La Champions League è dei Reds: Liverpool-Tottenham 2-0
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
La Champions League è dei Reds: Liverpool-Tottenham 2-0 MADRID – Jurgen Klopp è appena diventato per la sua prima volta l’allenatore campione d’Europa. Subito dopo il fischio finale, queste le sue parole a Sky Sports. “Una lotta incredibile, una notte fantastica. Non è stata forse la partita più bella del mondo, ma dovevamo soltanto vincere e i ragazzi ci sono riusciti, ed è il giusto coronamento di una stagione fantastica, molto intensa. Pazzesco quello che hanno fatto i ragazzi. Dedico il successo alla mia famiglia, che era seduta in tribuna: ho sofferto molto, questa vittoria è per loro e anche per tutti coloro che fanno parte di questo club“. Una stagione intera per rincorrere la Champions, 26 secondi per metterla sotto ipoteca. O, vedendola dall’altra parte del campo, per perderla. La Champions League 2019 e’ del Liverpool ma soprattutto di Jurgen Klopp, che finalmente ha sfatato il tabù delle finali dopo averne perse sei. La storia si fa con i titoli, e questo conta per le migliaia di tifosi di Liverpool che hanno chiuso la serata con un maestoso “you’ll never walk alone“. La maledizione di Klopp finisce nella notte dello stadio Wanda Metropolitano di Madrid. Al tecnico tedesco per sei volte era toccato incamminarsi a testa bassa per ricevere la medaglia d’argento. Sia che
si trattasse Champions, Europa League o una coppa nazionale, con il Borussia Dortmund o con il Liverpool, da favorito o da underdog, il finale era stato sempre lo stesso. Ma questa volta no. Klopp aveva confessato alla BBC, cosa gli avrebbe ordinato papà Norbert prima della sfida con il Tottenham, se fosse ancora vivo (è morto prima che diventasse un allenatore di calcio ndr). “Vincila stavolta, Jurgen“. Un dialogo immaginario, a cui mister Jurgen Klopp ha obbedito ugualmente. Il Liverpool è campione d’Europa, Jurgen Klopp è il tecnico campione d’Europa. Il migliore di tutti, senza se e senza ma. I tifosi delle sue squadre lo hanno sempre adorato. Per i suoi atteggiamenti istrionici in campo, per le sue interviste che hanno finito per conquistare persino quelli dei rivali. Difficile trovare qualcuno a cui Klopp stia antipatico. “Forse perché non avevo ancora cominciato a vincere sul serio”, obietterebbe lui accompagnando la frase sibillina con la solita risata da mezzo matto. Ecco, se avete un dubbio sulla questione, quel sorriso sotto l’immancabile ciuffo biondo e gli occhi vispi, ve lo toglierebbe. No, caro mister Klopp, non ce la faresti proprio a stare antipatico. Nemmeno oggi che sei lì dove tutti ti invidiano. Sul tetto d’Europa, così in alto che quasi puoi ascoltare le parole di papà Norbert. Mattarella nomina 25 Cavalieri del Lavoro: ecco chi sono
il presidente Mattarella ROMA – Il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha firmato il decreto con il quale, su proposta del Ministro dello Sviluppo Economico e del Lavoro e delle Politiche Sociali, Luigi Di Maio, ha nominato ieri 25 nuovi Cavalieri del Lavoro. Considerando le nuove nomine, i Cavalieri del Lavoro sono attualmente 622. Istituita nel 1901 l’onorificenza di Cavaliere del Lavoro, viene conferita ogni anno in concomitanza della Festa della Repubblica a imprenditori italiani, che si sono distinti nei cinque settori dell’agricoltura, dell’industria, del commercio, dell’artigianato e dell’attività creditizia e assicurativa. I requisiti necessari per essere insigniti dell’onorificenza sono l’aver operato nel proprio settore in via continuativa e per almeno vent’anni con autonoma responsabilità, e l’aver contribuito in modo rilevante attraverso, l’attività d’impresa, alla crescita economica, allo sviluppo sociale e all’innovazione. Ecco l’elenco completo degli insigniti. Guido Maria BARILLA – 1958 – Parma – Industria / Alimentare. È dal 2003 presidente del gruppo Barilla, leader mondiale nel mercato della pasta, dei sughi pronti e dei prodotti da forno. Entra nell’azienda di famiglia nel 1982 e dalla fine degli anni ’90 sviluppa insieme ai fratelli l’internazionalizzazione del gruppo aprendo stabilimenti negli Stati Uniti e acquisendo marchi stranieri nei settori della pasta e dei prodotti da forno. Con 28 poli produttivi tra Italia, Grecia, Turchia, Stati Uniti e Messico e un export del
54%, occupa 8.420 dipendenti, di cui 4.044 in Italia. Un miliardo di euro gli investimenti nei prossimi 5 anni, di cui il 50% in Italia, per sostenibilità ambientale e innovazione tecnologica. È presidente della Fondazione Barilla Center for Food & Nutrition, attraverso la quale ha promosso “Doppia piramide”, un modello per guidare le scelte alimentari in funzione della sostenibilità dei cibi. Alessandro BASTAGLI – 1950 – Firenze – Industria / Filati per maglieria È presidente e amministratore delegato di Lineapiù Italia Spa, primaria azienda nel settore dei filati di alta gamma da lui rilevata nel 2010 e della quale ha guidato il rilancio tutelando i livelli occupazionali. L’azienda, che detiene un sistema produttivo integrato per la realizzazione di filati 100% made in Italy, investe ogni anno circa 1,2 milioni di euro in ricerca e sviluppo ed è presente sul mercato con le linee Lineapiù, Filclass e Knit. Esporta il 53% della produzione e occupa 141 dipendenti. Nel 2012 ha inaugurato l’archivio storico Lineapiù nel quale sono raccolti oltre 50.000 elementi, tra filati, teli in maglia, foto d’archivio, pubblicazioni, abiti, accessori, arazzi e allestimenti in maglia. Valerio BATTISTA – 1957 – Milano – Industria / Cavi e sistemi per l’energia È amministratore delegato di Prysmian Spa, leader mondiale nella produzione di cavi per il settore dell’energia e delle telecomunicazioni e di fibre ottiche. Dopo un’esperienza nel gruppo Pirelli & C. Spa, di cui è stato amministratore delegato della divisione Cavi e Sistemi guidandone riorganizzazione e risanamento, nel 2005 assume la guida di Prysmian. La società nasce dall’acquisizione da parte di Goldman Sachs della divisione Cavi e Sistemi Pirelli e viene quotata in borsa nel 2007. Tra il 2011 e il 2018 rileva l’olandese Draka e l’americana General Cable dando vita al più grande gruppo della fibra ottica a livello globale: 1,2 milioni di tonnellate di cavi per l’energia forniti ogni anno, 112 stabilimenti in oltre 50 paesi, 25 centri di ricerca e sviluppo e 30.000 dipendenti. Prysmian è una public company, il 50% dei dipendenti ne è azionista. Matilde BERNABEI – 1954 – Roma – Servizi / Produzioni audiovisive È presidente di Lux Vide Spa, società di produzione televisiva e cinematografica specializzata in fiction e film per la TV. Dopo aver ricoperto ruoli di crescente responsabilità nel gruppo Montedison, nel
1992 entra nell’azienda di famiglia fondata dal padre di cui guida lo sviluppo prima con la realizzazione di co-produzioni internazionali e, successivamente, con la produzione di serie per la televisione italiana. Tra i titoli di maggior successo “Giovanni Paolo II”, “Guerra e Pace”, “Coco Chanel”, “Don Matteo”. Oggi l’azienda sviluppa al suo interno l’intero ciclo di lavorazione. Realizza oltre 900 ore di film per la televisione, occupa 21 dipendenti e conta circa 8.500 collaboratori. Ugo Maria BRACHETTI PERETTI – 1965 – Roma – Energia / Petrolifero È presidente del Gruppo api, attivo nel settore dei carburanti e dei servizi alla mobilità e primo operatore privato italiano per numero di stazioni di servizio. Entrato nell’azienda di famiglia negli anni ’90, ha guidato le acquisizioni della rete e del marchio IP nel 2005 e di TotalErg nel 2017. Con la sigla di un accordo con Snam nel 2018, ha avviato la realizzazione, nei punti vendita di carburante a marchio IP, di 200 nuovi impianti di rifornimento di gas naturale e biometano. Il gruppo ha una capacità di raffinazione di 5,5 milioni di tonnellate di petrolio l’anno, una capacità di stoccaggio di oltre 2,5 milioni di metri cubi, dispone di una rete di distribuzione di oltre 5.000 punti vendita nel Paese, vende 10 milioni di tonnellate di prodotti e occupa 1.500 dipendenti. Roberto BRICCOLA – 1955 – Como – Industria / Borse, pelletteria, selleria È presidente di Bric’s Spa, attiva nella produzione di borse da viaggio e pelletteria di alta gamma. A 23 anni entra nell’azienda fondata dal padre specializzandosi nell’ottimizzazione dei cicli produttivi. Alla fine degli anni ’80 viene nominato direttore generale e guida il passaggio generazionale. Su suo impulso vengono aperte unità distributive, direttamente controllate, in Germania, Francia, Svizzera, Regno Unito, Stati Uniti e Cina. L’azienda è presente nel mondo con 100 punti vendita a marchio Bric’s e oltre 200 corner nei più importanti centri commerciali. L’export vale il 70% del giro d’affari. Nello stabilimento di Olgiate Comasco (Cn) vengono realizzati ogni anno 1 milione di articoli, distribuiti in 35 paesi. Occupa 134 dipendenti. Giovanni Francesco CAPUA – 1957 – Reggio Calabria – Industria / Olii essenziali È presidente di Capua 1880 Srl, azienda attiva da cinque generazione nella produzione di olii essenziali agrumari e, in particolare,
dell’essenza di bergamotto. Fornisce l’80% della domanda di essenze agrumarie alle multinazionali estere della cosmetica, profumeria e detergenza. Sotto la sua guida l’azienda ha brevettato la tecnologia NatProfile® per l’estrazione a freddo di tutte le parti volatili del succo dei frutti ottenendo estratti con una concentrazione di elementi aromatici 150 volte superiore a quella dei succhi freschi. L’azienda opera con due stabilimenti produttivi in Calabria e 32 ettari di proprietà interamente dedicati ad una coltivazione sostenibile di agrumi. Occupa 82 dipendenti. Rosanna DE LUCIA – 1949 – Benevento – Industria / Componentistica automotive È amministratore delegato di Sapa Group, azienda fondata dal marito come piccola realtà artigianale e oggi leader nel settore della componentistica e dello stampaggio ad iniezione per il settore automotive. Il gruppo, sotto la sua guida, ha consolidato la propria presenza in Italia, arrivando a 8 stabilimenti, e sviluppato la presenza internazionale con l’apertura di un sito produttivo in Polonia e di due sedi commerciali in Germania. Attraverso l’acquisizione di Selmat Spa ha esteso la produzione alla componentistica per interni ed esterni di veicoli commerciali e industriali e per macchine agricole. L’azienda è tra i fornitori del gruppo Fca e del gruppo Volkswagen. Occupa 1.400 dipendenti, di cui 1.255 in Italia. Elisabetta FABRI – 1962 – Firenze – Servizi / Strutture turistiche È presidente e amministratore delegato della compagnia alberghiera Starhotels Spa. Terminati gli studi, entra nell’azienda di famiglia fondata dal padre facendo esperienza nella gestione operativa. Nominata amministratore delegato e vice presidente Starhotels Spa nel 2000, ne sviluppa l’internazionalizzazione con le acquisizioni di hotels a Parigi e Londra e riqualifica l’offerta in Italia attraverso nuove proprietà alberghiere come l’Hotel d’Inghilterra a Roma, l’Helvetia & Bristol a Firenze, il Grand Hotel Continental a Siena, l’Hotel Villa Michelangelo a Vicenza. Il gruppo conta 4.095 camere in 29 alberghi. Ogni anno ospita oltre 1 milione e mezzo di persone. Occupa 1.000 dipendenti, di cui 790 in Italia. Riccardo FELICETTI – 1965 – Trento – Industria / Agroalimentare, biologica È dal 1995 amministratore delegato del Pastificio Felicetti Spa, attiva nella produzione della pasta di alta qualità e della pasta
biologica con i marchi Felicetti, Alce Nero e Monograno. Ha orientato la produzione dell’azienda di famiglia all’uso di farine selezionate e sviluppato lo studio di particolari formati per la ristorazione realizzati con semole monorigine tra i quali farro e kamut. Il pastificio, dotato di un proprio laboratorio di auto-controllo e quattro certificazioni mondiali, opera attraverso uno stabilimento in provincia di Trento che produce il 90% del proprio fabbisogno energetico grazie ad un impianto fotovoltaico e a un cogeneratore a metano. Con una capacità produttiva di 20.000 tonnellate di pasta l’anno, esporta il 70% della produzione, con prevalenza in Europa, Nord America e Giappone. Occupa 63 dipendenti. Carlo GIULIETTI – 1945 – Perugia – Industria / Arredi per locali pubblici È presidente della Industrie Scaffalature Arredamenti Isa Spa, leader nell’arredamento dei pubblici esercizi e nella refrigerazione professionale. Nel 1963 entra in azienda, allora una piccola impresa di scaffalature, con il ruolo di addetto alle vendite per il Centro Italia. Negli anni ricopre ruoli di crescente responsabilità fino a diventarne presidente nel 1985. Sotto la sua guida l’azienda dà impulso al settore delle attrezzature refrigerate attraverso l’introduzione di nuovi prodotti con l’impianto frigo a refrigerante naturale CO2, l’acquisizione di due marchi storici della refrigerazione commerciale e collaborazioni con designer di fama internazionale. Oggi il gruppo è presente in 107 paesi con un export del 40%. Opera in 2 stabilimenti e occupa oltre 760 dipendenti. Salvatore GRIMALDI – 1945 – Svezia – Industria / Componentistica automotive È fondatore e amministratore delegato di Grimaldi Industri AB, gruppo industriale attivo principalmente nel settore meccanico. Nato a Taranto, emigrato in Svezia con la famiglia all’età di 7 anni, dopo gli studi tecnici entra in Volvo e alla fine degli anni ’60 si mette in proprio aprendo un’officina per la rettifica dei pistoni delle autovetture. Seguirà, negli anni ’80, una strategia di crescita che lo porterà a rilevare aziende in crisi per poi risanarle. Nel 1997 entra anche nel settore delle biciclette: acquisisce marchi come Peugeot e la storica “Bianchi” dalla Piaggio che rilancia nei successi sportivi ingaggiando Marco Pantani. Oggi produce 1,5 milioni di biciclette l’anno in 12 stabilimenti nel mondo, tra i quali lo stabilimento Bianchi di Treviglio (Bg). Occupa 1.700 dipendenti, di cui 111 in Italia. È stato presidente degli industriali svedesi.
Maria Luigia LACATENA – 1964 – Bari – Industria / Accessori per serramenti È amministratore unico di Master Italy Srl, leader nella progettazione e realizzazione di componentistica ad alta tecnologia per serramenti in alluminio. Dopo il diploma di perito commerciale entra nell’azienda fondata dal padre come ditta per la produzione e commercializzazione di accessori per serramenti e ne diventa amministratore unico a 22 anni. Nel 2008 costituisce la MasterLab Srl, centro di ricerca e progettazione interno alla Master Italy con 71 brevetti all’attivo e un laboratorio prove che si avvale della partnership dell’Istituto per le Tecnologie della Costruzione del Cnr. Dal 2000 sviluppa l’internazionalizzazione dell’azienda che è oggi presente in 58 paesi con un export del 70%. Occupa 255 dipendenti. Giuseppe LAVAZZA – 1965 – Torino – Industria / Caffè Dal 2008 è vice presidente della Luigi Lavazza Spa, leader nella produzione del caffè e tra i principali torrefattori mondiali. Entra nell’azienda di famiglia nel 1991 rivestendo ruoli di crescente responsabilità partendo dall’area del marketing e comunicazione. Il gruppo, circa 30 società, è presente in oltre 90 paesi con 9 consociate e 80 distributori con un export del 63%. Nel 2016 con l’acquisizione della francese Carte Noire e della canadese Kicking Horse Coffee il gruppo è entrato nel settore delle capsule compatibili e in quello del caffè biologico. Opera con 3 stabilimenti in Italia, uno in Francia, uno in India e uno in Brasile. Occupa circa 3.000 dipendenti, di cui 1.600 in Italia. Nel 2018 ha inaugurato il nuovo headquarter a Torino, ribattezzato “Nuvola Lavazza”, che adotta avanzate soluzioni di sostenibilità ambientale. Giampiero MAIOLI – 1956 – Parma – Credito / Banche È dal 2010 amministratore delegato di Crédit Agricole Italia Spa, il sesto gruppo bancario italiano per masse amministrate, presente in 11 regioni con oltre 550 sportelli, più di 10.000 dipendenti e 2 milioni di clienti. Nel 1992 entra in Cariparma e nel 2003 ne viene nominato vice direttore generale, seguendo in prima persona l’ingresso dell’istituto in Banca Intesa e, successivamente, il passaggio a Crédit Agricole che nel 2007 porterà alla nascita di Crédit Agricole Cariparma. Nel 2017 guida l’acquisizione del 95% del capitale di tre istituti in crisi, la Cassa di Risparmio di Rimini, la Cassa di Risparmio di Cesena e la Cassa di Risparmio di San Miniato. Gian Riccardo Roberto MARINI – 1947 – Milano – Commercio / Orologeria
di lusso È presidente di Rolex Italia Spa, società per la commercializzazione del marchio di orologeria sul mercato italiano. Nel 1972 entra nell’azienda fondata dal padre e ricopre ruoli di crescente responsabilità. La società, con una sede a Milano, occupa 89 dipendenti. Nel 2011 viene nominato amministratore delegato di Rolex SA, primo italiano a capo della maison svizzera. Nel corso del suo incarico, ricoperto fino al 2015, sviluppa la presenza del marchio nei grandi eventi sportivi internazionali caratterizzati da innovazione, precisione e eccellenza: sponsorizza il campionato automobilistico della Formula 1 e rinnova il sostegno, dopo la prima partnership del 1960, al progetto Deepsea Challenge di National Geographic per l’immersione nel punto più profondo della Fossa delle Marianne. Michelangelo MORLICCHIO – 1964 – Salerno – Industria / Imballaggi leggeri È presidente e fondatore di Tecnocap Spa, multinazionale attiva nel settore degli imballaggi in metallo specializzato nella produzione industriale di chiusure metalliche per contenitori in vetro e plastica, bombole aerosol, tubetti in alluminio utilizzati per il confezionamento di prodotti alimentari, bevande, alcolici e per i settori cosmetico e farmaceutico. Attraverso una politica di acquisizioni ha avviato negli anni un percorso di espansione verso nuovi segmenti di mercato. Oggi il gruppo, con un volume complessivo di oltre 4 miliardi di capsule, opera con 8 stabilimenti produttivi in Italia, Spagna, Repubblica Ceca, Ucraina e Stati Uniti e tre centri di ricerca e sviluppo. Registra il 30% del fatturato all’estero. Occupa 785 dipendenti. Costanza MUSSO – 1964 – Genova – Servizi / Trasporti e logistica È amministratore delegato di M. A. Grendi dal 1828 Spa, attiva nel trasporto marittimo, deposito merci, autotrasporto per conto terzi e gestione di centri di movimentazione. Nell’azienda di famiglia dal 1996, guida l’espansione del gruppo nel settore della logistica e realizza uno spazio di 10.000 mq nel Porto Canale di Cagliari secondo il modello nave–terminal–magazzino che ha portato l’azienda a diventare recentemente operatore logistico esclusivo del gruppo Barilla in Sardegna. Nel 2015 introduce in azienda la tecnologia delle “cassette” per le operazioni di imbarco e sbarco delle navi, ottimizzando la stabilità del carico e la velocità delle operazioni. Occupa 40 dipendenti e utilizza aree adibite a deposito a Milano, Genova, Bologna, Cagliari e Sassari per 21.000 mq.
Nicola PIOVAN – 1963 – Venezia – Industria / Apparecchiature in plastica È presidente di Piovan Spa, leader nello sviluppo e produzione di sistemi ausiliari di automazione per lo stoccaggio, trasporto e trattamento di polimeri, polveri plastiche e alimentari. Sotto la sua guida l’azienda di famiglia si trasforma in una realtà multinazionale con nuovi stabilimenti in Brasile e Cina e filiali in America Latina, Europa, Africa e Asia. Dal 2008 con una politica di acquisizioni porta l’azienda negli Stati Uniti e in Germania. Il gruppo è presente nel mondo con 7 sedi produttive, di cui 3 in Italia, una in Germania, una in Brasile, una in Cina e una negli Stati Uniti e 26 società di servizi e vendita. L’export vale l’80% del giro d’affari. Occupa 1.000 dipendenti, 170 dei quali impegnati in ricerca e sviluppo. Francesco PUGLIESE – 1959 – Bologna – Commercio / Alimentare È dal 2014 amministratore delegato di Conad, la più grande organizzazione cooperativa italiana di imprenditori indipendenti del commercio al dettaglio. È stato direttore generale Europa di Barilla, dove ha trascorso 19 anni e sviluppato innovative strategie di marketing e di prodotto. Nel 2004 fa il suo ingresso in Conad come direttore generale e, in soli 2 anni, i dipendenti delle aziende consorziate aumentano di 4.500 unità. Negli anni promuove lo sviluppo commerciale del consorzio fino a raggiungere una quota di mercato del 13%. Conad oggi riunisce 7 grandi cooperative territoriali, 2.664 soci e occupa 52.762 dipendenti. Nel maggio 2019 ha perfezionato l’acquisizione di Auchan e Simply portando Conad a diventare numero uno nella grande distribuzione italiana. Luciano RABBONI – 1938 – Reggio Emilia – Industria / Coadiuvanti per gelateria È presidente e amministratore delegato di PreGel Spa, azienda da lui fondata nel 1967 come ditta artigianale e oggi leader nel settore degli ingredienti e semilavorati per gelateria, pasticceria, yogurteria e coffee shop. Ha introdotto sul mercato nuovi prodotti come Frozen Yoggi®, il primo gelato al sapore di yogurt e Pregellina®, una pasta per la conservazione della frutta fresca. L’azienda, con uno stabilimento produttivo in Italia e uno negli Stati Uniti, è presente in oltre 130 paesi con 20 filiali e un export del 70%. Occupa 500 dipendenti, di cui 30 impegnati in ricerca e sviluppo. Aurelio REGINA – 1963 – Roma – Industria / Manifatturiera È presidente della Sisal Group, prima società italiana attiva nelle transazioni
finanziarie e nei servizi di pagamento elettronico con 2.000 dipendenti diretti e 48.000 punti vendita affiliati sul territorio. È impegnato anche nell’industria informatica e nell’industria del tabacco con Manifatture Sigaro Toscano Spa che, con una filiera interamente italiana di 250 tabacchicoltori e 1.800 addetti, produce 212 milioni di sigari in 3 stabilimenti in Italia, esporta in 65 paesi e occupa 400 dipendenti. È presidente della Fondazione Musica per Roma. Luigi RIOLO – 1945 – Milano – Industria / Apparecchi di depurazione, filtri È presidente di Filtrex Srl. Orfano di guerra, diplomato perito elettronico, nel 1976 fonda l’azienda attiva nel settore dei filtri industriali per grandi impianti, impianti petroliferi e motori navali. Attraverso un’incisiva attività di ricerca e sviluppo la società è oggi leader mondiale nel settore della filtrazione autopulente micronica, una tecnologia che riveste grande importanza per la salvaguardia dell’ambiente marino. La progettazione è sviluppata interamente dall’azienda e la produzione avviene nei 4 stabilimenti italiani. Esporta il 70% dei suoi prodotti, è presente in Usa, India e Corea. Occupa 106 dipendenti. Pier Luigi STREPARAVA – 1942 – Brescia – Industria / Componentistica automotive È presidente di Streparava Holding Spa, leader nella progettazione e produzione di sospensioni, componenti powertrain e telai per il settore automotive. Nel 1969 è nominato vice presidente e amministratore delegato. Sviluppa la presenza dell’azienda di famiglia sui mercati esteri con l’apertura di stabilimenti produttivi in Spagna, Brasile e in India e perfeziona le acquisizioni di Borroni Powertrain, attiva nella produzione di alberi motore e alberi a camme e Mape Powertrain, produttrice di componenti e organi di trasmissione. Il gruppo interviene nell’intera filiera: dalla progettazione alla produzione di serie. Attraverso 6 stabilimenti produttivi, di cui 3 in Italia, esporta il 70% della produzione e occupa complessivamente 800 dipendenti, di cui 405 in Italia. Martino VERGA – 1947 – Como – Industria / Integratori alimentari È presidente del gruppo Sacco System, polo biotech per le industrie alimentari, nutraceutiche e farmaceutiche che sviluppa e produce fermenti lattici e microrganismi alimentari, probiotici, caglio e altri enzimi e commercializza prodotti di laboratorio per il controllo
degli alimenti. Entra nel 1971 nell’azienda fondata dal bisnonno nel 1872 con la denominazione “Clerici”. È il 1984 quando viene acquisita la “Sacco Srl”, azienda di Milano specializzata nella produzione di fermenti lattici di cui Martino Verga diviene consigliere delegato: nasce allora la “Clerici-Sacco” poi “Sacco System”. Il gruppo esporta il 45% del fatturato in più di 100 paesi, occupa oltre 230 dipendenti, ha un centro ricerca e sviluppo con 60 ricercatori e collabora con le principali università italiane e estere e con centri di ricerca internazionali. Morgante: "Finalmente mi sono stati restituiti rispetto e dignità" TARANTO – Con una nota il consigliere regionale Luigi Morgante esprime la sua soddisfazione, nell’aver visto prevalere in sede di giudizio le proprie ragioni: “Pur trascinato in una vicenda inquietante e di una gravità inaudita, e aver visto per anni il mio nome associato addirittura a un procedimento per mafia, con l’accusa di favoreggiamento per non aver denunciato il furto di un’automobile poi ritrovata dagli stessi Carabinieri (e piena assoluzione sia in sede penale che civile), ho sempre avuto e manifestato un profondo rispetto per gli inquirenti e la magistratura, con la certezza che, nonostante il fango e le strumentalizzazioni legate al mio ruolo politico e amministrativo e alla mia visibilità, la verità sarebbe alla fine emersa” “E anche il mio impegno in politica non è mai venuto meno nonostante un incubo terribile, per rispetto nei confronti della mia comunità, di
tutti quelli che hanno riposto la loro fiducia in me, e che non hanno mai dubitato della mia correttezza e della mia persona” aggiunge il consigliere regionale Adesso anche l’ultima, pesantissima richiesta presentata dal Ministero dell’Interno nei miei confronti – l’incandidabilità – è stata rigettata dai giudici del Tribunale di Taranto, e la mia vita può finalmente riprendere senza alcuna macchia e ombra. Un doveroso e sentito ringraziamento va agli avvocati Salvatore Maggio e Lorenzo Bullo che mi hanno assistito sul piano penale, e all’avvocato Luigi e Antonio Quinto che ha seguito invece quello civile ed infine uno speciale alla mia famiglia, alle persone che mi sono state accanto sempre e comunque in un momento così delicato e particolare.” “Ringrazio l’avvocato Salvatore Maggio, il mio legale che ha fornito l’ennesima prova di grande professionalità e umanità, il pubblico ministero Milto De Nozza che ha chiesto l’assoluzione delle accuse a mio carico e il giudice Giovanni Gallo del Tribunale di Lecce, che ha disposto l’assoluzione con formula piena. – conclude Morgante – Mi auguro adesso che la conclusione di questa vicenda, per quanto mi riguarda, susciti negli organi di informazione la stessa attenzione che ha avuto nella sua parte iniziale, per correttezza e rispetto”. "Toghe sporche" . Altri due togati del Csm coinvolti nelle trattative segrete per controllare le procure ROMA – All’interno dei faldoni dell’inchiesta della Procura di Perugia sul “mercato” delle nomine al Csm compaiono due altri nomi. Si tratta di due magistrati, consiglieri togati, della corrente Magistratura Indipendente: Corrado Cartoni, attualmente giudice presso il Tribunale di Roma, ed Antonio Lepre, pubblico ministero della Procura di Paola in Calabria. Cartoni è membro della terza commissione del Consiglio, mentre Lepre è membro della quinta commissione , cioè quella che valuta le candidature per gli incarichi direttivi e semidirettivi.
Secondo l’informativa del Gico della Guardia di Finanza contenente il risultato investigativo pedinamenti e le intercettazioni telefoniche , vengono documentati delle riunioni “carbonare” a cui hanno partecipato il pm Luca Palamara, ex presidente della Anm ed ex consigliere del Csm, attualmente indagato per corruzione e “regista” delle grandi operazioni che volevano determinare la geografia negli uffici giudiziari chiave del Paese, e sopratutto i suoi interlocutori nel “Palazzo” : a partire dal parlamentare del Pd, Cosimo Ferri, magistrato ex sottosegretario alla giustizia e “dominus” della corrente di Magistratura Indipendente della quale è stato segretario), e l’ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con Matteo Renzi, successivamente ministro Luca Lotti. Incontri avvenuti nel mese di maggio appena terminato, in almeno tre occasioni. Secondo quanto riferiscono fonti investigative qualificate, le intercettazioni dei finanzieri del Gico “fotografano” infatti i magistrati Cartoni, Lepre e Palamara, con i parlamentari Ferri e Lotti beccati a discutere del “dopo Pignatone“, cioè della nomina del suo successore alla guida della procura di Roma, che sembra essere diventata un’ossessione per Lotti, conseguenziale probabilmente al suo coinvolgimento nell’ “inchiesta Consip“, condotta dal pool dei reati contro la pubblica amministrazione guidata da Paolo Ielo che pochi
mesi insieme al pm Mario Palazzi avevano chiesto per lui il rinvio a giudizio e negli incontri delle ultime settimane Lotti avrebbe sostenuto la necessità di un cambio di rotta, patrocinando la candidatura del procuratore aggiunto di Firenze Marcello Viola, invece di quello di Palermo Francesco lo Voi, considerato troppo vicino alla gestione Pignatone. Un’inchiesta che Lotti ritiene una macchinazione in suo danno. Infatti non a caso l’ex ministro Pd braccio destro da sempre di Matteo Renzi è da tempo alla ricerca di di un editore che gli pubblichi un suo libro sulla vicenda “Consip”. Il tenore ed i modi di questa cricca della malagiustizia, le loro parole intercettate non devono essere molto “istituzionali” al punto da costringere la Procura di Perugia, a trasmettere a Palazzo dei Marescialli gli atti relativi a questo passaggio dell’inchiesta perché il Consiglio valuti gli aspetti disciplinari del comportamento di Cartoni e Lepre, con riserva di eventuali future valutazioni penali . Nei prossimi giorni, dopo l’autosospensione da consigliere comunicata ieri al Csm dall’indagato Luigi Spina magistrato di Magistratura Indipendente, che viene indicato nelle indagini della Procura di Perugia come il “sodale” che assieme a Palamara tramava per la rovina di Paolo Ielo, procuratore aggiunto di Roma ritenuto “uomo di Pignatone“, la corrente di Mi e il Consiglio Superiore della Magistratura potrebbero perdere altri due consiglieri. Un’inchiesta che si è rivelata un vero e proprio ciclone inarrestabile.
Un “ciclone” giudiziario che ha origine della squallida vicenda professionale e non solo del pm Luca Palamara, sembra ormai non potersi più fermare, coinvolgendo persino anche gli uffici della Direzione Nazionale Antimafia, dove è bene ricordare, l’ex procuratore capo Roberti è stato appena eletto parlamentare europee nelle liste del Pd. Sono arrivate arrivate alla D.N.A. le telefonate intercettate dell’ex Presidente dell’Anm Palamara, che cercava di coinvolgere Cesare Sirignano magistrato antimafia di via Giulia per decidere il nome del futuro capo della Procura di Perugia (fino a ieri diretta da Luigi De Ficchy, da oggi in pensione), una sede “fondamentale” per i suoi destini personali ed in generale strategica nei rapporti di forza interni alla magistratura in quanto procura competente sui reati commessi dai magistrati di Roma. Il 7 maggio scorso Palamara incontra il magistrato Sirignano e gli dice che “Fava vuole andare a Perugia“, riferendosi all’esposto che il pm romano Stefano Rocco Fava ha deciso di presentare accusando Pignatone e Ielo di presunte scorrettezze nella gestione delle inchieste.
Paolo Ielo La Guardia di Finanza delegata alle indagini ha comprovato una vera e propria attività di dossieraggio svolta contro il procuratore aggiunto di Roma, Paolo Ielo e ha indicato il commercialista Andrea De Giorgio tra i più attivi nella raccolta delle informazioni , motivo per cui mercoledì scorso è stata effettuata una perquisizione nei suoi confronti. De Giorgio è un consulente della Procura di Roma, il quale gli scorsi 25 marzo e l’11 aprile contattava Palamara “e lo informa di aver acquisito informazioni sul fratello di Ielo che potrebbero danneggiare quest’ultimo“. Palamara ne parla con Spina, il 16 maggio ed insieme concordano delle nuove mosse contro Ielo. Spina manifesta assoluta sicurezza sull’esito ed anticipa di quanto accadrà al Csm: “C’avrai la rivincita perché si vedrà che chi ti sta fottendo e sarà lui a doversi difendere a Perugia, perché noi Fava lo chiamiamo“. Il captatore trojan inserito da remoto dagli investigatori del Gico della Guardia di Finanza nello smartphone di Palamara ha consentito agli inquirenti umbri di poter ascoltare e registrare il frenetico impegno del magistrato romano e della sua corrente Unicost nel cercare di raggiungere compromessi ed accordi con le altre componenti della magistratura che, si scopre ora, hanno riguardato, nella passata consiliatura (cioè quella nella quale il pm Palamara è stato consigliere) e in quella presente il destino di quattro uffici giudiziari del Mezzogiorno aventi un “peso” politico per il tipo di procedimenti ed inchieste che gestiscono.
A partire dalla Procura di Gela dove – come raccontato ieri da “Repubblica” – gli “amici” di Palamara, gli avvocati Amara e Calafiore, hanno cercato di imporre ala guida il pm Giancarlo Longo precedentemente in servizio presso la Procura di di Siracusa, il quale successivamente è stato arrestato per corruzione, ed ha lasciato la magistratura. O la Procura di Trani, dove Antonio Di Maio venne incredibilmente preferito a Renato Nitti, un capace ed eccellente magistrato della Direzione distrettuale Antimafia di Bari. Nonostante il Consiglio di Stato, aveva bloccato nell’ottobre del 2018, la nomina di Di Maio invitando il Csm a riconsiderare quella di Nitti, l’attuale composizione del plenum del Consiglio Superiore della Magistratura, nel febbraio 2019, ha riconfermato la precedente nomina di Di Maio. Pietro Argentino Per finire alla Procura di Matera, dove nel luglio del 2017, il Csm aveva indicato e nominato Pietro Argentino come Procuratore capo, nonostante lo stesso magistrato fosse stato indicato dal Tribunale di Potenza come testimone falso e reticente nel processo penale che aveva
mandato in carte il pm Matteo Di Giorgio che sta scontando una condanna a 8 anni di carcere proprio a Matera. Alfredo Robledo che da cinque anni non più in magistratura, dopo essere stato procuratore aggiunto presso la Procura di Milano, Robledo nel 2014 da aggiunto, aveva il coordinamento del pool di magistrati della procura milanese che si occupava dei reati nella pubblica amministrazione, ma gli venne contestato dei rapporti non ortodossi cn l’avvocato Domenico Aiello, ritirate le deleghe ed in seguito trasferito a Torino, a suo dire proprio per volontà di Palamara. “E’ lui che ha scritto il provvedimento cautelare con cui sono stato trasferito a Torino, ed è lui, ancora lui a a comporre la sentenza con cui quel trasloco diventa definitivo“. Sentenza contro la quale Robledo si è rivolto alla Corte Europea (CEDU) a Strasburgo presentando un ricorso, che è stato ritenuto ammissibile. Palamara con una lettera inviata al presidente dell’Anm, Pasquale Grasso ha spiegato i motivi della sua decisione di dimettersi dall’ ANM: “Sono certo di chiarire i fatti che mi vengono contestati – scrive Palamara (a lato nella foto) – il mio intendimento ora è quello recuperare la dignità e l’onore e di concentrarmi esclusivamente sulla difesa nel processo di fronte a tali infamanti accuse. Per tali ragioni mi assumo la responsabilità di auto sospendermi dal mio ruolo di associato con effetto immediato. Sono però sicuro – conclude conclude il pm di Roma, che ha guidato l’Anm dal 2007 al 2012 – che il tempo è galantuomo e riuscirà a ristabilire il reale accadimento dei fatti“. E proprio l’Anm questa mattina ha chiesto gli atti dell’inchiesta alla Procura di Perugia. L’azione dei magistrati italiani, sottolinea l’Anm, “deve ispirarsi quotidianamente a principi di correttezza, trasparenza, impermeabilità ambientale, assoluta distanza e terzietà dagli interessi economici e personali. Ogni comportamento che si discosta da tali principi compromette e lede l’immagine dell’intera magistratura. Immagine che l’Anm intende tutelare: chiederemo alla Procura di Perugia gli atti ostensibili per poter avere una diretta
conoscenza dei fatti e consentire una preliminare istruzione dei probiviri sulle condotte di tutti i colleghi, iscritti alla Anm, che risultassero in essi coinvolti“. È un atto che “riteniamo necessario per salvaguardare il lavoro, l’etica e l’impegno che ogni magistrato – conclude la nota dell’Anm – testimonia ogni giorno col suo lavoro“. Intanto è stato convocato per mercoledì 5 giugno il Comitato Direttivo Centrale dell’Anm per prendere alcuni provvedimenti dopo un’analisi di quanto accaduto negli ultimi giorni. In una nota, i consiglieri del Csm Corrado Cartoni e Antonio Lepre, di Magistratura indipendente,che avrebbero partecipato a incontri con esponenti politici per discutere della nomina del Procuratore di Roma, si difendono: “Il nostro comportamento è sempre stato improntato alla massima correttezza. Non siamo mai stati condizionati da nessuno. Marcello Viola è il miglior candidato alla procura di Roma e solo ed esclusivamente per questo lo sosteniamo”. La corrente della magistratura Unicost, Unità per la Costituzione, alla quale appartiene il pm Palamara, ha reso noto che se al termine dell’inchiesta di Perugia dovesse aver luogo un processo, “si ritiene parte lesa, sicchè sin da oggi ci riserviamo, in caso di successivo processo, la costituzione di parte civile a tutela dell’immagine del gruppo, gravemente lesa“. Lo dichiara il presidente Mariano Sciacca, ex componente del CSM “Più leggiamo gli articoli e ancor più ci convinciamo del danno, forse ancora non compiutamente calcolabile, che la vicenda all’attenzione della magistratura perugina porterà alla magistratura italiana“, aggiunge Unicost nella nota firmata oltre che
dal presidente Sciacca dal segretario Enrico Infante. “Al di là delle polemiche e delle strumentalizzazioni, Unità per la Costituzione, ma ancor prima ciascuno dei suoi associati, non possono accettare la perdita di credibilità davanti ai colleghi e ai cittadini”. E questa non è “ vuota retorica, ma sostanza”, affermano ancora i vertici della corrente di magistrati , assicurando che tutto il gruppo è pronto ad “assumere la propria responsabilità politica senza sconto alcuno“. E conclude: “Chiediamo ai colleghi Spina e Palamara, iscritti a Unità di Costituzione – ai quali auguriamo di potere chiarire tutto tempestivamente – di assumersi le rispettive responsabilità politiche, adottando le decisioni necessarie delle dimissioni dall’istituzione consiliare e dalla corrente“. Poco dopo il Comitato di Presidenza del Consiglio Superiore della Magistratura ha reso noto le dimissioni di Spina, di Unicost, da membro togato, ed annunciato un plenum straordinario convocato per martedì 4 giugno, alle ore 16.30. Da noi contattato un importante magistrato, già componente del Csm , a Palazzo dei Marescialli, ci ha dichiarato: “Stiamo attenti a colpevolizzare un’intera categoria, che ha il diritto di essere difesa dalle mele marce. Se questa inchiesta è venuta alla luce è proprio grazie alla indipendenza e determinazione di alcuni magistrati“. Anche se bisogna ricordare che a Perugia da oggi il procuratore capo è in pensione, ed è proprio per quella poltrona, cioè di capo della procura che indaga sulle vicende oggetto dell’inchiesta giudiziaria in corso, che si è scatenata questa inchiesta sulle toghe sporche . Arrestato e a processo Marco Carta: accusato di aver rubato magliette alla Rinascente.
MILANO – Marco Carta è stato arrestato ieri sera con l’accusa di furto aggravato di 6 magliette dal valore complessivo di circa 1.200 euro alla Rinascente di Piazza Duomo a Milano. Il cantante stava uscendo dal grande magazzino intorno alle 20.35 quando è stato stato fermato in flagranza di reato dall’addetto all’accoglienza, che ha richiesto l’intervento sul posto dell’ Unità Reati Predatori della Polizia Locale del Comune di Milano. Il tifoso del Cagliari e giocatore della Nazionale cantanti si trovava insieme ad una donna di 53 anni: i due avevano rimosso l’antitaccheggio dalla merce sottratta, trascurando invece la targhetta flessibile, che ha così suonato all’uscita. I due sono stati posti agli arresti domiciliari e verranno processati oggi stesso per direttissima. La sua carriera Marco Carta prometteva a se stesso “da grande farò il cantante” sin da quando ha 6 anni e da quel giorno dedica ogni energia alla realizzazione del suo sogno. E a 34 di traguardi ne ha raggiunti diversi vincendo nel 2008 il talent Amici di Maria De Filippi, conquistando il primo posto al Festival di Sanremo nel 2009 con il singolo ‘La forza mia‘ e trasformando in una vittoria anche la partecipazione a ‘Tale e quale show’ nel 2017. Oltre a pubblicare 6 album in meno di 10 anni e conquistando diversi riconoscimenti. Nato a Cagliari il 21 maggio 1985 Marco Carta perse il padre a 8 anni e due anni dopo anche la madre. La musica diventa così la sua ragione di vita e una preziosa valvola di sfogo, si legge sul sito dell’Isola dei famosi (perché nel 2016 l’artista sardo ha deciso di calarsi nei panni del naufrago e partecipare al reality). Dopo la perdita dei genitori, cresce assieme al fratello con i nonni materni
coltivando con ambizione ancora maggiore il suo sogno e affinando il proprio talento vocale attraverso le prime esibizioni come solista in live-pub e cerimonie private. Fin da bambino canta con passione: il suo idolo assoluto è Lucio Battisti, che era anche l’artista prediletto della madre. Dopo l’Istituto professionale per Elettrotecnici, lavora come parrucchiere nel salone della zia: i guadagni vengono investiti in biglietti aerei per volare a Roma a fare provini. Tra illusioni e disillusioni, che però non intaccano la sua fiducia né tantomeno la determinazione nell’inseguire il suo sogno, il 20 ottobre 2007 finalmente viene ammesso nel cast di Amici. In 6 mesi non mancano incertezze, crisi esistenziali, dubbi, paure e difficoltà ma il 16 aprile 2008 trionfa. A maggio 2010 esce ‘Il Cuore Muove’, prodotto da Paolo Carta e anticipato dal singolo ‘Quelle che dai’, scritto da James Morrison. Ad aprile 2012 esce il suo quarto lavoro, ‘Necessità Lunatica’, e torna nella scuola di Amici nella sfida tra i big. Il 16 giugno 2014 esce il singolo ‘Splendida ostinazione‘, un anno dopo ‘Ho scelto di no’, che si aggiudica il disco d’oro, mentre il 21 giugno – per festeggiare i 30 anni – Marco pubblica la sua prima autobiografia ‘Ho una storia da raccontare‘. Nel 2017 esce ‘Tieniti forte’, sesto (e al momento ultimo) album da lui pubblicato. Dal processo per direttissima di oggi è uscita un’altra versione dei fatti. Alla fine dell’udienza l’avvocato Ciro Simone Giordano, uscendo dall’aula del processo, ha detto: “E’ stata dimostrata la totale estraneità, l’arresto non è stato convalidato e non è stata applicata alcuna misura cautelare. Lui è estraneo a qualsiasi addebito. Il fatto è attribuibile ad altri soggetti”. E lo stesso cantante, lasciando Palazzo di Giustizia, ha detto: “Non sono stato io a rubare, felice di poterlo dire”. Legittimo chiedersi: ma lui non si è accorto di nulla….? Il cacciavite usato per togliere l’antitaccheggio e le magliette sono stati trovati nella borsetta della donna. Il cantante si è difeso dicendo “di non aver rubato lui le t-shirt”. La polizia locale di Milano ha acquisito i video delle telecamere di sorveglianza della Rinascente, per ricostruire quanto accaduto. Marco Carta comunque rimane imputato: è stato infatti rinviato a giudicio con l’accusa di furto aggravato in concorso. Il processo si svolgerà a settembre. Il giudice invece ha convalidato l’arresto per la donna, che è stata comunque scarcerata.
Condannato a 9 anni e mezzo di carcere l'ex finanziere Piero Stabile TARANTO – Era l’estate 2014 quando il nostro giornale iniziò ad occuparsi di un losco individuo, tale Pietro Stabile, all’epoca dei fatti maresciallo della Guardia di Finanza a Taranto con il quale il nostro direttore ebbe un diverbio in un ristorante di uno stabilimento balneare a Lama (Taranto), a seguito del quale intervennero il Comando Generale delle Fiamme Gialle ed il Comandante provinciale di Taranto (all’epoca dei fatti) Col. Salvatore Paiano, il quale però come i fatti dimostrano non capì la predisposizione delinquenziale dello Stabile. Un commerciante Daniele Nunziata si era rivolto nel 2015 al finanziere Pietro Stabile, dopo aver subito minacce ed intimidazioni di vario genere, fidandosi erroneamente dello Stabile e ritenendolo inizialmente, come un “uomo” dello Stato che avrebbe potuto salvarlo, ma gli venne detto che si trattava di una banda di calabresi n’dranghettisti che aveva preso il controllo del “pizzo” nel centro della città, e che per liberarsene il finanziare era riuscito a concordare la somma di 5mila euro. Un comportamento questo abbastanza anomalo per un finanziere, un richiesta evidentemente insolita, che tuttavia il commerciante per mettere fine alle proprie crescenti preoccupazioni ha accettato pur di uscire da quell’inferno.
Piero Stabile Le richieste di pagamenti che lo Stabile reiterava giustificandoli come la soluzione per tranquilizzare gli n’dranghettisti che lo avevano adocchiato, continuarono ininterrottamente sino a quando il commerciante del centro di Taranto, trovò dei buoni consigli e decise finalmente di rivolgersi alla Polizia di Stato, denunciando l’accaduto, un’azione questa che consentì così gli agenti di poter organizzare la “trappola”. Stabile il 18 giugno 2015 , venne arrestato in flagranza di reato per estorsione, dagli agenti della Squadra Mobile della Questura di Taranto mentre si trovava all’interno della sede delle Poste Italiane sul lungomare della città jonica, pochi attimi dopo dopo aver ricevuto una busta denaro da Daniele Nunziata un commerciante del centro di Taranto. I poliziotti lo fermarono con in tasca ancora la busta con 5mila euro in contanti, soldi che il militare infedele aveva richiesto al commerciante per proteggerlo dalle minacce che stava subendo ripetutamente , dall’incendio del furgone per le consegne di lavoro ai colpi di pistola sparati contro le serrande del proprio negozio ed altre intimidazioni. Di cui il realtà Pietro Stabile era il responsabile. Non esisteva nessun “clan” della N’drangheta !
A seguito dell’arresto del 2015, in attesa di giudizio il finanziere era stato successivamente scarcerato, ed aveva iniziato a minacciare il commerciante, intimandogli di ritirare le sue querele, al punto tale da generare in lui e nella moglie, che per ironia della sorte in passato frequentava la moglie dello Stabile, “un perdurante stato di ansia e di paura e da ingenerare un fondato timore per se e per la propria famiglia, nonché una modificazione delle proprie abitudini di vita“. Stabile venne denunciato per stalking e condannato ad un anno e 6 mesi, a seguito di sentenza emessa nel giugno 2017 dal Tribunale di Taranto, decisione questa confermata successivamente in secondo grado dalla Corte d’Appello. L’ormai ex maresciallo Stabile, che è stato prima degradato a soldato semplice e successivamente espulso dalla Guardia di Finanza, è sottoposto anche ad un terzo processo penale. Infatti nell’ aprile 2018, era stato nuovamente arrestato in quanto ritenuto mandante di ulteriori intimidazioni incendiarie ai danni del commerciante, questa volta però incredibilmente insieme all’avvocato Massimiliano Cagnetta del Foro di Taranto, e due pregiudicati Aldo (detto Alduccio) La Neve e Salvatore Stasolla. Per quest’ultimo procedimento Stabile ha scelto il rito abbreviato e la sentenza dovrebbe arrivare entro la fine dell’estate. Piero Stabile, secondo le accuse a suo carico aveva commissionato l’incendio del furgone utilizzato al lavoro del commerciante Nunziata che lo aveva fatto arrestare nel 2015 al La Neve , il quale a sua
volta delegò lo Stasolla che aveva eseguito il tutto con la collaborazione dell’avvocato Cagnetta che nelle spedizioni punitive incredibilmente gli aveva fatto da autista.
Ieri l’ex maresciallo Piero Stabile assistito dall’ avvocato Attavilla è stato condannato a 9 anni e sei mesi di reclusione dal giudice Patrizia Todisco , una pena addirittura più pesante di quella richiesta dal pubblico ministero Ida Perrone che aveva chiesto la condanna a 8 anni di carcere. Il giudice inoltre ha disposto una provvisionale immediatamente esecutiva di 50mila euro che lo Stabile dovrà pagare in favore del commerciante che si era costituito parte civile nel processo. Sarà adesso un processo civile a determinare l’ammontare del risarcimento.
Puoi anche leggere