Mate 20 Pro, il nuovo top di gamma firmato Huawei

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Mate 20 Pro, il nuovo top di gamma firmato Huawei
Mate 20 Pro, il nuovo top di
gamma firmato Huawei
Dopo il P20 Pro lanciato nel corso della primavera passata,
Huawei fa il bis nel segmento degli smartphone top di gamma. A
Londra il colosso cinese ha infatti svelato il Mate 20 Pro, un
dispositivo che guarda a chi lavora in mobilità. Sicurezza,
potenza e durata della batteria sono le caratteristiche di
spicco, in cui il nuovo smartphone è “ineguagliabile”, almeno
Mate 20 Pro, il nuovo top di gamma firmato Huawei
stando alle parole del Ceo Richard Yu. Così come senza rivali,
spiega l’azienda, è la fotocamera.

Obiettivo dell’azienda appare quindi evidente è quello di
tenersi alle spalle Apple, superata per volumi di vendita
globali, e andare all’inseguimento di Samsung, leader del
settore mobile. Sul fronte della sicurezza, come l’iPhone X il
Mate 20 Pro integra un sistema di riconoscimento
tridimensionale del volto, ma aggiunge un lettore di impronte
digitali inserito sotto lo schermo, un display Oled in vetro
curvo da 6,39 pollici. Lo smartphone – che ha anche un
fratello minore, il Mate 20 – integra il processore Kirin 980,
primo chip a 7 nanometri al mondo che migliora le performance
e riduce i consumi. Su questo fronte il Mate ha una batteria
che promette di durare ben oltre una giornata, e che può
persino ricaricare un altro smartphone in modalità wireless.
Il processore ha a bordo l’intelligenza artificiale, che si
vede nella tripla fotocamera posteriore sviluppata con la
tedesca Leica.

Nei ritratti, ad esempio, all’effetto bokeh si aggiunge la
possibilità di avere il soggetto a colori e lo sfondo in
bianco e nero. Andando ancora più nel dettaglio, il Mate 20
pro monta sul retro una grandangolare da 40 megapixel,
un’ultra-grandangolare da 20 mp e un teleobiettivo da 8 mp,
che con il flash formano un nuovo design quadrato. I sensori
consentono di scattare da distanza molto ravvicinata, fino a
2,5 centimetri. Migliora il riconoscimento di oggetti e
scenari, e la messa a fuoco delle foto multilayer. Nel notch
frontale, insieme ai sensori del 3D Face Unlock con cui
accedere anche alle app, c’è invece una fotocamera da 24
megapixel.

Tra le curiosità, la possibilità di scannerizzare con la
fotocamera l’immagine 3D di un oggetto, ad esempio un pupazzo
di peluche, e farne una emoji tridimensionale animata. La
fotocamera usa il 3D anche per calcolare le calorie nel
piatto, con il riconoscimento sia del tipo di cibo, sia della
Mate 20 Pro, il nuovo top di gamma firmato Huawei
quantità. La batteria è da 4.200 mAh, si ricarica al 70% in
mezz’ora e ha il wireless reverse charging con cui caricare un
altro smartphone a mo’ di power bank.

Diventa wireless anche il Pc projection, cioè la possibilità
di trasferire lo schermo da telefono a tv. Il Mate 20 Pro
arriva con 6 GB di Ram e 128 GB di memoria interna,
espandibile con le nuove e più piccole schede nano SD. Il
sistema operativo è Emui 9, basato su Android 9 Pie.
Resistente ad acqua e polvere (IP68, può scattare foto
sott’acqua), è disponibile in sei colori, tra cui il verde
smeraldo e il blu mezzanotte con un nuovo pattern rigato nella
scocca posteriore, cui si aggiungono nero, oro rosa, argento e
twilight. Il Mate 20 si presenta invece con uno schermo Lcd da
6,53 pollici. Le fotocamere posteriori sono da 12, 16 e 8
megapixel, mentre la frontale resta da 24 mp.

Processore e sistema operativo sono gli stessi del fratello
maggiore, così come la memoria interna, mentre la Ram è da 4
GB. Non mancano lo sbocco con il riconoscimento del volto e
l’impronta digitale, ma con tecnologie diverse dal modello di
punta. Il notch, di conseguenza, è più piccolo. Huawei Mate 20
e Mate 20 Pro sono già disponibili nei mercati europei.

Il Mate 20 ha un prezzo di 799 euro per la versione con Ram da
4GB, 849 euro per 6 GB. Il Mate 20 Pro ha un listino di 1.049
euro. L’azienda a sorpresa ha svelato a Londra anche il Mate
20 X, con schermo da 7,2 pollici (praticamente un tablet),
batteria da 5mila mAh che garantisce 23 ore di riproduzione
video. E’ compatibile con un pennino, dedicato a chi con il
dispositivo studia o lavora. Strizza poi l’occhio ai
videogiocatori, con un joypad attaccabile che trasforma lo
smartphone in una console portatile. Nel corso della
presentazione Huawei ha poi svelato il Mate in versione
Porsche, con scocca posteriore in pelle, 8 GB di Ram e fino a
512 GB di memoria interna. In conclusione, il Huawei Watch GT:
non un vero smartwatch, ma uno sportwatch pensato
prevalentemente per l’attività fisica, così come la nuova
Mate 20 Pro, il nuovo top di gamma firmato Huawei
smart band dell’azienda cinese, la Band 3 Pro. Il Mate 20 X
sarà disponibile dal 26 ottobre a 899 euro; il Mate 20 RS
Porsche Design dal 16 novembre a 1.695 euro (256 GB di memoria
interna) e 2.095 euro (512 GB). Il Huawei Watch GT è venduto a
199 euro nella versione sport e a 249 euro nella versione
Classic, mentre la Band 3 Pro ha un prezzo di 99 euro.

F.P.L.

Assassin’s Creed Odyssey, la
saga   approda   nell’antica
Grecia
Con Assassin’s Creed Odyssey per Pc, Xbox One, Ps4 e Switch,
Ubisoft prosegue e amplia il progetto di rinnovamento della
saga iniziata lo scorso anno con Origins (qui la nostra
Mate 20 Pro, il nuovo top di gamma firmato Huawei
recensione). Basti pensare che solo tre anni fa la serie
sembrava essersi arenata in un loop di titoli molto simili fra
loro, ma solo ambientati in epoche differenti. Dopo lo stop di
un anno deciso dalla casa francese, a seguito del lancio di
Assassin’S Creed Sindycate, però la musica e cambiata e sia
nel 2017 che soprattutto adesso ci hanno mostrato cosa vuol
dire rinfrescare una saga senza stravolgere ciò che c’era di
buono in passato, ma soprattutto migliorandone diversi
aspetti. Venendo al dunque ed esaminando da vicino questo
Assassin’S Creed Odyssey va fatta una premessa, ossia: la
storyline non basa il proprio racconto del passato sull’eterna
lotta tra Assassini e Templari bensì su un vero e ben
documentato conflitto storico avvenuto nell’Antica Grecia tra
il 431 e il 404 A.C. ossia la Guerra del Peloponneso.

In questo arco temporale viene ben descritta la lotta tra
Sparta e Atene che diede vita a uno dei contrasti più aspri e
duri che la storia ricordi e che, di conseguenza, cambiò
profondamente lo scheletro della Grecia stessa. Il team
Ubisoft Quebec ha ben studiato l’argomento, e vista
l’accuratezza nei dettagli mostrata nel corso di tutto il
gioco, se si è amanti di quel particolare periodo storico,
rimarrete assolutamente estasiati da quest’ultimo capitolo
della serie. Ancora di più di quanto visto in Origins,
Assassin’s Creed Odyssey vuol essere un RPG a tutto tondo con
elementi esplorativi e molte altre caratteristiche che
distinguono questo genere. Una volta lanciato il gioco ci si
accorge della prima grande novità, per la prima volta nella
serie i personaggi giocabili tra cui scegliere saranno due:
Alexios o Kassandra. Essendo ambientato 400 anni prima di
Origins, in Odyssey la confraternita degli Assassini non ha
ancora assunto i contorni che tutti i fan della saga conoscono
di conseguenza i protagonisti saranno semplici mercenari
spartani, discendenti di Leonida ed esiliati da bambini a
seguito di una tragedia familiare. Dopo le prime ore di gioco
si viene lanciati così in un epico viaggio che ha inizio
Mate 20 Pro, il nuovo top di gamma firmato Huawei
dall’isola di Cefalonia, un luogo nelle vicinanze dell’iconica
dimora di Ulisse. Si possono incontrare personaggi
carismatici, si affrontano epiche battaglie navali e scontri
campali. Si combatte contro l’esercito di Sparta o contro
quello di Atene e pian piano saranno svelati i segreti della
Prima Civilizzazione, uno degli elementi più oscuri
dell’universo della saga, il tutto per diventare un vero eroe
Greco, cambiare le sorti della guerra e portare alla luce i
segreti della propria stirpe. Rispetto ai precedenti episodi,
la storia di Assassin’S Creed Odyssey è però narrata in modo
differente: la maggior parte dei dialoghi infatti sono a
scelta multipla e le decisioni che si prenderanno avranno
conseguenze, più o meno visibili, su trama, mondo di gioco,
destino di alcuni personaggi e finale della storia, che
ricordiamo possiede ben 9 epiloghi differenti.

https://www.youtube.com/watch?v=Q4UYOOxdjxw

Lungo il corso dell’avventura non ci sono decisioni giuste o
sbagliate, ognuno è libero di vivere la propria “Odissea” come
meglio crede, assumendosi però le conseguenze delle proprie
azioni che potrebbero persino dare vita a tragici eventi. In
tutto questo peregrinar per la Grecia antica è molto
importante sottolineare che in questo nuovo capitolo della
saga è presente Layla, conosciuta in Origins. La donna, che
vive nel presente, è il motore scatenante degli eventi in
quanto è alla ricerca di un qualcosa ben più importante dei
frutti dell’Eden. A livello di carisma Layla è ancora molto
lontana dal mito di Desmond, il protagonista storico della
serie, ma gioco dopo gioco siamo certi che l’interesse verso
questo personaggio crescerà sempre di più fino a forgiare un
nuovo eroe iconico del brand. Assassin’s Creed Odyssey offre a
tutti gli appassionati una gigantesca offerta, ma affida il
timone al giocatore, chiamandolo a costruire da solo la
propria storia. Ad accompagnare una scrittura migliorata della
storia è presente anche una diversa gestione del livello
richiesto per compiere le missioni. Ad esempio se si è
Mate 20 Pro, il nuovo top di gamma firmato Huawei
lasciato indietro un compito, man mano che Kassandra ed
Alexios diventeranno più forti le missioni si faranno più
difficili avanzando di livello al pari del protagonista.
Questa è una scelta vincente, che non sminuisce nessuna quest,
neanche quelle delle prime ore di gioco, garantendo sempre una
sfida ben proporzionata. Per aumentare di livello sarà
necessario svolgere svariati compiti, dato che la progressione
risulta simile a quella vista in Origins. A step prestabiliti,
infatti, la trama principale alza l’asticella del livello
richiesto, e nelle fasi finali il gap da coprire è abbastanza
importante. Tutto questo aumenta la longevità in quanto sarà
necessario dedicarsi a lunghe sessioni di sottoquest per
potenziare il proprio avatar. Nonostante le missioni che si
adattano al livello del giocatore, bisognerà dedicarsi a
svariate ore di farming che vanno in contrasto con il
coinvolgimento emotivo della scrittura, che dispensa momenti
degni di nota ad altri piuttosto blandi. Nella difficoltà
complessiva del titolo persiste qualche sbilanciamento nella
difficoltà generale, con quest che presentano nemici più
coriacei rispetto al livello richiesto e viceversa. Nulla di
estremamente complesso che rovina l’esperienza di gioco, ma
comunque va sottolineato. Assassin’s Creed Odyssey rappresenta
la vera rottura con l’anima storica della serie, reggendo
meglio gli attuali standard degli action RPG ma lasciando
ancora qualche piccola sbavatura tra conseguenze delle scelte
e progressione.

È certo che Ubisoft ha dato grande enfasi al senso di
immersività, integrando un sistema opzionale di vivere
l’esperienza di gioco: nella “Modalità Esplorazione” è
possibile infatti rimuovere tutti i simboli da HUD e mappa, e
raggiungere i luoghi di interesse affidandosi unicamente alle
indicazioni raccolte dai dialoghi. Una trovata senz’altro
particolare ma considerando che per completare tutti i filoni
narrativi ci sono volute circa settanta ore, vivere l’enorme
esperienza che offre Odyssey in questo modo fa lievitare in
Mate 20 Pro, il nuovo top di gamma firmato Huawei
maniera enorme le ore necessarie al completamento
dell’avventura. Ciononostante è palpabile la volontà degli
sviluppatori di offrire un approccio meno guidato alle vicende
della campagna, e ne è un caso emblematico la lotta alla
setta: una lunga caccia a tutti i membri del culto, protetti
dall’anonimato. Alcune figure di questa pseudo massoneria
fanno la loro comparsa seguendo la quest principale, altre si
nascondono in luoghi da scoprire solo dopo aver ottenuto il
giusto indizio. Si tratta di un pizzico di brio che non
dispiace, e che aiuta a variare la formula delle quest
relative alla sottotrama. Giocando ad Assassin’S Creed Odyssey
la sensazione che si prova rispetto al passato è quella di una
costante miglioria rispetto a quanto visto in passato figlia
di ciò che è stato fatto con Origins. Ad esempio i
combattimenti restano all’apparenza identici ma influenzati da
un’assenza piuttosto importante, ossia quella dello scudo. Lo
strumento è stato volutamente rimosso e la manovra difensiva è
affidata per intero ad una parata con l’arma equipaggiata. Una
delle novità più interessanti però è un sistema di abilità
attive estremamente ricco di mosse, dall’iconico “calcio di
Sparta”, ispirato al film 300, alla possibilità di strappare
gli scudi nemici. Tutte le abilità, insieme ai perk passivi,
sono divise in tre rami differenziati, ed ognuna di esse può
esser ulteriormente potenziata un certo numero di volte. Ne
risulta che attraverso le ore di gioco ognuno si può plasmare
il proprio personaggio come si preferisce, grazie anche alla
possibilità di riassegnare tutti i punti esperienza col giusto
ammontare di dracme. A mettere un po’ di pepe all’avventura ci
pensano i mercenari, una versione riveduta e corretta dei
Phylakes visti in Origins. Questi cacciatori di taglie si
muoveranno nel caso di reati commessi alla luce del sole, e
rappresentano una minaccia costante e fastidiosa. Se nel
capitolo scorso il loro arrivo era favorito dagli allarmi
delle fortezze, in Assassin’S Creed Odyssey la loro caccia
diventa più pressante e, soprattutto, senza fine. L’unica
pecca in tutto questo gran calderone di novità e migliorie è
l’intelligenza     artificiale    nemica   che,   nonostante
Mate 20 Pro, il nuovo top di gamma firmato Huawei
un’aggressività maggiore, è ancora vittima di singhiozzi ben
poco appassionanti. Nell’ultima fatica di Ubisoft però non si
combatte solo a terra, infatti fanno il loro graditissimo
ritorno anche gli scontri navali, ben più approfonditi
rispetto alle brevi battaglie viste in Origins. Kassandra ha a
disposizione una sua nave, con ciurma e luogotenenti annessi,
ed un armamentario di frecce, arpioni e violenti speronamenti.
Guardando al passato di casa Ubisoft, le battaglie navali di
Odyssey non possono competere con quelle viste in Black Flag o
Rogue, ma contestualizzandole nell’ambito di un elemento
accessorio in un’offerta ludica sempre più vasta, è chiaro
come acquisiscano un valore diverso. In poche parole sono
scontri semplici, complice anche la tecnologia dell’epoca, ma
ben realizzati e funzionali al loro scopo. Insomma, alla luce
di quanto detto, Assassin’s Creed Odyssey si presenta con
un’offerta mai vista prima nella storia della serie, un piatto
ricco di elementi spalmati su una mappa a dir poco immensa,
missioni dinamiche a seconda delle scelte fatte in determinati
frangenti e migliorie alla base costruita in Origins.

A livello grafico il gioco si presenta con una qualità su
schermo assolutamente sorprendente che farà letteralmente
impazzire i giocatori. A livello tecnico raramente si possono
riscontrare cali di frame nelle fasi più concitate o bug
eclatanti. Da sottolineare, e celebrare soprattutto, la fedele
riproduzione storica della Grecia del 400 A.C. e l’amabile
colonna sonora. Buona anche la localizzazione in italiano (che
bisognerà scaricare al primo avvio del titolo e peserà ben due
giga). Non convince appieno la linea narrativa intrapresa e
continuata nel presente ma, fortunatamente, le gesta di
Alexios e Kassandra riescono a mitigare il tutto grazie a
costanti colpi di scena forti di un contesto storico tanto
solido quanto emozionante. Il nuovo Assassin’s Creed Odyssey è
l’espressione massima della serie in termini di esplorazione:
starà al giocatore decidere da che parte stare, cosa fare e
soprattutto cosa essere. Tirando le somme, la nuova avventura
Mate 20 Pro, il nuovo top di gamma firmato Huawei
sviluppata da Ubisoft Quebec taglia in modo netto con il
passato e “trasforma” Assassin’s Creed in un vero RPG con
dialoghi a scelta multipla, che avranno impatti sull’intero
mondo di gioco, un sistema di progressione delle abilità ricco
e intelligente, ma anche grazie a un sistema di gestione armi
ed equipaggiamento intuitivo e assolutamente interessante. Il
team di sviluppo ha creato un sistema di progressione corposo
e stratificato con un albero delle abilità più semplificato di
quello presente in Origins ma nello stesso tempo più efficace.
Ha poi anche stravolto in parte il sistema di combattimento
introducendo potenti e speciali abilità capaci di ribaltare le
sorti di uno scontro e rendendo i combattimenti alla luce del
sole molto più appaganti, fluidi e divertenti rispetto alle
fasi stealth. Nel farlo, però, tradisce la filosofia stessa
dell’assassino, probabilmente una scelta per andare incontro
ad un pubblico diverso. Ubisoft Quebec non ha avuto paura di
osare e il risultato sulla carta è assolutamente positivo. Sia
che siate amanti della serie, sia che non abbiate mai giocato
a un capitolo della saga, Assassin’s Creed Odysey è a nostro
avviso un acquisto obbligatorio, un titolo che ha un non so
che di magico e che è in grado di far respirare l’atmosfera
della Grecia antica.

GIUDIZIO GLOBALE:
Grafica: 9
Gameplay: 8,5
Sonoro: 9
Longevità: 9,5
VOTO FINALE: 9

Francesco Pellegrino Lise
Casa sicura con un impianto
fai da te
Chi un tempo voleva installare un impianto di allarme per
rendere la sua casa più sicura era costretto a contattare un
tecnico esperto, che si sarebbe occupato di posizionare
correttamente sensori e centralina. Oggi le cose si sono
ampiamente semplificate grazie alla disponibilità in commercio
di impianti di allarme completamente senza fili.

Le componenti di un impianto di allarme
Un impianto di allarme che ci consente di monitorare i
movimenti attorno e all’interno della casa è costituito da
varie parti. Il cuore è la centralina, da cui parte
l’eventuale segnale acustico di allarme e che si preoccupa di
elaborare i dati ricevuti dall’intero impianto. Le centraline
oggi disponibili sono prive di cablaggi, quindi si possono
posizionare anche in un cassetto, o dietro un mobile, in una
posizione difficile da trovare da parte di un malintenzionato
che entri in casa nostra. La centralina funziona grazie alla
presenza di una batteria interna a lunga durata e alla
disponibilità di una carta SIM, che permette di effettuare
chiamate preregistrate o di inviare dei messaggi SMS a dei
numeri appositamente predisposti. Se qualcuno entra in casa
nostra, o si muove lungo il perimetro, riceveremo un messaggio
che ci avvisa dell’evento. Oltre alla centralina l’impianto si
compone poi di alcuni sensori, in grado di monitorare la
situazione all’interno e all’esterno della casa.

I sensori: tipologie                  e   modalità        di
funzionamento
La centralina di un impianto di allarme non fa altro che
ricevere ed elaborare i dati ottenuti tramite dei sensori, che
vanno posizionati nei punti salienti della casa. Ad esempio su
porte e finestre, lungo il perimetro esterno, nel giardino,
nel parcheggio e anche nelle zone di ingresso alla casa.
Esistono varie tipologie di sensori, tra cui i più sfruttati
sono i sensori di movimento. Si tratta di un minuscolo sensore
che è in grado di rilevare del movimento all’interno di una
precisa zona della casa, evitando di attivarsi nel caso di
animali domestici. Oltre ai sensori di movimento ci sono anche
quelli di prossimità, che invece si attivano al passaggio di
una persona nelle loro vicinanze. Su tutti gli accessi della
casa invece si installano dei sensori che monitorano
l’apertura di tali accessi, ad esempio la porta di casa o le
finestre che danno sul giardino. Ovviamente a ognuno sta il
compito di valutare se porre questi sensori ovunque nella casa
o se invece evidenziare alcuni accessi o alcune zone più
interessanti di altre.

I sensori wireless
L’enorme innovazione degli ultimi anni riguarda la possibilità
di installare un impianto d’allarme completamente wireless,
cioè privo di cablaggi. Sensori, centralina e anche eventuali
telecamere non hanno necessità di alcun tipo di cavo, né per
la connessione alla rete elettrica, né per interconnettersi
tra di loro o alla centralina.
Ad               esempio                sul               sito
  https://prodotti.irenlucegas.it/sensore_movimento_casa è
disponibile un sensore di movimento wireless che chiunque è in
grado di installare, basta infatti semplicemente applicarlo
nella zona da monitorare: comunicherà direttamente con la
centralina dell’impianto di allarme, attivandola in caso di
passaggio di persone all’interno di un ampio raggio d’azione.

Forza Horizon 4, corse folli
e adrenalina su Xbox One e Pc
Dopo aver percorso a tutta velocità le strade del Colorado,
dopo aver bruciato treni e treni di copertoni per i
meravigliosi paesaggi dell’Europa Mediterranea e dopo aver
sfidato piloti di tutto il mondo in Australia, Turn 10 e
Playground Games hanno deciso di ambientare l’ultimo capitolo
della serie racing in esclusiva per Pc e Xbox One, Forza
Horizon 4, in Gran Bretagna. Appena avviato il gioco ci si
trova dinanzi alla prima delle molte novità introdotte in
questo quarto capitolo della serie: le Stagioni. Durante la
prima gara introduttiva si avrà la possibilità di saggiare
velocemente ognuna delle 4 Stagioni, caratterizzate da enormi
differenze paesaggistiche che coinvolgono anche il modello di
guida. Una volta conclusa questa prima gara-spettacolo
comincia quella che è una vera e propria fase introduttiva a
Forza Horizon 4. A inizio carriera la prima cosa da fare sarà
quella di scegliere il proprio alter ego virtuale tra un ampio
numero di personaggi disponibili, sia di sesso maschile che
femminile, tutti personalizzabili sia nel vestiario che con
particolari accessori e le ormai celebri emote per celebrare
le vittorie. Una volta selezionato il proprio avatar, che
fortunatamente per gli indecisi sarà possibile cambiare in
qualsiasi momento, ha inizio l’avventura nel nuovo Horizon
Festival. In Forza Horizon 4 si torneranno a vestire i panni
del novellino che vuole farsi un nome nel mondo delle corse
automobilistiche, e quale migliore occasione del Festival più
grande di tutti per affermarci come campioni? Quindi, dopo le
consuete presentazioni con alcuni dei personaggi che
supporteranno il protagonista in questa avventura, si verrà
catapultati in una sorta di proprio prologo al gioco. Durante
questa fase l’obiettivo di chi gioca sarà quello di guadagnare
il braccialetto giallo che dà accesso alle gare diventando
così a tutti gli effetti un pilota Horizon, e per farlo c’è
solo un modo: accumulare punti influenza, farsi conoscere ed
aumentare a dismisura i fan. In questa prima fase del gioco il
ciclo delle stagioni è nelle mani del giocatore, infatti, per
cambiare stagione è necessario raggiungere un determinato
valore di influenza fra i fan in modo tale da sbloccare una
gara esibizione che, una volta completata con successo,
consentirà di procedere alla stagione successiva. Si comincia
con la calda quanto semplice Estate, dove l’obiettivo
principale è correre, vincere ed esplorare liberamente la
mappa di gioco.

https://www.youtube.com/watch?v=VmQNo8xtcAg
Non appena si sblocca l’autunno, si verrà in contatto con la
seconda novità di rilievo introdotta in Forza Horizon 4: il
Mondo Condiviso. Per la prima volta nella serie, infatti, non
si gareggia più in solitaria per poi passare alla componente
multigiocatore, ma entrambe le modalità sono ora fuse in
un’unica, grandissima e favolosa esperienza di gioco. E’ bene
sottolineare, soprattutto per chi preferisce giocare in
solitaria senza alcuna interferenza, che la presenza del Mondo
Condiviso non influisce in nessun modo sulla modalità single
player visto che, durante le fasi di guida libera, le
collisioni con gli altri giocatori sono disabilitate,
annullando totalmente tutti quei comportamenti da pirati della
strada da parte di giocatori che si divertono solo ad
infastidire gli altri. In Forza Horizon 4 si ha la possibilità
di incontrare altre persone, di sfidarle o di arruolarle nella
propria carovana o di partecipare a gare con giocatori umani
invece dei soliti Drivatar guidati dall’IA, o anche
semplicemente di godersi il gioco in solitaria senza alcuna
interferenza esterna. Tutto dipende dal giocatore e nessun
obbligo andrà a modificare le abitudini di gioco di chi sta
dinanzi lo schermo. All’inizio di ogni singola gara, tranne
che per le esibizioni e altre gare speciali, si ha la
possibilità di decidere come affrontarla: giocatore singolo,
contro altre persone, in modalità rivali e addirittura in
cooperativa. Insomma, come si può capire da queste prime
righe, i ragazzi di Turn 10e Playground Games hanno svolto un
lavoro veramente eccezionale e che siamo certi accontenterà
qualsiasi tipo di giocatore: dal “lupo solitario” al più
competitivo di tutti. Una volta che si è portato a termine
l’intero ciclo stagionale del prologo si verrà catapultati in
quello che è il vero e proprio gioco. Da questo momento in
avanti le stagioni di Forza Horizon 4 assumono la loro vera
forma e durata: una settimana reale durante la quale tutti i
giocatori collegati ai server di gioco saranno sincronizzati
tra loro correndo quindi in quello che diventa a tutti gli
effetti un mondo virtuale vivente, popolato da decine e decine
di piloti scatenati. Ogni stagione è caratterizzata, oltre che
dal naturale cambiamento di panorama e di condizioni
atmosferiche che coinvolgono la morfologia dei terreni, anche
da una moltitudine di eventi a tempo come nuove sfide e nuovi
campionati stagionali che, ovviamente, si concluderanno al
cambio di stagione. Non possono certamente mancare poi i
classici eventi Forzathon, e ovviamente anche questi hanno
subito un forte rinnovamento: oltre alle classiche sfide
tipiche di entrambe le serie Forza, in Forza Horizon 4
appaiono per la prima volta i particolari eventi Forzathon
Live. Durante il gioco si verrà avvisati da un messaggio su
schermo della presenza di un evento Forzathon Live e, se lo si
desidera, sarà possibile raggiungere il luogo di inizio entro
il tempo stabilito e cominciare questa nuova avventura in
cooperativa con un massimo di altri 11 piloti. Questi eventi
sono suddivisi in tre livelli sequenziali, e per compierli
tutti si ha un tempo limite di 15 minuti. Qui non sarà
necessario sfidare altri giocatori ma cooperare per completare
le sfide proposte, ottenendo così i nuovi crediti Forzathon;
sfide che spaziano dal raggiungimento di una determinata
velocità totale davanti ad un autovelox a raggiungere un
determinato punteggio in zone di derapata e così via. Questi
particolari crediti saranno utilizzabili esclusivamente nel
nuovo Forzathon Shop, un negozio ad hoc che permette di
comprare auto e accessori altrettanto speciali, dando quindi
delle ottime motivazioni ai videogiocatori per partecipare
molto spesso a tali eventi.

https://www.youtube.com/watch?v=FPaBK2mwd5Q

Un’altra grande novità che caratterizza Forza Horizon 4 è la
“Vita Horizon”. Questa altro non è altro che un enorme
riepilogo di tutti i progressi svoltio in game, divisi per
categorie che vanno da quelle dedicate alle varie tipologie di
gara passando per le categorie relative alla personalizzazione
estetica dei veicoli, a quella per gli assetti, arrivando alle
categorie riservate all’esplorazione o alla componente
multigiocatore e addirittura alla categoria dedicata a Mixer,
la piattaforma di streaming di Microsoft, per un totale di ben
25 diverse carriere. Ogni singolo progresso ha la sua
categoria, ed ogni categoria è composta da più livelli.
Vincendo ad esempio molte gare su strada si potranno sbloccare
i livelli successivi, per arrivare poi al decimo che
sbloccherà quella che è a tutti gli effetti una finale che
permetterà ai giocatori di diventare i campioni di quella
determinata categoria. Al salire di ogni livello naturalmente
si avrà accesso a ricompense di vario tipo, da bonus in
crediti, ruote della fortuna, a gare di livello superiore,
passando per accessori per la personalizzazione degli avatar
fino a nuovi clacson o anche nuove frasi per la chat rapida.
Sempre in tema di novità, in Forza Horizon 4 fanno la loro
comparsa le Case. Posizionate per l’enorme mappa di gioco ci
sono diverse abitazioni, dal piccolo cottage in riva al lago,
ad enormi e lussuose, ma anche ville storiche. Una volta
acquistata la casa che si vuole, a patto di avere il numero di
crediti necessario, si avrà accesso ai bonus ad essa collegati
e alle sue funzioni, tra cui la possibilità di cambiare avatar
o di modificarne l’aspetto, l’accesso al proprio garage con la
possibilità di personalizzare le auto, Autovista, l’Auto
Salone in cui acquistare nuovi veicoli e la Casa d’Aste utile
per vendere le vetture che si sono vinte in precedenza ma che
non vengono usate. Una volta che si avranno più abitazioni a
disposizione si potrà anche usare il classico viaggio rapido
per spostarsi da una all’altra, oltre che alla sede del
Festival. La nuova impostazione Mondo Condiviso ovviamente non
ha intaccato tutte quelle modalità online che avevano
caratterizzato gli scorsi capitoli di Forza Horizon come la
modalità Avventura, ora chiamata Avventura a Squadre. Ci si
potrà unire a un’Avventura in qualsiasi momento, ma si potrà
anche decidere di creare la propria. Scegliendo di crearla si
potrà decidere la stagione in cui ambientarla, limitare la
trazione delle auto e abilitare o meno le gare Scatto Guida
Libera, ossia quelle competizioni senza alcun checkpoint che
si fanno dal traguardo di una gara appena conclusa alla linea
di inizio della successiva. Una volta compiute queste prime
scelte si potrà decidere la tipologia di auto e limitare la
competizione ad una sola classe, per poi decidere quante e
quali gare utilizzare nella propria avventura andando anche ad
impostare l’ora del giorno e le condizioni meteo di ognuna di
esse. Una volta impostato il tutto sarà possibile iniziare la
propria Avventura, invitando gli amici online e dando il via
alla competizione. Sarà possibile aggiungere ogni tipo di gara
già affrontata nella modalità storia, dalle gare normali
passando per le gare Arena o per le intense finali, ed anche
in questo caso si avrà la totale libertà di decidere
praticamente ogni singolo aspetto creando l’Avventura
“perfetta” senza alcuna limitazione. In Forza Horizon 4 torna
anche la possibilità di aderire a un Club o di crearne crearne
uno da zero e, ovviamente non può certo mancare la
profondissima     personalizzazione,     sia   estetica    che
prestazionale, di tutti i veicoli presenti. Il solito editor
di livree ritorna alla grande consentendo di creare delle vere
e proprie piccole opere d’arte da condividere con la
community, o di scaricare i design degli artisti migliori che
da sempre rendono le possibilità di personalizzazione di
entrambe le serie Forza veramente uniche.

In Forza Horizon 4 è presente anche la possibilità di creare
le proprie gare prendendo come base i percorsi dei tracciati
già presenti, andando però a modificare i veicoli coinvolti e
la loro classe. Sarà invece disponibile post-lancio la
possibilità di creare le proprie gare da zero, decidendo
tutto, dai veicoli coinvolti all’intero percorso da seguire:
un’aggiunta più che interessante che dovrà essere rodata per
bene prima dell’effettiva disponibilità. In questo quarto
capitolo della saga fa il suo ritorno anche la modalità Drone
introdotta nello scorso titolo, perfetta per scattare
fotografie ai meravigliosi paesaggi che il gioco offre o ai
tantissimi bolidi presenti, ma anche ideale per la ricerca dei
Gioielli Dimenticati sempre ben nascosti nell’enorme mondo di
gioco. L’ultima novità introdotta da Forza Horizon 4, relativa
però ai soli possessori di Xbox One X, è la possibilità di
scegliere tra due impostazioni grafiche distinte: la Modalità
Prestazioni che permette di giocare in 1080p HDR a 60 frames
per secondo, e la Modalità Definizione che blocca il frame-
rate a 30 immagini per secondo ma che può contare su una
definizione nativa di 4k sempre in HDR. In ognuno dei casi vi
assicuriamo che dal punto di vista prettamente estetico Forza
Horizon 4 è un titolo veramente impressionante, che si piazza
senza ombra di dubbio nell’olimpo dei racing games. Annoiarsi
mentre si gioca l’ultimo capolavoro di Turn 10 e Playground
Games è veramente impossibile, quindi, se si sta cercando un
gioco di corse dalla natura non simulativa ma che offra un
mondo di gioco vastissimo, tante cose da fare, una grafica di
altissimo livello e che dia la possibilità di giocare sia da
soli, sia cooperando che competendo con altre persone in tutto
il mondo, Forza Horizon 4 non vi deluderà mai.

GIUDIZIO GLOBALE:
Grafica: 10
Sonoro: m9,5
Gameplay: 9,5
Longevità: 9,5
VOTO FINALE. 9,5

Francesco Pellegrino Lise
Galaxy A9, lo smartphone
Samsung con 4 fotocamere
Samsung ha annunciato il nuovissimo Galaxy A9, lo smartphone
progettato per chi ama esplorare, immortalare ogni momento e
condividerlo istantaneamente. Con una rivoluzionaria quadrupla
fotocamera posteriore un design elegante e funzionalità
fondamentali per la vita di ogni giorno, Galaxy A9 è lo
smartphone capace di trasformare la realtà in immagini. “Come
leader globali nel settore degli smartphone, siamo ben
consapevoli dell’esigenza di significative innovazioni in un
mondo frenetico guidato dalla comunicazione visiva”, ha
dichiarato DJ Koh, Presidente e CEO della divisione IT &
Mobile Communications di Samsung Electronics. “Grazie alla
nostra esperienza nello sviluppo di fotocamere per gli
smartphone, stiamo introducendo tecnologie di nuova
generazione in tutto il portfolio Galaxy, per offrire ad un
numero sempre maggiore di persone la possibilità di
sperimentare funzionalità all’avanguardia. Siamo entusiasti di
essere riusciti a mantenere questa promessa e di poter
presentare una tecnologia unica al mondo con la fotocamera di
Galaxy A9”. In un mondo stimolante e sempre connesso, in cui
si scattano e condividono istantaneamente le foto dei momenti
da ricordare, lo smartphone è diventato molto di più di un
semplice telefono. Ecco perché Galaxy A9 è dotato delle più
avanzate innovazioni, per consentire a tutti di vivere nuove
esperienze e immortalare ogni giorno i momenti migliori in
altissima definizione.

L’innovativa quadrupla fotocamera posteriore

Galaxy A9 permette di scattare con la massima facilità
splendide foto. Quattro obiettivi offrono prospettive
illimitate per dare sfogo alla creatività per scattare, creare
e condividere immagini mozzafiato. È possibile sfruttare lo
zoom ottico 2x per scatti incredibili e ultra-dettagliati, sia
da vicino che da lontano. Scattare foto da professionista sarà
un gioco da ragazzi grazie all’obiettivo ultra-grandangolare
che permette di catturare non solo il soggetto ma tutto il
panorama. Per esprimere la propria creatività è disponibile
l’obiettivo di profondità da 5MP. Sarà sufficiente sfruttare
la funzione Messa a fuoco Live per controllare la profondità
di campo e ottenere un effetto bokeh incredibile. Infine, è
possibile scattare immagini chiare e luminose in qualsiasi
condizione di illuminazione grazie all’obiettivo principale da
24 MP di Galaxy A9, che consente di realizzare splendide foto
in qualunque momento della giornata. Un comparto fotografico
completo reso eccezionale dall’aiuto di strumenti come
Ottimizzatore Scene, grazie al quale la fotocamera
intelligente è in grado di riconoscere in automatico la scena
inquadrata per ottimizzare istantaneamente la qualità
dell’immagine, e la Rilevazione Difetti, per scatti sempre
perfetti.
Funzionalità incredibili per prestazioni eccezionali

L’affidabile durata della batteria da 3.800 mAh di Galaxy A9
consente di sfruttare prestazioni elevate con la massima
autonomia. Galaxy A9 è l’espressione massima della tecnologia:
un concentrato di velocità, potenza e memoria grazie ai 6GB di
RAM, al processore Octa Core e ai 128 GB di memoria interna
espandibili fino a 512 GB. Progettato per rendere la vita di
ogni giorno più semplice, il nuovo Galaxy A9 al lancio avrà
già in dotazione funzionalità quali Bixby, Samsung Pay e
Samsung Health, oltre a numerose funzionalità per il
multitasking, come Unisci App.

Design che esalta ogni stile

In linea con la grande tradizione di Samsung nel campo del
design, Galaxy A9 è disponibile in tre colorazioni uniche con
un design elegante ed ergonomico che si adatta perfettamente
alla mano e una parte posteriore arrotondata in 3D Glass, il
nuovo smartphone di Samsung risulta pratico e confortevole
nella mano. Galaxy A9 sarà disponibile a partire da novembre
al prezzo consigliato di 629€, nelle colorazioni Caviar Black,
Lemonade Blue e Bubblegum Pink.

Francesco Pellegrino Lise
Microsoft Project xCloud, il
gaming   del  futuro   è  in
streaming
Microsoft annuncia ufficialmente Project xCloud, un nuovo
progetto globale per permettere agli utenti di accedere alle
migliori esperienze di gioco da qualsiasi dispositivo, in
qualunque momento e in qualsiasi luogo, grazie alla tecnologia
Cloud. Troppo spesso, infatti, le esperienze di gioco
risultano frammentate e confinate all’interno delle
potenzialità e dei limiti offerti dai dispostivi utilizzati.
Nella visione di Microsoft, l’esperienza gaming del futuro si
concretizzerà con la possibilità di giocare a qualsiasi
titolo, da qualunque dispositivo e con chi si desidera,
ponendo l’utente al centro dell’experience. Per realizzare
tutto ciò, Microsoft ha combinato i suoi quasi 40 anni di
esperienza nel settore con le potenti funzionalità offerte da
Microsoft Azure e Microsoft Research per creare una tecnologia
di game streaming globale: Progetto xCloud. La nuova
tecnologia di game streaming è complementare al costante
lavoro di Microsoft per il potenziamento hardware della
console e gioca un ruolo fondamentale nella realizzazione del
futuro del gaming. Project xCloud ha l’obiettivo di offrire ai
gamer – indipendentemente dall’utilizzo di una console o del
PC – la possibilità di scegliere il luogo e il momento
migliore per giocare, consentendo ai giocatori di accedere a
mondi, personaggi e storie immersive anche da mobile. Gli
sviluppatori degli oltre 3.000 titoli oggi disponibili per
Xbox One, così come gli studi che stanno sviluppando i giochi
del futuro, saranno in grado di sfruttare Project xCloud per
ampliare sensibilmente l’accesso ai titoli senza lavoro
aggiuntivo. Project xCloud è attualmente in fase di test su
dispositivi collegati via Bluetooth a un Xbox Wireless
Controller, che consentono inoltre di giocare tramite input
touch. Lo sviluppo e la crescita di Project xCloud
rappresentano un percorso pluriennale: il prossimo anno
inizieranno i test pubblici, che consentiranno a Microsoft di
mettere alla prova il servizio con volumi e posizioni
geografiche differenti. L’obiettivo è sviluppare un’esperienza
di gioco eccezionale dedicata ai gamer Xbox e consentire agli
sviluppatori di raggiungere centinaia di milioni di nuovi
giocatori.

F.P.L.
Con Valkyria Chronicles 4, la
saga videoludica torna a
brillare
Dopo mesi di attesa, arriva finalmente anche in Occidente
Valkyria Chronicles 4, ultimo capitolo della serie di RPG
strategici creata da SEGA per PlayStation 4, Xbox One,
Nintendo Switch e PC. Ambientato parallelamente al primo
capitolo, il titolo seguirà le vicende di Claude Wallace e dei
membri della Squadra E da lui capitanata, che dovranno sfidare
plotoni di soldati nemici e l’ostilità di un territorio
avverso pur di riuscire ad accaparrarsi la vittoria della
Seconda Guerra Europea. Grazie a un’estrema profondità di
tematiche e personaggi e a uno stile di gioco strategico, si
tratta di un vero e proprio ritorno alle origini per la saga
che saprà coinvolgere tutti gli appassionati del genere. A
livello di trama, Valkyria Chronicles 4 è ambientato nel 1935
dove due potenze combattono per il controllo dell’Europa. A
Oriente il sole sorgeva sull’autocratica Alleanza Imperiale
esteuropea, altrimenti nota come l’Impero. Ad ovest, una rete
di democrazie vagamente alleate formava la Federazione
Atlantica. Entrambe le potenze dipendevano dalla ragnite, un
minerale prezioso per la loro prosperità. La sua crescente
scarsità portò inevitabilmente alla guerra. Grazie alla sua
schiacciante potenza militare, l’Impero invase un paese dopo
l’altro. Incapace di mantenere uniti i propri ranghi, la
Federazione si ritrovò alle corde. Con il 70% d’Europa sotto
l’Impero, la Federazione pose tutte le sue speranze in un
attacco disperato: l’Operazione Croce del Nord. Essa prevede
di conquistare parte del terreno imperiale fino ad arrivare
nel cuore della capitale, distruggendo così le difese nemiche
e il vero e proprio cuore dell’Impero. E qui ha inizio
l’avventura di Valkyria Chronicles 4, infatti, tra i
partecipanti a questa operazione militare spicca la
promettente Unità E, composta perlopiù da adolescenti
provenienti dai territori del Principato di Gallia. Questo
gruppo di giovani guerrieri, memori di ciò che è successo al
proprio paese, ha deciso di ribellarsi all’Impero e attuare
così la propria vendetta. Capitanati da Claude Wallace il
gruppo riesce in poco tempo a scalare i più alti ranghi
militari, entrando così nel corpo speciale dei Ranger. Legati
da un filo indissolubile, Claude e i suoi compagni faranno di
tutto pur di distruggere l’Impero in memoria della loro
cittadina ormai scomparsa. Senza alcuna sorpresa, lo stile
narrativo offerto da Valkyria Chronicles 4 è assolutamente
nipponico. Ciò significa che non mancano inutili digressioni,
lungaggini varie e una spruzzatina di comicità spesso
demenziale, che tanto stona con i temi che la trama si prende
la briga di tirare in ballo. Eppure seguire l’intera vicenda,
che spesso e volentieri si dirama attraverso cut-scene e
dialoghi assolutamente opzionali, e quindi eventualmente
ignorabili, è piacevole, appassionante, coinvolgente. In
breve, e quasi per magia dopo una fase iniziale piuttosto
lenta, ci si scopre intrigati dagli scorci di un mondo un po’
retrò, un po’ fantasy, dalle dimensioni di un conflitto
gigantesco, dalle relazioni che si instaurano e legano i vari
membri dell’Unità E. Il grosso del merito va ad una perfetta
caratterizzazione dei protagonisti, ma anche ai contorni di un
mondo immaginifico coerente e realistico quel tanto che basta
per introdurre e trattare tematiche d’impatto e per nulla
scontate.

A livello di gameplay, Valkyria Chronicles 4 è un vero spasso,
si ha infatti a disposizione un vero e proprio plotone di
soldati che bisognerà addestrare, equipaggiare e mandare in
battaglia, ognuno con le proprie peculiarità che lo renderanno
unico sul fronte. Starà dunque a chi si trova dinanzi lo
schermo decidere quale personaggio sarà più indicato da
schierare per quel determinato conflitto, stando sempre ben
attenti a tutte le avversità che bisognerà affrontare. Sì,
perché la guerra non fa sconti a nessuno e, come nella realtà,
all’interno del titolo i soldati potranno morire in battaglia
sparendo definitivamente dalle truppe a disposizione. In
Valkyria Chronicles 4 per poter organizzare la propria squadra
al meglio bisognerà sfruttare il Quartier Generale, che
consentirà di attrezzare i soldati e far salire di livello la
loro classe. Durante i conflitti infatti sarà possibile
acquisire esperienza e denaro che potranno essere investiti
nel miglioramento delle truppe grazie alle diverse strutture
presenti all’interno del campo base. L’aspetto strategico del
gioco inizierà dunque ben prima di schierare i commilitoni in
battaglia in quanto se non si preparerà adeguatamente la
squadra il rischio di essere letteralmente sterminati è
incredibilmente alto. Grazie alla Sala di Comando si potrà
decidere quali soldati faranno parte della squadra che potrà
essere schierata in battaglia e chi invece rimarrà come
riserva all’interno del Quartier Generale, oltre alla
possibilità di decidere il loro equipaggiamento.
L’Addestramento invece sarà fondamentale per potenziare il
livello delle sei classi di milizia presenti all’interno del
gioco, aumentando così le loro statistiche di base andando
così a sbloccare il loro vero potenziale in battaglia. Nella
Struttura R&S ci si potrà occupare invece dello sviluppo di
nuovi armamenti sia per i soldati che per i veicoli da guerra,
mentre nella Mensa sarà possibile interagire con i commilitoni
e finanziare nuove tattiche che potranno essere sfruttate in
battaglia. All’inizio dei conflitti le scelte effettuabili
all’interno del Quartier Generale saranno abbastanza limitate
ma con l’avanzare della guerra si apriranno tantissime nuove
possibilità di scelta per il giocatore, possibilità che
renderanno l’esperienza di gioco complessa, appagante ed
emozionante.

Fortunatamente, Valkyria Chronicles 4 non delude nemmeno sul
piano prettamente ludico, offrendo una rilettura del genere di
riferimento, quello degli strategici a turni, che delizierà
gli esperti e favorirà i neofiti, per nulla impauriti da un
gameplay assolutamente padroneggiabile e comprensibile. Il
segreto principale dalla produzione SEGA è la facilità di
lettura di ciascuna schermata, la chiarezza con cui ogni
meccanica viene introdotta e spiegata tramite brevi tutorial
testuali che spiegano in poche righe come comportarsi di
fronte ad ogni nuova difficoltà. Per quanto riguarda il combat
system, il titolo targato SEGA è anche in questo ambito
intuitivo quanto appagante: una volta schierato il proprio
manipolo di combattenti, avrà inizio la fase del giocatore,
fase nella quale si potranno muovere le diverse unità
all’interno dell’area di gioco, attaccare i nemici, andare in
soccorso degli alleati o anche semplicemente posizionarle
strategicamente. La loro posizione sarà infatti fondamentale
per poter contrattaccare al meglio i nemici, ogni personaggio
possiede infatti un raggio d’azione determinato dalla propria
classe e quando il nemico capiterà al suo interno lo
attaccherà in automatico. Se posizionati strategicamente
dunque sarà possibile risolvere il conflitto in pochi turni,
riuscendo ad annientare gli avversari durante la loro fase di
gioco semplicemente bloccando i loro tentativi di attacco.
Oltre alle missioni di storia in Valkyria Chronicles 4, ci
sono altre due tipologie di battaglie che si possono
affrontare liberamente: si tratta delle schermaglie e delle
storie unità. Le prime sono semplicemente delle missioni
secondarie, che si sbloccheranno progredendo con la trama
principale, e che serviranno principalmente per ottenere
esperienza e soldi aggiuntivi da investire nel miglioramento
dei nostri soldati. Le storie unità invece sono delle vere e
proprie sottotrame che permettono di conoscere meglio la
storia dei membri della squadra e, completandole, i
protagonisti coinvolti subiranno un miglioramento nei loro
tratti peculiari. Anche sul versante grafico Valkyria
Chronicles 4 rimane fedele al suo spettacolare stile visivo
che lo fa sembrare una sorta di film d’animazione disegnato ad
acquerelli. Grazie al potenziamento dell’engine grafico CANVAS
le immagini a schermo risultano ancora più definite e
affascinanti. I modelli poligonali sono appena passabili e lo
stesso si può dire delle animazioni, che si potranno comunque
vedere solo in pochissime occasioni e più che altro
circoscritte ai volti inquadrati nei dialoghi. Questi limiti
sono ad ogni modo ben celati grazie a una direzione artistica
davvero egregia, e a una trama assolutamente coinvolgente. La
qualità non si limita però solo agli effetti dell’engine o
all’uso dei colori, ma si può soprattutto ammirare anche nel
character design e nella particolare caratterizzazione
dell’Europa in guerra. La colonna sonora del maestro Hitoshi
Sakimoto, nonostante le tracce presenti in game possano
risultare poche, riesce a coinvolgere e ad emozionare anche
perchéla qualità delle composizioni orchestrali è davvero
superlativa. Il compositore storico della saga riesce ancora
una volta a trasmettere il giusto senso di tensione e pathos
delle battaglie, e lo fa con uno stile che risuona
naturalmente con i temi degli episodi precedenti. Il
doppiaggio inglese, infine, fa il suo dovere, anche se non
quanto quello originale giapponese, che è per fortuna
disponibile per la gioia dei puristi. I dialoghi
fortunatamente sono tutti sottolineati in lingua italiana e
così anche chi non mastica bene l’inglese potrà godere della
bellezza della trama di Valkyria Chronickes 4. Tirando le
somme, il titolo si presenta come un prodotto divertente, ma
allo stesso tempo emozionante, intuitivo nei comandi e allo
stesso tempo complesso nelle sue tematiche e strategie di
gioco. Quello che più colpisce però, è come tutte le vicende
vissute dai protagonisti, nonostante siano ambientate in una
realtà fittizia, siano plausibili mettendo in luce l’ottimo
lavoro svolto dalla software house nel ricercare elementi
storici realmente accaduti per dare un tocco di realismo al
gioco. Certo, il titolo non è perfetto e ci sono ancora dei
piccoli dettagli che si possono correggere, ma ci si trova
dinanzi a un software capace di lasciare il segno e di restare
ben impresso nella mente di chi lo gioca.

GIUDIZIO GLOBALE:
Grafica: 8
Sonoro: 8,5
Gameplay: 9
Longevità: 8,5
VOTO FINALE: 8,5

Francesco Pellegrino Lise
Oculus   Quest,   la   realtà
virtuale    senza    fili   e
computer
Annuncio bomba di Mark Zuckerberg: il visore per la realtà
virtuale per i videogame di Facebook arriverà sul mercato
nella primavera del 2019. Stiamo parlando dell’Oculus Quest,
che costerà 399 euro e promette di essere il nuovo trampolino
di lancio verso una tecnologia dal grandissimo ponteziale. Il
dispositivo VR standalone sarà il primo hardware Oculus
pensato per i videogame. Facebook ha già fatto sapere che
monterà di default 50 diversi titoli realizzati esclusivamente
per una perfetta esperienza di gioco in realtà virtuale. Addio
dunque a smartphone e computer, o console, da associare a un
visore per iniziare a giocare ai videogame. Con l’Oculus Quest
basterà comprare il device per iniziare a giocare. Visti i
costi di smartphone, computer e console da gioco si tratta di
un’alternativa che consente di risparmiare un bel po’ di
denaro se si desidera provare l’esperienza dei videogame in
realtà virtuale. L’Oculus Quest è in grado di tracciare la
posizione senza sensori esterni grazie a quattro telecamere
grandangolari nella parte anteriore del dispositivo.

Ma come funziona? per la gestione dell’Oculus Quest ci saranno
a disposizione due controller. Nella forma questi joypad
saranno molto diversi rispetto a quelli visti già su Oculus
Rift. Nonostante il design diverso e adattato all’uso con i
videogame i controller avranno comunque lo stesso schema di
tasti fisici già visti sul modello precedente. Questo
significa anche che sarà più facile per gli sviluppatori
convertire i giochi per PC già esistenti in videogame per
l’Oculus Quest visto che più o meno la giocabilità sarà la
stessa grazie ai controller ottimizzati. Facebook presentò per
la prima volta il progetto Oculus VR per videogame circa due
anni fa, e lo chiamò con il nome in codice di Oculus Santa
Cruz. All’epoca, il prototipo riguardava esclusivamente le
cuffie standalone con tracciamento della posizione, ma nel
tempo la società ha aggiunto anche i controller per riuscire a
giocare al meglio anche ai videogame più complessi e con
diverse azioni al loro interno. Oculus Quest arriverà anche in
Europa e, compresi nei 50 titoli presenti al lancio, sarà
giocabile anche un videogame di Star Wars.

F.P.L.
Capcom Beat ‘Em Up Bundle, si
ritorna in sala giochi
Ricordate con nostalgia gli anni delle sale giochi, delle
macchine coin-op e delle ore passate a premere ripetutamente i
pulsanti? Vi mancano i picchiaduro a scorrimento laterale?
Bene, sull’onda della nostalgia, Capcom riporta su Oc, Xbox
One, Switch e Ps4 sette divertentissimi picchiaduro a
scorrimento, in una preziosissima raccolta che riporta
indietro le menti fino alla fine degli anni’80 e i primi anni
‘90. Capcom Beat em’up bundle, infatti, comprende una buona
fetta di storia della software house con sede a Osaka, nonché
alcune delle esperienze più memorabili del genere: i titoli
inclusi nella raccolta sono infatti l’iconico Final Fight
(1989), The King of Dragons (1991), Captain Commando (1991),
Knights of the Round (1991), Warriors of Fate (1992), Armored
Warriors (1994) e Battle Circuit (1997). Come di sicuro i più
attenti avranno notato, Capcom Beat em’up bundle racchiude dei
veri e propri mostri sacri del genere, ma anche alcuni titoli
meno conosciuti che appaiono per la prima volta su console. Il
lavoro di trasferimento da coin-op a console è stato fatto in
maniera egregia dalla casa nipponica. Il rendering e la
trasposizione dei giochi al giorno d’oggi sono ineccepibili,
nonostante le problematiche che si presentano nel fare
un’operazione del genere. Nessun calo di frame e nessuna
differenza rispetto agli originali fanno di Capcom Beat em’up
bundle una vera chicca per appassionati. Nonostante si giochi
su Pc o su console, una volta avviato uno dei titoli presenti,
l’emozione nel prendere parte alle avventure che hanno
accompagnato almeno due generazioni rimane la stessa
nonostante tutto il tempo trascorso. Poche le opzioni
aggiuntive messe a disposizione dell’utente: una scarna
personalizzazione dei comandi, un minimo di personalizzazione
dello sfondo in eccesso (dato che si giocherà ovviamente in
4:3) e un minimo di setting per il livello difficoltà. Questa
la dotazione completa di Capcom beat em’up bundle, e
sincerante va bene così: una serie di titoli come questa non
necessita di altro se non di operazioni come queste che li
fanno vivere e conoscere alle nuove generazioni. Final Fight,
The King of Dragons, Knights of the Round, Captain Commando e
Warriors of Fate non necessitano di grandi presentazioni.
Condividono un’impostazione pressoché identica, anche se
giocandoli se ne percepisce chiaramente l’evoluzione maturata
durante gli anni. Il gameplay è quanto di più semplice ed
immediato si possa immaginare: buoni contro cattivi, che a
seconda dello scenario possono essere una banda che ha preso
il controllo della città, un’orda di mostri capeggiati da un
drago mastodontico, un re malvagio chiamato Garibaldi o una
gang di criminali che ha rapito la bellona di turno. Poche
mosse, due tasti per utilizzarle e una progressione guidata ma
incredibilmente soddisfacente. Ogni gioco ha un cast composto
come minimo da tre personaggi e qui si inizia a vedere la
differenza tra i titoli in questione. I tre eroi di Final
Fight hanno mosse stilisticamente diverse, ma i risultati che
si ottengono utilizzandole sulle ossa dei nemici sono più o
meno gli stessi, alla fine scegliere Guy, Cody o Haggar è solo
una questione estetica.
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