E SNAPCHAT GUADAGNARE CON LE IPO - Amazon S3

Pagina creata da Pasquale Di Martino
 
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GUADAGNARE CON LE IPO
  E SNAPCHAT
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INDICE

         A CHI È RIVOLTO QUESTO REPORT? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 3

         INTRODUZIONE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 4

         IPO MANIA . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 6

         FARE SOLDI IN UNO SNAP . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 8

         UNA BUONA MOSSA PER SNAP E INVESTITORI? . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 10

         PASSO... E VADO AVANTI . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 13

         SALVI PER UN LUCCHETTO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 15

         PERCHÉ ALLE IPO PIACCIONO LE ARINGHE ROSSE . . . . . . . . . . . . . pag. 16

         IPO GLOBALI HIGHLIGHTS . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 18

         IPO USA HIGHLIGHTS . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 20

         QUANTO VALE IL MERCATO DELLE IPO? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 21

         QUANDO COPIARE SERVE . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 24

         SOCIAL SUPER STAR E SNAPCHAT . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 27

         MA SNAPCHAT È ANCORA INTERESSANTE? . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 28

         SONO I NUMERI CHE CONTANO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 29

         RIASSUMENDO . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . pag. 35

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A CHI È RIVOLTO QUESTO REPORT?
          A chi vuole capire se Snapchat è un buon investimento

          A chi non mastica niente di investimenti e vuole iniziare a capirci qualcosa,
           entrando subito nel vivo dell’azione in maniera semplice ma intelligente

          A chi vuole scoprire il mondo delle IPO

          A chi già conosce il mondo delle IPO ma vuole trovare dati utili per le sue
           strategie

          A chi cerca di capire come trarre vantaggio dalla nuova economia

          A chi vuole comprendere i ragionamenti, i passaggi e i trucchi di un vero
           investitore

          A chi vuole fare un investimento e guadagnare seriamente senza correre
           troppi rischi, pur non sapendo da dove partire

          A consulenti finanziari che cercano un report serio e completo sulle IPO e
           Snapchat

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INTRODUZIONE
         “Dove investo? Come faccio a fare soldi senza lavorare? Consigliami un’azione
         in cui investire! Non voglio studiare, gestisci tu i miei soldi”.
         Sono solo alcune delle frasi che ci scrivete tutti i giorni, e che in molti
         pronunciano al bar la mattina.

         Poi appena spieghi che é sufficiente seguire un metodo semplice di investimento
         in valute, la maggior parte è scettica e si lamenta. Prediligono le cose
         complicate, le valute sono considerate un investimento antiquato, cosa da over
         60. Perché non azzeccare l’azione di quella azienda statunitense che raddoppia
         il suo valore nel giro di poche settimane? Oppure, perché investire su EURUSD
         quando puoi utilizzare il Bath thailandese contro la Lira turca?

         Dopo il clamoroso successo del 2015 e del 2016, dove abbiamo previsto la
         discesa dei mercati e suggerito i migliori investimenti da mettere in atto, i quali
         hanno permesso di ottenere un profitto pari al 45% del capitale in 7 mesi, ci
         avete letteralmente pregato su Whatsapp, Facebook e sul nostro supporto, di
         creare ulteriori report in cui proporre nuovi suggerimenti per investire. Come ben
         sapete il nostro intento è formare investitori consapevoli, non investitori
         dipendenti.

         Oggi quindi vogliamo condividere con voi uno studio approfondito su un’azienda
         che sta facendo molto parlare di sé e che a breve verrà quotata in borsa: SNAP
         INC. meglio conosciuta come SNAPCHAT.

         Nel mondo degli investimenti, è credenza comune che per fare tanti soldi sia
         necessario investire quando le aziende nascono, o appena vengono quotate,
         soprattutto se sono innovative e si occupano di tecnologia. Noi MoneySurfers
         abbiamo spesso ribadito che investire in aziende tecnologiche è un modo per
         liberarsi dalla schiavitù del lavoro: tecnologia e robot rimpiazzano gli umani nel
         lavoro, riducendo notevolmente i costi di produzione. Nel caso in cui possediamo
         una nostra attività, possiamo infatti affidarci alla tecnologia per crescere
         esponenzialmente contenendo i costi associati agli stipendi.

         Se siamo ricchi consapevoli capaci di osservare i trend, possiamo investire in
         un’azienda che produca tali tecnologie e sfruttare la domanda in crescita. Se
         invece preferiamo essere conservativi possiamo decidere di non fare nulla,
         rischiando di essere sostituiti dalla tecnologia stessa, restando in ultima istanza
         senza lavoro.
         Seguendo questa forma mentis, in passato abbiamo segnalato in più di un
         articolo il caso iROBOT, l’azienda che costruisce i famosi robot che puliscono la
         casa. Da quando abbiamo suggerito di controllare il valore di questa azione, il
         suo prezzo è più che raddoppiato. Non male, vero? Ma al tempo della nostra
         analisi iRobot non era in IPO (INITIAL PUBLIC OFFERING, o OFFERTA
         PUBBLICA INIZIALE), era infatti già presente sul mercato da diversi anni e
         quotata dal lontano 2006. Avevamo quindi a disposizione i dati sulle

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performance societarie e i bilanci degli anni passati a supporto delle nostre
         considerazioni. Quando parliamo di IPO invece ci riferiamo a una società che sta
         per essere quotata pubblicamente sui mercati ufficiali, con lo scopo di vendere
         azioni e raccogliere i fondi per accrescere il business. Vediamo quindi la
         definizione tecnica di IPO proposta da Borsa Italiana:

         “L'offerta pubblica iniziale (o IPO) costituisce lo strumento attraverso il quale una
         società ottiene la diffusione dei titoli tra il pubblico (la c.d. creazione del
         flottante), che è requisito necessario per ottenere la quotazione dei propri titoli su
         un mercato regolamentato.”

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IPO MANIA
         L’attrazione verso le IPO è più che comprensibile, soprattutto quando leggiamo i
         numeri da capogiro registrati in passato da compagnie che oggi hanno un
         successo consolidato. Basti pensare all’esempio di Coca Cola. Una sua azione,
         se acquistata nel 1919 al prezzo di 40$ varrebbe ora più di 15 milioni (se si
         conta anche il reinvestimento dei dividendi). L’IPO della Coca Cola ha cambiato
         le vite di molte persone, soprattutto nella città di Quincy in Florida, che divenne
         la prima per numero di milionari negli Stati Uniti dopo che Pat Munroe, bancario
         locale, convinse tutti gli abitanti sulla solidità dell’azienda e sulle ottime
         prospettive offerte.

         Anche il gigante americano dei supermercati Wal Mart ha una storia simile: ha
         trasformato 10.000$ di investimento effettuato nel 1960 in oltre 15 milioni di
         dollari oggi, sempre considerando il reinvestimento dei dividendi generati. Un
         investimento di 10.000 euro 7 anni fa in Tesla Motors (l’azienda leader delle
         macchine sportive full electric) si sarebbe trasformato oggi in oltre 140.000 Euro.
         Ovviamente non è tutto oro quello che luccica. I detentori delle azioni Coca Cola
         avrebbero visto il valore del proprio investimento dimezzarsi proprio nel primo
         anno, quando l’azione passò da 40 dollari a 19 dollari. Per non perdere fiducia di
         fronte a scossoni di tale portata ci vogliono coraggio e consapevolezza.

         Non tutte le IPO escono “senza buco” però. WebVan, azienda di groceries
         americana, diventò Pubblica nel 1999 in piena bolla Dot-Com, salì fino a 30
         dollari durante il primo anno, ma fallì miseramente nel 2001. Il valore del titolo si
         attestò a 6 centesimi, lasciando a casa oltre 2.000 impiegati e mandando sul
         lastrico molti degli investitori. L’azienda è fallita principalmente perché soffriva
         della grave sindrome GBF, Get Big Fast (diventa grande velocemente) che

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ancora oggi rappresenta la causa del fallimento di molte start up, e alla quale
         ogni investitore dovrebbe prestare sempre attenzione.

         Inizieremo ora ad addentrarci nell’affascinante discorso IPO, per poi completare
         la nostra digressione attraverso lo studio approfondito di SNAPCHAT, con
         l’intento di individuare una strategia di investimento coerente con i dati che
         andremo ad analizzare. A seguito di una prima infarinatura, capiremo come
         valutare un potenziale investimento prima di decidere se investire o meno, e con
         quale strategia.

         Oggi più di ieri, il ruolo dell’individuo nella gestione del proprio patrimonio è di
         fondamentale importanza. In un’era in cui anche il lavoro delle banche e dei
         consulenti bancari è divenuto inaffidabile, dobbiamo fare uno sforzo in più per
         studiare le strategie di investimento e renderci autonomi nella loro applicazione,
         per far sì che siano i soldi a lavorare per noi e non il contrario.

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FARE SOLDI IN UNO SNAP...
         Snap è una delle aziende private più apprezzate. La sua ultima tornata di
         finanziamenti stabilisce un valore della società pari a $18 miliardi. “The Journal”
         dice che l'azienda sarà valutata $25 miliardi o più per la sua IPO. Potrebbe
         essere la maggiore quotazione hi-tech dai tempi della quotazione di Facebook
         nel 2012. Il Nasdaq all’epoca deteneva l’85% delle IPO tecnologiche, ma dal
         2014 la percentuale è crollata all’11%. Il glitch dell’IPO di Facebook ha lasciato
         un segno: perfino Twitter si è quotata al Nyse nel 2013, come del resto la cinese
         Alibaba.

         A novembre il Nasdaq aveva affittato un elicottero per solcare i cieli di
         Manhattan e video-registrarne la rinomata skyline con gli smartglass di
         Snapchat, ma evidentemente il corteggiamento non è stato sufficiente.
         La decisione di Snap probabilmente ha più a che fare con l’usanza della società
         di fare l'esatto contrario di ciò che le aziende della Silicon Valley, in particolare
         Facebook, avrebbero fatto.

         L’azienda, che ora produce anche smartglass Spectacles, fattura meno di un
         miliardo di dollari all’anno. Snapchat è stata fondata nel 2012 come app gratuita
         che consente agli utenti di inviare foto che svaniscono dopo pochi secondi.
         Conta più di 150 milioni di utenti attivi giornalieri, il 60% dei quali appartenenti
         alla fascia d’età compresa fra i 13 e i 24 anni: è l’app più attraente per gli
         inserzionisti che vogliono raggiungere i Millennials. Il fatturato derivante da
         advertising è salito dai 59 milioni di dollari del 2015 ai 404 milioni di dollari
         attuali.

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Il mondo degli investimenti spera che l’IPO di Snap contribuirà a creare
         Millennials interessati al mondo degli investimenti. Secondo le indagini, la
         maggior parte dei giovani non investe in borsa, per mancanza di denaro a
         disposizione da investire o per una scarsa “cultura finanziaria”, non sufficiente a
         spingerli ad addentrarsi in questo mondo. Personalmente, sarei sorpreso se la
         IPO di Snap Inc. cambiasse questa realtà, ma la società è famosa per il suo
         approccio rivoluzionario e per la capacità di andare controcorrente alle
         aspettative per generare buzz. È già successo due volte in passato, perché
         dubitare una terza volta?

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UNA BUONA MOSSA
         PER SNAP E INVESTITORI?
         La decisione di Snap di utilizzare il mercato pubblico per raccogliere capitali è
         una mossa intelligente per diversi motivi.

         1) La concorrenza è molto meglio capitalizzata

         Snap è entrata nel mercato della pubblicità digitale solo un paio di anni fa, e due
         dei suoi più grandi concorrenti hanno montagne di denaro nei loro bilanci.
         Alphabet, la società madre di Google, ha 78,5 miliardi di dollari sul suo bilancio.
         Facebook ha 23,3 miliardi di dollari.

         Per competere con i due più grandi nomi della pubblicità digitale, si dovrà
         continuare a innovare sia nella tecnologia, che sui formati degli annunci. Questo
         richiede investimenti per supportare il lavoro di ingegneri e di altri creativi in
         grado di portare nuovi prodotti sul mercato.

         Snap ha anche dimostrato un interesse nello sviluppo di prodotti al di fuori di
         Snapchat. L'esempio più recente sono i suoi occhiali da vista. Snap potrebbe
         anche utilizzare il ricavato dell’IPO per acquisire piccole aziende tecnologiche
         che lavorano nel campo della realtà aumentata, rinnovando il proprio modello di
         business e puntando maggiormente sull’hardware (ovvero su prodotti fisici),
         come d’altronde stanno facendo altri giganti del software. Se non sapete cosa è
         la realtà aumentata e non avete mai aperto un account Snapchat, forse
         ricorderete il fenomeno PokemonGo, che ha sfruttato la telecamera dello
         Smartphone per creare una particolare alchimia tra realtà e fantasia, facendo
         rivivere i mostriciattoli Nintendo nel mondo reale, attraverso il filtro del nostro
         smartphone. Nonostante il grande fermento iniziale, col tempo il fenomeno
         PokemonGo ha perso popolarità a causa dell’incapacità di stimolare gli utenti a
         un utilizzo costante. La realtà è forse più stimolante nel lungo periodo?

         I 25 miliardi di dollari di valutazione di Snapchat sono probabilmente il modo
         migliore per aumentare il capitale e, forse forse, l’unica mossa per tentare di
         difendersi dai giganti e provare a fare profitto. L’entità di tale valutazione lascia
         un po’ perplessi se confrontata con la previsione in merito alle entrate di
         Snapchat per il 2017. Stiamo parlando infatti di un importo pari a 27 volte il
         fatturato prospettico. In confronto, la IPO di Facebook di 81 miliardi di dollari
         corrispondeva a 13,5 volte il fatturato previsto. I 23 miliardi di dollari di
         valutazione di Google alla sua IPO erano solo 7 volte il suo fatturato del
         2004. Se tali rapporti venissero confermati, la valutazione potrebbe causare una
         discesa delle azioni. Ricordiamoci però che sia Facebook che Google nel lungo
         termine hanno generato ottimi profitti per i propri azionisti.

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2) Nuovi Talenti

         Attrarre talento con compensazioni in azioni societarie, che piaccia o no, è una
         tattica importante utilizzata da un sacco di aziende che ancora non producono
         tonnellate di denaro contante per pagare i loro dipendenti. Anche con i loro flussi
         di cassa significativi, Facebook e Google usano ancora una notevole quantità di
         compensazione su base azionaria.

         I dipendenti sono molto più attratti da società con “stock option” negoziate in
         mercati pubblici. Non solo sono in grado di vedere l'esatto valore di mercato
         delle loro partecipazioni azionarie, ma è più facile liquidarle in caso di necessità.
         In quanto tale, una IPO potrebbe aiutare ad attrarre un numero maggiore di
         talenti, al fine di competere con Facebook, Google e i vari concorrenti.

         Ci teniamo però a sottolineare l’eccessivo affidamento riposto dalle aziende nelle
         compensazioni basate sulle azioni. Gli investitori infatti presteranno attenzione ai
         numeri di Snapchat in sede di rilascio dei rapporti finanziari dettagliati. La
         remunerazione “stock-based” funziona bene nel caso in cui il prezzo delle azioni
         salga, ma i dipendenti non saranno soddisfatti in caso contrario. Spesso la
         discesa delle azioni viene percepita come un taglio di stipendio e porta il
         dipendente (talento) a cercare lidi più sicuri e alternative di impiego altrove,
         generando un effetto domino sulle performance della società.

         3) A pesca di pesci grossi

         Diventare una società quotata in borsa crea un’aura di fiducia che una start-up
         privata da sola non possiede. Le società quotate in borsa sono tenute a rivelare
         molte più informazioni rispetto alle imprese private, conferendo una sensazione
         di stabilità e trasparenza. Questo non esclude ovviamente che aziende non
         quotate possano essere altrettanto o più solide di quelle finanziate
         pubblicamente.

         Questi aspetti sono da tenere in considerazione per Snap Inc. che sta cercando
         di pescare nel grande oceano dell’advertising digitale. In realtà Snap, per le sue
         entrate, fa esclusivamente affidamento sulla pubblicità di grandi marchi. Una
         delle più grandi agenzie pubblicitarie del mondo ha speso 60 milioni di dollari
         americani sul Snapchat nel 2016 (producendo il 15% del fatturato), rispetto ad
         1$ miliardo speso su Facebook. La stessa agenzia prevede di spendere $170
         milioni su Snapchat nel 2017.

         Il discorso pubblicità, unica fonte di reddito per Snapchat, è importantissimo.
         Vale quindi la pena capire chi sono i clienti della piattaforma pubblicitaria. Ci
         viene in aiuto un articolo apparso su Programmatic, che riportiamo in parte qui di
         seguito:

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“Adesso, a poche settimane dalla sua quotazione (prevista il mese prossimo),
         Snapchat rilascia una serie di aggiornamenti dell’API, tra cui diverse nuove
         partnership.
         Di fatto, dopo un lungo periodo di beta testing, l’API apre ufficialmente al
         mercato, con 16 collaborazioni già in essere e l’obiettivo di raggiungere una
         base utenti ancora più ampia, inclusi brand e agenzie, consentendo ad essi di
         acquistare pubblicità in maniera diretta attraverso uno strumento completamente
         self-service.
         Oltre alle già esistenti collaborazioni con società esterne, come 4C, Adaptly,
         Brand Networks e TubeMogul, al parterre di partner si aggiungono adesso
         anche Kenshoo, Kinetic Social, AdParlor, HyFn, Adglow e Videology, oltre
         alla società di Omnicom Resolution Media. Altre cinque società, tra cui
         mParticle, Kochava e LiveRamp, lavoreranno come partner di “audience
         matching”, per la creazione di campagne lookalike, in cui liste di utenti o di
         device ID potranno essere caricate nel sistema per “targettizzare” utenti simili.
         Tra le novità annunciate da Snapchat anche l’introduzione di funzioni per i video
         attraverso una “API creativa” che permetterà a 5 partner di aiutare i clienti nella
         gestione di contenuti video, assistendo nella produzione e nell’editing dei filmati
         nell’ottica del raggiungimento di determinati obiettivi di marketing, e fornendo
         software per la creazione di Snap Ads e altri tipi di contenuti video.”

         In confronto Google e Facebook contano milioni di piccole imprese come
         inserzionisti attivi. L’IPO aiuterà Snapchat a ingrandire il portafoglio di clienti,
         conferendo agli inserzionisti un senso di stabilità della piattaforma di annunci su
         cui stanno facendo affidamento spendendo milioni di dollari. Vi immaginate cosa
         voglia dire perdere un singolo cliente che vale il 15% del vostro fatturato?

         Questo è importante anche perché Facebook sta “prendendo spunto” da alcune
         delle migliori caratteristiche di Snapchat, implementandole nei propri prodotti.
         L'esempio più evidente è la funzione “Nuove storie di Instagram”, caratteristica
         che lo stesso CEO di Instagram, Kevin Systrom, ha ammesso essere stata una
         copiatura. Dopo aver publicato la prima versione di questo report anche
         Facebook ha lanciato Stories.

         La mossa di rendere Snap una società quotata in borsa rimane quindi
         fondamentale e imprescindibile affinché la società possa continuare a rafforzarsi
         e competere per davvero con i BIG del settore.

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PASSO... E VADO AVANTI
         È il suggerimento di Benjiamin Graham, autore di uno dei libri fondamentali
         sugli investimenti, “l’investitore Intelligente”, nonché padre dell’investimento sul
         valore (value investing). Il value investing è l’approccio basato sullo studio dei
         dati di bilancio di un’azienda, mirato a capire se questa costituisce un buon
         investimento nella propria strategia di gestione del portafoglio. Non solo
         Benjamin ci ha regalato una regola fondamentale come: When in Doubt Stay
         Out (se sei in dubbio stai fuori), ma consiglia anche a tutti i neofiti di stare fuori
         dalle IPO. La ragione? Nel corso di una IPO, i precedenti proprietari stanno
         cercando di raccogliere capitali per l'espansione del business. E questo significa
         incassare denaro per se stessi o per ragioni che conducono comunque a
         un’unica conclusione: un prezzo alto che offre poche possibilità di seguire il
         vecchio adagio “compra basso, vendi alto”. Questo anche se ci ha tenuto a
         ribadire che qualche “singhiozzo” nel business farà sì che il prezzo delle azioni
         crolli nel giro di pochi anni, dando all’investitore l'opportunità di comprare le
         azioni ad un prezzo molto più basso. Effettivamente abbiamo già appreso questo
         fenomeno proprio con l’esempio di Coca-Cola.

         Non è esattamente dello stesso avviso Charlie Munger, un altro investitore
         miliardario, che consiglia invece di inserire sempre nel proprio portafoglio di
         investimenti delle aziende giovani, che possano fare grandi numeri nei prossimi
         10 anni, dominando il mercato. Per capire meglio cosa intendiamo, possiamo
         aiutarci con le seguenti domande, mantenendo alla base una decisione
         ponderata che consideri sia numeri che emotività dell’investitore.

         1) Un’attività non cresce a un tasso elevato sufficiente a giustificare il
         prezzo dell’azione: qual è la causa più probabile che genera tale scenario?
         Quali sono le probabilità che questi fallimenti si verifichino?

         2) Quali sono i muri che proteggono il business? Brevetti? Marchi di fabbrica?
         Dirigenti chiave? Cosa impedisce alle altre imprese di copiare o migliorare l’idea
         e distruggere l’attrattiva di questo business?

         3) Sarebbe comodo possedere questo business se il mercato azionario dovesse
         chiudere per i prossimi cinque, dieci o venticinque anni? In altre parole, questo
         modello di business e la base finanziaria della società sono sostenibili? O
         al contrario il progresso tecnologico e la mancanza di capitali possono influire
         negativamente sulle performance aziendali?

         4) Ammettiamo che il titolo scenda del cinquanta per cento a causa di problemi a
         breve termine, ma che tu sia in grado di determinare che il potenziale a lungo
         termine del business sia ancora inespresso. Saresti in grado di continuare a
         mantenere la posizione senza alcuna conseguenza emotiva?

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Ok, belle domande. Ma allora è una buona cosa investire nelle IPO o dobbiamo
         lasciar stare e leggerci i bilanci? Volete rendere semplici le cose complicate?
         Allora aspettate ancora. Ci arriviamo.

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SALVI PER UN LUCCHETTO
         Nel report andremo a verificare statisticamente come si sono comportate le IPO
         del 2016 nei primi mesi di attività, ne vedremo delle belle e anche delle brutte.
         Per qualsiasi operazione azionaria pura sulle IPO dobbiamo capire un elemento
         fondamentale ancora prima di ogni altra cosa. Il periodo Lock-Up è un arco di
         tempo, stabilito congiuntamente al prezzo IPO, che dura solitamente dai 3 e i 24
         mesi, e durante il quale gli insider, ovvero i proprietari dell’azienda, i dipendenti,
         le persone fisiche e giuridiche strettamente collegate all’azienda, non possono
         vendere le azioni o emetterne altre. Tale clausola rappresenta una sorta di
         garanzia che il mercato richiede agli azionisti di controllo e al top management
         della società e, contemporaneamente, rappresenta una tutela nei confronti dei
         sottoscrittori. Impedisce infatti che l'immissione di ulteriori titoli sul mercato possa
         creare una situazione di eccesso di offerta, con possibili ripercussioni negative
         sull’andamento del titolo. Negli USA tale periodo dura un minimo di 90 giorni
         secondo la regola 14 del codice della SEC, ovvero Securities and Exchange
         Commission, l'ente federale statunitense preposto alla vigilanza della borsa
         valori, analogo all'italiana Consob.
         Per questo motivo, di frequente si verifica una discesa nel prezzo delle azioni di
         società appena quotate. I motivi per cui il board possa essere intenzionato a
         vendere sono molteplici: semplice presa di profitto, consapevolezza rispetto ad
         alcuni “stratagemmi” aziendali che stanno rendendo la compagnia
         “sovraprezzata”, complesse strategie di buy-back ecc... In ogni caso, vi
         ricordate Coca Cola e il consiglio di Graham? Iniziamo quindi a delineare dei
         rischi e delle dinamiche comuni all’IPO, almeno nella teoria. Tra poco andremo a
         verificarle in pratica.

         Dove trovi il periodo di Lock Up? Nel prospetto dell’IPO. Può essere una lettura
         asciutta, ma il prospetto delinea i rischi e le opportunità della società, insieme
         agli usi proposti per il denaro raccolto dalla IPO. Ad esempio il denaro può
         servire a rimborsare i prestiti, o a comprare il patrimonio dai fondatori o
         investitori privati, quindi presta attenzione! È un brutto segno se la società non
         può permettersi di rimborsare i prestiti senza emissione di azioni. Il denaro
         incanalato per la ricerca, il marketing o l'espansione in nuovi mercati dipinge
         un quadro migliore. La maggior parte delle aziende ha imparato che eccedere
         con le promesse e deludere le aspettative sono spesso errori commessi da quelli
         in lizza per il successo di mercato. Pertanto, uno dei più grandi consigli nella
         lettura del prospetto è la ricerca di dati che indichino una visione
         eccessivamente ottimistica per il futuro; questo significa leggere con
         attenzione i bilanci e le proiezioni. Vedremo più avanti alcuni elementi
         fondamentali che forniscono indicazioni precise a riguardo.

         Vi ricordiamo che è sempre possibile richiedere il prospetto al broker che sta
         rendendo pubblica l’azienda.

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PERCHÉ ALLE IPO
         PIACCIONO LE ARINGHE ROSSE
         Vediamo un po’ gli step necessari a un’azienda per diventare pubblica.
         Facciamo l’esempio di un’azienda che fa una IPO in America. Il processo è
         simile, con alcune piccole differenze, anche negli altri stati. Queste informazioni
         non sono indispensabili per l’investitore, ma aumentano la sensibilità e la
         comprensione delle dinamiche che andremo ad analizzare successivamente.

         Quando una società vuole andare pubblica, la prima cosa che fa è assumere
         una banca d'investimento. L’azienda potrebbe teoricamente vendere le proprie
         azioni da sola, ma legalmente è necessaria una banca d'investimento, Wall
         Street funziona così. La sottoscrizione è il processo di raccolta di fondi dal
         debito o dal capitale (in questo caso ci si riferisce al patrimonio netto). Si può
         pensare ai sottoscrittori come intermediari tra le aziende e il pubblico degli
         investitori. I maggiori sottoscrittori sono Goldman Sachs, Credit Suisse First
         Boston e Morgan Stanley... nomi che probabilmente hai già sentito.

         L'azienda e la banca d'investimento in primo luogo si incontrano per negoziare
         l'affare. Gli elementi discussi includono l’ammontare di denaro che una società
         raccoglierà, il tipo di titoli da emettere e tutti i dettagli del contratto di
         sottoscrizione. L'accordo può essere strutturato in modi molteplici. Ad esempio,
         in un fermo impegno, il sottoscrittore garantisce che una determinata quantità
         verrà raccolta comprando l’intera offerta, in seguito rivenduta al pubblico. In un
         accordo maggior sforzo, tuttavia, il sottoscrittore vende titoli per l'azienda, ma
         non garantisce nessuna somma. Inoltre, le banche d'investimento sono riluttanti
         ad assumersi tutti i rischi di un'offerta. Al contrario, essi formano un sindacato di
         sottoscrittori. Un sottoscrittore conduce il sindacato e a esso viene venduta una
         parte delle emissioni.

         Una volta che tutte le parti si impegnano in un accordo, la banca d'investimento
         mette insieme una dichiarazione di registrazione da depositare presso la SEC
         (la Consob americana). Questo documento contiene informazioni relative
         all'offerta così come informazioni aziendali quali il bilancio, la direzione di fondo,
         gli eventuali problemi legali, informazioni relative all’utilizzo del denaro e le
         partecipazioni dei relativi insider, l’elenco delle persone coinvolte all’interno
         dell’azienda. La SEC chiede quindi un periodo di riflessione, in cui poter
         indagare assicurandosi che tutte le informazioni rilevanti siano state divulgate.
         Una volta che la SEC approva l'offerta, sarà stabilita la data (data di efficacia)
         in cui le azioni verranno vendute al pubblico.

         Durante il periodo di riflessione, il sottoscrittore si preoccupa di organizzare un
         prospetto, il “Red Herring”, che tradotto letteralmente significa “Aringa Rossa”.
         Quest’ultimo, in pieno stile “Giallo” alla Agatha Christie, altro non è che un
         depistaggio, una copertura studiata a tavolino, o favola per investitori
         sprovveduti. Il prospetto in questione racchiude tutte le informazioni sulla

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società, tranne per il prezzo di offerta e la “data di efficacia”, che ancora non
         sono noti in quel momento. Con “l'aringa rossa” in mano (lo so fa ridere, ma è
         una cosa seria), il tentativo del sottoscrittore è di creare attenzione e interesse
         sull’IPO. Si crea un road show in cui vengono corteggiati i grandi investitori
         istituzionali, una tournée nota in America anche come il "dog and pony show"
         (lo spettacolo di cani e pony), un termine che arriva dal ‘900, quando ancora i
         circhi viaggiavano per gli States promuovendo spettacoli di cani e pony.

         Con l’avvicinarsi della data di emissione, il sottoscrittore e la società
         definiscono il prezzo. Questa non è una decisione facile: dipende dalla società,
         dal successo del road show e soprattutto dalle condizioni di mercato attuali.
         Naturalmente, è nell'interesse di entrambe le parti ottenere il più possibile. Il
         prezzo, attenzione, non rispecchierà quindi il vero valore dell’azienda, ma un
         valore più vicino possibile al prezzo di mercato, che a seconda del sentimento
         dei compratori può essere sotto o sovra quotato.

         Infine i titoli sono venduti sul mercato azionario e il denaro viene raccolto da
         parte degli investitori.

         Come avete avuto modo di leggere se siete arrivati fin qui, la strada per un IPO
         è un percorso lungo e complicato. Avrete notato che gli investitori individuali
         non sono coinvolti fino alla fine. Questo perché i piccoli investitori non sono il
         vero target di mercato. Essi rappresentano solo una porzione infinitesimale del
         denaro coinvolto, non sufficiente ad attrarre sottoscrittori. Prova a immedesimarti
         in un grande produttore di pomodori che si cimenta nella vendita diretta di
         migliaia di tonnellate ai privati. Capisci bene che farebbe molta fatica e si
         ritroverebbe con il 90% della produzione invenduta, e per questo decide di
         rivolgersi ai grossisti.

         Se i sottoscrittori pensano che l’IPO avrà successo, prima riempiranno le tasche
         dei loro clienti istituzionali preferiti vendendo le azioni al prezzo di collocamento.
         L'unico modo per voi per ottenere azioni è quello di avere un conto con una delle
         banche d'investimento che fa parte del consorzio di garanzia, oppure sfruttare
         derivati come CFD e contrattare nel cosiddetto “mercato grigio”, ovvero un
         mercato OTC (Over The Counter) non regolamentato, ma non per questo
         pericoloso. È una prassi standard per piccoli e medi investitori rivolgersi a broker
         che offrono i CFDs e richiedono margini ridotti per poter investire grazie alla leva
         finanziaria. Le negoziazioni sul “Grey Market” includono:

          Trading (vendita o acquisto) di “ Applicazioni IPO” ad un tasso (premium)

          Trading (vendita o acquisto) di azioni IPO prima che vengano inserite
           ufficialmente nell’exchange.

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QUANTO VALE IL MERCATO DELLE IPO?
         MA SOPRATTUTTO, CONVIENE?
         Con l'indice S&P 500 a livelli record, l’incremento percentuale dell’indice IPO
         sommato dal 2012 a oggi batte comodamente quello degli indici di mercato. Il
         mercato degli Stati Uniti ha prodotto alti livelli di emissioni IPO nel 2016. I risultati
         dell’anno appena passato, apparentemente contraddittori, possono essere
         spiegati in parte dalla caduta libera di mercato nel 1° Quadrimestre, che ha
         provocato numerosi rinvii, così come dal voto Brexit nel 2Q e dalle elezioni
         presidenziali degli Stati Uniti nel 4Q. Tuttavia, questo non spiega la siccità di due
         anni in IPO tecnologiche, il pane e marmellata del mercato delle IPO. Il parere
         comune sulla mancanza di IPO tecnologiche è lo scostamento tra pubblico e
         privato in materia di valutazione, una tensione che può essere solo rimediata dai
         venture capitalist (VC) con l’urgenza di rinnovare i propri portafogli di
         investimento, puntando nuovamente sul nuovo e vendendo un po’ di aziende
         obsolete e poco performanti. Con la forte crescita di giovani IPO tech quali
         Twilio e Nutanix e l’arrivo di Snapchat, possiamo prevedere che le emissioni di
         IPO tecnologiche riprenderanno in modo significativo nel 2017 e nel 2018,
         rompendo la lunga recessione delle IPO del 2015-16.

         Come abbiamo osservato in passati periodi di bassa emissione IPO, i rendimenti
         sono forti poiché le aziende sono rese pubbliche con valutazioni più attraenti. Il
         mercato delle IPO ha avuto il suo anno di migliore performance dal 2013, con la
         media IPO in crescita del 26% dal prezzo di offerta. Il +14% aftermarket torna
         da solo a battere i più importanti indici azionari. La maggior parte delle IPO ha
         chiuso l'anno sopra il prezzo di emissione, rispetto ad appena il 43% alla fine del
         2015. Il guadagno sul primo giorno medio è stato dell’11%.

         Le performance medie delle IPO sono migliorate in ogni settore nel 2016. I forti
         rendimenti a due cifre nei principali settori suggeriscono che la maggior parte dei
         mercati è pronta ad accogliere una vasta gamma di aziende nel 2017. Il settore
         tecnologico nel 2016 ha registrato i più alti guadagni medi, tra tutti i settori,
         fermandosi a +37%. Una significativa inversione rispetto al -2% di ritorno

GUADAGNARE CON LE IPO E SNAPCHAT
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ottenuto dallo stesso settore nel 2015. Il settore finanziario ha beneficiato del
         rally post-elezioni americane e il settore energetico è rimasto legato al prezzo
         del petrolio.

         Ci siamo divertiti a creare un portafoglio virtuale, dove abbiamo investito sulle
         maggiori IPO tecnologiche dal 2015 ad adesso, con un’azione attiva e
         ponderata. Partendo con un capitale fisso, abbiamo poi ripartito equamente il
         capitale a disposizione, investendo a ogni nuova emissione IPO. L’intento del
         grafico è mostrare la grande volatilità del mercato delle IPO. Se è vero che
         adesso saremmo in guadagno del 150% sul capitale iniziale in poco più di un
         anno, è altrettanto vero che siamo stati in perdita del 150% sul capitale iniziale.
         Questo va interpretato come un segnale di ATTENZIONE, quando si investe
         sulle IPO. Non basta fare di tutta l’erba un fascio, ma bisogna attuare una
         strategia ben precisa che tenga in considerazione l’alta volatilità e la solidità
         delle singole aziende.

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Un’altra analisi interessante, considerando l’impatto dei grandi investitori sulle
         IPO, è considerare cosa succede mediamente alle IPO durante il periodo di
         lockup e dopo il periodo di lockup stesso. Abbiamo preso in considerazione le
         maggiori IPO tecnologiche del 2015, per le quali il periodo di lockup è già
         terminato e per le quali possiamo disporre di uno storico rilevante in merito ai
         mesi successivi.

         Notiamo che mediamente, fino al periodo di Lockup, le aziende non hanno
         performato bene, mentre si sono comportate sicuramente meglio nei sei mesi
         successivi al lockup. Questa piccola statistica, sicuramente non esaustiva, ci
         mostra come considerare il periodo di lockup sia essenziale al fine di creare una
         strategia di investimento a breve e medio termine.

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QUANDO COPIARE SERVE
         Quando si fa un’analisi su una società con lo scopo di capire come e se
         investirvi, bisogna impiegare molto tempo a trovare dati che possano aiutarci a
         proiettare un futuro sull’andamento finanziario e sulla solidità dell’azienda
         stessa. Per ora abbiamo proposto una carrellata generale di informazioni per
         capire le macro-dinamiche di mercato. D’ora in avanti andremo sempre più in
         profondità. TechCrunch, famoso magazine online tecnologico, ha creato un
         report per capire come Snapchat sta “performando” dal punto di vista del traffico
         utenti, proprio a ridosso della sua IPO e proprio ora che alcuni maggiori
         concorrenti, come Instagram, hanno copiato alcune delle sue features più
         famose. Riportiamo in parte l’articolo di Techcrunch qui di seguito, aggiungendo
         ulteriori dati e precisazioni.

         Nelle 25 settimane dal lancio, “Storie di Instagram”, la famosa copiatura, ha
         raggiunto 150 milioni di utenti al giorno, lo stesso numero di utenti che
         Snapchat ha riferito di avere a giugno 2016, dopo aver registrato una rapida
         crescita rispetto ai 110 milioni di utenti al giorno nel mese di dicembre 2015, ha
         riferito Bloomberg. Snapchat non ha annunciato un numero più elevato da quel
         momento, né ha fatto trapelare ulteriori informazioni a riguardo, nonostante stia
         cercando di impressionare i potenziali investitori nel corso del suo attuale
         roadshow pre-IPO.

         “Nel complesso, da agosto a novembre 2016, il numero di visitatori unici medi
         per Snapchat storie è diminuito di circa il 40%”. Così afferma Nick Cicero,
         CEO di Delmonto, studio creativo e piattaforma di analisi di social video. La sua
         azienda ha analizzato 21.500 Storie Snapchat per scoprire il rapido declino,
         dopo che Instagram ha pubblicato il suo Storie.

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Nel frattempo Justin Rezvani, CEO della piattaforma influencer marketing di The
         Amplify, dice che “In media la nostra comunità di influencer ha un 28% di
         tasso di apertura più alto su Instagram rispetto a Snapchat", riferendosi alle
         visualizzazioni del contenuto.

         Per quanto riguarda il download, App Annie mostra come Snapchat abbia visto
         un gran crollo di download quando Instagram ha lanciato Storie nei primi giorni
         di agosto. Il numero di download si è infatti affermato sul livello più basso del
         ranking rispetto tutto l'anno, # 11, dopo essere stato nella top 3 durante la prima
         metà del 2016. Non è chiaro il motivo per cui quest’ultimo si sia ripreso alla fine
         del mese di ottobre (forse Halloween?), ma dopo ha cominciato a scivolare di
         nuovo.

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Snapchat ha deciso di rimuovere la funzione di Auto-Advance il 7 ottobre. In
         questo modo gli utenti non possono guardare immediatamente ogni storia nella
         loro schermata, ma devono passare attraverso la selezione manuale di storie, al
         fine di caricare una playlist costruita ad hoc. (Anche se c'è un “trucco” poco
         conosciuto per selezionare tutte le storie toccando il pulsante triangolare).

         Questo cambiamento ha direttamente causato diversi crolli nelle visite, poiché
         con la nuova release le storie meno interessati vengono automaticamente
         filtrate, procurando un calo nelle visualizzazioni cosiddette “randomiche” (non
         programmate dall’utente). Thomas Harding, il CEO di Mish Guru, ossia una
         società di marketing e analisi a cui si appoggia Snapchat, dice che nel mese di
         ottobre, quando Snapchat ha rimosso Auto- Advance, una selezione di account
         più attivi nel postare nuovi contenuti, ha registrato un immediato calo del
         9,64% nelle visualizzazioni.

         Si potrebbe sostenere che le restanti visualizzazioni siano più intenzionali e di
         maggior valore, e che l’esperienza degli spettatori passivi (coloro che utilizzano
         Snapchat solo
         per visualizzare le storie altrui) sia nel complesso migliorata. Allo stesso tempo
         però la rimozione di Auto-Advance rappresenta un disincentivo a produrre
         contenuti e riaprire l’APP per vederne di nuovi, punto chiave del successo di
         Instagram. Diverse fonti confermano come questa scelta abbia condotto diversi
         user a utilizzare molto meno l’app.

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SOCIAL SUPER STAR E SNAPCHAT
         L’agente delle star dei social Charlie Buffin, che rappresenta alcune ex stelle di
         Vine, riporta come una delle suoi migliori creazioni, che si era attestata a media
         di 330.000 visualizzazioni al giorno su Snapchat da fine 2015 fino a giugno
         2016, avesse subito un repentino tracollo nel mese di dicembre registrando una
         media di 205.000/250.000 visualizzazioni.

         " È chiaro per noi che siamo regolari utenti Snapchat: l’utilizzo e l’engagement
         sono scesi in modo significativo dal momento del rilascio di Storie di Instagram",
         scrive Buffin. Egli ha anche osservato che la rimozione da parte di "Snapchat
         della funzione Auto- Advance ha colpito il naturale abbuffarsi di contenuti
         video dei consumatori, conducendo quindi a un calo delle visualizzazioni per i
         creatori." Ma Snap Inc. non sembra curarsene. "Snapchat è sempre rimasta
         lontana dalla sua comunità di creatori. Non una mossa forte per la società", ha
         concluso Buffin.

         Una Star, Hannah Stocking, ha visto calare le visite del suo Snapchat Stories da
         150.000 il 16 agosto a 90.000 il 17 gennaio. Questo nonostante la massiccia
         crescita su altre piattaforme come YouTube e Instagram dove è passata da 1,2
         milioni a 4,3 milioni di seguaci nello stesso lasso di tempo. "I suoi numeri
         Instagram Story stanno crescendo più velocemente di qualsiasi altra cosa in
         questo momento", dice John Shahidi, fondatore di Shots Studios, la video e
         selfie app finanziata da Justin Bieber che rappresenta Hannah Stocking.

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MA SNAPCHAT È ANCORA INTERESSANTE?
         C’è un altro strumento che ci viene in aiuto per capire come va Snapchat, se è
         ancora interessante o se tutti i segnali sembrano attualmente parlare di un
         declino. Infatti, forse già lo sapete, Google fornisce un ottimo strumento di analisi
         (chiamato Google Trend), dove in forma grafica possiamo capire quanto una
         determinata parola è ricercata e quindi popolare.

         Come si può chiaramente intuire, per anni Snapchat è salita in maniera costante,
         ma sembrerebbe che dal secondo quadrimestre del 2016 le ricerche a suo
         riguardo siano rallentate, nonostante il gran parlare della IPO. Attenzione,
         essendo un’applicazione per cellulare, non ci dobbiamo stupire che le ricerche
         su Google non crescano in maniera così costante e prominente, dato che l’app è
         cercata all’interno degli store delle app e non nei motori di ricerca, ma visto
         l’avvicinamento della IPO, ci si aspettava sicuramente qualcosa in più.

         Ben diverso è l’interesse verso la IPO, che ovviamente è cresciuto. Grazie
         ancora una volta a Google Trends, notiamo che l’interesse è totalmente
         riconducibile agli Stati Uniti, insomma Snap Inc. non sta destando un particolare
         interesse attualmente in altri stati, nemmeno nei cugini inglesi. Questi dati non
         danno grande lustro alla IPO di Snapchat, ma per adesso non sono un
         indicatore sufficiente per comprendere quali saranno le probabilità che si tratti di
         un investimento fallimentare o redditizio. Ovviamente non avremo mai la
         sicurezza totale, un investimento a rischio zero non esiste neanche nelle
         favole. Possiamo però diventare ancora più precisi, per ridurre le variabili
         aleatorie e intraprendere una scelta consapevole. Che sia di investire o no.

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SONO I NUMERI CHE CONTANO
         Andiamo sempre più in profondità, tanto da toccare la vera ciccia, il vero valore
         di un’azienda, quel fattore così importante per Benjiamin Graham. Dove si trova
         questo valore? Sicuramente il dato numero 1 da controllare è l’andamento dei
         guadagni di un azienda. Un’azienda profitti (e non solo ricavi) in crescita, è
         un’azienda solida. Ricordiamo che i profitti sono i ricavi meno i costi, ovvero
         quello che veramente rimane in pancia... la ciccia!

         Un’azienda capace di avere profitti in aumento di anno in anno dimostra solidità
         ed è maggiormente affidabile per effettuare un investimento.

         Molti paragonano Snapchat al nuovo Facebook, un po’ come Davide e Golia.
         Inoltre proprio in precedenza abbiamo detto che Snapchat va ad attaccare il
         mercato dell’advertising online, ovvero ha come sua fonte di reddito le pubblicità.
         Nonostante si definisca una CAM company, la verità è che il suo business
         model è vecchio, ossia si basa sulla vendita di pubblicità. Nulla di male fin
         qui, nel momento in cui riesci a trovare clienti a cui pubblicizzare in maniera
         precisa e convincente.

         Visto che Snapchat è paragonata a Facebook, Google e Twitter, andiamo a
         vedere i bilanci di queste tre società proprio nel momento dell’IPO. Ecco cosa
         scopriamo dal report (FORM S-1) che le società hanno sottomesso alla SEC (la
         consob Americana) per poter effettuare la IPO.

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TWITTER

         FACEBOOK

         GOOGLE

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Non vi preoccupate se non sapete leggerli, li leggiamo assieme adesso,
         cercando di capire i numeri salienti.

         Ma prima ecco anche quello di Snap Inc.

         Non so voi, ma senza saper né leggere né scrivere, la prima cosa che salta
         all’occhio è la larghezza delle tabelle. Ovvero, Google prima di fare la IPO ha
         consegnato agli investitori 5 anni di Bilanci, Facebook 3 anni, Twitter 3 anni.
         SNAP inserisce solo 2 anni: meno informazioni sull’andamento complessivo
         dell’attività, ma abbastanza per trarre qualche conclusione. Soprattutto è il primo
         campanello che ci avverte di una possibile sindrome da GBF (Get Big fast,
         diventa grande velocemente) la stessa che colpì WebVan. Ma non prendiamo
         conclusioni affrettate.

         Prima di vedere gli altri dati, diamo uno sguardo ai grafici delle quotazioni delle
         azioni delle aziende citate.

         TWITTER

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GOOGLE (ora Alphabet)

         FACEBOOK

         Se negli anni Facebook e Google hanno fatto guadagnare ai propri azionisti
         iniziali veramente tanti soldi, non si può dire lo stesso per Twitter, che non ha
         mai navigato in buone acque, neanche pre IPO. Infatti l’aspetto in comune che
         notiamo è come sia Twitter che Snap Inc., abbiano un utile negativo pre IPO,
         ovvero stanno perdendo soldi. Snap Inc. perde nel 2015 quasi 373 milioni di
         dollari, mentre nel 2016 perde oltre 514 milioni di dollari, ovvero più di 550
         milioni di euro. Una società solida di buone prospettive dal punto di vista
         finanziario dovrebbe vedere la perdita diminuire e non aumentare. Ma
         ovviamente questo non basta, poiché la perdita potrebbe essere causata anche
         da investimenti in ricerca e sviluppo o infrastrutture importanti. Il problema che
         salta all’occhio maggiormente è che Snap Inc. ha un costo vivo per offrire un
         servizio, dovuto per lo più ai server, maggiore dei ricavi. Infatti i ricavi del 2016
         sono di 404 milioni di dollari, contro un costo vivo di 451 milioni, ovvero i
         costi vivi sono oltre il 100% dei ricavi. Certo, situazione migliore rispetto al
         2015, quando i costi vivi erano 3 volte i ricavi. Questo in sé è ovviamente un

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buon segno, poiché l’azienda è riuscita a diminuire la differenza e in proiezione
         potrebbe avere un 2017 in cui i costi vivi sono meno dei ricavi, e persino fare
         profitto. Ovviamente, tenendo in considerazione l‘alta competitività del mercato
         advertising e social, questo non è così scontato, soprattutto se, come abbiamo
         visto, molti utenti di Snapchat iniziano ad emigrare verso altre piattaforme.

         Per questo motivo è di fondamentale importanza capire quanti sono gli utenti
         medi giornalieri delle piattaforme social che vendono pubblicità. Infatti, come per
         la TV, più persone guardano il programma più puoi far pagare la pubblicità
         e guadagnare. Continuando il confronto tra il momento dell’IPO di Facebook e
         quello di Snapchat, per capire la solidità di quest’ultima ci siamo divertiti ad
         estrarre il costo per utente medio giornaliero e i relativi profitti. La domanda che
         ci siamo posti è la seguente: quanto mi costa avere un utente collegato a
         Snapchat e quanto mi fa guadagnare?

         Facebook al momento dell’IPO aveva un trend positivo, nel 2010 ogni utente
         mediamente connesso alla piattaforma ogni giorno, portava circa 5,33 dollari di
         profitto all’anno. Nel 2011 il profitto per utente era salito a 7,44 dollari. Un
         aumento di quasi il 40% del profitto per utente e una base utenti connessi
         mediamente ogni giorno durante l’anno aumentata di oltre il 55,63%. Bei
         numeri, che mostravano la forza di Facebook, cosa che nel tempo ha ripagato gli
         investitori.

         Per Snapchat i numeri sono molto differenti, nel 2015 ogni utente mediamente
         connesso ogni giorno ha procurato una perdita alla società di oltre 4 dollari. Nel
         2016 il dato è migliorato a una perdita procurata di 3,61 dollari. Un
         miglioramento pari al 13,22% è veramente scarso rispetto ai numeri di
         Facebook prima della sua IPO. Questo fa presumere che ci vorrà tanto tempo
         prima di vedere profitti, sempre che questi arrivino mai. La crescita degli utenti,
         simile a quella di Facebook, è di quasi il 57%. In questo caso però, se non si
         taglia drasticamente il costo per utente, o si aumenta il ricavo per utente, la
         crescita molto veloce degli user è destinata a mangiare il capitale della
         società. Se con Facebook i guadagni per utente salivano drasticamente, e ogni
         euro investito poteva con tutta probabilità ritornare moltiplicato, con Snapchat
         attualmente ciò non avviene.

         Proviamo a fare una proiezione insieme, per capire quali possano essere delle
         performance ottimistiche per Snap Inc. nel 2017. Proiettando il tasso di crescita

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degli utenti giornalieri dell’anno passato, Snapchat crescerebbe nel 2017 a 226
         milioni. Considerando invece un miglioramento doppio rispetto al 2015-2016 sul
         profitto per utente, registreremmo una perdita di 2,67 dollari per utente medio
         giornaliero, ovvero un altro anno con una perdita di oltre 600 milioni Per
         Snapchat, cioè non una bella previsione.

         Snapchat ci sembra più simile ad una Webvan che a un Facebook, la
         sindrome GBF sembra evidente. Ma mancano ancora delle considerazioni per
         capire come trarre profitto e quando.

         Il grafico qui sopra proposto fa una proporzione tra valore aziendale e ricavi.
         Qualora Snapchat confermi la sua valutazione da circa 25 miliardi di dollari,
         risulterebbe maggiore di quasi 62 volte rispetto ai ricavi... attenzione, non ai
         profitti, che abbiamo visto essere negativi. Facebook, la società più simile come
         business model, che cresce sicuramente più lentamente di Snapchat, ma non
         per questo è lenta, vale 12 volte il suo fatturato, Google 5. Considerando che
         Facebook e Google creano profitti giganteschi, possiamo asserire con tutta
         tranquillità che le probabilità di vedere un grosso ribasso sulle quotazioni di
         Snapchat sono molto alte.

         Ricordiamoci inoltre che secondo le statistiche viste in precedenza, solitamente
         le IPO sono più deboli nei primi mesi, prima del lockup. Ciò ci farebbe preferire
         delle strategie che traggono profitto fin da subito scommettendo sul ribasso
         dell’azione piuttosto che sul suo rialzo, cosa che attualmente è poco probabile
         anche nel lungo termine. Inoltre ricordiamoci che nel caso ci sia mai un ribasso
         dei mercati, anche fisiologico, sono proprio le società poco solide come
         Snapchat a soffrirne di più.

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RIASSUMENDO
          Snapchat ha perdite in crescita

          La perdita per utente di Snapchat diminuisce, ma lentamente

          Concorrenza spietata e rallentamento nell’utilizzo e nei download di
           Snapchat

          Valutazione Snapchat molto alta rispetto ai ricavi dell’azienda

          I primi 6 mesi le IPO tendono a performare peggio rispetto ai mesi successivi

          Mercati nuovamente vicini ad un ritracciamento o inversione pesano
           maggiormente su aziende poco solide

          Mercato IPO florido e interessante, tante possibilità succose per il lungo
           termine. Per trovare nuove IPO interessanti puoi andare direttamente sui siti
           degli exchange come questo

         Alcune regole da rispettare prima di fare qualsiasi investimento:

         Controlla bene i bilanci e cerca di capire a fondo il modello di business,
         confrontandolo con i concorrenti più vicini, sia in termini di innovazione che in
         termini di numeri, profitti, perdite, crescita della base clienti. Inoltre stampa le
         domande di Charlie Munger, appendile al muro e prova a rispondere ogni volta
         che vorrai comprare un’azione, in modo da essere cosciente della tua
         comprensione dell’investimento che ti appresti a fare, sia a livello tecnico che
         psicologico. Qualora questo tipo di investimento non faccia per te, qualora sia
         troppo complicato o semplicemente sia troppo presto per avvicinarti a questo
         mondo, ti ricordo che all’interno di www.moneysurfers.com trovi un’area piena di
         video gratuiti che ti aiuteranno ad avvicinarti al mondo degli investimenti...
         partendo da zero.

         Alla Prossima Onda…

         Enrico Garzotto
         Co-Fondatore Moneysurfers.com e ForexNation.org

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