"AidaNova" prima nave crociera al 100% Gnl - Messaggero Marittimo

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13 Marzo 2020 -

“AidaNova” prima nave crociera al 100%
Gnl

  AMBURGO – Uno dei “segreti” meglio conservati dal cantiere tedesco “Meyer”
di Papenburg è stato svelato nei giorni scorsi. Con una originale scritta in
stile graffiti è stato reso noto il nome dell’unità della compagnia di
crociera “Aida” attualmente in costruzione che potrà funzionare alimentata a
Gnl.
Il nome che sarà dato alla nave, “AidaNova”, è stato svelato con un evento
che si è tenuto a bordo della “AidaPearl” e che è stato trasmesso su Facebook
e su tutte le unità Aida in navigazione nel mondo.
Il primo taglio della lamiera è avvenuto nello scorso mese di Febbraio mentre
la posa della chiglia è prevista nel prossimo mese di Settembre. La
“AidaNova” sarà pronta nell’Agosto del 2018 mentre la sua prima uscita è
schedulata nel mese di Dicembre. Nella sua prima stagione di viaggi, che
potranno essere già prenotati a partire da questo mese, l’unità inizierà ad
offrire una crociera che interesserà Madera e le Canarie.
Cinque isole in sette notti con la sensazione di trovarsi in piena estate
anche a Dicembre. Infatti grazie alle gradevoli temperature il pacchetto
contraddistinto dal nome “La mia vacanza perfetta” offrirà un suggestivo
soggiorno alla scoperta di Madeira, Lanzarote, Fuerteventura e delle Canarie
da sempre méta apprezzata dalla clientela tedesca.
Questa nuova generazione di navi Aida combina un design innovativo con una
tecnologia all’avanguardia per offrire un comfort ancora maggiore. La
“AidaNova”
sarà la prima nave da crociera al mondo che potrà essere gestita utilizzando
al 100% Gnl. Sarà anche la tredicesima unità della flotta “Aida” è sarà
seguita da una gemella così come previsto dalla commessa firmata dalla
compagnia tedesca nell’ estate del 2015.

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13 Marzo 2020 -

Fincantieri riapre il tavolo Stx con
Parigi

TRIESTE – Occhi puntati su Parigi e sul ministro dell’Economia d’Oltralpe,
Bruno Le Maire, al quale ora spetta la prima mossa della nuova partita sui
cantieri Stx di Saint-Nazaire, aperta da Emmanuel Macron, che vuole «rivedere
gli equilibri dell’azionariato» dopo l’ingresso di Fincantieri.
L’ipotesi è che Le Maire convochi in tempi assolutamente non lunghi un tavolo
fra i protagonisti della complessa vicenda, nessuno dei quali appare
intenzionato a rifiutare l’invito del ministro francese e a sedersi al tavolo
con intenti belligeranti. Al contrario: da Macron a Carlo Calenda, ministro
dello Sviluppo economico italiano, tutti sono convinti e affermano che questo
«matrimonio» non solo è una grande opportunità per l’Europa e una conferma
«dell’eccellenza dei rapporti» fra Italia e Francia (per usare le parole del
presidente francese), e che «non c’è alcuna polemica» e che sicuramente si
troveranno «soluzioni comuni e condivise» (Calenda).
Nessuna guerra all’orizzonte, quindi, ma un tavolo al quale «limare» i
contenuti dell’accordo dello scorso 12 Aprile che prevedeva quote del 48,7%
per Fincantieri, del 6% per la Fondazione CrTrieste, del 33,3% per lo stato
francese (con poteri di veto già concordati con l’ad del gruppo italiano,
Giuseppe Bono) e del 12% per Dcns (Direction des Constructions Navales
Services, partecipato dallo Stato francese).
Nel comprensibile silenzio del gruppo navalmeccanico italiano e della
CrTrieste, appare evidente che il nuovo tavolo parigino sarà completamente
diverso da quello che ha portato all’accordo del 12 Aprile.
Intanto, la presidente del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani,
sostiene che «la capacità e la solidità industriale di Fincantieri è
riconosciuta a livello globale e credo che alla fine prevarranno valutazioni
di questa natura su manifestazioni d’intenti che senza dubbio risentono anche
di un caldo clima elettorale». Per Serracchiani «sono invece meno solidi i
timori nazionali di cui Macron si è reso interprete, perché le trattative per
giungere all’accordo hanno tenuto conto di ogni aspetto. Inoltre, appare poco
credibile attribuire un ruolo da figurante alla Fondazione CRTrieste, che
invece partecipa con un preciso ruolo di rappresentanza territoriale».
Fincantieri, infatti, è diventata proprietaria a tutti gli effetti del 66,6%

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di Stx, firmano il 19 Maggio il contratto dell’asta del Tribunale di Seul e
ha già versato anche la prima tranche del pagamento da complessivi 79,5
milioni di euro. In via teorica, lo Stato francese potrebbe «sfilare» al
gruppo italiano quel 66,6%, ma solo esercitando (entro il prossimo 30 Luglio)
un diritto di prelazione (previsto dalla legge francese) e arrivando così a
una “nazionalizzazione” dei cantieri che sarebbe difficile da spiegare alla
luce dello spirito europeista e liberista di Macron. Fincantieri, d’altra
parte, ha sempre detto che non vuole fare l’operazione Stx a tutti i costi e
che è pronta a perfezionarla nel momento in cui rimane la concretezza e la
validità di un progetto industriale (che punta a consolidare la cantieristica
europea e a farne un grande player mondiale). E lo ha ribadito anche in
questo frangente rispondendo a Bruno Retailleau, senatore di Les Republicains
e presidente della Regione della Loira, dove si trova Saint-Nazaire, che dal
sito on line francese “Mer et Marine” aveva invitato Macron, prima del suo
intervento di ieri a Saint-Nazaire, a riaprire il dossier Stx.
Nella Loira, come nel resto della Francia, si voterà l’11 e il 18 Giugno, e
questo induce a pensare che il nuovo tavolo parigino si aprirà in tempi non
lunghi, con un occhio alle urne (più che alla scadenza del 30 Luglio) e
l’altro al grande mercato globale della cantieristica, che non è fatto solo
di navi da crociere ma anche da quelle militari.

“Mobilità pulita”: Uggè risponde a
“certi” sindacati

ROMA – «Dov’erano le rappresentanze sindacali mentre si consumava il
dumping sociale? ». È questa i sostanza la domanda che pone il presidente di
Conftrasporto e vice presidente di Confcommercio Paolo Uggè dopo la
presentazione delle nuove misure proposte dalla Commissione europea nel
pacchetto “Mobilità pulita” e le relative critiche della Filt-Cgil.
«Le proposte della Commissione europea sui Trasporti non sono una novità per
chi presta attenzione a quanto avviene in Europa – spiega Uggè -. Non è un
segreto che con l’apertura delle frontiere si è registrata un’offerta di

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personale sottopagato che sta mettendo in crisi sia i lavoratori italiani che
quelle imprese che intendono operare nel rispetto della sicurezza sociale e
della circolazione. Fino a oggi le uniche a non accorgersi di quanto stava
succedendo. rincara Uggè – sono state “certe” rappresentanze. Male che se ne
accorgano solo ora. Eppure non è difficile comprendere i fenomeni che stanno
avvenendo nel mercato globale».
Il presidente di Conftrasporto prosegue, sostenendo che non serve «chiedere
confronti in Europa. Serve invece fare squadra e almeno chiedere al Governo
di difendere i contenuti del documento a difesa del trasporto su gomma
sottoscritto a Parigi il 31 Gennaio scorso. In quell’occasione il ministro
delle Infrastrutture e dei Trasporti ha condiviso molte delle posizioni delle
federazioni dell’autotrasporto. Ora occorre mantenere quelle posizioni, se si
intendono veramente tutelare i lavoratori e le imprese italiane. Il
sindacato, non tutto per fortuna, anziché trovare l’intesa con chi
rappresenta il trasporto e la logistica, preferisce fare scelte che
riguardano la rappresentanza e non porta a chiusura un rinnovo contrattuale
che soddisfi le aspettative dei lavoratori, che determini più sicurezza e che
consenta alle imprese di poter divenire europee e competere nel mercato
europeo. Le richieste di incontro servono solo a far vedere che si esiste».

Ocean Network Express joint Nyk, Mol e
K-Line

LIVORNO – Le compagnie Kawasaki Kisen Kaisha, Mitsui O. S. K. Lines e
Nippon Yusen Kabushiki Kaisha hanno annunciato che la loro nuova joint
venture opererà sotto il nome “Ocean Network Express”.
L’istituzione di questa nuova joint venture, che andrà ad integrare le
attività di queste tre compagnie di trasporto container (compresa quella di
terminal operator in tutto il mondo, ad eccezione del Giappone), era già
stata precedentemente annunciata il 31 Ottobre 2016, con la pubblicazione
della “Notice of agreement to the integration of container shipping
businesses”.

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Attualmente è prevista la costituzione di una holding company in Giappone e
di una società operativa a Singapore che sarà incorporata. Inoltre, saranno
costituite sedi regionali della società operativa a Singapore, Hong Kong,
Regno Unito (Londra), Stati Uniti (Richmond, VA) e Brasile (Sao Paulo).
Tale operazione, consentirà alla Ocean Network Express di soddisfare al
meglio le esigenze dei caricatori, fornendo loro servizi di qualità e
altamente competitivi, grazie al consolidamento e alla valorizzazione delle
strutture e di servizi delle tre compagnie marittime.
A seguito dell’annuncio dello scorso 31 Ottobre, i tre armamenti Nyk, Mol e
K-Line, stanno procedendo all’istituzione della nuova joint venture che
comunque, come di consueto, sarà ufficialmente annunciata solamente dopo
l’approvazione delle competenti autorità Antitrust. La data di entrata in
servizio della Ocean Network Express è prevista il 1° Aprile 2018.

Come rilanciare la marineria italiana

                    Come rilanciare la marineria italiana

ROMA – Il sindacato Confederale Cgil Cisl ed Uil di categoria del settore
marittimo, è stato più volte chiamato ad esprimersi in merito alla polemica
tra Grimaldi ed Onorato e ancora all’inizio di questa querelle abbiamo
espresso – informa una nota congiunta dei sindacati – la nostra opinione
sull’attuale sistema del Registro Internazionale.
Abbiamo sottolineato che non è nostro interesse sostenere l’una o l’altra
posizione, perche siamo convinti che dovremmo agire sulla base di fattori
strategici e non contingenti. Ci è sufficientemente chiaro il danno che
immediatamente si sarebbe venuto a creare di fronte ad un tono troppo
aggressivo e a contenuti che richiederebbero analisi approfondite e non
tifoserie.
Un appello, il nostro, che rimasto inascoltato non ha potuto evitare che la
polemica si indirizzasse sul piano della concorrenza commerciale tra due
delle più importanti società di trasporto marittmo. Non a caso nel corso
dell’audizione alla IX Commissione Trasporti della Camera, in occasione del

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dibattito sulla modifica della Legge 30/98, abbiamo rilevato una carenza di
analisi di base ed una quasi assenza del rapporto costi/benefici.
Ogni Paese con tradizioni marinare ha un registro di bandiera, uno può
differire dall’altro e risultare più competitivo per questioni legate a
fattori burocratici, di costi, di obblighi a cui si devono attenere gli
armatori che vi iscrivono le proprie flotte, ma ciò dipende molto dalla
struttura fiscale e sociale di cui i Paesi stessi si dotano.
È innegabile che il Registro italiano, nei primi anni di vigenza della Legge
30/98, ha dato impulso alla stabilizzazione delle società

sotto la bandiera italiana e, nel rispetto di vincoli internazionali riferiti
al cabotaggio insulare e costiero definito in sede comunitaria, i dati a
consuntivo sull’entità della flotta nazionale e il ricorso al personale
italiano/comunitario sono evidenti.
Ma si può fare sempre di più e meglio. Come organizzazioni sindacali già
allora non ritenevamo sufficiente il numero minimo di italiani / comunitari
per avere accesso ai benefici fiscali della Tonnage Tax, così come non lo
riteniamo sufficiente neanche oggi, ma avere avviato una discussione solo su
una parte della legge da riformare potrebbe non garantire una visione di
prospettiva.
Il tema della forte presenza di personale extracomunitario a bordo di navi
battenti bandiera italiana non è un qualcosa che appartiene a questo settore
da pochi anni, ma è una realtà consolidata che si esprime a livello globale
anche in tutte le altre bandiere della flotta mercantile mondiale. È
complesso fare una puntuale analisi della carenza di occupazione marittima
italiana sulle nostre navi se prima non si sciolgono nodi strutturali, che
penalizzano il nostro sistema di adeguamento professionale alle esigenze del
mercato del lavoro a bordo.
Potremmo pensare, come avviene molto spesso sui social, che sia sufficiente
risolvere il tutto con la promulgazione di una legge o con qualche sciopero o
protesta. Se fosse così sarebbe molto semplice: sarebbe sufficiente chiedere
una legge sul lavoro ogni mese con una contestuale manifestazione e sciopero
e tutto sarebbe risolto.
Ma purtroppo non è cosi. Il settore marittimo è storicamente il più
globalizzato. Immaginare di porre vincoli o protezionismi in singoli stati
rischia di mettere a rischio la sua rilevanza economica, la sua occupazione
nazionale. L’occupazione marittima italiana si incentiva con altri elementi e

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presupposti ed ha dinamiche molto piu complesse e variabili.
Il mondo dello shipping sta cambiando e cambia giorno dopo giorno.
L’automazione e l’innovazione continue obbligano a nuove sfide in termini di
organizzazione del lavoro e di professionalizzazione. L’iter formativo che un
giovane intraprende per arrivare a diventare un lavoratore marittimo deve
essere coerente con ciò che il mercato richiede, sia in termini di qualifiche
sia in termini di certificazioni.
Il sistema di gestione dell’incontro tra domanda ed offerta di lavoro
marittimo non funziona e non tiene conto delle dinamiche sia tecnologiche che
professionali in atto. Dobbiamo puntare a riformare un settore che fatica
persino a tenere il conto delle proprie matricole.
Senza parlare dei costi necessari a qualificare il proprio patrimonio
professionale, spesso a carico degli stessi lavoratori marittimi, per
renderlo spendibile sul mercato delle professioni anche a livello
internazionale.
Deve essere un obiettivo comune, ricordandoci che il mondo dello shipping è
in piena evoluzione con strategie che vanno ben oltre i confini del modesto
dibattito odierno. Dobbiamo, quindi, lavorare per un nuovo sistema di
collocamento centralizzato ed informatizzato, andando a superare il sistema
delle chiamate presso le Capitanerie, impegnando quest’ultime a tenere
aggiornati i documenti che certificano chi è a bordo delle navi e chi fa che
cosa.
Dobbiamo avere un quadro certo dei fabbisogni formativi e di indirizzo per
poter meglio comprenedre cosa i nostri centri di formazione stanno facendo e
sotto quale controllo. Dobbiamo operare fin dal prossimo rinnovo contrattuale
del settore marittimo, che scade tra pochi mesi, affinchè la formazione e
l’aggiornamento di tutti i marittimi siano a carico degli armatori;
avvicinare sempre di più le caratteristiche di garanzia e tutela del turno
particolare a quello del Crl, riducendo contestualmente la forte precarietà
che si vive in questo settore.
Allo stesso tempo, per dare un segnale forte all’occupazione italiana,
dobbiamo operare affinchè si aumentino i numeri del fabbisogno nelle tabelle
di armamento in modo da ridurre i forti carichi di lavoro che stanno gravando
sull’attuale personale marittimo, aumentando di fatto le occasioni di lavoro
per i nostri giovani.
Inoltre occorre fare azioni di lobbing tutti insieme, convincendo la politica
e le istituzioni a far riconoscere il lavoro marittimo come lavoro usurante e
permettere cosi lo sblocco del turn over.

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Come Filt, Fit e Uiltrasporti abbiamo già intrapreso un percorso di questo
tipo, con un tavolo aperto presso il Mit. Invitiamo il Ministero a cogliere
il buon lavoro fatto nel settore portuale per farsi protagonista attivo e
rimettere al centro del dibattito politico istituzionale i temi del mare e
del suo rilancio, che non può prescindere da un luogo istituzionale dedicato
esclusivamente al settore.
Ritorniamo ad affrontare i problemi in termini strategici, evitando di farli
diventare solo temi a carattere emergenziale e mediatico.
Certo, le ultime vicende di cronaca politica giudiziaria non aiutano
riflessioni serene utili ad esprimere un giudizio di merito sul mondo
armatoriale o di lupi… di mare.
Tuttavia non saranno questi brutti eventi a farci desistere dal cercare
insieme ai lavoratori, confrontandoci con le Associazioni di rappresentanza
datoriale e istituzionali, soluzioni e forme ottimali per garantire stabilità
occupazionale a chi è già inserito negli organici e a chi pensa di costruire
il proprio progetto di vita lavorando a bordo delle navi.
Riteniamo fondamentale che tutti sotterrino “l’ascia di guerra” e si mettano
intorno ad un tavolo composto da sindacati, istituzioni ed armatori per
trovare le soluzioni che riescano a contemperare le aspettative del mondo
armatoriale con quelle dei marittimi, a partire da un aumento significativo
di personale italiano sulle nostre navi oltre ad un chiaro miglioramento
delle condizioni di lavoro a bordo.
Pertanto invitiamo tutti gli attori ad abbassare i toni e se davvero hanno a
cuore la marineria italiana, settore fondamentale per la nostra nazione,
inizino a confrontarsi con il sindacato perché solo in questa maniera
possiamo trovare quei punti in comune indispensabili per vincere le sfide del
mercato globale.
Se facciamo squadra, nel rispetto degli interessi particolari che ciascuno di
noi rappresenta, ci saranno sicuramente le condizioni per rilanciare il
settore marittimo, ma se si vuole continuare con i proclami a chi è più ”
bravo e virtuoso” denigrando gli altri, non ci saranno passi avanti in senso
positivo.
Il sindacato confederale è pronto a fare la sua parte. Al Governo e al
Parlamento chiediamo di guidare un processo, che se lasciato nelle mani di
armatori uno contro l’altro o di politici molto legati a singole lobbies
porterà solo danni al Paese.

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Espritec e Wtransnet per aziende
logistica

MILANO – Wtransnet, la piattaforma di networking leader nel settore del
trasporto, ha siglato un accordo con Espritec, l’impresa italiana che
fornisce software gestionali e servizi informatici per la logistica
integrata, i trasporti e le spedizioni.
La collaborazione tra le due imprese consente alle aziende di logistica e
spedizione che già utilizzano il sistema gestionale Gespe di Espritec e la
borsa carichi Wtransnet di integrare le due funzioni, essendo perciò in grado
di offrire un carico o un camion nella borsa direttamente dal sistema,
mediante una funzione inclusa nel software.
L’accordo consentirà di integrare le funzioni di entrambe le piattaforme,
facilitando la pubblicazione di carichi e camion per clienti di Espritec
all’interno della borsa senza dover compilare nuovamente il formulario di
offerta. In una realtà come quella odierna, rendere visibili i servizi che si
vogliono offrire assicurando un importante risparmio di tempo per gli
operatori di traffico senza rinunciare alla sicurezza è un fattore decisivo.
Infatti, oltre alla gestione e al movimento di merci e camion in maniera
precisa ed efficace i clienti di Espritec potranno beneficiare della
sicurezza che offre la piattaforma Wtransnet per poter incontrare nuovi
partner qualificati e garantiti. Integrando i due sistemi è possibile
sfruttare di uno strumento potente ed efficace, mediante il quale aumentare
la possibilità di creare una rete affidabile di collaboratori, ottimizzando i
viaggi in maniera assolutamente sicura e senza uscire dalla piattaforma.
«Le aziende si ritrovano ogni giorno a dover gestire con la massima
efficienza e nel minor tempo possibile numerosi software, dovendosi
interfacciare con differenti procedure e assicurandosi che tutto possa
quadrare a fine giornata. Anche noi di Wtransnet siamo costantemente alla
ricerca di soluzioni che facilitino il lavoro quotidiano dei nostri clienti,
di idee innovative, sicure ed efficaci che ci consentano di supportare ed
agevolare i loro compiti», ha dichiarato Nicolò Calabrese, sales manager di
Wtransnet Italia.

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Mentre, Roberto Gorlato, Ceo di Espritec, ha così commentato l’intesa
raggiunta: «I valori di Espritec sono gli stessi che condividiamo con
Wtransnet, ovvero la qualità e la sicurezza della nostra offerta. La nostra
azienda si sta sviluppando molto a livello internazionale, senza perdere il
focus a livello nazionale e grazie alla partnership strategica che abbiamo
siglato con Wtransnet siamo oggi capaci di fornire una risposta efficace e
sicura alle esigenze di ottimizzazione delle tempistiche che le imprese
nostre clienti hanno in un mercato come quello odierno. Siamo certi che i
benefici di questo accordo saranno importanti per la crescita ed il successo
di entrambe le parti, sia a livello nazionale che internazionale».

Cruise terminal Manhattan e Brooklyn a
Ports America

  NEW YORK – La New York City Economic Development Corporation (NYCEDC) ha
scelto Ports America per gestire i terminal crociere di Manhattan e Brooklyn
fino al 2029.
Come previsto dall’accordo, Ports America investirà 38,5 milioni di dollari
Usa in ambedue le infrastrutture, rafforzando la posizione di New York come
uno dei principali porti per crociere del Paese.
Ports America sarà responsabile per l’ormeggio delle navi e le operazioni di
stivaggio, manutenzione, parcheggio, sicurezza e fatturazione nei due
terminal. Ma fornirà anche servizi ausiliari, come la gestione degli eventi e
le banchine militari e per gli yachts.
Nella struttura di Manhattan, Ports America investirà 23,5 milioni di
dollari. Tra i vari interventi previsti si segnalano la realizzazione di
nuovi spazi per le navi di grandi dimensioni e la ristrutturazione della
banchina numero 90.
Quindici milioni di dollari saranno invece destinati al Brooklyn Cruise
Terminal, anche in questo caso per una maggiore dotazione di spazi per le
navi più grandi e per altri miglioramenti.

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Looney Tunes a bordo delle navi Moby

MILANO – Un’estate di viaggi accanto ai Looney Tunes. Anche quest’anno Moby
fa salire i fantastici costumed characters della Warner Bros a bordo delle
navi della compagnia dirette in Sardegna. Un’allegra “invasione” a bordo, dal
primo Giugno al 10 Settembre, che rallegrerà le traversate delle famiglie. Un
vero e proprio parco giochi galleggiante, per ogni nave ci sarà un
personaggio dal vivo: Titti, il dolcissimo canarino giallo; l’immancabile
amico-antagonista Silvestro; il simpatico Daffy Duck e l’insaziabile Taz.
Tutti protagonisti di traversate indimenticabili per i clienti diretti in
Sardegna, grazie alla partnership con Warner Bros. Consumer products, in
virtù della quale Moby nel corso degli anni ha personalizzato le fiancate e
gli interni di gran parte della flotta proprio con i leggendari Looney Tunes.
Ma le sorprese non finiscono qui, perché la grande novità del 2017 riguarda
la possibilità per gli ospiti di fare colazione e merenda insieme ai Looney
Tunes, il tutto servito al ristorante. E per chi acquista la cabina vclass
sulla Genova – Olbia, il servizio è offerto da Moby. Tra i menu (a
disposizione anche i prodotti gluten free) ci sono la “Colazione da Titty”,
la “Colazione del Lupo” e la “Merenda”, nel corso delle quali si potranno
gustare croissant, miele, burro e marmellata, uova, bacon, oltre alle crêpes
con la nutella e una vasta scelta di bevande e succhi.
Moby offre un servizio che garantisce i massimi livelli di comfort e qualità,
grazie a una pluralità di servizi a bordo dedicati ai passeggeri: dall’area
shopping alla show lounge, passando per le aree bambini, le sale giochi,
oltre a ristoranti e self service che offrono menu con i prodotti tipici
della cucina Mediterranea, con lo speciale bimbi dedicato ai più piccoli.
Tante offerte di ristorazione per tutte le tasche, dove la migliore ricetta è
la qualità al giusto prezzo.

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13 Marzo 2020 -

Nuove leggi in Brasile per sviluppo
porti

BRASILIA – Il ministro brasiliano dei Trasporti, Mauricio Quintella, ha
rivelato che le modifiche alle leggi recentemente adottate dal presidente
Michel Temer, potrebbero attirare investimenti per oltre 7,5 miliardi di
dollari Usa nel settore portuale.
Una delle misure più importanti è stata quella di aumentare il periodo delle
concessioni da 25 a 35 anni per i contratti siglati dopo il 1993: questi
potrebbero perfino essere estesi fino a 70 anni.
Tuttavia, poiché le concessioni rilasciate dopo il 1993 non sono passate
attraverso una procedura di gara aperta, queste non possono essere estese e,
secondo quanto affermato dallo stesso ministro, rimangono in attesa di essere
ri considerate.
Un discorso a parte, viene fatto per il porto di Maceiò che riceverà 24
milioni di dollari separatamente. Grazie a questo finanziamento, i fondali
saranno portati da 8,5 a 11 metri consentendo così lo scalo di navi più
grandi.
Attualmente questo porto movimenta 2,5 milioni di tonnellate ma, una volta
adeguati i fondali, si prevede di passare a 3,5 milioni di tonnellate nel
2020 ed a quattro milioni nel 2040.
Secondo Quintella, finora la mancanza di validi fondali ha reso finora
difficile attrarre nuovi investimenti.
La città di Maceiò, capitale dello Stato dell’Alagoas, localizzata nella
parte nord-est del Paese a circa 250 km a sud di Recife, si affaccia
sull’Oceano Atlantico e nel suo porto ogni anno attraccano numerose navi da
crociera sudamericane, ma anche europee ed italiane.

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Bretella autostradale nel distretto di
Sassuolo

SASSUOLO – Si avvicina la partenza dei lavori della bretella autostradale
Campogalliano – Sassuolo, che collegherà più velocemente il distretto
ceramico con le autostrade. Al Palazzo Ducale di Sassuolo il presidente della
Regione Stefano Bonaccini e il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti
Graziano Delrio, hanno presentato progetto e cronoprogramma per l’apertura
dei cantieri: il via ai lavori è previsto nel 2018 e per la realizzazione
sono previsti quattro anni.
La nuova bretella sarà lunga 15 chilometri con due gallerie artificiali, otto
viadotti e cinque svincoli, prevede un investimento complessivo di 506
milioni di euro, di cui 215 di contributo pubblico. Sarà potenziata anche la
viabilità ordinaria per migliorare i collegamenti, come il collegamento con
la tangenziale di Modena e la modifica alla via Emilia con la creazione della
variante di Rubiera. Sarà un sistema aperto: non verranno creati caselli in
corrispondenza degli svincoli, ma ci sarà una barriera vicino al raccordo con
le autostrade A1 e A22.
La presentazione del progetto della bretella Campogalliano – Sassuolo «segna
il rispetto di un impegno assunto dal Governo di consentire la realizzazione
delle infrastrutture effettivamente necessarie per lo sviluppo del
territorio», ha detto il ministro Delrio. Questa intesa, ha detto Delrio,
«costituisce un’ulteriore affermazione della politica e del fatto che, quando
si lavora bene, le cose si concretizzano. Nonostante il tempo trascorso ci
siamo arrivati e questa è una bella notizia per questa provincia, per le
imprese e per tutti i cittadini del territorio».
Soddisfatto anche il presidente della Regione Emilia-Romagna Stefano
Bonaccini: «Ci avviciniamo all’apertura dei cantieri di un’opera
indispensabile per la competitività di un territorio come quello del
distretto ceramico, fra gli assi portanti dell’economia regionale. Avevo
detto che questa doveva essere la legislatura dell’avvio dei lavori della
Campogalliano – Sassuolo e stiamo facendo ciò che serve affinché l’impegno
preso diventi realtà. Adesso ci sono tutte le condizioni per realizzare
l’opera».

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