GORI SPA, CAMBIO DI VERTICE: SCELTI I FEDELISSIMI DI DE LUCA
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Gori SpA, cambio di vertice: scelti i fedelissimi di De Luca Cambio di vertice per Gori SpA e i fedelissimi del governatore De Luca arrivano ai piani più alti della società di Ercolano. Si interrompe così una lunga striscia ultradecennale di amministratori di nomina romana, in nome della saldatura sempre più forte tra governo regionale campano e Acea, la potente multinazionale con sede nella capitale.Vittorio Cuciniello, già segretario del PD di Torre del Greco e vicino alla corrente dei post-renziani di ‘Base riformista’, succede nel ruolo di amministratore delegato a Giovanni Paolo Marati. Laureato in ingegneria meccanica, Cuciniello in passato ha ricoperto diversi ruoli strategici in Gori, per poi diventare amministratore delegato di Gesesa, gestore del servizio idrico nella provincia di Benevento e sempre appartenente alla galassia del gruppo Acea.Nuovo profilo anche per il ruolo di presidente: l’avvocato salernitano Sabino De Blasi, attualmente alla guida di Salerno Energia e deluchiano di ferro, succede al professore Michele Di Natale, presente in Gori dal 2016.Confermato vice-presidente il penalista Luigi Mennella, già assessore comunale a Torre del Greco, legato al capogruppo dem in Consiglio regionale, Mario Casillo. Nel consiglio di amministrazione arriva anche un altro riferimento del governatore, la giovane amministrativista Virgilia Fogliame, candidata con la lista “Campania Libera” alle ultime regionali nella circoscrizione di Salerno (raccogliendo poco più di 2 mila preferenze) e figlia di Antonio, due anni fa candidato a sindaco di Scafati con Forza Italia. Resta nel CdA la manager Federica Marinetti, proposta dalla casa madre Acea.Nomine che arrivano su indicazione di Palazzo Santa Lucia attraverso il commissario straordinario del disciolto Ente d’Ambito Sarnese Vesuviano, Luigi Massaro, che nonostante gli
anni trascorsi rimane in piedi e detiene ancora il pacchetto del 51% delle quote sociali della Gori.Ancora una volta completamente esclusi i Comuni, che in teoria dovrebbe avere il controllo del gestore idrico ma che in realtà non hanno mai avuto alcuna voce in capitolo.Dura la reazione dei comitati per l’acqua pubblica: “Una spartizione di poltrone che non affronta i numerosi problemi che attanagliano da anni i cittadini: tariffe troppe alte, disservizi continui, distacchi selvaggi della fornitura anche durante l’emergenza sanitaria della pandemia. Il 51% della società viene gestito ancora da un commissario e non viene distribuito ai legittimi proprietari, i Comuni del territorio”.Non a caso un’inchiesta della Corte dei conti ha definito il servizio idrico Gori “un sistema al di fuori delle regole”. Negli ultimi anni l’azienda ha siglato con la Regione due transazioni per saldare i suoi ingenti debiti: condonati prima con la giunta Caldoro 70 milioni di euro, rateizzati poi dall’amministrazione De Luca altri 112 milioni.Intanto, scadute le tariffe precedenti, lo scorso anno Gori aveva tentato un nuovo colpaccio, scavalcando le competenze dell’Ente Idrico Campano, inviando all’autorità nazionale ARERA una proposta di piano tariffario per il prossimo quadriennio che prevedeva ben 240 milioni di investimenti. Risorse economiche che avrebbero condizionato fortemente le già insostenibili bollette con nuovi aumenti delle tariffe fino al 2023, a scapito degli utenti.Uno schiaffo all’EIC, che invece non vuol sentire parlare di incrementi tariffari e punta a recuperare cospicui fondi pubblici da destinare a lavori e manutenzione delle reti idriche e fognarie anche dal Recovery Plan.La partita è aperta, il prossimo 4 maggio arriverà al voto del Consiglio di Distretto Sarnese Vesuviano lo schema regolatorio delle nuove tariffe e si vocifera comunque di piccoli ritocchi verso l’alto. “Una situazione insostenibile – denunciano i rappresentanti della Rete civica per l’acqua pubblica – le tariffe sono troppo alte e vanno abbassate tenendo conto anche dalla pesante crisi economica e sociale che stiamo attraversando, tutelando davvero le fasce più deboli”.
Willburger: “Il coprifuoco non ci fermerà, la cultura deve ripartire” di Monica De Santis Campania in zona gialla, ovvero riapertura da lunedì anche di musei, mostre, cinema e teatri, ovviamente però rispettando il coprifuoco delle 22. Un coprifuoco che ovviamente ha scatenato non poche polemiche. Specie tra gli operatori culturali ed i ristoratori che da giorni stanno contestando una decisione ritenuta assurda e che non segna una riapertura ma bensì lascerebbe tutto invariato. Decisione assurda, quella di imporre il coprifuoco alle 22, lo pensa anche l’assessore alla cultura del Comune di Salerno, Antonia Willburger… “Non sono d’accordo con queste nuove disposizioni del governo. Perché è un contentino questo. Sappiamo benissimo che noi, non abitiamo al nord, non abitiamo in Svezia e Norvegia ma in Campania, dove le giornate sono lunghe e non possiamo assolutamente prevedere eventi all’aperto e poi avere il coprifuoco alle 22. Non ha senso, è una pagliacciata non solo per la categoria degli operatori culturali ma anche per la stessa categoria dei ristoratori. Quello che non riesco a capire è il perchè di questa scelta. Se è stato organizzato un piano sicurezza allora qual’è la differenza tra le 22 o le 23. Credo che non abbia molto senso tutto questo. Un’ora in più non credo possa incidere particolarmente sulla diffusione del virus”. In virtù di questo coprifuoco, lei come ha deciso di regolarsi, proseguirà nell’organizzazione di eventi estivi oppure aspetterà un’eventuale nuova disposizione… “Vado avanti, non rallentiamo per niente, nel senso che ci adattiamo chiaramente alle regole, ma ovviamente, mi auguro che queste disposizioni
vengano riviste, perché non sono logiche. Per questo proseguiamo, ora più che mai, visto che comunque abbiamo finalmente avuto l’ok per prevedere eventi all’aperto. Ora è il momento di programmare gli appuntamenti che si dovranno tenere da giugno a settembre. È chiaro che se ci dicono che dobbiamo chiudere alle 22 vorrà dire che inizieremo alle 20 i nostri eventi. E’ indubbio che ci organizzeremo in modo da rispettare ciò che ci viene inposto. Sicuramente non sarà un coprifuoco a farci paura. Abbiamo superato ostacoli peggiori, abbiamo vissuto la prigione con il lockdown, abbiamo vissuto veramente il periodo peggiore dal punto di vista culturale, come la mancanza di aiuti e come la mancanza di ripresa, quindi un’ora in più, un’ora in meno, non ci farà paura, perchè dobbiamo assolutamente ricominciare e per ricominciare dobbiamo iniziare a programmare”. Lunedì ha previsto un’apertura, anche simbolica, di uno dei teatri comunali? “In realtà mi aspettavo una proposta in merito, ma purtroppo non ho avuto nessun segnale in merito. Posso dire che in questi giorni ho ricevuto molte telefonate da parte di organizzatori e registi teatrali che hanno voglia di organizzare eventi per l’estate. E infondo è anche comprensibile. Ci stiamo avvicinando alla stagione estiva e non è pensabile prevedere spettacoli al chiuso in questo perioro. Quindi fa parte di tutti c’è una grande volontà di tornare a fare eventi, ma all’aperto”. Come amministrazione comunale vi state orientando, come location solo sull’Arena del Mare e il Teatro Barbuti, o state pensando anche ad altri spazi? “La mia idea è questa. Poter aprire per la prossima estate non solo all’Arena del Mare e ai Barbuti. Credo che da inizio settimana inizierò a lavorare sulla dislocazione in più punti della città degli eventi, magari anche suddividendo i vari generi. All’Arena del Mare ad esempio faremo spettacoli che richiamano un gran numero di spettatori visto che li avremo una capienza di 1000 posti a sedere. Per le compagnie amatoriali si potrebbe ipotizzare di dislocarle in altre realtà come quella di Sant’Eustachio, e all’Arbostella ed anche al parco Mercatello. Sto pensando ad un’area dedicata ai giovani e a laboratori per
gruppi e bambini da tenere al Parco del Seminario, mentre al teatro dei Barbuti chiaramente spettacoli più d’elite” Spettacoli che si andranno ad integrare con il Barbuti Festival? “Certamente, so che gli organizzatori stanno già lavorando alla prossima edizione e che stanno avendo molte richieste da compagnie teatrali e di danza che vorrebbero esibirsi in quella bellissima location” Sicuramente non mancheranno il Premio Charlot e la musica dell’orchestra del Teatro Verdi? “Il Premio Charlot è stato già confermato e per quanto riguarda i concerti dell’orchestra del teatro Verdi, credo che avranno inizio verso la fine giugno. Ci sarà una programmazione ad hoc per l’orchestra diretta dal maestro Daniel Oren e molto probabilmente questi concerti si terranno nella zona del teatro Grirelli”. Prevedete di mettere a disposizione degli operatori gli spazi, i servizi ed il service come lo scorso anno? “L’idea è quella adottata lo scorso anno, ma dobbiamo aspettare l’approvazione del bilancio per capire di quanti fondi disponiamo. Sicuramente faremo in modo di garantire il più possibile a tutti gli organizzatori”. E per le mostre? Cosa c’è in programma? “Partiremo a giugno con l’omaggio a Ugo Marano nel decennale della sua dipartita presso il Museo Città Creativa di Ogliara. Poi stiamo valutando tra fine maggio e i primi di giugno per Salerno Porte Aperte. Intanto mi auguro che da lunedì venga riaperta al pubblico la mostra A Sud del Barocco. Mostra che viene ospitata alla Pinacoteca Provinciale e che fu inaugurata nel giorno in cui la Campania divenne zona rossa e che quindi nessuno è ancora riuscito a vedere”. Fabio Falcone: “La zona
gialle sembra quasi una beffa” di Monica De Santis “La tanto agoniata zona gialla, sembra quasi uno scherzo, una beffa, per la maggior parte dei commercianti!” Così Fabio Falcone titolare del Bar Gianni 56 sito in corso Vittorio Emanuele, commenta il nuovo decreto del Governo. Un decreto che di certo non aiuta le attività commerciali legate al mondo dei bar e della ristorazione. “Non si può consumare all’interno del locale, di conseguenza un passo indietro alle passate disposizioni. Quindi presumiamo sia stato un errore far consumare le persone prima, così come è stato un errore prima non fare sedere fuori fino alle 22? Noi commercianti siamo stanchi e totalmente in confusione, guidati da un governo che palesa grandi difficoltà comunicative ed organizzative nonché un incompetenza disarmante! Per quanto mi riguarda, avere i tavoli fuori è sicuramente una boccata di ossigeno ma non c’è da esserne felici, sia perché ci è stato restituita in parte quello che è un nostro diritto, ma soprattutto siamo solidali con chi non ha questa possibilità! Non è giusto e non è possibile fare discriminazioni con la sopravvivenza delle persone perché di sopravvivenza ormai stiamo parlando e non più della sola attività, ma della persona stessa! Spero vivamente che lo stato si ravveda e provveda a risanare quanto scempio ha fatto fin ora”. Intanto Fabio, che gestisce lo storico locale insieme con il fratello guarda al futuro con ottimismo e porta avanti la tradizione di famiglia nella ricerca del miglior prodotto possibile, genuino, gustoso e senza conservanti. “Abbiamo deciso di rilanciare: da oggi la produzione di gelati raddoppia e si sdoppia, dando vita a tanti nuovi gusti senza glutine e molti anche senza lattosio per coccolare chiunque voglia concedersi un momento di piacere senza trascurare il gusto e soprattutto
la salute, sia mentale che fisica! Oltre agli storici caffè alla nocciola ed al limone, che sono il marchio di fabbrica del nostro bar Gianni56, ricordiamo anche il famoso gelato Gianni (comunemente chiamato nocciotella ed inventato proprio da noi) che si sdoppia anch’esso, anzi si triplica, dando vita a gianni56 e Cuore di Gianni, tre versioni da scoprire e gustare in ogni loro sfaccettatura! Oltre ai gelati alla frutta fatti con frutta di prima scelta e ricercata al tatto e all’olfatto singolarmente, frutto per frutto e senza lattosio, passando per le cioccolate fondenti classica, al limone e all’arancia, anch’esse senza lattosio! Senza dimenticare le granite, anch’esse rigorosamente con solo frutta fresca, acqua e zucchero! Insomma ce n’è per tutti i gusti e per tutte le età! Il Gianni56 ed il suo staff vi ringraziano per la stima mostrataci in tutti questi anni e vi salutano con uno slogan che è diventato parte integrante della nostra giornata: non puoi compare la felicità, ma puoi comprare un gelato, ed è praticamente la stessa cosa”. Gianpaolo Zoccola: “Non è una riapertura ma una limitazione” di Monica De Santis Gianpaolo Zoccola è il titolare del ristorante Dimora Nannina, sito a San Cipriano Picentino. Come tanti suoi colleghi, pure avendo gli spazi esterni è perplesso dalle decisioni assunte dal Governo Draghi… “Questa non è una riapertura ma un’ulteriore limitazione. Se facciamo una differenza tra la zona gialla di Conte è quella di Draghi, nella prima almeno
avevamo la possibilità di lavorare al chiuso a pranzo, adesso con un clima ancora instabile questo governo ci vuole far lavorare solo all’esterno, un po’ come dire che non dobbiamo lavorare. Senza contare poi il coprifuoco alle 22. Una cosa assurda che ci fa capire che questo Governo non sa proprio come vengono gestite le attività legate al mondo della ristorazione”. Per Gianpaolo era meglio un’altro tipo di organizzazione, fatta soprattutto di controlli… “Quando ci hanno permesso di stare aperti a pranzo, abbiamo più e più volte chiesto di effettuare controlli seri, perchè questo è l’unico modo per garantire la sicurezza alle persone. Allora perchè non ci vogliono ascoltare. Non era meglio consentirci di lavorare anche al chiuso ma con controlli adeguati. Chi sbagliava e non rispettava le regole veniva chiuso e sanzionato. Ma invece no, questo per loro non andava bene. Meglio questo ridicolo il coprifuoco”. Il ristoratore salernitano spiega un altro errore in questo ultimo Dpcm… “Non è pensabile che ieri sera ci comunicano che siamo zona gialla e che quindi da lunedì possiamo aprire. Non hanno capito che così non abbiamo neanche il tempo per riprogrammare la riapertura. Mi spiego, noi siamo un locale di cucina di mare e se mi avvisi il venerdì sera che da lunedì posso riaprire, mi dici dove lo vado a comprare il pesce e poi dopo tanti mesi di chiusura al pubblico mi devi anche dare il tempo di ripulire bene tutto il locale e di sistemare i tavoli all’esterno. Ci vuole programmazione per portare avanti un ristorante. Infatti credo che io farò un tentativo di riapertura non prima di mercoledì-giovedì. Nella speranza che poi il venerdì non ci cambiano nuovamente di colore”. Gianpaolo Zoccola però pone l’accento anche su un altro problema non da poco, ovvero la mancanza di personale… “Sembra strano, ma sia io che molti colleghi stiamo avendo difficoltà a trovare personale di sala e di cucina. Purtroppo con tutte queste chiusure ed aperture saltuarie, molti giovani dipendenti, che ovviamente non potevano stare dietro ad una cassa integrazione che non arriva, hanno scelto di cambiare totalmente lavoro. Ed ora è difficile riuscire a trovare del personale. E di questa
difficoltà dobbiamo ovviamente rigraziare i nostri politici che hanno saputo solo chiuderci ma non hanno pensato minimamente di snellire la burocrazia e velocizzare i pagamenti della cassa integrazione. Chi ha famiglia non poteva certamente aspettare ed ha dunque preferito cambiare lavoro”. Addio al Maestro Maurizio Aiello, stimato docente del conservatorio di Olga Chieffi Nella giornata di ieri è mancato ai vivi il Maestro Maurizio Aiello, già docente del conservatorio “G.Martucci” di Salerno. Un dialogo, questo, che non è affatto terminato sabato sera, poiché si riaccenderà ogni qualvolta un allievo diretto di Maurizio Aiello, oggi docente, porrà tra le mani di un giovanissimo un violino, evocandone, così, l’insegnamento, lo spirito. Maurizio Aiello è un erede della gloriosa scuola napoletana del conservatorio S. Pietro a Maiella con il M° Luigi Schininà. Primo violino dell’orchestra del teatro S. Carlo di Napoli si è formato alla scuola di direttori della fama di Muti, Oren, Accardo, Ughi. Nell’anno 1981 vince il concorso nazionale per la cattedra di violino nei conservatori. E’ stato fondatore di orchestre da camera quali l’ensemble d’archi “Euterpe”, l’orchestra di violini Paganini, il trio d’archi del Teatro San Carlo, l’orchestra Franco Maria Napolitano, l’Unione Musicisti Napoletani, l’ensemble Mistica Harmonia, esibendosi in prestigiosi teatri italiani ed esteri. Nel 1989 avvia un percorso di sperimentazione didattica fondando un’orchestra da camera di soli archi composta
esclusivamente dai propri allievi del conservatorio “Martucci” di Salerno. L’impegno professionale didattico in conservatorio a Potenza e a Salerno, portato avanti da 35 anni, ha prodotto numerosi violinisti quasi tutti inseriti in orchestre lirico- sinfoniche prestigiose e perfezionati con illustri violinisti come Accardo, Cusano, Vernikov. “ A mio padre devo la vita, al mio Maestro una vita che vale la pena essere vissuta”, soleva ripetere Alessandro Magno del suo Maestro Aristotele. Maestro è un termine di cui si abusa, senza rispettarne l’intenso significato: “Maestro” era l’appellativo di Gesù Cristo nei Vangeli, l’omaggio dei contemporanei ai grandi del Rinascimento. Oggi è banalizzato, nelle arti, nella scuola, in teatro. Il Maestro è generoso, offre aiuto, suggerimenti, ispirazione dentro e fuori l’aula, segnala svolte e insegna prospettive, indica una via e la illumina, col proprio esempio, col proprio “fare”, col proprio porsi sempre in gioco, instilla il dubbio, che è la via per uscire dalla “selva”, un passaggio sicuro fatto di pochi principi chiari, su cui procedere, lavora indefessamente con severità, nella costruzione del sapere, senza mai aggobbire sotto sistemi pre- confezionati, verso sempre nuovi traguardi, conquistati in prima persona. La ricompensa è l’onore di trasmettere qualcosa, di accendere una scintilla in chi viene dopo, un piacere puro, “gratuito”, quindi, impopolare. Tanti gli allievi del M° Maurizio che hanno lasciato un pensiero per lui. Su tutti i violinisti di casa Gibboni, che hanno tutti studiato con lui, da Daniele, ai suoi figli, Annastella, Donatella e Giuseppe, del quale avrebbe dovuto essere in prima fila al concerto autunnale con i Musici a Cremona, ma sappiamo che sarà comunque, vicino al suo pupillo. “Caro Maestro… che dire ..da oggi saremo più soli. Ogni volta che c’era un nuovo concerto, un nuovo concorso, una novità, il pensiero era sempre quello di farvi partecipe , e voi felice sempre. Avete fatto parte della nostra famiglia ancor prima che fosse tale, quando c’era solo Daniele ad essere vostro allievo…ai tempi del conservatorio, dell’ Orchestra Collegium Musicum Harmonia, dei tanti concerti in giro…poi ci siamo persi di vista e poi
ritrovati con i ragazzi… con Annastella, Donatella ,Giuseppe , felice voi di poter essere il loro maestro, felici loro di trovare in voi un Maestro in tutto…le ore di lezioni di musica e lezioni di Vita…il cerchio si era chiuso. Una storia iniziata con Daniele e chiusa con i ragazzi. Siete andato via troppo presto Maestro, ci sono ancora tanti concerti da fare, tanta musica da suonare, ma noi sappiamo che un giorno vi ritroverete tutti insieme Voi ed i vostri tanti ed amati allievi…e allora ci sarà una nuova orchestra con cui fare tanti concerti. Sempre nei nostri cuori , sempre nella nostra musica. Vi vogliamo bene”. Ancora attoniti, per l’improvvisa scomparsa dell’amico per aver perso inaspettatamente un maestro che ci voleva bene, con il quale si è condivisi momenti che sono patrimonio di un’umanità che cresce e migliora l’intera redazione di Le Cronache si stringe alla moglie Maria Rosaria Nica e ai suoi tre figli. Don Felice, Dulcamara e l’amore di Ugo Piastrella di Olga Chieffi Sabato champagne con Ugo Piastrella, ospite del format virtuale del quotidiano “Le Cronache”, in diretta sui social del giornale, il quale dopo il dialogo familiare ha donato ai follower del contenitore teatrale la commedia brillante “Don Felice e le pillole dell’amore”, adattata in napoletano, da Benedetto Casillo, dalla celeberrima pochade scritta da Charles Maurice Hennequin con la collaborazione di Paul Bilhaud, nel 1904, Le pillole d’Ercole una serie di irresistibili gags, qui pro quo, colpi di scena, un grande meccanismo comico che offre al contempo un’acuta osservazione
critica dell’animo umano. Una puntata, questa, che ha esordito con una sigla, firmata da Nicola Cerzosimo, che ha quale commento sonoro l’entrata del Dottor Dulcamara, personaggio chiave dell’Elisir d’Amore di Gaetano Donizetti, che ha fatto, ieri senza volerlo, il paio con Felice Sciosciammocca, interpretato mirabilmente da Ugo Piastrella. Benedetto Casillo, ha infatti, affidato il ruolo del protagonista a Felice Sciosciamocca, il quale più che una maschera è una mezza maschera, un carattere in gergo teatrale che fa il suo ingresso nella società borghese partenopea a fine Ottocento, quando grazie al talento immaginifico di Antonio Petito, la più celebre maschera dell’epoca, il teatro partenopeo subisce una profonda trasformazione. Felice col suo abbigliamento e linguaggio imborghesito è l’espressione di una classe sociale e di un’epoca che, seppur lontana, ha similitudini che si adattano a quelle attuali. La storia di questa divertentissima pièce gravita attorno a due medici, uno dei quali ha inventato “la pillola dell’amore”, un portentoso ritrovato della medicina, estremamente afrodisiaca. Ma cosa succede se la pillola viene utilizzata per vincere una scommessa? Se poi si aggiungono una carrellata di colorati personaggi e una moglie innamorata il risultato è di sicuro effetto e dà luogo ad un concatenarsi di spassosi eventi, dal meccanismo drammaturgico ad alto ritmo in cui intrighi, malintesi e colpi di scena generano un’esplosiva miscela di comicità. Il testo mostra ancora oggi una freschezza di dialoghi sorprendente e funziona dove in ogni istante la vicenda si complica arrivando a generare situazioni così paradossali e complicate che sembra impossibile allo spettatore, tra una risata e l’altra, che tutto ritorni alla normalità, arrivando ad un lieto fine. Una regia quella di Ugo Piastrella, che abbiamo applaudito in scena che parte dal dettaglio scenico, che può essere un gesto, un’espressione, un silenzio, il dubbio, per arrivare alla parola comica, alla battuta. Dieci interpreti tra cui citiamo Gigi Esposito nel ruolo di Michele assistente di Don Felice, Ciro Girardi Omar Nariell, pascià, Teresa Guariniello, Margherita , Moglie di Don Felice, Teresa Memoli, Bianca
Colomba, paziente, Don Felice Sciosciammocca medico scienziato, Ugo Piastrella, Antonello Cianciulli, nei panni di Bartolomeo Palumbo, comandante di Marina, Margherita Rago, ex canzonettista Rosaria Sellitti, Florence, sua figlia, Giusy Trevisone, Brigida, cocotte e Aldo Flauto, nel ruolo di Rafaele, portiere della pensione, che dalle tavole del Nuovo, hanno poi preso il volo. Un Nuovo, che si prepara – ha dichiarato Ugo Piastrella – ad aprire le sue porte il 9 maggio, con un omaggio a Luigi Pirandello e ai “Sei personaggi in cerca di autore”, un incontro, una riflessione, con performance e video, affidata a Pasquale De Cristofaro, per poi procedere alla rassegna estiva, da tenersi all’Arena del mare, e cominciare ad impostare la stagione autunnale il cui evento principe sarà la commedia eduardiana “Bene mio core mio”, oltre l’abituale collaborazione con Gino Cogliandro. “Vogliamo portare i giovani a teatro – ha continuato Ugo Piastrella – e lo faremo aprendo le porte del Nuovo anche gratuitamente. Già i vecchi abbonati stanno tempestandoci di richieste e telefonate ma noi desideriamo che il testimone venga raccolto dalle nuove generazioni sopra e fuori del palcoscenico”. Abbiamo poi ricordato il bel rapporto con Vincenzo Salemme, il quale dal Nuovo è partito con “L’ultimo desiderio” e quegli atti unici che poi, “allungati”, si sono trasformati in commedie sempre sold out, come “E fuori nevica”, e in film, quali “L’amico del cuore”, rinnovando quella tradizione della Salerno teatrale, splendida “provinciale” che aveva la fortuna di distare soli cinquanta chilometri da Napoli, tra cui ricordiamo la prima assoluta de’ “I figli del Sole” di Gorkij al Verdi, il 4 gennaio 1907 allestita dalla compagnia di Italia Vitaliani, cugina della Eleonora Duse, tenuto in cartellone per una settimana, che attirò la stampa nazionale ed estera in città, sino alla rivoluzione degli anni ’70, che ancora salutavano Salerno come centro ferace di attività teatrale e musicale. Questo il link per rivedere la puntata https://youtu.be/b0yZUJf1dVc
Giornate vaccinali ad accesso libero di Erika Noschese Giornate vaccinali ad accesso libero al fine di offrire la maggiore offerta possibile. È questo, in sintesi, il contenuto dell’ordinanza regionale firmata ieri dal governatore della Regione Campania Vincenzo De Luca ha disposto l’organizzazione delle vaccinazioni anti covid presso le isole. “Tutte le Aziende sanitarie della Campania sono autorizzate a realizzare nei territori di competenza, nell’ambito delle categorie/fasce di età attive secondo il Piano vaccinale vigente, sedute/giornate vaccinali ad accesso libero, al fine di offrire la maggiore offerta possibile di somministrazione di vaccino ai soggetti aventi diritto, con obbligo di assicurare la contestuale registrazione dei relativi dati di adesione e avvenuta vaccinazione sulla piattaforma regionale Sinfonia”, si legge nell’ordinanza firmata dal presidente di Palazzo Santa Lucia che, tra le altre cose, ha dato mandato all’Asl Napoli 1 e 2 di organizzare, presso i centri vaccinali delle isole di Capri, Ischia e Procida, ad avvenuto completamento delle vaccinazioni delle fasce “fragili” della popolazione, come individuate dal Piano strategico nazionale dei vaccini per la prevenzione da Sars-Cov-2” e dalle Raccomandazioni ad interim sui gruppi target della vaccinazione anticovid-19 adottate dal Ministero della salute, il calendario delle ulteriori vaccinazioni includendovi, secondo un ordine decrescente per fasce di età e previa somministrazione ad almeno il 90% degli aderenti per ciascuna fascia, i cittadini aventi stabile residenza, domicilio o dimora sui rispettivi territori isolani; di organizzare, ad avvenuta somministrazione ad almeno il 90% delle adesioni pervenute
relative ai cittadini di cui alla lettera a), la vaccinazione dei cittadini stabilmente impegnati in attività lavorativa sui territori isolani. Ripristinato il doppio senso di marcia sulla Sr 18 Salerno-Vietri sul Mare di Erika Noschese Ripristinato il doppio senso di marcia sulla Sr 18 che collega i comuni di Vietri sul Mare e Salerno, a partire da questa mattina alle 9. Lo ha annunciato il presidente della Provincia Michele Strianese, confermando il ripristino della circolazione a doppio senso di marcia al km 51+200 nel Comune di Salerno, interrotta con ordinanza 151 emessa da Palazzo Sant’Agostino, lo scorso 11 febbraio, a seguito della frana. “Riapriamo una strada fondamentale per il collegamento della città capoluogo con Cava de’ Tirreni, Vietri sul Mare e ovviamente tutta la costiera amalfitana. La nostra ditta esecutrice ha lavorato anche di notte, senza interruzione, per concludere i lavori in tempi rapidi – ha dichiarato il presidente Strianese – La chiusura totale al transito si era resa necessaria in seguito ad una grossa frana proveniente dal costone roccioso, di proprietà di privati, sul lato sinistro della S.R. 18, all’altezza del distributore carburanti Mec”. La strada di livello regionale è in gestione provinciale, ricadente nel territorio del Comune di Salerno con cui abbiamo lavorato in stretta sinergia fin dall’inizio. “È stato un intervento complesso oltre che urgente: dopo aver subito eliminato i massi pericolosi dalla parete rocciosa, abbiamo
provveduto a chiodare molti altri. Abbiamo incaricato una ditta specializzata per monitorare il fronte roccioso con l’intervento in quota di rocciatori e sono stati usati i droni per capire in maniera dettagliata l’entità del problema”, ha aggiunto il numero uno di Palazzo Sant’Agostino. La Provincia ha provveduto alla rimozione dei new jersey in cemento e provveduto a sistemare l’arco di sostegno della carreggiata che era risultato danneggiato, revocando anche l’ordinanza di chiusura ripristinando la circolazione a doppio senso di marcia, con il limite massimo di velocità pari a 30 km/h. “Voglio precisare inoltre che per ora sussiste il divieto di transito agli autocarri con massa superiore alle 7.5 T, mentre non c’è alcuna limitazione per i pullman che potranno circolare regolarmente – ha poi aggiunto – L’intervento, coordinato dal settore Viabilità e Trasporti, diretto da Domenico Ranesi con il supporto del Consigliere alla Viabilità Antonio Rescigno, è stato possibile grazie ai finanziamenti della Regione Campania, per cui ringrazio innanzitutto il presidente Vincenzo De Luca per i fondi necessari che ha subito messo a disposizione della Provincia di Salerno, ringrazio poi il Vicepresidente Fulvio Bonavitacola e il Sindaco di Salerno Vincenzo Napoli per la sinergia con la quale i nostri Enti si sono coordinati andando a costituire una concreta filiera istituzionale al servizio delle nostre comunità”. Antonio Visconti conquista anche Battipaglia Futura di Erika Noschese Cresce ancora il consenso attorno alla candidatura a sindaco
del presidente dell’Asi Antonio Visconti. Questa mattina, l’associazione Battipaglia Futura annuncerà l’intenzione di scendere in campo proprio a sostegno di Visconti mentre Democratici e progressisti, nel corso dell’assemblea pubblica tenutasi martedì scorso, in modalità on line, hanno espresso tutto il proprio sostegno alla coalizione civica e di centrosinistra a Battipaglia e al candidato sindaco Antonio Visconti. “La persona giusta per il cambiamento”, hanno dichiarato il presidente dell’associazione Francesco Todisco, unitamente a Corrado Martinangelo. In particolar modo, Corrado Martinangelo ha sostenuto la necessità di “impegnare le forze di sinistra al governo e nel Parlamento a sviluppare azioni concrete, che diano nuova luce alla città capofila della Piana del Sele”. In tale direzione l’impegno sarà rivolto essenzialmente a fare di Battipaglia il più grande distretto produttivo e logistico del Sud Italia. “Il progetto “Mare e Terra” – commenta Martinangelo – prevede un brand territoriale per la Piana del Sele, con Battipaglia capofila, per un programma integrato di sviluppo, attivando i seguenti strumenti: contratto istituzionale di sviluppo, accordi di programma, contratti di sviluppo Invitalia, contratti di filiera Mipaaf. Le risorse “Mare e Terra” possono rappresentare un modello economico, sociale ed ecosostenibile, per un progetto che mira a realizzare una rete istituzionale tra i Comuni della Valle del Sele”. Presidente Visconti, aumenta il consenso attorno alla sua candidatura: scende in campo anche Battipaglia Futura… “Sì domani (oggi per chi legge), alle 10, dinanzi la sede dell’associazione si terrà la presentazione. Scendono in campo con me per un grande progetto di rilancio della città, dei valori della meritocrazia, della competenza, dell’impegno e dell’attaccamento alla città”. Nei giorni scorsi, alcune liste hanno iniziato una raccolta firme per ottenere un ufficio postale a Serroni… “E’ una richiesta molto attesa dalla cittadinanza che lamenta un quartiere molto popoloso ma non presenta un ufficio postale. Abbiamo raccolto le richieste dei cittadini e speriamo che aderiscano numerosi”. Botta e risposta con il sindaco Cecilia Francese
che ha accusato il consorzio Asi, da lei guidato, di essere assente in questi anni. La sua replica non si fa attendere… “L’amministrazione comunale, ancora una volta, si accorge – dopo che succedono problemi alle aziende che hanno difformità urbanistiche – di correre ai rimedi. Battipaglia ha l’area industriale più grande della provincia di Salerno, il Comune deliberatamente non è socio del Consorzio Asi: c’è un’anomalia di fondo, soprattutto considerando che si tratta di un’area dalle grandi potenzialità, opportunità ma anche dai tanti problemi perché proprio a Battipaglia si è innescato, in questi anni, un contenzioso intorno al quale si sono creati dei grovigli burocratici; il Comune doveva far parte del Consorzio per svolgere al meglio le proprie funzioni nell’ambito dello stesso. Tuttavia, questo non è accaduto, l’amministrazione di Battipaglia è in rotta con tutte le principali istituzioni provinciali, a partire dall’Asl”. L’ex tabacchificio di via Rosa Jemma al centro delle polemiche per una possibile cessione. È un bene che dovrebbe restare nelle disponibilità della comunità, secondo lei? “Assolutamente sì. È una zona che ha una valenza culturale per Battipaglia. L’ex tabacchificio è stato uno dei motivi che ha portato alla nascita della città di Battipaglia che, oggi, ha un gran bisogno di spazi pubblici, di zone di aggregazione, centri culturali e di incontri. Per diventare un polo attraente e accattivante, socialmente, ha bisogno di ricostruire realtà come l’ex tabacchificio mentre svendendolo si darebbe vita all’ennesimo parcheggio edilizio”. I democratici e Progressisti hanno confermato il sostegno alla sua candidatura così come ‘Udc… “E’ un segnale importante. Ringrazio gli amici dell’Udc per questo attestato di stima che si basa su un presupposto semplice: l’Udc va con chi ritiene essere in grado di amministrare; il segretario Polichetti ha chiarito questa questione e mi riempie di orgoglio oltre che a caricarmi di responsabilità perché è una forza che ha fatto una chiara scelta sui valori della meritocrazia, competenza, impegno politico, cultura storico cristiana che sento mia”. La Campania in zona gialla. Dopo settimane di zona rossa,
commercianti e ristoranti sono in profonda crisi. In questo momento, ci sono una serie di priorità… “Battipaglia è una città ferma e occorrono interventi piccoli e grandi di riqualificazione, trasformazione, miglioramento urbano, micro ristrutturazione, infrastrutturazione urbana, collegamenti urbani e industriali per creare lavoro, benessere, una città vivibile per i cittadini di Battipaglia”. Bonifica Fusandola, diffidato Comune di Erika Noschese Chiedono l’immediata pulizia del torrente Fusandola e la modifica anagrafica urbanistica dei numeri civici del quartiere Canalone le associazioni Help Tutela e sostegno dei consumatori, guidata da Nadia Bassano, Salute e Vita presieduta da Lorenzo Forte e l’avvocato Marco Guidotti, legale di Help che hanno che hanno diffidato il Comune di Salerno, l’assessore all’Ambiente Angelo Caramanno, la società Salerno Pulita e il dirigente del settore Ambiente Luca Caselli ad adempiere, nell’immediato, alle richieste. Di fatti, attualmente il quartiere Canalone di Salerno vive una situazione di degrado e pericolo che potrebbe creare danni alle persone e alle cose soprattutto in caso di piogge improvvise e consistenti in quanto vi è il rischio concreto che la corrente del torrente Fusandola non riesca a defluire regolarmente generando fenomeni pericolosi di esondazioni. “Infatti, come ci hanno riferito diversi cittadini nel nostro tour “Dritti al punto: viaggio nella Salerno abbandonata” sono almeno 5 anni che quell’area non viene pulita né resa sicura: sia la foce che gli argini del torrente Fusandola necessitano
di un forte intervento di manutenzione e di bonifica in quanto completamente otturati da rifiuti e detriti che non permettono alle acque naturali di defluire regolarmente. Tutto ciò costituisce un gravissimo pericolo per la sicurezza dei cittadini in quanto l’incuria ed il mal tempo, soprattutto in occasione delle forti piogge che purtroppo si stanno verificando in questi giorni, possono cagionare gravi danni sia alla popolazione che alle cose. Ricordiamo che nel 1954 questa stessa zona fu il punto di partenza della drammatica alluvione di Salerno ed ancora una volta la storia ci deve insegnare che la mancanza di cura ed il degrado possono mettere a repentaglio la vita dei cittadini”, hanno chiarito Forte e Bassano spiegando che gli abitanti di Canalone, profondamente indignati da ormai tanti anni, costituiscono uno dei nuclei storici della popolazione della città di Salerno e, hanno aggiunto, “noi rimaniamo sgomenti e indignati di fronte all’abbandono che l’Amministrazione comunale sta riservando ai cittadini e a questo quartiere, lasciandolo nel degrado anziché valorizzare una tale bellezza e ricchezza naturale, che nonostante il disinteresse del Comune di Salerno, è spontaneamente meta di numerosi turisti”. Altra problematica segnalata riguarda la vasta strada pedonale formata dalla scalinata di via Canalone, che comprende i diversi portoni delle abitazioni dei cittadini residenti, dal punto di vista urbanistico ricade sotto un solo ed unico numero civico, e cioè il numero civico 2 che inizia allo sbocco della scalinata pedonale, nei pressi della fontana all’incrocio tra via San Gaetano e via Padre G. Da Foria. Ciò comporta che tutti i residenti, per la maggior parte anziani, devono scendere alla fine della strada (e percorrere tutte le gradinate) per ritirare la posta o per gettare la spazzatura. “Questa anomalia urbanistica infatti legittima un comportamento deleterio da parte di Salerno Pulita S.p.A. i cui operatori non salgono le scalinate per ritirare i rifiuti (sia quelli ingombranti che quelli della raccolta differenziata) presso le singole abitazioni ed i singoli portoni ma si limitano a raccoglierli all’inizio della strada pedonale, costringendo
gli abitanti della zona (comprese le moltissime persone anziane che ivi risiedono) a scendere e percorrere un lungo tratto di strada a piedi, spesso con le condizioni del meteo avverse, per poter gettare la spazzatura – hanno aggiunto – La stessa scalinata è priva di manutenzione e pulizia ordinaria. Questo comportamento viola i diritti di uguaglianza dei cittadini della zona che, pur pagando le relative tasse come centro storico (e quindi anche come fascia più alta), soffrono di un pessimo servizio e sono totalmente abbandonati dalle istituzioni”. Da qui la richiesta di modificare l’anagrafica urbanistica dei numeri civici della strada apponendone uno per ogni portone in maniera tale da garantire ai cittadini il corretto godimento dei servizi di pulizia, di raccolta dei rifiuti e di smistamento postale; nelle more obbligare Salerno Pulita a fornire i servizi nella giusta modalità e cioè raccogliendo i rifiuti presso le singole abitazioni; bonificare tutta la zona onde mettere in sicurezza l’ambiente e garantire alla popolazione il diritto di vivere in un territorio salubre e sicuro. Le associazioni si dicono pronte a ricorrere alla Corte dei Conti e intraprendere azioni penali per denunciare il danneggiamento ambientale che si sta verificando nelle acque, nel terreno e nell’ecosistema della zona.
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