"ESPRIT": percorsi verso il Vaticano II
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S P e c i A l e – F e D e e c u lt u r A Per non rimpiangere la cristianità “ESPRIT”: percorsi verso il Vaticano II Guy coq – Redattore di “Esprit” e già Presidente dell’“Association des amis d’E. Mounier” – Parigi La laicità è la cornice indispensabile per interpretare il contributo della cultura francese al Concilio. Con “Esprit” Mounier porta la cultura cattolica a rinunciare alla diffidenza in rapporto al mondo moderno. il tema della mia esposizione si è ampliato inventando nuove forme d’inserimento del cri- talmente che ho dovuto fare delle scelte per de- stianesimo nella società e nella civiltà. limitarlo. intendo concentrare l’attenzione sul iv. infine, mettendo in pratica la raccoman- modo in cui “esprit”, da emmanuel Mounier dazione di Mounier, secondo la quale l’evento in poi, fino all’annunzio del Concilio, influisce deve essere il nostro maestro interiore, esami- sull’evoluzione della Chiesa e del mondo cri- neremo come “esprit” risponde a due crisi che stiano, specialmente attraverso la rivista e il suo hanno segnato il cattolicesimo francese alcuni impatto sulla cultura cattolica. non mi è sta- anni prima del Concilio vaticano ii: quella to facile tenere insieme contemporaneamente dei preti operai e quella dell’azione Cattolica “esprit”, la creatura di coloro che hanno scosso (J.e.C.). la Chiesa, e la cultura cattolica, aprendola, os- sia riportandola a ciò che noi sappiamo oggi dell’avvenimento Conciliare. i – La laicità francese i. Una prima tappa delinea un elemento strutturale molto forte: la laicità francese, che La costituzione Gaudium et Spes spiega che è la cornice nella quale il cristianesimo deve la Chiesa non va confusa affatto con la comu- evolvere per essere in sintonia con la società nità politica; essa “non è legata a nessun sistema in Francia. politico, è insieme il segno e la salvaguardia del ii. precisato ciò, mi domando come Mounier carattere trascendente della persona umana” (n. e “esprit” abbiano sin dall’inizio messo l’acce- 76). simili passaggi danno l’impressione che il leratore sull’evoluzione della cultura cattolica. principio della laicità dello stato sia stato rece- il loro intervento va nel senso di una accetta- pito dal Concilio. vi è in questo un cammino zione della laicità, ovvero di una accoglienza culturale e spirituale che è debitore probabil- della prospettiva sul mondo che è in se stessa mente alla evoluzione che la Chiesa di Francia positiva, ma di cui i cattolici dovevano ancora ha dovuto accettare, a partire dalla sfida che ha scoprire il grande valore. rappresentato l’affermarsi della laicità. perciò io iii. La tappa seguente consiste nell’esami- propongo un percorso tra il rifiuto globale del nare direttamente l’avventura di “esprit” come principio di laicità e l’articolo di fondo pubbli- l’ha voluta Mounier e come si è protratta nel cato da “esprit” nel 1949. Questo testo manda tempo, seguendo la stessa direttrice di marcia, in frantumi la speranza rischiosa e illusoria di almeno fino al Concilio. La scommessa che un ritorno allo stato cristiano e lo fa in nome guida la riflessione di Mounier e di “esprit” di un valore fondamentale del cristianesimo: la è l’uscita del cattolicesimo in Francia dal suo libertà dell’atto di fede. non è una rassegnarsi ripiegamento in rapporto al mondo moderno, alla laicità, ma la scoperta che essa è necessaria dalla diffidenza nei riguardi di questo mondo, alla libertà di credere. nel quale bisogna pure che la Chiesa s’inseri- nello stesso tempo, questo percorso verso la sca. Lo stile stesso di “esprit” rende possibi- laicità è un cammino verso il riconoscimento le – mi sembra – una esperienza profetica di della fine delle cristianità, il cui modello non ciò che bisogna fare per riagganciare il mondo, può più essere una utopia direttrice della storia prospettiva N. 83-84/13 15 •persona•
FeDe e culturA del cristianesimo. ed è Mounier che è qui la della società e della cultura tende fortemente a grande guida. diminuire. La laicità non è un processo storico, Uno storico ha potuto scrivere che l’avvento è un insieme di principi, tra i quali domina della laicità ha provocato una crisi fondatrice, quello della neutralità dello stato in rapporto matrice delle crisi successive, che segneranno alle religioni, l’abbandono dell’ambizione di la storia del cattolicesimo in Francia nel corso esercitare il potere politico attraverso la reli- del XX secolo. È certo che non si può capire gione, la libertà delle religioni. l’evoluzione della cultura cattolica francese, se Dall’inizio del XX secolo, i vescovi france- si dimentica l’importanza della frattura costi- si, che erano in maggioranza favorevoli a una tuita dalla laicità. negoziazione con la repubblica, avrebbero perciò io spiegherei prima di tutto breve- potuto trovare un compromesso per l’applica- mente il senso della laicità. La si riduce spesso zione della laicità. Le relazioni disastrose tra la alla Legge della Separazione delle Chiese e del- repubblica e il vaticano fecero sì che bisognas- lo Stato (Dicembre 1905), ma la prima tappa se attendere il 1924 e il papa pio Xi per la crea- va ricondotta alla separazione della Chiesa zione di nuove strutture che dessero esistenza e della scuola. si tratta delle leggi introdotte legale alla Chiesa: le associazioni diocesane. da Jules Ferry, che ha fondato la scuola laica, Malgrado questo accordo, nel primo quarto del gratuita, obbligatoria (1881-1882). Con ciò, la XX secolo, il mondo cattolico, e principalmente repubblica mirava a strappare i futuri cittadi- il clero, vescovi in testa, sono rimasti schierati, ni dall’influsso della sintesi politico-religiosa in maniera virulenta, contro il principio di lai- attraverso la quale il mondo cattolico faceva la cità, ma si preparava una evoluzione significati- sua battaglia antirepubblicana. La laicità della va. per concretizzare questa osservazione, basta scuola si caratterizza specialmente per l’impor- raffrontare due grandi dichiarazioni dei vescovi tanza data all’educazione morale, alla morale francesi: quella dell’assemblea dei Cardinali e laica. arcivescovi (1925) e quella dell’episcopato La legge della separazione del 1905 ha stabi- francese (novembre 1945). lito in pratica la separazione della Chiesa e dello il testo del 1925 denuncia l’ingiustizia delle stato e riaffermato la libertà di coscienza: “La leggi di laicità, che “procedono dall’ateismo”. repubblica assicura la libertà di coscienza. essa esse tendono a sostituire il vero Dio con de- garantisce il libero esercizio del culto, con le gli idoli (la libertà, la solidarietà, l’umanità, la sole restrizioni elencate di seguito, nell’interesse scienza, ecc.) e sono la causa di tutte le parole dell’ordine pubblico” (articolo 1). tale legge che inquinano la società e la Chiesa. Questo mette fine al Concordato, che assicurava un testo non fa alcuna differenza tra laicità e lai- finanziamento pubblico dei culti riconosciuti. cismo. arriva perfino a contestare la legittimi- all’improvviso il testo dice:“La repubblica non tà delle leggi: “queste leggi di laicità non sono riconosce, non concede salario né sovvenzioni leggi”. Una buona parte del testo espone de- ad alcun culto” (articolo 2). si fa spesso un cisamente le misure da prendere e i mezzi da errore di interpretazione di questo art. 2: non adottare per combatterle. riconoscere non significa ignorare; del resto la venti anni più tardi, alla fine della terribile separazione rende necessarie le relazioni. guerra mondiale, i vescovi intervengono nel Le religioni avranno uno statuto particola- momento in cui la laicità sta per essere iscrit- re: le associazioni di culto, che però dovranno ta nella Costituzione. va sottolineato che essi rispettare le “regole di organizzazione generale fanno una distinzione fra laicità e laicismo. del culto”. Questa disposizione avrà per effetto affermano che se per laicità dello stato “s’in- il rispetto dell’autorità dei vescovi. Le religioni tende proclamare la sovrana autonomia dello hanno dunque uno statuto privato; non sono stato nel campo proprio dell’ordine tempo- più una istituzione pubblica, il che però non rale… noi dichiariamo nettamente che questa vuol dire che viene impedito loro di esprimersi dottrina è pienamente conforme alla dottrina e di agire nello spazio pubblico della società1. della Chiesa”. pertanto la laicità non è laicismo, cioè una viene preso in considerazione un secondo posizione che confonde laicità e lotta per la significato della laicità dello stato: “La laicità scomparsa delle religioni. si distingue anche dello stato può essere anche intesa nel senso dalla secolarizzazione, perché quest’ultima in- che in un paese civile di credenti, lo stato deve dica una evoluzione di lunga durata, nel corso consentire a ogni cittadino di praticare libe- della quale l’influsso della religione sull’insieme ramente la sua religione”. Di nuovo: “Questo 16 N. 83-84/13 prospettiva •persona•
FeDe e culturA secondo significato, se ben compreso, è pure se stessa che ha diritto della stima dei cattolici conforme al pensiero della Chiesa”. La Chiesa e dei loro pastori”. “vuole che l’atto di fede sia fatto liberamen- te, senza essere imposto da alcuna costrizione esterna” e chiede che la sua libertà sia rispettata. ii – La laicità e la fine della cristianità infine i vescovi sottolineano un terzo signi- ficato, sul quale questa volta esprimono riserve, È precisamente su questa tensione attor- perché “pericolosa” e perché potrebbe condurre no alla scuola che la rivista “esprit” pubbli- ai peggiori eccessi del dispotismo: “…quando ca nel marzo 1949 un dossier considerevole: laicità significa la volontà dello stato di non “proposte di pace sulla scuola”. Dal dopoguer- sottomettersi ad alcuna morale superiore e di ra, la diatriba sul finanziamento della scuola riconoscere solo il suo interesse come regola cattolica con la partecipazione dello stato tur- d’azione”. il laicismo viene radicalmente re- berà il confronto democratico. ne conseguirà spinto: “se la laicità dello stato è una dottrina una impossibile alleanza tra la democrazia cri- filosofica che contiene una concezione total- stiana (Mrp) e il partito socialista. Un dossier mente materialista e atea della vita umana e di “esprit” dà la parola ad autori di diverso della società, se queste parole vogliono definire orientamento, legati all’insegnamento laico o un sistema di governo politico che impone una alla scuola confessionale, che riflettono posi- simile concezione ai funzionari, intervenendo zioni opposte. La rivista crea così un immen- anche nella loro vita privata, sulle scuole di so spazio di dialogo, di riflessione. L’équipe stato, sulla nazione intera, noi ci opponiamo di “esprit” si orienta verso l’autonomia di un con tutte le nostre forze contro questa dottrina: sistema di insegnamento decentralizzato e uni- la condanniamo nel nome stesso della vera mis- ficato, gestito da una struttura tripartita: stato, sione dello stato e della missione della Chiesa”. operatori, famiglie. Questa dichiarazione segnava certamente il progetto ha un accento utopico, ma il una evoluzione significativa dei vescovi francesi dossier ha l’effetto di far meglio conoscere la e andava ad impattare fortemente l’evoluzione scuola laica ai cattolici legati alla scuola confes- della cultura cattolica, verso una sua riconci- sionale, e la scuola confessionale ai sostenitori liazione con la laicità, con i valori laici. ancora della scuola laica. a lungo, la tensione sulla laicità si concentrerà poco dopo questo dossier,“esprit” pubblica sul futuro della scuola cattolica. un significativo articolo intitolato “Il cristiane- Questa “querelle” è un capitolo importante simo e la laicità”, scritto da Joseph vialatoux, delle animate discussioni in Francia. essa ipote- professore nell’insegnamento superiore catto- cherà a lungo il riconoscimento del valore della lico, e andré Latreille, professore dell’università laicità da parte del movimento cattolico e spe- statale. Questo testo ha ottenuto una accoglien- cialmente del clero. ricordo che fu De Gaulle, za considerevole, e non solamente nel mondo alla fine del 1959, a dare la possibilità di uno cattolico. non solo è l’argomento più forte per- statuto contrattuale alle scuole cattoliche, in ché i cattolici giochino senza riserve la carta cambio di un importante finanziamento. tale della laicità, ma è al contempo una riflessione riconoscimento rilancia la “querelle” fino al solida sul senso della laicità. alcuni, che non 1984, quando gli accordi divengono definitivi. l’hanno letto, lo conoscono con una formula a partire da questo momento, le relazioni tra spesso ripresa e commentata:“la laicità esprime i cattolici e la laicità non saranno più turbate giuridicamente la libertà dell’atto di fede”. essa dal destino dell’educazione cattolica. ne è “la proiezione giuridica”. Ciò si spiega, di- Quanto all’atteggiamento della Chiesa nei cono gli autori, per il fatto che si suppone che confronti della scuola laica, bisognerà attendere lo stato riconosca i suoi limiti: le opzioni ultime l’assemblea plenaria dell’episcopato, nel no- sono al di là della sua competenza. È dunque vembre 1969, per leggere le parole che registra- illegittimo da parte sua pretendere di “impe- no alla fine l’evoluzione della maggioranza dei gnare lo spirito nella sua libertà più profonda” cattolici. La dichiarazione spiega che i genitori (p. 527). neutro sulle opzioni ultime, lo stato cattolici devono decidere se scegliere l’inse- ha la responsabilità di creare per ciascuno le gnamento pubblico o cattolico: quest’ultimo condizioni migliori per l’esercizio di una libera non è più considerato preferibile: “effettuata scelta circa le questioni ultime. in coscienza, questa scelta è legittima e rispet- La forza degli autori è nella loro problema- tabile”. inoltre si legge: “è la scuola pubblica in tica: la questione dei rapporti tra cristianesimo prospettiva N. 83-84/13 17 •persona•
FeDe e culturA e laicità dev’essere posta sotto l’angolatura della conversione di Costantino, o forse, più precisa- libertà dell’atto di fede. significa questo forse mente, per quanto concerne l’occidente, con le avere meno cura delle esigenze della verità? invasioni barbariche: la cristianità”2. È un’idea niente affatto: perché la verità di cui si parla, ripresa nelle pieghe del vaticano ii. la verità della fede è tale da richiedere necessa- Molti testi di Mounier raccolti in quest’ope- riamente la libertà dell’atto che l’accoglie” (p. ra sviluppano, senza saperlo, la prospettiva nel- 533). ponendo la libertà della fede ad un livello la quale si sarebbe situato, al momento giusto, superiore, non si entra affatto in conflitto con il Concilio. L’interesse e la modernità dell’ap- la cura della verità, in quanto la verità viene proccio che caratterizzano Mounier stanno nel raggiunta dal credente solo se è libero. fatto che egli si pone, come Marrou, dalla parte inoltre gli autori rispondono a coloro che della civilizzazione. La questione fondamen- potrebbero sospettare che la laicità provochi un tale diventa allora: l’obiettivo del cristianesi- indebolimento delle certezze. Queste possono mo consiste nel costruire una civiltà cristiana? affermarsi pienamente, ma nel rispetto assoluto Marrou precisa il senso della domanda, “vale a della libertà di credere o di non credere, senza dire una civiltà in cui tutto, istituzioni, tecniche, di che la cura della verità è illusoria. È impos- costumi, obiettivi si sottomettano alla verità sibile accedere alla verità della fede se non si cristiana, come un mezzo al suo fine, o meglio è liberi. come dei fini subordinati ad un fine di ordine il vecchio argomento clericale dell’artico- superiore?”3. lazione tra la tesi e l’ipotesi va in frantumi. per rispondere alla questione, Mounierr in- esso consisteva nel dire: idealmente i cristiani terroga la storia. egli sottolinea che all’origine si augurerebbero che lo stato fosse cristiano, del cristianesimo, si è stabilito un dualismo tra questa è la tesi. Ma l’ipotesi, le sfide della storia, Cristianesimo e civilizzazione. si ha dunque una fanno sì che la società si caratterizzi attraver- doppia corrente: «Una è il cammino della Chiesa, so una pluralità di religioni, dunque si deve la vita cristiana», l’altra quello della civiltà. tollerare lo stato laico, aspettando di poter ri- nei primi secoli i cristiani si integrano nella trovare lo stato cristiano. Questa è “tolleranza civiltà romana, salvo su un punto, l’idolatria mal sopportata”. Gli autori criticano una sorta (paganesimo). Ma «tutto avviene come se la di disprezzo della libertà, una negazione del- morale cristiana non facesse presa sul diritto la libertà religiosa. Ma se si mette la libertà al e sulle istituzioni» (239). Quanto all’influenza cuore del ragionamento, l’idea stessa di uno considerevole dei monaci, sin dai primi tem- stato religioso diviene inaccettabile. La laicità pi del Medioevo, specie per il loro lavoro, essi è augurabile in se stessa, e questo dal punto di fondano città, sviluppano l’agricoltura, creano vista del credente: «non si tratta dunque più una civiltà agricola. Ma questo lavoro mona- di dire che un’autentica laicità è accettabile per stico «non è istituito per fare l’europa, ma per la Chiesa, assumendo un’attitudine puramen- lottare contro l’ozio e disciplinare il corpo». La te negativa, come se si indietreggiasse davanti Chiesa «s’innesta nelle strutture temporali (vii ad un attacco e si confessasse l’arretramento secolo), al punto di cedere ad esse prima della facendo buon viso a cattivo gioco. significa ri- riforma gregoriana», ma si giungerà a teoriz- nunciare all’interiorità. significa supporre che zare tale confusione tra Chiesa e governo del il cattolico non voglia pienamente questa laicità mondo solo molto più tardi. tuttavia il proget- e che la tolleri, sempre aspettando il giorno in to teocratico non si è realizzato: si sono sempre cui potrà sopprimerla, in nome della sua re- avuti due poteri, due società. L’utopia teocratica ligione. Bisogna riconoscere che un’autentica è rimasta sostanzialmente una tentazione. laicità va desiderata e voluta dal cristianesimo, Da questa sintesi storica di cui ha dato solo sia per i vantaggi che ne trae la vita della civiltà una debole evocazione, Mounier tira una con- umana, sia per i vantaggi che ne tra la vita della clusione illuminante: “Ciò che più inquieta è fede» (p. 541). l’assenza di intenzione di realizzare una civiltà È lo stesso anno in cui Mounier pubblica la di stampo cristiano, voluta e cercata come civil- raccolta di testi intitolati Feu la Chrétienté. in tà originale, piuttosto che guardare ad un regno uno scritto molto importante, in cui sottoli- estraneo a questo mondo, benché cominci da nea l’accordo con questo titolo e con l’orienta- questo mondo e utilizzi i mezzi di questo mon- mento annunciato, henri Marrou precisa:“noi do» (p. 243). siamo sul punto di interrompere nella storia Bisogna concludere con una radicale in- della Chiesa quella parentesi apertasi con la differenza del cristianesimo al destino della 18 N. 83-84/13 prospettiva •persona•
FeDe e culturA civilizzazione e al futuro della città degli uomi- produca effetti sulla realtà temporale come per ni? niente affatto. Il disprezzo del sensibile e del sovrappiù, quasi talvolta per distrazione» (252). temporale non è cristiano: «noi non dobbiamo a tutti questi tratti se ne aggiunge uno che portare lo spirituale nel temporale. esso c’è già. complica le cose: l’ambivalenza dell’ispirazione il nostro ruolo è di scoprirlo e di farlo vivere, cristiana. per rispetto alla libertà umana, la pa- di comunicarlo in maniera adeguata. Ciò che è rola di Dio si rifrange differentemente secondo temporale, nella sua interezza, è il sacramento come viene accolta «con l’occhio dello spirito del regno di Dio». Del resto l’influsso del cri- o con l’occhio della carne». L’ambivalenza è stianesimo sulla civilizzazione è stato conside- dunque «La maniera con cui il cristianesimo revole, ma non si è sviluppato secondo un mo- agisce attraverso le correnti stesse che gli si op- dello di dominio che tende ad imporre l’idea di pongono» (256). Del resto «il messaggio cristia- cristianità: «Ciò che chiamiamo civiltà materia- no è raramente lineare». si esprime attraverso le è nata in piena terra cristiana e accompagna paradossi. tutte queste modalità sorprendenti l’espansione del cristianesimo nel mondo». il si spiegano col fatto che il cristianesimo è una principio è chiaro, aggiunge Mounier: «Come realtà «che cerca di esprimersi sul piano di religione dell’universale imitazione del Cristo un’altra realtà che la trascende». incarnato, il cristianesimo chiede all’uomo una L’ultima parte di questo studio è una rifles- presenza attiva in tutto ciò che è temporale» sione di portata teologica: «La Chiesa, a imi- (247). tazione del suo capo, è pienamente incarnata, La questione alla quale Mounier consacra la sua missione propria, che non è di questo una buona parte del suo testo è: come il cristia- mondo, essa la compie in questo mondo». Ciò nesimo ha influito per ottimizzare il processo di che la Chiesa denuncia costantemente è una civilizzazione? il retro pensiero è chiaro: come società «qualunque sia la sua struttura, che si si devono pensare oggi i rapporti tra cristiane- chiude al soprannaturale». infatti l’apertura al simo e civilizzazione? soprannaturale è essenziale alla salvezza della Bisognerebbe ripercorrere i dettagli dell’a- civilizzazione. nalisi. Mounier parla di un influsso della fede Mounier insiste a lungo sull’impossibilità cristiana che si esercita in modo laterale, indi- di separare lo spirituale e il temporale: non c’è retto, di sbieco e insiste sul fatto che è la fede tra i due né separazione, né indipendenza, né che agisce, non il potere politico della Chiesa. confusione, perché i due ambiti hanno una lo- infatti, il rifiuto del culto a Cesare finisce per ro specificità e relazioni complesse. il «regno è destabilizzare l’impero e col tempo il “rendete a già cominciato». «È perché la storia non è né Cesare” sconvolgerà la confusione tra politica e una farsa, né un dramma senza scopo, ma una religione. parimente i dibattiti altamente teolo- commedia divina, doppiata da una tragedia gici sulla duplice natura del Cristo, che è il sen- divina» (261). so dell’incarnazione, avranno per conseguenza Questo regno di Dio già in cammino – insiste che “la civiltà europea non si allontanerà da Mounier – passa attraverso la storia, per cui storia questo mondo”. È quando il cristianesimo va e civilizzazione non sono realtà estranee al regno. in profondità e si radica veramente nel vangelo L’avanzamento stesso della fede si è appoggiato che dà il meglio di sé alla civilizzazione: «infatti spesso su alcune circostanze della storia. il cristianesimo dà di più all’agire esteriore degli uomini quando cresce in intensità spirituale, piuttosto che quando si perde nella tattica e iii – esprit e la rivoluzione del rapporto cri- nella gestione» (253). stianesimo mondo moderno L’influsso del cristianesimo si esercita tal- volta in modo indiretto per «dissociazione». “Christian World, mondo moderno” è il infatti esso non contiene alcun rifiuto totale di titolo di un importante dossier di esprit del roma, ma combatte l’idolatria e tende a disso- 19464. Michel Winock ha potuto considerare ciarla dal potere. «D’ora in avanti dovunque si questa raccolta come “un numero preconcilia- ricostituirà lo stato-Moloch, il cristianesimo, re”. infatti scrive che questo numero “attraver- instancabilmente, inietterà la sua potenza dis- so vari sviluppi, annuncia lo shock che scosse sociatrice». Quanto all’influsso diretto su tale il mondo cristiano in quel periodo e dopo il processo di dissociazione, si legge: «c’è sempre Concilio vaticano ii”5. il dossier presentato in tra l’inizio e gli effetti una sorta di un percorso quel numero mostra la notevole evoluzione del obliquo, sembra sempre che il cristianesimo mondo cattolico nell’immediato dopoguerra. prospettiva N. 83-84/13 19 •persona•
FeDe e culturA paul thibaud avanza due temi principali6: “pu- non potrebbe essere l’opera esclusiva di intel- rificare la fede dai valori che l’abitudine e le lettuali cristiani. pesantezze sociologiche vi hanno associato”, “ il progetto è caratterizzato da alcuni rifiuti. assicurare la libertà politica del cristiano e l’in- innanzitutto l’intenzione di non rassegnarsi a tegrazione nel mistero cristiano di certi valori ciò cui il mondo cristiano sembra rassegnarsi, dell’ambiente pagano”, come si diceva allora. ossia il “disordine stabilito”8. Di fatto il mondo paul thibaud sottolinea che nel dossier, il cristiano ha perso il contatto con intere fasce “nucleo duro” della fede non è in discussione. del mondo moderno e in particolare con il È in gioco essenzialmente la speranza “di porre mondo del lavoro. fine al secolare conflitto della Chiesa e della so- Dal primo numero di “esprit”, il program- cietà moderna”, che ispira le risposte al dossier, ma è chiaramente indicato: “separare ciò che il desiderio di superare l’inerzia del cattolice- è spirituale da ciò che è reazionario”. Questo è simo. a tal riguardo sviluppa un’analisi senza il significato profondo della priorità attribuita compromessi sulle patologie del cattolicesimo: a ciò che è spirituale. Mounier fonda la possi- inadeguatezza della parrocchia, default della bilità di questa dissociazione, nel dopoguerra, liturgia, legalismo, seminari-ghetto, incom- sulla revisione nella storia del cristianesimo, del prensione del mondo e dei valori laici. senso concreto dell’ideale della cristianità. La Mounier sottolinea che la tensione tra la fe- conclusione del dossier è ovvia, come si è visto: de e il mondo è qualcosa di permanente, perché il progetto di fondo del cristianesimo non è il cristianesimo è insieme trascendenza e incar- quello di costruire una civiltà cristiana. Di con- nazione. Dal punto di vista dell’incarnazione seguenza è necessario rompere con la nostalgia c’è una notevole carenza del cristianesimo con- della cristianità e inventare nuove forme per temporaneo. nello stesso tempo, non si può iscrivere concretamente il cristianesimo nella ridurre il problema alla sua inclusione nella civiltà, nella cultura e nella società. società e nella politica, anche se la questione se il mondo cristiano resta aggrappato alla è urgente. L’accento è posto su due imperativi: cristianità, perderà se stesso:“è minacciato [il cri- - Quanto alla politica: “separare ciò che stianesimo] da una sorta di apostasia silenziosa è della Chiesa e ciò che, essendo del mondo, fatta di una diffusa indifferenza e dalla sua pro- appartiene sempre più ad una organizzazione pria incongruenza”9. promuovere il disimpegno autonoma (il che non vuol dire anti-cristiana) da una politica reazionaria non comporta per del mondo”7. Mounier un passaggio verso lo stesso tipo di im- - Quanto al sociale: riscoprire il senso co- pegno, benché a sinistra. “Cattolico di sinistra”?. munitario del vangelo e ristabilire il contatto “Certamente non sarebbe stato d’accordo con con la classe operaia. questo appellativo, almeno senza ulteriori preci- Michel Winock nota che questi due impe- sazioni”10. i dettagli, si possono intuire: la Chiesa rativi caratterizzano “esprit” nel dopoguerra non può identificarsi con un partito, qualunque e anche dopo la morte di Mounier (1950). È esso sia. Le riluttanze di Mounier nei confronti significativo che la testimonianza del padre della democrazia cristiana derivano dal fatto che Depierre, prete operaio a Montreuil, è posta a egli vi vede il rischio di ulteriore confusione tra conclusione del dossier, alla fine del “capitolo lo spirituale e il temporale. in ogni caso, bisogna sui rimedi”, con il contributo di p. Congar e del ribadirlo, vi è in Mounier una forte spinta all’im- p. Montuclar e occupa la metà delle pagine. La pegno politico, che raggiungono talvolta l’ideale testimonianza lunga e bella di andré Depierre, socialista. Ma l’impegno necessario per un cri- una figura di spicco del collettivo dei preti ope- stiano laico non deve coinvolgere direttamente la rai, indica chiaramente in quale direzione, per Chiesa.C’è in lui l’esigenza dell’autonomia dei laici Mounier, occorra cercare il rimedio. La questio- in materia di impegni temporali. ne dei rapporti tra il mondo cristiano e il mon- poiché non vi è alcun motivo di rimpiangere do è centrale per la problematica di Mounier. una cristianità che è in gran parte mitica, mai La sua posizione, fin dall’inizio, comporta una realizzata nel passato, Mounier invita il creden- presa di distanza dal mondo cristiano. Questa te a non trattare il mondo come se oggi fosse posizione si traduce nella volontà di non fa- peggiore del passato. non c’è in lui alcun rifiuto re di “esprit” una “rivista cattolica”, scelta che sistematico della civiltà contemporanea: “non comporta una apertura al pluralismo con ri- troviamo in lui questo arretramento a priori, guardo ai collaboratori. si concorda sul fatto questa diffidenza sistematica per i valori della che un progetto quale “rifare il rinascimento” civiltà, che è in fondo così poco coerente con 20 N. 83-84/13 prospettiva •persona•
FeDe e culturA l’essenza del cattolicesimo, sempre desideroso ha perso la chiave del linguaggio degli uomini”. di glorificare il Creatore sottolineando la gran- il rovesciamento di prospettive è necessario an- dezza della creazione” (henri Marrou). che nei confronti del mondo cristiano non cat- Qui arriviamo ad un punto in cui Mounier tolico. Mounier cita Congar: “il cattolico, dice- opera cambiamento significativo nel rapporto va costui, ha la comune tendenza a considerare tra cattolicesimo e il mondo. Di fronte ad una le altre confessioni in una prospettiva negativa, Chiesa che crede ancora di essere l’unica pos- come errori in sé, tanto che esse dovrebbero sibile fonte di verità sull’uomo, Mounier effet- rinunciare alla propria identità il giorno in cui tua una virata di bordo carica di conseguenze: ricostruissero l’unità. Questo significa misco- “Davanti ad ogni verità, indipendentemente noscere che anche le altre confessioni implica- dalla sua provenienza, il primo dovere del cri- no e sviluppano elementi autentici di verità e stiano è riconoscerla. ora, benché si tratti sen- di vita a cui il cattolico deve un riconoscimento za dubbio di buona fede, è un fatto che nello positivo, a prescindere dalle proprie idee sulla sforzo di organizzare il mondo da due secoli, loro separazione e circostanze concomitanti”. in particolare quello politico, sociale ed eco- L’essenziale di queste posizioni nel 1947 era nomico, il mondo cristiano nel suo complesso, già nel testo importante del 1936: Cristiani e nonostante dedizioni eroiche ed entusiasmi più non credenti. si dovrebbe riprendere il testo in ammirevoli che correttamente spesi, è spesso dettaglio. Bastino qui alcune notazioni. in pri- in notevole ritardo rispetto al mondo”11. e mo luogo, a proposito della Chiesa, Mounier Mounier invita il mondo cristiano ad “andare a rifiuta la divisione fra una Chiesa ideale, la cui scuola”,“a colmare i suoi limiti”, a “riconoscere i realtà spirituale si collocherebbe nell’invisibile, valori nati al di fuori di sé”. per quanto riguarda e una Chiesa visibile trattata come secondaria, le idee e i valori sviluppatisi in ambito tempora- addirittura come processo di decomposizione. le, a parte gli aspetti sociologici, ci sarà più spes- La sua appartenenza alla Chiesa implica una so da assumerli (correggendoli senza dubbio) unità tra il significato mistico della Chiesa e la che da incarnarli”. su questo punto, Mounier storia: la Chiesa è nell’unità di anima e corpo, ricorda alcune analisi di “Jeunesse de l’eglise” o visibile e invisibile. Questa visione forte della quelle del padre de Lubac.“respingiamo anche Chiesa permette di fare una distinzione im- l’idea che l’epoca moderna non avrebbe cono- portante, perché legittima il riconoscimento sciuto che errore e decadenza fuori della Chiesa. del laicato, la cui autonomia è reale o dovrebbe Questa è un’illusione, una tentazione alla quale esserlo nella partecipazione “agli sforzi per or- abbiamo troppo ceduto” (Catholicisme, 1941). ganizzare la cultura e il benessere in un ordine Quanto ai valori, insiste Mounier: “Lo separato del regno di Dio, ma subordinato a scandalo non è che essi siano nati al di fuo- Lui”. ri del mondo cristiano... lo scandalo è che la Questa affermazione dell’autonomia dei cattolicità o la cristianità come gruppo sociale membri della Chiesa riguardo al loro impegno storico, non abbia contribuito alla loro nascita, nel mondo si tradusse, come è noto, in momen- che l’abbia male assimilati e che sia ancora così ti molto critici tra “esprit” e la Chiesa. Due le poco in sintonia con essi”12. Mounier sottoli- tappe: nei primi anni e a metà degli anni ‘50. nea l’importanza di questi valori nel mondo “esprit”, che non utilizzava l’etichetta cattolica contemporaneo: “la libertà, la giustizia, la tol- e che non ha mai preteso di rappresentare la leranza, la democrazia, il senso del collettivo, i Chiesa, rasentò la condanna. ora, per la rivista, dati sperimentali, il progresso, ecc. il cristiano, era essenziale che le posizioni assunte in parti- almeno il cristiano con gli occhi aperti, non colare riguardo alla crisi dei preti operai, fos- rifiuta questi valori, ma in generale sembra sero considerate come opera di cristiani, laici, preoccuparsi di più delle possibili o reali de- chiaramente membri della Chiesa. viazioni che di accoglierli come un’autentica Il testo sulle relazioni Cristiani/noncredenti rivelazione”. È nell’interiorizzazione di questi in “esprit” si sviluppa a lungo in una revisione valori che il cristiano può trovare un “linguag- della questione. Come progettare il posto del gio comune a quello del suo tempo”. cristiano nel mondo moderno? Mounier dap- Qui si apre una prospettiva in relazione prima descrive due modalità di risposte non alla rottura del linguaggio descritto prima da accettabili. La prima avrebbe come obiettivo di Mounier: “Le parole della Chiesa non interes- “costituire gli uomini che sono nominalmen- sano più, i gesti non colpiscono più, il mondo te cristiani in un mondo chiuso nell’ordine ha perso la chiave della sua lingua, e la Chiesa temporale, come una cittadella dei buoni, con prospettiva N. 83-84/13 21 •persona•
FeDe e culturA numerose barriere contro le orde dei malvagi” da cui deriva la possibile pluralità dell’impegno (p. 861). oltre al fatto che ciò alimenta una politico dei cristiani. non vi è dubbio che la “buona coscienza” tra i cristiani, questa po- posizione di Mounier è stata un punto di riferi- sizione getta sul resto del mondo “un innato mento per l’impegno dei cristiani in movimen- discredito”. ti sociali non cristiani, e anche in politica, aldilà il secondo rifiuto riguarda alcuni cristiani delle correnti cristiane, animati dalla volontà di «sempre in affanno per cancellare ogni confine, trasformare il mondo. L’influsso della rivista per deficienza di spirito o per povertà di idee, di esprit, anche dopo la morte del suo fondatore, fede o per una formazione che segue la moda, è stato significativo per l’affermazione del plu- per carità e tolleranza mal comprese, facendo ralismo politico tra i cattolici. dimenticare la differenza irriducibile, che in Questo si spiega anche con un atteggiamen- questo mondo distingue il cristiano da que- to di assunzione di responsabilità. “Mounier sto mondo. “e. Mounier afferma chiaramente aveva scelto come missione quella di riattivare l’obbligo, nel dialogo con i non credenti, di i cristiani, si sollecitarli all’impegno” (Marrou). non edulcorare le difficoltà della fede, anche Quale impegno? “nella cultura e nella civiltà da per rispetto dell’altro; “niente di più contrario cui si erano allontanati” (paul thibaud). al nostro scopo, alla nostra concezione della in relazione a tale ambizione, thibaud persona, al nostro temperamento che questa descrive con precisione i due scogli ai quali rinuncia dell’uomo alle fedeltà supreme». Mounier voleva sfuggire: “alla fine della sua il rapporto con il mondo che chiede vita, Mounier ha indicato in che cosa quello Mounier da parte del cristiano consiste prin- che egli voleva era diverso da quello che era cipalmente nell’approfondire le caratteristiche stato tentato nel “sillon” trent’anni prima13; del cristianesimo. poi si tratta di affrontare le si trattava di uscire da un dilemma: o si parte emergenze: la prima riguarda la costatazione da una situazione confessionale o si condivide che una massa di esseri umani soffre la fame “e l’azione politica, poiché in questo passaggio, si disumanizza sotto il peso di questa miseria”. spiega p. thibaud, c’è sempre la prevalenza del in queste battaglie, i cristiani non devono agire primo sul secondo. Di colpo Mounier s’impe- da soli “contro la cittadella di oppressione che gna in una controversia duplice, verso il mondo si è installata nel mondo moderno”. Disertare, cristiano e verso la democrazia. voleva “tentare sarebbe “radicare nel risentimento del povero, più che una riconciliazione, un doppio effetto amico prediletto del Cristo, del povero che oggi di stimolo”. prende il nome di proletariato, il convincimen- polemica nei confronti del mondo cristia- to che la politica di pilato goda ormai il favore no? Mounier non accetta il rifiuto di abban- dei discepoli di Cristo”. donare il luogo in cui si è garantiti in tutto: D’altra parte, Mounier elenca i principi più “la dottrina sociale cristiana rappresenta in urgenti ai quali i cristiani devono allinearsi: il questo l’illusione suprema: essa lascia credere rispetto per l’individuo, la giustizia sociale... che siamo in grado di amare e aiutare il mon- valori fortemente difesi anche dagli ambienti do senza buttarci in esso”. Mounier oppone a non cristiani. questo quietismo una esigenza: la capacità di per le modalità, Mounier concorda con sgombrare la via alla verità che nasce, cresce, Maritain nell’obbligo di distinguere i casi in muore (v, 1938). Da “esprit”, non ci si potrà cui l’azione si fa “da cristiani” da quelli in cui si aspettare una semplice adesione alla democra- fa “in quanto cristiani”. Come cristiani “il pri- zia, senza chiederle in che modo si svilupperà. mo passo dei cristiani riuniti a “esprit” è stato a questo punto, occorre tornare all’impor- di proclamare la volontà di rompere tra il loro tante articolo di p.thibaud citato più volte: “il cristianesimo vissuto e il disordine stabilito”. personalismo, prima di essere una dottrina, per evitare il fariseismo, essi dovevano ricono- è il tentativo di creare un luogo in cui la vita scere le loro responsabilità come portatori del cristiana possa generare valori sociali e umani. “fallimento del mondo cristiano”. nello stesso Questo può essere fatto solo uscendo dal pro- tempo Mounier afferma che “la Chiesa e il cri- prio guscio, in presenza di non credenti e con stianesimo rimangono intatti dai compromessi essi: solo un dialogo attivo con i non credenti del mondo cristiano”. può dimostrare che i cristiani fanno qualche il riconoscimento del valore del mondo, co- cosa di più che ripetere le loro buone inten- me realtà umana, culturale, politica, porta a giu- zioni nel loro gergo. il personalismo è princi- stificare la possibile diversità di giudizi storici, palmente un luogo di incontro “designazione 22 N. 83-84/13 prospettiva •persona•
FeDe e culturA collettiva adatta a varie dottrine [...] che pos- papa fosse in uno stato di peccato mortale. sono accordarsi sulle condizioni di base di una il fallimento proviene dai mezzi profani, che nuova civiltà [...]. il personalismo attesta una sono necessari e “pesanti” e possono far pen- convergenza delle volontà e si mette a loro ser- dere l’azione apostolica verso il mondo (vale vizio”. (e. Mounier, t1, p.483). a dire, nella logica della città terrena). in tal È ovvio che tutto il cattolicesimo francese caso si diventa cattolici, “come si appartiene non si è riconosciuto in Mounier, ma la posi- ad una classe o a un ambiente sociale”. Questo zione di “esprit”, che stiamo ripercorrendo a trasformazione riguarda il mondo cristiano grandi tratti, ha aperto la strada ad uno spo- che “costituisce un ordine naturalmente cri- stamento del mondo cristiano verso il mondo, stiano, la realizzazione storica della cristiani- al di fuori del ghetto. Questa prospettiva ha tà15, in questo periodo storico, con il mondo di gran lunga superato la cerchia dei lettori di materiale”. il mondo cristiano vive la tensione “esprit”. tra questi, vi era una percentuale si- tra la Città di Dio e la città terrena, e “questa gnificativa di testimoni che inconsapevolmente è necessaria: la Chiesa per la sua condizione attendevano il Concilio. umana non può essere senza mezzi temporali”. “esprit” non solo promuove l’azione con i Una tale convinzione, di stampo agostiniano, non credenti, ma possiamo dire che costitui- permette a Mounier di avere un profondo at- sce un centro d’incontro, sullo stile stesso del- taccamento spirituale alla Chiesa, e al tempo le pubblicazioni della rivista, una applicazione stesso drammaticamente capace di denunciare pratica del suo ideale. Gli incontri che promuo- tutto ciò che nell’uso dei mezzi temporali mi- ve non costruiscono il dialogo su un minimo naccia la città di Dio. comune che implicherebbe un cristianesimo in ultima analisi, paul thibaud coglie l’es- annacquato. Mounier ha spesso insistito sul senziale quando spiega che lo spazio di acco- fatto che la vera comunità suppone che ognu- glienza offerto da “esprit” ha permesso “che i no nel rapporto rimanga il più autenticamente cattolici si esprimessero da cattolici al di fuori se stesso. Certo che si rifiutava il proselitismo delle istituzioni della Chiesa cattolica” e la- della incredulità, e il pubblico schierato in pri- vorassero “per creare una opinione pubblica ma linea era la frangia del cattolicesimo che cattolica”.“La cosa principale era questa novità attendeva un rinnovamento della Chiesa, ciò (la libertà di parola, in quanto cattolici, vale- che sarà formulato in maniera splendida con va anche per quanti non erano scrittori16?), il l’aggiornamento di Giovanni XXiii. carattere pubblico di una parola cristiana che Mounier ha potuto avere una decisa presa liberamente esprimesse esigenze critiche e po- di posizione critica nei confronti del mondo litiche, la vittoria sull’intimismo pio, sul sof- cristiano per troppa vicinanza al mondo “bor- focamento clericale, la reinvenzione dentro il ghese”. il termine non si riferiva a una categoria cuore del cattolicesimo di una certa forma di sociologica, ma a un tipo umano che è agli anti- laicità”. si tratta di questa laicità, complementa- podi dell’uomo del vangelo. si poteva applicare re dell’altra, che ha suscitato il bisogno di liber- anche al papa pio Xii, all’amministrazione vati- tà, di una differenza feconda del laico rispetto cana, ai chierici. Ma in questa severa posizione al chierico. È tempo di tornare a Mounier per critica, egli includeva se stesso fra quelli che la sua lucida intuizione della necessità della meritavano di essere criticati: “da cristiano a Chiesa esposta ai rischi della politica vatica- cristiano, colui che accusa e dice “voi” in luogo na, di avere un’opinione pubblica informata: di dire “noi”, ha già rotto la comunione”14. “proprio perché la Chiesa non può ignorare le per capire la coerenza della sua posizione, cose del mondo... dobbiamo darle il sostegno è bene ricordare proprio ciò che egli intende ed il controllo dell’opinione pubblica cattolica per Chiesa, mondo cristiano, ecc., sulla base in quelle circostanze in cui per necessità vitali della distinzione agostiniana tra le due città: (la Chiesa) si compromette nei giudizi empirici Città terrestre, città di Dio, Mounier colloca degli uomini”17. la Chiesa anima e corpo come appartenente Conducendo la sua battaglia, sfuggendo ai alla Città di Dio (T1, 376). non si è cristia- privilegi che alcuni tentano di ottenere da pio ni che per “la parte più o meno grande di sé Xii, invecchiato e ammalato, “esprit” è stato che si sviluppa in questo ordine, vive la vita protagonista di una vittoria sul terreno di ciò della Chiesa”. Quando si parla del fallimento che i teologi elaboravano quanto al ruolo del della Chiesa, non si tratta della Chiesa in se laicato. stessa, che rimane senza macchia anche se il prospettiva N. 83-84/13 23 •persona•
FeDe e culturA iv – Due crisi rivelatrici che hanno motivato roma e chiaramente il car- dinal ottaviani. È significativo che quasi contem- in questa questione del cambiamento dei poraneamente sono oggetto di sanzioni i teologi rapporti tra Chiesa e mondo, colloco la storia che che saranno - alcuni anni più tardi - tra gli esperti presenta il senso dell’avventura di “esprit”. penso del Concilio (p. Chenu, p. Congar, p. De Lubac…) che riguardo a ciò che ha prodotto i cambiamenti e che allora erano «tra i principali ispiratori dell’ala della cultura cattolica,occorra almeno soffermarsi più attiva del cattolicesimo francese»20. su due crisi differenti nel modo in cui sono state Che ci sia stata la proposta di un compro- percepite,ma entrambe significative.si tratta della messo, che non sia stata soppressa la Missione crisi dei preti operai e di quella dei movimenti di di parigi, tutto ciò è a merito dei vescovi di azione cattolica, con in secondo piano l’incredi- Francia, ma riguardo alla storia, l’evento della bile persecuzione dei teologi che hanno preparato, fine dell’esperienza dei preti operai e ciò che senza saperlo, il vaticano ii. questo rivela è essenziale. È ciò che Jean Lacroix analizza profonda- La crisi dei Preti operai, un osservatore e la chie- mente: ponendo fine a tale esperienza si rifiuta sa preconciliare di assumere una questione fondamentale: quel- la del divorzio tra la Chiesa e vasti settori della non si dovrebbe vedere forse in questa popolazione, specialmente la classe operaia grande crisi che fu la sospensione dell’espe- «nata fuori della Chiesa e che non comprende rienza dei preti operai, un segno rivelatore dei né il suo comportamento né la sua mentalità, problemi che la Chiesa gerarchica a quei tem- né il suo linguaggio». per colmare questa di- pi si rifiutava di vedere? La molteplicità delle stanza non basta venire tra gli operai, ma oc- reazioni finirà in qualche modo col riversare corre divenire veri operai, realizzare un atto di la crisi contro coloro che l’avevano innesca- «naturalizzazione del prete tra un popolo nel ta. Questa forma di boomerang è molto bene quale egli era solo uno straniero». analizzata nei due principali testi apparsi su Jean Lacroix pone la questione: perché que- “esprit” in proposito: Jean Lacroix, L’église et la sta esperienza ha avuto una tale diffusione, co- mission (Dicembre 1953); albert Béguin (suc- me dimostra la reazione suscitata dal fatto di cessore di Mounier dal 1950), Le prêtres ouvriers essere messa sotto accusa e non unicamente in et l’espérance des pauvres (“esprit”, n. 3 mar- Francia? È perché ha posto una questione cen- zo 1954). L’importanza che questi testi danno trale: «È il problema dell’universalità concreta all’avvenimento è in continuità con la visione della Chiesa, della sua cattolicità nel mondo di Mounier riguardo all’esperienza di quel cen- moderno». L’esempio del padre Monchanin tinaio di preti che avevano abbracciato il lavoro in india che si è fatto indiano e ha sposato la operaio una decina d’anni prima, col sostegno cultura indiana è illuminante. egli ha fatto ciò dell’arcivescovo di parigi mons. suhard. Questi «per permettere alla trascendenza cristiana di si era nutrito del libro di Godin e Daniel, La penetrare nelle fibre più profonde». Lacroix svi- France pays de mission18 e le sue lettere pasto- luppa anche la crisi del linguaggio in questa rali diedero un orientamento chiaro: «il dolore, civiltà che fa sì che una presenza silenziosa, ma l’angoscia dei preti di oggi è di sentire che “il attiva, sia il solo linguaggio religioso possibile. paese reale” vive, si costruisce senza di loro e È ciò che hanno fatto i preti operai. che essi sono come degli stranieri”. “in troppi L’ottimo articolo di albert Béguin prolunga paesi così detti cristiani, la Francia in partico- quello di Lacroix e, com’è noto, c’è stata un lare, la Chiesa, malgrado la presenza di edifici mutamento da un autore all’altro: la questione di culto e di preti, non è più visibile quanto alla dei preti operai viene sostituita dal direttore di presenza di fedeli. non si dà più la possibilità “esprit” con il rapporto essenziale con i pove- di decidersi pro o contro il Cristo. Una mole ri, la povertà che il Cristo stesso domanda ai di pregiudizi ha completamente deformato il cristiani. volto della Chiesa ai loro occhi. il sacerdozio ricollocata in rapporto a questa esigenza è per loro ancora meno accessibile. Di conse- fondamentale del cristianesimo, tutto il di- guenza è bene che dei preti ridivengano testi- scorso dell’incompatibilità del sacerdozio con moni. Molto meno per convincere quanto per il lavoro operaio suona come uno scandalo pro- essere segno”19. fondo che Béguin mette in evidenza con grande Un fatto è significativo: la difficoltà che hanno forza spirituale. se è così, sostiene, invece di gli storici a spiegare chiaramente le vere ragioni ritirare i preti che hanno assunto la condizione 24 N. 83-84/13 prospettiva •persona•
FeDe e culturA operaia, non si dovrebbe mettere al primo po- 1957). È Jean Marie Domenach, nuovo diret- sto l’urgenza di riumanizzare le condizioni del tore di “esprit” che nel numero dell’estate fa proletariato? un’analisi precisa delle “dimensioni della cri- albert Béguin sottolinea due problemi im- si”. a suo avviso si tratta fondamentalmente di mensi posti dalla fine di quell’esperienza: uno choc di ritorno della crisi dei preti operai - da una parte una ritirata rispetto al ricono- e infine della stessa difficoltà della Chiesa ad scimento che fatto che è urgente che la Chiesa e ammettere nuove forme di apostolato legate a i suoi membri si preoccupino dei loro rapporti «una riflessione sulla nuova realtà del mondo e con il mondo umano, di cui sono parte sulla necessità di affrontarla con spirito aposto- - d’altra parte in questo mondo così com’è lico». nella decisione presa nel 1956 dai Vescovi come dev’essere il sacerdozio? di considerare che l’insieme delle attività del pagine molto forti sul tradimento della movimento impegna la Chiesa, egli vede un Chiesa in rapporto alla speranza dei poveri riaffacciarsi dell’autorità scalfita dalla crisi dei concludono questo testo, che sollecita Bernanos preti operai: «i preti operai erano l’elemento a scrivere: «i poveri hanno il segreto della spe- di punta di un movimento più vasto: non era ranza». per a. Béguin risvegliare questa speran- soltanto qualche audace, ma la chiesa di Francia za impone di riconoscere una realtà storica: i tutta intera che doveva mettersi ‘in stato di mis- poveri, attraverso i secoli, hanno preso la forma sione’. Ciò supponeva al suo seno una modifica della classe operaia. raggiungere i poveri og- progressiva delle strutture e delle mentalità». gi impone di passare attraverso le mediazioni nello stesso dossier, si può leggere la spiega- della storia. Questo articolo ha avuto un im- zione dei dirigenti della JeC dell’esigenza po- menso impatto21. in particolare ha riacceso sta dai vescovi per cui occorre separare i due le ceneri della querelle tra vaticano ed esprit. aspetti dell’attività del movimento: «l’azione F. Mauriac temendo la condanna di “esprit” cattolica e l’azione sociale o civile di ispirazione scrive a Béguin: «noi abbiamo bisogno di voi» cristiana sono aspetti distinti». Conclusione: in un testo in cui egli si lamenta che esprit su- «devono esercitarsi in movimenti distinti»22. bisca la stessa condanna della “Quinzaine”. e risposta dei dirigenti della JeC: tra tanti altri citiamo louis Massignon: «non «Questa definizione dell’azione cattolica si- bisognerebbe che “esprit”, nostro ultimo ap- gnifica essenzialmente una distinzione molto piglio in Francia si esponesse allegramente ad forte tra l’azione cattolica da una parte e l’a- una sanzione romana, come le furie de l’action zione sociale e civile dall’altra parte. ora, l’ab- Française. biamo visto, è approfondendo il suo compito apostolico, che la JeC, movimento di azione Crisi dell’azione cattolica studentesca e senso del cattolica dei giovani, era stata indotta ad in- laicato dividuare la necessità di una educazione dei giovani studenti, tra gli altri ambiti, sul piano al momento della crisi dei alcuni movimen- sociale e civile, acquisendo così un carattere di ti dell’azione cattolica giovanile (1957), l’idea movimento di giovani»23. stessa di azione cattolica aveva avuto dall’inizio nel suo articolo, il direttore di “esprit” mo- del secolo una certa evoluzione. Questa precipi- stra che la separazione richiesta è impossibile e tò nel dopoguerra, nel periodo in cui, precisano stacca l’azione cattolica da ogni responsabilità gli storici, sotto l’influsso di J. Maritain e e. nei confronti del mondo, cancella l’educazione Mounier si sviluppava una reazione contro la civica: «L’evangelizzazione pura, la propagazio- politica del ghetto. si trattava di concepire l’a- ne della parola è un’opera che la disciplina cat- postolato del cristiano in un mondo sempre più tolica sottomette strettamente al controllo della secolarizzato: «in questa prospettiva, per dare gerarchia. invece l’educazione civica, l’azione a più ampio spazio alla testimonianza, per inci- livello di una civiltà in cui le strutture collettive dere sulla massa, sembrò necessario condurre devono essere cristianizzate, questo suppone un’azione concertata sulle strutture temporali, una certa autonomia dei laici e un minimo di prolungando un0azione cattolica, ossia anche impegno nelle battaglie temporali»24. politica». Le crisi degli anni Cinquanta girano in conclusione, Domenach vede in que- attorno a queste questioni: gli impegni sociali sta crisi un esempio della regressione clerica- accompagnano l’azione propriamente cattolica. le alla vigilia dell’arrivo di Giovanni XXiiii: il fatto più significativo è nel 1957: le di- «Qualunque fondamento si dia all’azione del missioni di circa cento responsabili (maggio laicato, esso resta subordinato, di supporto». prospettiva N. 83-84/13 25 •persona•
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