Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle installazioni soggette ad AIA - ALLEGATO A
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ALLEGATO A Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle installazioni soggette ad AIA Scheda Masterplan P4-A Triennio 2020-2022
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle installazioni soggette ad AIA Triennio 2019-2021 Sommario 1. Premessa........................................................................................................................................... 2 2. Definizioni ....................................................................................................................................... 2 3. Normativa italiana di recepimento degli indirizzi operativi a livello comunitario .......................... 4 4. Metodologia di Valutazione del Rischio .......................................................................................... 7 5. Analisi dei principali problemi ambientali pertinenti ..................................................................... 8 5.1 Qualità dell'aria ......................................................................................................................... 8 5.2 Qualità delle acque superficiali ............................................................................................... 10 5.3 Vulnerabilità Territoriale ......................................................................................................... 12 6. Identificazione della zona geografica coperta dal piano d'ispezione ............................................. 13 7. Registro delle installazioni coperte dal piano ................................................................................ 14 8. Procedure per il popolamento dell’algoritmo di calcolo dell’IR e programmazione della frequenza delle visite ispettive utilizzando il modello SSPC semplificato ........................................ 16 8.1 Metodologia per la determinazione dell'Indice di Rischio ...................................................... 18 8.1.1 Impatto potenziale Pi ...................................................................................................... 18 8.1.2 Impatto reale – Fattore emissione in aria Pa................................................................... 19 8.1.3 Coefficiente correttivo che tiene conto della qualità dell’aria - coefa ............................. 20 8.1.4 Impatto reale - Emissioni in acqua PH2O (acque superficiali) ................................................... 23 8.1.5 Coefficiente correttivo che tiene conto della qualità delle acque superficiali coefH2O .... 25 8.1.6 Impatto reale – Gestione Rifiuti Pw ................................................................................ 28 8.1.7 Coefficiente correttivo legato all’osservanza della gestione dell’azienda coefoss............ 29 8.1.8 Coefficiente correttivo legato all’adesione a sistemi di gestione ambientale coefSGA .... 30 8.1.9 Vulnerabilità territoriale................................................................................................... 30 9. Risultati dell’applicazione del modello per le installazioni presenti in Basilicata ........................ 35 10. Ispezioni Straordinarie ................................................................................................................ 44 11. Coordinamento con i controlli ordinari con le AIA di competenza Statale ................................. 44 12. Modalità di coordinamento tra le varie autorità d'ispezione ........................................................ 44 Allegato: 1. SSPC Sistema di supporto alla Programmazione dei Controlli – Metodologia e definizione dei parametri 1
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA 1. Premessa Il Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata è predisposto in conformità ai requisiti previsti all’art. 29-decies, commi 11-bis e 11-ter, del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. ed è redatto ai fini della programmazione delle attività di controllo contenute nelle DGR di Autorizzazione Integrata Ambientale delle varie installazioni operanti sul territorio della Regione Basilicata. In tale Piano è indicata la frequenza delle ispezioni che l’Autorità Competente al Controllo svolgerà sulla base di valutazioni riguardanti i potenziali e reali impatti sull’ambiente, espressi a mezzo di un Indice di Rischio (IR) delle installazioni calcolato seguendo il modello SSPC (Sistema di Supporto alla Programmazione dei Controlli) Si tratta di un modello multicriterio che tiene conto delle implicazioni causate dall’impatto ambientale di un’attività produttiva in relazione alla vulnerabilità del territorio in cui si trova ad esercire. Si basa sull’identificazione di parametri assegnati ad ogni installazione e raggruppati in insiemi logici: da un lato l’insieme dei parametri che esprimono il rischio aziendale intrinseco (suddiviso a sua volta in rischio potenziale e reale) e dall’altro l’insieme dei parametri che esprimono la vulnerabilità del territorio. E’ così possibile valutare oggettivamente ogni installazione attraverso l’IR; la graduatoria risultante, con la descrizione della metodologia utilizzata per popolare l’algoritmo di calcolo dell’IR, viene proposta quale base per la programmazione della frequenza delle ispezioni in Basilicata. 2. Definizioni Segue un elenco delle definizioni adottate nella presente trattazione. Installazione (art. 5 comma 1 lettera i-quater): unità tecnica permanente, in cui sono svolte una o più attività elencate all'allegato VIII alla Parte Seconda e qualsiasi altra attività accessoria, che sia tecnicamente connessa con le attività svolte nel luogo suddetto e possa influire sulle emissioni e sull'inquinamento. E' considerata accessoria l'attività tecnicamente connessa anche quando condotta da diverso gestore. Autocontrollo: controllo eseguito dal Gestore in accordo con il piano di monitoraggio e controllo stabilito nella/e autorizzazione/i. Può includere il monitoraggio delle emissioni, dei parametri di processo e degli impatti sull'ambiente recettore. E’ effettuato in base a protocolli di misura riconosciuti (norme o metodi analitici dimostrati o metodi di calcolo/stima). I gestori possono anche affidare i loro autocontrolli ad un soggetto esterno. Autorità competente (art. 5 comma 1 lettera p): la pubblica amministrazione cui compete l'adozione del provvedimento ovvero il rilascio dell'Autorizzazione Integrata Ambientale o del provvedimento comunque denominato che autorizza 2
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA l'esercizio. Ai sensi dell’art.29 decies comma 3 l'autorità competente, avvalendosi delle agenzie regionali e provinciali per la protezione dell'ambiente, accerta quanto previsto e programmato nell'autorizzazione secondo l'articolo 29-sexies, comma 6 e con oneri a carico del gestore. Coordinamento: qualunque misura adottata per far sì che le autorità competenti pianifichino e realizzino i controlli di loro competenza in modo coordinato, al fine di garantire il minimo intralcio al normale esercizio delle attività dell’impresa e al contempo contribuire efficacemente alla tutela dell’interesse pubblico. Ispezione ambientale (art. 5 comma 1 lettera v- quinquies): tutte le azioni, ivi compresi visite in loco, controllo delle emissioni e controlli delle relazioni interne e dei documenti di follow-up, verifica dell'autocontrollo, controllo delle tecniche utilizzate e adeguatezza della gestione ambientale dell'installazione, intraprese dall'autorità competente o per suo conto al fine di verificare e promuovere il rispetto delle condizioni di autorizzazione da parte delle installazioni, nonché, se del caso, monitorare l'impatto ambientale di queste ultime;” . Ispezione ordinaria: ispezione ambientale di carattere ordinario prevista all’interno di un programma di ispezione pianificato. Ispezione straordinaria: ispezione ambientale determinata da situazioni pregresse non conformi, incidenti e/o violazioni, riesame/modifica di un’autorizzazione ovvero da segnalazioni in merito ad inconvenienti. Monitoraggio: controllo sistematico delle variazioni di una specifica caratteristica chimica o fisica di un'emissione, scarico, consumo, parametro equivalente o misura tecnica ecc. Ciò si basa su misurazioni e osservazioni ripetute con una frequenza appropriata, in accordo con procedure documentate e stabilite, allo scopo di fornire informazioni utili a definire lo stato di qualità ambientale. Piano di ispezione a livello regionale (art. 29-decies comma 11-bis): definisce le attività ispettive in sito di cui all'articolo 29-sexies, comma 6-ter, e di cui al comma 4; viene periodicamente aggiornato a cura della Regione ed è caratterizzato dai seguenti elementi: a. un'analisi generale dei principali problemi ambientali pertinenti; b. la identificazione della zona geografica coperta dal piano d'ispezione; c. un registro delle installazioni coperte dal piano; d. le procedure per l'elaborazione dei programmi per le ispezioni ambientali ordinarie; e. le procedure per le ispezioni straordinarie, effettuate per indagare nel più breve tempo possibile e, se necessario, prima del rilascio, del riesame o dell'aggiornamento di un'autorizzazione, le denunce ed i casi gravi di incidenti, di guasti e di infrazione in materia ambientale; f. se necessario, le disposizioni riguardanti la cooperazione tra le varie autorità d'ispezione. 3
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA Programma per le ispezioni (art. 29-decies comma 11-bis lettera d) e comma 11-ter): definisce il periodo tra due visite in loco che “non supera un anno per le installazioni che presentano i rischi più elevati, tre anni per le installazioni che presentano i rischi meno elevati, sei mesi per installazioni per le quali la precedente ispezione ha evidenziato una grave inosservanza delle condizioni di autorizzazione. Tale periodo è determinato, tenendo conto delle procedure di cui al comma 11-bis, lettera d), sulla base di una valutazione sistematica effettuata dalla Regione sui rischi ambientali delle installazioni interessate, che considera almeno: a. gli impatti potenziali e reali delle installazioni interessate sulla salute umana e sull'ambiente, tenendo conto dei livelli e dei tipi di emissioni, della sensibilità dell'ambiente locale e del rischio di incidenti; b. il livello di osservanza delle condizioni di autorizzazione; c. la partecipazione del gestore al sistema dell'Unione di ecogestione e audit (EMAS) (a norma del regolamento (CE) n. 1221/2009)”. Rischio: per rischio si intende la pericolosità di un evento, calcolata con riferimento alla probabilità che questo si verifichi, correlata alla gravità delle relative conseguenze. Il concetto di rischio è definito oggettivamente e soggettivamente. Il rischio oggettivo è legato al tipo di attività svolta e alla gravità dell’evento che può derivare dall’inosservanza delle norme poste a tutela dell’interesse pubblico; il rischio soggettivo è legato all’affidabilità della singola impresa, cioè alla sua attitudine ad ottemperare alle norme poste a tutela dell’interesse pubblico. Sistema SSPC (Sistema di Supporto della Programmazione dei Controlli): algoritmo approvato dal sistema delle Agenzie Ambientali e ASSOARPA ispirato alle indicazioni emerse in ambito IMPEL nel contesto del programma “Do the Right Things – IRAM”. Detto sistema nel maggio 2014 è stato sperimentato negli impianti AIA operanti nella regione Calabria con la collaborazione delle ARPA di Lombardia, Emilia-Romagna, Puglia e Calabria. 3. Normativa italiana di recepimento degli indirizzi operativi a livello comunitario IPPC è l’acronimo di “Integrated Pollution Prevention and Control” ovvero controllo e prevenzione integrata dell’inquinamento: questo concetto è stato introdotto per la prima volta con la Direttiva 96/61/CE (conosciuta come direttiva IPPC). La Direttiva IPPC prevedeva un approccio innovativo per la riduzione degli impatti ambientali con la graduale applicazione di un insieme di soluzioni tecniche (impiantistiche, gestionali e di controllo) presenti sul mercato, al fine di evitare e/o ridurre le emissioni nell’aria, nell’acqua, nel suolo, comprese le misure relative ai rifiuti. 4
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA L’Italia recepì questa direttiva con il D.Lgs. 372/99 che introdusse nell’ordinamento nazionale l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) limitatamente agli impianti industriali esistenti. In seguito il decreto venne parzialmente abrogato dal D.Lgs. 59/05 che estese il campo di applicazione dell’AIA agli impianti nuovi ed alle modifiche sostanziali apportate a quelli esistenti (Gazzetta Ufficiale n. 93 del 22 aprile 2005). Parziali modifiche al D.Lgs. 59/2005 furono poi introdotte dal D.Lgs. 152/2006 e in seguito dal D.Lgs. 4/2008. Successivamente il D.Lgs 59/05 fu inglobato nella Parte Seconda del D.Lgs. 152/2006 e nel D.Lgs. 128/2010 (entrato in vigore dalla fine di agosto del 2010) . Nell' Aprile 2014 è entrato in vigore il D.Lgs. 46/2014 (GU Serie Generale n.72 del 27-3- 2014 - Suppl. Ordinario n. 27) quale attuazione della Direttiva 2010/75/EU relativa alle emissioni industriali (prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento), (conosciuta come IED - Industrial Emissions Directive). Tra le novità emergono: la modifica alla normativa in materia di Autorizzazione Integrata Ambientale; la sostituzione del D.Lgs. 133/2005 (impianti incenerimento e coincenerimento) con il Capo IV della IED introdotto alla Parte Quarta del D.Lgs. 152/2006 al titolo III- Bis; variazioni al Titolo I e II della Parte Quinta del D.Lgs. 152/2006 per quanto concerne i grandi impianti di combustione e le installazioni ed attività che utilizzano solventi organici. Le principali innovazioni introdotte sono: l'estensione del campo di applicazione per le attività IPPC; l’emanazione delle “BAT conclusion” (documenti di riferimento - Decisioni EU che fissano le nuove condizioni di esercizi e i relativi valori limite); la frequenza delle ispezioni ambientali regolata sulla valutazione del rischio ambientale; l'introduzione di sanzioni amministrative e penali differenziate in base alle diverse tipologie di violazione. il superamento del concetto di rinnovo a favore di quello di "riesame con valenza di rinnovo" che è disposto dalla Autorità Competente. I concetti chiave riguardano: un approccio integrato sia nel coordinamento tra i vari soggetti sia nella valutazione dei diversi aspetti ambientali per limitare il trasferimento dell’inquinamento da un comparto all’altro; il superamento dell’approccio “command and control” con il coinvolgimento del Gestore dell’impianto quale soggetto attivo e propositivo; la messa a punto di un piano di monitoraggio, che copra tutta la validità dell’Autorizzazione, proposto dal Gestore dell’Installazione e approvato 5
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA dall’Autorità Competente con il Decreto AIA; la trasparenza del procedimento amministrativo e il coinvolgimento del pubblico e di tutti i portatori di interessi; la pubblicazione dei risultati dei controlli e dei monitoraggi. L’Autorizzazione così configurata promuove la progressiva adozione delle migliori tecniche disponibili o Best Available Technique (fissate in documenti tecnici che la normativa definisce BRef – Best Reference o BATc – BAT conclusion in fase di progettazione, gestione, manutenzione e dismissione dei processi industriali. Il fine è di ottenere un alto livello di protezione dell’ambiente nel suo complesso e di prevenire, ridurre e/o eliminare l’inquinamento con interventi alla fonte. Tale approccio mira a garantire una gestione accorta delle risorse naturali spingendo i processi verso livelli di efficienza sempre più elevati. Il D.Lgs. 46/2014, dunque, stabilisce che le attività ispettive sulle installazioni AIA devono essere definite in un piano d’ispezione ambientale a livello regionale, caratterizzato dai seguenti elementi: a) un'analisi generale dei principali problemi ambientali pertinenti; b) l’identificazione della zona geografica coperta dal piano d'ispezione; c) un registro delle installazioni coperte dal piano; d) le procedure per l'elaborazione dei programmi per le ispezioni ambientali ordinarie. Prevede altresì che ad ogni installazione AIA, attraverso l’analisi/valutazione del rischio, sia attribuito valore di tale rischio che determinerà la periodicità delle ispezioni. In particolare, il periodo tra due visite in loco non deve superare: 1. tre anni per le installazioni che presentano i rischi meno elevati; 2. un anno per le installazioni che presentano i rischi più elevati; 3. sei mesi per installazioni per le quali la precedente ispezione ha evidenziato una grave inosservanza delle condizioni di autorizzazione. Tale periodo è determinato sulla base di una valutazione sistematica effettuata dalla Autorità Competente o dalla Provincia autonoma sui rischi ambientali delle installazioni interessate, che considera almeno: a) gli impatti potenziali e reali delle installazioni interessate sulla salute umana e sull'ambiente, tenendo conto dei livelli e dei tipi di emissioni, della sensibilità dell'ambiente locale e del rischio di incidenti; b) il livello di osservanza delle condizioni di autorizzazione; c) la partecipazione del Gestore al sistema dell'Unione di ecogestione e audit (EMAS) [a norma del regolamento (CE) n. 1221/2009] 6
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA 4. Metodologia di Valutazione del Rischio Al fine di individuare l’indice di rischio delle installazioni in relazione al loro impatto ambientale e, conseguentemente, definire la frequenza e la priorità dei controlli sulle attività produttive del territorio, è stato implementato il modello di calcolo (vedi Allegato 1) che contempla al suo interno le seguenti variabili: una variabile rappresentativa dell’impatto potenziale associata all’impianto, caratteristica della tipologia di attività svolta; tre variabili rappresentative dell’impatto ‘reale’: emissioni in atmosfera, emissioni in acqua, presenza di rifiuti in ingresso. Alle variabili emissioni in atmosfera ed emissioni in acqua sono attribuiti i coefficienti che rappresentano rispettivamente la qualità dell’aria e la qualità delle acque superficiali ; quattro variabili rappresentative della vulnerabilità del territorio: presenza di aree naturali protette, densità di popolazione, vulnerabilità del suolo, presenza di siti contaminati e siti di interesse nazionale (SIN); due termini che rappresentano le performance aziendali sia in negativo (legate ad attività di controllo e conseguenti diffide e/o sospensioni) sia in positivo (partecipazione a strumenti di certificazione ambientale volontarie). 7
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA 5. Analisi dei principali problemi ambientali pertinenti L’analisi permette di mettere in relazione lo stato delle risorse ambientali con la collocazione delle installazioni; tale relazione è possibile individuando i principali fattori di rischio ambientale legati alla presenza delle installazioni medesime. In particolare, l’analisi è stata focalizzata sui seguenti aspetti ambientali ritenuti maggiormente rappresentativi perché documentati e pertinenti: - qualità dell’aria - qualità delle acque superficiali - vulnerabilità territoriale 5.1 Qualità dell'aria Con DGR del 29 dicembre 2010 n. 2217, la Regione Basilicata ha provveduto all’approvazione dei documenti “Inventario delle emissioni di inquinanti dell’aria” e “Valutazione preliminare della qualità dell’aria ambiente e classificazione del territorio”, che hanno permesso di realizzare la zonizzazione del territorio regionale sulla base dei carichi emissivi degli anni 2004-2005. Successivamente, con l’entrata in vigore delle nuove normative, il Dipartimento Ambiente e Territorio – Ufficio Compatibilità Ambientale della Regione Basilicata, in collaborazione con l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente di Basilicata (A.R.P.A.B.), ha elaborato un progetto di zonizzazione e classificazione del territorio della Regione Basilicata ai fini della qualità dell’aria, che supera la vecchia zonizzazione effettuata ai sensi del Decreto Ministeriale 2 aprile 2002 n. 60 e che recepisce la metodologia di riferimento per la caratterizzazione delle zone e classificazione introdotte dal D.lgs.155/2010. La proposta di piano è attualmente al vaglio del MATTM, in attesa di approvazione definitiva. Successivamente con DGR del 6 agosto 2013 n. 983, la Regione Basilicata ha approvato le “Norme tecniche ed azioni per la tutela della qualità dell’aria nei comuni di Viggiano e Grumento Nova”, ed ha introdotto il valore limite giornaliero per l’idrogeno solforato-H2S riducendo anche i valori limite per l’anidride solforosa- SO2 del 20% rispetto a quelli nazionali. Si è proceduto alla zonizzazione del territorio regionale effettuata ai sensi dell’articolo 3 del D.lgs. 155/2010, commi 2 e 4 e seguendo i criteri specificati nell’Appendice I del D. Lgs. 155/2010 “Criteri per la zonizzazione del territorio”. La relativa classificazione è stata redatta ai sensi dell’articolo 4 del D.lgs. 155/2010 Si è ritenuto opportuno avere un’unica zonizzazione valida per entrambi gli inquinanti, primari e secondari, escluso l’Ozono. Il risultato delle analisi ha portato all’individuazione 8
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA della ZONA A, che comprende i comuni con maggiore carico emissivo (Potenza, Lavello, Venosa Matera, Melfi, Tito, Barile, Viggiano, Grumento Nova, Pisticci, Ferrandina, Montalbano Jonico, Scanzano Jonico, Policoro, Montescaglioso e Bernalda) e la ZONA B che comprende il resto del territorio lucano. Figura 1:Mappa della Zonizzazione relativa a tutti gli inquinati a meno dell’ozono Per quanto riguarda l’Ozono, le zone sono state individuate prendendo in considerazione come caratteristica predominante l’orografia regionale riferendosi ai comuni lucani aventi una altitudine media minore di 600 m.s.l.m. ed altri comuni con altitudine media maggiore di 600 m.s.l.m.; pertanto il territorio lucano risulta suddiviso in due differenti zone, denominate rispettivamente Zona C e Zona D (cfr. Figura 2). 9
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA Figura 2: Mappa della Zonizzazione relativa all’ozono A partire dalle zone individuate si è proceduto alla classificazione delle stesse attraverso il confronto dei valori delle concentrazioni degli inquinanti, acquisiti dalla Rete Regionale di monitoraggio della Qualità dell'Aria (RRQA) gestita dall’ARPAB, con le rispettive soglie di valutazione definite dalla normativa dettata dal D. Lgs. 155/2010. Sulla base dei superamenti dei valori di soglia superiori (SVS) ed inferiori (SVI) sono state individuate quattro classi che sono state attribuite "in maniera statica" ai comuni in cui sono allocate le centraline. Nel caso in cui nello stesso comune siano presenti più centraline, si è fatto riferimento a quella che ha rilevato i valori più gravosi. 5.2 Qualità delle acque superficiali Per la tutela delle risorse idriche la Regione Basilicata con DGR 252/2016 – “Approvazione della classificazione e tipizzazione dei corpi idrici superficiali e dell’aggiornamento della rete di monitoraggio delle acque superficiali e sotterranee, acque dolci destinate alla vita dei pesci e marino costiere, ai sensi del d.lgs 152/2006 e ss.mm.ii. e della direttiva nitrati 10
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA 91/676/CE, per l’implementazione delle attività di analisi e monitoraggio, funzionali al raggiungimento degli obiettivi di qualità e all’aggiornamento del PRTA” ha progettato un monitoraggio finalizzato ad una prima valutazione dello stato qualitativo dei corpi idrici regionali. Il Piano regionale di tutela delle acque (PRTA) è lo strumento previsto all’articolo 121 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 attraverso il quale le Regioni individuano gli interventi volti a garantire la tutela delle risorse idriche e la sostenibilità del loro sfruttamento per il conseguimento degli obiettivi fissati dalla Direttiva comunitaria 2000/60/CE. Si può controllare in tal modo lo stato di qualità dei corsi d’acqua e invasi significativi della regione, attraverso l’elaborazione di due indici: lo stato ecologico e lo stato chimico. L’attuale rete di monitoraggio per il controllo ambientale è stata strutturata secondo i requisiti della Direttiva 2000/60/EU e del D.Lgs 152/06 e s.m.i. che, per la parte acque, rappresenta il recepimento, in Italia, della direttiva europea. I parametri misurati secondo quanto previsto da normativa sono elaborati per ottenere una classificazione che prevede cinque classi per lo stato ecologico (ottimo, buono, sufficiente, scarso, cattivo) e due classi per lo stato chimico (buono, non buono). Lo “Stato Ecologico” è espressione della qualità della struttura e del funzionamento degli ecosistemi acquatici associati alle acque superficiali. Alla sua definizione concorrono gli: - elementi biologici (macrobenthos, fitobenthos, macrofite e fauna ittica); - elementi idromorfologici, a sostegno degli elementi biologici; - elementi fisico-chimici e chimici, a sostegno degli elementi biologici. Gli elementi fisico-chimici e chimici a sostegno comprendono i parametri fisico-chimici di base e le sostanze inquinanti la cui lista, con i relativi Standard di Qualità Ambientale (SQA), è definita a livello di singolo Stato membro sulla base della rilevanza per il proprio territorio (Tab.1/B del D. Lgs 172/2015). Nella definizione dello stato ecologico la valutazione degli elementi biologici diventa dominante e le altre tipologie di elementi (fisico-chimici, chimici e idromorfologici) vengono considerati a sostegno. Lo “Stato Chimico” dei corpi idrici è determinato valutando i superamenti dei valori standard di qualità di cui alla Tab. 1/A del D. Lgs 172/2015 che ha aggiornato l’elenco e gli standard di qualità rispetto al DM 260/10. Ad ogni installazione viene attribuito un punteggio indicativo della criticità del corpo idrico superficiale di riferimento. Nel modello di valutazione del rischio ambientale delle installazioni AIA in Basilicata è stata considerata la qualità delle acque superficiali determinata a partire dai dati di monitoraggio estrapolabili dai dati della centralina immediatamente a valle rilevati nel sottobacino in cui la singola installazione si trova ad operare. 11
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA 5.3 Vulnerabilità Territoriale In relazione alle attività svolte presso le installazioni soggette ad AIA si considera, quale ulteriore aspetto ambientale rilevante, la vulnerabilità del territorio circostante. Per il calcolo dell'indicatore relativo si è tenuto conto di: A. Presenza di numerose aree ad elevato valore ambientale. In Basilicata circa il 30% del territorio è compreso in “aree protette” (parchi nazionali, parchi regionali, riserve naturali, monumenti naturali e parchi locali di interesse sovracomunale, siti di importanza comunitaria, zone di protezione speciale) che ne salvaguardano l’ingente patrimonio naturale, ricco di varie tipologie di habitat e di biodiversità vegetale e animale; sono presenti numerose specie di interesse comunitario (Direttiva “Habitat” – Dir 92/43/CEE , Direttiva “Uccelli” – Dir. 2009/147/CE) e/o inserite in liste di attenzione (IUCN, liste rosse nazionali, ecc.) nonché un numero elevato di endemismi. B. Densità di popolazione. Al fine di stabilire il livello di vulnerabilità relativamente alla presenza di popolazione nell’area in cui si trova l’installazione, si considera la densità di popolazione nell'intorno di 2 km dall'installazione. Il metodo utilizza i dati di popolazione a livello di sezioni censuarie ISTAT secondo l’ultimo censimento (anno 2011) C. Caratterizzazione e vulnerabilità del suolo che indirettamente indica il livello di protezione delle acque sotterranee. Per stabilire il livello di vulnerabilità del suolo, in fase di applicazione definitiva del modello di valutazione del rischio ambientale delle installazioni AIA, si è fatto riferimento alla carta della vulnerabilità intrinseca degli acquiferi in scala 1:250.000. In tale tematismo, il territorio lucano viene ripartito in zone vulnerabili da nitrati di origine agricola e zone agricole non vulnerabili da nitrati di origine agricola secondo criteri e metodologie stabilite dal D.Lsg. 152/99. I caratteri di vulnerabilità del territorio in questo lavoro sono stati correlati ad una serie di elementi così suddivisi: caratteri litostrutturali, idrogeologici e idrodinamici del sottosuolo e degli acquiferi, dai quali dipende il livello di vulnerabilità intrinseca delle formazioni acquifere agli agenti inquinanti; in particolare sono state oggetto di indagine la capacità depurativa dell'insaturo e la profondità della falda; caratteri fisici e chimici dei suoli, in particolare la tessitura, la granulometria, la profondità del suolo, la permeabilità, il pH e la capacità di scambio cationico, influenzanti la "capacità di 12
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA attenuazione del suolo nei confronti dell'inquinante"; uso del suolo, con riferimento alle tipologie colturali. D. Informazioni relative ai siti oggetto di comunicazione di potenziale e/o effettivo superamento delle concentrazioni soglia di contaminazione nel suolo e nelle acque sotterranee, destinatari di indagini preliminari, di caratterizzazione e di bonifica contenute nel Catalogo Ambientale approvato con D.D. n.699 del 15/05/2015. L’elenco dei siti contaminati è ricavato dalla Banca dati RSDI nel modulo "Contaminazione e bonifica del suolo". Ricapitolando, il modello di valutazione usato tiene conto della vulnerabilità territoriale dell’area compresa nel raggio di due chilometri per ogni singola installazione mediante l’analisi dei quattro fattori che seguono (derivanti dalle informazioni prima indicate): - presenza di aree protette (parametro V1). Parchi e riserve naturali e altre forme di tutela presenti sul territorio quali i Parchi Regionali/Nazionali, Parchi Locali di Interesse Sovracomunale (PLIS) e i siti di Rete Natura 2000 (SIC e ZPS) - densità di popolazione (parametro V2).; - vulnerabilità intrinseca delle acque sotterranee ottenuta dalla combinazione di vulnerabilità idrogeologica e capacità protettiva dei suoli (parametro V3).; - presenza di siti contaminati (ex artt. 248 e 252 del D.Lgs. 152/2006) (parametro V4). Ad ogni zona, in base alla presenza dei suddetti elementi, il modello assegna un punteggio indicativo del livello di criticità, che viene poi attribuito all’installazione. 6. Identificazione della zona geografica coperta dal piano d'ispezione La zona geografica sulla quale operano le previsioni del Piano coincide con l’intera area del territorio della Regione Basilicata in cui sono localizzate le installazioni in possesso di Autorizzazione Integrata Ambientale oggetto delle ispezioni ambientali. 13
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA Figura 3: Installazioni AIA. sul territorio 7. Registro delle installazioni coperte dal piano Le installazioni in possesso di AIA interessate dall’attuazione del presente Piano sono quelle collocate in Regione Basilicata rientranti nelle categorie IPPC individuate nell’allegato VIII alla Parte Seconda del D.lgs. 152/06 (Tabella 1). 14
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA 2. Produzione e 1. Attività energetiche 3. Industria dei prodotti minerali 4. Industria chimica 5. Gestione dei rifiuti 6. Altre attività trasformazione di metall Categoria Categoria Categoria Categoria Categoria Categoria N. installazion N. installazion N. installazion N. installazion N. installazion N. installazion IPPC IPPC IPPC IPPC IPPC IPPC 1.1 5 2.5.b – 2.6 1 3.1 1 4.1.a – 4.1.a 1 5.4 13 6.1b 1 2.2 – 2.3.a 1 3.5 3 4.5 1 5.1.f – 5.3.b.4 1 6.4b 3 2.6 3 3.1a 1 4.1.h 1 5.3.b.2 – 5.3.b.4 1 6.11 3 2.3.c – 2.6 1 5.4 - 5.3 1 6,6 1 5.3.a 2 6.4.b.3 2 5.1 – 5.2 1 6.6.b 1 5.4 - 5.1 – 5.3 1 6.7 1 5.3.b.4 1 5.1 – 5.3 1 TOTALE 5 TOTALE 6 TOTALE 5 TOTALE 3 TOTALE 22 TOTALE 12 TOTALE COMPLESSIVO 53 Tabella 1. Elenco Installazioni suddivise per categoria IPPC ( vedi Allegato 1 per interpretazione categorie IPPC ). Figura 4: Istogramma Installazioni AIA per categorie IPPC. 15
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA 8. Procedure per il popolamento dell’algoritmo di calcolo dell’IR e programmazione della frequenza delle visite ispettive utilizzando il modello SSPC semplificato Come già accennato in precedenza, secondo quanto stabilito dall’articolo 29 decies, commi 11-bis e 11-ter, del D.lgs. 152/06, il Piano riporta le procedure per l’elaborazione dei programmi per le ispezioni ambientali ordinarie; in detti programmi, per ogni installazione, viene indicata la frequenza con cui deve essere effettuata la visita in loco da determinarsi sulla base di una valutazione sistematica del rischio ambientale dell’installazione medesima. La valutazione sistematica del rischio deve considerare almeno: a) gli impatti potenziali e reali delle installazioni interessate sulla salute umana e sull'ambiente tenendo conto dei livelli e dei tipi di emissioni, della sensibilità dell'ambiente locale e del rischio di incidenti; b) il livello di osservanza delle condizioni di autorizzazione; c) la partecipazione del Gestore al sistema dell'Unione di ecogestione e audit (EMAS) (a norma del regolamento (CE) n. 1221/2009). In sede di prima attuazione, la determinazione delle frequenze è stata effettuata a partire dal modello SSPC di seguito descritto che contiene tutti i predetti aspetti. (Allegato 1: SSPC Sistema di supporto alla Programmazione dei Controlli – Metodologia e definizione dei parametri). Il metodo SSPC, promosso a livello nazionale dal Sistema delle Agenzie, è basato sull’identificazione di parametri (o variabili) assegnati ad ogni installazione e raggruppati in due insiemi logici: l’insieme dei parametri che esprimono il rischio aziendale intrinseco (suddiviso a sua volta in potenziale e reale) e l’insieme dei parametri che esprimono la vulnerabilità del territorio. Per ogni installazione AIA vengono prese in considerazione: - una variabile associata alla categoria IPPC; - tre variabili rappresentative dell’impatto reale: emissioni in atmosfera, emissioni in acqua, presenza rifiuti in ingresso; alle variabili emissioni in atmosfera ed emissioni in acqua sono attribuiti dei coefficienti correttivi che rappresentano rispettivamente la qualità dell’aria e la qualità delle acque superficiali nell'area di ubicazione dell'installazione; - quattro variabili rappresentative della vulnerabilità e della qualità ambientale del territorio: presenza di aree protette, densità di popolazione, vulnerabilità del suolo, presenza di siti contaminati, qualità delle acque sotterranee, sulla base delle quali viene attribuito un indice di rischio legato alla collocazione dell’installazione; - due variabili che rappresentano le performance aziendali sia in negativo (legate ad attività di controllo e conseguenti diffide e/o sospensioni) sia in positivo (partecipazione a strumenti di certificazione ambientale volontarie). 16
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA In base al modello SSPC utilizzato ogni installazione è caratterizzata da un indice di rischio compreso tra i valori 1 (rischio basso) e 10 (rischio alto); la graduatoria delle aziende così composta costituisce la base per la programmazione dei controlli ordinari previsti dalla normativa. Il programma per le ispezioni ambientali ordinarie è predisposto su base triennale e aggiornato, se necessario, ogni anno; lo stesso indica per ogni anno solare l’elenco delle installazioni da sottoporre a verifica, ordinato secondo la sequenza risultante dall’applicazione dei criteri suindicati. In via di prima applicazione, la programmazione del primo ciclo triennale di ispezioni prevede che il periodo tra due visite in loco sia determinato secondo i seguenti valori di soglia: - un anno per le installazioni il cui indice di rischio risulti pari o superiore a 6,00; - due anni per le installazioni il cui indice di rischio risulti compreso tra 5,99 e 3,00; - tre anni per le installazioni il cui indice di rischio risulti inferiore a 2,99; - sei mesi per le installazioni per le quali la precedente ispezione ha evidenziato una grave inosservanza delle condizioni di autorizzazione; - in deroga ai risultati dell’applicativo, su precisa indicazione e volontà dell’Autorità Competente, è stata richiesta che la frequenza di ispezione per le installazioni ENI, RENDINA e FERRIERE NORD, sia semestrale. Gli indici di rischio delle installazioni possono essere rivalutati annualmente tenendo conto dei risultati delle ispezioni effettuate e di eventuali modifiche del contesto normativo e ambientale intervenute. In base a quanto disposto dall'articolo 29-decies, comma 3, del d.lgs. 152/2006, l’autorità competente al controllo attraverso l'ispezione ordinaria accerta: a) il rispetto delle condizioni dell'autorizzazione integrata ambientale; b) la regolarità dei controlli a carico del Gestore, con particolare riferimento alla regolarità delle misure e dei dispositivi di prevenzione dell'inquinamento nonché al rispetto dei valori limite di emissione; c) che il Gestore abbia ottemperato ai propri obblighi di comunicazione e in particolare che abbia informato l'autorità competente regolarmente e, in caso di inconvenienti o incidenti che influiscano in modo significativo sull'ambiente, tempestivamente dei risultati della sorveglianza delle emissioni del proprio impianto. 17
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA 8.1 Metodologia per la determinazione dell'Indice di Rischio Al fine di individuare “l’indice di rischio” delle installazioni in possesso di AIA regionale, e conseguentemente definire la frequenza o priorità dei controlli sulle attività produttive del territorio, è stato implementato il seguente algoritmo: R = [Pi +(Pa*coefa +PH2O*coefH2O+Pw)+VMAX]*(coefoss *coefSGA) Pi= Impatto potenziale – Tipologia di azienda; Pa= Impatto reale – Fattore emissione in aria; coefa= Coefficiente correttivo che tiene conto della qualità dell’aria nell’ambiente nel quale la singola Azienda si trova ad operare; PH2O= Impatto reale – Fattore emissione in acqua coefH2O= Coefficiente correttivo che tiene conto della qualità delle acque superficiali nell’ambiente nel quale la singola azienda si trova ad operare; Pw= Impatto reale – Gestione Rifiuti; coefoss= Coefficiente correttivo legato all’osservanza della gestione dell’ azienda (esito controlli); coefSGA= Coefficiente correttivo legato all’adesione a sistemi di gestione ambientale; Vmax= Vulnerabilità del territorio. 8.1.1 Impatto potenziale Pi Il Pi vuole caratterizzare la complessità della tipologia di impianto e di ciclo produttivo e la pericolosità ambientale delle sostanze utilizzate e/o emesse dalle aziende nell’ambito del loro funzionamento ordinario (non per incidente), secondo le prescrizioni contenute nelle autorizzazioni. L’algoritmo assegna un punteggio ad ogni installazione secondo la seguente logica: ad ogni codice IPPC/IED è associato un punteggio dedotto dal codice IPPC/IED principale. Qualora una stessa attività abbia dei codici IPPC/IED secondari, al punteggio principale verrà sommato un peso α pari a 0,5 indipendentemente dal numero di codici secondari. P i = p1 + α dove: p1 è il punteggio associato al codice principale IED/IPPC. α è il peso da aggiungere qualora vi siano codici secondari associati alla medesima installazione. E' assunto pari a 0,5. In via cautelativa per le installazioni con più codici IPPC/IED è stato considerato come codice principale quello con punteggio maggiore. 18
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA 8.1.2 Impatto reale – Fattore emissione in aria Pa Pa caratterizza l’azienda rispetto alle emissioni convogliate in atmosfera; l’algoritmo di calcolo verifica innanzitutto se l’ installazione ha o meno un’autorizzazione all’emissione in atmosfera e successivamente se l’installazione appartiene al database EPRTR; attribuisce quindi un punteggio come riportato: Fase 1 – Verifica della presenza di emissioni convogliate Autorizzazione Emissioni Aria: valore SI/NO. Assume valore SI, se l’azienda ha delle emissioni convogliate in aria. I valori sono assegnati come segue: Azienda in possesso di Azienda NON in possesso di autorizzazione alle emissioni autorizzazione alle emissioni Si passa alla valutazione del peso da 1 attribuire Fase 2 Fase 2 – Verifica della trasmissione della dichiarazione EPRTR Attribuzione pesi ad installazioni in possesso di emissioni convogliate Dichiarazione EPRTR matrice Aria: valore SI/NO. Assume valore SI, se l’impianto ha effettuato la dichiarazione EPRTR per la matrice aria. I valori saranno assegnati come segue Azienda che ha effettuato la Azienda che NON ha effettuato la dichiarazione EPRTR dichiarazione EPRTR Si passa alla valutazione del peso da 2 attribuire Fase 3 Fase 3 – Attribuzione pesi sulla base della dichiarazione EPRTR Se l'azienda è presente nei registri EPRTR, il Pa è dato dalla somma delle sostanze rilasciate in aria, normalizzata alla soglia delle sostanze stesse presenti nell’Allegato 2 del Regolamento CE 166/2006. Per cui, usando le tabelle EPRTR “FacilityReport” e “PollutantRelease”, per ogni azienda nell’anno di interesse, si considerano tutte le sostanze emesse in ARIA e si sommano i rapporti tra la quantità totale (TotalQuantity in kg) di ciascuna sostanza (Pollutant_code) emessa in ARIA (ReleaseMediumCode=AIR) e il corrispondente valore soglia. I punteggi dal 3 al 5 vengono descritti nella tabella seguente (fonte EasyTool – Risk Assessment Guidance Book). 19
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA 8.1.3 Coefficiente correttivo che tiene conto della qualità dell’aria - coefa Il coefficiente tiene conto della qualità dell'aria del comune nel quale la singola installazione si trova ad operare determinato utilizzando la bozza di zonizzazione di qualità dell'aria che suddivide il territorio regionale in zona A dei comuni con maggiore carico emissivo (Potenza, Lavello, Venosa Matera, Melfi, Tito, Barile, Viggiano, Grumento Nova, Pisticci, Ferrandina, Montalbano Jonico, Scanzano Jonico, Policoro, Montescaglioso e Bernalda ) Figura 5: Mappa della zonizzazione relativa a tutti gli inquinanti a meno dell'ozono 20
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA e B ( resto del territorio lucano). Nella Zona A sono presenti 15 centraline di monitoraggio di cui si riportano le registrazioni relative all'anno 2015: 21
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA Sulla base dei superamenti dei valori di soglia superiori (SVS) ed inferiori (SVI) sono state individuate le seguenti classi: Classe 1: > SVS Classe 2: tra SVS e SVI Classe 3: < SVI Classe 4: zona B ( comuni a basso carico inquinante) le quali sono state attribuite "in maniera statica" ai comuni all'interno dei quali sono localizzate le centraline. Nel caso in cui all'interno dello stesso comune siano presenti più centraline, si è fatto riferimento ai dati di quella che ha rilevato i valori più gravosi. Ad ogni classe sono stati assegnati i seguenti pesi: Classe di appartenenza Valore del coefa classe 1 2 classe 2 1.5 classe 3 1 classe 4 0.5 22
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA Ad ogni installazione AIA è stata attribuita la classe del comune di appartenenza. Figura 6: Classificazione coefficiente correttivo qualità dell'aria su base comunale 8.1.4 Impatto reale - Emissioni in acqua PH2O (acque superficiali) Ph2o caratterizza l’installazione rispetto alle emissioni in acque superficiali; l’algoritmo di calcolo verifica innanzitutto se l’ installazione ha o meno un’autorizzazione all’emissione in acqua e successivamente se l’installazione appartiene al database EPRTR; attribuisce quindi un punteggio come riportato: Fase 1 – Verifica del presenza di scarichi in acque Autorizzazione allo scarico in acqua: valore SI/NO. Assume valore SI, se l’azienda ha degli scarichi in acqua. I valori saranno assegnati come segue 23
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA Azienda ha degli scarichi in acqua Azienda NON ha degli scarichi in acqua Si passa alla valutazione del peso da 1 attribuire Fase 2 Fase 2 – Verifica della trasmissione della dichiarazione EPRTR Attribuzione pesi ad installazioni in possesso di scarichi in acqua Dichiarazione EPRTR matrice Acqua: valore SI/NO. Assume valore SI, se l’impianto ha effettuato la dichiarazione EPRTR per la matrice Acqua. I valori saranno assegnati come segue: Azienda che ha effettuato la Azienda che NON ha effettuato la dichiarazione EPRTR dichiarazione EPRTR Si passa alla valutazione del peso da 2 attribuire Fase 3 Fase 3 – Attribuzione pesi sulla base della dichiarazione EPRTR Usando le tabelle EPRTR “FacilityReport” e “PollutantRelease”, per ogni anno di interesse, si considerano tutte le sostanze emesse in ACQUA e si sommano i rapporti tre la quantità totale (TotalQuantity in kg) di ciascuna sostanza (Pollutant_code) emessa in ACQUA (ReleaseMediumCode=WATER) e il corrispondente valore di soglia. I punteggi da 3 a 5 vengono descritti nella tabella seguente (fonte EasyTool – Risk Assessment Guidance Book). 24
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA 8.1.5 Coefficiente correttivo che tiene conto della qualità delle acque superficiali coefH2O Il coefficiente tiene conto della qualità delle acque superficiali e ne considera lo stato ecologico e chimico. Nel presente lavoro ci si riferisce alle acque superficiali appartenenti al sottobacino nel quale la singola azienda si trova ad operare; i dati considerati sono quelli delle attività di monitoraggio condotte da ARPAB nell’ambito dei lavori per la redazione del Piano Regionale di Tutela delle Acque nel 2017 e quelli estrapolabili dal PRTA Campania 2016. Figura 7: Centraline di monitoraggio qualità delle acque superficiali 25
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA I parametri monitorati sull’intera rete sono stati elaborati per ottenere una classificazione che prevede cinque classi per lo stato ecologico (ottimo, buono, sufficiente, scarso, cattivo) e due classi per lo stato chimico (buono, non buono). Stato Chimico e Stato ecologico sono stati combinati per ogni centralina di monitoraggio secondo la seguente tabella: COMBINAZIONI - ST.ECOLOGIO e ST.CHIMICO Stato Ecologico Stato Chimico Classificazione Peso elevato buono Classe 4 0,5 elevato non buono Classe 4 0,5 buono buono Classe 3 1 buono non buono Classe 3 1 sufficiente buono Classe 2 1,5 sufficiente non buono Classe 2 1,5 scarso buono Classe 1 2 scarso non buono Classe 1 2 cattivo buono Classe 1 2 cattivo non buono Classe 1 2 Tabella 2: Combinazioni stato ecologico e chimico Figura 8: Classificazione centraline di monitoraggio qualità dell'acqua 26
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA Ad ogni installazione viene attribuito un punteggio indicativo derivato dai dati della centralina immediatamente a valle all'interno del sottobacino di appartenenza; tale punteggio è rappresentativo della criticità ambientale del corpo idrico superficiale di riferimento. Figura 9: Coefficiente correttivo qualità dell'acqua per le installazioni AIA 27
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA 8.1.6 Impatto reale – Gestione Rifiuti Pw 8.1.6.1 Impatto reale -Produzione rifiuti R3 L’R3 considera la quantità di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi trasferiti fuori sito presso idonea destinazione. La fonte dei dati è la dichiarazione EPRTR e si valutano le quantità di rifiuti dichiarate (in tonnellate/anno) suddivise in rifiuti pericolosi/non pericolosi. Fase 1 – Verifica della dichiarazione E-PRTR Dichiarazione E-PRTR rifiuti: valore SI/NO. Assume valore SI se l’impianto ha effettuato la dichiarazione EPRTR per i rifiuti. I valori saranno assegnati come segue. Azienda ha effettuato la dichiarazione Azienda NON ha effettuato la per i rifiuti dichiarazione per i rifiuti Si passa alla valutazione del peso da 0 attribuire Fase 2 Fase 2 – Attibuzione pesi in base alla dichiarazione E-PRTR I punteggi attribuiti vengono descritti nella tabella seguente (fonte EasyTool – Risk Assessment Guidance Book) 8.1.6.2 Impatto reale - Trattamento rifiuti R4 L’R4 considera la quantità di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi (in tonnellate/anno) ricevuti dall’azienda (trasporto in situ). La fonte delle informazioni sono i dati dell’ultima dichiarazione MUD. L’R4 interessa solo le aziende con codice IPPC /IED appartenenti al gruppo 5 (Gestione dei 28
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA rifiuti). Fase 1 – Verifica della dichiarazione MUD Dichiarazione MUD rifiuti: valore SI/NO. Assume valore SI, se l’impianto ha effettuato la dichiarazione MUD per i rifiuti( secondo i dati in possesso di ARPAB ad oggi). I valori saranno assegnati come segue. Azienda ha effettuato la dichiarazione Azienda NON ha effettuato la per i rifiuti dichiarazione per i rifiuti Si passa alla valutazione del peso da 0 attribuire Fase 2 Fase 2 – Attibuzione pesi in base alla dichiarazione MUD I punteggi vengono descritti nella tabella seguente (fonte EasyTool – Risk Assessment Guidance Book) 8.1.7 Coefficiente correttivo legato all’osservanza della gestione dell’azienda coefoss Il coefoss è stato definito in funzione dei risultati delle attività di controllo documentale, campionamenti, autocontrolli effettuati nel passato (anni 2015 - 2016 -2017 - 2018). I valori sono stati attribuiti come di seguito: Valore del Attività di controllo docum./campionamenti/autocontrolli coefoss Nessuna inosservanza 0.5 Diffida 1 Diffida e Sospensione 1.5 Revoca 2 29
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA 8.1.8 Coefficiente correttivo legato all’adesione a sistemi di gestione ambientale coefSGA Il coefSGA viene definito in funzione dell’adesione o meno del Gestore a sistemi di gestione ambientale (EMAS, ISO 14001). Nel caso in cui l’installazione non aderisce ad alcun sistema di gestione ambientale, al coefficiente, sarà attribuito un valore unitario. Valore del Adesione a sistemi di gestione ambientali coefSGA Adesione all’ EMAS 0.3 Adesione all’ ISO 14001 0.8 Non aderisce a sistemi di gestione ambientali 1 8.1.9 Vulnerabilità territoriale La vulnerabilità territoriale è stata calcolata per la porzione di territorio intorno alla singola installazione compresa nel raggio di 2 km. Sono considerati quattro parametri: V1: aree naturali protette. Zone a Protezione Speciale, Siti di Importanza Comunitaria, Parchi Regionali/Nazionali, Parchi Locali di Interesse Sovracomunale (PLIS); V2: densità di popolazione. Al fine di stabilire il livello di vulnerabilità relativamente alla presenza di popolazione nell’area in cui si trova l’azienda, si considera la densità di popolazione nell'intorno di 2 km dall'installazione. Il metodo utilizza i dati di popolazione a livello di sezioni censuarie ISTAT secondo l’ultimo censimento (anno 2011 - http://www.istat.it/it/archivio/104317). V3: vulnerabilità del suolo. Al fine di stabilire il livello di vulnerabilità dei suoli nell’area in cui si trova l’azienda, è stata considerata la carta della vulnerabilità intrinseca delle acque sotterranee ottenuta dalla combinazione di vulnerabilità idrogeologica (costituita dalla composizione della tessitura del non saturo dei suoli + la soggiacenza della falda) e di capacità protettiva dei suoli. Il territorio regionale risulta suddiviso in 4 zone V4: siti contaminati. Al fine di poter stabilire se l’azienda ricada nell’intorno di un sito contaminato si considerano le seguenti tipologie di siti: Siti d’Interesse Nazionale: installazione ubicata in siti individuati ai sensi dell’art. 252 del D.Lgs. n. 152/06 e s.m.i. ; Siti Contaminati: installazione ubicata in siti contaminati cosi come individuati sul portale cartografico rsdi della Regione Basilicata (http://rsdi.regione.basilicata.it/geoserver/www/bonifica/index.html); 30
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