Napoli, la rinascita di Maksimovic Da emarginato a colonna difensiva
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Napoli, la rinascita di Maksimovic Da emarginato a colonna difensiva di Redazione Sportiva Al Parco dei Principi PSG e Napoli hanno dato spettacolo. La partita, valida per il terzo turno dei gironi di Champions League, ha visto affrontarsi due delle formazioni più in forma d’Europa. Il tasso qualitativo non era certo una sorpresa: i parigini hanno campioni assoluti dotati di grande esperienza e di grandissima tecnica, per i napoletani vale lo stesso ma, probabilmente, in misura minore. Bisogna ammettere che i vari Mbappè, Neymar, Di Maria e via dicendo hanno impensierito, e non poco, i tifosi azzurri. Ma non la difesa partenopea, che ha invece affrontato i fuoriclasse francesi con coraggio e determinazione. I due gol sono arrivati un po’ per combinazione e un po’ per ‘meriti accademici’: le statistiche fanno emergere un sostanziale equilibrio, anche se i padroni di casa hanno mirato di più verso la porta di Ospina. Superlativa è stata, in ogni caso, la prestazione del reparto difensivo azzurro. A brillare insieme ad Albiol e Koulibaly è stato anche Maksimovic, il grande emarginato dell’era sarrista. Con il serbo il Napoli sembra aver trovato l’arma
segreta per affrontare le più grandi squadre d’Europa. Se da un lato c’è un Insigne che sta vivendo un momento di gloria indimenticabile in Champions, dall’altro va sottolineato il lavoro del centrale ex Torino. Non se ne parla molto, eppure il suo blocco difensivo è stato pressoché perfetto. Nessuna sbavatura, nessun pallone regalato agli avversari, ma solo tanta attenzione e tanti interventi effettuati nel modo corretto e con i tempi giusti. Dalle sue parti Di Maria non passa, come non passa Neymar. Non sarà un caso se entrambi i gol subiti sono arrivati dal lato opposto, quello protetto da Mario Rui. La cura Ancelotti sembra aver sortito un grande effetto su di lui che, pur giocando poco in campionato, quando viene ‘scongelato’ in Champions si rende protagonista di grandi prestazioni. Ancelotti lo ha potenziato, i campani lo hanno riscoperto, e ora per lui potrebbe arrivare il momento della conferma anche in campionato.Gennaro Famiglietti, avvocato di Edinson Cavani, ha rilasciato alcune significative dichiarazioni a Kiss Kiss Napoli. “L’abbraccio con Aurelio De Laurentiis è da vedere come un gesto di apertura e come grande riconoscenza tra Edinson ed il presidente per tutte le soddisfazioni reciproche vissute insieme. Gli anni vissuti a Napoli rappresentano un ricordo che niente potrà mai cancellare. E questa cosa Edi l’ha detta più volte: quante volte ha fatto sapere che gli farebbe piacere tornare in città per vestire ancora la maglia azzurra”. Via al programma di accelerazione Regionale
Vito Grassi, amministratore unico di Graded e presidente di Unione Industriali di Napoli e Confindustria Campania, entra ufficialmente nel team del progetto “Mit Reap” (acronimo di Massachusetts Institute of Technology – Regional Entrepreneurship Acceleration Program) coordinato in Campania dall’Università Parthenope attraverso il Dipartimento di Studi aziendali e quantitativi (Disaq). Si tratta del programma di accelerazione imprenditoriale promosso dal Mit di Boston che accoglie ogni anno fino a 9 squadre regionali: oltre alla Campania – l’unica italiana ad essere mai stata inserita nel progetto partecipano team provenienti da Danimarca centrale, Guangzhou (China), Guayaquil (Ecuador), Kentucky (Usa), Leeds City (Uk), Monterrey (Messico), Oslo (Norvegia) e Sydney (Australia). L’iniziativa – che mira alla pianificazione e allo sviluppo di soluzioni volte a stimolare la competitività dei sistemi locali di innovazione – coinvolge un team regionale composto da otto attori di alto profilo provenienti dal mondo istituzionale, accademico, industriale e finanziario. Assieme a Grassi, in squadra ci sono Valeria Fascione, assessore regionale all’Internazionalizzazione, Start up e Innovazione (per la categoria Governo territoriale); l’armatore Guido Grimaldi, presidente Alis (per la categoria Grande Impresa); Giovanni Ranieri, ad della Next Geosolutions – Gruppo Marnavi (Piccole e medie imprese); Marco
Ferretti (professore ordinario, presidente MAR.TE), Francesco Calza (direttore Scuola di Economia e Giurisprudenza), Adele Parmentola (professore associato in Management) e Eva Panetti (ricercatore post-doc), tutti rappresentanti della Parthenope (per la categoria Università). Il programma si basa, infatti, sul “Mit Innovation Ecosystem framework” sviluppato dalla Mit Sloan School of Management, secondo il quale il disegno di una politica di innovazione territoriale efficace richiede il coinvolgimento di 5 categorie di “stakeholders”: Grandi imprese; Piccole e medie imprese innovative; Istituti finanziari; Università ed organismi di Ricerca; Istituzioni locali. I componenti del gruppo campano saranno assistiti da una squadra di esperti del Mit nell’ambito di un training della durata di due anni. L’obiettivo? Identificare il vantaggio competitivo regionale, sulla base del quale ideare poi un piano di iniziative a sostegno dell’ecosistema imprenditoriale della Regione e guidarne la successiva i m plementazione sul territorio. Il primo appuntamento per la delegazione campana è in programma dal 28 al 31 ottobre prossimi presso la sede della Sloan School of Management del Mit a Cambridge: a rappresentare Graded ci sarà Ludovica Landi, responsabile organizzativa ed operativa dell’azienda guidata da Vito Grassi. Quattro giorni di formazione full immersion, ma anche un’occasione di networking con le altre regioni aderenti al programma, tra workshop tematici, casi di studio, tour nell’ecosistema innovativo del Mit e visite agli acceleratori di imprese di Boston. Il progetto si concluderà nel 2020 e prevede altri tre workshop internazionali dopo quello di ottobre: giugno 2019, gennaio 2020 e giugno 2020.
L’omaggio a Donato Vestuti A 100 anni dalla morte, avvenuta il 25 ottobre del 1918 a seguito dello scoppio di una granata, è stato ricordato Donato Vestiti, con una cerimonia al cimitero di Salerno. Sulla tomba è stata deposta una corona di fiori, ed una targa commemorativa per ricordare a tutte le genarazioni chi sia stato Vestuti a cui è intitolato lo stadio di piazza Casalbore. Una manifestazione che rientra nel programma del centenario della Salernitana che era presente con i propri dirigenti. Ma anche i tifosi granata, il Governatore De Luca, il sindaco Napoli e l’assessore Caramanno che ha aperto la cerimonia, sottolineando il senso di appartenenza allo storico stadio per tutti i cittadini salernitani: “Oggi parliamo della storia di Salerno e della Salernitana, che poi sono due fenomeni che si sovrappongono e si completano. L’anno prossimo sarà un anno importante, e cominciamo il centenario con una manifestazione che riguarda la prima parte della storia di Salerno calcistica. Perchè siamo tutti nati al Vestuti. Per me rappresenta un momento di commozione e di grande affermazione di storia della città“. Il Sindaco Napoli ha sottolineato la figura eroica di Donato Vestuti: “Oggi rgli endiamo omaggio . La Salernitana ci ha fatto gioire, ci ha fatto soffrire, ma comunque rimane uno dei simboli identificativi della nostra città. Quest’anno ci auguriamo cose eccellenti per la squadra. Abbiamo deposto una corona di fiori, e c’è una lapide per ricordare chi era Donato. Ha dato un messaggio solenne: cioè come coniugare una vita di studi, poi un senso del dovere che
l’ha portato a sacrificarsi per la patria, e lo sport. Sono questi valori sono gli ingredienti per una società civile all’altezza di questo nome“. Al Governatore Vincenzo De Luca è toccato il compito di scoprire la lapide alla presenza degli eredi di Vestiti: ” Lo ricordiamo per il senso di patria che dovremmo recuperare. Siamo nel luogo più sacro per noi salernitani. Era doveroso, per me, essere qui per ricordare una delle figure simbolo della nostra storia. Voglio rivolgere ai familiari un saluto cordiale”. De Luca tocca tematiche ben più ampie ha ricordato il senso di sacrificio di tutti i ragazzi caduti nel corso della prima Guerra mondiale. “Una comunità che non ha rispetto per le proprie radici non ha futuro. Noi viviamo in un mondo nel quale si vive solo per l’oggi: sembra che non esista una coomunità, sembra che non ci sia nulla di sacro. La verità è che se non abbiamo valori sacri non possiamo andare avanti. Donato è una figura splendida: primo perchè è un uomo dello sport perchè ha fondato la prima squadra di calcio della città. Non ha fatto in tempo a vederla nascere, ma ha aperto la strada a creare uno dei club più antichi d’Italia. Festeggeremo il centenario l’anno prossimo, ed è per noi motivo di grande orgoglio. Lo ricordiamo per la sua vivacità,per il suo senso del dovere: era uno dei tanti ragazzi che studiava al Tasso. Lo ricordiamo perchè è morto 10 giorni prima della conclusione della Prima Guerra Mondiale. In tutte le piazze d’Italia troverete una lapide sulla quale sono incisi i nomi dei caduti: 700.000 mila giovani. È stata una carneficina, e dentro quelle trincee c’erano i migliori giovani del nostro Paese: molti di loro erano ragazzi meridionali. Lo ricordiamo per il senso di patria che dovremmo recuperare fino in fondo”. Così ha concluso la cerimonia De Luca tra gli applausi degli ultras e della tifoseria granata. La Salernitana riparte dal suo Vestuti.
Impatto tra due automobili: muore sul colpo un’anziana 91enne residente a Roscigno EBOLI. Un’anziana donna di 91 anni di età è deceduta in seguito ad un tragico incidente stradale avvenuto in località Borgo Carilia, tra Eboli ed Altavilla Silentina. La donna, Anna Rosa Voria, classe 1927, viaggiava in compagnia di una figlia, D. B., di 66 anni, e stava recandosi presso l’ospedale di Eboli per sottoporsi a controlli clinici. Giunta all’altezza di un incrocio tra via Nettunia e via Carlo Pisacane, lungo la Provinciale 317, la vettura, una Fiat Panda con a bordo la 91enne originaria di Roscigno si scontrava, per cause che sono al vaglio delle forze dell’ordine intervenute sulla scena del sinistro, con un’altra macchina, una Lancia Musa, il cui conducente, V. E., un uomo originario di Battipaglia, restava ferito in maniera seria per cui ha dovuto far ricorso alle cure dei medici del pronto soccorso dell’ospedale. La salma è ora a disposizione Autorità Giudiziaria presso l’obitorio dell’ospedale di Eboli per esame esterno medico legale e per l’eventuale successivo esame autoptico. Traffico interrotto per consentire il recupero dei mezzi incidentati da parte di una ditta specializzata. Un incrocio particolarmente pericoloso, quello in cui è accaduta la disgrazia. Ora sempre di più si chiede la presenza di una
rotatoria per evitare il ripetersi di eventi luttuosi. Mario Marrone La Fabbrica apre ma non paga: «Il proprietario se ne infischia Parte già tra le polemiche l’avventura ufficiale del nuovo centro commerciale “La Fabbrica”, che ha aperto i battenti integralmente nella giornata di ieri con la partecipazione di Serena Autieri e Rocco Hunt. Verrebbe da chiedersi se anche i due ospiti subiranno lo stesso trattamento dei venti operai, tra cui Lucio Iuliano, che ancora attendono di essere pagati per il lavoro svolto e ultimato senza il quale, di fatto, l’apertura ufficiale del centro commerciale non ci sarebbe stata. Il lavoro degli operai, infatti, è andato avanti nonostante il mancato pagamento degli stipendi degli ultimi mesi proprio perché la proprietà aveva assicurato che avrebbe versato le cifre dovute. Quando sarebbe scaduto il contratto? «Il 30 settembre scadeva il contratto, ma io non l’ho voluto rinnovare perché non ci stavano pagando». Quante persone hanno il suo stesso disagio? «Il problema riguarda una ventina di
persone, che quando si è provveduto alla realizzazione del centro commerciale hanno lavorato, proprio come me, sul fronte edilizio. Da due mesi non riceviamo lo stipendio e abbiamo le differenze sulle buste paga di giugno e luglio che non sono state ancora versate. Poi non ci hanno pagato la cassa edile, ferma da giugno 2017». Qual è la sua storia all’interno de La Fabbrica? «Ho lavorato lì per 4 mesi. Quando sono arrivato io avevano già fatto il primo sciopero, perché gli operai anche allora non venivano pagati. Dopo quello sciopero hanno iniziato a pagare quasi puntualmente ogni stipendio, poi si sono bloccati di nuovo. Nel nostro caso, dobbiamo prendere le mensilità di agosto, settembre e Tfr. Anche agli altri colleghi prima di noi non è stato versato il Tfr». Qual era il vostro contratto? «Eravamo in 4 a tempo determinato, ogni volta il contratto ci veniva rinnovato per brevi scadenze. Altre persone, invece, avevano il contratto a tempo indeterminato ma gli è arrivata la lettera di licenziamento qualche giorno fa». Ci sono state fibrillazioni in fase di lavoro? «Altri problemi non ce ne sono stati, purtroppo noi ci siamo semplicemente fermati e abbiamo chiesto il pagamento. Abbiamo fatto il primo incontro coi sindacati e ci hanno detto che ci avrebbero pagato il 9 settembre, ma non è successo. Dopo un altro incontro avevano detto che ci avrebbero pagato ormai 20 giorni fa, ma neanche in quel caso ci hanno pagato. Ieri ho parlato direttamente con Giuseppe, il proprietario, che se ne è infischiato totalmente della cosa. A quel punto mi sono mosso con Giuseppe Vicinanza della Cisl e qualche giorno fa abbiamo fatto denuncia all’ispettorato del lavoro. Il lavoro comunque stava per finire, il problema è che non ci stanno pagando, ma noi saremmo stati licenziati tutti inevitabilmente a fine mese». Chi dovrebbe versare il dovuto? «La Euro Appalti di Roma ha vinto la gara e noi siamo stati assunti tramite loro. I pagamenti però ce li faceva il consorzio e non Euro Appalti. Inoltre, ci risultano non ancora versati i contributi di luglio, agosto e settembre. Negli altri casi precedenti al nostro il problema è stato risolto, hanno versato gli acconti e poi hanno saldato». Avete
intenzione di fare qualcosa in occasione dell’inaugurazione del centro? «Non faremo alcuna protesta, aspettiamo il colloquio con l’ispettorato ma non vogliamo altro che lo stipendio che ci spetta. Il lavoro è finito, noi dobbiamo prendere quasi 3 stipendi più vari contributi ma nel frattempo, oggi, faranno l’inaugurazione del centro come se nulla fosse». Il Tar riapre le Pisano, Forte annuncia battaglia di Red. Cro. Rabbia e sentenze del Tar ancora una volta favorevoli alle Fonderie. Con questa sintesi, citando un pezzo musicale dei Co’Sang (gruppo musicale hip-hop campano), potremmo descrivere la situazione scaturita dopo il nuovo provvedimento cautelare del tribunale amministrativo regionale di Salerno, ed in particolare il presidente della seconda sezione del Tar, grazie al quale l’industria salernitana può riprendere regolarmente le proprie attività produttive all’interno dello stabilimento di Fratte nonostante la discussione della sospensiva sia fissata per il prossimo 21 novembre. A denunciare la situazione “con stupore ed inquietudine” è il presidente del Comitato Salute e Vita, Lorenzo Forte, che
ovviamente non ci sta a lasciare le cose come stanno e farà di tutto per continuare questa battaglia ormai annosa che strenuamente il comitato – a nome dei tantissimi residenti direttamente convolti soprattutto a causa dei miasmi potenziali ed effettivi provocati dai fumi delle fonderie – sta portando avanti nonostante le tante contraddizioni giudiziarie che si stanno registrando a cadenza regolare sulla vicenda. “Alla base del provvedimento del Tar – denuncia il presidente del Comitato Salute e Vita in una nota ufficiale – ci sarebbe la mancata indicazione, nel provvedimento della Regione, delle modalità di realizzazione delle misure di sicurezza volte a garantire l’abbattimento delle emissioni inquinanti promananti dalle Fonderie”. Da qui l’attacco diretto all’apice della struttura: “Come al solito la proprietà delle Fonderie rappresenta la propria mancata – voluta? – conoscenza delle migliori tecniche (ossia i Bat più volte citati proprio dal presidente Forte nel corso degli anni e ribaditi con particolare attenzione proprio in quest’ultimo periodo) da utilizzare per l’attività insalubre nonostante dette tecniche siano indicate annualmente, con pubblicazione ufficiale sul sito della Comunità Europea, proprio per mantenere alte le tecnologie da applicare alle attività fortemente inquinanti e dannose per la salute come le attività insalubri di produzione e fusione di metalli”. “Viene confermata – prosegue la nota – la pervicace volontà della proprietà dello stabilimento a non operare alcun intervento su un opificio obsoleto realizzato nel secolo scorso e per il quale è sempre più confermata la necessità di una sua definitiva chiusura”. In attesa di quanto sarà definito il 21 novembre, il comitato Salute e Vita si sta organizzando per presidiare il Tar nel corso della giornata, mentre sabato 3 e domenica 4 novembre si terrà una due giorni di incontri e assemblee aperte all’interno della chiesa di via dei Greci, Ovviamente e “legittimamente” differente il punto di vista dei legali dei Pisano dello studio legale di Enrico Follieri e soci, in collaborazione con l’avvocato Lorenzo Lentini. Proprio Follieri, dopo la decisione del Tar ha parlato di
“oggettivo pregiudizio a cui è esposta la Fonderie Pisano per via del fermo alla produzione nelle more del giudizio e in assenza di precise indicazioni sulle misure da adottarsi per superare le presunte violazioni dell’AIA, ancora tutte da individuare e dimostrare, oltre che in assenza di pericoli per l’ambiente e la salute”. In tal senso anche lo studio legale Follieri attende il verdetto del collegio del prossimo 21 novembre. Proprio come il comitato, ma per fini evidentemente diversi. Torquato apre al centra- destra, ma si raffredda il rapporto con De Mita di Red. Cro. A Nocera Inferiore l’apertura di credito di Torquato al centrodestra porta come conseguenza un raffreddamento dei rapporti con Ciriaco De Mita. Il sindaco di Nusco, dopo la Caporetto elle elezioni comunali ad Avellino città, può garantire sempre meno ai suoi “affezionati”. L’età che avanza, il potere che frana, i voti che vengono meno, e Torquato ha già capito che per il suo futuro certo non può guardare a quella sponda. Prova ne è che negli ultimi tempi sembra si sia raffreddato anche il rapporto con il dirigente all’urbanistica, giunto qualche anno fa al Comune, sembra proprio da un input irpino.Insomma se Torquato deve costruire il suo percorso per la candidatura alla Regione dovrà scrollarsi di dosso zavorre e pesi ingombranti che certo non gli faciliterebbero il compito. Indiscusso sindaco leader dell’Agro, Torquato oramai non ha più nessuno in grado di
fargli ombra. E in più guida il comune più grande e importante del territorio. L’unica variante che rischierebbe di farlo precipitare si chiama proprio Torquato. Insomma Torquato potrebbe perdere solo a causa delle sue scelte ipoteticamente sbagliate. Il primo cittadino di Nocera Inferiore è però troppo intelligente per non averlo capito da solo e tutto ciò che sta accadendo a Nocera Inferiore, politicamente, qualche addetto ai lavori lo imputa direttamente alla sua regia. Via le zavorre, rialzare la testa, far valere il proprio peso e ricorrere all’orgoglio di un Agro che potrebbe coagularsi intorno a lui sono le strade vincenti. Manlio Torquato lo sa e non a caso ha raffreddato con un Pd che continua a perdere, ha recuperato un rapporto con Cirielli, ha riaperto al dialogo con Forza Italia e ha messo da parte le frizioni con i sindaci dei comuni vicini. Tutte mosse azzeccate. Ma ora deve fermarsi e far metabolizzare tutto ciò. Le elezioni provinciali sono arrivate al momento giusto! Da gennaio 2019 si ripartirà e c’è da giurarci che sarà un Torquato inedito. Più forte e convinto di prima e che tirerà dritto per la sua strada. Unica condizione liberarsi delle zavorre e di paggi e paggetti che lo circondano. L’era dei cicisbei è finita da un pezzo e poi lui ha alle spalle ben altre tradizioni! E da Nocera Superiore Cuofano lo segue ma lui è uno dei sindaci che sarà ricandidato e dovrà quindi sottoporsi al giudizio dell’elettorato e di conseguenza ha come leit motiv la necessità di non litigare con nessuno. Neanche con coloro che cinque anni fa tentarono di fargli la festa restando però con i fuochi artificiali inesplosi e con le polveri bagnate.
Marra respinge le accuse di omicidio “Seguito il protocollo, nessuna eutanasia” di Red. Cro. Un interrogatorio durato oltre 4 ore davanti al Gip Guarino. Il dottor Alessandro Marra , accompagnato dal suo legale Michele Tedesco, ha chiarito la propria posizione, certamente quella più grave, essendo coinvolto nell’inchiesta Hospice con l’accusa di omicidio. E per questo è agli arresti domiciliari. Il dottore Marra ha risposto a tutte le domande e contrabbatuto punto per punto alle accuse che gli sono state contestate in questa delicata inchiesta. Il punto cardine dell’interrogatorio è certamente legato alla vicenda del ragazzo di Battipaglia, malato di tumore e che secondo l’accusa avrebbe ricevuto una dosa letale dal medico di Roccapiemonte. Marra ha spiegato che assolutamente non ha praticato l’eutanasia e che ha seguito il protocollo di sedazione palliativa profonda continuata. Il problema è che il povero ragazzo rischiava di morire soffocato ed avrebbe dichiarato, consapevole del suo stato di salute estremamente grave, agli stessi medici del Mef di non volor morire in un modo così atroce. Altro argomento sul tavolo della discussione durata quasi l’intero pomeriggio (ricordiamo che l’interrogatorio previsto in un primo tempo per martedì fu rinviato per motivi procedurali) il mancato ricovero presso l’Hospice. Anche qui sarebbe prevalsa – spiegato il dottore –
la volontà del giovane di andare a casa e di trascorrere le ultime ore della sua vita insieme ai familiari. Del resto, avrebbe sottolineato Marra, non ho preso un euro anzi un giorno di ferie per essere vicino al ragazzo, anche perché sarebbe stato sollecitato da un amico in comune. Dopo l’interrogatorio l’avvocato Tedesco ha presentato istanza di scarcerazione, con il parere contrario del Pm. Il Gip si è riservato di decidere. Gli altri infermieri ascoltati si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Corisa, dipendenti senza lavoro di Erika Noschese «Siamo gli ultimi pur essendo quelli che dovevano essere ricollocati per primi». Come un fulmine a ciel sereno, per i dipendenti del Consorzio Comuni Bacino Sa/2 arriva la peggiore delle notizie: il commissario liquidatore Giuseppe Corona ha firmato, unitamente ai sindaci dei comuni consorziati, la comunicazione che riguarda la fine delle attività lavorative a
partire dal prossimo 1 novembre. La decisione è giunta dopo la modifica della legge regionale 14/2016, mai attuata, circa il reinserimento del personale consortile, che avrebbe favorito manovre propagandistiche che di fatto avrebbero danneggiato i lavoratori aventi diritto ed in particolare gli operai intercantieri ed il Erika Noschese personale amministrativo, impegnati presso la sede operativa di Scavate Caserosse. «E’ opportuno rimarcare l’insipienza dell’azione programmatico/operativa che noi tutti aspettavamo dal costituito Eda, dal suo presidente e dal direttore generale i quali hanno dato scarso impulso affinchè non si arrivasse a questo punto», hanno dichiarato i dipendenti licenziati, secondo cui queste figure sarebbero state più volte investite dai lavoratori in merito all’applicazione della Legge Regionale suddetta. Nonostante gli sforzi del liquidatore Corona i dipendenti lamentano l’inesistente azione degli organi preposti che si sarebbero preoccupati della loro situazione lavorativa con poca considerazione. Ad esprimere solidarietà ai dipendenti del Corisa il consigliere comunale di Forza Italia, Roberto Celano: «Quanto sta accadendo era assolutamente prevedibile ed abbiamo tentato di evitarlo in ogni modo. Anche di recente avevamo chiesto di riunire in seduta congiunta la Commissione Ambiente e Trasparenza, ritenendo che l’assunzione dei dipendenti del Consorzio dovesse avvenire contestualmente per tutte le maestranze presso i vari Enti consorziati, temendo che i lavoratori intercantiere potessero poi trovare difficoltà di collocamento». Secondo il forzista, cl comune di Salerno si sarebbe occupata di “regolarizzare” qualche centinaia di lavoratori interinali che da anni in maniera anomala “lavoravano” come fossero dipendenti a tempo indeterminato ed i lavoratori delle cooperative “cantierizzati” nei vari quartieri. «Evidentemente era giusto dare risposta a tutti ma senza tralasciare le legittime aspettative di chi lavora nel ciclo integrato da svariati lustri, con il dovuto rispetto alle precedenze evidenziate dalla stessa legge in vigore. La responsabilità di tutto ciò è esclusivamente del Governatore
della Regione Campania che, dapprima, allorquando era sindaco del Comune capoluogo, in ogni modo ha ostacolato l’attuazione della provincializzazione del ciclo integrato per poi evitare con atti ostruzionistici di far partire l’Ato», ha aggiunto Celano. I Cinque Stelle: «A Torino paga l’Iren che da De Luca ha ottenuto 12 milioni» di Andrea Pellegrino «Mentre per 10 anni Regione Campania e Comune di Salerno hanno versato ben 12 milioni di euro nella casse della Iren, la società che ha sempre vinto l’appalto per l’evento Luci d’Artista, il Comune di Torino i soldi per lo stesso evento li incassa». Il capogruppo in Consiglio regionale del Movimento 5 Stelle, Gennaro Saiello commenta la notizia pubblicata ieri su queste colonne. «Il Comune della sindaca Appendino incasserà 380mila euro», incalza Saiello: «A elargirli sarà, paradossalmente, proprio la Iren, la società per il Comune di Torino gestirà ben tre eventi per le festività natalizie. E che verserà nelle casse del Municipio del capoluogo piemontese la somma di trecentottantamila euro, in cambio della massima
visibilità e della garanzia di un ritorno di immagine. In soldoni, per Salerno paga la Regione, ovvero i cittadini della Campania, mentre a Torino i soldi li mette la stessa società che si occupa di installare le luci. Società che, giova ricordare, a Salerno, prima di perdere l’ultimo ricorso che ha assegnato per quest’anno l’appalto a una società concorrente, era in palese conflitto di interessi, essendo socia della partecipata comunale Salerno Energia». «Se la filosofia della sindaca Appendino fosse stata applicata anche a Salerno – sottolinea Saiello – i fondi Poc che De Luca ha investito negli ultimi tre anni del suo governo regionale, avrebbero avuto ben altra destinazione, più congeniale alla natura del Programma operativo complementare. Gli oltre nove milioni con i quali De Luca ha foraggiato Luci d’Artista da quando è al governo della Regione, avrebbero potuto finanziare eventi e iniziative su tutto il territorio regionale e non un solo evento nel feudo, tra l’altro, della famiglia De Luca. Né è chiaro quale sia stato il percorso dei fondi investiti per l’evento salernitano, non essendo ancora disponibile alcuna rendicontazione, nonostante l’impegno assunto dalla giunta nel corso di un’audizione in Commissione Trasparenza nel gennaio del 2017». Sulle Luci e sui costi torna alla carica il consigliere comunale d’opposizione Dante Santoro: «Dobbiamo denunciare ogni anno come vengono sperperati danari pubblici. Per un decennio sono stati quelli del Comune di Salerno, dei cittadini salernitani. Adesso sono quelli di una Regione intera. Noi siamo per le luci fatte dai salernitani, dagli artigiani nostrani, per creare guadagno ai nostri imprenditori ed artigiani e risparmio ai nostri cittadini e contribuenti. Quello che sta accadendo a Salerno è un fatto gravissimo, 12 milioni di euro sperperati negli ultimi 4 anni. Una storia da brividi, in proporzione a Torino, comune che fa ancora più installazioni coprendo un’area assai più grande di quella di Salerno, invece costa 0 ai contribuenti. Un’iniziativa portata avanti con privati e con intelligenza».
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