Dante Purgatorio, I, 71-72 - Liceo Scientifico

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Dante Purgatorio, I, 71-72 - Liceo Scientifico
Dante
Purgatorio, I, 71-72
Dante Purgatorio, I, 71-72 - Liceo Scientifico
editoriale

                                          Charlie-berté
                                    Parigi, Mercoledì 7 Gennaio 2015, ore 11:30, redazione
                                    del giornale satirico Charlie Hebdo: due terroristi fanno
                                    una strage in nome di Allah. E il mondo occidentale si
                                    risveglia.
                                    Questo scenario di morte ha aperto il 2015, prima
Cronaca
                                    brezza di un vento di guerra che spira dalla Siria, e che
Chiudete le porte di Giano
                                    travolge l’Occidente. Non uno scontro di civiltà, solo la
(pag. 3)
                                    barbarie di fondamentalisti senza scrupoli, che in chiave
Volterrafocus                       violenta e persecutoria male interpretano gli insegna-
Il Viaggio (pagg. 4, 5)             menti del loro Profeta.
                                    Un grido comune si è levato da popoli e nazioni diverse,
Scienza                             uniti simbolicamente nel lutto. Parole di fuoco, che ri-
E fu luce (pagg. 6, 7)              portano nel presente antiche lotte, passati timori che si
Personaggi                          pensava fossero stati ormai debellati. Il terrore che ci
Alan Turing (pagg. 8, 9)            coglie tutti alla sprovvista, nelle nostre vite, nelle nostre
                                    case, nei nostri luoghi di lavoro, al parco, alla stazione:
Recensione                          ci assale e ci prende alle spalle. E d’un tratto realizziamo
The Imitation game (pagg.           che qualcuno, a poco a poco, ci sta togliendo un pez-
10, 11)                             zetto di ciò che ci rende uomini: la Libertà.
La teoria del tutto (pag. 12)       Così anche noi, nel nostro piccolo, ci sentiamo un po’
Dossier                             Charlie, e siamo agitati, pronti a combattere, ad urlare,
Una     Questione      Relativa     vorremmo dimenarci, scalciare pur di affermare il prin-
(pagg. 14, 15, 16)                  cipio sacro e inviolabile dell’essere liberi.
Paura (pag. 17)                     Carissimi Volterriani, probabilmente avrete già intuito
"Paura" e "Libertà". E tu, cosa     che il filo conduttore di questo numero è la Libertà. Ab-
scegli? (pagg. 18, 19)              biamo voluto indagare a fondo sull’argomento, cer-
Di padre in figlio (pag. 20)        cando di coglierne gli aspetti più variegati, consci tutta-
Nati per crederci liberi            via delle nostre limitate capacità.
(pagg. 21, 22, 23)                  Spero che non vi troviate d’accordo con tutte le posi-
Selma, la strada per la li-         zioni assunte dai nostri redattori, spero che li andrete a
bertà (pag. 25)                     cercare a scuola, desiderosi di confrontarvi de visu. Per-
Schiavi de iure o de facto?         ché è proprio nella facoltà di negare il nostro assenso,
(pagg. 26, 27, 28)                  che esprimiamo noi stessi.
                                    Non accettate passivamente la vostra vita, ma siatene
Arte&spettacolo
                                    protagonisti, facendo di voi stessi l’emblema della
Les Étoiles (pag. 29)
                                    Libertà!
L’angolo dei nonni                  A presto.
Il mio universo (pag. 30)
Redazione (pag. 31)

                                                            Samuel patrone

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cronaca

    Chiudete le porte di Giano,
        È di nuovo guerra!
   Barbarie e violenza a Roma in occasione
   di una partita di Europa League.
   24 agosto 410. Alarico e i Visigoti dopo
   un assedio entrano a Roma devastando
   e distruggendo, come da tradizione bar-
   bara, tutto ciò che attira la loro assata-
   nata attenzione. Assatanata nel vedere
   un potere così grande, una città così
   ricca, un Impero così vasto in mano ad
   un'autorità che aveva trasformato quei
   sette colli immersi nella palude in una
   metropoli, la violenza barbara ripro-
   pone il motto di Alarico, tramandato da
   Socrate Scolastico: “Procedi a Roma, e
   devasta quella città”.
   19 ottobre 2015. La storia si ripete e i
   vari Tucidide e Machiavelli sarebbero sicuramente contenti per aver trovato con-
   ferme alle loro teorie. Seicento barbari provocano disordini in tutta Roma, mettendo
   a dura prova le forze dell'ordine che purtroppo non hanno né i poteri né la fama
   del grande esercito romano. Oltre una ventina i mezzi di trasporto distrutti, cariche
   a Villa Borghese e Piazza di Spagna e, fatto ancor più grave, violenza e distruzione
   della fontana della Barcaccia. I danni, a detta degli esperti, sono irreparabili come
   irreparabile è il dolore di tutti gli Italiani nel vedere le immagini di questa violenza,
   così raccapriccianti da far rivoltare Bernini nella tomba, ignaro, nel momento dell'i-
   deazione della fontana, che essa potesse diventare un giorno vittima di un nuovo
   Alarico, di nuovi Visigoti. Questa volta però il casus belli è stato molto meno “no-
   bile” di quello di millenni addietro: tutto questo infatti è avvenuto durante la tra-
   sferta di seicento ultras della squadra di calcio del Feyenoord, ospite della Roma in
                                            una partita di Europa League. Negli ultimi
                                            tempi sta diventando sempre più ampia la ru-
                                            brica dei telegiornali che riguarda gli scontri
                                            che si verificano durante eventi sportivi e le
                                            colpe sono equamente suddivise tra le varie
                                            parti, caratterizzate da mancanza di senso
                                            sportivo tanto quanto da disorganizzazione
                                            delle istituzioni responsabili. Il premier Renzi,
                                            tuttavia, assicura che i colpevoli pagheranno
                                            caro questo nuovo "sacco di Roma", nella spe-
                                            ranza che sia finalmente l'ultimo, anche a co-
                                            sto di dover smentire Tucidide e Machiavelli.

                                                        Patryk Ponza
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Volterrafocus

                 Il Viaggio
    Devo ammettere che quando mi sono            tempi, e fa sentire
    ritrovata tra le mani Il Viaggio di Anna     al lettore esatta-
    Risi non ho dato a questo libro il cre-      mente le atmo-
    dito di cui si è dimostrato invece es-       sfere di ognuno
    sere degno. La mia riluttanza, forse in-     dei cambiamenti
    sita nella distanza tra me e il genere       che sono avvenuti
    che il libro proponeva, è stata abil-        in tempi ristret-
    mente cancellata sin dalla “Nota             tissimi: il No-
    dell’autrice”. Già dalle prime pagine si     vanta ancora ca-
    può cogliere la dolce naturalezza con        salingo, che lascia
    cui Anna Risi riesce a imbrigliare le pa-    il posto ad un Duemila con i suoi cel-
    role e a renderle vive e pulsanti nell’in-   lulari, computer e Internet, fino ad ar-
    chiostro della pagina.                       rivare alla contemporanea crisi che si
    I punti a favore di questo libro sono        respira su tutti i fronti. Tutto ciò ha un
    molti, ma quello che mi ha colpito par-      ruolo se non centrale, quantomeno im-
    ticolarmente, ed è stato ciò di cui mi       portante, per seguire in modo pieno
    sono innamorata a prima vista, è la de-      l’evoluzione dei personaggi.
    licata ma concisa maniera di scrivere        Simone, il figlio dell’autrice e protago-
    dell’autrice: sin da subito ho notato la     nista dell’opera, è forse un po’ lo spec-
    sua spigliatezza nel linguaggio e la         chio di quello che hanno vissuto tanti
    brillante scelta della parole, che non       altri giovani. La storia descrive in
    appaiono artificiose, pensate, ma            modo molto piacevole ogni passaggio
    estremamente naturali, scorrevoli e di       della sua vita, dai primi anni, all’ap-
    facile comprensione, senza però aver         proccio con la scuola non sempre li-
    rinunciato alla loro potenza di signifi-     scio come olio, alle amicizie e prime
    cato.                                        storie d’amore, fino ad arrivare ai rap-
    Durante tutta la durata del viaggio, ap-     porti seri e al mondo del lavoro, che
    punto, attraverso la vita di una per-        porta il nostro protagonista ad una
    sona a me totalmente sconosciuta, mi         scelta fondamentale, attraverso la
    è quasi sembrato di intravederne altre       quale molte altre giovani vite sono già
    mille che mi sono a fianco e al tempo        passate e stanno passando.
    stesso di conoscere lentamente, come         Posso solo dire, riguardo soprattutto
    attraverso un’amicizia, anche quella di      l’ultima fase del libro, di essermi emo-
    cui stavo leggendo.                          zionata e aver trattenuto a stento qual-
    Il libro, seppur possa di primo impatto      che lacrima per la dolce bellezza con
    sembrare una banale biografia dedi-          cui Anna ha descritto il decisivo volo
    cata ad una persona cara, in realtà na-      del figlio, la sua angoscia e il mondo al
    sconde profonde analisi sulla vita di        di là dell’oceano, sensazioni e situa-
    ognuno di noi, sui sentimenti e anche        zioni che purtroppo, o forse per for-
    sui tempi che corrono. Con la storia         tuna, conosco profondamente.
    del figlio l’autrice ha saputo raccon-       Seri difetti nel libro è difficile trovarne
    tare tanti altri piccoli, grandi mondi       e bisogna fare i complimenti anche
    dei figli di questo Paese, di queste         all’ottima impaginazione e presenta-
    terre. Il racconto segue lo svolgersi dei    zione del volume che, nonostante

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   credo sia auto-pubblicato, rivela una          che hanno significato nella vita del fi-
   certa eleganza e una cura dell’opera           glio, ma analizza spesso le ragioni che
   che a volte è difficile trovare persino        le hanno portate a tali comportamenti,
   nella stampa a carico di case editrici.        delineando infine un quadro completo
   L’unica pecca, che più di una volta ho         della persona; è difatti il primo libro
   ritrovato leggendo, è la difficoltà che        che leggo in cui non mi sono ritrovata
   si riscontra in alcuni momenti a capire        a disprezzare interamente qualche
   con precisione di quale personaggio,           personaggio.
   dei tanti tirati in ballo, si stia parlando;   Più che il racconto di una vita pos-
   sia ben chiaro, è un problema facil-           siamo definirlo davvero un viaggio ca-
   mente aggirabile se si rilegge con una         rico di impressioni e di insegnamenti,
   più profonda attenzione il passo in            di cui il lettore può fare tesoro o in cui
   questione, ma devo ammettere che               può malinconicamente ma piacevol-
   stona con la consueta coerenza di lin-         mente scivolare.
   guaggio del libro.                             È da notare anche l’indiscriminata de-
   Non dobbiamo scordare però, che, ol-           scrizione che Anna fa della vita di Si-
   tre a quello intimistico, nel Viaggio, è       mone senza risparmiarci dolori e sof-
   presente anche il lato psicologico. Ho         ferenze profonde, attraverso le quali ci
   molto apprezzato questa faccia della           mostra la dura realtà che ci circonda e
   medaglia, perché rivela profonde ri-           la forza d’animo necessaria a rialzarsi,
   flessioni ed entra in consonanza con il        ma rendendoci, a tempo debito, com-
   nostro pensiero attraverso l’espres-           plici delle grandi gioie. L’umore del li-
   sione, molto spesso poetica ed estre-          bro è facilmente mutevole, presen-
   mamente critica, delle considerazioni          tando punti in cui tocca elevatissimi
   che l’autrice fa riguardo gli episodi che      picchi di felicità e altri in cui raggiunge
   si susseguono. Forse da questo punto           gli abissi della tristezza, non snatu-
   di vista ho trovato la vera protagonista       rando quindi l’imprevedibilità della
   delle pagine che ho appena letto: l’au-        vita e rendendo la lettura intensa e
   trice stessa. È infatti costante e pre-        coinvolgente.
   gnante la sua presenza, in ogni riga           In conclusione Il Viaggio di Anna Risi
   che si scorre con lo sguardo, in ogni          risulta essere una lettura piacevole,
   avvenimento brutto o bello che sia.            leggera, ma allo stesso tempo intima-
   Ho apprezzato la sua schiettezza nel           mente toccante e maestra di uno stile
   descrivere l’animo umano e le persone          di vita volto a fronteggiare ogni insidia
   che si sono avvicendate nella vita della       senza mai farsi sopraffare. Vorrei rin-
   sua famiglia. Infatti Anna non giudica         graziare la scrittrice per avermi inse-
   i suoi personaggi basandosi solo su ciò        gnato tanto.

                                                                    Giulia Roitero

                             www.liceovolterra.it
                                                                                                5
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scienza

                     E luce fu…
    Anno 1015: lo studioso persiano Ibn al-Haytham compie i primi studi sull’ottica,
    dando di fatto inizio a questa disciplina scientifica. Anno 1915: Albert Einstein pub-
    blica la teoria della relatività generale, che ha preso spunto proprio da una sua
    riflessione sulla velocità della luce. Anno 1965: il cinese Charles K. Kao compie le
    prime ricerche sulla trasmissione della luce attraverso fibre ottiche. Si tratta di
    studi scientifici che hanno cambiato la storia dell'umanità.
    Non poteva, quindi, che essere il 2015 l’Anno Internazionale della Luce e delle Tec-
                                nologie Basate sulla Luce (International Year of Light -
                                IYL), come ha decretato l'Assemblea Generale dell’ONU.
                                La cerimonia di apertura mondiale dell'IYL si è svolta il
                                19 gennaio al palazzo dell’Unesco di Parigi, mentre il suc-
                                cessivo 26 gennaio a Torino si è svolta l’inaugurazione
                                ufficiale per l'Italia.
                                Questi i principali obiettivi che le Nazioni Unite si pro-
                                pongono di raggiungere con l’iniziativa dell’International
                                Year of Light 2015:
                                • promuovere le tecnologie della luce per un migliora-
                                mento della qualità della vita sia nei paesi sviluppati, che
                                in quelli in via di sviluppo;
                                • ridurre l’inquinamento luminoso e lo spreco di energia;
                                • promuovere la partecipazione delle donne nella scienza
                                con ruoli di responsabilità;
                                • promuovere l’istruzione tra i giovani;
                                • promuovere lo sviluppo sostenibile.
                                L’Anno Internazionale della Luce vede coinvolte ben 35
                                nazioni e sta mobilitando istituzioni scientifiche ed edu-
                                cative, tra cui l'UNESCO (Organizzazione delle Nazioni
                                Unite per l'Educazione, la Scienza e la Cultura), centri di
                                ricerca, piattaforme tecnologiche, organizzazioni no-pro-
                                fit e partner del settore privato.
                                La luce è un patrimonio di tutti: l’utilizzo, lo studio e la
                                produzione di questa vitale risorsa, nei secoli, hanno su-
                                perato i confini geografici, di genere, generazionali e cul-
                                turali tra le persone e hanno avvicinato tanti giovani alla
                                scienza e all’innovazione.

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scienza

   Sono tante le discipline che fanno un uso sempre più cospicuo della luce: astrono-
   mia, medicina, energetica, ingegneria... E molte sono le ricadute tecnologiche di que-
   ste discipline nella nostra vita quotidiana e nel nostro stile di vita.
   Tanto per fare degli esempi, è grazie alla luce delle stelle più lontane che si cerca
   di capire com'era l'universo ai primordi. Ecco perché l’UNESCO sottolinea il tema
   della Luce Cosmica, un oggetto di conoscenza di particolare importanza per la co-
   munità astronomica; attraverso le principali sco-
   perte scientifiche e l’innovazione tecnologica, la
   luce ci aiuta a vedere e a comprendere meglio
   l’Universo.
   Ma è sempre lo stesso fenomeno che consente
   anche il trasferimento di informazioni in modo
   velocissimo e che entra nella nostra vita tramite
   internet e telefonia, i cui dati viaggiano con la
   luce.
   Oggi, le tecnologie basate sulla luce offrono un
   contributo strategico per promuovere lo sviluppo
   sostenibile e per affrontare le sfide globali nei
   settori dell’energia, dell’istruzione, dell’agricol-
   tura, della salute, delle telecomunicazioni.
   Pensiamo per esempio all’illuminazione dei cen-
   tri urbani: una tecnologia più efficiente non rap-
   presenterebbe solamente un progresso scienti-
   fico, ma una strada verso una maggiore sosteni-
   bilità economica (dato che la luce rappresenta il
   20% del consumo elettrico mondiale) e anche am-
   bientale (perché diminuirebbe la piaga dell’inqui-
   namento luminoso). Altri esempi? Pensiamo al
   possibile contributo del fotovoltaico nel risolvere
   il problema del consumo energetico, o alle que-
   stioni sociali e politiche legate alla connessione globale basata su fibra ottica.
   Da qui l’importanza di divulgare e promuovere, soprattutto presso i giovani, lo svi-
   luppo di tecnologie quali l’ottica o la fotonica. Per esempio la fotonica, con le sue
   applicazioni innovative ed efficienti sul piano dei costi, consente di ridurre i con-
   sumi e l’impatto ambientale della produzione di energia e di diminuire l’inquina-
   mento luminoso.
   Non è quindi un caso che, in vista dell'anno della Luce, lo scorso mese di Ottobre il
   Comitato del Premio Nobel abbia conferito il prestigioso riconoscimento a tre fisici
   giapponesi della University of California per le ricerche sui diodi semiconduttori
   impiegati nei Led a luce blu. E' un tipo d'illuminazione di minore impatto ambien-
   tale che consente anche un maggior risparmio energetico: basti pensare che oggi in
   Italia il consumo annuo per l'illuminazione pubblica è di 107 kWh per abitante e
   che con il passaggio ai Led potrebbe ridursi di un terzo.
   L’Anno Internazionale della Luce 2015 è, però, anche un’occasione per mostrare le
   opportunità economiche legate a eventuali investimenti in questo settore tecnolo-
   gico. Questo tema è particolarmente rilevante se pensiamo che il mercato della tec-
   nologia basata su fotonica ammonta a 300 miliardi di dollari annui su scala mon-
   diale, che secondo le previsioni sono destinati a raddoppiare entro il 2020.

                                                           Angelo Cupilari
                           www.liceovolterra.it
                                                                                            7
Dante Purgatorio, I, 71-72 - Liceo Scientifico
personaggi

    ALAN TURING: TRA SCIENZA E LIBERTÀ
    Il più recente must cinematografico
    per un volterriano degno di questo
    nome è senz’ombra di dubbio The Imi-
    tation game, ovvero un omaggio al fe-
    nomenale pioniere dell’informatica
    Alan Turing.
    Ma chi fu davvero Alan Turing?
    Essenzialmente un matematico, ma
    anche un crittografo, eppure, non
    fosse per lui, oggi non staremmo scri-
    vendo questo articolo comodamente
    seduti davanti ad uno schermo lumi-
    noso.
    Forse saranno rimasti un tantino ama-
    reggiati coloro che speravano di ve-        un’omofobia tanto radicata da dettar
    dere in sala una sorta di trattazione       legge. Legge che venuta a conoscenza
    scientifica riguardante il funziona-        dei suoi orientamenti sessuali lo ha
    mento della sua più grande e famige-        posto di fronte ad una scelta: due anni
    rata invenzione, la cosiddetta “mac-        di carcere oppure castrazione chimica.
    china di Turing”. Ma in quel caso il film   Da uomo di scienza qual era non ci è
    sarebbe stato un fiasco, in quanto          difficile immaginare per cosa abbia op-
    inaccessibile ai più e noioso per molti.    tato: dalla prigione, dopotutto, non
    Le più forti implicazioni di questa pel-    avrebbe mai potuto continuare le sue
    licola vertono infatti su ben altri temi,   ricerche.
    lasciando ampi spazi al contesto sto-       Ciò che non possiamo immaginare è
    rico, all’opinabilmente romantica sto-      invece cosa questa scelta realmente
    ria amorosa, ma anche e soprattutto a       abbia comportato: depressione e umi-
    temi di forte attualità, come quelli        liazione devono essere state i mali mi-
    della libertà e dell’omosessualità.         nori. Probabilmente fu un uomo di-
    Oltre ad essere infatti un precursore di    strutto quello che scelse di togliersi la
    quella che oggigiorno chiamiamo in-         vita nel 1952 e lo fece in maniera tanto
    formatica, questo brillante uomo ha         originale quanto lo era la sua persona-
    avuto il suo posto tra le vittime di        lità, affidando la sua disperazione ad
                                                una mela contenente cianuro di potas-
                                                sio.
                                                Dei tanti segreti che caricano il Turing
                                                del film venne svelato, di fatto, quello
                                                che ne decretò la fine.
                                                E di tutto il lavoro a Bletchley Park, che
                                                lo portò a decifrare il codice Enigma,
                                                mezzo di comunicazione dei Nazisti
                                                durante la seconda guerra mondiale?
                                                E dell’uomo che negli anni Trenta già
                                                sognava intelligenze artificiali senza
                                                che ancora nessuno avesse inventato i
                                                computer?
                                                Di quell’uomo si è saputo ben poco per
                                                decenni e questo la dice lunga non

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Dante Purgatorio, I, 71-72 - Liceo Scientifico
personaggi

   solo sul clima omofobo che si respi-        Gowers e molti altri. Ad ogni modo alla
   rava a quel tempo, ma anche e soprat-       fine del 2013 la regina Elisabetta II ha
   tutto sulla crudeltà del sistema giudi-     concesso ad Alan Turing la grazia po-
   ziario britannico allora in vigore.         stuma. Un perdono arrivato tardi e per
   E che dire dell’impeccabile efficienza      lo più nei confronti di uomo che non
   dei servizi segreti inglesi, che dopo la    aveva fatto nulla di male.
   guerra fecero sparire l’intero lavoro       Alan Turing non fu libero di essere
   del gruppo di Turing, insieme a qua-        davvero se stesso per tutta la sua vita,
   lunque altra traccia delle operazioni di    ma fu comunque un uomo straordina-
   Bletchley Park?                             rio e, in altre parole, un eroe nazionale
   Nessuna medaglia per quei matema-           per gli Inglesi.
   tici, crittografi e linguisti, che a modo   Così, a poco più di un anno dal suo
   loro avevano comunque contribuito a         condono, viene anche da chiedersi:
   vincere la guerra.                          cosa ne è stato, invece, di quelle mi-
   Sono servite due petizioni: la prima        gliaia di uomini che condivisero la me-
   online firmata da migliaia di persone,      desima sorte?
   la seconda sotto forma di lettera indi-     Loro sono semplicemente vittime in-
   rizzata al primo ministro inglese Da-       nocenti, impotenti in quanto menti or-
   vid Cameron e sottoscritta da nomi          dinarie, prove tangibili di un paese che
   eminenti nel campo della scienza quali      sta ancora cercando di rimediare ai
   Stephen Hawking, Paul Nurse, Timothy        propri errori.

                          Sara De Monaco - Martina Pensa
                            www.liceovolterra.it
                                                                                           9
Dante Purgatorio, I, 71-72 - Liceo Scientifico
recensione

      THE IMITATION GAME
     Candidato a otto premi Oscar, il film          paese,       Alan
     biografico The Imitation Game rac-             viene persegui-
                                                                                       ANNO: 2015
                                conta la storia     tato dalle auto-                         :113 min
                                del matema-         rità britanniche                     : biografico
                                tico     inglese    e condannato                  : Morten Tydum
                                Alan     Turing     alla castrazione                       : Benedict
                                che, mediante       chimica a causa           Cumberbatch, Keira
                                l’aiuto di cin-     della sua omo-
                                que collabora-      sessualità, mar-
                                                                              Knightley, Rory Kin-
                                tori, riesce a      chio che lo con-          near, Mtthew Goode
                                cambiare       le   durrà al suicido
                                sorti della Se-     all’età di soli 41 anni. Magistrale è l’in-
                                conda Guerra        terpretazione nelle vesti del protago-
                                Mondiale. E’ il     nista di Benedict Cumberbatch, già
                                1939 quando         noto per il ruolo principale nella serie
                                viene assunto       tv della BBC, “Sherlock”. L’inglese rie-
                                dai servizi se-     sce a spingere lo spettatore ad amare
                                greti britannici    così tanto questo genio incompreso
                                per decriptare      che gli è impossibile trattenere una la-
                                Enigma,     l’in-   crimuccia. Questo capolavoro non è
                                fernale mac-        una semplice proiezione cinematogra-
                                china che i te-     fica, bensì un riscatto, un riconosci-
     deschi utilizzavano per crittografare i        mento, che seppur tardivo, dovrebbe
     messaggi. Solo nel 1942 Alan riesce a          spingerci a modificare i libri di storia
     realizzare un marchingegno, chiamato           che per anni hanno taciuto la verità e
     Christopher e conosciuto anche come            denigrato un vero talento. Soltanto a
     Ultra, in grado di decifrare
     in modo rapido ed effi-
     ciente i codici nazisti. In
     questo modo si sono po-
     tute salvare circa 14 mi-
     lioni di vite e ridurre la du-
     rata della guerra di due
     anni. Inoltre, gli Alleati
     hanno potuto attuare nu-
     merosi piani di salvatag-
     gio, riportando numerose
     vittorie tra cui lo sbarco in
     Normandia. Il lavoro di
     Turing ha gettato le basi
     dell’informatica. Tuttavia,
     nonostante la sua genia-
     lità e il suo impegno per il

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Recensione

   distanza di 61 anni viene elar-
   gita ad Alan Turing dalla re-
   gina Elisabetta II la grazia po-
   stuma. Dopo questo film, tutti
   ricorderanno il nome di uomo
   che non è stato soltanto il pio-
   niere dell’informatica e il pa-
   dre del computer ma un eroe
   che ha combattuto una lotta
   ancor più dura di quella che, in
   anni oscuri e segnati dal san-
   gue, si svolgeva tra le strade,
   nel cielo e in mezzo al mare.
   Turing combatteva una dispe-
   rata battaglia contro il tempo
   che per tutti era considerata
   impossibile. Tutto ciò do-
   vrebbe farci riflettere sugli
   enormi errori commessi dai
   nostri predecessori. E’ davvero
   vergognoso che soltanto otto anni fa,       sono fenomeni che hanno causato fin
   nel 2007, il governo inglese abbia          troppo dolore. Nostro dovere è impa-
   avuto il coraggio di chiedere scusa a       rare dagli sbagli degli altri, evolverci e
   un innocente che aveva dedicato tutta       smettere di trovare piacere nella vio-
   la sua vita alla scienza e quindi al bene   lenza. La frase che meglio può riassu-
   comune. L’unica colpa di Alan Turing        mere e cogliere la vera essenza del
   era di essere diverso. La sua morte         protagonista è quella che più volte
   deve essere di esempio per le genera-       Morten Tydun ha inserito nel copione:
   zioni future e insegnare che la diver-      “Sono le persone che nessuno imma-
   sità non è qualcosa di cui avere paura.     gina che possano fare certe cose,
   L’omofobia, il sessismo e il razzismo       quelle che fanno cose che nessuno può
                                                   immaginare”. Uomini del calibro di
                                                    Alan Turing non sono semplici es-
                                                    seri viventi ma individui che
                                                    hanno un dono nascosto dietro i
                                                    volti più impensabili. Non è forse
                                                    questo ciò che caratterizza il ge-
                                                    nio? Alan Turing si chiede se lui
                                                    stesso sia una macchina o un
                                                    uomo. La drammaticità di una do-
                                                    manda del genere sta nel non co-
                                                    noscerne la risposta. Probabil-
                                                    mente è stato questo l’unico
                                                    enigma che non ha saputo risol-
                                                    vere nella sua vita.

                                                        Marika Curzi

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                                                                                            11
Recensione

     La Teoria Del Tutto                                                                      : 2015
                                                                                           :123 min
                                                                                        : biografico
                                                 La Forza non viene               : Morten Tydum
                                                 dal vincere. Le tue
                                                 lotte sviluppano la
                                                                                    : James Marsh
                                                 tua forza. Quando
                                                 passi attraverso delle avversità e decidi di
                                                 non arrenderti quella è la forza.
                                                 (Arnold Schwarzenegger)
                                                 La prova evidente di ciò che afferma A.
                                                 Schwarzenegger è Stephen Hawking, ce-
                                                 lebre fisico, astrofisico e cosmologo nato
                                                 nella prima metà degli anni ’40, costretto
                                                 a combattere la malattia del motoneu-
                                                 rone e dell’atrofia muscolare progressiva.
                                                 La sua vita è raccontata in maniera su-
                                                 perba nel film La Teoria del Tutto, dal re-
     gista James Marsh.
     L’interpretazione magistrale di Eddy Redmayne ha
     reso poi la vicenda estremamente realistica, permet-
     tendo così allo spettatore di commuoversi e di rima-
     nere quasi “impressionato” dalla forza d’animo. La
     storia ruota intorno alle ricerche scientifiche che tut-
     tora Stephen Hawking porta avanti, nonostante l’im-
     pedimento dovuto alla malattia, e grazie alle quali è
     tutt’oggi universalmente riconosciuto come una delle
     menti più geniali. Nel film però questo aspetto non è
     del tutto approfondito poiché la pellicola ruota so-
     prattutto intorno alla sua vita privata e sentimentale
     e al suo modo di affrontare il male, grazie all’aiuto
     della moglie Jane, che gli donerà la gioia di avere tre
     figli (Frank, Philippa e Robert).
     La vicenda, quindi, rimane molto realistica e questo è
     dimostrato proprio dal fatto che egli dovrà andare in-
     contro ad un divorzio, aspetto che non rispecchia af-
     fatto il tipico lieto fine di un film moderno.
     Quest’opera cinematografica vuole essere, dunque,
     un incentivo a rialzarsi, nonostante le difficoltà che
     incontriamo sembrino sovrastarci ed è inoltre un in-
     coraggiamento a seguire i propri sogni, anche se
     spesso ci sembrano irraggiungibili.

                   Maria Cristina Mancini - Giada Sbaraglia

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Federico radiciotti

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                                    13
Una questione relativa
     Tutti siamo a conoscenza dei fatti ac-
     caduti alla sede del giornale satirico
     “Charlie Hebdo” e, chi più chi meno,
     abbiamo tutti preso parte alle polemi-
     che che tale fatto ha suscitato. Il dibat-
     tito che scotta maggiormente non è il
     fondamentalismo e l’estremismo reli-
     gioso che tutti condanniamo, bensì la
     libertà di stampa e di espressione.
     Sono ben note le provocanti e causti-
     che vignette satiriche e blasfeme del
     settimanale parigino e proprio esse
     hanno suscitato scalpore. Tuttavia
     queste vignette esistono e circolano
     dagli anni Sessanta, e non solamente
     su “Charlie Hebdo”, bensì anche su va-
     rie testate in tutto il mondo occiden-
     tale. La domanda che risulta ovvia è
     semplice e quantomeno diretta: per-
     ché in pochissimi hanno protestato in
     quarant’anni?
     Le proteste ci sono state, tuttavia sono
     rimaste parzialmente inascoltate e,
     cosa importantissima, non hanno rag-
     giunto il grande pubblico, la massa. La
     propagazione mediatica di queste di-
     sapprovazioni è stata sempre limitata;
     solo con il recente attacco terroristico
     sono iniziate le lamentele per le vi-
     gnette di Charb, Wolinski, Luz, Plantu
     e di tutti gli altri fumettisti-giornalisti
     francesi e non. La causa di questo ex-
     ploit moralistico è semplice: le vi-
     gnette hanno raggiunto anche i cri-
     stiani, i mussulmani (che avevano già
     protestato in passato e solo due anni
     prima appiccato un incendio alla sede
     di Cahrlie) e comunque sia tutti coloro
     che si sono sentiti offesi e attaccati da
     tali rappresentazioni, e che prima ne
     ignoravano l’esistenza.         Tutto ciò
     suona come il famoso detto inglese
     NIMBY (“not in my backyard”, letteral-
     mente: “non nel mio cortile”): a colui
     che è affetto da NIMBY, un “male” o
     una “cosa fastidiosa” non reca danno

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indietro il genere umano di secoli, ai
                                            tempi della barbarie delle crociate o
                                            dell’inquisizione cattolica. Si potrebbe
                                            però obiettare che la libertà d’espres-
                                            sione non può essere assoluta, poiché
                                            a volte può cadere nell’offesa, che è
                                            anch’essa un’imposizione di se stessi
                                            sugli altri. Tuttavia dal momento che
                                            si viene al mondo, si ha il diritto di po-
                                            ter pensare ciò che si vuole, di sce-
                                            gliere ciò in cui credere, di crearsi le
                                            proprie opinioni e soprattutto di dire
                                            ciò che realmente si pensa o si prova,
                                            di metterlo per iscritto, e nessuno può
                                            limitare la volontà di espressione di
                                            qualsivoglia altro essere umano. Vol-
                                            taire, personaggio che ultimamente
                                            sembra divenuto uno sconosciuto ai
o intralcio, fino a quando essa non va      più, scrisse: “detesto quello che dici,
ad intaccare i suoi interessi. Così i re-   ma difenderò fino alla morte il tuo di-
ligiosi si sono sentiti fortemente attac-   ritto di dirlo”, in difesa della libertà
cati solo dopo aver visto le vignette e     d’espressione, proprio quella libertà
preso coscienza della loro presenza.        che è venuta a mancare il 7 gennaio
Ma quelle vignette non esistevano an-       2015 e che si sta cercando, anche se
che prima? Come mai, sempre quelle          per vie traverse, di circoscrivere anche
vignette, fintanto che son rimaste          adesso. Ed è proprio in questa breve,
un’arte “di nicchia”, non hanno infa-       ma concisa, frase che risiede tutto lo
stidito quasi nessuno? “Charlie
Hebdo”, è importante ricordarlo, non è
mai stato un giornale meramente anti-
religioso: i suoi redattori se la sono
sempre presa, per anni, con la politica,
con il mondo finanziario, con i luoghi
comuni ed il bigottismo intellettuale.
Inoltre, tutte le loro vignette non pun-
tano alla banale e triviale offesa, ma
vogliono trasmettere un messaggio pa-
radossalmente morale, criticando in
modo diretto e graffiante tutto ciò che
secondo il loro punto di vista non va,
o potrebbe andare meglio.
 Il “punto di vista” è importantissimo
nel mondo democratico, poiché è pro-
prio da un confronto, se non da uno
scontro di idee, che scaturisce la so-
cietà libera e, appunto, democratica.
Perpetrare un attacco ad un giornale
che, per quanto offensivo e sporco
possa apparire, diffonde le sue idee,
polemiche o meno, significa riportare

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spirito di libertà e di democrazia su cui
     si basa - o dovrebbe - il mondo occi-
     dentale. Siamo esseri liberi di scelta,
     siamo liberi di pubblicare vignette o
     scritti che denunciano i dogmi della
     politica o della religione, ma siamo an-
     che liberi di non leggerli, di ignorarli.
     Dal momento che si dispone della li-
     bertà in senso lato, essa non può es-
     sere che assoluta (per quanto per-
     messo dalle leggi), altrimenti non sa-
     rebbe libertà. Se fosse esistita una
     legge che avesse proibito la pubblica-
     zione di vignette blasfeme, allora le
     proteste sarebbero state fondate, an-
     che se il problema non si sarebbe mi-
     nimamente creato, poiché la legge ne
     avrebbe impedito in partenza la pub-        similia (qualsiasi religione essi trat-
     blicazione; ma applicare delle leggi,       tino) essi possono arrecare “fastidio” a
     delle limitazioni, alla libertà di          personalità atee o agnostiche o di dif-
     stampa, assume il nome di censura.          ferenti religioni; tuttavia nessuna di
     In ultima analisi occorre parlare di re-    esse è mai entrata nella redazione di
     lativismo etico e morale: ciò che può       “30giorni” con due kalaschnikov, invo-
     risultare offensivo e ferire la sensibi-    cando Einstein o Planck, e ha mai uc-
     lità di qualcuno, può dilettare o intrat-   ciso il direttore Giulio Andreotti. Come
     tenere un altro. Nel caso dei giornali      esistono giornali, riviste, settimanali
     religiosi come “Famiglia Cristiana” et      che possono offendere con i loro con-
                                                 tenuti l’ambiente religioso, ve ne sono
                                                 altri che possono disturbare l’am-
                                                 biente ateo e non credente. Questa va-
                                                 rietà opinionistica ed espressiva è as-
                                                 solutamente lecita se non necessaria
                                                 alla corretta attuazione della società
                                                 democratica, consentendo lo scambio
                                                 di opinioni, anch’esso necessario, di
                                                 cui si è discusso sopra. Solo con la cor-
                                                 retta convivenza ed il rispetto per il di-
                                                 ritto altrui di pensare ciò che si desi-
                                                 dera e di esprimerlo con qualunque
                                                 mezzo si desideri (sempre nei termini
                                                 imposti dalla legge), stragi come quella
                                                 di “Charlie Hebdo” non potranno – e
                                                 non dovranno - ripetersi mai più.

                                                     Alessio Armenzoni

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Tu che mi avvolgi lentamente,
   mi fai crescere ogni minuto che passa.
  Paura, tu che mi coinvolgi nei tuoi passi,
              mi affanni i respiri,
che mi chiudi il cuore con un freddo sospiro.
               Tu fiera lunatica,
           tu paura fai parte di me.

                               Elena Passaretti

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“Libertà". Qualcosa di concreto o            che lo ha accompagnato fino ai tempi
     nient'altro che una mera illusione           della rivoluzione francese, nonostante
     dell'uomo? All'interno di un sistema         questo traguardo non sia stato univo-
     che si dichiara democratico, per libertà     camente raggiunto da ogni paese.
     si intende la possibilità che l'uomo ha      La libertà può presentarsi sotto molte-
     di agire -o di non agire- secondo il pro-    plici aspetti: libertà di parola, di pen-
     prio desiderio i propri ideali la propria    siero, di azione, di stampa. Teorica-
     morale. Naturalmente, a questo ven-          mente parlando, la stampa non è più
     gono imposti dei limiti. Già solamente       sottoposta ad alcun tipo di censura "le-
     tra le righe di un qualsiasi dizionario      gale". Teoricamente parlando. Pas-
     italiano, la libertà è così descritta, con   sando ai fatti, però, basta tornare a
     l'aggiunta, tuttavia, dell'esistenza del     poco più di due mesi fa, a Parigi, in
     dovere di esercitarla all'interno delle      Francia, in particolare nella redazione
     regole e delle limitazioni decise dalla      del giornale satirico francese "Charlie
     comunità di cui l'uomo fa parte, di          Hebdo". Basta tornare a quella strage e
     qualunque natura essa sia: politica, re-     a quelle immagini terribili di cui televi-
     ligiosa o sociale. Quanto questi limiti -    sioni e giornali sono stati, per setti-
     seppure imposti al fine di realizzare        mane, bom-
     una comunità equilibrata- permettono         bardati, per
     alla "libertà" di essere considerata         comprendere
     tale? Per ovviare al problema si do-         quanto        la
     vrebbe parlare di "libertà assoluta", im-    strada ancora
     possibile da ottenere nella totalità di      sia lunga. "Je
     una comunità in quanto inevitabil-           suis Charlie
     mente ogni sorta di limite imposto ne        Hebdo", ha ur-
     annullerebbe l'assolutezza e, allo           lato,       per
     stesso tempo, l'assenza di regole e li-      giorni,    ogni
     mitazioni comuni porterebbe inesora-         social,    ogni
     bilmente la libertà di un individuo a        media, in se-
     prevaricare sulla libertà di un altro, ap-   gno di solida-
     partenente o meno alla stessa comu-          rietà, di indi-
     nità.                                        gnazione, di
     La libertà democratica è, dunque, una        protesta, di ri-
     libertà teorica, descritta nell'articolo     chiamo al de-
     21 della Costituzione Italiana come il       siderio e alla necessità di quel diritto
     "diritto di manifestare il proprio pen-      che l'uomo, come ogni altra cosa, si ac-
     siero con la parola, lo scritto e ogni al-   corge di possedere solo nel momento
     tro mezzo di comunicazione". Nono-           in cui, bruscamente, gli viene sottratto.
     stante non sia visto e praticato nella       Inoltre Niemöller, in una sua poesia,
     sua assolutezza, il concetto di libertà      sottolinea (nei versi "Quando sono ve-
     ha subito negli anni molti cambia-           nuti a prendere gli ebrei sono rimasto
     menti, conquistando i primi posti nella      in silenzio, perché non ero ebreo [...]
     lista dei diritti dell'uomo e abbando-       quando sono venuti a prendere me,
     nando il senso di "privilegio di alcuni"

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non c'era più nessuno                                   mai potrà essere, in alcun
che potesse parlare                                     modo, paragonata alla sa-
per         difendermi")                                tira francese. La satira
quanto l'uomo sia in                                    francese è libertà di opi-
grado di "restarsene in                                 nione, di pensiero, di
silenzio" quando non                                    espressione a tutti gli ef-
viene colpito diretta-                                  fetti. Libertà in cui i gior-
mente, quando qual-                                     nalisti hanno creduto
cosa non lo riguarda in                                 fino in fondo. Libertà che
prima            persona,                               hanno pagato con la pro-
quando non intacca la                                   pria vita. Libertà a cui non
sua     libertà,   nono-                                hanno rinunciato nean-
stante, molto spesso,                                   che di fronte alla più pe-
si mostri solidale, at-                                 sante delle minacce. Que-
tivo, partecipe e guer-                                 sto è lottare. Questo è
riero per la conquista e                                credere in un ideale. Non
il mantenimento pro-                                    avere paura e non na-
prio di questo diritto                                  scondersi dietro ad essa
comune, il diritto più                                  durante la difesa di un di-
grande che possiede:                                    ritto in cui si crede, un di-
la sua libertà, ap-                                     ritto che si desidera sal-
punto.     Quanto     in                                vaguardare, quel diritto
realtà si mobilita poi                                  che rischia di volatiliz-
per questo? Tante le                                    zarsi, se l'uomo lo prote-
persone che nelle                                       sta solo nel momento in
piazze,      di   fronte                                cui ne viene privato.
all'attentato di Charlie                                C'è, ancora, qualcuno che
Hebdo, hanno manife-                                    difende la determina-
stato; ma quante tra                                    zione e il coraggio dei
coloro che hanno mo-                                    giornalisti francesi, e c'è
strato     risentimento                                 chi, al contrario, quasi so-
sui social con fotogra-                                 stiene e giustifica l'azione
fie, frasi, parole di                                   dei terroristi. "Quei gior-
rabbia, di ostilità,                                    nalisti se la sono cercata,
avrebbero avuto davvero il coraggio di    dopotutto". "Quei giornalisti" dove-
sentirsi "Charlie", salvaguardando e      vano "avere un po' di buon senso"; e
manifestando per il proprio diritto,      qui la "morale", le "offese personali",
non solo per simboli, per gesti emble-    "la calunnia", non hanno alcuna rile-
matici, per utopie, ma per azioni, nel    vanza. “Charlie Hebdo” non ha fatto al-
pratico? Nessuna, probabilmente.          tro che stampare ed esibire al meglio il
La libertà di espressione è uno dei va-   suo più importante diritto.
lori più difficili da realizzare, che     Tutti, all'unanimità, proclamiamo e de-
l'uomo è riuscito, seppure non nella      sideriamo la libertà. Dunque il giorna-
sua totalità, a trasformare in un di-     lista francese è libero di scrivere, l'isla-
ritto. Scendendo nel dettaglio, concen-   mico di non leggere.
triamo l'attenzione sulla libertà di
stampa, la cui massima manifesta-
zione si esplicita nella satira. E por-                 Giulia maggio
tiamo un esempio. La satira italiana

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DI PADRE IN FIGLIO…
 11 Settembre 2001: l’emblema pos-           pianeta terra. Era indifeso e, nascosto
 sente, imponente, di New York, obiet-       dietro un burqa, osservava tutta quella
 tivo di due aerei.                          violenza. Vittima di spari, oppressione
 7 Luglio 2005: Londra colpita silenzio-     e paura.
 samente nelle cavità interne e sotterra-    Quale reazione ci si sarebbe potuta
 nee.                                        aspettare da un mondo che, prendendo
 7 Gennaio 2015: dodici giornalisti          coscienza della propria forza, venendo
 francesi uccisi senza pietà.                a conoscenza della realtà che lo circon-
 Morti, morti, ed ancora morti.              dava, avrebbe imparato inevitabil-
 Si parla di attentati terroristici dovuti   mente ad agire soltanto attraverso atti
 alla necessità da parte del Terzo Stato,    violenti, maturando odio e rancore
 quello orientale, di liberarsi dal domi-    verso i propri “educatori” occidentali?
 nio occidentale, dal dominio europeo.       Quale reazione se non una ribellione,
 Attentati terroristici causati dalla sof-   se non una replica amplificata di ciò
 ferenza di far parte delle colonie occu-    che aveva dovuto subire in passato?
 pate, di essere vittime dell’occidenta-     Quale reazione, se non una vendetta?
 lizzazione. Occidente che, emblema          Sono stati, infatti, proprio quelli che
 della laicità, non è riuscito a far cre-    hanno riconosciuto nella laicità dei
 scere e maturare i propri valori, che       propri educatori una mancanza di va-
 non ha saputo seguire la strada traccia-    lori e che hanno guidato i movimenti
 tagli dalla fede nella religione.           religiosi a cospargere di sangue città
 Questo è ciò che gli Stati orientali        come New York, Londra e Parigi.
 hanno vissuto nel corso del tempo:          Sono stati proprio questi convinti fau-
 l’oppressione della laicità.                tori delle qualità morali a causare mi-
 Sono nati quindi movimenti religiosi,       gliaia di vittime. A distruggere vite, fa-
 soprattutto in quegli Stati che, pur non    miglie. A diffondere grida, dispera-
 facendo parte del mondo occidentale,        zione e terrore nell’ultimo ventennio.
 sono stati portatori della convinzione      Un bambino, attraversando il processo
 che la religione dovesse appartenere        di maturità, rafforza i propri compor-
 ad una sfera separata da quella della       tamenti, i propri pensieri e le proprie
 politica.                                   convinzioni, rendendo, quindi, quasi
 Mondo orientale che, durante l’indu-        impossibile modificare la sua natura;
 strializzazione europea, viveva ancora      varrà lo stesso anche per il Terzo
 come fosse un bambino: muovendo i           Stato?
 primi passi, era incapace di vivere sul
                                                    Federica Scarpellini

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Quanto sono veramente libere le no-            colpa, dell'attrattore di Lorenz (e della
stre scelte?                                   farfalla brasiliana!) non possiamo ef-
Le azioni che compiamo derivano real-          fettuare previsioni meteorologiche ac-
mente da nostre libere decisioni o             curate a causa di quella che venne de-
sono piuttosto frutto di piccoli e             finita da Laplace come una delle più
grandi condizionamenti indipendenti            fini ed ingegnose fra le teorie matema-
dalla nostra volontà?                          tiche che la debolezza della mente
"Dio è un grande orologiaio cosmico",          umana possa concepire, la scienza del
avremmo sentito riecheggiare per le            caso e della probabilità.
vie di Londra nel 1687.                        Se pure ammettiamo che l'universo sia
Newton aveva appena segnato l'inizio           ontologicamente        (cioè   intrinseca-
di una nuova fisica, pronta a studiare         mente)      determinato,
l'universo, effetto del suo passato e          possiamo allo stesso
causa del suo futuro, gigantesco mec-          tempo affermare che
canismo predeterminato senza traccia           sia     epistemologica-
di libertà.                                    mente indeterminato e
Poi, come spesso accade in fisica, le          descriverlo in termini
certezze di una scienza ritenuta esatta        probabilistici. Quindi,
sono scomparse per far posto ad una            tutto è deciso, ma non
neonata scienza, tessuto di spazio e           possiamo conoscere il
tempo, di quanti e... libero arbitrio.         modo.
                                               Nemmeno la teoria del Caos, al contra-
"E gli elementi deviando non provocano         rio di ciò che spesso si sostiene, sem-
l’inizio di un moto capace di spezzare le      bra poter essere in grado di sottrarci a
               leggi del fato,                 quello che molti percepiscono come
  e deviamo dal nostro percorso non in         "l’incubo" del determinismo, anzi de-
                   luogo                       creta definitivamente la "morte" del li-
né in tempo determinato, ma quando lo         bero arbitrio. Ma non disdegnamo quel
             decide la mente?"                 determinismo che da secoli ci accom-
              - Lucrezio, De rerum natura II   pagna, alla fine non è poi così male.
                                               Chi vuole avere sulle proprie spalle
Ma la nuova fisica aveva in serbo altre        l'intero peso del proprio destino? Non
sorprese e l'avvento della Teoria del          è forse "libertà" anche l'illusione di
Caos diede l'impressione di poter diri-        sentirsi liberi senza esserlo realmente?
mere definitivamente la controversia           L'illusione della libertà di scelta po-
sul determinismo con l’introduzione            trebbe dunque essere considerata au-
del concetto di "caos deterministico",         tentica nella misura in cui ci responsa-
determinismo sì ma senza la capacità           bilizza e ci fa sentire esseri umani, allo
di previsione.                                 stesso modo di come non abbiamo dif-
Basta una farfalla brasiliana con il suo       ficoltà a considerare autentiche e fon-
incessante battito d'ali a provocare           dative del nostro essere umani altre
una tromba d’aria in Texas. Strano ma          grandi illusioni, quale ad esempio
non impossibile se si tiene conto di           quella derivante dalla sensazione di
una catena deterministica ma impreve-          possedere un Sé individuale distinto
dibile di eventi. E così grazie, o per         dagli altri Sé e dal resto dell’universo.

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"Ignora di essere fuori, nessuno glie
 n'ha parlato.
 Gli altri, nel sacco, si credono
 più liberi di lui."
                    (E. Montale, La storia)
 Non tutti sono d'accordo con questo
 punto di vista tanto impopolare.
 Regola numero uno: non dire alla
 gente che non ha la libertà di scegliere.
 C'è chi, forte del dualismo cartesiano
 'res cogitans' e 'res extensa', tenta di
 negare l'eterodeterminismo delle no-
 stre scelte facendo ricorso ai concetti
 di anima e di equipollenze selettive. Per
 spiegare meglio queste ultime ricor-
 rerò ad un esempio.
 In pizzeria, il pizzaiolo prova a cuo-
 cere due pizze margherita cercando di
 farle identiche.
 Cotte, mi si presentano. Nonostante
 all’apparenza, e proprio per la mae-
 stria del pizzaiolo, le due pizze sem-
 brino in effetti identiche (salvo irrile-
 vanti particolari), ne scelgo una delle
 due e la mangio. Ebbene, il problema         circa mezzo secondo prima che diven-
 delle equipollenze selettive può rias-       tiamo coscienti e consapevoli della sua
 sumersi nella seguente domanda: “In          intenzione, eliminando così l’inter-
 un evento che, di fronte a una biforca-      vento del libero arbitrio. La seconda ri-
 zione selettiva, mi portasse a indirizzi     sposta vede la scelta tra le due pizze
 equipollenti (cioè apparentemente            come casuale. Ma il concetto di "caso"
 equivalenti), da che sarebbe determi-        è quasi altrettanto sfuggente quanto
 nata la mia scelta? È proprio quello che     quello di libero arbitrio, e tutto sembra
 si era chiesto l'asino di Buridano: "Ca-     risiedere in quel "salvo irrilevanti par-
 spita quei mucchi di fieno sembrano          ticolari". Dunque, sempre per l'effetto
 ugualmente invitanti!"                       "farfalla" variazioni percettive anche
 Le risposte più comuni sono di solito        infinitesime, possono essere amplifi-
 due. La prima è, appunto, quella di in-      cate dalle nostre reti neurali e con-
 vocare l’intervento del nostro pre-          durci deterministicamente ad operare
 sunto libero arbitrio, donatoci da Dio       una scelta piuttosto che un’altra, an-
 al momento della nascita assieme             che se a noi questa scelta sembrerà es-
 all’anima.                                   sere avvenuta per caso o per libero ar-
 Ma, se già da un punto di vista reli-        bitrio. Si tratta di quello che gli scien-
 gioso è molto complicato conciliare          ziati definiscono come teoria della
 l’esistenza del libero arbitrio umano        "criticità auto-organizzata", valida per
 con l’onniscienza divina, anche da una       migliaia di sistemi complessi "al mar-
 prospettiva laica i numerosi esperi-         gine del caos", nei quali correlazioni
 menti compiuti dal neuroscienziato           invisibili a lungo raggio producono
 americano Benjamin Libet hanno di-           piccole fluttuazioni nei parametri di
 mostrato che il nostro cervello lascia       controllo che, a loro volta, possono
 spazio ad un'azione involontaria di          dare luogo a brusche transizioni di

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fase da un regime di comportamento              smo di chi continua a sostenere l'esi-
ad un altro (guerre, estinzioni, crolli in      stenza di una "Teoria del Tutto". A
borsa, idee improvvise, etc…). Il deter-        volte, per semplicità, lo facciamo e
minismo di basso livello della fisica           parliamo di "musica", "arte", "scienza",
del caos e della teoria quantistica dei         "Io", "libertà", "libero arbitrio". Siamo
campi è dunque perfettamente compa-             vittime della nostra macroscopicità, e
tibile con l’apparente indeterminismo           non possiamo sfuggire alla trappola
dei sistemi complessi di livello più alto       dell’uso di queste parole quotidiane
e con le teorie necessarie a descriverli,       per descrivere gli eventi di cui siamo
quali la teoria della complessità,              testimoni, e che percepiamo come
dell’auto-organizzazione o dell’emer-           “reali”. Così facendo, stiamo effet-
genza. L'intero universo potrebbe es-           tuando solo delle enormi approssima-
sere il risultato macroscopico delle mi-        zioni, ma probabilmente è questo
croscopiche fluttuazioni quantistiche           l’inevitabile prezzo da pagare per com-
del campo di energia del punto zero.            prendere il mondo che ci circonda e, in
Immaginiamo ora di porre una matita             ultima analisi, sopravvivere in esso.
in bilico sulla punta, dal suo punto di         "Noi mortali siamo condannati a non
vista tutte le direzioni sono equipol-          poter parlare a quel livello dove non c’è
lenti, ma all'improvviso cade. Senza            perdita di informazioni. Necessaria-
possedere libero arbitrio sembra aver           mente semplifichiamo, e lo facciamo, in
scelto dove cadere. Il fatto è che le di-       realtà, in misura enorme. Ma questo
rezioni di caduta sono solo apparente-          sacrificio è anche la nostra gloria.
mente equipollenti.                             La semplificazione drastica è ciò che ci
"Volenti o nolenti, ma non liberovolenti        permette di ridurre le situazioni al loro
o liberonolenti, ci muoviamo dentro             nocciolo, di scoprire essenze astratte, di
questo folle labirinto di siepi variopinte      individuare ciò che conta, di compren-
chiamato "vita". Una combinazione di            dere i fenomeni a livelli sbalorditiva-
pressioni, alcune interne alcune                mente elevati, di avere buone possibi-
esterne, determina collettivamente il           lità di sopravvivere in questo mondo, e
nostro percorso. Non c’è nulla di troppo        di produrre letteratura, arte, musica e
strano in tutto ciò. Quello che per me          scienza".
non ha senso è sostenere, al di là di que-                  (D. Hofstadter, Anelli nell’Io)
sto, che le nostre esigenze siano in qual-
che modo "libere", o che lo siano le no-
stre decisioni. Esigenze e decisioni sono
il risultato di eventi fisici dentro le no-
stre teste! Come fanno a essere libere?".
              (D. Hofstadter, Anelli nell’Io)
Dov'è il Sé in tutto questo? Si può loca-
lizzare un oggetto ben delimitato, ma
si può dire lo stesso del libero arbitrio?
La difficoltà risiede nel fatto che non
siamo degli oggetti ben definiti e deli-
mitati ma dei pattern di informazione
complessi e distribuiti che emergono
dall’intreccio di una molteplicità di li-
velli di descrizione e di supporti fisici
diversi. E’ impossibile isolare uno di
questi livelli, si cadrebbe nel riduzioni-

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                                                                                              23
Ammettiamo che noi esseri umani               Solo abbandonando definitivamente
     siamo i soli detentori del libero arbi-       questo Sé illusorio che tentiamo in-
     trio, a quale gradino esatto della no-        vano di trattenere con tutte le nostre
     stra crescita individuale, dalla fecon-       forze, allora forse ci convinceremo fi-
     dazione all’età adulta, ne entriamo in        nalmente di non avere più bisogno di
     possesso? La stessa questione è af-           alcun libero arbitrio e magari ci accon-
     frontata nel paradosso del sorite, que-       tenteremo definitivamente dell’op-
     sta volta non si tratta di libero arbitrio,   zione che ci offre l’indeterminismo
     ma di sabbia. Quanti granelli sottratti       epistemologico, ovvero quella di con-
     da un mucchio di sabbia rendono il            siderarci "liberi" se anche, solamente,
     mucchio non più tale?                         ci "sentiamo liberi". Certo, le nostre
     "Noi, miraggi che si auto percepiscono,       azioni resterebbero comunque ontolo-
     si auto inventano, si auto consolidano,       gicamente determinate, ma questo ci
        siamo piccoli miracoli di autorefe-        libererebbe da quell'enorme fardello
      renza. Sospesi a metà tra l’inconcepi-       di rimpianti che appesantisce conti-
       bile immensità cosmica dello spazio-        nuamente la nostra esistenza. E non ci
     tempo relativistico e il guizzare elusivo     regalerebbe magari quella rinnovata fi-
       e indistinto di cariche quantiche, noi      ducia in noi stessi che è indispensabile
      esseri umani, più simili ad arcobaleni       per affrontare un futuro che per noi
     e miraggi che ad architravi o macigni,        resta comunque, sia pur solo episte-
       siamo imprevedibili poemi che scri-         mologicamente, indeterminato?
     vono sé stessi- vaghi, metaforici, ambi-
         gui, e a volte straordinariamente
                        belli..."                           Ginevralautizi
                                                           Ginevra   lautizi

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Selma
                               La strada per la libertà
                                   Il film Selma la     UOMO, poiché il suo mito viene atte-
       : 2014                      strada per la li-    nuato con l'umanità, la paura, la spe-
           :128 min                bertà racconta       ranza, la fragilità e la forza interiore
         : Dramatico-Sto-          le tre marce di      della sua persona.
rico                               protesta paci-       Non è soltanto una narrazione e una
                                   fica condotte        celebrazione di eventi storici, ma un
       : Ava DuVernay              nel 1965 verso       messaggio di fede, si guardi la celebre
                                   Selma, capitale      massima di Martin Luther King: “An-
         dell’Alabama (Montgomery), da Martin           che se avrò aiutato una sola persona a
         Luther King e dagli altri esponenti del        sperare, non sarò vissuto invano.”
         movimento non violento, con lo scopo           Il film è incentrato sulla lotta per la ri-
         di rivendicare il diritto di voto per i cit-   vendicazione dell'uguaglianza di tutti
         tadini di colore mediante la registra-         gli uomini, problema ancora oggi vivo.
         zione nelle liste elettorali da cui erano      Spesso il pensiero è influenzato da cir-
         esclusi negli Stati Uniti del Sud. Le          costanze sociali e razziali che determi-
         marce vennero organizzate per sensi-           nano la fine di un’intera etnia, distrug-
         bilizzare l'opinione pubblica e solleci-       gendo non solo la sua integrità, ma an-
         tare il Presidente Johnson ad accor-           che il suo futuro: è chiaro come le po-
         dare tale richiesta.                           polazioni di colore vengano abusate,
         Domenica 7 marzo 1965 i manifestanti           derise e sfruttate fino all’osso, es-
         arrivarono alla fine dell’Edmund Pet-          sendo considerate strumenti “usa e
         tus Bridge e trovarono agenti di polizia       getta”, solo perché hanno un colore di
         già schierati in assetto da combatti-          pelle, una religione, un’appartenenza
         mento: nessuno venne risparmiato,              sociale e culturale diverse da quella
         una persona perse la vita e ci furono          standard presa come esempio di per-
         più di cinquanta feriti.                       fezione.
         Tale evento, che fu soprannominato             Ciò che caratterizza il nostro tempo al-
         Bloody Sunday, venne reso noto ai cit-         tro non è che il frutto di tutte le batta-
         tadini americani attraverso le trasmis-        glie combattute nel secolo precedente
         sioni delle tv locali. La rabbia e l'indi-     e sicuramente Martin Luther King è
         gnazione che ne seguirono portarono,           stata una delle figure che ha avuto un
         nella marcia successiva, persone di            maggiore impatto sul nostro modo di
         ogni razza, colore e religione a com-          pensare e vedere l'altro.
         battere per un diritto di uguaglianza in       Le foto sono per chi non ha memoria e
         quanto esseri umani, nonostante le             vengono utilizzati film o qualsiasi al-
         differenze culturali e fisionomiche.           tra espressione d’arte per ricordare ciò
         King stesso decise di non retrocedere          che è stato e per portare avanti un so-
         davanti alle forze dell’ordine fino a          gno collettivo che ancora oggi ci
         quando il Presidente non avesse soste-         spinge a vivere e a sognare a nostra
         nuto il Voting Right Act federale.             volta: la libertà.
         Il film mette a fuoco l’immagine
         dell’uomo Martin Luther King ed è im-
         portante sottolineare il sostantivo                        Federica troiani

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