Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle installazioni soggette ad AIA - ALLEGATO A

Pagina creata da Christian Riccio
 
CONTINUA A LEGGERE
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle installazioni soggette ad AIA - ALLEGATO A
ALLEGATO A

Piano di Ispezione Ambientale
   della Regione Basilicata
   relativo alle installazioni
        soggette ad AIA
         Scheda Masterplan P4-A

           Triennio 2020-2022
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle installazioni soggette ad AIA - ALLEGATO A
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA

                Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle
                                   installazioni soggette ad AIA

                                                               Triennio 2019-2021

Sommario
1. Premessa........................................................................................................................................... 2
2. Definizioni ....................................................................................................................................... 2
3. Normativa italiana di recepimento degli indirizzi operativi a livello comunitario .......................... 4
4. Metodologia di Valutazione del Rischio .......................................................................................... 7
5. Analisi dei principali problemi ambientali pertinenti ..................................................................... 8
    5.1 Qualità dell'aria ......................................................................................................................... 8
    5.2 Qualità delle acque superficiali ............................................................................................... 10
    5.3 Vulnerabilità Territoriale ......................................................................................................... 12
6. Identificazione della zona geografica coperta dal piano d'ispezione ............................................. 13
7. Registro delle installazioni coperte dal piano ................................................................................ 14
8. Procedure per il popolamento dell’algoritmo di calcolo dell’IR e programmazione della
frequenza delle visite ispettive utilizzando il modello SSPC semplificato ........................................ 16
    8.1 Metodologia per la determinazione dell'Indice di Rischio ...................................................... 18
       8.1.1 Impatto potenziale Pi ...................................................................................................... 18
       8.1.2 Impatto reale – Fattore emissione in aria Pa................................................................... 19
       8.1.3 Coefficiente correttivo che tiene conto della qualità dell’aria - coefa ............................. 20
       8.1.4 Impatto reale - Emissioni in acqua PH2O (acque superficiali) ................................................... 23
       8.1.5 Coefficiente correttivo che tiene conto della qualità delle acque superficiali coefH2O .... 25
       8.1.6 Impatto reale – Gestione Rifiuti Pw ................................................................................ 28
       8.1.7 Coefficiente correttivo legato all’osservanza della gestione dell’azienda coefoss............ 29
       8.1.8 Coefficiente correttivo legato all’adesione a sistemi di gestione ambientale coefSGA .... 30
       8.1.9 Vulnerabilità territoriale................................................................................................... 30
9. Risultati dell’applicazione del modello per le installazioni presenti in Basilicata ........................ 35
10. Ispezioni Straordinarie ................................................................................................................ 44
11. Coordinamento con i controlli ordinari con le AIA di competenza Statale ................................. 44
12. Modalità di coordinamento tra le varie autorità d'ispezione ........................................................ 44

Allegato:

     1. SSPC Sistema di supporto alla Programmazione dei Controlli – Metodologia e definizione
        dei parametri

                                                                                                                                                      1
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle installazioni soggette ad AIA - ALLEGATO A
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA

1. Premessa

Il Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata è predisposto in conformità ai
requisiti previsti all’art. 29-decies, commi 11-bis e 11-ter, del D.Lgs. 152/06 e s.m.i. ed è
redatto ai fini della programmazione delle attività di controllo contenute nelle DGR di
Autorizzazione Integrata Ambientale delle varie installazioni operanti sul territorio della
Regione Basilicata. In tale Piano è indicata la frequenza delle ispezioni che l’Autorità
Competente al Controllo svolgerà sulla base di valutazioni riguardanti i potenziali e reali
impatti sull’ambiente, espressi a mezzo di un Indice di Rischio (IR) delle installazioni
calcolato seguendo il modello SSPC (Sistema di Supporto alla Programmazione dei
Controlli)
Si tratta di un modello multicriterio che tiene conto delle implicazioni causate dall’impatto
ambientale di un’attività produttiva in relazione alla vulnerabilità del territorio in cui si
trova ad esercire. Si basa sull’identificazione di parametri assegnati ad ogni installazione e
raggruppati in insiemi logici: da un lato l’insieme dei parametri che esprimono il rischio
aziendale intrinseco (suddiviso a sua volta in rischio potenziale e reale) e dall’altro
l’insieme dei parametri che esprimono la vulnerabilità del territorio.
E’ così possibile valutare oggettivamente ogni installazione attraverso l’IR; la graduatoria
risultante, con la descrizione della metodologia utilizzata per popolare l’algoritmo di calcolo
dell’IR, viene proposta quale base per la programmazione della frequenza delle ispezioni in
Basilicata.

2. Definizioni

Segue un elenco delle definizioni adottate nella presente trattazione.
    Installazione (art. 5 comma 1 lettera i-quater): unità tecnica permanente, in cui sono
      svolte una o più attività elencate all'allegato VIII alla Parte Seconda e qualsiasi altra
      attività accessoria, che sia tecnicamente connessa con le attività svolte nel luogo
      suddetto e possa influire sulle emissioni e sull'inquinamento. E' considerata
      accessoria l'attività tecnicamente connessa anche quando condotta da diverso gestore.
    Autocontrollo: controllo eseguito dal Gestore in accordo con il piano di monitoraggio
      e controllo stabilito nella/e autorizzazione/i. Può includere il monitoraggio delle
      emissioni, dei parametri di processo e degli impatti sull'ambiente recettore. E’
      effettuato in base a protocolli di misura riconosciuti (norme o metodi analitici
      dimostrati o metodi di calcolo/stima). I gestori possono anche affidare i loro
      autocontrolli ad un soggetto esterno.
    Autorità competente (art. 5 comma 1 lettera p): la pubblica amministrazione cui
      compete l'adozione del provvedimento ovvero il rilascio dell'Autorizzazione
      Integrata Ambientale o del provvedimento comunque denominato che autorizza

                                                                                                     2
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle installazioni soggette ad AIA - ALLEGATO A
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA

       l'esercizio. Ai sensi dell’art.29 decies comma 3 l'autorità competente, avvalendosi
       delle agenzie regionali e provinciali per la protezione dell'ambiente, accerta quanto
       previsto e programmato nell'autorizzazione secondo l'articolo 29-sexies, comma 6 e
       con oneri a carico del gestore.
      Coordinamento: qualunque misura adottata per far sì che le autorità competenti
       pianifichino e realizzino i controlli di loro competenza in modo coordinato, al fine di
       garantire il minimo intralcio al normale esercizio delle attività dell’impresa e al
       contempo contribuire efficacemente alla tutela dell’interesse pubblico.
      Ispezione ambientale (art. 5 comma 1 lettera v- quinquies): tutte le azioni, ivi
       compresi visite in loco, controllo delle emissioni e controlli delle relazioni interne e
       dei documenti di follow-up, verifica dell'autocontrollo, controllo delle tecniche
       utilizzate e adeguatezza della gestione ambientale dell'installazione, intraprese
       dall'autorità competente o per suo conto al fine di verificare e promuovere il rispetto
       delle condizioni di autorizzazione da parte delle installazioni, nonché, se del caso,
       monitorare l'impatto ambientale di queste ultime;” .
      Ispezione ordinaria: ispezione ambientale di carattere ordinario prevista all’interno
       di un programma di ispezione pianificato.
      Ispezione straordinaria: ispezione ambientale determinata da situazioni pregresse
       non conformi, incidenti e/o violazioni, riesame/modifica di un’autorizzazione ovvero
       da segnalazioni in merito ad inconvenienti.
      Monitoraggio: controllo sistematico delle variazioni di una specifica caratteristica
       chimica o fisica di un'emissione, scarico, consumo, parametro equivalente o misura
       tecnica ecc. Ciò si basa su misurazioni e osservazioni ripetute con una frequenza
       appropriata, in accordo con procedure documentate e stabilite, allo scopo di fornire
       informazioni utili a definire lo stato di qualità ambientale.
      Piano di ispezione a livello regionale (art. 29-decies comma 11-bis): definisce le
       attività ispettive in sito di cui all'articolo 29-sexies, comma 6-ter, e di cui al comma
       4; viene periodicamente aggiornato a cura della Regione ed è caratterizzato dai
       seguenti elementi:
           a. un'analisi generale dei principali problemi ambientali pertinenti;
           b. la identificazione della zona geografica coperta dal piano d'ispezione;
           c. un registro delle installazioni coperte dal piano;
           d. le procedure per l'elaborazione dei programmi per le ispezioni ambientali
               ordinarie;
           e. le procedure per le ispezioni straordinarie, effettuate per indagare nel più
               breve tempo possibile e, se necessario, prima del rilascio, del riesame o
               dell'aggiornamento di un'autorizzazione, le denunce ed i casi gravi di
               incidenti, di guasti e di infrazione in materia ambientale;
           f. se necessario, le disposizioni riguardanti la cooperazione tra le varie autorità
               d'ispezione.

                                                                                                     3
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle installazioni soggette ad AIA - ALLEGATO A
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA

    Programma per le ispezioni (art. 29-decies comma 11-bis lettera d) e comma 11-ter):
     definisce il periodo tra due visite in loco che “non supera un anno per le installazioni
     che presentano i rischi più elevati, tre anni per le installazioni che presentano i rischi
     meno elevati, sei mesi per installazioni per le quali la precedente ispezione ha
     evidenziato una grave inosservanza delle condizioni di autorizzazione. Tale periodo è
     determinato, tenendo conto delle procedure di cui al comma 11-bis, lettera d), sulla
     base di una valutazione sistematica effettuata dalla Regione sui rischi ambientali
     delle installazioni interessate, che considera almeno:
         a. gli impatti potenziali e reali delle installazioni interessate sulla salute umana
             e sull'ambiente, tenendo conto dei livelli e dei tipi di emissioni, della
             sensibilità dell'ambiente locale e del rischio di incidenti;
         b. il livello di osservanza delle condizioni di autorizzazione;
         c. la partecipazione del gestore al sistema dell'Unione di ecogestione e audit
             (EMAS) (a norma del regolamento (CE) n. 1221/2009)”.

    Rischio: per rischio si intende la pericolosità di un evento, calcolata con riferimento
     alla probabilità che questo si verifichi, correlata alla gravità delle relative
     conseguenze. Il concetto di rischio è definito oggettivamente e soggettivamente. Il
     rischio oggettivo è legato al tipo di attività svolta e alla gravità dell’evento che può
     derivare dall’inosservanza delle norme poste a tutela dell’interesse pubblico; il
     rischio soggettivo è legato all’affidabilità della singola impresa, cioè alla sua
     attitudine ad ottemperare alle norme poste a tutela dell’interesse pubblico.
    Sistema SSPC (Sistema di Supporto della Programmazione dei Controlli): algoritmo
     approvato dal sistema delle Agenzie Ambientali e ASSOARPA ispirato alle
     indicazioni emerse in ambito IMPEL nel contesto del programma “Do the Right
     Things – IRAM”. Detto sistema nel maggio 2014 è stato sperimentato negli impianti
     AIA operanti nella regione Calabria con la collaborazione delle ARPA di Lombardia,
     Emilia-Romagna, Puglia e Calabria.

3. Normativa italiana di recepimento degli indirizzi operativi a
   livello comunitario

IPPC è l’acronimo di “Integrated Pollution Prevention and Control” ovvero controllo e
prevenzione integrata dell’inquinamento: questo concetto è stato introdotto per la prima
volta con la Direttiva 96/61/CE (conosciuta come direttiva IPPC).
La Direttiva IPPC prevedeva un approccio innovativo per la riduzione degli impatti
ambientali con la graduale applicazione di un insieme di soluzioni tecniche (impiantistiche,
gestionali e di controllo) presenti sul mercato, al fine di evitare e/o ridurre le emissioni
nell’aria, nell’acqua, nel suolo, comprese le misure relative ai rifiuti.

                                                                                                     4
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle installazioni soggette ad AIA - ALLEGATO A
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA

L’Italia recepì questa direttiva con il D.Lgs. 372/99 che introdusse nell’ordinamento
nazionale l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) limitatamente agli impianti
industriali esistenti. In seguito il decreto venne parzialmente abrogato dal D.Lgs. 59/05 che
estese il campo di applicazione dell’AIA agli impianti nuovi ed alle modifiche sostanziali
apportate a quelli esistenti (Gazzetta Ufficiale n. 93 del 22 aprile 2005).
Parziali modifiche al D.Lgs. 59/2005 furono poi introdotte dal D.Lgs. 152/2006 e in seguito
dal D.Lgs. 4/2008.
Successivamente il D.Lgs 59/05 fu inglobato nella Parte Seconda del D.Lgs. 152/2006 e
nel D.Lgs. 128/2010 (entrato in vigore dalla fine di agosto del 2010) .
Nell' Aprile 2014 è entrato in vigore il D.Lgs. 46/2014 (GU Serie Generale n.72 del 27-3-
2014 - Suppl. Ordinario n. 27) quale attuazione della Direttiva 2010/75/EU relativa alle
emissioni industriali (prevenzione e riduzione integrate dell'inquinamento), (conosciuta
come IED - Industrial Emissions Directive).

Tra le novità emergono:
     la modifica alla normativa in materia di Autorizzazione Integrata Ambientale;
     la sostituzione del D.Lgs. 133/2005 (impianti incenerimento e coincenerimento) con
       il Capo IV della IED introdotto alla Parte Quarta del D.Lgs. 152/2006 al titolo III-
       Bis;
     variazioni al Titolo I e II della Parte Quinta del D.Lgs. 152/2006 per quanto concerne
       i grandi impianti di combustione e le installazioni ed attività che utilizzano solventi
       organici.
Le principali innovazioni introdotte sono:
     l'estensione del campo di applicazione per le attività IPPC;
     l’emanazione delle “BAT conclusion” (documenti di riferimento - Decisioni EU che
       fissano le nuove condizioni di esercizi e i relativi valori limite);
     la frequenza delle ispezioni ambientali regolata sulla valutazione del rischio
       ambientale;
     l'introduzione di sanzioni amministrative e penali differenziate in base alle diverse
       tipologie di violazione.
     il superamento del concetto di rinnovo a favore di quello di "riesame con valenza di
       rinnovo" che è disposto dalla Autorità Competente.
I concetti chiave riguardano:
     un approccio integrato sia nel coordinamento tra i vari soggetti sia nella valutazione
       dei diversi aspetti ambientali per limitare il trasferimento dell’inquinamento da un
       comparto all’altro;
     il superamento dell’approccio “command and control” con il coinvolgimento del
       Gestore dell’impianto quale soggetto attivo e propositivo;
     la messa a punto di un piano di monitoraggio, che copra tutta la validità
       dell’Autorizzazione, proposto dal Gestore dell’Installazione e approvato

                                                                                                     5
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle installazioni soggette ad AIA - ALLEGATO A
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA

     dall’Autorità Competente con il Decreto AIA;
    la trasparenza del procedimento amministrativo e il coinvolgimento del pubblico e di
     tutti i portatori di interessi;
    la pubblicazione dei risultati dei controlli e dei monitoraggi.

L’Autorizzazione così configurata promuove la progressiva adozione delle migliori tecniche
disponibili o Best Available Technique (fissate in documenti tecnici che la normativa
definisce BRef – Best Reference o BATc – BAT conclusion in fase di progettazione,
gestione, manutenzione e dismissione dei processi industriali. Il fine è di ottenere un alto
livello di protezione dell’ambiente nel suo complesso e di prevenire, ridurre e/o eliminare
l’inquinamento con interventi alla fonte. Tale approccio mira a garantire una gestione
accorta delle risorse naturali spingendo i processi verso livelli di efficienza sempre più
elevati.

Il D.Lgs. 46/2014, dunque, stabilisce che le attività ispettive sulle installazioni AIA devono
essere definite in un piano d’ispezione ambientale a livello regionale, caratterizzato dai
seguenti elementi:
a) un'analisi generale dei principali problemi ambientali pertinenti;
b) l’identificazione della zona geografica coperta dal piano d'ispezione;
c) un registro delle installazioni coperte dal piano;
d) le procedure per l'elaborazione dei programmi per le ispezioni ambientali ordinarie.
Prevede altresì che ad ogni installazione AIA, attraverso l’analisi/valutazione del rischio, sia
attribuito valore di tale rischio che determinerà la periodicità delle ispezioni.
In particolare, il periodo tra due visite in loco non deve superare:
1. tre anni per le installazioni che presentano i rischi meno elevati;
2. un anno per le installazioni che presentano i rischi più elevati;
3. sei mesi per installazioni per le quali la precedente ispezione ha evidenziato una grave
inosservanza delle condizioni di autorizzazione.
Tale periodo è determinato sulla base di una valutazione sistematica effettuata dalla Autorità
Competente o dalla Provincia autonoma sui rischi ambientali delle installazioni interessate,
che considera almeno:
a) gli impatti potenziali e reali delle installazioni interessate sulla salute umana e
sull'ambiente, tenendo conto dei livelli e dei tipi di emissioni, della sensibilità dell'ambiente
locale e del rischio di incidenti;
b) il livello di osservanza delle condizioni di autorizzazione;
c) la partecipazione del Gestore al sistema dell'Unione di ecogestione e audit (EMAS) [a
norma del regolamento (CE) n. 1221/2009]

                                                                                                     6
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle installazioni soggette ad AIA - ALLEGATO A
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA

4. Metodologia di Valutazione del Rischio

Al fine di individuare l’indice di rischio delle installazioni in relazione al loro impatto
ambientale e, conseguentemente, definire la frequenza e la priorità dei controlli sulle attività
produttive del territorio, è stato implementato il modello di calcolo (vedi Allegato 1) che
contempla al suo interno le seguenti variabili:
    una variabile rappresentativa dell’impatto potenziale associata all’impianto,
       caratteristica della tipologia di attività svolta;
    tre variabili rappresentative dell’impatto ‘reale’: emissioni in atmosfera, emissioni in
       acqua, presenza di rifiuti in ingresso. Alle variabili emissioni in atmosfera ed
       emissioni in acqua sono attribuiti i coefficienti che rappresentano rispettivamente la
       qualità dell’aria e la qualità delle acque superficiali ;
    quattro variabili rappresentative della vulnerabilità del territorio: presenza di aree
       naturali protette, densità di popolazione, vulnerabilità del suolo, presenza di siti
       contaminati e siti di interesse nazionale (SIN);
    due termini che rappresentano le performance aziendali sia in negativo (legate ad
       attività di controllo e conseguenti diffide e/o sospensioni) sia in positivo
       (partecipazione a strumenti di certificazione ambientale volontarie).

                                                                                                     7
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle installazioni soggette ad AIA - ALLEGATO A
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA

5. Analisi dei principali problemi ambientali pertinenti

L’analisi permette di mettere in relazione lo stato delle risorse ambientali con la
collocazione delle installazioni; tale relazione è possibile individuando i principali fattori di
rischio ambientale legati alla presenza delle installazioni medesime.
In particolare, l’analisi è stata focalizzata sui seguenti aspetti ambientali ritenuti
maggiormente rappresentativi perché documentati e pertinenti:

- qualità dell’aria
- qualità delle acque superficiali
- vulnerabilità territoriale

5.1 Qualità dell'aria

Con DGR del 29 dicembre 2010 n. 2217, la Regione Basilicata ha provveduto
all’approvazione dei documenti “Inventario delle emissioni di inquinanti dell’aria” e
“Valutazione preliminare della qualità dell’aria ambiente e classificazione del territorio”,
che hanno permesso di realizzare la zonizzazione del territorio regionale sulla base dei
carichi emissivi degli anni 2004-2005.
Successivamente, con l’entrata in vigore delle nuove normative, il Dipartimento Ambiente e
Territorio – Ufficio Compatibilità Ambientale della Regione Basilicata, in collaborazione
con l’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente di Basilicata (A.R.P.A.B.), ha
elaborato un progetto di zonizzazione e classificazione del territorio della Regione
Basilicata ai fini della qualità dell’aria, che supera la vecchia zonizzazione effettuata ai sensi
del Decreto Ministeriale 2 aprile 2002 n. 60 e che recepisce la metodologia di riferimento
per la caratterizzazione delle zone e classificazione introdotte dal D.lgs.155/2010. La
proposta di piano è attualmente al vaglio del MATTM, in attesa di approvazione definitiva.
Successivamente con DGR del 6 agosto 2013 n. 983, la Regione Basilicata ha approvato le
“Norme tecniche ed azioni per la tutela della qualità dell’aria nei comuni di Viggiano e
Grumento Nova”, ed ha introdotto il valore limite giornaliero per l’idrogeno solforato-H2S
riducendo anche i valori limite per l’anidride solforosa- SO2 del 20% rispetto a quelli
nazionali.
Si è proceduto alla zonizzazione del territorio regionale effettuata ai sensi dell’articolo 3 del
D.lgs. 155/2010, commi 2 e 4 e seguendo i criteri specificati nell’Appendice I del D. Lgs.
155/2010 “Criteri per la zonizzazione del territorio”. La relativa classificazione è stata
redatta ai sensi dell’articolo 4 del D.lgs. 155/2010
Si è ritenuto opportuno avere un’unica zonizzazione valida per entrambi gli inquinanti,
primari e secondari, escluso l’Ozono. Il risultato delle analisi ha portato all’individuazione
                                                                                                     8
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle installazioni soggette ad AIA - ALLEGATO A
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA

della ZONA A, che comprende i comuni con maggiore carico emissivo (Potenza, Lavello,
Venosa Matera, Melfi, Tito, Barile, Viggiano, Grumento Nova, Pisticci, Ferrandina,
Montalbano Jonico, Scanzano Jonico, Policoro, Montescaglioso e Bernalda) e la ZONA B
che comprende il resto del territorio lucano.

                 Figura 1:Mappa della Zonizzazione relativa a tutti gli inquinati a meno dell’ozono

Per quanto riguarda l’Ozono, le zone sono state individuate prendendo in considerazione
come caratteristica predominante l’orografia regionale riferendosi ai comuni lucani aventi
una altitudine media minore di 600 m.s.l.m. ed altri comuni con altitudine media maggiore
di 600 m.s.l.m.; pertanto il territorio lucano risulta suddiviso in due differenti zone,
denominate rispettivamente Zona C e Zona D (cfr. Figura 2).

                                                                                                      9
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA

                            Figura 2: Mappa della Zonizzazione relativa all’ozono

A partire dalle zone individuate si è proceduto alla classificazione delle stesse attraverso il
confronto dei valori delle concentrazioni degli inquinanti, acquisiti dalla Rete Regionale di
monitoraggio della Qualità dell'Aria (RRQA) gestita dall’ARPAB, con le rispettive soglie di
valutazione definite dalla normativa dettata dal D. Lgs. 155/2010.
Sulla base dei superamenti dei valori di soglia superiori (SVS) ed inferiori (SVI) sono state
individuate quattro classi che sono state attribuite "in maniera statica" ai comuni in cui sono
allocate le centraline. Nel caso in cui nello stesso comune siano presenti più centraline, si è
fatto riferimento a quella che ha rilevato i valori più gravosi.

5.2 Qualità delle acque superficiali

Per la tutela delle risorse idriche la Regione Basilicata con DGR 252/2016 – “Approvazione
della classificazione e tipizzazione dei corpi idrici superficiali e dell’aggiornamento della
rete di monitoraggio delle acque superficiali e sotterranee, acque dolci destinate alla vita
dei pesci e marino costiere, ai sensi del d.lgs 152/2006 e ss.mm.ii. e della direttiva nitrati
                                                                                                 10
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA

91/676/CE, per l’implementazione delle attività di analisi e monitoraggio, funzionali al
raggiungimento degli obiettivi di qualità e all’aggiornamento del PRTA” ha progettato un
monitoraggio finalizzato ad una prima valutazione dello stato qualitativo dei corpi idrici
regionali.
Il Piano regionale di tutela delle acque (PRTA) è lo strumento previsto all’articolo 121 del
decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 attraverso il quale le Regioni individuano gli
interventi volti a garantire la tutela delle risorse idriche e la sostenibilità del loro
sfruttamento per il conseguimento degli obiettivi fissati dalla Direttiva comunitaria
2000/60/CE.
Si può controllare in tal modo lo stato di qualità dei corsi d’acqua e invasi significativi della
regione, attraverso l’elaborazione di due indici: lo stato ecologico e lo stato chimico.
L’attuale rete di monitoraggio per il controllo ambientale è stata strutturata secondo i
requisiti della Direttiva 2000/60/EU e del D.Lgs 152/06 e s.m.i. che, per la parte acque,
rappresenta il recepimento, in Italia, della direttiva europea.
I parametri misurati secondo quanto previsto da normativa sono elaborati per ottenere una
classificazione che prevede cinque classi per lo stato ecologico (ottimo, buono, sufficiente,
scarso, cattivo) e due classi per lo stato chimico (buono, non buono).
Lo “Stato Ecologico” è espressione della qualità della struttura e del funzionamento degli
ecosistemi acquatici associati alle acque superficiali.
Alla sua definizione concorrono gli:
- elementi biologici (macrobenthos, fitobenthos, macrofite e fauna ittica);
- elementi idromorfologici, a sostegno degli elementi biologici;
- elementi fisico-chimici e chimici, a sostegno degli elementi biologici.
Gli elementi fisico-chimici e chimici a sostegno comprendono i parametri fisico-chimici di
base e le sostanze inquinanti la cui lista, con i relativi Standard di Qualità Ambientale
(SQA), è definita a livello di singolo Stato membro sulla base della rilevanza per il proprio
territorio (Tab.1/B del D. Lgs 172/2015). Nella definizione dello stato ecologico la
valutazione degli elementi biologici diventa dominante e le altre tipologie di elementi
(fisico-chimici, chimici e idromorfologici) vengono considerati a sostegno.
Lo “Stato Chimico” dei corpi idrici è determinato valutando i superamenti dei valori
standard di qualità di cui alla Tab. 1/A del D. Lgs 172/2015 che ha aggiornato l’elenco e gli
standard di qualità rispetto al DM 260/10.
Ad ogni installazione viene attribuito un punteggio indicativo della criticità del corpo idrico
superficiale di riferimento.
Nel modello di valutazione del rischio ambientale delle installazioni AIA in Basilicata è
stata considerata la qualità delle acque superficiali determinata a partire dai dati di
monitoraggio estrapolabili dai dati della centralina immediatamente a valle rilevati nel
sottobacino in cui la singola installazione si trova ad operare.

                                                                                                 11
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA

5.3 Vulnerabilità Territoriale

In relazione alle attività svolte presso le installazioni soggette ad AIA si considera, quale
ulteriore aspetto ambientale rilevante, la vulnerabilità del territorio circostante.
Per il calcolo dell'indicatore relativo si è tenuto conto di:
    A. Presenza di numerose aree ad elevato valore ambientale.
        In Basilicata circa il 30% del territorio è compreso in “aree protette” (parchi
        nazionali, parchi regionali, riserve naturali, monumenti naturali e parchi locali di
        interesse sovracomunale, siti di importanza comunitaria, zone di protezione speciale)
        che ne salvaguardano l’ingente patrimonio naturale, ricco di varie tipologie di habitat
        e di biodiversità vegetale e animale; sono presenti numerose specie di interesse
        comunitario (Direttiva “Habitat” – Dir 92/43/CEE , Direttiva “Uccelli” – Dir.
        2009/147/CE) e/o inserite in liste di attenzione (IUCN, liste rosse nazionali, ecc.)
        nonché un numero elevato di endemismi.
    B. Densità di popolazione.
        Al fine di stabilire il livello di vulnerabilità relativamente alla presenza di
        popolazione nell’area in cui si trova l’installazione, si considera la densità di
        popolazione nell'intorno di 2 km dall'installazione. Il metodo utilizza i dati di
        popolazione a livello di sezioni censuarie ISTAT secondo l’ultimo censimento (anno
        2011)
    C. Caratterizzazione e vulnerabilità del suolo che indirettamente indica il livello di
        protezione delle acque sotterranee.
        Per stabilire il livello di vulnerabilità del suolo, in fase di applicazione definitiva del
        modello di valutazione del rischio ambientale delle installazioni AIA, si è fatto
        riferimento alla carta della vulnerabilità intrinseca degli acquiferi in scala
        1:250.000. In tale tematismo, il territorio lucano viene ripartito in zone vulnerabili
        da nitrati di origine agricola e zone agricole non vulnerabili da nitrati di origine
        agricola secondo criteri e metodologie stabilite dal D.Lsg. 152/99. I caratteri di
        vulnerabilità del territorio in questo lavoro sono stati correlati ad una serie di
        elementi così suddivisi:
                        caratteri litostrutturali, idrogeologici e idrodinamici del sottosuolo e
                            degli acquiferi, dai quali dipende il livello di vulnerabilità intrinseca
                            delle formazioni acquifere agli agenti inquinanti; in particolare sono
                            state oggetto di indagine la capacità depurativa dell'insaturo e la
                            profondità della falda;
                        caratteri fisici e chimici dei suoli, in particolare la tessitura, la
                            granulometria, la profondità del suolo, la permeabilità, il pH e la
                            capacità di scambio cationico, influenzanti la "capacità di

                                                                                                  12
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA

                      attenuazione del suolo nei confronti dell'inquinante";
                    uso del suolo, con riferimento alle tipologie colturali.
   D. Informazioni relative ai siti oggetto di comunicazione di potenziale e/o effettivo
      superamento delle concentrazioni soglia di contaminazione nel suolo e nelle
      acque sotterranee, destinatari di indagini preliminari, di caratterizzazione e di
      bonifica contenute nel Catalogo Ambientale approvato con D.D. n.699 del
      15/05/2015.
      L’elenco dei siti contaminati è ricavato dalla Banca dati RSDI nel modulo
      "Contaminazione e bonifica del suolo".

Ricapitolando, il modello di valutazione usato tiene conto della vulnerabilità territoriale
dell’area compresa nel raggio di due chilometri per ogni singola installazione mediante
l’analisi dei quattro fattori che seguono (derivanti dalle informazioni prima indicate):
    - presenza di aree protette (parametro V1). Parchi e riserve naturali e altre forme di
        tutela presenti sul territorio quali i Parchi Regionali/Nazionali, Parchi Locali di
        Interesse Sovracomunale (PLIS) e i siti di Rete Natura 2000 (SIC e ZPS)
    - densità di popolazione (parametro V2).;
    - vulnerabilità intrinseca delle acque sotterranee ottenuta dalla combinazione di
        vulnerabilità idrogeologica e capacità protettiva dei suoli (parametro V3).;
    - presenza di siti contaminati (ex artt. 248 e 252 del D.Lgs. 152/2006) (parametro
        V4).

Ad ogni zona, in base alla presenza dei suddetti elementi, il modello assegna un punteggio
indicativo del livello di criticità, che viene poi attribuito all’installazione.

6. Identificazione della zona geografica coperta dal piano
   d'ispezione

La zona geografica sulla quale operano le previsioni del Piano coincide con l’intera area del
territorio della Regione Basilicata in cui sono localizzate le installazioni in possesso di
Autorizzazione Integrata Ambientale oggetto delle ispezioni ambientali.

                                                                                                 13
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA

                                 Figura 3: Installazioni AIA. sul territorio

7. Registro delle installazioni coperte dal piano

Le installazioni in possesso di AIA interessate dall’attuazione del presente Piano sono quelle
collocate in Regione Basilicata rientranti nelle categorie IPPC individuate nell’allegato VIII
alla Parte Seconda del D.lgs. 152/06 (Tabella 1).

                                                                                                 14
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA

                                                                2. Produzione e
               1. Attività energetiche                                                                     3. Industria dei prodotti minerali                   4. Industria chimica                    5. Gestione dei rifiuti                   6. Altre attività
                                                           trasformazione di metall

    Categoria                                          Categoria                                       Categoria                                           Categoria                               Categoria                               Categoria
                               N. installazion                              N. installazion                                          N. installazion                         N. installazion                           N. installazion                      N. installazion
     IPPC                                               IPPC                                            IPPC                                                IPPC                                    IPPC                                    IPPC

         1.1                             5            2.5.b – 2.6                 1                      3.1                                1            4.1.a – 4.1.a             1                   5.4                   13              6.1b                     1
                                                      2.2 – 2.3.a                 1                      3.5                                3                 4.5                  1             5.1.f – 5.3.b.4             1               6.4b                     3
                                                          2.6                     3                      3.1a                               1                4.1.h                 1            5.3.b.2 – 5.3.b.4            1               6.11                     3
                                                      2.3.c – 2.6                 1                                                                                                                 5.4 - 5.3                1                6,6                     1
                                                                                                                                                                                                      5.3.a                  2              6.4.b.3                   2
                                                                                                                                                                                                    5.1 – 5.2                1              6.6.b                     1
                                                                                                                                                                                                 5.4 - 5.1 – 5.3             1                6.7                     1
                                                                                                                                                                                                     5.3.b.4                 1
                                                                                                                                                                                                    5.1 – 5.3                1

TOTALE                                   5       TOTALE                           6           TOTALE                                        5          TOTALE                      3           TOTALE                        22          TOTALE                   12

                                                                                                                      TOTALE COMPLESSIVO 53

                      Tabella 1. Elenco Installazioni suddivise per categoria IPPC ( vedi Allegato 1 per interpretazione categorie IPPC ).

                                                                          Figura 4: Istogramma Installazioni AIA per categorie IPPC.

                                                                                                                                                                                                                                                            15
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA

8. Procedure per il popolamento dell’algoritmo di calcolo
   dell’IR e programmazione della frequenza delle visite
   ispettive utilizzando il modello SSPC semplificato

Come già accennato in precedenza, secondo quanto stabilito dall’articolo 29 decies, commi
11-bis e 11-ter, del D.lgs. 152/06, il Piano riporta le procedure per l’elaborazione dei
programmi per le ispezioni ambientali ordinarie; in detti programmi, per ogni installazione,
viene indicata la frequenza con cui deve essere effettuata la visita in loco da determinarsi
sulla base di una valutazione sistematica del rischio ambientale dell’installazione medesima.
La valutazione sistematica del rischio deve considerare almeno:
a) gli impatti potenziali e reali delle installazioni interessate sulla salute umana e
sull'ambiente tenendo conto dei livelli e dei tipi di emissioni, della sensibilità dell'ambiente
locale e del rischio di incidenti;
b) il livello di osservanza delle condizioni di autorizzazione;
c) la partecipazione del Gestore al sistema dell'Unione di ecogestione e audit (EMAS) (a
norma del regolamento (CE) n. 1221/2009).
In sede di prima attuazione, la determinazione delle frequenze è stata effettuata a partire dal
modello SSPC di seguito descritto che contiene tutti i predetti aspetti. (Allegato 1: SSPC
Sistema di supporto alla Programmazione dei Controlli – Metodologia e definizione dei
parametri).
Il metodo SSPC, promosso a livello nazionale dal Sistema delle Agenzie, è basato
sull’identificazione di parametri (o variabili) assegnati ad ogni installazione e raggruppati in
due insiemi logici: l’insieme dei parametri che esprimono il rischio aziendale intrinseco
(suddiviso a sua volta in potenziale e reale) e l’insieme dei parametri che esprimono la
vulnerabilità del territorio.
Per ogni installazione AIA vengono prese in considerazione:
    - una variabile associata alla categoria IPPC;
    - tre variabili rappresentative dell’impatto reale: emissioni in atmosfera, emissioni
         in acqua, presenza rifiuti in ingresso; alle variabili emissioni in atmosfera ed
         emissioni in acqua sono attribuiti dei coefficienti correttivi che rappresentano
         rispettivamente la qualità dell’aria e la qualità delle acque superficiali nell'area di
         ubicazione dell'installazione;
    - quattro variabili rappresentative della vulnerabilità e della qualità ambientale
         del territorio: presenza di aree protette, densità di popolazione, vulnerabilità del
         suolo, presenza di siti contaminati, qualità delle acque sotterranee, sulla base delle
         quali viene attribuito un indice di rischio legato alla collocazione dell’installazione;
    - due variabili che rappresentano le performance aziendali sia in negativo (legate
         ad attività di controllo e conseguenti diffide e/o sospensioni) sia in positivo
         (partecipazione a strumenti di certificazione ambientale volontarie).

                                                                                                 16
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA

In base al modello SSPC utilizzato ogni installazione è caratterizzata da un indice di rischio
compreso tra i valori 1 (rischio basso) e 10 (rischio alto); la graduatoria delle aziende così
composta costituisce la base per la programmazione dei controlli ordinari previsti dalla
normativa.
Il programma per le ispezioni ambientali ordinarie è predisposto su base triennale e
aggiornato, se necessario, ogni anno; lo stesso indica per ogni anno solare l’elenco delle
installazioni da sottoporre a verifica, ordinato secondo la sequenza risultante
dall’applicazione dei criteri suindicati.
In via di prima applicazione, la programmazione del primo ciclo triennale di ispezioni
prevede che il periodo tra due visite in loco sia determinato secondo i seguenti valori di
soglia:
    - un anno per le installazioni il cui indice di rischio risulti pari o superiore a 6,00;
    - due anni per le installazioni il cui indice di rischio risulti compreso tra 5,99 e 3,00;
    - tre anni per le installazioni il cui indice di rischio risulti inferiore a 2,99;
    - sei mesi per le installazioni per le quali la precedente ispezione ha evidenziato una
        grave inosservanza delle condizioni di autorizzazione;
    - in deroga ai risultati dell’applicativo, su precisa indicazione e volontà
        dell’Autorità Competente, è stata richiesta che la frequenza di ispezione per le
        installazioni ENI, RENDINA e FERRIERE NORD, sia semestrale.

Gli indici di rischio delle installazioni possono essere rivalutati annualmente tenendo conto
dei risultati delle ispezioni effettuate e di eventuali modifiche del contesto normativo e
ambientale intervenute.

In base a quanto disposto dall'articolo 29-decies, comma 3, del d.lgs. 152/2006, l’autorità
competente al controllo attraverso l'ispezione ordinaria accerta:
        a) il rispetto delle condizioni dell'autorizzazione integrata ambientale;
        b) la regolarità dei controlli a carico del Gestore, con particolare riferimento alla
           regolarità delle misure e dei dispositivi di prevenzione dell'inquinamento nonché
           al rispetto dei valori limite di emissione;
        c) che il Gestore abbia ottemperato ai propri obblighi di comunicazione e in
           particolare che abbia informato l'autorità competente regolarmente e, in caso di
           inconvenienti o incidenti che influiscano in modo significativo sull'ambiente,
           tempestivamente dei risultati della sorveglianza delle emissioni del proprio
           impianto.

                                                                                                 17
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA

8.1 Metodologia per la determinazione dell'Indice di Rischio

Al fine di individuare “l’indice di rischio” delle installazioni in possesso di AIA regionale, e
conseguentemente definire la frequenza o priorità dei controlli sulle attività produttive del
territorio, è stato implementato il seguente algoritmo:

     R = [Pi +(Pa*coefa +PH2O*coefH2O+Pw)+VMAX]*(coefoss *coefSGA)

Pi= Impatto potenziale – Tipologia di azienda;
Pa= Impatto reale – Fattore emissione in aria;
coefa= Coefficiente correttivo che tiene conto della qualità dell’aria nell’ambiente nel quale
       la singola Azienda si trova ad operare;
PH2O= Impatto reale – Fattore emissione in acqua
coefH2O= Coefficiente correttivo che tiene conto della qualità delle acque superficiali
         nell’ambiente nel quale la singola azienda si trova ad operare;
Pw= Impatto reale – Gestione Rifiuti;
coefoss= Coefficiente correttivo legato all’osservanza della gestione dell’ azienda (esito
controlli);
coefSGA= Coefficiente correttivo legato all’adesione a sistemi di gestione ambientale;
Vmax= Vulnerabilità del territorio.

8.1.1 Impatto potenziale Pi

Il Pi vuole caratterizzare la complessità della tipologia di impianto e di ciclo produttivo e la
pericolosità ambientale delle sostanze utilizzate e/o emesse dalle aziende nell’ambito del
loro funzionamento ordinario (non per incidente), secondo le prescrizioni contenute nelle
autorizzazioni.
L’algoritmo assegna un punteggio ad ogni installazione secondo la seguente logica: ad ogni
codice IPPC/IED è associato un punteggio dedotto dal codice IPPC/IED principale.
Qualora una stessa attività abbia dei codici IPPC/IED secondari, al punteggio principale
verrà sommato un peso α pari a 0,5 indipendentemente dal numero di codici secondari.
P i = p1 + α
dove:
p1 è il punteggio associato al codice principale IED/IPPC.
α è il peso da aggiungere qualora vi siano codici secondari associati alla medesima
installazione. E' assunto pari a 0,5.
In via cautelativa per le installazioni con più codici IPPC/IED è stato considerato come
codice principale quello con punteggio maggiore.
                                                                                                 18
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA

8.1.2 Impatto reale – Fattore emissione in aria Pa

Pa caratterizza l’azienda rispetto alle emissioni convogliate in atmosfera; l’algoritmo di
calcolo verifica innanzitutto se l’ installazione ha o meno un’autorizzazione all’emissione in
atmosfera e successivamente se l’installazione appartiene al database EPRTR; attribuisce
quindi un punteggio come riportato:

Fase 1 – Verifica della presenza di emissioni convogliate

Autorizzazione Emissioni Aria: valore SI/NO. Assume valore SI, se l’azienda ha delle
emissioni convogliate in aria. I valori sono assegnati come segue:

              Azienda in possesso di                    Azienda NON in possesso di
           autorizzazione alle emissioni                autorizzazione alle emissioni
        Si passa alla valutazione del peso da                        1
                  attribuire Fase 2

Fase 2 – Verifica della trasmissione della dichiarazione EPRTR Attribuzione pesi ad
       installazioni in possesso di emissioni convogliate

Dichiarazione EPRTR matrice Aria: valore SI/NO. Assume valore SI, se l’impianto ha
effettuato la dichiarazione EPRTR per la matrice aria. I valori saranno assegnati come segue

              Azienda che ha effettuato la             Azienda che NON ha effettuato la
                  dichiarazione EPRTR                        dichiarazione EPRTR
          Si passa alla valutazione del peso da                        2
                    attribuire Fase 3

Fase 3 – Attribuzione pesi sulla base della dichiarazione EPRTR

Se l'azienda è presente nei registri EPRTR, il Pa è dato dalla somma delle sostanze rilasciate
in aria, normalizzata alla soglia delle sostanze stesse presenti nell’Allegato 2 del
Regolamento CE 166/2006.
Per cui, usando le tabelle EPRTR “FacilityReport” e “PollutantRelease”, per ogni azienda
nell’anno di interesse, si considerano tutte le sostanze emesse in ARIA e si sommano i
rapporti tra la quantità totale (TotalQuantity in kg) di ciascuna sostanza (Pollutant_code)
emessa in ARIA (ReleaseMediumCode=AIR) e il corrispondente valore soglia.
I punteggi dal 3 al 5 vengono descritti nella tabella seguente (fonte EasyTool – Risk
Assessment Guidance Book).

                                                                                                 19
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA

8.1.3 Coefficiente correttivo che tiene conto della qualità dell’aria - coefa

Il coefficiente tiene conto della qualità dell'aria del comune nel quale la singola installazione
si trova ad operare determinato utilizzando la bozza di zonizzazione di qualità dell'aria che
suddivide il territorio regionale in zona A dei comuni con maggiore carico emissivo
(Potenza, Lavello, Venosa Matera, Melfi, Tito, Barile, Viggiano, Grumento Nova, Pisticci,
Ferrandina, Montalbano Jonico, Scanzano Jonico, Policoro, Montescaglioso e Bernalda )

                 Figura 5: Mappa della zonizzazione relativa a tutti gli inquinanti a meno dell'ozono

                                                                                                        20
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA

e B ( resto del territorio lucano).
Nella Zona A sono presenti 15 centraline di monitoraggio di cui si riportano le registrazioni
relative all'anno 2015:

                                                                                                 21
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA

Sulla base dei superamenti dei valori di soglia superiori (SVS) ed inferiori (SVI) sono state
individuate le seguenti classi:
Classe 1: > SVS
Classe 2: tra SVS e SVI
Classe 3: < SVI
Classe 4: zona B ( comuni a basso carico inquinante)
le quali sono state attribuite "in maniera statica" ai comuni all'interno dei quali sono
localizzate le centraline. Nel caso in cui all'interno dello stesso comune siano presenti più
centraline, si è fatto riferimento ai dati di quella che ha rilevato i valori più gravosi.
Ad ogni classe sono stati assegnati i seguenti pesi:

                            Classe di appartenenza Valore del coefa
                                    classe 1              2
                                    classe 2             1.5
                                    classe 3              1
                                    classe 4             0.5

                                                                                                 22
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA

Ad ogni installazione AIA è stata attribuita la classe del comune di appartenenza.

                   Figura 6: Classificazione coefficiente correttivo qualità dell'aria su base comunale

8.1.4 Impatto reale - Emissioni in acqua PH2O (acque superficiali)

Ph2o caratterizza l’installazione rispetto alle emissioni in acque superficiali; l’algoritmo di
calcolo verifica innanzitutto se l’ installazione ha o meno un’autorizzazione all’emissione in
acqua e successivamente se l’installazione appartiene al database EPRTR; attribuisce quindi
un punteggio come riportato:

Fase 1 – Verifica del presenza di scarichi in acque

Autorizzazione allo scarico in acqua: valore SI/NO. Assume valore SI, se l’azienda ha degli
scarichi in acqua. I valori saranno assegnati come segue
                                                                                                          23
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA

          Azienda ha degli scarichi in acqua           Azienda NON ha degli scarichi in
                                                                  acqua
          Si passa alla valutazione del peso da                     1
                    attribuire Fase 2

Fase 2 – Verifica della trasmissione della dichiarazione EPRTR Attribuzione pesi ad
       installazioni in possesso di scarichi in acqua

Dichiarazione EPRTR matrice Acqua: valore SI/NO. Assume valore SI, se l’impianto ha
effettuato la dichiarazione EPRTR per la matrice Acqua. I valori saranno assegnati come
segue:

       Azienda che ha effettuato la                 Azienda che NON ha effettuato la
       dichiarazione EPRTR                          dichiarazione EPRTR
          Si passa alla valutazione del peso da                      2
                    attribuire Fase 3

Fase 3 – Attribuzione pesi sulla base della dichiarazione EPRTR

Usando le tabelle EPRTR “FacilityReport” e “PollutantRelease”, per ogni anno di interesse, si
considerano tutte le sostanze emesse in ACQUA e si sommano i rapporti tre la quantità totale
(TotalQuantity in kg) di ciascuna sostanza (Pollutant_code) emessa in ACQUA
(ReleaseMediumCode=WATER) e il corrispondente valore di soglia.
I punteggi da 3 a 5 vengono descritti nella tabella seguente (fonte EasyTool – Risk Assessment
Guidance Book).

                                                                                                 24
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA

8.1.5 Coefficiente correttivo che tiene conto della qualità delle acque superficiali
      coefH2O

Il coefficiente tiene conto della qualità delle acque superficiali e ne considera lo stato
ecologico e chimico. Nel presente lavoro ci si riferisce alle acque superficiali appartenenti al
sottobacino nel quale la singola azienda si trova ad operare; i dati considerati sono quelli
delle attività di monitoraggio condotte da ARPAB nell’ambito dei lavori per la redazione del
Piano Regionale di Tutela delle Acque nel 2017 e quelli estrapolabili dal PRTA Campania
2016.

                        Figura 7: Centraline di monitoraggio qualità delle acque superficiali

                                                                                                 25
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA

I parametri monitorati sull’intera rete sono stati elaborati per ottenere una classificazione
che prevede cinque classi per lo stato ecologico (ottimo, buono, sufficiente, scarso, cattivo)
e due classi per lo stato chimico (buono, non buono).
Stato Chimico e Stato ecologico sono stati combinati per ogni centralina di monitoraggio
secondo la seguente tabella:
                                        COMBINAZIONI - ST.ECOLOGIO e ST.CHIMICO

                         Stato Ecologico     Stato Chimico     Classificazione     Peso
                            elevato             buono             Classe 4         0,5
                            elevato          non buono            Classe 4         0,5
                             buono              buono             Classe 3             1
                             buono           non buono            Classe 3             1
                          sufficiente           buono             Classe 2         1,5
                          sufficiente        non buono            Classe 2         1,5
                            scarso              buono             Classe 1             2
                            scarso           non buono            Classe 1             2
                            cattivo             buono             Classe 1             2
                            cattivo          non buono            Classe 1             2
                                   Tabella 2: Combinazioni stato ecologico e chimico

                   Figura 8: Classificazione centraline di monitoraggio qualità dell'acqua

                                                                                                 26
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA

Ad ogni installazione viene attribuito un punteggio indicativo derivato dai dati della
centralina immediatamente a valle all'interno del sottobacino di appartenenza; tale
punteggio è rappresentativo della criticità ambientale del corpo idrico superficiale di
riferimento.

               Figura 9: Coefficiente correttivo qualità dell'acqua per le installazioni AIA

                                                                                                 27
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA

8.1.6 Impatto reale – Gestione Rifiuti Pw

8.1.6.1 Impatto reale -Produzione rifiuti R3

L’R3 considera la quantità di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi trasferiti fuori sito
presso idonea destinazione.
La fonte dei dati è la dichiarazione EPRTR e si valutano le quantità di rifiuti dichiarate (in
tonnellate/anno) suddivise in rifiuti pericolosi/non pericolosi.

Fase 1 – Verifica della dichiarazione E-PRTR

Dichiarazione E-PRTR rifiuti: valore SI/NO. Assume valore SI se l’impianto ha effettuato
la dichiarazione EPRTR per i rifiuti. I valori saranno assegnati come segue.

        Azienda ha effettuato la dichiarazione           Azienda NON ha effettuato la
                      per i rifiuti                        dichiarazione per i rifiuti
         Si passa alla valutazione del peso da                         0
                   attribuire Fase 2

Fase 2 – Attibuzione pesi in base alla dichiarazione E-PRTR

I punteggi attribuiti vengono descritti nella tabella seguente (fonte EasyTool – Risk
Assessment Guidance Book)

8.1.6.2 Impatto reale - Trattamento rifiuti R4

L’R4 considera la quantità di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi (in tonnellate/anno)
ricevuti dall’azienda (trasporto in situ).
La fonte delle informazioni sono i dati dell’ultima dichiarazione MUD.
L’R4 interessa solo le aziende con codice IPPC /IED appartenenti al gruppo 5 (Gestione dei

                                                                                                 28
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA

rifiuti).

Fase 1 – Verifica della dichiarazione MUD

Dichiarazione MUD rifiuti: valore SI/NO. Assume valore SI, se l’impianto ha effettuato la
dichiarazione MUD per i rifiuti( secondo i dati in possesso di ARPAB ad oggi). I valori
saranno assegnati come segue.

            Azienda ha effettuato la dichiarazione       Azienda NON ha effettuato la
                          per i rifiuti                    dichiarazione per i rifiuti
             Si passa alla valutazione del peso da                     0
                       attribuire Fase 2

Fase 2 – Attibuzione pesi in base alla dichiarazione MUD

I punteggi vengono descritti nella tabella seguente (fonte EasyTool – Risk Assessment
Guidance Book)

8.1.7 Coefficiente correttivo legato all’osservanza della gestione dell’azienda
      coefoss

Il coefoss è stato definito in funzione dei risultati delle attività di controllo documentale,
campionamenti, autocontrolli effettuati nel passato (anni 2015 - 2016 -2017 - 2018).
I valori sono stati attribuiti come di seguito:

                                                                                Valore del
            Attività di controllo docum./campionamenti/autocontrolli
                                                                                 coefoss
      Nessuna inosservanza                                                         0.5
      Diffida                                                                       1
      Diffida e Sospensione                                                        1.5
      Revoca                                                                        2
                                                                                                 29
Piano di Ispezione Ambientale della Regione Basilicata relativo alle Installazioni soggette ad AIA

8.1.8 Coefficiente correttivo legato all’adesione a sistemi di gestione ambientale
      coefSGA

Il coefSGA viene definito in funzione dell’adesione o meno del Gestore a sistemi di gestione
ambientale (EMAS, ISO 14001). Nel caso in cui l’installazione non aderisce ad alcun
sistema di gestione ambientale, al coefficiente, sarà attribuito un valore unitario.

                                                                    Valore del
                  Adesione a sistemi di gestione ambientali
                                                                     coefSGA
                Adesione all’ EMAS                                     0.3
                Adesione all’ ISO 14001                                0.8
                Non aderisce a sistemi di gestione ambientali           1

8.1.9 Vulnerabilità territoriale

La vulnerabilità territoriale è stata calcolata per la porzione di territorio intorno alla singola
installazione compresa nel raggio di 2 km.
Sono considerati quattro parametri:
     V1: aree naturali protette. Zone a Protezione Speciale, Siti di Importanza
        Comunitaria, Parchi Regionali/Nazionali, Parchi Locali di Interesse Sovracomunale
        (PLIS);
    V2: densità di popolazione. Al fine di stabilire il livello di vulnerabilità relativamente
     alla presenza di popolazione nell’area in cui si trova l’azienda, si considera la densità
     di popolazione nell'intorno di 2 km dall'installazione. Il metodo utilizza i dati di
     popolazione a livello di sezioni censuarie ISTAT secondo l’ultimo censimento (anno
     2011 - http://www.istat.it/it/archivio/104317).
    V3: vulnerabilità del suolo. Al fine di stabilire il livello di vulnerabilità dei suoli
     nell’area in cui si trova l’azienda, è stata considerata la carta della vulnerabilità
     intrinseca delle acque sotterranee ottenuta dalla combinazione di vulnerabilità
     idrogeologica (costituita dalla composizione della tessitura del non saturo dei suoli +
     la soggiacenza della falda) e di capacità protettiva dei suoli. Il territorio regionale
     risulta suddiviso in 4 zone
    V4: siti contaminati. Al fine di poter stabilire se l’azienda ricada nell’intorno di un
     sito contaminato si considerano le seguenti tipologie di siti:
          Siti d’Interesse Nazionale: installazione ubicata in siti individuati ai sensi
             dell’art. 252 del D.Lgs. n. 152/06 e s.m.i. ;
          Siti Contaminati: installazione ubicata in siti contaminati cosi come
             individuati sul portale cartografico rsdi della Regione Basilicata
             (http://rsdi.regione.basilicata.it/geoserver/www/bonifica/index.html);

                                                                                                 30
Puoi anche leggere