Falanga (Udc): Appoggiamo Sarno
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Falanga (Udc): Appoggiamo Sarno La coalizione conta il pieno sostegno anche dell’Udc, come confermato dal coordinatore regionale Ciro Falanga: “Noi abbiamo dato il nostro sostegno a Sarno fin da subito, dopo la decisione di Fratelli d’Italia”. Falanga ha spiegato anche il perché di un’assenza che ha fatto insospettire non poco, circa l’assenza dei membri del partito: “L’Udc è stata invitata al tavolo, assolutamente, ma per ragioni personali non ho potuto presenziare ma ho confermato il mio sostegno e ho fatto in modo che arrivasse anche sui tavoli regionali e nazionali”. Questa mattina, infatti, dovrebbe giungere l’ennesima conferma, attraverso le parole del coordinatore regionale che, in questo modo, scioglie ogni dubbio. A lanciare un appello all’Udc, ieri sera, è stato proprio Salvatore Memoli, capolista con Democrazia Cristiana: “Si va verso la piena intesa su Salerno e Caserta del Centro destra. A Salerno il candidato é l’avvocato Michele Sarno. Aspetto di leggere il comunicato dell’Udc da parte di Polichetti (il segretario provinciale ndr), spero subito per chiudere ogni malinteso”. Posizione, questa, chiarita proprio da Falanga che ribadisce il suo pieno sostegno a Sarno. Centrodestra unito a Salerno e Caserta ma manca l’Udc I Coordinatori Regionali di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lega della Campania, Senatore Domenico De Siano, Senatore Antonio Iannone e Onorevole Valentino Grant, comunicano di
aver raggiunto un’intesa per sostenere congiuntamente le candidature a Sindaco dell’Avvocato Michele Sarno a Salerno, del Capogruppo in Consiglio regionale della Campania Gianpiero Zinzi a Caserta. I partiti lavorano alacremente all’unità del centrodestra per garantire ai territori un governo stabile, che accolga concretamente istanze dei cittadini. De Francesco: “La figura del farmacista rivalutata dall’opinione pubblica durante la pandemia” di Monica De Santis Il farmacista come un medico di famiglia, come una persona di cui potersi fidare e a cui chiedere un consiglio quando serve. E’ questa la descrizione che la maggior parte delle persone da quando gli si chiede di parlare del proprio farmacista. Una figura professionale che in questi lunghi mesi di pandemia è diventata ancor più importante nella vita di molti, perchè mentre tutte le attività commerciali venivano chiuse le farmacie rimanevano aperte, prestando il proprio servizio così com’è sempre stato. Lavoro, quello del farmacista che continua ad essere svolto con molta dedizione ogni giorno, ancora oggi… “Non solo i farmacisti, ma tutte le figure sanitarie, in questi mesi di emergenza, sono state rivalutate dai cittadini. – racconta il dotto Ferdinando Maria De Francesco, presidente dell’ordine dei farmacisti di Salerno – Credo che siamo riusciti a dimostrare che il nostro sistema sanitario, se pur con qualche pecca, è decisamente migliore di quello di molti
altri Stati non sono europei”. Abbiamo parlato delle farmacie che sono rimaste sempre aperte anche durante il primo lockdown, sono stati molti i cittadini che si sono rivolti a voi, anche solo per avere dei consigli semplici… “Il farmacista è sempre stata una figura importante nella vita di ogni persona, soprattutto di quelle più anziane, anche perchè diciamolo lo si trova disponibile quasi 24 ore al giorno se si considera che a turnazione le farmacie restano aperte anche di notte. Una figura che possiamo dire si dava anche un po’ per scontata. Certo durante il lockdown, il numero di persone che si rivolgeva al proprio farmacista per un consiglio è un po’ aumentato, ma era prevedibile vista l’eccezionalità della situazione. Ma ciò che mi preve evidenziare è che è aumentata la consapevolezza da parte non solo dei cittadini, ma anche dell’opinione pubblica del lavoro e del servizio che viene offerto dai miei colleghi”. Ed oggi com’è la situazione? “Stiamo rientrando in parte nella normalità, anche se dobbiamo constatare che ci sono molte persone che si stanno rivolgendo a noi per farsi stampare il green pass. Ecco vorrei dire a tutti coloro che hanno un computer oppure un cellulare di non andare dal farmacista per avere il green pass, noi siamo a disposizione sempre e comunque, ma questo è un servizio che offriamo soprattutto agli anziani e a coloro che non hanno mezzi tecnologici adeguati, se tutti vanno in farmacia per stampare il green pass, capirete bene che si creano code inutili, si allungano le file e si creano anche assembramenti inutili”. I servizi che voi farmacisti state offrendo in questi mesi però sono anche altri, ad esempio molti di voi si sono offerti come volontari per la campagna di vaccinazione, è vero? “Questa è stata una scelta, fatta in maniera volontaria da molti colleghi o titolari di farmacie o che lavorano presso delle farmacie, che viste le difficoltà iniziali nel trovare medici a sufficienza per la somministrazione dei vaccini, hanno ritenuto giusto, mettere a disposizione il tempo libero per velocizzare la campagna di vaccinazione. Sul territorio di Salerno abbiamo avuto una buona adesione, ovviamente non abbiamo dei numeri precisi, anche perchè ci sono stati giorni
in cui abbiamo avuto più colleghi disponibili e giorni meno. Tutto dipendeva e dipende ovviamente dal lavoro e dal tempo libero che ognuno ha. Però come dicevo sul territorio salernitano abbiamo avuto una buona adesione, soprattutto in quei centri della provincia che hanno maggiore difficoltà perchè troppo distanti dai centri più grandi. Quindi abbiamo fatto un lavoro di agevolazione per la cittadinanza e per la campagna vaccinale, che in questo modo si è svolta e si sta svolgendo in maniera più rapida. A tal proposito voglio ancora una volta ringraziare tutti i colleghi che si sono adoperati per somministrare i vaccini” La psicologia a sostegno delle persone e della comunità di Antonio Abate Negli ultimi mesi stiamo assistendo alla crescita esponenziale della richiesta di interventi psicologici qualificati a sostegno delle persone, di gruppi e di comunità che stanno facendo i conti con le ferite lasciate dalla pandemia nelle nostre vite e nelle relazioni sociali. In questi ultimi giorni, poi e per ragioni meno drammatiche, siamo anche venuti a conoscenza del ruolo significativo che la psicologia per lo sport ha avuto nel raggiungimento di importanti traguardi olimpici. Insomma, sfaccettature diverse di uno stesso fenomeno: la presenza dello psicologo come promotore della crescita personale e collettiva e come supporto qualificato nelle sfide quotidiane. Di fronte a questo scenario, che potremmo chiamare di emergenza sociale post-pandemica, Salerno
si fa trovare pronta. L’università di Salerno, che ha una lunghissima tradizione nella formazione di figure professionali legate al mondo dell’educazione e dell’intervento sociale, ha attivato un Corso di Laurea Magistrale in Psicologia di Comunità per i Contesti Formativi, per il Benessere e per lo Sport. Al corso, le cui iscrizioni si chiudono il 27 agosto, possono accedere laureati in psicologia in possesso di una laurea triennale o coloro che, pur provenendo da altra laurea magistrale, hanno maturato almeno 88 CFU in almeno 6 settori scientifico-disciplinari dell’ambito psicologico. Possono, inoltre, partecipare alla prova di accesso, sub condicione, anche i candidati che, pur non essendo ancora in possesso degli 88 CFU in almeno 6 settori scientifico disciplinari nell’ambito psicologico, come stabilito dal bando, conseguiranno tale requisito entro il 28 febbraio 2022. Ulteriori informazioni sono reperibili sul sito web dell’Università degli Studi di Salerno (https://corsi.unisa.it/44225). A realizzare questa nuova proposta formativa saranno i professori di area psicologica Ruggero Andrisano-Ruggieri, Elisa Cavicchiolo, Mauro Cozzolino, Chiara Fioretti, Laura Girelli, Monica Mollo e Pina Marsico. Ed a spiegare meglio il corso ci pensa la professoressa Marsico che nel settore della psicologia e della formazione vanta un bel po’ di esperienza in Italia ed all’estero. «Lo scopo è quello di preparare psicologi in grado di operare nei diversi contesti di formazione e promozione del benessere individuale e collettivo. Il corso vede la luce dopo molti anni – sostiene la prof. Marsico – ed è l’esito del lavoro di tante persone. Si tratta di un risultato importantissimo per l’ateneo salernitano e per questo si deve senza dubbio ringraziare il Magnifico Rettore Professor Vincenzo Loia, il Prorettore Professor Maurizio Sibilio e la Direttrice del Dipartimento di Scienze Umane, Filosofiche e della Formazione Professoressa Paola Aiello. Va dato ovviamente il giusto merito al gruppo dei professori dell’area psicologica che hanno profuso tanto impegno straordinario affinché quello che era un progetto si trasformasse in
realtà». Un esordio calibrato. «Per la verità Salerno ha una lunga tradizione nella ricerca psicologica nella psicologia e nello sviluppo dell’educazione. – sostiene la “prof” e ultimamente ha ricevuto un significativo riscontro per che promuovo lo sport come arena di promozione sociale. Da sempre, dunque, abbiamo investivo in percorsi formativi e di ricerca volti alla promozione del benessere, al contenimento del rischio psicosociale, e, in generale, ad uno stile di vita armonica e in grado sviluppare il potenziale delle persone e della comunità». «Il corso di studi risponde ad esigenze concrete – sostiene la professoressa Marsico – come per esempio quelle derivanti dalla condizione pandemica che ha causato moltissimi problemi oggi drammaticamente evidenti tanto nel tessuto sociale quanto nel vissuto soggettivo. Basti pensare alla gestione della propria vita durante il lockdown, ai timori per gli effetti della pandemia, o anche alla complessa gestione della didattica a distanza e alla necessità di tutelare sé stessi e i propri cari. Ci sono state delle persone che hanno purtroppo vissuto dei drammi avvertito forti disagi, come la perdita di un caro o l’assenza di lavoro con importanti ripercussioni nella propria sfera di vita. Di fronte a scenari complessi come questi, la figura dello psicologo risulta una risorsa importante». Dunque ci sono anche prospettive reali di lavoro, per essere concreti: «Si, il programma nazionale di ripresa e resilienza apre a scenari interessanti, come ad esempio la presenza dello psicologo nei contesti scolastici». La figura dello psicologo è però ancora percepita come elitaria. «La nostra intenzione è proprio quella di sfatare questo mito. La nostra deve essere una presenza di comunità, ben integrata nel tessuto sociale per dare sostegno, favorire la crescita e promuover il benessere psicologico».
La biblioteca comunale non presta i libri, gruppo di giovani si organizza di Monica De Santis In un momento di difficoltà come quello attuale, sempre più spesso le istituzioni hanno difficoltà nello svolgere a pieno le proprie funzioni. Uno dei diritti che ad oggi non viene garantito è “il diritto alla lettura”. E’ quanto è stato “denunciato” e stanno cercando di risolvere i componenti dell’Associazione Animus di Scafati. Il gruppo che vede alla presidenza Giuseppe Falcone, è composto da oltre 15 giovani che armati di buona volontà stanno cercando di offrire, specie alle fasce più deboli della cittadina dell’agro, un supporto in ciò che possono. Nato un anno fa, l’associazione ha tra le altre cose organizzato diversi incontri culturali, in collaborazione anche con il Liceo Cacciopoli, affrontando diverse tematiche dalla parità di genere all’usura, dalla violenza sulle donne alla giustizia e così via. Oggi sotto la spinta di due giovani componenti dell’associazione Raffaella Ciaravolo e Federica Auricchio, stanno cercando di porre rimedio ad una carenza da parte dell’amministrazione comunale. Sono infatti due anni che la biblioteca comunale di Scafati, causa mancanza di personale non concede più libri in prestito a chi ne fa richiesta. Una mancanza questa che ha creato problemi a molti studenti ed anche a giovani lettori che magari si rivolgevano alla struttura comunale per avere un libro in prestito. Di qui l’idea di questo gruppo di ragazzi che, come scrivono in una loro nota … “Per difficoltà oggettive, spesso, quello che dovrebbe essere un diritto diventa un privilegio. In un contesto come questo, la nostra associazione ha promosso una raccolta di libri, di qualsiasi genere, raccolta che ha come obiettivo quello di avere un catalogo di titoli che siano fruibili da chiunque abbia voglia
di trascorrere del tempo in compagnia di un libro. Speriamo, in questo modo, di sopperire nel nostro piccolo a una mancanza sperando che sempre più spesso possa diventare “normalità” nei nostri territori”. Ad oggi l’Associazione Animus ha raccolto già 500 libri, conservati nelle abitazioni degli stessi ragazzi visto che al momento non dispongono di una sede propria. L’elenco completo di tutti i testi come spiega il presidente Falcone… “E’ disponibile sulla nostra pagina facebook, qui chiunque può prendere visione dei libri a nostra disposizione e può richiederne il prestito. Come farlo è semplicissimo basta telefonare al numero 3272966615 oppure inviare una mail all’indirizzo animus.associsazione@gmail.com”. Falcone spiega anche che la loro opera di raccolta testi prosegue… “Chiunque voglia donarci dei libri può contattarci sempre al numero e all’indirizzo dato prima. Il nostro scopo è quello di avere il maggior numero di testi possibili così da poter accontentare le richieste di tutti sperando anche di poter avere quanto prima una sede dove poter allestire la nostra biblioteca che possa sopperire alle mancanze della biblioteca comunale, visto che per il momento non si parla di riattivare il servizio di prestito dei libri”. La Compagnia Arcoscenico Lab presenta “Scherzi da poeta” Questa sera, alle ore 21.15, in largo Santa Maria dei Barbuti, nel centro storico di Salerno, per la XXXVI edizione della rassegna estiva di teatro “Barbuti Festival”, la Compagnia Arcoscenico Lab presenta “Scherzi da poeta”, per la regia di Rodolfo Fornario (ingresso 10 euro). Può una fortuna, una enorme fortuna, essere al tempo stesso una terribile iattura?
I soldi danno davvero la felicità? Il benessere unisce o disgrega la famiglia? E’ questo ciò che si trova ad affrontare Filippo Gliommero che da povero squattrinato si ritrova ad avere tra le mani un patrimonio di svariati milioni, ma allo stesso tempo proprio da questo momento comincia il suo personale Calvario, e il busto di Dante Alighieri che troneggia in scena? Che ruolo ha il sommo poeta in questa storia? Questa, la trama di “Scherzi da poeta” commedia che si muove tra passaggi farseschi e spunti pirandelliani, un ridere che nasconde tra gli sberleffi e le battute una serie di interrogativi, universali, domande sul valore della vita e sulla paura della morte. Questo spettacolo è stato il saggio finale del gruppo Arcoscenico Lab, laboratorio teatrale dell’Associazione Arcoscenico, tenuto da Rodolfo Fornario e Antonella Quaranta. Positano Teatro apre con un omaggio a Milva Questa sera, alle 20,45 nell’ Anfiteatro Piazza dei Racconti, l’attesa serata inaugurale della XVIII Edizione del Positano Teatro Festival Premio Annibale Ruccello, ideato e diretto da Gerardo D’Andrea, (purtroppo recentemente scomparso), sarà dedicata ad un’artista dalla grande personalità e di eccezionale caratura internazionale, la cantante Milva con lo spettacolo “La Rossa” che vede protagoniste Antonella Morea, che con la sua straordinaria voce canterà i brani musicali del variegato repertorio di Milva, e Martina Carpi che, attraverso l’interpretazione del testo scritto da Gianmarco Cesario, ne ripercorrerà le principali tappe personali ed artistiche. Lo spettacolo sarà accompagnato, in quest’occasione, dall’ensemble musicale composta da Vittorio Cataldi (piano,
fisarmonica e violino), da Luigi Fiscale (contrabbasso), da Franco Ponzo (chitarra) e Gianluca Mirra (batteria). Il Festival sarà anticipato dall’esibizione musicale del duo “acCosta acCosta” con Michele Colonna e Nino Apreda che insieme ad un gruppo di giovani in abiti folcloristici, partendo da Via Pasitea, alle 19,30, coinvolgerà cittadini e turisti dando il benvenuto al pubblico del Positano Teatro Festival. “È importante per noi portare a compimento questa edizione della manifestazione programmata col caro Gerardo D’Andrea che l’aveva fortemente voluta, e all’indomani del lockdown l’aveva organizzata fin nei minimi dettagli. È il modo più giusto per ricordarlo: per lui Positano ed il Festival erano tutto, e a noi la sua assenza pesa come un macigno, perciò far continuare a vivere il suo festival e come riportare lui ancora tra noi”, dichiara il sindaco di Positano, Giuseppe Guida. “Raccontare un personaggio eclettico come Milva, una delle poche artiste italiane che è riuscita a coniugare classe, cultura e gusto popolare, non è facile, e ancor meno lo è raccontare la Milva donna. Così, per questo appassionato omaggio – scrive Gianmarco Cesario – abbiamo deciso di dare parola alle sue canzoni, ai poeti dei quali si è circondata, di cui il suo repertorio è ricco. Un viaggio attraverso la sua storia artistica ed umana che intende sottolineare il valore assoluto della sua arte, che attraverso la sua straordinaria forza interpretativa ha reso familiari al pubblico la creatività di Alda Merini come di Bertolt Brecht, di Astor Piazzolla come di Franco Battiato, ed ancora Giuseppe Marotta e Edith Piaf, senza dimenticare le icone pop degli anni ’60, come il nostro Don Backy e il duo Sonny & CHer. Per fare ciò abbiamo scelto due meravigliose donne che interpreteranno la sua molteplice versatilità, l’attrice Martina Carpi, che ha respirato la sua stessa aria al Piccolo Teatro di Milano, e Antonella Morea, una voce che riesce a dare ancora una volta vita alle note delle sue immortali canzoni”. Subito dopo sarà il momento del Premio Annibale Ruccello 2020 alla carriera a Milva. Quest’anno l’autore del Premio Annibale Ruccello è l’artista Gaetano Di Riso che ha
realizzato un dipinto olio su tela dal titolo “La mano di quel Dio”. Nel corso della premiazione sarà trasmesso un video messaggio della figlia Martina Corgnati che ha inviato al Festival, ecco un breve stralcio: “Mia madre Milva avrebbe amato tutto di questa serata: il dipinto di Gaetano Di Riso, così raffinato e sensibile, che avete voluto generosamente dedicarle, il fatto di essere a Positano, al cuore di quella Costiera che amava insieme a tutta la cultura e la musica napoletana; e infine, avrebbe soprattutto apprezzato il fatto di essere ancora una volta vicina al suo pubblico, il pubblico a cui ha dedicato, a mio modo di vedere, le sue energie migliori e le emozioni più pure della sua vita”. Serata speciale che il Festival Segreti d’Autore con Mario Martone “Pastorale cilentana”. E’ questo il titolo della serata speciale che il Festival Segreti d’Autore dedica al pluripremiato regista napoletano Mario Martone. Una chiara citazione del suggestivo cortometraggio che Martone presentò al Festival di Locarno nel 2015 e che venne proiettato per sei mesi nel padiglione Zero dell’Expo a Milano. Un atto d’amore nei confronti del Cilento, terra unica che tutte le contiene, a testimonianza di un legame non soltanto artistico. Alle 21.30 di domenica, nello storico palazzo Coppola di Valle Cilento/Sessa Cilento, lo scrittore, regista e ideatore del Festival, Ruggero Cappuccio, dialogherà con Martone proprio sul suo rapporto con un luogo che ha conservato intatta la poesia originaria, ma anche di una carriera artistica che spazia con eguale maestria e prestigiosi riconoscimenti tra
cinema, lirica e teatro. Dalla fondazione del gruppo Falso Movimento e la creazione della Compagnia Teatri Uniti fino all’attesissimo film “Qui rido io”, che sarà presentato in concorso alla 78esima Mostra del Cinema di Venezia. Al termine della serata sarà consegnato a Martone il premio Segreti d’Autore 2021, un’opera creata per l’occasione dal famoso artista Mimmo Paladino. Il Festival, affidato alla direzione di Nadia Baldi, è una produzione Manovalanza, in collaborazione con Teatro Segreto. Iniziano i lavori di restyling al Teatro Arbostella di Monica De Santis Si sta per realizzare il nuovo Teatro Arbostella, sono infatti, ai nastri di partenza i lavori di ammodernamento e adeguamento funzionale del Teatro che fino ad un anno fa era gestito dal compianto Gigino Esposito. La ristrutturazione della struttura che si trova nella zona orientale, sarà resa possibile grazie ad un finanziamento della Regione Campania. Finanziamento questo che permetterà alla struttura di poter riaprire in tutta sicurezza per la prossima stagione teatrale, dopo gli oltre 17 mesi di chiusura dovuti all’emergenza sanitaria che ha colpito tutto il mondo. Ed è proprio in questo periodo buio, che ha di fatto cambiato la vita di ognuno di noi, che, lo ricordiamo, è venuto a mancare anche il direttore artistico e figura storica del teatro salernitano Gigino Esposito. Fu sua l’idea, nel 2004, con l’aiuto del Comune di Salerno trasformò da una scuola elementare
abbandonata in un accogliente teatro di 100 posti che poteva contare negli ultimi anni su un pubblico affezionato di oltre 600 abbonati, quasi un record per una struttura teatrale che ospita compagnie di teatro amatoriale. E proprio per onorare la memoria e il lavoro di Gino, la Regione, guidata dal Governatore De Luca ha creduto nel progetto Arbostella sostenendolo in questa nuova trasformazione per renderlo maggiormente funzionale e fruibile sia per il pubblico che per gli amanti del teatro in un quartiere sempre in continua evoluzione come il Parco Arbostella. Stando alle previsioni dei tecnici i lavori dovrebbero terminare entro novembre, per lanciare poi un cartellone teatrale invernale che dovrebbe iniziate a dicembre e concludersi il prossimo maggio. Ciliegina finale sarà l’intitolazione della struttura proprio a Gigino Esposito. E ovviamente, per la situazione dei lavori in corso, sarà impossibile quest’anno organizzare la decennale manifestazione all’aperto Arena Arbostella. E cosi, il Direttivo del Teatro, nelle vesti della presidente Immacolata Caracciuolo e dell’organizzatore Arturo Esposito ha deciso di aderire alla manifestazione del Parco del Mercatello organizzata dal Comune di Salerno in un’Arena allestita con 500 posti, regalando al proprio pubblico due serate ad ingresso gratuito domenica 29 agosto e lunedi 30 agosto. Nella prima serata in scena la compagnia napoletana Zerottantuno con un divertentissimo testo di Gaetano di Maio “Il Morto sta bene in salute” per la regia di Felice Pace. Il giorno successivo la compagnia salernitana Antica Italiana invece si cimenterà in un comicissimo testo di Gaetano Troiano dal titolo “Ma che bella famiglia!” con la regia dello stesso Troiano. L’inizio degli spettacoli sarà alle ore 21 e per le norme anti covid necessita la prenotazione obbligatoria attraverso i punti vendita che saranno comunicati in questi giorni. L’accesso all’Arena Mercatello dovrà avvenire con tagliando di prenotazione esibendo all’entrata obbligatoriamente il green pass. Per Informazioni 347/1869810 – 328/5621387 – 328/2664758 teatroarbostella@gmail.com
Maurizio Pollini: Schumann e Chopin di Olga Chieffi La grande attenzione prestata agli aspetti formali dei brani suonati e la scrupolosa fedeltà alla pagina che si accinge a suonare, volta ad offrire al pubblico la musica nella sua forma più pura, nella sua “verità”, fa di Maurizio Pollini, uno dei più carismatici “sacerdoti” del pianoforte, il cui nome evoca una carriera impareggiabile, una storia di uomo e d’artista, applaudita da diverse generazioni. Il suo repertorio, che si estende da Bach ai contemporanei, testimonia la profonda conoscenza della musica di ogni tempo. Se nel 2020 l’Auditorium Oscar Niemeyer ha visto il debutto a Ravello di Riccardo Muti e Cecilia Bartoli, quest’anno vedrà quello di Maurizio Pollini. Domani,alle ore 20, la sala disegnata dall’architetto brasiliano, già sold out da settimane, accoglierà una delle leggende della musica di tutti i tempi che, grazie ad una carriera eccezionale, lo ha portato ad essere nel mondo una delle figure più rappresentative del nostro Paese. “Quando l’anno scorso sono ritornato alla direzione artistica del Ravello Festival – spiega il direttore artistico Alessio Vlad – mi sono prefissato l’obiettivo di portare a Ravello, cominciando dagli italiani, i più importanti musicisti in attività, contando, anche, sulla possibilità che l’Auditorium Oscar Niemeyer offre affinché il Festival si possa arricchire anche della presenza di quei musicisti che solitamente si rifiutano di suonare all’aperto. Ed ecco, dopo Muti e la Bartoli, Maurizio Pollini, senza dubbio i tre interpreti italiani che più di tutti, da anni, rappresentano l’Italia nelle sale da concerto, nei festival e nei luoghi dedicati alla musica più importanti del mondo,
personalità che mai si erano esibite a Ravello”. Il debutto al Ravello Festival è affidato a Robert Schumann e Fryderyck Chopin, un dittico di gemelli diversi, che non potevano rinunciare al grido lacerante di una generazione, che non sapeva vivere senza soffrire. Il concerto verrà inaugurato dall’Arabeske op.18 di Robert Schumann, una delle rare concessioni a regole formali prestabilite, un rondò, con tre enunciazioni del refrain, intercalate da due episodi in modo minore. La pagina riprende il colore luminoso della tonalità di do maggiore per dar vita ad una trama polifonica di ornamenti delicati e trasparenti, increspati da frequenti emersioni di una singola voce o di un’inattesa armonia cromatica. Un ricamo, ripetuto con compiacimento ai limiti dell’ossessione, alimentato da una instancabile ricerca di purezza. La coda, onirica e contemplativa, sospesa, è l’apoteosi di questa estetica. Seguirà l’Allegro op. 8, scritto durante il breve periodo degli studi con Dorn, creato secondo la raffinata tecnica motivica dell’ultimo Beethoven, una pagina dal carattere essenziale e sperimentale. Il portrait schumanniano verrà sigillato dalla Fantasia op.17, inizialmente pensata per Clara Wieck: «II primo tempo – le scrive Robert – è davvero quanto di più appassionato abbia mai fatto: un profondo lamento per te». E’ l’epigrafe dell’opera, ma la dedica è per Franz Listz: «Tra tutti i suoni, nel variopinto sogno terrestre, ne risuona uno, prolungato, per colui che segretamente ascolta». Tumulto dell’ispirazione ed ordine formale trovano equilibrio nei tre movimenti, in cui il finale sacrifica la convenzione di chiudere su un allegro, per tener fede al senso più intimo di questo poema musicale, ove il disordine del mondo, simboleggiato dai primi due movimenti, trovano lirica compensazione in quell’universo notturno, rivelazione di una dimensione altra, cui tendere. Si passerà, poi, all’amato Chopin con la Sonata op.35. Quando Schumann ebbe modo di esaminare quest’opera, ne rimase sconvolto: “Un capriccio o un’audacia sotto la denominazione di Sonata fa contrabbando dei quattro più folli figli del suo spirito”, la Marcia funebre “ha persino qualcosa di repulsivo”. Fra tutte
le composizioni, questa è, indubbiamente, la più imbevuta di immaginazione, quella che rivela il significato più irrecusabile, da cui emerge tutto ciò che sappiamo di Chopin. A seguire, la Berceuse op.57, caratterizzata dal clima cullante e dall’avvolgente lirismo, propri della ninna nanna e dall’ arte della Variazione. L’opera conta quattordici variazioni su un tema originale: la mano destra presenta una melodia arabescata, dal carattere improvvisativo, alla quale si contrappone un basso ostinato fisso. Finale pirotecnico con la Polacca op. 53, “Eroica”, che resta una delle vette indiscusse del pianismo romantico, nome dovuto alla bellezza e all’incisività di temi che rimangono scolpiti, evocanti sia il sentimento eroico e patriottico, sia quello malinconico e nostalgico, in una straordinaria virtuosità di scrittura.
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