GIORNALE DEL ROTARY CLUB VENEZIA RIVIERA DEL BRENTA - DISTRETTO 2060 - ANNO XXVIII
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MARZO 2012 - APRILE 2012 ANNO XXVIII N°4 GIORNALE DEL ROTARY CLUB VENEZIA RIVIERA DEL BRENTA – DISTRETTO 2060 Dare et accipere sicut rotarum dentes Gabriele D'Annunzio
ROTARY CLUB VENEZIA RIVIERA DEL BRENTA CONSIGLIO DIRETTIVO Presidente Luca Baldan Vice Presidente Rocco Majer Segretario Gabrio Pellegrini Segretario esecutivo Ivana Vianello Tesoriere Adriano Bianco Prefetto Moira Busato Consigliere Bruno Bellemo Consigliere Piero Bortoletti Consigliere Augusto Gabrielli Consigliere Stefano Siggia Past Presidente Renato Maria Cesca Incoming Presidente Luca Passarella COMMISSIONI Ammissioni e Sviluppo dell’Effettivo Augusto Gabbrielli Programmi e Progetti di Servizio Piero Bortoletti Rotary Foundation Stefano Siggia Immagine del Club e Comunicazione Bruno Bellemo ROTARY CLUB VENEZIA RIVIERA DEL BRENTA - Distretto 2060 - Villa Franceschi via Don Minzoni, 28 30034 Mira tel. +39 041 4266531 Presidente Luca Baldan cell. +39 329 8614498 e-mail luca@abgassociati.it Vice Pres. - Redazione Bollettino Rocco Majer cell. +39 337 492888 e-mail rocmajer@tin.it Segretario Gabrio Pellegrini cell. +39 335 807650 e-mail gapellegrini@libero.it Segretario esecutivo Ivana Vianello cell. +39 347 7102869 e-mail ivana-vianello@libero.it Prefetto - Redazione Bollettino Moira Busato cell. +39 338 1045062 e-mail info@moirabusato.it BOLLETTINO PERIODICO, STAMPATO A PADOVA, TIPOGRAFIA MODULI CONTINUI VIA NAVIGAZIONE INTERNA, 8
pagina 1 SOMMARIO Premio Seriola pagina 2 di Ivana Vianello Parliamo di etica pagina 4 di Paolo Cavalletto Da Julianicus a Zianigo pagina 7 di Marina Roncoroni L’Espressionismo pagina 9 di Rocco Majer Nordest Interclub pagina 13 Venezia Capitale della cultura Protocollo Venice Marathon pagina 14 Salon du vin pagina 18 di Renato Maria Cesca Perini: La medicina cinese pagina 20 di Mara Bevilacqua Cesca Da Vermeer a Kandiskj pagina 22 di Rocco Majer Ca’ Edimar pagina 28 di Mara Bevilacqua Cesca Il Divisionismo pagina 30 di Rocco Majer Mosé e l’Arca pagina 32 di Claudio Barbiero Newsletter pagina 35 AMICIZIA PROFESSIONALITA’ ETICA Fin dalla sua nascita il Rotary fu collocato al di fuori di ogni questione religiosa e politica. l’etica nell’agire dei singoli fu ed è tuttora la pietra angolare del siste- ma di relazioni interne ed esterne. I nuovi amici vengono trovati in base alla loro attività per poter “godere dell’amicizia con uomini di ogni professione, allargando, in tal modo, il proprio orizzonte” (Paul Harris)
pagina 2 Premiazione La Seriola Hinc Urbis Potus Dolo, 5 febbraio 2012 Come spiega un pieghevole stampato dalla inedito che iniziasse con l'incipit di un locale Biblioteca Comunale, esiste a Dolo una romanzo conosciuto. testimonianza di grande significato storico e Quest'anno la frase era: «Immaginiamo di culturale: una bella iscrizione marmorea essere seduti, voi ed io, in una stanza seicentesca HINC URBIS POTUS nascosta silenziosa affacciata su un giardino, a dal chiosco del fruttivendolo in Via parlare del più e del meno e a sorseggiare Garibaldi. Essa indica che lì, da una …», inizio del romanzo Memorie di una deviazione del fiume Brenta, iniziava il rio Geisha dello scrittore Arthur Golden. Seriola, canale artificiale che riforniva Presso il cinema Italia di Dolo, domenica Venezia di acqua potabile. 5 febbraio ha avuto luogo la premiazione La Biblioteca Comunale diversi anni fa ha dei vincitori delle varie sezioni in cui era deciso di istituire un premio letterario diviso il Premio. chiamandolo LA SERIOLA-HINC URBIS La dott. Vanuzzo, Direttrice della POTUS, come simbolo e obiettivo per Biblioteca Comunale, ha aperto la accrescere l'attenzione degli abitanti del manifestazione presentando la territorio attorno alla Biblioteca stessa, vera Commissione giudicante alla quale, nelle fonte di cultura. due riunioni avvenute a metà dicembre e Quest'anno il nostro club Rotary, per la a fine gennaio, abbiamo partecipato prima volta, è entrato a far parte della giuria anche Alberta Vicari ed io. Quindi la dott. di questo Premio Letterario giunto ormai alla Vanuzzo ha invitato, uno per volta, i sua XIII edizione affiancando il Comune di membri della giuria a decretare e a Dolo, la Provincia di Venezia e la Regione premiare personalmente, con un pacco di Veneto. libri, i vincitori che sono stati tre ragazzi Il concorso, come ogni anno, era riservato provenienti rispettivamente dalla scuola agli studenti delle scuole di ogni ordine e elementare “Elsa Morante” di Oriago, grado e agli adulti e per partecipare dalla scuola media “Toti” di Musile di bisognava inviare un breve racconto Piave e dal liceo scientifico “Galilei” di
pagina 3 Dolo, e due adulti provenienti da Borbiago riportava la motivazione della nostra e da Novara. Tutti i libri sono stati offerti scelta, un bel libro illustrato sulla Riviera dal Comune di Dolo, dalla Provincia di del Brenta e le pubblicazioni riguardanti i Venezia e dalla Regione Veneto. restauri eseguiti dal nostro Club negli anni La Direttrice della Biblioteca ha poi dato la scorsi. Prima di ogni singola premiazione, parola al nostro presidente, arch. Luca tutti i racconti erano stati letti dalla stessa Baldan, che ha brevemente presentato il dott. Vanuzzo e da una studentessa nostro Club e illustrato gli scopi della u n i v e r s i t a r i a d i Do l o , e n t r a mb e nostra associazione, tanto famosa e diffusa accompagnate da un appropr iato nel mondo. Al termine del suo discorso, sottofondo musicale. Luca ha chiamato sul palco il prof. Al termine della manifestazione è stato Fiammello Cacco di Pianiga, ex preside di presentato un volume in cui il Comune di scuole medie della zona, di cui la Giuria Dolo ha raccolto i testi vincitori delle del Premio aveva segnalato il racconto edizioni 2009 e 2010 che è stato dato poi in “Ricordare per ricordarsi”, motivando tale omaggio a tutti i partecipanti alla scelta con la conformità dello scritto con manifestazione. l'etica e i programmi del Rotary. Al Il caloroso applauso dei presenti ha accolto vincitore sono stati consegnati una targa in la salita sul palco di tutti i vincitori per la argento, una pergamena che foto finale con tutti i membri della Giuria. Ivana Vianello MOTIVAZIONE DEL PREMIO L'elaborato, di cui si apprezzano l'aderenza all'incipit e le buone capacità narrative e lessicali, tratta temi di valenza attuale. Come la realizzazione di vite familiari stabili e sicure, la forza interiore nel superare momenti difficili, il desiderio di fratelli che, arrivati alla pensione, si ritrovano per percorrere un altro tratto di strada, ricostruendo rapporti inventati e reinventando un nuovo futuro. A dimostrare che tutti abbiamo gli stessi problemi, le stesse aspirazioni, le stesse speranze: temi che sono consonanti con l'etica e i programmi del Rotary.
pagina 4 Parliamo di etica con i rotariani della Riviera del Brenta 9 Febbraio 2012 Perché si parla sempre di più di etica e perché ciò è importante Il tema dell''etica' d'impresa riscuote interesse con ciclicità alterna, solitamente in controfase rispetto a quelli economici: quando i mercati 'tirano' non c'è tempo e voglia di scontrarsi sulle regole e sul loro rispetto. Diversamente nei periodi di crisi, quando occorre contendersi il pane c'è rivolta verso coloro che se lo guadagnano a danno degli altri. Ecco che emergono i discorsi sulla legalità, sul merito, la furberia e lo scarico di responsabilità. Questo è un periodo di quelli anche perché veniamo da un decennio ed oltre dove nel grande gioco tra guardie e ladri, le parti si sono talmente confuse che non si riusciva più a capire chi erano gli uni e chi gli altri. Anche l'ingresso in Europa ha avuto il suo peso: l'atteggiamento nei confronti degli impegni comunitari è sempre stato 'relativistico'…all'italiana, solo che avendo a che fare con tedeschi e francesi abbiamo dovuto anche noi cambiare il modo di rapportarci. Il colpo finale alla certezza che lo stellone della repubblica che vigila sui nostri destini di nazione avrebbe continuato a salvarci, ce l'hanno dato i mercati che ci hanno sospinto fino sull'orlo del baratro per farci capire che era giunto il momento di cominciare a fare le cose sul serio. Quando abbiamo capito che le regole servono a proteggere i più deboli solo perché, in quel momento, i deboli eravamo noi, abbiamo cominciato ad invocarle per tutti: la finanza internazionale libera come un cane sciolto pronto ad azzannarci non ci andava bene. Speriamo che la lezione ci sia servita e sia definitiva: anche noi dovremmo diventare meno furbi e più corretti e non tanto per un convincimento morale, ma per la semplice constatazione che è quello che più ci conviene. 'Una volta corre il cane ed una volta la lepre'diceva un vecchio adagio, per significare che qualche volta va bene a te e qualche volta a qualcun altro per cui, se non sempre abbiamo il coltello dalla parte del manico per quella volta che ce l'hanno gli altri …conviene che ci sia una regola per cui non possano scannarci. Di recente il Presidente Napolitano ha detto: 'La coesione sociale è un bene prezioso e va intesa come ogni sforzo per evitare che diventino dirompenti i conflitti tra interessi diversi'. In una parola, la coesione è un principio di civiltà quello stesso principio su cui si fonda lo stato di diritto e che ci impedisce di tornare ai tempi dell'HOMO OMINI LUPUS. Nei conflitti tra nazioni, tra popoli, tra generazioni, nella competizione tra imprese dobbiamo avere riferimenti e valori che ci diano stabilità e siano affidabili nel lungo periodo per evitare ondeggiamenti e pericolose derive. I valori principali devono essere sempre alla base degli statuti, delle leggi e dei regolamenti. Il sistema valoriale muta nel tempo e nello spazio, ma è importante averne uno e che sia il più stabile possibile e condiviso. Quindi, quando parliamo di etica a cosa ci riferiamo? Ci riferiamo a tre precetti: 1. agisci in modo che tu possa volere che la giustizia divenga la regola universale,
pagina 5 2. agisci in modo da trattare l'uomo come fine, non mai solo come mezzo, 3. agisci in modo che l'onestà possa costituire il principio universale. L'etica in economia Già ho detto della convenienza ad essere etici nei comportamenti e questo vale per gli individui ed anche per le organizzazioni. Se non si vuole solo essere sul mercato, ma continuare ad esserci, dobbiamo porci tutta una serie di domande che poi devono riflettersi in azioni e comportamenti. Dobbiamo pagare i lavoratori, versare i contributi, pagare le tasse, rispettare protocolli di qualità per corrispondere alle attese dei nostri clienti e così via. Fare tutto ciò e pretendere che lo facciano anche gli altri in modo che la competizione sia alla pari e decisa solo in base al merito. Torniamo sul tema lavoro ch'è di grande attualità per il confronto che c'è a livello nazionale ed anche perché è un terreno dove tutti noi possiamo aver maturato la nostra esperienza. Io credo “che il lavoro di qualità sia un lavoro regolare, emerso, un lavoro disciplinato da leggi e contratti e, quindi, che non è preda di sfruttamento, di abusi e di ricatti. Un lavoro liberamente scelto, liberamente condiviso; un lavoro che dia motivazione, realizzi l'individuo. Un lavoro che concili il grande aspetto della vita umana che è il lavoro con gli altri aspetti ugualmente importanti: la vita familiare, la vita personale, l'esperienza religiosa e aggiungiamo la vita….un lavoro che consenta all'uomo, alla donna, di realizzare pienamente la sua personalità”. Questo non l'ho detto io ma Marco Biagi che voi tutti ricorderete. Senza un lavoro regolare si rischia di dare alle famiglie il pane avvelenato di un lavoro nero, nascosto, invisibile, dove l'abuso fa premio sul diritto, il guadagno sulla giustizia, l'egoismo sulla solidarietà. Il vero successo di una attività è il giusto equilibrio tra ragioni del profitto e le ragioni delle persone che partecipano ai risultati. Non riconoscere i diritti ai lavoratori, sfalsando la verità, è rubare. Il lavoro nero è un furto: significa rubare la libertà e la dignità del lavoratore, della sua famiglia, dei suoi figli e alla società. La sana imprenditorialità deve rappresentare un motivo d'orgoglio per l'intero paese. Badate! Avere queste convinzioni significa anche battersi per difendere con altrettanto vigore anche i nostri diritti di imprenditore e – sul piano collettivo – affinché tutte le imprese si comportino così. Se io concorro ad un appalto ed un mio collega lo vince utilizzando sistemi impropri, io ho – prima di tutto per me stesso e, poi, anche in nome dei lavoratori che lavorano per me e che io voglio continuare a pagare e pagare regolarmente – dicevo, io ho il diritto anzi, il dovere di scagliarmi contro chi non fa rispettare la legge o cerca di aggirarla. Ma il lavoro non è il solo terreno su cui misurare l'eticità delle nostre azioni. Parlavo prima di rapporti corretti con i clienti, quello che la moderna organizzazione dell'impresa ha tradotto in certificazione di qualità. Lo stesso dicasi per gli impatti ambientali che da vincoli si stanno trasformando – nel volgere di pochi anni – in opportunità. Ormai il rispetto per l'ambiente è diventato un valore molto diffuso e preteso dai consumatori. Ecco che allora si è iniziata la gara a chi è più verde e sono diventate buone pratiche quelle del risparmio energetico, quella del trattamento dei rifiuti, del riciclo o del riuso. Ora ci sono marchi internazionali che vanno di gran moda verso i giovani che utilizzano materie prime secondarie ovvero….quello che per altri sarebbero rifiuti. La FREITAG (Svizzera) fabbrica (e vende a caro prezzo) borse ed accessori fatti con teloni da camion usati, copertoni di bicicletta e cinture di sicurezza recuperate dalla demolizione. Rispettare l'ambiente è diventato un comportamento etico e …ben remunerato. Perché l'etica non è la soluzione di tutti i mali, e non ripaga subito, ma nel lungo periodo. Il problema principale è che se ne parla troppo e si applica poco, ma l'etica non è una teoria! Ma vivere
pagina 6 secondo principi fondamentali basati sui diritti degli uomini (è pane che si mangia). Faccio un altro esempio. Alla base della fluidità delle relazioni anche nel mondo degli affari c'è il rapporto fiduciario: se io so che l'altro ha i miei stessi principi e adotta le stesse regole, posso fidarmi di fare affari con lui. Questo era molto più facile quando i rapporti tra imprese erano anche rapporti personali e le organizzazioni non erano grandi come lo sono ora e distanti tra loro. La globalizzazione e l'internazionalizzazione, rende più complicato stabilire legami fiduciari e le necessarie cautele che si prendono quando ci sono capitali di mezzo, rallentano le relazioni assorbendo tempo e risorse: sono costi! Si dice che il successo dei distretti industriali sia in gran parte da addebitarsi proprio al fatto che le relazioni tra imprenditori di una stessa filiera e di uno stesso territorio fossero facilitate per le uguali consuetudini, per la conoscenza reciproca, per la minaccia rappresentata dalla necessità di mantenere una buona reputazione sociale in un contesto dove tutti sanno di tutti. Nel mondo, prima della globalizzazione tutto era sicuramente più semplice e ripristinare quei valori e quello che cercano di fare con le 'certificazioni'. La certificazione, sostituisce il rapporto fiduciario tra chi non si conosce non ha tempo e modi di svilupparlo spontaneamente, il risultato però non è sempre soddisfacente, difficilmente le certificazioni riescono a sostituire il rapporto fiduciario che si basa sulla condivisione di valori etici e norme di comportamento. Il merito non deve essere esclusivamente misurato alla stregua dell'utile, vanno premiati coloro che rispettano le regole sopportano costi e sforzi per rimanere nel giusto e nel contempo, essere competitivi. La crisi che viviamo è figlia di un opportunismo folle oggi si deve guadagnare ad ogni costo, con qualsiasi metodo, e subito. Le imprese sane progettano a lungo termine rispettano le regole faticano a sopravvivere ma soprattutto sono fuori moda. Diceva il dott. Carlo Nordio, in Italia ci sono troppe regole e leggi, spesso ignorate dagli stessi magistrati; occorre distinguere tra legalità ed etica: se la legalità corrisponde al rispetto delle leggi, l'etica e la conseguenza con la nostra stessa personalità e non è sottoposta ad alcuna imposizione esterna. Come suggerisce un amico il verbo fare andrebbe sostituito con il verbo agire; agire è conseguenza del modo di essere. Paolo Cavalletto Giuseppe Di Giovanni, nella serata del 9 febbraio, è diventato socio del nostro club. Benvenuto nel Rotary Club Riviera del Brenta! Carabiniere in congedo, organizzatore di attività finalizzate a scopi umanitari, fondatore e presidente dell'associazione Spinea History Cars, attualmente occupato con l'associazione alla raccolta di medicinali per i campi profughi siriani in Turchia e materiali di prima necessità per i villaggi del Sahara, organizzatore di mostre a scopo benefico (Il genio di Leonardo a Villa Farsetti di Santa Maria di Sala), a t tu a l me nt e è i m p re nd i t o re e consulente di Studio legale avv. Zanon.
pagina 7 DA JULIANICUS A ZIANIGO 16 Febbraio 2012 Giovedì 16 febbraio in Villa Franceschi si è tenuta la presentazione del libro “Da Julianicus a Zianigo” alla presenza dei cinque autori del testo stesso. Il primo a prendere la parola è stato il Stigliano e Mirano. Detto territorio si è così parroco di Zianigo, Don Ruggero, colui il trasformato nel corso dei millenni, ad opera quale, appassionato di storia e di delle inondazioni del fiume Muson e dei tradizione, ha partorito l'idea di scrivere conseguenti depositi di materiale. questo libro piccolo ma prezioso sulla In queste terre così ricche di acqua si storia e la vita di Zianigo. Ci racconta come instaurarono i primi paleoveneti, quindi i sia riuscito a trovare tra i suoi parrocchiani primi villaggi fortificati circondati dalle quattro talenti nascosti, quattro ricercatori, motte (grandi tumoli di terra), chiamati dal cui lavoro individuale e collettivo castellieri , per giungere fino alla durato circa due anni è poi nato questo libro centuriazione romana. che racconta le radici di un piccolo paese alle porte di Mirano attraverso lo studio del Il terzo autore del libro, Giovanni suo territorio, dei suoi corsi d'acqua, delle Bertolini, ci parla della “romanità” e delle sue motte. È una storia, quella di Zianigo, origini romane della Pieve di Zianigo e del che si intreccia con quella molto più suo territorio. Coppi, cippi, tegoloni, complessa di quella parte di Veneto monete, anfore e altri reperti trovati in compresa tra Padova, Treviso e Venezia: queste terre ne sono la testimonianza ma la ecco perché Don Ruggero si augura che, prova più evidente e tangibile è la presenza non solo la gente della sua Pieve possa del celebre graticolato romano, giunto ritrovare in questo scritto la sua storia, intatto ai giorni nostri grazie fondamento del suo vivere, ma anche altri all'inclinazione dei decumani, inclinazione lettori che di questo angolo di Veneto fanno tale da seguire le linee di massima parte: il nostro passato può illuminare il pendenza del terreno, favorendo così lo nostro presente e dare speranza al nostro scolo delle acque e quindi l'integrità delle futuro, come diceva Cicerone, “historia opere ivi eseguite. magistra vitae”. Il graticolato romano non è altro che la risultante della suddivisione del territorio La parola passa poi a Gianni Garavello che in appezzamenti regolari denominati espone a grandi linee l'argomento da lui “centuriae” che erano assegnati ai veterani trattato ossia la geografia del territorio di guerra. dell'antica Pieve di Zianigo, che Attraverso delle misurazioni venivano originariamente occupava tutta l'area tracciati i “ limites” delle centuriae ossia racchiusa dall'ansa del fiume Muson tra una serie di cardini e decumani paralleli tra
pagina 8 divenne l'Abbazia di San Gregorio. Da allora cominciò la decadenza del monastero in terraferma, i cui territori furono ancora oggetto delle mire espansionistiche dei vari potentati di Padova, Treviso e Venezia. Il libro affronta anche il non trascurabile patrimonio artistico del territorio, ed è la Prof.ssa Giulia Reitani, grande estimatrice e appassionata dei Tiepolo,che ha curato questo tema. Suo è lo studio sulle ville, gli oratori e la Pieve di Zianigo . Nella sua presentazione ci ha parlato della Pieve di Zianigo in quanto dedicata alla Natività di Maria e le cui origini sono antichissime. Ci ha descritto le opere pi t t or i ch e p re se nt i ne l l a c hi es a, soffermandosi in particolare sull'affresco del soffitto di Giandomenico Tiepolo, ultimo impegnativo lavoro dell'artista loro e perpendicolari gli uni rispetto agli ormai settantaduenne che raffigura altri. “L'esaltazione della nascita della Vergine”. Ci ha narrato la storia della famiglia La parte storica, nel libro è ampiamente Tiepolo e della loro villa di Zianigo che trattata dal Prof. Giancarlo Boccotti. contiene alcuni affreschi di Giandomenico: Egli nella sua presentazione ha illustrato le “Nobili in villa”, “Satiri e centauri”, “I vicende del Monastero di Sant'Ilario pulcinella”. Ne avrebbe parlato ancora a nell'isola di San Servolo a Venezia, proprio lungo se ne avesse avuto il tempo e noi per dimostrare come la storia di Zianigo, o l'avremmo piacevolmente ascoltata, ma la più precisamente di quella sua parte di serata volgeva ormai alla fine. territorio che per lungo tempo fu denominata “Ceresaria”, s'intrecci dal IX al E' con grande piacere che ho promosso la XIV secolo con quella di questo monastero presentazione di questo libro in una delle eretto tra il '700 e l'800 dai monaci serate rotariane, non solo l'indubbio valore benedettini e conosciuto anche con il nome del testo, ma anche perché sono di “Crispolino”. affettivamente legata a questo piccolo La giurisdizione della Ceresaria era paese che mi ha accolta, giovane affidata ad un decano che era nominato ed farmacista, e mi è stato al fianco lungo tutte agiva sotto l'arbitrio del monastero di le vicende tristi e gioiose che hanno Sant'Ilario. I monaci infatti avevano avuto accompagnato la mia vita. in beneficio dagli imperatori del Sacro Romano Impero( a partire da Carlo Magno) Marina Roncoroni un'ampia fascia della terraferma che si estendeva nella Val d'Agredo (Valle del Brenta) e che comprendeva la Ceresaria e il Pladano. Dalla metà del XII secolo i monaci iniziarono a trasferire la loro sede da Sant'Ilario a Venezia in quella che poi
pagina 9 L'ESPRESSIONISMO Villa Manin di Passariano, 25 febbraio 2012 La mostra allestita nella villa Manin di Passariano illustra attraverso le opere degli artisti tedeschi del primo novecento la nascita e lo sviluppo del movimento artistico noto sotto il nome di espressionismo. La visita è stata commentata da una graziosa signorina che ci ha accompagnato durante la visione delle opere dandoci diligentemente notizie sugli artisti e i singoli dipinti. Tuttavia, parlando giorni addietro con Augusto e Gabrio, osservavamo c he i l c ara tt ere ch e an ima l'espressionismo è così specifico e univoco da rendere quasi superfluo il commento sul singolo artista, mentre è utile piuttosto chiarirsi le idee sul significato del movimento nel suo complesso. Kirchner, Marcella Allora provo a tracciare uno schema storico della formazione per la presenza di un'opera dell'espressionismo, e fare qualche neoclassica al centro della sala dei considerazione sul suo significato, Fauves) e contemporaneamente in presente in tutte le opere, e per far Germania (con Die Brücke, cioè il questo seguo il metodo di risalire alle Ponte), dove trova il terreno più fonti e conoscere il contesto storico fertile per esprimere il suo carattere perché è spesso in questi che si più peculiare che lo renderà rivela il significato profondo delle inconfondibile nella storia dell'arte cose. moderna, il terreno della Germania Il movimento dell'espressionismo guglielmina, rappresentata da una inteso in senso lato, nasce nei primi casta militare insensibile e ottusa anni del novecento e continua fino (quella icasticamente simboleggiata agli anni '30, sotto nomi diversi, dall'elmo chiodato) e da una particolarmente in Francia come borghesia egoista e ipocrita, e più evoluzione dell'impressionismo (con tardi nel periodo della prima guerra i Fauves nel 1905, cioè le belve, così mondiale, vissuta prima dagli artisti denominati da una miope critica espressionisti come un'opportunità s ca nd ali zza ta , c he g rid ava di cambiamento radicale e di “Donatello nella gabbia delle belve” liberazione, poi invece conosciuta come portatrice di immani lutti e sofferenze, tanto che alcuni abbandonarono la pittura, fino alla follia e al suicidio, e poi ancora nella Germania sconfitta di Weimar, duramente e stoltamente punita da francesi e inglesi, quando gli artisti modificarono il loro atteggiamento Nolde, Quattro maschere seguendo piuttosto una vena
pagina 10 sarcastica e corrosiva (pensiamo a l'orizzonte dell'arte verso la grande Grosz), fino a che il nazismo non novità dell'espressionismo astratto. mise una pietra tombale su questa Ora, per spiegarci bene l'origine del forma d'arte, definendola arte fenomeno espressionista, diamo uno degenerata. Si può già capire da sguardo alle vicende della pittura questi pochi elementi che europea nell'ottocento. La pittura l'espressionismo per le sue vicende europea nel XIX secolo era giunta storiche è un paradigma di quasi al capolinea col verismo sofferenza e di protesta. accademico, risultato di un lungo Cito un pensiero di Malraux sull'arte: secolare perfezionamento tecnico “Ogni forma d'arte è una rivolta nella rappresentazione della realtà, contro il destino umano”. quando, con una svolta decisiva, E' un pensiero che coglie il senso l'impressionismo, opponendosi al intimo dell'espressionismo. verismo accademico, affermò un Le opere in mostra sono tutte diverso modo di porsi di fronte al provenienti dal Brücke Museum di vero. Con l'impressionismo l'oggetto Berlino, per cui abbiamo avuto modo reale rappresentato nel momento di ripercorrere la formazione dell'osservazione suscitava dell'espressionismo tedesco, che nell'artista (il grande occhio) nasce a Dresda (Die Brücke, Il emozioni visive che egli traduceva in Ponte 1905) dagli studenti di vibrazioni cromatiche e luministiche, architettura Bleyl, Heckel, Kirchner e superando così il significato letterale Schmidt-Rottluff cui si aggiunse dell' o ggett o rappres ent ato e Nolde nella prima esposizione del mettendo invece in primo piano 1906, movimento sviluppato poi a come scopo della sua opera non più Berlino (con la rivista Der Sturm, la descrizione del soggetto, ma 1910), poi a Monaco (con il gruppo l'emozione visiva che tale soggetto Der Blaue Reiter, 1911) con Marc, av e va s u s c i t a t o n e l l' a r t i s t a , Klee e Kandinskij, che aprì compiendo così un passo verso il superamento della realtà oggettiva. Facile ricordare, per fare un esempio, come Monet non intendesse fare una descrizione architettonica delle sue cattedrali di Rouen, ma trasmettere l'emozione visiva colta nei diversi momenti di luce diurna o crepuscolare. Questo effetto era ottenuto dall'artista che si poneva come soggetto passivo di front e al vero osservato in quell'istante, per cui il risultato era il prodotto di un influsso dall'esterno verso l'interno, cioè era la realtà oggettiva a imprimersi nella coscienza soggettiva dell'artista e a suscitargli un'emozione visiva. L'esperienza impressionista aprì il campo alla libera manifestazione di Rottluff, Donna pensierosa un'emozione aldilà della semplice
pagina 11 descrizione dell'oggetto reale. La lezione degli impressionisti ebbe seguiti importanti in artisti che colsero la libertà espressiva, r i b a l t a n d o p e r ò i l ra p p o r t o realtà/artista. Essi non ricevono dalla realtà un impulso, ma sono essi stessi portatori di un sentimento o di u n co n ce tt o c he im pri mon o sull'oggetto rappresentato. E' un processo inverso che mette in primo piano l'artista con il suo libero sentire. Da qui nascono le due correnti estetiche del simbolismo e dell'espressionismo. Ma mentre il Nolde, Derisione simbolista crea un'immagine reale rispettivamente. Gauguin, creatore spesso apparentemente verista di una umanità primitiva, alla ricerca nella quale cela un concetto più alto della ragione dell'esistenza, simbolo e universale di cui l'immagine è dell'aspirazione a riconquistare una simbolo, l'espressionista imprime perduta età felice; Van Gogh, carico nella realtà che rappresenta il segno di una sofferenza esistenziale, del suo sentimento, spesso un autore di immagini reali, dolore o un dramma esistenziale che espressione della sua personale esprime con la deformazione della c o me d el l' u ma n a s o f f er en z a figura, l'uso di segni marcati e mediata attraverso il segno contorto spezzati, il rifiuto delle regole e i colori aspri e taglienti dei suoi dipinti. I Fauves francesi (Matisse, Derain, Rouault, Vlaminck), nel solco dell'espressionismo francse, adottano questa estetica carica di significato ma approdano ad un decorativismo tutto sommato ancora in armonia con il mondo che li circonda (non dimentichiamo che era la Francia della Belle Epoque), mentre gli artisti del Brücke, vissuti nell'ambiente ottuso e ipocrita della società tedesca contemporanea, impugnano l'arma di una denuncia, e per far ciò riprendono la vecchia Heckel, Mare del Nord concezione romantica tedesca del prospettiche e del chiaroscuro ruolo dell'arte come simbolo di lotta mediante piani di colori piatti puri e della vita, (tanto è vero che il stridenti, equivalenza del rifiuto movimento il Ponte si chiamava così delle regole imposte da una società per esprimere un collegamento ingiusta e oppressiva. Pensiamo a ideale tra la cultura romantica e i Gauguin e Van Gogh come i nuovi fermenti dell'arte), ma, a precursori, del simbolismo e differenza del romanticismo che d e l l ' e s p r e s s i o n i s m o esternava il suo sentimento nella
pagina 12 descrizione verista della composizione, l'espressionista tedesco la deforma e la tormenta per estrarne il significato dolente dell'esistenza e il senso della protesta. E' quindi proprio in questa drammatica manipolazione della realtà che si concentra tutto il significato del messaggio espressionista. Detto questo credo di aver detto qualcosa di utile in generale alla comprensione del fenomeno espressionismo, perché ripercorrendo con la memoria le opere che abbiamo visto, dopo le p r i m e e s p e r i e n z e postimpressioniste, tutte mostrano nella deformazione della figura, nelle linee spezzate, nei contorni marcati, nei colori violenti, il senso di una sofferenza, o di una denuncia, o addirittura di una rivolta, come diceva Malraux. A ben vedere, e per concludere, le cose dette sono schematizzazioni storiche, non vorrei esagerare ma secondo il mio Pechstein, Peschereccio personale modo di vedere l'espressionismo inteso come forma prospettiche senza tempo del principe di espressione artistica è Rinascimento italiano, pensiamo alla esistito più o meno latente fin dal Madonna del Parto o il Cristo momento in cui nell'uomo è entrata trionfante emergente dal Sepolcro di la coscienza di un paradiso perduto. Piero, o anche nei primitivi e nelle E intendo per espressione artistica la sculture di Wiligelmo, in un mosaico volontà dell'artista di dominare e bizantino, nei canoni perfetti di una piegare la realtà ai propri sentimenti bellezza soprannaturale di una e rappresentarla in modo s t a t u a gr e c a , n ei br o n z e t t i soggettivo, tanto da poter dire che è paleoveneti, addirittura nei graffiti proprio nella capacità della Val Camonica e nelle pitture dell'alterazione soggettiva della rupestri. Scrive Malraux: realtà (calcolata, cosciente o “Espressionismo e impressionismo spontanea), intesa in senso fisico e sca tur i va no d a uno st esso materiale, la misura dell'intensità e movimento profondo… Tutto ciò che del valore dell'espressione artistica. si propone di essere espressione Avvisaglie di espressionismo, così diretta dell'uomo e delle cose inteso, le possiamo trovare andando (accettata, o anche scelta, come indietro nel tempo, nel Greco, in mezzo di espressione del pittore) è Goya, in Grünewald, nel Dürer, in nato col primo sorriso della Grecia e Cranach, nelle sfrenate fantasie del della Cina, e appartiene all'uomo”). barocco, nelle irreali costruzioni Rocco Majer
pagina 13 VENEZIA CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA 2019 Interclub RC Venezia Mestre Torre – RC Venezia Riviera del Brenta 1 marzo 2012 Nella serata interclub con Mestre Torre, il Dott. Filiberto Zovico, direttore marketing e comunicazione della Marsilio Editori e ideatore e fondatore del Festival Città Impresa, ci parla del progetto che ha lanciato nel 2009: Venezia Capitale europea della cultura 2019, un progetto che si propone di rilanciare nel mondo l'immagine di Venezia e di tutto il NordEst come motore non solo economico, ma culturale. Il progetto non intende sol o di ffondere nel m ondo l'eccellenza della storia, dell'arte e delle tradizioni di Venezia, ma anche dovrà essere una sfida per mostrare al mondo la capacità di integrazione di un territorio complesso e vario come quello di cui Venezia è la storica capitale: dal mare ai monti, dalle lagune ai laghi, Hotel Russott, 1 marzo 2012 dalle pianure alle colline.
pagina 14 Protocollo Venice Marathon 9 Marzo 2012 a Conclusa la 26 Maratona di Venezia, di cui abbiamo dato notizia nei numeri 2 e 3 del Giornale, che, con la partecipazione di alcuni concorrenti sotto le insegne del Rotary, ha consentito di devolvere un consistente contributo alla Fondazione Rotary per la Campagna Polio Plus (4300 €), registriamo con so dd is faz ion e l a risposta di apprezzamento della Fondazione Rotary accompagnata dalle congratulazioni per il nostro Presidente Luca da parte del Governatore Bruno Maraschin e del Governatore Eletto Alessandro Perolo. Ma quel che più conta, il potenziale successo che q u e s t a n o s t r a collaborazione con la Maratona di Venezia può avere in futuro nel sostegno delle nostre iniziative di service ha indotto il nostro Club a r i n n o v a r e c o n l 'As s oc i az i on e Ve n i c e Marathon un protocollo di intesa anche per quest'anno, in ciò sostenuto dal Governatore Eletto Alessandro Perolo. Diamo di seguito notizia dell'intesa, firmata nella sede di Venice Marathon a Marghera il 9 marzo 2012 tra il Governatore Eletto Alessandro Perolo, il nostro Presidente Luca Baldan e il Presidente di Venice Marathon PHF Piero Rosa Salva.
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pagina 18 EVREUX, CHARTRES E PARIGI: MISSIONE COMPIUTA Salon du vin Anche quest'anno non abbiamo voluto mancare la visita, in delegazione, agli amici del R.C. Evreux Beffroi, in occasione del SALON DU VIN da loro organizzato, al fine di raccogliere fondi da destinare all'Ospedale de la Mussse, per le cure palliative. Pertanto venerdì 2 marzo Augusto, Adriano, Ivana, Marina con la sorella Irma e il sottoscritto con Mara, si sono imbarcati sul volo Venezia-Parigi dell'Air France: a Parigi infatti abbiamo fatto base per questa nostra spedizione, perché, come è noto, Parigi è sempre Parigi. Dopo aver passeggiato nel cuore della Ville Lumiére tutto il pomeriggio, la sera ci siamo concessi una pausa di ristoro in un ristorante il cui nome dice tutto:l'Escargot di Rue Montorgueil, dove cucinano rane e lumache con rara maestria. Sabato 3, abbiamo lasciato Parigi verso Chartres, prima tappa della nostra escursione fuori città, dove abbiamo visitato la spettacolare Cattedrale di Notre-Dame, esempio perfetto di architettura gotica del XIII secolo. In particolare sono davvero di una bellezza stupefacente le vetrate e i rosoni, originali e riconoscibili per l'inimitabile “blu di Chartres”. Il pomeriggio, a bordo del nostro pulmino, abbiamo fatto rotta verso Evreux dove, dopo una passeggiata nell'ormai familiare centro città, abbiamo poi raggiunto il Palazzo delle Esposizioni dove ha luogo il Salon du Vin, giunto alla IV edizione. Trentacinque i viticultori presenti, e oltre duecento i vini in mostra, che gli espositori erano ben felici di fare assaggiare …abbondantemente. Come il solito, più che cordiale l'accoglienza degli amici rotariani, in particolare Pierre, Bruno,
pagina 19 Didier, Michel e molti altri di cui non ricordo il nome, a causa dei ripetuti assaggi! Abbiamo posto con loro, in particolare con il Presidente 2012/2013 Bruno Baixe, le basi per la visita che renderanno al nostro Club nel prossimo autunno. La piacevole serata ha avuto degna conclusione con la cena allestita all'interno del Salon, semplice ma non per questo meno gradevole e allegra: ogni tavolo era presieduto da un viticulteur che ha offerto in degustazione i propri vini. La mattina di domenica è stata dedicata ad un ampio tour per Parigi, approfittando del traffico davvero scarso, che ci ha permesso di passare con facilità dagli Champs Elysées al Bois de Boulogne, dal Quartiere Latino alla Tomba di Napoleone, per arrivare poi a Notre-Dame per assistere alla Santa Messa. A seguire, come è ormai tradizione dei nostri viaggi a Parigi, pranzo da Procope, uno dei ristoranti più antichi della città a due passi da St-Germain-des-Prés. Una passeggiata attraverso Place de la Concorde e Rue de Rivoli ci ha consentito di ammirare ancora le bellezze di Parigi, e di digerire il lauto pranzo, prima di dirigerci verso l'aeroporto per il rientro in Italia. All'anno prossimo, amici francesi e arrivederci Parigi ! Renato Maria Cesca
pagina 20 Il Pianeta Cina e la medicina cinese La prima immagine riguarda il planisfero del Paese (una grande gallina) e il simbolo del Dao, così fondamentale nella struttura mentale e culturale dei cinesi, in quanto rappresentante della duplicità nell'unità in continua evoluzione simboleggiante la vita (maschile/femminile, caldo/freddo, Yin eYang) in una visione che può ricordare il “ panta rei” del greco Eraclito. In rapida e affascinante successione ci mostra suoi acquerelli con punti caratteristici di varie località e quasi tutti sottolineano la contestualità di edifici tradizionali con la più avveniristica architettura moderna. Vediamo Shangai, Pechino, col tempio del Cielo, a 3 km. dalla città proibita, meta all'inizio dell'autunno di un tradizionale pellegrinaggio dell'Imperatore con tutto il suo seguito a simboleggiare la riunione del cielo con la terra. Come noto, i Cinesi ritenevano la loro terra il centro del mondo e l'ospite richiama il divertente aneddoto per cui anche il famoso gesuita Matteo Ricci si convinse a ridisegnare la mappa del mondo assecondando la credenza e, a proposito della tolleranza religiosa del paese attuale, informa di avere visitato il cimitero gesuitico di Pechino (con la lapide del Ricci scritta parzialmente in latino) nonché dell'esistenza in varie città di templi di numerosi culti, quali moschee, sinagoghe, chiese cristiane; il dottor Perin ha riscontrato nel corso dei suoi numerosi viaggi una grande, pregnante e forse sorprendente spiritualità nel popolo cinese. Altre foto ritraggono Tianjin, di fonte alla Corea, tipica città tradizionale fusa sincreticamente con gli stili più diversi oltre al cinese antico, con moderne torri, un campanile di tipo tirolese che domina un ponte costruito dai francesi, un quartiere italiano e una vita notturna vivacissima, caratteristica questa della Cina moderna, con notti che trasformano completamente la vita cittadina e una profusione di luci colorate che possono richiamare un grande parco di divertimenti come Gardaland. Tale dicotomia tra la vita diurna e la notte si riflette anche nel piano sociale, con una grande e crescente divaricazione tra classi. Altre foto di Shangai: pagode bellissime, il lago Hang-zon molto poetico col sole al tramonto, Tong-hi, piccola Venezia visitata anche da Marco Polo con le magnifiche lanterne tradizionali. Shangai, alla foce dello YanTse, fiume Giallo di 6.600 km., città di 16 milioni di abitanti, mostra un municipio modernissimo e, a contrasto, migliaia di aquiloni, strumenti di uno sport amatissimo. Nel Giardino dei Martiri si può avere l'idea dell'evoluzione storica dei tragici avvenimenti del secolo scorso, dopo la proclamazione della repubblica nel 1911, della spietata occupazione giapponese, delle guerre fratricide, della grande rivoluzione e del fatto che nel 1949 Mao si trova con una Cina, allora di 400 milioni di persone, totalmente privata di classe professionale e intellettuale (tra cui ovviamente i medici) scappata con Ciang Kai-Shek nell'isola di Formosa.
pagina 21 La Cina moderna presenta ora architetture ardite, ponti meravigliosi, stazioni avveniristiche con treni superveloci che raggiungono il 320 km orari. Vediamo foto notturne di Tianjin con una ruota illuminata che ricorda l'Eye of London e poi il magnifico esercito di terracotta di Xi'an, notissimo anche da noi, risalente all'imperatore Qin Shihhuang, l'unificatore della Cina con moneta, sistema metrico e altro. Il museo, ora bilingue cinese/inglese, presenta oltre ai soldati di terracotta, importanti opere di bronzo, oro, ceramica, osso, una raccolta di teiere e monete, molte con la consueta simbologia del cerchio col quadrato, ossia terra e cielo. Vediamo una foto del palazzo più alto di Shangai, 492 metri, con un terrazzo che domina la città e la casa del tè col lago dei pesci rossi, inserita in un giardino costruito secondo le regole del feng shui; piazza Tien an Men con la foto del grande Timoniere Mao; la città proibita coi suoi palazzi e templi; la Grande Muraglia; giovani sposi in abiti occidentali; giocatori del tradizionale Ma- jong oppure giochi superelettronici; cacciatori di grilli (che vengono tuttora venduti in gabbiette); palazzi distrutti nel corso di una sola notte per permettere la ricostruzione di altri più moderni, piatti di cucina come i prelibatissimi serpenti o le 27 qualità di ravioli al vapore assaggiate dal nostro relatore; scene di vita quotidiana; musica eseguita con strumenti antichi e personaggi teatrali con costumi fantastici. Altri aspetti caratteristici dell'attuale vita cinese evidenziati dal relatore sono l'abitudine mattutina della ginnastica e serale del ballo che si traducono in medicina preventiva: tutta la popolazione fa attività fisica a costo zero; la diffusione di educazione civica e stradale intensiva, anche con sms, il culto dei morti tuttora vivissimo, con incendi di carta agli angoli stradali a ricordo degli antenati; le frequenti esercitazioni militari che riguardano entrambi i sessi, molto suggestive e…non del tutto rassicuranti agli occhi di un occidentale; la diffusione dell'arte calligrafica, caratterizzata dalla ferocia della critica politica, prudentemente attuata con pennello ad acqua. Anche l'arte moderna appare molto provocatoria nell'opera di uno scultore amico del Nobel Liu Xiao Bo, con richiami carnascialeschi all'umile che irride il ricco col “ghigno”e che sottolinea anche la mancanza di libertà. I valori attuali della Cina vengono individuati nel consumismo esasperato, cosicchè la mentalità comune degli anziani si può riassumere nel detto “si stava meglio quando si stava peggio”. Trattando più specificamente della medicina, dopo aver richiamato come in quel paese si attribuisca grande importanza alla formalità dei rapporti in ogni ambito, il dottor Perin indica che la diagnostica cinese si basa sull'esame della lingua, dei polsi e del livello energetico di 12 particolari punti; la tradizionale agopuntura, eventualmente con aggiunta di iniezione di farmaci, si basa sulla tradizione e su ragioni di costo; la farmacia provvede ancora alla preparazione di monodosi e i primari in pensione visitano gratuitamente, nella totale assenza di privacy che caratterizza la vita cinese, davanti agli ospedali. Applicata anche l'auricoloterapia, risalente peraltro al medico francese Nogent nel 1954, sulla base della rappresentazione somatotopica nel padiglione auricolare del corpo umano, subito applicata dai medici cinesi; in Italia non trova invece diffusa applicazione, mentre viene sostenuta con grande convinzione dal nostro relatore. Nel contempo vengono accuratamente esaminati la pianta del piede, il palmo della mano e l'iride. Altra tecnica applicata prevede aghi e coppette con bleending e uso si sanguisughe: ad esempio nelle incontinenze urinarie si rivela una terapia molto efficace. Anche in Cina ci sono due figure di medico:quello tradizionale, che usa l'agopuntura e quello occidentale con strumentazione analoga alla nostra come, evidentemente, nel caso di interventi chirurgici; manca il medico di base e si riscontrano tre livelli di ospedali, differenziati in base al costo. Anche se mutata rispetto al passato comunista (come accennato tutta la classe professionale borghese tra cui i medici, scapparono dal regime maoista per seguire Ciang Kai-schek) l'organizzazione sanitaria cinese, basata sulle grosse strutture universitarie e ospedaliere risalenti agli anni '50, è rimasta chiusa fino all'apertura con gli Usa di Nixon nel 1977 e risulta da allora in lenta evoluzione, anche per l'enorme difficoltà della lingua, dato che i vecchi medici non sanno una parola di inglese, lingua che si va invece diffondendo più rapidamente tra le generazioni più giovani. Ampio il dibattito al termine della relazione, soprattutto da parte dei Soci medici, che interrogano il relatore sui molteplici aspetti dell'agopuntura. Mara Bevilacqua Cesca
pagina 22 DA VERMEER A KANDINSKY Rimini, 24 marzo 2012 In una bella giornata di primavera abbiamo visitato una mostra del tutto diversa Le opere in mostra appartengono a diverse epoche e dalle molte precedenti meta stili: delle nostre gite culturali; PITTURA A VENEZIA NEL CINQUECENTO questa non è a tema definito PITTURA IN ITALIA NEL CINQUECENTO E NEL o dedicata a un singolo SEICENTO artista, ma piuttosto è una PITTURA A VENEZIA NEL SETTECENTO grande panoramica sulla IL SECOLO D' ORO IN SPAGNA pittura europea basata su L'ETA' D'ORO NEI PAESI BASSI singole opere di molti pittori, PITTURA IN INGHILTERRA TRA SETTECENTO E che spaziano dal primo OTTOCENTO Cinquecento alla metà del L'ETA' DELL'IMPRESSIONISMO Novecento. E' quindi PITTURA NEL XX SECOLO IN EUROPA impossibile fare un commento generale sulla Quindi è un percorso che parte dal pieno Rinascimento, mostra, come era avvenuto veneziano in particolare, e che si sviluppa attraverso per la mostra l'Italia e l'Europa fino toccare le novità dell'astrattismo. dell'Espressionismo. Trovo infatti riduttivo il titolo da Vermeer a Kandinsky, quando sarebbe più appropriato: Dal colorismo veneziano all'astrattismo. Le opere in mostra sono circa 60 e 53 sono gli autori, cioè più o meno un'opera per artista. Quindi la mostra non è certo esauriente riguardo le epoche considerate ma molto interessante per la qualità delle opere. Però, da quello che abbiamo potuto notare, la mostra non vuole essere una rassegna cronologica cioè non si Mondrian, Composizione N11 sviluppa in senso cronologico, e nemmeno, come è illustrata nel catalogo, divisa in due sezioni, Nature e
pagina 23 Figure, cioè ambienti naturali e persone; invece è strutturata per confronto di autori diversi per stile ed epoca su temi analoghi, complementari od opposti. Per fare alcuni esempi, Monet con i suoi papaveri trasformati in una pura emozione visiva è accostato ad una Venezia di Turner disfatta in una nebbia immateriale accanto al realismo impegnato di Courbet, mostrando la diversa reazione dell'artista di fronte alla natura, oppure le figurazioni teatrali nella Deposizione di Tintoretto, rappresentata da una composizione verticale allungata a precipizio verso la Vergine dolente, e di fronte gli inquietanti ectoplasmi di Canaletto, Bacino di San Marco (particolare) Bacon, espressione di un aspro conflitto interiore con la famiglia (Bacon fu cacciato dal padre perché omosessuale); o ancora Picasso col Ratto delle Sabine accanto al Riposo dalla fuga in Egitto del Veronese, un modo ben diverso di raccontare due episodi, la concitazione del ratto nella drammatica frammentazione e deformazione delle figure di Picasso, il Riposo durante la fuga una composizione dolce e mesta contenente i presagi della passione, o ancora gli inglesi del Settecento, eleganti ritrattisti e paesaggisti anticipatori del naturalismo francese accanto alle Coubert, Il ruscello nascosto nostre ben note aeree figurazioni di Tiepolo e alle vedute di Canaletto e Bellotto, vedutisti impegnati a perpetuare le grandi memorie dei paesaggi ritratti. Una sezione importante è riservata ai dipinti del Cinquecento veneziano con Veronese, Tiziano, Palma il Vecchio, Sebastiano del Piombo, Lorenzo Lotto, Paris Bordone e nell'ultima sala Tintoretto e Jacopo Bassano. In tutti domina l'uso del colore come artefice della forma e dello spazio prima del segno plastico. Eccellono l'intensità dello sguardo in Tiziano e Sebastiano del Piombo, la composizione insieme soave e sontuosa di Monet, Papaveri a Giverny Veronese, Lotto e Paris, memori della scuola di Bellini, invece la drammaticità gestuale e del chiaroscuro di Tintoretto e di Bassano anticipatori del manierismo. La pittura italiana del Cinque e Seicento è presente con pittori lombardi (Moretto da Brescia, Savoldo e Moroni di Bergamo), esempi che mostrano l'influenza di Venezia, in particolare di Tiziano, mentre il Seicento manierista italiano con Carracci, Scarsellino, Preti, Cairo, Guercino, Reni, Strozzi, Cortona, Giordano è messo a Turner, Riva degli Schiavoni
pagina 24 confronto con i grandi spagnoli e olandesi del Seicento, nei quali si trasferisce la grande lezione di Caravaggio (qui peraltro non rappresentato) con il primato della grande pittura europea. Il secolo d'oro degli spagnoli è rappresentato dal Greco, Velazquez, Ribera, Murillo e Zurbaran, che con le loro splendide opere testimoniano l'influenza di Tiziano e Caravaggio approdata in Spagna in opere di grande spiritualità e grandiosità di corte. Van Dyck, Gherardo delle Notti, Ter Brugghen e Vermeer rappresentano la grande stagione dei fiamminghi e degli olandesi del 600, anch'essi portatori della lezione degli italiani e di Caravaggio in particolare in composizioni luministiche superbe, come nel meraviglioso dipinto giovanile di Vermeer che preannuncia con le due donne accanto al Cristo l'intimismo luministico delle sue opere più celebri. Il Vermeer, Cristo in casa di Marta e di Maria Settecento è presente con Canaletto, Bellotto, Tiepolo, Guardi e gli inglesi del Settecento Hogarth e Reyolds, Wright of Derby, Gainsborough. Il confronto è con il vedutismo della memoria celebrativa di Canaletto e Bellotto con il naturalismo e il ritrattismo inglese. Gli inglesi continuano con il naturalismo di Constable, e il preimpressionismo di Turner nell'800, e poi i francesi Manet, Courbet e Millet, veristi impegnati fino a Degas, Sisley, Renoir, Van Gogh e Matisse, che mostrano l'evoluzione dal realismo all'impressionismo e al pre-espressionismo di Van Gogh e Matisse. Chiudono la rassegna con le loro opere affascinanti e rivoluzionarie di Kandinsky, Mondrian, Picasso, Bacon e De Stael, che sono sorprendentemente posti a confronto con Veronese, Tintoretto, Bassano. Insomma una sfida culturale e una ottima occasione di fare dei validi paragoni ed arricchire la propria conoscenza. El Greco, Frate Hortensio Paravicino Picasso, Ratto delle Sabine Tintoretto, Deposizione Kandisky, Lago
pagina 25 In omaggio alla città che ci ha ospitato: RIMINI Il territorio di Rimini ha una storia antichissima, che risale al paleolitico inferiore, cioè 800.000 anni fa, quando gli uomini primitivi scorticavano le prede con gli arnesi di selce. Frequenti furono gli scambi culturali e insediamenti di etruschi e umbri, fino all'arrivo di gallo-celti nel IV secolo a.C. . Con la battaglia di Sentino del 295, i Romani si aprirono la strada per la conquista della Gallia cisalpina e nel 268 fondarono Ariminum alla foce del Marecchia, allora Ariminus, e Rimini acquistò una grande importanza come nodo stradale fra le vie consolari Flaminia, Emilia e Popilia-Annia. Fu sempre fedele a Roma ed ebbe cittadinanza romana e notevole autonomia. Tutti conosciamo le celebri testimonianze lasciate da Roma con l'Arco di Augusto e il ponte di Tiberio, tuttora saldo e perfetto da 2000 anni (se fosse stato possibile avrei mandato Calatrava a scuola degli architetti romani). Il ponte, costruito su cinque arcate a tutto sesto, subì la distruzione di un'arcata da parte dei Goti in fuga sconfitti dal bizantino Narsete; l'arcata venne subito ricostruita ma, come si può notare, dati i tempi, l'arco non è perfetto ma leggermente ogivale. Il territorio subì appunto gravi devastazioni con le invasioni barbariche e la guerra gotica, l'invasione dei longobardi e infine dei Franchi, chiamati in Italia dal Papa, che ricevette da Pipino il Breve il territorio dell'Esarcato, Ravenna e Forlì, e della Pentapoli, cioè Rimini, Pesaro, Fano, Senigallia e Ancona, territorio che legittimamente apparteneva all'Impero Romano d'Oriente e che, aggiunto alla donazione di Sutri di Liutprando e alla falsa donazione di Costantino, fu fonte continua di rivendicazioni e grave impedimento all'unità dell'Italia fino a Porta Pia. Evidentemente i Franchi (i maggiordomi carolingi usurpatori del trono merovingio) avevano già il vizio di disporre arbitrariamente di roba non loro. Dopo la disgregazione dell'impero carolingio, Rimini fiorì come libero comune nel XII secolo, conteso, secondo l'italico stile, tra Guelfi e Ghibellini, fino a che Malatesta, guelfo, nel 1296 non mise fine alla contesa costituendosi in Signoria: il Mastin vecchio e 'l nuovo da Verucchio ricordati da Dante. Rimini ebbe una fioritura artistica nel XIII e XIV secolo con Giotto che ispirò la scuola pittorica riminese. Ora veniamo nel XV secolo al grande Sigismondo Malatesta, valoroso e spregiudicato capitano di ventura e grande mecenate, che ebbe nemici ovunque: circondato da stati concorrenti e invidiosi militò al soldo del Papa contro i Visconti, con Venezia contro Francesco Sforza e contro l'impero ottomano, con Firenze contro Alfonso d'Aragona che minacciava l'invasione della Toscana, poi contro il Papa Pio II Enea Silvio Piccolomini che pretendeva le terre dell'Esarcato e della Pentapoli, infine sconfitto dalle truppe pontificie al comando del Duca Federico da Montefeltro, suo eterno nemico, nella battaglia del Cesano a Pian della Marotta nel 1462. Da qui cominciò lo smembramento dello stato dei Malatesta che, morto Sigismondo, si concluse infine nel 1509 con l'annessione allo Stato pontificio che lo reclamava in base agli illegittimi precedenti storici. Sigismondo costruì il castello che perciò si chiama Sismondo, concepito da Sigismondo stesso come residenza del signore e fortezza munita di torrioni quadrangolari, fossati e doppia cinta muraria. E' probabile l'intervento di Brunelleschi nella concezione dell'opera, ma sono presenti anche influssi veneziani con
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