Il tuo 5xMille ad Arché. Perché tutti i bambini vivano a colori - Fondazione Arché
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reg. trib. Mi. No 521 del 5/8/96 Poste Italiane Spa - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L. 353/2003 (conv. In L. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma2, DCB Milano – Anno 14 numero 42 Il tuo 5xMille ad Arché. Perché tutti i bambini vivano a colori. Indica nella tua dichiarazione dei redditi il nostro codice fiscale: C . F. 9 7 1 0 5 2 8 0 1 5 6 Arché è un’associazione di volontariato ONLUS che da quasi vent’anni opera concretamente, ogni giorno, a fianco di minori sieropositivi o con disagio psichico e sociale in Italia e nel sud del mondo, attraverso un volontariato che esprime condivisione e responsabilità sociale. ASSOCIAZIONE ARCHÉ T. 02 603 603 www.5per1000.com www.arche.it
Il lungo cammino verso la libertà Cosa c’entra lo shopper monouso con la cooperazione internazionale? Analogamente, le occasioni sociali che permettono l’accesso a istruzione e cure mediche (che Niente se vogliamo continuare a essere schiavi di quel sacchetto, anche biode- possono richiedere un intervento pubblico) sono complementari alle occasioni individuali gradabile, che rappresenta l’icona di uno stile di vita. Tutto se vogliamo raccon- di partecipazione all’economia e alla politica e contribuiscono a stimolare una nostra azio- tare la cooperazione internazionale partendo da casa nostra e decidiamo di ri- ne volta a superare le privazioni di cui soffriamo. Essere cittadini solidali vuol dire farsi pro- prendere la sporta a maglie elastiche usata dalle nostre nonne che tanto bene si motori dello sviluppo umano. Sentire la responsabilità che si estrinseca in un cammino adatta alla merce comprata e soprattutto si riutilizza. Quella sporta può diventa- lungo e talvolta accidentato perché si fonda sulle nostre scelte personali e sulla nostra ca- re un nuovo segno distintivo di quanti hanno già scelto non solo di adottare un pacità di incidere sulle decisioni pubbliche affinché queste siano indirizzate al bene comu- oggetto, ma uno stile di vita che antepone la consapevolezza all’agire automati- ne. I cambiamenti sociali come quelli culturali sono lunghi a venire. Ma è anche vero che camente e superficialmente per soddisfare comodità momentanee, ignari del lungo il cammino, arrivano sempre nuovi testimoni pronti a percorrere insieme il viaggio e pegno che il pianeta e le future generazioni dovranno pagare. Gli italiani sono ciò aiuta chi è già in marcia a percepirlo meno greve e ad andare avanti con tenacia. gli ultimi a recepire la normativa europea che voleva i sacchetti monouso fuori Era il 1994 quando Long walk to freedom, l’autobiografia di Nelson Mandela, vedeva la luce. legge entro l’inizio di quest’anno, in testa a ogni graduatoria con 20 miliardi dei L’autore aveva iniziato a scriverla di nascosto ben vent’anni prima, durante la sua detenzio- 100 consumati in tutta Europa. La sfida a costruire una ne a Robben Island. Il testo sarà confiscato dalle autorità carcerarie, ma tornerà inaspetta- cittadinanza solidale, che Arché promuove da vent’an- tamente nelle mani dell’autore nel 1990 dopo la sua scarcerazione. Ciò non sarebbe mai sta- ni, dice chiaramente quanto questa sia alla portata di to possibile senza l’insostituibile opera di due suoi compagni di prigionia che si adoperaro- tutti ma non per tutti. Fare del bene costa, così come no come copisti perché quel manoscritto sopravvivesse. E con le parole di Mandela riman- impegna dare una mano al pianeta che abitiamo. Quel diamo tutti a una sfida possibile che richiede impegno e tenacia ma può essere nostra. pianeta che a volte sembra così lontano da noi è in realtà «Ho percorso questo lungo cammino verso la libertà sforzandomi di non esitare, e ho fatto casa nostra. È l’Europa, l’Italia, la nostra città, il nostro alcuni passi falsi lungo la via. Ma ho scoperto che dopo aver quartiere, i vicini di casa, i nostri figli e i figli dei nostri figli scalato una montagna ce ne sono sempre altre da scalare. coi loro amici. Dopo aver dato un volto a questa terra forse non Adesso mi sono fermato un istante per riposare, per vol- sarà più impossibile liberarsi di quei miliardi di sacchetti di pla- gere lo sguardo allo splendido panorama che mi circonda, stica e riutilizzare la stessa sporta quando andiamo a fare la spesa. per guardare la strada che ho percorso. Ma posso riposa- In questo editoriale vogliamo richiamare il nesso tra libertà e svi- re solo qualche attimo, perché assieme alla libertà vengo- luppo teorizzato da Amartya Sen, Nobel per l’economia 1998, per rac- no le responsabilità, e io oso trattenermi ancora: il mio contare che un mondo senza povertà evidentemente è possibile. lungo cammino non è ancora alla fine.» Sulla terra le privazioni, la miseria e l’oppressione sono grandi. Mol- p. Giuseppe Bettoni te di queste privazioni caratterizzano non solo i paesi poveri, ma an- che quelli ricchi. Il superamento di tali problemi è pertanto un aspetto centrale dello sviluppo. Amartya Sen sostiene che occorre riconosce- re il ruolo che vari tipi di libertà svolgono nella lotta contro simili ma- li. Al centro della lotta contro la privazione c’è l’azione individuale; ma quella libertà di agire che possediamo in quanto individui è, nello stesso tem- po, irrimediabilmente delimitata dai percorsi sociali, politici ed economici che ci sono consentiti. Lo sviluppo – continua – consiste nell’eliminare vari tipi di illi- bertà che lasciano agli uomini poche scelte e poche occasioni di agire secondo ra- gione. Al peso intrinseco della libertà umana vista, in generale, come obiettivo preminente dello sviluppo si aggiunge l’efficacia strumentale di certe particola- ri libertà nel promuoverne altre. I nessi tra i diversi tipi di libertà – continua Sen – sono empirici e casuali per cui è possibile concludere che le libertà economiche e quelle politiche si rafforzano a vicenda anziché ostacolarsi.
Realizzazione: Pensieri e Colori Stampa: Mediaprint Anno 14 Numero 42 Data di pubblicazione: 30/4/2010 Il sommario di Arcobaleno L’editoriale, qui a fianco P r i m a v e r a 2 0 1 0 DOSSIER 2 Viaggio nella cooperazione internazionale 3 La centralizzazione dell’approccio e l’invasività degli interventi L’EDITORIALE sono la seconda distorsione 6 ONG ovvero l’ingresso del privato nel sociale di Aldo Velardi IL CASO 12 L’Expo della cooperazione «Per necessario non intendo solo ciò che è assoluta- Il risultato dell’interazione tra le risorse di cui so- mente indispensabile per la vita, ma qualsiasi cosa no portatrici le amministrazioni e quelle di cui DENTRO ARCHÉ di cui, secondo le convenzioni di un paese, è inde- 16 2010 - Il futuro inizia ieri cente che la gente per bene, anche del più basso sono portatori i cittadini non è una semplice som- 16 Firenze e Kisii più vicine grazie a un social-link rango, sia priva.» ma aritmetica; semmai è più simile al risultato 18 Seminando l’accoglienza ADAM SMITH che si ottiene mescolando fra loro i colori di ba- 19 Due testimonianze di impegno a confronto se. Supponendo che la pubblica amministrazio- DIR. EDITORIALE Giuseppe Bettoni DIR. RESPONSABILE Cristina Traverso DIR. ARTISTICA Matteo Fiorini 20 22 24 26 Il 2 maggio la Filarmonica della Scala sostiene Arché SOTTOSOPRA C’è la Fai! In fondo alla strada POLITICHE SOCIALI Caleidoscopio 1 383: le preferenze accordate col 5 per mil- le ad Arché dai suoi sostenitori nel 2008. 1383 sono i grazie che con l’occasione vo- gliamo restituire a quanti di voi garantiranno co- sì nel 2010 ai nostri progetti in Italia e all’estero 67.537,69 euro. ne sia il giallo e i cittadini il blu, il risultato che emerge applicando la sussidiarietà orizzontale non è una semplice mescolanza tra due colori, bensì un colore nuovo, il verde. A tutti i bambini vogliamo però garantire un mondo con molte più sfumature! Firma a favore di Arché anche quest’anno. Lo scorso 18 marzo, l’Agenzia delle Entrate ha di- La chiave per garantire la sostenibilità di un pro- 30 MONDO ARCHÉ vulgato il numero di firme e i relativi importi de- getto? L’impegno di tanti e il coinvolgimento di stinati dagli italiani al 5 per mille sulla dichiara- una cittadinanza solidale. zione dei redditi del 2007. Un risultato importan- Tema centrale di questo Arcobaleno è la coope- IN REDAZIONE Aldo Velardi te soprattutto se letto alla luce della bagarre che razione internazionale. Il dossier ripercorre le Susanna Zanfrini regola – meglio sarebbe dire che non regola – u- principali tappe di un settore che negli anni ha Joseph Acquati Lozej na concessione fatta da chi governa a suo genti- alternato buoni effetti a sbandamenti. Il caso è Betty Soglio un viaggio nel futuro prossimo: l’Expo del 2015 le favore. Emanuela Cardillo A fine aprile saremo chiamati per la quinta volta e la sfida solidale di Milano. In “Sottosopra”, Gra- Giovanni Soriente Antonello Figà Talamanca consecutiva a firmare per il 5 per mille. Ci ram- ziella Aquino accompagna il nostro sguardo in Ilaria Quondamatteo marica constatare che il nostro Paese a oggi non fondo alla strada dalla quale si intravede uno Dora Spazzafumo SEDE NAZIONALE spaccato di Africa Subsahariana, mostrandoci un può ancora contare su una vera e propria norma Ingrid Bianchetti via Stresa, 6 - 20125 - Milano fiscale che stabilizzi questo strumento di sussi- villaggio globale assai più “ristretto” di quanto Graziella Aquino Tel. 02-603603 Fax 02-67386518 diarietà e che parallelamente promuova i criteri finora conosciuto. Massimo Gianotti Mariuccia Magri info@arche.it di selezione degli enti aventi diritto. www.arche.it Ci fa piacere riscontrare che degli oltre 28 mila CCP 22279202 beneficiari, più di 26 mila sono enti di volonta- IBAN IT93 F033 5901 6001 0000 0004 187 riato e ONLUS e che al 324° posto della classifica CF 97105280156 stilata dal Sole 24 ore si collochi un’associazione Arché è un’associazione di volontariato che assiste, ogni giorno, da oltre 10 anni, minori affetti da disagio sociale, come Arché che nel mondo del non profit rap- psichico o da virus Hiv. Sono i più indifesi, stiamo con i più piccoli. presenta una realtà medio piccola. Cercaci su Facebook e diventa amico: http://www.facebook.com/pages/Arche/67527694280?v=info 1
D O S S I E R ha visto presto nascere una nuova stella nel suo stante del veto incrociato delle due superpoten- VIAGGIO orizzonte: le Nazioni Unite, incarnazione stessa ze all’interno del Consiglio di sicurezza, l’ONU ha NELLA COOPERAZIONE della nuova filosofia di cooperazione multilate- rale. Frustrata però sin dall’inizio a causa della ripiegato sul mondo della cooperazione, disse- minando strutture e inaugurando distaccamen- INTERNAZIONALE guerra fredda e della conseguente minaccia co- ti a pioggia. In questo excursus sulla cooperazione internazionale percorreremo le tappe che hanno orientato, decennio dopo decennio, gli interventi nazionali LA CENTRALIZZAZIONE DELL’APPROCCIO e sovranazionali e creato il settore che oggi conosciamo. Non intendiamo E L’INVASIVITÀ DEGLI INTERVENTI proporre una sintesi esaustiva, ma esplicitare il concetto di sviluppo. Non potrà quindi emergere una definizione finale e invariabile di SONO LA SECONDA DISTORSIONE sviluppo, ma solo suggerimenti di ciò che esso, attraverso la cooperazione internazionale, implicherebbe in particolari contesti. Lo sviluppo dovrebbe pertanto essere un concetto indeterminato, costantemente ridefinito Un esempio su tutti è la rivoluzione verde, che a- Dopo sessant’anni di cooperazione internaziona- quando si approfondisce la nostra conoscenza del processo e quando vrebbe dovuto portare alla generale meccaniz- le, è un fatto che esperti di tutto il mondo consi- emergono nuovi problemi da risolvere col termine “sviluppo”. zazione dei processi agricoli, ma che ha dato vi- derino ormai irraggiungibili gli otto obiettivi da ta per contro a effetti perversi: «La diffusione di raggiungere entro il 2015 scaturiti dalla Dichiara- monoculture per l’esportazione, la conseguente zione del Millennio delle Nazioni Unite del 2000: A CURA DI SUSANNA ZANFRINI E JOSEPH ACQUATI LOZEJ dipendenza economica da pochi mercati; il con- trollo accentrato della terra; la perdita di nume- 1. Sradicare la povertà estrema e la fame O rose coltivazioni locali e quindi di biodiversità».1 2. Garantire l’educazione primaria universale ggi la cooperazione internazionale I gesti di aiuto e solidarietà mascheravano inte- 3. Promuovere la parità dei sessi e l’autonomia Nel corso degli anni questa tendenza ha pro- si scopre invecchiata di colpo e ressi dettati dalla volontà di allargare la propria delle donne dotto paradossi dello sviluppo che hanno trop- troppo debole per tenere il passo. influenza a Paesi troppo storditi dalle difficoltà 4. Ridurre la mortalità infantile po spesso fatto rima con sprechi, incompren- Indaghiamo sul perché. Per capire 5. Migliorare la salute materna del momento per accettare compromessi. sioni e frustrazioni da parte degli operatori e cos’è la cooperazione internazionale è necessa- 6. Combattere l’HIV/AIDS, la malaria e altre La cooperazione era un grossolano gioco diplo- delle stesse organizzazioni. A questa deriva si è rio conoscerne le origini e l’evoluzione. Forse sor- malattie matico sulla scacchiera dell’egemonia mondiale cercato di rimediare con operazioni matemati- prenderà sapere che l’aiuto allo sviluppo è un 7. Garantire la sostenibilità ambientale che portava il beneficiario a essere dipendente che di moltiplicazione degli aiuti, troppo fred- prodotto relativamente recente della nostra epo- 8. Sviluppare un partenariato mondiale per ca. Sono molti, infatti, che ne fissano la data di dal donatore. de e distanti dalla realtà per sortire un qualun- lo sviluppo2 nascita con i programmi di assistenza post-bel- Le prime cattedrali nel deserto sono nate in que- que effetto benefico nel mondo reale. lica degli anni Cinquanta, di cui il piano Marshall sto periodo, soprattutto da parte dell’URSS, che è l’esempio più noto. Si è assistito in quegli anni ha dato vita a una sorta di neo-colonialismo ba- alla prima deformazione della neonata coopera- sato sul controllo indiretto di regioni e nazioni 1 Per maggiori informazioni: www.onuitalia.it/events/mdg_ob_08.php. 2 zione: la sua strumentalizzazione. intere. Il mondo dell’aiuto allo sviluppo tuttavia Da Darsi il tempo. Idee e pratiche per un’altra cooperazione internazionale, M. Cereghini-M. Nardelli, EMI 2008. 2 3
D O S S I E R Viaggio nella cooperazione internazionale Se a questo si sommano gli impegni presi e mai borare a ricostruire le infrastrutture, lavorare per me il governo statunitense non si sia tirato in- cializzazione, quali cardiochirurgia e oncologia, raggiunti negli anni Sessanta sul fronte dello i diritti umani e per gli accordi in difesa del ma- dietro nello spendere 85 miliardi di dollari per in Paesi in cui la spesa sanitaria ammonta a 10- sviluppo, negli anni Ottanta nel campo dell’ac- re e del clima, incoraggiare la cooperazione cul- salvare la AIG, una compagnia di assicurazione, 15$ pro-capite. Non per essere cinici, ma un an- qua pulita e nel 2000 a favore della salute, il turale, raccogliere statistiche. L’ONU si è sempre il paradosso appare evidente. O ancora come gli no di vita salvato con interventi di cardiochirur- quadro si fa drammatico. occupato delle più gravi emergenze planetarie, USA, per far passare attraverso la Turchia i car- gia costa oltre 10.000$, un anno di vita salvato Questo approccio alla cooperazione ha spesso si è battuto contro catastrofi umanitarie, guer- ro armati destinati ad arrivare in Iraq, fossero con interventi di prevenzione della malaria in gra- dimostrato nei fatti di non essere adatto a rag- re e collassi economici cronici. Spesso all’ONU pronti a dare al governo turco 15 miliardi di dol- vidanza costa dai 3 ai 12$.4 giungere l’obiettivo; non si può fare tuttavia sono state affidate missioni impossibili sulla ba- lari, corrispondente al totale del bilancio ONU. Altro macigno che grava da sempre sulle spalle di tutto l’operato dell’ONU un fascio da mace- se di un potere mitico e inesistente che gli Sta- Fa sorridere infine notare come il premio della ro. Le Nazioni Unite hanno saputo fare bene tan- ti gli attribuiscono. Gli si rinfaccia di non fare di questi interventi si sintetizza nel concetto di lotteria nazionale statunitense di 300.000.000 $ te cose in questi anni: negoziare accordi di pa- abbastanza: tuttavia se si considera il bilancio non sia di molto inferiore ai 423.000.000 $ ver- “verticalizzazione”, scelta metodologica che, ol- ce in America Centrale a metà degli anni No- di questa organizzazione, 14 miliardi di dollari sati dagli USA alle Nazioni Unite come quota di tre ad apparire semanticamente contraria alla vanta, controllare le elezioni in Paesi appena (dei quali circa metà proviene da USA, Giap- competenza delle spese necessarie allo svolgi- stessa “cooperazione” (che significa letteral- usciti dalla guerra e colla- pone e Germania), e si considera co- mento delle operazioni dell’ONU per il mante- mente “operare insieme”), non produce nem- nimento della pace.3 meno l’efficienza organizzativa che si ottiene in- Pur tenendo conto degli handicap strutturali di vece da una sua applicazione in campo azien- questa organizzazione, è lecito però domandar- dale o industriale. si quali siano i motivi del fallimento, che non de- Non si può forzare un modello organizzativo e ve essere visto proprio solo delle Nazioni Unite, operativo a un contesto che per storia, cultura ma dell’intero sistema di aiuti allo sviluppo. Ga- e tradizioni, ne è strutturalmente refrattario. vino Maciocco, Presidente dell’Osservatorio Ita- Dettare dall’Europa all’Africa tempi e obiettivi liano sulla Salute Globale, pone giustamente l’ac- da raggiungere, creando di “default” gerarchie cento sull’autoreferenzialità dell’approccio alla interne ai progetti e calando dall’alto gli aiuti e cooperazione, che unita alla frammentazione de- gli interventi e a scelte di priorità spesso disso- gli strumenti, ci rende miopi nei confronti del- ciate dalle reali esigenze della popolazione, por- le singolarità locali, e quel che è peggio mette ta sulla scena evidenze quanto meno imbaraz- a disposizione strumenti che, per quanto gene- zanti. Come quelle che vedono l’impiego di in- rosi e sinceri, a lungo andare si dimostrano i- genti risorse per servizi ospedalieri di alta spe- nadeguati e spesso controproducenti. 3 Fonte dei dati: www.onuitalia.it/nu/infogenerali/infgener.html. 4 Dati tratti da AIFO: ww.aifo.it 4 5
D O S S I E R Viaggio nella cooperazione internazionale ONG OVVERO L’INGRESSO Fabio Pipinato, cooperante in Ruanda, Kenya e altri Paesi africani, dirige oggi il portale Uni- È nato così il primo tentativo di miglioramento: mondo sulla solidarietà internazionale, e indica La cooperazione decentrata DEL PRIVATO NEL SOCIALE con queste parole la strada verso una nuova coo- perazione: «Dobbiamo creare buone relazioni, Questa nuova forma di cooperazione, nata alla Con il boom delle organizzazioni non governa- Altre però hanno saputo reagire, attingendo pro- vedere in modo orizzontale senza l’asimmetria di fine degli anni Ottanta da un’idea delle Nazioni tive (ONG), il privato si è diffuso nel mondo del prio all’entusiasmo e alla passione genuina che uno sguardo dall’alto in basso […], destruttu- Unite sul concetto di Sviluppo Umano (UNDP), ha sociale dando il via a un fenomeno la cui rilevanza le avevano costituite. rando il complesso di superiorità tipico dell’uo- tuttavia in sé un difetto, cioè il fatto che tutte le si fa ancora oggi sentire. Con il nuovo approccio Al varco le attendeva però una sfida di credibi- mo tecnologico, da primo mondo, in modo da comunità locali sono ancora troppo subordinate non si è lavorato più per modificare il sistema Na- lità. Per vincerla era necessario passare sotto la poter vedere il partner ed elaborare insieme un alle istituzioni delle Nazioni Unite (si veda il ca- zione intero, ma per intervenire a cerotto su pic- prova meno aleatoria, ma più concreta del bi- percorso». so delle città della Bosnia Erzegovina). cole falle. La generosità delle donazioni private lancio. Mantenersi ai livelli raggiunti con gli aiu- Il rapporto non deve più essere di dipendenza, si è tramutata in azione mirata in un contesto cir- ti governativi è divenuto l’obiettivo principale, bensì deve diventare una relazione tra pari. coscritto e la limitata dimensione dell’approc- la visibilità è diventata uno degli strumenti più cio ha favorito la specializzazione delle ONG in utilizzati e la “dipendenza da bando” una sin- ambiti specifici. Il successo di queste organiz- drome da cui è stato difficile liberarsi. zazioni è stata l’intuizione, non so quanto ricer- La terza grande distorsione della cooperazio- cata, di accorciare le distanze tra il donatore e il ne internazionale è stata proprio la perdita di beneficiario. Tutto ciò non sarebbe stato però significato. possibile senza l’alter ego vero e proprio delle La corsa per appiccicare il logo della propria as- ONG: il concetto di progetto su scala ridotta, in sociazione più in alto degli altri, l’urgenza di cui il donatore poteva assistere ai risultati della mantenere buoni rapporti con i finanziatori, la propria donazione. visibilità hanno preso il posto della comprensio- Il progetto “spot” è divenuto lo scheletro su cui ne delle culture locali, l’approccio orizzontale e si è sviluppata la rivoluzione del concetto di coo- del dialogo. Molte ONG si sono trasformate in perazione internazionale. Indubbiamente questo “progettifici”, si è persa la base sociale iniziale approccio si è dimostrato vincente anche in ter- e si è cominciato a fare una cooperazione dis- mini di efficacia e di risultati, tanto da meritarsi sociata dal territorio. L’urgenza di realizzare, la l’attenzione dei governi che hanno cominciato a logica del “fare per fare”, la quantità a disca- elargire finanziamenti pubblici. pito della qualità e l’eccessivo burocratismo han- Tutto questo successo ha finito paradossalmente no portato a numerosi esempi di iniziative sen- per ritorcersi contro le organizzazioni stesse quan- za concretezza, inefficaci perché lontane anni lu- do nella prima metà degli anni Novanta, in un ce dalle esigenze della popolazione locale, e pro- periodo di crisi, il rubinetto statale ha comin- prio per questo insostenibili. ciato a chiudersi, e sono stati bloccati i finan- A furia di dare il pesce senza insegnare a pesca- ziamenti grazie a cui molte ONG sopravvivevano. re, si è smarrito il senso del proprio operare. È ve- Molte fra esse hanno chiuso i battenti, tacciate nuto il momento di scegliere quale strada pren- come progetti di idealisti con i piedi d’argilla. dere per il futuro. 6 7
D O S S I E R Viaggio nella cooperazione internazionale Il problema è che la Farnesina continua a pen- RECIPROCITÀ: indica «il ponte percorso in en- que non solo regioni ma anche piccoli comuni, gestione nel tempo dei vari progetti, a prescin- sare la cooperazione, anche quella decentrata, trambe le direzioni», lo scambio, il piano oriz- circoli e club. dere da donatori esterni che potranno comunque nell’ottica della dimensione nazionale, cosa in zontale, la reciprocità, la conoscenza che permette L’importante, per mantenere quel rapporto d’e- inserirsi in questo piano. realtà errata in quanto non esiste un organo cen- una visione globale da punti di vista differenti su quilibrio e parità tra le due parti, è che la comu- Occorre coinvolgere la popolazione locale affin- trale in grado di riconoscere le singole realtà va- questioni comuni (per esempio il problema dei ri- nità “donatrice” non si mostri come un’unica en- ché si impegni in questo tipo di progetto e finan- lorizzandone le specificità. fiuti, dell’integrazione ecc). tità, ma anch’essa frammentata e ricca di plu- Nasce da qui allora un’ulteriore proposta: ralità, e che in ogni ambito lavorino persone com- La cooperazione di comunità petenti nei vari settori. Fondamentale è dunque la ricerca di un rapporto Nodo centrale di questo nuovo tipo di coopera- IDENTITÀ: consiste nel non rinunciare alla proie- paritario e reciproco. A volte, tuttavia, è indi- zione sono appunto le comunità, che cercano di zione futura guardando però anche al passato per spensabile mantenere un margine di distacco che diventare davvero indipendenti, sulla base non di capire i motivi che hanno portato alle varie guer- aiuti a individuare i problemi e le contraddizioni, un mero trasferimento (di soldi, di idee...), bensì re, carestie ecc. I limiti di questo modello sono i soprattutto in quelle situazioni di forte disagio in ziamento, di modo che abbia in mano uno stru- di una vera e propria relazione. contrasti tra le motivazioni delle varie parti, che cui si ha a che fare con paesi lacerati all’interno, mento con cui potersi costruire un futuro indi- Tre sono le parole chiave della cooperazione di danno luogo a spinte differenti (volontariato, en- controllati da mafiosi e criminali locali. pendentemente dalle donazioni internazionali. comunità: ti locali, economici..) e conferiscono una fragilità Un’altra possibilità è quella di coinvolgere nel- Proprio su questa linea è nato recentemente un organizzativa data dalla pluralità di soggetti con l’interscambio le comunità migranti stanziate nel- progetto chiamato “cash for work”, che consi- PROSSIMITÀ: è il saper ascoltare il territorio, co- vari interessi: questo comporta inoltre lentezza le nostre città, cosa che presenta dei benefici: il ste nel retribuire tutti coloro che possono aiuta- noscere le dinamiche locali, è il relazionarsi con le decisionale e frammentazione degli interventi. legame dei migranti con la loro terra natale e u- re, anziché limitarsi a inviare aiuti meramente e- persone e non con i soldi. Oltre all’emergenza mo- I protagonisti della cooperazione di comunità so- na maggiore facilità di relazione con la società o- conomici e materiali. L’ex presidente americano mentanea è necessario garantire un sostegno co- no quelli classici (ONG, istituzioni sociali ecc.) ma spite. Bill Clinton, in occasione del disastro di Haiti, ha stante, alla base del quale ci devono immanca- ben inseriti «in un contesto più ampio, fatto di Importante è anche, laddove possibile, l’autono- spiegato così la nuova proposta di aiuti: «È me- bilmente essere rispetto e fiducia. molteplici espressioni pubbliche e private»: dun- mia del finanziamento, che garantisce un’auto- glio dare soldi a chi aiuta, piuttosto che portare 8 9
D O S S I E R Viaggio nella cooperazione internazionale risorse che non vengono nemmeno utilizzate. A- Il fattore fondamentale è dunque la tutela delle gli haitiani verrà data la possibilità di “reimma- tradizioni, della cultura, del patrimonio locale, ginare” il loro Paese e verranno pagati per il la- anziché il tentativo di introduzione di nuove ric- voro che faranno». In questo modo saranno gli chezze “straniere”. stessi destinatari degli aiuti a lavorare in prima Uno degli esperimenti più riusciti in questo am- linea per ricostruire case e allestire tendopoli, bito è quello del commercio equo-solidale, che guadagnando qualche dollaro e soprattutto im- fissa prezzi definiti in partenza sulle merci indi- parando un mestiere che potranno portare avanti pendentemente dalla legge di domanda-offerta: autonomamente una volta finita l’emergenza im- così facendo diventa indispensabile un confron- mediata, contribuendo in prima persona a rico- to, un dialogo, creare una conoscenza e analiz- struire la propria realtà. zare i bisogni di entrambe le parti per cercare di Questo modello è applicabile ovviamente su am- individuare il “prezzo giusto” per ogni prodotto. pia scala, e conferisce un aiuto sia materiale sia In tutti i casi, ogni territorio va trattato singolar- spirituale: infatti, oltre che portare il semplice de- mente e ad hoc a seconda dei vari contesti. Biso- naro, può aumentare l’autonomia della popola- gna ancora una volta far emergere i tratti distin- zione, aiutandola ad acquisire una sempre mag- tivi dei singoli territori, conferire specificità e u- giore consapevolezza di sé, e, cosa più impor- nicità. Soprattutto, in fin dei conti, nessuno do- tante, può riaccendere quella fiamma di speran- vrebbe arrogarsi la pretesa di aiutare veramente za così spesso spentasi nei popoli più poveri, col- le popolazioni più povere con donazioni e finan- piti da guerre o disastri ambientali. ziamenti miliardari: l’aiuto più efficace è il sem- Infine, protagonista della cooperazione di co- plice scambio, il rapporto umano, alla pari, sen- munità è il territorio, che necessita di cure e at- za la divisione tra chi aiuta e chi è aiutato, perché tenzioni proprio come le popolazioni che lo abi- un dialogo tra culture diverse è utile da entram- tano. Diventa centrale così il concetto di svilup- be le parti e non accetta divisioni di alcun tipo. po locale autosostenibile, inteso come quel «pro- cesso – economico e sociale insieme – di valoriz- zazione dell’unicità di ogni territorio, attraverso le sue risorse materiali e immateriali». 10 11
I L C A S O I L C A S O L’Expo della cooperazione L’EXPO DELLA COOPERAZIONE internazionale è la costruzione del partenariato, per esempio con il Ministero degli Affari Esteri, sconderci le difficoltà che ci attendono, pensia- mo di poter lavorare attraverso sistemi di con- dell’Ambiente e dell’Istruzione, con gli Enti loca- trollo attenti e prudenti, ma soprattutto attra- IL TEMA DELLA NUTRIZIONE, SCELTO DA MILANO PER L’ESPOSIZIONE DEL li lombardi, ma non solo, con la società civile, verso la partnership con chi realmente lavora sul 2015, SI PRESTA ALLA COLLABORAZIONE CON I PAESI DI TUTTI I CONTINENTI. ONG e imprese, associazioni di categoria e reti terreno ed è impegnata nei paesi, dove operia- GIÀ AVVIATI DECINE DI PROGETTI. PARLA FILIPPO CIANTIA. di ONG. Con queste realtà stiamo verificando an- mo e interverremo nel futuro. Ogni nostro pro- che una nuova progettualità. I progetti sono sta- getto sarà un’esperienza di partenariato e do- di Betty Soglio ti inizialmente finanziati e avviati dal Comune, vrà realizzarsi attraverso realtà locali vive, affi- dalla Regione, dal Comitato di candidatura e del- dabili e competenti. Il nostro ruolo sarà soprat- L’ Expo 2015 dovrà essere il risultato di un lavoro comune. La solidarietà è una delle caratteristiche più espres- sive dell’Italia. Filippo Ciantia, re- sponsabile Area progetti di cooperazione e cen- tro di sviluppo sostenibile, del settore Affari In- ternazionali di Exp o, col suo staff è al lavoro da che a Milano incontra l’africano Agostino. La finalità stessa dell’esibizione universale è pri- mariamente educativa. Nello Statuto del BIE, Bu- reau International des Expositions, che presie- de all’organizzazione e assegnazione delle Esi- bizioni Universali, si legge: «Lo scopo principa- le di un’Esibizione Universale è l’educazione del l’associazione Milano per Expo. Ora abbiamo an- che la Fondazione Milano per Expo, i Bandi del Comune sulla Sicurezza Alimentare, La biodiver- sità e il Cosviluppo. Si tratta di altre decine di pro- getti. Il Ministero dell’Istruzione ha finanziato sei progetti promossi dalle università italiane che vanno da interventi di preparazione alle emer- genze alla formazione di manager della gestione tutto di monitoraggio e restituzione dei risultati. Qual è il messaggio che Expo vuole comuni- care rispetto al tema scelto ai Paesi in Via di Sviluppo? Innanzitutto costruiamo un Expo insieme. Insie- me declineremo il tema. Il sito vedrà i paesi in via di sviluppo protagonisti insieme ai grandi mesi: e se la vicenda è stata al centro anche di pubblico: s’intende esibire quanto è a disposi- dell’ambiente e allo sviluppo rurale classico. Que- paesi più avanzati. Tutti ci affacceremo sulla polemiche e dibattiti riguardanti la governan- zione dell’umanità per rispondere ai bisogni di sti progetti interessano le Piccole Isole del Paci- grande via dei popoli, declinando il tema “Nu- ce, i finanziamenti, la società di gestione, il pon- civilizzazione, quanto di più innovativo è svi- fico, l’Africa Sub Sahariana e i Caraibi. Vi sono trire il pianeta, energia per la vita”, nelle moda- te con i Paesi del terzo mondo è già stato lan- luppato per lo sviluppo del pianeta, nelle varie progetti di sostegno a giovani donne vulnera- lità che ogni paese troverà più adeguata, non so- ciato. Anche perché il tema scelto, quello della aree dell’umana intrapresa, con uno sguardo al- bili in Togo, attraverso la formazione e la pro- lo con la creatività delle loro culture e dei propri nutrizione, si presta molto: «Abbiamo costrui- le future generazioni». mozione di microimpresa. Abbiamo interventi di costumi, ma anche attraverso le buone pratiche to 485 iniziative puntuali – prosegue Ciantia ¬ – miglioramento delle pratiche agricole in Senegal maturate attraverso i progetti internazionali. accordi programmatici, eventi culturali e 218 Quali sono i progetti già avviati? Con quali fi- e America Latina. Expo Milano 2015 non è fisica- di queste sono già state portate a termine». nanziamenti? mente presente, ma già operativa in Africa, A- I progetti di cooperazione internazionale sono merica latina e Asia. Perché avete scelto di trasformare Expo in iniziati già in fase di candidatura, sia come uno un’occasione per promuovere progetti di coo- strumento d’immediato dialogo, sia di costru- “Cooperazione Internaziona- perazione internazionale? zione di un partenariato solidale. Ci sono state le” è stata talvolta sinonimo La decisione nasce dalla volontà di costruire un 485 iniziative tra proposte, accordi programma- di scandali e di pasticci bu- cammino con i paesi partecipanti, con la società tici, eventi culturali. Questo insieme d’iniziative rocratici. Come cercate di civile, con le università, con le imprese verso l’e- costituisce un patrimonio iniziale dell’Esibizione aggirare questi ostacoli? sibizione universale di Milano del 2015. La Lom- Universale. Delle 485 iniziative 218 sono state por- La Cooperazione Internazio- bardia ha sempre avuto nella convivenza, non tate a termine. Si è anche elaborata una lista di nale è ricca di esempi virtuo- sempre facile, ma invariabilmente costruttiva di 72 progetti utilizzando criteri di selezione delle si e paradigmatici, sia dei go- civiltà, una delle sue caratteristiche fondamenta- varie proposte. Ora abbiamo una ventina di pro- verni, che della società civile li: terra di Camuni, Celti, Longobardi, Franchi… getti che stiamo approfondendo con i nostri part- del nord e del sud. Senza na- Milano è nota tra l’altro per il vescovo Ambrogio ner. Infatti, la caratteristica della progettualità 12 13
Ciò che si deve far e è dar e l’opportunità alle persone di uscir e dalla condizione di grande povertà nella quale versano con le loro forze. In tal modo esse conservano la loro dignità e acquistano fiducia in sé stesse. Muhammad Yunus
DENTRO ARCHÉ DENTRO ARCHÉ 2010 - Il futuro inizia ieri spazi adeguati per affrontare certi temi delicati. 2010 - IL FUTURO INIZIA IERI L’urgenza di prevenire l’AIDS tra i ragazzi è an- cora maggiore in paesi come il Kenya, dove Ar- ché è presente da alcuni anni. Un team locale L’IMPEGNO DELL’ASSOCIAZIONE NEL PROMUOVERE UNA CULTURA SOLIDALE coordinato da un nostro operatore, interviene nel- CONTINUA A CARATTERIZZARE I PRINCIPALI AMBITI DI INTERVENTO CHE DAL 1991 le scuole primarie della diocesi di Kisii, propo- IMPEGNANO ARCHÉ NEL DARE RISPOSTA A UN REALE BISOGNO DI ASSISTENZA nendo agli studenti una corretta informazione, DEI MINORI IN CASA, IN OSPEDALE E A SCUOLA. IN CONTINUO ASCOLTO CON IL TERRITORIO, I VOLONTARI IMPEGNATI IN PRIMA LINEA RIFLETTONO ma soprattutto agevolando lo sviluppo delle ca- CON I COORDINATORI I RISULTATI CHE UN’OSSERVAZIONE ATTENTA E DISCRETA pacità di riconoscere situazioni a rischio di con- PERMETTE DI COGLIERE. DA QUI LA POSSIBILE EVOLUZIONE DI UN PROGETTO tagio HIV/AIDS e di agire di conseguenza. DIMOSTRATOSI SOSTENIBILE NEGLI ANNI. RACCOGLIAMO DI SEGUITO ALCUNE Quest’anno, i volontari della sede fiorentina di DELLE TESTIMONIANZE DI CHI A FIRENZE, ROMA, MILANO E SAN BENEDETTO Arché hanno deciso di valorizzare l’esperienza de- DEL TRONTO È CHIAMATO A DARE RISPOSTE CONCRETE. OGNI GIORNO. gli incontri di prevenzione inserendo un ulterio- dano i paesi del continente subsahariano. a cura di Giovanni Soriente, Antonello Figà Talamanca, re spunto di riflessione ovvero creando un social- A conclusione del ciclo dei tre incontri previsti dal Ilaria Quondamatteo, Dora Spazzafumo e Mariuccia Magri link tra la scuola media statale “Dino Compagni” progetto originario si aggiunge l’elemento di no- di Firenze e quella di Kisii. Il progetto Prometeo è vità: alle classi tocca il compito di preparare del stato rivisto e adattato per dare la possibilità ai materiale da inviare ai propri coetanei di Kisii, scri- Firenze e Kisii più vicine grazie verso le persone colpite dal virus dell’HIV. Ar- ragazzi di riflettere sulla propria realtà confron- vendo una lettera di presentazione e introducen- a un social-link ché ha investito costantemente risorse in questo tandola in maniera diretta con i propri coetanei do su un cartellone le loro idee che saranno og- progetto, perché tutt’oggi, in assenza di vacci- più lontani. getto di discussione durante la videoconferenza. La responsabilità di Arché nella prevenzione del- ni o cure definitive, la prevenzione resta l’arma A maggio, infatti, ogni classe avrà modo, attra- Parallelamente, gli studenti africani hanno svol- le malattie e dei comportamenti a rischio si e- più efficace per combattere l’AIDS. Entrare in clas- verso il web, di incontrare in videoconferenza la to lo stesso percorso. sprime da oltre 10 anni attraverso il progetto Pro- se e dare l’opportunità ai ragazzi di esprimersi classe abbinata per discutere insieme il tema My In attesa degli incontri che si terranno a maggio, meteo che coinvolge i giovani volontari dell’As- liberamente su argomenti importanti come la ses- strategy for an AIDS-FREE future. i volontari di Firenze hanno avuto la possibilità di sociazione a Milano, Firenze e Roma. sualità e l’affettività rappresenta una rara oc- Nel corso degli incontri del Prometeo si è dato mol- visionare il lavoro svolto finora, e ancora una vol- Il tema affrontato insieme agli studenti della ter- casione per affrontare insieme anche altri temi to più spazio alla condizione che caratterizza il ta è emersa in maniera chiara la voglia dei ragaz- za media inferiore – considerati una categoria a importanti, come la diversità, il pregiudizio e Kenya e l’Africa in genera- zi di confrontarsi su temi importanti come l’AIDS, rischio di contagio, ma soprattutto una “risorsa” l’importanza di assumere atteggiamenti respon- le. I medici volontari della la sessualità, il terzo mondo e la necessità di at- con rappresentazioni sui problemi sociali anco- sabili. Clinica Pediatrica I Malat- tuare da subito comportamenti responsabili ver- ra in via di definizione – è quello di prevenire Da sempre, gli alunni delle scuole hanno dimo- tie Infettive dell’Azienda O- so di sé e gli altri. comportamenti “azzardati” e la discriminazione strato un forte interesse per questo tipo di atti- spedaliera Universitaria L’obiettivo che i volontari si sono posti attraver- vità, che non si limita a coinvolgere unicamente Meyer di Firenze, durante so il social link è offrire in uno spazio virtuale u- il gruppo classe, ma anche il corpo insegnanti. l’incontro dedicato alla na reale occasione di confronto che travalichi i Ciò che più di ogni altra cosa contribuisce al suc- spiegazione scientifica del confini della propria città o del proprio paese, fa- cesso di Prometeo è sicuramente la sensibilità con virus HIV, hanno arricchito cendo vedere due lati di uno stesso mondo senza cui vengono accolti non solo i bisogni degli stu- il proprio intervento par- il filtraggio di pellicole cinematografiche, video- denti, ma anche quelli dei genitori e degli inse- lando dei problemi di ca- giochi, villaggi turistici, ma facendo compiere a gnanti, che spesso non hanno gli strumenti o gli rattere sanitario che riguar- ragazzi così lontani un tratto di strada insieme. 16 17
DENTRO ARCHÉ 2010 - Il futuro inizia ieri Seminando l’accoglienza Saranno corsi distribuiti in due incontri, ciascu- ne. Servirà agli operatori raggiunti diretta- no di cinque o sei ore, tenuti da un medico in- mente da Arché ad adeguare il proprio com- fettivologo, da un pedagogista, da uno psico- portamento, ma anche a farli diventare punto di «Ninna oh, ninna oh. Questo bimbo chi lo vuo’?» In questi giorni logo e da un assistente sociale. riferimento e informazione per gli altri opera- Se il bimbo, il fanciullo o, più genericamente, il si stanno mettendo a pun- tori che agiscono sul medesimo territorio. La spe- minore è sieropositivo, la risposta all’interro- to le linee che definiscono gli ranza è che da questo seme possa nascere e svi- gativo giocoso di un’antica ninna nanna è, tra- obiettivi dei singoli interventi. lupparsi l’albero della corretta accoglienza per gicamente: nessuno. Nemmeno chi, per defini- Poi, nella seconda metà di maggio, il minore sieropositivo che, altrimenti, si trove- zione e per funzione, è preposto all’accoglienza partirà il primo corso pilota in una ca- rebbe sempre più solo nelle sue difficoltà socia- del minore bisognoso di aiuto. È questa l’espe- sa famiglia che, per l’appunto, ha ap- li ad affrontare la propria malattia. rienza ripetuta di chi si occupa di infanzia in dif- pena accolto fra le sue mura un ragaz- ficoltà. zo sieropositivo in una cittadina a metà Quando un nucleo familiare si scontra con gravi strada fra Roma e Frosinone. Subito dopo, disagi sociali, è spesso necessario allontanare mo- fatta un’analisi dei risultati e delle even- Due testimonianze di impegno mentaneamente i figli minori. Intervengono co- tuali difficoltà incontrate con questa prima a confronto sì case famiglia e centri di accoglienza. Ma se il esperienza – e fatti gli aggiustamenti relati- minore è positivo all’Hiv le resistenze sono enor- vi – via verso una più vasta applicazione di Ilaria coordina da volontaria la nuova sede di Ar- mi. Una gran parte di queste strutture si rifiuta quanto appena illustrato. ché a San Benedetto del Tronto. Nel 2008 ha con- persino quando vengono garantiti ulteriori aiu- Le mete successive riguarderanno alcune strut- tribuito fattivamente alla sua nascita. Racconta ti di tipo economico o di sostegno specifico. ture rivolte ai minori, italiani e stranieri, nel bas- con soddisfazione i risultati raggiunti grazie al- I terribili miti, le nefaste dicerie, le tremende so Lazio, in Campania e in Puglia. Saranno coin- l’impegno del gruppo di volontari marchigiani. fantasie createsi intorno all’Aids e all’infezione volte quelle di maggiore dimensione, ossia con Hiv, sono lungi dall’essere sconfitti. Così, anche più centri di accoglienza o con collegamenti a più «A quasi un anno dal termine del primo corso di quando, alla fine, il minore trova una colloca- case famiglia, in modo che i collaboratori di Ar- formazione per volontari siamo impegnati a ga- zione, resta per lui il rischio che là, in mezzo a ché possano raggiungere il più alto numero pos- rantire l’accoglienza dei bambini presso l’UMEE giovani già discriminati dalla sorte, venga ul- sibile di operatori. L’obiettivo è fornirli di cono- dell’ospedale di San Benedetto. La responsabi- teriormente discriminato. scenze mediche, psicosociali e legali che li aiuti- lità di chi ha scelto di mettere il proprio tempo Nasce per questo il nuovo progetto Seminando no a contenere ed elaborare l’ansia generata da per servire la causa di Arché ci fa essere fiduciosi l’Accoglienza che la sede romana di Arché è sta- paure irrazionali dovute a informazioni errate sul- nella possibilità di avviare tra qualche anno nuo- ta chiamata a realizzare in questi specifici con- l’Hiv e l’Aids, e di dare loro strumenti e cono- vi progetti. testi. Volontari e collaboratori andranno nei cen- scenze per instaurare un rapporto corretto e pro- «Meno di due anni fa pensavamo ad assemblare tri di accoglienza per minori e nelle case fami- ficuo con i minori sieropositivi. i primi mattoni. Nel 2009, la tenacia e il riscontro glia a fare corsi di formazione agli operatori che Sulla base dell’esperienza maturata, sarà Infine positivo di molti ci hanno dato sostegno e oggi vi lavorano così come, con il progetto Prometeo, elaborato e consegnato a tutti coloro che avran- possiamo dire che sebbene l’inizio di una nuova vanno già da anni nelle scuole a parlare di Hiv no seguito i corsi una sorta di manuale. Conterrà avventura, per quanto entusiasmante, sia sem- e Aids per informare i giovani sui rischi e le mo- le linee guida per le relazioni con i giovani sie- pre la fase più critica, avevamo ragione di cre- dalità di contagio, per prevenire la diffusione ropositivi differenziate per fasce d’età, per tem- dere nel nostro progetto. Il primo ingresso nel re- della malattia e sfatare leggende. pi, luoghi, modalità e intensità di frequentazio- parto con i bambini, la gratitudine dei genitori 18 19
DENTRO ARCHÉ 2010 - Il futuro inizia ieri che ci comunicano il piacere dei propri figli di ri- tari che coordino che la gratuità del nostro im- Il 2 maggio la Filarmonica della Scala La prova concerto del 2 maggio è una vera e pro- trovarci in ospedale a giocare con loro, la sen- pegno ha risposto bene alla prima sfida che ab- sostiene Arché pria lezione interattiva in cui maestro, orchestra sazione che qualcosa sta cambiando, la condivi- biamo raccolto nella nostra città. I nuovi volon- e pubblico sono protagonisti in un insolito e u- sione di un disagio che diventa più leggero e la tari che ci affiancheranno nel tempo, ci permet- Se la forza aggregante della musica è ricono- nico scenario. gioia di un sorriso che si amplifica ci dicono che teranno di ascoltare più attentamente il nostro sciuta tout court meno ovvie sono le iniziative da una parte c’è chi sta dando in punta di piedi territorio e di entrare in rete con gli enti pub- culturali che promuovono lo sviluppo sociale. La e dall’altra qualcuno che fiducioso, timidamen- blici. Il tempo e le energie, se si vuole, non man- musica avvicina l’animo delle persone, si apre te o in modo vivace, dimostra di apprezzare. Al- cano. Tutto sta a incanalarle nella giusta dire- a un dialogo universale perché tale è il suo lin- l’inizio di quest’anno abbiamo organizzato la pri- zione e ottimizzarle. guaggio. La Filarmonica della Scala, grazie al ma festa di carnevale con i bambini dell’UMEE. sostegno di Unicredit e della Fondazione Uni- Dora è una delle volontarie di Arché a San Bene- dea, apre le porte alla città di Milano e prose- detto del Tronto. Da circa un anno è impegnata gue il tradizionale sostegno nei confronti delle presso l’U.M.E.E. (Unità Multidisciplinare del- organizzazioni non profit con una causa socia- l’Età Evolutiva) e racconta: le qualificata. Ci fa piacere che tra le quattro scelte ci sia Arché. «Qui ho la possibilità di conoscere e vivere gior- L’iniziativa ha un doppio vantaggio, dona il ri- no per giorno le difficoltà di apprendimento e di cavato della vendita dei biglietti alla nostra As- inserimento di questi bambini, e le difficoltà dei sociazione e offre l’ingresso a un costo ridotto genitori che devono sostenerli quotidianamente. (minimo 5 euro massimo 50) al teatro scaligero L’entusiasmo e A volte anche con tante difficoltà, in tutte le lo- per assistere ad alcune Prove Aperte dei concerti l’impegno dei vo- ro esigenze. L’amore di questi genitori, la gioia e in programma per la stagione 2009/2010. Semyon lontari hanno contri- la voglia di vivere di questi bambini, nonostan- Bychkov dirigerà la Sinfonia n. 2 di Schumann a buito al suc- te tutto, mi danno forza. Poter giocare con loro favore di Arché. ces- nelle ore in cui attendono di essere visitati dai so di medici o di essere sottoposti a una terapia, così un bel come ascoltare i loro genitori nei rari momenti di momento di sfogo, mi fa capire che l’arte di amare che tro- condivisione e ag- viamo nel vangelo ha tante espressioni concrete gregazione. La risposta e tangibili. L’insegnamento è quello di amare tut- più bella è stata quella ti, ma proprio tutti. Non si tratta di scegliere il dei bambini, dei genitori simpatico o l’antipatico, il bello o il brutto, l’ita- e dei medici che ci hanno liano o lo straniero, il bianco o il nero... In ospe- invitato a replicare l’inizia- dale i bambini mi ricordano con gesti semplici tiva. Consapevoli dell’impe- che l’amore non conosce frontiere e quando tor- gno e delle azioni che una no a casa sono talmente arricchita da tutto ciò simile organizzazione ri- che ho visto e vissuto in prima persona che la mia chiedono, mi sento di stanchezza fisica e i pensieri che in altri momen- poter dire anche a ti occupano la mia mente mi sembrano, credete- nome dei volon- mi, ben poca cosa». 20 21
DENTRO ARCHÉ C’È LA FAI! APRE LE PORTE L’IMMOBILE REQUISITO DAL COMUNE DI MILANO ALLA CRIMINALITÀ ORGANIZZATA E ASSEGNATO AD ARCHÉ. LO SPAZIO SARÀ DESTINATO ALLE ATTIVITÀ DI ANIMAZIONE SOCIALE DEL NOSTRO PROGETTO FREQUENZEAIMPULSI. ECCO LA PRESENTAZIONE DEL NUOVO SPAZIO TRATTA DAL BLOG DEL PROGETTO. a cura di Alberto Olivari S periamo che per tutti sia tutto a po- sto, che la vita riprenda in tutta la sua rassicurante, spesso noiosa, routine quotidiana. Ora guardatevi pure in- torno e osservate se è cambiato qualcosa in zo- na. L’edicola è sempre lì, i panettieri anche, al posto del fotografo c’è una pescheria. Altro? Cer- Il comune denominatore è uno: energia latente che va canalizzata verso qualcosa di concreto. Non certo nel senso che alla Fai costruiamo tavo- li o padelle, ma nel senso che cerchiamo di far vi- vere ai ragazzi esperienze dense, solide. Tramite la propria creatività possono sfogarsi, dare voce o suono a ciò che pensano o vedono, esprimere to! La Fai ha trovato casa! qualcosa di significativo che, altrimenti, non es- Ebbene sì, anche noi nel nostro piccolo per ge- sendo patrimonio dei dispositivi canonici, an- stire le nostre attività con i ragazzi abbiamo bi- drebbe perso. Del resto lo sviluppo della perso- sogno di spazio. Da dove è nata questa necessità? na, meglio, la formazione della persona, dell’io, Perché il tutto è rivolto verso i ragazzi? passa per diverse strade. La coscienza di sé, di chi È difficile in una città riuscire a riunirsi, a tro- sono e di chi voglio essere, la responsabilità, la varsi, a confrontarsi in luogo che non sia l’aula capacità di mantenere determinati impegni si im- scolastica o il campo di calcio. Una volta termi- parano crescendo e spaziando in diversi campi, nato il da farsi (“Prima il dovere e poi il piacere” raccogliendo esperienza da diversi settori. La Fai ripetono le nonne premurose) la maggior parte è uno di questi. Sarà nello spazio di via Jean Jau- dei giovani sente il bisogno di riunirsi, di espri- mersi, di dedicare le energie rimaste in qualco- res, poco distante dalla Martesana, che Anna, sa di più, qualcosa che li appaghi. Francesco, Daniele e Alberto porteranno avanti i Tuttavia, che possibilità ci sono? Qualcuno per progetti iniziati anni fa, ovvero web radio, sala passare il tempo gironzola a casaccio, altri, cor- registrazione e laboratori di varia natura, rigo- rispondenti alla categorie dei pigri, piazzandosi rosamente non geneticamente modificata. davanti a uno schermo si lasciano andare a una Per sapere qualcosa di più vi consiglio caldamente ipnotica passività semi-dannosa, gli amanti del- di visitare il sito www.frequenzeaimpulsi.org. le droghe leggere trovano in Piazza Massari un In ogni caso, siate certi che sentirete ancora par- comodo rifugio. lare di noi. 22 23
S O T T O S O P R A S O T T O S O P R A In fondo alla strada IN FONDO ALLA STRADA luppo sono anemiche. Ciò causa la nascita di bambini sottopeso e malsani. I casi di anemia delle donne in gravidanza sono attesi in crescita di 1,2 mi- LA CRISI ECONOMICA MONDIALE È ANCORA FONDAMENTALMENTE DISCUSSA lioni in Asia e 700 mila in Africa. A peggiorare ulteriormente la situazione COME SE RIGUARDASSE ESCLUSIVAMENTE IL CROLLO DEI SISTEMI BANCARI, sta il fatto che ciò avviene in un periodo in cui la recessione mondiale sta producendo perdite di posti di lavoro o riduzioni salariali ovunque (a li- LA CONTRAZIONE DELLE ESPORTAZIONI E LA PERDITA DI POSTI DI LAVORO vello globale la disoccupazione è salita al 6% nel 2008). Conseguentemen- NEL MONDO OCCIDENTALE. MA IN FONDO ALLA STRADA CHE INIZIA te in alcuni paesi poveri occorrono 10 ore di lavoro in più alla settimana CON I DISASTRI FINANZIARI DEI PAESI RICCHI CI SONO I BAMBINI MALNUTRITI per sfamare una famiglia di cinque persone. E LE DONNE IN GRAVIDANZA ANEMICHE DEI PAESI POVERI. Ne risulta un fardello che grava pesantemente sulle spalle delle donne, co- L’AFRICA SUBSAHARIANA, CHE PRIMA DELLA CRISI CRESCEVA A TASSI MOLTO me sottolineano gli esperti: «Le donne sono normalmente le ultime a be- INCORAGGIANTI, NEL 2009 HA DRASTICAMENTE RALLENTATO LA SUA CORSA. neficiare degli incrementi di reddito, ma sono solitamente le prime a sop- L’ISOLAMENTO RISPETTO AI MERCATI MONDIALI LE HA RISPARMIATO portare i sacrifici quando la situazione economica si deteriora». UNA RECESSIONE, MA LE PRIME STIME INDICANO COMUNQUE A marzo 2010 l’Africa Subsahariana è stata meta dell’ultimo viaggio di Do- UNA FLESSIONE DEI REDDITI PRO CAPITE. minique Strauss-Kahn, direttore del Fondo Monetario Internazionale. Se- condo il Fmi, la crescita economica del continente nero dovrebbe salire al di Graziella Aquino 4,5% nel 2010, sostenuta dalla ripresa mondiale. Il direttore del Fondo ha L e recenti ricerche condotte dalle commissioni attivate nell’ambi- to delle Nazioni Unite indicano quanto la crisi abbia colpito la parte di popolazione maggiormente affetta dal crollo: i poverissimi. Tra il 1990 e il 2007 il numero di persone affama- La Banca Mondiale ha già stimato che entro il 2015 la crisi condurrà a un incremento della mortalità infantile compresa tra 200 e 400.000 piccoli. I più poveri sono particolarmente vulnerabili alle flut- tuazioni dei prezzi dei beni alimentari, che nel 2009 sono scesi sensibilmente rispetto all’anno precedente. Tuttavia, non sempre la flessione sui tuttavia sottolineato la necessità di ridurre la vulnerabilità delle economie africane, ancora fortemente esposte a variabili esterne. In termini più generali gli economisti hanno individuato le caratteristiche che contraddistinguono i paesi maggiormente esposti agli effetti di una re- cessione mondiale. Un fattore di rischio è ad esempio rappresentato dall’essere un paese for- temente esportatore verso i mercati USA e Europa, la cui domanda si è for- temente contratta per effetto della crisi. Un ulteriore fattore di rischio ri- te è aumentato di circa 80 milioni, nonostante mercati internazionali si traduce in un corrispet- guarda paesi che esportano prodotti i cui prezzi sono fortemente elastici al quello fosse un periodo di relativo aumento del- tivo declino dei medesimi sui mercati locali. Nei variare dei livelli di reddito, come per esempio lo Zambia che subisce gli ef- le entrate nei paesi in via di sviluppo. Solo nel 2008 paesi più poveri una crescita del 50% nel prezzo fetti di pesanti riduzioni nel prezzo del rame o di altri paesi africani o ca- il numero è cresciuto di ulteriori 40 milioni, fino a dei prodotti di prima necessità obbliga le fami- raibici che sono colpiti nei propri settori turistici. raggiungere 963 milioni: la crescita in un solo an- glie a destinare circa il 60% del proprio reddito al- Ancora in difficoltà possono trovarsi paesi dipendenti dalle rimesse dei pro- no è stata pari a circa la metà della crescita dei l’acquisto di questi prodotti (che già allo stato at- precedenti 17 anni! In altre parole, un numero spa- pri emigranti, così quell’importante aiuto che giungeva nei paesi in via di tuale incidono ben per il 50% sulle già ridotte so- ventosamente enorme di bambini e di donne in stanze). Inizialmente le persone rinunciano ai pro- sviluppo grazie agli invii provenienti dalle elevate remunerazioni di cui u- gravidanza non dispongono del cibo di cui han- dotti alimentari non ritenuti di base, rinunciando sufruivano gli impiegati indiani alla City di Londra è venuto meno. no bisogno per vivere. Il rapporto stima che il nu- così alla qualità e alla varietà. Nella fase succes- Se, come abbiamo visto, il mondo globalizzato rende inevitabile la propa- mero di bambini sottonutriti crescerà da 121 a 125 siva l’ulteriore riduzione in termini di quantità e gazione degli effetti disastrosi di una crisi che inizialmente sembrava ri- milioni entro il 2010. Si tratta di una previsione la minor attenzione alla sicurezza dei prodotti con- guardare una sola porzione, allora che si possa almeno esprimere la spe- probabilmente ottimistica, alla luce degli ultimi sumati producono gravi conseguenze sulla salu- ranza che il superamento dell’attuale crisi produca effetti significativi e du- dati relativi all’economia mondiale, in recessione te delle persone. Attualmente circa 50 milioni, cioè raturi anche in quella parte di mondo fino a oggi esclusa dai circoli virtuo- nel 2009 per la prima volta da decenni. il 40% delle donne incinte dei paesi in via di svi- si che il progresso ha prodotto. 24 25
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