La Champions League è dei Reds: Liverpool-Tottenham 2-0

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La Champions League è dei Reds: Liverpool-Tottenham 2-0
La Champions League è dei Reds:
Liverpool-Tottenham 2-0
MADRID – Jurgen Klopp è appena diventato per la sua prima volta
l’allenatore campione d’Europa. Subito dopo il fischio finale, queste
le sue parole a Sky Sports. “Una lotta incredibile, una notte
fantastica. Non è stata forse la partita più bella del mondo, ma
dovevamo soltanto vincere e i ragazzi ci sono riusciti, ed è il giusto
coronamento di una stagione fantastica, molto intensa. Pazzesco quello
che hanno fatto i ragazzi. Dedico il successo alla mia famiglia, che
era seduta in tribuna: ho sofferto molto, questa vittoria è per loro e
anche per tutti coloro che fanno parte di questo club“.

Una stagione intera per rincorrere la Champions, 26 secondi per
metterla sotto ipoteca. O, vedendola dall’altra parte del campo, per
perderla. La Champions League 2019 e’ del Liverpool ma soprattutto di
Jurgen Klopp, che finalmente ha sfatato il tabù delle finali dopo
averne perse sei. La storia si fa con i titoli, e questo conta per le
migliaia di tifosi di Liverpool che hanno chiuso la serata con un
maestoso “you’ll never walk alone“.

La maledizione di Klopp finisce nella notte dello stadio Wanda
Metropolitano di Madrid. Al tecnico tedesco per sei volte era toccato
incamminarsi a testa bassa per ricevere la medaglia d’argento. Sia che
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si trattasse Champions, Europa League o una coppa nazionale, con il
Borussia Dortmund o con il Liverpool, da favorito o da underdog, il
finale era stato sempre lo stesso. Ma questa volta no. Klopp aveva
confessato alla BBC, cosa gli avrebbe ordinato papà Norbert prima
della sfida con il Tottenham, se fosse ancora vivo (è morto prima che
diventasse un allenatore di calcio ndr). “Vincila stavolta, Jurgen“.
Un dialogo immaginario, a cui mister Jurgen Klopp ha obbedito
ugualmente.

Il Liverpool è campione d’Europa, Jurgen Klopp è il tecnico campione
d’Europa. Il migliore di tutti, senza se e senza ma. I tifosi delle
sue squadre lo hanno sempre adorato. Per i suoi atteggiamenti
istrionici in campo, per le sue interviste che hanno finito per
conquistare persino quelli dei rivali. Difficile trovare qualcuno a
cui Klopp stia antipatico. “Forse perché non avevo ancora cominciato a
vincere sul serio”, obietterebbe lui accompagnando la frase sibillina
con la solita risata da mezzo matto.

Ecco, se avete un dubbio sulla questione, quel sorriso sotto
l’immancabile ciuffo biondo e gli occhi vispi, ve lo toglierebbe. No,
caro mister Klopp, non ce la faresti proprio a stare antipatico.
Nemmeno oggi che sei lì dove tutti ti invidiano. Sul tetto d’Europa,
così in alto che quasi puoi ascoltare le parole di papà Norbert.

Mattarella nomina 25 Cavalieri del
Lavoro: ecco chi sono
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il presidente Mattarella

ROMA – Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato
il decreto con il quale, su proposta del Ministro dello Sviluppo
Economico e del Lavoro e delle Politiche Sociali, Luigi Di Maio, ha
nominato ieri 25 nuovi Cavalieri del Lavoro. Considerando le nuove
nomine, i Cavalieri del Lavoro sono attualmente 622.

Istituita nel 1901 l’onorificenza di Cavaliere del Lavoro,       viene
conferita ogni anno in concomitanza della Festa della Repubblica a
imprenditori italiani, che si sono distinti nei cinque settori
dell’agricoltura, dell’industria, del commercio, dell’artigianato e
dell’attività creditizia e assicurativa. I requisiti necessari per
essere insigniti dell’onorificenza sono l’aver operato nel proprio
settore in via continuativa e per almeno vent’anni con autonoma
responsabilità, e l’aver contribuito in modo rilevante attraverso,
l’attività d’impresa, alla crescita economica, allo sviluppo sociale e
all’innovazione.

Ecco l’elenco completo degli insigniti.

Guido Maria BARILLA – 1958 – Parma – Industria / Alimentare.
È dal 2003 presidente del gruppo Barilla, leader mondiale nel mercato
della pasta, dei sughi pronti e dei prodotti da forno. Entra
nell’azienda di famiglia nel 1982 e dalla fine degli anni ’90 sviluppa
insieme ai fratelli l’internazionalizzazione del gruppo aprendo
stabilimenti negli Stati Uniti e acquisendo marchi stranieri nei
settori della pasta e dei prodotti da forno. Con 28 poli produttivi
tra Italia, Grecia, Turchia, Stati Uniti e Messico e un export del
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54%, occupa 8.420 dipendenti, di cui 4.044 in Italia. Un miliardo di
euro gli investimenti nei prossimi 5 anni, di cui il 50% in Italia,
per sostenibilità ambientale e innovazione tecnologica. È presidente
della Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition, attraverso la
quale ha promosso “Doppia piramide”, un modello per guidare le scelte
alimentari in funzione della sostenibilità dei cibi.

Alessandro BASTAGLI – 1950 – Firenze – Industria / Filati per
maglieria

È presidente e amministratore delegato di Lineapiù Italia Spa,
primaria azienda nel settore dei filati di alta gamma da lui rilevata
nel 2010 e della quale ha guidato il rilancio tutelando i livelli
occupazionali. L’azienda, che detiene un sistema produttivo integrato
per la realizzazione di filati 100% made in Italy, investe ogni anno
circa 1,2 milioni di euro in ricerca e sviluppo ed è presente sul
mercato con le linee Lineapiù, Filclass e Knit. Esporta il 53% della
produzione e occupa 141 dipendenti. Nel 2012 ha inaugurato l’archivio
storico Lineapiù nel quale sono raccolti oltre 50.000 elementi, tra
filati, teli in maglia, foto d’archivio, pubblicazioni, abiti,
accessori, arazzi e allestimenti in maglia.

Valerio BATTISTA – 1957 – Milano – Industria / Cavi e sistemi per
l’energia

È amministratore delegato di Prysmian Spa, leader mondiale nella
produzione di cavi per il settore dell’energia e delle
telecomunicazioni e di fibre ottiche. Dopo un’esperienza nel gruppo
Pirelli & C. Spa, di cui è stato amministratore delegato della
divisione Cavi e Sistemi guidandone riorganizzazione e risanamento,
nel 2005 assume la guida di Prysmian. La società nasce
dall’acquisizione da parte di Goldman Sachs della divisione Cavi e
Sistemi Pirelli e viene quotata in borsa nel 2007. Tra il 2011 e il
2018 rileva l’olandese Draka e l’americana General Cable dando vita al
più grande gruppo della fibra ottica a livello globale: 1,2 milioni di
tonnellate di cavi per l’energia forniti ogni anno, 112 stabilimenti
in oltre 50 paesi, 25 centri di ricerca e sviluppo e 30.000
dipendenti. Prysmian è una public company, il 50% dei dipendenti ne è
azionista.

Matilde BERNABEI – 1954 – Roma – Servizi / Produzioni audiovisive

È presidente di Lux Vide Spa, società di produzione televisiva e
cinematografica specializzata in fiction e film per la TV. Dopo aver
ricoperto ruoli di crescente responsabilità nel gruppo Montedison, nel
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1992 entra nell’azienda di famiglia fondata dal padre di cui guida lo
sviluppo prima con la realizzazione di co-produzioni internazionali e,
successivamente, con la produzione di serie per la televisione
italiana. Tra i titoli di maggior successo “Giovanni Paolo II”,
“Guerra e Pace”, “Coco Chanel”, “Don Matteo”. Oggi l’azienda sviluppa
al suo interno l’intero ciclo di lavorazione. Realizza oltre 900 ore
di film per la televisione, occupa 21 dipendenti e conta circa 8.500
collaboratori.

Ugo Maria BRACHETTI PERETTI – 1965 – Roma – Energia / Petrolifero

È presidente del Gruppo api, attivo nel settore dei carburanti e dei
servizi alla mobilità e primo operatore privato italiano per numero di
stazioni di servizio. Entrato nell’azienda di famiglia negli anni ’90,
ha guidato le acquisizioni della rete e del marchio IP nel 2005 e di
TotalErg nel 2017. Con la sigla di un accordo con Snam nel 2018, ha
avviato la realizzazione, nei punti vendita di carburante a marchio
IP, di 200 nuovi impianti di rifornimento di gas naturale e biometano.
Il gruppo ha una capacità di raffinazione di 5,5 milioni di tonnellate
di petrolio l’anno, una capacità di stoccaggio di oltre 2,5 milioni di
metri cubi, dispone di una rete di distribuzione di oltre 5.000 punti
vendita nel Paese, vende 10 milioni di tonnellate di prodotti e occupa
1.500 dipendenti.

Roberto BRICCOLA – 1955 – Como – Industria / Borse, pelletteria,
selleria

È presidente di Bric’s Spa, attiva nella produzione di borse da
viaggio e pelletteria di alta gamma. A 23 anni entra nell’azienda
fondata dal padre specializzandosi nell’ottimizzazione dei cicli
produttivi. Alla fine degli anni ’80 viene nominato direttore generale
e guida il passaggio generazionale. Su suo impulso vengono aperte
unità distributive, direttamente controllate, in Germania, Francia,
Svizzera, Regno Unito, Stati Uniti e Cina. L’azienda è presente nel
mondo con 100 punti vendita a marchio Bric’s e oltre 200 corner nei
più importanti centri commerciali. L’export vale il 70% del giro
d’affari. Nello stabilimento di Olgiate Comasco (Cn) vengono
realizzati ogni anno 1 milione di articoli, distribuiti in 35 paesi.
Occupa 134 dipendenti.

Giovanni Francesco CAPUA – 1957 – Reggio Calabria – Industria / Olii
essenziali

È presidente di Capua 1880 Srl, azienda attiva da cinque generazione
nella produzione di olii essenziali agrumari e, in particolare,
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dell’essenza di bergamotto. Fornisce l’80% della domanda di essenze
agrumarie alle multinazionali estere della cosmetica, profumeria e
detergenza. Sotto la sua guida l’azienda ha brevettato la tecnologia
NatProfile® per l’estrazione a freddo di tutte le parti volatili del
succo dei frutti ottenendo estratti con una concentrazione di elementi
aromatici 150 volte superiore a quella dei succhi freschi. L’azienda
opera con due stabilimenti produttivi in Calabria e 32 ettari di
proprietà interamente dedicati ad una coltivazione sostenibile di
agrumi. Occupa 82 dipendenti.

Rosanna DE LUCIA – 1949 – Benevento – Industria / Componentistica
automotive

È amministratore delegato di Sapa Group, azienda fondata dal marito
come piccola realtà artigianale e oggi leader nel settore della
componentistica e dello stampaggio ad iniezione per il settore
automotive. Il gruppo, sotto la sua guida, ha consolidato la propria
presenza in Italia, arrivando a 8 stabilimenti, e sviluppato la
presenza internazionale con l’apertura di un sito produttivo in
Polonia e di due sedi commerciali in Germania. Attraverso
l’acquisizione di Selmat Spa ha esteso la produzione alla
componentistica per interni ed esterni di veicoli commerciali e
industriali e per macchine agricole. L’azienda è tra i fornitori del
gruppo Fca e del gruppo Volkswagen. Occupa 1.400 dipendenti, di cui
1.255 in Italia.

Elisabetta FABRI – 1962 – Firenze – Servizi / Strutture turistiche

È presidente e amministratore delegato della compagnia alberghiera
Starhotels Spa. Terminati gli studi, entra nell’azienda di famiglia
fondata dal padre facendo esperienza nella gestione operativa.
Nominata amministratore delegato e vice presidente Starhotels Spa nel
2000, ne sviluppa l’internazionalizzazione con le acquisizioni di
hotels a Parigi e Londra e riqualifica l’offerta in Italia attraverso
nuove proprietà alberghiere come l’Hotel d’Inghilterra a Roma,
l’Helvetia & Bristol a Firenze, il Grand Hotel Continental a Siena,
l’Hotel Villa Michelangelo a Vicenza. Il gruppo conta 4.095 camere in
29 alberghi. Ogni anno ospita oltre 1 milione e mezzo di persone.
Occupa 1.000 dipendenti, di cui 790 in Italia.

Riccardo FELICETTI – 1965 – Trento – Industria / Agroalimentare,
biologica

È dal 1995 amministratore delegato del Pastificio Felicetti Spa,
attiva nella produzione della pasta di alta qualità e della pasta
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biologica con i marchi Felicetti, Alce Nero e Monograno. Ha orientato
la produzione dell’azienda di famiglia all’uso di farine selezionate e
sviluppato lo studio di particolari formati per la ristorazione
realizzati con semole monorigine tra i quali farro e kamut. Il
pastificio, dotato di un proprio laboratorio di auto-controllo e
quattro certificazioni mondiali, opera attraverso uno stabilimento in
provincia di Trento che produce il 90% del proprio fabbisogno
energetico grazie ad un impianto fotovoltaico e a un cogeneratore a
metano. Con una capacità produttiva di 20.000 tonnellate di pasta
l’anno, esporta il 70% della produzione, con prevalenza in Europa,
Nord America e Giappone. Occupa 63 dipendenti.

Carlo GIULIETTI – 1945 – Perugia – Industria / Arredi per locali
pubblici

È presidente della Industrie Scaffalature Arredamenti Isa Spa, leader
nell’arredamento dei pubblici esercizi e nella refrigerazione
professionale. Nel 1963 entra in azienda, allora una piccola impresa
di scaffalature, con il ruolo di addetto alle vendite per il Centro
Italia. Negli anni ricopre ruoli di crescente responsabilità fino a
diventarne presidente nel 1985. Sotto la sua guida l’azienda dà
impulso al settore delle attrezzature refrigerate attraverso
l’introduzione di nuovi prodotti con l’impianto frigo a refrigerante
naturale CO2, l’acquisizione di due marchi storici della
refrigerazione commerciale e collaborazioni con designer di fama
internazionale. Oggi il gruppo è presente in 107 paesi con un export
del 40%. Opera in 2 stabilimenti e occupa oltre 760 dipendenti.

Salvatore GRIMALDI – 1945 – Svezia – Industria / Componentistica
automotive

È fondatore e amministratore delegato di Grimaldi Industri AB, gruppo
industriale attivo principalmente nel settore meccanico. Nato a
Taranto, emigrato in Svezia con la famiglia all’età di 7 anni, dopo
gli studi tecnici entra in Volvo e alla fine degli anni ’60 si mette
in proprio aprendo un’officina per la rettifica dei pistoni delle
autovetture. Seguirà, negli anni ’80, una strategia di crescita che lo
porterà a rilevare aziende in crisi per poi risanarle. Nel 1997 entra
anche nel settore delle biciclette: acquisisce marchi come Peugeot e
la storica “Bianchi” dalla Piaggio che rilancia nei successi sportivi
ingaggiando Marco Pantani. Oggi produce 1,5 milioni di biciclette
l’anno in 12 stabilimenti nel mondo, tra i quali lo stabilimento
Bianchi di Treviglio (Bg). Occupa 1.700 dipendenti, di cui 111 in
Italia. È stato presidente degli industriali svedesi.
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Maria Luigia LACATENA – 1964 – Bari – Industria / Accessori per
serramenti

È amministratore unico di Master Italy Srl, leader nella progettazione
e realizzazione di componentistica ad alta tecnologia per serramenti
in alluminio. Dopo il diploma di perito commerciale entra nell’azienda
fondata dal padre come ditta per la produzione e commercializzazione
di accessori per serramenti e ne diventa amministratore unico a 22
anni. Nel 2008 costituisce la MasterLab Srl, centro di ricerca e
progettazione interno alla Master Italy con 71 brevetti all’attivo e
un laboratorio prove che si avvale della partnership dell’Istituto per
le Tecnologie della Costruzione del Cnr. Dal 2000 sviluppa
l’internazionalizzazione dell’azienda che è oggi presente in 58 paesi
con un export del 70%. Occupa 255 dipendenti.

Giuseppe LAVAZZA – 1965 – Torino – Industria / Caffè

Dal 2008 è vice presidente della Luigi Lavazza Spa, leader nella
produzione del caffè e tra i principali torrefattori mondiali. Entra
nell’azienda di famiglia nel 1991 rivestendo ruoli di crescente
responsabilità partendo dall’area del marketing e comunicazione. Il
gruppo, circa 30 società, è presente in oltre 90 paesi con 9
consociate e 80 distributori con un export del 63%. Nel 2016 con
l’acquisizione della francese Carte Noire e della canadese Kicking
Horse Coffee il gruppo è entrato nel settore delle capsule compatibili
e in quello del caffè biologico. Opera con 3 stabilimenti in Italia,
uno in Francia, uno in India e uno in Brasile. Occupa circa 3.000
dipendenti, di cui 1.600 in Italia. Nel 2018 ha inaugurato il nuovo
headquarter a Torino, ribattezzato “Nuvola Lavazza”, che adotta
avanzate soluzioni di sostenibilità ambientale.

Giampiero MAIOLI – 1956 – Parma – Credito / Banche

È dal 2010 amministratore delegato di Crédit Agricole Italia Spa, il
sesto gruppo bancario italiano per masse amministrate, presente in 11
regioni con oltre 550 sportelli, più di 10.000 dipendenti e 2 milioni
di clienti. Nel 1992 entra in Cariparma e nel 2003 ne viene nominato
vice direttore generale, seguendo in prima persona l’ingresso
dell’istituto in Banca Intesa e, successivamente, il passaggio a
Crédit Agricole che nel 2007 porterà alla nascita di Crédit Agricole
Cariparma. Nel 2017 guida l’acquisizione del 95% del capitale di tre
istituti in crisi, la Cassa di Risparmio di Rimini, la Cassa di
Risparmio di Cesena e la Cassa di Risparmio di San Miniato.

Gian Riccardo Roberto MARINI – 1947 – Milano – Commercio / Orologeria
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di lusso

È presidente di Rolex Italia Spa, società per la commercializzazione
del marchio di orologeria sul mercato italiano. Nel 1972 entra
nell’azienda fondata dal padre e ricopre ruoli di crescente
responsabilità. La società, con una sede a Milano, occupa 89
dipendenti. Nel 2011 viene nominato amministratore delegato di Rolex
SA, primo italiano a capo della maison svizzera. Nel corso del suo
incarico, ricoperto fino al 2015, sviluppa la presenza del marchio nei
grandi eventi sportivi internazionali caratterizzati da innovazione,
precisione e eccellenza: sponsorizza il campionato automobilistico
della Formula 1 e rinnova il sostegno, dopo la prima partnership del
1960, al progetto Deepsea Challenge di National Geographic per
l’immersione nel punto più profondo della Fossa delle Marianne.

Michelangelo MORLICCHIO – 1964 – Salerno – Industria / Imballaggi
leggeri

È presidente e fondatore di Tecnocap Spa, multinazionale attiva nel
settore degli imballaggi in metallo specializzato nella produzione
industriale di chiusure metalliche per contenitori in vetro e
plastica, bombole aerosol, tubetti in alluminio utilizzati per il
confezionamento di prodotti alimentari, bevande, alcolici e per i
settori cosmetico e farmaceutico. Attraverso una politica di
acquisizioni ha avviato negli anni un percorso di espansione verso
nuovi segmenti di mercato. Oggi il gruppo, con un volume complessivo
di oltre 4 miliardi di capsule, opera con 8 stabilimenti produttivi in
Italia, Spagna, Repubblica Ceca, Ucraina e Stati Uniti e tre centri di
ricerca e sviluppo. Registra il 30% del fatturato all’estero. Occupa
785 dipendenti.

Costanza MUSSO – 1964 – Genova – Servizi / Trasporti e logistica

È amministratore delegato di M. A. Grendi dal 1828 Spa, attiva nel
trasporto marittimo, deposito merci, autotrasporto per conto terzi e
gestione di centri di movimentazione. Nell’azienda di famiglia dal
1996, guida l’espansione del gruppo nel settore della logistica e
realizza uno spazio di 10.000 mq nel Porto Canale di Cagliari secondo
il modello nave–terminal–magazzino che ha portato l’azienda a
diventare recentemente operatore logistico esclusivo del gruppo
Barilla in Sardegna. Nel 2015 introduce in azienda la tecnologia delle
“cassette” per le operazioni di imbarco e sbarco delle navi,
ottimizzando la stabilità del carico e la velocità delle operazioni.
Occupa 40 dipendenti e utilizza aree adibite a deposito a Milano,
Genova, Bologna, Cagliari e Sassari per 21.000 mq.
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Nicola PIOVAN – 1963 – Venezia – Industria / Apparecchiature in
plastica

È presidente di Piovan Spa, leader nello sviluppo e produzione di
sistemi ausiliari di automazione per lo stoccaggio, trasporto e
trattamento di polimeri, polveri plastiche e alimentari. Sotto la sua
guida l’azienda di famiglia si trasforma in una realtà multinazionale
con nuovi stabilimenti in Brasile e Cina e filiali in America Latina,
Europa, Africa e Asia. Dal 2008 con una politica di acquisizioni porta
l’azienda negli Stati Uniti e in Germania. Il gruppo è presente nel
mondo con 7 sedi produttive, di cui 3 in Italia, una in Germania, una
in Brasile, una in Cina e una negli Stati Uniti e 26 società di
servizi e vendita. L’export vale l’80% del giro d’affari. Occupa 1.000
dipendenti, 170 dei quali impegnati in ricerca e sviluppo.

Francesco PUGLIESE – 1959 – Bologna – Commercio / Alimentare

È dal 2014 amministratore delegato di Conad, la più grande
organizzazione cooperativa italiana di imprenditori indipendenti del
commercio al dettaglio. È stato direttore generale Europa di Barilla,
dove ha trascorso 19 anni e sviluppato innovative strategie di
marketing e di prodotto. Nel 2004 fa il suo ingresso in Conad come
direttore generale e, in soli 2 anni, i dipendenti delle aziende
consorziate aumentano di 4.500 unità. Negli anni promuove lo sviluppo
commerciale del consorzio fino a raggiungere una quota di mercato del
13%. Conad oggi riunisce 7 grandi cooperative territoriali, 2.664 soci
e occupa 52.762 dipendenti. Nel maggio 2019 ha perfezionato
l’acquisizione di Auchan e Simply portando Conad a diventare numero
uno nella grande distribuzione italiana.

Luciano RABBONI – 1938 – Reggio Emilia – Industria / Coadiuvanti per
gelateria

È presidente e amministratore delegato di PreGel Spa, azienda da lui
fondata nel 1967 come ditta artigianale e oggi leader nel settore
degli ingredienti e semilavorati per gelateria, pasticceria,
yogurteria e coffee shop. Ha introdotto sul mercato nuovi prodotti
come Frozen Yoggi®, il primo gelato al sapore di yogurt e Pregellina®,
una pasta per la conservazione della frutta fresca. L’azienda, con uno
stabilimento produttivo in Italia e uno negli Stati Uniti, è presente
in oltre 130 paesi con 20 filiali e un export del 70%. Occupa 500
dipendenti, di cui 30 impegnati in ricerca e sviluppo.

Aurelio REGINA – 1963 – Roma – Industria / Manifatturiera È presidente
della Sisal Group, prima società italiana attiva nelle transazioni
finanziarie e nei servizi di pagamento elettronico con 2.000
dipendenti diretti e 48.000 punti vendita affiliati sul territorio. È
impegnato anche nell’industria informatica e nell’industria del
tabacco con Manifatture Sigaro Toscano Spa che, con una filiera
interamente italiana di 250 tabacchicoltori e 1.800 addetti, produce
212 milioni di sigari in 3 stabilimenti in Italia, esporta in 65 paesi
e occupa 400 dipendenti. È presidente della Fondazione Musica per
Roma.

Luigi RIOLO – 1945 – Milano – Industria / Apparecchi di depurazione,
filtri

È presidente di Filtrex Srl. Orfano di guerra, diplomato perito
elettronico, nel 1976 fonda l’azienda attiva nel settore dei filtri
industriali per grandi impianti, impianti petroliferi e motori navali.
Attraverso un’incisiva attività di ricerca e sviluppo la società è
oggi leader mondiale nel settore della filtrazione autopulente
micronica, una tecnologia che riveste grande importanza per la
salvaguardia dell’ambiente marino. La progettazione è sviluppata
interamente dall’azienda e la produzione avviene nei 4 stabilimenti
italiani. Esporta il 70% dei suoi prodotti, è presente in Usa, India e
Corea. Occupa 106 dipendenti.

Pier Luigi STREPARAVA – 1942 – Brescia – Industria / Componentistica
automotive

È presidente di Streparava Holding Spa, leader nella progettazione e
produzione di sospensioni, componenti powertrain e telai per il
settore automotive. Nel 1969 è nominato vice presidente e
amministratore delegato. Sviluppa la presenza dell’azienda di famiglia
sui mercati esteri con l’apertura di stabilimenti produttivi in
Spagna, Brasile e in India e perfeziona le acquisizioni di Borroni
Powertrain, attiva nella produzione di alberi motore e alberi a camme
e Mape Powertrain, produttrice di componenti e organi di trasmissione.
Il gruppo interviene nell’intera filiera: dalla progettazione alla
produzione di serie. Attraverso 6 stabilimenti produttivi, di cui 3 in
Italia, esporta il 70% della produzione e occupa complessivamente 800
dipendenti, di cui 405 in Italia.

Martino VERGA – 1947 – Como – Industria / Integratori alimentari

È presidente del gruppo Sacco System, polo biotech per le industrie
alimentari, nutraceutiche e farmaceutiche che sviluppa e produce
fermenti lattici e microrganismi alimentari, probiotici, caglio e
altri enzimi e commercializza prodotti di laboratorio per il controllo
degli alimenti. Entra nel 1971 nell’azienda fondata dal bisnonno nel
1872 con la denominazione “Clerici”. È il 1984 quando viene acquisita
la “Sacco Srl”, azienda di Milano specializzata nella produzione di
fermenti lattici di cui Martino Verga diviene consigliere delegato:
nasce allora la “Clerici-Sacco” poi “Sacco System”. Il gruppo esporta
il 45% del fatturato in più di 100 paesi, occupa oltre 230 dipendenti,
ha un centro ricerca e sviluppo con 60 ricercatori e collabora con le
principali università italiane e estere e con centri di ricerca
internazionali.

Morgante: "Finalmente mi sono stati
restituiti rispetto e dignità"

                                            TARANTO – Con una nota il
consigliere regionale Luigi Morgante esprime la sua soddisfazione,
nell’aver visto prevalere in sede di giudizio le proprie ragioni: “Pur
trascinato in una vicenda inquietante e di una gravità inaudita, e
aver visto per anni il mio nome associato addirittura a un
procedimento per mafia, con l’accusa di favoreggiamento per non aver
denunciato il furto di un’automobile poi ritrovata dagli stessi
Carabinieri (e piena assoluzione sia in sede penale che civile), ho
sempre avuto e manifestato un profondo rispetto per gli inquirenti e
la magistratura, con la certezza che, nonostante il fango e le
strumentalizzazioni legate al mio ruolo politico e amministrativo e
alla mia visibilità, la verità sarebbe alla fine emersa”

“E anche il mio impegno in politica non è mai venuto meno nonostante
un incubo terribile, per rispetto nei confronti della mia comunità, di
tutti quelli che hanno riposto la loro fiducia in me, e che non hanno
mai dubitato della mia correttezza e della mia persona” aggiunge il
consigliere regionale Adesso anche l’ultima, pesantissima richiesta
presentata dal Ministero dell’Interno nei miei confronti –
l’incandidabilità – è stata rigettata dai giudici del Tribunale di
Taranto, e la mia vita può finalmente riprendere senza alcuna macchia
e ombra. Un doveroso e sentito ringraziamento va agli avvocati
Salvatore Maggio e Lorenzo Bullo che mi hanno assistito sul piano
penale, e all’avvocato Luigi e Antonio Quinto che ha seguito invece
quello civile ed infine uno speciale alla mia famiglia, alle persone
che mi sono state accanto sempre e comunque in un momento così
delicato e particolare.”

“Ringrazio l’avvocato Salvatore Maggio, il mio legale che ha fornito
l’ennesima prova di grande professionalità e umanità, il pubblico
ministero Milto De Nozza che ha chiesto l’assoluzione delle accuse a
mio carico e il giudice Giovanni Gallo del Tribunale di Lecce, che ha
disposto l’assoluzione con formula piena. – conclude Morgante – Mi
auguro adesso che la conclusione di questa vicenda, per quanto mi
riguarda, susciti negli organi di informazione la stessa attenzione
che ha avuto nella sua parte iniziale, per correttezza e rispetto”.

"Toghe sporche" . Altri due togati
del Csm coinvolti nelle trattative
segrete per controllare le procure
ROMA – All’interno dei faldoni dell’inchiesta della Procura di Perugia
sul “mercato” delle nomine al Csm compaiono due altri nomi. Si tratta
di due magistrati, consiglieri togati, della corrente Magistratura
Indipendente: Corrado Cartoni, attualmente giudice presso il Tribunale
di Roma, ed Antonio Lepre, pubblico ministero della Procura di Paola
in Calabria. Cartoni è membro della terza commissione del Consiglio,
mentre Lepre è membro della quinta commissione , cioè quella che
valuta le candidature per gli incarichi direttivi e semidirettivi.
Secondo l’informativa del
Gico della Guardia di Finanza contenente il risultato investigativo
pedinamenti e le intercettazioni telefoniche , vengono documentati
delle riunioni “carbonare” a cui hanno partecipato il pm Luca
Palamara, ex presidente della Anm ed ex consigliere del Csm,
attualmente indagato per corruzione e “regista” delle grandi
operazioni che volevano determinare la geografia negli uffici
giudiziari chiave del Paese, e sopratutto i suoi interlocutori nel
“Palazzo” : a partire      dal parlamentare del Pd, Cosimo Ferri,
magistrato ex sottosegretario alla giustizia e “dominus” della
corrente di Magistratura Indipendente della quale è stato segretario),
e l’ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con Matteo Renzi,
successivamente ministro Luca Lotti. Incontri avvenuti nel mese di
maggio appena terminato, in almeno tre occasioni.

Secondo quanto riferiscono fonti investigative qualificate, le
intercettazioni dei finanzieri del Gico “fotografano” infatti i
magistrati Cartoni, Lepre e Palamara, con i parlamentari Ferri e Lotti
beccati a discutere del “dopo Pignatone“, cioè della nomina del suo
successore alla guida della procura di Roma, che sembra essere
diventata un’ossessione per Lotti, conseguenziale probabilmente al suo
coinvolgimento nell’ “inchiesta Consip“, condotta dal pool dei reati
contro la pubblica amministrazione guidata da Paolo Ielo che pochi
mesi insieme al pm Mario Palazzi avevano chiesto per lui il rinvio a
giudizio e negli incontri delle ultime settimane Lotti avrebbe
sostenuto la necessità di un cambio di rotta, patrocinando la
candidatura del procuratore aggiunto di Firenze Marcello Viola, invece
di quello di Palermo Francesco lo Voi, considerato troppo vicino alla
gestione Pignatone.

Un’inchiesta che Lotti ritiene una macchinazione in suo danno. Infatti
non a caso l’ex ministro Pd braccio destro da sempre di Matteo Renzi è
da tempo alla ricerca di di un editore che gli pubblichi un suo libro
sulla vicenda “Consip”. Il tenore ed i modi di questa cricca della
malagiustizia, le loro parole intercettate non devono essere molto
“istituzionali” al punto da costringere la Procura di Perugia, a
trasmettere a Palazzo dei Marescialli gli atti relativi a questo
passaggio dell’inchiesta perché il Consiglio valuti gli aspetti
disciplinari del comportamento di Cartoni e Lepre, con riserva di
eventuali future valutazioni penali .

Nei prossimi giorni, dopo l’autosospensione da consigliere comunicata
ieri al Csm dall’indagato Luigi Spina      magistrato di Magistratura
Indipendente, che viene indicato nelle indagini della Procura di
Perugia come il “sodale” che assieme a Palamara tramava per la rovina
di Paolo Ielo, procuratore aggiunto di Roma ritenuto “uomo di
Pignatone“, la corrente di Mi e il Consiglio Superiore della
Magistratura potrebbero perdere altri due consiglieri. Un’inchiesta
che si è rivelata un vero e proprio ciclone inarrestabile.
Un “ciclone” giudiziario che ha origine della squallida vicenda
professionale e non solo del pm Luca Palamara, sembra ormai non
potersi più fermare,    coinvolgendo persino anche gli uffici della
Direzione Nazionale Antimafia, dove è bene ricordare, l’ex procuratore
capo Roberti è stato appena eletto parlamentare europee nelle liste
del Pd. Sono arrivate arrivate alla D.N.A. le telefonate intercettate
dell’ex Presidente dell’Anm Palamara, che cercava di coinvolgere
Cesare Sirignano magistrato antimafia di via Giulia per decidere il
nome del futuro capo della Procura di Perugia (fino a ieri diretta da
Luigi De Ficchy, da oggi in pensione), una sede “fondamentale” per i
suoi destini personali ed in generale strategica nei rapporti di forza
interni alla magistratura in quanto procura competente sui reati
commessi dai magistrati di Roma. Il 7 maggio scorso Palamara incontra
il magistrato Sirignano e gli dice che “Fava vuole andare a Perugia“,
riferendosi all’esposto che il pm romano Stefano Rocco Fava ha deciso
di presentare accusando Pignatone e Ielo di presunte scorrettezze
nella gestione delle inchieste.
Paolo Ielo

La Guardia di Finanza delegata alle indagini ha comprovato una vera e
propria attività di dossieraggio svolta contro il procuratore aggiunto
di Roma, Paolo Ielo e ha indicato il commercialista Andrea De Giorgio
tra i più attivi nella raccolta delle informazioni , motivo per cui
mercoledì scorso è stata effettuata una perquisizione nei suoi
confronti. De Giorgio è un consulente della Procura di Roma, il quale
gli scorsi 25 marzo e l’11 aprile contattava Palamara “e lo informa di
aver acquisito informazioni sul fratello di Ielo che potrebbero
danneggiare quest’ultimo“. Palamara ne parla con Spina, il 16 maggio
ed insieme concordano delle nuove mosse contro Ielo. Spina manifesta
assoluta sicurezza sull’esito ed anticipa di quanto accadrà al Csm:
“C’avrai la rivincita perché si vedrà che chi ti sta fottendo e sarà
lui a doversi difendere a Perugia, perché noi Fava lo chiamiamo“.

Il captatore trojan inserito da remoto dagli investigatori del Gico
della Guardia di Finanza nello smartphone di Palamara ha consentito
agli inquirenti umbri di poter ascoltare e registrare il frenetico
impegno del magistrato romano e della sua corrente Unicost nel cercare
di raggiungere compromessi ed accordi con le altre componenti della
magistratura che, si scopre ora, hanno riguardato, nella passata
consiliatura (cioè quella nella quale il pm Palamara è stato
consigliere) e in quella presente il destino di quattro uffici
giudiziari del Mezzogiorno aventi un “peso” politico per il tipo di
procedimenti ed inchieste che gestiscono.
A partire dalla Procura di Gela
dove – come raccontato ieri da “Repubblica” – gli “amici” di Palamara,
gli avvocati Amara e Calafiore, hanno cercato di imporre ala guida il
pm Giancarlo Longo precedentemente in servizio presso la Procura di di
Siracusa, il quale successivamente è stato arrestato per corruzione,
ed ha lasciato la magistratura. O la Procura di Trani, dove Antonio Di
Maio venne incredibilmente preferito a Renato Nitti, un capace ed
eccellente magistrato della Direzione distrettuale Antimafia di Bari.
Nonostante il Consiglio di Stato, aveva bloccato nell’ottobre del
2018, la nomina di Di Maio invitando il Csm a riconsiderare quella di
Nitti, l’attuale composizione del plenum del      Consiglio Superiore
della Magistratura, nel febbraio 2019, ha riconfermato la precedente
nomina di Di Maio.

Pietro Argentino

Per finire alla Procura di Matera, dove nel luglio del 2017, il Csm
aveva indicato e nominato Pietro Argentino come Procuratore capo,
nonostante lo stesso magistrato fosse stato indicato dal Tribunale di
Potenza come testimone falso e reticente nel processo penale che aveva
mandato in carte il pm Matteo Di Giorgio che sta scontando una
condanna a 8 anni di carcere proprio a Matera.

Alfredo Robledo che da cinque anni non più in magistratura, dopo
essere stato procuratore aggiunto presso la Procura di Milano, Robledo
nel 2014 da aggiunto, aveva il coordinamento del pool di magistrati
della procura milanese che si occupava dei reati nella pubblica
amministrazione, ma gli venne contestato dei rapporti non ortodossi cn
l’avvocato Domenico Aiello, ritirate le deleghe ed in seguito
trasferito a Torino, a suo dire proprio per volontà di Palamara. “E’
lui che ha scritto il provvedimento cautelare con cui sono stato
trasferito a Torino, ed è lui, ancora lui a a comporre la sentenza con
cui quel trasloco diventa definitivo“. Sentenza contro la quale
Robledo si è rivolto alla Corte Europea (CEDU) a Strasburgo
presentando un ricorso, che è stato ritenuto ammissibile.

Palamara con una lettera inviata al presidente dell’Anm, Pasquale
Grasso ha spiegato i motivi della sua decisione di dimettersi dall’
ANM: “Sono certo di chiarire i fatti che mi vengono contestati –
scrive Palamara (a lato nella foto)     – il mio intendimento ora è
quello recuperare la dignità e l’onore e di concentrarmi
esclusivamente sulla difesa nel processo di fronte a tali infamanti
accuse. Per tali ragioni mi assumo la responsabilità di auto
sospendermi dal mio ruolo di associato con effetto immediato. Sono
però sicuro – conclude conclude il pm di Roma, che ha guidato l’Anm
dal 2007 al 2012 – che il tempo è galantuomo e riuscirà a ristabilire
il reale accadimento dei fatti“.

E proprio l’Anm questa mattina ha chiesto gli atti dell’inchiesta alla
Procura di Perugia. L’azione dei magistrati italiani, sottolinea
l’Anm, “deve ispirarsi quotidianamente a principi di correttezza,
trasparenza, impermeabilità ambientale, assoluta distanza e terzietà
dagli interessi economici e personali. Ogni comportamento che si
discosta da tali principi compromette e lede l’immagine dell’intera
magistratura. Immagine che l’Anm intende tutelare: chiederemo alla
Procura di Perugia gli atti ostensibili per poter avere una diretta
conoscenza dei fatti e consentire una preliminare istruzione dei
probiviri sulle condotte di tutti i colleghi, iscritti alla Anm, che
risultassero in essi coinvolti“. È un atto che “riteniamo necessario
per salvaguardare il lavoro, l’etica e l’impegno che ogni magistrato –
conclude la nota dell’Anm – testimonia ogni giorno col suo lavoro“.

Intanto è stato convocato per mercoledì 5 giugno        il Comitato
Direttivo Centrale dell’Anm per prendere alcuni provvedimenti dopo
un’analisi di quanto accaduto negli ultimi giorni. In una nota, i
consiglieri del Csm Corrado Cartoni e Antonio Lepre, di Magistratura
indipendente,che avrebbero partecipato a incontri con esponenti
politici per discutere della nomina del Procuratore di Roma, si
difendono: “Il nostro comportamento è sempre stato improntato alla
massima correttezza. Non siamo mai stati condizionati da nessuno.
Marcello Viola è il miglior candidato alla procura di Roma e solo ed
esclusivamente per questo lo sosteniamo”.

                                          La     corrente       della
magistratura Unicost, Unità per la Costituzione, alla quale appartiene
il pm Palamara, ha reso noto che se al termine dell’inchiesta di
Perugia dovesse aver luogo un processo, “si ritiene parte lesa, sicchè
sin da oggi ci riserviamo, in caso di successivo processo, la
costituzione di parte civile a tutela dell’immagine del gruppo,
gravemente lesa“. Lo dichiara il presidente Mariano Sciacca, ex
componente del CSM     “Più leggiamo gli articoli e ancor più ci
convinciamo del danno, forse ancora non compiutamente calcolabile, che
la vicenda all’attenzione della magistratura perugina porterà alla
magistratura italiana“, aggiunge Unicost nella nota firmata oltre che
dal presidente Sciacca dal segretario Enrico Infante. “Al di là delle
polemiche e delle strumentalizzazioni, Unità per la Costituzione, ma
ancor prima ciascuno dei suoi associati, non possono accettare la
perdita di credibilità davanti ai colleghi e ai cittadini”. E questa
non è “ vuota retorica, ma sostanza”, affermano ancora i vertici della
corrente di magistrati , assicurando che tutto il gruppo è pronto ad
“assumere la propria responsabilità politica senza sconto alcuno“. E
conclude: “Chiediamo ai colleghi Spina e Palamara, iscritti a Unità
di Costituzione – ai quali auguriamo di potere chiarire tutto
tempestivamente –      di assumersi le rispettive responsabilità
politiche, adottando le decisioni necessarie delle dimissioni
dall’istituzione consiliare e dalla corrente“.

Poco dopo il Comitato di Presidenza del Consiglio Superiore della
Magistratura ha reso noto le dimissioni di Spina, di Unicost, da
membro togato, ed annunciato un plenum straordinario convocato per
martedì 4 giugno, alle ore 16.30.

Da noi contattato un importante magistrato, già componente del Csm , a
Palazzo dei Marescialli,      ci ha dichiarato: “Stiamo attenti a
colpevolizzare un’intera categoria, che ha il diritto di essere difesa
dalle mele marce. Se questa inchiesta è venuta alla luce è proprio
grazie alla indipendenza e determinazione di alcuni magistrati“. Anche
se bisogna ricordare che a Perugia da oggi il procuratore capo è in
pensione, ed è proprio per quella poltrona, cioè di capo della procura
che indaga sulle vicende oggetto dell’inchiesta giudiziaria in corso,
che si è scatenata questa inchiesta sulle toghe sporche .

Arrestato e a processo Marco Carta:
accusato di aver rubato magliette
alla Rinascente.
MILANO – Marco Carta è
stato arrestato ieri sera con l’accusa di furto aggravato di 6
magliette dal valore complessivo di circa 1.200 euro alla Rinascente
di Piazza Duomo a Milano. Il cantante stava uscendo dal grande
magazzino intorno alle 20.35 quando è stato stato fermato in flagranza
di reato dall’addetto all’accoglienza, che ha richiesto l’intervento
sul posto dell’ Unità Reati Predatori della Polizia Locale del Comune
di Milano.

Il tifoso del Cagliari e giocatore della Nazionale cantanti si trovava
insieme ad una donna di 53 anni: i due avevano rimosso
l’antitaccheggio dalla merce sottratta, trascurando invece la
targhetta flessibile, che ha così suonato all’uscita. I due sono stati
posti agli arresti domiciliari e verranno processati oggi stesso per
direttissima.

La sua carriera

Marco Carta    prometteva a se stesso “da grande farò il cantante”
sin da quando ha 6 anni e da quel giorno dedica ogni energia alla
realizzazione del suo sogno. E a 34 di traguardi ne ha raggiunti
diversi vincendo nel 2008 il talent Amici di Maria De Filippi,
conquistando il primo posto al Festival di Sanremo nel 2009 con il
singolo ‘La forza mia‘ e trasformando in una vittoria anche la
partecipazione a ‘Tale e quale show’ nel 2017. Oltre a pubblicare 6
album in meno di 10 anni e conquistando diversi riconoscimenti.

Nato a Cagliari il 21 maggio 1985 Marco Carta perse il padre a 8
anni e due anni dopo anche la madre. La musica diventa così la sua
ragione di vita e una preziosa valvola di sfogo, si legge sul sito
dell’Isola dei famosi (perché nel 2016 l’artista sardo ha deciso di
calarsi nei panni del naufrago e partecipare al reality). Dopo la
perdita dei genitori, cresce assieme al fratello con i nonni materni
coltivando con ambizione ancora maggiore il suo sogno e affinando il
proprio talento vocale attraverso le prime esibizioni come solista in
live-pub e cerimonie private. Fin da bambino canta con passione: il
suo idolo assoluto è Lucio Battisti, che era anche l’artista
prediletto della madre. Dopo l’Istituto professionale per
Elettrotecnici, lavora come parrucchiere nel salone della zia: i
guadagni vengono investiti in biglietti aerei per volare a Roma a fare
provini.

Tra illusioni e disillusioni, che però non intaccano la sua fiducia né
tantomeno la determinazione nell’inseguire il suo sogno, il 20 ottobre
2007 finalmente viene ammesso nel cast di Amici. In 6 mesi non mancano
incertezze, crisi esistenziali, dubbi, paure e difficoltà ma il 16
aprile 2008 trionfa. A maggio 2010 esce ‘Il Cuore Muove’, prodotto da
Paolo Carta e anticipato dal singolo ‘Quelle che dai’, scritto da
James Morrison. Ad aprile 2012 esce il suo quarto lavoro, ‘Necessità
Lunatica’, e torna nella scuola di Amici nella sfida tra i big. Il 16
giugno 2014 esce il singolo ‘Splendida ostinazione‘, un anno dopo ‘Ho
scelto di no’, che si aggiudica il disco d’oro, mentre il 21 giugno –
per festeggiare i 30 anni – Marco pubblica la sua prima autobiografia
‘Ho una storia da raccontare‘. Nel 2017 esce ‘Tieniti forte’, sesto (e
al momento ultimo) album da lui pubblicato.

Dal processo per direttissima di oggi è uscita un’altra versione dei
fatti. Alla fine dell’udienza l’avvocato Ciro Simone Giordano, uscendo
dall’aula del processo, ha detto: “E’ stata dimostrata la totale
estraneità, l’arresto non è stato convalidato e non è stata applicata
alcuna misura cautelare. Lui è estraneo a qualsiasi addebito. Il fatto
è attribuibile ad altri soggetti”. E lo stesso cantante, lasciando
Palazzo di Giustizia, ha detto: “Non sono stato io a rubare, felice di
poterlo dire”. Legittimo chiedersi: ma lui non si è accorto di
nulla….?

Il cacciavite usato per togliere l’antitaccheggio e le magliette sono
stati trovati nella borsetta della donna. Il cantante si è difeso
dicendo “di non aver rubato lui le t-shirt”. La polizia locale di
Milano ha acquisito i video delle telecamere di sorveglianza della
Rinascente, per ricostruire quanto accaduto. Marco Carta comunque
rimane imputato: è stato infatti rinviato a giudicio con l’accusa di
furto aggravato in concorso. Il processo si svolgerà a settembre. Il
giudice invece ha convalidato l’arresto per la donna, che è stata
comunque scarcerata.
Condannato a 9 anni e mezzo di
carcere l'ex finanziere Piero
Stabile
TARANTO – Era l’estate 2014 quando il nostro giornale iniziò ad
occuparsi di un losco individuo, tale Pietro Stabile, all’epoca dei
fatti maresciallo della Guardia di Finanza a Taranto con il quale il
nostro direttore ebbe un diverbio in un ristorante di uno stabilimento
balneare a Lama (Taranto), a seguito del quale intervennero il Comando
Generale delle Fiamme Gialle ed il Comandante provinciale di Taranto
(all’epoca dei fatti) Col. Salvatore Paiano, il quale però come i
fatti dimostrano non capì la predisposizione delinquenziale dello
Stabile.

Un   commerciante Daniele Nunziata si era rivolto nel 2015 al
finanziere Pietro Stabile, dopo aver subito minacce ed intimidazioni
di vario genere, fidandosi erroneamente dello Stabile e ritenendolo
inizialmente, come un “uomo” dello Stato che avrebbe potuto salvarlo,
ma gli venne detto che si trattava di una banda di calabresi
n’dranghettisti che aveva preso il controllo del “pizzo” nel centro
della città, e che per liberarsene il finanziare era riuscito a
concordare la somma di 5mila euro. Un comportamento questo abbastanza
anomalo per un finanziere, un richiesta evidentemente insolita, che
tuttavia il commerciante per mettere fine alle proprie crescenti
preoccupazioni ha accettato pur di uscire da quell’inferno.
Piero Stabile

Le richieste di pagamenti che lo Stabile reiterava giustificandoli
come la soluzione per tranquilizzare gli n’dranghettisti che lo
avevano adocchiato, continuarono ininterrottamente sino a quando il
commerciante del centro di Taranto, trovò dei buoni consigli e decise
finalmente di rivolgersi alla Polizia di Stato, denunciando
l’accaduto, un’azione questa che consentì così gli agenti di poter
organizzare la “trappola”.

 Stabile il 18 giugno 2015 , venne arrestato in flagranza di reato
per estorsione, dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di
Taranto mentre si trovava all’interno della sede delle Poste Italiane
sul lungomare della città jonica, pochi attimi dopo dopo aver ricevuto
una busta denaro da Daniele Nunziata un commerciante del centro di
Taranto. I poliziotti lo fermarono con in tasca ancora la busta con
5mila euro in contanti, soldi che il militare infedele aveva richiesto
al commerciante per    proteggerlo dalle minacce che stava subendo
ripetutamente , dall’incendio del furgone per le consegne di lavoro ai
colpi di pistola sparati contro le serrande del proprio negozio ed
altre intimidazioni. Di cui il realtà Pietro Stabile era il
responsabile. Non esisteva nessun “clan” della N’drangheta !
A seguito dell’arresto del 2015, in attesa di giudizio il finanziere
era stato successivamente scarcerato, ed aveva iniziato a minacciare
il commerciante, intimandogli di ritirare le sue querele, al punto
tale da generare in lui e nella moglie, che per ironia della sorte in
passato frequentava la moglie dello Stabile, “un perdurante stato di
ansia e di paura e da ingenerare un fondato timore per se e per la
propria famiglia, nonché una modificazione delle proprie abitudini di
vita“. Stabile venne denunciato per stalking e condannato ad un anno
e 6 mesi, a seguito di sentenza emessa nel giugno 2017 dal Tribunale
di Taranto, decisione questa confermata successivamente in secondo
grado dalla Corte d’Appello.

L’ormai ex maresciallo Stabile, che è stato prima degradato a soldato
semplice e successivamente espulso dalla Guardia di Finanza,        è
sottoposto anche ad un terzo processo penale. Infatti nell’ aprile
2018, era stato nuovamente arrestato in quanto ritenuto mandante di
ulteriori intimidazioni incendiarie ai danni del commerciante, questa
volta però incredibilmente insieme all’avvocato Massimiliano Cagnetta
del Foro di Taranto, e due pregiudicati Aldo (detto Alduccio) La Neve
e Salvatore Stasolla. Per quest’ultimo procedimento Stabile ha scelto
il rito abbreviato e la sentenza dovrebbe arrivare entro la fine
dell’estate.

Piero Stabile, secondo le accuse a suo carico aveva commissionato
l’incendio del furgone utilizzato al lavoro del commerciante Nunziata
che lo aveva fatto arrestare nel 2015 al La Neve , il quale a sua
volta delegò lo Stasolla che aveva eseguito il tutto con la
collaborazione dell’avvocato Cagnetta che nelle spedizioni punitive
incredibilmente gli aveva fatto da autista.
Ieri l’ex maresciallo      Piero Stabile assistito dall’ avvocato
Attavilla è stato condannato a 9 anni e sei mesi di reclusione dal
giudice Patrizia Todisco , una pena addirittura più pesante di quella
richiesta dal pubblico ministero Ida Perrone che aveva chiesto la
condanna a 8 anni di carcere. Il giudice inoltre ha disposto una
provvisionale immediatamente esecutiva di 50mila euro che lo Stabile
dovrà pagare in favore del commerciante che si era costituito parte
civile nel processo. Sarà adesso un processo civile a determinare
l’ammontare del risarcimento.
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