D ONNE CHIESA MOND O - L'Osservatore Romano

Pagina creata da Emma Molteni
 
CONTINUA A LEGGERE
D ONNE CHIESA MOND O - L'Osservatore Romano
DONNE CHIESA MONDO
DONNE CHIESA MONDO
    MENSILE DELL’OSSERVATORE ROMANO       NUMERO     105   NOVEMBRE    2021   CITTÀ DEL VATICANO

MENSILE DELL’OSSERVATORE ROMANO       NUMERO   105   NOVEMBRE   2021   CITTÀ DEL VATICANO
D ONNE CHIESA MOND O - L'Osservatore Romano
www.vaticannews.va

   LE ULTIME NOTIZIE
  SU PAPA FRANCESCO
     LA SANTA SEDE
E LA CHIESA NEL MONDO

         Un portale multimediale in 35 lingue
         che informa con tempestività
         e offre una lettura dei fatti
         alla luce del Vangelo
D ONNE CHIESA MOND O - L'Osservatore Romano
Numero 105
novembre 2021

                                                                                       LE IDEE

                                     Controcorrente

                                     I
                                                santi non sono superuomini, né sono nati perfetti. Sono
                                               persone che prima di raggiungere la gloria del cielo hanno
                                               vissuto una vita normale, con gioie e dolori, fatiche e spe-
                                               ranze, disse Francesco nel 2013 alla sua prima Festa di
                                               Ognissanti da Pontefice. Tanto è. E vale soprattutto per le
                                     sante e le beate di questo papato.
                                         Se c’è una “politica” della santità femminile dell’attuale Ponte-
                                     fice, la troviamo infatti nella piena umanità delle donne proposte
                                     per gli altari. La santità della porta accanto.
                                         È noto che in passato beate e sante, oltre essere oggetto di de-
                                     vozione, sono state anche strumenti per rafforzare identità (e po-
                                     tere) di comunità e popolazioni. Le loro virtù sono state raffigu-
                                     rate attraverso immagini e simboli iconografici non casuali: molti
D ONNE CHIESA MOND O                 gigli per leggervi moralità e purezza, molte rose rosse simbolo di
                                     carità che può portare al martirio; spade per indicare una vita al
Mensile de L’Osservatore Romano      servizio della fede.
                                         Le sante di oggi sembrano tracciare percorsi nuovi: non sono
                     Sito Web        eroine e non sono figure beatificate dopo abbondanti lasciti di fa-
     WWW.OSSERVATOREROMANO.VA/IT/
        D ONNE-CHIESA-MOND O.HTML    miglie facoltose. Non è, la loro, una santità funzionale al potere.
                                         Sono donne normali, sia che abbiano avuto una vita laica o
                      Edizioni       consacrata; sia che abbiano deciso di vivere lavorando, studiando,
                          Inglese    facendo le mogli, le madri, impegnandosi nella vita comunitaria,
     WWW.OSSERVATOREROMANO.VA/EN/    della Chiesa o civile; che siano state mistiche o donne calate nella
        WOMEN-CHURCH-WORLD.HTML      quotidianità, a volte dura. E non di rado tra le loro virtù troviamo
                        Spagnolo     il senso dell’umorismo.
     WWW.OSSERVATOREROMANO.VA/ES/        È importante che venga riconosciuto come oggi la santità fem-
        MUJERS-IGLESIA-MUND O.HTML   minile si esprima attraverso altre forme. È significativo che il mo-
                         Francese    dello di Chiesa che queste donne suggeriscono sia prima di tutto
     WWW.OSSERVATOREROMANO.VA/FR/    quello di una chiesa giusta.
         FEMMES-EGLISE-MONDE.HTML        In molti interventi di questo numero dedicato alle donne bea-
                      Portoghese     tificate e canonizzate dall’ascesa al soglio di Pietro di Francesco si
     WWW.OSSERVATOREROMANO.VA/PT/    cita la Gaudete et exsultate, l’esortazione apostolica sulla chiamata al-
        MULHER-IGREJA-MUND O.HTML    la santità nel mondo contemporaneo con la quale il Pontefice sot-
                         Tedesco     tolinea che si diventa santi vivendo le Beatitudini. Quindi, oggi,
     WWW.OSSERVATOREROMANO.VA/DE/    vivendo controcorrente.
          FRAUEN-KIRCHE-WELT.HTML        «Cercate la giustizia, soccorrete l’oppresso, rendete giustizia al-
                         Polacco     l’orfano, difendete la causa della vedova»: Francesco cita Isaia. Le
     WWW.OSSERVATOREROMANO.VA/PL/    donne, lo sosteniamo da sempre, sono in prima linea su questi
        KOBIETY-KOSCIOL-SWIAT.HTML   fronti. (DCM)

                                                                                   D ONNE CHIESA MONDO      1
D ONNE CHIESA MOND O - L'Osservatore Romano
4                                               24

     SOMMARIO

INAPERTURA                                              MARTIROLO GIO

La sfida di cinque                                      Regine e contadine
donne medievali                                         sugli altari senza distinzione
                           GLORIA SATTA    A PAG.   4                    BIANCA STANCANELLI    A PAG.   15

INEVIDENZA                                              FOTO GRAFIA     E DEVOZIONI

Tecla, un caso di violenza                              In posa per il futuro
di genere del primo secolo                                              ALESSANDRO BUTTITTA    A PAG.   22

                           ALICE BIANCHI   A PAG.   7
                                                        SGUARDI     DIVERSI

INCOPERTINA
                                                        Conchita,
                                                        madre di tutti i sacerdoti
La santa globale
                                                                              CAROLA SUSANI    A PAG.   24
e la giovane beata
                                           A PAG.   9   NUOVE      BEATIFICAZIONI

INAGENDA                                                Sandra, una ragazza di oggi
                                                                               ELISA CALESSI   A PAG.   29
Appuntamenti
di novembre                                             FEDE   E   INTERNET
                      VALERIA PENDENZA     A PAG.9
                                                        Rita da Cascia star dei social
TEMA   DEL MESE                                                           FEDERICA RE DAVID    A PAG.   32

Le virtù delle sante                                    ARTE

di Francesco
                                                        L’immagine della santità
                  ANGELA ALES BELLO    A PAG.   10
                                                               YVONNE D OHNA SCHLOBITTEN       A PAG.   34

D ONNE CHIESA MONDO    2
D ONNE CHIESA MOND O - L'Osservatore Romano
36

                                                              D ONNE
                                                              CHIESA
                                                              MOND O
                                                         COMITATO       DI DIREZIONE

                                                                Ritanna Armeni
                                                           Francesca Bugliani Knox
D ONNE   DI PACE                                                Elena Buia Rutt
                                                          Yvonne Dohna Schlobitten
Hedva e il cinema                                              Chiara Giaccardi
                                                         Shahrzad Houshmand Zadeh
del dialogo                                                     Amy-Jill Levine
                     LIA BELTRAMI   A PAG.     36           Marta Rodríguez Díaz
                                                               Giorgia Salatiello
LIBRI                                                            Carola Susani
                                                           Rita Pinci (coordinatrice)
Potente, Dobner, Beretta,
                                                                IN
Lazzarini, Moccia e                                                  REDAZIONE

Giampietro                                                       Giulia Galeotti
                                                                  Silvia Guidi
                                 A PAG.    38 39                Valeria Pendenza

OSSERAVATORIO                                              REALIZZATO       INSIEME A

Le donne dell’Amazzonia e                               Elisa Calessi, Lucia Capuzzi
                                                       Laura Eduati, Romilda Ferrauto
il Sinodo                                                    Federica Re David
                    LUCIA CAPUZZI   A PAG.     40
                                                                  COPERTINA
                                                                  Anna Milano

  LE     IDEE                                                  IMPAGINAZIONE
                                                               Marco De Angelis

                                                         PUBBLICAZIONE        ON LINE
  Controcorrente                                                  Marco Sinisi
                                  A PAG.   1                  ORGANIZZAZIONE
                                                           Piero Di Domenicantonio

  Nessuno è santo da solo                                          CONTATTI
             MARINELLA PERRONI   A PAG.   18                     Redazione
                                                    redazione.donnechiesamondo.or@spc.va

  C’è bisogno di miracoli?                                        Abbonamenti
                                                    osservatoreromano.it/pages/abbonamenti.html
            CRISTINA SIMONELLI   A PAG.   20         abbonamenti.donnechiesamondo.or@spc.va

                                                                        3     D ONNE CHIESA MOND O
D ONNE CHIESA MOND O - L'Osservatore Romano
Potenti ma sole
Chiara Frugoni racconta la sfida di cinque donne medievali
                di GLORIA SATTA                           corredato di splendide illustrazioni. In questo

S
                                                          ritratto sconsolante della condizione femminile
            ottomesse, analfabete, offese, vitti-         nei dieci secoli precedenti alla scoperta dell’A-
            me di abusi, costrette ad accettare           merica, la studiosa individua tuttavia cinque
            matrimoni combinati, considerate              donne dotate di una personalità eccezionale e
            una specie inferiore alla stregua de-         di un grande coraggio che le rese capaci di
            gli animali. Sempre senza voce e              rompere le catene di un destino drammatico, ri-
dotate di un’unica possibilità di avere una vita          gidamente segnato, sfidando la misoginia del
più dignitosa: entrare in monastero dove avreb-           tempo: Radegonda di Poitiers, monaca e regi-
bero imparato a leggere per meglio pregare.               na (513-587); la potente Matilde di Canossa
Che sfortuna nascere donne nel Medio Evo: lo              (1046-1115); la Papessa Giovanna, considerata
spiega con grande chiarezza Chiara Frugoni,               dagli storici una leggenda medievale che avreb-
storica di rilievo internazionale e accademica,           be regnato nel nono secolo; la geniale e prolifi-
nel libro Donne medievali – sole, indomite, avventurose   ca scrittrice Christine de Pizan (1364 circa –
(Il Mulino), affresco dell’epoca riccamente do-           1429 circa), antesignana della difesa delle don-
cumentato ma avvincente come un romanzo e                 ne contro abusi e violenze; Margherita Datini

D ONNE CHIESA MONDO       4
D ONNE CHIESA MOND O - L'Osservatore Romano
Illustrazioni dal libro. A sin. Radegonda non sente i canti profani che distruggono una consorella,
Poitiers, Bibliothèque municipale, ms. 250, f. 40r, fra il 1070 e il 1099.
Accanto, Enrico IV chiede aiuto a Ugo di Cluny e a Matilde di Canossa,
Città del Vaticano, BAV, ms. Vat. lat. 4992, f. 49r, 1111-5
Sotto, Chiara Frugoni (foto Marco Farmalli)

                                                                                 INAPERTURA

(1360 circa – 1423), moglie infelice di un mer-              tefice. Segnata da due matrimoni infelici, an-
cante di Prato ma ricca d’ingegno al punto di                che Matilde espresse i propri talenti in totale
istruirsi da autodidatta per scrivere al marito              solitudine estendendo considerevolmente i do-
sempre assente e infedele 150 bellissime lettere             mini del suo casato. La leggenda della coltissi-
rivelatrici della sua saggezza.                              ma e intelligente Papessa Giovanna, un perso-
                                                             naggio mai esistito che avrebbe esercitato il
Che cosa, professoressa Frugoni, accomuna queste cinque      pontificato travestita da uomo, riporta alla
figure femminili “controcorrente” rispetto al loro tempo?    questione del sacerdozio femminile di cui si di-
    Il fatto di essere riuscite ad esprimere i pro-          batte oggi.
pri talenti in assoluta autonomia, cioè al di fuo-
ri del matrimonio. Per tutte e cinque le prota-
goniste del libro l’incontro con un uomo fu tut-
t’altro che felice. Sono state dunque delle don-                  Radegonda, Matilde di Canossa,
ne sole, coraggiose e intraprendenti che hanno                la papessa Giovanna, Christine de Pizan,
sfidato la loro epoca per uscire dall’ombra e
avere una voce in un periodo storico in cui solo               Margherita Datini hanno rotto le catene
a monache e vedove era concesso di esprimere                     di un destino rigidamente segnato
la propria personalità. Ma non sono state le
uniche: la storia del Medio Evo contempla altre
figure femminili forti e coraggiose.

Perché le è parsa interessante Radegonda di Poitiers?        Per le donne, il Medio Evo è stato dunque il periodo più
   Perché fu una straordinaria regina, moglie di             buio?
Clotario I, e dopo aver abbandonato il marito                   Vorrei chiarire che è sbagliato associare l’ag-
prese il velo. Le sue gesta sono state raccontate            gettivo “buio” a quella fase storica durata ben
dal poeta Venanzio Fortunato ma la vera perso-               mille anni e teatro di tanti avvenimenti di se-
nalità di Radegonda emerge dalla biografia
scritta da una monaca chiamata Baudonivia:
descrive una donna estroversa e sensibile, ricca
di slanci emotivi e preoccupata delle sorti tanto
del suo monastero quanto del regno che s’im-
pegnò a difendere attraverso un’intensa attività
pacificatrice.

Quali sono le ragioni che la portano a definire “potenti e
sole” Margherita di Canossa e la Papessa Giovanna?
    La contessa Matilde, amica di Papa Grego-
rio VII, fu appassionatamente devota alla cau-
sa della Chiesa nell’epoca della lotta per le in-
vestiture. Nel 1077, quando aveva 31 anni, nel
castello di sua proprietà fu testimone della sto-
rica umiliazione di Enrico IV di fronte al Pon-

                                                                                        5    D ONNE CHIESA MOND O
D ONNE CHIESA MOND O - L'Osservatore Romano
gno diverso. Ma un fatto è sicuro: nei secoli                  E quale messaggio possono trasmettere le cinque eroine
precedenti all’età moderna la condizione fem-                  medievali del suo libro alle ragazze contemporanee?
minile ha subito un peggioramento.                                Possono aiutarle a riflettere sul passato per
                                                               acquisire una maggiore consapevolezza del
Dovuto a quali cause?                                          proprio valore. E spingerle a desiderare sempre
   Una è sicuramente il celibato per i preti,                  più di essere libere e autonome, decise a sce-
introdotto da Gregorio VII. Il fatto che gli                   gliere la propria vita.
uomini di Chiesa non potessero sposarsi ha
portato a considerare le donne delle tentatri-                 Secondo il suo parere di storica, le quote rosa rappresen-
ci, delle fonti di peccato. A cominciare da                    tano uno strumento indispensabile per abbattere le discri-
Eva, a lungo considerata cau-                                                  minazioni?
sa della colpa originale e di                                                     Sarebbe bello che non ci fosse-
tutti i mali dell’umanità. Va                                                  ro perché la loro esistenza rischia
poi ricordato che la società                                                   di sottolineare la condizione d’in-
feudale era fondata sui pos-                                                   feriorità femminile. Ma le donne
sedimenti terrieri che veniva-                                                 non hanno niente in meno rispet-
no gestiti attraverso i matri-                                                 to agli uomini, semplicemente
moni combinati, veri e propri                                                  hanno minori opportunità di af-
contratti in cui le donne era-                                                 fermarsi e in questo momento
no delle semplici pedine, a                                                    storico le quote rosa possono aiu-
volte delle prede. Solo tra la                                                 tarle ad esprimere le loro capaci-
fine dell’undicesimo e l’inizio                                                tà. Ma io mi auguro che presto
del dodicesimo secolo la                                                       non ci sia più bisogno della di-
Chiesa cambiò la natura giu-                                                   scriminazione positiva perché si
ridica del matrimonio trasfor-                                                 giocherà ad armi pari.
mandolo in un sacramento
basato sul consenso degli                                                      Qual è la strada giusta per vincere la
sposi.                                                                         battaglia per l’uguaglianza di genere e il
                                                               rispetto?
Christine de Pizan difese nei suoi scritti le donne offese e       La strada giusta è sempre quella culturale
abusate, ma sei-sette secoli dopo femminicidi e violenze       che porta con sé la consapevolezza. Se si ab-
sessuali sono ancora all’ordine del giorno. La storia non      bassa il grado di attenzione, se manca l’infor-
ci ha insegnato nulla?                                         mazione non si arriva da nessuna parte. Le
    Purtroppo, c’è ancora un filo rosso che ci le-             donne devono leggere, parlare con persone col-
ga al Medio Evo. Sono stati fatti tanti passi                  te, conoscere il passato per riflettere su sé stesse
avanti, le donne oggi ottengono più rispetto di                e darsi degli obiettivi. Charlotte Witton (1896-
un tempo ma la parità è ancora lontana. Potre-                 1975) sindaca di Ottawa, diceva: «Qualsiasi co-
mo dire di averla raggiunta quando non ci sarà                 sa facciano le donne, devono farlo due volte
più bisogno di celebrare l’8 marzo, una ricor-                 meglio degli uomini per essere apprezzate la
renza che festeggia le donne come se fossero                   metà. Per fortuna non è una cosa difficile».
una specie a parte. Non a caso non esiste la fe-               Penso che anche le protagoniste medievali del
sta degli uomini.                                              mio libro sarebbero state d’accordo.

D ONNE CHIESA MONDO         6
D ONNE CHIESA MOND O - L'Osservatore Romano
Aurelio Luini
                       Martirio di Santa Tecla, 1592
                      Milano, Duomo, sagrestia capitolare

      INEVIDENZA

              di ALICE BIANCHI*

«S
                        acrilegio!    Sacrilegio!»,
                        urlano le donne della città
                        di Antiochia che assistono
                        al martirio di Tecla, disce-
                        pola di (san) Paolo di Tar-
so. È uno dei momenti cruciali della vita di una
santa oggi poco nota, ma grandemente venerata
almeno fino al IV secolo. Tutte le informazioni
sul suo conto provengono da un testo apocrifo
di fine II secolo, il quale racconta che una gio-
vane donna originaria di Iconio, in Asia Mino-
re, fu convertita da Paolo e lasciò il fidanzato e
la famiglia per seguirlo nei suoi viaggi. Alla se-
quela dell’apostolo, fu condannata a morte due
volte, una al rogo e l’altra alle bestie feroci, ed
entrambe le volte sopravvisse miracolosamente.
Finì con l’auto-battezzarsi nella vasca delle fo-
che che dovevano ucciderla, e da allora si mise a
predicare il vangelo in prima persona. La sua
morte, sopraggiunta in vecchiaia, è avvolta nel
mistero delle diverse varianti del testo apocrifo.
    Tecla ha dunque una storia rocambolesca,
che nel corso dei secoli ha suscitato sospetto,
sorpresa, talvolta scandalo. Al momento in cui
le donne di Antiochia gridano al sacrilegio è ap-
pena stata fatta entrare nella sua seconda arena,
con leonesse orsi tori e foche. La condanna è
stata decretata da tale Alessandro, il quale si è
preoccupato di farne scrivere il motivo su un’in-
segna: «rea di sacrilegio». A voler indovinare la
sua colpa da quest’unico indizio, potrebbe es-
sersi rifiutata di rinnegare Gesù Cristo o di pro-
                                                             Il sacrilegio
strarsi all’imperatore romano. Invece, sappiamo
dal racconto, ha respinto e svergognato pubbli-
camente proprio Alessandro, il quale aveva ten-
                                                               di Tecla
tato di abbracciarla per la strada. È colpevole,
insomma, di aver rifiutato delle avances, ma non
è così chiaro perché questo gesto sia assimilato a
                                                               Un caso di violenza
un sacrilegio. Probabilmente il suo molestatore
era un gran sacerdote di Siria: disobbedirgli in
                                                            di genere nel primo secolo

                                                                        7   D ONNE CHIESA MOND O
D ONNE CHIESA MOND O - L'Osservatore Romano
quanto autorità religiosa era uno sfregio alla di-     maniere del tempo aveva già chiesto a Paolo il
vinità. Ma, forse, qui c’è anche uno sfregio al-       permesso di prenderla con sé, e lui gli aveva ri-
l’ordine sociale stabilito a tutela di tutti, e che    sposto «Non la conosco, non è mia». Gli era
normava le relazioni tra uomini e donne. Lad-          parso un nullaosta: se quella giovane non era di
dove i maschi sono tutori delle femmine, una           Paolo, era libera. Ma la frase «Non è mia», dal
donna che rifiuta un uomo non mette in discus-         punto di vista della fede dice molto di più: Tecla
sione lui soltanto, ma tutto un sistema valoriale      non è “sua” (di Paolo) perché è di Cristo, e lui
e culturale così prezioso da diventare sacro. È        non può che riconoscerle piena dignità, autono-
un atto pericoloso, sacrilego. Eppure, dagli           mia e forza. Questa giovane donna agisce so-
spalti dell’arena di Antiochia, le donne che stre-     spinta dalla libertà che il Signore le ha dato, e
pitano sono le uniche a cogliere un fraintendi-        qui sta il fuoco della sua santità. Alessandro ha
mento: magari Tecla non è profanatrice ma pro-         suo malgrado capito bene: Tecla è libera. Così
fanata, e la sua uccisione non è una semplice in-
giustizia ma una vera bestemmia contro la sa-
cralità che custodisce. Cosa c’è di sacro in lei,
che ribalta vittima e colpevole?                          Ha mandato a monte un matrimonio
    Tecla e Paolo sono stranieri ad Antiochia,           per seguire Paolo, sfidando le malelingue
dunque il primo vincolo sacro che Alessandro
disattende è sicuramente quello dell’ospitalità:         Eppure si ribella alle molestie del potente
la forestiera non gli deve nulla, era lui che avreb-        del paese. Che la condanna a morte
be dovuto dimostrarle accoglienza. Ma soprat-
tutto, la sua è una vera e propria molestia ses-
suale che è evocata nei termini di una profana-
zione, e suggerisce una certa sacralità del corpo
femminile. Abituati a sante anche recenti con          totalmente da contravvenire addirittura alle
storie dai tratti simili (una proposta sessuale ri-    aspettative sociali.
fiutata, le insinuazioni sulla vittima, l’intuizione      La vita di Tecla non è in difesa di nulla, nean-
che la violenza è sacrilegio) i cristiani d’O cci-     che di qualche candore fisico o morale. Anzi, la
dente danno facilmente per scontato che Tecla          sua storia procede per scandali, scelte coraggio-
sia vergine. In effetti lo è, ma la questione va       se, rischi. Lo si è accennato: arriverà ad auto-
molto oltre la purità morale o l’integrità fisica.     battezzarsi, addirittura. Se c’è qualcosa, allora,
Nell’Asia Minore del I-II secolo «vergine» si-         da custodire come sacro in Tecla, se c’è qualcosa
gnifica innanzitutto «nubile», ovvero una con-         da mettere al riparo da ogni violenza, non è la
dizione fuori da tutti gli schemi previsti. Come       debolezza fisica o il corpo illibato, ma lo statuto
si è detto, Tecla ha mandato a monte un matri-         della libertà, che per le comunità cristiane è
monio combinato per seguire Paolo, e si è unita        sempre dono dello Spirito, e segno della dignità
ai suoi viaggi nonostante le prevedibili malelin-      degli esseri umani, donne e uomini. «Sacrilegio!
gue. In lei, verginità e audacia sono legate a         Sacrilegio!», quando la libertà è minacciata e
doppio filo. Perciò non c’è da stupirsi quando,        frustrata.
stretta da Alessandro tra la gente, urla, gli strap-
pa il mantello, gli getta via la corona. Alessan-      *Dottoranda in Teologa Fondamentale, Coordinamento
dro è contrariato: come richiedevano le buone          Teologhe Italiane

D ONNE CHIESA MONDO     8
INCOPERTINA

        La santa globale e la giovane beata

                                        L
                                                e due foto che mettiamo nella copertina di questo mese ritraggono due
                                                donne salite alla gloria degli altari negli ultimi otto anni, da quando
                                                Francesco è papa. La prima è la santa globale, madre Teresa di
                                        Calcutta. La seconda è Sandra Sabattini, una giovane italiana appena
                                        diventata beata. Entrambe sono ritratte nella normalità della propria vita.
                                        Anche se la prima immagine testimonia un dramma, quello della guerra, è lo
                                        sguardo quieto di entrambe che le accomuna. Ognuna sta facendo, in quel
                                        momento, quello che deve. Teresa, nella foto Afp di Dominique Faget, è a
                                        Beirut il 14 agosto 1982. Nel mezzo dei combattimenti la suora salva dai
                                        bombardamenti un gruppo di bambini di un orfanotrofio, malati e disabili,
                                        abbandonati dal personale in fuga. Ne porta in braccio uno, quella è la sua
                                        missione. Il suo volto esprime la compassione. La foto di Sandra è stata
                                        scattata da Riccardo Ghinelli il 1 maggio del 1980, durante una
                                        manifestazione per i diritti degli handicappati. Al braccio la ragazza porta
                                        un pacco di giornali da diffondere, quello è il suo compito. Il sorriso timido
                                        esprime la sua partecipazione. (Dcm)

INAGENDA

17 novembre. Comunità multiculturali                   25 novembre. Giornata contro la violenza
congresso alla Urbaniana                               sulle donne e festa delle Caterinette
Congresso internazionale della Pontificia Uni-             Il 25 novembre è la Giornata mondiale contro
versità Urbaniana dal 17 al 19 novembre 2021. Il       la violenza sulle donne. Fu scelta dall’Onu nel
titolo: «Comunità multiculturali per quale for-        1999 in ricordo del sacrificio delle sorelle Patria,
mazione? Multicultura e competenze intercultu-         Minerva e Maria Teresa Mirabal, uccise dagli
rali nelle università pontificie e nelle comunità      agenti del dittatore Rafael Leonidas Trujillo nel-
formative di vita consacrata» con partecipazione       la Repubblica Dominicana.
online o di persona                                        È anche la festa di santa Caterina d’Alessan-
                                                       dria, vergine e martire, la quale rifiutò di sposare
21 novembre. Assemblea ecclesiale                      il governatore che la condannò a morte. Santa
latinoamericana a Città del Messico                    Caterina viene considerata la protettrice delle ap-
Dal 21 al 28 novembre 2021 si terrà a Città del        prendiste sarte, che da lei prendono il nome di
Messico l’assemblea ecclesiale dell’America Lati-      “Caterinette”.
na e Caraibi dal titolo «Tutti noi siamo discepoli
missionari in uscita».                                 a cura di Valeria Pendenza

                                                                                       9     D ONNE CHIESA MOND O
Santa Angela da Foligno

     Le virtù delle sante
        di Francesco
    Pazienza, mitezza, gioia e anche senso dell’umorismo
                           di ANGELA ALES BELLO*

D ONNE CHIESA MONDO   10
TEMA         DEL MESE

C’
 è una “politica” delle sante di Papa Francesco? Si può leggere
 una idea, una “linea” nelle scelte di questo Pontefice sulle don-
 ne che meritano di essere innalzate agli onori degli altari? Le
 donne scelte sono anche un modello di donna offerta dal pon-
 tefice ai fedeli? Dico di sì, e spiego perché.
     Gaudete et Exultate: il 19 marzo 2018 Papa Francesco titola così
 la sua Esortazione Apostolica sulla chiamata alla santità nel
 mondo contemporaneo.
     Perché dovremmo rallegrarci ed esultare? Perché la santità
 non è riservata solo ad alcuni e ad alcune, la santità è la meta
 di tutti i seguaci di Gesù che la possono conseguire imitandolo
 e, si potrebbe aggiungere, che dovrebbe essere la meta di tutti
 gli esseri umani.
     «I santi ci accompagnano e ci incoraggiano» scrive France-
 sco: ecco l’esemplarità (ibidem, 3-5). E non solo quelli “famosi”,
 possono essere anche “i santi della porta accanto” (ibidem, 6-9),
 persone che vivono nel mondo spesso umilmente e che lasciano
 al loro passaggio una scia di bontà.
     Per rendere ancora più esplicito il suo pensiero, il Papa esor-
 ta a guardare i più umili e lo fa citando le parole di una santa
 della nostra epoca: Teresa Benedetta della Croce, al secolo Edi-
 th Stein, una delle massime filosofe del Novecento. Ella, infatti,
 scrive che «quali siano le anime che dobbiamo ringraziare per
 gli avvenimenti decisivi della nostra vita personale, è qualcosa
 che sapremo soltanto nel giorno in cui tutto ciò che è nascosto
 sarà svelato» (ibidem, 8), cioè, quando saremo in un’altra vita e
 in una condizione che corona lo sforzo dell’esercizio delle virtù
 e che ella definisce “vita beata” – potremmo pensare alla descri-
 zione del Paradiso di Dante.
     La citazione di Edith Stein indica l’attenzione di Francesco
 nei confronti delle donne, attenzione ribadita durante l’udienza
 generale dell’8 settembre 2021 in occasione del commento della
 Lettera di San Paolo ai Galati. Nella santità della Chiesa militante
 le donne costituiscono un punto di riferimento fondamentale.
 Si può dire che le donne vivono più intensamente l’esperienza
 religiosa? Se si osserva la frequenza dei luoghi di culto, la ri-
 sposta è affermativa, ma ciò non basta per la santità. Certamen-
 te la maternità, che caratterizza il femminile, indica apertura al-
 l’altro, inteso non solo come essere umano, ma anche come il
 Divino; il materno genera ed anche protegge: una maggiore af-
 finità del femminile a Dio creatore? Le sante dimostrano ciò,
 anche se nei modi più diversi e la pluralità delle manifestazioni

                                            11   D ONNE CHIESA MOND O
ci fa comprendere le molteplici “vie” verso la santità. Tale mol-
                           teplicità si riscontra se si analizza il lungo elenco di sante e bea-
                           te proclamate tali da Papa Francesco. I numeri parlano anche
                           in questo caso: 22 donne canonizzate e 150 beatificate in attesa
                           di essere proclamate sante. In quest’epoca di pandemia c’è stata
                           una sospensione dell’iter complesso che conduce alle proclama-
                           zioni di santità, ma molto indicativo è che l’unica donna dichia-
                           rata santa nel 2021 sia stata Margherita di Città di Castello.
                           Una vita che definiremmo senz’altro tragica dal punto di vista
                           umano; si tratta di uno “scarto”, di un essere umano rifiutato
                           dagli stessi genitori che Papa Francesco ha voluto canonizzare
                           di sua iniziativa. Ma andiamo per ordine, perché vale la pena
        Ventidue donne
                           di soffermarsi su questo caso che esprime chiaramente la “po-
            canonizzate    litica” di Papa Francesco sulla santità, quindi, non solo la sua
                           interpretazione teorica, ma anche la sua azione.
       e 150 beatificate
                               Si tratta della terziaria domenicana già dichiarata beata,
 Indicativo che l’unica    Margherita di Città di Castello, che visse tra il XIII e il XIV
                           secolo. L’ 11 dicembre 2019 Papa Francesco presenta al Prefetto
     proclamata santa      della Congregazione delle Cause dei Santi la richiesta della ca-
             nel 2021      nonizzazione equipollente della beata Margherita, che consiste
                           nell’estensione alla Chiesa Universale della recita dell’ufficio di-
        sia Margherita     vino e della celebrazione della messa, che sono espressioni del
   di Città di Castello    culto pubblico riservate ai santi. Tale procedura era stata messa
                           in atto anche per Ildegarda di Bingen, canonizzata da Benedet-
      una vita tragica     to XVI, e per Angela da Foligno da Papa Francesco.
    dal punto di vista         Certamente Margherita di Città di Castello non può essere
                           paragonata a queste due sante, straordinaria intellettuale l’una,
          unano: cieca     grande mistica l’altra, e ciò appare chiaramente se si percorre la
             e deforme,    sua breve vita. Ella nacque nel 1287 in un borgo chiamato Me-
                           tola. I genitori erano nobili e il padre era il signore del castello.
  uno “scarto’”rifiutato   La piccola Margherita, nata cieca e deforme, rappresentava per
   dagli stessi genitori   loro una vergogna che doveva essere nascosta; infatti, la rin-
                           chiusero in una cella vicino alla casa, dove trascorse la sua in-
                           fanzia. Ben presto si aprì una guerra per il possesso di Metola
                           fra i signori dei territori limitrofi, in questa circostanza la pic-
                           cola Margherita fu allontanata dalla sua cella. I genitori tenta-
                           rono di aiutarla conducendola a Città di Castello da un frate
                           laico, fra Giacomo, di cui si diceva che facesse molti miracoli. Il
                           miracolo in questo caso non avvenne e la piccola fu abbando-
                           nata dai genitori a Città di Castello, secondo una prassi abba-
                           stanza diffusa in quel tempo. I figli deformi potevano, in qual-
                           che caso “dovevano” essere abbandonati, perché erano il segno

D ONNE CHIESA MONDO   12
di una punizione divina. La piccola sopravvisse grazie alla ca-
rità degli abitanti e perché, in primo momento, fu accolta in un
piccolo monastero, ma, poiché ella si mostrava come un esem-
pio di spiritualità – infatti, era dedita alla preghiera e ai digiuni
– fu scacciata dalle suore e di nuovo si trovò a vivere per strada.
Una coppia ebbe pietà di lei e la accolse nella propria casa. I
nuovi genitori la accudirono e le consentirono di manifestare le
sue doti straordinarie, anche quelle di compiere miracoli. La sua
vita, che proseguiva nel silenzio e nella meditazione, si dice che
fosse accompagnata da estasi e levitazioni che impressionavano
gli abitanti di Città di Castello. Ella, che frequentava la chiesa
dei Padri Predicatori, volle diventare terziaria, votandosi ad una      Beata Margherita di Città di Castello
vita di totale consacrazione al Dio. La sua forza spirituale era        (www.terredipiero.it)
straordinaria, ma la sua costituzione fisica era debole e, com-         Sotto, Giacinta Marto
piuti i trentatré anni morì serenamente com’era vissuta. Avven-         in una foto del 1917
ne che durante l’esposizione della sua salma una fanciulla fosse        (Wikimedia commons)
miracolosamente guarita; in tal modo iniziò il lungo cammino
di grazie e miracoli.
    Ciò che colpisce la nostra sensibilità in questa vicenda è l’at-
teggiamento dei genitori, che seguono i costumi del tempo pur
professandosi cristiani. Quello di Margherita è un esempio di
emarginazione che ha profondamente toccato Papa Francesco.
Alcune cause di sante e beate erano avviate già prima del suo
pontificato e, quindi, sono state portate a termine e da lui ac-
cettate, ma questa e l’altra riguardante la beata Angela Foligno
indicano il “recupero” di chi è abbandonato, disprezzato, per-
ché non si adegua ai canoni del mondo.
    La santità di Angela da Foligno (1248 – 1309) è stata rico-
nosciuta dopo sette secoli, per molteplici ragioni. In primo luo-
go, di lei ci parla un libro, intitolato Memoriale, il cui contenuto
ha lasciato perplessi. Data, però, la presenza di altre testimo-
nianze del tempo, è stato superato il dubbio sulla sua esistenza
ed anche sulla veridicità del suo comportamento strano, culmi-
nante nell’episodio, diventato famoso, delle urla emesse nel
duomo di Assisi nel 1291, del suo denudarsi di fronte al Cro-
cefisso, cosa certamente molto sconveniente. Questo fatto attirò
l’attenzione di un frate, rimasto anonimo che, incuriosito dalla
sua personalità, la interrogò e scrisse ciò che raccontava. Ormai
è appurato che si tratta di un racconto vero, che anzi fu sot-
toposto al giudizio del cardinale Colonna e di otto frati fran-
cescani che lo approvarono. In effetti, le cose che lasciano per-
plessi riguardano le reazioni della santa a livello fisico, il coin-

                                                                        13   D ONNE CHIESA MOND O
Nella pagina accanto,
                             Madre Laura di Santa Caterina da Siena, al secolo Laura Montoya Upegui
                                                Sotto, Madre Teresa di Calcutta e Dulce Lopes Pontes
                                                                             (postulazionecausesanti.it)

                           volgimento del suo corpo, ma non il contenuto dottrinario dei
                           suoi racconti. Ella così descrive la sua esperienza mistica, carat-
                           terizzata dalla luce e dall’ombra, dall’oscurità di cui parlava an-
                           che madre Teresa di Calcutta, un’altra santa proclamata da Pa-
                           pa Francesco, e di cui parlano molte mistiche e molti mistici.
                              I papi più recenti hanno riconosciuto il valore dell’esperienza
                           mistica e Papa Francesco ha dimostrato di considerarla una via
                           per la santità.
                              Egli ha indicato alcune caratteristiche fondamentali per rag-
                           giungerla; si tratta di atteggiamenti interiori che possono carat-
                           terizzare qualunque stile di vita: ognuno deve praticare la sop-
                           portazione, la pazienza e la mitezza, deve coltivare la gioia e il
                           senso dell’umorismo. Ci si domanda: dove mostrare tutto ciò?
                                                Si risponde: nella comunità, insieme ai fra-
                                                telli e alle sorelle. Ma non è una cosa facile
                                                avere la forza per il percorso di perfeziona-
                                                mento interiore che richiede la sopportazio-
                                                ne (di chi?), la pazienza (con chi?), la mitez-
                                                za (verso chi?).
                                                   Su questo cammino di perfezionamento,
                                                riconosciuto da Papa Francesco, troviamo le
                                                esistenze più diverse: Giacinta Marto, una
                                                delle veggenti di Fatima, morta a soli dieci
                                                anni; una laica, la madre di santa Teresina di
                                                Lisieux (1831-1877); una suora, la beata Cle-
                                                lia Merloni, fondatrice dell’Istituto delle
                                                Apostole del Sacro Cuore (1861). Ho scelto,
                                                per esemplificare, tre vite radicalmente diver-
                                                se, ma ciò che le accomuna è il processo di
                                                perfezionamento interiore che si manifesta
                                                nella carità verso gli altri, presupposto indi-
                                                spensabile per realizzare la santità. Ciò è
                                                esplicito in un’altra proposta “politica” di
                                                Papa Francesco, quella contenuta nell’enci-
                                                clicaFratelli tutti, nella quale la “fratellanza”
                                                comprende certamente sia i fratelli sia le so-
                                                relle.

                                                 *Professore emerito di Storia della filosofia
                                                 contemporanea presso l’Università Lateranense,
                                                 presidente del Centro italiano di Ricerche
                                                 Fenomenologiche

D ONNE CHIESA MONDO   14
MARTIROLOGIO

           di BIANCA STANCANELLI

D
                 a missionaria andò a vivere nella
                 selva colombiana. E da maestra,
                 scelse di insegnare agli indios, po-
                 veri e disprezzati. Quando avviò la
                 sua opera di evangelizzazione,
aveva con sé solo la madre e cinque suore, che vol-
le «intrepide, valorose, infiammate dall’amore di
Dio». E pazienza se i prelati del suo tempo le chia-
mavano le «religiose capre». Ma alla sua morte, le
suore erano diventate 500, le novizie cento, al ser-
vizio di 22 comunità indigene.
    Madre Laura di santa Caterina da Siena, al se-
colo Laura Montoya Upegui (Jericò 1874 – Me-
dellin 1949), canonizzata nel 2013, è stata la prima
delle sante di papa Francesco. E sarà forse un ca-
so che sia stata proprio una religiosa nata e vissu-
ta nel continente sudamericano a inaugurare le
canonizzazioni di donne volute dal pontefice ve-
nuto dalla “fine del mondo”, ma non è certo un
caso che la storia di madre Laura, fondatrice della
Congregazione delle Suore missionarie di Maria
Immacolata e di santa Caterina da Siena, sia se-
gnata dal coraggio, dall’umiltà, e soprattutto dal-
la volontà tenace di costruire una comunità di
donne unite dal desiderio di dedicarsi agli ultimi,
ai poveri, ai dimenticati.
    È questo il filo comune che lega tante fra le
sante e le beate proclamate negli otto anni di pon-
tificato di Francesco, nella diversità di storie, di
provenienze geografiche, di esperienze. Ci sono
fra loro nomi celebri come santa madre Teresa di
Calcutta (Skopje 1910 – Calcutta 1997) che dedicò
                                                             Regine
la vita ai «più poveri tra i poveri» e fu premiata
nel 1979 col Nobel per la pace, e altre che il Nobel
lo hanno solo sfiorato, come suor Dulce, ovvero
                                                           e contadine
Maria Rita Lopes Pontes de Sousa Brito (Salva-
dor de Bahia 1914 – 1992), canonizzata nel 2019,
che si dedicò con identica passione ai diseredati
                                                          Laiche, religiose, martiri:
delle favelas e agli operai sfruttati, fondò nel Bra-
sile degli anni Trenta il primo movimento ope-
                                                        sugli altari senza distinzione

                                                                       15   D ONNE CHIESA MOND O
raio cattolico di Bahia e fu capace di trasformare       piazza Farnese; negli anni delle leggi razziali,
il pollaio di un convento in un ospedale che oggi        dette rifugio a numerose famiglie di ebrei, salvan-
conta 1.500 posti letto ed è all’avanguardia nelle       dole dalla Shoah. Canonizzata nel 2016, il suo
cure oncologiche. Nell’elenco di sante e beate vo-       nome figura anche fra i Giusti tra le Nazioni nello
lute da Papa Francesco colpisce l’estrema varietà        Yad Vashem di Gerusalemme. A una pagina di-
delle figure. Accanto a una regina, Maria Cristina       menticata della storia d’Italia rimanda la vita del-
di Savoia, moglie di Ferdinando II, che salvò dal        la beata Assunta Marchetti (Lombrici di Camaio-
patibolo gli oppositori del regime e morì nel dare       re 1871 – San Paolo di Brasile 1948) che, sul finire
alla luce l’ultimo re delle Due Sicilie, beatificata     dell’Ottocento, seguì in Brasile il fratello, don
nel 2014, può così figurare una contadina e spac-        Giuseppe, per occuparsi degli orfani degli emi-
capietre come Maria Caterina Kasper (Dernba-             granti italiani. Spinti dagli “agenti di emigrazio-
ch, Germania 1820 – 1898) che, pur priva di mez-         ne”, partivano allora dalla Toscana verso il gran-
                                                         de Paese sudamericano migliaia di uomini, in fu-
                                                         ga dalla miseria. Nel solo anno 1896, quando ma-
                                                         dre Assunta prese il mare per la sua impresa mis-
    Rivivono pagine di storia dimenticate.               sionaria, dalla provincia di Lucca si imbarcarono
      Come quella delle cinque martiri                   per il Brasile in 3861.
                                                             Se non sorprende che, a salire all’onore degli
di Uruaçu, in Brasile, uccise nel 1645 durante           altari, siano soprattutto le religiose, è giusto ricor-
 le guerre di religione fra cattolici e calvinisti       dare anche alcune figure laiche. Un esempio? La
                                                         beata Guadalupe Ortiz de Landàzura (Madrid
                                                         1916 – Pamplona 1975), docente e ricercatrice in
                                                         chimica, che per l’Opus Dei, di cui era membro
                                                         laico, viaggiò dal Messico, dove aprì la prima re-
zi, riuscì ad aprire, con l’aiuto del vescovo e del      sidenza universitaria e una scuola per le contadi-
sindaco, una casa dove ospitò i poveri. Canoniz-         ne, a Roma per poi rientrare nella sua Spagna,
zata nel 2018, santa Caterina Kasper volle marca-        dove vinse con le sue ricerche sui materiali isolan-
re con la povertà anche il nome della sua congre-        ti refrattari il prestigioso premio Juan de la Cier-
gazione: fondò così le Povere Ancelle di Gesù            va.
Cristo, oggi presenti dagli Stati Uniti al Messico,          Nella Spagna della guerra civile hanno trovato
dal Brasile all’India.                                   la morte tre infermiere della Croce Rossa, tra i 23
    Rivivono nelle storie di queste sante e beate        e i 41 anni, che si recarono volontarie nelle Asturie
pagine di storia, alcune dimenticate. È il caso del-     per assistere malati e feriti. Il 27 ottobre 1936 Ma-
le cinque martiri del massacro di Uruaçu, nel            rìa Pilar Gullòn Yturriaga (Madrid 1911), Octavia
nord est del Brasile, passate a fil di spada, nel        Iglesias Blanco (Astorga 1894), Olga Pérez-Mon-
1645, dai soldati olandesi e dalle bande di indige-      teserìn Nùñez (Parigi 1913), che curavano 14 feriti
ni ai loro ordini nelle cruente guerre di religione      nell’ospedale di Pola de Somiedo, vennero arre-
fra cattolici e calvinisti, proclamate sante nel 2017.   state dai miliziani, portate in caserma e lì violen-
Ha incrociato la storia di un’altra persecuzione,        tate, picchiate a sangue, poi caricate nude su un
più recente, Maria Elisabeth Hesselblad (Fagla-          carro e affidate per l’esecuzione a un plotone di
vik, Svezia 1870 – Roma 1957), che rifondò l’O rdi-      donne, che le uccisero all’alba del giorno dopo.
ne di Santa Brigida: nel convento romano di              Nel proclamarle beate, nel giugno 2019, papa

D ONNE CHIESA MONDO     16
Carlo de Falco, Ritratto di Maria Cristina
di Savoia, Regina delle due Sicilie
circa 1834, Reggia di Caserta

Francesco le ha dichiarate martiri in odium fidei.        Una menzione a parte meritano le mistiche. Il-
   Martiri della purezza, invece, sono state defi-    letterate come santa Maria di Gesù Crocifisso, al
nite due beate laiche, entrambe dell’Europa del-      secolo Mariam Baouardy (Abellin, oggi Israele
l’Est. La prima è la slovacca Anna Kolesàrova         1846- Betlemme 1878) che, non avendo imparato
(1928), fucilata a sedici anni nel villaggio in cui   a leggere e scrivere, ideava poesie e con la poten-
era nata, Vysoka nad Uhom, da un soldato del-         za del suo pensiero affascinò intellettuali come
l’Armata rossa al quale, il 22 novembre 1944, ave-    Jacques Maritain e Julien Green. O umili lavora-
va offerto da bere e da mangiare e che le sparò       trici come la beata Maria Bolognesi (Bosaro 1924
perché gli aveva resistito. La seconda è la rumena    – Rovigo 1980) che fu bracciante, sarta, calzolaia
Veronica Antal (Moldavia 1935 – 1958), uccisa con     e sudò sangue, patì penose malattie per quaran-
quarantadue coltellate da un giovane del suo pae-     t’anni, attraversò un periodo di possessione dia-
se che voleva violentarla. Le amiche di Veronica      bolica e annotò su duemila pagine le sue espe-
dissero che in quei giorni, per una curiosa coinci-   rienze. O, ancora, donne che hanno vissuto sul
denza, stava leggendo la biografia di santa Maria     proprio corpo infermità devastanti, come la mi-
Goretti.                                              stica medievale Margherita da Città di Castello
                                                      (Metola 1287 – Città di Castello 1320), nata cieca e
                                                      deforme, che pur analfabeta sapeva recitare a me-
                                                      moria tutti i Salmi. Figlia di una famiglia di pic-
                                                      cola nobiltà, Margherita venne abbandonata dai
                                                      genitori, in nome di una precoce “cultura dello
                                                      scarto” – quella stessa che il Papa ha più volte de-
                                                      nunciato. Canonizzata nel 2021, è diventata negli
                                                      anni un punto di riferimento per i disabili. A di-
                                                      mostrazione che anche le creature che la crudeltà
                                                      degli uomini relega tra gli scarti possono essere
                                                      innalzate all’onore degli altari. (vedi Ales Bello pag.
                                                      10)
                                                          Alla sensibilità contemporanea, affinata dalla
                                                      pandemia, non può sfuggire la remissività, perfi-
                                                      no l’allegria con cui spesso le sante di Francesco
                                                      hanno affrontato malattie terribili, dal vaiolo alla
                                                      peste. Esemplare è la storia di Benedetta Bianchi
                                                      Porro (Dovadola, Forlì 1936 – Sirmione 1964): az-
                                                      zoppata dalla poliomielite nell’infanzia; diventa-
                                                      ta sorda a 13 anni; devastata, negli anni dell’uni-
                                                      versità, da una neurofibromatosi che si diagnosti-
                                                      cò da sola e che la ridusse cieca, incapace di muo-
                                                      versi. Prima di morire, a ventisette anni, scrisse:
                                                      «Io penso che cosa meravigliosa è la vita, anche
                                                      nei suoi aspetti più terribili; la mia anima è piena
                                                      di gratitudine e di amore verso Dio per questo».
                                                      Nel 2019 papa Francesco l’ha proclamata beata.

                                                                                17    D ONNE CHIESA MOND O
Maria Domenica Mantovani e Giuseppe Nascimbeni
                                                         Sotto, madre Mantovani con alcune suore

     SPUNTI           DI RIFLESSIONE

                               Nessuno
                           è santo da solo
         di MARINELLA PERRONI*                 la racconta la storia di un’Italia, quella del

H
                                               veronese nel passaggio tra il XIX e il XX
                o passato qualche giorno       secolo, fortemente radicata nella tradizione
                di vacanza in un paese         cattolica, ma anche drammaticamente pove-
                sulle rive del lago di Gar-    ra e costretta allo sfaldamento sociale a cau-
                da in cui viva è la memo-      sa dell’emigrazione forzata.
                ria di due cristiani, Giu-        Al di là delle “virtù eroiche” dei due fon-
seppe Nascimbeni e Maria Domenica              datori, quanto mi ha colpito nel racconto
Mantovani, co-fondatori dell’Istituto delle    della loro storia è stato sapere che, a distan-
Piccole Suore della Sacra Famiglia. Sco-       za di poco più di vent’anni dall’inizio della
nosciuti ai più, sono stati dichiarati en-     vita dell’Istituto, 120 suore avevano preso
trambi beati, nel 1983 lui e nel 2000 lei,     parte come infermiere alla prima guerra
prima tappa della strada verso il pieno ri-    mondiale. Cosa devono aver visto, vissuto,
conoscimento ecclesiastico della loro san-     sofferto, quali siano state le “virtù eroiche”
tità.                                          che sono state in grado di vivere in quel
   Mi è stata raccontata la loro storia dav-   dramma sconfinato che i libri di storia ru-
vero esemplare, non solo per le loro rispet-   bricano come prima guerra mondiale ma
tive virtù, come è necessario che sia per la   che, più correttamente, papa Benedetto XV
canonizzazione, ma anche perché la vita di     ha definito l’“inutile strage” nessuno lo sa.
questo sacerdote e della sua prima discepo-       Si tratta, evidentemente solo di un esem-
                                               pio che rimanda, però, a un interrogativo di
                                               fondo importante per i cattolici: chi sono i
                                               santi? La Chiesa cattolica non ha mai volu-
                                               to rinunciare, nemmeno sotto la forte spinta
                                               critica della Riforma luterana, alla sua riser-

                                                 La storia esemplare di Giuseppe Nascimbeni
                                               e Maria Domenica Mantovani, entrambi beati.
                                                      E delle centoventi Piccole Suore
                                               della Sacra Famiglia, tutte infermiere al fronte

D ONNE CHIESA MONDO   18
va aurea di uomini e donne che, lungo la           condo me, alle porte della storia della san-
storia, sono stati considerati dall’autorità ec-   tità perché venga riconosciuto il posto che
clesiastica degni dell’onore degli altari.         spetta loro. Non per ambizione, ma per
   Neppure la piccola riforma tentata da           giustizia. D’altra parte ormai, grazie al Con-
Paolo VI, che si riprometteva di distinguere       cilio, abbiamo acquisito la consapevolezza
tra personaggi realmente esistiti e figure         che, nel momento in cui si rende la santità
leggendarie, è riuscita a scalfire la tradizio-    merito di pochi, se ne sperpera l’immenso
ne quanto mai radicata del culto di molti          valore invece di investirlo e che la fedeltà al
santi, mitici forse, ma saldamente legati alle     dono del battesimo è più importante di
diverse realtà territoriali, alla storia del co-   qualsiasi gerarchia di perfezione.
stume e alle identità popolari. Il Magistero           L’apostolo Paolo non chiamava forse
ha sempre preferito impegnarsi a correggere        “santi” tutti i cristiani? E quel numero sim-
eventuali devianze e abusi piuttosto che ri-       bolico dei 144.000 dell’Apocalisse non ci ri-
nunciare a un elemento ritenuto fondamen-          corda forse che perfino la santità forgiata
tale nella pedagogia della fede: con la loro       dal martirio è grazia concessa ai molti?
esemplarità, i santi sono pietre miliari che           Non a caso allora papa Francesco, nella
indicano la strada a tutti coloro che voglio-      esortazione apostolica Gaudete et exsultate sul-
no seguire il vangelo.                             la chiamata alla santità nel mondo contem-
   Eppure, anche per quanto riguarda que-          poraneo (19 marzo 2018), ha insistito sulla
sta prassi di fede cattolica che è il culto dei    santità testimoniata dai santi della porta ac-
santi, qualcosa è cambiato e le “mie” 120          canto, ha ricordato le “virtù eroiche” di me-
Piccole suore della Sacra Famiglia che, an-        dici e infermieri nei mesi più bui della pan-
che senza specifica preparazione infermieri-       demia e ha invitato a scorgere «i segni di
stica, si sono generosamente lanciate a leni-      santità che il Signore ci presenta attraverso i
re le ferite dell’inutile strage bussano, se-      più umili membri» del popolo di Dio (n.
                                                   7). Popolo che, del resto, è santo non per-
                                                   ché è virtuoso, ma perché il suo Dio è santo
                                                   (cfr. Levitico, 19,2).
   Grazie al Concilio abbiamo acquisito                Parafrasando le parole di Francesco po-
 la consapevolezza che nel momento in cui          tremmo dire che nessuno è santo da solo.
                                                   Nelle nicchie degli altari c’è posto solo per
  si rende la santità merito di pochi se ne        uno alla volta. Non così, però, nella storia
sperpera l’immenso valore invece di investirlo     di Dio con il suo popolo.

                                                   *Biblista, Pontificio Ateneo S. Anselmo

                                                                              19    D ONNE CHIESA MOND O
La santità della porta accanto
    ha bisogno di miracoli?
          di CRISTINA SIMONELLI*                        “canonizzazioni equipollenti”. Il termine in

C
                                                        questo caso – forse l’abbiamo incontrato prima
                 i sono dei libri che arrivano al       solo in certi documenti ufficiali, volti a stabilire
                 momento giusto e ti lasciano un        le equivalenze dei titoli di studio – vuol dire che
                 segno. Uno di questi per me è          si è fatta una eccezione, dichiarando sante “nel-
                 stato Gente in Aspromonte, di Corra-   lo stesso modo” persone la cui causa era rimasta
                 do Alvaro, capace di far intrave-      sospesa, anche molti secoli fa. Una equipollen-
dere la santità ove non presupporresti e, con-          za qui è dunque una deroga ai meccanismi cen-
temporaneamente, l’irrompere del quotidiano             tralizzati della fabbrica dei santi, una specie di
nelle rappresentazioni del sacro. In una sua pa-        sanatoria che riconosce la fama di santità atte-
gina compaiono delle statue di santi dal volto di       stata nel popolo cristiano, che viene prima dei
“paesani che hanno smesso di soffrire”. Statue          regolamenti. Questa è una cosa importante,
nelle chiesette semi-abbandonate nelle campa-           perché suggerisce che quello di cui si parla è
gne e nelle edicole sui muri di città, volti raffi-     prima di tutto il miracolo di una vita condivisa
gurati nei dipinti importanti e nei repertori de-       come pane, moltiplicata nella fiducia, illumina-
voti, tutte e tutti a partire da quel momento mi        ta dalla grazia.
hanno insegnato una pietas che ha innervato le              In Gaudete et exsultate sembra di leggere pro-
istanze di riforma liturgica, i vagabondaggi nel-       prio questo, anche quando Francesco rinvia a
le periferie, le riflessioni teologiche.                un Motu proprio del 2017 (Maiorem hac diletionem)
                                                        che allarga le maglie del martirio. A quel punto,
                 L’equipollenza: che cosa è?            mi sarei proprio aspettata che anche il codicillo
                     Beatificazioni e canonizza-        che chiede miracoli certificati dopo la morte del
                 zioni che si affacciano sul terzo      “santo” subisse una bella metamorfosi: sparisse.
                 millennio sono anche un po’ co-        O almeno passasse in backstage, fra le varie ed
                 sì, tra collocazione sugli altari      eventuali.
                 di un popolo vario di fondatrici
                 e fondatori, di alcuni papi, di        Comunione dei santi non sopporta confini
                 molti martiri; e anche di recu-           Per ora la richiesta del miracolo invece non si
                 peri di sante venerate, ma in          è dileguata, affaticando non poco i comitati di
                 certo senso “sospese” - come le        coloro che presentano qualcuno per l’iter di ca-
                 medievali Margherita da Città          nonizzazione. L’aria che si respira però - dal ca-
                 di Castello e Angela da Foli-          pitolo V della Lumen gentium a Novo Millennio
                 gno. Per queste ultime si parla        ineunte di Giovanni Paolo II fino a Gaudete di
                 (basta scorrere la pagina di Wi-       Francesco – è diversa e non isola sante e santi
                 kipedia a questo dedicata), di         d’altare da quelli “della porta accanto” (GE 6).

D ONNE CHIESA MONDO   20
TRIBUNA APERTA

Questo aspetto non si può omettere, non abbas-         zioni religiose. Su questo aspetto vale la pena
sa le esigenze della vita cristiana, ma insegna a      soffermarsi un attimo, ma non (solo) per lamen-
riconoscerle nei percorsi meno appariscenti,           tare l’assenza pressoché totale dei laici, esclusi i
meno prevedibili e per ciò stesso più evangelici,      martiri e i genitori di consacrati, quanto per dire
alla fine. Come non ricordare alcuni passi chia-       almeno qualcosa delle imprese collettive e della
ve di questa esortazione apostolica, che non si        loro memoria. La vicenda di quelle donne è sta-
limita a dare dignità ai gesti quotidiani e ai pic-    ta infatti sottoposta alla lettura della Congrega-
coli particolari dell’amore (n. 145), ma si esten-     zione dei Santi perché porta con sé le vite di
de a benedire le vite di quanti vivono la santità –    tante altre, con la loro memoria spirituale, il lo-
la cura, la giustizia, la benedizione – forse chia-    ro presente di dedizione, il loro desiderio di fu-
mandola con nomi diversi. Questa dimensione            turo: e questo è molto, molto importante e non
è espressa tramite le parole di Edith Stein:           andrebbe mai dimenticato, mentre si fanno im-
    «Nella notte più oscura sorgono i più grandi       portanti ma insufficienti computi statistici.
profeti e i santi. Tuttavia, la corrente vivificante       Un’ultima osservazione: non neghiamo al
della vita mistica rimane invisibile. Sicuramente
gli avvenimenti decisivi della storia del mondo
sono stati essenzialmente influenzati da anime
sulle quali nulla viene detto nei libri di storia. E    Non sempre la memoria devota è espressa
quali siano le anime che dobbiamo ringraziare                con modalità opportune. A volte
per gli avvenimenti decisivi della nostra vita
personale, è qualcosa che sapremo soltanto nel         gli immaginari proiettano su Dio scenografie
giorno in cui tutto ciò che è nascosto sarà svela-            orribili da film di cappa e spada
to» (ibidem n. 8).
    Grandi gesti, fino al dono della vita, e picco-
le attenzioni raccolte dai racconti evangelici, ma
adatte anche alle nostre case:
    Il piccolo particolare che si stava esaurendo      fervore l’accompagnamento del pensiero. Non
il vino in una festa. Il piccolo particolare che       sempre la memoria devota è espressa con moda-
mancava una pecora. Il piccolo particolare della       lità opportune. Ad esempio, gli immaginari di
vedova che offrì le sue due monetine. Il piccolo       chi offre spiritualmente a Dio la propria vita per
particolare di avere olio di riserva per le lampa-     qualche causa, sono generosi, ma improvvidi,
de se lo sposo ritarda. Il piccolo particolare di      perché proiettano su Dio scenografie orribili da
chiedere ai discepoli di vedere quanti pani ave-       film di cappa e spada, in cui il sangue deve per
vano. Il piccolo particolare di avere un fuoche-       forza scorrere. Un’immagine decisamente di-
rello pronto e del pesce sulla griglia mentre          versa da quelle del Padre misericordioso dei
aspettava i discepoli all’alba (ibidem n.144).         Vangeli. Anche tenendo il buono ma spoglian-
                                                       dolo dell’inadeguato praticheremo una misura
Le radici e il futuro                                  alta della spiritualità.
   Tornando all’elenco delle canonizzazioni de-
gli ultimi anni, se non si può negare che le don-      * Teologa, docente di Antichità cristiane presso la
ne siano molte, si deve anche ammettere che si         Facoltà teologica dell’Italia settentrionale (Milano) e
tratta in larga parte di fondatrici di congrega-       Verona

                                                                                   21    D ONNE CHIESA MOND O
di ALESSANDRO BUTTITTA*

N
                   el 2013 un docente dell’Univer-
                   sità del Vermont, Steven Hro-
                   tic, fece parlare di sé per aver
                   organizzato nell’ateneo statuni-
                   tense un originale corso incen-
trato sul rapporto tra religione e fantascienza.
Difatti, con ricca bibliografia a supporto, con-
siderò come gli autori di science fiction del Nove-
cento – dall’ Isaac Asimov del Ciclo delle Fonda-
zioni al Frank Herbert di Dune – si fossero con-
centrati a più riprese sul ruolo che la religione
avrà nelle società del futuro.
    I risultati erano sorprendenti: in molte ope-
                                                           In posa
re, infatti, le istituzioni religiose avevano spes-
so un ruolo salvifico, orientando le scelte degli
uomini e delle donne dei prossimi secoli. Gli
                                                         per il futuro
aspetti più problematici erano principalmente
legati all’annoso rapporto tra scienza e fede.
Gli interessati al tema possono leggere in lin-
                                                        L’utilizzo delle immagini
gua inglese il saggio Religion in Science Fiction,
pubblicato dallo stesso Hrotic nel 2016.
                                                        nel culto e nelle devozioni
    Abbandonando utopie e distopie, restrin-
gendo il campo al cattolicesimo, facendo no-          canonizzazione di Maria Goretti, nel culto di
stre le suggestioni del professore del Vermont,       Padre Pio, nelle più diverse agiografie o nella
ci si potrebbe chiedere in che modo e in che          rappresentazione dei pontefici del XIX e del
termini la fede cristiana sarà vissuta nel pros-      XX secolo.
simo secolo. Ovviamente è necessaria una cer-             La “martire della castità” Maria Goretti –
ta cautela per prevedere quale direzione pren-        sottolinea Caliò nell’introduzione del volume –
derà la rappresentazione del sacro, della santi-      con ogni probabilità non ebbe finché era in vi-
tà e della beatitudine. Tuttavia, per capire il       ta l’opportunità di posare davanti a un appa-
futuro ci possono venire in soccorso passato e        recchio fotografico: l’assenza di un volto da
presente.                                             proporre ai fedeli ha portato, insieme a una va-
    Ci può venire in aiuto in special modo Santi      na ricerca di ritratti, all’adozione negli anni
in posa, acuto volume edito da Viella, in cui si      Cinquanta della figura del suo alter ego cine-
studia e si analizza l’utilizzo della fotografia      matografico, la piccola protagonista del film Il
nei processi di promozione del culto dei santi        cielo sulla palude, che, per la madre e per l’assas-
e nella prassi devozionale fino a oggi. All’in-       sino, a quell’altezza cronologica parte inte-
terno del saggio, curato da Tommaso Caliò,            grante della macchina promozionale, somiglia-
diversi esperti del settore hanno analizzato          va a Maria «sia nel volto che nell’anima».
l’influsso che le immagini hanno avuto nella              Interessante anche l’operazione fatta su Ber-

D ONNE CHIESA MONDO   22
Puoi anche leggere