Coronavirus, Governo: bozza decreto riduzione bollette e rinvio elezioni amministrative e referendum

Pagina creata da Federica De Simone
 
CONTINUA A LEGGERE
Coronavirus, Governo: bozza decreto riduzione bollette e rinvio elezioni amministrative e referendum
Coronavirus, Governo: bozza
decreto    per    riduzione
bollette e rinvio elezioni
amministrative e referendum
Slittano le elezioni comunali previste nel 2020. E’ quanto
prevede una bozza, ancora provvisoria e soggetta a possibili
modifiche, del decreto coronavirus. “In deroga a quanto
previsto dall’articolo 1, comma 1, della legge 7 giugno 1991,
n. 182, limitatamente all’anno 2020, le elezioni dei consigli
comunali, previste per il turno annuale ordinario, si tengono
in una domenica compresa tra il 15 ottobre e il 15 dicembre
2020”, si legge nel testo.

Il termine entro il quale è indetto il referendum per il
taglio dei parlamentari “è fissato in duecentoquaranta
giorni”,   prevede la bozza di decreto legge contenente le
misure per far fronte all’emergenza Coronavirus, che permette
un nuovo slittamento del referendum. L’ordinanza che ha
ammesso il referendum risale a fine gennaio dunque i 240
Coronavirus, Governo: bozza decreto riduzione bollette e rinvio elezioni amministrative e referendum
giorni scadrebbero a fine settembre. La data potrebbe essere
fissata tra i 50 e i 70 giorni successivi e quindi la
consultazione può slittare fino all’autunno.

Il mandato delle giunte Regionali a statuto ordinario in
scadenza viene prorogato di tre mesi rispetto alla durata
prevista fino ad ora dalla legge, prevede la bozza – testo
provvisorio, che si basa sulle proposte arrivate ieri sera dai
vari ministeri – del dl coronavirus. “Gli organi elettivi
delle regioni a statuto ordinario il cui mandato scade entro
il 31 luglio 2020, durano in carica 5 anni e 3 mesi”, si legge
nel testo che interviene su Veneto, Liguria, Toscana, Marche,
Campania e Puglia. Le Giunte potranno essere operative nella
pienezza dei poteri loro attribuiti.

REVISIONE AUTO. Tre mesi in più per fare la revisione auto. E’
una delle proposte dei ministeri al vaglio del governo che sta
lavorando al nuovo decreto anti-Coronavirus. Nella bozza si
spiega la necessità di rinviare “di novanta giorni decorrenti
dalla scadenza ordinaria” con l’impossibilità di portare i
mezzi alla revisione in tempo date le misure di contenimento
del Covid-19, che impongono di rimanere a casa il più
possibile.

DOCUMENTI DI IDENTITA’. Tra le proposte anche quella di
prorogare al 31 agosto la validità dei documenti di identità.

BOLLETTE. Una riduzione delle bollette per tutto il 2020, da
attuare attraverso un intervento sugli oneri di sistema. E’
una delle ipotesi che, secondo quanto si apprende dall’ANSA,
il governo sta valutando per dare un sostegno a famiglie e
imprese, con una norma da inserire nel nuovo decreto anti-
Coronavirus. Il ‘titolo’ della norma compare anche in una
Coronavirus, Governo: bozza decreto riduzione bollette e rinvio elezioni amministrative e referendum
nuova bozza di lavoro che circola in queste ore, che contiene
i cardini dell’intervento, dai fondi per gli ammortizzatori
sociali alla sospensione delle ritenute per i settori più
colpiti, a partire da turismo e spettacolo.

LAUREE. L’ultima sessione di laurea dell’anno accademico
2018/2019 è prorogata al 30 giugno 2020. Lo prevede una
proposta del ministero dell’Università, contenuta nella bozza
di decreto legge sul Coronavirus in fase di messa a punto. “E’
conseguentemente prorogato ogni altro termine connesso
all’adempimento di scadenze didattiche e amministrative
funzionali allo svolgimento dell’esame di laurea”. Per far
fronte alle ricadute dell’emergenza Coronavirus sono previsti
anche fondi per le università e per la didattica a distanza.

ESAMI DI ABILITAZIONE. Abolire l’esame di abilitazione alla
professione medica. E’ la proposta del ministero
dell’Università inserita nella bozza di dl Coronavirus ancora
in fase di definizione. L’idea è superare in via definitiva il
sistema attuale e stabilire che è abilitato chi sia laureato
in Medicina e chirurgia, “previo giudizio di idoneità sui
risultati relativi alle competenze dimostrate nel corso del
tirocinio pratico-valutativo svolto” nel corso degli studi. La
norma prevede anche che siano abilitati i laureati della
seconda sessione 2019, che erano in attesa dell’esame.
Coronavirus, Governo: bozza decreto riduzione bollette e rinvio elezioni amministrative e referendum
Bullismo, Cangemi premiato
insieme a Ledesma per suo
impegno in contrasto
Un premio per la Campagna No Bulli contro il bullismo e il
cyberbullismo al vice presidente del Consiglio regionale del
Lazio, Giuseppe Cangemi. A consegnarlo lo scorso 13 febbraio
l’Istituto comprensivo Piazzale della Gioventù di Santa
Marinella e Gate 51, gruppo della tifoseria laziale promotore
del Torneo contro il bullismo Distinti e Forti, in occasione
della manifestazione ‘Italia-Spagna: uniti contro il bullismo
e le dipendenze’. In campo, al Palazzetto dello Sport, le
rappresentative degli studenti della scuola di Santa Marinella
e dell’istituto Parque de Lisboa di Alcorcòn sostenute dal
tifo delle scolaresche in tribuna. Ospite d’onore il
calciatore della SS Lazio, Cristian Ledesma, al quale e’ stata
donata una maglia speciale Distinti e Forti. “Ringrazio
Coronavirus, Governo: bozza decreto riduzione bollette e rinvio elezioni amministrative e referendum
l’Istituto comprensivo e Gate 51 per questo riconoscimento- ha
detto Cangemi- e soprattutto per aver organizzato un evento
che aggiunge un valore sociale di grande impatto al
gemellaggio tra le due scuole. Siete ufficialmente invitati
alla prossima presentazione di No Bulli 2020 che anche
quest’anno vedrà Roma, Lazio e Frosinone al fianco del
Consiglio regionale del Lazio. L’entusiasmo e la
partecipazione alla manifestazione di oggi è la migliore
risposta agli sforzi che tutti noi mettiamo in campo contro il
bullismo. Sono convinto che i ragazzi spagnoli, ospiti della
città e della scuola di Santa Marinella, torneranno arricchiti
da questa esperienza di studio e di amicizia”.
Coronavirus, Governo: bozza decreto riduzione bollette e rinvio elezioni amministrative e referendum
Coronavirus, Governo: bozza decreto riduzione bollette e rinvio elezioni amministrative e referendum
Zagarolo, il PCI chiama al
confronto sul Referendum
ZAGAROLO (RM) – I comunisti di Zagarolo, San Cesareo e
Colonna, hanno organizzato ed invitano a partecipare ad un
confronto di merito sul Referendum che chiama a ridurre il
numero dei Parlamentari. A questo appuntamento che avrà luogo
a Palazzo Rospigliosi in Zagarolo nella sala consiliare, sono
stati chiamati e invitati forze politiche e rappresentanti
locali. Interverranno sul tema il prof. Carlo Corsetti,
storico della Costituzione e dei diritti umani; Walter Tucci,
responsabile nazionale PCI del Dipartimento Istituzioni; ed
introdurrà l’appuntamento Claudio Giannini della sezione PCI
di Zagarolo. Come ha già avuto modo di esprimersi il
segretario nazionale del PCI, Mauro Alboresi: “Il Consiglio
dei Ministri ha scelto il prossimo 29 Marzo quale data per il
referendum confermativo sulla legge relativa al taglio dei
parlamentari, si attende ora la conferma della stessa da parte
del Presidente della Repubblica attraverso uno specifico
decreto. – spiega il segretario comunista — La nostra
posizione in merito ad un provvedimento demagogico, voluto dal
M5S e sostenuto, per ragioni diverse, dalle principali forze
politiche, è nota: noi siamo per il no! La nostra contrarietà
deriva dal fatto che tale legge non riforma i poteri della
Camera dei Deputati e del Senato della Repubblica, riduce gli
spazi di rappresentanza, al punto che in diverse regioni sarà
impossibile eleggere parlamentari di minoranza. In altre
parole, per operare un risparmio di risorse insignificante, si
rende la democrazia ancora più debole. I sostenitori di tale
legge, consapevoli di ciò, prospettano una concomitante
riforma della legge elettorale, e le proposte al riguardo sono
molteplici. – infine Alboresi ha così concluso – diversi
soggetti politici sostengono la necessità di un impianto più o
meno maggioritario, altri di una legge proporzionale con
soglia di sbarramento. Noi continuiamo ad essere per un
Coronavirus, Governo: bozza decreto riduzione bollette e rinvio elezioni amministrative e referendum
sistema proporzionale puro, senza sbarramenti, l’unico in
grado di garantire il principio di “una testa un voto” ed un
Parlamento espressione dell’articolazione della società. Non
siamo disponibili a barattare ancora una volta la
rappresentanza con la governabilità, quest’ultima deve e può
trovare adeguate risposte dopo l’affermazione di un Parlamento
espressione della volontà popolare. La battaglia per il
proporzionale integrale è la nostra battaglia!”. I comunisti
invitano perciò i cittadini e, soprattutto, gli elettori
progressisti e sostenitori autentici del dettato
costituzionale, ad informarsi nel merito, a non fermarsi alla
superficie degli slogan. Anche partecipando a questi dibattiti
che stiamo organizzando nel Paese. Occorre difendersi da un
nuovo strumentale attacco alla nostra Costituzione e alla
democrazia parlamentare.”.
Coronavirus, Governo: bozza decreto riduzione bollette e rinvio elezioni amministrative e referendum
Coronavirus, Governo: bozza decreto riduzione bollette e rinvio elezioni amministrative e referendum
Anguillara Sabazia, elezioni.
Serami (FdI): no a inciuci.
“Centrodestra unito garanzia
di vittoria”
ANGUILLARA SABAZIA (RM) – “Il “terremoto” che si è abbattuto
su   Anguillara      a   seguito    dell’infausta      caduta
dell’amministrazione targata Movimento5Stelle e che ha portato
alla nomina del Vice Prefetto Dott. Gerardo Caroli quale
Commissario Prefettizio, al quale porgo i migliori auguri di
buon lavoro da parte di tutto il gruppo di Fratelli d’Italia,
 pone l’obbligo di fare alcune riflessioni per dipanare i
dubbi sul futuro che ci attende e sgombrare sin da subito il
campo da illazioni in merito alla “creazione in laboratorio”
di strane alleanze pseudo civiche ovvero pseudo politiche e
pseudo trasversali”. Così in una nota il Portavoce di Fratelli
d’Italia di Anguillara Sabazia Enrico Serami che pone subito
dei paletti a tutti quegli schemi, tante volte utilizzati
dalla così detta vecchia politica. Schemi come i “patti civici
trasversali” che altro non sono che i soliti inciuci.

“Noi di Fratelli d’Italia Anguillara – ha proseguito il
Portavoce del partito della Meloni – forti della coerenza che
da sempre ci contraddistingue, affermiamo con decisione che
non siamo interessati alle trame di quanti, essendo stati
causa e radice ovvero matrice dello sfacelo pentastellato e
avendo già dato ampiamente prova di incapacità amministrativa,
pur di riciclarsi si appellano ad un ormai inflazionato senso
di responsabilità; oppure di quanti rilanciano progetti di
inciuci travestiti altezzosamente da cosiddetti “patti civici
trasversali” ovvero “governi di salute pubblica”.
Lo diciamo con chiarezza a tutti come già affermato con
decisione dal nostro coordinatore provinciale On. Marco
Silvestroni: NOI NON CI STIAMO!
Perché crediamo sì, che le migliori forze della Città debbano
essere protagoniste non di un inciucio al servizio della
vecchia politica, ma al servizio di un vero “patto
generazionale” che dimostri che la nostra generazione (sono
nato nel 1980) sia migliore delle precedenti per capacità di
dialogo, per capacità di individuare i problemi che la
generazione precedente ha colposamente (ovvero dolosamente)
ignorato, per capacità di saper trovare quel “terreno comune”
di intesa sull’idea di Città che si vuole vivere e far
sviluppare: per noi e per coloro ai quali porgeremo il
testimone.
In questo momento però, non possiamo non essere convinti che
un patto granitico e trasparente tra tutte le forze del Centro
Destra possa dare ad Anguillara il Governo forte, capace e
perché no, coraggiosamente visionario che merita.
Per questo – conclude Serami – dico e diciamo che siamo
pronti. Pronti ad affrontare la sfida ardua che ci attende,
nella speranza che “l’affamata orda” grillina oltre “le
macerie” e i “pozzi avvelenati” abbia lasciato almeno una
briciola di “terreno fertile” dal quale poter ripartire a
piantare rinnovate e ancora più forti radici per la nostra
Comunità.”
Equiparare    i   medici   ai
pubblici    ufficiali:     la
proposta di Fratelli d’Italia
contro il fenomeno delle
aggressioni agli operatori
del settore sanitario
“Difendiamo chi difende la nostra salute”. – “Contrasto alla
violenza sui camici bianchi – Misure a supporto, dal
Parlamento alle Regioni” questo il titolo della conferenza
stampa di mercoledì scorso presso la Sala “Caduti di Nassirya”
al Senato organizzata dal Dipartimento Professioni di FDI,
grazie all’instancabile lavoro della Responsabile Nazionale
del Dipartimento la Dott.ssa Marta Schifone. Sono intervenuti
il Dott. Filippo Anelli, presidente della Federazione
Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri
(FNOMCEO), il Dott. Silvestro Scotti, Segretario Generale
Nazionale della Federazione italiana Medici di Medicina
Generale (FIMMG), il Dott. Tonino Aceti, portavoce Federazione
nazionale degli Ordini delle professioni infermieristiche
(FNOPI). A portare i saluti ed il sostegno del partito l’On.
Francesco Lollobrigida, Presidente dei Deputati di Fratelli
d’Italia, e la Sen. Isabella Rauti, Vice Presidente dei
Senatori di Fratelli d’Italia.

Giorgia Meloni: “Equiparare i medici ai pubblici
ufficiali”

“La nostra non è una iniziativa estemporanea ma è il frutto di
un lungo lavoro. – Ha detto la leader di FdI – Sono oltre
3mila l’anno – ha proseguito – i casi stimati di aggressioni a
danno dei medici e degli operatori del nostro sistema
sanitario ed è un dilagare di fatti di violenza che incide
pesantemente sulla qualità del nostro servizio sanitario. Per
questo Fratelli d’Italia lavora da tempo sia a livello
nazionale per equiparare i medici ai pubblici ufficiali, sia a
livello regionale per iniziative come le telecamere che
possano mettere in sicurezza i medici per migliorare le
condizioni del nostro servizio sanitario e per rendere più
facile la vita a chi dedica la propria esistenza a salvare
quella degli altri. Il nostro vuole essere il tentativo di
disegnare una società nella quale vi sia rispetto per chi si
sacrifica e per chi lavora, nella quale ci sia una educazione
culturale a comprendere le tante occasioni in cui in Italia si
pensa di alzare la voce e si finisce con farsi male, tutti.
Quindi cerchiamo di migliorare le condizioni del nostro
sistema sanitario che, è sì considerato uno dei migliori del
mondo, ma secondo me può parecchio migliorare”.

Francesco Lollobrigida: “Medici e infermieri
spesso subiscono aggressioni, sempre più violente”

“Oggi con Giorgia Meloni e numerosi esponenti di associazioni
di categoria abbiamo presentato le iniziative di FdI a tutela
dei camici bianchi: medici e infermieri che troppo spesso
subiscono aggressioni, sempre più violente, durante
l’esercizio del loro lavoro. – Ha dichiarato Francesco
Lollobrigida, Presidente dei Deputati di Fratelli d’Italia –
Abbiamo presentato in Parlamento – ha proseguito Lollobrigida
– e nei consigli regionali una mozione per conferire loro lo
status di pubblico ufficiale affinché possano essere
maggiormente tutelati. Un grazie a tutte le associazioni di
medici ed operatori sanitari che ci hanno fornito gli elementi
necessari alla stesura di questo atto, e un grazie al
Dipartimento Professioni di FdI che ha consentito di tradurre
in azioni concrete le loro istanze.”

Marta Schifone: “Un tema di sicurezza che abbiamo
portato avanti in tutte le Regioni”
“Non si possono lasciare in prima fila da soli gli operatori e
i professionisti della sanità – ha detto Marta Schifone
Responsabile Nazionale del Dipartimento Professioni di FdI – è
un tema di sicurezza – ha proseguito Schifone – che abbiamo
portato avanti in tutte le Regioni con i nostri consiglieri in
un gioco di squadra molto efficace. L’impegno parlamentare di
riconoscimento dello status di pubblico ufficiale per il
personale sanitario non si sarebbe potuto tradurre in una
azione efficace senza la adesioni dei nostri gruppi consiliari
regionali e le presentazioni delle nostre mozioni. Le Regioni
ci sono e siamo in grado di coinvolgere tutta la classe
dirigente sui temi su cui il nostro partito detta la linea”.

Roberto Cuccioletta: “Fratelli d’Italia si schiera
da sempre a fianco dei professionisti”

“Non posso non complimentarmi con la nostra responsabile
nazionale Marta Schifone per la riuscitissima ed
importantissima iniziativa. – Ha dichiarato Roberto
Cuccioletta Coordinatore Regionale del Dipartimento
Professioni di FdI – Le professioni mediche – ha proseguito
Cuccioletta – rappresentano uno dei settori più importanti e
delicati del mondo professionale e merita tutta la nostra
attenzione. Mentre il governo di sinistra ragiona su come
vessare ancora di più chi lavora e chi produce, Fratelli
d’Italia si schiera da sempre a fianco dei professionisti e la
conferenza stampa di oggi ne è la conferma. Il mondo delle
professioni è una realtà fondamentale per l’economia italiana,
oggi in grande sofferenza, che invece FdI vuole difendere.
Crediamo che uno stato giusto si debba occupare di chi ha
studiato e lavora piuttosto che di dare la paghetta a chi sta
a casa senza fare niente. Nei prossimi giorni altre importanti
iniziative che coinvolgono il mondo professionale saranno
avviate su tutto il territorio regionale. Grazie quindi al
nostro Dipartimento, ai nostri Deputati, ai nostri Senatori e
consiglieri regionali così attenti a darci il loro costante
supporto.”

Renzi           lancia            “il        sindaco
d’Italia” e sulla situazione
economica chiede abolizione
del reddito di cittadinanza
Matteo Renzi parla a Porta a porta. Hanno provato a cacciarmi
dalla
maggioranza, dice il leader di Italia Viva. “Non
ce l’hanno fatta ma ci hanno provato: hanno cercato di
raccogliere i senatori
responsabili che vorrebbero prendere il nostro posto. Ma se
vogliono farlo non c’è niente di male. Se il presidente del
Consiglio o qualche
suo collaboratore vogliono sostituirci non c’è nulla di male,
ma la prossima
volta farebbero meglio a riuscirci”. “Io
non voglio morire grillino. Sono colpito dal modo in cui il Pd
ha inseguito i grillini. Non diventeremo la sesta stella’. Il
casus belli resta
la giustizia con la prescrizione. Se non viene ritirata la
proposta Bonafede e
se non ci sarà accordo, Renzi conferma la possibilità di
presentare una mozione
di sfiducia.”Penso proprio che sarà così. Spero che ci sia
buonsenso e si
arrivi all’accordo”. Ma la vera sfida è la proposta del leader
di Italia
Viva sull’elezione diretta del premier. “Siccome
non si può andare avanti così con le scene che abbiamo visto,
fermi tutti:
faccio un appello a tutte le forze politiche, a Zingaretti, Di
Maio, Crimi,
Conte, Leu, Salvini, Berlusconi, Meloni. Dico: portiamo il
sistema del sindaco
d’Italia a livello nazionale. Si vota una persona che sta lì
cinque anni ed è
responsabile. Per me la soluzione è l’elezione diretta del
presidente del Consiglio”. E a supporto della sua
proposta: “Lancerò una raccolta di firme, insieme
al lavoro preparatorio che faremo” con gli altri partiti,
“perché si arrivi al sindaco d’Italia”. “Ci sono due modi
diversi” per fare la
riforma del premierato: “Il primo è il modello del patto
del Nazareno che non toccava la forma di governo, per cui
Berlusconi non votava
le mie leggi ma c’era un patto istituzionale per cambiare le
regole. L’altra
ipotesi è l’esempio del governo Maccanico che non vide la luce
nel 1996, è il
governo stesso a essere istituzionale o costituzionale”. Lo
dice il leader
di Italia viva Matteo Renzi a Porta a porta. Che rilancia: “E’
secondario
il tema di chi fa il presidente del Consiglio se c’è il grande
obiettivo della
grande riforma” del premierato. “Se portiamo a scegliere per
una
persona   che   per   cinque   anni   governa,   l’Italia   diventa
competitiva. Evitiamo
l’indecorosa pagliacciata dello scontro quotidiano”. “Non
butto la palla in tribuna perché
quand’anche cadesse il governo non si può votare fino
all’autunno, quando mai
nella storia si è votato. E’ presumibile pensare che almeno
fino al 2021 non si vota. Siccome non si può votare per un
impedimento tecnico,
dico che è il momento di guardarsi negli occhi e
pensare prima agli italiani e poi ai partiti” dice il
leader di Italia viva Matteo Renzi a Porta a porta lanciando
la proposta di
riforma per l’elezione diretta del premier.
Poi Renzi risponde
direttamente a Conte sulla
situazione economica. “Conte
vuole fare una cura da cavallo? Abolisca il reddito di
cittadinanza.
E’ un fallimento, se hai messo soldi per 2,3 milioni di
persone e l’1,7%
ha trovato lavoro e oggi
Gaetano Scotto, mafioso, è stato interrogato e ha detto che ha
il reddito di
cittadinanza e metta i soldi per il taglio delle tasse alle
aziende”. “Occhio che arriva una recessione e allora i posti
di
lavoro saltano. Allora in un clima normale forse Pd e Cinque
stelle
respingerebbero la proposta dei commissari per far ripartire
le opere ma in
questo clima straordinario dobbiamo finalmente sbloccare opere
pubbliche per
cui i soldi ci sono già. Sono già finanziate e se partono
creano ricchezza e
posti di lavoro”.

L’apertura di Renzi
al tavolo delle riforme scatena il dibattito politica. Mentre
Fraccaro (M5s) difende Bonafede,
Dario Franceschini, vicesegretario
del Pd commenta: “…mentre stavano per morire la rana chiese
all’insano
ospite il perché del suo folle gesto. ‘Perché sono uno
scorpione..’. rispose.
‘E’ la mia natura!'”. Così Dario Franceschini commenta, senza
citarlo, le
parole di Matteo Renzi a Porta a porta. Il riferimento è alla
fiaba di Esopo in
cui lo scorpione uccide la rana che lo sta portando in
salvo. “Prendiamo atto delle affermazioni di Renzi
sull’elezione
diretta del premier. Dopo anni, viene sulle nostre posizioni
storiche. È ovvio
che Italia Viva, per essere credibile su questi temi, deve
sciogliere il nodo
in merito al sostegno al governo Conte bis. Renzi per essere
coerente e concreto deve far cadere questo esecutivo.
Provvedimenti scandalosi
come lo stop alla prescrizione o il decreto intercettazioni
non possono e non
devono andare avanti”. Lo afferma Mariastella Gelmini,
capogruppo Fi. Il
leader di Iv raccoglie anche il no della Lega.”Avessimo un
governo che fa
delle cose che non condivido, sarebbe un fatto. Ma
avere un governo che non fa nulla perchè litiga su tutto, è un
dramma. Quindi
spero che si voti il prima possibile e non esistono governini,
governicchi, accordi segreti, trucchetti di Palazzo. Prima
si vota, meglio è”. Tace invece il premier Conte che si
trincera dietro un ‘no comment’ e fa sapere che deciderà nei
prossimi
giorni

Il decreto intercettazioni approda in Aula al
Senato senza il voto finale della Commissione giustizia. Non è
stato infatti trovata una intesa su
un emendamento della Lega (prima firma di Simone Pillon) la
cui approvazione
era condizione del centrodestra per consentire di concludere
regolarmente i
lavori della Commissione con il mandato al relatore. Ai fini
pratici ciò non
muta le intenzioni del Governo che ha
posto la questione di fiducia in Senato che sarà espresso
domani alle 12.
Ad annunciarlo in Aula è stato il ministro per i rapporti con
il Parlamento
Federico D’Incà che ha posto la fiducia sul testo del decreto
integrato dagli
emendamenti approvati dalla Commissione Giustizia. La
presidente Maria Elisabetta Casellati ha convocato la
Conferenza dei capigruppo
per decidere il prosieguo dei lavori.

“Mi prenderò qualche giorno per poi
lanciare una cura da cavallo per il sistema Italia – ha detto
il premier Giuseppe Conte -.
Siamo in emergenza, e dobbiamo tutti lavorare, ciascuno
chiaramente per le
responsabilità che si assume in base al ruolo che ha. Dobbiamo
ragionare come
fossimo in emergenza, quando ragioniamo di emergenza riusciamo
a coordinarci al
meglio. Non possiamo essere fanalino di coda ci sono delle
situazioni anche
congiunturali. C’è     l’emergenza   coronavirus,   ci   sono   le
tensioni commerciali
internazionali…”.

Una verifica in parlamento?
“Noi siamo concentrati” sull’azione di governo, “i titoli dei
giornali non mi appassionano. In questo momento siamo
concentrati su una
priorità che è far crescere l’Italia”, ha aggiunto Conte,
conversando con
l’ANSA, prima di lasciare il Senato, commentando l’ipotesi che
si possa
stabilire un patto di legislatura sulle riforme.
LA PRECISAZIONE DEL PREMIER: “‘Questo Renzi?’ Non si dice
‘questo
Renzi’, è il senatore Matteo Renzi, leader di un partito di
maggioranza, Italia
Viva”, ha detto Conte, ‘bacchettando’ benevolmente un cronista
che gli
chiede se “questo Renzi” lo tenga “sulle spine”.

Intanto l’aula del Senato ha approvato la
risoluzione della maggioranza sulle comunicazioni del premier
Conte sul
bilancio comunitario. Il documento ha avuto 150 voti
favorevoli, 101 contrari e 13 astensioni. La mozione impegna
il governo a
lavorare per “un bilancio europeo all’altezza delle sfide
future”,
chiarendo che “la proposta del presidente Michel sul bilancio,
nonostante
qualche leggero passo avanti rispetto al quadro negoziale
della presidenza
finlandese, non appare ancora adeguata rispetto alle ambizioni
dell’Europa”.

LE COMUNICAZIONI DI CONTE A PALAZZO MADAMA IN
VISTA DEL CONSIGLIO UE
– “Il Parlamento non esiterebbe a bocciare un bilancio Ue
inadeguato sulla
svolta verde e sugli altri temi all’ordine del giorno”, ha
detto Conte,
intervenendo al Senato alla vigilia del Consiglio
europeo. “L’Italia
è perfettamente consapevole di essere parte della casa comune
europea ma non
siamo disposti ad accettare in nome di una rapida conclusione
del negoziato un bilancio insufficiente per le
esigenze dei nostri cittadini. Sarebbe una sconfitta non tanto
contabile, ma
politica”.

“Rispetto all’ambizione
rilevata nel programma della commissione europea” guidata da
Ursula von
der Leyen, nella proposta Michel sul quadro finanziario
pluriennale “resta
poca traccia”.

“Quello di domani si
presenta come un vertice complesso e complicato per il fatto
che la proposta
non rispetta le aspettative di dotare il bilancio Ue di
strumenti
innovativi”, dice Conte. “La proposta che il presidente Michel
ha
fatto   circolare   il   15   febbraio   apporta   alcuni,   lievi,
avanzamenti rispetto alla
proposta fatta durante la presidenza finlandese” ma “resta
comunque
inadeguata” rispetto agli obiettivi dell’Unione, dice il
premier.

“Alla luce
della difficoltà della politica nazionale, sui temi della
politica continentale non è possibile alcuna divisione,
sarebbe un
atto sbagliato”, ha detto il leader di Italia Viva, Matteo
Renzi, intervenendo al
Senato dopo le comunicazioni del premier Giuseppe Conte in
vista del Consiglio
europeo straordinario.
“Lei al Consiglio europeo
ci rappresenta appieno”, ha aggiunto. “Il bilancio 2021-27 è
un fatto
decisivo, ci giochiamo il futuro dell’Europa. Ci aspettano
mesi economicamente
molto delicati. Ci sono potenze fuori dall’Europa che giocano
una partita che
io definisco profondamente sbagliata, mi riferisco alla
Turchia. La Turchia non
è un problema italiano, è un problema europeo.”

Governo Conte bis… che pende
che pende e mai non vien giù
Nella celeberrima piazza del Duomo di Pisa, domina il
campanile della cattedrale di Santa Maria Assunta
universalmente conosciuta come la Torre di Pisa. Questo famoso
monumento, fu costruito nell’arco di due secoli, tra il XII ed
il XIV secolo. E già nelle prime fasi della costruzione, a
causa di un cedimento del terreno sottostante, si verificò
un’inclinazione dell’edificio in misura 3,9° rispetto all’asse
verticale. E da lì il detto la Torre di Pisa che pende che
pende e mai non vien giù.

Con il trascorrere degli anni l’inclinazione si è allargata
tanto che negli ultimi anni del XX secolo ci fu un concreto
pericolo di crollo a causa dell’inclinazione, allora valutata
in circa 4,5°. Fu subito posto rimedio con lavori di
ingegneria avanzata iniziati nel 1990 e finiti nel 2001.
Fu così rispettata la saga della Torre di Pisa alla quale il
governo Conte bis sembrerebbe essersi ispirato.

Nello storico palazzo di Montecitorio, che si affaccia su
piazza del Parlamento, sede della Camera dei deputati della
Repubblica, il 1 giugno 2018 si è insediato il governo Conte
1. Una coalizione rachitica strutturalmente ed asfittica
progettualmente, formata dal M5S e dalla Lega. Già dai primi
giorni dalla sua nascita dava segni di cedimento, incrinature
e sfaldamenti. Coalizione nata per volontà di Palazzo dopo il
risultato fallimentare del 4 marzo 2018. Questo primo governo
Conte ha resistito in carica per 461 giorni e per un colpo di
testa di Salvini, il 5 settembre 2019 ha dovuto buttare giù la
spugna.

Invertendo l’ordine                dei    fattori,        il
prodotto non cambia

Il presidente Conte non mollava l’osso, non demordeva. Morto
un papa se ne fa un altro. A Montecitorio, seduti imbronciati
sui banchi dell’opposizione aspettando di vedere passare il
cadavere politico dell’avversario c’erano tanti che bussando
alla porta del presidente Conte offrivano i loro servizi,
mossi animosamente, “sempre e solamente per il bene della
Patria” e così è nato il Governo Conte II.

E’ proprio vero che al peggio non c’è mai
fine

All’abbuffata si sono iscritti: come capo tavola il M5S, con
accanto il Pd e Leu e Renzi si era riservato l’onore di
scegliere il menù. Chi si pensava di assistere al
“risorgimento” dell’economia, della finanza, l’inversione
della disoccupazione, la riscossa dei consumi, la
ricostruzione strutturale del paese e non solo, chi ci credeva
in tutto questo e magari in una riforma della giustizia, è
rimasto più che deluso. L’auto eletto avvocato del popolo si è
dato da fare per tagliare un suo spazio a Bruxelles, sapendo
inchinarsi, baciare le mani alla Merkel e ad Ursola von der
Leyen ma in casa propria si è distinta solamente la sua
politica “vade retro Matteo” e così facendo ha generato
l’ennesimo “governo in bilico”.

Renzi a Bonafede… che Conte ascolta:
“Fermati finché sei in tempo”

Il pomo della discordia, questa volta è il lodo Prescrizione.
Dall’assemblea di Italia Viva, a Roma, Renzi ha lanciato il
suo ultimatum, logoro e demodé, senza averne uno migliore: “Il
27 parte la campagna sulla giustizia giusta e lanceremo questa
battaglia con un impegno molto chiaro che assumo: se qualcuno
pensa che in nome del mantenimento dello status quo del
governo, noi domani mattina veniamo meno ai principi di
civiltà giuridica, si sbaglia clamorosamente”.

Tra liti e malumori il travaglio del lodo
Conte

I ministri di Italia Viva disertano il Cdm e Conte se la cava
con l’accordo tra Pd e 5s. Non si è fatta aspettare la
dichiarazione di Renzi: “Sfiducia per Bonafede”. Conte trema
ed il governo è in forse.

Nessuno cuce una toppa di panno grezzo su
un vestito vecchio

Allo stato attuale delle cose tutto è possibile e non si può
escludere nulla. Una cosa è certa però che in previsione ci
sono le 431 cariche da nominare, nomine che fanno gola a tutti
e ai quali, si può stare certi, nessun Renzi, Pd o M5s saranno
pronti a rinunciare. Poi all’orizzonte c’è sempre la nomina
del futuro Presidente della Repubblica, che, sempre per il
“bene del paese”, tutti vogliono partecipare attivamente. La
conclusione non può essere che una, cioè la restaurazione del
vecchio e questo sarebbe come cadere dalla padella alla brace
perché come c’è scritto in Marco 2:21-28 : “ il rattoppo nuovo
squarcia il vecchio e si forma uno strappo peggiore.”

Ma i signori politici riusciranno a capirlo?
Sicurezza e immigrazione, i
decreti    Salvini  saranno
modificati
“I decreti verranno modificati, si interverrà sui temi della
sicurezza e dell’immigrazione. Il nostro obiettivo è offrire
una politica più efficiente”. Lo ha detto il viceministro
dell’Interno, Matteo Mauri, al termine del vertice a Palazzo
Chigi. “Diamo un giudizio positivo dell’incontro – ha detto –
abbiamo fatto passi avanti e abbiamo condiviso alcuni
obiettivi, valutando le questioni negative dei decreti e
decidendo di intervenire”.

Secondo quanto spiegato da diversi partecipanti al tavolo,
sulle modifiche ai decreti Salvini ci saranno “due filoni, uno
riguardante la sicurezza e uno l’immigrazione”.

Alla riunione, presieduta dal premier Giuseppe Conte, presenti
i ministri dell’Interno e della Difesa, Luciana Lamorgese e
Lorenzo Guerini, i viceministri dell’Interno Vito Crimi e
Matteo Mauri, il sottosegretario agli Esteri Manlio Di
Stefano. Presente anche il sottosegretario alla presidenza del
Consiglio Riccardo Fraccaro. Per le delegazioni della
maggioranza sono presenti la senatrice M5S Alessandra
Riccardi, la senatrice Roberta Pinotti (Pd), i parlamentari
Gennaro Migliore e Laura Garavini (Iv), la senatrice Loredana
De Petris e il deputato Nicola Fratoianni (Leu).

“I dl sicurezza sono stati concepiti sulla scorta di una
esigenza reale, per affrontare criticità a tutti evidenti e
rispetto a cui il nostro Paese aveva bisogno di compiere passi
in avanti e trovare soluzioni. Tornare indietro vanificherebbe
i positivi risultati ottenuti. Per questa ragione ritengo che
si debba affrontare questo grande tema senza assumere
posizioni preconcette, ma lavorando oggi in vista del prossimo
futuro”. Lo dice il capo politico M5S Vito Crimi che aggiunge:
“Ciò che può essere migliorato, perfezionato, incontrerà il
nostro pieno appoggio”.

Il presidente della commissione Affari costituzionali della
Camera chiede nell’Aula di Montecitorio un ulteriore rinvio,
fino alle 10, della ripresa dell’esame del Dl Millreproroghe.
“Il lavoro in commissione sta continuando”, ha spiegando
Brescia chiedendo ed ottenendo un nuovo slittamento. Sul testo
il governo porrà la fiducia.
Roma, un bagno di folla per
Matteo Salvini a Palazzo dei
Congressi
Anche le delegazioni di Albano Laziale e Velletri
presenti per il “Capitano”

ROMA – Oltre le aspettative. Migliaia di persone hanno
partecipato a Palazzo dei Congressi a Roma per l’evento “Roma
torna Capitale” organizzato dalla Lega.

Tantissimi Romani e anche le delegazioni di Albano Laziale e
Velletri le due importanti città dei Castelli Romani.
In prima fila il candidato sindaco di Albano Laziale Matteo
Mauro Orciuoli che ha scambiato una stretta di mano e due
chiacchiere veloci con Matteo Salvini prima che il leader
della Lega iniziasse l’evento. Calorosa l’accoglienza di
Claudio Durigon per Orciuoli, Tony Bruognolo e gli altri della
squadra.

Durigon, ex sottosegretario al Lavoro e padrone di
casa, galvanizza la folla

«Possiamo farcela, ce la faremo. Roma si merita di più, serve
una visione d’insieme. La Raggi diceva che il vento era
cambiato: sì quell’odore dei rifiuti che perseguita la città».

“La gente che vedo qui, ci dice che noi vinceremo, è solo una
questione di tempo. Lo dico sottovoce, non siete dei romani
normali, ci sono 20 gradi la gente è in spiaggia o a villa
Borghese, si sta rilassando, mezza città aspetta la partita di
stasera”, comincia Matteo Salvini. E aggiunge: “Sono
orgoglioso di voi che siete la Roma vera”.

“Perché non processano la Raggi per sequestro di passeggeri,
visto quello che sta facendo con la metro Barberini a Roma
dove le persone possono solo uscire e non entrare”.

Salvini dal palco rivela che prima dell’iniziativa ha
incontrato il biancoazzurro Lotito: “Ho bevuto un caffè col
presidente (della Lazio) Lotito prima di entrare, gli ho detto
che preferisco perdere sul campo ma mandare a casa il
presidente del Consiglio Conte”. Lo ha detto il leader della
Lega, Matteo Salvini, parlando al palazzo dei Congressi
dell’Eur a Roma. Brucia ancora la sconfitta del Milan nel
recente derby della Madonnina. Ma il leader della Lega non
perde di vista il centro della sua azione. E la partita da
vincere resta sempre quella del governo e del ko al premier
Giuseppe Conte.

Poi, è stata la volta del tema Europa

“Lavoriamo per cambiare l’Europa da dentro, ma per noi vengono
prima gli italiani. Io sono ottimista e credo che tornati al
governo, riusciremo a cambiarla. Se L’Europa non cambierà,
decreta la sua morte. Se continueremo a prendere schiaffoni,
ne trarremo le conseguenze”. Un ragionamento che tiene insieme
la voglia di Italexit con un approccio più realista. E
rispetto alle presunte divergenze con il suo vice,Salvini,
dice: ” Con Giorgetti vado d’amore e d’accordo”. Diciamo le
stesse cose da anni. Se l’Unione europea ci impedirà di
aiutare lavoratori e imprese, ne trarremo conseguenze”.

Salvini respinge anche le voci di un coinvolgimento della Lega
in un governo istituzionale che dovrebbe portare il paese al
voto anticipato: “Tutto ciò che può portare a elezioni mi
interessa, tirare a campare no”. dice Salvini – “Penso che il
99% degli italiani abbiano capito che questo governo è unito
dall’odio per Salvini e dal non voler mollare le poltrone. Non
vanno avanti troppo”.

Matteo Salvini condanna anche le presunte manovre di Giuseppe
Conte per allargare il perimetro della maggioranza,
neutralizzzando il peso dei renziani al Senato. “In Parlamento
c’è qualcuno che per tirare a campare, venderebbe anche la
madre. – dice l’ex ministro dell’Interno – . L’economia
italiana è ultima. Al posto di pensare a comprare senatori,
dovrebbero pensare a questo”. “Passano le giornate a litigare
fra Conte, Renzi, Di Maio e Zingaretti, c’è Conte che va al
Quirinale a chiedere aiuto. E’ imbarazzante. E’ una situazione
imbarazzante. Noi ci stiamo preparando”, aggiunge.

Si chiude sulle note di “Un estate italiana” di Gianna Nannini
e “Vespa 50” dei Lunapop e gli immancabili selfie con Matteo
Salvini la manifestazione romana della Lega al Palazzo dei
Congressi.

Governo sull’orlo di una
crisi di nervi: prosegue la
partita tra Renzi e Conte
Giuseppe Conte nega di lavorare a un suo “governo ter”. Matteo
Renzi smentisce di voler essere lui a rompere. Ma tra i due
prosegue una partita che rischia di far saltare l’esecutivo.

Il giorno dopo lo strappo dei renziani in Consiglio dei
ministri, nessuno apre formalmente la crisi. “Porte aperte a
Iv”, dice il premier, che ai renziani chiede un chiarimento. E
Italia viva annuncia che la prossima settimana voterà la
fiducia al governo sul decreto Milleproroghe alla Camera. Ma
Renzi non depone le armi sulla prescrizione, mantiene la
minaccia di una mozione di sfiducia al ministro Bonafede, e
porta avanti la sua guerriglia in Senato. E’ quello il campo
di battaglia. Il Pd dice che l’unica alternativa a questa
maggioranza è il voto. Ma a Palazzo Madama è pronta a muoversi
una pattuglia di senatori in soccorso del governo, magari
proprio per un “Conte ter”.

La prima prova sarà il decreto sulle intercettazioni, in Aula
martedì e sul quale il governo dovrebbe mettere la fiducia.
“Se la voteremo? Dipende…”, rispondono fonti renziane. Il
presidente del Consiglio riunisce i ministri membri del
Comitato per gli affari europei, poi vola a Gioia Tauro per
presentare il piano per il Sud e in serata presiede il tavolo
di governo per la riforma fiscale (presente Iv). Il messaggio
è chiaro: “Ho un programma da realizzare e ho chiesto la
fiducia per quello. Se mi fido di Renzi? Non do spazio a
personalismi. Ma Renzi che dice del Sud, niente?”, dice il
premier in Calabria tra     gli applausi della platea. Gli fa
sponda il segretario del   Pd Nicola Zingaretti, che sottolinea
i “risultati concreti”     che si ottengono quando si spegne
propaganda e polemiche.     Ma i contatti con Iv risultano al
lumicino e il premier viene descritto irritato con Renzi,
determinato a sterilizzarne le sortite. Il suo obiettivo,
secondo i renziani, è “cacciarli” dalla maggioranza e dar vita
a un suo governo “ter”. Di più.

“Se vuole Conte ci cacci, siamo alleati non sudditi”, torna ad
attaccare Renzi, che nei prossimi giorni sarà all’estero. Il
suo obiettivo sarebbe quello di sostituire Conte con un altro
premier e magari una maggioranza “con un pezzo di M5s, quasi
tutto il Pd e una parte di centrodestra”. I nomi? Si citano
Gualtieri o Mario Draghi, Pier Carlo Padoan, Marta Cartabia,
Paola Severino. Il Pd fa sapere che non sosterrà un’operazione
del genere.

Critico è l’appuntamento di martedì al Senato, dove in Aula è
atteso il decreto intercettazioni. Il governo potrebbe mettere
la fiducia per “sventare” un emendamento Fi sulla prescrizione
che Iv voterebbe con l’opposizione. Con la fiducia Renzi
dovrebbe votare a favore o al più uscire dall’Aula. Ma i suoi
non sciolgono la riserva.
Prescrizione, Renzi: “L’ex dj
avrà mai letto il codice
penale?”
“Quanto a Bonafede, che ci accusa di molestarlo (ma l’ex dj
avrà mai letto il codice penale? Lo sa che la molestia è un
reato?), noi auguriamo al Ministro buon lavoro. Gli diamo due
mesi di tempo. Se le cose cambiano, bene. Altrimenti ci
vediamo in Senato”. Così Matteo Renzi nell’e-news ribadendo
che “sulla battaglia della giustizia giusta non molliamo
perché è una questione di civiltà”.

Le ministre di Italia viva Teresa Bellanova ed Elena Bonetti
non dovrebbero prendere parte al Consiglio dei ministri di
questa sera. Lo si apprende da fonti di Iv. Bellanova è in
queste ore impegnata in una visita istituzionale a Mosca ma
l’assenza dal Cdm di questa sera, salvo ripensamenti
dell’ultima ora, sarebbe anche un modo per ribadire la
distanza sul “lodo Conte bis” che dovrebbe essere discusso in
Cdm insieme alla riforma del processo penale, testo che Iv si
è riservata di valutare.

IL PUNTO

Fallisce il tentativo dei renziani di sconfiggere i loro
alleati di maggioranza sulla prescrizione. Non passa alla
Camera il “lodo Annibali” per rinviare di un anno la riforma
Bonafede: con 49 no e 40 sì M5s, Pd e Leu battono Iv e le
opposizioni. Ma il dossier giustizia resta il più caldo per il
governo. In Consiglio dei ministri giovedì notte è atteso il
testo del “lodo Conte bis” ma fonti parlamentari di
maggioranza lamentano di non averlo ancora visto: non è detto
che il Cdm approvi già domani un disegno di legge, mentre
prende quota una proposta di legge parlamentare.

Nel frattempo però in Senato si apre un fronte
intercettazioni: Forza Italia tende una “trappola” alla
maggioranza presentando in commissione un emendamento, che Iv
potrebbe votare, per cancellare la riforma Bonafede. A via
Arenula si tiene un vertice di maggioranza assai teso sul
decreto sugli ascolti, che sarà in Aula la prossima settimana:
si litiga sul testo e si prova a serrare le fila in vista
della trappola di Fi. Ma Matteo Renzi sembra già spostare la
sfida più in là: “Gli do due mesi per dare un segnale sulla
prescrizione, poi ce la vediamo in Aula al Senato e lì –
spiega ai suoi – non escludo niente, neanche la sfiducia a
Bonafede”. Il premier Giuseppe Conte, che viene descritto
assai irritato con i renziani, affronterà i ministri nel Cdm
convocato per dare il via libera alla riforma del processo
penale. Una riforma che, rimarcano 5s e Dem, mira ad
abbreviare fino a un massimo di 5-6 anni i tempi dei processi.
Ma i fari sono sulla prescrizione. Anche perché tra i Dem c’è
chi, come Andrea Marcucci, spinge per trovare altri spazi di
mediazione e “recuperare” i renziani: rinviare al secondo
grado il blocco della prescrizione a Italia viva potrebbe
andare bene.

“In coalizione è meglio trovare una soluzione”, apre da Iv
Luigi Marattin. Ma Alfonso Bonafede chiude per ora la porta:
“Non esiste alcun ‘lodo Conte ter'”, dichiara senza mezzi
termini alla Camera. Sul ‘lodo Conte bis’, ovvero la modifica
che fa scattare lo stop alla prescrizione dopo una condanna in
primo grado e lo rende definitivo solo dopo una seconda
condanna in appello, “si sta valutando il veicolo normativo
migliore”, null’altro: se ne parlerà in Cdm. Tra i
parlamentari di Pd e Leu si avverte nervosismo e qualche
timore per come la mediazione raggiunta – che sperano ancora
di migliorare in Parlamento – verrà tradotta in norma. Per
sminare ancora in campo la mediazione potrebbe diventare non
un disegno di legge del governo (i ministri Iv voterebbero
contro o si asterrebbero in Cdm) ma una proposta di legge
parlamentare. Anche se resta ancora la possibilità di
presentare un emendamento alla proposta di legge del forzista
Costa, che sarà votata la prossima settimana in commissione
alla Camera. Si archivia intanto, dopo diversi rinvii, il
“lodo Annibali” che puntava a rinviare la legge Bonafede: Iv
vota con l’opposizione ma viene battuta di nove voti. Nessuna
sorpresa, dice Renzi, che sa di poter incidere nei numeri a
Palazzo Madama ma non a Montecitorio: “1-0 per i
giustizialisti. Vediamo tra due mesi come finisce al Senato…”.

“Il 2-0 per Renzi sarà quando, votando con Salvini, farà
cadere il governo? Non lo permetteremo”, ribatte il Dem
Michele Bordo. La scena si sposta da subito al Senato, dove
Fiammetta Modena (FI) presenta un emendamento al decreto sulle
intercettazioni che introduce l’udienza di stralcio degli
ascolti non rilevanti ma cancella anche la legge Bonafede. Se
il presidente leghista della commissione Andrea Ostellari lo
riterrà ammissibile, sarà votato, ma i voti di Iv sommati a
quelli dell’opposizione sarebbero 12 contro i 12 di
maggioranza e la norma non passerebbe. In Aula poi il decreto
potrebbe essere blindato con la fiducia.

Il problema per la maggioranza è che sugli ascolti si sta
litigando. Perché, spiega una fonte parlamentare, M5s spinge
per aumentare le possibilità di pubblicazione delle
intercettazioni e difendere l’uso dei trojan anche per i reati
contro la Pa e anche Iv avrebbe poi presentato emendamenti
sgraditi agli altri partiti. Nel vertice di maggioranza
convocato a via Arenula sul tema si fa presto incandescente,
anche se sul finale sembra arrivare una schiarita: è una corsa
contro il tempo per non spaccarsi in commissione.
Puoi anche leggere