Coronavirus, Governo: bozza decreto riduzione bollette e rinvio elezioni amministrative e referendum
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Coronavirus, Governo: bozza decreto per riduzione bollette e rinvio elezioni amministrative e referendum Slittano le elezioni comunali previste nel 2020. E’ quanto prevede una bozza, ancora provvisoria e soggetta a possibili modifiche, del decreto coronavirus. “In deroga a quanto previsto dall’articolo 1, comma 1, della legge 7 giugno 1991, n. 182, limitatamente all’anno 2020, le elezioni dei consigli comunali, previste per il turno annuale ordinario, si tengono in una domenica compresa tra il 15 ottobre e il 15 dicembre 2020”, si legge nel testo. Il termine entro il quale è indetto il referendum per il taglio dei parlamentari “è fissato in duecentoquaranta giorni”, prevede la bozza di decreto legge contenente le misure per far fronte all’emergenza Coronavirus, che permette un nuovo slittamento del referendum. L’ordinanza che ha ammesso il referendum risale a fine gennaio dunque i 240
giorni scadrebbero a fine settembre. La data potrebbe essere fissata tra i 50 e i 70 giorni successivi e quindi la consultazione può slittare fino all’autunno. Il mandato delle giunte Regionali a statuto ordinario in scadenza viene prorogato di tre mesi rispetto alla durata prevista fino ad ora dalla legge, prevede la bozza – testo provvisorio, che si basa sulle proposte arrivate ieri sera dai vari ministeri – del dl coronavirus. “Gli organi elettivi delle regioni a statuto ordinario il cui mandato scade entro il 31 luglio 2020, durano in carica 5 anni e 3 mesi”, si legge nel testo che interviene su Veneto, Liguria, Toscana, Marche, Campania e Puglia. Le Giunte potranno essere operative nella pienezza dei poteri loro attribuiti. REVISIONE AUTO. Tre mesi in più per fare la revisione auto. E’ una delle proposte dei ministeri al vaglio del governo che sta lavorando al nuovo decreto anti-Coronavirus. Nella bozza si spiega la necessità di rinviare “di novanta giorni decorrenti dalla scadenza ordinaria” con l’impossibilità di portare i mezzi alla revisione in tempo date le misure di contenimento del Covid-19, che impongono di rimanere a casa il più possibile. DOCUMENTI DI IDENTITA’. Tra le proposte anche quella di prorogare al 31 agosto la validità dei documenti di identità. BOLLETTE. Una riduzione delle bollette per tutto il 2020, da attuare attraverso un intervento sugli oneri di sistema. E’ una delle ipotesi che, secondo quanto si apprende dall’ANSA, il governo sta valutando per dare un sostegno a famiglie e imprese, con una norma da inserire nel nuovo decreto anti- Coronavirus. Il ‘titolo’ della norma compare anche in una
nuova bozza di lavoro che circola in queste ore, che contiene i cardini dell’intervento, dai fondi per gli ammortizzatori sociali alla sospensione delle ritenute per i settori più colpiti, a partire da turismo e spettacolo. LAUREE. L’ultima sessione di laurea dell’anno accademico 2018/2019 è prorogata al 30 giugno 2020. Lo prevede una proposta del ministero dell’Università, contenuta nella bozza di decreto legge sul Coronavirus in fase di messa a punto. “E’ conseguentemente prorogato ogni altro termine connesso all’adempimento di scadenze didattiche e amministrative funzionali allo svolgimento dell’esame di laurea”. Per far fronte alle ricadute dell’emergenza Coronavirus sono previsti anche fondi per le università e per la didattica a distanza. ESAMI DI ABILITAZIONE. Abolire l’esame di abilitazione alla professione medica. E’ la proposta del ministero dell’Università inserita nella bozza di dl Coronavirus ancora in fase di definizione. L’idea è superare in via definitiva il sistema attuale e stabilire che è abilitato chi sia laureato in Medicina e chirurgia, “previo giudizio di idoneità sui risultati relativi alle competenze dimostrate nel corso del tirocinio pratico-valutativo svolto” nel corso degli studi. La norma prevede anche che siano abilitati i laureati della seconda sessione 2019, che erano in attesa dell’esame.
Bullismo, Cangemi premiato insieme a Ledesma per suo impegno in contrasto Un premio per la Campagna No Bulli contro il bullismo e il cyberbullismo al vice presidente del Consiglio regionale del Lazio, Giuseppe Cangemi. A consegnarlo lo scorso 13 febbraio l’Istituto comprensivo Piazzale della Gioventù di Santa Marinella e Gate 51, gruppo della tifoseria laziale promotore del Torneo contro il bullismo Distinti e Forti, in occasione della manifestazione ‘Italia-Spagna: uniti contro il bullismo e le dipendenze’. In campo, al Palazzetto dello Sport, le rappresentative degli studenti della scuola di Santa Marinella e dell’istituto Parque de Lisboa di Alcorcòn sostenute dal tifo delle scolaresche in tribuna. Ospite d’onore il calciatore della SS Lazio, Cristian Ledesma, al quale e’ stata donata una maglia speciale Distinti e Forti. “Ringrazio
l’Istituto comprensivo e Gate 51 per questo riconoscimento- ha detto Cangemi- e soprattutto per aver organizzato un evento che aggiunge un valore sociale di grande impatto al gemellaggio tra le due scuole. Siete ufficialmente invitati alla prossima presentazione di No Bulli 2020 che anche quest’anno vedrà Roma, Lazio e Frosinone al fianco del Consiglio regionale del Lazio. L’entusiasmo e la partecipazione alla manifestazione di oggi è la migliore risposta agli sforzi che tutti noi mettiamo in campo contro il bullismo. Sono convinto che i ragazzi spagnoli, ospiti della città e della scuola di Santa Marinella, torneranno arricchiti da questa esperienza di studio e di amicizia”.
Zagarolo, il PCI chiama al confronto sul Referendum ZAGAROLO (RM) – I comunisti di Zagarolo, San Cesareo e Colonna, hanno organizzato ed invitano a partecipare ad un confronto di merito sul Referendum che chiama a ridurre il numero dei Parlamentari. A questo appuntamento che avrà luogo a Palazzo Rospigliosi in Zagarolo nella sala consiliare, sono stati chiamati e invitati forze politiche e rappresentanti locali. Interverranno sul tema il prof. Carlo Corsetti, storico della Costituzione e dei diritti umani; Walter Tucci, responsabile nazionale PCI del Dipartimento Istituzioni; ed introdurrà l’appuntamento Claudio Giannini della sezione PCI di Zagarolo. Come ha già avuto modo di esprimersi il segretario nazionale del PCI, Mauro Alboresi: “Il Consiglio dei Ministri ha scelto il prossimo 29 Marzo quale data per il referendum confermativo sulla legge relativa al taglio dei parlamentari, si attende ora la conferma della stessa da parte del Presidente della Repubblica attraverso uno specifico decreto. – spiega il segretario comunista — La nostra posizione in merito ad un provvedimento demagogico, voluto dal M5S e sostenuto, per ragioni diverse, dalle principali forze politiche, è nota: noi siamo per il no! La nostra contrarietà deriva dal fatto che tale legge non riforma i poteri della Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, riduce gli spazi di rappresentanza, al punto che in diverse regioni sarà impossibile eleggere parlamentari di minoranza. In altre parole, per operare un risparmio di risorse insignificante, si rende la democrazia ancora più debole. I sostenitori di tale legge, consapevoli di ciò, prospettano una concomitante riforma della legge elettorale, e le proposte al riguardo sono molteplici. – infine Alboresi ha così concluso – diversi soggetti politici sostengono la necessità di un impianto più o meno maggioritario, altri di una legge proporzionale con soglia di sbarramento. Noi continuiamo ad essere per un
sistema proporzionale puro, senza sbarramenti, l’unico in grado di garantire il principio di “una testa un voto” ed un Parlamento espressione dell’articolazione della società. Non siamo disponibili a barattare ancora una volta la rappresentanza con la governabilità, quest’ultima deve e può trovare adeguate risposte dopo l’affermazione di un Parlamento espressione della volontà popolare. La battaglia per il proporzionale integrale è la nostra battaglia!”. I comunisti invitano perciò i cittadini e, soprattutto, gli elettori progressisti e sostenitori autentici del dettato costituzionale, ad informarsi nel merito, a non fermarsi alla superficie degli slogan. Anche partecipando a questi dibattiti che stiamo organizzando nel Paese. Occorre difendersi da un nuovo strumentale attacco alla nostra Costituzione e alla democrazia parlamentare.”.
Anguillara Sabazia, elezioni. Serami (FdI): no a inciuci. “Centrodestra unito garanzia di vittoria” ANGUILLARA SABAZIA (RM) – “Il “terremoto” che si è abbattuto su Anguillara a seguito dell’infausta caduta dell’amministrazione targata Movimento5Stelle e che ha portato alla nomina del Vice Prefetto Dott. Gerardo Caroli quale Commissario Prefettizio, al quale porgo i migliori auguri di buon lavoro da parte di tutto il gruppo di Fratelli d’Italia, pone l’obbligo di fare alcune riflessioni per dipanare i dubbi sul futuro che ci attende e sgombrare sin da subito il campo da illazioni in merito alla “creazione in laboratorio” di strane alleanze pseudo civiche ovvero pseudo politiche e pseudo trasversali”. Così in una nota il Portavoce di Fratelli d’Italia di Anguillara Sabazia Enrico Serami che pone subito dei paletti a tutti quegli schemi, tante volte utilizzati dalla così detta vecchia politica. Schemi come i “patti civici trasversali” che altro non sono che i soliti inciuci. “Noi di Fratelli d’Italia Anguillara – ha proseguito il Portavoce del partito della Meloni – forti della coerenza che da sempre ci contraddistingue, affermiamo con decisione che non siamo interessati alle trame di quanti, essendo stati causa e radice ovvero matrice dello sfacelo pentastellato e avendo già dato ampiamente prova di incapacità amministrativa, pur di riciclarsi si appellano ad un ormai inflazionato senso di responsabilità; oppure di quanti rilanciano progetti di inciuci travestiti altezzosamente da cosiddetti “patti civici trasversali” ovvero “governi di salute pubblica”. Lo diciamo con chiarezza a tutti come già affermato con
decisione dal nostro coordinatore provinciale On. Marco Silvestroni: NOI NON CI STIAMO! Perché crediamo sì, che le migliori forze della Città debbano essere protagoniste non di un inciucio al servizio della vecchia politica, ma al servizio di un vero “patto generazionale” che dimostri che la nostra generazione (sono nato nel 1980) sia migliore delle precedenti per capacità di dialogo, per capacità di individuare i problemi che la generazione precedente ha colposamente (ovvero dolosamente) ignorato, per capacità di saper trovare quel “terreno comune” di intesa sull’idea di Città che si vuole vivere e far sviluppare: per noi e per coloro ai quali porgeremo il testimone. In questo momento però, non possiamo non essere convinti che un patto granitico e trasparente tra tutte le forze del Centro Destra possa dare ad Anguillara il Governo forte, capace e perché no, coraggiosamente visionario che merita. Per questo – conclude Serami – dico e diciamo che siamo pronti. Pronti ad affrontare la sfida ardua che ci attende, nella speranza che “l’affamata orda” grillina oltre “le macerie” e i “pozzi avvelenati” abbia lasciato almeno una briciola di “terreno fertile” dal quale poter ripartire a piantare rinnovate e ancora più forti radici per la nostra Comunità.”
Equiparare i medici ai pubblici ufficiali: la proposta di Fratelli d’Italia contro il fenomeno delle aggressioni agli operatori del settore sanitario “Difendiamo chi difende la nostra salute”. – “Contrasto alla violenza sui camici bianchi – Misure a supporto, dal Parlamento alle Regioni” questo il titolo della conferenza stampa di mercoledì scorso presso la Sala “Caduti di Nassirya”
al Senato organizzata dal Dipartimento Professioni di FDI, grazie all’instancabile lavoro della Responsabile Nazionale del Dipartimento la Dott.ssa Marta Schifone. Sono intervenuti il Dott. Filippo Anelli, presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (FNOMCEO), il Dott. Silvestro Scotti, Segretario Generale Nazionale della Federazione italiana Medici di Medicina Generale (FIMMG), il Dott. Tonino Aceti, portavoce Federazione nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI). A portare i saluti ed il sostegno del partito l’On. Francesco Lollobrigida, Presidente dei Deputati di Fratelli d’Italia, e la Sen. Isabella Rauti, Vice Presidente dei Senatori di Fratelli d’Italia. Giorgia Meloni: “Equiparare i medici ai pubblici ufficiali” “La nostra non è una iniziativa estemporanea ma è il frutto di un lungo lavoro. – Ha detto la leader di FdI – Sono oltre 3mila l’anno – ha proseguito – i casi stimati di aggressioni a danno dei medici e degli operatori del nostro sistema sanitario ed è un dilagare di fatti di violenza che incide pesantemente sulla qualità del nostro servizio sanitario. Per questo Fratelli d’Italia lavora da tempo sia a livello nazionale per equiparare i medici ai pubblici ufficiali, sia a livello regionale per iniziative come le telecamere che possano mettere in sicurezza i medici per migliorare le condizioni del nostro servizio sanitario e per rendere più facile la vita a chi dedica la propria esistenza a salvare quella degli altri. Il nostro vuole essere il tentativo di disegnare una società nella quale vi sia rispetto per chi si sacrifica e per chi lavora, nella quale ci sia una educazione culturale a comprendere le tante occasioni in cui in Italia si pensa di alzare la voce e si finisce con farsi male, tutti. Quindi cerchiamo di migliorare le condizioni del nostro
sistema sanitario che, è sì considerato uno dei migliori del mondo, ma secondo me può parecchio migliorare”. Francesco Lollobrigida: “Medici e infermieri spesso subiscono aggressioni, sempre più violente” “Oggi con Giorgia Meloni e numerosi esponenti di associazioni di categoria abbiamo presentato le iniziative di FdI a tutela dei camici bianchi: medici e infermieri che troppo spesso subiscono aggressioni, sempre più violente, durante l’esercizio del loro lavoro. – Ha dichiarato Francesco Lollobrigida, Presidente dei Deputati di Fratelli d’Italia – Abbiamo presentato in Parlamento – ha proseguito Lollobrigida – e nei consigli regionali una mozione per conferire loro lo status di pubblico ufficiale affinché possano essere maggiormente tutelati. Un grazie a tutte le associazioni di medici ed operatori sanitari che ci hanno fornito gli elementi necessari alla stesura di questo atto, e un grazie al Dipartimento Professioni di FdI che ha consentito di tradurre in azioni concrete le loro istanze.” Marta Schifone: “Un tema di sicurezza che abbiamo portato avanti in tutte le Regioni”
“Non si possono lasciare in prima fila da soli gli operatori e i professionisti della sanità – ha detto Marta Schifone Responsabile Nazionale del Dipartimento Professioni di FdI – è un tema di sicurezza – ha proseguito Schifone – che abbiamo portato avanti in tutte le Regioni con i nostri consiglieri in un gioco di squadra molto efficace. L’impegno parlamentare di riconoscimento dello status di pubblico ufficiale per il personale sanitario non si sarebbe potuto tradurre in una azione efficace senza la adesioni dei nostri gruppi consiliari regionali e le presentazioni delle nostre mozioni. Le Regioni ci sono e siamo in grado di coinvolgere tutta la classe dirigente sui temi su cui il nostro partito detta la linea”. Roberto Cuccioletta: “Fratelli d’Italia si schiera
da sempre a fianco dei professionisti” “Non posso non complimentarmi con la nostra responsabile nazionale Marta Schifone per la riuscitissima ed importantissima iniziativa. – Ha dichiarato Roberto Cuccioletta Coordinatore Regionale del Dipartimento Professioni di FdI – Le professioni mediche – ha proseguito Cuccioletta – rappresentano uno dei settori più importanti e delicati del mondo professionale e merita tutta la nostra attenzione. Mentre il governo di sinistra ragiona su come vessare ancora di più chi lavora e chi produce, Fratelli d’Italia si schiera da sempre a fianco dei professionisti e la conferenza stampa di oggi ne è la conferma. Il mondo delle professioni è una realtà fondamentale per l’economia italiana, oggi in grande sofferenza, che invece FdI vuole difendere.
Crediamo che uno stato giusto si debba occupare di chi ha studiato e lavora piuttosto che di dare la paghetta a chi sta a casa senza fare niente. Nei prossimi giorni altre importanti iniziative che coinvolgono il mondo professionale saranno avviate su tutto il territorio regionale. Grazie quindi al nostro Dipartimento, ai nostri Deputati, ai nostri Senatori e consiglieri regionali così attenti a darci il loro costante supporto.” Renzi lancia “il sindaco
d’Italia” e sulla situazione economica chiede abolizione del reddito di cittadinanza Matteo Renzi parla a Porta a porta. Hanno provato a cacciarmi dalla maggioranza, dice il leader di Italia Viva. “Non ce l’hanno fatta ma ci hanno provato: hanno cercato di raccogliere i senatori responsabili che vorrebbero prendere il nostro posto. Ma se vogliono farlo non c’è niente di male. Se il presidente del Consiglio o qualche suo collaboratore vogliono sostituirci non c’è nulla di male, ma la prossima volta farebbero meglio a riuscirci”. “Io non voglio morire grillino. Sono colpito dal modo in cui il Pd ha inseguito i grillini. Non diventeremo la sesta stella’. Il casus belli resta la giustizia con la prescrizione. Se non viene ritirata la proposta Bonafede e se non ci sarà accordo, Renzi conferma la possibilità di presentare una mozione di sfiducia.”Penso proprio che sarà così. Spero che ci sia buonsenso e si arrivi all’accordo”. Ma la vera sfida è la proposta del leader di Italia Viva sull’elezione diretta del premier. “Siccome non si può andare avanti così con le scene che abbiamo visto, fermi tutti: faccio un appello a tutte le forze politiche, a Zingaretti, Di Maio, Crimi, Conte, Leu, Salvini, Berlusconi, Meloni. Dico: portiamo il sistema del sindaco d’Italia a livello nazionale. Si vota una persona che sta lì
cinque anni ed è responsabile. Per me la soluzione è l’elezione diretta del presidente del Consiglio”. E a supporto della sua proposta: “Lancerò una raccolta di firme, insieme al lavoro preparatorio che faremo” con gli altri partiti, “perché si arrivi al sindaco d’Italia”. “Ci sono due modi diversi” per fare la riforma del premierato: “Il primo è il modello del patto del Nazareno che non toccava la forma di governo, per cui Berlusconi non votava le mie leggi ma c’era un patto istituzionale per cambiare le regole. L’altra ipotesi è l’esempio del governo Maccanico che non vide la luce nel 1996, è il governo stesso a essere istituzionale o costituzionale”. Lo dice il leader di Italia viva Matteo Renzi a Porta a porta. Che rilancia: “E’ secondario il tema di chi fa il presidente del Consiglio se c’è il grande obiettivo della grande riforma” del premierato. “Se portiamo a scegliere per una persona che per cinque anni governa, l’Italia diventa competitiva. Evitiamo l’indecorosa pagliacciata dello scontro quotidiano”. “Non butto la palla in tribuna perché quand’anche cadesse il governo non si può votare fino all’autunno, quando mai nella storia si è votato. E’ presumibile pensare che almeno fino al 2021 non si vota. Siccome non si può votare per un impedimento tecnico, dico che è il momento di guardarsi negli occhi e pensare prima agli italiani e poi ai partiti” dice il leader di Italia viva Matteo Renzi a Porta a porta lanciando la proposta di riforma per l’elezione diretta del premier.
Poi Renzi risponde direttamente a Conte sulla situazione economica. “Conte vuole fare una cura da cavallo? Abolisca il reddito di cittadinanza. E’ un fallimento, se hai messo soldi per 2,3 milioni di persone e l’1,7% ha trovato lavoro e oggi Gaetano Scotto, mafioso, è stato interrogato e ha detto che ha il reddito di cittadinanza e metta i soldi per il taglio delle tasse alle aziende”. “Occhio che arriva una recessione e allora i posti di lavoro saltano. Allora in un clima normale forse Pd e Cinque stelle respingerebbero la proposta dei commissari per far ripartire le opere ma in questo clima straordinario dobbiamo finalmente sbloccare opere pubbliche per cui i soldi ci sono già. Sono già finanziate e se partono creano ricchezza e posti di lavoro”. L’apertura di Renzi al tavolo delle riforme scatena il dibattito politica. Mentre Fraccaro (M5s) difende Bonafede, Dario Franceschini, vicesegretario del Pd commenta: “…mentre stavano per morire la rana chiese all’insano ospite il perché del suo folle gesto. ‘Perché sono uno scorpione..’. rispose. ‘E’ la mia natura!'”. Così Dario Franceschini commenta, senza citarlo, le parole di Matteo Renzi a Porta a porta. Il riferimento è alla fiaba di Esopo in cui lo scorpione uccide la rana che lo sta portando in
salvo. “Prendiamo atto delle affermazioni di Renzi sull’elezione diretta del premier. Dopo anni, viene sulle nostre posizioni storiche. È ovvio che Italia Viva, per essere credibile su questi temi, deve sciogliere il nodo in merito al sostegno al governo Conte bis. Renzi per essere coerente e concreto deve far cadere questo esecutivo. Provvedimenti scandalosi come lo stop alla prescrizione o il decreto intercettazioni non possono e non devono andare avanti”. Lo afferma Mariastella Gelmini, capogruppo Fi. Il leader di Iv raccoglie anche il no della Lega.”Avessimo un governo che fa delle cose che non condivido, sarebbe un fatto. Ma avere un governo che non fa nulla perchè litiga su tutto, è un dramma. Quindi spero che si voti il prima possibile e non esistono governini, governicchi, accordi segreti, trucchetti di Palazzo. Prima si vota, meglio è”. Tace invece il premier Conte che si trincera dietro un ‘no comment’ e fa sapere che deciderà nei prossimi giorni Il decreto intercettazioni approda in Aula al Senato senza il voto finale della Commissione giustizia. Non è stato infatti trovata una intesa su un emendamento della Lega (prima firma di Simone Pillon) la cui approvazione era condizione del centrodestra per consentire di concludere regolarmente i lavori della Commissione con il mandato al relatore. Ai fini pratici ciò non muta le intenzioni del Governo che ha posto la questione di fiducia in Senato che sarà espresso
domani alle 12. Ad annunciarlo in Aula è stato il ministro per i rapporti con il Parlamento Federico D’Incà che ha posto la fiducia sul testo del decreto integrato dagli emendamenti approvati dalla Commissione Giustizia. La presidente Maria Elisabetta Casellati ha convocato la Conferenza dei capigruppo per decidere il prosieguo dei lavori. “Mi prenderò qualche giorno per poi lanciare una cura da cavallo per il sistema Italia – ha detto il premier Giuseppe Conte -. Siamo in emergenza, e dobbiamo tutti lavorare, ciascuno chiaramente per le responsabilità che si assume in base al ruolo che ha. Dobbiamo ragionare come fossimo in emergenza, quando ragioniamo di emergenza riusciamo a coordinarci al meglio. Non possiamo essere fanalino di coda ci sono delle situazioni anche congiunturali. C’è l’emergenza coronavirus, ci sono le tensioni commerciali internazionali…”. Una verifica in parlamento? “Noi siamo concentrati” sull’azione di governo, “i titoli dei giornali non mi appassionano. In questo momento siamo concentrati su una priorità che è far crescere l’Italia”, ha aggiunto Conte, conversando con l’ANSA, prima di lasciare il Senato, commentando l’ipotesi che si possa stabilire un patto di legislatura sulle riforme.
LA PRECISAZIONE DEL PREMIER: “‘Questo Renzi?’ Non si dice ‘questo Renzi’, è il senatore Matteo Renzi, leader di un partito di maggioranza, Italia Viva”, ha detto Conte, ‘bacchettando’ benevolmente un cronista che gli chiede se “questo Renzi” lo tenga “sulle spine”. Intanto l’aula del Senato ha approvato la risoluzione della maggioranza sulle comunicazioni del premier Conte sul bilancio comunitario. Il documento ha avuto 150 voti favorevoli, 101 contrari e 13 astensioni. La mozione impegna il governo a lavorare per “un bilancio europeo all’altezza delle sfide future”, chiarendo che “la proposta del presidente Michel sul bilancio, nonostante qualche leggero passo avanti rispetto al quadro negoziale della presidenza finlandese, non appare ancora adeguata rispetto alle ambizioni dell’Europa”. LE COMUNICAZIONI DI CONTE A PALAZZO MADAMA IN VISTA DEL CONSIGLIO UE – “Il Parlamento non esiterebbe a bocciare un bilancio Ue inadeguato sulla svolta verde e sugli altri temi all’ordine del giorno”, ha detto Conte, intervenendo al Senato alla vigilia del Consiglio europeo. “L’Italia è perfettamente consapevole di essere parte della casa comune europea ma non siamo disposti ad accettare in nome di una rapida conclusione del negoziato un bilancio insufficiente per le
esigenze dei nostri cittadini. Sarebbe una sconfitta non tanto contabile, ma politica”. “Rispetto all’ambizione rilevata nel programma della commissione europea” guidata da Ursula von der Leyen, nella proposta Michel sul quadro finanziario pluriennale “resta poca traccia”. “Quello di domani si presenta come un vertice complesso e complicato per il fatto che la proposta non rispetta le aspettative di dotare il bilancio Ue di strumenti innovativi”, dice Conte. “La proposta che il presidente Michel ha fatto circolare il 15 febbraio apporta alcuni, lievi, avanzamenti rispetto alla proposta fatta durante la presidenza finlandese” ma “resta comunque inadeguata” rispetto agli obiettivi dell’Unione, dice il premier. “Alla luce della difficoltà della politica nazionale, sui temi della politica continentale non è possibile alcuna divisione, sarebbe un atto sbagliato”, ha detto il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, intervenendo al Senato dopo le comunicazioni del premier Giuseppe Conte in vista del Consiglio europeo straordinario.
“Lei al Consiglio europeo ci rappresenta appieno”, ha aggiunto. “Il bilancio 2021-27 è un fatto decisivo, ci giochiamo il futuro dell’Europa. Ci aspettano mesi economicamente molto delicati. Ci sono potenze fuori dall’Europa che giocano una partita che io definisco profondamente sbagliata, mi riferisco alla Turchia. La Turchia non è un problema italiano, è un problema europeo.” Governo Conte bis… che pende che pende e mai non vien giù Nella celeberrima piazza del Duomo di Pisa, domina il campanile della cattedrale di Santa Maria Assunta universalmente conosciuta come la Torre di Pisa. Questo famoso
monumento, fu costruito nell’arco di due secoli, tra il XII ed il XIV secolo. E già nelle prime fasi della costruzione, a causa di un cedimento del terreno sottostante, si verificò un’inclinazione dell’edificio in misura 3,9° rispetto all’asse verticale. E da lì il detto la Torre di Pisa che pende che pende e mai non vien giù. Con il trascorrere degli anni l’inclinazione si è allargata tanto che negli ultimi anni del XX secolo ci fu un concreto pericolo di crollo a causa dell’inclinazione, allora valutata in circa 4,5°. Fu subito posto rimedio con lavori di ingegneria avanzata iniziati nel 1990 e finiti nel 2001. Fu così rispettata la saga della Torre di Pisa alla quale il governo Conte bis sembrerebbe essersi ispirato. Nello storico palazzo di Montecitorio, che si affaccia su piazza del Parlamento, sede della Camera dei deputati della Repubblica, il 1 giugno 2018 si è insediato il governo Conte 1. Una coalizione rachitica strutturalmente ed asfittica progettualmente, formata dal M5S e dalla Lega. Già dai primi giorni dalla sua nascita dava segni di cedimento, incrinature e sfaldamenti. Coalizione nata per volontà di Palazzo dopo il risultato fallimentare del 4 marzo 2018. Questo primo governo Conte ha resistito in carica per 461 giorni e per un colpo di testa di Salvini, il 5 settembre 2019 ha dovuto buttare giù la spugna. Invertendo l’ordine dei fattori, il prodotto non cambia Il presidente Conte non mollava l’osso, non demordeva. Morto un papa se ne fa un altro. A Montecitorio, seduti imbronciati
sui banchi dell’opposizione aspettando di vedere passare il cadavere politico dell’avversario c’erano tanti che bussando alla porta del presidente Conte offrivano i loro servizi, mossi animosamente, “sempre e solamente per il bene della Patria” e così è nato il Governo Conte II. E’ proprio vero che al peggio non c’è mai fine All’abbuffata si sono iscritti: come capo tavola il M5S, con accanto il Pd e Leu e Renzi si era riservato l’onore di scegliere il menù. Chi si pensava di assistere al “risorgimento” dell’economia, della finanza, l’inversione della disoccupazione, la riscossa dei consumi, la ricostruzione strutturale del paese e non solo, chi ci credeva in tutto questo e magari in una riforma della giustizia, è rimasto più che deluso. L’auto eletto avvocato del popolo si è dato da fare per tagliare un suo spazio a Bruxelles, sapendo inchinarsi, baciare le mani alla Merkel e ad Ursola von der Leyen ma in casa propria si è distinta solamente la sua politica “vade retro Matteo” e così facendo ha generato l’ennesimo “governo in bilico”. Renzi a Bonafede… che Conte ascolta: “Fermati finché sei in tempo” Il pomo della discordia, questa volta è il lodo Prescrizione. Dall’assemblea di Italia Viva, a Roma, Renzi ha lanciato il suo ultimatum, logoro e demodé, senza averne uno migliore: “Il 27 parte la campagna sulla giustizia giusta e lanceremo questa battaglia con un impegno molto chiaro che assumo: se qualcuno
pensa che in nome del mantenimento dello status quo del governo, noi domani mattina veniamo meno ai principi di civiltà giuridica, si sbaglia clamorosamente”. Tra liti e malumori il travaglio del lodo Conte I ministri di Italia Viva disertano il Cdm e Conte se la cava con l’accordo tra Pd e 5s. Non si è fatta aspettare la dichiarazione di Renzi: “Sfiducia per Bonafede”. Conte trema ed il governo è in forse. Nessuno cuce una toppa di panno grezzo su un vestito vecchio Allo stato attuale delle cose tutto è possibile e non si può escludere nulla. Una cosa è certa però che in previsione ci sono le 431 cariche da nominare, nomine che fanno gola a tutti e ai quali, si può stare certi, nessun Renzi, Pd o M5s saranno pronti a rinunciare. Poi all’orizzonte c’è sempre la nomina del futuro Presidente della Repubblica, che, sempre per il “bene del paese”, tutti vogliono partecipare attivamente. La conclusione non può essere che una, cioè la restaurazione del vecchio e questo sarebbe come cadere dalla padella alla brace perché come c’è scritto in Marco 2:21-28 : “ il rattoppo nuovo squarcia il vecchio e si forma uno strappo peggiore.” Ma i signori politici riusciranno a capirlo?
Sicurezza e immigrazione, i decreti Salvini saranno modificati “I decreti verranno modificati, si interverrà sui temi della sicurezza e dell’immigrazione. Il nostro obiettivo è offrire una politica più efficiente”. Lo ha detto il viceministro dell’Interno, Matteo Mauri, al termine del vertice a Palazzo Chigi. “Diamo un giudizio positivo dell’incontro – ha detto – abbiamo fatto passi avanti e abbiamo condiviso alcuni obiettivi, valutando le questioni negative dei decreti e decidendo di intervenire”. Secondo quanto spiegato da diversi partecipanti al tavolo, sulle modifiche ai decreti Salvini ci saranno “due filoni, uno riguardante la sicurezza e uno l’immigrazione”. Alla riunione, presieduta dal premier Giuseppe Conte, presenti
i ministri dell’Interno e della Difesa, Luciana Lamorgese e Lorenzo Guerini, i viceministri dell’Interno Vito Crimi e Matteo Mauri, il sottosegretario agli Esteri Manlio Di Stefano. Presente anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Riccardo Fraccaro. Per le delegazioni della maggioranza sono presenti la senatrice M5S Alessandra Riccardi, la senatrice Roberta Pinotti (Pd), i parlamentari Gennaro Migliore e Laura Garavini (Iv), la senatrice Loredana De Petris e il deputato Nicola Fratoianni (Leu). “I dl sicurezza sono stati concepiti sulla scorta di una esigenza reale, per affrontare criticità a tutti evidenti e rispetto a cui il nostro Paese aveva bisogno di compiere passi in avanti e trovare soluzioni. Tornare indietro vanificherebbe i positivi risultati ottenuti. Per questa ragione ritengo che si debba affrontare questo grande tema senza assumere posizioni preconcette, ma lavorando oggi in vista del prossimo futuro”. Lo dice il capo politico M5S Vito Crimi che aggiunge: “Ciò che può essere migliorato, perfezionato, incontrerà il nostro pieno appoggio”. Il presidente della commissione Affari costituzionali della Camera chiede nell’Aula di Montecitorio un ulteriore rinvio, fino alle 10, della ripresa dell’esame del Dl Millreproroghe. “Il lavoro in commissione sta continuando”, ha spiegando Brescia chiedendo ed ottenendo un nuovo slittamento. Sul testo il governo porrà la fiducia.
Roma, un bagno di folla per Matteo Salvini a Palazzo dei Congressi Anche le delegazioni di Albano Laziale e Velletri presenti per il “Capitano” ROMA – Oltre le aspettative. Migliaia di persone hanno partecipato a Palazzo dei Congressi a Roma per l’evento “Roma torna Capitale” organizzato dalla Lega. Tantissimi Romani e anche le delegazioni di Albano Laziale e Velletri le due importanti città dei Castelli Romani.
In prima fila il candidato sindaco di Albano Laziale Matteo Mauro Orciuoli che ha scambiato una stretta di mano e due chiacchiere veloci con Matteo Salvini prima che il leader della Lega iniziasse l’evento. Calorosa l’accoglienza di Claudio Durigon per Orciuoli, Tony Bruognolo e gli altri della squadra. Durigon, ex sottosegretario al Lavoro e padrone di casa, galvanizza la folla «Possiamo farcela, ce la faremo. Roma si merita di più, serve una visione d’insieme. La Raggi diceva che il vento era cambiato: sì quell’odore dei rifiuti che perseguita la città». “La gente che vedo qui, ci dice che noi vinceremo, è solo una questione di tempo. Lo dico sottovoce, non siete dei romani normali, ci sono 20 gradi la gente è in spiaggia o a villa Borghese, si sta rilassando, mezza città aspetta la partita di stasera”, comincia Matteo Salvini. E aggiunge: “Sono orgoglioso di voi che siete la Roma vera”. “Perché non processano la Raggi per sequestro di passeggeri, visto quello che sta facendo con la metro Barberini a Roma dove le persone possono solo uscire e non entrare”. Salvini dal palco rivela che prima dell’iniziativa ha incontrato il biancoazzurro Lotito: “Ho bevuto un caffè col presidente (della Lazio) Lotito prima di entrare, gli ho detto che preferisco perdere sul campo ma mandare a casa il presidente del Consiglio Conte”. Lo ha detto il leader della Lega, Matteo Salvini, parlando al palazzo dei Congressi dell’Eur a Roma. Brucia ancora la sconfitta del Milan nel
recente derby della Madonnina. Ma il leader della Lega non perde di vista il centro della sua azione. E la partita da vincere resta sempre quella del governo e del ko al premier Giuseppe Conte. Poi, è stata la volta del tema Europa “Lavoriamo per cambiare l’Europa da dentro, ma per noi vengono prima gli italiani. Io sono ottimista e credo che tornati al governo, riusciremo a cambiarla. Se L’Europa non cambierà, decreta la sua morte. Se continueremo a prendere schiaffoni, ne trarremo le conseguenze”. Un ragionamento che tiene insieme la voglia di Italexit con un approccio più realista. E rispetto alle presunte divergenze con il suo vice,Salvini, dice: ” Con Giorgetti vado d’amore e d’accordo”. Diciamo le stesse cose da anni. Se l’Unione europea ci impedirà di aiutare lavoratori e imprese, ne trarremo conseguenze”. Salvini respinge anche le voci di un coinvolgimento della Lega in un governo istituzionale che dovrebbe portare il paese al voto anticipato: “Tutto ciò che può portare a elezioni mi interessa, tirare a campare no”. dice Salvini – “Penso che il 99% degli italiani abbiano capito che questo governo è unito dall’odio per Salvini e dal non voler mollare le poltrone. Non vanno avanti troppo”. Matteo Salvini condanna anche le presunte manovre di Giuseppe Conte per allargare il perimetro della maggioranza, neutralizzzando il peso dei renziani al Senato. “In Parlamento c’è qualcuno che per tirare a campare, venderebbe anche la madre. – dice l’ex ministro dell’Interno – . L’economia italiana è ultima. Al posto di pensare a comprare senatori, dovrebbero pensare a questo”. “Passano le giornate a litigare
fra Conte, Renzi, Di Maio e Zingaretti, c’è Conte che va al Quirinale a chiedere aiuto. E’ imbarazzante. E’ una situazione imbarazzante. Noi ci stiamo preparando”, aggiunge. Si chiude sulle note di “Un estate italiana” di Gianna Nannini e “Vespa 50” dei Lunapop e gli immancabili selfie con Matteo Salvini la manifestazione romana della Lega al Palazzo dei Congressi. Governo sull’orlo di una crisi di nervi: prosegue la
partita tra Renzi e Conte Giuseppe Conte nega di lavorare a un suo “governo ter”. Matteo Renzi smentisce di voler essere lui a rompere. Ma tra i due prosegue una partita che rischia di far saltare l’esecutivo. Il giorno dopo lo strappo dei renziani in Consiglio dei ministri, nessuno apre formalmente la crisi. “Porte aperte a Iv”, dice il premier, che ai renziani chiede un chiarimento. E Italia viva annuncia che la prossima settimana voterà la fiducia al governo sul decreto Milleproroghe alla Camera. Ma Renzi non depone le armi sulla prescrizione, mantiene la minaccia di una mozione di sfiducia al ministro Bonafede, e porta avanti la sua guerriglia in Senato. E’ quello il campo di battaglia. Il Pd dice che l’unica alternativa a questa maggioranza è il voto. Ma a Palazzo Madama è pronta a muoversi una pattuglia di senatori in soccorso del governo, magari proprio per un “Conte ter”. La prima prova sarà il decreto sulle intercettazioni, in Aula martedì e sul quale il governo dovrebbe mettere la fiducia. “Se la voteremo? Dipende…”, rispondono fonti renziane. Il presidente del Consiglio riunisce i ministri membri del Comitato per gli affari europei, poi vola a Gioia Tauro per presentare il piano per il Sud e in serata presiede il tavolo di governo per la riforma fiscale (presente Iv). Il messaggio è chiaro: “Ho un programma da realizzare e ho chiesto la fiducia per quello. Se mi fido di Renzi? Non do spazio a personalismi. Ma Renzi che dice del Sud, niente?”, dice il premier in Calabria tra gli applausi della platea. Gli fa sponda il segretario del Pd Nicola Zingaretti, che sottolinea i “risultati concreti” che si ottengono quando si spegne propaganda e polemiche. Ma i contatti con Iv risultano al
lumicino e il premier viene descritto irritato con Renzi, determinato a sterilizzarne le sortite. Il suo obiettivo, secondo i renziani, è “cacciarli” dalla maggioranza e dar vita a un suo governo “ter”. Di più. “Se vuole Conte ci cacci, siamo alleati non sudditi”, torna ad attaccare Renzi, che nei prossimi giorni sarà all’estero. Il suo obiettivo sarebbe quello di sostituire Conte con un altro premier e magari una maggioranza “con un pezzo di M5s, quasi tutto il Pd e una parte di centrodestra”. I nomi? Si citano Gualtieri o Mario Draghi, Pier Carlo Padoan, Marta Cartabia, Paola Severino. Il Pd fa sapere che non sosterrà un’operazione del genere. Critico è l’appuntamento di martedì al Senato, dove in Aula è atteso il decreto intercettazioni. Il governo potrebbe mettere la fiducia per “sventare” un emendamento Fi sulla prescrizione che Iv voterebbe con l’opposizione. Con la fiducia Renzi dovrebbe votare a favore o al più uscire dall’Aula. Ma i suoi non sciolgono la riserva.
Prescrizione, Renzi: “L’ex dj avrà mai letto il codice penale?” “Quanto a Bonafede, che ci accusa di molestarlo (ma l’ex dj avrà mai letto il codice penale? Lo sa che la molestia è un reato?), noi auguriamo al Ministro buon lavoro. Gli diamo due mesi di tempo. Se le cose cambiano, bene. Altrimenti ci vediamo in Senato”. Così Matteo Renzi nell’e-news ribadendo che “sulla battaglia della giustizia giusta non molliamo perché è una questione di civiltà”. Le ministre di Italia viva Teresa Bellanova ed Elena Bonetti
non dovrebbero prendere parte al Consiglio dei ministri di questa sera. Lo si apprende da fonti di Iv. Bellanova è in queste ore impegnata in una visita istituzionale a Mosca ma l’assenza dal Cdm di questa sera, salvo ripensamenti dell’ultima ora, sarebbe anche un modo per ribadire la distanza sul “lodo Conte bis” che dovrebbe essere discusso in Cdm insieme alla riforma del processo penale, testo che Iv si è riservata di valutare. IL PUNTO Fallisce il tentativo dei renziani di sconfiggere i loro alleati di maggioranza sulla prescrizione. Non passa alla Camera il “lodo Annibali” per rinviare di un anno la riforma Bonafede: con 49 no e 40 sì M5s, Pd e Leu battono Iv e le opposizioni. Ma il dossier giustizia resta il più caldo per il governo. In Consiglio dei ministri giovedì notte è atteso il testo del “lodo Conte bis” ma fonti parlamentari di maggioranza lamentano di non averlo ancora visto: non è detto che il Cdm approvi già domani un disegno di legge, mentre prende quota una proposta di legge parlamentare. Nel frattempo però in Senato si apre un fronte intercettazioni: Forza Italia tende una “trappola” alla maggioranza presentando in commissione un emendamento, che Iv potrebbe votare, per cancellare la riforma Bonafede. A via Arenula si tiene un vertice di maggioranza assai teso sul decreto sugli ascolti, che sarà in Aula la prossima settimana: si litiga sul testo e si prova a serrare le fila in vista della trappola di Fi. Ma Matteo Renzi sembra già spostare la sfida più in là: “Gli do due mesi per dare un segnale sulla prescrizione, poi ce la vediamo in Aula al Senato e lì – spiega ai suoi – non escludo niente, neanche la sfiducia a Bonafede”. Il premier Giuseppe Conte, che viene descritto
assai irritato con i renziani, affronterà i ministri nel Cdm convocato per dare il via libera alla riforma del processo penale. Una riforma che, rimarcano 5s e Dem, mira ad abbreviare fino a un massimo di 5-6 anni i tempi dei processi. Ma i fari sono sulla prescrizione. Anche perché tra i Dem c’è chi, come Andrea Marcucci, spinge per trovare altri spazi di mediazione e “recuperare” i renziani: rinviare al secondo grado il blocco della prescrizione a Italia viva potrebbe andare bene. “In coalizione è meglio trovare una soluzione”, apre da Iv Luigi Marattin. Ma Alfonso Bonafede chiude per ora la porta: “Non esiste alcun ‘lodo Conte ter'”, dichiara senza mezzi termini alla Camera. Sul ‘lodo Conte bis’, ovvero la modifica che fa scattare lo stop alla prescrizione dopo una condanna in primo grado e lo rende definitivo solo dopo una seconda condanna in appello, “si sta valutando il veicolo normativo migliore”, null’altro: se ne parlerà in Cdm. Tra i parlamentari di Pd e Leu si avverte nervosismo e qualche timore per come la mediazione raggiunta – che sperano ancora di migliorare in Parlamento – verrà tradotta in norma. Per sminare ancora in campo la mediazione potrebbe diventare non un disegno di legge del governo (i ministri Iv voterebbero contro o si asterrebbero in Cdm) ma una proposta di legge parlamentare. Anche se resta ancora la possibilità di presentare un emendamento alla proposta di legge del forzista Costa, che sarà votata la prossima settimana in commissione alla Camera. Si archivia intanto, dopo diversi rinvii, il “lodo Annibali” che puntava a rinviare la legge Bonafede: Iv vota con l’opposizione ma viene battuta di nove voti. Nessuna sorpresa, dice Renzi, che sa di poter incidere nei numeri a Palazzo Madama ma non a Montecitorio: “1-0 per i giustizialisti. Vediamo tra due mesi come finisce al Senato…”. “Il 2-0 per Renzi sarà quando, votando con Salvini, farà
cadere il governo? Non lo permetteremo”, ribatte il Dem Michele Bordo. La scena si sposta da subito al Senato, dove Fiammetta Modena (FI) presenta un emendamento al decreto sulle intercettazioni che introduce l’udienza di stralcio degli ascolti non rilevanti ma cancella anche la legge Bonafede. Se il presidente leghista della commissione Andrea Ostellari lo riterrà ammissibile, sarà votato, ma i voti di Iv sommati a quelli dell’opposizione sarebbero 12 contro i 12 di maggioranza e la norma non passerebbe. In Aula poi il decreto potrebbe essere blindato con la fiducia. Il problema per la maggioranza è che sugli ascolti si sta litigando. Perché, spiega una fonte parlamentare, M5s spinge per aumentare le possibilità di pubblicazione delle intercettazioni e difendere l’uso dei trojan anche per i reati contro la Pa e anche Iv avrebbe poi presentato emendamenti sgraditi agli altri partiti. Nel vertice di maggioranza convocato a via Arenula sul tema si fa presto incandescente, anche se sul finale sembra arrivare una schiarita: è una corsa contro il tempo per non spaccarsi in commissione.
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