Emergenza Covid, ci sono troppe falle nel sistema sanitario campano

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Emergenza Covid, ci sono
troppe falle nel sistema
sanitario campano
di Erika Noschese

L’emergenza Coronavirus ha messo in risalto tutte le falle del
sistema sanitario campano. Dall’inizio dell’emergenza ad oggi,
infatti, si sprecano le denunce dei sindacati che chiedono ai
direttori generali dell’Asl e delle aziende ospedaliere
universitarie di intervenire in tempi rapidi. La difficoltà
che ancora oggi si vive nei presidi ospedalieri di tutta la
provincia di Salerno è sicuramente la mancanza di personale
medico ed infermieristico. Ma non solo. Al Ruggi d’Aragona,
infatti, si continua a discutere del concorso per il
reclutamento di 160 infermieri che dovrebbe tenersi nei primi
giorni del mese di novembre a Napoli. La Cisl Fp di Salerno,
attraverso il segretario generale Pietro Antonacchio, infatti,
continua a chiedere la sospensione del bando, senza alcun
riscontro formale da parte della Direzione strategica dell’Aou
di Salerno. Antonacchio, di fatti, nei giorni scorsi ha
sollecitato, oltre al Direttore Generale dell’Aou Salerno
anche il direttore generale Asl Napoli 1 Centro, il Prefetto
di Napoli, il sindaco di Napoli, la Procura della Repubblica
di Salerno e la Procura della Corte dei Conti Campania per
allertarli sulla convocazione per le prove preselettive per
160 Cps infermiere presso il Teatro Palapartenope di Napoli.
Il sindacalista, infatti, chiede di accertare la legittimità
del concorso. “Questo atteggiamento della Direzione strategica
dell’Aou di Salerno di ostinata indifferenza, ai rilievi di
questa Os, oltre a violare i canoni di buon andamento e di
imparzialità dell’azione amministrativa così da consentire una
seduta concorsuale suppletiva per coloro che sono in questo
momento in isolamento domiciliare o che hanno a qualsiasi
titolo contratto il virus, aggravando e perpetrando uno
sperpero di denaro pubblico, si traduce in un atteggiamento
quantomeno colposo ovvero potenziale di voler cagionare un
danno alla salute dei concorrenti alle prove preselettive”, ha
dichiarato Antonacchio che chiede di fatti di attenersi alle
ordinanze regionali e al dpcm Criticità a Roccadaspide In una
nota      inoltrata       al      Direttore       del      Dea
Eboli/Battipaglia/Roccadaspide la Cisl Fp di Salerno ha
notiziato sulla necessità, allo stato attuale ovvero nella
terza fase dell’emergenza Sars2-Covid19, di poter promuovere
una migliore gestione del rischio clinico all’interno della
struttura del presidio ospedaliero di Roccadaspide. Nonostante
la protezione civile abbia fornito al presidio una tendo
struttura e l’impiego di due unità sanitarie (Infermiere e
Oss) fornite dei relativi dispositivi e presidi, non risulta
ben definito il percorso Covid. Nello specifico, evidenziando
che non è presente, per le persone che accedono in pronto
soccorso, una fase di valutazione preventiva, indispensabile
al fine di orientare l’utenza verso il percorso Covid o non,
creando così un elevato rischio di contagio. “Risulta
relativamente poco sensato usare distanza, mascherine, igiene
delle mani, rafforzamento di terapie sub intensive e pronto
soccorso, se poi non vengono utilizzati e messi in atto
appositi percorsi per sospetti casi Covid, convogliando tutti
i pazienti in una unica sala di attesa all’arrivo in ospedale
– afferma il Segretario Generale Antonacchio Pietro Segretario
Generale della Cisl Fp di Salerno – Inoltre i lunghi tempi di
risposta circa il processamento del tampone determinano una
congestione dell’attività assistenziale a vario titolo con
ricadute inevitabili sull’utenza per i disagi legati
all’attesa della presa in carico assistenziale, poco confort e
stress, alta probabilità di peggioramento delle condizioni
cliniche e complicanze a breve, medio e lungo termine, nonché
sull’organizzazione e gestione del personale sanitario e
tecnico”. Il sindacalista chiede un percorso Covid idoneo ed
efficiente, che non si sia inoltre adeguata ad acquisire
apposita strumentazione diagnostica per velocizzare il
processamento dei tamponi garantendo così il soddisfacimento
dei Lea e riducendo l’impatto negativo sui vari processi.
Tamponi molecolari a Sapri I delegati di Cisl Fp del presidio
ospedaliero di Sapri Mega Nicolina e Gerardo Paradiso chiedono
l’attivazione per quanto riguarda l’esecuzione dei tamponi
molecolari nel nostro laboratorio analisi ed avere in questo
modo un risultato veloce e diagnostico sulla patologia. “Nelle
varie Unità Operative vi è una carenza atavica di personale
che prosegue la propria attività grazie all’abnegazione per il
lavoro ed il senso di responsabilità dei lavoratori e per tale
motivo invitiamo la Direzione Sanitaria ad effettuare con
urgenza alla Direzione Strategica aziendale una richiesta di
personale sanitario”, hanno dichiarato, chiedendo rifornimenti
costanti e non a singhiozzo di tutti i dispositivi personali
per la sicurezza. Tra le richieste avanzate, inoltre, fare in
modo che il personale per le pulizie e l’ausiliariato sia
assegnato alle varie Unità Operative in modo definitivo senza
farlo ruotare, in questo modo in caso di positività si
eviterebbe di infettare tutto il personale dell’intera
struttura; effettuare con cadenza quindicinale un prelievo
ematico per la ricerca Sars Covid2 per tutto il personale del
Po di Sapri e del Ds. 71; con l’avvicinarsi della stagione
invernale eliminare le tendostrutture per i pazienti che
afferiscono al Pronto Soccorso per sospetto Covid ormai
vetuste e piene di fori e con i servizi igienici afferenti che
emanano sgradevoli odori e richiedere moduli assistenziali con
riscaldamento e servizi igienici integrati; completare
urgentemente i lavori di adeguamento del pronto soccorso, come
la stanza del codice verde senza un monitor e senza
telecamere, la quale oltretutto non avendo una porta esterna
non può garantire adeguati percorsi, costituendo un pericolo
sia per i pazienti che per gli operatori sanitari stessi;
organizzare percorsi per pazienti positivi al Covid e no-
Covid, anche alla luce delle nuove disposizioni in merito alla
chiusura delle attività ambulatoriali. “Qualora sia necessario
attivare posti letto di terapia intensiva e degenza Covd,
invitiamo la direzione sanitaria a confrontarsi ed
interpellare le diverse organizzazioni sindacali per
organizzare al meglio le varie azioni da mettere in campo”,
hanno aggiunto infine.

Riaprite le scuole: ma in
piazza scendono poche mamme
di Monica De Santis

“Riaprite le scuole” è questo ciò che chiedono le mamme
salernitane, ed è questo ciò che ieri mattina hanno voluto
ribadire a piazza Amendola nel corso di una nuova protesta,
sempre pacifica, ma che ha visto purtroppo la partecipazione
di poche persone, rispetto a quella di sabato scorso. Il
presidio, di ieri mattina è stato organizzato dal
Coordinamento Scuole aperte Salerno, vede in campo docenti,
studenti e genitori che chiedono con forza alle Istituzioni
locali la riapertura delle scuole, a cominciare dalle primarie
e secondarie di primo grado, luoghi sicuri e già messi in
sicurezza anti covid dall’inizio dell’anno scolastico, anno
peraltro già cominciato in ritardo con tre rinvii rispetto
alle altre Regioni italiane. E a parlare per il Coordinamento
è Alessandro D’Auria che precisa che è necessario “Individuare
i colpevoli di questa situazione che non sono i cittadini. Il
vero colpevole è De Luca che va in tv e attacca coloro che
protestano. Noi ci chiediamo cosa ha fatto in otto mesi per
quanto concerne la sanità, i trasporti… Il 18 settembre ha
detto che in Campania il covid non era un problema che era
sotto controllo e poi pochi giorni dopo l’elezioni chiude le
scuole, mentre nel resto d’Italia sono aperte. Ha privato i
nostri bambini e i nostri ragazzi di un diritto sancito dalla
costituzione, il diritto all’istruzione”. A sostenere il
pensiero di D’Auria anche Teresa Vicidomini della Cobas
Salerno: “Sabato scorso, nella precedente manifestazione,
abbiamo portato le nostre richieste al Prefetto. Chiedevamo un
aumento delle corse dei pullman e dei treni negli orari di
punta, la riapertura delle scuole elementari e medie, test
rapidi per tutti. Ma purtroppo queste nostre richieste non
solo non sono state accolte, ma sembra addirittura che adesso
si vogliano adottare misure più drastiche. nessuno capisce che
la Dad non è scuola e che tutta questa situazione non fa altro
che creare disagi ai ragazzi e alle loro famiglie. I nostri
figli hanno bisogno della scuuola che è un presidio di civiltà
e legalità”. “Noi siamo qui oggi (ieri per chi legge, n.d.r.),
come lo siamo stati sabato scorso – sottolinea Manrico
Gesummaria, dirigente del Cristo Re – perchè non comprendiamo
l’ordinanza 79 nel momento in cui e’ stato deciso di
sospendere le attività didattiche in presenza. Non si
comprende perchè venga considerato un rischio la riapertura
delle scuole che rispettano, tra l’altro, misure rigorose come
mascherine, distanziamento, misurazione della temperatura e
quanto necessario per evitare il contagio. C’è stato uno
sforzo enorme per fare in modo che le scuole rimanessero
aperte. Speriamo che almeno per i bimbi più piccoli si possa
tornare presto alla normalita’”. Intanto in piazza banchetti
improvvisati con bambini che disegnano e colorano insieme ai
propri compagni di classe. ” I nostri figli – dicono alcune
mamme – hanno già fatto un sacrificio enorme nei mesi scorsi.
Non è giusto privarli della scuola che per loro rappresenta un
momento di formazione e crescita. Senza contare che la Dad non
è applicabile per i bambini che stanno facendo la prima
elementare. Ma come si può pensare di farli studiare a
distanza, come si può pensare che possano imparare a leggere e
scrivere attraverso uno schermo”.
Spes, “I cittadini meritano
chiarezza” Pisano: “Non siamo
noi ad inquinare”
di Erika Noschese

“Meritiamo una risposta, noi come istituzioni e soprattutto i
cittadini che si sono sottoposti allo Studio Spes per
conoscere l’eventuale presenza di metalli pesanti nel loro
organismo. E’ una questione di coscienza e di rispetto”. A
dichiararlo il sindaco di Pellezzano Francesco Morra nel corso
dell’incontro tenutosi ieri mattina presso l’aula consiliare
“Aldo Moro” di Palazzo di Città per fare il punto della
situazione dopo l’autorizzazione, concessa dalla Regione
Campania, per visionare lo studio Spes relativo all’indice di
contaminazione dell’area in cui risiedono le Fonderie Pisano,
sul territorio di Fratte al confine col Comune di Pellezzano.
Nei giorni scorsi, infatti, il primo cittadino di Pellezzano,
il comitato Salute e Vita e l’avvocato Massimo Lanocita si
sono recati presso ol competente Ufficio Regionale per
conoscere i risultati dello studio Spes ma, stando a quanto
denunciato dal primo cittadino di Pellezzano, sarebbero stati
consegnati una serie di fogli bianchi, di provenienza incerta,
con sopra evidenziati dei “trasferelli” indicanti la scritta
“Studio Spes”. Morra ha ribadito che nella zona della Valle
dell’Irno si evidenziano gravi criticità che, di conseguenza,
potrebbero essere riconducibili allo stabilimento di via dei
Greci, a Fratte in quanto dalle analisi effettuate sarebbe
emersa la presenza di metalli pesanti. “L’Istituto
Zooprofilattico     della   Regione    Campania   nonostante
l’autorizzazione di accesso agli atti ottenuta dai competenti
uffici regionali, non ci ha fornito alcuna risposta formale
sulla specificità e sui contenuti dello Studio – ha dichiarato
il sindaco Morra – Tuttavia, in quella relazione preliminare
che ci hanno consegnato, riguardante le analisi cliniche
condotte su 400 persone residenti della Valle dell’Irno, è
stata comunque evidenziata la presenza di metalli pesanti”. Il
primo cittadino di Pellezzano, dunque, chiede di conoscere i
risultati dello studio per capire la correlazione tra presenza
di fattori inquinanti e industrie pesanti che insistono sul
territorio, anche per avviare un’eventuale azione preventiva.
“È una battaglia che bisogna portare avanti a prescindere dai
colori politici. E’ giusto salvaguardare i livelli
occupazionali, ma è fondamentale rispettare il diritto alla
salute. Più volte abbiamo chiesto la delocalizzazione delle
Fonderie Pisano, perché riteniamo che un simile impianto debba
essere installato altrove e non a ridosso delle residente
urbane”, ha aggiunto Morra. Dello stesso avviso Lorenzo Forte,
il Presidente del Comitato “Salute e Vita”. “Il Comune di
Pellezzano – sottolinea Forte – è quello che più ci ha
sostenuto in questa battaglia. Ci ha stupito e deluso il fatto
che, ancora una volta, la Regione Campania abbia sbattuto la
porta in faccia ai tanti morti e agli ammalati di questo
territorio che subisce l’attività delle Fonderie Pisano. Come
era stato indicato il 29 maggio scorso, dopo una nostra prima
richiesta, lo Studio SPES era concluso”. Dall’ufficio
regionale è stata consegnata solo una relazione preliminare,
che tuttavia evidenzia tre aspetti importanti, individuati nei
cluster 1 e 2 della Valle dell’Irno: presenza di diossina 4
volte superiore rispetto ai limiti di legge; mercurio 5 volte
superiore rispetto ai limiti; creatinina molto alta, superiore
ai limiti di legge, ricondotta alla presenza di metalli
pesanti. A difendere il Comune di Pellezzano – costituitosi
nel giudizio innanzi al Tar contro per l’annullamento del
decreto regionale recante l’autorizzazione del progetto di
riesame e di adeguamento dell’AIA (Autorizzazione Integrata
Ambientale) rilasciata alle Fonderie Pisano – l’avvocato
Franco Massimo Lanocita che ha annunciato che il prossimo 28
ottobre ci sarà l’udienza di merito contro l’illegittima
autorizzazione ambientale rilasciata dalla Regione alle
Fonderie. “Illegittima perché riteniamo questo opificio non
debba essere situato in prossimità del centro urbano e poi
perché la sua attività è stata concessa senza la Via
(Valutazione di Impatto Ambientale) – ha spiegato il legale –
La Regione ha eluso la nostra richiesta di accesso agli atti
quindi insisteremo affinché lo studio venga acquisito. Chi ha
manomesso questo studio Spes forse pensava che aveva a che
fare con persone che non avessero cognizione di cosa fosse uno
studio scientifico. E non si capisce perché fino ad ora lo
Studio non ci è stato consegnato. Forse per la cattiva
abitudine di una presunta corruzione ideologica con la quale
si valuta in maniera improvvida il diritto al lavoro superiore
rispetto al diritto alla salute o per altri motivi che possono
comportare responsabilità di carattere civile e penale”. Si
attende quindi, che mercoledì 28 ottobre il Tar si esprima su
quella che da tutti viene definita come una battaglia di
tutela ambientale e di diritto alla salute di tutti. Occorre
ricordare che tra i cittadini che vivono o lavorano nel
territorio di competenza del Comune di Pellezzano, rientra
anche il personale delle Fonderie e anche noi: tutti
preoccupati dei dati che si traggono dalle scarne pagine del
documento Spes che abbiamo ottenuto dalla Regione Campania”,
si legge nella lettera inviata da Guido Pisano che invita
l’amministrazione di Pellezzano ad accertare “tutte le fonti
inquinanti nella Valle dell’Irno, affinchè siano controllate,
verificando i dati di tutti i soggetti presenti sul
territorio, con la stessa accuratezza con cui sono state
condotte le analisi sul nostro sito produttivo – ha infatti
detto – Questo, però, non è il momento delle discussioni o dei
ragionamenti: è il tempo dei fatti. E’ il tempo di accertare
con chiarezza la dinamica che ha provocato l’innalzamento dei
livelli di concentrazione che tanto preoccupa e di evitare la
strategia del sospetto. Andiamo avanti nell’accertare chi
realmente inquina. È l’unica strada per tutelare la salute
pubblica e i lavoratori
Salernitana,                     un        gioiello
nella pioggia
Fabio Setta

Un palo, una traversa, miracoli assortiti del portiere
avversario. In più il diluvio, il campo allentato e finanche
una scossa di terremoto. Sembrava davvero la classica partita
stregata. Una di quelle in cui puoi attaccare per giorni e
giorni ma poi il risultato non lo sblocchi mai. Invece, nel
finale, è arrivato il gol di Anderson, entrato da una decina
di minuti, che lancia la Salernitana imbattuta e al quinto
risultato utile consecutivo al secondo posto in classifica.
Una vittoria più che meritata per la grinta, il carattere e
anche la qualità del gioco espresso sotto una pioggia che ha
obiettivamente lasciato spazio in diverse circostanze
all’ipotesi della sospensione. Non è sospesa né si è sospesa
la squadra di Castori che sin dall’inizio con una partenza
veemente ha messo in difficoltà l’Ascoli. Con Veseli per Lopez
e poi formazione confermata in blocco, la Salernitana è stata
subito pericolosa, riuscendo Fabio Setta SERIE B/ Successo
meritato sotto gli occhi di Lotito per la formazione di
Castori che grazie alla rete nel finale del brasiliano vola al
secondo posto in classifica con la fisicità dei suoi uomini ad
avere la meglio nelle pozzanghere di centrocampo. Tutino ha
preso un palo in un primo tempo in cui la squadra granata ha
costruito diverse occasioni. Così come nella ripresa che si è
aperta con il legno di Schiavone, seguito dal miracolo di
Leali su Aya da pochi passi. L’Ascoli di Bertotto ha scelto di
contenere i granata, attendendo l’episodio giusto. Nelle poche
circostanze in cui Belec è stato chiamato in causa non ci sono
stati assolutamente problemi. Così la squadra granata, alla
terza gara in otto giorni, ha continuato a spingere denotando
peraltro un’ottima condizione atletica. Ci ha provato Djuric
di testa, su cross di Kupisz, tra i migliori in campo al pari
di Schiavone, poi ancora Casasola ha trovato la risposta del
portiere marchigiano. Poi da un rilancio di Belec, Tutino si è
fiondato su una palla vagante e ha servito Andrè Anderson che
dai venti metri ha trovato l’angolino alla sinistra di Leali.
È esplosa allora la festa dei giocatori e si sono sentiti
anche i cori dei circa duecento spettatori di fede granata
assiepati nel settore Distinti. In pieno recupero l’ultimo
brivido, con gli ospiti che hanno reclamato per un rigore.
L’arbitro ha lasciato correre e così è arrivata una vittoria,
peraltro senza subire gol. Cosa che non accadeva dalla partita
casalinga con il Venezia, l’ultima giocata all’Arechi con il
pubblico. Così come corre la Salernitana in classifica e verso
Genova, dove martedì alle 14 scenderà in campo per il terzo
turno di Coppa Italia.

Sarno in campo con 3 civiche
“Sarò   il   sindaco   della
Rinascita”
di Erika Noschese

“Mi candido ad essere il sindaco della mia città, Salerno”. Lo
ha annunciato ieri mattina l’avvocato penalista Michele Sarno,
il primo candidato ufficiale per la poltrona di sindaco di
Salerno, in vista delle amministrative del prossimo anno.
Presidente emerito della Camera penale di Salerno, difensore
di personaggi di spicco della politica, Sarno ha annunciato
che la sua candidatura è stata richiesta a gran voce da “una
serie di amici”. Al suo fianco ci sono già tra liste civiche
perché, ha spiegato l’avvocato salernitano, “scendo in campo
non con uno schieramento politico, non sono il candidato
sindaco del centro della destra o della sinistra ma mi
candidato ad essere il sindaco della mia città Salerno. Non è
un problema di posizionamento politico ma un progetto civico
per la nostra comunità”. La campagna elettorale del presidente
emerito della camera penale di Salerno è accompagnata dallo
slogan “Rinascita”: “Ritengo che in questo momento particolare
che stiamo vivendo e raccoglie le difficoltà di una serie di
persone, categorie sociali, imprenditori, commercianti ci sia
bisogno di un vero amministratore, un vero sindaco che crei le
condizioni per fare il salto di qualità – ha aggiunto Sarno –
Rinascita perché penso che Salerno, in un certo momento
storico, ha fatto un grande salto di qualità ma da una decina
di anni a questa parte ci siamo appiattiti su
un’amministrazione diventata ordinaria, non c’è stata più
progettualità in questa città; non c’è stata più la spinta ad
avere una visione ed immaginare la Salerno del futuro che si
propone come un’area vasta, che collabora e che ha
un’interlocuzione istituzionale con gli altri comuni e con le
altre province”. L’avvocato penalista sembra avere ben chiaro
anche il suo progetto civico, rilanciando Salerno al centro di
un’area vasta “che sia un po’ la porta di quel Mediterraneo di
cui tanto parliamo e che non ci vede sudditi e ancelle
rispetto a Napoli come città metropolitana ma ci vede
complementari in un modello di sviluppo complessivo che
creerebbe lavoro, occupazione e ricchezza per le nostre
comunità. Io quando mi candido perché sollecitato da qualcuno
preferisco parlare di quello che voglio fare in positivo, le
mie idee”. Per Michele Sarno, questa, non è la prima
esperienza politica: già in passato, infatti, si è candidato
nella coalizione di centrodestra: “la candidatura con la
destra è stata una mia esperienza, penso di essere stato un
esponente che ha fatto politica in questa città, ma anche a
livello regionale e nazionale, nel centro destra ma in questa
avventura vorrei riproporre il corpo umano: se questa è la
destra, da sola non riesce a funzionare bene e ha bisogno
della sinistra; se poi passa per il centro, attraverso il
cuore che può imprimere una grande sensibilità credo si possa
fare un progetto reale nel quale tutte le diversità si debbano
coniugare e stare insieme perché gli steccati della politica,
alle volte, hanno impedito un frazionamento che le persone di
grande qualità venissero messe al bando solo perché
appartenevano ad un’area politica – ha detto il presidente
emerito della camera penale – . È il momento di fare un salto
di qualità, recuperare il meglio”. Quello di Sarno è un
progetto aperto, pronto al confronto con altre realtà ma, più
di tutto, basato sulla valorizzazione delle eccellenze di
Salerno città. “Io voglio una città aperta, che dialoga, in
cui il consigliere comunale, la giunta l’assessore non sono
soggetti che vanno in consiglio comunale ed alzano o abbassano
la mano rispetto a decisioni che sono prese altrove o recepite
attraverso una telefonata. Io voglio una città viva”, ha poi
aggiunto. Tra i punti principali del suo programma elettorale
sembra esserci anche la necessità di istituire un ufficio
territoriale del porto perché, ha detto, “l’autorità portuale
di Salerno è stata un’occasione mancata: nel momento in cui
c’è stato l’accentramento, quando noi abbiamo avuto un’unica
autorità portuale di sistema, a livello meridionale, e c’è
stato l’avvicinamento rispetto a Napoli abbiamo perso
un’occasione nel momento in cui non abbiamo rivendicato – e
questo lo deve fare il sindaco – un ufficio territoriale di
porto che avrebbe dato autonomia al porto di Salerno,
ricchezza e fiore all’occhiello ma oggi nel silenzio assoluto
perde contributi a livello europeo”. La sua, ha annunciato
infine il candidato alla carica di sindaco, sarà una campagna
elettorale    “atipica”     perché   “nel   rispetto    della
regolamentazione del covid raggiungerò tutti i cittadini, con
grande umiltà andrò a citofonare in tutti i palazzi di Salerno
per dire semplicemente chi sono, che vorrei aspirare ad essere
il loro rappresentante perché il primo cittadino deve imparare
prima ad essere l’ultimo per poter aspirare ad essere primo”.
Tra le altre proposte che l’avvocato Sarno intende portare
all’attenzione dei cittadini anche la realizzazione di una
“Banca dei progetti”, proprio per poter sviluppare al meglio
la città capoluogo e, di conseguenza, le zone limitrofe,
creando sinergia con tutti i comuni della provincia di
Salerno. Intanto, l’avvocato penalista ha già annunciato che,
in caso di vittoria, rinuncerà alla diaria, mettendo quei
soldi a disposizione delle famiglie bisognose e dei cittadini
in difficoltà economica. “Per me, fare il sindaco è il
coronamento di un percorso, ho scelto come simbolo il fiore di
loto”, ha annunciato infine il presidente emerito che punta,
tra le altre cose, anche alla valorizzazione delle periferie
che, ha detto, “devono diventare come il centro”.

Passo indietro di De Luca,
per ora nessun lockdown
Si attende per oggi la nuova ordinanza della Regione Campania
con il lockdown. Niente lockdown, almeno per il momento, in
Campania. Nel corso della riunione della Conferenza delle
Regioni, alla presenza dei ministri Speranza e Boccia e del
Commissario Arcuri, è emersa l’indicazione del Governo di non
assumere drastiche misure restrittive a livello nazionale. n
queste condizioni diventa improponibile realizzare misure
limitate a una sola regione, al di fuori quindi di una
decisione nazionale, che comporterebbe anche incontrollabili
spostamenti al di fuori dei confini regionali. In questa
situazione l’unica decisione realistica e immediata è quella
di affrontare i due o tre fronti di maggiore diffusione del
contagio. Il Governo ha sottoposto ai Presidenti delle Regioni
la proposta di chiusura dei locali (bar e ristoranti) alle ore
18 e la decisione di portare al 75% la didattica a distanza
nelle scuole. Nel corso della riunione il Presidente De Luca
ha ritenuto indispensabile per la situazione epidemiologica
attuale, portare al 100% la didattica a distanza e in
relazione agli orari di apertura dei locali ha ritenuto
improponibile la chiusura alle ore 18, riconfermando quindi la
volontà di mantenere gli orari già previsti dall’ordinanza
regionale, con chiusura alle 23. In assenza di una misura
restrittiva generale non ha senso adottare norme che mettono
in ginocchio intere categorie. L’obiettivo realistico da
perseguire, in questa situazione, è duplice: bloccare la
movida come luogo principale di diffusione del contagio e
adottare la didattica a distanza nelle scuole vista la
crescita dell’epidemia. Sono stati illustrati nella riunione i
dati relativi alle due settimane successive all’apertura delle
scuole in Campania nel corso delle quali i contagi sono
aumentati di nove volte e senza sostanziali differenziazioni
di fasce di età. Il Presidente De Luca ha quindi chiesto di
inserire nel Dpcm misure straordinarie per la concessione di
congedi parentali riservati ai genitori di alunni della scuola
primaria e bonus per l’acquisto di computer. In relazione alla
categorie produttive, il Presidente De Luca ha chiesto una
moratoria di tre mesi per i pagamenti ai fornitori e per i
prestiti bancari. Inoltre per l’edilizia il rilascio di
permessi a costruire per via informatica e l’approvazione di
una misura immediata che consenta la stipula di contratti con
le strutture private accreditate per l’incremento di posti
letto. Premessa di tutte le indicazioni emerse è
l’approvazione di un piano socio economico immediato sul
modello di quello approvato nei mesi scorsi dalla Campania a
sostegno di famiglie, imprese e pensionati. Sui fatti di
Napoli De Luca ha così commentato. “Ieri sera (venerdì per chi
legge, n.d.r.) si è assistito a Napoli a uno spettacolo
indegno di violenza e di guerriglia urbana organizzata, che
nulla ha da spartire con le categorie sociali. Ieri (venerdì
per chi legge, n.d.r.) si applicavano le stesse ordinanze a
Milano, Roma e Napoli. E mentre a Milano e Roma le città erano
deserte nel rispetto delle norme, a Napoli c’erano violenze e
vandalismo. Alcune centinaia di delinquenti – ha proseguito De
Luca – hanno sporcato l’immagine della città. I protagonisti
di questi episodi non hanno nulla a che fare con le categorie
economiche e con i cittadini di Napoli, che hanno dato in
questi mesi una prova straordinaria di autodisciplina e di
responsabilità, e che tuteleremo fino in fondo sul piano
sanitario e su quello sociale; Continueremo a seguire la
nostra linea di rigore, senza cambiare di una virgola, come è
nostro dovere fare. Da questo momento chiediamo al Governo di
impegnarsi a garantire la legalità e il rispetto delle leggi;
A mettere a punto – ha detto ancora il governatore
immediatamente un piano di sostegno socio-economico per le
categorie produttive e per le famiglie. Questo sostegno
costituisce una priorità assoluta, al pari delle misure
sanitarie, come abbiamo fatto in Campania con un piano
economico e sociale scattato contestualmente alle misure
restrittive. – ha concluso – Da oggi non accetteremo ritardi e
interlocuzioni se non si affronta da subito il tema sociale”.

Lancette indietro di un’ora,
torna l’ora solare
SABATO 24 OTTOBRE 2020 21.17.01

 Lancette indietro di un’ora questa notte alle 3 con il
ritorno dell’ora solare dopo 7 mesi. L’ora legale sara’ di
nuovo in vigore dal prossimo 28 marzo 2021. Il meccanismo di
cambio dell’ora che ci ha accompagnato ormai da decenni, dal
prossimo anno potrebbe pero’ cambiare nei diversi paesi Ue:
tra infinite polemiche infatti il Parlamento europeo ha
fissato l’addio all’ora legale, lasciando ogni Stato libero di
scegliere quale orario mantenere. Intanto pero’ quest’anno in
questo periodo di ora legale, l’Italia ha risparmiato
complessivamente 400 milioni di kilowattora di elettricita’,
pari al consumo medio annuo di circa 150 mila famiglie, con un
beneficio economico per il sistema di 66 milioni di euro.
Impatti positivi, sottolinea Terna, anche in termini di
sostenibilita’ ambientale, con 205 mila tonnellate in meno di
CO2 immesse in atmosfera. Il risparmio economico e’ calcolato
considerando il fatto che quest’anno, nel periodo di ora
legale, il costo del kilowattora medio per il cliente
domestico tipo in tutela (secondo i dati dell’Arera) e’ stato
di circa 16,5 centesimi di euro al lordo delle imposte. Dal
2004 al 2020, il minor consumo di elettricita’ per il Paese
dovuto all’ora legale e’ stato complessivamente di circa 10
miliardi di kilowattora e ha comportato, in termini economici,
un risparmio per i cittadini di 1 miliardo e 720 milioni di
euro. Nei mesi di aprile e ottobre, spiega ancora Terna, si e’
registrato, come di consueto, il maggior risparmio di energia
elettrica (sebbene in aprile questo sia stato inferiore
rispetto ai valori medi degli scorsi anni per effetto della
contrazione dei consumi legati all’emergenza covid-19). Cio’
e’ dovuto al fatto che questi due mesi hanno giornate piu’
“corte” in termini di luce naturale, rispetto ai mesi
dell’intero periodo. Spostando in avanti le lancette di
un’ora, quindi, si ritarda l’utilizzo della luce artificiale
in un momento in cui le attivita’ lavorative sono ancora in
pieno svolgimento. Nei mesi estivi come luglio e agosto,
invece, poiche’ le giornate sono gia’ piu’ lunghe, l’effetto
“ritardo” nell’accensione delle lampadine si colloca nelle ore
serali, quando le attivita’ lavorative sono per lo piu’
terminate, e fa registrare risultati meno evidenti in termini
di risparmio di elettricita’.
De Luca fa marcia indietro,
no al lockdown solo per la
Campania
Appena conclusa la Conferenza delle Regioni, alla presenza dei
ministri della Salute Speranza e del Ministro degli Affari
Regionali Boccia e del Commissario per l’emergenza covid
Domenico Arcuri. In attesa del nuovo dpcm (con misure più
restrittive), De Luca spiega di cosa si è discusso:

“E’ emersa l’indicazione del Governo di non assumere drastiche
misure restrittive a livello nazionale. In queste condizioni
diventa improponibile realizzare misure limitate a una sola
regione, al di fuori quindi di una decisione nazionale, che
comporterebbe anche incontrollabili spostamenti al di fuori
dei confini regionali. In questa situazione l’unica decisione
realistica e immediata è quella di affrontare i due o tre
fronti di maggiore diffusione del contagio”.

Nessun lockdown quindi ci sarà in Campania come invece
ipotizzato da De Luca ieri in conferenza stampa. Sulle scuole
la partita è ancora aperta mentre De Luca è contro l’idea di
chiudere alle 18:

“Il Governo ha sottoposto ai Presidenti delle Regioni la
proposta di chiusura dei locali (bar e ristoranti) alle ore 18
e la decisione di portare al 75% la didattica a distanza nelle
scuole.

Nel corso della riunione il Presidente De Luca ha ritenuto
indispensabile per la situazione epidemiologica attuale,
portare al 100% la didattica a distanza e in relazione agli
orari di apertura dei locali ha ritenuto improponibile la
chiusura alle ore 18, riconfermando quindi la volontà di
mantenere gli orari già previsti dall’ordinanza regionale, con
chiusura alle 23. In assenza di una misura restrittiva
generale non ha senso adottare norme che mettono in ginocchio
intere categorie”.

Chiari gli obiettivi per De Luca: basta movida e scuole solo a
distanza:

L’obiettivo realistico da perseguire, in questa situazione, è
duplice: bloccare la movida come luogo principale di
diffusione del contagio e adottare la didattica a distanza
nelle scuole vista la crescita dell’epidemia. Sono stati
illustrati nella riunione i dati relativi alle due settimane
successive all’apertura delle scuole in Campania nel corso
delle quali i contagi sono aumentati di nove volte e senza
sostanziali differenziazioni di fasce di età”.

Poi servono aiuti economici:

“Il Presidente De Luca ha quindi chiesto di inserire nel Dpcm
misure straordinarie per la concessione di congedi parentali
riservati ai genitori di alunni della scuola primaria e bonus
per l’acquisto di computer.

In relazione alla categorie produttive, il Presidente De Luca
ha chiesto una moratoria di tre mesi per i pagamenti ai
fornitori e per i prestiti bancari. Inoltre per l’edilizia il
rilascio di permessi a costruire per via informatica e
l’approvazione di una misura immediata che consenta la stipula
di contratti con le strutture private accreditate per
l’incremento di posti letto.

Premessa di tutte le indicazioni emerse è l’approvazione di un
piano socio economico immediato sul modello di quello
approvato nei mesi scorsi dalla Campania a sostegno di
famiglie, imprese e pensionati”.
Salarno, l’avvocato                               Sarno
candidato a sindaco
E’ l’avvocato penalista Michele Sarno il primo candidato
ufficiale per la poltrona di sindaco di Salerno, in vista
delle amministrative del prossimo anno. E, a meno di sorprese,
sara’ l’antagonista del centrosinistra che, nel capoluogo di
provincia campano, e’ rappresentato dai fedelissimi del
‘governatore’ Vincenzo De Luca, che per un ventennio ha
guidato la citta’. Presidente emerito della Camera penale
di Salerno, difensore di personaggi di spicco della politica,
Sarno stamane ha annunciato la propria discesa in campo,
sottolineando di essere “gia’ in condizione di presentare tre
liste civiche”. Il legale ha chiarito che, nonostante il suo
passato nel centrodestra, al suo fianco, non c’e’ uno
schieramento politico: “Non mi candido ad essere candidato
sindaco del centro, della destra o della sinistra, ma ad
essere il candidato sindaco della citta’ di Salerno”. “Ritengo
– ha spiegato – che, in questo momento particolare che stiamo
vivendo e che raccoglie le difficolta’ di una serie di
persone, c’e’ bisogno, nella nostra citta’, di un vero
amministratore che crei le condizioni per il salto di
qualita’”. Al contempo, ha presentato il nome del progetto,
‘Rinascita’, “perche’ credo che Salerno, in un certo momento
storico, ha fatto un grande salto di qualita’. Poi, da una
decina d’anni, ci siamo appiattiti su un’Amministrazione che
e’ diventata un’ordinaria amministrazione. Non c’e’ stata piu’
progettualita’, la spinta ad avere una visione e a immaginare
la Salerno del futuro”. L’obiettivo dichiarato da Sarno e’
“rilanciare Salerno al centro di un’area vasta che sia la
porta di quel Mediterraneo, di cui tanto parliamo”. Per lui,
“e’ arrivato il momento che non si parli piu’ di un sistema e
non si parli piu’ di alternativa al sistema come se volessimo
proporre un sistema diverso che, comunque, e’ sistema. Voglio
una citta’ aperta, che dialoga, in cui i consiglieri comunali,
gli assessori non sono dei soggetti che vanno in Consiglio
comunale e alzano o abbassano la mano rispetto a decisioni che
sono prese altrove o che sono recepite attraverso una
telefonata. Voglio una citta’ viva”. E ha anticipato che la
sua sara’ una campagna elettorale “atipica”, rispettando la
regolamentazione anti-Covid. “Andro’ a citofonare a tutti i
palazzi di Salerno – ha detto – a dire chi sono e che, con
grande dignita’ ma con grande umilta’, aspiro a diventare il
primo cittadino. Perche’ il primo cittadino deve imparare
innanzitutto ad essere ultimo per poter aspirare ad essere
primo”.

Anderson fa il fenomeno e la
Salernitana supera l’Ascoli
Ci vuole una magia di Andrè Anderson a 5 minuti dal termine
per stendere l’Ascoli. l’Ex laziale pesca il jolly con un
destro chirurgico che batte il bravo Leali. La Salernitana
vola con la terza vittoria stagionale. Salernitana vivace e
pericolosa nel primo tempo con Schiavone e Tutino che centra
il palo. Ospiti pungenti con Cavion e Pierini. Nella ripresa
ancora un legno per i granata, stavolta Schiavone dalla
distanza centra l’incrocio sulla ribattuta non sono lesti gli
avanti di Castori. Nel finale Cangiano protesta per un rigore
dubbio al 94’, ma non c’è più tempo.

SALERNITANA-ASCOLI 1-0

SALERNITANA (4-4-2): Belec; Casasola, Aya, Gyomber, Veseli
(31′ st Lopez); Kupisz (48′ st Karo), Schiavone (39′ st
Dziczek), Di Tacchio, Cicerelli (31′ st Anderson); Djuric,
Tutino (48′ st Giannetti). In panchina: Adamonis, Mantovani,
Capezzi, Iannoni, Antonucci, Baraye. Allenatore: Castori

ASCOLI (4-2-3-1): Leali; Pucino, Brosco, Avlonitis, Kragl;
Cavion (48′ st Cangiano), Saric; Tupta (41′ st Corbo), Sabiri
(1′ st Lico), Pierini; Bajic (15′ st Spendlhofer). In
panchina: Sarr, Ndiaye, Ghazoini, Donis, Matos, Gerbo, Sini,
Chiricò. Allenatore: Bertotto

RETE: 42′ st Anderson

ARBITRO: Giua di Olbia

NOTE. Ammoniti: Di Tacchio (S), Cicerelli (S), Casasola (S),
Brosco (A). Angoli: 6-3. Recupero 0′ pt – 4′ st
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