Percorso tematico - Minori.it
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Centro nazionale di Centro di documentazione Istituto degli Innocenti documentazione e per l’infanzia e Firenze analisi per l’infanzia e l’adolescenza l’adolescenza Regione Toscana Percorso tematico Il diritto al gioco di tutti i bambini: un percorso di lettura e filmografico Supplemento della rivista Rassegna bibliografica infanzia e adolescenza ISSN 1723-2600 NUOVA SERIE n. 4 - 2017 Istituto degli Innocenti Firenze
Direttore responsabile Aldo Fortunati Coordinatore Comitato di redazione Antonella Schena Comitato di redazione Adriana Ciampa, Alfredo Ferrante, Alessandro Salvi In copertina La mia famiglia (particolare) di Elena Cavallini (Pinacoteca internazionale dell’età evolutiva Aldo Cibaldi del Comune di Rezzato – www.pinac.it) Periodico trimestrale registrato presso il Tribunale di Firenze con n. 4963 del 15/05/2000 pubblicato online nel mese di settembre 2018 Istituto degli Innocenti Piazza SS. Annunziata, 12 - 50122 Firenze tel. 055/2037343 – fax 055/2037344 email: biblioteca@istitutodeglinnocenti.it www.minori.gov.it www.minoritoscana.it www.istitutodeglinnocenti.it
Percorso di lettura Attorno al diritto al gioco Gianfranco Staccioli Università degli studi di Firenze, Segretario nazionale dei CEMEA 1. L’esercizio di un diritto durante l’infanzia? Per rispondere a questa domanda abbiamo provato a sviluppare questo L’esercizio del gioco è un’attività umana percorso di lettura attorno al diritto al gioco, insostituibile e inalienabile. La crescita umana partendo dalle situazioni nelle quali il gioco (e non solo quella) di ogni piccolo può viene considerato come parte integrante della avvenire solo se egli ha modo di esercitarsi vita del bambino. Questi luoghi (le “oasi con il gioco. Giocare, per quanto questa protette”, come i nidi, i centri per bambini e attività possa essere limitata o repressa, famiglie o altre tipologie di iniziative per rappresenta una forma vitale e, come tale, non l’infanzia) rappresentano – tenendo conto del si può far scomparire. Per secoli limitazioni e nostro contesto sociale complesso e poco divieti laici o religiosi, hanno cercato di porre ludico – delle “riserve”, delle “zone aperte” un freno al gioco (dei bambini o degli adulti). dentro le quali la protezione del gioco viene Al massimo hanno potuto regolamentarlo, ma affermata e praticata (vedi par. 2). Appena mai eliminarlo del tutto. Oggi fa sorridere il però si passa a osservare il gioco nelle pensiero che Sant’Agostino avesse scritto nelle istituzioni scolastiche, si vede come questo sue Confessioni che «il gioco è il male diritto si affievolisca, fino quasi a scomparire. dell’infanzia» o quello dei legislatori La scuola non è nata per far giocare i bambini: trecenteschi che potevano scegliere, fra pena il gioco a scuola viene messo sotto tutela (par. pecuniaria, frustate o carcere per quelle 3). persone che avessero infranto le regole Fuori dalle istituzioni educative il gioco imposte al giocare. assume caratteri diversi: da una parte viene Nella nostra cultura il gioco viene esercitato e confinato in luoghi protetti o preconfezionati, riconosciuto come uno strumento dall’altra lo si utilizza in maniera pervasiva, indispensabile per una crescita sana e grazie al suo carattere divertente e spensierato armoniosa. Ma fra avere la possibilità di (gamification). Alcune iniziative hanno praticare una cosa ed esercitarne il diritto, c’è cercato o cercano ancora di contrastare questa un po’ di differenza. Non a caso il tendenza, ma si tratta di tentativi minoritari, riconoscimento del diritto al gioco è una anche se lodevoli e interessanti (par. 4). Per conquista relativamente recente. Esso è stato contro, l’idea di un diritto al gioco come diritto riconosciuto almeno un secolo dopo la inalienabile e spendibile secondo le scelte cosiddetta “scoperta dell’infanzia”. Oggi il personali può produrre risvolti inquietanti (par. riferimento più saldo relativo al diritto del 5). Quando il diritto soggettivo si accompagna bambino al gioco («e alle attività ricreative alla perdita del limite, si altera l’idea stessa di proprie per la sua età») si rifà alla gioco: si entra nel campo delle ludopatie. Ci Convenzione internazionale sui diritti sono poi delle “alterazioni” di diritto che non dell’infanzia, che è stata recepita dal governo attengono alla responsabilità della persona, ma italiano nel 1991. sono frutto di una distorta lettura del fenomeno Da allora sono passati una trentina di anni e ci del gioco (par. 6) o risultano come chiediamo: ma il diritto al gioco oggi viene conseguenza di una condizione psicofisica che solo garantito o viene veramente esercitato ne limita l’esercizio (par. 7). Percorrere le Supplemento alla Rassegna bibliografica 4/2017 1
Percorso di lettura strade del gioco e dell’esercizio del suo diritto sull’argomento. Ne sono esempi il cestino dei ci offre anche l’occasione di rivedere gli sforzi tesori e il gioco euristico, che si basano fatti, a livello nazionale e internazionale, per proprio su una relazione attiva del bambino definire e affermare questo diritto (par. 8), ci con oggetti e manufatti, su una relazione consente di segnalare alcuni testi di adulto/bambino rispettosa e delicata, su una riferimento relativi alle varie tematiche predisposizione di un contesto che passa dalla presentate e di indicare anche quei testi che, in organizzazione dei tempi e degli spazi, sulla chiave pedagogica, hanno lasciato un segno valorizzazione delle scoperte autonome dei attorno al valore formativo del gioco per i piccoli. bambini e non solo. Un largo spazio ludico viene lasciato ai Questo percorso, nel porre in luce alcuni dei bambini già prima dei 2 anni perché variegati aspetti di un fenomeno che sviluppino forme di gioco immaginativo e comunemente (e impropriamente) chiamiamo rielaborativo, attività che nei nidi hanno gioco, ci mostra come la strada per un assunto diverse terminologie: gioco simbolico, riconoscimento del gioco a tutto tondo sia già di finzione, di imitazione, drammatico o altro. stata in parte percorsa, ma che c’è ancora In tutti i casi viene valorizzato il contesto molto da camminare per garantire ai bambini il (spazi, tempi, materiali) e viene evitata una loro riconosciuto diritto al gioco. presenza invasiva delle educatrici. Gli spazi per il gioco simbolico strutturato vengono generalmente definiti angoli e sono presenti 2. Le oasi protette anche nelle istituzioni dedicate ai bambini 3/6 La cura dei bambini piccoli e la necessità di anni (angolo della casa, angolo del teatro, consentire loro benessere e ludicità è, nel angolo dei travestimenti, angolo della nostro Paese, di fatto acquisita. E lo è fino dal cucina…). Accanto al gioco simbolico sono momento della nascita e, per certi aspetti, comunemente previsti giochi di costruzione e ancor prima della nascita stessa. Studi e di assemblaggio con materiali strutturati o di proposte educative si sono sviluppate sia uso comune, sempre con una presenza non relativamente all’importanza di una nascita invasiva degli adulti. Altri spazi ludici, dove senza violenza (parto nell’acqua, parto però la presenza dell’adulto è più forte, sono cantato…), sia all’attenzione per i primi mesi generalmente denominati con il termine di vita del piccolo (coccole ludiche, massaggio laboratorio (di attività grafiche, musicali, infantile…), sia ai momenti ludici ancor prima scientifiche, o altro). della nascita (voce materna, musica prima di L’esperienza educativa dei nidi si basa su un nascere…). Fra le varie istituzioni educative principio fondante: i bambini crescono meglio che si occupano dell’infanzia, il nido è se si trovano in un contesto accogliente e sicuramente il luogo nel quale il diritto al stimolante. In questo modo possono recuperare gioco viene più riconosciuto e applicato. deficit relazionali, cognitivi, affettivi che Nei nidi, oltre alla presenza di oggetti pensati l’ambiente familiare e sociale possono aver per il gioco dei piccoli, oltre al lavoro di adulti prodotto. Il nido viene così pensato come accoglienti e accompagnanti, vi sono pratiche un’oasi protetta, per salvaguardare il diritto a di gioco che hanno confermato le potenzialità una crescita ludica di tutti, genitori compresi. delle attività ludiche che richiedono Accanto alle proposte dei nidi sono nate in percezione, manipolazione, intuizione, questi anni numerose iniziative che si previsione. Lo sviluppo dell’intelligenza rivolgono a bambini e genitori, nelle quali il corporea viene sostenuto dalle esperienze di gioco rappresenta il fulcro attorno al quale tante educatrici e da una letteratura assai vasta ruotano le tematiche classiche relative alla relazione adulto/bambino e a quelle dei Supplemento alla Rassegna bibliografica 4/2017 2
Percorso di lettura bambini fra di loro. Con terminologie diverse dei bambini in famiglia, il diritto al gioco (centri bambini e famiglie, spazio genitori, viene esercitato e potenziato, pur nella ludoteche…) sono sorti luoghi dove, attraverso limitatezza dei tempi e delle proposte. la sensibilizzazione degli adulti che hanno cura Box 1 Le cure ludiche Leboyer, F., Per una nascita senza violenza: il parto dal punto di vista del bambino, Feltrinelli, Bompiani, Milano, 1993. McClure, V., Massaggio al bambino messaggio d’amore, Bonomi, Pavia, 2001. Schmid, V., Venire al mondo e dare alla luce: percorsi di vita attraverso la nascita, Feltrinelli, Milano, 2005. Giocare in autonomia Bujon, S., Einfalt, L., Educare i bambini e gli adolescenti all’autonomia, Red, Como, 2018. Goldshmied, E., Jackson, S., Persone da zero a tre anni, Junior, Bergamo, 1994. Ritscher, P., Cosa faremo da piccoli? Verso un’intercultura fra adulti e bambini, Junior, Bergamo 2000. I luoghi protetti Galardini, A.L. (a cura di), Crescere al nido, Carocci, Roma 2003. Farné, R. (a cura di), Le case dei giochi: ludoteca, ludobus e processi formativi, Guerini, Milano, 1999. Mantovani, S. (a cura di), Bambini ed adulti insieme, Junior, Bergamo, 1999. Il gioco simbolico Baumgartner, E., Il gioco dei bambini, Carocci, Roma, 2010. Bondioli, A., Gioco e educazione, Franco Angeli, Milano, 1996. Mazzeschi, C., E tu giochi? La valutazione del gioco simbolico in età evolutiva: l'Affect in Play Scale, Franco Angeli, Milano, 2016. Supplemento alla Rassegna bibliografica 4/2017 3
Percorso di lettura 3. Il gioco sotto tutela gioco didattico e l’educazione fisica. I giochi didattici ci sono sempre stati, anche là dove La scuola non è nata per far giocare i bambini. c’era obbligo e severità nell’insegnare i Il suo compito è stato sempre quello di rudimenti della lingua e del calcolo. Dagli insegnare ai piccoli a leggere, a scrivere e a far antichi greci al Medioevo potremmo trarre di conto. Con un’aggiunta trasversale diversi esempi. Attorno all’anno mille si era dell’educazione religiosa, divenuta poi con il (relativamente) diffuso il Gioco dei filosofi (la tempo, morale, civica, di cittadinanza. Si può Rithmomachia) che, attraverso una battaglia capire perciò come si possa parlare di gioco stile gioco degli scacchi, consentiva di nella scuola solo a partire dal Quattrocento, imparare velocemente le “progressioni” che è stata l’epoca del risveglio culturale e dell’aritmetica di Boezio. Oggi i giochi della diffusione delle istituzioni private didattici sono così diffusi che è quasi difficile dedicate all’insegnamento scolastico. La più distinguerli dall’insegnamento tout court. La nota è sicuramente quella frequentata dai figli didattica ludiforme è presente in tutti i livelli dei Gonzaga a Mantova e diretta da Vittorino scolastici. da Feltre. I giochi erano presenti e inseriti nel Accanto al gioco didattico sono presenti da curricolo scolastico, perché i bambini sempre i giochi corporei. Nelle scuole potessero imparare «lieti, giocondi e sani». quattrocentesche i giochi fisici prevedevano L’attenzione era, in quella scuola, dedicata l’equitazione, il nuoto, la scherma e altre soprattutto ai giochi corporei, di tipo sportivo: discipline che avevano lo scopo di «rinforzare palla, corsa, salto, disco e altri giochi motori il corpo, per rinforzare lo spirito». Oggi che avrebbero contribuito a rinforzare il corpo l’educazione fisica nelle scuole primarie (ex e a formare un buon cittadino. educazione motoria) risente ancora della Neppure le prime scuole per i bambini piccoli, tradizione ginnica ottocentesca e i giochi sono le sale di custodia nate alla fine del Settecento, principalmente quelli di competizione fra possono essere considerate culle del gioco. La individui o fra squadre. loro funzione era quella di assistere i bambini, evitando le punizioni corporali che da sempre Un outdoor nelle scuole (inteso come uso degli accompagnavano l’insegnamento a tutti i spazi aperti) stenta ancora a farsi avanti. Il livelli e in certi casi dar loro da mangiare. gioco a scuola vive ancora di condiscendenza Bisognerà attendere molto, prima che la prima (il gioco non si può vietare del tutto) e di scuola assuma come punto di riferimento il abbandono (lasciando che i bambini siano gioco. Gli Orientamenti per la scuola materna “liberi” di giocare). Una fiducia pedagogica italiana sono del 1969 e saranno i primi a nel valore del gioco (Staccioli, 2011, p. 21, dedicare un intero capitolo al gioco, perché il box 5) è ancora molto lontana da essere una gioco «costituisce il motivo e l’esperienza di convinzione diffusa. Il gioco a scuola resta fondo di tutta la vita che si svolge nella scuola sotto tutela, guardato a vista e utilizzato materna». Anche nelle Indicazioni nazionali (perché comunque è più divertente di altre successive si accennerà al gioco con i bambini, proposte didattiche) per quegli insegnamenti ma con minore attenzione e importanza. che la società ritiene debbano essere assegnati Nelle scuole il gioco è stato incanalato e messo al compito di maestri e professori. sotto tutela attraverso due diverse strade: il Supplemento alla Rassegna bibliografica 4/2017 4
Percorso di lettura Box 2 Il gioco e la scuola Cambi, F., Staccioli, G. (a cura di), Il gioco in Occidente: storia, teorie, pratiche, Armando, Roma, 2007. Nesti, R., Frontiere attuali del gioco: per una lettura pedagogica, Unicopli, Milano, 2012. Rovatti, P.A., Zoletto, D., La scuola dei giochi, Bompiani, Milano, 2005. Il gioco didattico Airaudo, L., Volpi, A., La scienza in gioco: attività manuali per l’apprendimento tecnico- scientifico, Carocci, Roma, 2006. Quaglia, R., Prino, L.E., Sclavo, E. (a cura di), Il gioco nella didattica: un approccio ludico per la scuola dell’infanzia e primaria, Erikson, Trento, 2009. Staccioli, G., Scuola divertente, Giunti, Firenze, 2018. I giochi corporei Di Donato, M., Storia dell’educazione fisica e sportiva: indirizzi fondamentali, Studium, Roma, 1984. Gamelli, I., Pedagogia del corpo, Meltemi, Roma, 2001. Mariani, A. (a cura di), La corporeità: il contributo delle scienze umane, ETS, Pisa, 2011. Outdoor scolastico A corpo libero: sport, animazione e gioco, Milano, Mondadori, 2010. Chistolini, S., Pedagogia della natura: pensiero e azione nell'educazione della scuola contemporanea: Asilo nel bosco, Jardim Escola João de Deus, Outdoor education, Franco Angeli, Milano, 2016. Farné, R., Agostini, F. (a cura di), Outdoor Education: l’educazione sicura all’aperto, Junior- Spaggiari, 2014. 4. Outdoor ludico giocare per strada, imparare a tener conto dei pericoli, esplorare e progettare in contatto con La maggior parte dei bambini dell’Occidente contemporaneo vive in agglomerati urbani. Le l’ambiente. La città si è configurata come una dimensione funzionale, concentrata, loro modalità ludiche sono cambiate anche spazialmente racchiusa in zone franche, rispetto alle esperienze infantili dei loro familiari. Il gioco urbanizzato offre forme specializzate e settoriali. In questi luoghi il diritto al gioco può essere esercitato, ma in particolari di movimento, di incontro, di forma ridotta e fortemente regolamentata. limitazioni e di divieti. I bambini di oggi non possono quasi più uscire di casa da soli, Supplemento alla Rassegna bibliografica 4/2017 5
Percorso di lettura La città è il luogo delle zone ludiche protette (i (pedibus scolastici, natura trekking…), ai giardini pubblici) o vietate (le strade) o centri per la cultura per il gioco. fortemente limitate (gli spazi condominiali) o Si è anche sviluppata l’idea che una città degli ambienti dove il gioco viene consentito sostenibile – in analogia con il Rapporto che la in ambienti preconfezionati (ludoteche e Commissione mondiale per l’ambiente e simili). Nello stesso tempo si va diffondendo sviluppo dell’ONU ha indicato nel 1972 in vari settori della società, e (Dichiarazione di Stoccolma) – non solo non conseguentemente nel quotidiano ludico di sia in contrasto con lo sviluppo economico, ma adulti e bambini, una modalità “divertente” che lo avvantaggi. Questa visione favorirebbe che considera il gioco in maniera superficiale il gioco dei bambini e il contatto di tutti trasformando le città in moderni luna park (adulti, anziani, piccoli, persone con tecnologicamente avanzati, oppure difficoltà…) anche con l’ambiente naturale utilizzandolo – in settori anche distanti dalle che viene oggi percepito, nell’immaginario pratiche ludiche – secondo una pratica che è collettivo, o come un luogo idilliaco o come stata chiamata gamification. La gamification è una fonte di pericoli e minacce. L’Outdoor uno strumento estremamente efficace che, Education ha cercato di introdurre un rapporto sotto la forma delle pratiche ludiche, è in diverso fra infanzia e ambiente naturale, fra grado di veicolare messaggi di vario tipo e in insegnamento scolastico, pensato per una modo da raggiungere specifici obiettivi, istruzione racchiusa dentro le mura di una personali, economici o di impresa. classe, e un apprendimento che si dovrebbe In tempi recenti la pianificazione e le modalità sviluppare nel rapporto con ciò che sta fuori. di sviluppo delle città hanno preso in Giocare outdoor ha trovato sensibilità e considerazione l’importanza del gioco negli occasioni diverse: si va dal chiudere il traffico agglomerati urbani, specialmente delle in una determinata strada un certo giorno periferie che hanno avuto uno sviluppo dell’anno, alla costruzione di regolamenti urbanistico sregolato negli anni Sessanta- condominiali che accolgano il gioco nei cortili, Ottanta del secolo scorso. L’esigenza di all’uso degli ambienti esterni delle scuole fuori rendere più umani gli spazi cittadini, fruibili a dagli orari scolastici, alle città ludiche, alla tutti, anche ai bambini, ha trovato proposte, realizzazione di campi gioco o di zone progetti, soluzioni diversificate. In questa protette. Anche nella scuola – pur con molti direzione sono fiorite iniziative e movimenti limiti – sono stati avviati progetti che come quelli legati al giocomobile o alle prevedono attività di gioco autonomo in spazi ludoteche (ALI, ASSOLUDO, GioNa…), alle aperti. “città dei bambini”, agli itinerari protetti Supplemento alla Rassegna bibliografica 4/2017 6
Percorso di lettura Box 3 Le ludoteche e i ludobus Acerbi, A., Martein, D., Il gioco è di più: ludoteche e centri per il gioco e l’aggregazione, Junior, Bergamo, 2005. Farné, R. (a cura di), Le case dei giochi: ludoteca, ludobus e processi formativi, Guerini Studio, Milano, 1999. Mori, A., In giro giocando: ludobus, animazione e territorio, La meridiana, Molfetta (Bari), 2002. I giochi in spazi urbani Bottari, A., Games and Co. Giochi e giocosilumazioni nella pianificazione urbanistica e progettazione: tecniche per la didattica e la ricerca, CELID, Torino, 1977. Pizzi, P., Giochi di città: manuale per imparare a vivere in una comunità equa e sostenibile, La meridiana, Molfetta (Bari), 2004. Taylor, J.L., I giochi di simulazione nell’organizzazione del territorio, Franco Angeli, Milano, 1976. Le città in gioco Fratoddi, M., Trabona, R., 100 strade per giocare: un manuale per riprendersi la città, CUEN Ecologia, Ercolano, 1977. Novara, D., Passerini, E., La strada dei bambini: 100 giochi di strada, Edizioni Gruppo Abele, Torino, 1999. Tonucci, F., La città dei bambini: un modo nuovo di pensare la città, Zeroseiup, Bergamo, 2015. 5. Giocare oltre i limiti di una persona. Essa può avvalersene, ma non può limitare i diritti di altri. Il diritto al gioco, se considerato come assoluto, può produrre dei risvolti inquietanti. Il diritto soggettivo applicato al gioco si lega Nella percezione comune avere un diritto alla perdita del limite, nei bambini o negli significa spesso poter essere liberi di adulti, che scelgono di seguire una determinata esercitarlo secondo il proprio volere. Eppure il attività ludica. Questa perdita può avvenire per termine diritto nasce come entità associata tre diversi motivi: il carattere del gioco, all’idea di limite. Il diritto è quella disciplina l’influenza del contesto sociale, la personalità che regola le norme di una convivenza civile dell’individuo. Tutti i giochi contengono, in in un determinato contesto storico. Esiste misura diversa, l’idea di limite. Può essere un ovviamente anche il diritto soggettivo, che limite spaziale, temporale, di abilità, di viene attribuito a ciascun individuo che conquista… Ogni società determina il valore o appartiene a una determinata comunità, ed il disvalore di certi limiti ludici: nella storia «esso può avvalersene senza alcun controllo dell’umanità, ogni popolo ha dato importanza esterno». Il diritto soggettivo costituisce il a determinati tipi di gioco, rispetto ad altri. Il fondamento giuridico della libertà e del potere giocatore, da parte sua, è coinvolto nel gioco in rapporto alle sue aspirazioni ed esigenze. Supplemento alla Rassegna bibliografica 4/2017 7
Percorso di lettura Ma, se è vero che è l’individuo a determinare i agli altri. Vale la pena ricordare che l’Unesco perimetri del proprio diritto al gioco, è nella Carta dei diritti del bambino ha scritto altrettanto vero che il tipo di gioco che sceglie che ogni persona dovrebbe avere «il diritto di e le spinte che provengono dal “terreno non essere un campione» (art. 11). culturale” (vicino o statuale) possono favorire I videogiochi (con computer, cellulare o altro) o meno il grado del proprio impegno. e anche i giochi di ruolo non si sottraggono Se non si considerano tutti e tre questi alla deriva individualista. Chi vi si abbandona elementi assieme (persona, gioco, contesto) rischia di smarrire il senso di realtà, rischia di non si capisce perché esistano e si sviluppino confondere il ruolo nel gioco (con le sue in tempi diversi giochi estremi, situazioni potenzialità illimitate), con quello che può ludiche al limite, deviazioni persistenti che accadere nella vita quotidiana. La passione per oggi vengono definite con il termine ludopatie i videogiochi attraversa tutte le età e riempie (le persone ritenute in DGA, disturbo da gioco molto del tempo quotidiano dei bambini e d’azzardo – giocatori e familiari –, sono circa degli adolescenti. Esistono molte tipologie di nove milioni in Italia). Il fenomeno riguarda videogiochi, ma tutti stimolano il superamento sia gli hobby, sia i giochi propriamente detti, di limiti (livelli) che diventano sempre più sia gli sport. Tutte e tre queste tipologie hanno complessi e articolati. confini indefiniti, anche se nel linguaggio I giochi che sono oggi enormemente diffusi e comune vengono considerate tre attività sotto la lente di osservazione sono i giochi di distinte. scommessa e di azzardo (gambling), i newslot, Negli sport estremi il giocatore è solo. Solo di le scommesse virtuali, le videolotterie (VTL) fronte al suo desiderio di andare oltre ogni Non c’è edicola che non ne contenga una gran limite: «L’esagerazione è il suo obiettivo. La varietà. Giochi come Gratta e Vinci, La morte il suo imprevisto» (Climati, 2005, p. 23, fortezza ricca, Golden Eggs, Il miliardo, Il box 4). Egli considera suo “diritto” il porsi alla villaggio degli Elfi, Prendi tutto e tanti altri, prova fino a un limite imprecisato, comunque consentono di giocare sotto la protezione massimo e superiore a quello di altri. Bungee benevola del contesto immediato e dello Stato jumping, base jumping, dry tooling, kite surf, che recupera ingenti somme di denaro (più di rafting, stunt, wrestling, sono alcuni dei tanti cento miliardi di incassi nel 2017, con introiti nomi di queste attività ludiche, che sono gioco fiscali di oltre dieci miliardi). a tutti gli effetti per i giovani che li praticano. La loro terminologia inglese ci indirizza verso una cultura che privilegia l’individualismo e il bisogno di essere superiori (supereroi) rispetto Supplemento alla Rassegna bibliografica 4/2017 8
Percorso di lettura Box 4 I giochi estremi Bencivenga, E., Giocare per forza: critica alla società del divertimento, Mondadori, Milano, 2001. Benelli, C., Vedova, E., Giochi e scommesse tra diritto comunitario e diritto amministrativo nazionale, Giuffrè. Milano, 2016. Climati, C., I giochi estremi dei giovani, Paoline, Milano, 2005. Le ludopatie Buzzi, A., Il gioco come droga, Sovera edizioni, Milano, 2013. Iurilli, C., Giochi e scommesse: la ludopatia: il contratto, le tutele, la responsabilità sociale, RES, Pontedera, 2016. Pracucci, C., All in: il gioco d’azzardo patologico, Alimat edizioni, Cesena, 2010. Giochi virtuali Bittanti, M. (a cura di), Per una cultura dei videogames, Unicopli, Milano, 2004. Giuliano, L., Areni, A., La maschera e il volto: il mondo virtuale e sociale dei giocatori di ruolo, Proxima, Roma, 1992. Viola, F., Gamification: i videogiochi nella vita quotidiana, Viola editore, Roma, 2011. Giocare a scommettere Franchina, F., I segreti del Gratta e Vinci, Youcanprint-self publishing, 2013. Forleo, C., Mignesco, G., Lose for Life: come salvare un Paese in overdose da gioco d’azzardo, Altraeconomia, Milano, 2017. Zavattiero, C., Lo Stato bisca Gratta e Vinci: la nazione è malata di gioco: il ruolo della politica e della malavita in un mercato che non conosce crisi, Ponte alle Grazie - Salani editore, Milano, 2010. 6. Il diritto di essere diversi grandi esercitavano la loro autorità insegnando ai più piccoli e – anche se talvolta abusavano Affermare il diritto al gioco non può limitarsi a del loro potere – subivano il controllo del dare spazi e tempi perché un bambino possa gruppo e, come gli altri, dovevano accettare le giocare. Giocare significa la possibilità di regole del gioco. L’educazione sperimentare le proprie capacità, quelle di istituzionalizzata ha separato nettamente i confrontarsi con altri, quelle di mettere in luce grandi dai piccoli, le femmine dai maschi e li punti bui o luminosi del proprio essere, quelle ha separati in classi distinte. I più grandi di imparare a gestire autonomia e giudizio. giocano con i grandi, i più piccoli hanno tempi Nella tradizione ludica dei ragazzi, il gruppo di e spazi a loro riservati. Solo in tempi recenti, gioco era un fondamentale e potente maestro con le classi miste, la mixité si è fatta strada, di vita. I gruppi erano generalmente piccoli, eterogenei per età e anche per sesso. I più Supplemento alla Rassegna bibliografica 4/2017 9
Percorso di lettura anche se i sessi rimangono distinti in certi tipi che competere, deriva dal latino con-petere, di gioco. fare, andare, dirigersi assieme, significa usarsi l’un l’altro per capire dove stanno i pregi e i Questa separazione è figlia di un pensiero che limiti personali. Per conoscersi occorre deriva da una certa immagine del gioco e delle confrontarsi, ma con lo spirito dell’ultimo sue finalità. Poiché i giochi sono soprattutto giocatore di Go, il quale, essendo stato momenti di competizione, appare corretto che sconfitto in una partita dopo giorni e giorni di si confrontino fra loro quei giocatori che lotta contro l’anziano avversario, si alzò, poi si hanno una stessa forza e una pari competenza. inchino all’avversario e disse: «Grazie di aver Così i piccoli giocano con i piccoli, le giocato con me». Senza l’avversario non femmine fanno squadra con altre ragazze, i avrebbe potuto sperimentare ciò che sapeva o maschi fanno altrettanto e i diversamente abili non sapeva fare. Era un avversario alleato, possono avere anche loro una squadra e perché serviva a lui per meglio comprendere le magari un campionato e una olimpiade a essi proprie capacità e le proprie debolezze. riservata. Il modello è apparentemente democratico: per garantire una maggiore Divisione per competenze e competizione uguaglianza e chance di vittoria, occorre che i escludente sono due derive del gioco. E sono contendenti, alla partenza, siano il più anche i due modelli che conducono a possibile di pari peso. Non si gioca a calcio considerare tutti i giochi infantili come con una squadra che ha sin dall’inizio una preparatori agli sport. Un errore di ottica che disparità numerica dei giocatori, così come si ha ragioni sul piano del costume e prevede lo stesso numero di giocatori in tutti i dell’economia, ma che non ha validità giochi a squadra che vengono oggi praticati. In scientifica. La prasseologia motoria ha questo modo si escludono automaticamente mostrato da tempo che la differenza fra un anche tutti quei giochi che presentano gioco di regole infantile e uno sport sta nella caratteristiche “diverse” da quelle socialmente rigidità delle regole e nella estromissione dei riconosciute (giochi dissimmetrici, giochi giocatori dalla possibilità di variarle e paradossali, giochi a doppio contratto modellarle secondo le proprie esigenze. I ludico…). giochi dell’infanzia consentono ai giocatori di essere proprietari delle regole; quelle dello Questa distinzione è frutto di un errore che sport sono di proprietà delle federazioni o dei accomuna molti: nel gioco è indispensabile club che le definiscono in funzione degli vincere su qualcuno. Non si può certo negare spettatori e secondo categorie di livello di che il gioco sia confronto, che sia anche abilità. I diversi possono sentirsi uguali, ma scontro fra persone o gruppi, ma l’idea di un solo con altri diversi uguali a loro. Il diritto a gioco esclusivamente competitivo ed essere diversi dovrebbe contenere anche il escludente (per chi perde) è frutto di una diritto a poter giocare con altri “diversi”. Ma inespressa adesione a un modello sociale questo non ci è dato, in un contesto che economico – e non solo – competitivo, considera il gioco esclusivamente come lotta modello che caratterizza la società del nostro tesa alla vittoria e alla sconfitta di qualcun tempo. Non che le gare ludiche non ci siano altro. mai state. Il gioco possiede anche una indubbia componente competitiva, ma occorre ricordare Supplemento alla Rassegna bibliografica 4/2017 10
Percorso di lettura Box 5 I giochi di tradizione Associazione giochi antichi, Giochi tradizionali d'Italia, Ediciclo, Verona, 2015. Lavaroni, D., Sciarrini, D., Dizionario dei giochi popolari in Friuli, Kappa Vu, Udine, 1999. Turano, P., Enciclopedia dei giochi tradizionali, Jonia, Cosenza, 2004. Diversità ludiche Loos, S., La valigia dei giochi, Junior, Bergamo, 2007. Relazioni in gioco: trentatré giochi della tradizione internazionale, Kaleidos, Faenza, 2013. Unicef, Giochi del mondo la loro storia: come costruirli, come giocarli, Unicef, Roma, 1983 Scienza dell’azione motoria Ferretti F., Educazione in gioco: giochi tradizionali, sport e valori educativi alla luce di una nuova scienza: la prasseologia motoria, Casagrande, Bellinzona, 2016. Parlebas, P., Giochi e sport: corpo, comunicazione e creatività ludica, Il capitello, Torino, 1997. Staccioli, G., Il gioco e il giocare: elementi di didattica ludica, Carocci, Roma, 2011. 7. Il diritto degli esclusi ghettizzazione del gioco restituendo alle attività ludiche la loro funzione di crescita e di Tra le “situazioni” di limitazione o privazione conoscenza delle risorse personali e dei propri del diritto al gioco, sulle quali anche i limiti, oltre che di divertimento con o senza i documenti ufficiali che saranno indicati nel pari. prossimo paragrafo ribadiscono la necessità di una riflessione, troviamo quella dei bambini Un esempio interessante è fornito dai parchi con disabilità. Preme qui evidenziare che i inclusivi. Al momento in Italia sono 50 i diversi contesti considerati non sono utilizzati luoghi in cui tutti i bambini possono giocare con funzione di etichetta e non possono essere insieme, in assenza di barriere architettoniche. rappresentativi delle storie di ogni singola Tutto è pensato (percorsi sensoriali, spazi per persona, ma utili in un quadro d’insieme, l’orticoltura, scivoli) per permettere ai bambini spunto per ulteriori approfondimenti. con le loro diverse abilità e disabilità di giocare insieme ai propri familiari e agli altri I bambini con disabilità corrono il rischio di bambini. essere identificati con la loro disabilità. È invece necessario riconoscere la dignità e il Anche i bambini ospedalizzati sono stati diritto all’autodeterminazione della persona, in equiparati per molto tempo alla loro malattia. un processo di inclusione che vede il diritto al Il gioco è stato inizialmente introdotto nelle gioco e il valore di quest’ultimo come cliniche per l’infanzia soprattutto con valore elementi fondamentali. Ci sono luoghi e ricreativo. Col tempo ha iniziato a essere visto associazioni che cercano di evitare la come portatore di un valore educativo più Supplemento alla Rassegna bibliografica 4/2017 11
Percorso di lettura ampio. Inizialmente il gioco è stato inserito penitenziari con misure cautelari attenuate, con l’implementazione di spazi dedicati e all’interno dei quali la polizia penitenziaria in curati nei primi programmi chiamati Child life, borghese e altre figure con funzione educativa poi si è arrivati fino a un primo Hospital possono garantire un ambiente maggiormente PlayScheme che è stato aperto a Londra nel protetto rispetto a quello del carcere. Oltre agli 1963 da David Harris e Susan Harvey, una ICAM dovrebbero esserci le case famiglia consulente di Save the Children, riconosciuta protette, cioè strutture esterne di tipo familiare come colei che ha introdotto l’utilizzo del comunitario destinate all’espiazione sia di gioco in ospedale con valore educativo e misure cautelari che alternative, destinate a terapeutico. Il bambino in ospedale torna coloro che non hanno possibilità di espiare la gradualmente ad assumere un ruolo attivo. Il propria condanna presso la propria casa. A gioco diviene un elemento di normalità giugno 2017 erano 30 i bambini presenti all’interno di una condizione che ha portato il all’interno delle carceri e 27 quelli presenti bambino in un ambiente che viene vissuto negli ICAM di Milano, Venezia, Torino e come estraneo e pauroso. Il gioco garantisce Lauro. Ostacoli finanziari non hanno permesso una continuità nella crescita del bambino, l’utilizzo delle due case famiglia presenti sul mettendolo al riparo da possibili regressioni o territorio italiano (Milano, Roma). interruzioni che possono esserci a causa della L’attesa legge 103/2017 prevede la possibilità malattia e dell’ospedalizzazione. della sospensione della pena per la detenuta Il riconoscimento del diritto al gioco in fino al compimento del primo anno di età del ospedale è avvenuto all’interno del lento bambino. Il protocollo d’intesa tra Ministero processo di umanizzazione, tuttora in corso, della Giustizia, Autorità garante per l’infanzia grazie al quale si è passati da un’ottica e l’adolescenza e Bambinisenzasbarre onlus – assistenzialistica a una di cura dei bisogni e Carta dei figli di genitori detenuti – approvato delle risorse che riconoscono l’unicità di ogni nel 2016, cerca di difendere i diritti dei persona. Tale processo iniziato con la Carta di bambini in una condizione di vita poco adatta EACH (European Association for Children in alla loro crescita e non da loro scelta. Hospital) ha portato all’elaborazione nel 2008, All’interno dei limiti derivanti dalla da parte di Abio Italia in collaborazione con detenzione è possibile per i minori uscire Società italiana di pediatria, della Carta dei all’esterno grazie al contributo dei volontari di diritti dei bambini e degli adolescenti in varie associazioni (Telefono Azzurro 1, ospedale che stabilisce anche degli standard di Bambinisenzasbarre…). Sono inoltre presenti qualità misurabili, che i reparti pediatrici degli ludoteche e momenti dedicati al gioco. ospedali dovrebbero essere tenuti a controllare. Le tante facce dell’esclusione è il titolo del L’attenzione olistica per il bambino si è rapporto pubblicato da Save the Children il 30 sviluppata a partire dagli studi di Robertson maggio 2018, che individua i fenomeni che del 1960 sugli effetti dell’istituzionalizzazione. sono causa di una negazione del diritto Una delle tante condizioni di all’infanzia e al gioco. Per 1,2 miliardi di istituzionalizzazione è quella dei figli di madri bambini nel mondo l’infanzia è a rischio a in carcere. Dopo il richiamo della Corte di causa della povertà. Ogni giorno più di 15.000 Strasburgo per le condizioni di vita nelle bambini muoiono prima di aver compiuto 5 carceri italiane, è stata approvata la legge anni, a causa di malnutrizione e assenza di 62/2011 che consente misure alternative al farmaci e di condizioni igienico sanitarie carcere per le madri di minori fino a 6 anni di favorevoli. L’84% dei bambini che non hanno età (estensibili a 10). Le misure alternative previste sono gli ICAM (Istituti a custodia 1 http://www.azzurro.it/it/cosa-facciamo/sul- attenuata per madri detenute), ovvero istituti territorio/progetto-bambini-e-carcere- Supplemento alla Rassegna bibliografica 4/2017 12
Percorso di lettura accesso alla scuola vivono in Paesi poveri, 152 cuochi, mentre bambine e ragazze vengono milioni lavorano, 40 milioni di bambini vivono costrette a rapporti sessuali o a matrimoni in Paesi in guerra, 250.000 sono coinvolti a forzati. vario titolo nei conflitti: soldati, spie, facchini, Box 6 (Ultimo accesso alle risorse elettroniche: 28/08/2018) Il gioco e la disabilità Canevaro, A., (a cura di) L’integrazione scolastica degli alunni con disabilità, Erickson, Trento, 2007. Larocca F., Nei frammenti l’intero: una pedagogia per la disabilità, Franco Angeli, Milano, 2013. Protti, Claudia., Bedetti, Raffaella, Parchi per tutti http://www.parchipertutti.com/ Il gioco in ospedale Capurso M., Gioco e studio in ospedale: creare e gestire un servizio ludico-educativo in un reparto pediatrico, Erickson, Trento, 2001. Filippazzi G., Un ospedale a misura di bambino, Franco Angeli, Roma, 2004. Fondazione ABIO Italia, SIP, Carta dei diritti dei bambini e degli adolescenti in ospedale, 2007. Online: https://abio.org/images/abio/Varie/Carta_dei_Diritti_ABIO_SIP.pdf Hales-Tooke, A., Harvey, S., Play in hospital, Faber and Faber, Londra, 1972. Robertson, J., Bambini in ospedale, Feltrinelli, Milano, 1973. Bambini in carcere Costanzo G., Madre e bambino nel contesto carcerario italiano, Armando Editore, Roma, 2013. Forcolin C., Mamme dentro. Figli di donne recluse: testimonianze, riflessioni e proposte, Franco Angeli, Milano, 2016. Ministero della giustizia, Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza, Bambinisenzasbarre onlus, Carta dei figli dei genitori detenuti, 2016. Online: http://www.garanteinfanzia.org/sites/default/files/Protocollo%20Bambinisenzasbarre_6settembre2016.pdf Bambini invisibili Benevene P., Il lavoro minorile Conoscere il fenomeno, Maggioli Editorie, 2012 Elamé E., Pedagogia & città interculturale. Matrimoni forzati, tratta degli esseri umani e crimini d'onore. Nuove sfide per la pedagogia interculturale, Pensa multimedia, Lecce, 2014 Hutton K., Il bambino soldato, Mondadori, Milano, 2017. Save the Children, The many faces of exclusion, 2018. Online: https://www.savethechildren.it/cosa-facciamo/pubblicazioni/le-tante-facce-dellesclusione Atlante delle guerre e dei conflitti nel mondo http://www.atlanteguerre.it/ Supplemento alla Rassegna bibliografica 4/2017 13
Percorso di lettura 8. Il diritto al gioco impegnano a presentare rapporti periodici al Comitato sui diritti dell’infanzia (entro 2 anni Il primo strumento in assoluto nel quale si fa dalla ratifica, successivamente ogni 5) sullo cenno a una distinzione tra bambino e adulto è stato di avanzamento nel proprio Paese la Convenzione sull’età minima del 1919, dell’applicazione di quanto approvato. adottata dalla Conferenza internazionale del Nell’art. 31 della Convenzione si afferma, per lavoro, che fissava a 14 anni l’età minima la prima volta a livello internazionale, il diritto prevista per l’assunzione nel settore al gioco. industriale. Nel 1924 la Lega della Nazioni Nel 2013 è stato pubblicato il Commento elaborò la Dichiarazione dei diritti del generale n. 17 dal titolo Il diritto del fanciullo bambino (Dichiarazione di Ginevra). Tale al riposo, al tempo libero, al gioco, alle documento, pur riconoscendo al bambino per attività ricreative, artistiche e cultural. Il testo la prima volta dei diritti e delle necessità mette in luce lo scarso riconoscimento dato materiali e affettive, si presenta con un’ottica all’art. 31 dagli Stati membri, dove si rileva assistenzialistica e di sola protezione del una mancata consapevolezza dell’importanza minore. Grazie alla Carta dell’infanzia del gioco, del riposo, del tempo libero e delle elaborata nel 1942 a Londra dalla Ligue attività artistiche e culturali. Lo scarso Internationale pour l’Education Nouvelle, si riconoscimento del valore del gioco come iniziano a prendere in considerazione anche le diritto essenziale di crescita si accompagna a necessità non assistenziali del bambino. un inappropriato investimento, a una carente La Dichiarazione di Ginevra insieme alla protezione legislativa e anche a una scarsa Dichiarazione dei diritti umani del 1948 attenzione al bambino nelle programmazioni rappresenta la base sulla quale viene redatta nazionali e locali. In particolare, dove sono nel 1959 la Dichiarazione dei diritti del presenti degli investimenti, questi sono rivolti fanciullo dall’Assemblea generale delle ad attività strutturate. L’invito è invece a Nazioni Unite. Gli Stati aderenti si impegnano creare spazi e tempi per il gioco libero, per la da un punto di vista morale all’applicazione e cui realizzazione vengono fornite precise alla diffusione del testo che, anche se non ha indicazioni riguardo gli obblighi e le valore giuridico e non implica quindi impegni modifiche che gli Stati firmatari dovrebbero precisi da parte degli Stati firmatari, considerare. Il Commento sancisce la necessità costituisce un punto di riferimento importante del gioco, mettendolo in relazione con il diritto dei diritti dell’infanzia. alla vita e alla sopravvivenza, alla salute, alla Sarà la Convenzione ONU sui diritti del corretta nutrizione, istruzione e non fanciullo del 1989 a sancire due importanti discriminazione. novità. La prima è la trasformazione dello In Italia, dove già nel 1967 era stata prodotta la stereotipo culturale che vede il bambino come Carta dei diritti del fanciullo al gioco e al minore, perché si trova in uno status di lavoro dal Comitato italiano per il gioco inferiorità da un punto di vista personale e infantile, la Convenzione è stata ratificata e giuridico. Al bambino viene riconosciuto il resa esecutiva il 21 maggio 1991 con la legge diritto alla sua totalità come persona e a essere n. 176 2. membro attivo della società. La seconda è il valore giuridico vincolante della Convenzione: 2 gli Stati aderenti (196 a oggi) si impegnano ad Per un commento alla Convenzione cfr. Petricca, D., All the invisible children. Appunti sulla Convenzione attuare provvedimenti legislativi, economici e internazionale sui diritti dell’infanzia e sociali per l’attuazione di quanto scritto nella dell’adolescenza, Unicef, XIX Corso universitario Convenzione. Secondo l’art. 44 della multidisciplinare di Educazione allo sviluppo, Convenzione stessa, gli Stati parti si Università La Sapienza di Roma, 2009. Online: www.infanziaineuropa.eu/lib/d.php?c=ijswO Supplemento alla Rassegna bibliografica 4/2017 14
Percorso di lettura 1. Gli Stati parti riconoscono al fanciullo il pubblico risulta ancora scarso. Riguardo la diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi valorizzazione dell’attività ludica, appare al gioco e ad attività ricreative proprie della interessante segnalare la legge regionale del sua età e a partecipare liberamente alla vita Friuli Venezia Giulia dell’11/10/2017, n. 33, culturale ed artistica. Norme per la promozione del diritto al gioco e all’attività ludico-ricreativa-motoria, 2. Gli Stati parti rispettano e favoriscono il pubblicata nel BUR n. 41 della Regione Friuli diritto del fanciullo di partecipare pienamente Venezia Giulia ed entrata in vigore il 1° alla vita culturale e artistica e incoraggiano gennaio 2018 che prevede finanziamenti l'organizzazione, in condizioni di uguaglianza, economici regionali per «gli interventi e le di mezzi appropriati di divertimento e di iniziative che intendono promuovere il diritto attività ricreative, artistiche e culturali. al gioco e all'attività ludico-motoria- Il riconoscimento del valore formativo del ricreativa». gioco e i conseguenti interventi legislativi ed La poca attenzione alla cultura ludica emerge economici raccomandati nel Commento anche nell’assente rilevazione delle abitudini generale n. 17 trovano anche in Italia scarsa connesse al gioco presentate dall’Istat. Gli attenzione, come emerge dai rapporti di ultimi dati risalgono al 2011. Oltre il 98% dei aggiornamento sul monitoraggio della Convenzione sui diritti dell’infanzia e bambini in età 6-10 anni giocano prevalentemente a casa propria, solo il 25% in dell’adolescenza in Italia e, in particolare, dal 3° Rapporto supplementare alle Nazioni Unite giardini pubblici, neanche il 15% su prati e sul monitoraggio della Convenzione sui diritti poco più del 6% in strade poco trafficate; dell’infanzia e dell’adolescenza in Italia, diminuiscono i giochi di movimento (sport prodotto e diffuso nel novembre 2017 dal escluso), dal 58% del 1998 al 54% di oggi, Gruppo di lavoro per la Convenzione sui diritti coerentemente con il fatto che oltre il 65% dell’infanzia e dell’adolescenza (Gruppo gioca prevalentemente con fratelli/sorelle o CRC): un network attualmente composto da 96 parenti (molti i nonni) e che aumentano i soggetti del terzo settore, che da tempo si giochi sedentari. occupano attivamente della promozione e tutela dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza ed è coordinato da Save the Children Italia 3. Il gioco, come si è detto, è fortemente limitato e influenzato dall’intervento adulto a scuola come a casa. Anche nella creazione di servizi socio-educativi e ricreativi, riconosciuta dalla legge 285/1997 e che avviene a opera di enti appartenenti al terzo settore, l’investimento 3 [ndr] Per una visione di sintesi delle politiche e dei programmi a favore dell’infanzia e dell’adolescenza realizzati dal Governo italiano nel periodo 2008-2016, si veda anche il V e VI Rapporto al Comitato ONU sui diritti del fanciullo, realizzato dal Centro nazionale di documentazione e analisi per l’infanzia e l’adolescenza. Online: https://www.minori.it/sites/default/files/allegati/Rapport o_ONU_integrazioni_Osservatorio_PerPubblicazione.p df Supplemento alla Rassegna bibliografica 4/2017 15
Percorso di lettura I principali atti di indirizzo sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (Ultimo accesso alle risorse elettroniche: 28/08/2018) Comitato italiano per il gioco infantile, Carta dei diritti del fanciullo al gioco e al lavoro, 1967. Online: http://www.lettereadioealluomo.com/carta_dirittil_fanciullo_giocolavoro.htm Ligue internationale pour l’education nouvelle, Carta dell’infanzia, Londra, 1942. Nazioni Unite, Assemblea Generale, Convenzione ONU sui diritti del fanciullo, New York, 1989. Online: http://www.garanteinfanzia.org/sites/default/files/documenti/Convenzione_diritti_infanzia_adole scenza_autorita.pdf Società delle Nazioni, Dichiarazione dei diritti del fanciullo, Ginevra, 1924. Online: http://images.savethechildren.it/f/download/CRC/Co/Convenzione_1924.pdf UN. Committee on the rights of the child, General comment no. 17 (2013) on the right of the child to rest, leisure, play, recreational activities, cultural life and the arts (art. 31). Online: http://dag.un.org/handle/11176/307926 10 testi di base attorno al gioco Bateson, G., “Questo è un gioco”: perché non si può mai dire a qualcuno “gioca!”, Raffaello Cortina, Milano, 1996 (ed. or. The message “This is play”, Macy Foundation, 1956). Bondioli, A., Gioco e educazione Il gioco tra adulto e bambino…, Franco Angeli, Milano, 2002. Bruner, J.S., Jolly, A., Sylva, K., Il gioco: La prospettiva evoluzionistica (I); Il gioco in relazione agli oggetti e agli strumenti (II); Gioco e realtà sociale (III); Il gioco in un mondo di simboli (IV), Armando, Roma, 1981 (ed. or. Play, Penguin, Harmondsworth, 1975). Caillois, R., I giochi e gli uomini: la maschera e la vertigine, Nuovo portico Bompiani, Milano, 1981 (ed. or. Les jeux et les homes: le masque et le vertige, Gallimard, Paris, 1967). Cambi, F., Staccioli, G., Il gioco in Occidente: storia, teorie, pratiche, Armando editore, Roma, 2007. Carse, J.P., Giochi finiti e infiniti: la vita come gioco e come possibilità, Mondadori, Milano, 1987 (ed. or. Finite and infinite games, 1986). Fink E., Oasi della gioia: idee per una ontologia del gioco, Rumma, Salerno, 1969 (ed. or. Oase des gluks, Karl Alber, Freiburg, 1957). Huizinga, J., Homo ludens, Einaudi, Torino, 1979 (ed. or. Homo ludens. Versuch einer Bestimmung des Spielelementes der Kultur, Pantheon Akademische Verlkagsanstalt, Amsterdam, 1939). Parlebas, P., Giochi e sport, Il capitello, Torino, 1997. Winnicott, D.W., Gioco e realtà, Armando, Roma, 1974 (ed. or. Playing and reality, Tavistok Pub., London, 1971). Supplemento alla Rassegna bibliografica 4/2017 16
Percorso filmografico Cinema e diritto al gioco Annamaria Poli Ricercatore e docente di Cinema e arti visive al Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione "Riccardo Massa" dell'Università degli studi di Milano Bicocca 1. Premessa Il diritto al gioco è uno dei diritti citati nella costantemente a mantenere viva l’attenzione e Convenzione internazionale ONU firmata e l’interesse su questa tematica. approvata nel 1989 per riconoscere e tutelare i In particolare il cinema, grazie al supporto di diritti dell’infanzia e dell’adolescenza 1. enti e istituzioni pubbliche, è costantemente Da quando la Convenzione internazionale sui presente sul territorio nazionale e diritti dell’infanzia e dell’adolescenza è stata internazionale per promuovere e diffondere firmata, ogni anno, in tutto il mondo, si opere cinematografiche di qualità sul tema dei commemora tale evento con l’obiettivo di diritti umani. Queste opere sono realizzate da ricordare, diffondere e applicare il contenuto registi che propongono un cinema critico, degli articoli che la compongono in modo da caratterizzato da un forte impegno sociale. Gli tutelare e migliorare la vita delle future autori dei film raccontano storie che generazioni. Tutto ciò per affermare che «il sostengono e promuovono la difesa e il riconoscimento della dignità inerente a tutti i rispetto dei diritti umani 3. membri della famiglia umana, nonché Tra le numerose manifestazioni l’uguaglianza, e il carattere inalienabile dei cinematografiche si citano alcune che da loro diritti sono le fondamenta della libertà, tempo sono organizzate e realizzate sul della giustizia e della pace nel mondo»2. territorio italiano: il Festival del Cinema Sia i media in generale, sia i musei, le scuole e Africano, d’Asia e America Latina organizzato numerose altre istituzioni si prodigano dal COE (Centro orientamento educativo) 4 di Milano, il Festival del Cinema dei diritti umani 5 di Napoli, il Festival internazionale di 1 Il 20 novembre del 1989 fu approvata a New York Cinema e diritti umani di Cremona e la City dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite un primo testo della Convenzione internazionale sui diritti 3 dell’infanzia e dell’adolescenza The International Enrico Cammarata, Cinema e diritti umani. Una breve Convention on the Rights of the Child. Il 27 maggio storia, Lampi di Stampa, 2013. 4 1991 con la legge n. 176 venne ratificata dall’Italia e Il COE di Milano è un'associazione impegnata in Italia depositata presso le Nazioni Unite il 5 settembre 1991 e in altri Paesi del mondo nella formazione di uomini L’Unicef Italia sottolinea che sarebbe preferibile validi per una società più libera e solidale, rinnovata nella cultura. Il Festival del Cinema Africano, d’Asia e tradurre il termine in inglese “child” anziché con America Latina è un appuntamento storico per gli fanciullo”, con “bambino, ragazzo e adolescente”. In appassionati del cinema del Sud del mondo, interamente questa data fu approvato un testo che in seguito è stato dedicato alla conoscenza della cinematografia, delle arricchito con più articoli. Da questa data i popoli delle realtà e delle culture dei Paesi dell’Africa, dell’Asia e Nazioni Unite hanno ribadito, nella loro Convenzione, dell’America Latina. Oltre 50 nazioni rappresentate, la loro fede nel rispetto dei diritti fondamentali circa 80 tra film e video proiettati. 5 dell’uomo. Il Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli è 2 Testo tratto da Convenzione sui diritti dell’infanzia e organizzato, promosso e coordinato dall’associazione dell’adolescenza, Comitato italiano per l’Unicef, Roma, Cinema e Diritti di Salerno 2004, p. 3. (http://www.cinenapolidiritti.it). Supplemento alla Rassegna bibliografica 4/2017 17
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