizio degli    nato insieme a me: quelli del Rione,
     altri e nessun aiuto è piccolo: giocare       dell’ambulatorio, della casa del giova-
     con i bambini, visitare le famiglie e         ne, delle parrocchie e che vorrei riab-
     ascoltare le loro storie, riparare le case,   bracciare tutti, col cuore.
     fa sí che la vita nel rione periferico Sa-
     cra Famiglia sia un po’ piú felice”. Con
     il gruppo dei volontari abbiamo visitato

      ARGENTINA / PARAGUAY
                                                              di sr. Mariángeles Rodríguez
vita
                                                                                  più

Tra le sponde dell’Atlantico, a passo di danza
Madre Anne dal Togo all’Argentina

L’
         Argentina ti abbraccia. La sua         è iniziata la mia vita missionaria senza
         straordinaria ricchezza cultura-       alcuna grandezza o particolarità. Non
         le, frutto dell’incontro tra le cul-   sapevo parlare spagnolo, quindi ero
ture indigene ed europee. L’ospitalità.         molto legata al poco italiano che cono-
La cordialità. La vivacità spirituale. La       scevo. Ma questo non è stato un blocco
vibrante devozione alla Vergine Maria,          per me o per le mie sorelle e le persone
in particolare alle tradizioni della Vir-       che ho incontrato. Tutti quelli che ho
gen de Lujan nel centro del Paese e la          incontrato hanno espresso una profon-
Virgen de Itati nel nord.                       da gioia di avere una sorella africana in
Mi chiamo Anne Ameyo Amouzou, sono              Argentina. Abbiamo parlato la lingua di
una canossiana togolese e quest’anno            persone che si amano e vogliono capirsi.
ho vissuto in Argentina un’esperienza           Non so bene quale sia la particolarità
missionaria interculturale che mi
ha portato per sei mesi a La Plata.
La storia ha fatto degli argentini
un popolo accogliente. Qui lo stra-
niero è a casa, condivide la vita in
modo semplice e ordinario con gli
altri. Quando sono arrivata nella                                                           23
mia nuova missione il 31 gennaio,
sono rimasta fortemente impres-
sionata dall’accoglienza che ho
ricevuto. È stato un forte momento
di scambio di emozioni. Sono arri-
vata durante il periodo di forma-
zione dei superiori della provincia
e l’incontro del gruppo della pasto-
rale giovanile. Una tale quantità
di persone, razza, colore e certa-
mente pratiche diverse dalle mie.
Mi sentivo come se fossi caduta
dalla culla della mia amata Africa
e recuperata nel cuore dell’Ameri-
ca Latina, nella culla dell’Argen-
tina. Ho sentito un forte desiderio
di appartenere a questa gente e di
servirli senza pensare a cosa po-
trebbe significare per me in termi-
ni di carattere e adattamento. Così

 TOGO / ARGENTINA
INCHIESTA
     MONDO CANOSSIANO

     Tra le sponde dell’Atlantico, a passo di danza

     della mia vita e della mia vocazione,        frequento un corso di spagnolo. Con
     ma so che razza, cultura e lingua non        i bambini piccoli si impara molto e si
     mi impediscono di mettermi al servizio       impara bene. Il giovedì pomeriggio gui-
     dei miei fratelli e sorelle. So anche che    diamo un momento di preghiera con i
     nel profondo del mio cuore risuona forte     bambini della scuola primaria. Questo
     la parola di Gesù al giovane ricco: “Vai,    momento di adorazione è preceduto da
     vendi tutto quello che hai, poi vieni e      uno spuntino durante il quale trovo
     seguimi”. Per me, la missione è un ab-       l’opportunità di stare con i bambini e
     bandono nelle mani del Signore che a         conoscerli. Il sabato pomeriggio vado
     sua volta ci fa partecipare alla sua ope-    all’apostolato in una cappella in costru-
     ra di salvezza insieme ai nostri fratelli    zione. Una delle sorelle ed io stiamo
     e sorelle.                                   accompagnando un           gruppo per
     Sono in una comunità che ha l’educa-                                    prepararli
     zione come missione con                                                  all’impegno
     una scuo-                                                                nell’anima-
     la di 3                                                                   zione parroc-
     livelli                                                                   chiale.
     e un                                                                       Inoltre, il
24   centro                                                                     popolo ar-
     profes-                                                                     gentino ha
     sionale.                                                                     caratteristi-
     Appena                                                                       che attra-
     iniziato                                                                      enti come
     l’anno sco-                                                                   la comida
     lastico mi                                                                     (cibo) e
     presentano                                                                  la cultura
     al team di                                             della danza. Il cibo tradiziona-
     formazione.                         Tutti    le argentino è ereditato da un mix di
     mi guardano con ammirazione, come            grandi gruppi etnici che hanno vissuto
     a dire: “Coraggio!”. Non sapevo parlare      nel territorio nel corso degli anni. Pen-
     bene, sorridevo e basta. E quel sorriso      so in particolare al mate, una sorta di
     era la mia lingua. Alcuni bambini ave-       bevanda ufficiale in Argentina, che pro-
     vano paura del colore della mia pelle        viene dalla cultura degli indiani Gua-
     ma il mio sorriso e la mia attenzione, a     raní. La “yerba” di mate è una foglia
     poco a poco, li ha affascinati tutti. Sono   che ha effetti simili al tè. Mate è una
     in contatto con gli studenti della nostra    bevanda condivisa, che passa di mano
     scuola attraverso le attività extrasco-      in mano, ha un significato fraterno. Il
     lastiche a cui partecipo il più possibile.   “tomar matè” è un vero rito di amicizia,
     Faccio servizio nel piccolo negozio della    sorprendentemente vicino ad alcune
     comunità durante le pause e questo è         bevande locali del mio Paese, il Togo.
     un luogo per incontrare gli studenti e       Sono entrata senza esitazione in que-
vita
                                                                                più

sta tradizione, come segno di
solidarietà e condivisione con
questo popolo. Ma tutta la cu-
cina è stata per me un terreno
di incontro. Che gioia gustare
l’asado, che è più di un piatto
di carne: è un atto sociale di
condivisione.

Per quanto riguarda la danza,
è senza
dubbio
il tango                                        terreno che è stato fecondato dal
che me-                                         carisma canossiano perché le Figlie
glio rap-                                       della Carità possano vivere l’inter-
presenta                                        culturalità come ricchezza per la
l’Argen-                                        provincia, per il nostro Istituto e per
tina.                                           ogni uomo.
Le sue                                          È in mezzo a questo popolo che sono       25
origini risalgono alle danze africane del   chiamata, come africana di nazionalità
candombe, che è stato mescolato con la      togolese, ad iniziare la mia esperienza
milonga, dando un ritmo molto energico      missionaria. Ho avuto inoltre l’opportu-
suonato con chitarra, batteria e flauto     nità di fare un’esperienza di volontaria-
e danze dagli afrodiscendenti. L’Argen-     to in un quartiere povero di Incarnaciòn
tina ha una grande cultura di musica        in Paraguay. E ho potuto sperimentare
e di danza. In comunità abbiamo mo-         qui – in modo del tutto speciale e inten-
menti di ricreazione in cui abbiamo         so – il tempo di preparazione al Capito-
danzato. Sono momenti di liberazione e      lo Provinciale e Generale.
di gioia. Ho anche insegnato alle sorelle
delle danze togolesi!                       Sì, ho incontrato anche difficoltà di in-
                                            tegrazione e continuo a sperimentarle.
Tutto quello che possiamo fare per crea-    Queste difficoltà, che sono molto più
re comunione e gioia, lo stiamo facendo.    inerenti alla vita umana che a fattori
Mi ritrovo in questo stile di gioia ani-    culturali, richiedono da parte mia una
mato da musica, danza ed espressioni        vita di profonda preghiera, una riconfi-
di convivialità. Mi sono trovata in una     gurazione interna e una profonda ma-
cultura che ha somiglianze con la mia.      turazione. A volte penso e mi dico che la
La cultura argentina porta in sé le ra-     missione è un cammino di conversione.
dici dell’accoglienza, della convivenza     È una grazia essere scelti dal Signore
e dello sviluppo di ogni persona che vi     per fare questo viaggio.
entra. Per noi Canossiane questo è un
                                                      di sr. Anne Ameyo Amouzou
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