IL MOSAICO Fondazione Città Solidale Onlus 1999 2019 - Fondazione Città Solidale ...
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Il Mosaico 2 IL MOSAICO NUMERO SPECIALE SETTEMBRE 2019 Fondazione Città Solidale Onlus 1999 § 2019 ANNO XVII N. 3 - SETTEMBRE 2019 - N.R.G. 101/2014 PRESSO TRIBUNALE ORDINARIO DI CATANZARO
Il Mosaico 3 FONDAZIONE CITTÀ Sommario SOLIDALE ONLUS (FOCS) I nostri servizi 4 Editoriale d Antonella Aletta G.A. maschile “Comunità S. Domenico” e G.A. femminile 5 Buon Compleanno, Fondazione! “Sunrise” per minori a rischio di devianza; di p. Piero Puglisi, Presidente Fondazione Città Solidale “La Tenda di Mamre”: Comunità Alloggio per adulti in dif- ficoltà; 7 Calendario Eventi Venti Anni “L’Aliante”: Comunità Alloggio per adulti in difficoltà; “Il Rosa e l’Azzurro”: Centro di Accoglienza per donne in 8 Il senso della Fondazione Città Solidale oggi di + p.Vincenzo Bertolone, Sdp - Arcivescovo condizioni di disagio, con o senza figli; Catanzaro Squillace “Vivarium”, “Il Golfo”, “S. Maria del Monte”, Centri SIPROIMI per MSNA richiedenti asilo e rifugiati; 10 Per i 20 anni della Fondazione “Città soli- “Nostra Signora di Guadalupe”, “L’Approdo”, “Condò”: dale”. Tanti motivi per dire “grazie” Centri SIPROIMI per adulti stranieri richiedenti asilo e ri- di + Mons. Antonio Cantisani, Arcivescovo emerito fugiati; Catanzaro Squillace “Oasi di misericordia”: accoglienza e mensa serale per i po- 12 Comunicare per testimoniare l’impegno veri, anche con distribuzione itinerante dei pasti; sul territorio - un nuovo sito, presenza sui Centro Antiviolenza “Centro Aiuto Donna”; social, un video istituzionale e il bilancio Centro Formazione per formazione continua, superiore, sociale utenze speciali. di Francesco Pira, professore di Comunicazione Centro Diurno Disabili “Cassiodoro”; Università di Messina e Consulente Città Solidale Centro Diurno Disabili “G. Minozzi”. 14 Casa d’Accoglienza Maddalena Casa d’Accoglienza per famiglie di degenti “Alma Mater”. 16 Gruppo Appartamento maschile SOSTIENICI ATTRAVERSO Comunità S. Domenico La tua presenza fisica in qualità di volontario/a; Acquisto di bomboniere solidali per momenti importanti. 17 Casa d’Accoglienza L’Aliante Donazioni in denaro per contibuire alle 19 Casa d’Accoglienza Il Rosa e azioni di solidarietà realizzate dalla FOCS: l’Azzurro Conto Corrente Bancario IT 10 E 03359 01600 1 00000141021 22 Centri di Accoglienza per richiedenti e c/o Banca Prossima S.P.A. rifugiati Devolvendo il tuo 5x1000: indicando nello spazio del 24 Casa d’Accoglienza Oasi di Misericordia modello 730 e Unico che il tuo commercialista ti indicherà, il seguente numero di partita IVA: 25 Centro Diurno Disabili Cassiodoro 02273080792 Le somme versate alla FOCS godono dei benefici fiscali 26 Gruppo Appartamento femminile previsti per donazioni alle Onlus. Sunrise DONARE CONVIENE 27 Centro Diurno Disabili G. Minozzi 28 Centro Antivolenza Centro Aiuto Donna Direttore Responsabile: S. Taverniti Editore: Fondazione Città Solidale Onlus 30 Centro Progettazione, Direttore di Redazione: Francesco Pira Monitoraggio e Sviluppo Redazione ed Amministrazione: A. Aletta, M. Marchio, E. Pungillo 32 Casa d’Accoglienza Alma Mater FONDAZIONE CITTÀ SOLIDALE ONLUS 33 Storie di Vita di alcuni ospiti Email: cittasolid@tiscali.it PEC: cittasolidale@arubapec.it; 40 Alcune testimonianze di ospiti e volontari sito: www.fondazionecittasolidale.it
Il Mosaico 4 EDITORIALE L di Antonella Aletta a Fondazione Città Solidale Servizi, dunque non troveremo qui no- Editoriale quest’anno compie vent’anni! tizie dettagliate e tecniche su ciò che Sono pochi o sono tanti, 20 sono le strutture e su cosa esse offro- anni? Per una persona, si trat- no. Piuttosto abbiamo voluto dare un’i- ta di una buona parte della vita. E per dea di come certi servizi siano nati, del un’Organizzazione lo sono anche. Cam- perché del loro nome, della vita e delle biano tante cose in 20 anni, non solo a storie che vi sono passate dentro. Solo livello personale, locale, ma anche a li- e giusto un’idea. Molte cose ancora po- vello mondiale. trebbero essere scritte e raccontate. La società ed il mondo sono cambiati A chi può servire tutto questo? Agli in questi 20 anni, ed anche Catanzaro amici, a chi conosce la Fondazione e è cambiata. In bene o in peggio, non è forse vuole conoscerla un po’ meglio. A facile dirlo. Dipende dalle prospettive e chi vi lavora: chi ha avuto il dono di par- dal tipo di lettura che si intende dare ai tecipare alla fase fondativa, “delle origi- fenomeni. ni”, perché faccia memoria delle espe- Anche la Fondazione è cambiata, e mol- rienze preziose che ha vissuto; ed anche to. Da una piccola Organizzazione, con chi è entrato “in corsa”, chi ha visto già 5/6 persone che vi si impegnavano quasi strutture avviate e forse non conosce la a titolo di volontariato ed accoglievano fatica e le vicissitudini che sono dietro circa una decina di persone in difficoltà, ogni servizio. è diventata un’Organizzazione che offre È un modo anche per rendere grazie al un’attività stabile e retribuita a quasi 100 Signore di tutte le cose belle che sono dipendenti ed ospitalità e servizi a centi- state fatte attraverso le persone che Lui naia di persone. ha guidato perché queste cose si realiz- Abbiamo voluto dedicare un numero zassero, primo fra tutti padre Piero, che speciale del Mosaico alla celebrazione alla Fondazione ha dedicato il suo sa- di questi primi venti anni della Fonda- cerdozio. zione, cercando di “raccontare” le sue Per questo, a tutti: Buona lettura! strutture. Non si tratta di una Carta dei Ed alla Fondazione: tanti auguri!!!!!
Il Mosaico 5 BUON COMPLEANNO, FONDAZIONE! di p. Piero Puglisi, Presidente Fondazione Città Solidale Onlus 2 4 settembre 2019: la Fondazione raggiun- uno stile che sia ‘il timbro’ della Fondazione. ge una significativa tappa del suo cammino, Chiederemo a tanti di conoscere attraverso i social il ventesimo anno dalla sua nascita; se poi la nostra realtà ed aggiungersi alle nostre comunità consideriamo che il primo servizio risale già virtuali; ad oggi facebook conta 1600 utenti, vor- al 1993, comprendiamo che l’evento è ancora più remmo che si arrivasse entro la fine del 2019 a 3000 importate. Con il passare degli anni, questa realtà è persone che abbiano la possibilità di visualizzare i riuscita a crescere e a distinguersi sul territorio per nostri aggiornamenti. Ci auguriamo che ogni noti- professionalità e competenza. Il raggiungimento di zia che riguarda la vita della Fondazione e che passa questo obiettivo ci impone di essere ancora più at- ovviamente dai vari network possa essere condivi- tenti alla comunicazione e all’immagine che voglia- sa da tanti per raggiungere il maggior numero di mo sempre più curare e dare all’esterno. persone. Comunicare quello che facciamo non è Una delle condizioni necessarie per la buona vita autoincensarsi, vantarsi dei risultati, ma diffonde- di un’Organizzazione è la Comunicazione. Stiamo re il bene, contagiare perché molti si sentano invo- lavorando sodo su questo binario già da tempo: ab- gliati ad amare, servire, dare se stessi, condividere biamo dato impulso alla formazione, ci siamo do- ciò che possono; è un modo di testimoniare che la tati di un consulente esperto, stiamo affinando tutti passione e l’impegno che ogni operatore della Fon- gli strumenti necessari … Per questo motivo, a par- dazione mette nel proprio lavoro quotidiano aiu- tire da questo momento, i nostri strumenti comuni- ta questo mondo a diventare migliore, solleva ed cativi ci aiuteranno a dare un volto bello, funzionale incoraggia centinaia di fratelli e sorelle che vivono e sempre più armonioso alla Fondazione e di essa. nel disagio, comunica un messaggio importante: ‘la Un sito più dinamico, canali social sempre più ag- solidarietà cambia il mondo’. Aiuteremo anche così giornati e accattivanti, una linea comune, unica ed questa umanità a rimanere ‘umana’ e a non perdere
Il Mosaico 6 rio per promuovere i venti anni della Fondazione (troverete a fianco il calendario), ed altro ancora. La Comunicazione non è, ovviamente, l’unico ambito che ci vedrà concentrati nell’arco del ven- tennale, semmai sarà lo strumento che ci consen- tirà di rendere più visibile il nostro lavoro, più trasparente l’operato quotidiano (sia in ambito sociale che economico-amministrativo), più di- namica ed efficace l’azione di cittadinanza e la politica sociale nel territorio. Le povertà aumen- tano, deve crescere nella nostra società anche la sensibilità e l’attenzione perché la lotta contro il disagio, l’emarginazione, la violenza, l’offesa alla dignità delle persone sia più corale, contagiosa e, perciò, diffusiva. Lavoreremo in questa direzione con sempre maggiore passione ed amore e non ci mai la speranza. Per questo, la Fondazione inten- stancheremo di denunciare i soprusi, l’indifferen- de potenziare e qualificare la comunicazione per za, la mancanza di attenzione e di politiche giuste sensibilizzare l’opinione pubblica e gli enti che dif- a favore dei più deboli. ficilmente si interessano di problematiche sociali. Città Solidale continua così il percorso verso il Nuovi strumenti saranno utilizzati, una Newsletter Cambiamento iniziato già lo scorso anno, presto con cadenza quindicinale (sarà avviata il prossimo diventerà un Ente del Terzo Settore e lascerà la 1 ottobre), un Mosaico completamente rivisto gra- veste di Onlus che l’ha accompagnata e caratteriz- ficamente (con cadenza quadrimestrale), un sito zata per venti lunghi, intensi ed appassionati anni. del Fundraising strutturato che consentirà di pub- Il Cambiamento continua, il cambiamento nutre blicizzare e rendere visibili le varie attività messe in la nostra vita, il cambiamento ci accompagnerà programma nell’anno e che, rispettando il criterio ancora in tutto il nuovo anno che sta per comin- della trasparenza, dia visibilità alle opere che realiz- ciare. Farà di noi persone migliori e renderà più ziamo grazie all’aiuto dei diversi sostenitori, un vi- bella questa Organizzazione. Contribuirà, soprat- deo per il Ventennale che sarà diffuso attraverso il tutto, a rendere l’umanità un tantino migliore e nostro sito e sui social, diverse iniziative sul territo- estimoniar che ‘la Speranza vince sempre’.
Il Mosaico 7 Fondazione Città Solidale onlus Calendario EVENTI Venti Anni 24 Settembre 2019 - Giugno 2020 Settembre 24 Cena ventennale (un momento di famiglia. . . solo operatori) Dicembre 21 Concerto Gospel Aprile 4 VII Premio Città Solidale Maggio 8 Tavola rotonda/talk show sulla solidarietà e presentazione Bilancio Sociale, momento di convivialità con i referenti delle Istituzioni Giugno Celebrazione giornata del migrante e Festa conclusiva con cucina etnica, 20 musica, canti e balli, allestimento stand, attività di Street art. Chiusura Ventennale I dettagli delle attività verranno comunicati mensilmente sul sito http://www.fondazionecittasolidale.it e sulla Newsletter della Fondazione
Il Mosaico 8 Il senso della Fondazione Città Solidale oggi di + p.Vincenzo Bertolone, Sdp - Arcivescovo Catanzaro Squillace si può vincere la condizione di povertà, almeno di favorire la povertà onesta, cioè assicurare servizi dignitosi e attività di in- clusione sociale alle «persone in condizioni svantaggiate in ragio- ne di condizioni fisiche, psichi- che, economiche, sociali, etniche, del sesso o familiari». La solidarietà, per questa Città solidale voluta all’epoca da mons. Cantisani ed ancora operante mediante un Consiglio di Ammi- nistrazione di cinque persone di nomina arcivescovile, non è sol- tanto un’esigenza di civiltà e di solidarietà umana, ma traduzio- L ne di un monito evangelico, che ’abate Antonio Ge- siddette avanzate), ma addirittura chiama tout court beati coloro novesi, primo catte- incrementata con grave rischio che sono poveri. dratico europeo di di degrado e inselvatichimento? Un’esigenza e un monito che, Economia civile, nella Come evitare la povertà estre- oggi, prego e spero trasformi seconda parte delle sue “Lezioni ma o radicale di coloro che non radicalmente, alla luce della bea- di economia civile” così definiva l’hanno scelta per vocazione, titudine evangelica, la situazione la povertà, allora molto presente come fanno ancor oggi gli espo- economica e civile delle nostre nelle città europee come vero e nenti degli Ordini religiosi, i qua- città. I cristiani e tutte le perso- proprio nodo problematico per li si votano all’insigne virtù della ne di buona volontà, sono chia- le finanze e la tenuta della mone- povertà radicale, spogliandosi di mati a coinvolgere non soltanto ta: «L’estrema povertà mai non ogni bene materiale e di ogni at- gli antichi operatori, ma anche le è buona, se non quando sia una taccamento emotivo o spirituale? nuove generazioni di economi- selvatica abitudine o scelta libera, Sono questi gli interrogativi non sti e operatori sociali e pastorali. ma accompagnata da molt’altre solo degli economisti e dei poli- Come ha scritto papa France- insigni virtù… A me piace prefe- tici di allora e di oggi, ma anche sco, in vista dell’evento di Assisi rire l’onesta povertà alle non giu- delle nostre comunità cristiane: “Economy of Francisco” (26- ste ricchezze» nei pubblici affari, da un lato, consapevoli che «i po- 28 marzo 2020), occorre infatti in vista del bene comune (p. 109). veri li avrete sempre con voi» (Mc «promuovere insieme, attraverso Sembrano osservazioni non del 14,7); ma, dall’altro, coscienti che un “patto” comune, un processo Settecento, ma dei nostri giorni occorre beneficarli sempre, come di cambiamento globale che veda specialmente per chi si dichiara dal 1999 ben sa e fa la Fondazio- in comunione di intenti non solo cristiano. Come gestire la po- ne Città solidale Onlus. Il dovere quanti hanno il dono della fede, vertà, non soltanto non ancora umano e cristiano resta, infatti, ma tutti gli uomini di buona vo- debellata dalle nostre civiltà (co- nei secoli quello, se proprio non lontà, al di là delle differenze di
Il Mosaico 9 credo e di nazionalità, uniti da sponsabilità, anche grazie a mo- dizione: di Paolo, dei Padri, dei un ideale di fraternità attento so- vimenti ed enti ecclesiali, di non Dottori, dei grandi Maestri di prattutto ai poveri e agli esclusi. vietare l’accesso alle opportunità spiritualità, dei Santi della Carità, Invito ciascuno di voi ad esse- sociali ed economiche ad alcune come Francesco d’Assisi, Vin- re protagonista di questo patto, persone che, intanto, stentano a cenzo de’ Paoli, e, per me sacer- facendosi carico di un impegno restare al passo con le trasforma- dote bocconista Servo dei poveri, individuale e collettivo per colti- zioni accelerate della globalizza- di Giacomo Cusmano. Scegliere i vare insieme il sogno di un nuo- zione. All’indifferenza (anche poveri vuol dire scegliere il Van- vo umanesimo rispondente alle essa globalizzata) e alla povertà gelo, ergo Cristo, luce contro le attese dell’uomo e al disegno di estrema, la Chiesa offre sempre tenebre, Sposo che rimodella il Dio». i verbi operativi, oggi coniugati volto della sua Sposa-Chiesa. Per Tutte le opere ecclesiali e dioce- da papa Francesco in controten- questo si può dire che il povero è sane, dunque anche quella di cui denza: “accogliere, proteggere, sacramento di Cristo, sua manife- parliamo oggi per il ventennale, promuovere e integrare”. Verbi stazione storica come un ottavo devono inserirsi in questa tradi- che, opponendosi alle logiche sacramento. zione. Nata all’epoca per gestire i funeste della cultura dello scar- L’opzione per i poveri, non è una servizi messi in atto dalla Caritas to, incentivano logiche di inclu- scelta morale, filantropica, socia- diocesana e introdurne di nuo- sione, ovvero postulano ed at- le, economica, cioè a sentimenti vi, questa nostra Fondazione è, tuano logiche di relazionalità e di solidarietà umana, ma è uno chiamata ad attuare una modalità di alterità: caratteristiche volute status grazie al quale si hanno di essere Chiesa, al servizio del- dal Creatore e assunte da Cristo, “gli stessi sentimenti di Cristo”. la società civile e della comuni- come tratti distintivi di ogni es- «Manda, Signore, ancora profeti tà ecclesiale, per portare, anche sere umano e prerequisiti della / uomini certi di Dio, / uomini se in piccola misura, il proprio sua piena realizzazione. dal cuore in fiamme /. […] a dire contributo per cambiare l’attuale Bisogna riconoscere Gesù Cri- ai poveri / di sperare ancora. / economia e dare un’anima all’e- sto nella fede, tanto nell’Euca- Che siano appena tua voce» (P. conomia di domani. ristia (pane e vino quotidiano, David Maria Turoldo). È l’anima evangelica che darà che sfama e disseta gli affamati un’impronta ad ogni azione e ad e gli assetati) quanto nel povero, ogni impresa. È quest’anima che rientrando nell’alveo della Tra- negli anni, anche favorendo l’oc- cupazione di ben cento operato- ri, ha fatto sì che la nostra Comu- nità diocesana, anche attraverso la Fondazione, si è potuta porre accanto ai migranti e profughi, ai richiedenti asilo e rifugiati, ai minori a rischio, alle donne in difficoltà, ai senza fissa dimora, alle persone che hanno subito abusi perché minori o particolar- mente vulnerabili… Il tutto con l’obiettivo finale di includere so- cialmente, che non è qualcosa di automatico, per cui i più disagiati e gli scartati vengono inseriti nel processo di crescita generale, ma una decisione, consapevolmente presa da chi ha il potere e la re-
Il Mosaico 10 Per i 20 anni della Fondazione Città solidale TANTI MOTIVI PER DIRE GRAZIE di + Mons. Antonio Cantisani, Arcivescovo emerito di Catanzaro Squillace N on mi stancherò comunque ricordati con immen- settembre del 1999. Ed ora è mai di rendere lode sa gratitudine, va senz’altro anno- certamente più intenso l’inno di al Signore per le in- verato il decreto con cui istituivo gratitudine che sale all’Altissimo, numerevoli grazie la Fondazione “Città solidale”. perché in questi vent’anni la Fon- di cui ha ricolmato la Chiesa di Era il 24 settembre 1999. Una dazione ha sempre cercato di es- Catanzaro-Squillace durante il data davvero significativa! ser fedele al suo compito di offri- mio lungo episcopato. Bastereb- Sinceramente, si trattò di una re concreti servizi a favore dei più be pensare alla visita di S. Gio- decisione presa con assoluta si- svantaggiati, affermando il valore vanni Paolo II e del Patriarca di curezza: attuava, in fondo, una assoluto della persona umana ed Costantinopoli Bartolomeo I, scelta giustamente operata dalla educando così alla condivisione, al Sinodo Diocesano e al Con- Conferenza Episcopale Italia- alla solidarietà, alla giustizia e alla gresso Eucaristico, alle due visite na. La Caritas non doveva gesti- pace. I poveri devono diventare i pastorali e alla grande missione re opere, ma vivere in maniera protagonisti della storia! francescana in città. Sono state sempre più intensa la sua speci- E non basta: è davvero sincero il peraltro visite del Signore che fica finalità pedagogica: formare “grazie” che sale al Signore, per- c’invitava ad una vita nuova. An- i singoli fedeli e l’intera comunità ché intanto l’albero è cresciuto e che gli eventi dolorosi che non diocesana a considerare davvero ha dato tanti frutti, che allora non sono mancati. essenziale l’amore al prossimo. si potevano assolutamente imma- A ragione vengono definiti “in- Alle opere avrebbe dovuto pen- ginare. La Fondazione ha conti- numerevoli” i benefici di cui il sare un altro organismo. Ed ecco, nuato a gestire le opere avviate Signore ci ha fatto dono: spesso così, la Fondazione “Città solida- dalla Caritas, ma ne ha istituite mi hanno spinto a dire: “Tutto è le”. molte altre fino ad arrivare oggi a grazia”. Ma, tra gli altri che vanno Sono trascorsi 20 anni da quel diciassette. Ed esse sono davvero
Il Mosaico 11 una forte testimonianza evange- anche perché, come ho sempre civile – ha detto Papa Francesco lica. “Tacciano le parole – conti- raccomandato, è venuta incontro – se si prende cura degli “scarta- nua a dirci sant’Antonio – e par- alle vecchie povertà, ma soprat- ti” dalla società. Allora, si potrà lino le opere”. E se è vero che le tutto alle nuove povertà, pro- dire di credere davvero nella per- opere sono espressione di amore, vocate da una società che pur- sona umana come valore assolu- è altrettanto vero che esse hanno troppo non cammina secondo il to, unico fondamento di una so- una grande forza a farci maturare progetto di Dio. Ed ecco perciò cietà veramente solidale. nel servizio dei fratelli. È amando la Fondazione intervenire con In questa felice circostanza augu- che si impara ad amare! concreti e qualificati servizi per ro intanto alla Fondazione “Città Mi sia però consentito di affer- le donne in difficoltà, italiane e solidale” di continuare ad assicu- mare che ciò che mi porta a dir straniere, vittime di violenza e di rare nel nostro territorio, con una grazie al Signore con particolare maltrattamenti, per i rifugiati e i rinnovata creatività, la presenza intensità è il fatto che la Fonda- richiedenti asilo, per i ragazzi di di un autentico amore, accom- zione si è sempre ispirata nei suoi colore non accompagnati e per i pagnata dalla fede, dall’affetto e servizi a quello spirito che deve nostri che sono a rischio. E quel dalla collaborazione dell’intera sempre animare tutte le scelte che che è più significativo è il fatto comunità ecclesiale. Anche quan- si fanno in nome del Vangelo. che la Fondazione è intervenuta do le istituzioni avranno piena- In termini concreti, sono davve- ordinariamente per prima e, non mente svolto il loro compito, ci ro lieto perché la Fondazione ha di rado, da sola. sarà sempre da scoprire con l’oc- confermato ciò che è stato una Continuo ad essere convinto che chio della fede fratelli che, nasco- costante del mio magistero: l’op- rimane un rischio: fare opera di sti allo sguardo comune, avranno zione preferenziale dei poveri è supplenza là dove le istituzioni bisogno di una fattiva vicinanza. una dimensione essenziale –es- pubbliche non sono in grado di D’altra parte, avremo sempre bi- senziale, sottolineo – dell’essere dare risposte. Certo, non si può sogno di chi ci ricordi che bisogna cristiani. I poveri sono la “carne assolutamente tornare indietro. amare Cristo in loro e di amarli di Cristo”, come dice il Papa, ri- Ma voglio essere sicuro che la col cuore di Cristo. Così costrui- cordandoci che occorre baciarne, Fondazione farà da “coscienza remo una Chiesa veramente bella accarezzarne, curarne le piaghe. critica”, stimolando le istituzioni e una società autenticamente so- Sento, poi, il bisogno di espri- ad assumere quegli impegni che lidale. Proprio secondo il disegno mere alla Fondazione “Città so- sono peraltro fissati nella nostra di Dio! lidale” il più vivo apprezzamento Costituzione. La società può dirsi Prima struttura a Badolato
Il Mosaico 12 COMUNICARE PER TESTIMONIARE L’IMPEGNO SUL TERRITORIO Un nuovo sito, presenza sui social, un video istituzionale e il bilancio sociale di Francesco Pira, professore di Comunicazione Università di Messina - Consulente di Città Solidale N ell’ultimo anno la anni. Un modo per spiegare dato il raccolto. Viviamo nell’era Fondazione Città come le risorse vengono impie- dell’immagine, che ha vinto sul- solidale ha lavora- gate al servizio di un territorio e la parola. La batte sul tempo. E’ to moltissimo sulla dei più deboli. Il progetto, che l’era di Instagram che ha battutto comunicazione e sulla formazio- ho e avuto l’onore di coordinare, Facebook, ma è una concorrenza ne sulla comunicazione. Un sito dopo una specifica formazione di in famiglia perché il proprietario web totalmente rieditato, presen- un gruppo di operatori, continua è lo stesso, dove quotidianamen- za fissa su Facebook, Instagram, a prendere forma e troverà forza te depositiamo scatti del nostro Linkedin e Youtube e un video e cercherà di consolidarsi nell’an- quotidiano: bello, brutto, condi- istituzionale per raccontare cose no delle celebrazioni del venten- visibile, utile…ma anche no!!! è stata ed è questa grande impre- nale. Per chi fa comunicazione socia- sa solidale che festeggia 20 anni Anche il Premio Città Solidale le oggi il compito è molto arduo. di vita. E proprio nel 2019 si è nell’edizione del 2019 ha avuto Nell’era della spettacolarizzazio- dotata di un altro strumento im- un ampio successo ed una visi- ne del dolore e dell’odio cosa fa portante: il bilancio sociale. Il pri- bilità nazionale ed internaziona- chi opera al servizio degli altri. mo numero è stato una sorta di le. Insomma è stato un anno di E’ un momento in cui la fragilità bilancio di mandato degli ultimi 5 duro lavoro ma dove la semina ha e la liquidità dei rapporti stanno
Il Mosaico 13 mettendo a dura prova il nostro come la Fondazione Città Soli- messaggio cristiano. Non lo pro- essere cittadini di una comunità. dale sanno essere protagoniste di fessano e basta. Accanto di chi ha Qualche giorno fa in un mio ar- questo cambiamento. Un primo bisogno. ticolo per La Voce di New York risultato dal progetto comunica- Proprio a Padre Piero ho raccon- ho provato a raccontare la nostra zione è stato raggiunto e di que- tato delle risposte del filosofo società. sto possiamo essere consapevoli. Umberto Galimberti al giornali- Le nostre relazioni sono diventate Ma il percorso è lungo e fatico- sta del Corriere della Sera, Stefa- molto più ansiogene. Scriviamo e so. La comunicazione si evolve, no Lorenzetto, che gli chiedeva pretendiamo subito la risposta. attimo dopo attimo, e il mondo come mai si costruiscono Cri- L’era social ha modificato il lin- del sociale deve saper raccogliere stogrill al posto delle Cattedra- guaggio e la gestione delle rela- questa sfida e lavorare nella giusta li: “Padre David Maria Turoldo zioni interpersonali. Abbiamo direzione. celebrò le mie nozze - ha detto nell’arco della giornata molti più La Fondazione città solidale deve Galimberti -, sosteneva che le rapporti social che rapporti so- continuare a farlo forte di un pas- chiese oggi sono ridotte a gara- ciali. sato, lungo 20 anni, e di un pre- ge in cui è parcheggiato Dio. Ma Sono tanti gli strumenti che ab- sente capace di cogliere le sfide e la gente per credere ha bisogno biamo a disposizione. E noi adul- di viverle. Un passato ed un pre- della liturgia, del canto, dell’or- ti stiamo seguendo i più giovani sente ricco di valori, emozioni, gano, dell’incenso. L’ho detto nella digitalizzazione dei senti- contenuti, immagini, storie, vita, anche a Papa Francesco. E ho menti, nella vetrinizzazione di solidarietà, forza e cambiamento. aggiunto: Santità, lei ha messo le qualunque performance. Ci si co- Sono molto onorato di lavorare persone davanti ai principi, però nosce in chat, si comunica attra- per la Fondazione Città Solidale, ha un polmone solo, lavora come verso app di tutti i tipi. Abbiamo di aver incontrato sulla mia stra- un pazzo, è pieno di nemici; stia bisogno di documentare tutto da Padre Piero Puglisi. Un uomo attento a non morire, altrimenti quello che facciamo, ogni istan- di fede, Presidente della Fonda- dopo ne eleggono uno che rimet- te, con un ritmo quasi forsenna- zione, che ha saputo mettere al te i princìpi davanti alle persone”. to. Cerchiamo ascolto, amicizia centro della missione di questa Lui ha riso e mi ha abbracciato, e amore sui social. Auspichiamo importante Impresa di solidarietà sussurrando: “Si ricordi che Dio che qualcuno condivida il nostro la persona. Lui e tutte le donne e salva le persone, non i princìpi”. post, un nostro pensiero, una gli uomini che lavorano nelle sue massima, una foto. Aspettiamo strutture vivono ogni giorno il il like o il cuoricino. E’ la gratifi- cazione piena di quanto abbiamo scritto o pensato, o addirittura copiato. Le parole vengono sostituite sempre più dalle immagini. Prima si raccontava agli amici cosa era successo, cosa si provava, le emo- zioni, le liti, oggi sembra quasi che se non si produce una storia su Instagram per documentare cosa stiamo facendo o è succes- so, non siamo credibili o ricono- scibili. Costruire insieme una società mi- gliore, contro i modelli di fragilità e liquidità. Una società che sia so- lidale e incisiva, e dove strutture
Il Mosaico 14 La breve presentazione delle strutture è stata curata da Antonella Aletta, Laura Lamanna, Sandro Lapenna, Monica Riccio, Umberto Fedele, Manuela Marchio, Roberta Critelli, Ilenia Viscomi, Donatella Galati. Casa d’Accoglienza Maddalena I n un certo senso, da qui tutto è cominciato. vamente all’accoglienza di persone in difficoltà: G. La prima storica sede della Maddalena è in- fu uno dei primi ospiti, ed uno di quelli che è stato fatti la struttura in via Discesa Carbone (in più a lungo nella casa, “trovato” nella sala d’attesa cui è attualmente ospitato L’Aliante), che era della stazione di Sala (all’epoca funzionante) dove si in origine la casa canonica della chiesa adiacente rifugiava per la notte. (una chiesa ed un quartiere che sono inseriti nella Inizialmente, praticamente gli ospiti si autogestiva- più antica storia di Catanzaro). La casa non serviva no, ma negli anni, il servizio è gradualmente miglio- all’allora parroco della Cattedrale, d. Franco Isabel- rato per rispondere sempre più e meglio alle esi- lo, e fu perciò affidata alla Caritas Diocesana, di cui genze del territorio, tenendo conto anche della sua all’epoca era direttore p. Piero Puglisi (nel lontano unicità. Infatti, mancano a Catanzaro strutture che 1993/94). accolgano persone senza problematiche particola- Agli inizi ospitava gli uffici della Caritas (a piano ri e già definite o conclamate, che non siano cioè terra e poi nel salone del primo piano), gli obiettori tossicodipendenti, alcolisti, anziani, etc.. Per perso- di coscienza che all’epoca facevano vita comunita- ne con problematiche più ampie (senza dimora, in ria e dunque alloggiavano lì anche la notte, qualche situazione di disagio sociale o familiare, stranieri, ospite (per lo più stranieri) per la notte. persone o famiglie sfrattate o con altri problemi le- Poi gli uffici della Caritas furono trasferiti in piazza gati alla mancanza di un alloggio) sono scarsi o ine- Duomo (nel 1993), gli obiettori non facevano più sistenti i servizi messi a disposizione dal territorio. vita comunitaria e la casa fu così destinata esclusi- Si è così pensato di dar loro una casa: non un rico-
Il Mosaico 15 vero freddo ed anonimo, in cui sfamarsi e trovare grado di offrire una struttura perfettamente a nor- alloggio temporaneo, ma un ambiente familiare, ma per l’accoglienza comoda di 10 persone, con la accogliente, “caldo”, in cui tentare di ricomporre i presenza di un’equipe di operatori che garantisco- frammenti della propria esperienza di vita. no un servizio professionalmente ed umanamente All’inizio, la vecchia casa canonica adattata alla me- qualificato, presenti in struttura 24 ore su 24 (festivi glio con un volontario che assicurava delle visite alla compresi, senza alcuna interruzione del servizio). struttura in alcune ore della giornata (per la spesa, Attualmente la struttura si trova in Via Carlo V, in la manutenzione, eventuali emergenze). Gradual- un immobile messo a disposizione dalla Diocesi. mente, un ambiente reso sempre più funzionale ed La Casa d’Accoglienza Maddalena ha sempre rap- abitabile ed un’equipe di 2 o 3 operatori che garan- presentato, per quanti vi accedono, un punto di tivano a turno la loro presenza nelle ore diurne ed riferimento stabile, un’opportunità per l’individua- anche la notte o i festivi in regime di reperibilità. zione di percorsi di vita individualizzati, di recupe- Nel 1999, quando fu istituita la Fondazione Città ro e di reinserimento sociale.Inoltre, in tutti questi Solidale, ad essa venne affidata la gestione della asa anni, essa è servita come punto di riferimento per della Maddalena e della Comunità S. Domenico. l’integrazione degli stranieri e come punto di osser- Nei primi anni di attività, veniva garantita l’ospita- vazione dei flussi migratori e delle problematiche lità a 8 persone, anche se non di rado si sono fat- attinenti al fenomeno dell’immigrazione, sia offren- te delle eccezioni per esigenze che emergevano di do un servizio diretto alle persone straniere ospiti, volta in volta e per richieste presentate dagli stessi che con un lavoro a più ampio raggio di sensibiliz- servizi sociali territoriali, che non sapevano come zazione, ricerca e consulenza sul territorio. rispondere a problematiche anche gravi. In seguito In più di 20 anni di servizio stabile, sono state ospi- si è passati a 10 posti, e in qualche periodo anche tate circa 850 persone, italiane e di altri paesi del a 15. mondo, di tutte le età e con i problemi più disparati. Con un impegno al miglioramento costante, anche Per periodi di tempo variabili, da qualche giorno grazie alla collaborazione creatasi con il Comune ad addirittura qualche anno (benché il regolamen- di Catanzaro, oggi la Fondazione Città Solidale è in to prevedesse 100 giorni di permanenza, spesso si sono infatti rese necessarie diverse proro- ghe, nella difficoltà di trovare una soluzione alternativa per le persone ospitate), a queste persone si è cercato di offrire una casa, uno spazio accogliente in cui raccogliere le fila della propria vita e tentare di imboccare un percorso di reinserimento sociale. Nel 2019, sull’onda del cambiamento che ha interessato la Fondazione, la Casa d’Ac- coglienza “Maddalena” cambia nome e di- venta la Casa d’accoglienza “La Tenda di Mamre”. Il nuovo nome si riferisce ad un episodio biblico (Gn 18, 1-8), in cui Abra- mo, in una calda giornata, ospita nella sua tenda tre misteriosi visitatori sotto le cui sembianze si nasconde Dio. Chi accoglie un fratello/una sorella, accoglie Dio e, an- che per questo, la Casa d’Accoglienza con- tinuerà ad offrire il suo servizio e ad essere un punto di riferimento importante per il territorio. di I. V.
Il Mosaico 16 Gruppo Appartamento maschile Comunità S. Domenico L a Comunità S. Domenico, insieme alla tuale sede, in Via della Solidarietà (per chi non lo Maddalena, sta alle origini della storia sapesse, il nome alla via è stato attribuito su richie- della Fondazione e ne è, per questo, una sta della Fondazione, che è stata accolta dalla Pre- delle colonne portanti. fettura). La Comunità San Domenico è nata nel 1994, dalla La mission attuale è “Favorire, ispirandosi ai prin- disponibilità di un giovane sacerdote. In un certo cipi cristiani e nel rispetto della religione di appar- senso, essa è nata per caso. Negli anni ‘93/94, il tenenza di ognuno, l’educazione globale dei minori Tribunale dei Minori chiese alla Caritas di occuparsi a rischio di devianza affidati alla struttura, partendo di alcuni ragazzi con provvedimenti penali (in par- dall’attenzione ai loro bisogni psico – sociali, riaf- ticolare, di uno la cui storia raccontiamo in seguito). fermando, a fondamento delle proprie attività, la Inizialmente, di questo/questi ragazzi si occupava- centralità della persona nel pieno rispetto delle di- no, insieme a p. Piero, alcuni volontari o obiettori di versità individuali”. coscienza ed i ragazzi erano ospitati in Via Discesa Fino ad oggi, la Comunità San Domenico ha ac- Carbone, poi si capì che era necessario rendere più colto più di 210 minori. I minori accolti italiani o stabile e professionale il servizio. stranieri, tra i 12 e i 18 anni con possibilità di per- Così si elaborò un progetto, si richiesero le necessa- manere fino ai 21 anni, hanno possibilità di vivere rie autorizzazioni e la struttura partì, nel 1995 momenti di svago, attività sportive, ma anche di re- La prima sede era a Badolato superiore, in un im- alizzare percorsi di studio e lavorativi, in un’ottica mobile di proprietà della Diocesi che era adiacente di costruzione del futuro al di fuori del contesto alla secentesca chiesa di S. Domenico (per questo la protetto della Comunità. struttura si chiama così), poi (nel 1998) la struttura fu trasferita a Catanzaro, in Via Civitavecchia (ora di R. C. sede dell’Oasi di Misericordia) e nel 2018 nell’at-
Il Mosaico 17 Comunità Alloggio L’Aliante L a casa d’accoglienza “L’aliante” nacque consente una permanenza prolungata, il numero nel 2003, come struttura di accoglienza degli accolti può far comprendere l’importanza di per giovani adulti. La prima sede era ubi- quanto è stato fatto per la città e per i paesi che cata in viale Magna Grecia, nel quartie- hanno inviato ospiti. re Fortuna di Catanzaro (dove ora hanno sede gli Descrivere la storia dell’Aliante, per chi come me Uffici Amministrativi della Fondazione). La deno- l’ha vissuta dall’inizio, non è difficile, ma richiama minazione stessa indicava che la struttura era uno immediatamente le tante storie vissute, sia quella strumento di integrazione sociale, per ragazzi appe- della struttura stessa sia quelle degli ospiti. In am- na maggiorenni che dovevano “prendere il volo” da bito professionale, ho vissuto la nascita e la cresci- soli, appunto come un aliante. Concluso il percorso ta della struttura nelle sue molteplici sfaccettature. da minori all’interno del gruppo appartamento, in- Dalla creazione degli strumenti atti alla gestione fatti era necessario dare un affiancamento a coloro degli ospiti a quella delle aree d’intervento. Dal che ormai maggiorenni, non avevano la capacità di susseguirsi degli avvicendamenti dei colleghi e dal- essere autonomi, oppure avevano ancora bisogno le trasformazioni dell’equipe socio educativa mul- di sostegno umano. tidisciplinare. Quante riunioni, confronti, gestio- In breve tempo però, vista la pressante richiesta del ne dei conflitti, ma anche quanti successi e quanti territorio di dare alla città di Catanzaro una casa di fallimenti. Sono cresciuto molto a causa di queste accoglienza, che accogliesse non soltanto giovani fasi attraversate nel lavoro d’equipe, ma ho potuto adulti, “L’Aliante”, si è trasformato in casa d’ac- constatare in me e in tutti i colleghi, un amore per coglienza per adulti in difficoltà, italiani e stranieri, la struttura, una voglia di far diventare la casa vera- uomini e donne. mente un “aeroporto”. Nel 2008 la struttura è stata trasferita in centro cit- Sì perché l’Aliante è un veicolo senza motore e noi tà, ove è situata ora, in Discesa Carbone 17/A. operatori dovevamo essere il traino che portava in Fin dalla sua nascita, la struttura ha immediatamen- quota gli ospiti per consentire loro di volare. In tut- te lavorato in sinergia con i servizi sociali dei comu- ti, nessuno escluso, il passaggio all’Aliante è stato ni di provenienza degli ospiti e con la Regione Ca- un banco di prova nel quale sperimentare concre- labria, con regolare convenzione, accogliendo fino tamente cosa sia il lavoro sociale, non finalizzato a ad oggi circa 90 persone. Essendo una struttura che dare assistenzialismo fine a se stesso, ma a produrre
Il Mosaico 18 delle vere e proprie forme d’integrazione sociale, clima familiare che portava tutti a condividere tutto, volte a risolvere in parte le cause del disagio sociale come in una famiglia: dal pasto alle attività di ani- che avevano condotto a noi gli ospiti. mazione, alle pulizie ed alla gestione della struttura. La sfida più grande è stata far comprendere a colo- Un clima familiare che si nota anche ora, quando ro che vivevano e vivono oggi nei pressi della casa incontro alcuni ospiti ormai dimessi da anni che, d’accoglienza, l’importanza di accogliere gli ultimi. nonostante ormai non abbiano più rapporti con Infatti, vivere in un condominio della periferia o in l’Aliante, vengono a trovarci per avere dei confronti centro città, non fa differenza se il mio vicino è “di- su alcune difficoltà che attraversano, o solo per un verso”. La paura del povero, del disagiato turbava saluto. È facile incontrarli sul corso, vedersi offrire spesso i nostri “vicini di casa” e diversi sono stati un caffè oppure offrirlo a loro e sentire che con i confronti per condividere quanto stavamo rea- nostalgia ricordano il tempo dell’accoglienza. lizzando. Ovviamente il rifiuto di molti non ci ha Come dimenticare poi Guido, un uomo di media scoraggiato e siamo andati avanti, mantenendo co- età che ne dimostrava molti di più a causa del bere munque un rispetto per le altrui visioni del disagio e del vestire trasandato? Guido, ormai deceduto da sociale, proponendo come modello la solidarietà, anni, dimostrava il suo affetto per me in modo del anziché il pregiudizio. tutto inconsueto. Infatti, quando iniziavo il turno di Le persone che accogliamo le definiamo ospiti e non notte, era solito prepararmi per cena un’insalatina. utenti. Ci piace maggiormente questa definizione Purtroppo lo faceva non osservando correttamente perché in effetti, nell’accoglienza presso l’Aliante, anche le più elementari norme di igiene, ma tant’è, poniamo le basi per un rapporto ospiti – operatori, era un gesto serio e di gratitudine e io lo accettavo. basato su un clima familiare. Rammentando i volti Il giorno del suo funerale c’erano pochissime per- di molti ospiti e posso affermare che in quasi tut- sone, ma io ed altri colleghi eravamo presenti. Un’e- ti questo clima familiare si è concretizzato. Quante mozione unica, come se fossimo noi la sua famiglia. notti passate ad ascoltare alcune persone che, prese Là ho compreso appieno che la natura del lavoro dal proprio dolore, riuscivano ad aprirsi al dialogo, che faccio e facciamo, ha un senso profondo, non cosa che non facevano da anni perché rifiutate an- soltanto perché operiamo nel sociale, ma soprattut- che dai parenti più prossimi. Quante soluzioni tro- to perché come fondamento c’è la radice cristiana vate, al fine di far rispettare i diritti di coloro che del nostro agire che, misteriosamente, ci porta oltre non li aveano rispettati. Ma anche quante dimissio- il servizio e amplia il rapporto umano. ni per persone che erano restie a farsi aiutare e poi di S. L sono finite nel dimenticatoio di questa società. Un
Il Mosaico 19 Casa d’accoglienza Il Rosa e l’Azzurro E ra il lontano 2003 quando, carico di en- propose anche “Papaveri e papere”. P. Piero però tusiasmo, p. Piero comunicò agli allo- non fu affatto convinto e, in un turbinio di spunti ra pochi operatori della Fondazione, il e riflessioni, diede inizio ad un vero e proprio brain prossimo avvio di un centro di pronta storming. Non parlai molto per la verità, dissi però accoglienza che, in riferimento alla legge 285/97 che si poteva pensare a qualcosa legato a mamme e (Disposizioni per la promozione di diritti e di op- bambini, alla nascita. Per esempio, “il Fiocco” (ri- portunità per l’infanzia e l’adolescenza), avrebbe flettevo sul simbolo che viene appeso per annuncia- accolto minori in situazione di disagio e vittime di re l’avvenuta nascita di bambini), azzurro, rosa... e maltrattamento. P. Piero esclamò allora “il Rosa e l’Azzurro”. Ricor- Io ero stata già volontaria della casa accoglienza do che la sicurezza e la certezza con la quale pro- Maddalena e operatore nel progetto di Integrazione nunciò la frase, mi diede l’assoluto convincimento a favore dei Rom, che mi aveva portata a vivere una che quello sarebbe stato il nome del nuovo servizio. bellissima esperienza presso il “campo nomadi” di Era fatta. Lo era anche per me. Dopo qualche gior- Via Lucrezia della Valle, a contatto specialmente no mi venne infatti comunicato che, contrariamen- con i minori lì residenti. Avevo accolto la notizia te alle previsioni, avrei iniziato ufficialmente la mia con particolare gioia, avendo lavorato, insieme ad “vita da operatore” presso il neonato centro. Avevo Antonella Aletta, alla stesura del progetto che aveva giurato dentro di me, però, eterno amore alla Mad- poi vinto il relativo bando; ero però stata “confer- dalena. mata” come operatore presso la mia prima casa, il Forse ai più potrà sembrare alquanto strano o ati- mio primo amore, cioè la Maddalena. pico (specie a coloro i quali hanno successivamen- Durante una serata di condivisione presso una strut- te trovato tutto “pronto” ed avviato), ma nel caso tura della Fondazione, seduti tutti insieme intorno dell’avvio del Rosa e l’Azzurro tutto ha effettiva- a p. Piero, si fantasticava su quale sarebbe potuto mente seguito i cliché di una vera e propria nascita. essere il nome del servizio, qualcosa che richiamas- C’è stata una idea, l’idea progettata è andata a buon se alla tenerezza materna, alla tutela dell’infanzia e fine, è stato scelto un nome … ora occorreva pre- alla “protezione”. Qualcuno propose di chiamare la parare la stanzetta che avrebbe accolto la nascitu- struttura “il Canguro” ed effettivamente devo dire ra. Ecco allora che l’equipe formata (mi sento una che l’idea mi parve azzeccata e simpatica. Qualcuno gloriosa reduce, essendo rimasta solo io…), dopo
Il Mosaico 20 qualche incontro di conoscenza, prese possesso ro di fare nuove esperienze, allo stesso modo nel della casa che il Comune di Catanzaro aveva messo 2004/2005, la struttura che avevamo ideato e visto a disposizione in Via XX Settembre. nascere, scivolava via dal nostro abbraccio per esse- “Sgarrupata”, sporca, stracolma di oggetti e mobili re gestita, in continuità e secondo l’esito del nuovo da buttare, tutto disordinatamente adagiato come bando, da altri. Un colpo al cuore; un saluto, con gli se non ci fosse un domani e nessuna prospettiva ospiti minorenni in quel momento accolti in quella di abitabilità né in quel momento né mai. P. Piero, casa in Via XX settembre, straziante dentro e com- tra le varie doti possedute, ha anche quella di saper posto fuori. Esperienze del genere ti cambiano e ti motivare all’impossibile. Tutto poteva essere risol- insegnano a mettere dinnanzi a tutto la professio- to, tutto poteva trovare una nuova vita, bastava solo nalità e allora… tanti abbracci sì, e lacrime. Tante un po’ di impegno e di sacrificio. Così fu. però anche le raccomandazioni ai nostri ospiti ado- Olio di gomito, stracci, detersivi, cacciaviti e tanta, lescenti; “accoglieteli”, “lasciatevi guidare da loro”, tanta carica. Trovai di tutto, buttai di tutto; scoprì “vogliategli bene”. Questo era ciò che era giusto anche di saper montare armadi molto meglio dei fare seppur dentro alcuni di noi operatori e soprat- miei colleghi uomini e di poter pitturare tranquil- tutto negli occhi pieni di lacrime e sulle spalle di p. lamente pareti e soffitti. Nei tempi stabiliti, la stan- Piero, pesasse come un macigno il dispiacere di un zetta della nascitura fu pronta. Semplice e umile. addio con tutto quello che comportava. Senza fronzoli. Ed ero pronta anche io ad affron- I figli però, come dicevo poc’anzi, prima o poi tor- tare non sapevo perfettamente cosa, ancora. Potrei nano a casa. E lei è tornata presto. Un anno “fuo- stare qui a scrivere ore ed ore sui bellissimi mesi ri”… (un po’ possiamo considerarlo come l’Era- trascorsi in quella casa; i primi ospiti (due fratellini smus del Rosa e l’Azzurro) per poi far ritorno da italo americani, Chiara e soprattutto Massimo che noi a consolidare la sua appartenenza alla famiglia, ancora oggi, tramite social, chiamo My Monkey), le da allora e fino ad oggi. Il Rosa e l’Azzurro, 16 anni difficoltà con alcune minori particolarmente ostili portati splendidamente; un servizio che è cambiato che poi si solo sciolte come neve al sole, lo strazio nel corso del tempo e che si è specializzato nell’ac- di aver accolto la visita lampo della mamma di una coglienza di donne che vivono situazioni difficili; bambina rapita a Mazara del Vallo; pochi minuti per madri che cercano con i propri figli dei posti sicuri rendersi conto che una nostra piccola ospite, segna- nei quali ricominciare, per poi sentirsi pronte a spic- lata dalle forze dell’ordine alla signora, non era sua care il volo; madri alle quali viene data la possibilità figlia. di valorizzare sé stesse e il proprio ruolo genitoriale Tante storie, molte difficili; tanti sorrisi e abbracci, nel tentativo disperato di lasciare che i figli possa- molta condivisione. Fu per me una vera esperienza no avere il diritto di crescere accanto a loro; minori comunitaria, la prima e la più forte. Avevo giurato che, con le loro mamme e a volte per responsabi- eterno amore alla Maddalena e mi ritrovavo folle- lità delle stesse (siamo tutti esseri umani fallibili), mente presa dal Rosa e l’Azzurro. Occorre chiari- hanno visto e vissuto situazioni per le quali non ci re, a onor del vero, che per ogni struttura lasciata sono giustificazioni che possano lenire lo sconforto (Maddalena, Rosa e Azzurro, Aliante, Centro An- e la rabbia per una infanzia turbata e derubata della tiviolenza con l’indimenticabile Ornella Procopio) spensieratezza, un Diritto assoluto. per me è stato amore e tutte le volte che ho dovu- Dal 2009 il Rosa e l’Azzurro ha avuto finalmente to distaccarmi da un servizio, ho sempre pensato una nuova e più dignitosa casa, la bella villa in Via che non avrei mai più provato le stesse emozioni, Civitavecchia e dal 2015 una struttura ancora più la stessa carica, le stesse esperienze significative. Mi grande per mettere a disposizione più posti, in Via sono sempre sbagliata e ci ho sempre sorriso su, Fiume. Attualmente può accogliere 14 persone (fra sapendo in fondo al cuore che le mie catastrofiche donne e bambini in difficoltà) più 6 vittime di trat- previsioni di imposto “distacco” emotivo dal nuo- ta. Dall’avvio ha accolto più di 400 persone, italiane vo servizio sarebbero andare tranquillamente a farsi e straniere. friggere. Il Rosa e l’Azzurro è un figlio venuto su bene; po- Ahimè, come ogni figlio che non è tuo ma che met- chi ed incerti passi, esperienze forti e qualche fal- ti al mondo consapevole che dovrai lasciarlo libe- limento, tutto all’insegna della evoluzione e del
Il Mosaico 21 cambiamento. Ora è qui, ad offrirsi al territorio così come p. Piero ci ha sempre insegnato e ricor- calabrese (e anche ad altre Regioni, per dirlo con dato. È un servizio che, professionalmente parlan- orgoglio a stento celato), con umiltà e senza fron- do, è per molti ma non per tutti; uno spauracchio zoli, così come ha iniziato. Ha saputo adeguarsi ai per la mole di impegno, per i rapporti continui con mutamenti sociali, ha saputo prendere in carico le i servizi pubblici, per le scadenze, le relazioni da nuove problematiche e i drammi vissuti dagli indi- produrre… è un “deterrente” formato da una caro- vidui per responsabilità di altri individui. E oggi, vana fatta soprattutto di bambini, mocciosetti (con oltre ad accogliere donne sole, madri e bambini, affetto) urlanti e capricciosi che spesso non sanno accoglie anche le vittime del “nuovo” male e cioè cosa significa il “no” e ignorano la proprietà priva- di quella sete di possesso e sfruttamento, sessuale ta, trasformano il “non toccare” in un “l’ho rot- ed economico, che ha dato il via alla Tratta degli to, l’ho staccato, l’ho sporcato”, ma che altrettanto Esseri Umani. Altre storie, altri abbracci, altre lacri- spesso non sanno cosa sia un abbraccio e un bacio me. Tanto bisogno di aiuto. Tanta voglia di provare sulla fronte e, quando capiscono che esistono an- ad esserci per tutti, con professionalità ed umanità che queste cose e che le madri sono capaci di darli, che, badate bene, non è un vessillo da sventolare si meravigliano e accolgono le affettuosità, prima di gloriosamente come ostentazione di qualcosa ma, tornare a rompere, staccare, sporcare. davvero, l’umanità/la solidarietà (restiamo umani) è Ed io? Io sono di nuovo al Rosa e l’Azzurro. Dall’i- davvero il “minimo sindacale”; la componente che nizio, in sedici anni, è la terza volta che ci lavoro (da di base e senza aspettarsi meriti e pacche sulle spal- quasi sette anni di fila ormai). Qualche anno fa, p. le, si DEVE avere. Siamo invece arrivati al punto di Piero mi chiese: “Dove vuoi andare? Maddalena, osservare che i gesti carichi di “umanità” vengano Rosa e Azzurro o Sunrise?” E io, consapevole che considerati come perle rare da enfatizzare mentre la mia sarebbe stata certamente la risposta sbaglia- sono sì perle preziose ma a corredo genetico pro- ta, risposi: “Maddalena”. E lui: “Brava, hai scelto il prio degli individui. Rosa e l’Azzurro, hai scelto bene”. Aveva ragione. Il Rosa e l’Azzurro è, per me, così. Fa il suo do- È sempre amore, come quello del 2003; avrei prefe- vere, umilmente e senza cercare gloria. Incassa le rito, ad un certo punto del mio percorso lavorativo, sconfitte e rielabora le ingiustizie e le amarezze che non riviverlo per “scappare” un po’ dall’assedio dei spesso provengono anche dalle persone per le quali minori urlanti ma, come sempre, mi sono trovata si spende con amore e passione attraverso gli ope- pienamente coinvolta in quello che è uno dei servizi ratori ed il servizio offerto. È al servizio degli altri, più difficili e impegnativi che la Fondazione Città Solidale offre. Prima o poi cambierò stanza, come ci dice p. Piero quando noi operatori ci trasferiamo pres- so un altro servizio FOCS; lascerò qui il cuore sapendo però che, oltre a non esse- re un addio, Il Rosa e l’Azzurro sarà pronto ad accogliermi di nuo- vo quando sarà neces- sario così come tanti anni fa lei tornò a noi come un figlio, dopo un anno di Erasmus. di L. L.
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