Gimigliano Natura e Fede - Calabria Vigorosa

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Gimigliano Natura e Fede - Calabria Vigorosa
Gimigliano
 Natura e Fede
Gimigliano Natura e Fede - Calabria Vigorosa
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modificare o pubblicare questo file o i suoi contenuti
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Calabria Vigorosa in uso gratuito e a tempo illimitato al
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distribuito gratuitamente e in esclusiva dal Comune di
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Locali Pia.
Gimigliano Natura e Fede - Calabria Vigorosa
eGuide

 Gimigliano
 Natura e Fede

 Calabria Vigorosa eGuide

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Gimigliano Natura e Fede - Calabria Vigorosa
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Calabria Vigorosa Guide

Direttore editoriale: Giuseppe De Franco
Redazione: Chiara Falcone, Ettore De Franco, Lorenzo
Principe, Mirko Di Maria.

Comune di Gimigliano

Sindaco: Massimo Chiarella

Regione Calabria

Presidente della giunta: Mario Oliverio

© 2018 Calabria Vigorosa e Guide
Via Cav. P. Longo 123 87028 Praia a Mare (CS)
Italia
www.calabriavigorosa.it

Questa guida è stata chiusa il 25 marzo 2019

La redazione di questa guida è stata effettuata con
grande cura e grande attenzione e accuratezza.
Tuttavia non ci assumiamo alcuna responsabilità di
cambiamenti d’orario, numeri telefonici, indirizzi o altro
sopraggiunti, né per danni o gli inconvenienti da
chiunque subiti in conseguenza di informazioni
contenute in questa guida.

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 Il comune ricade nella Riserva
 della Biosfera UNESCO della Sila

La Riserva della Biosfera della Sila si trova in Calabria e
include il Parco Nazionale della Sila. Il territorio
comprende il vasto altopiano omonimo, che possiede
paesaggi molto variegati con morene glaciali, laghi e
sorgenti. Grazie alle sue caratteristiche morfologiche e
geografiche, la Riserva della Sila ospita una grande
varietà di ambienti naturali con differenti microclimi, che
assicurano una biodiversità molto importante in tutta la
regione biogeografica del Mediterraneo e ricca di
specie endemiche rare.
Nonostante le interazioni centenarie tra gli uomini e la
natura, il paesaggio ha mantenuto un rapporto
armonioso tra le attività umane, l’ambiente naturale e
gli insediamenti urbani. Nel territorio della Riserva
vivono, in 71 Comuni, circa 386 mila abitanti dediti
soprattutto all’agricoltura, alla silvicoltura e
all’allevamento (viene ancora praticata la transumanza
del bestiame, ossia la migrazione stagionale di animali
dalle montagne alle pianure costiere in inverno e
viceversa). Ricordiamo che la Calabria è la quarta
regione italiana per numero di prodotti protetti (36
denominazioni) soprattutto nei settori vinicolo e degli
insaccati.
Il Parco Nazionale della Sila è visitato ogni anno da
molti turisti.
Per maggiori informazioni sull'iscrizione come Riserva
della Biosfera, è possibile consultare il sito del
Programma UNESCO "Man and Biosphere”.
 (Testo tratto dal sito Unesco)

Data di designazione: 2014
Autorità amministrative: Autorità del Parco Nazionale
della Sila
Superficie: 357.294 ha
Area (i) centrale (e): 6.803,22 ha
Zona (e) cuscinetto (i): 59.557,92 ha
Area (e) di transizione : 290.933,02 ha

Latitudine posizione : 39º47'2 "N - 38º58'0" N
Longitudine: 17º0'15 "E - 16º15'0" E
Punto centrale: 39 ° 20'26 "N - 16 ° 26'30" E

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 Ritrovare la nostra
 identità
LA realizzazione di questa guida-web finanziata dalla
Regione Calabria con Fondi POR 2007-2013,
rappresenta uno strumento importante e veloce per
avere notizie storico-ambientali e paesaggistiche su
Gimigliano, centro importante dell’hinterland
catanzarese. Ogni paese ha la sua storia. Ogni uomo
ha il suo passato fatto di mattoni di ricordi, di affetti, di
identità personali e famigliari che costituiscono la
propria identità, la propria casa. Ogni qualvolta ci
veniamo a trovare privati di alcuni di questi mattoni,
diventiamo più poveri e ci smarriamo. Ecco perché è
necessario sorreggere la memoria specialmente
quando essa è garante della identità municipale e
collettiva.

Con Decreto del 7 aprile 2010 il Presidente della
Repubblica Giorgio Napolitano ha conferito al
Comune di Gimigliano il titolo onorifico di Città, in
considerazione della sua gloriosa storia e del suo
Patrimonio storico-culturale , religioso e
ambientalistico.

In quell’occasione venne commissionata una ricerca
storica specifica sulle origini di Gimigliano e sulle sue
bellezze naturali al Dr. Alessandro Calogero,
appassionato di storia locale, e questa relazione
costituì il corpo del documento con cui fu riconosciuto
dal Presidente della Repubblica il titolo onorifico di
Città.

L’amministrazione Comunale vuole oggi recuperare e
valorizzare il testo di questa ricerca storica al fine di
conferire un arricchimento culturale ad ogni cittadino
desideroso di conoscere la storia della propria città. E
perché questo prezioso recupero non resti solo un
segno significativo del glorioso passato si è pensato di
trasferire “questa eredità di affetti” ai giovani che
rappresentano il futuro della città perché ovunque
vadano e ovunque si trovino, possano pensarla come
a qualcosa di famigliare ed esprimersi con la
frase:”Cara Gimigliano…”.

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L’Amministrazione comunale quindi, consapevole dei
limiti e delle carenze che ogni ricerca storica comporta,
soprattutto per la scarsità e per la pratica impossibilità
di consultare materiale inedito depositato nei vari
archivi storici siti in diverse Regioni d’Italia, è convinta
del valore culturale di questi cenni storici su Gimigliano
 e pertanto li pone alla conoscenza della Collettività
Municipale perché possano diventare espressione di
apprezzamento comune, condiviso dalla cittadinanza
tutta che in detto lavoro riconosce l’amore dei padri.

Un ringraziamento è rivolto alla Regione Calabria ed al
suo Presidente Mario Oliverio per avere finanziato
l’iniziativa, al Dr. Alessandro Calogero in particolare
per l’attività di ricerca e per il suo personale contributo
sulla storia di Gimigliano, infine un ringraziamento a
Calabria Vigorosa Guide per la pubblicazione
elettronica che consente di trasmettere la guida nel
mondo del Web.
 Il Sindaco
 Massimo Chiarella
 e
 l’Amministrazione Comunale

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SOMMARIO

 Come usare la guida 10

 INFORMAZIONI PRATICHE
 Mangiare 11
 Dormire 11
 Rete cellulare 11
 Sicurezza 11
 Trasporti 12
 Numeri utili 12

 CULTURA E AMBIENTE
 Selvaggio audace e ribelle 13
 La devastazione 14
 Una terra generosa 14
 Una Natura benigna 14
 Briganti o rivoluzionari? 15
 Madonna di Porto 16
 Marcagione e il prodigio del quadro 18
 Santissimo Salvatore 19
 Il marmo verde 20
 La produzione di seta 22
 La banda musicale 23
 Ritorno al passato 24
 L’abbigliamento popolare 25

 A PASSEGGIO
 Vivere il parco fluviale 26
 Quel ponte sul fiume Corace 27
 Le meraviglie del bosco 28
 Le aree del parco 29
 Osservare gli uccelli 31

 NATURA E SPORT
 Il monolite di Iouzzi 32

 ENOGASTRONOMIA 34

 EVENTI E MANIFESTAZIONI
 La festa della Madonna di Porto 35

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 N-O-T-E
Bibliografia: Riflessioni su Gimigliano: dizionario toponomastico
geografico-storico, lingua, costume e ipotesi sulle origini / Alessandro
Calogero - Soveria Mannelli : Calabria letteraria, 2000; Gimigliano:
terra di mele e di preziosi marmi verdi / Clemente Angotti - La regione
Calabria. Emigrazione, A. 6, n. 11-12(nov.-dic.) 1993, p. 30-35;
Gimigliano, centro di fede e di storia / Saverio Artirio Gazzetta del Sud
: quotidiano della Calabria, In allegato: Speciale P.K. (25 aprile 2000),
p. 32: Gimigliano : storia e immagini di un cammino musicale a cura
della Cooperativa musicale calabrese - Catanzaro: l’Ulivo 1986; Festa
di porto, festa di popolo / Saverio Artirio (Gazzetta del Sud Anno 57 n.
147; Il Santuario della Madonna di Porto a Gimigliano / Carlo Carlino
Gazzetta del Sud - Speciale PK 25/4/2000; Il Santuario della Madonna
di Porto a Gimigliano / Silvio Cordiale - Parola di vita Anno 45 n. 22
30/7/1966; Oreste Sergi, L’abbigliamento popolare femminile (Moda,
costume e bellezza nella Calabria antica - Edimedia 2005).
Referenze iconografiche: Foto dall’archivio di Massimo Chiarella per
gentile concessione del proprietario. Archivio fotografico di Oreste
Sergi per gentile concessione del proprietario. Archivio fotografico di
Calabria Vigorosa, archivio Wikipedia Commons - Licenze CC BY-SA
4.0 o Public domain.

Calabria Vigorosa potrebbe aver utilizzato foto disponibili su Internet
ipotizzandone, ove non diversamente indicato, la completa
disponibilità alla pubblicazione. Se dovessimo ricevere una notifica di
rimozione completa e valida, provvederemo alla rimozione dei
contenuti come richiesto dalla legge.

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COME CONSULTARE LA GUIDA
La guida è realizzata per essere consultata sul telefonino o
sul tablet. E’ un file in formato Pdf che mostra sempre una
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scaricarlo sul telefonino, di aprirlo e di attivare la funzione
“Aggiungi a schermata home”. In questo modo potrà essere
aperto anche senza una connessione a Internet. Basta la
batteria carica. È possibile che all’interno del file siano
inseriti i simboli seguenti per aprire altri file o per i
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schermo più grande (tablet o pc).

E’ vietata ai sensi di legge la stampa di questo opuscolo

Informazioni pratiche e indirizzi

In questa sezione sono indicati i luoghi dove trascorrere
qualche ora in serenità. Posti dove mangiare e dove dormire,
telefoni utili, trasporti, copertura della rete cellulare. Tutta la
città e tutto quello che vi serve per la visita. Troverete
indicato anche il nome di guide professioniste nel caso
voleste essere accompagnati da persone simpatiche e
competenti.

Cultura e ambiente

In questa sezione ospitiamo la descrizione dei luoghi più
importanti del borgo. Ci sono anche dei brevi saggi che
introducono alla storia, alle geografia, all’arte, alle tradizioni,
alle specificità della città e del territorio. Forniamo, insomma
un quadro d’insieme e una cronologia essenziale in termini
artistici e di cultura locale.

Itinerari a piedi

Questa sezione organizza la visita generalmente con itinerari
a piedi. Nella versione online sarà fornita una mappa
interattiva con l’indicazione delle ubicazioni e dei percorsi.
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eGuide

 Ristoranti, pub, osterie

Niente male. E’ l’unico locale dove poter
consumare una pizza. Franco è anche un
attrezzato bar. Chi ha esigenze diverse
deve cercare nei dintorni.

& La Lanterna di Franco - Viale IV Novembre, 315

 - +39 0961 999200 - Pizza e bar

 Dormire

Si sta bene. Da Nonna Annuzza si
dorme alla grande e si mangia
benissimo. Se riuscite a trovare posto
trascorrete un ottimo soggiorno.

 Nonna Annuzza - Località Monte Snc

- +39 333 179 3398 - Agriturismo

 Copertura rete cellulare

Dai dati forniti dal Ministero dello Sviluppo Economico, la
banda ultra larga a 30 Mbps copre il 70,2% del territorio
comunale.

 Sicurezza

Il territorio è tipico di montagna. È sconsigliato
avventurarsi senza una guida esperta e senza aver
avvisato la locale Polizia municipale.

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Notizie utili
 Trasporti

Treni. Gimigliano è sulla linea delle Ferrovie della
Calabria Catanzaro-Soveria Mannelli. La frequenza è
di 28 corse (14 coppie). I tempi di percorrenza da e
per Catanzaro sono di circa 20 minuti.
Autobus di linea. Il trasporto su gomma è assicurato
dalle Ferrovie della Calabria e collega la stazione
ferroviaria con Gimigliano i centri abitati. La frequenza
è di 30 corse giornaliere (15 coppie). I tempi di
percorrenza sono di pochi minuti.

 Telefoni utili

 + Municipio - Vigili Urbani - Via M. SS. di Porto, 1

 +39 0961 995014

 Ufficio Postale - Via Canino Monsignore, 19

 +39 0961 995001

 - Guardia Medica - Via XVI Marzo 1

 +39 0961 995015

 Farmacia Colosimo - Via Chianetta, 68

 +39 0961 995308

 Farmacia Corea - Via Aldo Moro, 14

 +39 0961-995243

 Guide turistiche professioniste

 +39 339 484 2470 - Simone Cambrea

 ℹ Proloco - Via Cattaneo, 30

 +39 327 926 5531

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eGuide

 POPOLI CULTURE

 AMBIENTE

© Mario De Martino

Selvaggio, audace e ribelle

QUESTO splendido borgo, ricco di tesori, sorge su un
pendio della montagna misteriosa della Sila, lungo il
corso del fiume Corace che, esattamente come gli altri
fiumi calabresi (il Crati, il Metramo, l’Amato, il Neto), si
inoltra fra strette valli rocciose per terminare il suo
breve percorso nel blu del mar Ionio. Un territorio
selvaggio, audace, ribelle così come i suoi abitanti.
Essi hanno la ventura di vivere in un luogo
meraviglioso dove la terra è selvaggia, ma dà frutti
prelibati, dove la roccia è audace e dà il pregiato
marmo verde, dove le persone sono ribelli e diventano
orgogliosamente artisti e maestri nel loro lavoro.
Gimigliano dopo la dominazione borbonica ha subito
quella francese e ha difeso con coraggio l’invasione
delle truppe napoleoniche. La vita trascorreva
tranquilla nel borgo protetta dal re e dalla Chiesa fino a
che il generale francese Verdier ordinò al comandante
Gouguet e alla sua 52ª divisione stanziale di ridurre
all’obbedienza i gimiglianesi.

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Era l’inverno del 1799 e i gimiglianesi resistettero
eroicamente, ma, alla fine, dovettero arrendersi ai
soldati napoleonici. Lo fecero con lo stesso coraggio
che essi dimostrarono qualche anno dopo (1806-1807)
quando contrastarono l’esercito guidato da
Gioacchino Murat che aveva organizzato un violenta
controffensiva in tutta la Calabria.

La devastazione
Il borgo, come tanti altri in Calabria, fu devastato dal
tremendo terremoto del 1783. Un sisma che ha
modificato anche l’assetto del territorio e che ha
perfino variato il corso dei fiumi. Morte e distruzione
affrontati, però, con determinazione dai governanti
dell’epoca, i Borboni, che misero in campo le risorse
finanziarie necessarie a una grande opera di
ricostruzione.

Una terra generosa

Negli anni successivi, nella prima metà del 1800, si
verificò il periodo più florido con un grande rigoglio
economico, con la diffusione della cultura e con la
liberalità degli atteggiamenti. Si producevano olio,
mele (ben 30 varietà), ciliegie, formaggi, ricotte e vino.
Prosperavano anche botteghe artigiane che
lavoravano la seta e la ginestra e non mancarono
personaggi illustri, letterati e uomini di Chiesa che
diedero lustro alla città.

Una Natura benigna

La bellezza del suo territorio e la qualità del rapporto
fra l’uomo e la Natura praticata a Gimigliano ha fatto
si che essa fosse destinataria di un importante
riconoscimento Unesco. Gimigliano, infatti, è
inserita nell’area “Transition” del Mab (Man and
Biosphere) Sila.
Questo garantisce al visitatore la conservazione dei
paesaggi, degli habitat, degli ecosistemi, della
specie e delle diversità e uno sviluppo in un’ottica di
piena sostenibilità.
Oggi il mondo ha bisogno che “oasi” naturali come
quella di Gimigliano siano estese sempre di più, che
le buone pratiche siano emulate su tutto il pianeta.
Gimigliano è una testimonianza che questo è
possibile. A Gimigliano il visitatore si riconcilia con
se stesso, con la Natura e, magari, diventa anche
migliore.

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 Briganti
© Mario De Martino o rivoluzionari?
 Questo
 è il dilemma

È UN dilemma che compare ogni qualvolta si parla del
brigantaggio meridionale. Un fenomeno che ha
interessato, in particolare, le zone montagnose della
Basilicata e della Calabria.
Dopo la conquista francese del 1809, gli oppositori dei
nuovi padroni trovarono riparo negli inaccessibili
luoghi della Sila e dell’Aspromonte da dove
preparavano le loro scorrerie.
Contro i briganti di Gimigliano i francesi inviarono il
generale Cavaignac che riuscì a sconfiggerli dopo
lotte furibonde.
Molti furono uccisi. Toccò anche al terribile Giuseppe
Rotella, soprannomiato “il boia”, noto come un
bandito sanguinario e spietato.
Non ce la fecero nemmeno il famoso “Settebillizza” e
Vincenzo Petraro. Molti si arresero nella speranza di
poterla fare franca. Furono imbastiti grandi processi,
l’ultimo dei quali terminò dopo circa 50 anni nel 1867.
In ogni caso la mala pianta del brigantaggio non fu
spezzata. I briganti cercavano di essere considerati dei
rivoluzionari, delle persone che combattevano animati
da motivi politici, ma in realtà erano pericolosi banditi
dediti al furto, ai rapimenti, alle scorrerie.
A Gimigliano era temutissimo il brigante Gorigora che
aveva una banda di 300 uomini. Gorigora era giunto
perfino a minacciare la città di Catanzaro e
costringeva i gimiglianesi a non uscire di casa per
paura di essere derubati e picchiati. La banda fu
sgominata con non poche difficoltà dal generale
Jannelli.

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 Il patrimonio ecclesiastico

 Madonna di Porto

LA chiesetta originaria fu costruita nel 1753 dal
brigante Pietro Gatto con l’aiuto di un muratore. La
costruzione è a sghimbescio perché Gatto iniziò a
costruirla senza l’aiuto del muratore che il primo
giorno non si presentò al lavoro.
 Gatto che non era del
 mestiere, cercò di mettere
 su i mattoni come poteva,
 Ci riuscì talmente bene che
 quando il muratore si
 presentò, tentò di
 rimetterla in sesto, ma non
 riuscì più a smuovere i
 mattoni messi da Gatto.
 Tuttora la chiesetta che è il
 cuore del santuario, è
 Il santuario è situato sulla saldamente in piedi e
 strada provinciale a circa
 6 chilometri e mezzo dal conserva l’originaria
 centro del borgo in via costruzione maldestra che
 Santa Maria di Porto. Per nessuno è più riuscito ad
 raggiungerla in macchina aggiustare.
 si impiegano 12 minuti
 circa. A piedi contateci All’interno della chiesetta
 oltre 1 ora. La basilica è originaria si possono
 aperta tutto l’anno ogni ammirare la “Cona” di
 giorno dalle 7:30 alle Pietro Gatto nella quale è
 19:30
 Tel. +39 0961 995046 dipinta l’immagine della
 Madonna di
 Costantinopoli; due dipinti
settecenteschi della volta raffiguranti i “Quattro
Evangelisti”, l’Annunciazione e un coro ligneo molto
bello si trova proprio dietro la “Cona”, come se
l’adornasse.

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L’edicola di Pietro Gatto è meta di un consistente
flusso di pellegrini durante tutto l’anno che si
intensifica (si stimano circa ventimila persone) nel
periodo della festa che si celebra dalla domenica di
Pentecoste al martedì successivo.
La celebrazione della discesa dello Spirito Santo sulla
Terra avviene 50 giorni dopo la resurrezione di Gesù
Cristo e cade, di solito, fra l’ultima decade di maggio e
la prima di giugno.
 Nella foto a
 sinistra
 l’altare con
 il mosaico
 della
 Madonna di
 Porto che
 si trova
 nella
 piccola
 chiesa
 sbilenca
 costruita da
 Pietro
 Gatto (nella
 foto a
 destra)

La manifestazione religiosa ricalca quelle che si
svolgono in altre parti della Calabria. Anche a
Gimigliano c’è la processione della statua della
Madonna che è portata a braccia dai fedeli, con non
poca fatica, attraverso una suggestiva strada di
montagna che conduce alla chiesa del Santissimo
Salvatore. Qui avviene l’incontro (“Cunfrunta”) fra la
Madonna e San Giuseppe la cui statua, portata a
spalla, esce al momento opportuno dalla chiesa.

Il nuovo santuario
È STATO finito di costruire nel 1975. Custodisce una
grandiosa riproduzione in mosaico veneziano
dell’immagine della Madonna e dei Quattro
Evangelisti.
Da vedere il Presbiterio, decorato artisticamente con il
marmo giallo di Siena, l’Alicante di Spagna, l’onice
dorato e il marmolit tedesco.
Molto bella anche la mensa eucaristica sostenuta da
quattro angeli di bronzo. Le immagini delle vetrate
della cupola simboleggiano la vita della Madonna,
mentre in quelle delle vetrate laterali sono disegnate le
icone delle litanie lauretane.
Da ammirare anche una statua di san Giuseppe,
attribuita a Giacomo Colombo e datata a fine 1600.

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Marcagione e il prodigio del Quadro

FU Pietro Gatto, il brigante, a commissionare al pittore
Marcagione di Catanzaro il quadro della Madonna dopo aver
avuto in sogno l’apparizione della Madre di Cristo che gli
chiedeva di costruire una chiesetta e di far dipingere un
quadro. Il pittore si mise subito al lavoro. Predispose tutta
l’attrezzatura. Pennelli, colori, tela. Abbozzò perfino le linee
generali della sua futura composizione.
Intanto venne la notte e Marcagione andò a riposare. Al suo
risveglio il ritratto era stato completato. L’artista si rese subito
conto che non poteva essere opera sua e rimase estasiato
dinnanzi a quella immagine che aveva del prodigioso.
Marcagione consegnò il quadro al suo committente
raccontandogli la verità. Fu per questo che il brigante si
convertì, costruì la chiesetta, vi pose il quadro e diventò
eremita col nome di fra Costantino.
Il quadro fu rubato dai francesi dopo la conquista di
Gimigliano nel 1809. E qui ci fu un altro miracolo. Il generale
Gouguet alla vista di quell’opera si commosse ed ebbe un
irrefrenabile desiderio di restituirla. Prese contatti con
l’arciprete e consegnò il dipinto, il cui ritorno nel borgo fu
accolto da ali festanti di popolo e da una gioia incontenibile.
Il quadro è conservato nella chiesa del Santissimo Salvatore.

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 Santissimo Salvatore

È LA chiesa madre di Gimigliano. In essa è
conservato il dipinto miracoloso della Madonna di
Porto. È uno dei rari edifici di culto non situati su una
piazza, ma nel corso principale del borgo, via America.
Ha una struttura resa imponente dall’utilizzo di
materiali pregiati come il marmo verde di Gimigliano.
L’ingresso principale, al quale si accede da alcuni
gradini, è costituito da un portale centrale rettangolare
in granito e da due nicchie laterali caratterizzate da

una base a conchiglia. I tre archi dell’ingresso sono
racchiusi da quattro colonne in marmo rosa.
È un edificio importante caratterizzato da un alto
campanile con orologio che domina tutta la collina e la
valle di Gimigliano. L’interno è a tre navate. L’altare
centrale custodisce il quadro miracoloso. La chiesa
conserva statue molto belle della Madonna e del
Cristo morto di incerta datazione.

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 Il marmo verde

PER molti secoli i marmi di Gimigliano (nella foto
l’attrezzatura utilizzata per estrarli) sono stati utilizzati
per secoli in molte città del Mezzogiorno dove ancora
oggi si possono ammirare (come a palazzo Bagnara a
Napoli e in alcune case di Tiriolo). Le cave, già note in
antico, si trovavano sulla sponda destra del Corace e
oggi esse sono del tutto esaurite. Gimigliano ha fornito
il celebre marmo nero perfetto, il marmo bianco e
quello verde che è stato quello più abbondante.
L’arte di lavorare il
marmo era fiorente in
Calabria e a Gimigliano
in particolare, tanto che
a Carrara, patria
mondiale indiscussa
del marmo, nei primi
anni del 1600 viveva e
lavorava uno dei più
grandi maestri nel
campo, come il
gimiglianese Andrea
Maggiore.
La diffusione più
consistente è stata, Il palazzo Bagnara dei Ruffo a
 Napoli realizzato col marmo
n a t u r a l m e n t e , i n verde di Gimigliano
Calabria dove la pietra
è stata utilizzata per la realizzazione di statue, stemmi
gentilizi e portali di ingresso soprattutto delle chiese. Il
celebre “verde” è stato utilizzato per decorare
monumenti sacri. Ne troviamo in molte chiese, fra le
quali quelle di Carpanzano, di San Giovanni in Fiore, di
Longobucco e di Parghelia. Una pila in marmo e altre
opere sono nelle chiese dell'Annunciata e di S. Maria

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eGuide

del Soccorso a Serrastretta; un ciborio è a Diano; altri
marmi sono a S. Giovanni in Fiore e Soveria Mannelli.
Manufatti, annotati dal De Cristo, si trovano a
Catanzaro: "(...) nella Chiesa del Rosario vi sono otto
colonne di marmo verde, alte m 4,20, larghe alla base
cm. 48". Un arco è a Palazzo Serravalle; un portale in
 marmo carnicino a
 Col tempo, a Gimigliano, palazzo Ferragine; una
 si vennero a formare vasca di fontana in
 maestranze di artigiani- piazzetta Cavour".
 scalpellini, la cui abilità fu Chiare testimonianze
 incrementata dagli scambi sono anche il
 con maestri tagliatori di battistero della
 Messina. Esisteva dunque Matrice a Tiriolo e "un
 un commercio, che ebbe tavolo lungo m. 4,
 impulso con l'arrivo dei largo m. 1,65" che era
 Cicala, un traffico avviato nel Palazzo dei Cicala,
 in Sicilia e soprattutto ai sempre a Tiriolo. Di
 mercati della capitale. A marmo verde e rosa
 Napoli il marmo sono anche colonne e
 raggiungeva le botteghe modanature della
 dei Fanzago, dei Tucci, di Chiesa di Gimigliano
 Aniello Gentile, che Superiore nonché il
 eseguivano scalinate, fonte battesimale e
 altari, trabeazioni ecc., alcuni altari
 mentre i piccoli pezzi si nell'Assunta di
 prestavano per la Gimigliano Inferiore.
 realizzazione di tarsie, Oltre che negli altari, il
 comici o come sfondo nei marmo fu anche
 paliotti d'altare. Tutto il utilizzato nelle
 lavoro veniva realizzato m o d a n a t u r e ,
 nelle botteghe di Napoli, pavimenti e gradinate
 in moduli diffusibili, così di chiese e Palazzi
 che questa sorta di q u a l i l a re g g i a d i
 circuito permise di Caserta, il Palazzo
 apprezzare ovunque il reale di Napoli, le
 "verde di Gimigliano". chiese del Gesù e la
 basilica di San
Francesco di Paola, nonché la chiesa di S. Giovanni in
Laterano a Roma.
L'attività estrattiva continuò per tutto l'800, ma alcune
abilità s’erano già perse. Nonostante il declino si
produceva ancora una certa quantità di pietre poiché,
nel 1898, la "Marmeria Napoletana" fornì oficalci
gimiglianesi per la decorazione interna della chiesa
ortodossa di S. Pietroburgo, ed è proprio a
quest'ultimo periodo che si deve una fornitura per il
Teatro Brancaccio di Roma. Le cave furono riaperte da
una società carrarese nel 1924, e funzionarono fino
agli anni '50. Di tutto questo fervore non rimane nulla.
Come nulla rimane di attività artigiane documentate.

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eGuide

 La produzione di seta

A FINE Ottocento, a Gimigliano, come del resto in
molte altre parti della Calabria, era molto fiorente la
coltura del baco da seta e la realizzazione di manufatti
in seta (nella foto in alto uno dei telai utilizzati nel
borgo).
La coltivazione di bozzoli era di 350 l’anno da cui si
dipanavano 7.000 chilogrammi per oncia della bava
che dopo la torcitura diventava un prezioso capo
d’abbigliamento di seta.
Come molte altre attività industriali in Calabria, anche
l’industria della seta non ebbe grande fortuna. Vale,
però, la pena di ricordare che il declino di questa
attività a metà strada fra l’agricoltura e l’industria, fu
dovuto a una malattia dei bachi. Fu un flagello che
presto si diffuse in tutta la regione, ma la cui
provenienza era dai Paesi nordeuropei.
Questo settore conobbe da 1850 in poi e per circa 20
anni, notevole attività innovativa e dopo la riduzione
della produzione, il governo centrale tentò la ripresa
con cospicui investimenti e azioni che, purtroppo, non
ebbero gli effetti
sperati.
Anche per la seta,
dunque, il nostro
paese dovette
ricorrere alle
importazioni
dall’estero, proprio
mentre nel settore
agrario c’erano già
 Migranti italiani in attesa di entrare
le prime avvisaglie negli Stati Uniti a Ellis Island nel 1900
di una crisi epocale
a causa del massiccio ingresso di cereali a basso
costo dagli Stati Uniti e dalla Russia. Fu una crisi che
colpì l’intera Europa e che causò un flusso migratorio
di porta biblica verso gli Stati Uniti d’America.

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 La banda musicale

VALE il viaggio ascoltare una esibizione della locale
banda musicale. Sono gli eredi di una grande tradizione
che risale al secolo XIX.
La data ufficiale della nascita del gruppo bandistico è
intorno alla fine del 1800.
Il salto di qualità, però, avvenne negli anni Venti grazie ad
un parrocco fresco fresco di nomina che aveva il pallino
 della musica.
 L’intensa e Don Nicola Nusdeo per
 impegnativa attività prima cosa cambiò il nome
 musicale nel corso del in “Concerto musicale degli
 tempo sino ad arrivare orfanelli di Maria SS. Di
 ai giorni nostri, hanno Porto”. Poi inserì il gruppo
 fatto sì che diversi e in un contesto
 prestigiosi sono stati sovraregionale. Fu così che
 gli attestati di il “Concerto musicale degli
 riconoscimento orfanelli di Maria SS. Di
 riconosciuti al Porto” rappresentò nel 1931
 Complesso Bandistico la Calabria alla Mostra
 Gimiglianese d’Oltremare di Napoli dove
 ebbe un grande successo.
Negli anni successivi la banda fu guidata da maestri del
calibro di Alfonso Verdoliva e Giovanni Cuccarini i quali
scrissero anche dei brani musicali che ebbero successo
anche fuori dai confini italiani.
Le esibizioni della banda erano contrassegnate anche da
elementi di novità nel vasto e variegato repertorio
artistico, esibito non solo sulle piazze calabresi ma
anche in terra campana, abruzzese, siciliana, pugliese e
anche in terra d’America.

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 Ritorno al Passato

IL treno delle Ferrovie della Calabria che collega in
circa 20 minuti Gimigliano al centro di Catanzaro
attraversa un paesaggio incantevole che ha il sapore di
un ritorno al passato.
Non troverete il vecchio locomotore che vi mostriamo
nella foto in alto, ma comodi vagoni spinti da un motore
diesel che su binari a scartamento ridotto vi
consentiranno di provare emozioni dimenticate.
Attraversare il ponte
(da brividi)
Cinneruso per
immettersi nella
galleria che esce
nella stazione è
bellissimo.
Oggi, dopo anni di
abbandono a causa
dello scarso traffico,
assistiamo a una ripresa dei trenini, non elettrici, che
viaggiano a scartamento ridotto. Essi attraversano di
solito paesaggi irraggiungibili altrimenti, territori aspri di
difficile accessibilità che sembrano vogliano proteggere
chi li abita. Effettuare una visita a Gimigliano utilizzando
 il trenino delle Ferrovie
 della Calabria (le ex
 mitiche Calabro-
 Lucane), è regalarsi un
 giorno di vacanza fuori
 dal comune. Il finestrino
 già vi offre lungo il
 tragitto un piccolo
 assaggio del piatto forte
 di una gita
 indimenticabile.

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 L’abbigliamento popolare

L’identità di un popolo in un abito

L’ABITO della “Pacchiana”, molto in uso a Gimigliano,
potrebbe far pensare a qualcosa privo di buon gusto, di
vistoso, riferibile a persone di un ceto sociale e
culturale medio-basso. Niente di più falso. Le
nobildonne calabresi dei primi del ‘900 indossavano
abiti di questo tipo anche per convolare a nozze.
È certamente cultura contadina che si ispira a valori
identitari, sociali e ambientali riferibili a quasi tutte le
zone della Calabria, anche se con, a volte notevoli,
variazioni. Il costume femminile, molto più di quello
maschile, è molto rappresentativo dell’evoluzione
culturale di un popolo. Esso rappresenta più
profondamente l’identità degli abitanti e tutto il
complesso dei valori sociali, etici, religiosi che sono
patrimonio culturale della popolazione. A parere
dell’illustre studioso Oreste Sergi, «ognuno di essi (i
costumi, ndr) , è ancora oggi documento e
testimonianza viva di un modo straordinario di
tradurre, nel vestire, la vita vissuta: dall’economia del
modo di vivere di tutti i giorni alle emozioni» dello
spirito per i grandi avvenimenti.

Nella foto a destra l’abito da sposa di donna Titina Pyrrò, in quella
a sinistra un ritratto di una giovane sposa di Tiriolo (dalla
collezione di Oreste Sergi)

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 Itinerari a piedi

 Vivere il Parco fluviale

 © Mario De Martino

 L’ANIMO dei calabresi è spesso impermeabile alla
 bellezza della natura e al valore dei paesaggi della
 regione. Eppure intorno a questi paesaggi si è
 sviluppata la vita, la storia, le passioni di un popolo a
 volte non del tutto consapevole della propria ricchezza
 culturale, storica e ambientalistica.
 Non è così a Gimigliano la cui comunità è stata ed è
 pienamente consapevole dell’importanza del proprio
 patrimonio ambientale.
 Nelle pagine precedenti di questa guida, abbiamo
 illustrato alcuni aspetti della vita, della cultura, della
 storia di questo popolo. Tutto questo è però avvenuto
 sulle sponde di un corso d’acqua, il fiume Corace
 dove è stato realizzato un parco fluviale la cui visita è
 imperdibile.
©
 Gli itinerari proposti racchiudono tutto ciò che
 Gimigliano è.
 La visita del Parco rappresenta la scoperta di ambienti
 incontaminati, di scenari mozzafiato, di tradizioni da
 scoprire, di luoghi da visitare.
 È noto, soprattutto agli antropologi culturali, che ogni
 persona “vede” lo stesso paesaggio in modo diverso.
 È come se ognuno di noi vedesse una “mappa”
 diversa dello stesso luogo. Questo concetto, però, non
 sembra applicabile in questa zona. Essa, infatti,
 suscita incessantemente l’attesa del nuovo,
 dell’imprevisto forse dovuto al susseguirsi di luce e
 ombra in un paesaggio che fa lavorare
 incessantemente l’immaginazione e la fantasia.

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 Quel ponte sul fiume Corace

IL fiume Corace scorre veloce, ma è amichevole solo
se è trattato con il dovuto rispetto. Una passeggiata
lungo le sue sponde farà scoprire un mondo nuovo,
intatto, fatto di cose semplici. Nella stagione più calda
immergere i piedi nelle sue fredde acque non vi
sembrerà vero. Una sensazione di freschezza vi
riempirà la giornata. Così come attraversare il ponte di
legno. Tranquilli è ben saldo, ma è necessario stare
molto attenti.
Questa è una passeggiata che non solo vi riporta
indietro nel tempo, ma vi farà scoprire la magia di
luoghi incontaminati o l’odore inconfondibile di
 essenze di
 castagneti, di
 lecci, di
 querce. E se
 s i e t e
 fortunati
 potreste
 avere la
 ventura di
 incontrare
 mandrie di
 pecore, di
 mucche e,
 p e r fi n o , d i
 c a v a l l i .
 Q u e s t a
 passeggiata
 è
 consigliabile
 con guida
 esperta.

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 Le meraviglie del bosco

La croce votiva. Nella foto in basso a destra, la Fontana del
Lacco e in quella a sinistra un tratto impervio del fiume Corace

PASSEGGIARE nei boschi è davvero un’attività
affascinante. C’è qualcosa di ancestrale, di misterioso
e, anche, di incredibilmente familiare in un bosco. Il
bosco di Gimigliano offre davvero molto. Esso è nella
zona “Transition” del Mab (Man and Biosphere)
dell’Unesco. E’ un
r ico n o s c i m e nt o
internazionale molto
importante perché
sancisce che il rapporto
fra l’uomo e la Natura è
pienamente rispettato. Da
Gimigliano superiore si
può raggiungere in circa 30 minuti la croce votiva
ubicata in cima al monte Gimigliano. Essa è realizzata in
acciaio bianco è alta sette metri e larga 3 e mezzo. È
sya stata fatta erigere da un comitato
 spontaneo gimiglianese e presto
 è diventata il simbolo di una
 comunità molto devota e molto
 religiosa.
 Il panorama è mozzafiato. Si vede
 l’intera valle del Corace e il Golfo
 di Squillace. Il percorso per
 arrivare in cima è di limitata
 difficoltà, ma di grande
 suggestione. Gli scorci che
 questo tratto di bosco offre sono
 stupendi. Raccomandata la sosta
 alla Fontana del Lacco.

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 Le aree del Parco

Area 1 - Basilica e stazione ferroviaria
Il sentiero costeggia le sponde del fiume Corace e gli
itinerari proposti permetteranno di cogliere le bellezze
del paesaggio e delle aree ripariali del fiume in piena
tranquillità poiché riparati dalla strada carrabile. In
questo tratto sarà possibile svolgere passeggiate
naturalistiche su un sentiero pensato per essere
percorso sia a piedi sia in bici su una pista
ciclopedonale per una lunghezza di circa 1000 metri.

Area 2 - Basilica
In questa area è ubicata la Basilica della Madonna di
Porto che è patrona della provincia di Catanzaro. E’ un
punto di ritrovo molto importante e molto frequentato
dai devoti. È uno spazio ben attrezzato per i visitatori.
Qui sono stati realizzati due sentieri. Uno lungo i filari
degli alberi che costeggiano il fiume, l’altro è parallelo
alla linea ferroviaria che collega la stazione attraverso un
sottopasso.

Area 3 - Madonna delle Grazie
In questa area ci sono 4 In Piazza Vittorio
sentieri. Partono tutti dalla Emanuele III è stato
Basilica e arrivano fino alla realizzato un altro Info-
pietra di Jouzzi e Point, al cui interno è
all’estremità di Gimigliano stato allestito, tra
Inferiore. l’altro, un totem
Il sentiero Gaglioni sale informativo con tutte le
dal fiume Corace verso notizie sul Parco
l’interno della montagna Fluviale. I locali
attraversando bellissimi ospitano anche una
boschi di castagneto e sala didattica, fornita di
querce intercettando la servizi igienici, per
pista che conduce in lezioni a studenti e
località Perilli e poi gruppi organizzati che
Ucciuso, territori boschivi vogliono comprendere
caratteristici coltivati una il valore della
volta a prelibati vigneti. biodiversità e della
Un altro sentiero arriva conservazione della
alla chiesetta della natura per le
Madonna delle Grazie, una generazioni presenti e
chiesetta sconsacrata che future.
un tempo raccoglieva la

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comunità contadina residente in questi luoghi periferici
di Gimigliano. È di grande e suggestiva attrazione.
Il sentiero Angotti ripercorre la restante strada inter-
poderale di Mangani ed arriva all’incrocio con la SP 40,
sul Ponte del Corace, per poi proseguire fino
all’imbocco del sentiero che porta alla Cave di Marmo.
Dall’Info Point si diparte dopo attento recupero, il
sentiero che conduce giù al fiume Corace; il sentiero,
messo in sicurezza, permette di affacciarsi sulla valle
del fiume offrendo panorami eccezionali e di accedere a
valle verso la cava dismessa della famosa “Pietra Verde
di Gimigliano”. Per attraversare il fiume è stato
risistemato il vecchio ponte, consolidato e dotato di
parapetto.
Da questo sentiero s’imbocca Il sentiero delle Grotte
che conduce sotto la “Pietra di Iouzzi” imponente
massiccio roccioso a forma di enorme prua di una
nave.

Uno dei ponti ristrutturati sul fiume Corace

Area 4 - Olivelle Jacune

Anche in questa area, il sentiero costeggia le sponde
del fiume Corace. Come in tutta la rete dei sentieri, è
possibile la percorrenza, sia a piedi, sia in bici.

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 Osservare gli uccelli

 OSSERVARE ciò che accade in un bosco è di certo
 roba per i veri amanti della Natura. È necessaria tanta
 pazienza e tanto amore per il Creato. Color che non ci
 hanno mai provato potrebbero essere scettici e
 pensare che una tale attività potrebbe essere noiosa.
 Avviene, in realtà, esattamente il contrario. Il bosco
 “vive” anche quando sembra tutto fermo. È una
 sensazione inaspettata quello di guardare gli alberi
 che muovono lentamente le loro foglie, il fiume le cui
 acque scorrono sempre uguali, ma sempre diverse. Il
 bosco è sempre in attività di notte e di giorno.
 Nel parco del Corace sono state realizzate delle
 postazioni per osservare le attività degli uccelli che in
 questa area sono innumerevoli.
 All’interno del bosco si possono trovare specie
 caratteristiche della vegetazione arborea e di
 sottobosco, come il
 Pettirosso, il Merlo, lo
 Scricciolo, la Capinera, il
 Fringuello, il Colombaccio,
 la Tordela, la Ghiandaia, la
 Cinciarella, la Cinciallegra, il
 Picchio muratore, il
 Rampichino, il Picchio rosso
 maggiore, il Picchio verde, la
 Cincia mora e il Fiorrancino.
 Lungo il tratto fluviale si
 possono osservare, la Il gheppio
 Ballerina gialla, la Ballerina bianca e il raro Merlo
 acquaiolo. L’osservazione del Merlo acquaiolo, è
 sempre un momento emozionante per un osservatore.
 Per quanto riguarda le specie notturne, il castagne- to
 è il regno del rapace notturno più diffuso come
 l’Allocco Strix aluco, dal greco aluco che scompare
 nella notte.
 Tra le ripide pareti si possono osservare in tutti i
 periodi dell’anno rapaci come la Poiana (Buteo bu-
 teo), il Gheppio (Falco tinnuculus) lo Sparviere (Ac-
 cipiter nisus), e nei periodi di migrazione, il Nibbio
 bruno (Milvus migrans) e il Falco pecchiaiolo (Pernis
 apivorus), quest’ultimo è presente con una coppia nidi
 cante. Gli ambienti rocciosi sono l’habitat ideale dello
 Zigolo muciatto (Emberiza cia), del Passero solitario
 (Monticola solitaria), della Rondine montana (Ptyno-
 progne rupestirs), dal Corvo imperiale (Corvus corax) e
 dal Codirosso spazzacamino (Phoenicorus ochruros).

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 Natura e Sport

 Il monolite di Iouzzi

IL monolite si trova a pochi minuti a piedi da
Gimigliano Inferiore e vale davvero la passeggiata. E’
spettacolare e molto grande. La parte emersa è di
circa 80 metri misurandolo dalla cima della roccia fino
all’alveo del fiume Corace nel quale si immerge.
L’origine geologica di questi tipi di roccia non sempre
è scientificamente certa, come non lo è l’esatta
dimensione. Un monolite potrebbe penetrare nel
terreno per molti chilometri.
Per tali motivi è facile che la fantasia popolare leghi
queste strane “creature” della Natura a eventi
miracolosi. Di certo Iouzzi è affascinante. Non visitarlo
sarebbe un vero peccato.

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 3 Enogastronomia

LA cucina gimiglianese, dai primi piatti ai dolci, affonda
le sue radici nella tradizione contadina ed è perciò
profondamente legata all’utilizzo di prodotti locali. La
ciclicità delle stagioni ci permette di associare ogni
piatto a un preciso periodo dell’anno.
Nel “periodo del maiale”, che va generalmente da
dicembre a gennaio, abbiamo la tiana di “carne e
patate” o la frittura di pancetta, fegato e patate in
padella. Tipiche di questo periodo sono le preparazioni
fatte con la carne di maiale: sopressata, salsiccia,
magularu (guanciale), pancetta affumicata e capicollo,
specialità che i gimiglianesi sono soliti produrre in

famiglia. Poi è risaputo che del maiale non si butta
nulla, e dai resti del maiale otteniamo le frittule, la
gelatina e le risimojje (il grasso del maiale che si
“stacca” dalla codara delle frittule e viene conservato
nei vasetti). Sempre nel periodo di Natale abbiamo i
viscottielli, delle ciambelle salate fatte con farina,
patate e lievito, poi fritte nello strutto. Abbiamo ancora i
turdilli, dolci fritti di uova, farina e vino cotto.
Nel periodo di Pasqua, durante il quale c’è abbondanza
di latte di pecora, ricotta e formaggio fresco e uova
fresche, abbiamo i fraguni, dei calzoni salati al forno,
fatti con farina, lievito e grasso e riempiti con un
impasto di ricotta, uova, grasso e prezzemolo.
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Altri dolci tipici di questo periodo sono le cuzzupe e il
vuccellato con sopra la decorazione di uova con guscio
che cuociono in forno. Fino a qualche decennio fa
questi dolci pasquali venivano dati in dono dalle ragazze
ai propri fidanzati per la Santa Pasqua.
A cavallo tra la primavera e l’estate uno dei prodotti
maggiormente consumati sono le fave, apprezzate sia
crude (accompagnate da formaggio pecorino e vino)
che cotte. Dette fave a pallune, queste vengono
sbollentate con tutta la buccia e saltate in padella con
panura e le frittule conservate nel grasso.
Nei mesi estivi, precisamente a giugno, uno dei frutti
tipici delle colline gimiglianesi sono le ciliegie. Anche
queste vengono apprezzate crude ma molti usano
prepararne delle marmellate oppure conservarle “sotto
spirito”, ovvero immerse in vasetti riempiti di liquore
d’anice.

Pasta chijna calabrese

Per concludere il ciclo delle stagioni, un altro frutto
tipico e risorsa fondamentale sono le castagne. Oltre ad
essere consumate crude, da queste si ricavano i pastilli
(castagne sottoposte ad un lento processo di
essiccazione), i tardilli (essiccati ma morbidi) e la farina
di castagne con cui è possibile preparare il pane di
castagne, le frittelle, le zeppole e le pitte fritte (simili ad
una piadina, ma di castagne e cotta su pietra).
Valide per tutto l’anno sono la pasta “chijna” e le
scilatelle col pomodoro. La prima è un timballo di
maccheroni preparato con polpette, provola, uova; la
seconda è pasta fresca fatta con farina, uova e acqua,
sapientemente “scilata” a mano a formare dei lunghi
spaghettoni conditi con un ragù di maiale e salsiccia o
agnello. Altra specialità gimiglianese sono i taralli con
l’anice, bolliti e poi passati in forno.

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eGuide

 Eventi e manifestazioni

 La festa della Madonna di Porto

È UNA delle feste religiose più frequentate della
Calabria. Sono migliaia i fedeli che si recano a
Gimigliano ogni anno per rendere omaggio alla
Madonna di Costantinopoli. Parliamo di circa 20.000
presenze.
La festa si celebra 50 giorni dopo la Pasqua e, quindi,
non cade sempre lo stesso giorno, anche se cade
sempre di domenica, giorno in cui iniziano i
festeggiamenti che si concludono il martedì successivo.
Il primo giorno (la domenica) la celebrazione eucaristica
avviene nella chiesa del SS. Salvatore situata nel borgo.
Alla celebrazione intervengono il vescovo della diocesi
di Catanzaro-Squillace e il sindaco della città che
accende la lampada votiva.
Il lunedì, di mattina presto, inizia il pellegrinaggio, ma è
il giorno successivo, il martedì che avviene la
“Cunfrunta”. Cioè l’incontro fra la Madonna (il quadro) e
San Giuseppe (la statua).
Il quadro, custodito nella chiesa SS. Salvatore è
portato a braccia verso il santuario, attraverso una
stradina di montagna molto suggestiva, ma defatigante
per i portatori del quadro è che molto pesante. All’arrivo
nei pressi del Santuario, la statua di San Giuseppe è
portata a spalle verso la Madonna. Il quadro, dopo la
celebrazione eucaristica fa ritorno alla chiesa del SS.
Salvatore con la processione che torna indietro per la
medesima stradina.
È una cerimonia molto bella e vale la pena esserci
anche per coloro che credenti non sono.

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 Calabria Vigorosa eGuide

 Gimigliano, Natura e Fede

Questa guida è stata commissionata dal Comune di Gimigliano e realizzata da
Calabria Vigorosa, azienda beneficiaria di contributo a fondo perduto del Por
Calabria 2007-2013. Essa è distribuita gratuitamente nella sua forma elettronica
(epub e pdf). Ti sottoponiamo un questionario per aiutarci a migliorarla e per pure
finalità statistiche. Le informazioni saranno trattate in forma anonima nel pieno
rispetto delle norme vigenti sulla protezione e riservatezza dei dati (D. Lgs, n.
196/2003).

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