AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI CATANZARO LINEE PROGRAMMATICHE DEL PRESIDENTE WANDA FERRO GIUGNO 2008

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AMMINISTRAZIONE PROVINCIALE DI CATANZARO
        LINEE PROGRAMMATICHE DEL PRESIDENTE WANDA FERRO
                                   GIUGNO 2008

      Signori Consiglieri,
      sono trascorse due settimane dal giorno dell’insediamento quando,
      assumendo l’impegno di essere il Presidente di tutti, ho espresso
      chiaramente la volontà di lasciare dietro le spalle tutte le scorie
      della campagna elettorale, pur precisando che si è trattato
      comunque di una battaglia politica entusiasmante e corretta.

      Oggi è arrivato il nuovo giorno delle responsabilità istituzionali, il
      giorno in cui tutti insieme assumiamo l’onere di contribuire allo
      sviluppo di questa nostra provincia ed alla qualità della vita della
      nostra comunità, sempre guidati da quello spirito di servizio che ci
      caratterizza a prescindere dall’appartenenza politica e dalla
      logica degli schieramenti.

      Non posso comunque evitare di ritornare per un momento, in
      premessa alle linee programmatiche del mio mandato, al 28 aprile
      ed al risultato elettorale. Una premessa finalizzata a porre
      all’attenzione del consiglio come la nostra grande vittoria abbia
      creato nei cittadini una altrettanto grande aspettativa per la
      nostra futura azione di governo.

      Una vittoria che io ho spesso definito “del popolo”, non certo a
      voler sminuire il valore politico della coalizione, ma per dare il

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giusto risalto alle tante persone che hanno inteso premiare il
      nostro progetto al di là delle convinzioni ideologiche, ma soltanto
      per aver visto nelle nostre personali referenze umane, politiche ed
      amministrative, qualcosa su cui scommettere per il futuro.

      Una vittoria non certo “minoritaria”, ma di grandi dimensioni, con
      un dato da brividi che ci fa riflettere e responsabilizzare, perché il
      rischio di deludere tante importanti aspettative è sempre dietro
      l’angolo.

      Da questo momento tutte le responsabilità sono sulle nostre
      spalle, soprattutto sulle mie, ma anche sulla squadra degli
      assessori e sulla coalizione di governo.

      Ma    permettetemi       di    aggiungere       che    il   futuro   di    questa
      amministrazione         sarà   segnato      anche       dai    consiglieri      del
      centrosinistra, che avranno il compito importante di stimolarci e
      di    verificare     giorno    dopo    giorno    l’attuazione        del   nostro
      programma.

      Nel    giorno      dell’insediamento     ho     ascoltato      con    attenzione
      l’intervento di alcuni consiglieri, ai quali rinnovo l’augurio di una
      proficua collaborazione, e voglio ricordare che il nostro progetto
      sarà aperto al confronto senza cadere nella rete di chi intenda,
      anche dai nostri banchi, assumere posizioni poco chiare o confuse:
      con il dialogo, invece, scriveremo tutti insieme questa legislatura,
      anche ammettendo eventuali errori da correggere in un nuovo

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modello flessibile, ma sempre rispettando chi ci ha assegnato la
      sovranità e che sarà il solo arbitro nella vita amministrativa di
      questa nostra provincia.

      Da oggi ci appartiene il futuro del nostro territorio, un territorio
      importante che necessita di una guida politica in grado di scrivere
      e sviluppare un progetto utile a mettere in rete le esperienze del
      passato e le innovazioni necessarie a garantire la piena efficienza
      funzionale ed amministrativa in un modello di partecipazione
      sociale e collettiva.

      Un progetto in grado di rappresentare le esigenze dei cittadini, e
      quindi, come dicevo prima, flessibile, basato sul confronto e sulla
      conoscenza reale del territorio e delle mutazioni in atto, ma
      anche un progetto che metta in risalto quegli aspetti che a volte
      sono ritenuti secondari: la crescita civile e culturale della nostra
      comunità, la partecipazione giovanile, la visione globale delle
      ipotesi di sviluppo che non si fermi all’aspetto socio-economico,
      ma sia rispettosa della storia, dell’ambiente, delle tradizioni,
      delle naturali vocazioni dei singoli territori, e che dunque segni
      una svolta in continuità con l’importante lavoro svolto negli ultimi
      anni.

      Da oggi il rinnovamento richiesto dai cittadini dovrà essere visibile
      nel metodo e nell’attuazione del programma. Sui nostri banchi
      dovranno idealmente sedere, insieme ai cittadini, anche i sindaci
      degli ottanta comuni, i movimenti culturali, le associazioni di

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volontariato, dovranno trovare posto l’entusiasmo e la fantasia
      giovanile; le nostre azioni risponderanno agli impegni presi ma
      andranno ben oltre, mettendo la partecipazione democratica in
      testa ad ogni altro obiettivo politico ed amministrativo.

      Per realizzare un progetto così ambizioso sarà necessaria la
      massima sinergia con Enti ed istituzioni: a partire dal Governo
      Nazionale, sul quale possiamo certo contare ma al quale non
      faremo sconti come abbiamo già dimostrato, per andare alla
      Regione, ai comuni di Catanzaro e Lamezia Terme, a tutti gli altri
      comuni,     all’Università,   alla   Prefettura, alle rappresentanze
      sindacali, alle forze dell’ordine.

      Il nostro programma non può e non deve essere soltanto un
      programma in difesa degli eccezionali risultati raggiunti nelle due
      legislature a guida dell’onorevole Michele Traversa, ma deve
      rappresentare nuovi obiettivi, magari differenti ma altrettanto
      strategici. Un programma in grado di allontanare dal nostro
      territorio il fantasma reale di una crisi economica e sociale che
      purtroppo incombe su tutto il territorio nazionale.

      Come abbiamo spesso accennato in campagna elettorale tra le
      nostre prime azioni cercheremo di fare in modo che il passaggio
      delle funzioni regionali sia un fatto compiuto e non lasciato a
      metà; abbiamo previsto un assessorato con competenze specifiche
      ed è giusto che la Legge Regionale 34 del 2002 completi il suo iter

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assegnandoci la fase della programmazione e non soltanto le
      responsabilità amministrative delle nuove funzioni.

      Ecco perché l’esigenza di un modello flessibile, di un metodo
      nuovo che superi gli ostacoli imprevisti ma prevedibili, frutto di
      un impegno politico che dovrà essere onesto e competente, con al
      vertice della piramide l’interesse della collettività.

      UNA PROVINCIA CAPOLUOGO DI REGIONE

      Una Provincia, come ho spesso ripetuto in campagna elettorale
      che aspira al ruolo di “Provincia Capoluogo di Regione”. La nostra
      proposta di governo dovrà chiarire nei prossimi cinque anni quale
      sarà nel futuro la nuova “Identità provinciale”. Come sapete
      all’interno delle deleghe assessorili ho inserito questo obiettivo,
      da non considerare in relazione a spinte campanilistiche o
      autonomistiche, ma qualcosa che dovrà indicare quali saranno le
      vie da percorrere per diventare un’area competitiva rispetto non
      soltanto alle altre province calabresi, ma soprattutto all’Europa ed
      al Mediterraneo. Ma sull’identità provinciale tornerò più avanti.

      Il nostro modello di sviluppo dovrà includere i giovani, le fasce
      deboli e soprattutto mirare alla difesa dell’ambiente, alla
      valorizzazione      del   patrimonio   artistico,   monumentale        e
      paesaggistico, alla riscoperta delle radici storiche, culturali e
      tradizionali. Se saremo in grado di porre alla base del nostro

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impegno alcuni valori forti, il lavoro quotidiano e l’attenzione
      verso i problemi della gente, i risultati non potranno mancare.

      A seguito delle recenti riforme le Province hanno oggi un ruolo di
      importanza fondamentale, non sono certo enti inutili e intermedi:
      progettano i piani territoriali di coordinamento, intervengono nel
      turismo, nelle politiche del lavoro e della formazione, nella
      centralità dello sviluppo locale.

      Uno scenario strategico viene ipotizzato proprio dal redigendo
      Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale: creare una
      provincia metropolitana, generatrice di cultura, di bellezza, di
      sviluppo sostenibile e compatibile con un paesaggio straordinario
      ed un ambiente naturale di grande suggestione, tutto da scoprire e
      valorizzare.

      La prima fase di redazione del Piano è stata da poco ultimata dal
      gruppo di lavoro guidato dal Professor Pier Luigi Cervellati; a
      breve sarà avviata la fase di discussione e concertazione con tutte
      le Amministrazioni Comunali e con gli Enti sociali ed economici
      della Provincia. L’ipotesi progettuale è quella di formare un
      sistema di città e paesi, ciascuno portatore della propria
      specificità, legati tra loro da forti relazioni di sussidiarietà e da un
      sistema di infrastrutture pubbliche nuove ed efficienti, soprattutto
      nell’ambito di una mobilità veloce che faciliti la reale evoluzione
      culturale ed economica del territorio.

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La Provincia di Catanzaro, “cuore strategico della Calabria”, con
      il    PTCP     vuole         contribuire     all’attuazione        delle   scelte
      programmatiche effettuate ai vari livelli, regionale, nazionale ed
      europeo, e sarà lo strumento indispensabile per realizzare un
      assetto del territorio confacente al nuovo millennio. Ipotizziamo
      tempi veloci di elaborazione del Piano e pertanto chiederemo
      partecipazione, nella consapevolezza che agendo nell’interesse
      delle    Comunità,      si     possono     ottenere    risultati    sempre      più
      soddisfacenti. E soprattutto non vogliamo il solito Piano che si
      limiti alla semplice presa d’atto delle scelte operate nei singoli
      piani regolatori comunali per poi finire chiuso in un cassetto, ma
      pretendiamo uno strumento efficace ed operativo: si dovrà quindi
      predisporre un apposito Ufficio del Piano in grado di coordinare le
      scelte programmatiche della Provincia e dei Comuni che la
      compongono, in stretta sinergia con i contenuti del PTCP stesso.

      La Provincia rivendica la totale competenza della materia
      urbanistica, per dare avvio ad una pianificazione democratica e
      partecipata, non dilatata da una routine burocratica, che finora ha
      impedito alla Regione Calabria la formazione di un processo
      pianificatorio adeguato ai tempi.

      La nostra Provincia dovrà aspirare ad essere la “Città delle Città”,
      e come in ogni più piccolo paese andremo a distinguere le aree
      residenziali, quelle destinate agli uffici oppure al commercio,
      all’industria, al tempo libero, allo sport. La logica che dovrà
      guidare la nostra azione politica sarà quella di evidenziare e

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potenziare le naturali vocazioni delle diverse aree geografiche,
      creando tutt’intorno una rete che possa rappresentare gli ottanta
      comuni.

      Quindi una valorizzazione globale che consenta ad un piccolo
      comune di trarre risorse e sviluppo dal comune più esteso e più
      vicino. Quando una zona presenta attrattive naturalistiche (mare,
      spiagge, montagne), oppure culturali (monumenti, chiese, palazzi
      antichi),    o   ancora   tradizionali   (artigianato   locale,    feste,
      gastronomia particolare), all’interno della stessa area dovremo
      incentivare, nei comuni vicini e privi di particolari peculiarità, la
      creazione di momenti complementari. Ed ogni area si dovrà
      rapportare con le aree più lontane, con quelle a vocazione
      commerciale, con le aree a più alta ricettività, con le zone
      fieristiche e con quelle più adatte agli spettacoli o alle
      manifestazioni culturali. Per fare in modo che questo modello sia
      attivo, ripeto che occorrerà continuare ad investire sulla viabilità
      e sulla rete dei collegamenti, incentivando ogni forma di
      alternativa logistica ed infrastrutturale.

      La Città delle Città potrà diventare una grande area centrale con
      un modello di governo che assegni un ruolo da protagonista alle
      comunità e al territorio, valorizzandone strategicamente tutte le
      diverse peculiarità. Un territorio aggregato ed omogeneo, ma
      anche       policentrico e competitivo, che sfrutti ogni minima
      opportunità, dal polo fieristico di Lamezia Terme all’Università di
      Catanzaro, dalle coste ai territori montani e premontani, dalla

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creazione di nuove attività alla produttività del sistema turistico
      che dovrà mirare ad importanti sbocchi occupazionali.

      I GIOVANI E LA PARTECIPAZIONE

      L’attuazione di un progetto poco flessibile spesso non lascia tempo
      e spazio alle strategie rivolte al futuro, ed il futuro richiama
      sempre una particolare attenzione alle politiche giovanili.

      Si è spesso parlato dei giovani come imprescindibile risorsa e come
      obiettivo per ogni azione di governo. Purtroppo non sempre alle
      parole seguono i fatti, e non soltanto per incapacità o poca
      attenzione degli amministratori, ma soprattutto perché molte
      volte il quotidiano prende il sopravvento sulla programmazione. A
      questo proposito ho inteso mantenere la delega delle politiche
      giovanili per occuparmene direttamente: si tratta di un problema
      che     attraversa      molti   settori,   cultura,   sport,    istruzione,
      formazione, lavoro e via dicendo. La mia intenzione è quella di
      favorire la naturale e spontanea attenzione dei giovani verso i
      fenomeni culturali, ma anche di incentivarne l’ingresso nel mondo
      del lavoro. Penso di incontrare, ad esempio, il Magnifico Rettore
      dell’Università Magna Grecia e studiare la possibilità, con
      l’Assessore alla Formazione, di realizzare dei corsi diretti alla
      conoscenza dei laureandi delle strutture organizzative dell’Ente.
      Ci occuperemo anche delle devianze giovanili, ed a questo
      proposito, incontrando di recente i vertici della Guardia di Finanza

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si è parlato di creare un percorso di relazione con i ragazzi,
      mettendo al servizio dei nostri giovani l’esperienza e la
      professionalità delle forze dell’ordine per chiarire la composizione
      delle droghe e gli effetti dannosi, al fine di sensibilizzare i giovani
      sulla pericolosità di un percorso che purtroppo recenti statistiche
      hanno indicato come inizi in età scolastica fin dai 13 anni.

      Stesso discorso vale per l’attenzione verso tutta l’esperienza
      scolastica e verso i giovani in attesa di diploma. Avrete certo
      notato che nella delega della Pubblica Istruzione è inserito
      l’orientamento ed alternanza scuola-lavoro. Il mio impegno sarà
      anche diretto a favorire il dialogo tra gli istituti di formazione
      alberghiera e la rete turistico-ricettiva.

      Nella fase formativa le istituzioni devono essere vicine ai giovani
      per invertire la rotta e far crescere la cultura del merito. Troppo
      spesso assistiamo, ma non vuole essere una critica astratta al
      sistema, ad un vero e proprio mercato della prima occupazione
      che vede la politica in cerca di consensi con la mortificazione del
      merito. Sarebbe molto più utile invece credere in un sistema di
      premialità che aiuti i giovani e le famiglie a comprendere che il
      vero percorso per il futuro passa attraverso lo studio ed il lavoro,
      oltre ovviamente alla valorizzazione delle capacità individuali.

      Ancora a favore dei giovani faremo una politica di sostegno alle
      scuole, di sviluppo dell’impiantistica sportiva e di creazione di
      nuove aree per lo svago ed il tempo libero. Il sogno realizzato in

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questi anni con il Parco di Catanzaro ci insegna quale sia la strada
      da percorrere per combattere ogni possibile devianza giovanile
      anche sul resto del territorio.

      Altre iniziative potranno essere attuate dalla “Consulta giovani” di
      recente istituzione e magari, sulla scorta di altre esperienze, con
      la creazione di un “Centro di ascolto per i giovani”. Soltanto se
      l’amministrazione riuscirà ad essere vicina ai giovani il futuro
      potrà realmente segnare un cambiamento che da tanti, troppi,
      anni tutti auspichiamo.

      Puntiamo sulla partecipazione giovanile ma il tema della
      democrazia e della partecipazione costituisce per noi una assoluta
      priorità; quando la politica trasforma un azione amministrativa in
      amministrazione partecipata diventa il luogo collettivo del
      confronto e dell’elaborazione progettuale.

      Partecipazione          significa anche maggiore trasparenza, con i
      cittadini che diventano attori protagonisti delle scelte nel
      processo decisionale. Attraverso la partecipazione si riesce anche
      ad attuare il sistema di governo flessibile, con un grande vantaggio
      se si dispone di innovative reti tecnologiche. Attraverso le nuove
      tecnologie gli Enti Pubblici si avvicinano ed ascoltano l’utenza,
      dialogano, ricevono proposte, consigli e lamentele, possono quindi
      valutare l’attuazione dei programmi e la qualità dei servizi. Con le
      nuove tecnologie si attua il processo di informazione ed i cittadini
      hanno l’opportunità di conoscere le offerte provenienti da tutti i

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settori non soltanto del nostro Ente, ma anche dalle altre
      istituzioni nazionali ed europee.

      Ma partecipazione può essere anche il coinvolgimento della
      comunità provinciale nella fase di programmazione delle opere
      pubbliche. Una fase che deve tenere conto delle indicazioni dei
      sindaci nei diversi comprensori: penso in futuro ad un piano delle
      opere     pubbliche     partecipato   e   redatto   attraverso        una
      concertazione attuata nelle sedi comunali di maggiore centralità,
      al fine di creare una monitoraggio reale delle esigenze e delle
      priorità che risponda alle aspettative di un campione qualificato di
      cittadini della provincia.

      Resta inteso che tra le forme di partecipazione attiva alla vita
      amministrativa si dovrà, sempre e con maggiore forza, puntare ad
      una maggiore integrazione delle donne nel sistema lavorativo. Il
      problema della qualità della vita delle donne è un problema che
      investe la famiglia, che spesso crea disagi proprio ai più giovani e
      che attraversa ogni altro strato sociale della nostra comunità.

      In alcune amministrazioni si è pensato anche di istituire nuovi ed
      innovativi strumenti a favore dell’universo femminile, dai bilanci
      di genere, ai bilanci partecipativi, dai piani di area ai piani dei
      tempi e degli orari. Non sarà certo un’impresa da poco, ma nella
      legislatura ci impegneremo ad intraprendere questo percorso.

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CULTURA

      Forse è sempre stato l’errore strategico di una parte politica
      lasciare all’altra parte campo libero nelle attività culturali. Un
      errore che di riflesso ha creato una rete culturale politicizzata per
      quella che deve rimanere funzione di eccellenza al di fuori della
      logica degli schieramenti.

      Negli ultimi anni a Catanzaro ed in Provincia le cose sono cambiate
      e credo di avere esperienza sufficiente per poter fare questa
      affermazione. Nel corso della campagna elettorale una rivista
      culturale locale, non certamente nell’area del centrodestra, si
      poneva il quesito se la cultura locale fosse ancora di sinistra o
      meno, citando tra l’altro la mia esperienza di assessore alla
      cultura della Città di Catanzaro e specificatamente quella del
      Presidente Traversa che tra le altre iniziative ha creato nuove
      strutture per la cultura, il MUSMI, il MARCA, la Biblioteca
      Provinciale, la Casa delle Culture, recuperato e modernizzato
      l’Istituto Scalfaro, istituito l’Orchestra Provinciale, ed infine, non
      certo ultima per importanza penso alla mostra Intersezioni ideata
      dall’assessore     Rubino   nell’area   del   Parco   Scolacium,        con
      importanti ricadute nell’esposizione permanente all’aperto nel
      parco di Catanzaro.

      Il fatto che le amministrazioni di centrodestra, a livello locale, si
      siano distinte in ambito culturale, non inverte il tema posto dalla
      rivista, ed io mi sento di affermare che la cultura non può e non

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deve essere né di destra, né di sinistra. Semmai è nota la libertà
      intellettuale del mondo culturale e questo potrebbe anche avere
      avuto un peso specifico nel nostro risultato elettorale con molti
      consensi provenienti da altre aree ideologiche.

      Su questa scia intendiamo proseguire il progetto culturale della
      nostra provincia. Una cultura aperta e non di schieramento, con
      l’ambizione di essere in vantaggio rispetto a molte altre realtà
      provinciali sul territorio nazionale e quindi una vera e propria
      Provincia capoluogo della Cultura.

      Sbaglia grossolanamente chi ritiene la cultura un fattore da isolare
      e rendere asettico, la cultura crea una rete che interagisce con
      tutte le attività del nostro vivere quotidiano: non può esistere
      formazione scolastica, universitaria e professionale se non è
      accompagnata da un progetto culturale; difendere l’ambiente è
      anche creare una nuova cultura ambientale, della cultura del
      merito e della partecipazione accennavo prima, la cultura è
      l’unica strada percorribile per la salvaguardia e la valorizzazione
      del patrimonio artistico, storico e tradizionale. La cultura è una
      leva importante per una nuova forma di produttività turistica, ma
      può    anche     favorire   lo   sviluppo   d’impresa    ed    il   ritorno
      occupazionale.

      Abbiamo, dicevo, il vantaggio di possedere strutture importanti,
      musei che possono costituire un’attrazione per turisti italiani e
      stranieri. C’è però ancora tanto lavoro da fare: ad esempio

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possiamo creare occasioni di interesse culturale in ogni piccolo
      comune della nostra provincia. Quanto meno essere disponibili ad
      iniziative che producano un’offerta culturale completa e capillare.
      Penso alla recente istituzione del Conservatorio della Musica
      Popolare ad Isca, e mi viene in mente come fino a pochi anni fa la
      Cattolica di Stilo, appena fuori dalla nostra provincia, era famosa
      nel mondo e sconosciuta alla maggior parte dei calabresi. Oggi è
      così per il centro storico di Badolato, per il Parco della
      Roccelletta, per le opere di Mattia Preti a Taverna.

      Tra gli obiettivi c’è quello di adoperare la rete internet per dare
      una giusta comunicazione del nostro patrimonio artistico e delle
      occasioni culturali che offre la provincia, chiedendo al redattore
      del Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale, che è persona
      di eccezionale spessore culturale, una particolare attenzione per
      questo progetto, mirando così al tempo stesso all’eccellenza ed
      all’innovazione culturale della nostra terra.

      Non mancheranno comunque le iniziative, le manifestazioni ed i
      convegni, che daranno centralità e sostegno ad una politica a
      favore della cultura. Anche la produzione culturale ed il sistema
      dello spettacolo serviranno da impulso quale importante fattore di
      sviluppo sociale, così come sarà centrale nel nostro progetto
      culturale il rapporto con l’Università Magna Grecia.

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SCUOLA, FORMAZIONE E LAVORO

      L’accorpamento delle deleghe del lavoro e della formazione ha il
      chiaro intento di fare in modo che ad un processo di formazione
      faccia seguito una immediata opportunità nel mercato del lavoro.

      Oggi purtroppo la formazione è vista a volte come una occasione
      di prima occupazione precaria, almeno dalle nostre parti. È una
      logica che non ha senso perché significa mortificare i fondi a
      disposizione     per    la   formazione   e   quindi   non    favorire    la
      competitività delle nostre aziende nel mercato globale.

      Istruzione e formazione culturale sono elementi essenziali non
      soltanto per dare un primo orientamento lavorativo ai più giovani,
      ma anche per l’aggiornamento professionale degli adulti. Un
      sistema lavorativo che non si aggiorni non potrà mai essere
      competitivo e per aggiornarsi deve interagire con tutti gli
      strumenti deputati alla formazione.

      Se quindi da un lato non si riesce a favorire l’integrazione dei
      giovani nel mondo del lavoro, dall’altro si penalizzano le nostre
      attività produttive che non essendo competitive perdono il passo
      del mercato e mettono in crisi, fino al collasso, anche
      l’occupazione temporanea. Ne deriva l’assoluta necessità di
      stabilire delle regole per la politica mirate alla sinergia di
      istruzione, formazione ed occupazione, in linea con il mutamento
      introdotto negli ultimi tempi per il conferimento di nuove deleghe

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alle province. Un ruolo importante sarà quello del sistema
      imprenditoriale, sempre nell’ottica di partecipazione, traendo
      dall’esperienza delle imprese ogni consiglio utile a rendere attiva
      la politica a favore del lavoro.

      Il processo dovrà così partire proprio dall’istruzione secondaria,
      con una costante attenzione verso il mondo della scuola,
      intendendo il nostro territorio come un insieme che favorisca ed
      avvicini il più possibile le strutture scolastiche ai centri periferici,
      oltre a dare risposte concrete alla richiesta di adeguamento delle
      scuole alle nuove tecnologie.

      Ci impegneremo, dunque, non soltanto a completare il piano di
      edilizia scolastica realizzando edifici di nuova costruzione,
      dall’Industriale di Lamezia, al Liceo Scientifico di Catanzaro,
      oppure al Commerciale di Soverato, ma, dopo aver ultimato il
      piano di adeguamento delle strutture scolastiche alle normative di
      sicurezza, investiremo ancora sulla messa in rete degli edifici e
      sulle nuove tecnologie.

      Nel campo dell’edilizia scolastica la nostra provincia è comunque
      all’avanguardia: dotata in pochi anni di 14 nuovi edifici sta
      vivendo la fase di ultimazione, tra le prime in Italia, per
      l’adeguamento alle norme antincendio previsto dal decreto
      ministeriale del 2006.
      In   questa    legislatura   il   piano   dell’edilizia   scolastica      sarà
      completato e la percentuale dei fitti passivi, passata dal 2000 ad

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oggi dal 75% al 20%, potrà finalmente raggiungere il punto zero,
      con inevitabili benefici economici per i bilanci futuri dell’Ente.

      Se riusciremo a centrare questo obiettivo con un certo anticipo,
      indirizzeremo le risorse ad affrontare il tema dell’impiantistica
      sportiva e culturale in ambito scolastico.

      Il patrimonio di cui dispone la nostra Provincia in materia di
      edilizia scolastica è qualcosa che ci inorgoglisce tutti: pensare alle
      scuole di Catanzaro Lido, agli istituti costruiti ed in fase di
      costruzione a Lamezia Terme, ai nuovi Licei Scientifici di Soverato
      e Decollatura, ci deve indurre a non abbassare la guardia e dunque
      a tutelare questo patrimonio con il controllo, la manutenzione e,
      se possibile, sempre maggiori investimenti verso il completamento
      e l’ampliamento delle strutture.

      Per concludere sulle politiche del lavoro accenniamo al ruolo dei
      Centri per l’Impiego che avranno il compito di adeguare sempre le
      proprie funzioni alle esigenze di un mercato del lavoro moderno e
      di qualità. Da quando nel 1997 i vecchi uffici di collocamento
      hanno lasciato il passo ai più moderni Centri per l’impiego, le
      nuove     competenze    hanno    indirizzato     queste     fondamentali
      strutture in un percorso più attivo con nuovi servizi di accoglienza,
      di preselezione ed orientamento. Dovremo puntare anche per il
      futuro sulle grandi potenzialità di questi uffici, al fine di dare un
      contributo al problema della disoccupazione trovando il punto

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d’incontro tra le offerte del mercato e la ricerca di un posto di
      lavoro.

      ATTIVITA’ ECONOMICHE E TURISMO

      La nostra economia, come ed in misura maggiore rispetto ad altre
      realtà nazionali, affronta quotidianamente il forte rischio della
      perdita di competitività rispetto all’Italia ed al resto d’Europa.
      Certo non è facile prevedere tempi migliori e non tutte le azioni
      che potremo intraprendere saranno decisive, visto anche il limite
      delle nostre competenze, ma nessuno ci può negare l’aspirazione
      di una visione globale mirata allo sviluppo economico.

      L’assessore delegato alle politiche di sviluppo avrà il compito di
      favorire la qualità delle proposte per puntare sulla strategia degli
      investimenti, di dare priorità ed attenzione alle imprese che
      puntano sulla ricerca scientifica, sull’innovazione tecnologica e
      sugli investimenti in termini di risorse umane sempre nell’ottica di
      una sana meritocrazia. Per questo pensiamo ad uno sviluppo
      sostenibile, sensibile ai problemi dell’ambiente ed alla tutela dei
      lavoratori, tant’è abbiamo associato alle attività produttive il
      tema centrale e delicato della sicurezza sui luoghi di lavoro.

      In ambito di sviluppo locale il marketing territoriale è lo strumento
      determinante, considerazione sempre accettata tanto dal mondo
      imprenditoriale che da quello scientifico ed accademico.

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Il mercato globale, mettendo in competizione aree geografiche tra
      loro distanti e di grandezza variabile pretende una profonda
      razionalizzazione delle proprie risorse per prevedere la crescita di
      un territorio. Pensare ad un modello di sviluppo è come provare ad
      immaginare che il territorio, nella sua piena totalità, rappresenti
      una grande impresa, un’importante forza lavoro globale, tante
      diverse componenti da gestire con una sapiente regia che metta al
      servizio del progetto aspirazioni e criteri di grande efficienza, di
      costante efficacia e soprattutto, per restare a passo con i tempi,
      di economicità: il territorio-impresa potrà lanciare la sfida del
      nuovo millennio.

      Tra i compiti più difficili che ci attendono, forse quello che può
      dare    maggiori        stimoli,   crediamo   che    sia   determinante       la
      promozione di un modello di sviluppo che cerchi il punto di
      equilibrio tra la quantità e la qualità, tenendo presente che la
      quantità significa occupazione così come la qualità è un
      fondamentale fattore di crescita e rappresenta stabilizzazione ed
      occupazione futura. Imprese, università ed istituzioni devono
      mirare a costituire un sistema virtuoso che si faccia carico di
      costruire il territorio-impresa.

      Certamente occorrerà tenere conto delle difficoltà che si possono
      incontrare quando gli strumenti del marketing sono utilizzati per
      creare sviluppo in aree di grandi potenzialità, ma strutturalmente
      non ancora adeguate. In questo senso la sinergia tra pubblico e

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privato può consentire l’ottimizzazione dei risultati, così come
      previsto dalla Legge Regionale per il riordino dell’organizzazione
      turistica, con i Sistemi Turistici Locali (STL).

      Se, ad esempio, andiamo ad intervenire sulle attività turistiche, la
      grande scommessa può essere quella dello sviluppo delle aree
      montane, finalizzata all’attrazione di un turismo di nicchia che
      evidenzi specifici tematismi e punti all’obiettivo di una stagione
      che vada ben oltre i mesi estivi.

      Dal turismo montano a quello marino, i fattori di crescita delle
      nostre aree trovano un freno posto sempre dai limiti della
      stagionalità della domanda. A questo problema di difficile
      soluzione si può rispondere con una politica di sostegno nei
      confronti dei piccoli comuni, andando a riscoprire le particolari
      specificità artistiche e culturali e creando un’offerta interessante
      che riesca a coprire una stagione sempre più lunga. Pensiamo,
      sempre in riferimento alla nuova Legge Regionale, alla creazione
      dei cosiddetti Alberghi Diffusi, strutture localizzate nei centri
      storici e che offrono l’opportunità di dare risposte a chi intenda
      soggiornare in borghi di pregio.

      Avendo infine associato al turismo le tematiche dell’emigrazione,
      vogliamo incentivare quel turismo di ritorno che essendo a volte
      anche motivato da esigenze extra-vacanziere può dare un
      contributo     notevole   all’allungamento    della   stagione     se   si

                                                                                   21
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riusciranno ad offrire dei vantaggi sostanziali a chi intende
      ritornare nella propria terra d’origine al di fuori dei mesi estivi.

      Il turismo rappresenta comunque un’opportunità da sfruttare e da
      rendere sempre più produttiva. Il trasferimento delle deleghe da
      parte della Regione, pur se compiuto a metà e senza il
      riconoscimento delle risorse necessarie, ci consegna un ruolo
      strategico nel processo turistico, a partire dalla formazione e dalla
      qualificazione del personale addetto, come è il caso dei Direttori
      Tecnici d’Agenzia. La grande anomalia di questo passaggio di
      funzioni per altri versi epocale è che le nostre strutture non
      dispongono neanche degli importi necessari a nominare le
      commissioni.

      Sul turismo in particolare voglio aggiungere che avanzeremo la
      creazione di un portale turistico della provincia di Catanzaro che
      possa concentrare in un solo sito tutte le informazioni riguardanti
      l’arte, la storia e la natura, oltre ai riferimenti sulle attività
      ricettive, così come alle produzioni locali.

      Alla crescita delle attività produttive potranno anche contribuire
      le politiche per l’agricoltura, delega alla quale abbiamo come
      sempre associato caccia e pesca, ma che abbiamo arricchito con la
      difesa della fauna, con le riserve naturali, i distretti rurali e con le
      politiche per la montagna. Sarà anche importante una politica per
      la caccia che trovi un punto di equilibrio tra le diverse forme di
      pensiero.

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Le politiche per la montagna rivestono un ruolo strategico, pur
      essendo ovviamente necessario un lavoro di sinergia con gli
      assessorati all’ambiente ed al turismo, perché possono contribuire
      al rilancio dell’artigianato locale e della produzione in campo
      alimentare. Naturalmente di tratta di un obiettivo a medio-lungo
      termine, ma comunque è importante programmare intorno alle
      nostre eccellenze: ad esempio nel settore della ceramica
      artigianale in alcune aree del nord-est sono stati costituiti i Centri
      per la Promozione dell'Artigianato, rientranti nel Progetto ACTA
      finanziato dal Ministero delle Attività Produttive, al quale ha
      aderito in provincia il comune di Squillace.

      Iniziative in questa direzione dovranno essere individuate e
      proposte dagli assessori di competenza, per non lasciare nulla di
      intentato nel nostro programma a favore dell’economia locale.
      Infatti, così come è facile rilevare per l’arte ceramica di Squillace,
      organismi di questo genere consentono la creazione di un punto
      d’incontro tra gli artigiani, le        associazioni di categoria e le
      istituzioni, oltre a veicolare i prodotti con una eccellente
      comunicazione e con nuove strategie di mercato. Riuscire ad
      intervenire in quest’ottica nelle nostre realtà locali più isolate nel
      territorio,    può      essere   un   primo   passo   verso    il   rilancio
      dell’economia in ogni suo settore.

      In quanto poi all’agroalimentare si dovrà ragionare sul fatto che
      oggi alcune aree extra-europee, pur partendo con un grande

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svantaggio rispetto alla Calabria ed al sud dell’Italia, stiano
      facendo passi da giganti nelle produzioni alimentari, valorizzando
      al massimo l’agricoltura locale e mirando alla qualità.

      Al rilancio delle attività produttive daranno impulso le politiche ed
      i progetti comunitari, per i quali pretendiamo grande attenzione
      dall’assessore di competenza e la solita professionalità dagli uffici
      e dagli organismi preposti. Tra le prime iniziative di questa
      legislatura abbiamo avanzato la proposta di inserimento delle
      Terme di Caronte a Lamezia Terme, nel PIS, mirando al
      potenziamento di una struttura ad alta potenzialità.

      LE POLITICHE AMBIENTALI

      Anche in riferimento alle politiche ambientali la nostra analisi
      parte dall’esame della delega assessorile: ho già detto come il
      rispetto    dell’ambiente       sia    un   problema   culturale,     quindi
      comprenderete           facilmente    perché   puntiamo    sull’educazione
      ambientale e naturalistica, sulla politica energetica, sullo sviluppo
      ecocompatibile.

      I recenti fatti di Napoli, ma anche i problemi calabresi relativi alla
      depurazione, stanno a testimoniare l’importanza delle politiche
      ambientali, ma anche il danno può derivare alle attività turistiche
      e produttive senza la giusta attenzione, specie in una provincia
      come la nostra che punta al rilancio del turismo e della produzione
      alimentare.
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Le competenze della Provincia sono fondamentali, così come le
      responsabilità di gestione, ed in misura maggiore lo saranno
      quando sarà legge regionale la proposta di trasferire alle province
      le competenze degli ATO, mi auguro questa volta insieme alle
      risorse finanziarie.

      Un territorio per diventare moderno e rimanere vivibile deve
      puntare molto sulla tutela ambientale. Così per il giusto equilibrio
      tra gli insediamenti di diversa natura e le aree a verde, così per le
      attività di monitoraggio e controllo. A questo proposito una sorta
      di formazione collettiva non può che essere strategica, pensando
      ad obiettivi come l’aumento percentuale progressivo della
      raccolta differenziata, la diminuzione dei consumi mediante lo
      sfruttamento di fonti alternative, rinnovabili e non inquinanti, la
      riduzione dei rifiuti ed il ciclo di trattamento.

      A questi obiettivi si possono aggiungere in corsa nuove strategie
      mirate ad un riequilibrio del sistema dei trasporti nel territorio
      provinciale, con un maggior utilizzo del trasporto privato e
      aderendo a tutte le iniziative necessarie per creare nuove grandi
      infrastrutture in grado di favorire un nuovo assetto del territorio.

      Purtroppo la storia recente ricorda a tutti come le politiche
      ambientali molto spesso si trasformano in emergenze ambientali:
      non posso fare a meno di fare un accenno sull’impatto che ho
      avuto in questo mio nuovo ruolo di Presidente della Provincia,

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avendo dovuto affrontare dal primo giorno il problema dei
      depuratori e soprattutto quello dei lavoratori che, giustamente,
      pretendono il pagamento delle spettanze arretrate. A nessuno si
      possono addebitare colpe specifiche, ma è comunque certo che un
      sistema non può stare in piedi se rappresenta una struttura
      multiforme senza un chiaro centro di responsabilità. Se saranno
      trasferite alle province le competenze degli ATO, allora il nostro
      impegno sarà diretto intanto, sulle esperienze del passato, a non
      creare nuovi problemi di gestione e contemporaneamente
      cercheremo di dare il nostro contributo alla soluzione delle
      vertenze che abbiamo trovato.

      A parziale consolazione possiamo pensare al fatto che il neo
      Ministro dell’Ambiente, l’onorevole Stefania Prestigiacomo, ha
      avuto un impatto con il suo nuovo ruolo ancora più difficile: ciò
      nonostante ho avuto modo di prendere contatti con il Ministro
      nella speranza che possa dare un contributo alla risoluzione dei
      nostri problemi ormai decennali.

      LE POLITICHE SOCIALI

      Il nuovo millennio si è subito presentato con una forte debolezza
      sociale, frutto di una maggiore povertà e di una più ampia
      frammentazione anche nelle società più avanzate. L’introduzione
      della moneta unica europea ha coinciso con l’aumento dei prezzi,

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ed a questa congiuntura si è aggiunto di recente il problema del
      caro-mutui che ha messo in forte crisi le politiche per la casa.
      Le province non hanno certo compiti o responsabilità dirette su
      queste tematiche, ma è altrettanto vero che il sistema sociale
      deve poter contare su tutta la rete delle istituzioni.

      Abbiamo già parlato delle politiche giovanili e di quelle a favore
      delle donne, con l’aspirazione di studiare la creazione dei bilanci
      sociali o di genere, ma qualche altra idea potrebbe esserci
      suggerita da quelle amministrazioni che dopo le consulte giovanili
      hanno costituito i Consigli degli anziani; un modo per non
      allontanare le persone in età avanzata dagli ambiti istituzionali ed
      altresì favorirne il reinserimento nella speranza di salvaguardare
      una memoria da restituire alle giovani generazioni e di poter
      contare sulla imprescindibile risorsa costituita dalla saggezza degli
      anziani.

      Infine devo spiegare il significato dell’inserimento, tra le deleghe
      che mi vedranno direttamente impegnata, dell’Osservatorio
      Provinciale sulla Sanità. Ho sempre ritenuto che la salute dei
      cittadini non possa essere una materia delegata ad una parte
      politica, chi soffre non è di destra o di sinistra, quindi occorre
      pensare ad uno strumento operativo, appunto l’Osservatorio, che
      si interessi dei problemi della salute pubblica in ambito
      provinciale.     Devo   aggiungere   che   questa   idea   ha    trovato
      importanti riscontri nell’ambito delle professioni mediche, e visto
      che abbiamo la fortuna di essere garantiti da una classe medica

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tradizionalmente eccellente, il percorso ed i compiti di questo
      organismo che andremo a costituire saranno presto definiti.
      Ovviamente, per quanto sopra espresso, si tratterrà di una
      struttura non politica e non politicizzata per la quale chiederemo
      il contributo di tutto il consiglio provinciale, ma anche delle
      associazioni di categoria e di volontariato.

      In conclusione, riguardo al tema del sociale, voglio mettere in
      risalto l’importanza di una politica per la sicurezza il linea con la
      grande attenzione della precedente amministrazione che, caso
      molto raro nell’ambito delle province italiane, ha realizzato una
      sede della polizia a Catanzaro Lido e dotato la città di Lamezia di
      nuovi mezzi per le forze dell’ordine. Se le ristrettezze del bilancio
      ce lo consentiranno, altre iniziative del genere saranno messe in
      atto, per dare il nostro contributo ai fenomeni di delinquenza
      organizzata purtroppo in aumento nel territorio. Fermo restando
      che ogni strumento di crescita, dal rilancio delle attività
      economiche alla battaglia contro la disoccupazione, può essere
      interpretato come una forma alternativa di lotta alla criminalità.

      LA STRUTTURA ORGANIZZATIVA DELL’ENTE

      Un programma, per quanto articolato e complesso, non trova
      nessuna occasione di essere realizzato senza il contributo
      determinante della struttura di una amministrazione.

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Ritengo che aver lavorato per nove anni in questa provincia, a
      vario titolo, sia per me un grande vantaggio: conosco le capacità
      del personale, la continua disponibilità all’aggiornamento, il
      metodo operativo dei settori, e soprattutto sono a conoscenza dei
      risultati che si possono raggiungere quando una squadra opera in
      perfetta armonia con la parte politica.

      Il mio intento è quello di mantenere un rapporto costante con le
      forze sindacali e soprattutto di operare scelte di premialità legate
      esclusivamente al merito.

      Non esisteranno posizioni di vantaggio o precostituite, non ci
      saranno altresì porte chiuse e chiusure mentali nei confronti di
      nessuno, perché chiunque darà il suo contributo all’attuazione di
      un programma che mira all’interesse della collettività, sarà giusto
      che incontri sulla sua strada possibilità di crescere e di vedere il
      riconoscimento reale dei propri meriti.

      È altrettanto chiaro che non tollereremo cadute di tensione e
      tentativi di alternare all’impegno lavorativo la noia o quant’altro,
      mirando quindi ad una struttura che non soltanto premi i suoi più
      validi collaboratori, ma al tempo stesso punisca chi non
      comprenda come le ricadute di un impegno parziale, la poca
      disponibilità nei confronti dell’utenza ed il disinteresse al lavoro di
      squadra, producano effetti deleteri sulla collettività oltre a negare
      una giusta opportunità a tanti giovani in cerca di prima
      occupazione e pieni di volontà.

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L’IDENTITA’ PROVINCIALE

      Andando rapidamente a concludere il tracciato di queste linee
      programmatiche, oltre a specificare che si tratta di un documento
      sintetico e scusandomi per qualche probabile dimenticanza, dopo
      aver ricordato l’importanza in fase di attuazione del programma di
      una adeguata base di comunicazione, approfittando dell’occasione
      per ringraziare la stampa e le televisioni locali che ci seguono
      sempre con attenzione e professionalità, voglio tornare su quello
      che ritengo sia un obiettivo stimolante, importante ed essenziale:
      l’identità provinciale.

      Ho spesso fatto accenno alla ricerca delle specificità di ogni anche
      più piccolo comune, ho pensato alla tutela ed alla valorizzazione
      delle minoranze etniche e linguistiche, ad esempio le comunità
      arbereshe di Caraffa, Vena di Maida, Gizzeria, ma anche Andali,
      Marcedusa, o la frazione Zangarona di Lamezia Terme, a proposito
      delle quali dobbiamo recuperare il distacco dalla provincia di
      Cosenza che è vero presenta maggiori comunità, ma è anche vero
      che da anni utilizza fondi ministeriali ai quali adesso anche noi
      abbiamo il dovere di accedere.

      La contraddizione potrebbe essere nel fatto di stimolare il senso di
      appartenenza alle realtà locali e nello stesso tempo di puntare alla

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scoperta dell’identità di tutto il territorio provinciale. Eppure è un
      percorso fattibile e privo di contraddizioni, un po’ la conferma
      della nostra idea di provincia che sia la Città delle Città.

      Credo che una comunità non saprà mai interpretare il proprio
      futuro se non conquista una propria identità. Senza identità non
      c’è lavoro, casa, famiglia, non ci sono tradizioni comuni, né storie
      da raccontare. Conoscere la propria identità, per una popolazione
      che punta ad essere forte e vincente, vuol dire conoscere la
      propria storia e guardare alle le battaglie di campanile come
      qualcosa che arricchisce ma che deve servire a vincere nella corsa
      e non nella lotta corpo a corpo. Tutti possiamo fare meglio e di
      più se intraprendiamo la strada di una sana competizione alla fine
      della quale ci troveremo tutti insieme, pur con qualche inevitabile
      e minimo distacco, oltre la linea del traguardo comune.

      Qual è la nostra identità: siamo un popolo di agricoltori, di
      naviganti, di poeti? Abbiamo particolari attitudini, che vuol dire
      avere grandi potenzialità in qualche materia, oppure sappiamo
      fare tutto e male? Ricercare una comune identità non vuol dire
      certo finire con un esercito di avvocati o di commercialisti, ma
      pensare ad una comunità variegata, articolata, che si muove nel
      tempo e nello spazio inseguendo sogni condivisibili.

      Scoprire la propria identità vuol dire anche capire quali siano i
      maggiori pregi ed i maggiori difetti, capire che se è vero che siamo
      costretti al ritardo ed all’arretratezza dobbiamo ammettere di non

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avere tutte le colpe, ma di essere almeno responsabili di non aver
      mai provato a comprendere la natura dei nostri problemi.

      L’identità provinciale si raggiunge mettendo al servizio del
      progetto le migliori intelligenze, quantomeno quelle pronte a
      collaborare, a dare un contributo nello studio, nella ricerca, nel
      confronto. L’identità provinciale è anche il tentativo di recuperare
      quelle migliori intelligenze, o quantomeno di fare in modo, per il
      futuro, di non perderne delle altre.

      Ma l’identità provinciale è anche la volontà di avere un futuro in
      cui ogni cittadino della nostra terra straordinaria sia convinto di
      essere oltre che parte integrante della civiltà degli ottanta
      comuni, anche figlio della civiltà, della storia e delle tradizioni di
      una Provincia che guarda al futuro, che lancia la sfida alle altre
      aree della Regione, dell’Europa e del Mediterraneo, che aspira ad
      affermare il diritto di essere una Provincia capoluogo di Regione.

      Signori consiglieri, grazie ed i migliori auguri di buon lavoro.

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