Emergenza Covid, ci sono troppe falle nel sistema sanitario campano
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
Emergenza Covid, ci sono troppe falle nel sistema sanitario campano di Erika Noschese L’emergenza Coronavirus ha messo in risalto tutte le falle del sistema sanitario campano. Dall’inizio dell’emergenza ad oggi, infatti, si sprecano le denunce dei sindacati che chiedono ai direttori generali dell’Asl e delle aziende ospedaliere universitarie di intervenire in tempi rapidi. La difficoltà che ancora oggi si vive nei presidi ospedalieri di tutta la provincia di Salerno è sicuramente la mancanza di personale medico ed infermieristico. Ma non solo. Al Ruggi d’Aragona, infatti, si continua a discutere del concorso per il reclutamento di 160 infermieri che dovrebbe tenersi nei primi giorni del mese di novembre a Napoli. La Cisl Fp di Salerno, attraverso il segretario generale Pietro Antonacchio, infatti, continua a chiedere la sospensione del bando, senza alcun riscontro formale da parte della Direzione strategica dell’Aou di Salerno. Antonacchio, di fatti, nei giorni scorsi ha sollecitato, oltre al Direttore Generale dell’Aou Salerno anche il direttore generale Asl Napoli 1 Centro, il Prefetto di Napoli, il sindaco di Napoli, la Procura della Repubblica di Salerno e la Procura della Corte dei Conti Campania per allertarli sulla convocazione per le prove preselettive per 160 Cps infermiere presso il Teatro Palapartenope di Napoli. Il sindacalista, infatti, chiede di accertare la legittimità del concorso. “Questo atteggiamento della Direzione strategica dell’Aou di Salerno di ostinata indifferenza, ai rilievi di questa Os, oltre a violare i canoni di buon andamento e di imparzialità dell’azione amministrativa così da consentire una seduta concorsuale suppletiva per coloro che sono in questo momento in isolamento domiciliare o che hanno a qualsiasi titolo contratto il virus, aggravando e perpetrando uno
sperpero di denaro pubblico, si traduce in un atteggiamento quantomeno colposo ovvero potenziale di voler cagionare un danno alla salute dei concorrenti alle prove preselettive”, ha dichiarato Antonacchio che chiede di fatti di attenersi alle ordinanze regionali e al dpcm Criticità a Roccadaspide In una nota inoltrata al Direttore del Dea Eboli/Battipaglia/Roccadaspide la Cisl Fp di Salerno ha notiziato sulla necessità, allo stato attuale ovvero nella terza fase dell’emergenza Sars2-Covid19, di poter promuovere una migliore gestione del rischio clinico all’interno della struttura del presidio ospedaliero di Roccadaspide. Nonostante la protezione civile abbia fornito al presidio una tendo struttura e l’impiego di due unità sanitarie (Infermiere e Oss) fornite dei relativi dispositivi e presidi, non risulta ben definito il percorso Covid. Nello specifico, evidenziando che non è presente, per le persone che accedono in pronto soccorso, una fase di valutazione preventiva, indispensabile al fine di orientare l’utenza verso il percorso Covid o non, creando così un elevato rischio di contagio. “Risulta relativamente poco sensato usare distanza, mascherine, igiene delle mani, rafforzamento di terapie sub intensive e pronto soccorso, se poi non vengono utilizzati e messi in atto appositi percorsi per sospetti casi Covid, convogliando tutti i pazienti in una unica sala di attesa all’arrivo in ospedale – afferma il Segretario Generale Antonacchio Pietro Segretario Generale della Cisl Fp di Salerno – Inoltre i lunghi tempi di risposta circa il processamento del tampone determinano una congestione dell’attività assistenziale a vario titolo con ricadute inevitabili sull’utenza per i disagi legati all’attesa della presa in carico assistenziale, poco confort e stress, alta probabilità di peggioramento delle condizioni cliniche e complicanze a breve, medio e lungo termine, nonché sull’organizzazione e gestione del personale sanitario e tecnico”. Il sindacalista chiede un percorso Covid idoneo ed efficiente, che non si sia inoltre adeguata ad acquisire apposita strumentazione diagnostica per velocizzare il processamento dei tamponi garantendo così il soddisfacimento
dei Lea e riducendo l’impatto negativo sui vari processi. Tamponi molecolari a Sapri I delegati di Cisl Fp del presidio ospedaliero di Sapri Mega Nicolina e Gerardo Paradiso chiedono l’attivazione per quanto riguarda l’esecuzione dei tamponi molecolari nel nostro laboratorio analisi ed avere in questo modo un risultato veloce e diagnostico sulla patologia. “Nelle varie Unità Operative vi è una carenza atavica di personale che prosegue la propria attività grazie all’abnegazione per il lavoro ed il senso di responsabilità dei lavoratori e per tale motivo invitiamo la Direzione Sanitaria ad effettuare con urgenza alla Direzione Strategica aziendale una richiesta di personale sanitario”, hanno dichiarato, chiedendo rifornimenti costanti e non a singhiozzo di tutti i dispositivi personali per la sicurezza. Tra le richieste avanzate, inoltre, fare in modo che il personale per le pulizie e l’ausiliariato sia assegnato alle varie Unità Operative in modo definitivo senza farlo ruotare, in questo modo in caso di positività si eviterebbe di infettare tutto il personale dell’intera struttura; effettuare con cadenza quindicinale un prelievo ematico per la ricerca Sars Covid2 per tutto il personale del Po di Sapri e del Ds. 71; con l’avvicinarsi della stagione invernale eliminare le tendostrutture per i pazienti che afferiscono al Pronto Soccorso per sospetto Covid ormai vetuste e piene di fori e con i servizi igienici afferenti che emanano sgradevoli odori e richiedere moduli assistenziali con riscaldamento e servizi igienici integrati; completare urgentemente i lavori di adeguamento del pronto soccorso, come la stanza del codice verde senza un monitor e senza telecamere, la quale oltretutto non avendo una porta esterna non può garantire adeguati percorsi, costituendo un pericolo sia per i pazienti che per gli operatori sanitari stessi; organizzare percorsi per pazienti positivi al Covid e no- Covid, anche alla luce delle nuove disposizioni in merito alla chiusura delle attività ambulatoriali. “Qualora sia necessario attivare posti letto di terapia intensiva e degenza Covd, invitiamo la direzione sanitaria a confrontarsi ed interpellare le diverse organizzazioni sindacali per
organizzare al meglio le varie azioni da mettere in campo”, hanno aggiunto infine. Riaprite le scuole: ma in piazza scendono poche mamme di Monica De Santis “Riaprite le scuole” è questo ciò che chiedono le mamme salernitane, ed è questo ciò che ieri mattina hanno voluto ribadire a piazza Amendola nel corso di una nuova protesta, sempre pacifica, ma che ha visto purtroppo la partecipazione di poche persone, rispetto a quella di sabato scorso. Il presidio, di ieri mattina è stato organizzato dal Coordinamento Scuole aperte Salerno, vede in campo docenti, studenti e genitori che chiedono con forza alle Istituzioni locali la riapertura delle scuole, a cominciare dalle primarie e secondarie di primo grado, luoghi sicuri e già messi in sicurezza anti covid dall’inizio dell’anno scolastico, anno peraltro già cominciato in ritardo con tre rinvii rispetto alle altre Regioni italiane. E a parlare per il Coordinamento è Alessandro D’Auria che precisa che è necessario “Individuare i colpevoli di questa situazione che non sono i cittadini. Il vero colpevole è De Luca che va in tv e attacca coloro che protestano. Noi ci chiediamo cosa ha fatto in otto mesi per quanto concerne la sanità, i trasporti… Il 18 settembre ha detto che in Campania il covid non era un problema che era sotto controllo e poi pochi giorni dopo l’elezioni chiude le scuole, mentre nel resto d’Italia sono aperte. Ha privato i nostri bambini e i nostri ragazzi di un diritto sancito dalla costituzione, il diritto all’istruzione”. A sostenere il pensiero di D’Auria anche Teresa Vicidomini della Cobas
Salerno: “Sabato scorso, nella precedente manifestazione, abbiamo portato le nostre richieste al Prefetto. Chiedevamo un aumento delle corse dei pullman e dei treni negli orari di punta, la riapertura delle scuole elementari e medie, test rapidi per tutti. Ma purtroppo queste nostre richieste non solo non sono state accolte, ma sembra addirittura che adesso si vogliano adottare misure più drastiche. nessuno capisce che la Dad non è scuola e che tutta questa situazione non fa altro che creare disagi ai ragazzi e alle loro famiglie. I nostri figli hanno bisogno della scuuola che è un presidio di civiltà e legalità”. “Noi siamo qui oggi (ieri per chi legge, n.d.r.), come lo siamo stati sabato scorso – sottolinea Manrico Gesummaria, dirigente del Cristo Re – perchè non comprendiamo l’ordinanza 79 nel momento in cui e’ stato deciso di sospendere le attività didattiche in presenza. Non si comprende perchè venga considerato un rischio la riapertura delle scuole che rispettano, tra l’altro, misure rigorose come mascherine, distanziamento, misurazione della temperatura e quanto necessario per evitare il contagio. C’è stato uno sforzo enorme per fare in modo che le scuole rimanessero aperte. Speriamo che almeno per i bimbi più piccoli si possa tornare presto alla normalita’”. Intanto in piazza banchetti improvvisati con bambini che disegnano e colorano insieme ai propri compagni di classe. ” I nostri figli – dicono alcune mamme – hanno già fatto un sacrificio enorme nei mesi scorsi. Non è giusto privarli della scuola che per loro rappresenta un momento di formazione e crescita. Senza contare che la Dad non è applicabile per i bambini che stanno facendo la prima elementare. Ma come si può pensare di farli studiare a distanza, come si può pensare che possano imparare a leggere e scrivere attraverso uno schermo”.
Spes, “I cittadini meritano chiarezza” Pisano: “Non siamo noi ad inquinare” di Erika Noschese “Meritiamo una risposta, noi come istituzioni e soprattutto i cittadini che si sono sottoposti allo Studio Spes per conoscere l’eventuale presenza di metalli pesanti nel loro organismo. E’ una questione di coscienza e di rispetto”. A dichiararlo il sindaco di Pellezzano Francesco Morra nel corso dell’incontro tenutosi ieri mattina presso l’aula consiliare “Aldo Moro” di Palazzo di Città per fare il punto della situazione dopo l’autorizzazione, concessa dalla Regione Campania, per visionare lo studio Spes relativo all’indice di contaminazione dell’area in cui risiedono le Fonderie Pisano, sul territorio di Fratte al confine col Comune di Pellezzano. Nei giorni scorsi, infatti, il primo cittadino di Pellezzano, il comitato Salute e Vita e l’avvocato Massimo Lanocita si sono recati presso ol competente Ufficio Regionale per conoscere i risultati dello studio Spes ma, stando a quanto denunciato dal primo cittadino di Pellezzano, sarebbero stati consegnati una serie di fogli bianchi, di provenienza incerta, con sopra evidenziati dei “trasferelli” indicanti la scritta “Studio Spes”. Morra ha ribadito che nella zona della Valle dell’Irno si evidenziano gravi criticità che, di conseguenza, potrebbero essere riconducibili allo stabilimento di via dei Greci, a Fratte in quanto dalle analisi effettuate sarebbe emersa la presenza di metalli pesanti. “L’Istituto Zooprofilattico della Regione Campania nonostante l’autorizzazione di accesso agli atti ottenuta dai competenti uffici regionali, non ci ha fornito alcuna risposta formale sulla specificità e sui contenuti dello Studio – ha dichiarato il sindaco Morra – Tuttavia, in quella relazione preliminare che ci hanno consegnato, riguardante le analisi cliniche
condotte su 400 persone residenti della Valle dell’Irno, è stata comunque evidenziata la presenza di metalli pesanti”. Il primo cittadino di Pellezzano, dunque, chiede di conoscere i risultati dello studio per capire la correlazione tra presenza di fattori inquinanti e industrie pesanti che insistono sul territorio, anche per avviare un’eventuale azione preventiva. “È una battaglia che bisogna portare avanti a prescindere dai colori politici. E’ giusto salvaguardare i livelli occupazionali, ma è fondamentale rispettare il diritto alla salute. Più volte abbiamo chiesto la delocalizzazione delle Fonderie Pisano, perché riteniamo che un simile impianto debba essere installato altrove e non a ridosso delle residente urbane”, ha aggiunto Morra. Dello stesso avviso Lorenzo Forte, il Presidente del Comitato “Salute e Vita”. “Il Comune di Pellezzano – sottolinea Forte – è quello che più ci ha sostenuto in questa battaglia. Ci ha stupito e deluso il fatto che, ancora una volta, la Regione Campania abbia sbattuto la porta in faccia ai tanti morti e agli ammalati di questo territorio che subisce l’attività delle Fonderie Pisano. Come era stato indicato il 29 maggio scorso, dopo una nostra prima richiesta, lo Studio SPES era concluso”. Dall’ufficio regionale è stata consegnata solo una relazione preliminare, che tuttavia evidenzia tre aspetti importanti, individuati nei cluster 1 e 2 della Valle dell’Irno: presenza di diossina 4 volte superiore rispetto ai limiti di legge; mercurio 5 volte superiore rispetto ai limiti; creatinina molto alta, superiore ai limiti di legge, ricondotta alla presenza di metalli pesanti. A difendere il Comune di Pellezzano – costituitosi nel giudizio innanzi al Tar contro per l’annullamento del decreto regionale recante l’autorizzazione del progetto di riesame e di adeguamento dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) rilasciata alle Fonderie Pisano – l’avvocato Franco Massimo Lanocita che ha annunciato che il prossimo 28 ottobre ci sarà l’udienza di merito contro l’illegittima autorizzazione ambientale rilasciata dalla Regione alle Fonderie. “Illegittima perché riteniamo questo opificio non debba essere situato in prossimità del centro urbano e poi
perché la sua attività è stata concessa senza la Via (Valutazione di Impatto Ambientale) – ha spiegato il legale – La Regione ha eluso la nostra richiesta di accesso agli atti quindi insisteremo affinché lo studio venga acquisito. Chi ha manomesso questo studio Spes forse pensava che aveva a che fare con persone che non avessero cognizione di cosa fosse uno studio scientifico. E non si capisce perché fino ad ora lo Studio non ci è stato consegnato. Forse per la cattiva abitudine di una presunta corruzione ideologica con la quale si valuta in maniera improvvida il diritto al lavoro superiore rispetto al diritto alla salute o per altri motivi che possono comportare responsabilità di carattere civile e penale”. Si attende quindi, che mercoledì 28 ottobre il Tar si esprima su quella che da tutti viene definita come una battaglia di tutela ambientale e di diritto alla salute di tutti. Occorre ricordare che tra i cittadini che vivono o lavorano nel territorio di competenza del Comune di Pellezzano, rientra anche il personale delle Fonderie e anche noi: tutti preoccupati dei dati che si traggono dalle scarne pagine del documento Spes che abbiamo ottenuto dalla Regione Campania”, si legge nella lettera inviata da Guido Pisano che invita l’amministrazione di Pellezzano ad accertare “tutte le fonti inquinanti nella Valle dell’Irno, affinchè siano controllate, verificando i dati di tutti i soggetti presenti sul territorio, con la stessa accuratezza con cui sono state condotte le analisi sul nostro sito produttivo – ha infatti detto – Questo, però, non è il momento delle discussioni o dei ragionamenti: è il tempo dei fatti. E’ il tempo di accertare con chiarezza la dinamica che ha provocato l’innalzamento dei livelli di concentrazione che tanto preoccupa e di evitare la strategia del sospetto. Andiamo avanti nell’accertare chi realmente inquina. È l’unica strada per tutelare la salute pubblica e i lavoratori
Salernitana, un gioiello nella pioggia Fabio Setta Un palo, una traversa, miracoli assortiti del portiere avversario. In più il diluvio, il campo allentato e finanche una scossa di terremoto. Sembrava davvero la classica partita stregata. Una di quelle in cui puoi attaccare per giorni e giorni ma poi il risultato non lo sblocchi mai. Invece, nel finale, è arrivato il gol di Anderson, entrato da una decina di minuti, che lancia la Salernitana imbattuta e al quinto risultato utile consecutivo al secondo posto in classifica. Una vittoria più che meritata per la grinta, il carattere e anche la qualità del gioco espresso sotto una pioggia che ha obiettivamente lasciato spazio in diverse circostanze all’ipotesi della sospensione. Non è sospesa né si è sospesa la squadra di Castori che sin dall’inizio con una partenza veemente ha messo in difficoltà l’Ascoli. Con Veseli per Lopez e poi formazione confermata in blocco, la Salernitana è stata subito pericolosa, riuscendo Fabio Setta SERIE B/ Successo meritato sotto gli occhi di Lotito per la formazione di Castori che grazie alla rete nel finale del brasiliano vola al secondo posto in classifica con la fisicità dei suoi uomini ad avere la meglio nelle pozzanghere di centrocampo. Tutino ha preso un palo in un primo tempo in cui la squadra granata ha costruito diverse occasioni. Così come nella ripresa che si è aperta con il legno di Schiavone, seguito dal miracolo di Leali su Aya da pochi passi. L’Ascoli di Bertotto ha scelto di contenere i granata, attendendo l’episodio giusto. Nelle poche circostanze in cui Belec è stato chiamato in causa non ci sono stati assolutamente problemi. Così la squadra granata, alla terza gara in otto giorni, ha continuato a spingere denotando
peraltro un’ottima condizione atletica. Ci ha provato Djuric di testa, su cross di Kupisz, tra i migliori in campo al pari di Schiavone, poi ancora Casasola ha trovato la risposta del portiere marchigiano. Poi da un rilancio di Belec, Tutino si è fiondato su una palla vagante e ha servito Andrè Anderson che dai venti metri ha trovato l’angolino alla sinistra di Leali. È esplosa allora la festa dei giocatori e si sono sentiti anche i cori dei circa duecento spettatori di fede granata assiepati nel settore Distinti. In pieno recupero l’ultimo brivido, con gli ospiti che hanno reclamato per un rigore. L’arbitro ha lasciato correre e così è arrivata una vittoria, peraltro senza subire gol. Cosa che non accadeva dalla partita casalinga con il Venezia, l’ultima giocata all’Arechi con il pubblico. Così come corre la Salernitana in classifica e verso Genova, dove martedì alle 14 scenderà in campo per il terzo turno di Coppa Italia. Sarno in campo con 3 civiche “Sarò il sindaco della Rinascita” di Erika Noschese “Mi candido ad essere il sindaco della mia città, Salerno”. Lo ha annunciato ieri mattina l’avvocato penalista Michele Sarno, il primo candidato ufficiale per la poltrona di sindaco di Salerno, in vista delle amministrative del prossimo anno. Presidente emerito della Camera penale di Salerno, difensore di personaggi di spicco della politica, Sarno ha annunciato che la sua candidatura è stata richiesta a gran voce da “una serie di amici”. Al suo fianco ci sono già tra liste civiche
perché, ha spiegato l’avvocato salernitano, “scendo in campo non con uno schieramento politico, non sono il candidato sindaco del centro della destra o della sinistra ma mi candidato ad essere il sindaco della mia città Salerno. Non è un problema di posizionamento politico ma un progetto civico per la nostra comunità”. La campagna elettorale del presidente emerito della camera penale di Salerno è accompagnata dallo slogan “Rinascita”: “Ritengo che in questo momento particolare che stiamo vivendo e raccoglie le difficoltà di una serie di persone, categorie sociali, imprenditori, commercianti ci sia bisogno di un vero amministratore, un vero sindaco che crei le condizioni per fare il salto di qualità – ha aggiunto Sarno – Rinascita perché penso che Salerno, in un certo momento storico, ha fatto un grande salto di qualità ma da una decina di anni a questa parte ci siamo appiattiti su un’amministrazione diventata ordinaria, non c’è stata più progettualità in questa città; non c’è stata più la spinta ad avere una visione ed immaginare la Salerno del futuro che si propone come un’area vasta, che collabora e che ha un’interlocuzione istituzionale con gli altri comuni e con le altre province”. L’avvocato penalista sembra avere ben chiaro anche il suo progetto civico, rilanciando Salerno al centro di un’area vasta “che sia un po’ la porta di quel Mediterraneo di cui tanto parliamo e che non ci vede sudditi e ancelle rispetto a Napoli come città metropolitana ma ci vede complementari in un modello di sviluppo complessivo che creerebbe lavoro, occupazione e ricchezza per le nostre comunità. Io quando mi candido perché sollecitato da qualcuno preferisco parlare di quello che voglio fare in positivo, le mie idee”. Per Michele Sarno, questa, non è la prima esperienza politica: già in passato, infatti, si è candidato nella coalizione di centrodestra: “la candidatura con la destra è stata una mia esperienza, penso di essere stato un esponente che ha fatto politica in questa città, ma anche a livello regionale e nazionale, nel centro destra ma in questa avventura vorrei riproporre il corpo umano: se questa è la destra, da sola non riesce a funzionare bene e ha bisogno
della sinistra; se poi passa per il centro, attraverso il cuore che può imprimere una grande sensibilità credo si possa fare un progetto reale nel quale tutte le diversità si debbano coniugare e stare insieme perché gli steccati della politica, alle volte, hanno impedito un frazionamento che le persone di grande qualità venissero messe al bando solo perché appartenevano ad un’area politica – ha detto il presidente emerito della camera penale – . È il momento di fare un salto di qualità, recuperare il meglio”. Quello di Sarno è un progetto aperto, pronto al confronto con altre realtà ma, più di tutto, basato sulla valorizzazione delle eccellenze di Salerno città. “Io voglio una città aperta, che dialoga, in cui il consigliere comunale, la giunta l’assessore non sono soggetti che vanno in consiglio comunale ed alzano o abbassano la mano rispetto a decisioni che sono prese altrove o recepite attraverso una telefonata. Io voglio una città viva”, ha poi aggiunto. Tra i punti principali del suo programma elettorale sembra esserci anche la necessità di istituire un ufficio territoriale del porto perché, ha detto, “l’autorità portuale di Salerno è stata un’occasione mancata: nel momento in cui c’è stato l’accentramento, quando noi abbiamo avuto un’unica autorità portuale di sistema, a livello meridionale, e c’è stato l’avvicinamento rispetto a Napoli abbiamo perso un’occasione nel momento in cui non abbiamo rivendicato – e questo lo deve fare il sindaco – un ufficio territoriale di porto che avrebbe dato autonomia al porto di Salerno, ricchezza e fiore all’occhiello ma oggi nel silenzio assoluto perde contributi a livello europeo”. La sua, ha annunciato infine il candidato alla carica di sindaco, sarà una campagna elettorale “atipica” perché “nel rispetto della regolamentazione del covid raggiungerò tutti i cittadini, con grande umiltà andrò a citofonare in tutti i palazzi di Salerno per dire semplicemente chi sono, che vorrei aspirare ad essere il loro rappresentante perché il primo cittadino deve imparare prima ad essere l’ultimo per poter aspirare ad essere primo”. Tra le altre proposte che l’avvocato Sarno intende portare all’attenzione dei cittadini anche la realizzazione di una
“Banca dei progetti”, proprio per poter sviluppare al meglio la città capoluogo e, di conseguenza, le zone limitrofe, creando sinergia con tutti i comuni della provincia di Salerno. Intanto, l’avvocato penalista ha già annunciato che, in caso di vittoria, rinuncerà alla diaria, mettendo quei soldi a disposizione delle famiglie bisognose e dei cittadini in difficoltà economica. “Per me, fare il sindaco è il coronamento di un percorso, ho scelto come simbolo il fiore di loto”, ha annunciato infine il presidente emerito che punta, tra le altre cose, anche alla valorizzazione delle periferie che, ha detto, “devono diventare come il centro”. Passo indietro di De Luca, per ora nessun lockdown Si attende per oggi la nuova ordinanza della Regione Campania con il lockdown. Niente lockdown, almeno per il momento, in Campania. Nel corso della riunione della Conferenza delle Regioni, alla presenza dei ministri Speranza e Boccia e del Commissario Arcuri, è emersa l’indicazione del Governo di non assumere drastiche misure restrittive a livello nazionale. n queste condizioni diventa improponibile realizzare misure limitate a una sola regione, al di fuori quindi di una decisione nazionale, che comporterebbe anche incontrollabili spostamenti al di fuori dei confini regionali. In questa situazione l’unica decisione realistica e immediata è quella di affrontare i due o tre fronti di maggiore diffusione del contagio. Il Governo ha sottoposto ai Presidenti delle Regioni la proposta di chiusura dei locali (bar e ristoranti) alle ore 18 e la decisione di portare al 75% la didattica a distanza nelle scuole. Nel corso della riunione il Presidente De Luca ha ritenuto indispensabile per la situazione epidemiologica
attuale, portare al 100% la didattica a distanza e in relazione agli orari di apertura dei locali ha ritenuto improponibile la chiusura alle ore 18, riconfermando quindi la volontà di mantenere gli orari già previsti dall’ordinanza regionale, con chiusura alle 23. In assenza di una misura restrittiva generale non ha senso adottare norme che mettono in ginocchio intere categorie. L’obiettivo realistico da perseguire, in questa situazione, è duplice: bloccare la movida come luogo principale di diffusione del contagio e adottare la didattica a distanza nelle scuole vista la crescita dell’epidemia. Sono stati illustrati nella riunione i dati relativi alle due settimane successive all’apertura delle scuole in Campania nel corso delle quali i contagi sono aumentati di nove volte e senza sostanziali differenziazioni di fasce di età. Il Presidente De Luca ha quindi chiesto di inserire nel Dpcm misure straordinarie per la concessione di congedi parentali riservati ai genitori di alunni della scuola primaria e bonus per l’acquisto di computer. In relazione alla categorie produttive, il Presidente De Luca ha chiesto una moratoria di tre mesi per i pagamenti ai fornitori e per i prestiti bancari. Inoltre per l’edilizia il rilascio di permessi a costruire per via informatica e l’approvazione di una misura immediata che consenta la stipula di contratti con le strutture private accreditate per l’incremento di posti letto. Premessa di tutte le indicazioni emerse è l’approvazione di un piano socio economico immediato sul modello di quello approvato nei mesi scorsi dalla Campania a sostegno di famiglie, imprese e pensionati. Sui fatti di Napoli De Luca ha così commentato. “Ieri sera (venerdì per chi legge, n.d.r.) si è assistito a Napoli a uno spettacolo indegno di violenza e di guerriglia urbana organizzata, che nulla ha da spartire con le categorie sociali. Ieri (venerdì per chi legge, n.d.r.) si applicavano le stesse ordinanze a Milano, Roma e Napoli. E mentre a Milano e Roma le città erano deserte nel rispetto delle norme, a Napoli c’erano violenze e vandalismo. Alcune centinaia di delinquenti – ha proseguito De Luca – hanno sporcato l’immagine della città. I protagonisti
di questi episodi non hanno nulla a che fare con le categorie economiche e con i cittadini di Napoli, che hanno dato in questi mesi una prova straordinaria di autodisciplina e di responsabilità, e che tuteleremo fino in fondo sul piano sanitario e su quello sociale; Continueremo a seguire la nostra linea di rigore, senza cambiare di una virgola, come è nostro dovere fare. Da questo momento chiediamo al Governo di impegnarsi a garantire la legalità e il rispetto delle leggi; A mettere a punto – ha detto ancora il governatore immediatamente un piano di sostegno socio-economico per le categorie produttive e per le famiglie. Questo sostegno costituisce una priorità assoluta, al pari delle misure sanitarie, come abbiamo fatto in Campania con un piano economico e sociale scattato contestualmente alle misure restrittive. – ha concluso – Da oggi non accetteremo ritardi e interlocuzioni se non si affronta da subito il tema sociale”. Lancette indietro di un’ora, torna l’ora solare SABATO 24 OTTOBRE 2020 21.17.01 Lancette indietro di un’ora questa notte alle 3 con il ritorno dell’ora solare dopo 7 mesi. L’ora legale sara’ di nuovo in vigore dal prossimo 28 marzo 2021. Il meccanismo di cambio dell’ora che ci ha accompagnato ormai da decenni, dal prossimo anno potrebbe pero’ cambiare nei diversi paesi Ue: tra infinite polemiche infatti il Parlamento europeo ha fissato l’addio all’ora legale, lasciando ogni Stato libero di scegliere quale orario mantenere. Intanto pero’ quest’anno in questo periodo di ora legale, l’Italia ha risparmiato complessivamente 400 milioni di kilowattora di elettricita’,
pari al consumo medio annuo di circa 150 mila famiglie, con un beneficio economico per il sistema di 66 milioni di euro. Impatti positivi, sottolinea Terna, anche in termini di sostenibilita’ ambientale, con 205 mila tonnellate in meno di CO2 immesse in atmosfera. Il risparmio economico e’ calcolato considerando il fatto che quest’anno, nel periodo di ora legale, il costo del kilowattora medio per il cliente domestico tipo in tutela (secondo i dati dell’Arera) e’ stato di circa 16,5 centesimi di euro al lordo delle imposte. Dal 2004 al 2020, il minor consumo di elettricita’ per il Paese dovuto all’ora legale e’ stato complessivamente di circa 10 miliardi di kilowattora e ha comportato, in termini economici, un risparmio per i cittadini di 1 miliardo e 720 milioni di euro. Nei mesi di aprile e ottobre, spiega ancora Terna, si e’ registrato, come di consueto, il maggior risparmio di energia elettrica (sebbene in aprile questo sia stato inferiore rispetto ai valori medi degli scorsi anni per effetto della contrazione dei consumi legati all’emergenza covid-19). Cio’ e’ dovuto al fatto che questi due mesi hanno giornate piu’ “corte” in termini di luce naturale, rispetto ai mesi dell’intero periodo. Spostando in avanti le lancette di un’ora, quindi, si ritarda l’utilizzo della luce artificiale in un momento in cui le attivita’ lavorative sono ancora in pieno svolgimento. Nei mesi estivi come luglio e agosto, invece, poiche’ le giornate sono gia’ piu’ lunghe, l’effetto “ritardo” nell’accensione delle lampadine si colloca nelle ore serali, quando le attivita’ lavorative sono per lo piu’ terminate, e fa registrare risultati meno evidenti in termini di risparmio di elettricita’.
De Luca fa marcia indietro, no al lockdown solo per la Campania Appena conclusa la Conferenza delle Regioni, alla presenza dei ministri della Salute Speranza e del Ministro degli Affari Regionali Boccia e del Commissario per l’emergenza covid Domenico Arcuri. In attesa del nuovo dpcm (con misure più restrittive), De Luca spiega di cosa si è discusso: “E’ emersa l’indicazione del Governo di non assumere drastiche misure restrittive a livello nazionale. In queste condizioni diventa improponibile realizzare misure limitate a una sola regione, al di fuori quindi di una decisione nazionale, che comporterebbe anche incontrollabili spostamenti al di fuori dei confini regionali. In questa situazione l’unica decisione realistica e immediata è quella di affrontare i due o tre fronti di maggiore diffusione del contagio”. Nessun lockdown quindi ci sarà in Campania come invece ipotizzato da De Luca ieri in conferenza stampa. Sulle scuole la partita è ancora aperta mentre De Luca è contro l’idea di chiudere alle 18: “Il Governo ha sottoposto ai Presidenti delle Regioni la proposta di chiusura dei locali (bar e ristoranti) alle ore 18 e la decisione di portare al 75% la didattica a distanza nelle scuole. Nel corso della riunione il Presidente De Luca ha ritenuto indispensabile per la situazione epidemiologica attuale, portare al 100% la didattica a distanza e in relazione agli orari di apertura dei locali ha ritenuto improponibile la chiusura alle ore 18, riconfermando quindi la volontà di mantenere gli orari già previsti dall’ordinanza regionale, con chiusura alle 23. In assenza di una misura restrittiva
generale non ha senso adottare norme che mettono in ginocchio intere categorie”. Chiari gli obiettivi per De Luca: basta movida e scuole solo a distanza: L’obiettivo realistico da perseguire, in questa situazione, è duplice: bloccare la movida come luogo principale di diffusione del contagio e adottare la didattica a distanza nelle scuole vista la crescita dell’epidemia. Sono stati illustrati nella riunione i dati relativi alle due settimane successive all’apertura delle scuole in Campania nel corso delle quali i contagi sono aumentati di nove volte e senza sostanziali differenziazioni di fasce di età”. Poi servono aiuti economici: “Il Presidente De Luca ha quindi chiesto di inserire nel Dpcm misure straordinarie per la concessione di congedi parentali riservati ai genitori di alunni della scuola primaria e bonus per l’acquisto di computer. In relazione alla categorie produttive, il Presidente De Luca ha chiesto una moratoria di tre mesi per i pagamenti ai fornitori e per i prestiti bancari. Inoltre per l’edilizia il rilascio di permessi a costruire per via informatica e l’approvazione di una misura immediata che consenta la stipula di contratti con le strutture private accreditate per l’incremento di posti letto. Premessa di tutte le indicazioni emerse è l’approvazione di un piano socio economico immediato sul modello di quello approvato nei mesi scorsi dalla Campania a sostegno di famiglie, imprese e pensionati”.
Salarno, l’avvocato Sarno candidato a sindaco E’ l’avvocato penalista Michele Sarno il primo candidato ufficiale per la poltrona di sindaco di Salerno, in vista delle amministrative del prossimo anno. E, a meno di sorprese, sara’ l’antagonista del centrosinistra che, nel capoluogo di provincia campano, e’ rappresentato dai fedelissimi del ‘governatore’ Vincenzo De Luca, che per un ventennio ha guidato la citta’. Presidente emerito della Camera penale di Salerno, difensore di personaggi di spicco della politica, Sarno stamane ha annunciato la propria discesa in campo, sottolineando di essere “gia’ in condizione di presentare tre liste civiche”. Il legale ha chiarito che, nonostante il suo passato nel centrodestra, al suo fianco, non c’e’ uno schieramento politico: “Non mi candido ad essere candidato sindaco del centro, della destra o della sinistra, ma ad essere il candidato sindaco della citta’ di Salerno”. “Ritengo – ha spiegato – che, in questo momento particolare che stiamo vivendo e che raccoglie le difficolta’ di una serie di persone, c’e’ bisogno, nella nostra citta’, di un vero amministratore che crei le condizioni per il salto di qualita’”. Al contempo, ha presentato il nome del progetto, ‘Rinascita’, “perche’ credo che Salerno, in un certo momento storico, ha fatto un grande salto di qualita’. Poi, da una decina d’anni, ci siamo appiattiti su un’Amministrazione che e’ diventata un’ordinaria amministrazione. Non c’e’ stata piu’ progettualita’, la spinta ad avere una visione e a immaginare la Salerno del futuro”. L’obiettivo dichiarato da Sarno e’ “rilanciare Salerno al centro di un’area vasta che sia la porta di quel Mediterraneo, di cui tanto parliamo”. Per lui, “e’ arrivato il momento che non si parli piu’ di un sistema e non si parli piu’ di alternativa al sistema come se volessimo proporre un sistema diverso che, comunque, e’ sistema. Voglio una citta’ aperta, che dialoga, in cui i consiglieri comunali,
gli assessori non sono dei soggetti che vanno in Consiglio comunale e alzano o abbassano la mano rispetto a decisioni che sono prese altrove o che sono recepite attraverso una telefonata. Voglio una citta’ viva”. E ha anticipato che la sua sara’ una campagna elettorale “atipica”, rispettando la regolamentazione anti-Covid. “Andro’ a citofonare a tutti i palazzi di Salerno – ha detto – a dire chi sono e che, con grande dignita’ ma con grande umilta’, aspiro a diventare il primo cittadino. Perche’ il primo cittadino deve imparare innanzitutto ad essere ultimo per poter aspirare ad essere primo”. Anderson fa il fenomeno e la Salernitana supera l’Ascoli Ci vuole una magia di Andrè Anderson a 5 minuti dal termine per stendere l’Ascoli. l’Ex laziale pesca il jolly con un destro chirurgico che batte il bravo Leali. La Salernitana vola con la terza vittoria stagionale. Salernitana vivace e pericolosa nel primo tempo con Schiavone e Tutino che centra il palo. Ospiti pungenti con Cavion e Pierini. Nella ripresa ancora un legno per i granata, stavolta Schiavone dalla distanza centra l’incrocio sulla ribattuta non sono lesti gli avanti di Castori. Nel finale Cangiano protesta per un rigore dubbio al 94’, ma non c’è più tempo. SALERNITANA-ASCOLI 1-0 SALERNITANA (4-4-2): Belec; Casasola, Aya, Gyomber, Veseli (31′ st Lopez); Kupisz (48′ st Karo), Schiavone (39′ st Dziczek), Di Tacchio, Cicerelli (31′ st Anderson); Djuric, Tutino (48′ st Giannetti). In panchina: Adamonis, Mantovani,
Capezzi, Iannoni, Antonucci, Baraye. Allenatore: Castori ASCOLI (4-2-3-1): Leali; Pucino, Brosco, Avlonitis, Kragl; Cavion (48′ st Cangiano), Saric; Tupta (41′ st Corbo), Sabiri (1′ st Lico), Pierini; Bajic (15′ st Spendlhofer). In panchina: Sarr, Ndiaye, Ghazoini, Donis, Matos, Gerbo, Sini, Chiricò. Allenatore: Bertotto RETE: 42′ st Anderson ARBITRO: Giua di Olbia NOTE. Ammoniti: Di Tacchio (S), Cicerelli (S), Casasola (S), Brosco (A). Angoli: 6-3. Recupero 0′ pt – 4′ st
Puoi anche leggere