GIORNALE DEL ROTARY CLUB VENEZIA RIVIERA DEL BRENTA - DISTRETTO 2060 - ANNO XXVIII

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GIORNALE DEL ROTARY CLUB VENEZIA RIVIERA DEL BRENTA - DISTRETTO 2060 - ANNO XXVIII
MARZO 2012 - APRILE 2012                                                    ANNO XXVIII   N°4

                           GIORNALE DEL ROTARY CLUB

                VENEZIA RIVIERA DEL BRENTA – DISTRETTO 2060

                                 Dare et accipere sicut rotarum dentes
                                                      Gabriele D'Annunzio
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ROTARY CLUB VENEZIA RIVIERA DEL BRENTA

                                 CONSIGLIO DIRETTIVO

                                         Presidente              Luca Baldan
                                 Vice Presidente                 Rocco Majer
                                         Segretario              Gabrio Pellegrini
                            Segretario esecutivo                 Ivana Vianello
                                          Tesoriere              Adriano Bianco
                                           Prefetto              Moira Busato
                                     Consigliere                 Bruno Bellemo
                                     Consigliere                 Piero Bortoletti
                                     Consigliere                 Augusto Gabrielli
                                     Consigliere                 Stefano Siggia

                                 Past Presidente                 Renato Maria Cesca
                           Incoming Presidente                   Luca Passarella

                                              COMMISSIONI

         Ammissioni e Sviluppo dell’Effettivo                    Augusto Gabbrielli

             Programmi e Progetti di Servizio                    Piero Bortoletti

                             Rotary Foundation                   Stefano Siggia

        Immagine del Club e Comunicazione                        Bruno Bellemo

            ROTARY CLUB VENEZIA RIVIERA DEL BRENTA - Distretto 2060 -
             Villa Franceschi via Don Minzoni, 28 30034 Mira tel. +39 041 4266531
                            Presidente    Luca Baldan cell. +39 329 8614498 e-mail luca@abgassociati.it
    Vice Pres. - Redazione Bollettino     Rocco Majer cell. +39 337 492888 e-mail rocmajer@tin.it
                            Segretario    Gabrio Pellegrini cell. +39 335 807650 e-mail gapellegrini@libero.it
                  Segretario esecutivo    Ivana Vianello cell. +39 347 7102869 e-mail ivana-vianello@libero.it
     Prefetto - Redazione Bollettino      Moira Busato cell. +39 338 1045062 e-mail info@moirabusato.it

BOLLETTINO PERIODICO, STAMPATO A PADOVA, TIPOGRAFIA MODULI CONTINUI VIA NAVIGAZIONE INTERNA, 8
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                                        SOMMARIO

                              Premio Seriola          pagina 2
                                 di Ivana Vianello

                            Parliamo di etica         pagina 4
                                di Paolo Cavalletto

                     Da Julianicus a Zianigo          pagina 7
                              di Marina Roncoroni

                          L’Espressionismo            pagina 9
                                    di Rocco Majer

                        Nordest Interclub             pagina 13
              Venezia Capitale della cultura

               Protocollo Venice Marathon             pagina 14

                                 Salon du vin         pagina 18
                            di Renato Maria Cesca

                 Perini: La medicina cinese           pagina 20
                          di Mara Bevilacqua Cesca

                     Da Vermeer a Kandiskj            pagina 22
                                    di Rocco Majer

                                  Ca’ Edimar          pagina 28
                          di Mara Bevilacqua Cesca

                             Il Divisionismo          pagina 30
                                    di Rocco Majer

                               Mosé e l’Arca          pagina 32
                                di Claudio Barbiero

                                   Newsletter         pagina 35

                 AMICIZIA            PROFESSIONALITA’             ETICA
Fin dalla sua nascita il Rotary fu collocato al di fuori di ogni questione religiosa
e politica. l’etica nell’agire dei singoli fu ed è tuttora la pietra angolare del siste-
ma di relazioni interne ed esterne. I nuovi amici vengono trovati in base alla loro
attività per poter    “godere dell’amicizia con uomini di ogni professione,
                        allargando, in tal modo, il proprio orizzonte”
                                                                        (Paul Harris)
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            Premiazione La Seriola
                 Hinc Urbis Potus
                             Dolo, 5 febbraio 2012
Come spiega un pieghevole stampato dalla          inedito che iniziasse con l'incipit di un
locale Biblioteca Comunale, esiste a Dolo una     romanzo conosciuto.
testimonianza di grande significato storico e     Quest'anno la frase era: «Immaginiamo di
culturale: una bella iscrizione marmorea          essere seduti, voi ed io, in una stanza
seicentesca HINC URBIS POTUS nascosta             silenziosa affacciata su un giardino, a
dal chiosco del fruttivendolo in Via              parlare del più e del meno e a sorseggiare
Garibaldi. Essa indica che lì, da una             …», inizio del romanzo Memorie di una
deviazione del fiume Brenta, iniziava il rio      Geisha dello scrittore Arthur Golden.
Seriola, canale artificiale che riforniva         Presso il cinema Italia di Dolo, domenica
Venezia di acqua potabile.                        5 febbraio ha avuto luogo la premiazione
La Biblioteca Comunale diversi anni fa ha         dei vincitori delle varie sezioni in cui era
deciso di istituire un premio letterario          diviso il Premio.
chiamandolo LA SERIOLA-HINC URBIS                 La dott. Vanuzzo, Direttrice della
POTUS, come simbolo e obiettivo per               Biblioteca Comunale, ha aperto la
accrescere l'attenzione degli abitanti del        manifestazione presentando la
territorio attorno alla Biblioteca stessa, vera   Commissione giudicante alla quale, nelle
fonte di cultura.                                 due riunioni avvenute a metà dicembre e
Quest'anno il nostro club Rotary, per la          a fine gennaio, abbiamo partecipato
prima volta, è entrato a far parte della giuria   anche Alberta Vicari ed io. Quindi la dott.
di questo Premio Letterario giunto ormai alla     Vanuzzo ha invitato, uno per volta, i
sua XIII edizione affiancando il Comune di        membri della giuria a decretare e a
Dolo, la Provincia di Venezia e la Regione        premiare personalmente, con un pacco di
Veneto.                                           libri, i vincitori che sono stati tre ragazzi
Il concorso, come ogni anno, era riservato        provenienti rispettivamente dalla scuola
agli studenti delle scuole di ogni ordine e       elementare “Elsa Morante” di Oriago,
grado e agli adulti e per partecipare             dalla scuola media “Toti” di Musile di
bisognava inviare un breve racconto               Piave e dal liceo scientifico “Galilei” di
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Dolo, e due adulti provenienti da Borbiago      riportava la motivazione della nostra
e da Novara. Tutti i libri sono stati offerti   scelta, un bel libro illustrato sulla Riviera
dal Comune di Dolo, dalla Provincia di          del Brenta e le pubblicazioni riguardanti i
Venezia e dalla Regione Veneto.                 restauri eseguiti dal nostro Club negli anni
La Direttrice della Biblioteca ha poi dato la   scorsi. Prima di ogni singola premiazione,
parola al nostro presidente, arch. Luca         tutti i racconti erano stati letti dalla stessa
Baldan, che ha brevemente presentato il         dott. Vanuzzo e da una studentessa
nostro Club e illustrato gli scopi della        u n i v e r s i t a r i a d i Do l o , e n t r a mb e
nostra associazione, tanto famosa e diffusa     accompagnate da un appropr iato
nel mondo. Al termine del suo discorso,         sottofondo musicale.
Luca ha chiamato sul palco il prof.             Al termine della manifestazione è stato
Fiammello Cacco di Pianiga, ex preside di       presentato un volume in cui il Comune di
scuole medie della zona, di cui la Giuria       Dolo ha raccolto i testi vincitori delle
del Premio aveva segnalato il racconto          edizioni 2009 e 2010 che è stato dato poi in
“Ricordare per ricordarsi”, motivando tale      omaggio a tutti i partecipanti alla
scelta con la conformità dello scritto con      manifestazione.
l'etica e i programmi del Rotary. Al            Il caloroso applauso dei presenti ha accolto
vincitore sono stati consegnati una targa in    la salita sul palco di tutti i vincitori per la
argento, una pergamena che                      foto finale con tutti i membri della Giuria.
                                                                               Ivana Vianello

                           MOTIVAZIONE DEL PREMIO

   L'elaborato, di cui si apprezzano l'aderenza all'incipit e le buone capacità narrative
   e lessicali, tratta temi di valenza attuale. Come la realizzazione di vite familiari
   stabili e sicure, la forza interiore nel superare momenti difficili, il desiderio di
   fratelli che, arrivati alla pensione, si ritrovano per percorrere un altro tratto di
   strada, ricostruendo rapporti inventati e reinventando un nuovo futuro. A
   dimostrare che tutti abbiamo gli stessi problemi, le stesse aspirazioni, le stesse
   speranze: temi che sono consonanti con l'etica e i programmi del Rotary.
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                                        Parliamo di etica
                 con i rotariani della Riviera del Brenta
                                                                   9 Febbraio 2012

Perché si parla sempre di più di etica e perché ciò è importante

Il tema dell''etica' d'impresa riscuote interesse con ciclicità alterna, solitamente in controfase
rispetto a quelli economici: quando i mercati 'tirano' non c'è tempo e voglia di scontrarsi sulle
regole e sul loro rispetto.
Diversamente nei periodi di crisi, quando occorre contendersi il pane c'è rivolta verso coloro
che se lo guadagnano a danno degli altri.
Ecco che emergono i discorsi sulla legalità, sul merito, la furberia e lo scarico di responsabilità.
Questo è un periodo di quelli anche perché veniamo da un decennio ed oltre dove nel grande
gioco tra guardie e ladri, le parti si sono talmente confuse che non si riusciva più a capire chi
erano gli uni e chi gli altri.
Anche l'ingresso in Europa ha avuto il suo peso: l'atteggiamento nei confronti degli impegni
comunitari è sempre stato 'relativistico'…all'italiana, solo che avendo a che fare con tedeschi e
francesi abbiamo dovuto anche noi cambiare il modo di rapportarci.
Il colpo finale alla certezza che lo stellone della repubblica che vigila sui nostri destini di
nazione avrebbe continuato a salvarci, ce l'hanno dato i mercati che ci hanno sospinto fino
sull'orlo del baratro per farci capire che era giunto il momento di cominciare a fare le cose sul
serio.
Quando abbiamo capito che le regole servono a proteggere i più deboli solo perché, in quel
momento, i deboli eravamo noi, abbiamo cominciato ad invocarle per tutti: la finanza
internazionale libera come un cane sciolto pronto ad azzannarci non ci andava bene.
Speriamo che la lezione ci sia servita e sia definitiva: anche noi dovremmo diventare meno furbi
e più corretti e non tanto per un convincimento morale, ma per la semplice constatazione che è
quello che più ci conviene.
'Una volta corre il cane ed una volta la lepre'diceva un vecchio adagio, per significare che
qualche volta va bene a te e qualche volta a qualcun altro per cui, se non sempre abbiamo il
coltello dalla parte del manico per quella volta che ce l'hanno gli altri …conviene che ci sia una
regola per cui non possano scannarci.
Di recente il Presidente Napolitano ha detto: 'La coesione sociale è un bene prezioso e va intesa
come ogni sforzo per evitare che diventino dirompenti i conflitti tra interessi diversi'. In una
parola, la coesione è un principio di civiltà quello stesso principio su cui si fonda lo stato di
diritto e che ci impedisce di tornare ai tempi dell'HOMO OMINI LUPUS.
Nei conflitti tra nazioni, tra popoli, tra generazioni, nella competizione tra imprese dobbiamo
avere riferimenti e valori che ci diano stabilità e siano affidabili nel lungo periodo per evitare
ondeggiamenti e pericolose derive.
I valori principali devono essere sempre alla base degli statuti, delle leggi e dei regolamenti. Il
sistema valoriale muta nel tempo e nello spazio, ma è importante averne uno e che sia il più
stabile possibile e condiviso.
Quindi, quando parliamo di etica a cosa ci riferiamo?
Ci riferiamo a tre precetti:
1.       agisci in modo che tu possa volere che la giustizia divenga la regola universale,
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2.       agisci in modo da trattare l'uomo come fine, non mai solo come mezzo,
3.       agisci in modo che l'onestà possa costituire il principio universale.

L'etica in economia

Già ho detto della convenienza ad essere etici nei comportamenti e questo vale per gli individui
ed anche per le organizzazioni. Se non si vuole solo essere sul mercato, ma continuare ad
esserci, dobbiamo porci tutta una serie di domande che poi devono riflettersi in azioni e
comportamenti.
Dobbiamo pagare i lavoratori, versare i contributi, pagare le tasse, rispettare protocolli di
qualità per corrispondere alle attese dei nostri clienti e così via.
Fare tutto ciò e pretendere che lo facciano anche gli altri in modo che la competizione sia alla
pari e decisa solo in base al merito.
Torniamo sul tema lavoro ch'è di grande attualità per il confronto che c'è a livello nazionale ed
anche perché è un terreno dove tutti noi possiamo aver maturato la nostra esperienza. Io credo
“che il lavoro di qualità sia un lavoro regolare, emerso, un lavoro disciplinato da leggi e contratti
e, quindi, che non è preda di sfruttamento, di abusi e di ricatti. Un lavoro liberamente scelto,
liberamente condiviso; un lavoro che dia motivazione, realizzi l'individuo. Un lavoro che
concili il grande aspetto della vita umana che è il lavoro con gli altri aspetti ugualmente
importanti: la vita familiare, la vita personale, l'esperienza religiosa e aggiungiamo la vita….un
lavoro che consenta all'uomo, alla donna, di realizzare pienamente la sua personalità”.
Questo non l'ho detto io ma Marco Biagi che voi tutti ricorderete.
Senza un lavoro regolare si rischia di dare alle famiglie il pane avvelenato di un lavoro nero,
nascosto, invisibile, dove l'abuso fa premio sul diritto, il guadagno sulla giustizia, l'egoismo
sulla solidarietà. Il vero successo di una attività è il giusto equilibrio tra ragioni del profitto e le
ragioni delle persone che partecipano ai risultati. Non riconoscere i diritti ai lavoratori,
sfalsando la verità, è rubare. Il lavoro nero è un furto: significa rubare la libertà e la dignità del
lavoratore, della sua famiglia, dei suoi figli e alla società.
La sana imprenditorialità deve rappresentare un motivo d'orgoglio per l'intero paese. Badate!
Avere queste convinzioni significa anche battersi per difendere con altrettanto vigore anche i
nostri diritti di imprenditore e – sul piano collettivo – affinché tutte le imprese si comportino
così. Se io concorro ad un appalto ed un mio collega lo vince utilizzando sistemi impropri, io
ho – prima di tutto per me stesso e, poi, anche in nome dei lavoratori che lavorano per me e che
io voglio continuare a pagare e pagare regolarmente – dicevo, io ho il diritto anzi, il dovere di
scagliarmi contro chi non fa rispettare la legge o cerca di aggirarla.
Ma il lavoro non è il solo terreno su cui misurare l'eticità delle nostre azioni. Parlavo prima di
rapporti corretti con i clienti, quello che la moderna organizzazione dell'impresa ha tradotto in
certificazione di qualità.
Lo stesso dicasi per gli impatti ambientali che da vincoli si stanno trasformando – nel volgere di
pochi anni – in opportunità.
Ormai il rispetto per l'ambiente è diventato un valore molto diffuso e preteso dai consumatori.
Ecco che allora si è iniziata la gara a chi è più verde e sono diventate buone pratiche quelle del
risparmio energetico, quella del trattamento dei rifiuti, del riciclo o del riuso.
Ora ci sono marchi internazionali che vanno di gran moda verso i giovani che utilizzano
materie prime secondarie ovvero….quello che per altri sarebbero rifiuti.
La FREITAG (Svizzera) fabbrica (e vende a caro prezzo) borse ed accessori fatti con teloni da
camion usati, copertoni di bicicletta e cinture di sicurezza recuperate dalla demolizione.
Rispettare l'ambiente è diventato un comportamento etico e …ben remunerato. Perché l'etica
non è la soluzione di tutti i mali, e non ripaga subito, ma nel lungo periodo. Il problema
principale è che se ne parla troppo e si applica poco, ma l'etica non è una teoria! Ma vivere
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 secondo principi fondamentali basati sui diritti degli uomini (è pane che si mangia).
Faccio un altro esempio. Alla base della fluidità delle relazioni anche nel mondo degli affari c'è
il rapporto fiduciario: se io so che l'altro ha i miei stessi principi e adotta le stesse regole, posso
fidarmi di fare affari con lui. Questo era molto più facile quando i rapporti tra imprese erano
anche rapporti personali e le organizzazioni non erano grandi come lo sono ora e distanti tra
loro. La globalizzazione e l'internazionalizzazione, rende più complicato stabilire legami
fiduciari e le necessarie cautele che si prendono quando ci sono capitali di mezzo, rallentano le
relazioni assorbendo tempo e risorse: sono costi! Si dice che il successo dei distretti industriali
sia in gran parte da addebitarsi proprio al fatto che le relazioni tra imprenditori di una stessa
filiera e di uno stesso territorio fossero facilitate per le uguali consuetudini, per la conoscenza
reciproca, per la minaccia rappresentata dalla necessità di mantenere una buona reputazione
sociale in un contesto dove tutti sanno di tutti. Nel mondo, prima della globalizzazione tutto
era sicuramente più semplice e ripristinare quei valori e quello che cercano di fare con le
'certificazioni'. La certificazione, sostituisce il rapporto fiduciario tra chi non si conosce non ha
tempo e modi di svilupparlo spontaneamente, il risultato però non è sempre soddisfacente,
difficilmente le certificazioni riescono a sostituire il rapporto fiduciario che si basa sulla
condivisione di valori etici e norme di comportamento. Il merito non deve essere
esclusivamente misurato alla stregua dell'utile, vanno premiati coloro che rispettano le regole
sopportano costi e sforzi per rimanere nel giusto e nel contempo, essere competitivi.
La crisi che viviamo è figlia di un opportunismo folle oggi si deve guadagnare ad ogni costo,
con qualsiasi metodo, e subito. Le imprese sane progettano a lungo termine rispettano le regole
faticano a sopravvivere ma soprattutto sono fuori moda.
Diceva il dott. Carlo Nordio, in Italia ci sono troppe regole e leggi, spesso ignorate dagli stessi
magistrati; occorre distinguere tra legalità ed etica: se la legalità corrisponde al rispetto delle
leggi, l'etica e la conseguenza con la nostra stessa personalità e non è sottoposta ad alcuna
imposizione esterna.
Come suggerisce un amico il verbo fare andrebbe sostituito con il verbo agire; agire è
conseguenza del modo di essere.
                                                                                         Paolo Cavalletto

Giuseppe Di Giovanni, nella serata del 9 febbraio, è diventato socio del nostro club.
Benvenuto nel Rotary Club Riviera del Brenta!

                                                             Carabiniere in congedo, organizzatore
                                                             di attività finalizzate a scopi umanitari,
                                                             fondatore e presidente
                                                             dell'associazione Spinea History Cars,
                                                             attualmente occupato con
                                                             l'associazione alla raccolta di
                                                             medicinali per i campi profughi siriani
                                                             in Turchia e materiali di prima
                                                             necessità per i villaggi del Sahara,
                                                             organizzatore di mostre a scopo
                                                             benefico (Il genio di Leonardo a Villa
                                                             Farsetti di Santa Maria di Sala),
                                                             a t tu a l me nt e è i m p re nd i t o re e
                                                             consulente di Studio legale avv. Zanon.
GIORNALE DEL ROTARY CLUB VENEZIA RIVIERA DEL BRENTA - DISTRETTO 2060 - ANNO XXVIII
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    DA JULIANICUS
            A ZIANIGO
             16 Febbraio 2012

Giovedì 16 febbraio in Villa
Franceschi si è tenuta la
presentazione del libro “Da
Julianicus a Zianigo” alla
presenza dei cinque autori del
testo stesso.

Il primo a prendere la parola è stato il         Stigliano e Mirano. Detto territorio si è così
parroco di Zianigo, Don Ruggero, colui il        trasformato nel corso dei millenni, ad opera
quale, appassionato di storia e di               delle inondazioni del fiume Muson e dei
tradizione, ha partorito l'idea di scrivere      conseguenti depositi di materiale.
questo libro piccolo ma prezioso sulla           In queste terre così ricche di acqua si
storia e la vita di Zianigo. Ci racconta come    instaurarono i primi paleoveneti, quindi i
sia riuscito a trovare tra i suoi parrocchiani   primi villaggi fortificati circondati dalle
quattro talenti nascosti, quattro ricercatori,   motte (grandi tumoli di terra), chiamati
dal cui lavoro individuale e collettivo          castellieri , per giungere fino alla
durato circa due anni è poi nato questo libro    centuriazione romana.
che racconta le radici di un piccolo paese
alle porte di Mirano attraverso lo studio del      Il terzo autore del libro, Giovanni
suo territorio, dei suoi corsi d'acqua, delle    Bertolini, ci parla della “romanità” e delle
sue motte. È una storia, quella di Zianigo,      origini romane della Pieve di Zianigo e del
che si intreccia con quella molto più            suo territorio. Coppi, cippi, tegoloni,
complessa di quella parte di Veneto              monete, anfore e altri reperti trovati in
compresa tra Padova, Treviso e Venezia:          queste terre ne sono la testimonianza ma la
ecco perché Don Ruggero si augura che,           prova più evidente e tangibile è la presenza
non solo la gente della sua Pieve possa          del celebre graticolato romano, giunto
ritrovare in questo scritto la sua storia,       intatto ai giorni nostri grazie
fondamento del suo vivere, ma anche altri        all'inclinazione dei decumani, inclinazione
lettori che di questo angolo di Veneto fanno     tale da seguire le linee di massima
parte: il nostro passato può illuminare il       pendenza del terreno, favorendo così lo
nostro presente e dare speranza al nostro        scolo delle acque e quindi l'integrità delle
futuro, come diceva Cicerone, “historia          opere ivi eseguite.
magistra vitae”.                                 Il graticolato romano non è altro che la
                                                 risultante della suddivisione del territorio
La parola passa poi a Gianni Garavello che       in appezzamenti regolari denominati
espone a grandi linee l'argomento da lui         “centuriae” che erano assegnati ai veterani
trattato ossia la geografia del territorio       di guerra.
dell'antica Pieve di Zianigo, che                Attraverso delle misurazioni venivano
originariamente occupava tutta l'area            tracciati i “ limites” delle centuriae ossia
racchiusa dall'ansa del fiume Muson tra          una serie di cardini e decumani paralleli tra
GIORNALE DEL ROTARY CLUB VENEZIA RIVIERA DEL BRENTA - DISTRETTO 2060 - ANNO XXVIII
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                                                 divenne l'Abbazia di San Gregorio.
                                                Da allora cominciò la decadenza del
                                                monastero in terraferma, i cui territori
                                                furono ancora oggetto delle mire
                                                espansionistiche dei vari potentati di
                                                Padova, Treviso e Venezia.
                                                Il libro affronta anche il non trascurabile
                                                patrimonio artistico del territorio, ed è la
                                                Prof.ssa Giulia Reitani, grande estimatrice
                                                e appassionata dei Tiepolo,che ha curato
                                                questo tema. Suo è lo studio sulle ville, gli
                                                oratori e la Pieve di Zianigo .
                                                Nella sua presentazione ci ha parlato della
                                                Pieve di Zianigo in quanto dedicata alla
                                                Natività di Maria e le cui origini sono
                                                antichissime. Ci ha descritto le opere
                                                pi t t or i ch e p re se nt i ne l l a c hi es a,
                                                soffermandosi in particolare sull'affresco
                                                del soffitto di Giandomenico Tiepolo,
                                                ultimo impegnativo lavoro dell'artista
loro e perpendicolari gli uni rispetto agli     ormai settantaduenne che raffigura
altri.                                          “L'esaltazione della nascita della Vergine”.
                                                Ci ha narrato la storia della famiglia
La parte storica, nel libro è ampiamente        Tiepolo e della loro villa di Zianigo che
trattata dal Prof. Giancarlo Boccotti.          contiene alcuni affreschi di Giandomenico:
Egli nella sua presentazione ha illustrato le   “Nobili in villa”, “Satiri e centauri”, “I
vicende del Monastero di Sant'Ilario            pulcinella”. Ne avrebbe parlato ancora a
nell'isola di San Servolo a Venezia, proprio    lungo se ne avesse avuto il tempo e noi
per dimostrare come la storia di Zianigo, o     l'avremmo piacevolmente ascoltata, ma la
più precisamente di quella sua parte di         serata volgeva ormai alla fine.
territorio che per lungo tempo fu
denominata “Ceresaria”, s'intrecci dal IX al    E' con grande piacere che ho promosso la
XIV secolo con quella di questo monastero       presentazione di questo libro in una delle
eretto tra il '700 e l'800 dai monaci           serate rotariane, non solo l'indubbio valore
benedettini e conosciuto anche con il nome      del testo, ma anche perché sono
di “Crispolino”.                                affettivamente legata a questo piccolo
La giurisdizione della Ceresaria era            paese che mi ha accolta, giovane
affidata ad un decano che era nominato ed       farmacista, e mi è stato al fianco lungo tutte
agiva sotto l'arbitrio del monastero di         le vicende tristi e gioiose che hanno
Sant'Ilario. I monaci infatti avevano avuto     accompagnato la mia vita.
in beneficio dagli imperatori del Sacro
Romano Impero( a partire da Carlo Magno)                                  Marina Roncoroni
un'ampia fascia della terraferma che si
estendeva nella Val d'Agredo (Valle del
Brenta) e che comprendeva la Ceresaria e il
Pladano.
Dalla metà del XII secolo i monaci
iniziarono a trasferire la loro sede da
Sant'Ilario a Venezia in quella che poi
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                                                     L'ESPRESSIONISMO
                                       Villa Manin di Passariano, 25 febbraio 2012

La mostra allestita nella villa Manin
di Passariano illustra attraverso le
opere degli artisti tedeschi del primo
novecento la nascita e lo sviluppo del
movimento artistico noto sotto il
nome di espressionismo.
La visita è stata commentata da una
graziosa signorina che ci ha
accompagnato durante la visione
delle opere dandoci diligentemente
notizie sugli artisti e i singoli dipinti.
Tuttavia, parlando giorni addietro
con Augusto e Gabrio, osservavamo
c he i l c ara tt ere ch e an ima
l'espressionismo è così specifico e
univoco da rendere quasi superfluo il
commento sul singolo artista,
mentre è utile piuttosto chiarirsi le
idee sul significato del movimento
nel suo complesso.
                                                                      Kirchner, Marcella
Allora provo a tracciare uno schema
storico della formazione                      per la presenza di un'opera
dell'espressionismo, e fare qualche           neoclassica al centro della sala dei
considerazione sul suo significato,           Fauves) e contemporaneamente in
presente in tutte le opere, e per far         Germania (con Die Brücke, cioè il
questo seguo il metodo di risalire alle       Ponte), dove trova il terreno più
fonti e conoscere il contesto storico         fertile per esprimere il suo carattere
perché è spesso in questi che si              più peculiare che lo renderà
rivela il significato profondo delle          inconfondibile nella storia dell'arte
cose.                                         moderna, il terreno della Germania
Il movimento dell'espressionismo              guglielmina, rappresentata da una
inteso in senso lato, nasce nei primi         casta militare insensibile e ottusa
anni del novecento e continua fino            (quella icasticamente simboleggiata
agli anni '30, sotto nomi diversi,            dall'elmo chiodato) e da una
particolarmente in Francia come               borghesia egoista e ipocrita, e più
evoluzione dell'impressionismo (con           tardi nel periodo della prima guerra
i Fauves nel 1905, cioè le belve, così        mondiale, vissuta prima dagli artisti
denominati da una miope critica               espressionisti come un'opportunità
s ca nd ali zza ta , c he g rid ava           di cambiamento radicale e di
“Donatello nella gabbia delle belve”          liberazione, poi invece conosciuta
                                              come portatrice di immani lutti e
                                              sofferenze, tanto che alcuni
                                              abbandonarono la pittura, fino alla
                                              follia e al suicidio, e poi ancora nella
                                              Germania sconfitta di Weimar,
                                              duramente e stoltamente punita da
                                              francesi e inglesi, quando gli artisti
                                              modificarono il loro atteggiamento
                    Nolde, Quattro maschere   seguendo piuttosto una vena
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sarcastica e corrosiva (pensiamo a            l'orizzonte dell'arte verso la grande
Grosz), fino a che il nazismo non             novità dell'espressionismo astratto.
mise una pietra tombale su questa             Ora, per spiegarci bene l'origine del
forma d'arte, definendola arte                fenomeno espressionista, diamo uno
degenerata. Si può già capire da              sguardo alle vicende della pittura
questi pochi elementi che                     europea nell'ottocento. La pittura
l'espressionismo per le sue vicende           europea nel XIX secolo era giunta
storiche è un paradigma di                    quasi al capolinea col verismo
sofferenza e di protesta.                     accademico, risultato di un lungo
Cito un pensiero di Malraux sull'arte:        secolare perfezionamento tecnico
“Ogni forma d'arte è una rivolta              nella rappresentazione della realtà,
contro il destino umano”.                     quando, con una svolta decisiva,
E' un pensiero che coglie il senso            l'impressionismo, opponendosi al
intimo dell'espressionismo.                   verismo accademico, affermò un
Le opere in mostra sono tutte                 diverso modo di porsi di fronte al
provenienti dal Brücke Museum di              vero. Con l'impressionismo l'oggetto
Berlino, per cui abbiamo avuto modo           reale rappresentato nel momento
di ripercorrere la formazione                 dell'osservazione suscitava
dell'espressionismo tedesco, che              nell'artista (il grande occhio)
nasce a Dresda       (Die Brücke, Il          emozioni visive che egli traduceva in
Ponte 1905) dagli studenti di                 vibrazioni cromatiche e luministiche,
architettura Bleyl, Heckel, Kirchner e        superando così il significato letterale
Schmidt-Rottluff cui si aggiunse              dell' o ggett o rappres ent ato e
Nolde nella prima esposizione del             mettendo invece in primo piano
1906, movimento sviluppato poi a              come scopo della sua opera non più
Berlino (con la rivista Der Sturm,            la descrizione del soggetto, ma
1910), poi a Monaco (con il gruppo            l'emozione visiva che tale soggetto
Der Blaue Reiter, 1911) con Marc,             av e va s u s c i t a t o n e l l' a r t i s t a ,
Klee e Kandinskij, che aprì                   compiendo così un passo verso il
                                              superamento della realtà oggettiva.
                                              Facile ricordare, per fare un
                                              esempio, come Monet non
                                              intendesse fare una descrizione
                                              architettonica delle sue cattedrali di
                                              Rouen, ma trasmettere l'emozione
                                              visiva colta nei diversi momenti di
                                              luce diurna o crepuscolare. Questo
                                              effetto era ottenuto dall'artista che si
                                              poneva come soggetto passivo di
                                              front e al vero osservato in
                                              quell'istante, per cui il risultato era il
                                              prodotto di un influsso dall'esterno
                                              verso l'interno, cioè era la realtà
                                              oggettiva a imprimersi nella
                                              coscienza soggettiva dell'artista e a
                                              suscitargli un'emozione visiva.
                                              L'esperienza impressionista aprì il
                                              campo alla libera manifestazione di
                 Rottluff, Donna pensierosa   un'emozione aldilà della semplice
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descrizione dell'oggetto reale. La
lezione degli impressionisti ebbe
seguiti importanti in artisti che
colsero la libertà espressiva,
r i b a l t a n d o p e r ò i l ra p p o r t o
realtà/artista. Essi non ricevono
dalla realtà un impulso, ma sono essi
stessi portatori di un sentimento o di
u n co n ce tt o c he im pri mon o
sull'oggetto rappresentato. E' un
processo inverso che mette in primo
piano l'artista con il suo libero
sentire. Da qui nascono le due
correnti estetiche del simbolismo e
dell'espressionismo. Ma mentre il                                          Nolde, Derisione
simbolista crea un'immagine reale                rispettivamente. Gauguin, creatore
spesso apparentemente verista                    di una umanità primitiva, alla ricerca
nella quale cela un concetto più alto            della ragione dell'esistenza, simbolo
e universale di cui l'immagine è                 dell'aspirazione a riconquistare una
simbolo, l'espressionista imprime                perduta età felice; Van Gogh, carico
nella realtà che rappresenta il segno            di una sofferenza esistenziale,
del suo sentimento, spesso un                    autore di immagini reali,
dolore o un dramma esistenziale che              espressione della sua personale
esprime con la deformazione della                c o me d el l' u ma n a s o f f er en z a
figura, l'uso di segni marcati e                 mediata attraverso il segno contorto
spezzati, il rifiuto delle regole                e i colori aspri e taglienti dei suoi
                                                 dipinti. I Fauves francesi (Matisse,
                                                 Derain, Rouault, Vlaminck), nel
                                                 solco dell'espressionismo francse,
                                                 adottano questa estetica carica di
                                                 significato ma approdano ad un
                                                 decorativismo tutto sommato
                                                 ancora in armonia con il mondo che li
                                                 circonda (non dimentichiamo che
                                                 era la Francia della Belle Epoque),
                                                 mentre gli artisti del Brücke, vissuti
                                                 nell'ambiente ottuso e ipocrita della
                                                 società tedesca contemporanea,
                                                 impugnano l'arma di una denuncia, e
                                                 per far ciò riprendono la vecchia
                        Heckel, Mare del Nord
                                                 concezione romantica tedesca del
prospettiche e del chiaroscuro                   ruolo dell'arte come simbolo di lotta
mediante piani di colori piatti puri e           della vita, (tanto è vero che il
stridenti, equivalenza del rifiuto               movimento il Ponte si chiamava così
delle regole imposte da una società              per esprimere un collegamento
ingiusta e oppressiva. Pensiamo a                ideale tra la cultura romantica e i
Gauguin e Van Gogh come i                        nuovi fermenti dell'arte), ma, a
precursori, del simbolismo e                     differenza del romanticismo che
d e l l ' e s p r e s s i o n i s m o            esternava il suo sentimento nella
pagina 12

descrizione verista della
composizione, l'espressionista
tedesco la deforma e la tormenta per
estrarne il significato dolente
dell'esistenza e il senso della
protesta. E' quindi proprio in questa
drammatica manipolazione della
realtà che si concentra tutto il
significato del messaggio
espressionista. Detto questo credo
di aver detto qualcosa di utile in
generale alla comprensione del
fenomeno espressionismo, perché
ripercorrendo con la memoria le
opere che abbiamo visto, dopo le
p r i m e      e s p e r i e n z e
postimpressioniste, tutte mostrano
nella deformazione della figura, nelle
linee spezzate, nei contorni marcati,
nei colori violenti, il senso di una
sofferenza, o di una denuncia, o
addirittura di una rivolta, come
diceva Malraux. A ben vedere, e per
concludere, le cose dette sono
schematizzazioni storiche, non
vorrei esagerare ma secondo il mio                             Pechstein, Peschereccio
personale modo di vedere
l'espressionismo inteso come forma       prospettiche senza tempo del
principe di espressione artistica è      Rinascimento italiano, pensiamo alla
esistito più o meno latente fin dal      Madonna del Parto o il Cristo
momento in cui nell'uomo è entrata       trionfante emergente dal Sepolcro di
la coscienza di un paradiso perduto.     Piero, o anche nei primitivi e nelle
E intendo per espressione artistica la   sculture di Wiligelmo, in un mosaico
volontà dell'artista di dominare e       bizantino, nei canoni perfetti di una
piegare la realtà ai propri sentimenti   bellezza soprannaturale di una
e rappresentarla in modo                 s t a t u a gr e c a , n ei br o n z e t t i
soggettivo, tanto da poter dire che è    paleoveneti, addirittura nei graffiti
proprio nella capacità                   della Val Camonica e nelle pitture
dell'alterazione soggettiva della        rupestri. Scrive Malraux:
realtà (calcolata, cosciente o           “Espressionismo e impressionismo
spontanea), intesa in senso fisico e     sca tur i va no d a uno st esso
materiale, la misura dell'intensità e    movimento profondo… Tutto ciò che
del valore dell'espressione artistica.   si propone di essere espressione
Avvisaglie di espressionismo, così       diretta dell'uomo e delle cose
inteso, le possiamo trovare andando      (accettata, o anche scelta, come
indietro nel tempo, nel Greco, in        mezzo di espressione del pittore) è
Goya, in Grünewald, nel Dürer, in        nato col primo sorriso della Grecia e
Cranach, nelle sfrenate fantasie del     della Cina, e appartiene all'uomo”).
barocco, nelle irreali costruzioni                                     Rocco Majer
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    VENEZIA CAPITALE EUROPEA DELLA CULTURA 2019
                           Interclub RC Venezia Mestre Torre – RC Venezia Riviera del Brenta
                                                                              1 marzo 2012

Nella serata interclub con Mestre Torre, il Dott. Filiberto Zovico, direttore marketing e
comunicazione della Marsilio Editori e ideatore e fondatore del Festival Città Impresa, ci
parla del progetto che ha lanciato nel 2009: Venezia Capitale europea della cultura 2019, un
progetto che si propone di rilanciare nel mondo l'immagine di Venezia e di tutto il NordEst
                                                       come motore non solo economico,
                                                       ma culturale. Il progetto non intende
                                                       sol o di ffondere nel m ondo
                                                       l'eccellenza della storia, dell'arte e
                                                       delle tradizioni di Venezia, ma
                                                       anche dovrà essere una sfida per
                                                       mostrare al mondo la capacità di
                                                       integrazione di un territorio
                                                       complesso e vario come quello di
                                                       cui Venezia è la storica capitale: dal
                                                       mare ai monti, dalle lagune ai laghi,
                        Hotel Russott, 1 marzo 2012    dalle pianure alle colline.
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                                              Protocollo Venice Marathon
                                                               9 Marzo 2012
                a
Conclusa la 26 Maratona di Venezia, di cui
abbiamo dato notizia nei numeri 2 e 3 del
Giornale, che, con la partecipazione di alcuni
concorrenti sotto le insegne del Rotary, ha
consentito di devolvere un consistente contributo
alla Fondazione Rotary per la Campagna Polio
Plus (4300 €), registriamo
con so dd is faz ion e l a
risposta di apprezzamento
della Fondazione Rotary
accompagnata dalle
congratulazioni per il
nostro Presidente Luca da
parte del Governatore
Bruno Maraschin e del
Governatore Eletto
Alessandro Perolo.
Ma quel che più conta, il
potenziale successo che
q u e s t a n o s t r a
collaborazione con la
Maratona di Venezia può
avere in futuro nel
sostegno delle nostre
iniziative di service ha
indotto il nostro Club a
r i n n o v a r e c o n
l 'As s oc i az i on e Ve n i c e
Marathon un protocollo di
intesa anche per
quest'anno, in ciò
sostenuto dal Governatore
Eletto Alessandro Perolo.
Diamo di seguito notizia dell'intesa, firmata nella
sede di Venice Marathon a Marghera il 9 marzo
2012 tra il Governatore Eletto Alessandro Perolo,
il nostro Presidente Luca Baldan e il Presidente di
Venice Marathon PHF Piero Rosa Salva.
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                                               EVREUX, CHARTRES E PARIGI:
                                                      MISSIONE COMPIUTA
                                                                                      Salon du vin

Anche quest'anno non abbiamo voluto mancare la visita, in delegazione, agli amici del R.C.
Evreux Beffroi, in occasione del SALON DU VIN da loro organizzato, al fine di raccogliere
fondi da destinare all'Ospedale de la Mussse, per le cure palliative.

Pertanto venerdì 2 marzo Augusto, Adriano, Ivana, Marina con la sorella Irma e il sottoscritto
con Mara, si sono imbarcati sul volo Venezia-Parigi dell'Air France: a Parigi infatti abbiamo
fatto base per questa nostra spedizione, perché, come è noto, Parigi è sempre Parigi.
Dopo aver passeggiato nel cuore della Ville Lumiére tutto il pomeriggio, la sera ci siamo
concessi una pausa di ristoro in un ristorante il cui nome dice tutto:l'Escargot di Rue
Montorgueil, dove cucinano rane e lumache con rara maestria.

Sabato 3, abbiamo lasciato Parigi verso Chartres, prima tappa della nostra escursione fuori
città, dove abbiamo visitato la spettacolare Cattedrale di Notre-Dame, esempio perfetto di
architettura gotica del XIII secolo. In particolare sono davvero di una bellezza stupefacente le
vetrate e i rosoni, originali e riconoscibili per l'inimitabile “blu di Chartres”.
Il pomeriggio, a bordo del nostro pulmino, abbiamo fatto rotta verso Evreux dove, dopo una
passeggiata nell'ormai familiare centro città, abbiamo poi raggiunto il Palazzo delle
Esposizioni dove ha luogo il Salon du Vin, giunto alla IV edizione.
Trentacinque i viticultori presenti, e oltre duecento i vini in mostra, che gli espositori erano ben
felici di fare assaggiare …abbondantemente.

Come il solito, più che cordiale l'accoglienza degli amici rotariani, in particolare Pierre, Bruno,
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Didier, Michel e molti altri di cui non ricordo il nome, a causa dei ripetuti assaggi! Abbiamo
posto con loro, in particolare con il Presidente 2012/2013 Bruno Baixe, le basi per la visita che
renderanno al nostro Club nel prossimo autunno.
La piacevole serata ha avuto degna conclusione con la cena allestita all'interno del Salon,
semplice ma non per questo meno gradevole e allegra: ogni tavolo era presieduto da un
viticulteur che ha offerto in degustazione i propri vini.

La mattina di domenica è stata dedicata ad un ampio tour per Parigi, approfittando del traffico
davvero scarso, che ci ha permesso di passare con facilità dagli Champs Elysées al Bois de
Boulogne, dal Quartiere Latino alla Tomba di Napoleone, per arrivare poi a Notre-Dame per
assistere alla Santa Messa.
A seguire, come è ormai tradizione dei nostri viaggi a Parigi, pranzo da Procope, uno dei
ristoranti più antichi della città a due passi da St-Germain-des-Prés.
Una passeggiata attraverso Place de la Concorde e Rue de Rivoli ci ha consentito di ammirare
ancora le bellezze di Parigi, e di digerire il lauto pranzo, prima di dirigerci verso l'aeroporto per
il rientro in Italia.

All'anno prossimo, amici francesi e arrivederci Parigi !

                                                                              Renato Maria Cesca
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                                                                      Il Pianeta Cina
                                                                e la medicina cinese

La prima immagine riguarda il planisfero del Paese (una grande gallina) e il simbolo del Dao,
così fondamentale nella struttura mentale e culturale dei cinesi, in quanto rappresentante della
duplicità nell'unità in continua evoluzione simboleggiante la vita (maschile/femminile,
caldo/freddo, Yin eYang) in una visione che può ricordare il “ panta rei” del greco Eraclito.
In rapida e affascinante successione ci mostra suoi acquerelli con punti caratteristici di varie
località e quasi tutti sottolineano la contestualità di edifici tradizionali con la più avveniristica
architettura moderna. Vediamo Shangai, Pechino, col tempio del Cielo, a 3 km. dalla città
proibita, meta all'inizio dell'autunno di un tradizionale pellegrinaggio dell'Imperatore con tutto
il suo seguito a simboleggiare la riunione del cielo con la terra. Come noto, i Cinesi ritenevano
la loro terra il centro del mondo e l'ospite richiama il divertente aneddoto per cui anche il
famoso gesuita Matteo Ricci si convinse a ridisegnare la mappa del mondo assecondando la
credenza e, a proposito della tolleranza religiosa del paese attuale, informa di avere visitato il
cimitero gesuitico di Pechino (con la lapide del Ricci scritta parzialmente in latino) nonché
dell'esistenza in varie città di templi di numerosi culti, quali moschee, sinagoghe, chiese
cristiane; il dottor Perin ha riscontrato nel corso dei suoi numerosi viaggi una grande, pregnante
e forse sorprendente spiritualità nel popolo cinese. Altre foto ritraggono Tianjin, di fonte alla
Corea, tipica città tradizionale fusa sincreticamente con gli stili più diversi oltre al cinese
antico, con moderne torri, un campanile di tipo tirolese che domina un ponte costruito dai
francesi, un quartiere italiano e una vita notturna vivacissima, caratteristica questa della Cina
moderna, con notti che trasformano completamente la vita cittadina e una profusione di luci
colorate che possono richiamare un grande parco di divertimenti come Gardaland. Tale
dicotomia tra la vita diurna e la notte si riflette anche nel piano sociale, con una grande e
crescente divaricazione tra classi. Altre foto di Shangai: pagode bellissime, il lago Hang-zon
molto poetico col sole al tramonto, Tong-hi, piccola Venezia visitata anche da Marco Polo con
le magnifiche lanterne tradizionali. Shangai, alla foce dello YanTse, fiume Giallo di 6.600 km.,
città di 16 milioni di abitanti, mostra un municipio modernissimo e, a contrasto, migliaia di
aquiloni, strumenti di uno sport amatissimo. Nel Giardino dei Martiri si può avere l'idea
dell'evoluzione storica dei tragici avvenimenti del secolo scorso, dopo la proclamazione della
repubblica nel 1911, della spietata occupazione giapponese, delle guerre fratricide, della
grande rivoluzione e del fatto che nel 1949 Mao si trova con una Cina, allora di 400 milioni di
persone, totalmente privata di classe professionale e intellettuale (tra cui ovviamente i medici)
scappata con Ciang Kai-Shek nell'isola di Formosa.
pagina 21

La Cina moderna presenta ora architetture ardite, ponti meravigliosi, stazioni avveniristiche
con treni superveloci che raggiungono il 320 km orari. Vediamo foto notturne di Tianjin con
una ruota illuminata che ricorda l'Eye of London e poi il magnifico esercito di terracotta di
Xi'an, notissimo anche da noi, risalente all'imperatore Qin Shihhuang, l'unificatore della Cina
con moneta, sistema metrico e altro. Il museo, ora bilingue cinese/inglese, presenta oltre ai
soldati di terracotta, importanti opere di bronzo, oro, ceramica, osso, una raccolta di teiere e
monete, molte con la consueta simbologia del cerchio col quadrato, ossia terra e cielo. Vediamo
una foto del palazzo più alto di Shangai, 492 metri, con un terrazzo che domina la città e la casa
del tè col lago dei pesci rossi, inserita in un giardino costruito secondo le regole del feng shui;
piazza Tien an Men con la foto del grande Timoniere Mao; la città proibita coi suoi palazzi e
templi; la Grande Muraglia; giovani sposi in abiti occidentali; giocatori del tradizionale Ma-
jong oppure giochi superelettronici; cacciatori di grilli (che vengono tuttora venduti in
gabbiette); palazzi distrutti nel corso di una sola notte per permettere la ricostruzione di altri più
moderni, piatti di cucina come i prelibatissimi serpenti o le 27 qualità di ravioli al vapore
assaggiate dal nostro relatore; scene di vita quotidiana; musica eseguita con strumenti antichi e
personaggi teatrali con costumi fantastici. Altri aspetti caratteristici dell'attuale vita cinese
evidenziati dal relatore sono l'abitudine mattutina della ginnastica e serale del ballo che si
traducono in medicina preventiva: tutta la popolazione fa attività fisica a costo zero; la
diffusione di educazione civica e stradale intensiva, anche con sms, il culto dei morti tuttora
vivissimo, con incendi di carta agli angoli stradali a ricordo degli antenati; le frequenti
esercitazioni militari che riguardano entrambi i sessi, molto suggestive e…non del tutto
rassicuranti agli occhi di un occidentale; la diffusione dell'arte calligrafica, caratterizzata dalla
ferocia della critica politica, prudentemente attuata con pennello ad acqua. Anche l'arte
moderna appare molto provocatoria nell'opera di uno scultore amico del Nobel Liu Xiao Bo,
con richiami carnascialeschi all'umile che irride il ricco col “ghigno”e che sottolinea anche la
mancanza di libertà. I valori attuali della Cina vengono individuati nel consumismo esasperato,
cosicchè la mentalità comune degli anziani si può riassumere nel detto “si stava meglio quando
si stava peggio”. Trattando più specificamente della medicina, dopo aver richiamato come in
quel paese si attribuisca grande importanza alla formalità dei rapporti in ogni ambito, il dottor
Perin indica che la diagnostica cinese si basa sull'esame della lingua, dei polsi e del livello
energetico di 12 particolari punti; la tradizionale agopuntura, eventualmente con aggiunta di
iniezione di farmaci, si basa sulla tradizione e su ragioni di costo; la farmacia provvede ancora
alla preparazione di monodosi e i primari in pensione visitano gratuitamente, nella totale
assenza di privacy che caratterizza la vita cinese, davanti agli ospedali. Applicata anche
l'auricoloterapia, risalente peraltro al medico francese Nogent nel 1954, sulla base della
rappresentazione somatotopica nel padiglione auricolare del corpo umano, subito applicata dai
medici cinesi; in Italia non trova invece diffusa applicazione, mentre viene sostenuta con
grande convinzione dal nostro relatore. Nel contempo vengono accuratamente esaminati la
pianta del piede, il palmo della mano e l'iride. Altra tecnica applicata prevede aghi e coppette
con bleending e uso si sanguisughe: ad esempio nelle incontinenze urinarie si rivela una terapia
molto efficace. Anche in Cina ci sono due figure di medico:quello tradizionale, che usa
l'agopuntura e quello occidentale con strumentazione analoga alla nostra come,
evidentemente, nel caso di interventi chirurgici; manca il medico di base e si riscontrano tre
livelli di ospedali, differenziati in base al costo. Anche se mutata rispetto al passato comunista
(come accennato tutta la classe professionale borghese tra cui i medici, scapparono dal regime
maoista per seguire Ciang Kai-schek) l'organizzazione sanitaria cinese, basata sulle grosse
strutture universitarie e ospedaliere risalenti agli anni '50, è rimasta chiusa fino all'apertura con
gli Usa di Nixon nel 1977 e risulta da allora in lenta evoluzione, anche per l'enorme difficoltà
della lingua, dato che i vecchi medici non sanno una parola di inglese, lingua che si va invece
diffondendo più rapidamente tra le generazioni più giovani.
Ampio il dibattito al termine della relazione, soprattutto da parte dei Soci medici, che
interrogano il relatore sui molteplici aspetti dell'agopuntura.

                                                                          Mara Bevilacqua Cesca
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                                                     DA VERMEER A KANDINSKY
                                                                          Rimini, 24 marzo 2012

        In una bella giornata di
   primavera abbiamo visitato
  una mostra del tutto diversa      Le opere in mostra appartengono a diverse epoche e
  dalle molte precedenti meta       stili:
     delle nostre gite culturali;       PITTURA A VENEZIA NEL CINQUECENTO
 questa non è a tema definito           PITTURA IN ITALIA NEL CINQUECENTO E NEL
        o dedicata a un singolo          SEICENTO
    artista, ma piuttosto è una         PITTURA A VENEZIA NEL SETTECENTO
      grande panoramica sulla           IL SECOLO D' ORO IN SPAGNA
     pittura europea basata su          L'ETA' D'ORO NEI PAESI BASSI
 singole opere di molti pittori,        PITTURA IN INGHILTERRA TRA SETTECENTO E
        che spaziano dal primo          OTTOCENTO
     Cinquecento alla metà del          L'ETA' DELL'IMPRESSIONISMO
           Novecento. E' quindi         PITTURA NEL XX SECOLO IN EUROPA
             impossibile fare un
      commento generale sulla       Quindi è un percorso che parte dal pieno Rinascimento,
   mostra, come era avvenuto        veneziano in particolare, e che si sviluppa attraverso
                   per la mostra    l'Italia e l'Europa fino toccare le novità dell'astrattismo.
            dell'Espressionismo.    Trovo infatti riduttivo il titolo da Vermeer a Kandinsky,
                                    quando sarebbe più appropriato: Dal colorismo
                                    veneziano all'astrattismo.
                                    Le opere in mostra sono circa 60 e 53 sono gli autori,
                                    cioè più o meno un'opera per artista. Quindi la mostra
                                    non è certo esauriente riguardo le epoche considerate
                                    ma molto interessante per la qualità delle opere. Però,
                                    da quello che abbiamo potuto notare, la mostra non
                                    vuole essere una rassegna cronologica cioè non si
     Mondrian, Composizione N11     sviluppa in senso cronologico, e nemmeno, come è
                                    illustrata nel catalogo, divisa in due sezioni, Nature e
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Figure, cioè ambienti naturali e persone; invece è
strutturata per confronto di autori diversi per stile
ed epoca su temi analoghi, complementari od
opposti. Per fare alcuni esempi, Monet con i suoi
papaveri trasformati in una pura emozione visiva
è accostato ad una Venezia di Turner disfatta in
una nebbia immateriale accanto al realismo
impegnato di Courbet, mostrando la diversa
reazione dell'artista di fronte alla natura, oppure
le figurazioni teatrali nella Deposizione di
Tintoretto, rappresentata da una composizione
verticale allungata a precipizio verso la Vergine
dolente, e di fronte gli inquietanti ectoplasmi di
                                                        Canaletto, Bacino di San Marco (particolare)
Bacon, espressione di un aspro conflitto interiore
con la famiglia (Bacon fu cacciato dal padre
perché omosessuale); o ancora Picasso col Ratto
delle Sabine accanto al Riposo dalla fuga in Egitto
del Veronese, un modo ben diverso di raccontare
due episodi, la concitazione del ratto nella
drammatica frammentazione e deformazione
delle figure di Picasso, il Riposo durante la fuga
una composizione dolce e mesta contenente i
presagi della passione, o ancora gli inglesi del
Settecento, eleganti ritrattisti e paesaggisti
anticipatori del naturalismo francese accanto alle                      Coubert, Il ruscello nascosto
nostre ben note aeree figurazioni di Tiepolo e alle
vedute di Canaletto e Bellotto, vedutisti
impegnati a perpetuare le grandi memorie dei
paesaggi ritratti.
Una sezione importante è riservata ai dipinti del
Cinquecento veneziano con Veronese, Tiziano,
Palma il Vecchio, Sebastiano del Piombo, Lorenzo
Lotto, Paris Bordone e nell'ultima sala Tintoretto e
Jacopo Bassano. In tutti domina l'uso del colore
come artefice della forma e dello spazio prima del
segno plastico. Eccellono l'intensità dello sguardo
in Tiziano e Sebastiano del Piombo, la
composizione insieme soave e sontuosa di                                 Monet, Papaveri a Giverny
Veronese, Lotto e Paris, memori della scuola di
Bellini, invece la drammaticità gestuale e del
chiaroscuro di Tintoretto e di Bassano anticipatori
del manierismo.
La pittura italiana del Cinque e Seicento è
presente con pittori lombardi (Moretto da
Brescia, Savoldo e Moroni di Bergamo), esempi
che mostrano l'influenza di Venezia, in particolare
di Tiziano, mentre il Seicento manierista italiano
con Carracci, Scarsellino, Preti, Cairo, Guercino,
Reni, Strozzi, Cortona, Giordano è messo a                              Turner, Riva degli Schiavoni
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confronto con i grandi spagnoli e olandesi del
Seicento, nei quali si trasferisce la grande lezione di
Caravaggio (qui peraltro non rappresentato) con il
primato della grande pittura europea. Il secolo d'oro
degli spagnoli è rappresentato dal Greco, Velazquez,
Ribera, Murillo e Zurbaran, che con le loro splendide
opere testimoniano l'influenza di Tiziano e
Caravaggio approdata in Spagna in opere di grande
spiritualità e grandiosità di corte. Van Dyck,
Gherardo delle Notti, Ter Brugghen e Vermeer
rappresentano la grande stagione dei fiamminghi e
degli olandesi del 600, anch'essi portatori della
lezione degli italiani e di Caravaggio in particolare in
composizioni luministiche superbe, come nel
meraviglioso dipinto giovanile di Vermeer che
preannuncia con le due donne accanto al Cristo
l'intimismo luministico delle sue opere più celebri. Il     Vermeer, Cristo in casa di Marta e di Maria
Settecento è presente con Canaletto, Bellotto,
Tiepolo, Guardi e gli inglesi del Settecento Hogarth e
Reyolds, Wright of Derby, Gainsborough. Il
confronto è con il vedutismo della memoria
celebrativa di Canaletto e Bellotto con il naturalismo
e il ritrattismo inglese. Gli inglesi continuano con il
naturalismo di Constable, e il preimpressionismo di
Turner nell'800, e poi i francesi Manet, Courbet e
Millet, veristi impegnati fino a Degas, Sisley, Renoir,
Van Gogh e Matisse, che mostrano l'evoluzione dal
realismo all'impressionismo e al pre-espressionismo
di Van Gogh e Matisse. Chiudono la rassegna con le
loro opere affascinanti e rivoluzionarie di Kandinsky,
Mondrian, Picasso, Bacon e De Stael, che sono
sorprendentemente posti a confronto con
Veronese, Tintoretto, Bassano. Insomma una sfida
culturale e una ottima occasione di fare dei validi
paragoni ed arricchire la propria conoscenza.                     El Greco, Frate Hortensio Paravicino

 Picasso, Ratto delle Sabine      Tintoretto, Deposizione                               Kandisky, Lago
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In omaggio alla città che ci ha ospitato:
                                              RIMINI

Il territorio di Rimini ha una storia antichissima, che risale al paleolitico inferiore, cioè 800.000
anni fa, quando gli uomini primitivi scorticavano le prede con gli arnesi di selce. Frequenti
furono gli scambi culturali e insediamenti di etruschi e umbri, fino all'arrivo di gallo-celti nel IV
secolo a.C. . Con la battaglia di Sentino del 295, i Romani si aprirono la strada per la conquista
della Gallia cisalpina e nel 268 fondarono Ariminum alla foce del Marecchia, allora Ariminus, e
Rimini acquistò una grande importanza come nodo stradale fra le vie consolari Flaminia,
Emilia e Popilia-Annia. Fu sempre fedele a Roma ed ebbe cittadinanza romana e notevole
autonomia. Tutti conosciamo le celebri testimonianze lasciate da Roma con l'Arco di Augusto
e il ponte di Tiberio, tuttora saldo e perfetto da 2000 anni (se fosse stato possibile avrei
mandato Calatrava a scuola degli architetti romani). Il ponte, costruito su cinque arcate a tutto
sesto, subì la distruzione di un'arcata da parte dei Goti in fuga sconfitti dal bizantino Narsete;
l'arcata venne subito ricostruita ma, come si può notare, dati i tempi, l'arco non è perfetto ma
leggermente ogivale. Il territorio subì appunto gravi devastazioni con le invasioni barbariche e
la guerra gotica, l'invasione dei longobardi e infine dei Franchi, chiamati in Italia dal Papa, che
ricevette da Pipino il Breve il territorio dell'Esarcato, Ravenna e Forlì, e della Pentapoli, cioè
Rimini, Pesaro, Fano, Senigallia e Ancona, territorio che legittimamente apparteneva
all'Impero Romano d'Oriente e che, aggiunto alla donazione di Sutri di Liutprando e alla falsa
donazione di Costantino, fu fonte continua di rivendicazioni e grave impedimento all'unità
dell'Italia fino a Porta Pia. Evidentemente i Franchi (i maggiordomi carolingi usurpatori del
trono merovingio) avevano già il vizio di disporre arbitrariamente di roba non loro. Dopo la
disgregazione dell'impero carolingio, Rimini fiorì come libero comune nel XII secolo, conteso,
secondo l'italico stile, tra Guelfi e Ghibellini, fino a che Malatesta, guelfo, nel 1296 non mise
fine alla contesa costituendosi in Signoria: il Mastin vecchio e 'l nuovo da Verucchio ricordati
da Dante. Rimini ebbe una fioritura artistica nel XIII e XIV secolo con Giotto che ispirò la scuola
pittorica riminese. Ora veniamo nel XV secolo al grande Sigismondo Malatesta, valoroso e
spregiudicato capitano di ventura e grande mecenate, che ebbe nemici ovunque: circondato
da stati concorrenti e invidiosi militò al soldo del Papa contro i Visconti, con Venezia contro
Francesco Sforza e contro l'impero ottomano, con Firenze contro Alfonso d'Aragona che
minacciava l'invasione della Toscana, poi contro il Papa Pio II Enea Silvio Piccolomini che
pretendeva le terre dell'Esarcato e della Pentapoli, infine sconfitto dalle truppe pontificie al
comando del Duca Federico da Montefeltro, suo eterno nemico, nella battaglia del Cesano a
Pian della Marotta nel 1462. Da qui cominciò lo smembramento dello stato dei Malatesta che,
morto Sigismondo, si concluse infine nel 1509 con l'annessione allo Stato pontificio che lo
reclamava in base agli illegittimi precedenti storici. Sigismondo costruì il castello che perciò si
chiama Sismondo, concepito da Sigismondo stesso come residenza del signore e fortezza
munita di torrioni quadrangolari, fossati e doppia cinta muraria. E' probabile l'intervento di
Brunelleschi nella concezione dell'opera, ma sono presenti anche influssi veneziani con
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