Falanga (Udc): Appoggiamo Sarno

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Falanga             (Udc):            Appoggiamo
Sarno
La coalizione conta il pieno sostegno anche dell’Udc, come
confermato dal coordinatore regionale Ciro Falanga: “Noi
abbiamo dato il nostro sostegno a Sarno fin da subito, dopo la
decisione di Fratelli d’Italia”. Falanga ha spiegato anche il
perché di un’assenza che ha fatto insospettire non poco, circa
l’assenza dei membri del partito: “L’Udc è stata invitata al
tavolo, assolutamente, ma per ragioni personali non ho potuto
presenziare ma ho confermato il mio sostegno e ho fatto in
modo che arrivasse anche sui tavoli regionali e nazionali”.
Questa mattina, infatti, dovrebbe giungere l’ennesima
conferma, attraverso le parole del coordinatore regionale che,
in questo modo, scioglie ogni dubbio. A lanciare un appello
all’Udc, ieri sera, è stato proprio Salvatore Memoli,
capolista con Democrazia Cristiana: “Si va verso la piena
intesa su Salerno e Caserta del Centro destra. A Salerno il
candidato é l’avvocato Michele Sarno. Aspetto di leggere il
comunicato dell’Udc da parte di Polichetti (il segretario
provinciale ndr), spero subito per chiudere ogni malinteso”.
Posizione, questa, chiarita proprio da Falanga che ribadisce
il suo pieno sostegno a Sarno.

Centrodestra unito a Salerno
e Caserta ma manca l’Udc
I Coordinatori Regionali di Forza Italia, Fratelli d’Italia e
Lega della Campania, Senatore Domenico De Siano, Senatore
Antonio Iannone e Onorevole Valentino Grant, comunicano di
aver raggiunto un’intesa per sostenere congiuntamente       le
candidature a Sindaco dell’Avvocato Michele Sarno a Salerno,
del Capogruppo in Consiglio regionale della Campania Gianpiero
Zinzi a Caserta. I partiti lavorano alacremente all’unità del
centrodestra per garantire ai territori un governo stabile,
che accolga concretamente istanze dei cittadini.

De Francesco: “La figura del
farmacista        rivalutata
dall’opinione       pubblica
durante la pandemia”
di Monica De Santis

Il farmacista come un medico di famiglia, come una persona di
cui potersi fidare e a cui chiedere un consiglio quando serve.
E’ questa la descrizione che la maggior parte delle persone da
quando gli si chiede di parlare del proprio farmacista. Una
figura professionale che in questi lunghi mesi di pandemia è
diventata ancor più importante nella vita di molti, perchè
mentre tutte le attività commerciali venivano chiuse le
farmacie rimanevano aperte, prestando il proprio servizio così
com’è sempre stato. Lavoro, quello del farmacista che continua
ad essere svolto con molta dedizione ogni giorno, ancora oggi…
“Non solo i farmacisti, ma tutte le figure sanitarie, in
questi mesi di emergenza, sono state rivalutate dai cittadini.
– racconta il dotto Ferdinando Maria De Francesco, presidente
dell’ordine dei farmacisti di Salerno – Credo che siamo
riusciti a dimostrare che il nostro sistema sanitario, se pur
con qualche pecca, è decisamente migliore di quello di molti
altri Stati non sono europei”. Abbiamo parlato delle farmacie
che sono rimaste sempre aperte anche durante il primo
lockdown, sono stati molti i cittadini che si sono rivolti a
voi, anche solo per avere dei consigli semplici… “Il
farmacista è sempre stata una figura importante nella vita di
ogni persona, soprattutto di quelle più anziane, anche perchè
diciamolo lo si trova disponibile quasi 24 ore al giorno se si
considera che a turnazione le farmacie restano aperte anche di
notte. Una figura che possiamo dire si dava anche un po’ per
scontata. Certo durante il lockdown, il numero di persone che
si rivolgeva al proprio farmacista per un consiglio è un po’
aumentato, ma era prevedibile vista l’eccezionalità della
situazione. Ma ciò che mi preve evidenziare è che è aumentata
la consapevolezza da parte non solo dei cittadini, ma anche
dell’opinione pubblica del lavoro e del servizio che viene
offerto dai miei colleghi”. Ed oggi com’è la situazione?
“Stiamo rientrando in parte nella normalità, anche se dobbiamo
constatare che ci sono molte persone che si stanno rivolgendo
a noi per farsi stampare il green pass. Ecco vorrei dire a
tutti coloro che hanno un computer oppure un cellulare di non
andare dal farmacista per avere il green pass, noi siamo a
disposizione sempre e comunque, ma questo è un servizio che
offriamo soprattutto agli anziani e a coloro che non hanno
mezzi tecnologici adeguati, se tutti vanno in farmacia per
stampare il green pass, capirete bene che si creano code
inutili, si allungano le file e si creano anche assembramenti
inutili”. I servizi che voi farmacisti state offrendo in
questi mesi però sono anche altri, ad esempio molti di voi si
sono offerti come volontari per la campagna di vaccinazione, è
vero? “Questa è stata una scelta, fatta in maniera volontaria
da molti colleghi o titolari di farmacie o che lavorano presso
delle farmacie, che viste le difficoltà iniziali nel trovare
medici a sufficienza per la somministrazione dei vaccini,
hanno ritenuto giusto, mettere a disposizione il tempo libero
per velocizzare la campagna di vaccinazione. Sul territorio di
Salerno abbiamo avuto una buona adesione, ovviamente non
abbiamo dei numeri precisi, anche perchè ci sono stati giorni
in cui abbiamo avuto più colleghi disponibili e giorni meno.
Tutto dipendeva e dipende ovviamente dal lavoro e dal tempo
libero che ognuno ha. Però come dicevo sul territorio
salernitano abbiamo avuto una buona adesione, soprattutto in
quei centri della provincia che hanno maggiore difficoltà
perchè troppo distanti dai centri più grandi. Quindi abbiamo
fatto un lavoro di agevolazione per la cittadinanza e per la
campagna vaccinale, che in questo modo si è svolta e si sta
svolgendo in maniera più rapida. A tal proposito voglio ancora
una volta ringraziare tutti i colleghi che si sono adoperati
per somministrare i vaccini”

La psicologia a sostegno
delle    persone e della
comunità
di Antonio Abate

Negli ultimi mesi stiamo assistendo alla crescita esponenziale
della richiesta di interventi psicologici qualificati a
sostegno delle persone, di gruppi e di comunità che stanno
facendo i conti con le ferite lasciate dalla pandemia nelle
nostre vite e nelle relazioni sociali. In questi ultimi
giorni, poi e per ragioni meno drammatiche, siamo anche venuti
a conoscenza del ruolo significativo che la psicologia per lo
sport ha avuto nel raggiungimento di importanti traguardi
olimpici. Insomma, sfaccettature diverse di uno stesso
fenomeno: la presenza dello psicologo come promotore della
crescita personale e collettiva e come supporto qualificato
nelle sfide quotidiane. Di fronte a questo scenario, che
potremmo chiamare di emergenza sociale post-pandemica, Salerno
si fa trovare pronta. L’università di Salerno, che ha una
lunghissima tradizione nella formazione di figure
professionali     legate    al  mondo    dell’educazione     e
dell’intervento sociale, ha attivato un Corso di Laurea
Magistrale in Psicologia di Comunità per i Contesti Formativi,
per il Benessere e per lo Sport. Al corso, le cui iscrizioni
si chiudono il 27 agosto, possono accedere laureati in
psicologia in possesso di una laurea triennale o coloro che,
pur provenendo da altra laurea magistrale, hanno maturato
almeno 88 CFU in almeno 6 settori scientifico-disciplinari
dell’ambito psicologico. Possono, inoltre, partecipare alla
prova di accesso, sub condicione, anche i candidati che, pur
non essendo ancora in possesso degli 88 CFU in almeno 6
settori scientifico disciplinari nell’ambito psicologico, come
stabilito dal bando, conseguiranno tale requisito entro il 28
febbraio 2022. Ulteriori informazioni sono reperibili sul sito
web    dell’Università       degli    Studi     di    Salerno
(https://corsi.unisa.it/44225). A realizzare questa nuova
proposta formativa saranno i professori di area psicologica
Ruggero Andrisano-Ruggieri, Elisa Cavicchiolo, Mauro
Cozzolino, Chiara Fioretti, Laura Girelli, Monica Mollo e Pina
Marsico. Ed a spiegare meglio il corso ci pensa la
professoressa Marsico che nel settore della psicologia e della
formazione vanta un bel po’ di esperienza in Italia ed
all’estero. «Lo scopo è quello di preparare psicologi in grado
di operare nei diversi contesti di formazione e promozione del
benessere individuale e collettivo. Il corso vede la luce dopo
molti anni – sostiene la prof. Marsico – ed è l’esito del
lavoro di tante persone. Si tratta di un risultato
importantissimo per l’ateneo salernitano e per questo si deve
senza dubbio ringraziare il Magnifico Rettore Professor
Vincenzo Loia, il Prorettore Professor Maurizio Sibilio e la
Direttrice del Dipartimento di Scienze Umane, Filosofiche e
della Formazione Professoressa Paola Aiello. Va dato
ovviamente il giusto merito al gruppo dei professori dell’area
psicologica che hanno profuso tanto impegno straordinario
affinché quello che era un progetto si trasformasse in
realtà». Un esordio calibrato. «Per la verità Salerno ha una
lunga tradizione nella ricerca psicologica nella psicologia e
nello sviluppo dell’educazione. – sostiene la “prof” e
ultimamente ha ricevuto un significativo riscontro per che
promuovo lo sport come arena di promozione sociale. Da sempre,
dunque, abbiamo investivo in percorsi formativi e di ricerca
volti alla promozione del benessere, al contenimento del
rischio psicosociale, e, in generale, ad uno stile di vita
armonica e in grado sviluppare il potenziale delle persone e
della comunità». «Il corso di studi risponde ad esigenze
concrete – sostiene la professoressa Marsico – come per
esempio quelle derivanti dalla condizione pandemica che ha
causato moltissimi problemi oggi drammaticamente evidenti
tanto nel tessuto sociale quanto nel vissuto soggettivo. Basti
pensare alla gestione della propria vita durante il lockdown,
ai timori per gli effetti della pandemia, o anche alla
complessa gestione della didattica a distanza e alla necessità
di tutelare sé stessi e i propri cari. Ci sono state delle
persone che hanno purtroppo vissuto dei drammi avvertito forti
disagi, come la perdita di un caro o l’assenza di lavoro con
importanti ripercussioni nella propria sfera di vita. Di
fronte a scenari complessi come questi, la figura dello
psicologo risulta una risorsa importante». Dunque ci sono
anche prospettive reali di lavoro, per essere concreti: «Si,
il programma nazionale di ripresa e resilienza apre a scenari
interessanti, come ad esempio la presenza dello psicologo nei
contesti scolastici». La figura dello psicologo è però ancora
percepita come elitaria. «La nostra intenzione è proprio
quella di sfatare questo mito. La nostra deve essere una
presenza di comunità, ben integrata nel tessuto sociale per
dare sostegno, favorire la crescita e promuover il benessere
psicologico».
La biblioteca comunale non
presta i libri, gruppo di
giovani si organizza
di Monica De Santis

In un momento di difficoltà come quello attuale, sempre più
spesso le istituzioni hanno difficoltà nello svolgere a pieno
le proprie funzioni. Uno dei diritti che ad oggi non viene
garantito è “il diritto alla lettura”. E’ quanto è stato
“denunciato” e stanno cercando di risolvere i componenti
dell’Associazione Animus di Scafati. Il gruppo che vede alla
presidenza Giuseppe Falcone, è composto da oltre 15 giovani
che armati di buona volontà stanno cercando di offrire, specie
alle fasce più deboli della cittadina dell’agro, un supporto
in ciò che possono. Nato un anno fa, l’associazione ha tra le
altre cose organizzato diversi incontri culturali, in
collaborazione anche con il Liceo Cacciopoli, affrontando
diverse tematiche dalla parità di genere all’usura, dalla
violenza sulle donne alla giustizia e così via. Oggi sotto la
spinta di due giovani componenti dell’associazione Raffaella
Ciaravolo e Federica Auricchio, stanno cercando di porre
rimedio ad una carenza da parte dell’amministrazione comunale.
Sono infatti due anni che la biblioteca comunale di Scafati,
causa mancanza di personale non concede più libri in prestito
a chi ne fa richiesta. Una mancanza questa che ha creato
problemi a molti studenti ed anche a giovani lettori che
magari si rivolgevano alla struttura comunale per avere un
libro in prestito. Di qui l’idea di questo gruppo di ragazzi
che, come scrivono in una loro nota … “Per difficoltà
oggettive, spesso, quello che dovrebbe essere un diritto
diventa un privilegio. In un contesto come questo, la nostra
associazione ha promosso una raccolta di libri, di qualsiasi
genere, raccolta che ha come obiettivo quello di avere un
catalogo di titoli che siano fruibili da chiunque abbia voglia
di trascorrere del tempo in compagnia di un libro. Speriamo,
in questo modo, di sopperire nel nostro piccolo a una mancanza
sperando che sempre più spesso possa diventare “normalità” nei
nostri territori”. Ad oggi l’Associazione Animus ha raccolto
già 500 libri, conservati nelle abitazioni degli stessi
ragazzi visto che al momento non dispongono di una sede
propria. L’elenco completo di tutti i testi come spiega il
presidente Falcone… “E’ disponibile sulla nostra pagina
facebook, qui chiunque può prendere visione dei libri a nostra
disposizione e può richiederne il prestito. Come farlo è
semplicissimo basta telefonare al numero 3272966615 oppure
inviare           una           mail          all’indirizzo
animus.associsazione@gmail.com”. Falcone spiega anche che la
loro opera di raccolta testi prosegue… “Chiunque voglia
donarci dei libri può contattarci sempre al numero e
all’indirizzo dato prima. Il nostro scopo è quello di avere il
maggior numero di testi possibili così da poter accontentare
le richieste di tutti sperando anche di poter avere quanto
prima una sede dove poter allestire la nostra biblioteca che
possa sopperire alle mancanze della biblioteca comunale, visto
che per il momento non si parla di riattivare il servizio di
prestito dei libri”.

La Compagnia Arcoscenico Lab
presenta “Scherzi da poeta”
Questa sera, alle ore 21.15, in largo Santa Maria dei Barbuti,
nel centro storico di Salerno, per la XXXVI edizione della
rassegna estiva di teatro “Barbuti Festival”, la Compagnia
Arcoscenico Lab presenta “Scherzi da poeta”, per la regia di
Rodolfo Fornario (ingresso 10 euro). Può una fortuna, una
enorme fortuna, essere al tempo stesso una terribile iattura?
I soldi danno davvero la felicità? Il benessere unisce o
disgrega la famiglia? E’ questo ciò che si trova ad affrontare
Filippo Gliommero che da povero squattrinato si ritrova ad
avere tra le mani un patrimonio di svariati milioni, ma allo
stesso tempo proprio da questo momento comincia il suo
personale Calvario, e il busto di Dante Alighieri che
troneggia in scena? Che ruolo ha il sommo poeta in questa
storia? Questa, la trama di “Scherzi da poeta” commedia che si
muove tra passaggi farseschi e spunti pirandelliani, un ridere
che nasconde tra gli sberleffi e le battute una serie di
interrogativi, universali, domande sul valore della vita e
sulla paura della morte. Questo spettacolo è stato il saggio
finale del gruppo Arcoscenico Lab, laboratorio teatrale
dell’Associazione Arcoscenico, tenuto da Rodolfo Fornario e
Antonella Quaranta.

Positano Teatro apre con un
omaggio a Milva
Questa sera, alle 20,45 nell’ Anfiteatro Piazza dei Racconti,
l’attesa serata inaugurale della XVIII Edizione del Positano
Teatro Festival Premio Annibale Ruccello, ideato e diretto da
Gerardo D’Andrea, (purtroppo recentemente scomparso), sarà
dedicata ad un’artista dalla grande personalità e di
eccezionale caratura internazionale, la cantante Milva con lo
spettacolo “La Rossa” che vede protagoniste Antonella Morea,
che con la sua straordinaria voce canterà i brani musicali del
variegato repertorio di Milva, e Martina Carpi che, attraverso
l’interpretazione del testo scritto da Gianmarco Cesario, ne
ripercorrerà le principali tappe personali ed artistiche. Lo
spettacolo    sarà   accompagnato,     in  quest’occasione,
dall’ensemble musicale composta da Vittorio Cataldi (piano,
fisarmonica e violino), da Luigi Fiscale (contrabbasso), da
Franco Ponzo (chitarra) e Gianluca Mirra (batteria). Il
Festival sarà anticipato dall’esibizione musicale del duo
“acCosta acCosta” con Michele Colonna e Nino Apreda che
insieme ad un gruppo di giovani in abiti folcloristici,
partendo da Via Pasitea, alle 19,30, coinvolgerà cittadini e
turisti dando il benvenuto al pubblico del Positano Teatro
Festival. “È importante per noi portare a compimento questa
edizione della manifestazione programmata col caro Gerardo
D’Andrea che l’aveva fortemente voluta, e all’indomani del
lockdown l’aveva organizzata fin nei minimi dettagli. È il
modo più giusto per ricordarlo: per lui Positano ed il
Festival erano tutto, e a noi la sua assenza pesa come un
macigno, perciò far continuare a vivere il suo festival e come
riportare lui ancora tra noi”, dichiara il sindaco di
Positano, Giuseppe Guida. “Raccontare un personaggio eclettico
come Milva, una delle poche artiste italiane che è riuscita a
coniugare classe, cultura e gusto popolare, non è facile, e
ancor meno lo è raccontare la Milva donna. Così, per questo
appassionato omaggio – scrive Gianmarco Cesario – abbiamo
deciso di dare parola alle sue canzoni, ai poeti dei quali si
è circondata, di cui il suo repertorio è ricco. Un viaggio
attraverso la sua storia artistica ed umana che intende
sottolineare il valore assoluto della sua arte, che attraverso
la sua straordinaria forza interpretativa ha reso familiari al
pubblico la creatività di Alda Merini come di Bertolt Brecht,
di Astor Piazzolla come di Franco Battiato, ed ancora Giuseppe
Marotta e Edith Piaf, senza dimenticare le icone pop degli
anni ’60, come il nostro Don Backy e il duo Sonny & CHer. Per
fare ciò abbiamo scelto due meravigliose donne che
interpreteranno la sua molteplice versatilità, l’attrice
Martina Carpi, che ha respirato la sua stessa aria al Piccolo
Teatro di Milano, e Antonella Morea, una voce che riesce a
dare ancora una volta vita alle note delle sue immortali
canzoni”. Subito dopo sarà il momento del Premio Annibale
Ruccello 2020 alla carriera a Milva. Quest’anno l’autore del
Premio Annibale Ruccello è l’artista Gaetano Di Riso che ha
realizzato un dipinto olio su tela dal titolo “La mano di quel
Dio”. Nel corso della premiazione sarà trasmesso un video
messaggio della figlia Martina Corgnati che ha inviato al
Festival, ecco un breve stralcio: “Mia madre Milva avrebbe
amato tutto di questa serata: il dipinto di Gaetano Di Riso,
così raffinato e sensibile, che avete voluto generosamente
dedicarle, il fatto di essere a Positano, al cuore di quella
Costiera che amava insieme a tutta la cultura e la musica
napoletana; e infine, avrebbe soprattutto apprezzato il fatto
di essere ancora una volta vicina al suo pubblico, il pubblico
a cui ha dedicato, a mio modo di vedere, le sue energie
migliori e le emozioni più pure della sua vita”.

Serata    speciale   che   il
Festival Segreti d’Autore con
Mario Martone
“Pastorale cilentana”. E’ questo il titolo della serata
speciale che il Festival Segreti d’Autore dedica al
pluripremiato regista napoletano Mario Martone. Una chiara
citazione del suggestivo cortometraggio che Martone presentò
al Festival di Locarno nel 2015 e che venne proiettato per sei
mesi nel padiglione Zero dell’Expo a Milano. Un atto d’amore
nei confronti del Cilento, terra unica che tutte le contiene,
a testimonianza di un legame non soltanto artistico. Alle
21.30 di domenica, nello storico palazzo Coppola di Valle
Cilento/Sessa Cilento, lo scrittore, regista e ideatore del
Festival, Ruggero Cappuccio, dialogherà con Martone proprio
sul suo rapporto con un luogo che ha conservato intatta la
poesia originaria, ma anche di una carriera artistica che
spazia con eguale maestria e prestigiosi riconoscimenti tra
cinema, lirica e teatro. Dalla fondazione del gruppo Falso
Movimento e la creazione della Compagnia Teatri Uniti fino
all’attesissimo film “Qui rido io”, che sarà presentato in
concorso alla 78esima Mostra del Cinema di Venezia. Al termine
della serata sarà consegnato a Martone il premio Segreti
d’Autore 2021, un’opera creata per l’occasione dal famoso
artista Mimmo Paladino. Il Festival, affidato alla direzione
di Nadia Baldi, è una produzione Manovalanza, in
collaborazione con Teatro Segreto.

Iniziano    i   lavori                                   di
restyling                                                al
Teatro Arbostella
di Monica De Santis

Si sta per realizzare il nuovo Teatro Arbostella, sono
infatti, ai nastri di partenza i lavori di ammodernamento e
adeguamento funzionale del Teatro che fino ad un anno fa era
gestito dal compianto Gigino Esposito. La ristrutturazione
della struttura che si trova nella zona orientale, sarà resa
possibile grazie ad un finanziamento della Regione Campania.
Finanziamento questo che permetterà alla struttura di poter
riaprire in tutta sicurezza per la prossima stagione teatrale,
dopo gli oltre 17 mesi di chiusura dovuti all’emergenza
sanitaria che ha colpito tutto il mondo. Ed è proprio in
questo periodo buio, che ha di fatto cambiato la vita di
ognuno di noi, che, lo ricordiamo, è venuto a mancare anche il
direttore artistico e figura storica del teatro salernitano
Gigino Esposito. Fu sua l’idea, nel 2004, con l’aiuto del
Comune di Salerno trasformò da una scuola elementare
abbandonata in un accogliente teatro di 100 posti che poteva
contare negli ultimi anni su un pubblico affezionato di oltre
600 abbonati, quasi un record per una struttura teatrale che
ospita compagnie di teatro amatoriale. E proprio per onorare
la memoria e il lavoro di Gino, la Regione, guidata dal
Governatore De Luca ha creduto nel progetto Arbostella
sostenendolo in questa nuova trasformazione per renderlo
maggiormente funzionale e fruibile sia per il pubblico che per
gli amanti del teatro in un quartiere sempre in continua
evoluzione come il Parco Arbostella. Stando alle previsioni
dei tecnici i lavori dovrebbero terminare entro novembre, per
lanciare poi un cartellone teatrale invernale che dovrebbe
iniziate a dicembre e concludersi il prossimo maggio.
Ciliegina finale sarà l’intitolazione della struttura proprio
a Gigino Esposito. E ovviamente, per la situazione dei lavori
in corso, sarà impossibile quest’anno organizzare la decennale
manifestazione all’aperto Arena Arbostella. E cosi, il
Direttivo del Teatro, nelle vesti della presidente Immacolata
Caracciuolo e dell’organizzatore Arturo Esposito ha deciso di
aderire alla manifestazione del Parco del Mercatello
organizzata dal Comune di Salerno in un’Arena allestita con
500 posti, regalando al proprio pubblico due serate ad
ingresso gratuito domenica 29 agosto e lunedi 30 agosto. Nella
prima serata in scena la compagnia napoletana Zerottantuno con
un divertentissimo testo di Gaetano di Maio “Il Morto sta bene
in salute” per la regia di Felice Pace. Il giorno successivo
la compagnia salernitana Antica Italiana invece si cimenterà
in un comicissimo testo di Gaetano Troiano dal titolo “Ma che
bella famiglia!” con la regia dello stesso Troiano. L’inizio
degli spettacoli sarà alle ore 21 e per le norme anti covid
necessita la prenotazione obbligatoria attraverso i punti
vendita che saranno comunicati in questi giorni. L’accesso
all’Arena Mercatello dovrà avvenire con tagliando di
prenotazione esibendo all’entrata obbligatoriamente il green
pass. Per Informazioni 347/1869810 – 328/5621387 – 328/2664758
teatroarbostella@gmail.com
Maurizio Pollini: Schumann e
Chopin
di Olga Chieffi

La grande attenzione prestata agli aspetti formali dei brani
suonati e la scrupolosa fedeltà alla pagina che si accinge a
suonare, volta ad offrire al pubblico la musica nella sua
forma più pura, nella sua “verità”, fa di Maurizio Pollini,
uno dei più carismatici “sacerdoti” del pianoforte, il cui
nome evoca una carriera impareggiabile, una storia di uomo e
d’artista, applaudita da diverse generazioni. Il suo
repertorio, che si estende da Bach ai contemporanei,
testimonia la profonda conoscenza della musica di ogni tempo.
Se nel 2020 l’Auditorium Oscar Niemeyer ha visto il debutto a
Ravello di Riccardo Muti e Cecilia Bartoli, quest’anno vedrà
quello di Maurizio Pollini. Domani,alle ore 20, la sala
disegnata dall’architetto brasiliano, già sold out da
settimane, accoglierà una delle leggende della musica di tutti
i tempi che, grazie ad una carriera eccezionale, lo ha portato
ad essere nel mondo una delle figure più rappresentative del
nostro Paese. “Quando l’anno scorso sono ritornato alla
direzione artistica del Ravello Festival – spiega il direttore
artistico Alessio Vlad – mi sono prefissato l’obiettivo di
portare a Ravello, cominciando dagli italiani, i più
importanti musicisti in attività, contando, anche, sulla
possibilità che l’Auditorium Oscar Niemeyer offre affinché il
Festival si possa arricchire anche della presenza di quei
musicisti che solitamente si rifiutano di suonare all’aperto.
Ed ecco, dopo Muti e la Bartoli, Maurizio Pollini, senza
dubbio i tre interpreti italiani che più di tutti, da anni,
rappresentano l’Italia nelle sale da concerto, nei festival e
nei luoghi dedicati alla musica più importanti del mondo,
personalità che mai si erano esibite a Ravello”. Il debutto al
Ravello Festival è affidato a Robert Schumann e Fryderyck
Chopin, un dittico di gemelli diversi, che non potevano
rinunciare al grido lacerante di una generazione, che non
sapeva vivere senza soffrire. Il concerto verrà inaugurato
dall’Arabeske op.18 di Robert Schumann, una delle rare
concessioni a regole formali prestabilite, un rondò, con tre
enunciazioni del refrain, intercalate da due episodi in modo
minore. La pagina riprende il colore luminoso della tonalità
di do maggiore per dar vita ad una trama polifonica di
ornamenti delicati e trasparenti, increspati da frequenti
emersioni di una singola voce o di un’inattesa armonia
cromatica. Un ricamo, ripetuto con compiacimento ai limiti
dell’ossessione, alimentato da una instancabile ricerca di
purezza. La coda, onirica e contemplativa, sospesa, è
l’apoteosi di questa estetica. Seguirà l’Allegro op. 8,
scritto durante il breve periodo degli studi con Dorn, creato
secondo la raffinata tecnica motivica dell’ultimo Beethoven,
una pagina dal carattere essenziale e sperimentale. Il
portrait schumanniano verrà sigillato dalla Fantasia op.17,
inizialmente pensata per Clara Wieck: «II primo tempo – le
scrive Robert – è davvero quanto di più appassionato abbia mai
fatto: un profondo lamento per te». E’ l’epigrafe dell’opera,
ma la dedica è per Franz Listz: «Tra tutti i suoni, nel
variopinto sogno terrestre, ne risuona uno, prolungato, per
colui che segretamente ascolta». Tumulto dell’ispirazione ed
ordine formale trovano equilibrio nei tre movimenti, in cui il
finale sacrifica la convenzione di chiudere su un allegro, per
tener fede al senso più intimo di questo poema musicale, ove
il disordine del mondo, simboleggiato dai primi due movimenti,
trovano lirica compensazione in quell’universo notturno,
rivelazione di una dimensione altra, cui tendere. Si passerà,
poi, all’amato Chopin con la Sonata op.35. Quando Schumann
ebbe modo di esaminare quest’opera, ne rimase sconvolto: “Un
capriccio o un’audacia sotto la denominazione di Sonata fa
contrabbando dei quattro più folli figli del suo spirito”, la
Marcia funebre “ha persino qualcosa di repulsivo”. Fra tutte
le composizioni, questa è, indubbiamente, la più imbevuta di
immaginazione, quella che rivela il significato più
irrecusabile, da cui emerge tutto ciò che sappiamo di Chopin.
A seguire, la Berceuse op.57, caratterizzata dal clima
cullante e dall’avvolgente lirismo, propri della ninna nanna e
dall’ arte della Variazione. L’opera conta quattordici
variazioni su un tema originale: la mano destra presenta una
melodia arabescata, dal carattere improvvisativo, alla quale
si contrappone un basso ostinato fisso. Finale pirotecnico con
la Polacca op. 53, “Eroica”, che resta una delle vette
indiscusse del pianismo romantico, nome dovuto alla bellezza e
all’incisività di temi che rimangono scolpiti, evocanti sia il
sentimento eroico e patriottico, sia quello malinconico e
nostalgico, in una straordinaria virtuosità di scrittura.
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