Dante Purgatorio, I, 71-72 - Liceo Scientifico
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editoriale Charlie-berté Parigi, Mercoledì 7 Gennaio 2015, ore 11:30, redazione del giornale satirico Charlie Hebdo: due terroristi fanno una strage in nome di Allah. E il mondo occidentale si risveglia. Questo scenario di morte ha aperto il 2015, prima Cronaca brezza di un vento di guerra che spira dalla Siria, e che Chiudete le porte di Giano travolge l’Occidente. Non uno scontro di civiltà, solo la (pag. 3) barbarie di fondamentalisti senza scrupoli, che in chiave Volterrafocus violenta e persecutoria male interpretano gli insegna- Il Viaggio (pagg. 4, 5) menti del loro Profeta. Un grido comune si è levato da popoli e nazioni diverse, Scienza uniti simbolicamente nel lutto. Parole di fuoco, che ri- E fu luce (pagg. 6, 7) portano nel presente antiche lotte, passati timori che si Personaggi pensava fossero stati ormai debellati. Il terrore che ci Alan Turing (pagg. 8, 9) coglie tutti alla sprovvista, nelle nostre vite, nelle nostre case, nei nostri luoghi di lavoro, al parco, alla stazione: Recensione ci assale e ci prende alle spalle. E d’un tratto realizziamo The Imitation game (pagg. che qualcuno, a poco a poco, ci sta togliendo un pez- 10, 11) zetto di ciò che ci rende uomini: la Libertà. La teoria del tutto (pag. 12) Così anche noi, nel nostro piccolo, ci sentiamo un po’ Dossier Charlie, e siamo agitati, pronti a combattere, ad urlare, Una Questione Relativa vorremmo dimenarci, scalciare pur di affermare il prin- (pagg. 14, 15, 16) cipio sacro e inviolabile dell’essere liberi. Paura (pag. 17) Carissimi Volterriani, probabilmente avrete già intuito "Paura" e "Libertà". E tu, cosa che il filo conduttore di questo numero è la Libertà. Ab- scegli? (pagg. 18, 19) biamo voluto indagare a fondo sull’argomento, cer- Di padre in figlio (pag. 20) cando di coglierne gli aspetti più variegati, consci tutta- Nati per crederci liberi via delle nostre limitate capacità. (pagg. 21, 22, 23) Spero che non vi troviate d’accordo con tutte le posi- Selma, la strada per la li- zioni assunte dai nostri redattori, spero che li andrete a bertà (pag. 25) cercare a scuola, desiderosi di confrontarvi de visu. Per- Schiavi de iure o de facto? ché è proprio nella facoltà di negare il nostro assenso, (pagg. 26, 27, 28) che esprimiamo noi stessi. Non accettate passivamente la vostra vita, ma siatene Arte&spettacolo protagonisti, facendo di voi stessi l’emblema della Les Étoiles (pag. 29) Libertà! L’angolo dei nonni A presto. Il mio universo (pag. 30) Redazione (pag. 31) Samuel patrone 2 www.liceovolterra.it
cronaca Chiudete le porte di Giano, È di nuovo guerra! Barbarie e violenza a Roma in occasione di una partita di Europa League. 24 agosto 410. Alarico e i Visigoti dopo un assedio entrano a Roma devastando e distruggendo, come da tradizione bar- bara, tutto ciò che attira la loro assata- nata attenzione. Assatanata nel vedere un potere così grande, una città così ricca, un Impero così vasto in mano ad un'autorità che aveva trasformato quei sette colli immersi nella palude in una metropoli, la violenza barbara ripro- pone il motto di Alarico, tramandato da Socrate Scolastico: “Procedi a Roma, e devasta quella città”. 19 ottobre 2015. La storia si ripete e i vari Tucidide e Machiavelli sarebbero sicuramente contenti per aver trovato con- ferme alle loro teorie. Seicento barbari provocano disordini in tutta Roma, mettendo a dura prova le forze dell'ordine che purtroppo non hanno né i poteri né la fama del grande esercito romano. Oltre una ventina i mezzi di trasporto distrutti, cariche a Villa Borghese e Piazza di Spagna e, fatto ancor più grave, violenza e distruzione della fontana della Barcaccia. I danni, a detta degli esperti, sono irreparabili come irreparabile è il dolore di tutti gli Italiani nel vedere le immagini di questa violenza, così raccapriccianti da far rivoltare Bernini nella tomba, ignaro, nel momento dell'i- deazione della fontana, che essa potesse diventare un giorno vittima di un nuovo Alarico, di nuovi Visigoti. Questa volta però il casus belli è stato molto meno “no- bile” di quello di millenni addietro: tutto questo infatti è avvenuto durante la tra- sferta di seicento ultras della squadra di calcio del Feyenoord, ospite della Roma in una partita di Europa League. Negli ultimi tempi sta diventando sempre più ampia la ru- brica dei telegiornali che riguarda gli scontri che si verificano durante eventi sportivi e le colpe sono equamente suddivise tra le varie parti, caratterizzate da mancanza di senso sportivo tanto quanto da disorganizzazione delle istituzioni responsabili. Il premier Renzi, tuttavia, assicura che i colpevoli pagheranno caro questo nuovo "sacco di Roma", nella spe- ranza che sia finalmente l'ultimo, anche a co- sto di dover smentire Tucidide e Machiavelli. Patryk Ponza www.liceovolterra.it 3
Volterrafocus Il Viaggio Devo ammettere che quando mi sono tempi, e fa sentire ritrovata tra le mani Il Viaggio di Anna al lettore esatta- Risi non ho dato a questo libro il cre- mente le atmo- dito di cui si è dimostrato invece es- sfere di ognuno sere degno. La mia riluttanza, forse in- dei cambiamenti sita nella distanza tra me e il genere che sono avvenuti che il libro proponeva, è stata abil- in tempi ristret- mente cancellata sin dalla “Nota tissimi: il No- dell’autrice”. Già dalle prime pagine si vanta ancora ca- può cogliere la dolce naturalezza con salingo, che lascia cui Anna Risi riesce a imbrigliare le pa- il posto ad un Duemila con i suoi cel- role e a renderle vive e pulsanti nell’in- lulari, computer e Internet, fino ad ar- chiostro della pagina. rivare alla contemporanea crisi che si I punti a favore di questo libro sono respira su tutti i fronti. Tutto ciò ha un molti, ma quello che mi ha colpito par- ruolo se non centrale, quantomeno im- ticolarmente, ed è stato ciò di cui mi portante, per seguire in modo pieno sono innamorata a prima vista, è la de- l’evoluzione dei personaggi. licata ma concisa maniera di scrivere Simone, il figlio dell’autrice e protago- dell’autrice: sin da subito ho notato la nista dell’opera, è forse un po’ lo spec- sua spigliatezza nel linguaggio e la chio di quello che hanno vissuto tanti brillante scelta della parole, che non altri giovani. La storia descrive in appaiono artificiose, pensate, ma modo molto piacevole ogni passaggio estremamente naturali, scorrevoli e di della sua vita, dai primi anni, all’ap- facile comprensione, senza però aver proccio con la scuola non sempre li- rinunciato alla loro potenza di signifi- scio come olio, alle amicizie e prime cato. storie d’amore, fino ad arrivare ai rap- Durante tutta la durata del viaggio, ap- porti seri e al mondo del lavoro, che punto, attraverso la vita di una per- porta il nostro protagonista ad una sona a me totalmente sconosciuta, mi scelta fondamentale, attraverso la è quasi sembrato di intravederne altre quale molte altre giovani vite sono già mille che mi sono a fianco e al tempo passate e stanno passando. stesso di conoscere lentamente, come Posso solo dire, riguardo soprattutto attraverso un’amicizia, anche quella di l’ultima fase del libro, di essermi emo- cui stavo leggendo. zionata e aver trattenuto a stento qual- Il libro, seppur possa di primo impatto che lacrima per la dolce bellezza con sembrare una banale biografia dedi- cui Anna ha descritto il decisivo volo cata ad una persona cara, in realtà na- del figlio, la sua angoscia e il mondo al sconde profonde analisi sulla vita di di là dell’oceano, sensazioni e situa- ognuno di noi, sui sentimenti e anche zioni che purtroppo, o forse per for- sui tempi che corrono. Con la storia tuna, conosco profondamente. del figlio l’autrice ha saputo raccon- Seri difetti nel libro è difficile trovarne tare tanti altri piccoli, grandi mondi e bisogna fare i complimenti anche dei figli di questo Paese, di queste all’ottima impaginazione e presenta- terre. Il racconto segue lo svolgersi dei zione del volume che, nonostante 4 www.liceovolterra.it
Volterrafocus credo sia auto-pubblicato, rivela una che hanno significato nella vita del fi- certa eleganza e una cura dell’opera glio, ma analizza spesso le ragioni che che a volte è difficile trovare persino le hanno portate a tali comportamenti, nella stampa a carico di case editrici. delineando infine un quadro completo L’unica pecca, che più di una volta ho della persona; è difatti il primo libro ritrovato leggendo, è la difficoltà che che leggo in cui non mi sono ritrovata si riscontra in alcuni momenti a capire a disprezzare interamente qualche con precisione di quale personaggio, personaggio. dei tanti tirati in ballo, si stia parlando; Più che il racconto di una vita pos- sia ben chiaro, è un problema facil- siamo definirlo davvero un viaggio ca- mente aggirabile se si rilegge con una rico di impressioni e di insegnamenti, più profonda attenzione il passo in di cui il lettore può fare tesoro o in cui questione, ma devo ammettere che può malinconicamente ma piacevol- stona con la consueta coerenza di lin- mente scivolare. guaggio del libro. È da notare anche l’indiscriminata de- Non dobbiamo scordare però, che, ol- scrizione che Anna fa della vita di Si- tre a quello intimistico, nel Viaggio, è mone senza risparmiarci dolori e sof- presente anche il lato psicologico. Ho ferenze profonde, attraverso le quali ci molto apprezzato questa faccia della mostra la dura realtà che ci circonda e medaglia, perché rivela profonde ri- la forza d’animo necessaria a rialzarsi, flessioni ed entra in consonanza con il ma rendendoci, a tempo debito, com- nostro pensiero attraverso l’espres- plici delle grandi gioie. L’umore del li- sione, molto spesso poetica ed estre- bro è facilmente mutevole, presen- mamente critica, delle considerazioni tando punti in cui tocca elevatissimi che l’autrice fa riguardo gli episodi che picchi di felicità e altri in cui raggiunge si susseguono. Forse da questo punto gli abissi della tristezza, non snatu- di vista ho trovato la vera protagonista rando quindi l’imprevedibilità della delle pagine che ho appena letto: l’au- vita e rendendo la lettura intensa e trice stessa. È infatti costante e pre- coinvolgente. gnante la sua presenza, in ogni riga In conclusione Il Viaggio di Anna Risi che si scorre con lo sguardo, in ogni risulta essere una lettura piacevole, avvenimento brutto o bello che sia. leggera, ma allo stesso tempo intima- Ho apprezzato la sua schiettezza nel mente toccante e maestra di uno stile descrivere l’animo umano e le persone di vita volto a fronteggiare ogni insidia che si sono avvicendate nella vita della senza mai farsi sopraffare. Vorrei rin- sua famiglia. Infatti Anna non giudica graziare la scrittrice per avermi inse- i suoi personaggi basandosi solo su ciò gnato tanto. Giulia Roitero www.liceovolterra.it 5
scienza E luce fu… Anno 1015: lo studioso persiano Ibn al-Haytham compie i primi studi sull’ottica, dando di fatto inizio a questa disciplina scientifica. Anno 1915: Albert Einstein pub- blica la teoria della relatività generale, che ha preso spunto proprio da una sua riflessione sulla velocità della luce. Anno 1965: il cinese Charles K. Kao compie le prime ricerche sulla trasmissione della luce attraverso fibre ottiche. Si tratta di studi scientifici che hanno cambiato la storia dell'umanità. Non poteva, quindi, che essere il 2015 l’Anno Internazionale della Luce e delle Tec- nologie Basate sulla Luce (International Year of Light - IYL), come ha decretato l'Assemblea Generale dell’ONU. La cerimonia di apertura mondiale dell'IYL si è svolta il 19 gennaio al palazzo dell’Unesco di Parigi, mentre il suc- cessivo 26 gennaio a Torino si è svolta l’inaugurazione ufficiale per l'Italia. Questi i principali obiettivi che le Nazioni Unite si pro- pongono di raggiungere con l’iniziativa dell’International Year of Light 2015: • promuovere le tecnologie della luce per un migliora- mento della qualità della vita sia nei paesi sviluppati, che in quelli in via di sviluppo; • ridurre l’inquinamento luminoso e lo spreco di energia; • promuovere la partecipazione delle donne nella scienza con ruoli di responsabilità; • promuovere l’istruzione tra i giovani; • promuovere lo sviluppo sostenibile. L’Anno Internazionale della Luce vede coinvolte ben 35 nazioni e sta mobilitando istituzioni scientifiche ed edu- cative, tra cui l'UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura), centri di ricerca, piattaforme tecnologiche, organizzazioni no-pro- fit e partner del settore privato. La luce è un patrimonio di tutti: l’utilizzo, lo studio e la produzione di questa vitale risorsa, nei secoli, hanno su- perato i confini geografici, di genere, generazionali e cul- turali tra le persone e hanno avvicinato tanti giovani alla scienza e all’innovazione. 6 www.liceovolterra.it
scienza Sono tante le discipline che fanno un uso sempre più cospicuo della luce: astrono- mia, medicina, energetica, ingegneria... E molte sono le ricadute tecnologiche di que- ste discipline nella nostra vita quotidiana e nel nostro stile di vita. Tanto per fare degli esempi, è grazie alla luce delle stelle più lontane che si cerca di capire com'era l'universo ai primordi. Ecco perché l’UNESCO sottolinea il tema della Luce Cosmica, un oggetto di conoscenza di particolare importanza per la co- munità astronomica; attraverso le principali sco- perte scientifiche e l’innovazione tecnologica, la luce ci aiuta a vedere e a comprendere meglio l’Universo. Ma è sempre lo stesso fenomeno che consente anche il trasferimento di informazioni in modo velocissimo e che entra nella nostra vita tramite internet e telefonia, i cui dati viaggiano con la luce. Oggi, le tecnologie basate sulla luce offrono un contributo strategico per promuovere lo sviluppo sostenibile e per affrontare le sfide globali nei settori dell’energia, dell’istruzione, dell’agricol- tura, della salute, delle telecomunicazioni. Pensiamo per esempio all’illuminazione dei cen- tri urbani: una tecnologia più efficiente non rap- presenterebbe solamente un progresso scienti- fico, ma una strada verso una maggiore sosteni- bilità economica (dato che la luce rappresenta il 20% del consumo elettrico mondiale) e anche am- bientale (perché diminuirebbe la piaga dell’inqui- namento luminoso). Altri esempi? Pensiamo al possibile contributo del fotovoltaico nel risolvere il problema del consumo energetico, o alle que- stioni sociali e politiche legate alla connessione globale basata su fibra ottica. Da qui l’importanza di divulgare e promuovere, soprattutto presso i giovani, lo svi- luppo di tecnologie quali l’ottica o la fotonica. Per esempio la fotonica, con le sue applicazioni innovative ed efficienti sul piano dei costi, consente di ridurre i con- sumi e l’impatto ambientale della produzione di energia e di diminuire l’inquina- mento luminoso. Non è quindi un caso che, in vista dell'anno della Luce, lo scorso mese di Ottobre il Comitato del Premio Nobel abbia conferito il prestigioso riconoscimento a tre fisici giapponesi della University of California per le ricerche sui diodi semiconduttori impiegati nei Led a luce blu. E' un tipo d'illuminazione di minore impatto ambien- tale che consente anche un maggior risparmio energetico: basti pensare che oggi in Italia il consumo annuo per l'illuminazione pubblica è di 107 kWh per abitante e che con il passaggio ai Led potrebbe ridursi di un terzo. L’Anno Internazionale della Luce 2015 è, però, anche un’occasione per mostrare le opportunità economiche legate a eventuali investimenti in questo settore tecnolo- gico. Questo tema è particolarmente rilevante se pensiamo che il mercato della tec- nologia basata su fotonica ammonta a 300 miliardi di dollari annui su scala mon- diale, che secondo le previsioni sono destinati a raddoppiare entro il 2020. Angelo Cupilari www.liceovolterra.it 7
personaggi ALAN TURING: TRA SCIENZA E LIBERTÀ Il più recente must cinematografico per un volterriano degno di questo nome è senz’ombra di dubbio The Imi- tation game, ovvero un omaggio al fe- nomenale pioniere dell’informatica Alan Turing. Ma chi fu davvero Alan Turing? Essenzialmente un matematico, ma anche un crittografo, eppure, non fosse per lui, oggi non staremmo scri- vendo questo articolo comodamente seduti davanti ad uno schermo lumi- noso. Forse saranno rimasti un tantino ama- reggiati coloro che speravano di ve- un’omofobia tanto radicata da dettar dere in sala una sorta di trattazione legge. Legge che venuta a conoscenza scientifica riguardante il funziona- dei suoi orientamenti sessuali lo ha mento della sua più grande e famige- posto di fronte ad una scelta: due anni rata invenzione, la cosiddetta “mac- di carcere oppure castrazione chimica. china di Turing”. Ma in quel caso il film Da uomo di scienza qual era non ci è sarebbe stato un fiasco, in quanto difficile immaginare per cosa abbia op- inaccessibile ai più e noioso per molti. tato: dalla prigione, dopotutto, non Le più forti implicazioni di questa pel- avrebbe mai potuto continuare le sue licola vertono infatti su ben altri temi, ricerche. lasciando ampi spazi al contesto sto- Ciò che non possiamo immaginare è rico, all’opinabilmente romantica sto- invece cosa questa scelta realmente ria amorosa, ma anche e soprattutto a abbia comportato: depressione e umi- temi di forte attualità, come quelli liazione devono essere state i mali mi- della libertà e dell’omosessualità. nori. Probabilmente fu un uomo di- Oltre ad essere infatti un precursore di strutto quello che scelse di togliersi la quella che oggigiorno chiamiamo in- vita nel 1952 e lo fece in maniera tanto formatica, questo brillante uomo ha originale quanto lo era la sua persona- avuto il suo posto tra le vittime di lità, affidando la sua disperazione ad una mela contenente cianuro di potas- sio. Dei tanti segreti che caricano il Turing del film venne svelato, di fatto, quello che ne decretò la fine. E di tutto il lavoro a Bletchley Park, che lo portò a decifrare il codice Enigma, mezzo di comunicazione dei Nazisti durante la seconda guerra mondiale? E dell’uomo che negli anni Trenta già sognava intelligenze artificiali senza che ancora nessuno avesse inventato i computer? Di quell’uomo si è saputo ben poco per decenni e questo la dice lunga non 8 www.liceovolterra.it
personaggi solo sul clima omofobo che si respi- Gowers e molti altri. Ad ogni modo alla rava a quel tempo, ma anche e soprat- fine del 2013 la regina Elisabetta II ha tutto sulla crudeltà del sistema giudi- concesso ad Alan Turing la grazia po- ziario britannico allora in vigore. stuma. Un perdono arrivato tardi e per E che dire dell’impeccabile efficienza lo più nei confronti di uomo che non dei servizi segreti inglesi, che dopo la aveva fatto nulla di male. guerra fecero sparire l’intero lavoro Alan Turing non fu libero di essere del gruppo di Turing, insieme a qua- davvero se stesso per tutta la sua vita, lunque altra traccia delle operazioni di ma fu comunque un uomo straordina- Bletchley Park? rio e, in altre parole, un eroe nazionale Nessuna medaglia per quei matema- per gli Inglesi. tici, crittografi e linguisti, che a modo Così, a poco più di un anno dal suo loro avevano comunque contribuito a condono, viene anche da chiedersi: vincere la guerra. cosa ne è stato, invece, di quelle mi- Sono servite due petizioni: la prima gliaia di uomini che condivisero la me- online firmata da migliaia di persone, desima sorte? la seconda sotto forma di lettera indi- Loro sono semplicemente vittime in- rizzata al primo ministro inglese Da- nocenti, impotenti in quanto menti or- vid Cameron e sottoscritta da nomi dinarie, prove tangibili di un paese che eminenti nel campo della scienza quali sta ancora cercando di rimediare ai Stephen Hawking, Paul Nurse, Timothy propri errori. Sara De Monaco - Martina Pensa www.liceovolterra.it 9
recensione THE IMITATION GAME Candidato a otto premi Oscar, il film paese, Alan biografico The Imitation Game rac- viene persegui- ANNO: 2015 conta la storia tato dalle auto- :113 min del matema- rità britanniche : biografico tico inglese e condannato : Morten Tydum Alan Turing alla castrazione : Benedict che, mediante chimica a causa Cumberbatch, Keira l’aiuto di cin- della sua omo- que collabora- sessualità, mar- Knightley, Rory Kin- tori, riesce a chio che lo con- near, Mtthew Goode cambiare le durrà al suicido sorti della Se- all’età di soli 41 anni. Magistrale è l’in- conda Guerra terpretazione nelle vesti del protago- Mondiale. E’ il nista di Benedict Cumberbatch, già 1939 quando noto per il ruolo principale nella serie viene assunto tv della BBC, “Sherlock”. L’inglese rie- dai servizi se- sce a spingere lo spettatore ad amare greti britannici così tanto questo genio incompreso per decriptare che gli è impossibile trattenere una la- Enigma, l’in- crimuccia. Questo capolavoro non è fernale mac- una semplice proiezione cinematogra- china che i te- fica, bensì un riscatto, un riconosci- deschi utilizzavano per crittografare i mento, che seppur tardivo, dovrebbe messaggi. Solo nel 1942 Alan riesce a spingerci a modificare i libri di storia realizzare un marchingegno, chiamato che per anni hanno taciuto la verità e Christopher e conosciuto anche come denigrato un vero talento. Soltanto a Ultra, in grado di decifrare in modo rapido ed effi- ciente i codici nazisti. In questo modo si sono po- tute salvare circa 14 mi- lioni di vite e ridurre la du- rata della guerra di due anni. Inoltre, gli Alleati hanno potuto attuare nu- merosi piani di salvatag- gio, riportando numerose vittorie tra cui lo sbarco in Normandia. Il lavoro di Turing ha gettato le basi dell’informatica. Tuttavia, nonostante la sua genia- lità e il suo impegno per il 10 www.liceovolterra.it
Recensione distanza di 61 anni viene elar- gita ad Alan Turing dalla re- gina Elisabetta II la grazia po- stuma. Dopo questo film, tutti ricorderanno il nome di uomo che non è stato soltanto il pio- niere dell’informatica e il pa- dre del computer ma un eroe che ha combattuto una lotta ancor più dura di quella che, in anni oscuri e segnati dal san- gue, si svolgeva tra le strade, nel cielo e in mezzo al mare. Turing combatteva una dispe- rata battaglia contro il tempo che per tutti era considerata impossibile. Tutto ciò do- vrebbe farci riflettere sugli enormi errori commessi dai nostri predecessori. E’ davvero vergognoso che soltanto otto anni fa, sono fenomeni che hanno causato fin nel 2007, il governo inglese abbia troppo dolore. Nostro dovere è impa- avuto il coraggio di chiedere scusa a rare dagli sbagli degli altri, evolverci e un innocente che aveva dedicato tutta smettere di trovare piacere nella vio- la sua vita alla scienza e quindi al bene lenza. La frase che meglio può riassu- comune. L’unica colpa di Alan Turing mere e cogliere la vera essenza del era di essere diverso. La sua morte protagonista è quella che più volte deve essere di esempio per le genera- Morten Tydun ha inserito nel copione: zioni future e insegnare che la diver- “Sono le persone che nessuno imma- sità non è qualcosa di cui avere paura. gina che possano fare certe cose, L’omofobia, il sessismo e il razzismo quelle che fanno cose che nessuno può immaginare”. Uomini del calibro di Alan Turing non sono semplici es- seri viventi ma individui che hanno un dono nascosto dietro i volti più impensabili. Non è forse questo ciò che caratterizza il ge- nio? Alan Turing si chiede se lui stesso sia una macchina o un uomo. La drammaticità di una do- manda del genere sta nel non co- noscerne la risposta. Probabil- mente è stato questo l’unico enigma che non ha saputo risol- vere nella sua vita. Marika Curzi www.liceovolterra.it 11
Recensione La Teoria Del Tutto : 2015 :123 min : biografico La Forza non viene : Morten Tydum dal vincere. Le tue lotte sviluppano la : James Marsh tua forza. Quando passi attraverso delle avversità e decidi di non arrenderti quella è la forza. (Arnold Schwarzenegger) La prova evidente di ciò che afferma A. Schwarzenegger è Stephen Hawking, ce- lebre fisico, astrofisico e cosmologo nato nella prima metà degli anni ’40, costretto a combattere la malattia del motoneu- rone e dell’atrofia muscolare progressiva. La sua vita è raccontata in maniera su- perba nel film La Teoria del Tutto, dal re- gista James Marsh. L’interpretazione magistrale di Eddy Redmayne ha reso poi la vicenda estremamente realistica, permet- tendo così allo spettatore di commuoversi e di rima- nere quasi “impressionato” dalla forza d’animo. La storia ruota intorno alle ricerche scientifiche che tut- tora Stephen Hawking porta avanti, nonostante l’im- pedimento dovuto alla malattia, e grazie alle quali è tutt’oggi universalmente riconosciuto come una delle menti più geniali. Nel film però questo aspetto non è del tutto approfondito poiché la pellicola ruota so- prattutto intorno alla sua vita privata e sentimentale e al suo modo di affrontare il male, grazie all’aiuto della moglie Jane, che gli donerà la gioia di avere tre figli (Frank, Philippa e Robert). La vicenda, quindi, rimane molto realistica e questo è dimostrato proprio dal fatto che egli dovrà andare in- contro ad un divorzio, aspetto che non rispecchia af- fatto il tipico lieto fine di un film moderno. Quest’opera cinematografica vuole essere, dunque, un incentivo a rialzarsi, nonostante le difficoltà che incontriamo sembrino sovrastarci ed è inoltre un in- coraggiamento a seguire i propri sogni, anche se spesso ci sembrano irraggiungibili. Maria Cristina Mancini - Giada Sbaraglia 12 www.liceovolterra.it
Federico radiciotti www.liceovolterra.it 13
Una questione relativa Tutti siamo a conoscenza dei fatti ac- caduti alla sede del giornale satirico “Charlie Hebdo” e, chi più chi meno, abbiamo tutti preso parte alle polemi- che che tale fatto ha suscitato. Il dibat- tito che scotta maggiormente non è il fondamentalismo e l’estremismo reli- gioso che tutti condanniamo, bensì la libertà di stampa e di espressione. Sono ben note le provocanti e causti- che vignette satiriche e blasfeme del settimanale parigino e proprio esse hanno suscitato scalpore. Tuttavia queste vignette esistono e circolano dagli anni Sessanta, e non solamente su “Charlie Hebdo”, bensì anche su va- rie testate in tutto il mondo occiden- tale. La domanda che risulta ovvia è semplice e quantomeno diretta: per- ché in pochissimi hanno protestato in quarant’anni? Le proteste ci sono state, tuttavia sono rimaste parzialmente inascoltate e, cosa importantissima, non hanno rag- giunto il grande pubblico, la massa. La propagazione mediatica di queste di- sapprovazioni è stata sempre limitata; solo con il recente attacco terroristico sono iniziate le lamentele per le vi- gnette di Charb, Wolinski, Luz, Plantu e di tutti gli altri fumettisti-giornalisti francesi e non. La causa di questo ex- ploit moralistico è semplice: le vi- gnette hanno raggiunto anche i cri- stiani, i mussulmani (che avevano già protestato in passato e solo due anni prima appiccato un incendio alla sede di Cahrlie) e comunque sia tutti coloro che si sono sentiti offesi e attaccati da tali rappresentazioni, e che prima ne ignoravano l’esistenza. Tutto ciò suona come il famoso detto inglese NIMBY (“not in my backyard”, letteral- mente: “non nel mio cortile”): a colui che è affetto da NIMBY, un “male” o una “cosa fastidiosa” non reca danno 14 www.liceovolterra.it
indietro il genere umano di secoli, ai tempi della barbarie delle crociate o dell’inquisizione cattolica. Si potrebbe però obiettare che la libertà d’espres- sione non può essere assoluta, poiché a volte può cadere nell’offesa, che è anch’essa un’imposizione di se stessi sugli altri. Tuttavia dal momento che si viene al mondo, si ha il diritto di po- ter pensare ciò che si vuole, di sce- gliere ciò in cui credere, di crearsi le proprie opinioni e soprattutto di dire ciò che realmente si pensa o si prova, di metterlo per iscritto, e nessuno può limitare la volontà di espressione di qualsivoglia altro essere umano. Vol- taire, personaggio che ultimamente sembra divenuto uno sconosciuto ai o intralcio, fino a quando essa non va più, scrisse: “detesto quello che dici, ad intaccare i suoi interessi. Così i re- ma difenderò fino alla morte il tuo di- ligiosi si sono sentiti fortemente attac- ritto di dirlo”, in difesa della libertà cati solo dopo aver visto le vignette e d’espressione, proprio quella libertà preso coscienza della loro presenza. che è venuta a mancare il 7 gennaio Ma quelle vignette non esistevano an- 2015 e che si sta cercando, anche se che prima? Come mai, sempre quelle per vie traverse, di circoscrivere anche vignette, fintanto che son rimaste adesso. Ed è proprio in questa breve, un’arte “di nicchia”, non hanno infa- ma concisa, frase che risiede tutto lo stidito quasi nessuno? “Charlie Hebdo”, è importante ricordarlo, non è mai stato un giornale meramente anti- religioso: i suoi redattori se la sono sempre presa, per anni, con la politica, con il mondo finanziario, con i luoghi comuni ed il bigottismo intellettuale. Inoltre, tutte le loro vignette non pun- tano alla banale e triviale offesa, ma vogliono trasmettere un messaggio pa- radossalmente morale, criticando in modo diretto e graffiante tutto ciò che secondo il loro punto di vista non va, o potrebbe andare meglio. Il “punto di vista” è importantissimo nel mondo democratico, poiché è pro- prio da un confronto, se non da uno scontro di idee, che scaturisce la so- cietà libera e, appunto, democratica. Perpetrare un attacco ad un giornale che, per quanto offensivo e sporco possa apparire, diffonde le sue idee, polemiche o meno, significa riportare www.liceovolterra.it 15
spirito di libertà e di democrazia su cui si basa - o dovrebbe - il mondo occi- dentale. Siamo esseri liberi di scelta, siamo liberi di pubblicare vignette o scritti che denunciano i dogmi della politica o della religione, ma siamo an- che liberi di non leggerli, di ignorarli. Dal momento che si dispone della li- bertà in senso lato, essa non può es- sere che assoluta (per quanto per- messo dalle leggi), altrimenti non sa- rebbe libertà. Se fosse esistita una legge che avesse proibito la pubblica- zione di vignette blasfeme, allora le proteste sarebbero state fondate, an- che se il problema non si sarebbe mi- nimamente creato, poiché la legge ne avrebbe impedito in partenza la pub- similia (qualsiasi religione essi trat- blicazione; ma applicare delle leggi, tino) essi possono arrecare “fastidio” a delle limitazioni, alla libertà di personalità atee o agnostiche o di dif- stampa, assume il nome di censura. ferenti religioni; tuttavia nessuna di In ultima analisi occorre parlare di re- esse è mai entrata nella redazione di lativismo etico e morale: ciò che può “30giorni” con due kalaschnikov, invo- risultare offensivo e ferire la sensibi- cando Einstein o Planck, e ha mai uc- lità di qualcuno, può dilettare o intrat- ciso il direttore Giulio Andreotti. Come tenere un altro. Nel caso dei giornali esistono giornali, riviste, settimanali religiosi come “Famiglia Cristiana” et che possono offendere con i loro con- tenuti l’ambiente religioso, ve ne sono altri che possono disturbare l’am- biente ateo e non credente. Questa va- rietà opinionistica ed espressiva è as- solutamente lecita se non necessaria alla corretta attuazione della società democratica, consentendo lo scambio di opinioni, anch’esso necessario, di cui si è discusso sopra. Solo con la cor- retta convivenza ed il rispetto per il di- ritto altrui di pensare ciò che si desi- dera e di esprimerlo con qualunque mezzo si desideri (sempre nei termini imposti dalla legge), stragi come quella di “Charlie Hebdo” non potranno – e non dovranno - ripetersi mai più. Alessio Armenzoni 16 www.liceovolterra.it
Tu che mi avvolgi lentamente, mi fai crescere ogni minuto che passa. Paura, tu che mi coinvolgi nei tuoi passi, mi affanni i respiri, che mi chiudi il cuore con un freddo sospiro. Tu fiera lunatica, tu paura fai parte di me. Elena Passaretti www.liceovolterra.it 17
“Libertà". Qualcosa di concreto o che lo ha accompagnato fino ai tempi nient'altro che una mera illusione della rivoluzione francese, nonostante dell'uomo? All'interno di un sistema questo traguardo non sia stato univo- che si dichiara democratico, per libertà camente raggiunto da ogni paese. si intende la possibilità che l'uomo ha La libertà può presentarsi sotto molte- di agire -o di non agire- secondo il pro- plici aspetti: libertà di parola, di pen- prio desiderio i propri ideali la propria siero, di azione, di stampa. Teorica- morale. Naturalmente, a questo ven- mente parlando, la stampa non è più gono imposti dei limiti. Già solamente sottoposta ad alcun tipo di censura "le- tra le righe di un qualsiasi dizionario gale". Teoricamente parlando. Pas- italiano, la libertà è così descritta, con sando ai fatti, però, basta tornare a l'aggiunta, tuttavia, dell'esistenza del poco più di due mesi fa, a Parigi, in dovere di esercitarla all'interno delle Francia, in particolare nella redazione regole e delle limitazioni decise dalla del giornale satirico francese "Charlie comunità di cui l'uomo fa parte, di Hebdo". Basta tornare a quella strage e qualunque natura essa sia: politica, re- a quelle immagini terribili di cui televi- ligiosa o sociale. Quanto questi limiti - sioni e giornali sono stati, per setti- seppure imposti al fine di realizzare mane, bom- una comunità equilibrata- permettono bardati, per alla "libertà" di essere considerata comprendere tale? Per ovviare al problema si do- quanto la vrebbe parlare di "libertà assoluta", im- strada ancora possibile da ottenere nella totalità di sia lunga. "Je una comunità in quanto inevitabil- suis Charlie mente ogni sorta di limite imposto ne Hebdo", ha ur- annullerebbe l'assolutezza e, allo lato, per stesso tempo, l'assenza di regole e li- giorni, ogni mitazioni comuni porterebbe inesora- social, ogni bilmente la libertà di un individuo a media, in se- prevaricare sulla libertà di un altro, ap- gno di solida- partenente o meno alla stessa comu- rietà, di indi- nità. gnazione, di La libertà democratica è, dunque, una protesta, di ri- libertà teorica, descritta nell'articolo chiamo al de- 21 della Costituzione Italiana come il siderio e alla necessità di quel diritto "diritto di manifestare il proprio pen- che l'uomo, come ogni altra cosa, si ac- siero con la parola, lo scritto e ogni al- corge di possedere solo nel momento tro mezzo di comunicazione". Nono- in cui, bruscamente, gli viene sottratto. stante non sia visto e praticato nella Inoltre Niemöller, in una sua poesia, sua assolutezza, il concetto di libertà sottolinea (nei versi "Quando sono ve- ha subito negli anni molti cambia- nuti a prendere gli ebrei sono rimasto menti, conquistando i primi posti nella in silenzio, perché non ero ebreo [...] lista dei diritti dell'uomo e abbando- quando sono venuti a prendere me, nando il senso di "privilegio di alcuni" 18 www.liceovolterra.it
non c'era più nessuno mai potrà essere, in alcun che potesse parlare modo, paragonata alla sa- per difendermi") tira francese. La satira quanto l'uomo sia in francese è libertà di opi- grado di "restarsene in nione, di pensiero, di silenzio" quando non espressione a tutti gli ef- viene colpito diretta- fetti. Libertà in cui i gior- mente, quando qual- nalisti hanno creduto cosa non lo riguarda in fino in fondo. Libertà che prima persona, hanno pagato con la pro- quando non intacca la pria vita. Libertà a cui non sua libertà, nono- hanno rinunciato nean- stante, molto spesso, che di fronte alla più pe- si mostri solidale, at- sante delle minacce. Que- tivo, partecipe e guer- sto è lottare. Questo è riero per la conquista e credere in un ideale. Non il mantenimento pro- avere paura e non na- prio di questo diritto scondersi dietro ad essa comune, il diritto più durante la difesa di un di- grande che possiede: ritto in cui si crede, un di- la sua libertà, ap- ritto che si desidera sal- punto. Quanto in vaguardare, quel diritto realtà si mobilita poi che rischia di volatiliz- per questo? Tante le zarsi, se l'uomo lo prote- persone che nelle sta solo nel momento in piazze, di fronte cui ne viene privato. all'attentato di Charlie C'è, ancora, qualcuno che Hebdo, hanno manife- difende la determina- stato; ma quante tra zione e il coraggio dei coloro che hanno mo- giornalisti francesi, e c'è strato risentimento chi, al contrario, quasi so- sui social con fotogra- stiene e giustifica l'azione fie, frasi, parole di dei terroristi. "Quei gior- rabbia, di ostilità, nalisti se la sono cercata, avrebbero avuto davvero il coraggio di dopotutto". "Quei giornalisti" dove- sentirsi "Charlie", salvaguardando e vano "avere un po' di buon senso"; e manifestando per il proprio diritto, qui la "morale", le "offese personali", non solo per simboli, per gesti emble- "la calunnia", non hanno alcuna rile- matici, per utopie, ma per azioni, nel vanza. “Charlie Hebdo” non ha fatto al- pratico? Nessuna, probabilmente. tro che stampare ed esibire al meglio il La libertà di espressione è uno dei va- suo più importante diritto. lori più difficili da realizzare, che Tutti, all'unanimità, proclamiamo e de- l'uomo è riuscito, seppure non nella sideriamo la libertà. Dunque il giorna- sua totalità, a trasformare in un di- lista francese è libero di scrivere, l'isla- ritto. Scendendo nel dettaglio, concen- mico di non leggere. triamo l'attenzione sulla libertà di stampa, la cui massima manifesta- zione si esplicita nella satira. E por- Giulia maggio tiamo un esempio. La satira italiana www.liceovolterra.it 19
DI PADRE IN FIGLIO… 11 Settembre 2001: l’emblema pos- pianeta terra. Era indifeso e, nascosto sente, imponente, di New York, obiet- dietro un burqa, osservava tutta quella tivo di due aerei. violenza. Vittima di spari, oppressione 7 Luglio 2005: Londra colpita silenzio- e paura. samente nelle cavità interne e sotterra- Quale reazione ci si sarebbe potuta nee. aspettare da un mondo che, prendendo 7 Gennaio 2015: dodici giornalisti coscienza della propria forza, venendo francesi uccisi senza pietà. a conoscenza della realtà che lo circon- Morti, morti, ed ancora morti. dava, avrebbe imparato inevitabil- Si parla di attentati terroristici dovuti mente ad agire soltanto attraverso atti alla necessità da parte del Terzo Stato, violenti, maturando odio e rancore quello orientale, di liberarsi dal domi- verso i propri “educatori” occidentali? nio occidentale, dal dominio europeo. Quale reazione se non una ribellione, Attentati terroristici causati dalla sof- se non una replica amplificata di ciò ferenza di far parte delle colonie occu- che aveva dovuto subire in passato? pate, di essere vittime dell’occidenta- Quale reazione, se non una vendetta? lizzazione. Occidente che, emblema Sono stati, infatti, proprio quelli che della laicità, non è riuscito a far cre- hanno riconosciuto nella laicità dei scere e maturare i propri valori, che propri educatori una mancanza di va- non ha saputo seguire la strada traccia- lori e che hanno guidato i movimenti tagli dalla fede nella religione. religiosi a cospargere di sangue città Questo è ciò che gli Stati orientali come New York, Londra e Parigi. hanno vissuto nel corso del tempo: Sono stati proprio questi convinti fau- l’oppressione della laicità. tori delle qualità morali a causare mi- Sono nati quindi movimenti religiosi, gliaia di vittime. A distruggere vite, fa- soprattutto in quegli Stati che, pur non miglie. A diffondere grida, dispera- facendo parte del mondo occidentale, zione e terrore nell’ultimo ventennio. sono stati portatori della convinzione Un bambino, attraversando il processo che la religione dovesse appartenere di maturità, rafforza i propri compor- ad una sfera separata da quella della tamenti, i propri pensieri e le proprie politica. convinzioni, rendendo, quindi, quasi Mondo orientale che, durante l’indu- impossibile modificare la sua natura; strializzazione europea, viveva ancora varrà lo stesso anche per il Terzo come fosse un bambino: muovendo i Stato? primi passi, era incapace di vivere sul Federica Scarpellini 20 www.liceovolterra.it
Quanto sono veramente libere le no- colpa, dell'attrattore di Lorenz (e della stre scelte? farfalla brasiliana!) non possiamo ef- Le azioni che compiamo derivano real- fettuare previsioni meteorologiche ac- mente da nostre libere decisioni o curate a causa di quella che venne de- sono piuttosto frutto di piccoli e finita da Laplace come una delle più grandi condizionamenti indipendenti fini ed ingegnose fra le teorie matema- dalla nostra volontà? tiche che la debolezza della mente "Dio è un grande orologiaio cosmico", umana possa concepire, la scienza del avremmo sentito riecheggiare per le caso e della probabilità. vie di Londra nel 1687. Se pure ammettiamo che l'universo sia Newton aveva appena segnato l'inizio ontologicamente (cioè intrinseca- di una nuova fisica, pronta a studiare mente) determinato, l'universo, effetto del suo passato e possiamo allo stesso causa del suo futuro, gigantesco mec- tempo affermare che canismo predeterminato senza traccia sia epistemologica- di libertà. mente indeterminato e Poi, come spesso accade in fisica, le descriverlo in termini certezze di una scienza ritenuta esatta probabilistici. Quindi, sono scomparse per far posto ad una tutto è deciso, ma non neonata scienza, tessuto di spazio e possiamo conoscere il tempo, di quanti e... libero arbitrio. modo. Nemmeno la teoria del Caos, al contra- "E gli elementi deviando non provocano rio di ciò che spesso si sostiene, sem- l’inizio di un moto capace di spezzare le bra poter essere in grado di sottrarci a leggi del fato, quello che molti percepiscono come e deviamo dal nostro percorso non in "l’incubo" del determinismo, anzi de- luogo creta definitivamente la "morte" del li- né in tempo determinato, ma quando lo bero arbitrio. Ma non disdegnamo quel decide la mente?" determinismo che da secoli ci accom- - Lucrezio, De rerum natura II pagna, alla fine non è poi così male. Chi vuole avere sulle proprie spalle Ma la nuova fisica aveva in serbo altre l'intero peso del proprio destino? Non sorprese e l'avvento della Teoria del è forse "libertà" anche l'illusione di Caos diede l'impressione di poter diri- sentirsi liberi senza esserlo realmente? mere definitivamente la controversia L'illusione della libertà di scelta po- sul determinismo con l’introduzione trebbe dunque essere considerata au- del concetto di "caos deterministico", tentica nella misura in cui ci responsa- determinismo sì ma senza la capacità bilizza e ci fa sentire esseri umani, allo di previsione. stesso modo di come non abbiamo dif- Basta una farfalla brasiliana con il suo ficoltà a considerare autentiche e fon- incessante battito d'ali a provocare dative del nostro essere umani altre una tromba d’aria in Texas. Strano ma grandi illusioni, quale ad esempio non impossibile se si tiene conto di quella derivante dalla sensazione di una catena deterministica ma impreve- possedere un Sé individuale distinto dibile di eventi. E così grazie, o per dagli altri Sé e dal resto dell’universo. www.liceovolterra.it 21
"Ignora di essere fuori, nessuno glie n'ha parlato. Gli altri, nel sacco, si credono più liberi di lui." (E. Montale, La storia) Non tutti sono d'accordo con questo punto di vista tanto impopolare. Regola numero uno: non dire alla gente che non ha la libertà di scegliere. C'è chi, forte del dualismo cartesiano 'res cogitans' e 'res extensa', tenta di negare l'eterodeterminismo delle no- stre scelte facendo ricorso ai concetti di anima e di equipollenze selettive. Per spiegare meglio queste ultime ricor- rerò ad un esempio. In pizzeria, il pizzaiolo prova a cuo- cere due pizze margherita cercando di farle identiche. Cotte, mi si presentano. Nonostante all’apparenza, e proprio per la mae- stria del pizzaiolo, le due pizze sem- brino in effetti identiche (salvo irrile- vanti particolari), ne scelgo una delle due e la mangio. Ebbene, il problema circa mezzo secondo prima che diven- delle equipollenze selettive può rias- tiamo coscienti e consapevoli della sua sumersi nella seguente domanda: “In intenzione, eliminando così l’inter- un evento che, di fronte a una biforca- vento del libero arbitrio. La seconda ri- zione selettiva, mi portasse a indirizzi sposta vede la scelta tra le due pizze equipollenti (cioè apparentemente come casuale. Ma il concetto di "caso" equivalenti), da che sarebbe determi- è quasi altrettanto sfuggente quanto nata la mia scelta? È proprio quello che quello di libero arbitrio, e tutto sembra si era chiesto l'asino di Buridano: "Ca- risiedere in quel "salvo irrilevanti par- spita quei mucchi di fieno sembrano ticolari". Dunque, sempre per l'effetto ugualmente invitanti!" "farfalla" variazioni percettive anche Le risposte più comuni sono di solito infinitesime, possono essere amplifi- due. La prima è, appunto, quella di in- cate dalle nostre reti neurali e con- vocare l’intervento del nostro pre- durci deterministicamente ad operare sunto libero arbitrio, donatoci da Dio una scelta piuttosto che un’altra, an- al momento della nascita assieme che se a noi questa scelta sembrerà es- all’anima. sere avvenuta per caso o per libero ar- Ma, se già da un punto di vista reli- bitrio. Si tratta di quello che gli scien- gioso è molto complicato conciliare ziati definiscono come teoria della l’esistenza del libero arbitrio umano "criticità auto-organizzata", valida per con l’onniscienza divina, anche da una migliaia di sistemi complessi "al mar- prospettiva laica i numerosi esperi- gine del caos", nei quali correlazioni menti compiuti dal neuroscienziato invisibili a lungo raggio producono americano Benjamin Libet hanno di- piccole fluttuazioni nei parametri di mostrato che il nostro cervello lascia controllo che, a loro volta, possono spazio ad un'azione involontaria di dare luogo a brusche transizioni di 22 www.liceovolterra.it
fase da un regime di comportamento smo di chi continua a sostenere l'esi- ad un altro (guerre, estinzioni, crolli in stenza di una "Teoria del Tutto". A borsa, idee improvvise, etc…). Il deter- volte, per semplicità, lo facciamo e minismo di basso livello della fisica parliamo di "musica", "arte", "scienza", del caos e della teoria quantistica dei "Io", "libertà", "libero arbitrio". Siamo campi è dunque perfettamente compa- vittime della nostra macroscopicità, e tibile con l’apparente indeterminismo non possiamo sfuggire alla trappola dei sistemi complessi di livello più alto dell’uso di queste parole quotidiane e con le teorie necessarie a descriverli, per descrivere gli eventi di cui siamo quali la teoria della complessità, testimoni, e che percepiamo come dell’auto-organizzazione o dell’emer- “reali”. Così facendo, stiamo effet- genza. L'intero universo potrebbe es- tuando solo delle enormi approssima- sere il risultato macroscopico delle mi- zioni, ma probabilmente è questo croscopiche fluttuazioni quantistiche l’inevitabile prezzo da pagare per com- del campo di energia del punto zero. prendere il mondo che ci circonda e, in Immaginiamo ora di porre una matita ultima analisi, sopravvivere in esso. in bilico sulla punta, dal suo punto di "Noi mortali siamo condannati a non vista tutte le direzioni sono equipol- poter parlare a quel livello dove non c’è lenti, ma all'improvviso cade. Senza perdita di informazioni. Necessaria- possedere libero arbitrio sembra aver mente semplifichiamo, e lo facciamo, in scelto dove cadere. Il fatto è che le di- realtà, in misura enorme. Ma questo rezioni di caduta sono solo apparente- sacrificio è anche la nostra gloria. mente equipollenti. La semplificazione drastica è ciò che ci "Volenti o nolenti, ma non liberovolenti permette di ridurre le situazioni al loro o liberonolenti, ci muoviamo dentro nocciolo, di scoprire essenze astratte, di questo folle labirinto di siepi variopinte individuare ciò che conta, di compren- chiamato "vita". Una combinazione di dere i fenomeni a livelli sbalorditiva- pressioni, alcune interne alcune mente elevati, di avere buone possibi- esterne, determina collettivamente il lità di sopravvivere in questo mondo, e nostro percorso. Non c’è nulla di troppo di produrre letteratura, arte, musica e strano in tutto ciò. Quello che per me scienza". non ha senso è sostenere, al di là di que- (D. Hofstadter, Anelli nell’Io) sto, che le nostre esigenze siano in qual- che modo "libere", o che lo siano le no- stre decisioni. Esigenze e decisioni sono il risultato di eventi fisici dentro le no- stre teste! Come fanno a essere libere?". (D. Hofstadter, Anelli nell’Io) Dov'è il Sé in tutto questo? Si può loca- lizzare un oggetto ben delimitato, ma si può dire lo stesso del libero arbitrio? La difficoltà risiede nel fatto che non siamo degli oggetti ben definiti e deli- mitati ma dei pattern di informazione complessi e distribuiti che emergono dall’intreccio di una molteplicità di li- velli di descrizione e di supporti fisici diversi. E’ impossibile isolare uno di questi livelli, si cadrebbe nel riduzioni- www.liceovolterra.it 23
Ammettiamo che noi esseri umani Solo abbandonando definitivamente siamo i soli detentori del libero arbi- questo Sé illusorio che tentiamo in- trio, a quale gradino esatto della no- vano di trattenere con tutte le nostre stra crescita individuale, dalla fecon- forze, allora forse ci convinceremo fi- dazione all’età adulta, ne entriamo in nalmente di non avere più bisogno di possesso? La stessa questione è af- alcun libero arbitrio e magari ci accon- frontata nel paradosso del sorite, que- tenteremo definitivamente dell’op- sta volta non si tratta di libero arbitrio, zione che ci offre l’indeterminismo ma di sabbia. Quanti granelli sottratti epistemologico, ovvero quella di con- da un mucchio di sabbia rendono il siderarci "liberi" se anche, solamente, mucchio non più tale? ci "sentiamo liberi". Certo, le nostre "Noi, miraggi che si auto percepiscono, azioni resterebbero comunque ontolo- si auto inventano, si auto consolidano, gicamente determinate, ma questo ci siamo piccoli miracoli di autorefe- libererebbe da quell'enorme fardello renza. Sospesi a metà tra l’inconcepi- di rimpianti che appesantisce conti- bile immensità cosmica dello spazio- nuamente la nostra esistenza. E non ci tempo relativistico e il guizzare elusivo regalerebbe magari quella rinnovata fi- e indistinto di cariche quantiche, noi ducia in noi stessi che è indispensabile esseri umani, più simili ad arcobaleni per affrontare un futuro che per noi e miraggi che ad architravi o macigni, resta comunque, sia pur solo episte- siamo imprevedibili poemi che scri- mologicamente, indeterminato? vono sé stessi- vaghi, metaforici, ambi- gui, e a volte straordinariamente belli..." Ginevralautizi Ginevra lautizi 24 www.liceovolterra.it
Selma La strada per la libertà Il film Selma la UOMO, poiché il suo mito viene atte- : 2014 strada per la li- nuato con l'umanità, la paura, la spe- :128 min bertà racconta ranza, la fragilità e la forza interiore : Dramatico-Sto- le tre marce di della sua persona. rico protesta paci- Non è soltanto una narrazione e una fica condotte celebrazione di eventi storici, ma un : Ava DuVernay nel 1965 verso messaggio di fede, si guardi la celebre Selma, capitale massima di Martin Luther King: “An- dell’Alabama (Montgomery), da Martin che se avrò aiutato una sola persona a Luther King e dagli altri esponenti del sperare, non sarò vissuto invano.” movimento non violento, con lo scopo Il film è incentrato sulla lotta per la ri- di rivendicare il diritto di voto per i cit- vendicazione dell'uguaglianza di tutti tadini di colore mediante la registra- gli uomini, problema ancora oggi vivo. zione nelle liste elettorali da cui erano Spesso il pensiero è influenzato da cir- esclusi negli Stati Uniti del Sud. Le costanze sociali e razziali che determi- marce vennero organizzate per sensi- nano la fine di un’intera etnia, distrug- bilizzare l'opinione pubblica e solleci- gendo non solo la sua integrità, ma an- tare il Presidente Johnson ad accor- che il suo futuro: è chiaro come le po- dare tale richiesta. polazioni di colore vengano abusate, Domenica 7 marzo 1965 i manifestanti derise e sfruttate fino all’osso, es- arrivarono alla fine dell’Edmund Pet- sendo considerate strumenti “usa e tus Bridge e trovarono agenti di polizia getta”, solo perché hanno un colore di già schierati in assetto da combatti- pelle, una religione, un’appartenenza mento: nessuno venne risparmiato, sociale e culturale diverse da quella una persona perse la vita e ci furono standard presa come esempio di per- più di cinquanta feriti. fezione. Tale evento, che fu soprannominato Ciò che caratterizza il nostro tempo al- Bloody Sunday, venne reso noto ai cit- tro non è che il frutto di tutte le batta- tadini americani attraverso le trasmis- glie combattute nel secolo precedente sioni delle tv locali. La rabbia e l'indi- e sicuramente Martin Luther King è gnazione che ne seguirono portarono, stata una delle figure che ha avuto un nella marcia successiva, persone di maggiore impatto sul nostro modo di ogni razza, colore e religione a com- pensare e vedere l'altro. battere per un diritto di uguaglianza in Le foto sono per chi non ha memoria e quanto esseri umani, nonostante le vengono utilizzati film o qualsiasi al- differenze culturali e fisionomiche. tra espressione d’arte per ricordare ciò King stesso decise di non retrocedere che è stato e per portare avanti un so- davanti alle forze dell’ordine fino a gno collettivo che ancora oggi ci quando il Presidente non avesse soste- spinge a vivere e a sognare a nostra nuto il Voting Right Act federale. volta: la libertà. Il film mette a fuoco l’immagine dell’uomo Martin Luther King ed è im- portante sottolineare il sostantivo Federica troiani www.liceovolterra.it 25
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