Il carattere di una città - Il Centro Don Vecchi
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SETTIMANALE DELLA FONDAZIONE CARPINETUM COPIA GRATUITA ANNO 17 - N° 17 / Domenica 25 aprile 2021 Il carattere di una città di don Gianni Antoniazzi Il 25 aprile festeggiamo San Marco, nostro patrono. In passato era l’oc- casione per onorare il Protettore e indicare il riferimento cui tendere. Oggi è un semplice giorno di ferie. Comprendiamo meglio, però, il sen- so di questa ricorrenza. Ogni città ha bisogno di un sogno per superare le difficoltà e ravvivare la speran- za. Fino a poco tempo fa, c’era il miraggio del turismo: l’isola era un museo allegro e Mestre fungeva da dormitorio del centro. Il portafoglio è cresciuto ma il cuore è rimasto vuoto. L’interesse economico sazia la pancia ma non fa volare l’animo, non quanto basta perché si rinnovi nella crisi. Bisogna trovare il carat- tere della nostra città. In passato Venezia era ponte fra Oriente e Oc- cidente, luogo d’incontro fra cultu- re, spazio di comunione fra diversi. Aveva come patrono Teodoro, santo dell’Asia minore. Nel IX secolo ha cercato l’Evangelista Marco, scritto- re del Vangelo che Pietro rivolgeva ai Romani. Il cambio di patrono era il modo per slegarsi da Bisanzio e tes- sere un legame con Roma. Fin d’allo- ra la città si proponeva come un col- legamento fra le sponde del mare. Questa potrebbe tornare ad essere la nostra anima. Il mondo intero, speriamo, tornerà a visitare la bel- lezza dei nostri luoghi. È importante che qui non trovi soltanto ristoranti, bar, gondole e alberghi a basso prez- zo. I veneziani possono trasmettere una personalità aperta, capace di mediare le differenze e placare le tensioni. Questo sarebbe un com- pito, o forse un sogno, capace di scaldare il cuore e darci entusiasmo.
L'intervista Una casa comune di Matteo Riberto L’identità di una città si forma guardando al passato ma soprattutto al futuro decidendo assieme cosa si vuole essere e quali azioni vanno intraprese per raggiungere l’obiettivo Uno sguardo sul passato e sul presen- agli appuntamenti elettorali ma dare lavoro nella nostra città incentivan- te per non gettare via quello che c’è un contributo concreto elaborando do così le nuove generazioni a resta- di buono, ma gli occhi fissi sul futuro proposte per la nostra città. L’asso- re sul territorio". per creare una realtà più accoglien- ciazione ha realizzato molti incon- te. L’associazione "Dialoghi per la tri durante i quali i partecipanti si Abbiamo parlato di un’iniziativa che città" punta a valorizzare il nostro sono scambiati idee, opinioni. A fine ha messo al centro i giovani. Le pro- territorio esortando i cittadini a es- 2019, per esempio, in uno dei nostri poste che fate sono però molte.. sere responsabili e attivi. Crede nel incontri dedicato ai giovani, sono "Si. Un concetto fondamentale per dialogo: in un confronto tra idee che stati gli stessi ragazzi a confrontarsi noi è quello della democrazia delibe- diventino atti concreti in grado di ed elaborare proposte che sono sta- rativa: un processo di formazione di dare una nuova identità alla nostra te riassunte in un documento che è idee e progetti che parta dal basso. città. Don Fabio Longoni è il presi- stato presentato all’amministrazione Durante l’ultimo anno, nonostante dente dell’associazione. comunale". l’epidemia, non ci siamo fermati e ab- biamo fatto incontri online che hanno Don Fabio cos’è Dialoghi per la città? Quali proposte sono state avanzate? portato all’elaborazione del nostro "È un’associazione laica, formata da "Impossibile elencarle tutte, si pos- statuto. Credo che le prossime sfide laici e sacerdoti. Ha un’identità di sono trovare però sul sito dell’asso- siano quelle di pensare a risposte per ispirazione cristiana ed è aperta a ciazione Dialoghiperlacittà.it. Per le nuove povertà emerse con il Co- tutti. Crede nell’incontro tra perso- citarne velocemente alcune è stato vid e alle esigenze di una popolazio- ne, alla possibilità di dialogare met- chiesto di realizzare un concorso di ne che diventa sempre più anziana. tendo a frutto la capacità di costrui- idee che coinvolga scuole e univer- Fondamentale è però soffermarsi sui re insieme una dinamica propositiva sità per la valorizzazione di alcune giovani chiamati a delineare la città che si trasformi in azioni concrete zone. Altra proposta è stata quella che vogliono: da quello che sento un per fare del nostro territorio, della di rivitalizzare, con eventi culturali, aspetto fondamentale sul quale sono nostra città, un luogo migliore, più i forti della nostra città (forte Car- sensibili è la sostenibilità, creare una solidale e accogliente". penedo, Gazzera) sulla scia di quan- città che sia rispettosa dell’ambiente. to fatto con forte Marghera. È stato Ribadisco che siamo sempre aperti a Che cosa fa Dialoghi per la città? poi suggerito di instaurare una colla- nuove proposte: sul nostro sito è di- "Promuove un concetto di cittadi- borazione tra le diverse entità lavo- sponibile un questionario dove chiun- nanza attiva. Essere cittadini attivi rative del territorio in modo da far que può dire quelle che ritiene siano non significa limitarsi a partecipare conoscere le possibilità di carriera e le priorità per la nostra città". Secondo lei qual è l’identità di Me- stre? "Non si può definire una città in modo univoco. Mestre è una città di scambi, non solo un’appendice di Venezia con la quale ha un legame forte e deve restare in relazione. In passato era stata la città dormitorio di Marghera, poi quella dell’emigrazione da Vene- zia. Credo che Mestre sia una città di relazione, di scambio, con un’identi- tà che va costruita insieme non tanto guardando al passato ma al futuro. L’identità è qualcosa che si muove, in continua costruzione. Costruire insie- me un’identità guardando a cosa vo- gliamo essere nel futuro è proprio ciò che muove l’associazione". 2 ANNO 17 - N° 17 / Domenica 25 aprile 2021
Il bello della vita Quale fisionomia? di Plinio Borghi Mestre permane al centro di polemiche specie quando si tratta di definire una sua identità L’ultima riguarda l’immobile d’angolo tra via Poerio e piazza Ferretto. Che fine farà? Tutti si sbracciano per dare a Mestre, re per dare più respiro alla retrostan- Poi si rischia di far la fine del tentati- che la merita, una “certa” fisionomia, te scoletta, al duomo, all’apertura vo voler mantenere in piedi il palazzo che la caratterizzi sotto ogni profilo: sulla piazza stessa, al doppio percorso delle ex poste della stazione, con la storico, culturale, sociale, economi- rivierasco sul Marzenego appena ri- motivazione di essere (stato) uno dei co, financo moderno, come si addi- scoperto. Apriti cielo! Voci altisonanti più brutti esempi dell’architettura ce a una Città che ha vissuto un po’ e tutte autorevoli si sono elevate, chi mestrina degli anni ’50 del novecento. tutte le ere. E qui casca il solito e a favore e chi contro, ci manchereb- Al qual proposito, mi sembra che tutti sfortunato asino: quando si tratta di be, fino a proporre l’ennesimo refe- fossero d’accordo sull’abbattimento di definire dei precisi punti di riferimen- rendum popolare in merito. Calo un un altro stabile anni ’50 in via Gaz- to, che armonizzino l’insieme, senza velo pietoso su questo strumento, non zera Alta, costruito in modo becero, soffocarsi l’un l’altro, il bailamme è fosse altro che per la figura che ha privando la zona di quel bellissimo assicurato. Con la conclusione che il fatto sul tema dell’autonomia delle scorcio della barchessa retrostante, più delle volte si finisce per non far due Città: non sono in grado di assu- che si sarebbe coordinato con l’ex nulla e lasciare le cose come stanno. mere una posizione credibile i soloni chiesetta della villa, ancora visibile in La vicenda della struttura della vec- e si vorrebbe che lo facesse la gente, strada. Non se n’è fatto nulla e, pur da chia Stazione di Posta in piazza Bar- la quale, per sua natura, tenderebbe incallito ottimista, penso che sarà così che, a fianco di Coin, docet. Qui non a conservare del proprio luogo di na- anche per l’ex “tutto” di via Poerio. c’entra nulla la grande Venezia della scita o di residenza l’immagine che è Al danno non poteva mancare pure la quale spesso ci lamentiamo di essere prevalsa nel loro vissuto. I contrari, beffa di chi suggerisce di ripristinare succubi: ci manca quell’identità cul- poi, e spiace dover constatare che fra l’uso di quegli spazi a fini sociali. Non turale che sappia fissare e motivare essi si annoverino anche le associa- lo erano già? Perché svegliarsi stru- all’unisono l’orientamento su certe zioni più rappresentative della realtà mentalmente ora, quando finalmente scelte, per cui le decisioni, specie se mestrina, finché si limitano a sostene- qualcuno suggerisce, con scopi pari- competono a chi è un po’ estraneo o re il mantenimento dello status quo, menti nobili, di eliminare quel che non meno coinvolto nelle vicende, tardano in quanto esempio tutto sommato serve più, onde evitare una ennesima ad arrivare. Oggi, tanto per restare in dignitoso di un periodo più moder- situazione di progressivo degrado di tema, è la volta dell’immobile dell’ex no, peraltro in pendant con l’edificio strutture pubbliche? Alle generazio- emeroteca, ex centro civico di San Lo- all’angolo opposto, passi. Ma quando ni future serve una riproposizione di renzo, ex banca, ecc. e ora più niente, questa presa di posizione tende a svi- immagini più suggestive di una Mestre in via Poerio, angolo piazza Ferretto, lire la soverchiante identità di quanto storica, non lo stantio trascinamento che qualcuno ha proposto di abbatte- si vorrebbe valorizzare, allora non va. di ciò che non ha nulla di stimolante. L’editrice L’incontro La nostra editrice pubblica anche: Sole sul nuovo giorno, un quaderno mensile utile per la meditazione quotidiana; Il messaggio di Papa Francesco, settimanale che riporta i passaggi più importanti dei di- scorsi tenuti dal Pontefice; Favole per adulti, quindicinale di racconti di fantasia con una finalità morale; Il libro delle preghiere, delle verità e delle fondamentali regole mora- li per un cristiano, edito in 8 mila copie. Il settimanale è pubblicato in 5 mila copie in distribuzione gratuita in tutta la città, ma può essere letto anche con la versio- ne digitale scaricabile dal sito in- ternet www.centrodonvecchi.org ANNO 17 - N° 17 / Domenica 25 aprile 2021 3
Sottovoce Una proposta concreta di don Gianni Antoniazzi Da più di un anno qui a Mestre si è formata un’associa- zione che porta il nome “Dialoghi per la città”. Come dice il titolo, è costituita da adulti che, pur a prescinde- re da nobili ideali di partito, si sforzano di indagare stra- de e strumenti per sostenere la vita di Mestre. Usano un metodo, quello della “democrazia deliberativa”. Ascol- tano cioè l’opinione della gente e cercano di destare la responsabilità di ogni cittadino perché lui, per primo, sia motore di cambiamento e di vita rinnovata. Lunedì 26 aprile, alle 21:00, l’associazione propone un incontro prezioso, per comprendere le logiche del cambiamento che si sono innescate anche in occasione della pande- mia. Come è facile capire l’incontro si svolgerà in modo virtuale e serve un computer per partecipare. Si deve cercare il sito “dialoghi per la città” (https://www.dia- loghiperlacitta.it/) e lì si trovano le indicazioni. Il lavoro sarà guidato dal contributo prezioso di Elena Granata, docente di Urbanistica al Politecnico di Milano, collabo- ratrice con la Scuola di Economia Civile e con l'Istituto Universitario Sophia. Si occupa di progetti urbani, di cam- biamenti sociali, di imprese, città e ambiente. Se qual- cuno fosse davvero interessato non manchi all’appunta- mento che potrebbe durare al massimo fino alle 22:30. In punta di piedi Lasciare il porto L’Evangelista Marco stabilisce un punto d’incontro fra la capito quanto sia rischioso percorrere la strada che lega cultura ebraica e quella romana. Compone in greco un culture diverse. Chi sta sopra un ponte non è mai garan- vangelo per i credenti che affrontano le persecuzioni e tito: accetta il rischio del vivere. Meglio sarebbe starse- annuncia la salvezza che viene da un giudeo: il Nazareno. ne dentro il porto sicuro che andare fra le onde d’alto Tutto il Vangelo è un grande ponte fra culture diverse. mare. Ma la barca è fatta andare da una sponda all’altra. C’è un fatto: dopo il crollo del ponte Morandi abbiamo Gesù stesso, nel Vangelo suggerisce a Pietro di lasciare le sicurezze di un lavoro sicuro, la pesca, e di seguirlo in alto mare: la barca del primo apostolo deve andare dove il lago è profondo e il pescatore deve cambiare le abitudini, gettare le reti dall’altra parte (Mc 1,17; Lc 5,4, Gv 21,6). Chi accetta la fatica dell’incontro fra culture deve esporsi al rischio di uscire da sé, deve rinunciare alle certezze, deve mettersi in equilibrio. Venezia, che in passato era abituata ai delicati equilibri della naviga- zione e del trasporto in gondola, ha rischiato di seguire la mentalità del mondo. Ha accarezzato il desiderio di essere sempre garantita nelle sue attività. Così si è spen- ta. A questa città servono di nuovo uomini capaci di la- sciare le garanzie e tornare in alto mare. Credo che per parte sua don Armando abbia fatto qualcosa di simile av- viando i Centri don Vecchi e la fondazione Carpinetum. 4 ANNO 17 - N° 17 / Domenica 25 aprile 2021
Pensieri a voce alta Calzini spaiati di Federica Causin La nostra unicità e identità si basa sul fatto che ognuno di noi è diverso dall’altro Valorizzare le diversità, dei singoli e quindi di una comunità, significa crescere “Questa è la storia di due calzini spa- mancherò! Per non farmi cogliere di la bellezza degli incontri è racchiusa iati…” No, non è l’inizio di una delle nuovo impreparata, sono andata a ve- nella volontà di accogliere e compren- storie che mi diverto a inventare per dere quando cadrà nel 2022 e mi sono dere le differenze e che nessuna di- le mie nipotine, anche se a pensarci appuntata la data: venerdì 4 febbraio. versità dovrebbe diventare motivo di bene lo potrebbe diventare. È soltan- Voi ci sarete? L’invito è rivolto a nonni, emarginazione o discriminazione. Per to un modo simpatico per presentare nonne, mamme, papà, zii, insegnanti, imparare a riconoscere la ricchezza un’iniziativa che ho scoperto sul web. amici, bambini e ragazzi. Nessuno è insita nella diversità, bisogna inizia- Si tratta della “Giornata dei calzini troppo piccolo o troppo cresciuto per re ad abbattere i pregiudizi e sono spaiati”, una manifestazione pensata partecipare. Una delle foto più tenere convinta che le parole e le immagini per celebrare, in modo originale, il va- che ho visto erano i calzini, ovviamen- possano rivelarsi due strumenti essen- lore e la bellezza della diversità. Per te spaiati, di una principessa di poco ziali. Girellando sul web, ho trovato partecipare basta indossare due cal- meno di tre mesi. Quattro anni fa le un corto animato inglese intitolato zini diversi (più l’accostamento è im- ideatrici della giornata hanno chiesto Nessuno è normale. Il protagonista, probabile meglio è), tenerli per tutta ai partecipanti di spedire uno dei loro nonostante l’uniforme scolastica che la giornata e magari postare una foto calzini e ne hanno ricevuti 800, che lo rende simile ai compagni, si sente sui social in modo da creare un filo poi sono stati trasformati in burattini solo e diverso. Solo in seguito scopri- virtuale che lega tante storie. L’idea per il teatro del campo di Velika Kla- rà che anche gli altri hanno parti ed è nata dalla creatività di una maestra dusa, in Bosnia, l’ultima frontiera del- energie nascoste come lui. Un’esorta- di Aquileia ed è già arrivata all’ottava la rotta balcanica. Un gesto di solida- zione colorata e poetica a non sentirsi edizione. Quest’anno si è tenuta il 5 rietà che ha consentito di regalare ai mai sbagliati, una sensazione piuttosto febbraio, ma la data cambia di anno bambini in fuga verso l’Europa qualche diffusa, soprattutto tra gli adolescen- in anno perché è una ricorrenza nata momento di gioco e di spensieratezza. ti. A proposito di parole, vorrei inve- in una scuola e, come hanno spiegato I calzini spaiati offrono anche ai più ce segnalare “Parole diverse”, un’ini- le organizzatrici, “è molto importan- giovani l’occasione di confrontarsi e di ziativa promossa dalle associazioni te che le scuole possano parteciparvi. riflettere sul fatto che la diversità va “Voci Diverse” e “M’ama Dalla Parte Se fosse fissa, ci sarebbero anni in cui conosciuta e rispettata, perché siamo dei Bambini” per realizzare un’antolo- cadrebbe di sabato, domenica oppure tutti diversi gli uni dagli altri e, pro- gia che raccoglie racconti e riflessioni in un giorno festivo." Io l’ho saputo sol- prio per questo, siamo unici. Un’uni- sul tema della diversità. Penso sarà tanto a fine giornata, quindi non sono cità che è senz’altro l’elemento fon- una bella opportunità di vedere “fili riuscita ad unirmi alla “banda dei piedi dante dell’identità di ciascuno di noi. di vita” che s’intrecciano e non vedo variopinti”, però l’anno prossimo non È importante trasmettere l’idea che l’ora di tuffarmi tra quelle pagine! Camere disponibili ai Centri don Vecchi 6 e 7 Al Centro don Vecchi numero 6 de- gli Arzeroni, a non molta distanza dalla zona commerciale Aev del Terraglio e dall’ospedale dell’An- gelo, può esserci la disponibilità di qualche stanza per chi doves- se trascorrere un certo periodo a Mestre per lavorare oppure, ad esempio, per assistere i propri pa- renti ricoverati in città. Queste stanze sono a disposizione anche di chi abbia per qualsiasi motivo una necessità abitativa di caratte- re temporaneo. Per prenotare una stanza cosiddetta di "formula uno" è possibile chiamare lo 0413942214. ANNO 17 - N° 17 / Domenica 25 aprile 2021 5
Camminare insieme Viva San Marco di don Sandro Vigani Il 25 aprile l’Italia celebra la Liberazione e Venezia festeggia anche il suo Patrono Tra storia, tradizioni e valori di una giornata che esprime l’identità di una città La primavera è iniziata da un mese. da tutti: tante famiglie del paese tradizione viva ancor oggi: il bòcolo Il 25 aprile l’Italia celebra la Libe- avevano pagato alla guerra un tri- – un bocciolo di rosa rossa - donato razione, la Chiesa la festa di San buto di sangue. La banda paesana a fidanzate e mogli. L’antica tra- Marco. Nella tradizione popolare il accompagnava la celebrazione con dizione nasce da una leggenda. Si rinnovamento primaverile della na- le note de “Il Piave mormorava” e racconta che la figlia del Doge Orso tura, all’aria aperta, al primo caldo, l’Inno di Mameli. Alla consacrazione Partecipazio (+881), Maria, avesse ai primi fiori e frutti dell’orto. Non i gagliardetti di tutte le associazioni gli occhi così splendenti da essere c’era famiglia, un tempo, che nel venivano sollevati al cielo mentre la soprannominata Vulcana. La giova- giorno di San Marco non si recasse banda suonava il Silenzio. Termina- ne donna si innamorò di un umile sulle rive dei canali per condividere ta la Messa, al sindaco toccava il giovinetto, Tancredi, che però non la frittata – la fortàja - fatta con le rituale discorso commemorativo: il poteva sposarla a causa delle sue prime erbe spontanee – i carletti, el vocabolario era retorico e spesso povere origini. Vulcana allora lo pevarèl, i sciopèti… - e con qualche anche un po’ sgrammaticato, ma spinse partire per la guerra contro fetta di salame insaccato durante i pieno di buon senso e spirito civico. gli infedeli al seguito di Carlo Ma- mesi invernali. Anche la celebrazio- Poi la processione, al fiume Piave gno: se si fosse comportato da eroe, ne della Liberazione dal nazi-fasci- sacro alla Patria, teatro della prima avrebbe potuto sposarla. Tancredi smo era vissuta con grande parte- guerra mondiale dove, dal ponte si coprì di gloria, mentre i veneziani cipazione. Ad Eraclea (Venezia) la che era stato distrutto durante la lo attendevano in patria per tribu- Messa grande veniva celebrata in prima guerra mondiale, veniva get- targli gli onori dovuti. Ma un brutto piazza, attorno al monumento dei tata una corona di alloro in ricordo giorno, prima di tornare, Tancredi caduti, dove quattro grandi statue dei morti di tutte le guerre, sempre fu colpito a morte e si accasciò su di bronzo che raffiguravano i sim- sulle note delle musiche di guerra. un rosaio, macchiando con il pro- boli della patria, sostenevano l’asta Anche i bambini si sentivano im- prio sangue un bocciolo di rosa. altissima della bandiera. Schiera- portanti in quell’occasione. Con il Prima di morire consegnò il fiore ad te attorno al monumento, le varie cuore infiammato dalle note della un messaggero che lo recò alla bel- associazioni di ex combattenti e di banda si sentivano parte di una sto- la Vulcana. La donna morì di crepa- partigiani, non più divise dalla guer- ria più grande di loro. Venezia il 25 cuore, col bocciolo di rosa insangui- ra, facevano memoria dei morti del aprile celebra la Festa del suo Pa- nato posato sul suo cuore: era il 25 paese. I loro nomi scolpiti nel mar- trono, San Marco, simboleggiato dal aprile. Da allora si tramanda l’uso di mo, portavano cognomi conosciuti Leone alato, alla quale è legata una offrire all’amata un bocciolo di rosa rossa, simbolo di eterno amore. Il grido “Viva San Marco!” divenne nel tempo l’affermazione dell’identità della Serenissima, fino alla domina- zione francese (1797) e in partico- lare a quella austriaca (1814), che lo vietò perché in esso si esprimeva l’identità della Repubblica venezia- na contro i dominatori. Il grido era perciò considerato dai veneziani un appello alla libertà e all’indi- pendenza della Repubblica. Il rim- pianto per gli anni di libertà veniva espresso con la cantilena: “Co San Marco se comandava, se disnava e se senàva; coi francesi bona gen- te, se disnàva solamente; soto casa de Lorena no se dìsna no se sèna”. 6 ANNO 17 - N° 17 / Domenica 25 aprile 2021
Vivere la comunità Biennale in vista di Daniela Bonaventura A Venezia si ricomincia: è stata pre- tematiche, tre allestite all’Arsenale quinte delle installazioni, i cataloghi sentata la 17ma Mostra Internaziona- e due al Padiglione Centrale. Il Leo- della Mostra arricchiti da format mul- le di Architettura che si inaugura il ne d’oro speciale alla memoria sarà timediali, iniziative in collaborazione prossimo 22 maggio e si concluderà attribuito a Lina Bo Bardi, architetta, con Biennale Danza, esposizioni col- il 21 novembre. È curata dall’archi- designer, scenografa, artista e criti- lettive organizzate dai partecipan- tetto, docente e ricercatore Hashim ca Italiana naturalizzata brasiliana ti ed incontri e workshop tematici. Sarkis. Doveva tenersi nel 2020, la che rappresenta lo spirito di questa All’interno del Padiglione delle Arti pandemia ha fermato tutto, ma, Biennale poiché la sua carriera in vari Applicate si vedrà una rinnovata col- come ha sottolineato Roberto Cicut- ambiti ci ricorda il ruolo dell’architet- laborazione tra la Biennale di Venezia to, presidente della Biennale, il tem- to come coordinatore nonché come è il Victoria Albert Museum di Londra. po trascorso non è stato tempo per- creatore di visioni collettive. Il cura- Il tema dell’esposizione al Padiglione so. È stato tempo per comprendere tore dell’evento spiega il titolo della Venezia sarà “Sapere come usare il che cosa si doveva fare e per mettere mostra “How will we live together?” sapere”. Al di là della passione che a fuoco gli obiettivi da raggiungere, (come vivremo insieme?) che, nato ognuno di noi può avere o non avere pur nella gravità del Covid. Saranno prima che scoppiasse l’emergenza nei confronti della Biennale Architet- 63 i paesi partecipanti (Repubblica sanitaria, diventa ancora più attuale tura, tutti dovremmo essere felici ed dell’Azerbaigian, Grenada, Iraq e Uz- in questo momento. Questo tema era emozionati che Venezia si riapra al bekistan per la prima volta). Ci sono nato per l’intensificarsi della crisi cli- mondo dopo tanto tempo. Ci saranno state, inoltre, rassicurazioni sulla matica, i massicci spostamenti di po- artisti, critici, visitatori che rimette- gestione di tale importante evento: polazione, le instabilità politiche in ranno in moto una città che per sua la presenza delle persone che visi- tutto il mondo e le crescenti disugua- natura deve essere custode di cose teranno e lavoreranno alla Biennale glianze sociali, economiche, razziali belle e di cultura ad ogni livello. Un sarà regolata da precisi protocolli di ed ora la pandemia lo rende ancor pensiero, infine, ai lavoratori del set- emergenza e di sicurezza sanitaria più importante. Fino a novembre ci tore del turismo che vedranno in que- anti Covid. Ci saranno opere di 112 saranno un sacco di iniziative: un pro- sta mostra una riapertura delle attivi- partecipanti organizzate in 5 aree getto digitale per “spiare” il dietro le tà che speriamo non si chiudano più. Lente d'ingrandimento di don Gianni Antoniazzi Lettera a Zaia Alla c.a. del governatore del Veneto Luca Zaia Alla c. a. della dottoressa Manuela assessore Lanzarin Sono Luciana Mazzer e scrivo nuovamente a nome di tutti i residenti dei Centri don Vecchi per rivolgerVi il nostro gra- zie più riconoscente: la somministrazione della prima dose di vaccino “Moderna” è avvenuta lunedì 5 aprile. La cosa si è svolta con assoluta comodità per noi e grande efficienza e gentilezza da parte dei sanitari. In fiduciosa attesa di ricevere anche la seconda dose, vi rinnoviamo la nostra gratitudine per aver saputo dare ascolto alla nostra richie- sta. Date “le nostre età” siamo quanto mai desiderosi, ancor più, bisognosi di contatti umani, all'interno dei Centri stessi e ancor più con figli, nipoti e persone care; contatti che solo il vaccino, pur con la consueta prudenza, sarà in grado di garantirci. Nell'augurarVi presto un meno intenso e frenetico lavoro, vi saluto caramente. Luciana Mazzer Cara Luciana, grazie per l’iniziativa a beneficio di tutti i Centri. Mi unisco alle tue parole di gratitudine verso il nostro governatore Luca Zaia e l’Assessore Manuela Lanzarin. Quando ci sono state lacune non ho taciuto le mie rimostranze. Ora è giusto dire che hanno fatto un buon lavoro. Per la verità dobbiamo ringraziare molto anche il nuovo direttore Generale dell’ULSS 3, il Dott. Edgardo Contato. È stato lui a guardare con serena attenzione al lavoro dei nostri Centri. Ha compreso, nei giusti limiti previsti dalla legge italiana, che era necessario offrire ai residenti un’occasione perché tutti potessero fare il vaccino. I medici che hanno collaborato all’impresa hanno analizzato con cura la situazione clini- ca di ciascuno e hanno valutato, caso per caso, se tutti potessero accogliere l’iniezione della prima dose. Per evidenti ragioni di privacy non sono a conoscenza dei risultati ma mi sembra che tutti abbiano potuto profittare del vaccino e, al momento, senza alcun tipo di conseguenza significativa. A presto per il compimento dell’impresa. don Gianni ANNO 17 - N° 17 / Domenica 25 aprile 2021 7
Viaggio nel tempo Il volto di Gesù di Adriana Cercato Quando si pensa al sacro volto di Paradiso. Il telo è rimasto esposto ottenuta dai filamenti secreti da Gesù, viene immediatamente alla nella Basilica di San Pietro a Roma una specie di molluschi del Medi- mente l’immagine della Sacra Sin- fino al 1600 circa, e - secondo alcu- terraneo. Tale fibra ha la proprietà done. In realtà questa non è l’unica ni - è lo stesso telo venerato oggi a di essere ignifuga e idrorepellente, sua reliquia di cui di- Manoppello (PE) col nome di . Una delle sue caratteristi- cata dagli insetti. Il suo processo di pure , ovvero immagini che fondamentali consiste nella tra- lavorazione è molto lungo: il bioc- alle quali la tradizione attribuisce sparenza del tessuto, che permette colo deve rimanere per 25 giorni in un'origine miracolosa: esse, cioè, di osservare il sacro volto sia dal acqua dolce, cambiandogli l’acqua non sarebbero opera di un artista, lato dritto che da quello rovescio. ogni 3 ore, poi lo si bagna con succo ma "apparse" da sole per intervento In realtà i due volti non appaiono di limone per sbiondarlo, quindi lo si divino. Una di queste, sulla quale mi identici, perché uno dei due riporta immerge in un mix di 15 alghe che lo vorrei soffermare, è costituita dal dei particolari non presenti sul lato rende elastico, ed infine lo si ritorce "velo della Veronica". La leggenda opposto. Si tratta ad esempio della con un fuso di ginepro. Dal bisso si narra che la Veronica incontrò Gesù bocca, semiaperta da un lato, che ricavavano pregiatissimi tessuti con durante la sua salita al Calvario e gli lascia intravedere parte della den- i quali si confezionavano vesti desti- asciugò il volto con un panno di lino. tatura. Il Volto Santo di Manoppello nate ai personaggi più influenti delle In esso sarebbe rimasta impressa la è un sottile velo. Le misure del pan- società babilonese, assira, fenicia, sua immagine. Sarebbe solo per in- no sono 17 x 24 cm. Reca l’immagine ebraica, greca e romana. Un’altra tervento divino se è stata resa possi- di un viso maschile, con capelli lun- caratteristica incredibile del “Velo bile la fissione dell’immagine di Gesù ghi, e barba divisa a bande. Gli oc- della Veronica” è che risulta esse- sul telo. È tuttavia bene precisare chi guardano, intensamente, da una re perfettamente sovrapponibile al che si parla di “leggenda” in quanto parte, e verso l’alto. Il volto mostra volto della Sacra Sindone di Torino, tale episodio non trova conferma in segni di sofferenza - evidenziati da perché delle stesse dimensioni, con nessuno dei Vangeli. Il nome “Ve- un rigonfiamento innaturale di una l’unica differenza che nella reliquia ronica”, invece, pare derivi dall’ac- guancia - e la bocca gonfia. Su di della Veronica la bocca e gli occhi costamento dell’aggettivo latino esso non sono riscontrabili residui del viso sono aperti. Non essendoci “vera” al sostantivo greco “icona”, o pigmenti di colore. L’eccezionale alcun riferimento nei Vangeli, alcuni per indicare la “vera immagine” di trasparenza del tessuto è resa pos- studiosi hanno ipotizzato che la reli- Gesù tra quelle considerate non di- sibile dalla sua qualità: esso, infatti, quia del velo della Veronica possa in pinte da mano d’uomo. Anche Dante è costituito da bisso marino, ovvero realtà essere il sudario con il quale ne fa menzione nella Divina Comme- una fibra tessile di origine animale, è stato avvolto il volto di Gesù, du- dia, precisamente nel XXXI canto del una sorta di seta naturale marina rante la sua deposizione dalla croce. Testamento a favore della Fondazione Carpinetum La Fondazione Carpinetum ha come scopo il supporto alle persone anziane accolte nei sei Centri don Vecchi pre- senti tra Carpenedo, Marghera, Cam- palto e gli Arzeroni e l’aiuto ai soggetti più fragili che vivono in città. Si so- stiene solo con le offerte e i contri- buti della gente di buona volontà che vengono tutti destinati ad azioni di be- neficienza. Per sostenerla è possibile fare testamento a suo favore: chi non avesse eredi o chi volesse comunque lasciare un legato, sappia che il suo grande gesto di generosità si tradurrà in carità concreta, per fare del bene a vantaggio del prossimo che ha bisogno. 8 ANNO 17 - N° 17 / Domenica 25 aprile 2021
Viaggio nella mente Lo stress di assistere di Nelio Fonte Dagli anni 50 in poi si sono generate condotte in tempi recenti dedicate qui di seguito brevemente quelli di molte trasformazioni della società all’assistenza dell’anziano, si è svi- tipo psico-educazionale, di comu- civile tra cui l’ingresso di un mag- luppata la definizione peculiare di nicazione efficace, di rilassamento gior numero di donne nel mondo del “stress del caregiver”. Studi stret- e, non ultimi, quelli atti a miglio- lavoro al di fuori delle tradizionali tamente inerenti e diverse analisi rare le competenze. L’intervento mura domestiche. Questo ha costi- sul campo sembrano affermare che psico-educazionale in particolare, tuito una grande modificazione dei interventi di tipo individuale risulti- utilizzando un programma struttu- legami e vincoli parentali, facendo no più efficaci nell’alleviare questo rato che produce informazioni ag- emergere, fra i tanti, il problema di disagio specifico del caregiver. Ciò giornate, segue il progredire della come prendersi cura degli anziani sorprende se si pensa che una serie malattia/disabilità dell’anziano non che vivevano in famiglia. Non è un di colloqui a due è normalmente autosufficiente, accompagnandolo caso se i primi studi sul carico as- prescritto e più indicato per rag- alle risorse e ai servizi disponibili, sistenziale del Caregiver furono fo- giungere i vari e particolari bisogni nonché attiva i percorsi formativi calizzati nella descrizione dei cam- del Caregiver. Programmi di forma- rivolti nello specifico ai Caregiver biamenti mentali e finanziari, non- zione, di counseling e di supporto in modo che essi possano risponde- ché nello stato di salute generale educazionale predisposti e svilup- re conformemente alle problemati- di chi si prende cura di un compo- pati per ogni singola persona posso- che connesse alle distinte patologie nente anziano della famiglia. L’affa- no essere perciò più utili ed efficaci dei loro assistiti. Altro intervento ticamento e la tensione, associabili anche se, a differenza di quanto si essenziale da offrire e garantire alle svariate sindromi depressive potrebbe credere, in letteratura a chi assiste una persona fragile sono infatti frequenti nei Caregiver sono molto più frequenti gli inter- o invalida è quello di renderla più di anziani fragili che, se non trat- venti di Gruppo. Il motivo della loro sicura sul piano relazionale, che tate, sono spesso la causa di una maggiore diffusione è sicuramente significa soprattutto saper socializ- grave compromissione del benes- da riconoscere per il vantaggioso zare. Molto utile è anche il saper sere fisico e psichico degli stessi. rapporto costi-benefici, ma an- trovare e creare le “occasioni di Lo psicologo che stabilisce un rap- che per l’opportunità offerta dal stacco”, dedicate alla propria per- porto di fiducia con gli assistiti e i lavoro di sostegno reciproco, che sona in modo esclusivo; come pos- loro familiari, si trova, rispetto agli porta ad una sostanziale riduzio- sono essere quelle di relax da farsi altri professionisti, in una posizione ne dell’isolamento e quindi del- in acqua, o stesi su una pavimen- unica per cogliere la fatica e la ten- la sensazione di solitudine di ogni tazione di legno, ascoltando della sione del Caregiver e per pensare e singolo partecipante al gruppo. Tra buona musica, o quelle di fare sane provvedere agli interventi di soste- i possibili progetti di intervento a passeggiata al sole e all'aria aper- gno più appropriati. Nelle ricerche favore del Caregiver menzioniamo ta, a stretto contatto con la natura. Il nostro aiuto è rivolto a tutti Molti pensano che i generi alimenta- ri, la frutta e la verdura, i mobili, gli indumenti e gli oggetti per la casa, distribuiti al Don Vecchi, siano desti- nati esclusivamente ai senza tetto, ai disperati e ai mendicanti. In real- tà tutto ciò che viene raccolto e che si può ricevere a fronte di un’offerta simbolica, destinata ai costi di gestio- ne, è a disposizione di chiunque abbia una difficoltà ad arrivare alla fine del mese: disoccupati, precari, lavorato- ri con stipendio inadeguato, famiglie numerose o in situazioni di disagio. Per fortuna di prodotti e materiali ne abbiamo spesso in abbondanza: chi ne avesse bisogno non esiti a farsi avanti! ANNO 17 - N° 17 / Domenica 25 aprile 2021 9
Proverbi africani Gelosia e invidia di padre Oliviero Ferro, missionario saveriano Sono sentimenti distruttivi del- persona ambita e non raggiunta, da presenza di due anguille lasciò la la vita. Le gelosia porta l’uomo un’assurda e irragionevole aggressi- volpe affamata” (Mashona, Zimbab- all’odio, da questa si può passare ad vità. Ecco i proverbi, che ricordano we). Bisogna sempre lottare contro atti di estrema gravità come l’eli- anche le preghiere da fare contro l’invidia e la gelosia. “Non fissare minazione della persona invidiata queste categorie di persone. “Colui troppo la cosa che non si può acqui- oppure della propria vita. Si è por- che fugge dalla gelosia, attraversa stare” (Mèrina, Madagascar). È me- tati alla gelosia per vari motivi: per una foresta, ma la ritrova dall’altra glio non essere gelosi del vicino che invidia delle ricchezze (materiali, parte” (Rwanda) (la gelosia è pre- ha più beni di noi. “Colui che non intellettuali e delle doti spirituali sente in ogni luogo e persona). È ha un collo è piuttosto proprieta- e virtù morali) degli altri; per spi- meglio non nutrire gelosia per ciò rio dei gioielli” (Berbère, Algeria). rito possessivo dei propri congiunti che non si possiede, ma acconten- E quindi non invidiare ciò che non (moglie, marito, figli, amico, cono- tarsi di quello che si ha. “Colui per ci spetta. “Non ci si stende su un scenti.). Scatta come marca del ri- il quale brilla il sole, deve seccare letto dove non si dorme” (Bassar, fiuto dei propri limiti ed espressio- ciò che possiede” (Bassar, Togo). Togo). A volte si invidia da parte di ne violenta della non realizzazione Naturalmente i pigri nutrono gelo- un congiunto la bellezza di un con- del Super-Io. E anche quando c’è lo sie per l’uomo laborioso. “La gente giunto di un altro. “Il geloso dice: spirito di esclusione degli altri (con- odia colui che si dà da fare” (Ba- ”Quanto è grande quel grillo al bec- correnti) in quella stessa direzio- oulè, Costa d’Avorio). L’eccesso di co della gallina” (Lunda, Zambia). ne dell’affermazione dell’Io. Nella invidia porta a dei comportamenti Un coniuge geloso è comprensibile mentalità africana gli invidiosi ra- dannosi “Chi invidia troppo, man- rispetto a un coniuge adultero. Si dicati nel male sono associati agli gia un cibo caldo” (Basonge, Congo insegna che qualche forma di ge- stregoni. Di solito, quando succede RDC). L’invidia spinge gli uomini a losia è comprensibile come male qualcosa di negativo nella propria consumare da soli i loro beni e ad minore. (Mèrina, Madagascar). An- vita (incidente, malattia, fallimento invidiare quelli degli altri. “Gli sto- diamo ancora dai Warega del Congo professionale, qualunque morte), la maci invidiosi mangiano i loro cibi RDC, che sulla “corda della saggez- si attribuisce all’invidia di qualcuno in pace; quando mangiano i nostri, za” sospendono l’immagine di un (gelosi, invidiosi, stregoni) nell’am- gemono” (Ashanti, Ghana). L’invi- storpio. E dicono “Tu hai ucciso il biente della vittima o nei dintor- dia spinge talmente l’uomo all’ec- tuo amico, lo storpio; tu desideri i ni). Sono questi tre fattori, occul- cesso di desideri, che gli vengono beni del tuo vicino”. Quindi si con- ti o visibili che provocano il male, a mancare le cose più facilmente siglia di essere fedeli all’amicizia secondo la mentalità africana. La raggiungibili. Chi vuole raggiun- non sfruttarla per far crescere tu gelosia, nel suo modo particolare, gere due obiettivi (correre dietro stesso le debolezze dei tuoi ami- si manifesta con atteggiamenti vio- a due lepri nel medesimo tempo) ci. Anzi sii contento di quello che lenti, ingiuriosi nei confronti della alla volta, li manca tutti e due. “La gli altri possiedono. (96/continua) Domanda per entrare ai Centri don Vecchi Ai Centri don Vecchi il turnover degli appartamenti è costante. Chi pen- sasse di presentare domanda d’inse- rimento, mettendosi in lista d'attesa, può consegnarla in direzione al Cen- tro don Vecchi 2 di via dei Trecento campi a Carpenedo. Per richiedere un alloggio occorre: non avere meno di 65 anni e più di 83; trovarsi in una condizione economica modesta; es- sere normalmente autosufficienti; disporre di un garante che si assu- ma la responsabilità di intervenire qualora la persona abbia necessità di una diversa collocazione, in se- guito alla perdita dell’autonomia. 10 ANNO 17 - N° 17 / Domenica 25 aprile 2021
Per trasparenza Per realizzare il Centro di solidarietà Sottoscrizione cittadina: tutti i fondi a favore della costruzione della nuova opera di bene I familiari del defunto Salvatore I nipoti della defunta Luisa Lumine, ad un anno dalla sua Chiavarone hanno sottoscritto due 5x1000 scomparsa, hanno sottoscritto azioni, pari a € 100, in memoria Un modo concreto per aiutare quasi mezza azione, pari a € 20, della loro cara zia. Molti già cominciano con la dichia- in sua memoria e in quella dei razione dei redditi. Ricordiamoci defunti Giovanni e Assunta. Il marito e i due figli della della scelta del 5x1000. Non sono defunta Antonina Sanfilippo hanno cifre stellari ma ugualmente pre- Il signor Palmiro Manzato ha sottoscritto quattro azioni, pari ziose. Con 5 pani e 2 pesci Gesù sottoscritto un’azione, pari a e 50, a € 200, per onorare la memoria ha sfamato una folla. Il 5x1000 non per onorare la memoria di Onorina della loro cara congiunta. costa niente e sostiene la Fonda- Borin. zione Carpinetum. Si tratta di uno strumento gratuito che lo Stato Il signor Egidio Callegaro ha italiano mette nelle nostre mani. La signora Luigina ha sottoscritto sottoscritto sedici azioni, pari a Al momento di fare la nostra di- mezza azione abbondante, pari a € € 800, per onorare la memoria di chiarazione dei redditi, possiamo 30, in suffragio di Nicola Pettenò. sua madre Adriana Vicenti. indicare nell’apposita casella a quale ente destinare il contributo. È stata sottoscritta un’azione, pari La famiglia Di Marzio ha Tre possibilità di scelta a € 50, per ricordare il defunto sottoscritto due azioni, pari a € Se credete opportuno il lavoro fat- Roberto. 100, per onorare la memoria di to con gli anziani e le famiglie in una loro cara congiunta. difficoltà proponiamo di dare il I familiari del defunto Salvatore 5x1000 alla Fondazione Carpinetum hanno sottoscritto quasi mezza I tre figli della defunta Argia dei Centri don vecchi: codice fisc. azione, pari a € 20, in suo ricordo. Pirgoli hanno sottoscritto due 94064080271. Se invece preferite azioni, pari a € 100, per onorare sostenere i bambini si può aiutare il La famiglia Poli, in occasione del la memoria della loro cara madre. Centro Infanzia Il Germoglio che da più di 100 anni si occupa della for- primo anniversario della morte del mazione e della crescita dei bam- loro caro Antonio, ha sottoscritto I tre figli del defunto Giovanni bini in via Ca’ Rossa: codice fisc. quasi mezza azione, pari a € 20, Clobaz hanno sottoscritto quasi 90178890274. Da ultimo invece, per per onorarne la memoria. mezza azione, pari a € 20, per chi ritiene di sostenere le donne in onorare la sua memoria. difficoltà da secoli c’è l’Associazione La zia dei defunti Emanuela e Piavento: codice fisc. 90017970279. Paolo ha sottoscritto un’azione, La moglie del defunto Vincenzo Come destinarlo pari a € 50, in suffragio di questi Lazzarin ha sottoscritto due Se compili il Modello 730 o il Modello due nipoti. azioni, pari a € 100, Redditi, nel riquadro “Sostegno del per onorare la cara memoria di volontariato…” firma e scrivi il codi- La figlia dei coniugi Caterina ed suo marito. ce fiscale dell'ente prescelto. Se non Emilio ha sottoscritto quasi mezza sei tenuto a presentare la dichia- azione, pari a € 20, in suffragio dei I nipoti del defunto Daniele razione dei redditi puoi comunque suoi genitori. Crivellari hanno sottoscritto donare il tuo 5x1000: nella scheda un’azione, pari a € 50, per onorare fornita insieme alla Certificazio- ne Unica dal tuo datore di lavoro La signora Laura Teatini del Centro la memoria del loro caro zio. o dall’ente che eroga la pensione, Don Vecchi 2 ha festeggiato il suo firma nel riquadro “Sostegno del compleanno sottoscrivendo quasi Un figlio della defunta Ada ha volontariato…” e scrivi nel riquadro mezza azione, pari a € 20. sottoscritto quasi mezza azione, il codice fiscale dell'ente prescelto. pari a € 20, in memoria di sua Inserisci la scheda in una busta chiu- La famiglia Spolaor, in occasione madre. sa e scrivici “Destinazione 5x1000 Ir- del 1° anniversario della morte del pef” insieme al tuo cognome, nome e codice fiscale, consegnala poi gra- loro caro Emilio, ha sottoscritto La signora Natalina Michielon ha tuitamente ad un ufficio postale, al quasi mezza azione, pari a € 20, sottoscritto quattro azioni, pari a Caf oppure al tuo commercialista. per onorarne la memoria. € 200. ANNO 17 - N° 17 / Domenica 25 aprile 2021 11
Il punto di vista “Pace a te, Marco” di don Fausto Bonini Il 25 aprile ricorre la festa di San va il problema di darle un patrono alla Basilica di San Marco, fermatevi Marco, il santo patrono di Venezia. altrettanto grande e importante. ad osservare le porte di ingresso e Ma perché San Marco è patrono della C’era San Teodoro, era vero, ma ri- sopra potrete ammirare il racconto nostra città? Perché abbiamo l’ono- chiamava troppo l’oriente dal quale di questa avventura. Nella prima re di conservare il suo corpo? E qui, Venezia si stava emancipando. E poi porta, partendo da destra, si può come al solito, tutto quello che ri- non era un santo tanto importante. vedere la cesta in cui è contenuto guarda Venezia è sempre un misto Chi, se non San Marco, poteva essere il corpo di San Marco coperto dalla di storia e leggenda. Ma non po- il patrono di questa grande città? E carne di maiale e la reazione dei do- trebbe essere diversamente quando arriviamo all’anno 828, quando due ganieri egiziani: uno si gira dall’al- si parla di Venezia. Si racconta che marinai veneziani, Buono da Mala- tra parte per non vedere e un altro Marco, colui che ha scritto il primo mocco e Rustico da Torcello, vanno addirittura si tappa il naso per non Vangelo sulla vita di Gesù attorno al alla ricerca del corpo di San Marco sentire l’odore, come potete vedere 65-70, sia stato mandato da Pietro e giungono nella città di Alessandria nell’immagine qui sotto. Nella lunet- ad evangelizzare il nostro territo- d’Egitto che nel frattempo era sta- ta accanto è raccontato l’arrivo del rio. Sulla strada del ritorno, men- ta occupata dai musulmani i quali corpo del santo, poi l’accoglienza da tre attraversava in barca le nostre stavano demolendo i luoghi di cul- parte del Doge e del Senato della lagune, fu costretto, a causa di una to cristiani e profanando le tombe città. Infine l’ultima lunetta, che è forte tempesta, a cercare rifugio in dei loro santi. Anche la salma di San anche la più antica, illustra l’ingres- alcune isole dove poi sarebbe sorta Marco correva un grave pericolo. I so del corpo del santo in Basilica. Venezia. Mentre dormiva gli apparve due veneziani riuscirono a recupe- Ora San Marco riposa sotto l’altar in sogno un angelo che gli avrebbe rare il corpo del santo e, con uno maggiore e sulla tomba sta scritto: detto: “Pax tibi, Marce, evangelista stratagemma, hanno potuto eludere “Corpus divi Marci evangelistae”. meus. Hic requiescet corpus tuum”, la sorveglianza dei doganieri musul- Non possiamo che essere orgogliosi “Pace a te, Marco, mio evangelista. mani. Sapendo che la loro religione di avere un patrono così importante Qui riposerà il tuo corpo” e su que- non permette di toccare e mangiare e lo preghiamo che ci aiuti a rifon- ste isole sorgerà una grande città. la carne di maiale, misero la salma dare la nostra città quando uscire- E da qui prese il mare e salpò ver- di San Marco nella loro barca rico- mo da questa tragica pandemia. so Alessandria d’Egitto, dove fondò perta da tanta carne di maiale e così una comunità cristiana e vi morì. Il poterono riprendere il mare verso racconto di questa presenza passò Venezia. Qui deposero la salma nel- I recapiti di padre in figlio nel corso dei seco- la chiesa di San Teodoro e si iniziò dei Centri don Vecchi li successivi tanto che, mentre Ve- la costruzione della grande basili- Don Vecchi 1: Carpenedo - viale nezia stava diventando una grande ca che anche oggi possiamo ammi- don Sturzo, 53 - tel. 0415353000 città costruita sull’acqua, ci si pone- rare. Se un giorno arrivate davanti Don Vecchi 2: Carpenedo - via dei 300 campi, 6 - tel. 0415353000 Don Vecchi 3: Marghera - via Car- rara, 10 - tel. 0412586500 Don Vecchi 4: Campalto - via Or- landa, 187 - tel. 0415423180 Don Vecchi 5: Arzeroni - via Mar- sala, 14 - tel. 0413942480 Don Vecchi 6: Arzeroni - via Mar- sala, 14 - tel. 0413942214 Don Vecchi 7: Arzeroni - via Mar- sala, 14 - tel. 0413942214 Pubblicazione settimanale a cura della Fondazione Carpinetum dei Centri don Vecchi presenti a Carpenedo, Marghera, Campalto e Arzeroni - Autorizzazione del Tribunale di Venezia del 5/2/1979 - Direttore responsabile: don Gianni Antoniazzi; grafica: Maurizio Nardi - Via dei Trecento campi - Mestre (Ve), www.fondazionecarpinetum.org e incontro@centrodonvecchi.org
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