"ESPRIT": percorsi verso il Vaticano II

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S P e c i A l e – F e D e e c u lt u r A

Per non rimpiangere la cristianità

“ESPRIT”:
percorsi verso il Vaticano II
Guy coq – Redattore di “Esprit” e già Presidente dell’“Association des amis d’E. Mounier” – Parigi

       La laicità è la cornice indispensabile per interpretare il contributo
                  della cultura francese al Concilio. Con “Esprit” Mounier
                      porta la cultura cattolica a rinunciare alla diffidenza
                                            in rapporto al mondo moderno.

    il tema della mia esposizione si è ampliato        inventando nuove forme d’inserimento del cri-
talmente che ho dovuto fare delle scelte per de-       stianesimo nella società e nella civiltà.
limitarlo. intendo concentrare l’attenzione sul            iv. infine, mettendo in pratica la raccoman-
modo in cui “esprit”, da emmanuel Mounier              dazione di Mounier, secondo la quale l’evento
in poi, fino all’annunzio del Concilio, influisce      deve essere il nostro maestro interiore, esami-
sull’evoluzione della Chiesa e del mondo cri-          neremo come “esprit” risponde a due crisi che
stiano, specialmente attraverso la rivista e il suo    hanno segnato il cattolicesimo francese alcuni
impatto sulla cultura cattolica. non mi è sta-         anni prima del Concilio vaticano ii: quella
to facile tenere insieme contemporaneamente            dei preti operai e quella dell’azione Cattolica
“esprit”, la creatura di coloro che hanno scosso       (J.e.C.).
la Chiesa, e la cultura cattolica, aprendola, os-
sia riportandola a ciò che noi sappiamo oggi
dell’avvenimento Conciliare.                           i – La laicità francese
    i. Una prima tappa delinea un elemento
strutturale molto forte: la laicità francese, che          La costituzione Gaudium et Spes spiega che
è la cornice nella quale il cristianesimo deve         la Chiesa non va confusa affatto con la comu-
evolvere per essere in sintonia con la società         nità politica; essa “non è legata a nessun sistema
in Francia.                                            politico, è insieme il segno e la salvaguardia del
    ii. precisato ciò, mi domando come Mounier         carattere trascendente della persona umana” (n.
e “esprit” abbiano sin dall’inizio messo l’acce-       76). simili passaggi danno l’impressione che il
leratore sull’evoluzione della cultura cattolica.      principio della laicità dello stato sia stato rece-
il loro intervento va nel senso di una accetta-        pito dal Concilio. vi è in questo un cammino
zione della laicità, ovvero di una accoglienza         culturale e spirituale che è debitore probabil-
della prospettiva sul mondo che è in se stessa         mente alla evoluzione che la Chiesa di Francia
positiva, ma di cui i cattolici dovevano ancora        ha dovuto accettare, a partire dalla sfida che ha
scoprire il grande valore.                             rappresentato l’affermarsi della laicità. perciò io
    iii. La tappa seguente consiste nell’esami-        propongo un percorso tra il rifiuto globale del
nare direttamente l’avventura di “esprit” come         principio di laicità e l’articolo di fondo pubbli-
l’ha voluta Mounier e come si è protratta nel          cato da “esprit” nel 1949. Questo testo manda
tempo, seguendo la stessa direttrice di marcia,        in frantumi la speranza rischiosa e illusoria di
almeno fino al Concilio. La scommessa che              un ritorno allo stato cristiano e lo fa in nome
guida la riflessione di Mounier e di “esprit”          di un valore fondamentale del cristianesimo: la
è l’uscita del cattolicesimo in Francia dal suo        libertà dell’atto di fede. non è una rassegnarsi
ripiegamento in rapporto al mondo moderno,             alla laicità, ma la scoperta che essa è necessaria
dalla diffidenza nei riguardi di questo mondo,         alla libertà di credere.
nel quale bisogna pure che la Chiesa s’inseri-             nello stesso tempo, questo percorso verso la
sca. Lo stile stesso di “esprit” rende possibi-        laicità è un cammino verso il riconoscimento
le – mi sembra – una esperienza profetica di           della fine delle cristianità, il cui modello non
ciò che bisogna fare per riagganciare il mondo,        può più essere una utopia direttrice della storia

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                 del cristianesimo. ed è Mounier che è qui la            della società e della cultura tende fortemente a
                 grande guida.                                           diminuire. La laicità non è un processo storico,
                      Uno storico ha potuto scrivere che l’avvento       è un insieme di principi, tra i quali domina
                 della laicità ha provocato una crisi fondatrice,        quello della neutralità dello stato in rapporto
                 matrice delle crisi successive, che segneranno          alle religioni, l’abbandono dell’ambizione di
                 la storia del cattolicesimo in Francia nel corso        esercitare il potere politico attraverso la reli-
                 del XX secolo. È certo che non si può capire            gione, la libertà delle religioni.
                 l’evoluzione della cultura cattolica francese, se            Dall’inizio del XX secolo, i vescovi france-
                 si dimentica l’importanza della frattura costi-         si, che erano in maggioranza favorevoli a una
                 tuita dalla laicità.                                    negoziazione con la repubblica, avrebbero
                      perciò io spiegherei prima di tutto breve-         potuto trovare un compromesso per l’applica-
                 mente il senso della laicità. La si riduce spesso       zione della laicità. Le relazioni disastrose tra la
                 alla Legge della Separazione delle Chiese e del-        repubblica e il vaticano fecero sì che bisognas-
                 lo Stato (Dicembre 1905), ma la prima tappa             se attendere il 1924 e il papa pio Xi per la crea-
                 va ricondotta alla separazione della Chiesa             zione di nuove strutture che dessero esistenza
                 e della scuola. si tratta delle leggi introdotte        legale alla Chiesa: le associazioni diocesane.
                 da Jules Ferry, che ha fondato la scuola laica,         Malgrado questo accordo, nel primo quarto del
                 gratuita, obbligatoria (1881-1882). Con ciò, la         XX secolo, il mondo cattolico, e principalmente
                 repubblica mirava a strappare i futuri cittadi-         il clero, vescovi in testa, sono rimasti schierati,
                 ni dall’influsso della sintesi politico-religiosa       in maniera virulenta, contro il principio di lai-
                 attraverso la quale il mondo cattolico faceva la        cità, ma si preparava una evoluzione significati-
                 sua battaglia antirepubblicana. La laicità della        va. per concretizzare questa osservazione, basta
                 scuola si caratterizza specialmente per l’impor-        raffrontare due grandi dichiarazioni dei vescovi
                 tanza data all’educazione morale, alla morale           francesi: quella dell’assemblea dei Cardinali e
                 laica.                                                  arcivescovi (1925) e quella dell’episcopato
                      La legge della separazione del 1905 ha stabi-      francese (novembre 1945).
                 lito in pratica la separazione della Chiesa e dello          il testo del 1925 denuncia l’ingiustizia delle
                 stato e riaffermato la libertà di coscienza: “La        leggi di laicità, che “procedono dall’ateismo”.
                 repubblica assicura la libertà di coscienza. essa       esse tendono a sostituire il vero Dio con de-
                 garantisce il libero esercizio del culto, con le        gli idoli (la libertà, la solidarietà, l’umanità, la
                 sole restrizioni elencate di seguito, nell’interesse    scienza, ecc.) e sono la causa di tutte le parole
                 dell’ordine pubblico” (articolo 1). tale legge          che inquinano la società e la Chiesa. Questo
                 mette fine al Concordato, che assicurava un             testo non fa alcuna differenza tra laicità e lai-
                 finanziamento pubblico dei culti riconosciuti.          cismo. arriva perfino a contestare la legittimi-
                 all’improvviso il testo dice:“La repubblica non         tà delle leggi: “queste leggi di laicità non sono
                 riconosce, non concede salario né sovvenzioni           leggi”. Una buona parte del testo espone de-
                 ad alcun culto” (articolo 2). si fa spesso un           cisamente le misure da prendere e i mezzi da
                 errore di interpretazione di questo art. 2: non         adottare per combatterle.
                 riconoscere non significa ignorare; del resto la             venti anni più tardi, alla fine della terribile
                 separazione rende necessarie le relazioni.              guerra mondiale, i vescovi intervengono nel
                      Le religioni avranno uno statuto particola-        momento in cui la laicità sta per essere iscrit-
                 re: le associazioni di culto, che però dovranno         ta nella Costituzione. va sottolineato che essi
                 rispettare le “regole di organizzazione generale        fanno una distinzione fra laicità e laicismo.
                 del culto”. Questa disposizione avrà per effetto        affermano che se per laicità dello stato “s’in-
                 il rispetto dell’autorità dei vescovi. Le religioni     tende proclamare la sovrana autonomia dello
                 hanno dunque uno statuto privato; non sono              stato nel campo proprio dell’ordine tempo-
                 più una istituzione pubblica, il che però non           rale… noi dichiariamo nettamente che questa
                 vuol dire che viene impedito loro di esprimersi         dottrina è pienamente conforme alla dottrina
                 e di agire nello spazio pubblico della società1.        della Chiesa”.
                      pertanto la laicità non è laicismo, cioè una            viene preso in considerazione un secondo
                 posizione che confonde laicità e lotta per la           significato della laicità dello stato: “La laicità
                 scomparsa delle religioni. si distingue anche           dello stato può essere anche intesa nel senso
                 dalla secolarizzazione, perché quest’ultima in-         che in un paese civile di credenti, lo stato deve
                 dica una evoluzione di lunga durata, nel corso          consentire a ogni cittadino di praticare libe-
                 della quale l’influsso della religione sull’insieme     ramente la sua religione”. Di nuovo: “Questo

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secondo significato, se ben compreso, è pure            se stessa che ha diritto della stima dei cattolici
conforme al pensiero della Chiesa”. La Chiesa           e dei loro pastori”.
“vuole che l’atto di fede sia fatto liberamen-
te, senza essere imposto da alcuna costrizione
esterna” e chiede che la sua libertà sia rispettata.    ii – La laicità e la fine della cristianità
    infine i vescovi sottolineano un terzo signi-
ficato, sul quale questa volta esprimono riserve,           È precisamente su questa tensione attor-
perché “pericolosa” e perché potrebbe condurre          no alla scuola che la rivista “esprit” pubbli-
ai peggiori eccessi del dispotismo: “…quando            ca nel marzo 1949 un dossier considerevole:
laicità significa la volontà dello stato di non         “proposte di pace sulla scuola”. Dal dopoguer-
sottomettersi ad alcuna morale superiore e di           ra, la diatriba sul finanziamento della scuola
riconoscere solo il suo interesse come regola           cattolica con la partecipazione dello stato tur-
d’azione”. il laicismo viene radicalmente re-           berà il confronto democratico. ne conseguirà
spinto: “se la laicità dello stato è una dottrina       una impossibile alleanza tra la democrazia cri-
filosofica che contiene una concezione total-           stiana (Mrp) e il partito socialista. Un dossier
mente materialista e atea della vita umana e            di “esprit” dà la parola ad autori di diverso
della società, se queste parole vogliono definire       orientamento, legati all’insegnamento laico o
un sistema di governo politico che impone una           alla scuola confessionale, che riflettono posi-
simile concezione ai funzionari, intervenendo           zioni opposte. La rivista crea così un immen-
anche nella loro vita privata, sulle scuole di          so spazio di dialogo, di riflessione. L’équipe
stato, sulla nazione intera, noi ci opponiamo           di “esprit” si orienta verso l’autonomia di un
con tutte le nostre forze contro questa dottrina:       sistema di insegnamento decentralizzato e uni-
la condanniamo nel nome stesso della vera mis-          ficato, gestito da una struttura tripartita: stato,
sione dello stato e della missione della Chiesa”.       operatori, famiglie.
    Questa dichiarazione segnava certamente                 il progetto ha un accento utopico, ma il
una evoluzione significativa dei vescovi francesi       dossier ha l’effetto di far meglio conoscere la
e andava ad impattare fortemente l’evoluzione           scuola laica ai cattolici legati alla scuola confes-
della cultura cattolica, verso una sua riconci-         sionale, e la scuola confessionale ai sostenitori
liazione con la laicità, con i valori laici. ancora     della scuola laica.
a lungo, la tensione sulla laicità si concentrerà           poco dopo questo dossier,“esprit” pubblica
sul futuro della scuola cattolica.                      un significativo articolo intitolato “Il cristiane-
    Questa “querelle” è un capitolo importante          simo e la laicità”, scritto da Joseph vialatoux,
delle animate discussioni in Francia. essa ipote-       professore nell’insegnamento superiore catto-
cherà a lungo il riconoscimento del valore della        lico, e andré Latreille, professore dell’università
laicità da parte del movimento cattolico e spe-         statale. Questo testo ha ottenuto una accoglien-
cialmente del clero. ricordo che fu De Gaulle,          za considerevole, e non solamente nel mondo
alla fine del 1959, a dare la possibilità di uno        cattolico. non solo è l’argomento più forte per-
statuto contrattuale alle scuole cattoliche, in         ché i cattolici giochino senza riserve la carta
cambio di un importante finanziamento. tale             della laicità, ma è al contempo una riflessione
riconoscimento rilancia la “querelle” fino al           solida sul senso della laicità. alcuni, che non
1984, quando gli accordi divengono definitivi.          l’hanno letto, lo conoscono con una formula
a partire da questo momento, le relazioni tra           spesso ripresa e commentata:“la laicità esprime
i cattolici e la laicità non saranno più turbate        giuridicamente la libertà dell’atto di fede”. essa
dal destino dell’educazione cattolica.                  ne è “la proiezione giuridica”. Ciò si spiega, di-
    Quanto all’atteggiamento della Chiesa nei           cono gli autori, per il fatto che si suppone che
confronti della scuola laica, bisognerà attendere       lo stato riconosca i suoi limiti: le opzioni ultime
l’assemblea plenaria dell’episcopato, nel no-           sono al di là della sua competenza. È dunque
vembre 1969, per leggere le parole che registra-        illegittimo da parte sua pretendere di “impe-
no alla fine l’evoluzione della maggioranza dei         gnare lo spirito nella sua libertà più profonda”
cattolici. La dichiarazione spiega che i genitori       (p. 527). neutro sulle opzioni ultime, lo stato
cattolici devono decidere se scegliere l’inse-          ha la responsabilità di creare per ciascuno le
gnamento pubblico o cattolico: quest’ultimo             condizioni migliori per l’esercizio di una libera
non è più considerato preferibile: “effettuata          scelta circa le questioni ultime.
in coscienza, questa scelta è legittima e rispet-           La forza degli autori è nella loro problema-
tabile”. inoltre si legge: “è la scuola pubblica in     tica: la questione dei rapporti tra cristianesimo

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                 e laicità dev’essere posta sotto l’angolatura della      conversione di Costantino, o forse, più precisa-
                 libertà dell’atto di fede. significa questo forse        mente, per quanto concerne l’occidente, con le
                 avere meno cura delle esigenze della verità?             invasioni barbariche: la cristianità”2. È un’idea
                 niente affatto: perché la verità di cui si parla,        ripresa nelle pieghe del vaticano ii.
                 la verità della fede è tale da richiedere necessa-           Molti testi di Mounier raccolti in quest’ope-
                 riamente la libertà dell’atto che l’accoglie” (p.        ra sviluppano, senza saperlo, la prospettiva nel-
                 533). ponendo la libertà della fede ad un livello        la quale si sarebbe situato, al momento giusto,
                 superiore, non si entra affatto in conflitto con         il Concilio. L’interesse e la modernità dell’ap-
                 la cura della verità, in quanto la verità viene          proccio che caratterizzano Mounier stanno nel
                 raggiunta dal credente solo se è libero.                 fatto che egli si pone, come Marrou, dalla parte
                     inoltre gli autori rispondono a coloro che           della civilizzazione. La questione fondamen-
                 potrebbero sospettare che la laicità provochi un         tale diventa allora: l’obiettivo del cristianesi-
                 indebolimento delle certezze. Queste possono             mo consiste nel costruire una civiltà cristiana?
                 affermarsi pienamente, ma nel rispetto assoluto          Marrou precisa il senso della domanda, “vale a
                 della libertà di credere o di non credere, senza         dire una civiltà in cui tutto, istituzioni, tecniche,
                 di che la cura della verità è illusoria. È impos-        costumi, obiettivi si sottomettano alla verità
                 sibile accedere alla verità della fede se non si         cristiana, come un mezzo al suo fine, o meglio
                 è liberi.                                                come dei fini subordinati ad un fine di ordine
                     il vecchio argomento clericale dell’artico-          superiore?”3.
                 lazione tra la tesi e l’ipotesi va in frantumi.              per rispondere alla questione, Mounierr in-
                 esso consisteva nel dire: idealmente i cristiani         terroga la storia. egli sottolinea che all’origine
                 si augurerebbero che lo stato fosse cristiano,           del cristianesimo, si è stabilito un dualismo tra
                 questa è la tesi. Ma l’ipotesi, le sfide della storia,   Cristianesimo e civilizzazione. si ha dunque una
                 fanno sì che la società si caratterizzi attraver-        doppia corrente: «Una è il cammino della Chiesa,
                 so una pluralità di religioni, dunque si deve            la vita cristiana», l’altra quello della civiltà.
                 tollerare lo stato laico, aspettando di poter ri-            nei primi secoli i cristiani si integrano nella
                 trovare lo stato cristiano. Questa è “tolleranza         civiltà romana, salvo su un punto, l’idolatria
                 mal sopportata”. Gli autori criticano una sorta          (paganesimo). Ma «tutto avviene come se la
                 di disprezzo della libertà, una negazione del-           morale cristiana non facesse presa sul diritto
                 la libertà religiosa. Ma se si mette la libertà al       e sulle istituzioni» (239). Quanto all’influenza
                 cuore del ragionamento, l’idea stessa di uno             considerevole dei monaci, sin dai primi tem-
                 stato religioso diviene inaccettabile. La laicità        pi del Medioevo, specie per il loro lavoro, essi
                 è augurabile in se stessa, e questo dal punto di         fondano città, sviluppano l’agricoltura, creano
                 vista del credente: «non si tratta dunque più            una civiltà agricola. Ma questo lavoro mona-
                 di dire che un’autentica laicità è accettabile per       stico «non è istituito per fare l’europa, ma per
                 la Chiesa, assumendo un’attitudine puramen-              lottare contro l’ozio e disciplinare il corpo». La
                 te negativa, come se si indietreggiasse davanti          Chiesa «s’innesta nelle strutture temporali (vii
                 ad un attacco e si confessasse l’arretramento            secolo), al punto di cedere ad esse prima della
                 facendo buon viso a cattivo gioco. significa ri-         riforma gregoriana», ma si giungerà a teoriz-
                 nunciare all’interiorità. significa supporre che         zare tale confusione tra Chiesa e governo del
                 il cattolico non voglia pienamente questa laicità        mondo solo molto più tardi. tuttavia il proget-
                 e che la tolleri, sempre aspettando il giorno in         to teocratico non si è realizzato: si sono sempre
                 cui potrà sopprimerla, in nome della sua re-             avuti due poteri, due società. L’utopia teocratica
                 ligione. Bisogna riconoscere che un’autentica            è rimasta sostanzialmente una tentazione.
                 laicità va desiderata e voluta dal cristianesimo,            Da questa sintesi storica di cui ha dato solo
                 sia per i vantaggi che ne trae la vita della civiltà     una debole evocazione, Mounier tira una con-
                 umana, sia per i vantaggi che ne tra la vita della       clusione illuminante: “Ciò che più inquieta è
                 fede» (p. 541).                                          l’assenza di intenzione di realizzare una civiltà
                     È lo stesso anno in cui Mounier pubblica la          di stampo cristiano, voluta e cercata come civil-
                 raccolta di testi intitolati Feu la Chrétienté. in       tà originale, piuttosto che guardare ad un regno
                 uno scritto molto importante, in cui sottoli-            estraneo a questo mondo, benché cominci da
                 nea l’accordo con questo titolo e con l’orienta-         questo mondo e utilizzi i mezzi di questo mon-
                 mento annunciato, henri Marrou precisa:“noi              do» (p. 243).
                 siamo sul punto di interrompere nella storia                 Bisogna concludere con una radicale in-
                 della Chiesa quella parentesi apertasi con la            differenza del cristianesimo al destino della

       18                                                   N. 83-84/13                                prospettiva
                                                                                                             •persona•
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civilizzazione e al futuro della città degli uomi-      produca effetti sulla realtà temporale come per
ni? niente affatto. Il disprezzo del sensibile e del    sovrappiù, quasi talvolta per distrazione» (252).
temporale non è cristiano: «noi non dobbiamo                a tutti questi tratti se ne aggiunge uno che
portare lo spirituale nel temporale. esso c’è già.      complica le cose: l’ambivalenza dell’ispirazione
il nostro ruolo è di scoprirlo e di farlo vivere,       cristiana. per rispetto alla libertà umana, la pa-
di comunicarlo in maniera adeguata. Ciò che è           rola di Dio si rifrange differentemente secondo
temporale, nella sua interezza, è il sacramento         come viene accolta «con l’occhio dello spirito
del regno di Dio». Del resto l’influsso del cri-        o con l’occhio della carne». L’ambivalenza è
stianesimo sulla civilizzazione è stato conside-        dunque «La maniera con cui il cristianesimo
revole, ma non si è sviluppato secondo un mo-           agisce attraverso le correnti stesse che gli si op-
dello di dominio che tende ad imporre l’idea di         pongono» (256). Del resto «il messaggio cristia-
cristianità: «Ciò che chiamiamo civiltà materia-        no è raramente lineare». si esprime attraverso
le è nata in piena terra cristiana e accompagna         paradossi. tutte queste modalità sorprendenti
l’espansione del cristianesimo nel mondo». il           si spiegano col fatto che il cristianesimo è una
principio è chiaro, aggiunge Mounier: «Come             realtà «che cerca di esprimersi sul piano di
religione dell’universale imitazione del Cristo         un’altra realtà che la trascende».
incarnato, il cristianesimo chiede all’uomo una             L’ultima parte di questo studio è una rifles-
presenza attiva in tutto ciò che è temporale»           sione di portata teologica: «La Chiesa, a imi-
(247).                                                  tazione del suo capo, è pienamente incarnata,
     La questione alla quale Mounier consacra           la sua missione propria, che non è di questo
una buona parte del suo testo è: come il cristia-       mondo, essa la compie in questo mondo». Ciò
nesimo ha influito per ottimizzare il processo di       che la Chiesa denuncia costantemente è una
civilizzazione? il retro pensiero è chiaro: come        società «qualunque sia la sua struttura, che si
si devono pensare oggi i rapporti tra cristiane-        chiude al soprannaturale». infatti l’apertura al
simo e civilizzazione?                                  soprannaturale è essenziale alla salvezza della
     Bisognerebbe ripercorrere i dettagli dell’a-       civilizzazione.
nalisi. Mounier parla di un influsso della fede             Mounier insiste a lungo sull’impossibilità
cristiana che si esercita in modo laterale, indi-       di separare lo spirituale e il temporale: non c’è
retto, di sbieco e insiste sul fatto che è la fede      tra i due né separazione, né indipendenza, né
che agisce, non il potere politico della Chiesa.        confusione, perché i due ambiti hanno una lo-
infatti, il rifiuto del culto a Cesare finisce per      ro specificità e relazioni complesse. il «regno è
destabilizzare l’impero e col tempo il “rendete a       già cominciato». «È perché la storia non è né
Cesare” sconvolgerà la confusione tra politica e        una farsa, né un dramma senza scopo, ma una
religione. parimente i dibattiti altamente teolo-       commedia divina, doppiata da una tragedia
gici sulla duplice natura del Cristo, che è il sen-     divina» (261).
so dell’incarnazione, avranno per conseguenza               Questo regno di Dio già in cammino – insiste
che “la civiltà europea non si allontanerà da           Mounier – passa attraverso la storia, per cui storia
questo mondo”. È quando il cristianesimo va             e civilizzazione non sono realtà estranee al regno.
in profondità e si radica veramente nel vangelo         L’avanzamento stesso della fede si è appoggiato
che dà il meglio di sé alla civilizzazione: «infatti    spesso su alcune circostanze della storia.
il cristianesimo dà di più all’agire esteriore degli
uomini quando cresce in intensità spirituale,
piuttosto che quando si perde nella tattica e           iii – esprit e la rivoluzione del rapporto cri-
nella gestione» (253).                                        stianesimo mondo moderno
     L’influsso del cristianesimo si esercita tal-
volta in modo indiretto per «dissociazione».                “Christian World, mondo moderno” è il
infatti esso non contiene alcun rifiuto totale di       titolo di un importante dossier di esprit del
roma, ma combatte l’idolatria e tende a disso-          19464. Michel Winock ha potuto considerare
ciarla dal potere. «D’ora in avanti dovunque si         questa raccolta come “un numero preconcilia-
ricostituirà lo stato-Moloch, il cristianesimo,         re”. infatti scrive che questo numero “attraver-
instancabilmente, inietterà la sua potenza dis-         so vari sviluppi, annuncia lo shock che scosse
sociatrice». Quanto all’influsso diretto su tale        il mondo cristiano in quel periodo e dopo il
processo di dissociazione, si legge: «c’è sempre        Concilio vaticano ii”5. il dossier presentato in
tra l’inizio e gli effetti una sorta di un percorso     quel numero mostra la notevole evoluzione del
obliquo, sembra sempre che il cristianesimo             mondo cattolico nell’immediato dopoguerra.

prospettiva                                            N. 83-84/13                                                19
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                 paul thibaud avanza due temi principali6: “pu-          non potrebbe essere l’opera esclusiva di intel-
                 rificare la fede dai valori che l’abitudine e le        lettuali cristiani.
                 pesantezze sociologiche vi hanno associato”, “               il progetto è caratterizzato da alcuni rifiuti.
                 assicurare la libertà politica del cristiano e l’in-    innanzitutto l’intenzione di non rassegnarsi a
                 tegrazione nel mistero cristiano di certi valori        ciò cui il mondo cristiano sembra rassegnarsi,
                 dell’ambiente pagano”, come si diceva allora.           ossia il “disordine stabilito”8. Di fatto il mondo
                      paul thibaud sottolinea che nel dossier, il        cristiano ha perso il contatto con intere fasce
                 “nucleo duro” della fede non è in discussione.          del mondo moderno e in particolare con il
                 È in gioco essenzialmente la speranza “di porre         mondo del lavoro.
                 fine al secolare conflitto della Chiesa e della so-          Dal primo numero di “esprit”, il program-
                 cietà moderna”, che ispira le risposte al dossier,      ma è chiaramente indicato: “separare ciò che
                 il desiderio di superare l’inerzia del cattolice-       è spirituale da ciò che è reazionario”. Questo è
                 simo. a tal riguardo sviluppa un’analisi senza          il significato profondo della priorità attribuita
                 compromessi sulle patologie del cattolicesimo:          a ciò che è spirituale. Mounier fonda la possi-
                 inadeguatezza della parrocchia, default della           bilità di questa dissociazione, nel dopoguerra,
                 liturgia, legalismo, seminari-ghetto, incom-            sulla revisione nella storia del cristianesimo, del
                 prensione del mondo e dei valori laici.                 senso concreto dell’ideale della cristianità. La
                      Mounier sottolinea che la tensione tra la fe-      conclusione del dossier è ovvia, come si è visto:
                 de e il mondo è qualcosa di permanente, perché          il progetto di fondo del cristianesimo non è
                 il cristianesimo è insieme trascendenza e incar-        quello di costruire una civiltà cristiana. Di con-
                 nazione. Dal punto di vista dell’incarnazione           seguenza è necessario rompere con la nostalgia
                 c’è una notevole carenza del cristianesimo con-         della cristianità e inventare nuove forme per
                 temporaneo. nello stesso tempo, non si può              iscrivere concretamente il cristianesimo nella
                 ridurre il problema alla sua inclusione nella           civiltà, nella cultura e nella società.
                 società e nella politica, anche se la questione              se il mondo cristiano resta aggrappato alla
                 è urgente. L’accento è posto su due imperativi:         cristianità, perderà se stesso:“è minacciato [il cri-
                      - Quanto alla politica: “separare ciò che          stianesimo] da una sorta di apostasia silenziosa
                 è della Chiesa e ciò che, essendo del mondo,            fatta di una diffusa indifferenza e dalla sua pro-
                 appartiene sempre più ad una organizzazione             pria incongruenza”9. promuovere il disimpegno
                 autonoma (il che non vuol dire anti-cristiana)          da una politica reazionaria non comporta per
                 del mondo”7.                                            Mounier un passaggio verso lo stesso tipo di im-
                      - Quanto al sociale: riscoprire il senso co-       pegno, benché a sinistra. “Cattolico di sinistra”?.
                 munitario del vangelo e ristabilire il contatto         “Certamente non sarebbe stato d’accordo con
                 con la classe operaia.                                  questo appellativo, almeno senza ulteriori preci-
                      Michel Winock nota che questi due impe-            sazioni”10. i dettagli, si possono intuire: la Chiesa
                 rativi caratterizzano “esprit” nel dopoguerra           non può identificarsi con un partito, qualunque
                 e anche dopo la morte di Mounier (1950). È              esso sia. Le riluttanze di Mounier nei confronti
                 significativo che la testimonianza del padre            della democrazia cristiana derivano dal fatto che
                 Depierre, prete operaio a Montreuil, è posta a          egli vi vede il rischio di ulteriore confusione tra
                 conclusione del dossier, alla fine del “capitolo        lo spirituale e il temporale. in ogni caso, bisogna
                 sui rimedi”, con il contributo di p. Congar e del       ribadirlo, vi è in Mounier una forte spinta all’im-
                 p. Montuclar e occupa la metà delle pagine. La          pegno politico, che raggiungono talvolta l’ideale
                 testimonianza lunga e bella di andré Depierre,          socialista. Ma l’impegno necessario per un cri-
                 una figura di spicco del collettivo dei preti ope-      stiano laico non deve coinvolgere direttamente la
                 rai, indica chiaramente in quale direzione, per         Chiesa.C’è in lui l’esigenza dell’autonomia dei laici
                 Mounier, occorra cercare il rimedio. La questio-        in materia di impegni temporali.
                 ne dei rapporti tra il mondo cristiano e il mon-             poiché non vi è alcun motivo di rimpiangere
                 do è centrale per la problematica di Mounier.           una cristianità che è in gran parte mitica, mai
                 La sua posizione, fin dall’inizio, comporta una         realizzata nel passato, Mounier invita il creden-
                 presa di distanza dal mondo cristiano. Questa           te a non trattare il mondo come se oggi fosse
                 posizione si traduce nella volontà di non fa-           peggiore del passato. non c’è in lui alcun rifiuto
                 re di “esprit” una “rivista cattolica”, scelta che      sistematico della civiltà contemporanea: “non
                 comporta una apertura al pluralismo con ri-             troviamo in lui questo arretramento a priori,
                 guardo ai collaboratori. si concorda sul fatto          questa diffidenza sistematica per i valori della
                 che un progetto quale “rifare il rinascimento”          civiltà, che è in fondo così poco coerente con

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l’essenza del cattolicesimo, sempre desideroso            ha perso la chiave del linguaggio degli uomini”.
di glorificare il Creatore sottolineando la gran-         il rovesciamento di prospettive è necessario an-
dezza della creazione” (henri Marrou).                    che nei confronti del mondo cristiano non cat-
     Qui arriviamo ad un punto in cui Mounier             tolico. Mounier cita Congar: “il cattolico, dice-
opera cambiamento significativo nel rapporto              va costui, ha la comune tendenza a considerare
tra cattolicesimo e il mondo. Di fronte ad una            le altre confessioni in una prospettiva negativa,
Chiesa che crede ancora di essere l’unica pos-            come errori in sé, tanto che esse dovrebbero
sibile fonte di verità sull’uomo, Mounier effet-          rinunciare alla propria identità il giorno in cui
tua una virata di bordo carica di conseguenze:            ricostruissero l’unità. Questo significa misco-
“Davanti ad ogni verità, indipendentemente                noscere che anche le altre confessioni implica-
dalla sua provenienza, il primo dovere del cri-           no e sviluppano elementi autentici di verità e
stiano è riconoscerla. ora, benché si tratti sen-         di vita a cui il cattolico deve un riconoscimento
za dubbio di buona fede, è un fatto che nello             positivo, a prescindere dalle proprie idee sulla
sforzo di organizzare il mondo da due secoli,             loro separazione e circostanze concomitanti”.
in particolare quello politico, sociale ed eco-               L’essenziale di queste posizioni nel 1947 era
nomico, il mondo cristiano nel suo complesso,             già nel testo importante del 1936: Cristiani e
nonostante dedizioni eroiche ed entusiasmi più            non credenti. si dovrebbe riprendere il testo in
ammirevoli che correttamente spesi, è spesso              dettaglio. Bastino qui alcune notazioni. in pri-
in notevole ritardo rispetto al mondo”11. e               mo luogo, a proposito della Chiesa, Mounier
Mounier invita il mondo cristiano ad “andare a            rifiuta la divisione fra una Chiesa ideale, la cui
scuola”,“a colmare i suoi limiti”, a “riconoscere i       realtà spirituale si collocherebbe nell’invisibile,
valori nati al di fuori di sé”. per quanto riguarda       e una Chiesa visibile trattata come secondaria,
le idee e i valori sviluppatisi in ambito tempora-        addirittura come processo di decomposizione.
le, a parte gli aspetti sociologici, ci sarà più spes-    La sua appartenenza alla Chiesa implica una
so da assumerli (correggendoli senza dubbio)              unità tra il significato mistico della Chiesa e la
che da incarnarli”. su questo punto, Mounier              storia: la Chiesa è nell’unità di anima e corpo,
ricorda alcune analisi di “Jeunesse de l’eglise” o        visibile e invisibile. Questa visione forte della
quelle del padre de Lubac.“respingiamo anche              Chiesa permette di fare una distinzione im-
l’idea che l’epoca moderna non avrebbe cono-              portante, perché legittima il riconoscimento
sciuto che errore e decadenza fuori della Chiesa.         del laicato, la cui autonomia è reale o dovrebbe
Questa è un’illusione, una tentazione alla quale          esserlo nella partecipazione “agli sforzi per or-
abbiamo troppo ceduto” (Catholicisme, 1941).              ganizzare la cultura e il benessere in un ordine
     Quanto ai valori, insiste Mounier: “Lo               separato del regno di Dio, ma subordinato a
scandalo non è che essi siano nati al di fuo-             Lui”.
ri del mondo cristiano... lo scandalo è che la                Questa affermazione dell’autonomia dei
cattolicità o la cristianità come gruppo sociale          membri della Chiesa riguardo al loro impegno
storico, non abbia contribuito alla loro nascita,         nel mondo si tradusse, come è noto, in momen-
che l’abbia male assimilati e che sia ancora così         ti molto critici tra “esprit” e la Chiesa. Due le
poco in sintonia con essi”12. Mounier sottoli-            tappe: nei primi anni e a metà degli anni ‘50.
nea l’importanza di questi valori nel mondo               “esprit”, che non utilizzava l’etichetta cattolica
contemporaneo: “la libertà, la giustizia, la tol-         e che non ha mai preteso di rappresentare la
leranza, la democrazia, il senso del collettivo, i        Chiesa, rasentò la condanna. ora, per la rivista,
dati sperimentali, il progresso, ecc. il cristiano,       era essenziale che le posizioni assunte in parti-
almeno il cristiano con gli occhi aperti, non             colare riguardo alla crisi dei preti operai, fos-
rifiuta questi valori, ma in generale sembra              sero considerate come opera di cristiani, laici,
preoccuparsi di più delle possibili o reali de-           chiaramente membri della Chiesa.
viazioni che di accoglierli come un’autentica                 Il testo sulle relazioni Cristiani/noncredenti
rivelazione”. È nell’interiorizzazione di questi          in “esprit” si sviluppa a lungo in una revisione
valori che il cristiano può trovare un “linguag-          della questione. Come progettare il posto del
gio comune a quello del suo tempo”.                       cristiano nel mondo moderno? Mounier dap-
     Qui si apre una prospettiva in relazione             prima descrive due modalità di risposte non
alla rottura del linguaggio descritto prima da            accettabili. La prima avrebbe come obiettivo di
Mounier: “Le parole della Chiesa non interes-             “costituire gli uomini che sono nominalmen-
sano più, i gesti non colpiscono più, il mondo            te cristiani in un mondo chiuso nell’ordine
ha perso la chiave della sua lingua, e la Chiesa          temporale, come una cittadella dei buoni, con

prospettiva                                              N. 83-84/13                                               21
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FeDe e culturA

                 numerose barriere contro le orde dei malvagi”            da cui deriva la possibile pluralità dell’impegno
                 (p. 861). oltre al fatto che ciò alimenta una            politico dei cristiani. non vi è dubbio che la
                 “buona coscienza” tra i cristiani, questa po-            posizione di Mounier è stata un punto di riferi-
                 sizione getta sul resto del mondo “un innato             mento per l’impegno dei cristiani in movimen-
                 discredito”.                                             ti sociali non cristiani, e anche in politica, aldilà
                     il secondo rifiuto riguarda alcuni cristiani         delle correnti cristiane, animati dalla volontà di
                 «sempre in affanno per cancellare ogni confine,          trasformare il mondo. L’influsso della rivista
                 per deficienza di spirito o per povertà di idee, di      esprit, anche dopo la morte del suo fondatore,
                 fede o per una formazione che segue la moda,             è stato significativo per l’affermazione del plu-
                 per carità e tolleranza mal comprese, facendo            ralismo politico tra i cattolici.
                 dimenticare la differenza irriducibile, che in               Questo si spiega anche con un atteggiamen-
                 questo mondo distingue il cristiano da que-              to di assunzione di responsabilità. “Mounier
                 sto mondo. “e. Mounier afferma chiaramente               aveva scelto come missione quella di riattivare
                 l’obbligo, nel dialogo con i non credenti, di            i cristiani, si sollecitarli all’impegno” (Marrou).
                 non edulcorare le difficoltà della fede, anche           Quale impegno? “nella cultura e nella civiltà da
                 per rispetto dell’altro; “niente di più contrario        cui si erano allontanati” (paul thibaud).
                 al nostro scopo, alla nostra concezione della                in relazione a tale ambizione, thibaud
                 persona, al nostro temperamento che questa               descrive con precisione i due scogli ai quali
                 rinuncia dell’uomo alle fedeltà supreme».                Mounier voleva sfuggire: “alla fine della sua
                     il rapporto con il mondo che chiede                  vita, Mounier ha indicato in che cosa quello
                 Mounier da parte del cristiano consiste prin-            che egli voleva era diverso da quello che era
                 cipalmente nell’approfondire le caratteristiche          stato tentato nel “sillon” trent’anni prima13;
                 del cristianesimo. poi si tratta di affrontare le        si trattava di uscire da un dilemma: o si parte
                 emergenze: la prima riguarda la costatazione             da una situazione confessionale o si condivide
                 che una massa di esseri umani soffre la fame “e          l’azione politica, poiché in questo passaggio,
                 si disumanizza sotto il peso di questa miseria”.         spiega p. thibaud, c’è sempre la prevalenza del
                 in queste battaglie, i cristiani non devono agire        primo sul secondo. Di colpo Mounier s’impe-
                 da soli “contro la cittadella di oppressione che         gna in una controversia duplice, verso il mondo
                 si è installata nel mondo moderno”. Disertare,           cristiano e verso la democrazia. voleva “tentare
                 sarebbe “radicare nel risentimento del povero,           più che una riconciliazione, un doppio effetto
                 amico prediletto del Cristo, del povero che oggi         di stimolo”.
                 prende il nome di proletariato, il convincimen-              polemica nei confronti del mondo cristia-
                 to che la politica di pilato goda ormai il favore        no? Mounier non accetta il rifiuto di abban-
                 dei discepoli di Cristo”.                                donare il luogo in cui si è garantiti in tutto:
                     D’altra parte, Mounier elenca i principi più         “la dottrina sociale cristiana rappresenta in
                 urgenti ai quali i cristiani devono allinearsi: il       questo l’illusione suprema: essa lascia credere
                 rispetto per l’individuo, la giustizia sociale...        che siamo in grado di amare e aiutare il mon-
                 valori fortemente difesi anche dagli ambienti            do senza buttarci in esso”. Mounier oppone a
                 non cristiani.                                           questo quietismo una esigenza: la capacità di
                     per le modalità, Mounier concorda con                sgombrare la via alla verità che nasce, cresce,
                 Maritain nell’obbligo di distinguere i casi in           muore (v, 1938). Da “esprit”, non ci si potrà
                 cui l’azione si fa “da cristiani” da quelli in cui si    aspettare una semplice adesione alla democra-
                 fa “in quanto cristiani”. Come cristiani “il pri-        zia, senza chiederle in che modo si svilupperà.
                 mo passo dei cristiani riuniti a “esprit” è stato            a questo punto, occorre tornare all’impor-
                 di proclamare la volontà di rompere tra il loro          tante articolo di p.thibaud citato più volte: “il
                 cristianesimo vissuto e il disordine stabilito”.         personalismo, prima di essere una dottrina,
                 per evitare il fariseismo, essi dovevano ricono-         è il tentativo di creare un luogo in cui la vita
                 scere le loro responsabilità come portatori del          cristiana possa generare valori sociali e umani.
                 “fallimento del mondo cristiano”. nello stesso           Questo può essere fatto solo uscendo dal pro-
                 tempo Mounier afferma che “la Chiesa e il cri-           prio guscio, in presenza di non credenti e con
                 stianesimo rimangono intatti dai compromessi             essi: solo un dialogo attivo con i non credenti
                 del mondo cristiano”.                                    può dimostrare che i cristiani fanno qualche
                     il riconoscimento del valore del mondo, co-          cosa di più che ripetere le loro buone inten-
                 me realtà umana, culturale, politica, porta a giu-       zioni nel loro gergo. il personalismo è princi-
                 stificare la possibile diversità di giudizi storici,     palmente un luogo di incontro “designazione

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collettiva adatta a varie dottrine [...] che pos-     papa fosse in uno stato di peccato mortale.
sono accordarsi sulle condizioni di base di una       il fallimento proviene dai mezzi profani, che
nuova civiltà [...]. il personalismo attesta una      sono necessari e “pesanti” e possono far pen-
convergenza delle volontà e si mette a loro ser-      dere l’azione apostolica verso il mondo (vale
vizio”. (e. Mounier, t1, p.483).                      a dire, nella logica della città terrena). in tal
    È ovvio che tutto il cattolicesimo francese       caso si diventa cattolici, “come si appartiene
non si è riconosciuto in Mounier, ma la posi-         ad una classe o a un ambiente sociale”. Questo
zione di “esprit”, che stiamo ripercorrendo a         trasformazione riguarda il mondo cristiano
grandi tratti, ha aperto la strada ad uno spo-        che “costituisce un ordine naturalmente cri-
stamento del mondo cristiano verso il mondo,          stiano, la realizzazione storica della cristiani-
al di fuori del ghetto. Questa prospettiva ha         tà15, in questo periodo storico, con il mondo
di gran lunga superato la cerchia dei lettori di      materiale”. il mondo cristiano vive la tensione
“esprit”. tra questi, vi era una percentuale si-      tra la Città di Dio e la città terrena, e “questa
gnificativa di testimoni che inconsapevolmente        è necessaria: la Chiesa per la sua condizione
attendevano il Concilio.                              umana non può essere senza mezzi temporali”.
    “esprit” non solo promuove l’azione con i         Una tale convinzione, di stampo agostiniano,
non credenti, ma possiamo dire che costitui-          permette a Mounier di avere un profondo at-
sce un centro d’incontro, sullo stile stesso del-     taccamento spirituale alla Chiesa, e al tempo
le pubblicazioni della rivista, una applicazione      stesso drammaticamente capace di denunciare
pratica del suo ideale. Gli incontri che promuo-      tutto ciò che nell’uso dei mezzi temporali mi-
ve non costruiscono il dialogo su un minimo           naccia la città di Dio.
comune che implicherebbe un cristianesimo                 in ultima analisi, paul thibaud coglie l’es-
annacquato. Mounier ha spesso insistito sul           senziale quando spiega che lo spazio di acco-
fatto che la vera comunità suppone che ognu-          glienza offerto da “esprit” ha permesso “che i
no nel rapporto rimanga il più autenticamente         cattolici si esprimessero da cattolici al di fuori
se stesso. Certo che si rifiutava il proselitismo     delle istituzioni della Chiesa cattolica” e la-
della incredulità, e il pubblico schierato in pri-    vorassero “per creare una opinione pubblica
ma linea era la frangia del cattolicesimo che         cattolica”.“La cosa principale era questa novità
attendeva un rinnovamento della Chiesa, ciò           (la libertà di parola, in quanto cattolici, vale-
che sarà formulato in maniera splendida con           va anche per quanti non erano scrittori16?), il
l’aggiornamento di Giovanni XXiii.                    carattere pubblico di una parola cristiana che
    Mounier ha potuto avere una decisa presa          liberamente esprimesse esigenze critiche e po-
di posizione critica nei confronti del mondo          litiche, la vittoria sull’intimismo pio, sul sof-
cristiano per troppa vicinanza al mondo “bor-         focamento clericale, la reinvenzione dentro il
ghese”. il termine non si riferiva a una categoria    cuore del cattolicesimo di una certa forma di
sociologica, ma a un tipo umano che è agli anti-      laicità”. si tratta di questa laicità, complementa-
podi dell’uomo del vangelo. si poteva applicare       re dell’altra, che ha suscitato il bisogno di liber-
anche al papa pio Xii, all’amministrazione vati-      tà, di una differenza feconda del laico rispetto
cana, ai chierici. Ma in questa severa posizione      al chierico. È tempo di tornare a Mounier per
critica, egli includeva se stesso fra quelli che      la sua lucida intuizione della necessità della
meritavano di essere criticati: “da cristiano a       Chiesa esposta ai rischi della politica vatica-
cristiano, colui che accusa e dice “voi” in luogo     na, di avere un’opinione pubblica informata:
di dire “noi”, ha già rotto la comunione”14.          “proprio perché la Chiesa non può ignorare le
    per capire la coerenza della sua posizione,       cose del mondo... dobbiamo darle il sostegno
è bene ricordare proprio ciò che egli intende         ed il controllo dell’opinione pubblica cattolica
per Chiesa, mondo cristiano, ecc., sulla base         in quelle circostanze in cui per necessità vitali
della distinzione agostiniana tra le due città:       (la Chiesa) si compromette nei giudizi empirici
Città terrestre, città di Dio, Mounier colloca        degli uomini”17.
la Chiesa anima e corpo come appartenente                 Conducendo la sua battaglia, sfuggendo ai
alla Città di Dio (T1, 376). non si è cristia-        privilegi che alcuni tentano di ottenere da pio
ni che per “la parte più o meno grande di sé          Xii, invecchiato e ammalato, “esprit” è stato
che si sviluppa in questo ordine, vive la vita        protagonista di una vittoria sul terreno di ciò
della Chiesa”. Quando si parla del fallimento         che i teologi elaboravano quanto al ruolo del
della Chiesa, non si tratta della Chiesa in se        laicato.
stessa, che rimane senza macchia anche se il

prospettiva                                          N. 83-84/13                                                23
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                 iv – Due crisi rivelatrici                               che hanno motivato roma e chiaramente il car-
                                                                          dinal ottaviani. È significativo che quasi contem-
                     in questa questione del cambiamento dei              poraneamente sono oggetto di sanzioni i teologi
                 rapporti tra Chiesa e mondo, colloco la storia che       che saranno - alcuni anni più tardi - tra gli esperti
                 presenta il senso dell’avventura di “esprit”. penso      del Concilio (p. Chenu, p. Congar, p. De Lubac…)
                 che riguardo a ciò che ha prodotto i cambiamenti         e che allora erano «tra i principali ispiratori dell’ala
                 della cultura cattolica,occorra almeno soffermarsi       più attiva del cattolicesimo francese»20.
                 su due crisi differenti nel modo in cui sono state            Che ci sia stata la proposta di un compro-
                 percepite,ma entrambe significative.si tratta della      messo, che non sia stata soppressa la Missione
                 crisi dei preti operai e di quella dei movimenti di      di parigi, tutto ciò è a merito dei vescovi di
                 azione cattolica, con in secondo piano l’incredi-        Francia, ma riguardo alla storia, l’evento della
                 bile persecuzione dei teologi che hanno preparato,       fine dell’esperienza dei preti operai e ciò che
                 senza saperlo, il vaticano ii.                           questo rivela è essenziale.
                                                                               È ciò che Jean Lacroix analizza profonda-
                 La crisi dei Preti operai, un osservatore e la chie-     mente: ponendo fine a tale esperienza si rifiuta
                 sa preconciliare                                         di assumere una questione fondamentale: quel-
                                                                          la del divorzio tra la Chiesa e vasti settori della
                     non si dovrebbe vedere forse in questa               popolazione, specialmente la classe operaia
                 grande crisi che fu la sospensione dell’espe-            «nata fuori della Chiesa e che non comprende
                 rienza dei preti operai, un segno rivelatore dei         né il suo comportamento né la sua mentalità,
                 problemi che la Chiesa gerarchica a quei tem-            né il suo linguaggio». per colmare questa di-
                 pi si rifiutava di vedere? La molteplicità delle         stanza non basta venire tra gli operai, ma oc-
                 reazioni finirà in qualche modo col riversare            corre divenire veri operai, realizzare un atto di
                 la crisi contro coloro che l’avevano innesca-            «naturalizzazione del prete tra un popolo nel
                 ta. Questa forma di boomerang è molto bene               quale egli era solo uno straniero».
                 analizzata nei due principali testi apparsi su                Jean Lacroix pone la questione: perché que-
                 “esprit” in proposito: Jean Lacroix, L’église et la      sta esperienza ha avuto una tale diffusione, co-
                 mission (Dicembre 1953); albert Béguin (suc-             me dimostra la reazione suscitata dal fatto di
                 cessore di Mounier dal 1950), Le prêtres ouvriers        essere messa sotto accusa e non unicamente in
                 et l’espérance des pauvres (“esprit”, n. 3 mar-          Francia? È perché ha posto una questione cen-
                 zo 1954). L’importanza che questi testi danno            trale: «È il problema dell’universalità concreta
                 all’avvenimento è in continuità con la visione           della Chiesa, della sua cattolicità nel mondo
                 di Mounier riguardo all’esperienza di quel cen-          moderno». L’esempio del padre Monchanin
                 tinaio di preti che avevano abbracciato il lavoro        in india che si è fatto indiano e ha sposato la
                 operaio una decina d’anni prima, col sostegno            cultura indiana è illuminante. egli ha fatto ciò
                 dell’arcivescovo di parigi mons. suhard. Questi          «per permettere alla trascendenza cristiana di
                 si era nutrito del libro di Godin e Daniel, La           penetrare nelle fibre più profonde». Lacroix svi-
                 France pays de mission18 e le sue lettere pasto-         luppa anche la crisi del linguaggio in questa
                 rali diedero un orientamento chiaro: «il dolore,         civiltà che fa sì che una presenza silenziosa, ma
                 l’angoscia dei preti di oggi è di sentire che “il        attiva, sia il solo linguaggio religioso possibile.
                 paese reale” vive, si costruisce senza di loro e         È ciò che hanno fatto i preti operai.
                 che essi sono come degli stranieri”. “in troppi               L’ottimo articolo di albert Béguin prolunga
                 paesi così detti cristiani, la Francia in partico-       quello di Lacroix e, com’è noto, c’è stata un
                 lare, la Chiesa, malgrado la presenza di edifici         mutamento da un autore all’altro: la questione
                 di culto e di preti, non è più visibile quanto alla      dei preti operai viene sostituita dal direttore di
                 presenza di fedeli. non si dà più la possibilità         “esprit” con il rapporto essenziale con i pove-
                 di decidersi pro o contro il Cristo. Una mole            ri, la povertà che il Cristo stesso domanda ai
                 di pregiudizi ha completamente deformato il              cristiani.
                 volto della Chiesa ai loro occhi. il sacerdozio               ricollocata in rapporto a questa esigenza
                 è per loro ancora meno accessibile. Di conse-            fondamentale del cristianesimo, tutto il di-
                 guenza è bene che dei preti ridivengano testi-           scorso dell’incompatibilità del sacerdozio con
                 moni. Molto meno per convincere quanto per               il lavoro operaio suona come uno scandalo pro-
                 essere segno”19.                                         fondo che Béguin mette in evidenza con grande
                     Un fatto è significativo: la difficoltà che hanno    forza spirituale. se è così, sostiene, invece di
                 gli storici a spiegare chiaramente le vere ragioni       ritirare i preti che hanno assunto la condizione

       24                                                   N. 83-84/13                                  prospettiva
                                                                                                               •persona•
FeDe e culturA

operaia, non si dovrebbe mettere al primo po-          1957). È Jean Marie Domenach, nuovo diret-
sto l’urgenza di riumanizzare le condizioni del        tore di “esprit” che nel numero dell’estate fa
proletariato?                                          un’analisi precisa delle “dimensioni della cri-
    albert Béguin sottolinea due problemi im-          si”. a suo avviso si tratta fondamentalmente di
mensi posti dalla fine di quell’esperienza:            uno choc di ritorno della crisi dei preti operai
    - da una parte una ritirata rispetto al ricono-    e infine della stessa difficoltà della Chiesa ad
scimento che fatto che è urgente che la Chiesa e       ammettere nuove forme di apostolato legate a
i suoi membri si preoccupino dei loro rapporti         «una riflessione sulla nuova realtà del mondo e
con il mondo umano, di cui sono parte                  sulla necessità di affrontarla con spirito aposto-
    - d’altra parte in questo mondo così com’è         lico». nella decisione presa nel 1956 dai Vescovi
come dev’essere il sacerdozio?                         di considerare che l’insieme delle attività del
    pagine molto forti sul tradimento della            movimento impegna la Chiesa, egli vede un
Chiesa in rapporto alla speranza dei poveri            riaffacciarsi dell’autorità scalfita dalla crisi dei
concludono questo testo, che sollecita Bernanos        preti operai: «i preti operai erano l’elemento
a scrivere: «i poveri hanno il segreto della spe-      di punta di un movimento più vasto: non era
ranza». per a. Béguin risvegliare questa speran-       soltanto qualche audace, ma la chiesa di Francia
za impone di riconoscere una realtà storica: i         tutta intera che doveva mettersi ‘in stato di mis-
poveri, attraverso i secoli, hanno preso la forma      sione’. Ciò supponeva al suo seno una modifica
della classe operaia. raggiungere i poveri og-         progressiva delle strutture e delle mentalità».
gi impone di passare attraverso le mediazioni               nello stesso dossier, si può leggere la spiega-
della storia. Questo articolo ha avuto un im-          zione dei dirigenti della JeC dell’esigenza po-
menso impatto21. in particolare ha riacceso            sta dai vescovi per cui occorre separare i due
le ceneri della querelle tra vaticano ed esprit.       aspetti dell’attività del movimento: «l’azione
F. Mauriac temendo la condanna di “esprit”             cattolica e l’azione sociale o civile di ispirazione
scrive a Béguin: «noi abbiamo bisogno di voi»          cristiana sono aspetti distinti». Conclusione:
in un testo in cui egli si lamenta che esprit su-      «devono esercitarsi in movimenti distinti»22.
bisca la stessa condanna della “Quinzaine”. e               risposta dei dirigenti della JeC:
tra tanti altri citiamo louis Massignon: «non               «Questa definizione dell’azione cattolica si-
bisognerebbe che “esprit”, nostro ultimo ap-           gnifica essenzialmente una distinzione molto
piglio in Francia si esponesse allegramente ad         forte tra l’azione cattolica da una parte e l’a-
una sanzione romana, come le furie de l’action         zione sociale e civile dall’altra parte. ora, l’ab-
Française.                                             biamo visto, è approfondendo il suo compito
                                                       apostolico, che la JeC, movimento di azione
Crisi dell’azione cattolica studentesca e senso del    cattolica dei giovani, era stata indotta ad in-
laicato                                                dividuare la necessità di una educazione dei
                                                       giovani studenti, tra gli altri ambiti, sul piano
    al momento della crisi dei alcuni movimen-         sociale e civile, acquisendo così un carattere di
ti dell’azione cattolica giovanile (1957), l’idea      movimento di giovani»23.
stessa di azione cattolica aveva avuto dall’inizio          nel suo articolo, il direttore di “esprit” mo-
del secolo una certa evoluzione. Questa precipi-       stra che la separazione richiesta è impossibile e
tò nel dopoguerra, nel periodo in cui, precisano       stacca l’azione cattolica da ogni responsabilità
gli storici, sotto l’influsso di J. Maritain e e.      nei confronti del mondo, cancella l’educazione
Mounier si sviluppava una reazione contro la           civica: «L’evangelizzazione pura, la propagazio-
politica del ghetto. si trattava di concepire l’a-     ne della parola è un’opera che la disciplina cat-
postolato del cristiano in un mondo sempre più         tolica sottomette strettamente al controllo della
secolarizzato: «in questa prospettiva, per dare        gerarchia. invece l’educazione civica, l’azione a
più ampio spazio alla testimonianza, per inci-         livello di una civiltà in cui le strutture collettive
dere sulla massa, sembrò necessario condurre           devono essere cristianizzate, questo suppone
un’azione concertata sulle strutture temporali,        una certa autonomia dei laici e un minimo di
prolungando un0azione cattolica, ossia anche           impegno nelle battaglie temporali»24.
politica». Le crisi degli anni Cinquanta girano             in conclusione, Domenach vede in que-
attorno a queste questioni: gli impegni sociali        sta crisi un esempio della regressione clerica-
accompagnano l’azione propriamente cattolica.          le alla vigilia dell’arrivo di Giovanni XXiiii:
    il fatto più significativo è nel 1957: le di-      «Qualunque fondamento si dia all’azione del
missioni di circa cento responsabili (maggio           laicato, esso resta subordinato, di supporto».

prospettiva                                           N. 83-84/13                                                 25
      •persona•
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