IL MOSAICO Fondazione Città Solidale Onlus 1999 2019 - Fondazione Città Solidale ...

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IL MOSAICO
         NUMERO SPECIALE SETTEMBRE 2019

                     Fondazione
                Città Solidale Onlus

                                     1999 § 2019

   ANNO XVII N. 3 - SETTEMBRE 2019 - N.R.G. 101/2014 PRESSO TRIBUNALE ORDINARIO DI CATANZARO
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            FONDAZIONE CITTÀ
                                                                          Sommario
          SOLIDALE ONLUS (FOCS)

                     I nostri servizi                          4 Editoriale
                                                               d Antonella Aletta
G.A. maschile “Comunità S. Domenico” e G.A. femminile          5 Buon Compleanno, Fondazione!
“Sunrise” per minori a rischio di devianza;                    di p. Piero Puglisi, Presidente Fondazione Città Solidale
“La Tenda di Mamre”: Comunità Alloggio per adulti in dif-
ficoltà;                                                       7 Calendario Eventi Venti Anni
“L’Aliante”: Comunità Alloggio per adulti in difficoltà;
“Il Rosa e l’Azzurro”: Centro di Accoglienza per donne in
                                                               8 Il senso della Fondazione Città Solidale oggi
                                                               di + p.Vincenzo Bertolone, Sdp - Arcivescovo
condizioni di disagio, con o senza figli;                      Catanzaro Squillace
“Vivarium”, “Il Golfo”, “S. Maria del Monte”, Centri
SIPROIMI per MSNA richiedenti asilo e rifugiati;               10 Per i 20 anni della Fondazione “Città soli-
“Nostra Signora di Guadalupe”, “L’Approdo”, “Condò”:           dale”. Tanti motivi per dire “grazie”
Centri SIPROIMI per adulti stranieri richiedenti asilo e ri-   di + Mons. Antonio Cantisani, Arcivescovo emerito
fugiati;
                                                               Catanzaro Squillace
“Oasi di misericordia”: accoglienza e mensa serale per i po-   12 Comunicare per testimoniare l’impegno
veri, anche con distribuzione itinerante dei pasti;            sul territorio - un nuovo sito, presenza sui
Centro Antiviolenza “Centro Aiuto Donna”;                      social, un video istituzionale e il bilancio
Centro Formazione per formazione continua, superiore,          sociale
utenze speciali.                                               di Francesco Pira, professore di Comunicazione
Centro Diurno Disabili “Cassiodoro”;
                                                               Università di Messina e Consulente Città Solidale
Centro Diurno Disabili “G. Minozzi”.                           14 Casa d’Accoglienza Maddalena
Casa d’Accoglienza per famiglie di degenti “Alma Mater”.
                                                               16 Gruppo Appartamento maschile
            SOSTIENICI ATTRAVERSO                              Comunità S. Domenico
      La tua presenza fisica in qualità di volontario/a;
 Acquisto di bomboniere solidali per momenti importanti.
                                                               17 Casa d’Accoglienza L’Aliante
            Donazioni in denaro per contibuire alle            19 Casa d’Accoglienza Il Rosa e
          azioni di solidarietà realizzate dalla FOCS:         l’Azzurro
                    Conto Corrente Bancario
            IT 10 E 03359 01600 1 00000141021                  22 Centri di Accoglienza per richiedenti e
                   c/o Banca Prossima S.P.A.                   rifugiati
   Devolvendo il tuo 5x1000: indicando nello spazio del
                                                               24 Casa d’Accoglienza Oasi di Misericordia
modello 730 e Unico che il tuo commercialista ti indicherà,
              il seguente numero di partita IVA:               25 Centro Diurno Disabili Cassiodoro
                         02273080792
Le somme versate alla FOCS godono dei benefici fiscali         26 Gruppo Appartamento femminile
previsti per donazioni alle Onlus.                             Sunrise
                    DONARE CONVIENE
                                                               27 Centro Diurno Disabili G. Minozzi
                                                               28 Centro Antivolenza Centro Aiuto Donna
          Direttore Responsabile: S. Taverniti
        Editore: Fondazione Città Solidale Onlus               30 Centro Progettazione,
         Direttore di Redazione: Francesco Pira                Monitoraggio e Sviluppo
            Redazione ed Amministrazione:
           A. Aletta, M. Marchio, E. Pungillo
                                                               32 Casa d’Accoglienza Alma Mater
      FONDAZIONE CITTÀ SOLIDALE ONLUS                          33 Storie di Vita di alcuni ospiti
               Email: cittasolid@tiscali.it
            PEC: cittasolidale@arubapec.it;                    40 Alcune testimonianze di ospiti e volontari
           sito: www.fondazionecittasolidale.it
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                                        EDITORIALE

                 L
                 di Antonella Aletta
                             a Fondazione Città Solidale        Servizi, dunque non troveremo qui no-
Editoriale                   quest’anno compie vent’anni!       tizie dettagliate e tecniche su ciò che
                             Sono pochi o sono tanti, 20        sono le strutture e su cosa esse offro-
                             anni? Per una persona, si trat-    no. Piuttosto abbiamo voluto dare un’i-
                 ta di una buona parte della vita. E per        dea di come certi servizi siano nati, del
                 un’Organizzazione lo sono anche. Cam-          perché del loro nome, della vita e delle
                 biano tante cose in 20 anni, non solo a        storie che vi sono passate dentro. Solo
                 livello personale, locale, ma anche a li-      e giusto un’idea. Molte cose ancora po-
                 vello mondiale.                                trebbero essere scritte e raccontate.
                 La società ed il mondo sono cambiati           A chi può servire tutto questo? Agli
                 in questi 20 anni, ed anche Catanzaro          amici, a chi conosce la Fondazione e
                 è cambiata. In bene o in peggio, non è         forse vuole conoscerla un po’ meglio. A
                 facile dirlo. Dipende dalle prospettive e      chi vi lavora: chi ha avuto il dono di par-
                 dal tipo di lettura che si intende dare ai     tecipare alla fase fondativa, “delle origi-
                 fenomeni.                                      ni”, perché faccia memoria delle espe-
                 Anche la Fondazione è cambiata, e mol-         rienze preziose che ha vissuto; ed anche
                 to. Da una piccola Organizzazione, con         chi è entrato “in corsa”, chi ha visto già
                 5/6 persone che vi si impegnavano quasi        strutture avviate e forse non conosce la
                 a titolo di volontariato ed accoglievano       fatica e le vicissitudini che sono dietro
                 circa una decina di persone in difficoltà,     ogni servizio.
                 è diventata un’Organizzazione che offre        È un modo anche per rendere grazie al
                 un’attività stabile e retribuita a quasi 100   Signore di tutte le cose belle che sono
                 dipendenti ed ospitalità e servizi a centi-    state fatte attraverso le persone che Lui
                 naia di persone.                               ha guidato perché queste cose si realiz-
                 Abbiamo voluto dedicare un numero              zassero, primo fra tutti padre Piero, che
                 speciale del Mosaico alla celebrazione         alla Fondazione ha dedicato il suo sa-
                 di questi primi venti anni della Fonda-        cerdozio.
                 zione, cercando di “raccontare” le sue         Per questo, a tutti: Buona lettura!
                 strutture. Non si tratta di una Carta dei      Ed alla Fondazione: tanti auguri!!!!!
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Il Mosaico 5

                           BUON COMPLEANNO,
                              FONDAZIONE!

di p. Piero Puglisi, Presidente Fondazione Città Solidale Onlus

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          4 settembre 2019: la Fondazione raggiun-        uno stile che sia ‘il timbro’ della Fondazione.
          ge una significativa tappa del suo cammino,     Chiederemo a tanti di conoscere attraverso i social
          il ventesimo anno dalla sua nascita; se poi     la nostra realtà ed aggiungersi alle nostre comunità
          consideriamo che il primo servizio risale già   virtuali; ad oggi facebook conta 1600 utenti, vor-
al 1993, comprendiamo che l’evento è ancora più           remmo che si arrivasse entro la fine del 2019 a 3000
importate. Con il passare degli anni, questa realtà è     persone che abbiano la possibilità di visualizzare i
riuscita a crescere e a distinguersi sul territorio per   nostri aggiornamenti. Ci auguriamo che ogni noti-
professionalità e competenza. Il raggiungimento di        zia che riguarda la vita della Fondazione e che passa
questo obiettivo ci impone di essere ancora più at-       ovviamente dai vari network possa essere condivi-
tenti alla comunicazione e all’immagine che voglia-       sa da tanti per raggiungere il maggior numero di
mo sempre più curare e dare all’esterno.                  persone. Comunicare quello che facciamo non è
Una delle condizioni necessarie per la buona vita         autoincensarsi, vantarsi dei risultati, ma diffonde-
di un’Organizzazione è la Comunicazione. Stiamo           re il bene, contagiare perché molti si sentano invo-
lavorando sodo su questo binario già da tempo: ab-        gliati ad amare, servire, dare se stessi, condividere
biamo dato impulso alla formazione, ci siamo do-          ciò che possono; è un modo di testimoniare che la
tati di un consulente esperto, stiamo affinando tutti     passione e l’impegno che ogni operatore della Fon-
gli strumenti necessari … Per questo motivo, a par-       dazione mette nel proprio lavoro quotidiano aiu-
tire da questo momento, i nostri strumenti comuni-        ta questo mondo a diventare migliore, solleva ed
cativi ci aiuteranno a dare un volto bello, funzionale    incoraggia centinaia di fratelli e sorelle che vivono
e sempre più armonioso alla Fondazione e di essa.         nel disagio, comunica un messaggio importante: ‘la
Un sito più dinamico, canali social sempre più ag-        solidarietà cambia il mondo’. Aiuteremo anche così
giornati e accattivanti, una linea comune, unica ed       questa umanità a rimanere ‘umana’ e a non perdere
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Il Mosaico 6
                                                            rio per promuovere i venti anni della Fondazione
                                                            (troverete a fianco il calendario), ed altro ancora.
                                                            La Comunicazione non è, ovviamente, l’unico
                                                            ambito che ci vedrà concentrati nell’arco del ven-
                                                            tennale, semmai sarà lo strumento che ci consen-
                                                            tirà di rendere più visibile il nostro lavoro, più
                                                            trasparente l’operato quotidiano (sia in ambito
                                                            sociale che economico-amministrativo), più di-
                                                            namica ed efficace l’azione di cittadinanza e la
                                                            politica sociale nel territorio. Le povertà aumen-
                                                            tano, deve crescere nella nostra società anche la
                                                            sensibilità e l’attenzione perché la lotta contro il
                                                            disagio, l’emarginazione, la violenza, l’offesa alla
                                                            dignità delle persone sia più corale, contagiosa e,
                                                            perciò, diffusiva. Lavoreremo in questa direzione
                                                            con sempre maggiore passione ed amore e non ci
mai la speranza. Per questo, la Fondazione inten-           stancheremo di denunciare i soprusi, l’indifferen-
de potenziare e qualificare la comunicazione per            za, la mancanza di attenzione e di politiche giuste
sensibilizzare l’opinione pubblica e gli enti che dif-      a favore dei più deboli.
ficilmente si interessano di problematiche sociali.         Città Solidale continua così il percorso verso il
Nuovi strumenti saranno utilizzati, una Newsletter          Cambiamento iniziato già lo scorso anno, presto
con cadenza quindicinale (sarà avviata il prossimo          diventerà un Ente del Terzo Settore e lascerà la
1 ottobre), un Mosaico completamente rivisto gra-           veste di Onlus che l’ha accompagnata e caratteriz-
ficamente (con cadenza quadrimestrale), un sito             zata per venti lunghi, intensi ed appassionati anni.
del Fundraising strutturato che consentirà di pub-          Il Cambiamento continua, il cambiamento nutre
blicizzare e rendere visibili le varie attività messe in    la nostra vita, il cambiamento ci accompagnerà
programma nell’anno e che, rispettando il criterio          ancora in tutto il nuovo anno che sta per comin-
della trasparenza, dia visibilità alle opere che realiz-    ciare. Farà di noi persone migliori e renderà più
ziamo grazie all’aiuto dei diversi sostenitori, un vi-      bella questa Organizzazione. Contribuirà, soprat-
deo per il Ventennale che sarà diffuso attraverso il        tutto, a rendere l’umanità un tantino migliore e
nostro sito e sui social, diverse iniziative sul territo-   estimoniar che ‘la Speranza vince sempre’.
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Il Mosaico 7

    Fondazione Città Solidale onlus
                      Calendario EVENTI
                        Venti Anni
              24 Settembre 2019 - Giugno 2020

          Settembre               24
                                          Cena ventennale
                                          (un momento di famiglia. . . solo operatori)

                 Dicembre                     21     Concerto Gospel

Aprile
                      4          VII Premio Città Solidale

            Maggio           8
                                       Tavola rotonda/talk show sulla solidarietà e
                                       presentazione Bilancio Sociale, momento di
                                       convivialità con i referenti delle Istituzioni

               Giugno                       Celebrazione giornata del migrante e
                                            Festa conclusiva con cucina etnica,
                                    20
                                            musica, canti e balli, allestimento
                                            stand, attività di Street art.
                                            Chiusura Ventennale

 I dettagli delle attività verranno comunicati mensilmente sul sito
        http://www.fondazionecittasolidale.it
        e sulla Newsletter della Fondazione
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                              Il senso della
                      Fondazione Città Solidale oggi
di + p.Vincenzo Bertolone, Sdp - Arcivescovo Catanzaro Squillace

                                                                              si può vincere la condizione di
                                                                              povertà, almeno di favorire la
                                                                              povertà onesta, cioè assicurare
                                                                              servizi dignitosi e attività di in-
                                                                              clusione sociale alle «persone in
                                                                              condizioni svantaggiate in ragio-
                                                                              ne di condizioni fisiche, psichi-
                                                                              che, economiche, sociali, etniche,
                                                                              del sesso o familiari».
                                                                              La solidarietà, per questa Città
                                                                              solidale voluta all’epoca da mons.
                                                                              Cantisani ed ancora operante
                                                                              mediante un Consiglio di Ammi-
                                                                              nistrazione di cinque persone di
                                                                              nomina arcivescovile, non è sol-
                                                                              tanto un’esigenza di civiltà e di
                                                                              solidarietà umana, ma traduzio-

L
                                                                              ne di un monito evangelico, che
           ’abate Antonio Ge-          siddette avanzate), ma addirittura     chiama tout court beati coloro
           novesi, primo catte-        incrementata con grave rischio         che sono poveri.
           dratico europeo di          di degrado e inselvatichimento?        Un’esigenza e un monito che,
           Economia civile, nella      Come evitare la povertà estre-         oggi, prego e spero trasformi
seconda parte delle sue “Lezioni       ma o radicale di coloro che non        radicalmente, alla luce della bea-
di economia civile” così definiva      l’hanno scelta per vocazione,          titudine evangelica, la situazione
la povertà, allora molto presente      come fanno ancor oggi gli espo-        economica e civile delle nostre
nelle città europee come vero e        nenti degli Ordini religiosi, i qua-   città. I cristiani e tutte le perso-
proprio nodo problematico per          li si votano all’insigne virtù della   ne di buona volontà, sono chia-
le finanze e la tenuta della mone-     povertà radicale, spogliandosi di      mati a coinvolgere non soltanto
ta: «L’estrema povertà mai non         ogni bene materiale e di ogni at-      gli antichi operatori, ma anche le
è buona, se non quando sia una         taccamento emotivo o spirituale?       nuove generazioni di economi-
selvatica abitudine o scelta libera,   Sono questi gli interrogativi non      sti e operatori sociali e pastorali.
ma accompagnata da molt’altre          solo degli economisti e dei poli-      Come ha scritto papa France-
insigni virtù… A me piace prefe-       tici di allora e di oggi, ma anche     sco, in vista dell’evento di Assisi
rire l’onesta povertà alle non giu-    delle nostre comunità cristiane:       “Economy of Francisco” (26-
ste ricchezze» nei pubblici affari,    da un lato, consapevoli che «i po-     28 marzo 2020), occorre infatti
in vista del bene comune (p. 109).     veri li avrete sempre con voi» (Mc     «promuovere insieme, attraverso
Sembrano osservazioni non del          14,7); ma, dall’altro, coscienti che   un “patto” comune, un processo
Settecento, ma dei nostri giorni       occorre beneficarli sempre, come       di cambiamento globale che veda
specialmente per chi si dichiara       dal 1999 ben sa e fa la Fondazio-      in comunione di intenti non solo
cristiano. Come gestire la po-         ne Città solidale Onlus. Il dovere     quanti hanno il dono della fede,
vertà, non soltanto non ancora         umano e cristiano resta, infatti,      ma tutti gli uomini di buona vo-
debellata dalle nostre civiltà (co-    nei secoli quello, se proprio non      lontà, al di là delle differenze di
IL MOSAICO Fondazione Città Solidale Onlus 1999 2019 - Fondazione Città Solidale ...
Il Mosaico 9
credo e di nazionalità, uniti da       sponsabilità, anche grazie a mo-      dizione: di Paolo, dei Padri, dei
un ideale di fraternità attento so-    vimenti ed enti ecclesiali, di non    Dottori, dei grandi Maestri di
prattutto ai poveri e agli esclusi.    vietare l’accesso alle opportunità    spiritualità, dei Santi della Carità,
Invito ciascuno di voi ad esse-        sociali ed economiche ad alcune       come Francesco d’Assisi, Vin-
re protagonista di questo patto,       persone che, intanto, stentano a      cenzo de’ Paoli, e, per me sacer-
facendosi carico di un impegno         restare al passo con le trasforma-    dote bocconista Servo dei poveri,
individuale e collettivo per colti-    zioni accelerate della globalizza-    di Giacomo Cusmano. Scegliere i
vare insieme il sogno di un nuo-       zione. All’indifferenza (anche        poveri vuol dire scegliere il Van-
vo umanesimo rispondente alle          essa globalizzata) e alla povertà     gelo, ergo Cristo, luce contro le
attese dell’uomo e al disegno di       estrema, la Chiesa offre sempre       tenebre, Sposo che rimodella il
Dio».                                  i verbi operativi, oggi coniugati     volto della sua Sposa-Chiesa. Per
Tutte le opere ecclesiali e dioce-     da papa Francesco in controten-       questo si può dire che il povero è
sane, dunque anche quella di cui       denza: “accogliere, proteggere,       sacramento di Cristo, sua manife-
parliamo oggi per il ventennale,       promuovere e integrare”. Verbi        stazione storica come un ottavo
devono inserirsi in questa tradi-      che, opponendosi alle logiche         sacramento.
zione. Nata all’epoca per gestire i    funeste della cultura dello scar-     L’opzione per i poveri, non è una
servizi messi in atto dalla Caritas    to, incentivano logiche di inclu-     scelta morale, filantropica, socia-
diocesana e introdurne di nuo-         sione, ovvero postulano ed at-        le, economica, cioè a sentimenti
vi, questa nostra Fondazione è,        tuano logiche di relazionalità e      di solidarietà umana, ma è uno
chiamata ad attuare una modalità       di alterità: caratteristiche volute   status grazie al quale si hanno
di essere Chiesa, al servizio del-     dal Creatore e assunte da Cristo,     “gli stessi sentimenti di Cristo”.
la società civile e della comuni-      come tratti distintivi di ogni es-    «Manda, Signore, ancora profeti
tà ecclesiale, per portare, anche      sere umano e prerequisiti della       / uomini certi di Dio, / uomini
se in piccola misura, il proprio       sua piena realizzazione.              dal cuore in fiamme /. […] a dire
contributo per cambiare l’attuale      Bisogna riconoscere Gesù Cri-         ai poveri / di sperare ancora. /
economia e dare un’anima all’e-        sto nella fede, tanto nell’Euca-      Che siano appena tua voce» (P.
conomia di domani.                     ristia (pane e vino quotidiano,       David Maria Turoldo).
È l’anima evangelica che darà          che sfama e disseta gli affamati
un’impronta ad ogni azione e ad        e gli assetati) quanto nel povero,
ogni impresa. È quest’anima che        rientrando nell’alveo della Tra-
negli anni, anche favorendo l’oc-
cupazione di ben cento operato-
ri, ha fatto sì che la nostra Comu-
nità diocesana, anche attraverso
la Fondazione, si è potuta porre
accanto ai migranti e profughi,
ai richiedenti asilo e rifugiati, ai
minori a rischio, alle donne in
difficoltà, ai senza fissa dimora,
alle persone che hanno subito
abusi perché minori o particolar-
mente vulnerabili… Il tutto con
l’obiettivo finale di includere so-
cialmente, che non è qualcosa di
automatico, per cui i più disagiati
e gli scartati vengono inseriti nel
processo di crescita generale, ma
una decisione, consapevolmente
presa da chi ha il potere e la re-
IL MOSAICO Fondazione Città Solidale Onlus 1999 2019 - Fondazione Città Solidale ...
Il Mosaico 10

        Per i 20 anni della Fondazione Città solidale

             TANTI MOTIVI PER DIRE GRAZIE
di + Mons. Antonio Cantisani, Arcivescovo emerito di Catanzaro Squillace

N
              on mi stancherò          comunque ricordati con immen-          settembre del 1999. Ed ora è
              mai di rendere lode      sa gratitudine, va senz’altro anno-    certamente più intenso l’inno di
              al Signore per le in-    verato il decreto con cui istituivo    gratitudine che sale all’Altissimo,
              numerevoli grazie        la Fondazione “Città solidale”.        perché in questi vent’anni la Fon-
di cui ha ricolmato la Chiesa di       Era il 24 settembre 1999. Una          dazione ha sempre cercato di es-
Catanzaro-Squillace durante il         data davvero significativa!            ser fedele al suo compito di offri-
mio lungo episcopato. Bastereb-        Sinceramente, si trattò di una         re concreti servizi a favore dei più
be pensare alla visita di S. Gio-      decisione presa con assoluta si-       svantaggiati, affermando il valore
vanni Paolo II e del Patriarca di      curezza: attuava, in fondo, una        assoluto della persona umana ed
Costantinopoli Bartolomeo I,           scelta giustamente operata dalla       educando così alla condivisione,
al Sinodo Diocesano e al Con-          Conferenza Episcopale Italia-          alla solidarietà, alla giustizia e alla
gresso Eucaristico, alle due visite    na. La Caritas non doveva gesti-       pace. I poveri devono diventare i
pastorali e alla grande missione       re opere, ma vivere in maniera         protagonisti della storia!
francescana in città. Sono state       sempre più intensa la sua speci-       E non basta: è davvero sincero il
peraltro visite del Signore che        fica finalità pedagogica: formare      “grazie” che sale al Signore, per-
c’invitava ad una vita nuova. An-      i singoli fedeli e l’intera comunità   ché intanto l’albero è cresciuto e
che gli eventi dolorosi che non        diocesana a considerare davvero        ha dato tanti frutti, che allora non
sono mancati.                          essenziale l’amore al prossimo.        si potevano assolutamente imma-
A ragione vengono definiti “in-        Alle opere avrebbe dovuto pen-         ginare. La Fondazione ha conti-
numerevoli” i benefici di cui il       sare un altro organismo. Ed ecco,      nuato a gestire le opere avviate
Signore ci ha fatto dono: spesso       così, la Fondazione “Città solida-     dalla Caritas, ma ne ha istituite
mi hanno spinto a dire: “Tutto è       le”.                                   molte altre fino ad arrivare oggi a
grazia”. Ma, tra gli altri che vanno   Sono trascorsi 20 anni da quel         diciassette. Ed esse sono davvero
Il Mosaico 11
una forte testimonianza evange-       anche perché, come ho sempre          civile – ha detto Papa Francesco
lica. “Tacciano le parole – conti-    raccomandato, è venuta incontro       – se si prende cura degli “scarta-
nua a dirci sant’Antonio – e par-     alle vecchie povertà, ma soprat-      ti” dalla società. Allora, si potrà
lino le opere”. E se è vero che le    tutto alle nuove povertà, pro-        dire di credere davvero nella per-
opere sono espressione di amore,      vocate da una società che pur-        sona umana come valore assolu-
è altrettanto vero che esse hanno     troppo non cammina secondo il         to, unico fondamento di una so-
una grande forza a farci maturare     progetto di Dio. Ed ecco perciò       cietà veramente solidale.
nel servizio dei fratelli. È amando   la Fondazione intervenire con         In questa felice circostanza augu-
che si impara ad amare!               concreti e qualificati servizi per    ro intanto alla Fondazione “Città
Mi sia però consentito di affer-      le donne in difficoltà, italiane e    solidale” di continuare ad assicu-
mare che ciò che mi porta a dir       straniere, vittime di violenza e di   rare nel nostro territorio, con una
grazie al Signore con particolare     maltrattamenti, per i rifugiati e i   rinnovata creatività, la presenza
intensità è il fatto che la Fonda-    richiedenti asilo, per i ragazzi di   di un autentico amore, accom-
zione si è sempre ispirata nei suoi   colore non accompagnati e per i       pagnata dalla fede, dall’affetto e
servizi a quello spirito che deve     nostri che sono a rischio. E quel     dalla collaborazione dell’intera
sempre animare tutte le scelte che    che è più significativo è il fatto    comunità ecclesiale. Anche quan-
si fanno in nome del Vangelo.         che la Fondazione è intervenuta       do le istituzioni avranno piena-
In termini concreti, sono davve-      ordinariamente per prima e, non       mente svolto il loro compito, ci
ro lieto perché la Fondazione ha      di rado, da sola.                     sarà sempre da scoprire con l’oc-
confermato ciò che è stato una        Continuo ad essere convinto che       chio della fede fratelli che, nasco-
costante del mio magistero: l’op-     rimane un rischio: fare opera di      sti allo sguardo comune, avranno
zione preferenziale dei poveri è      supplenza là dove le istituzioni      bisogno di una fattiva vicinanza.
una dimensione essenziale –es-        pubbliche non sono in grado di        D’altra parte, avremo sempre bi-
senziale, sottolineo – dell’essere    dare risposte. Certo, non si può      sogno di chi ci ricordi che bisogna
cristiani. I poveri sono la “carne    assolutamente tornare indietro.       amare Cristo in loro e di amarli
di Cristo”, come dice il Papa, ri-    Ma voglio essere sicuro che la        col cuore di Cristo. Così costrui-
cordandoci che occorre baciarne,      Fondazione farà da “coscienza         remo una Chiesa veramente bella
accarezzarne, curarne le piaghe.      critica”, stimolando le istituzioni   e una società autenticamente so-
Sento, poi, il bisogno di espri-      ad assumere quegli impegni che        lidale. Proprio secondo il disegno
mere alla Fondazione “Città so-       sono peraltro fissati nella nostra    di Dio!
lidale” il più vivo apprezzamento     Costituzione. La società può dirsi

                                        Prima struttura a Badolato
Il Mosaico 12

           COMUNICARE PER TESTIMONIARE
              L’IMPEGNO SUL TERRITORIO
              Un nuovo sito, presenza sui social,
           un video istituzionale e il bilancio sociale

di Francesco Pira, professore di Comunicazione Università di Messina - Consulente di Città Solidale

N
               ell’ultimo anno la        anni. Un modo per spiegare            dato il raccolto. Viviamo nell’era
               Fondazione Città          come le risorse vengono impie-        dell’immagine, che ha vinto sul-
               solidale ha lavora-       gate al servizio di un territorio e   la parola. La batte sul tempo. E’
               to moltissimo sulla       dei più deboli. Il progetto, che      l’era di Instagram che ha battutto
comunicazione e sulla formazio-          ho e avuto l’onore di coordinare,     Facebook, ma è una concorrenza
ne sulla comunicazione. Un sito          dopo una specifica formazione di      in famiglia perché il proprietario
web totalmente rieditato, presen-        un gruppo di operatori, continua      è lo stesso, dove quotidianamen-
za fissa su Facebook, Instagram,         a prendere forma e troverà forza      te depositiamo scatti del nostro
Linkedin e Youtube e un video            e cercherà di consolidarsi nell’an-   quotidiano: bello, brutto, condi-
istituzionale per raccontare cose        no delle celebrazioni del venten-     visibile, utile…ma anche no!!!
è stata ed è questa grande impre-        nale.                                 Per chi fa comunicazione socia-
sa solidale che festeggia 20 anni        Anche il Premio Città Solidale        le oggi il compito è molto arduo.
di vita. E proprio nel 2019 si è         nell’edizione del 2019 ha avuto       Nell’era della spettacolarizzazio-
dotata di un altro strumento im-         un ampio successo ed una visi-        ne del dolore e dell’odio cosa fa
portante: il bilancio sociale. Il pri-   bilità nazionale ed internaziona-     chi opera al servizio degli altri.
mo numero è stato una sorta di           le. Insomma è stato un anno di        E’ un momento in cui la fragilità
bilancio di mandato degli ultimi 5       duro lavoro ma dove la semina ha      e la liquidità dei rapporti stanno
Il Mosaico 13
mettendo a dura prova il nostro          come la Fondazione Città Soli-         messaggio cristiano. Non lo pro-
essere cittadini di una comunità.        dale sanno essere protagoniste di      fessano e basta. Accanto di chi ha
Qualche giorno fa in un mio ar-          questo cambiamento. Un primo           bisogno.
ticolo per La Voce di New York           risultato dal progetto comunica-       Proprio a Padre Piero ho raccon-
ho provato a raccontare la nostra        zione è stato raggiunto e di que-      tato delle risposte del filosofo
società.                                 sto possiamo essere consapevoli.       Umberto Galimberti al giornali-
Le nostre relazioni sono diventate       Ma il percorso è lungo e fatico-       sta del Corriere della Sera, Stefa-
molto più ansiogene. Scriviamo e         so. La comunicazione si evolve,        no Lorenzetto, che gli chiedeva
pretendiamo subito la risposta.          attimo dopo attimo, e il mondo         come mai si costruiscono Cri-
L’era social ha modificato il lin-       del sociale deve saper raccogliere     stogrill al posto delle Cattedra-
guaggio e la gestione delle rela-        questa sfida e lavorare nella giusta   li: “Padre David Maria Turoldo
zioni interpersonali. Abbiamo            direzione.                             celebrò le mie nozze - ha detto
nell’arco della giornata molti più       La Fondazione città solidale deve      Galimberti -, sosteneva che le
rapporti social che rapporti so-         continuare a farlo forte di un pas-    chiese oggi sono ridotte a gara-
ciali.                                   sato, lungo 20 anni, e di un pre-      ge in cui è parcheggiato Dio. Ma
Sono tanti gli strumenti che ab-         sente capace di cogliere le sfide e    la gente per credere ha bisogno
biamo a disposizione. E noi adul-        di viverle. Un passato ed un pre-      della liturgia, del canto, dell’or-
ti stiamo seguendo i più giovani         sente ricco di valori, emozioni,       gano, dell’incenso. L’ho detto
nella digitalizzazione dei senti-        contenuti, immagini, storie, vita,     anche a Papa Francesco. E ho
menti, nella vetrinizzazione di          solidarietà, forza e cambiamento.      aggiunto: Santità, lei ha messo le
qualunque performance. Ci si co-         Sono molto onorato di lavorare         persone davanti ai principi, però
nosce in chat, si comunica attra-        per la Fondazione Città Solidale,      ha un polmone solo, lavora come
verso app di tutti i tipi. Abbiamo       di aver incontrato sulla mia stra-     un pazzo, è pieno di nemici; stia
bisogno di documentare tutto             da Padre Piero Puglisi. Un uomo        attento a non morire, altrimenti
quello che facciamo, ogni istan-         di fede, Presidente della Fonda-       dopo ne eleggono uno che rimet-
te, con un ritmo quasi forsenna-         zione, che ha saputo mettere al        te i princìpi davanti alle persone”.
to. Cerchiamo ascolto, amicizia          centro della missione di questa        Lui ha riso e mi ha abbracciato,
e amore sui social. Auspichiamo          importante Impresa di solidarietà      sussurrando: “Si ricordi che Dio
che qualcuno condivida il nostro         la persona. Lui e tutte le donne e     salva le persone, non i princìpi”.
post, un nostro pensiero, una            gli uomini che lavorano nelle sue
massima, una foto. Aspettiamo            strutture vivono ogni giorno il
il like o il cuoricino. E’ la gratifi-
cazione piena di quanto abbiamo
scritto o pensato, o addirittura
copiato.
Le parole vengono sostituite
sempre più dalle immagini. Prima
si raccontava agli amici cosa era
successo, cosa si provava, le emo-
zioni, le liti, oggi sembra quasi
che se non si produce una storia
su Instagram per documentare
cosa stiamo facendo o è succes-
so, non siamo credibili o ricono-
scibili.
Costruire insieme una società mi-
gliore, contro i modelli di fragilità
e liquidità. Una società che sia so-
lidale e incisiva, e dove strutture
Il Mosaico 14

         La breve presentazione delle strutture è stata curata da
         Antonella Aletta, Laura Lamanna, Sandro Lapenna,
          Monica Riccio, Umberto Fedele, Manuela Marchio,
          Roberta Critelli, Ilenia Viscomi, Donatella Galati.

                              Casa d’Accoglienza
                                 Maddalena

I
        n un certo senso, da qui tutto è cominciato.       vamente all’accoglienza di persone in difficoltà: G.
        La prima storica sede della Maddalena è in-        fu uno dei primi ospiti, ed uno di quelli che è stato
        fatti la struttura in via Discesa Carbone (in      più a lungo nella casa, “trovato” nella sala d’attesa
        cui è attualmente ospitato L’Aliante), che era     della stazione di Sala (all’epoca funzionante) dove si
in origine la casa canonica della chiesa adiacente         rifugiava per la notte.
(una chiesa ed un quartiere che sono inseriti nella        Inizialmente, praticamente gli ospiti si autogestiva-
più antica storia di Catanzaro). La casa non serviva       no, ma negli anni, il servizio è gradualmente miglio-
all’allora parroco della Cattedrale, d. Franco Isabel-     rato per rispondere sempre più e meglio alle esi-
lo, e fu perciò affidata alla Caritas Diocesana, di cui    genze del territorio, tenendo conto anche della sua
all’epoca era direttore p. Piero Puglisi (nel lontano      unicità. Infatti, mancano a Catanzaro strutture che
1993/94).                                                  accolgano persone senza problematiche particola-
Agli inizi ospitava gli uffici della Caritas (a piano      ri e già definite o conclamate, che non siano cioè
terra e poi nel salone del primo piano), gli obiettori     tossicodipendenti, alcolisti, anziani, etc.. Per perso-
di coscienza che all’epoca facevano vita comunita-         ne con problematiche più ampie (senza dimora, in
ria e dunque alloggiavano lì anche la notte, qualche       situazione di disagio sociale o familiare, stranieri,
ospite (per lo più stranieri) per la notte.                persone o famiglie sfrattate o con altri problemi le-
Poi gli uffici della Caritas furono trasferiti in piazza   gati alla mancanza di un alloggio) sono scarsi o ine-
Duomo (nel 1993), gli obiettori non facevano più           sistenti i servizi messi a disposizione dal territorio.
vita comunitaria e la casa fu così destinata esclusi-      Si è così pensato di dar loro una casa: non un rico-
Il Mosaico 15
vero freddo ed anonimo, in cui sfamarsi e trovare         grado di offrire una struttura perfettamente a nor-
alloggio temporaneo, ma un ambiente familiare,            ma per l’accoglienza comoda di 10 persone, con la
accogliente, “caldo”, in cui tentare di ricomporre i      presenza di un’equipe di operatori che garantisco-
frammenti della propria esperienza di vita.               no un servizio professionalmente ed umanamente
All’inizio, la vecchia casa canonica adattata alla me-    qualificato, presenti in struttura 24 ore su 24 (festivi
glio con un volontario che assicurava delle visite alla   compresi, senza alcuna interruzione del servizio).
struttura in alcune ore della giornata (per la spesa,     Attualmente la struttura si trova in Via Carlo V, in
la manutenzione, eventuali emergenze). Gradual-           un immobile messo a disposizione dalla Diocesi.
mente, un ambiente reso sempre più funzionale ed          La Casa d’Accoglienza Maddalena ha sempre rap-
abitabile ed un’equipe di 2 o 3 operatori che garan-      presentato, per quanti vi accedono, un punto di
tivano a turno la loro presenza nelle ore diurne ed       riferimento stabile, un’opportunità per l’individua-
anche la notte o i festivi in regime di reperibilità.     zione di percorsi di vita individualizzati, di recupe-
Nel 1999, quando fu istituita la Fondazione Città         ro e di reinserimento sociale.Inoltre, in tutti questi
Solidale, ad essa venne affidata la gestione della asa    anni, essa è servita come punto di riferimento per
della Maddalena e della Comunità S. Domenico.             l’integrazione degli stranieri e come punto di osser-
Nei primi anni di attività, veniva garantita l’ospita-    vazione dei flussi migratori e delle problematiche
lità a 8 persone, anche se non di rado si sono fat-       attinenti al fenomeno dell’immigrazione, sia offren-
te delle eccezioni per esigenze che emergevano di         do un servizio diretto alle persone straniere ospiti,
volta in volta e per richieste presentate dagli stessi    che con un lavoro a più ampio raggio di sensibiliz-
servizi sociali territoriali, che non sapevano come       zazione, ricerca e consulenza sul territorio.
rispondere a problematiche anche gravi. In seguito        In più di 20 anni di servizio stabile, sono state ospi-
si è passati a 10 posti, e in qualche periodo anche       tate circa 850 persone, italiane e di altri paesi del
a 15.                                                     mondo, di tutte le età e con i problemi più disparati.
Con un impegno al miglioramento costante, anche           Per periodi di tempo variabili, da qualche giorno
grazie alla collaborazione creatasi con il Comune         ad addirittura qualche anno (benché il regolamen-
di Catanzaro, oggi la Fondazione Città Solidale è in      to prevedesse 100 giorni di permanenza, spesso si
                                                                   sono infatti rese necessarie diverse proro-
                                                                   ghe, nella difficoltà di trovare una soluzione
                                                                   alternativa per le persone ospitate), a queste
                                                                   persone si è cercato di offrire una casa, uno
                                                                   spazio accogliente in cui raccogliere le fila
                                                                   della propria vita e tentare di imboccare un
                                                                   percorso di reinserimento sociale.
                                                                   Nel 2019, sull’onda del cambiamento che
                                                                   ha interessato la Fondazione, la Casa d’Ac-
                                                                   coglienza “Maddalena” cambia nome e di-
                                                                   venta la Casa d’accoglienza “La Tenda di
                                                                   Mamre”. Il nuovo nome si riferisce ad un
                                                                   episodio biblico (Gn 18, 1-8), in cui Abra-
                                                                   mo, in una calda giornata, ospita nella sua
                                                                   tenda tre misteriosi visitatori sotto le cui
                                                                   sembianze si nasconde Dio. Chi accoglie
                                                                   un fratello/una sorella, accoglie Dio e, an-
                                                                   che per questo, la Casa d’Accoglienza con-
                                                                   tinuerà ad offrire il suo servizio e ad essere
                                                                   un punto di riferimento importante per il
                                                                   territorio.
                                                                                                           di I. V.
Il Mosaico 16

              Gruppo Appartamento maschile
                 Comunità S. Domenico

L
           a Comunità S. Domenico, insieme alla           tuale sede, in Via della Solidarietà (per chi non lo
           Maddalena, sta alle origini della storia       sapesse, il nome alla via è stato attribuito su richie-
           della Fondazione e ne è, per questo, una       sta della Fondazione, che è stata accolta dalla Pre-
           delle colonne portanti.                        fettura).
La Comunità San Domenico è nata nel 1994, dalla           La mission attuale è “Favorire, ispirandosi ai prin-
disponibilità di un giovane sacerdote. In un certo        cipi cristiani e nel rispetto della religione di appar-
senso, essa è nata per caso. Negli anni ‘93/94, il        tenenza di ognuno, l’educazione globale dei minori
Tribunale dei Minori chiese alla Caritas di occuparsi     a rischio di devianza affidati alla struttura, partendo
di alcuni ragazzi con provvedimenti penali (in par-       dall’attenzione ai loro bisogni psico – sociali, riaf-
ticolare, di uno la cui storia raccontiamo in seguito).   fermando, a fondamento delle proprie attività, la
Inizialmente, di questo/questi ragazzi si occupava-       centralità della persona nel pieno rispetto delle di-
no, insieme a p. Piero, alcuni volontari o obiettori di   versità individuali”.
coscienza ed i ragazzi erano ospitati in Via Discesa      Fino ad oggi, la Comunità San Domenico ha ac-
Carbone, poi si capì che era necessario rendere più       colto più di 210 minori. I minori accolti italiani o
stabile e professionale il servizio.                      stranieri, tra i 12 e i 18 anni con possibilità di per-
Così si elaborò un progetto, si richiesero le necessa-    manere fino ai 21 anni, hanno possibilità di vivere
rie autorizzazioni e la struttura partì, nel 1995         momenti di svago, attività sportive, ma anche di re-
La prima sede era a Badolato superiore, in un im-         alizzare percorsi di studio e lavorativi, in un’ottica
mobile di proprietà della Diocesi che era adiacente       di costruzione del futuro al di fuori del contesto
alla secentesca chiesa di S. Domenico (per questo la      protetto della Comunità.
struttura si chiama così), poi (nel 1998) la struttura
fu trasferita a Catanzaro, in Via Civitavecchia (ora      		                                             di R. C.
sede dell’Oasi di Misericordia) e nel 2018 nell’at-
Il Mosaico 17

                                  Comunità Alloggio
                                     L’Aliante

L
           a casa d’accoglienza “L’aliante” nacque          consente una permanenza prolungata, il numero
           nel 2003, come struttura di accoglienza          degli accolti può far comprendere l’importanza di
           per giovani adulti. La prima sede era ubi-       quanto è stato fatto per la città e per i paesi che
           cata in viale Magna Grecia, nel quartie-         hanno inviato ospiti.
re Fortuna di Catanzaro (dove ora hanno sede gli            Descrivere la storia dell’Aliante, per chi come me
Uffici Amministrativi della Fondazione). La deno-           l’ha vissuta dall’inizio, non è difficile, ma richiama
minazione stessa indicava che la struttura era uno          immediatamente le tante storie vissute, sia quella
strumento di integrazione sociale, per ragazzi appe-        della struttura stessa sia quelle degli ospiti. In am-
na maggiorenni che dovevano “prendere il volo” da           bito professionale, ho vissuto la nascita e la cresci-
soli, appunto come un aliante. Concluso il percorso         ta della struttura nelle sue molteplici sfaccettature.
da minori all’interno del gruppo appartamento, in-          Dalla creazione degli strumenti atti alla gestione
fatti era necessario dare un affiancamento a coloro         degli ospiti a quella delle aree d’intervento. Dal
che ormai maggiorenni, non avevano la capacità di           susseguirsi degli avvicendamenti dei colleghi e dal-
essere autonomi, oppure avevano ancora bisogno              le trasformazioni dell’equipe socio educativa mul-
di sostegno umano.                                          tidisciplinare. Quante riunioni, confronti, gestio-
In breve tempo però, vista la pressante richiesta del       ne dei conflitti, ma anche quanti successi e quanti
territorio di dare alla città di Catanzaro una casa di      fallimenti. Sono cresciuto molto a causa di queste
accoglienza, che accogliesse non soltanto giovani           fasi attraversate nel lavoro d’equipe, ma ho potuto
adulti, “L’Aliante”, si è trasformato in casa d’ac-         constatare in me e in tutti i colleghi, un amore per
coglienza per adulti in difficoltà, italiani e stranieri,   la struttura, una voglia di far diventare la casa vera-
uomini e donne.                                             mente un “aeroporto”.
Nel 2008 la struttura è stata trasferita in centro cit-     Sì perché l’Aliante è un veicolo senza motore e noi
tà, ove è situata ora, in Discesa Carbone 17/A.             operatori dovevamo essere il traino che portava in
Fin dalla sua nascita, la struttura ha immediatamen-        quota gli ospiti per consentire loro di volare. In tut-
te lavorato in sinergia con i servizi sociali dei comu-     ti, nessuno escluso, il passaggio all’Aliante è stato
ni di provenienza degli ospiti e con la Regione Ca-         un banco di prova nel quale sperimentare concre-
labria, con regolare convenzione, accogliendo fino          tamente cosa sia il lavoro sociale, non finalizzato a
ad oggi circa 90 persone. Essendo una struttura che         dare assistenzialismo fine a se stesso, ma a produrre
Il Mosaico 18
delle vere e proprie forme d’integrazione sociale,        clima familiare che portava tutti a condividere tutto,
volte a risolvere in parte le cause del disagio sociale   come in una famiglia: dal pasto alle attività di ani-
che avevano condotto a noi gli ospiti.                    mazione, alle pulizie ed alla gestione della struttura.
La sfida più grande è stata far comprendere a colo-       Un clima familiare che si nota anche ora, quando
ro che vivevano e vivono oggi nei pressi della casa       incontro alcuni ospiti ormai dimessi da anni che,
d’accoglienza, l’importanza di accogliere gli ultimi.     nonostante ormai non abbiano più rapporti con
Infatti, vivere in un condominio della periferia o in     l’Aliante, vengono a trovarci per avere dei confronti
centro città, non fa differenza se il mio vicino è “di-   su alcune difficoltà che attraversano, o solo per un
verso”. La paura del povero, del disagiato turbava        saluto. È facile incontrarli sul corso, vedersi offrire
spesso i nostri “vicini di casa” e diversi sono stati     un caffè oppure offrirlo a loro e sentire che con
i confronti per condividere quanto stavamo rea-           nostalgia ricordano il tempo dell’accoglienza.
lizzando. Ovviamente il rifiuto di molti non ci ha        Come dimenticare poi Guido, un uomo di media
scoraggiato e siamo andati avanti, mantenendo co-         età che ne dimostrava molti di più a causa del bere
munque un rispetto per le altrui visioni del disagio      e del vestire trasandato? Guido, ormai deceduto da
sociale, proponendo come modello la solidarietà,          anni, dimostrava il suo affetto per me in modo del
anziché il pregiudizio.                                   tutto inconsueto. Infatti, quando iniziavo il turno di
Le persone che accogliamo le definiamo ospiti e non       notte, era solito prepararmi per cena un’insalatina.
utenti. Ci piace maggiormente questa definizione          Purtroppo lo faceva non osservando correttamente
perché in effetti, nell’accoglienza presso l’Aliante,     anche le più elementari norme di igiene, ma tant’è,
poniamo le basi per un rapporto ospiti – operatori,       era un gesto serio e di gratitudine e io lo accettavo.
basato su un clima familiare. Rammentando i volti         Il giorno del suo funerale c’erano pochissime per-
di molti ospiti e posso affermare che in quasi tut-       sone, ma io ed altri colleghi eravamo presenti. Un’e-
ti questo clima familiare si è concretizzato. Quante      mozione unica, come se fossimo noi la sua famiglia.
notti passate ad ascoltare alcune persone che, prese      Là ho compreso appieno che la natura del lavoro
dal proprio dolore, riuscivano ad aprirsi al dialogo,     che faccio e facciamo, ha un senso profondo, non
cosa che non facevano da anni perché rifiutate an-        soltanto perché operiamo nel sociale, ma soprattut-
che dai parenti più prossimi. Quante soluzioni tro-       to perché come fondamento c’è la radice cristiana
vate, al fine di far rispettare i diritti di coloro che   del nostro agire che, misteriosamente, ci porta oltre
non li aveano rispettati. Ma anche quante dimissio-       il servizio e amplia il rapporto umano.
ni per persone che erano restie a farsi aiutare e poi                                                     di S. L
sono finite nel dimenticatoio di questa società. Un
Il Mosaico 19

                                  Casa d’accoglienza
                                  Il Rosa e l’Azzurro

E
            ra il lontano 2003 quando, carico di en-     propose anche “Papaveri e papere”. P. Piero però
            tusiasmo, p. Piero comunicò agli allo-       non fu affatto convinto e, in un turbinio di spunti
            ra pochi operatori della Fondazione, il      e riflessioni, diede inizio ad un vero e proprio brain
            prossimo avvio di un centro di pronta        storming. Non parlai molto per la verità, dissi però
accoglienza che, in riferimento alla legge 285/97        che si poteva pensare a qualcosa legato a mamme e
(Disposizioni per la promozione di diritti e di op-      bambini, alla nascita. Per esempio, “il Fiocco” (ri-
portunità per l’infanzia e l’adolescenza), avrebbe       flettevo sul simbolo che viene appeso per annuncia-
accolto minori in situazione di disagio e vittime di     re l’avvenuta nascita di bambini), azzurro, rosa... e
maltrattamento.                                          P. Piero esclamò allora “il Rosa e l’Azzurro”. Ricor-
Io ero stata già volontaria della casa accoglienza       do che la sicurezza e la certezza con la quale pro-
Maddalena e operatore nel progetto di Integrazione       nunciò la frase, mi diede l’assoluto convincimento
a favore dei Rom, che mi aveva portata a vivere una      che quello sarebbe stato il nome del nuovo servizio.
bellissima esperienza presso il “campo nomadi” di        Era fatta. Lo era anche per me. Dopo qualche gior-
Via Lucrezia della Valle, a contatto specialmente        no mi venne infatti comunicato che, contrariamen-
con i minori lì residenti. Avevo accolto la notizia      te alle previsioni, avrei iniziato ufficialmente la mia
con particolare gioia, avendo lavorato, insieme ad       “vita da operatore” presso il neonato centro. Avevo
Antonella Aletta, alla stesura del progetto che aveva    giurato dentro di me, però, eterno amore alla Mad-
poi vinto il relativo bando; ero però stata “confer-     dalena.
mata” come operatore presso la mia prima casa, il        Forse ai più potrà sembrare alquanto strano o ati-
mio primo amore, cioè la Maddalena.                      pico (specie a coloro i quali hanno successivamen-
Durante una serata di condivisione presso una strut-     te trovato tutto “pronto” ed avviato), ma nel caso
tura della Fondazione, seduti tutti insieme intorno      dell’avvio del Rosa e l’Azzurro tutto ha effettiva-
a p. Piero, si fantasticava su quale sarebbe potuto      mente seguito i cliché di una vera e propria nascita.
essere il nome del servizio, qualcosa che richiamas-     C’è stata una idea, l’idea progettata è andata a buon
se alla tenerezza materna, alla tutela dell’infanzia e   fine, è stato scelto un nome … ora occorreva pre-
alla “protezione”. Qualcuno propose di chiamare la       parare la stanzetta che avrebbe accolto la nascitu-
struttura “il Canguro” ed effettivamente devo dire       ra. Ecco allora che l’equipe formata (mi sento una
che l’idea mi parve azzeccata e simpatica. Qualcuno      gloriosa reduce, essendo rimasta solo io…), dopo
Il Mosaico 20
qualche incontro di conoscenza, prese possesso             ro di fare nuove esperienze, allo stesso modo nel
della casa che il Comune di Catanzaro aveva messo          2004/2005, la struttura che avevamo ideato e visto
a disposizione in Via XX Settembre.                        nascere, scivolava via dal nostro abbraccio per esse-
“Sgarrupata”, sporca, stracolma di oggetti e mobili        re gestita, in continuità e secondo l’esito del nuovo
da buttare, tutto disordinatamente adagiato come           bando, da altri. Un colpo al cuore; un saluto, con gli
se non ci fosse un domani e nessuna prospettiva            ospiti minorenni in quel momento accolti in quella
di abitabilità né in quel momento né mai. P. Piero,        casa in Via XX settembre, straziante dentro e com-
tra le varie doti possedute, ha anche quella di saper      posto fuori. Esperienze del genere ti cambiano e ti
motivare all’impossibile. Tutto poteva essere risol-       insegnano a mettere dinnanzi a tutto la professio-
to, tutto poteva trovare una nuova vita, bastava solo      nalità e allora… tanti abbracci sì, e lacrime. Tante
un po’ di impegno e di sacrificio. Così fu.                però anche le raccomandazioni ai nostri ospiti ado-
Olio di gomito, stracci, detersivi, cacciaviti e tanta,    lescenti; “accoglieteli”, “lasciatevi guidare da loro”,
tanta carica. Trovai di tutto, buttai di tutto; scoprì     “vogliategli bene”. Questo era ciò che era giusto
anche di saper montare armadi molto meglio dei             fare seppur dentro alcuni di noi operatori e soprat-
miei colleghi uomini e di poter pitturare tranquil-        tutto negli occhi pieni di lacrime e sulle spalle di p.
lamente pareti e soffitti. Nei tempi stabiliti, la stan-   Piero, pesasse come un macigno il dispiacere di un
zetta della nascitura fu pronta. Semplice e umile.         addio con tutto quello che comportava.
Senza fronzoli. Ed ero pronta anche io ad affron-          I figli però, come dicevo poc’anzi, prima o poi tor-
tare non sapevo perfettamente cosa, ancora. Potrei         nano a casa. E lei è tornata presto. Un anno “fuo-
stare qui a scrivere ore ed ore sui bellissimi mesi        ri”… (un po’ possiamo considerarlo come l’Era-
trascorsi in quella casa; i primi ospiti (due fratellini   smus del Rosa e l’Azzurro) per poi far ritorno da
italo americani, Chiara e soprattutto Massimo che          noi a consolidare la sua appartenenza alla famiglia,
ancora oggi, tramite social, chiamo My Monkey), le         da allora e fino ad oggi. Il Rosa e l’Azzurro, 16 anni
difficoltà con alcune minori particolarmente ostili        portati splendidamente; un servizio che è cambiato
che poi si solo sciolte come neve al sole, lo strazio      nel corso del tempo e che si è specializzato nell’ac-
di aver accolto la visita lampo della mamma di una         coglienza di donne che vivono situazioni difficili;
bambina rapita a Mazara del Vallo; pochi minuti per        madri che cercano con i propri figli dei posti sicuri
rendersi conto che una nostra piccola ospite, segna-       nei quali ricominciare, per poi sentirsi pronte a spic-
lata dalle forze dell’ordine alla signora, non era sua     care il volo; madri alle quali viene data la possibilità
figlia.                                                    di valorizzare sé stesse e il proprio ruolo genitoriale
Tante storie, molte difficili; tanti sorrisi e abbracci,   nel tentativo disperato di lasciare che i figli possa-
molta condivisione. Fu per me una vera esperienza          no avere il diritto di crescere accanto a loro; minori
comunitaria, la prima e la più forte. Avevo giurato        che, con le loro mamme e a volte per responsabi-
eterno amore alla Maddalena e mi ritrovavo folle-          lità delle stesse (siamo tutti esseri umani fallibili),
mente presa dal Rosa e l’Azzurro. Occorre chiari-          hanno visto e vissuto situazioni per le quali non ci
re, a onor del vero, che per ogni struttura lasciata       sono giustificazioni che possano lenire lo sconforto
(Maddalena, Rosa e Azzurro, Aliante, Centro An-            e la rabbia per una infanzia turbata e derubata della
tiviolenza con l’indimenticabile Ornella Procopio)         spensieratezza, un Diritto assoluto.
per me è stato amore e tutte le volte che ho dovu-         Dal 2009 il Rosa e l’Azzurro ha avuto finalmente
to distaccarmi da un servizio, ho sempre pensato           una nuova e più dignitosa casa, la bella villa in Via
che non avrei mai più provato le stesse emozioni,          Civitavecchia e dal 2015 una struttura ancora più
la stessa carica, le stesse esperienze significative. Mi   grande per mettere a disposizione più posti, in Via
sono sempre sbagliata e ci ho sempre sorriso su,           Fiume. Attualmente può accogliere 14 persone (fra
sapendo in fondo al cuore che le mie catastrofiche         donne e bambini in difficoltà) più 6 vittime di trat-
previsioni di imposto “distacco” emotivo dal nuo-          ta. Dall’avvio ha accolto più di 400 persone, italiane
vo servizio sarebbero andare tranquillamente a farsi       e straniere.
friggere.                                                  Il Rosa e l’Azzurro è un figlio venuto su bene; po-
Ahimè, come ogni figlio che non è tuo ma che met-          chi ed incerti passi, esperienze forti e qualche fal-
ti al mondo consapevole che dovrai lasciarlo libe-         limento, tutto all’insegna della evoluzione e del
Il Mosaico 21
cambiamento. Ora è qui, ad offrirsi al territorio           così come p. Piero ci ha sempre insegnato e ricor-
calabrese (e anche ad altre Regioni, per dirlo con          dato. È un servizio che, professionalmente parlan-
orgoglio a stento celato), con umiltà e senza fron-         do, è per molti ma non per tutti; uno spauracchio
zoli, così come ha iniziato. Ha saputo adeguarsi ai         per la mole di impegno, per i rapporti continui con
mutamenti sociali, ha saputo prendere in carico le          i servizi pubblici, per le scadenze, le relazioni da
nuove problematiche e i drammi vissuti dagli indi-          produrre… è un “deterrente” formato da una caro-
vidui per responsabilità di altri individui. E oggi,        vana fatta soprattutto di bambini, mocciosetti (con
oltre ad accogliere donne sole, madri e bambini,            affetto) urlanti e capricciosi che spesso non sanno
accoglie anche le vittime del “nuovo” male e cioè           cosa significa il “no” e ignorano la proprietà priva-
di quella sete di possesso e sfruttamento, sessuale         ta, trasformano il “non toccare” in un “l’ho rot-
ed economico, che ha dato il via alla Tratta degli          to, l’ho staccato, l’ho sporcato”, ma che altrettanto
Esseri Umani. Altre storie, altri abbracci, altre lacri-    spesso non sanno cosa sia un abbraccio e un bacio
me. Tanto bisogno di aiuto. Tanta voglia di provare         sulla fronte e, quando capiscono che esistono an-
ad esserci per tutti, con professionalità ed umanità        che queste cose e che le madri sono capaci di darli,
che, badate bene, non è un vessillo da sventolare           si meravigliano e accolgono le affettuosità, prima di
gloriosamente come ostentazione di qualcosa ma,             tornare a rompere, staccare, sporcare.
davvero, l’umanità/la solidarietà (restiamo umani) è        Ed io? Io sono di nuovo al Rosa e l’Azzurro. Dall’i-
davvero il “minimo sindacale”; la componente che            nizio, in sedici anni, è la terza volta che ci lavoro (da
di base e senza aspettarsi meriti e pacche sulle spal-      quasi sette anni di fila ormai). Qualche anno fa, p.
le, si DEVE avere. Siamo invece arrivati al punto di        Piero mi chiese: “Dove vuoi andare? Maddalena,
osservare che i gesti carichi di “umanità” vengano          Rosa e Azzurro o Sunrise?” E io, consapevole che
considerati come perle rare da enfatizzare mentre           la mia sarebbe stata certamente la risposta sbaglia-
sono sì perle preziose ma a corredo genetico pro-           ta, risposi: “Maddalena”. E lui: “Brava, hai scelto il
prio degli individui.                                       Rosa e l’Azzurro, hai scelto bene”. Aveva ragione.
Il Rosa e l’Azzurro è, per me, così. Fa il suo do-          È sempre amore, come quello del 2003; avrei prefe-
vere, umilmente e senza cercare gloria. Incassa le          rito, ad un certo punto del mio percorso lavorativo,
sconfitte e rielabora le ingiustizie e le amarezze che      non riviverlo per “scappare” un po’ dall’assedio dei
spesso provengono anche dalle persone per le quali          minori urlanti ma, come sempre, mi sono trovata
si spende con amore e passione attraverso gli ope-          pienamente coinvolta in quello che è uno dei servizi
ratori ed il servizio offerto. È al servizio degli altri,   più difficili e impegnativi che la Fondazione Città
                                                                                             Solidale offre. Prima o
                                                                                             poi cambierò stanza,
                                                                                             come ci dice p. Piero
                                                                                             quando noi operatori
                                                                                             ci trasferiamo pres-
                                                                                             so un altro servizio
                                                                                             FOCS; lascerò qui il
                                                                                             cuore sapendo però
                                                                                             che, oltre a non esse-
                                                                                             re un addio, Il Rosa e
                                                                                             l’Azzurro sarà pronto
                                                                                             ad accogliermi di nuo-
                                                                                             vo quando sarà neces-
                                                                                             sario così come tanti
                                                                                             anni fa lei tornò a noi
                                                                                             come un figlio, dopo
                                                                                             un anno di Erasmus.

                                                                                                            di L. L.
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