GORI SPA, CAMBIO DI VERTICE: SCELTI I FEDELISSIMI DI DE LUCA

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Gori SpA, cambio di vertice:
scelti i fedelissimi di De
Luca
Cambio di vertice per Gori SpA e i fedelissimi del governatore
De Luca arrivano ai piani più alti della società di Ercolano.
Si interrompe così una lunga striscia ultradecennale di
amministratori di nomina romana, in nome della saldatura
sempre più forte tra governo regionale campano e Acea, la
potente multinazionale con sede nella capitale.Vittorio
Cuciniello, già segretario del PD di Torre del Greco e vicino
alla corrente dei post-renziani di ‘Base riformista’, succede
nel ruolo di amministratore delegato a Giovanni Paolo Marati.
Laureato in ingegneria meccanica, Cuciniello in passato ha
ricoperto diversi ruoli strategici in Gori, per poi diventare
amministratore delegato di Gesesa, gestore del servizio idrico
nella provincia di Benevento e sempre appartenente alla
galassia del gruppo Acea.Nuovo profilo anche per il ruolo di
presidente: l’avvocato salernitano Sabino De Blasi,
attualmente alla guida di Salerno Energia e deluchiano di
ferro, succede al professore Michele Di Natale, presente in
Gori dal 2016.Confermato vice-presidente il penalista Luigi
Mennella, già assessore comunale a Torre del Greco, legato al
capogruppo dem in Consiglio regionale, Mario Casillo. Nel
consiglio di amministrazione arriva anche un altro riferimento
del governatore, la giovane amministrativista Virgilia
Fogliame, candidata con la lista “Campania Libera” alle ultime
regionali nella circoscrizione di Salerno (raccogliendo poco
più di 2 mila preferenze) e figlia di Antonio, due anni fa
candidato a sindaco di Scafati con Forza Italia. Resta nel CdA
la manager Federica Marinetti, proposta dalla casa madre
Acea.Nomine che arrivano su indicazione di Palazzo Santa Lucia
attraverso il commissario straordinario del disciolto Ente
d’Ambito Sarnese Vesuviano, Luigi Massaro, che nonostante gli
anni trascorsi rimane in piedi e detiene ancora il pacchetto
del 51% delle quote sociali della Gori.Ancora una volta
completamente esclusi i Comuni, che in teoria dovrebbe avere
il controllo del gestore idrico ma che in realtà non hanno mai
avuto alcuna voce in capitolo.Dura la reazione dei comitati
per l’acqua pubblica: “Una spartizione di poltrone che non
affronta i numerosi problemi che attanagliano da anni i
cittadini: tariffe troppe alte, disservizi continui, distacchi
selvaggi della fornitura anche durante l’emergenza sanitaria
della pandemia. Il 51% della società viene gestito ancora da
un commissario e non viene distribuito ai legittimi
proprietari, i Comuni del territorio”.Non a caso un’inchiesta
della Corte dei conti ha definito il servizio idrico Gori “un
sistema al di fuori delle regole”. Negli ultimi anni l’azienda
ha siglato con la Regione due transazioni per saldare i suoi
ingenti debiti: condonati prima con la giunta Caldoro 70
milioni di euro, rateizzati poi dall’amministrazione De Luca
altri 112 milioni.Intanto, scadute le tariffe precedenti, lo
scorso anno Gori aveva tentato un nuovo colpaccio, scavalcando
le competenze dell’Ente Idrico Campano, inviando all’autorità
nazionale ARERA una proposta di piano tariffario per il
prossimo quadriennio che prevedeva ben 240 milioni di
investimenti. Risorse economiche che avrebbero condizionato
fortemente le già insostenibili bollette con nuovi aumenti
delle tariffe fino al 2023, a scapito degli utenti.Uno
schiaffo all’EIC, che invece non vuol sentire parlare di
incrementi tariffari e punta a recuperare cospicui fondi
pubblici da destinare a lavori e manutenzione delle reti
idriche e fognarie anche dal Recovery Plan.La partita è
aperta, il prossimo 4 maggio arriverà al voto del Consiglio di
Distretto Sarnese Vesuviano lo schema regolatorio delle nuove
tariffe e si vocifera comunque di piccoli ritocchi verso
l’alto. “Una situazione insostenibile – denunciano i
rappresentanti della Rete civica per l’acqua pubblica – le
tariffe sono troppo alte e vanno abbassate tenendo conto anche
dalla pesante crisi economica e sociale che stiamo
attraversando, tutelando davvero le fasce più deboli”.
Willburger: “Il coprifuoco
non ci fermerà, la cultura
deve ripartire”
di Monica De Santis

Campania in zona gialla, ovvero riapertura da lunedì anche di
musei, mostre, cinema e teatri, ovviamente però rispettando il
coprifuoco delle 22. Un coprifuoco che ovviamente ha scatenato
non poche polemiche. Specie tra gli operatori culturali ed i
ristoratori che da giorni stanno contestando una decisione
ritenuta assurda e che non segna una riapertura ma bensì
lascerebbe tutto invariato. Decisione assurda, quella di
imporre il coprifuoco alle 22, lo pensa anche l’assessore alla
cultura del Comune di Salerno, Antonia Willburger… “Non sono
d’accordo con queste nuove disposizioni del governo. Perché è
un contentino questo. Sappiamo benissimo che noi, non abitiamo
al nord, non abitiamo in Svezia e Norvegia ma in Campania,
dove le giornate sono lunghe e non possiamo assolutamente
prevedere eventi all’aperto e poi avere il coprifuoco alle 22.
Non ha senso, è una pagliacciata non solo per la categoria
degli operatori culturali ma anche per la stessa categoria dei
ristoratori. Quello che non riesco a capire è il perchè di
questa scelta. Se è stato organizzato un piano sicurezza
allora qual’è la differenza tra le 22 o le 23. Credo che non
abbia molto senso tutto questo. Un’ora in più non credo possa
incidere particolarmente sulla diffusione del virus”. In virtù
di questo coprifuoco, lei come ha deciso di regolarsi,
proseguirà nell’organizzazione di eventi estivi oppure
aspetterà un’eventuale nuova disposizione… “Vado avanti, non
rallentiamo per niente, nel senso che ci adattiamo chiaramente
alle regole, ma ovviamente, mi auguro che queste disposizioni
vengano riviste, perché non sono logiche. Per questo
proseguiamo, ora più che mai, visto che comunque abbiamo
finalmente avuto l’ok per prevedere eventi all’aperto. Ora è
il momento di programmare gli appuntamenti che si dovranno
tenere da giugno a settembre. È chiaro che se ci dicono che
dobbiamo chiudere alle 22 vorrà dire che inizieremo alle 20 i
nostri eventi. E’ indubbio che ci organizzeremo in modo da
rispettare ciò che ci viene inposto. Sicuramente non sarà un
coprifuoco a farci paura. Abbiamo superato ostacoli peggiori,
abbiamo vissuto la prigione con il lockdown, abbiamo vissuto
veramente il periodo peggiore dal punto di vista culturale,
come la mancanza di aiuti e come la mancanza di ripresa,
quindi un’ora in più, un’ora in meno, non ci farà paura,
perchè dobbiamo assolutamente ricominciare e per ricominciare
dobbiamo iniziare a programmare”. Lunedì ha previsto
un’apertura, anche simbolica, di uno dei teatri comunali? “In
realtà mi aspettavo una proposta in merito, ma purtroppo non
ho avuto nessun segnale in merito. Posso dire che in questi
giorni ho ricevuto molte telefonate da parte di organizzatori
e registi teatrali che hanno voglia di organizzare eventi per
l’estate. E infondo è anche comprensibile. Ci stiamo
avvicinando alla stagione estiva e non è pensabile prevedere
spettacoli al chiuso in questo perioro. Quindi fa parte di
tutti c’è una grande volontà di tornare a fare eventi, ma
all’aperto”. Come amministrazione comunale vi state
orientando, come location solo sull’Arena del Mare e il Teatro
Barbuti, o state pensando anche ad altri spazi? “La mia idea è
questa. Poter aprire per la prossima estate non solo all’Arena
del Mare e ai Barbuti. Credo che da inizio settimana inizierò
a lavorare sulla dislocazione in più punti della città degli
eventi, magari anche suddividendo i vari generi. All’Arena del
Mare ad esempio faremo spettacoli che richiamano un gran
numero di spettatori visto che li avremo una capienza di 1000
posti a sedere. Per le compagnie amatoriali si potrebbe
ipotizzare di dislocarle in altre realtà come quella di
Sant’Eustachio, e all’Arbostella ed anche al parco Mercatello.
Sto pensando ad un’area dedicata ai giovani e a laboratori per
gruppi e bambini da tenere al Parco del Seminario, mentre al
teatro dei Barbuti chiaramente spettacoli più d’elite”
Spettacoli che si andranno ad integrare con il Barbuti
Festival? “Certamente, so che gli organizzatori stanno già
lavorando alla prossima edizione e che stanno avendo molte
richieste da compagnie teatrali e di danza che vorrebbero
esibirsi in quella bellissima location” Sicuramente non
mancheranno il Premio Charlot e la musica dell’orchestra del
Teatro Verdi? “Il Premio Charlot è stato già confermato e per
quanto riguarda i concerti dell’orchestra del teatro Verdi,
credo che avranno inizio verso la fine giugno. Ci sarà una
programmazione ad hoc per l’orchestra diretta dal maestro
Daniel Oren e molto probabilmente questi concerti si terranno
nella zona del teatro Grirelli”. Prevedete di mettere a
disposizione degli operatori gli spazi, i servizi ed il
service come lo scorso anno? “L’idea è quella adottata lo
scorso anno, ma dobbiamo aspettare l’approvazione del bilancio
per capire di quanti fondi disponiamo. Sicuramente faremo in
modo di garantire il più possibile a tutti gli organizzatori”.
E per le mostre? Cosa c’è in programma? “Partiremo a giugno
con l’omaggio a Ugo Marano nel decennale della sua dipartita
presso il Museo Città Creativa di Ogliara. Poi stiamo
valutando tra fine maggio e i primi di giugno per Salerno
Porte Aperte. Intanto mi auguro che da lunedì venga riaperta
al pubblico la mostra A Sud del Barocco. Mostra che viene
ospitata alla Pinacoteca Provinciale e che fu inaugurata nel
giorno in cui la Campania divenne zona rossa e che quindi
nessuno è ancora riuscito a vedere”.

Fabio Falcone:                         “La          zona
gialle                sembra          quasi            una
beffa”
di Monica De Santis

“La tanto agoniata zona gialla, sembra quasi uno scherzo, una
beffa, per la maggior parte dei commercianti!” Così
Fabio Falcone titolare del Bar Gianni 56 sito in corso
Vittorio Emanuele, commenta il nuovo decreto del Governo. Un
decreto che di certo non aiuta le attività commerciali legate
al mondo dei bar e della ristorazione. “Non si può consumare
all’interno del locale, di conseguenza un passo indietro alle
passate disposizioni. Quindi presumiamo sia stato un errore
far consumare le persone prima, così come è stato un errore
prima non fare sedere fuori fino alle 22? Noi commercianti
siamo stanchi e totalmente in confusione, guidati da un
governo che palesa grandi difficoltà comunicative ed
organizzative nonché un incompetenza disarmante! Per quanto mi
riguarda, avere i tavoli fuori è sicuramente una boccata di
ossigeno ma non c’è da esserne felici, sia perché ci è stato
restituita in parte quello che è un nostro diritto, ma
soprattutto siamo solidali con chi non ha questa possibilità!
Non è giusto e non è possibile fare discriminazioni con la
sopravvivenza delle persone perché di sopravvivenza ormai
stiamo parlando e non più della sola attività, ma della
persona stessa! Spero vivamente che lo stato si ravveda e
provveda a risanare quanto scempio ha fatto fin ora”. Intanto
Fabio, che gestisce lo storico locale insieme con il fratello
guarda al futuro con ottimismo e porta avanti la tradizione di
famiglia nella ricerca del miglior prodotto possibile,
genuino, gustoso e senza conservanti. “Abbiamo deciso di
rilanciare: da oggi la produzione di gelati raddoppia e si
sdoppia, dando vita a tanti nuovi gusti senza glutine e molti
anche senza lattosio per coccolare chiunque voglia concedersi
un momento di piacere senza trascurare il gusto e soprattutto
la salute, sia mentale che fisica! Oltre agli storici caffè
alla nocciola ed al limone, che sono il marchio di fabbrica
del nostro bar Gianni56, ricordiamo anche il famoso gelato
Gianni (comunemente chiamato nocciotella ed inventato proprio
da noi) che si sdoppia anch’esso, anzi si triplica, dando vita
a gianni56 e Cuore di Gianni, tre versioni da scoprire e
gustare in ogni loro sfaccettatura! Oltre ai gelati alla
frutta fatti con frutta di prima scelta e ricercata al tatto e
all’olfatto singolarmente, frutto per frutto e senza lattosio,
passando per le cioccolate fondenti classica, al limone e
all’arancia, anch’esse senza lattosio! Senza dimenticare le
granite, anch’esse rigorosamente con solo frutta fresca, acqua
e zucchero! Insomma ce n’è per tutti i gusti e per tutte le
età! Il Gianni56 ed il suo staff vi ringraziano per la stima
mostrataci in tutti questi anni e vi salutano con uno slogan
che è diventato parte integrante della nostra giornata: non
puoi compare la felicità, ma puoi comprare un gelato, ed è
praticamente la stessa cosa”.

Gianpaolo Zoccola: “Non è una
riapertura       ma       una
limitazione”
di Monica De Santis

Gianpaolo Zoccola è il titolare del ristorante Dimora Nannina,
sito a San Cipriano Picentino. Come tanti suoi colleghi, pure
avendo gli spazi esterni è perplesso dalle decisioni assunte
dal Governo Draghi… “Questa non è una riapertura ma
un’ulteriore limitazione. Se facciamo una differenza tra la
zona gialla di Conte è quella di Draghi, nella prima almeno
avevamo la possibilità di lavorare al chiuso a pranzo, adesso
con un clima ancora instabile questo governo ci vuole far
lavorare solo all’esterno, un po’ come dire che non dobbiamo
lavorare. Senza contare poi il coprifuoco alle 22. Una cosa
assurda che ci fa capire che questo Governo non sa proprio
come vengono gestite le attività legate al mondo della
ristorazione”. Per Gianpaolo era meglio un’altro tipo di
organizzazione, fatta soprattutto di controlli… “Quando ci
hanno permesso di stare aperti a pranzo, abbiamo più e più
volte chiesto di effettuare controlli seri, perchè questo è
l’unico modo per garantire la sicurezza alle persone. Allora
perchè non ci vogliono ascoltare. Non era meglio consentirci
di lavorare anche al chiuso ma con controlli adeguati. Chi
sbagliava e non rispettava le regole veniva chiuso e
sanzionato. Ma invece no, questo per loro non andava bene.
Meglio questo ridicolo il coprifuoco”. Il ristoratore
salernitano spiega un altro errore in questo ultimo Dpcm… “Non
è pensabile che ieri sera ci comunicano che siamo zona gialla
e che quindi da lunedì possiamo aprire. Non hanno capito che
così non abbiamo neanche il tempo per riprogrammare la
riapertura. Mi spiego, noi siamo un locale di cucina di mare e
se mi avvisi il venerdì sera che da lunedì posso riaprire, mi
dici dove lo vado a comprare il pesce e poi dopo tanti mesi di
chiusura al pubblico mi devi anche dare il tempo di ripulire
bene tutto il locale e di sistemare i tavoli all’esterno. Ci
vuole programmazione per portare avanti un ristorante. Infatti
credo che io farò un tentativo di riapertura non prima di
mercoledì-giovedì. Nella speranza che poi il venerdì non ci
cambiano nuovamente di colore”. Gianpaolo Zoccola però pone
l’accento anche su un altro problema non da poco, ovvero la
mancanza di personale… “Sembra strano, ma sia io che molti
colleghi stiamo avendo difficoltà a trovare personale di sala
e di cucina. Purtroppo con tutte queste chiusure ed aperture
saltuarie, molti giovani dipendenti, che ovviamente non
potevano stare dietro ad una cassa integrazione che non
arriva, hanno scelto di cambiare totalmente lavoro. Ed ora è
difficile riuscire a trovare del personale. E di questa
difficoltà dobbiamo ovviamente rigraziare i nostri politici
che hanno saputo solo chiuderci ma non hanno pensato
minimamente di snellire la burocrazia e velocizzare i
pagamenti della cassa integrazione. Chi ha famiglia non poteva
certamente aspettare ed ha dunque preferito cambiare lavoro”.

Addio al Maestro Maurizio
Aiello, stimato docente del
conservatorio
di Olga Chieffi

Nella giornata di ieri è mancato ai vivi il Maestro Maurizio
Aiello, già docente del conservatorio “G.Martucci” di Salerno.
Un dialogo, questo, che non è affatto terminato sabato sera,
poiché si riaccenderà ogni qualvolta un allievo diretto di
Maurizio Aiello, oggi docente, porrà tra le mani di un
giovanissimo un violino, evocandone, così, l’insegnamento, lo
spirito. Maurizio Aiello è un erede della gloriosa scuola
napoletana del conservatorio S. Pietro a Maiella con il M°
Luigi Schininà. Primo violino dell’orchestra del teatro S.
Carlo di Napoli si è formato alla scuola di direttori della
fama di Muti, Oren, Accardo, Ughi. Nell’anno 1981 vince il
concorso nazionale per la cattedra di violino nei
conservatori. E’ stato fondatore di orchestre da camera quali
l’ensemble d’archi “Euterpe”, l’orchestra di violini Paganini,
il trio d’archi del Teatro San Carlo, l’orchestra Franco Maria
Napolitano, l’Unione Musicisti Napoletani, l’ensemble Mistica
Harmonia, esibendosi in prestigiosi teatri italiani ed esteri.
Nel 1989 avvia un percorso di sperimentazione didattica
fondando un’orchestra da camera di soli archi composta
esclusivamente dai propri allievi del conservatorio “Martucci”
di Salerno. L’impegno professionale didattico in conservatorio
a Potenza e a Salerno, portato avanti da 35 anni, ha prodotto
numerosi violinisti quasi tutti inseriti in orchestre lirico-
sinfoniche prestigiose e perfezionati con illustri violinisti
come Accardo, Cusano, Vernikov. “ A mio padre devo la vita, al
mio Maestro una vita che vale la pena essere vissuta”, soleva
ripetere Alessandro Magno del suo Maestro Aristotele. Maestro
è un termine di cui si abusa, senza rispettarne l’intenso
significato: “Maestro” era l’appellativo di Gesù Cristo nei
Vangeli, l’omaggio dei contemporanei ai grandi del
Rinascimento. Oggi è banalizzato, nelle arti, nella scuola, in
teatro. Il Maestro è generoso, offre aiuto, suggerimenti,
ispirazione dentro e fuori l’aula, segnala svolte e insegna
prospettive, indica una via e la illumina, col proprio
esempio, col proprio “fare”, col proprio porsi sempre in
gioco, instilla il dubbio, che è la via per uscire dalla
“selva”, un passaggio sicuro fatto di pochi principi chiari,
su cui procedere, lavora indefessamente con severità, nella
costruzione del sapere, senza mai aggobbire sotto sistemi pre-
confezionati, verso sempre nuovi traguardi, conquistati in
prima persona. La ricompensa è l’onore di trasmettere
qualcosa, di accendere una scintilla in chi viene dopo, un
piacere puro, “gratuito”, quindi, impopolare. Tanti gli
allievi del M° Maurizio che hanno lasciato un pensiero per
lui. Su tutti i violinisti di casa Gibboni, che hanno tutti
studiato con lui, da Daniele, ai suoi figli, Annastella,
Donatella e Giuseppe, del quale avrebbe dovuto essere in prima
fila al concerto autunnale con i Musici a Cremona, ma sappiamo
che sarà comunque, vicino al suo pupillo. “Caro Maestro… che
dire ..da oggi saremo più soli. Ogni volta che c’era un nuovo
concerto, un nuovo concorso, una novità, il pensiero era
sempre quello di farvi partecipe , e voi felice sempre. Avete
fatto parte della nostra famiglia ancor prima che fosse tale,
quando c’era solo Daniele ad essere vostro allievo…ai tempi
del conservatorio, dell’ Orchestra Collegium Musicum Harmonia,
dei tanti concerti in giro…poi ci siamo persi di vista e poi
ritrovati con i ragazzi… con Annastella, Donatella ,Giuseppe ,
felice voi di poter essere il loro maestro, felici loro di
trovare in voi un Maestro in tutto…le ore di lezioni di musica
e lezioni di Vita…il cerchio si era chiuso. Una storia
iniziata con Daniele e chiusa con i ragazzi. Siete andato via
troppo presto Maestro, ci sono ancora tanti concerti da fare,
tanta musica da suonare, ma noi sappiamo che un giorno vi
ritroverete tutti insieme Voi ed i vostri tanti ed amati
allievi…e allora ci sarà una nuova orchestra con cui fare
tanti concerti. Sempre nei nostri cuori , sempre nella nostra
musica. Vi vogliamo bene”. Ancora attoniti, per l’improvvisa
scomparsa dell’amico per aver perso inaspettatamente un
maestro che ci voleva bene, con il quale si è condivisi
momenti che sono patrimonio di un’umanità che cresce e
migliora l’intera redazione di Le Cronache si stringe alla
moglie Maria Rosaria Nica e ai suoi tre figli.

Don  Felice,   Dulcamara                                   e
l’amore di Ugo Piastrella
di Olga Chieffi

Sabato champagne con Ugo Piastrella, ospite del format
virtuale del quotidiano “Le Cronache”, in diretta sui social
del giornale, il quale dopo il dialogo familiare ha donato ai
follower del contenitore teatrale la commedia brillante “Don
Felice e le pillole dell’amore”, adattata in napoletano, da
Benedetto Casillo, dalla celeberrima pochade scritta da
Charles Maurice Hennequin con la collaborazione di Paul
Bilhaud, nel 1904, Le pillole d’Ercole una serie di
irresistibili gags, qui pro quo, colpi di scena, un grande
meccanismo comico che offre al contempo un’acuta osservazione
critica dell’animo umano. Una puntata, questa, che ha esordito
con una sigla, firmata da Nicola Cerzosimo, che ha quale
commento sonoro l’entrata del Dottor Dulcamara, personaggio
chiave dell’Elisir d’Amore di Gaetano Donizetti, che ha fatto,
ieri senza volerlo, il paio con Felice Sciosciammocca,
interpretato mirabilmente da Ugo Piastrella. Benedetto
Casillo, ha infatti, affidato il ruolo del protagonista a
Felice Sciosciamocca, il quale più che una maschera è una
mezza maschera, un carattere in gergo teatrale che fa il suo
ingresso nella società borghese partenopea a fine Ottocento,
quando grazie al talento immaginifico di Antonio Petito, la
più celebre maschera dell’epoca, il teatro partenopeo subisce
una profonda trasformazione. Felice col suo abbigliamento e
linguaggio imborghesito è l’espressione di una classe sociale
e di un’epoca che, seppur lontana, ha similitudini che si
adattano a quelle attuali. La storia di questa divertentissima
pièce gravita attorno a due medici, uno dei quali ha inventato
“la pillola dell’amore”, un portentoso ritrovato della
medicina, estremamente afrodisiaca. Ma cosa succede se la
pillola viene utilizzata per vincere una scommessa? Se poi si
aggiungono una carrellata di colorati personaggi e una moglie
innamorata il risultato è di sicuro effetto e dà luogo ad un
concatenarsi di spassosi eventi, dal meccanismo drammaturgico
ad alto ritmo in cui intrighi, malintesi e colpi di scena
generano un’esplosiva miscela di comicità. Il testo mostra
ancora oggi una freschezza di dialoghi sorprendente e funziona
dove in ogni istante la vicenda si complica arrivando a
generare situazioni così paradossali e complicate che sembra
impossibile allo spettatore, tra una risata e l’altra, che
tutto ritorni alla normalità, arrivando ad un lieto fine. Una
regia quella di Ugo Piastrella, che abbiamo applaudito in
scena che parte dal dettaglio scenico, che può essere un
gesto, un’espressione, un silenzio, il dubbio, per arrivare
alla parola comica, alla battuta. Dieci interpreti tra cui
citiamo Gigi Esposito nel ruolo di Michele assistente di Don
Felice, Ciro Girardi Omar Nariell, pascià, Teresa Guariniello,
Margherita , Moglie di Don Felice, Teresa Memoli, Bianca
Colomba, paziente, Don Felice Sciosciammocca medico
scienziato, Ugo Piastrella, Antonello Cianciulli, nei panni di
Bartolomeo Palumbo, comandante di Marina, Margherita Rago, ex
canzonettista Rosaria Sellitti, Florence, sua figlia, Giusy
Trevisone, Brigida, cocotte e Aldo Flauto, nel ruolo di
Rafaele, portiere della pensione, che dalle tavole del Nuovo,
hanno poi preso il volo. Un Nuovo, che si prepara – ha
dichiarato Ugo Piastrella – ad aprire le sue porte il 9
maggio, con un omaggio a Luigi Pirandello e ai “Sei personaggi
in cerca di autore”, un incontro, una riflessione, con
performance e video, affidata a Pasquale De Cristofaro, per
poi procedere alla rassegna estiva, da tenersi all’Arena del
mare, e cominciare ad impostare la stagione autunnale il cui
evento principe sarà la commedia eduardiana “Bene mio core
mio”, oltre l’abituale collaborazione con Gino Cogliandro.
“Vogliamo portare i giovani a teatro – ha continuato Ugo
Piastrella – e lo faremo aprendo le porte del Nuovo anche
gratuitamente. Già i vecchi abbonati stanno tempestandoci di
richieste e telefonate ma noi desideriamo che il testimone
venga raccolto dalle nuove generazioni sopra e fuori del
palcoscenico”. Abbiamo poi ricordato il bel rapporto con
Vincenzo Salemme, il quale dal Nuovo è partito con “L’ultimo
desiderio” e quegli atti unici che poi, “allungati”, si sono
trasformati in commedie sempre sold out, come “E fuori
nevica”, e in film, quali “L’amico del cuore”, rinnovando
quella tradizione della Salerno teatrale, splendida
“provinciale” che aveva la fortuna di distare soli cinquanta
chilometri da Napoli, tra cui ricordiamo la prima assoluta de’
“I figli del Sole” di Gorkij al Verdi, il 4 gennaio 1907
allestita dalla compagnia di Italia Vitaliani, cugina della
Eleonora Duse, tenuto in cartellone per una settimana, che
attirò la stampa nazionale ed estera in città, sino alla
rivoluzione degli anni ’70, che ancora salutavano Salerno come
centro ferace di attività teatrale e musicale. Questo il link
per rivedere la puntata https://youtu.be/b0yZUJf1dVc
Giornate vaccinali ad accesso
libero
di Erika Noschese

Giornate vaccinali ad accesso libero al fine di offrire la
maggiore offerta possibile. È questo, in sintesi, il contenuto
dell’ordinanza regionale firmata ieri dal governatore della
Regione Campania Vincenzo De Luca ha disposto l’organizzazione
delle vaccinazioni anti covid presso le isole. “Tutte le
Aziende sanitarie della Campania sono autorizzate a realizzare
nei territori di competenza, nell’ambito delle categorie/fasce
di età attive secondo il Piano vaccinale vigente,
sedute/giornate vaccinali ad accesso libero, al fine di
offrire la maggiore offerta possibile di somministrazione di
vaccino ai soggetti aventi diritto, con obbligo di assicurare
la contestuale registrazione dei relativi dati di adesione e
avvenuta vaccinazione sulla piattaforma regionale Sinfonia”,
si legge nell’ordinanza firmata dal presidente di Palazzo
Santa Lucia che, tra le altre cose, ha dato mandato all’Asl
Napoli 1 e 2 di organizzare, presso i centri vaccinali delle
isole di Capri, Ischia e Procida, ad avvenuto completamento
delle vaccinazioni delle fasce “fragili” della popolazione,
come individuate dal Piano strategico nazionale dei vaccini
per la prevenzione da Sars-Cov-2” e dalle Raccomandazioni ad
interim sui gruppi target della vaccinazione anticovid-19
adottate dal Ministero della salute, il calendario delle
ulteriori vaccinazioni includendovi, secondo un ordine
decrescente per fasce di età e previa somministrazione ad
almeno il 90% degli aderenti per ciascuna fascia, i cittadini
aventi stabile residenza, domicilio o dimora sui rispettivi
territori    isolani;     di  organizzare,      ad  avvenuta
somministrazione ad almeno il 90% delle adesioni pervenute
relative ai cittadini di cui alla lettera a), la vaccinazione
dei cittadini stabilmente impegnati in attività lavorativa sui
territori isolani.

Ripristinato il doppio senso
di   marcia   sulla  Sr   18
Salerno-Vietri sul Mare
di Erika Noschese

Ripristinato il doppio senso di marcia sulla Sr 18 che collega
i comuni di Vietri sul Mare e Salerno, a partire da questa
mattina alle 9. Lo ha annunciato il presidente della Provincia
Michele Strianese, confermando il ripristino della
circolazione a doppio senso di marcia al km 51+200 nel Comune
di Salerno, interrotta con ordinanza 151 emessa da Palazzo
Sant’Agostino, lo scorso 11 febbraio, a seguito della frana.
“Riapriamo una strada fondamentale per il collegamento della
città capoluogo con Cava de’ Tirreni, Vietri sul Mare e
ovviamente tutta la costiera amalfitana. La nostra ditta
esecutrice ha lavorato anche di notte, senza interruzione, per
concludere i lavori in tempi rapidi – ha dichiarato il
presidente Strianese – La chiusura totale al transito si era
resa necessaria in seguito ad una grossa frana proveniente dal
costone roccioso, di proprietà di privati, sul lato sinistro
della S.R. 18, all’altezza del distributore carburanti Mec”.
La strada di livello regionale è in gestione provinciale,
ricadente nel territorio del Comune di Salerno con cui abbiamo
lavorato in stretta sinergia fin dall’inizio. “È stato un
intervento complesso oltre che urgente: dopo aver subito
eliminato i massi pericolosi dalla parete rocciosa, abbiamo
provveduto a chiodare molti altri. Abbiamo incaricato una
ditta specializzata per monitorare il fronte roccioso con
l’intervento in quota di rocciatori e sono stati usati i droni
per capire in maniera dettagliata l’entità del problema”, ha
aggiunto il numero uno di Palazzo Sant’Agostino. La Provincia
ha provveduto alla rimozione dei new jersey in cemento e
provveduto a sistemare l’arco di sostegno della carreggiata
che era risultato danneggiato, revocando anche l’ordinanza di
chiusura ripristinando la circolazione a doppio senso di
marcia, con il limite massimo di velocità pari a 30 km/h.
“Voglio precisare inoltre che per ora sussiste il divieto di
transito agli autocarri con massa superiore alle 7.5 T, mentre
non c’è alcuna limitazione per i pullman che potranno
circolare regolarmente – ha poi aggiunto – L’intervento,
coordinato dal settore Viabilità e Trasporti, diretto da
Domenico Ranesi con il supporto del Consigliere alla Viabilità
Antonio Rescigno, è stato possibile grazie ai finanziamenti
della Regione Campania, per cui ringrazio innanzitutto il
presidente Vincenzo De Luca per i fondi necessari che ha
subito messo a disposizione della Provincia di Salerno,
ringrazio poi il Vicepresidente Fulvio Bonavitacola e il
Sindaco di Salerno Vincenzo Napoli per la sinergia con la
quale i nostri Enti si sono coordinati andando a costituire
una concreta filiera istituzionale al servizio delle nostre
comunità”.

Antonio Visconti conquista
anche Battipaglia Futura
di Erika Noschese

Cresce ancora il consenso attorno alla candidatura a sindaco
del presidente dell’Asi Antonio Visconti. Questa mattina,
l’associazione Battipaglia Futura annuncerà l’intenzione di
scendere in campo proprio a sostegno di Visconti mentre
Democratici e progressisti, nel corso dell’assemblea pubblica
tenutasi martedì scorso, in modalità on line, hanno espresso
tutto il proprio sostegno alla coalizione civica e di
centrosinistra a Battipaglia e al candidato sindaco Antonio
Visconti. “La persona giusta per il cambiamento”, hanno
dichiarato il presidente dell’associazione Francesco Todisco,
unitamente a Corrado Martinangelo. In particolar modo, Corrado
Martinangelo ha sostenuto la necessità di “impegnare le forze
di sinistra al governo e nel Parlamento a sviluppare azioni
concrete, che diano nuova luce alla città capofila della Piana
del Sele”. In tale direzione l’impegno sarà rivolto
essenzialmente a fare di Battipaglia il più grande distretto
produttivo e logistico del Sud Italia. “Il progetto “Mare e
Terra” – commenta Martinangelo – prevede un brand territoriale
per la Piana del Sele, con Battipaglia capofila, per un
programma integrato di sviluppo, attivando i seguenti
strumenti: contratto istituzionale di sviluppo, accordi di
programma, contratti di sviluppo Invitalia, contratti di
filiera Mipaaf. Le risorse “Mare e Terra” possono
rappresentare un modello economico, sociale ed ecosostenibile,
per un progetto che mira a realizzare una rete istituzionale
tra i Comuni della Valle del Sele”. Presidente Visconti,
aumenta il consenso attorno alla sua candidatura: scende in
campo anche Battipaglia Futura… “Sì domani (oggi per chi
legge), alle 10, dinanzi la sede dell’associazione si terrà la
presentazione. Scendono in campo con me per un grande progetto
di rilancio della città, dei valori della meritocrazia, della
competenza, dell’impegno e dell’attaccamento alla città”. Nei
giorni scorsi, alcune liste hanno iniziato una raccolta firme
per ottenere un ufficio postale a Serroni… “E’ una richiesta
molto attesa dalla cittadinanza che lamenta un quartiere molto
popoloso ma non presenta un ufficio postale. Abbiamo raccolto
le richieste dei cittadini e speriamo che aderiscano
numerosi”. Botta e risposta con il sindaco Cecilia Francese
che ha accusato il consorzio Asi, da lei guidato, di essere
assente in questi anni. La sua replica non si fa attendere…
“L’amministrazione comunale, ancora una volta, si accorge –
dopo che succedono problemi alle aziende che hanno difformità
urbanistiche – di correre ai rimedi. Battipaglia ha l’area
industriale più grande della provincia di Salerno, il Comune
deliberatamente non è socio del Consorzio Asi: c’è un’anomalia
di fondo, soprattutto considerando che si tratta di un’area
dalle grandi potenzialità, opportunità ma anche dai tanti
problemi perché proprio a Battipaglia si è innescato, in
questi anni, un contenzioso intorno al quale si sono creati
dei grovigli burocratici; il Comune doveva far parte del
Consorzio per svolgere al meglio le proprie funzioni
nell’ambito dello stesso. Tuttavia, questo non è accaduto,
l’amministrazione di Battipaglia è in rotta con tutte le
principali istituzioni provinciali, a partire dall’Asl”. L’ex
tabacchificio di via Rosa Jemma al centro delle polemiche per
una possibile cessione. È un bene che dovrebbe restare nelle
disponibilità della comunità, secondo lei? “Assolutamente sì.
È una zona che ha una valenza culturale per Battipaglia. L’ex
tabacchificio è stato uno dei motivi che ha portato alla
nascita della città di Battipaglia che, oggi, ha un gran
bisogno di spazi pubblici, di zone di aggregazione, centri
culturali e di incontri. Per diventare un polo attraente e
accattivante, socialmente, ha bisogno di ricostruire realtà
come l’ex tabacchificio mentre svendendolo si darebbe vita
all’ennesimo parcheggio edilizio”. I democratici e
Progressisti hanno confermato il sostegno alla sua candidatura
così come ‘Udc… “E’ un segnale importante. Ringrazio gli amici
dell’Udc per questo attestato di stima che si basa su un
presupposto semplice: l’Udc va con chi ritiene essere in grado
di amministrare; il segretario Polichetti ha chiarito questa
questione e mi riempie di orgoglio oltre che a caricarmi di
responsabilità perché è una forza che ha fatto una chiara
scelta sui valori della meritocrazia, competenza, impegno
politico, cultura storico cristiana che sento mia”. La
Campania in zona gialla. Dopo settimane di zona rossa,
commercianti e ristoranti sono in profonda crisi. In questo
momento, ci sono una serie di priorità… “Battipaglia è una
città ferma e occorrono interventi piccoli e grandi di
riqualificazione, trasformazione, miglioramento urbano, micro
ristrutturazione, infrastrutturazione urbana, collegamenti
urbani e industriali per creare lavoro, benessere, una città
vivibile per i cittadini di Battipaglia”.

Bonifica Fusandola, diffidato
Comune
di Erika Noschese

Chiedono l’immediata pulizia del torrente Fusandola e la
modifica anagrafica urbanistica dei numeri civici del
quartiere Canalone le associazioni Help Tutela e sostegno dei
consumatori, guidata da Nadia Bassano, Salute e Vita
presieduta da Lorenzo Forte e l’avvocato Marco Guidotti,
legale di Help che hanno che hanno diffidato il Comune di
Salerno, l’assessore all’Ambiente Angelo Caramanno, la società
Salerno Pulita e il dirigente del settore Ambiente Luca
Caselli ad adempiere, nell’immediato, alle richieste. Di
fatti, attualmente il quartiere Canalone di Salerno vive una
situazione di degrado e pericolo che potrebbe creare danni
alle persone e alle cose soprattutto in caso di piogge
improvvise e consistenti in quanto vi è il rischio concreto
che la corrente del torrente Fusandola non riesca a defluire
regolarmente generando fenomeni pericolosi di esondazioni.
“Infatti, come ci hanno riferito diversi cittadini nel nostro
tour “Dritti al punto: viaggio nella Salerno abbandonata” sono
almeno 5 anni che quell’area non viene pulita né resa sicura:
sia la foce che gli argini del torrente Fusandola necessitano
di un forte intervento di manutenzione e di bonifica in quanto
completamente otturati da rifiuti e detriti che non permettono
alle acque naturali di defluire regolarmente. Tutto ciò
costituisce un gravissimo pericolo per la sicurezza dei
cittadini in quanto l’incuria ed il mal tempo, soprattutto in
occasione delle forti piogge che purtroppo si stanno
verificando in questi giorni, possono cagionare gravi danni
sia alla popolazione che alle cose. Ricordiamo che nel 1954
questa stessa zona fu il punto di partenza della drammatica
alluvione di Salerno ed ancora una volta la storia ci deve
insegnare che la mancanza di cura ed il degrado possono
mettere a repentaglio la vita dei cittadini”, hanno chiarito
Forte e Bassano spiegando che gli abitanti di Canalone,
profondamente indignati da ormai tanti anni, costituiscono uno
dei nuclei storici della popolazione della città di Salerno e,
hanno aggiunto, “noi rimaniamo sgomenti e indignati di fronte
all’abbandono che l’Amministrazione comunale sta riservando ai
cittadini e a questo quartiere, lasciandolo nel degrado
anziché valorizzare una tale bellezza e ricchezza naturale,
che nonostante il disinteresse del Comune di Salerno, è
spontaneamente meta di numerosi turisti”. Altra problematica
segnalata riguarda la vasta strada pedonale formata dalla
scalinata di via Canalone, che comprende i diversi portoni
delle abitazioni dei cittadini residenti, dal punto di vista
urbanistico ricade sotto un solo ed unico numero civico, e
cioè il numero civico 2 che inizia allo sbocco della scalinata
pedonale, nei pressi della fontana all’incrocio tra via San
Gaetano e via Padre G. Da Foria. Ciò comporta che tutti i
residenti, per la maggior parte anziani, devono scendere alla
fine della strada (e percorrere tutte le gradinate) per
ritirare la posta o per gettare la spazzatura. “Questa
anomalia urbanistica infatti legittima un comportamento
deleterio da parte di Salerno Pulita S.p.A. i cui operatori
non salgono le scalinate per ritirare i rifiuti (sia quelli
ingombranti che quelli della raccolta differenziata) presso le
singole abitazioni ed i singoli portoni ma si limitano a
raccoglierli all’inizio della strada pedonale, costringendo
gli abitanti della zona (comprese le moltissime persone
anziane che ivi risiedono) a scendere e percorrere un lungo
tratto di strada a piedi, spesso con le condizioni del meteo
avverse, per poter gettare la spazzatura – hanno aggiunto – La
stessa scalinata è priva di manutenzione e pulizia ordinaria.
Questo comportamento viola i diritti di uguaglianza dei
cittadini della zona che, pur pagando le relative tasse come
centro storico (e quindi anche come fascia più alta), soffrono
di un pessimo servizio e sono totalmente abbandonati dalle
istituzioni”. Da qui la richiesta di modificare l’anagrafica
urbanistica dei numeri civici della strada apponendone uno per
ogni portone in maniera tale da garantire ai cittadini il
corretto godimento dei servizi di pulizia, di raccolta dei
rifiuti e di smistamento postale; nelle more obbligare Salerno
Pulita a fornire i servizi nella giusta modalità e cioè
raccogliendo i rifiuti presso le singole abitazioni;
bonificare tutta la zona onde mettere in sicurezza l’ambiente
e garantire alla popolazione il diritto di vivere in un
territorio salubre e sicuro. Le associazioni si dicono pronte
a ricorrere alla Corte dei Conti e intraprendere azioni penali
per denunciare il danneggiamento ambientale che si sta
verificando nelle acque, nel terreno e nell’ecosistema della
zona.
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