D ONNE CHIESA MOND O - L'Osservatore Romano
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DONNE CHIESA MONDO DONNE CHIESA MONDO MENSILE DELL’OSSERVATORE ROMANO NUMERO 105 NOVEMBRE 2021 CITTÀ DEL VATICANO MENSILE DELL’OSSERVATORE ROMANO NUMERO 105 NOVEMBRE 2021 CITTÀ DEL VATICANO
www.vaticannews.va LE ULTIME NOTIZIE SU PAPA FRANCESCO LA SANTA SEDE E LA CHIESA NEL MONDO Un portale multimediale in 35 lingue che informa con tempestività e offre una lettura dei fatti alla luce del Vangelo
Numero 105 novembre 2021 LE IDEE Controcorrente I santi non sono superuomini, né sono nati perfetti. Sono persone che prima di raggiungere la gloria del cielo hanno vissuto una vita normale, con gioie e dolori, fatiche e spe- ranze, disse Francesco nel 2013 alla sua prima Festa di Ognissanti da Pontefice. Tanto è. E vale soprattutto per le sante e le beate di questo papato. Se c’è una “politica” della santità femminile dell’attuale Ponte- fice, la troviamo infatti nella piena umanità delle donne proposte per gli altari. La santità della porta accanto. È noto che in passato beate e sante, oltre essere oggetto di de- vozione, sono state anche strumenti per rafforzare identità (e po- tere) di comunità e popolazioni. Le loro virtù sono state raffigu- rate attraverso immagini e simboli iconografici non casuali: molti D ONNE CHIESA MOND O gigli per leggervi moralità e purezza, molte rose rosse simbolo di carità che può portare al martirio; spade per indicare una vita al Mensile de L’Osservatore Romano servizio della fede. Le sante di oggi sembrano tracciare percorsi nuovi: non sono Sito Web eroine e non sono figure beatificate dopo abbondanti lasciti di fa- WWW.OSSERVATOREROMANO.VA/IT/ D ONNE-CHIESA-MOND O.HTML miglie facoltose. Non è, la loro, una santità funzionale al potere. Sono donne normali, sia che abbiano avuto una vita laica o Edizioni consacrata; sia che abbiano deciso di vivere lavorando, studiando, Inglese facendo le mogli, le madri, impegnandosi nella vita comunitaria, WWW.OSSERVATOREROMANO.VA/EN/ della Chiesa o civile; che siano state mistiche o donne calate nella WOMEN-CHURCH-WORLD.HTML quotidianità, a volte dura. E non di rado tra le loro virtù troviamo Spagnolo il senso dell’umorismo. WWW.OSSERVATOREROMANO.VA/ES/ È importante che venga riconosciuto come oggi la santità fem- MUJERS-IGLESIA-MUND O.HTML minile si esprima attraverso altre forme. È significativo che il mo- Francese dello di Chiesa che queste donne suggeriscono sia prima di tutto WWW.OSSERVATOREROMANO.VA/FR/ quello di una chiesa giusta. FEMMES-EGLISE-MONDE.HTML In molti interventi di questo numero dedicato alle donne bea- Portoghese tificate e canonizzate dall’ascesa al soglio di Pietro di Francesco si WWW.OSSERVATOREROMANO.VA/PT/ cita la Gaudete et exsultate, l’esortazione apostolica sulla chiamata al- MULHER-IGREJA-MUND O.HTML la santità nel mondo contemporaneo con la quale il Pontefice sot- Tedesco tolinea che si diventa santi vivendo le Beatitudini. Quindi, oggi, WWW.OSSERVATOREROMANO.VA/DE/ vivendo controcorrente. FRAUEN-KIRCHE-WELT.HTML «Cercate la giustizia, soccorrete l’oppresso, rendete giustizia al- Polacco l’orfano, difendete la causa della vedova»: Francesco cita Isaia. Le WWW.OSSERVATOREROMANO.VA/PL/ donne, lo sosteniamo da sempre, sono in prima linea su questi KOBIETY-KOSCIOL-SWIAT.HTML fronti. (DCM) D ONNE CHIESA MONDO 1
4 24 SOMMARIO INAPERTURA MARTIROLO GIO La sfida di cinque Regine e contadine donne medievali sugli altari senza distinzione GLORIA SATTA A PAG. 4 BIANCA STANCANELLI A PAG. 15 INEVIDENZA FOTO GRAFIA E DEVOZIONI Tecla, un caso di violenza In posa per il futuro di genere del primo secolo ALESSANDRO BUTTITTA A PAG. 22 ALICE BIANCHI A PAG. 7 SGUARDI DIVERSI INCOPERTINA Conchita, madre di tutti i sacerdoti La santa globale CAROLA SUSANI A PAG. 24 e la giovane beata A PAG. 9 NUOVE BEATIFICAZIONI INAGENDA Sandra, una ragazza di oggi ELISA CALESSI A PAG. 29 Appuntamenti di novembre FEDE E INTERNET VALERIA PENDENZA A PAG.9 Rita da Cascia star dei social TEMA DEL MESE FEDERICA RE DAVID A PAG. 32 Le virtù delle sante ARTE di Francesco L’immagine della santità ANGELA ALES BELLO A PAG. 10 YVONNE D OHNA SCHLOBITTEN A PAG. 34 D ONNE CHIESA MONDO 2
36 D ONNE CHIESA MOND O COMITATO DI DIREZIONE Ritanna Armeni Francesca Bugliani Knox D ONNE DI PACE Elena Buia Rutt Yvonne Dohna Schlobitten Hedva e il cinema Chiara Giaccardi Shahrzad Houshmand Zadeh del dialogo Amy-Jill Levine LIA BELTRAMI A PAG. 36 Marta Rodríguez Díaz Giorgia Salatiello LIBRI Carola Susani Rita Pinci (coordinatrice) Potente, Dobner, Beretta, IN Lazzarini, Moccia e REDAZIONE Giampietro Giulia Galeotti Silvia Guidi A PAG. 38 39 Valeria Pendenza OSSERAVATORIO REALIZZATO INSIEME A Le donne dell’Amazzonia e Elisa Calessi, Lucia Capuzzi Laura Eduati, Romilda Ferrauto il Sinodo Federica Re David LUCIA CAPUZZI A PAG. 40 COPERTINA Anna Milano LE IDEE IMPAGINAZIONE Marco De Angelis PUBBLICAZIONE ON LINE Controcorrente Marco Sinisi A PAG. 1 ORGANIZZAZIONE Piero Di Domenicantonio Nessuno è santo da solo CONTATTI MARINELLA PERRONI A PAG. 18 Redazione redazione.donnechiesamondo.or@spc.va C’è bisogno di miracoli? Abbonamenti osservatoreromano.it/pages/abbonamenti.html CRISTINA SIMONELLI A PAG. 20 abbonamenti.donnechiesamondo.or@spc.va 3 D ONNE CHIESA MOND O
Potenti ma sole Chiara Frugoni racconta la sfida di cinque donne medievali di GLORIA SATTA corredato di splendide illustrazioni. In questo S ritratto sconsolante della condizione femminile ottomesse, analfabete, offese, vitti- nei dieci secoli precedenti alla scoperta dell’A- me di abusi, costrette ad accettare merica, la studiosa individua tuttavia cinque matrimoni combinati, considerate donne dotate di una personalità eccezionale e una specie inferiore alla stregua de- di un grande coraggio che le rese capaci di gli animali. Sempre senza voce e rompere le catene di un destino drammatico, ri- dotate di un’unica possibilità di avere una vita gidamente segnato, sfidando la misoginia del più dignitosa: entrare in monastero dove avreb- tempo: Radegonda di Poitiers, monaca e regi- bero imparato a leggere per meglio pregare. na (513-587); la potente Matilde di Canossa Che sfortuna nascere donne nel Medio Evo: lo (1046-1115); la Papessa Giovanna, considerata spiega con grande chiarezza Chiara Frugoni, dagli storici una leggenda medievale che avreb- storica di rilievo internazionale e accademica, be regnato nel nono secolo; la geniale e prolifi- nel libro Donne medievali – sole, indomite, avventurose ca scrittrice Christine de Pizan (1364 circa – (Il Mulino), affresco dell’epoca riccamente do- 1429 circa), antesignana della difesa delle don- cumentato ma avvincente come un romanzo e ne contro abusi e violenze; Margherita Datini D ONNE CHIESA MONDO 4
Illustrazioni dal libro. A sin. Radegonda non sente i canti profani che distruggono una consorella, Poitiers, Bibliothèque municipale, ms. 250, f. 40r, fra il 1070 e il 1099. Accanto, Enrico IV chiede aiuto a Ugo di Cluny e a Matilde di Canossa, Città del Vaticano, BAV, ms. Vat. lat. 4992, f. 49r, 1111-5 Sotto, Chiara Frugoni (foto Marco Farmalli) INAPERTURA (1360 circa – 1423), moglie infelice di un mer- tefice. Segnata da due matrimoni infelici, an- cante di Prato ma ricca d’ingegno al punto di che Matilde espresse i propri talenti in totale istruirsi da autodidatta per scrivere al marito solitudine estendendo considerevolmente i do- sempre assente e infedele 150 bellissime lettere mini del suo casato. La leggenda della coltissi- rivelatrici della sua saggezza. ma e intelligente Papessa Giovanna, un perso- naggio mai esistito che avrebbe esercitato il Che cosa, professoressa Frugoni, accomuna queste cinque pontificato travestita da uomo, riporta alla figure femminili “controcorrente” rispetto al loro tempo? questione del sacerdozio femminile di cui si di- Il fatto di essere riuscite ad esprimere i pro- batte oggi. pri talenti in assoluta autonomia, cioè al di fuo- ri del matrimonio. Per tutte e cinque le prota- goniste del libro l’incontro con un uomo fu tut- t’altro che felice. Sono state dunque delle don- Radegonda, Matilde di Canossa, ne sole, coraggiose e intraprendenti che hanno la papessa Giovanna, Christine de Pizan, sfidato la loro epoca per uscire dall’ombra e avere una voce in un periodo storico in cui solo Margherita Datini hanno rotto le catene a monache e vedove era concesso di esprimere di un destino rigidamente segnato la propria personalità. Ma non sono state le uniche: la storia del Medio Evo contempla altre figure femminili forti e coraggiose. Perché le è parsa interessante Radegonda di Poitiers? Per le donne, il Medio Evo è stato dunque il periodo più Perché fu una straordinaria regina, moglie di buio? Clotario I, e dopo aver abbandonato il marito Vorrei chiarire che è sbagliato associare l’ag- prese il velo. Le sue gesta sono state raccontate gettivo “buio” a quella fase storica durata ben dal poeta Venanzio Fortunato ma la vera perso- mille anni e teatro di tanti avvenimenti di se- nalità di Radegonda emerge dalla biografia scritta da una monaca chiamata Baudonivia: descrive una donna estroversa e sensibile, ricca di slanci emotivi e preoccupata delle sorti tanto del suo monastero quanto del regno che s’im- pegnò a difendere attraverso un’intensa attività pacificatrice. Quali sono le ragioni che la portano a definire “potenti e sole” Margherita di Canossa e la Papessa Giovanna? La contessa Matilde, amica di Papa Grego- rio VII, fu appassionatamente devota alla cau- sa della Chiesa nell’epoca della lotta per le in- vestiture. Nel 1077, quando aveva 31 anni, nel castello di sua proprietà fu testimone della sto- rica umiliazione di Enrico IV di fronte al Pon- 5 D ONNE CHIESA MOND O
gno diverso. Ma un fatto è sicuro: nei secoli E quale messaggio possono trasmettere le cinque eroine precedenti all’età moderna la condizione fem- medievali del suo libro alle ragazze contemporanee? minile ha subito un peggioramento. Possono aiutarle a riflettere sul passato per acquisire una maggiore consapevolezza del Dovuto a quali cause? proprio valore. E spingerle a desiderare sempre Una è sicuramente il celibato per i preti, più di essere libere e autonome, decise a sce- introdotto da Gregorio VII. Il fatto che gli gliere la propria vita. uomini di Chiesa non potessero sposarsi ha portato a considerare le donne delle tentatri- Secondo il suo parere di storica, le quote rosa rappresen- ci, delle fonti di peccato. A cominciare da tano uno strumento indispensabile per abbattere le discri- Eva, a lungo considerata cau- minazioni? sa della colpa originale e di Sarebbe bello che non ci fosse- tutti i mali dell’umanità. Va ro perché la loro esistenza rischia poi ricordato che la società di sottolineare la condizione d’in- feudale era fondata sui pos- feriorità femminile. Ma le donne sedimenti terrieri che veniva- non hanno niente in meno rispet- no gestiti attraverso i matri- to agli uomini, semplicemente moni combinati, veri e propri hanno minori opportunità di af- contratti in cui le donne era- fermarsi e in questo momento no delle semplici pedine, a storico le quote rosa possono aiu- volte delle prede. Solo tra la tarle ad esprimere le loro capaci- fine dell’undicesimo e l’inizio tà. Ma io mi auguro che presto del dodicesimo secolo la non ci sia più bisogno della di- Chiesa cambiò la natura giu- scriminazione positiva perché si ridica del matrimonio trasfor- giocherà ad armi pari. mandolo in un sacramento basato sul consenso degli Qual è la strada giusta per vincere la sposi. battaglia per l’uguaglianza di genere e il rispetto? Christine de Pizan difese nei suoi scritti le donne offese e La strada giusta è sempre quella culturale abusate, ma sei-sette secoli dopo femminicidi e violenze che porta con sé la consapevolezza. Se si ab- sessuali sono ancora all’ordine del giorno. La storia non bassa il grado di attenzione, se manca l’infor- ci ha insegnato nulla? mazione non si arriva da nessuna parte. Le Purtroppo, c’è ancora un filo rosso che ci le- donne devono leggere, parlare con persone col- ga al Medio Evo. Sono stati fatti tanti passi te, conoscere il passato per riflettere su sé stesse avanti, le donne oggi ottengono più rispetto di e darsi degli obiettivi. Charlotte Witton (1896- un tempo ma la parità è ancora lontana. Potre- 1975) sindaca di Ottawa, diceva: «Qualsiasi co- mo dire di averla raggiunta quando non ci sarà sa facciano le donne, devono farlo due volte più bisogno di celebrare l’8 marzo, una ricor- meglio degli uomini per essere apprezzate la renza che festeggia le donne come se fossero metà. Per fortuna non è una cosa difficile». una specie a parte. Non a caso non esiste la fe- Penso che anche le protagoniste medievali del sta degli uomini. mio libro sarebbero state d’accordo. D ONNE CHIESA MONDO 6
Aurelio Luini Martirio di Santa Tecla, 1592 Milano, Duomo, sagrestia capitolare INEVIDENZA di ALICE BIANCHI* «S acrilegio! Sacrilegio!», urlano le donne della città di Antiochia che assistono al martirio di Tecla, disce- pola di (san) Paolo di Tar- so. È uno dei momenti cruciali della vita di una santa oggi poco nota, ma grandemente venerata almeno fino al IV secolo. Tutte le informazioni sul suo conto provengono da un testo apocrifo di fine II secolo, il quale racconta che una gio- vane donna originaria di Iconio, in Asia Mino- re, fu convertita da Paolo e lasciò il fidanzato e la famiglia per seguirlo nei suoi viaggi. Alla se- quela dell’apostolo, fu condannata a morte due volte, una al rogo e l’altra alle bestie feroci, ed entrambe le volte sopravvisse miracolosamente. Finì con l’auto-battezzarsi nella vasca delle fo- che che dovevano ucciderla, e da allora si mise a predicare il vangelo in prima persona. La sua morte, sopraggiunta in vecchiaia, è avvolta nel mistero delle diverse varianti del testo apocrifo. Tecla ha dunque una storia rocambolesca, che nel corso dei secoli ha suscitato sospetto, sorpresa, talvolta scandalo. Al momento in cui le donne di Antiochia gridano al sacrilegio è ap- pena stata fatta entrare nella sua seconda arena, con leonesse orsi tori e foche. La condanna è stata decretata da tale Alessandro, il quale si è preoccupato di farne scrivere il motivo su un’in- segna: «rea di sacrilegio». A voler indovinare la sua colpa da quest’unico indizio, potrebbe es- sersi rifiutata di rinnegare Gesù Cristo o di pro- Il sacrilegio strarsi all’imperatore romano. Invece, sappiamo dal racconto, ha respinto e svergognato pubbli- camente proprio Alessandro, il quale aveva ten- di Tecla tato di abbracciarla per la strada. È colpevole, insomma, di aver rifiutato delle avances, ma non è così chiaro perché questo gesto sia assimilato a Un caso di violenza un sacrilegio. Probabilmente il suo molestatore era un gran sacerdote di Siria: disobbedirgli in di genere nel primo secolo 7 D ONNE CHIESA MOND O
quanto autorità religiosa era uno sfregio alla di- maniere del tempo aveva già chiesto a Paolo il vinità. Ma, forse, qui c’è anche uno sfregio al- permesso di prenderla con sé, e lui gli aveva ri- l’ordine sociale stabilito a tutela di tutti, e che sposto «Non la conosco, non è mia». Gli era normava le relazioni tra uomini e donne. Lad- parso un nullaosta: se quella giovane non era di dove i maschi sono tutori delle femmine, una Paolo, era libera. Ma la frase «Non è mia», dal donna che rifiuta un uomo non mette in discus- punto di vista della fede dice molto di più: Tecla sione lui soltanto, ma tutto un sistema valoriale non è “sua” (di Paolo) perché è di Cristo, e lui e culturale così prezioso da diventare sacro. È non può che riconoscerle piena dignità, autono- un atto pericoloso, sacrilego. Eppure, dagli mia e forza. Questa giovane donna agisce so- spalti dell’arena di Antiochia, le donne che stre- spinta dalla libertà che il Signore le ha dato, e pitano sono le uniche a cogliere un fraintendi- qui sta il fuoco della sua santità. Alessandro ha mento: magari Tecla non è profanatrice ma pro- suo malgrado capito bene: Tecla è libera. Così fanata, e la sua uccisione non è una semplice in- giustizia ma una vera bestemmia contro la sa- cralità che custodisce. Cosa c’è di sacro in lei, che ribalta vittima e colpevole? Ha mandato a monte un matrimonio Tecla e Paolo sono stranieri ad Antiochia, per seguire Paolo, sfidando le malelingue dunque il primo vincolo sacro che Alessandro disattende è sicuramente quello dell’ospitalità: Eppure si ribella alle molestie del potente la forestiera non gli deve nulla, era lui che avreb- del paese. Che la condanna a morte be dovuto dimostrarle accoglienza. Ma soprat- tutto, la sua è una vera e propria molestia ses- suale che è evocata nei termini di una profana- zione, e suggerisce una certa sacralità del corpo femminile. Abituati a sante anche recenti con totalmente da contravvenire addirittura alle storie dai tratti simili (una proposta sessuale ri- aspettative sociali. fiutata, le insinuazioni sulla vittima, l’intuizione La vita di Tecla non è in difesa di nulla, nean- che la violenza è sacrilegio) i cristiani d’O cci- che di qualche candore fisico o morale. Anzi, la dente danno facilmente per scontato che Tecla sua storia procede per scandali, scelte coraggio- sia vergine. In effetti lo è, ma la questione va se, rischi. Lo si è accennato: arriverà ad auto- molto oltre la purità morale o l’integrità fisica. battezzarsi, addirittura. Se c’è qualcosa, allora, Nell’Asia Minore del I-II secolo «vergine» si- da custodire come sacro in Tecla, se c’è qualcosa gnifica innanzitutto «nubile», ovvero una con- da mettere al riparo da ogni violenza, non è la dizione fuori da tutti gli schemi previsti. Come debolezza fisica o il corpo illibato, ma lo statuto si è detto, Tecla ha mandato a monte un matri- della libertà, che per le comunità cristiane è monio combinato per seguire Paolo, e si è unita sempre dono dello Spirito, e segno della dignità ai suoi viaggi nonostante le prevedibili malelin- degli esseri umani, donne e uomini. «Sacrilegio! gue. In lei, verginità e audacia sono legate a Sacrilegio!», quando la libertà è minacciata e doppio filo. Perciò non c’è da stupirsi quando, frustrata. stretta da Alessandro tra la gente, urla, gli strap- pa il mantello, gli getta via la corona. Alessan- *Dottoranda in Teologa Fondamentale, Coordinamento dro è contrariato: come richiedevano le buone Teologhe Italiane D ONNE CHIESA MONDO 8
INCOPERTINA La santa globale e la giovane beata L e due foto che mettiamo nella copertina di questo mese ritraggono due donne salite alla gloria degli altari negli ultimi otto anni, da quando Francesco è papa. La prima è la santa globale, madre Teresa di Calcutta. La seconda è Sandra Sabattini, una giovane italiana appena diventata beata. Entrambe sono ritratte nella normalità della propria vita. Anche se la prima immagine testimonia un dramma, quello della guerra, è lo sguardo quieto di entrambe che le accomuna. Ognuna sta facendo, in quel momento, quello che deve. Teresa, nella foto Afp di Dominique Faget, è a Beirut il 14 agosto 1982. Nel mezzo dei combattimenti la suora salva dai bombardamenti un gruppo di bambini di un orfanotrofio, malati e disabili, abbandonati dal personale in fuga. Ne porta in braccio uno, quella è la sua missione. Il suo volto esprime la compassione. La foto di Sandra è stata scattata da Riccardo Ghinelli il 1 maggio del 1980, durante una manifestazione per i diritti degli handicappati. Al braccio la ragazza porta un pacco di giornali da diffondere, quello è il suo compito. Il sorriso timido esprime la sua partecipazione. (Dcm) INAGENDA 17 novembre. Comunità multiculturali 25 novembre. Giornata contro la violenza congresso alla Urbaniana sulle donne e festa delle Caterinette Congresso internazionale della Pontificia Uni- Il 25 novembre è la Giornata mondiale contro versità Urbaniana dal 17 al 19 novembre 2021. Il la violenza sulle donne. Fu scelta dall’Onu nel titolo: «Comunità multiculturali per quale for- 1999 in ricordo del sacrificio delle sorelle Patria, mazione? Multicultura e competenze intercultu- Minerva e Maria Teresa Mirabal, uccise dagli rali nelle università pontificie e nelle comunità agenti del dittatore Rafael Leonidas Trujillo nel- formative di vita consacrata» con partecipazione la Repubblica Dominicana. online o di persona È anche la festa di santa Caterina d’Alessan- dria, vergine e martire, la quale rifiutò di sposare 21 novembre. Assemblea ecclesiale il governatore che la condannò a morte. Santa latinoamericana a Città del Messico Caterina viene considerata la protettrice delle ap- Dal 21 al 28 novembre 2021 si terrà a Città del prendiste sarte, che da lei prendono il nome di Messico l’assemblea ecclesiale dell’America Lati- “Caterinette”. na e Caraibi dal titolo «Tutti noi siamo discepoli missionari in uscita». a cura di Valeria Pendenza 9 D ONNE CHIESA MOND O
Santa Angela da Foligno Le virtù delle sante di Francesco Pazienza, mitezza, gioia e anche senso dell’umorismo di ANGELA ALES BELLO* D ONNE CHIESA MONDO 10
TEMA DEL MESE C’ è una “politica” delle sante di Papa Francesco? Si può leggere una idea, una “linea” nelle scelte di questo Pontefice sulle don- ne che meritano di essere innalzate agli onori degli altari? Le donne scelte sono anche un modello di donna offerta dal pon- tefice ai fedeli? Dico di sì, e spiego perché. Gaudete et Exultate: il 19 marzo 2018 Papa Francesco titola così la sua Esortazione Apostolica sulla chiamata alla santità nel mondo contemporaneo. Perché dovremmo rallegrarci ed esultare? Perché la santità non è riservata solo ad alcuni e ad alcune, la santità è la meta di tutti i seguaci di Gesù che la possono conseguire imitandolo e, si potrebbe aggiungere, che dovrebbe essere la meta di tutti gli esseri umani. «I santi ci accompagnano e ci incoraggiano» scrive France- sco: ecco l’esemplarità (ibidem, 3-5). E non solo quelli “famosi”, possono essere anche “i santi della porta accanto” (ibidem, 6-9), persone che vivono nel mondo spesso umilmente e che lasciano al loro passaggio una scia di bontà. Per rendere ancora più esplicito il suo pensiero, il Papa esor- ta a guardare i più umili e lo fa citando le parole di una santa della nostra epoca: Teresa Benedetta della Croce, al secolo Edi- th Stein, una delle massime filosofe del Novecento. Ella, infatti, scrive che «quali siano le anime che dobbiamo ringraziare per gli avvenimenti decisivi della nostra vita personale, è qualcosa che sapremo soltanto nel giorno in cui tutto ciò che è nascosto sarà svelato» (ibidem, 8), cioè, quando saremo in un’altra vita e in una condizione che corona lo sforzo dell’esercizio delle virtù e che ella definisce “vita beata” – potremmo pensare alla descri- zione del Paradiso di Dante. La citazione di Edith Stein indica l’attenzione di Francesco nei confronti delle donne, attenzione ribadita durante l’udienza generale dell’8 settembre 2021 in occasione del commento della Lettera di San Paolo ai Galati. Nella santità della Chiesa militante le donne costituiscono un punto di riferimento fondamentale. Si può dire che le donne vivono più intensamente l’esperienza religiosa? Se si osserva la frequenza dei luoghi di culto, la ri- sposta è affermativa, ma ciò non basta per la santità. Certamen- te la maternità, che caratterizza il femminile, indica apertura al- l’altro, inteso non solo come essere umano, ma anche come il Divino; il materno genera ed anche protegge: una maggiore af- finità del femminile a Dio creatore? Le sante dimostrano ciò, anche se nei modi più diversi e la pluralità delle manifestazioni 11 D ONNE CHIESA MOND O
ci fa comprendere le molteplici “vie” verso la santità. Tale mol- teplicità si riscontra se si analizza il lungo elenco di sante e bea- te proclamate tali da Papa Francesco. I numeri parlano anche in questo caso: 22 donne canonizzate e 150 beatificate in attesa di essere proclamate sante. In quest’epoca di pandemia c’è stata una sospensione dell’iter complesso che conduce alle proclama- zioni di santità, ma molto indicativo è che l’unica donna dichia- rata santa nel 2021 sia stata Margherita di Città di Castello. Una vita che definiremmo senz’altro tragica dal punto di vista umano; si tratta di uno “scarto”, di un essere umano rifiutato dagli stessi genitori che Papa Francesco ha voluto canonizzare di sua iniziativa. Ma andiamo per ordine, perché vale la pena Ventidue donne di soffermarsi su questo caso che esprime chiaramente la “po- canonizzate litica” di Papa Francesco sulla santità, quindi, non solo la sua interpretazione teorica, ma anche la sua azione. e 150 beatificate Si tratta della terziaria domenicana già dichiarata beata, Indicativo che l’unica Margherita di Città di Castello, che visse tra il XIII e il XIV secolo. L’ 11 dicembre 2019 Papa Francesco presenta al Prefetto proclamata santa della Congregazione delle Cause dei Santi la richiesta della ca- nel 2021 nonizzazione equipollente della beata Margherita, che consiste nell’estensione alla Chiesa Universale della recita dell’ufficio di- sia Margherita vino e della celebrazione della messa, che sono espressioni del di Città di Castello culto pubblico riservate ai santi. Tale procedura era stata messa in atto anche per Ildegarda di Bingen, canonizzata da Benedet- una vita tragica to XVI, e per Angela da Foligno da Papa Francesco. dal punto di vista Certamente Margherita di Città di Castello non può essere paragonata a queste due sante, straordinaria intellettuale l’una, unano: cieca grande mistica l’altra, e ciò appare chiaramente se si percorre la e deforme, sua breve vita. Ella nacque nel 1287 in un borgo chiamato Me- tola. I genitori erano nobili e il padre era il signore del castello. uno “scarto’”rifiutato La piccola Margherita, nata cieca e deforme, rappresentava per dagli stessi genitori loro una vergogna che doveva essere nascosta; infatti, la rin- chiusero in una cella vicino alla casa, dove trascorse la sua in- fanzia. Ben presto si aprì una guerra per il possesso di Metola fra i signori dei territori limitrofi, in questa circostanza la pic- cola Margherita fu allontanata dalla sua cella. I genitori tenta- rono di aiutarla conducendola a Città di Castello da un frate laico, fra Giacomo, di cui si diceva che facesse molti miracoli. Il miracolo in questo caso non avvenne e la piccola fu abbando- nata dai genitori a Città di Castello, secondo una prassi abba- stanza diffusa in quel tempo. I figli deformi potevano, in qual- che caso “dovevano” essere abbandonati, perché erano il segno D ONNE CHIESA MONDO 12
di una punizione divina. La piccola sopravvisse grazie alla ca- rità degli abitanti e perché, in primo momento, fu accolta in un piccolo monastero, ma, poiché ella si mostrava come un esem- pio di spiritualità – infatti, era dedita alla preghiera e ai digiuni – fu scacciata dalle suore e di nuovo si trovò a vivere per strada. Una coppia ebbe pietà di lei e la accolse nella propria casa. I nuovi genitori la accudirono e le consentirono di manifestare le sue doti straordinarie, anche quelle di compiere miracoli. La sua vita, che proseguiva nel silenzio e nella meditazione, si dice che fosse accompagnata da estasi e levitazioni che impressionavano gli abitanti di Città di Castello. Ella, che frequentava la chiesa dei Padri Predicatori, volle diventare terziaria, votandosi ad una Beata Margherita di Città di Castello vita di totale consacrazione al Dio. La sua forza spirituale era (www.terredipiero.it) straordinaria, ma la sua costituzione fisica era debole e, com- Sotto, Giacinta Marto piuti i trentatré anni morì serenamente com’era vissuta. Avven- in una foto del 1917 ne che durante l’esposizione della sua salma una fanciulla fosse (Wikimedia commons) miracolosamente guarita; in tal modo iniziò il lungo cammino di grazie e miracoli. Ciò che colpisce la nostra sensibilità in questa vicenda è l’at- teggiamento dei genitori, che seguono i costumi del tempo pur professandosi cristiani. Quello di Margherita è un esempio di emarginazione che ha profondamente toccato Papa Francesco. Alcune cause di sante e beate erano avviate già prima del suo pontificato e, quindi, sono state portate a termine e da lui ac- cettate, ma questa e l’altra riguardante la beata Angela Foligno indicano il “recupero” di chi è abbandonato, disprezzato, per- ché non si adegua ai canoni del mondo. La santità di Angela da Foligno (1248 – 1309) è stata rico- nosciuta dopo sette secoli, per molteplici ragioni. In primo luo- go, di lei ci parla un libro, intitolato Memoriale, il cui contenuto ha lasciato perplessi. Data, però, la presenza di altre testimo- nianze del tempo, è stato superato il dubbio sulla sua esistenza ed anche sulla veridicità del suo comportamento strano, culmi- nante nell’episodio, diventato famoso, delle urla emesse nel duomo di Assisi nel 1291, del suo denudarsi di fronte al Cro- cefisso, cosa certamente molto sconveniente. Questo fatto attirò l’attenzione di un frate, rimasto anonimo che, incuriosito dalla sua personalità, la interrogò e scrisse ciò che raccontava. Ormai è appurato che si tratta di un racconto vero, che anzi fu sot- toposto al giudizio del cardinale Colonna e di otto frati fran- cescani che lo approvarono. In effetti, le cose che lasciano per- plessi riguardano le reazioni della santa a livello fisico, il coin- 13 D ONNE CHIESA MOND O
Nella pagina accanto, Madre Laura di Santa Caterina da Siena, al secolo Laura Montoya Upegui Sotto, Madre Teresa di Calcutta e Dulce Lopes Pontes (postulazionecausesanti.it) volgimento del suo corpo, ma non il contenuto dottrinario dei suoi racconti. Ella così descrive la sua esperienza mistica, carat- terizzata dalla luce e dall’ombra, dall’oscurità di cui parlava an- che madre Teresa di Calcutta, un’altra santa proclamata da Pa- pa Francesco, e di cui parlano molte mistiche e molti mistici. I papi più recenti hanno riconosciuto il valore dell’esperienza mistica e Papa Francesco ha dimostrato di considerarla una via per la santità. Egli ha indicato alcune caratteristiche fondamentali per rag- giungerla; si tratta di atteggiamenti interiori che possono carat- terizzare qualunque stile di vita: ognuno deve praticare la sop- portazione, la pazienza e la mitezza, deve coltivare la gioia e il senso dell’umorismo. Ci si domanda: dove mostrare tutto ciò? Si risponde: nella comunità, insieme ai fra- telli e alle sorelle. Ma non è una cosa facile avere la forza per il percorso di perfeziona- mento interiore che richiede la sopportazio- ne (di chi?), la pazienza (con chi?), la mitez- za (verso chi?). Su questo cammino di perfezionamento, riconosciuto da Papa Francesco, troviamo le esistenze più diverse: Giacinta Marto, una delle veggenti di Fatima, morta a soli dieci anni; una laica, la madre di santa Teresina di Lisieux (1831-1877); una suora, la beata Cle- lia Merloni, fondatrice dell’Istituto delle Apostole del Sacro Cuore (1861). Ho scelto, per esemplificare, tre vite radicalmente diver- se, ma ciò che le accomuna è il processo di perfezionamento interiore che si manifesta nella carità verso gli altri, presupposto indi- spensabile per realizzare la santità. Ciò è esplicito in un’altra proposta “politica” di Papa Francesco, quella contenuta nell’enci- clicaFratelli tutti, nella quale la “fratellanza” comprende certamente sia i fratelli sia le so- relle. *Professore emerito di Storia della filosofia contemporanea presso l’Università Lateranense, presidente del Centro italiano di Ricerche Fenomenologiche D ONNE CHIESA MONDO 14
MARTIROLOGIO di BIANCA STANCANELLI D a missionaria andò a vivere nella selva colombiana. E da maestra, scelse di insegnare agli indios, po- veri e disprezzati. Quando avviò la sua opera di evangelizzazione, aveva con sé solo la madre e cinque suore, che vol- le «intrepide, valorose, infiammate dall’amore di Dio». E pazienza se i prelati del suo tempo le chia- mavano le «religiose capre». Ma alla sua morte, le suore erano diventate 500, le novizie cento, al ser- vizio di 22 comunità indigene. Madre Laura di santa Caterina da Siena, al se- colo Laura Montoya Upegui (Jericò 1874 – Me- dellin 1949), canonizzata nel 2013, è stata la prima delle sante di papa Francesco. E sarà forse un ca- so che sia stata proprio una religiosa nata e vissu- ta nel continente sudamericano a inaugurare le canonizzazioni di donne volute dal pontefice ve- nuto dalla “fine del mondo”, ma non è certo un caso che la storia di madre Laura, fondatrice della Congregazione delle Suore missionarie di Maria Immacolata e di santa Caterina da Siena, sia se- gnata dal coraggio, dall’umiltà, e soprattutto dal- la volontà tenace di costruire una comunità di donne unite dal desiderio di dedicarsi agli ultimi, ai poveri, ai dimenticati. È questo il filo comune che lega tante fra le sante e le beate proclamate negli otto anni di pon- tificato di Francesco, nella diversità di storie, di provenienze geografiche, di esperienze. Ci sono fra loro nomi celebri come santa madre Teresa di Calcutta (Skopje 1910 – Calcutta 1997) che dedicò Regine la vita ai «più poveri tra i poveri» e fu premiata nel 1979 col Nobel per la pace, e altre che il Nobel lo hanno solo sfiorato, come suor Dulce, ovvero e contadine Maria Rita Lopes Pontes de Sousa Brito (Salva- dor de Bahia 1914 – 1992), canonizzata nel 2019, che si dedicò con identica passione ai diseredati Laiche, religiose, martiri: delle favelas e agli operai sfruttati, fondò nel Bra- sile degli anni Trenta il primo movimento ope- sugli altari senza distinzione 15 D ONNE CHIESA MOND O
raio cattolico di Bahia e fu capace di trasformare piazza Farnese; negli anni delle leggi razziali, il pollaio di un convento in un ospedale che oggi dette rifugio a numerose famiglie di ebrei, salvan- conta 1.500 posti letto ed è all’avanguardia nelle dole dalla Shoah. Canonizzata nel 2016, il suo cure oncologiche. Nell’elenco di sante e beate vo- nome figura anche fra i Giusti tra le Nazioni nello lute da Papa Francesco colpisce l’estrema varietà Yad Vashem di Gerusalemme. A una pagina di- delle figure. Accanto a una regina, Maria Cristina menticata della storia d’Italia rimanda la vita del- di Savoia, moglie di Ferdinando II, che salvò dal la beata Assunta Marchetti (Lombrici di Camaio- patibolo gli oppositori del regime e morì nel dare re 1871 – San Paolo di Brasile 1948) che, sul finire alla luce l’ultimo re delle Due Sicilie, beatificata dell’Ottocento, seguì in Brasile il fratello, don nel 2014, può così figurare una contadina e spac- Giuseppe, per occuparsi degli orfani degli emi- capietre come Maria Caterina Kasper (Dernba- granti italiani. Spinti dagli “agenti di emigrazio- ch, Germania 1820 – 1898) che, pur priva di mez- ne”, partivano allora dalla Toscana verso il gran- de Paese sudamericano migliaia di uomini, in fu- ga dalla miseria. Nel solo anno 1896, quando ma- dre Assunta prese il mare per la sua impresa mis- Rivivono pagine di storia dimenticate. sionaria, dalla provincia di Lucca si imbarcarono Come quella delle cinque martiri per il Brasile in 3861. Se non sorprende che, a salire all’onore degli di Uruaçu, in Brasile, uccise nel 1645 durante altari, siano soprattutto le religiose, è giusto ricor- le guerre di religione fra cattolici e calvinisti dare anche alcune figure laiche. Un esempio? La beata Guadalupe Ortiz de Landàzura (Madrid 1916 – Pamplona 1975), docente e ricercatrice in chimica, che per l’Opus Dei, di cui era membro laico, viaggiò dal Messico, dove aprì la prima re- zi, riuscì ad aprire, con l’aiuto del vescovo e del sidenza universitaria e una scuola per le contadi- sindaco, una casa dove ospitò i poveri. Canoniz- ne, a Roma per poi rientrare nella sua Spagna, zata nel 2018, santa Caterina Kasper volle marca- dove vinse con le sue ricerche sui materiali isolan- re con la povertà anche il nome della sua congre- ti refrattari il prestigioso premio Juan de la Cier- gazione: fondò così le Povere Ancelle di Gesù va. Cristo, oggi presenti dagli Stati Uniti al Messico, Nella Spagna della guerra civile hanno trovato dal Brasile all’India. la morte tre infermiere della Croce Rossa, tra i 23 Rivivono nelle storie di queste sante e beate e i 41 anni, che si recarono volontarie nelle Asturie pagine di storia, alcune dimenticate. È il caso del- per assistere malati e feriti. Il 27 ottobre 1936 Ma- le cinque martiri del massacro di Uruaçu, nel rìa Pilar Gullòn Yturriaga (Madrid 1911), Octavia nord est del Brasile, passate a fil di spada, nel Iglesias Blanco (Astorga 1894), Olga Pérez-Mon- 1645, dai soldati olandesi e dalle bande di indige- teserìn Nùñez (Parigi 1913), che curavano 14 feriti ni ai loro ordini nelle cruente guerre di religione nell’ospedale di Pola de Somiedo, vennero arre- fra cattolici e calvinisti, proclamate sante nel 2017. state dai miliziani, portate in caserma e lì violen- Ha incrociato la storia di un’altra persecuzione, tate, picchiate a sangue, poi caricate nude su un più recente, Maria Elisabeth Hesselblad (Fagla- carro e affidate per l’esecuzione a un plotone di vik, Svezia 1870 – Roma 1957), che rifondò l’O rdi- donne, che le uccisero all’alba del giorno dopo. ne di Santa Brigida: nel convento romano di Nel proclamarle beate, nel giugno 2019, papa D ONNE CHIESA MONDO 16
Carlo de Falco, Ritratto di Maria Cristina di Savoia, Regina delle due Sicilie circa 1834, Reggia di Caserta Francesco le ha dichiarate martiri in odium fidei. Una menzione a parte meritano le mistiche. Il- Martiri della purezza, invece, sono state defi- letterate come santa Maria di Gesù Crocifisso, al nite due beate laiche, entrambe dell’Europa del- secolo Mariam Baouardy (Abellin, oggi Israele l’Est. La prima è la slovacca Anna Kolesàrova 1846- Betlemme 1878) che, non avendo imparato (1928), fucilata a sedici anni nel villaggio in cui a leggere e scrivere, ideava poesie e con la poten- era nata, Vysoka nad Uhom, da un soldato del- za del suo pensiero affascinò intellettuali come l’Armata rossa al quale, il 22 novembre 1944, ave- Jacques Maritain e Julien Green. O umili lavora- va offerto da bere e da mangiare e che le sparò trici come la beata Maria Bolognesi (Bosaro 1924 perché gli aveva resistito. La seconda è la rumena – Rovigo 1980) che fu bracciante, sarta, calzolaia Veronica Antal (Moldavia 1935 – 1958), uccisa con e sudò sangue, patì penose malattie per quaran- quarantadue coltellate da un giovane del suo pae- t’anni, attraversò un periodo di possessione dia- se che voleva violentarla. Le amiche di Veronica bolica e annotò su duemila pagine le sue espe- dissero che in quei giorni, per una curiosa coinci- rienze. O, ancora, donne che hanno vissuto sul denza, stava leggendo la biografia di santa Maria proprio corpo infermità devastanti, come la mi- Goretti. stica medievale Margherita da Città di Castello (Metola 1287 – Città di Castello 1320), nata cieca e deforme, che pur analfabeta sapeva recitare a me- moria tutti i Salmi. Figlia di una famiglia di pic- cola nobiltà, Margherita venne abbandonata dai genitori, in nome di una precoce “cultura dello scarto” – quella stessa che il Papa ha più volte de- nunciato. Canonizzata nel 2021, è diventata negli anni un punto di riferimento per i disabili. A di- mostrazione che anche le creature che la crudeltà degli uomini relega tra gli scarti possono essere innalzate all’onore degli altari. (vedi Ales Bello pag. 10) Alla sensibilità contemporanea, affinata dalla pandemia, non può sfuggire la remissività, perfi- no l’allegria con cui spesso le sante di Francesco hanno affrontato malattie terribili, dal vaiolo alla peste. Esemplare è la storia di Benedetta Bianchi Porro (Dovadola, Forlì 1936 – Sirmione 1964): az- zoppata dalla poliomielite nell’infanzia; diventa- ta sorda a 13 anni; devastata, negli anni dell’uni- versità, da una neurofibromatosi che si diagnosti- cò da sola e che la ridusse cieca, incapace di muo- versi. Prima di morire, a ventisette anni, scrisse: «Io penso che cosa meravigliosa è la vita, anche nei suoi aspetti più terribili; la mia anima è piena di gratitudine e di amore verso Dio per questo». Nel 2019 papa Francesco l’ha proclamata beata. 17 D ONNE CHIESA MOND O
Maria Domenica Mantovani e Giuseppe Nascimbeni Sotto, madre Mantovani con alcune suore SPUNTI DI RIFLESSIONE Nessuno è santo da solo di MARINELLA PERRONI* la racconta la storia di un’Italia, quella del H veronese nel passaggio tra il XIX e il XX o passato qualche giorno secolo, fortemente radicata nella tradizione di vacanza in un paese cattolica, ma anche drammaticamente pove- sulle rive del lago di Gar- ra e costretta allo sfaldamento sociale a cau- da in cui viva è la memo- sa dell’emigrazione forzata. ria di due cristiani, Giu- Al di là delle “virtù eroiche” dei due fon- seppe Nascimbeni e Maria Domenica datori, quanto mi ha colpito nel racconto Mantovani, co-fondatori dell’Istituto delle della loro storia è stato sapere che, a distan- Piccole Suore della Sacra Famiglia. Sco- za di poco più di vent’anni dall’inizio della nosciuti ai più, sono stati dichiarati en- vita dell’Istituto, 120 suore avevano preso trambi beati, nel 1983 lui e nel 2000 lei, parte come infermiere alla prima guerra prima tappa della strada verso il pieno ri- mondiale. Cosa devono aver visto, vissuto, conoscimento ecclesiastico della loro san- sofferto, quali siano state le “virtù eroiche” tità. che sono state in grado di vivere in quel Mi è stata raccontata la loro storia dav- dramma sconfinato che i libri di storia ru- vero esemplare, non solo per le loro rispet- bricano come prima guerra mondiale ma tive virtù, come è necessario che sia per la che, più correttamente, papa Benedetto XV canonizzazione, ma anche perché la vita di ha definito l’“inutile strage” nessuno lo sa. questo sacerdote e della sua prima discepo- Si tratta, evidentemente solo di un esem- pio che rimanda, però, a un interrogativo di fondo importante per i cattolici: chi sono i santi? La Chiesa cattolica non ha mai volu- to rinunciare, nemmeno sotto la forte spinta critica della Riforma luterana, alla sua riser- La storia esemplare di Giuseppe Nascimbeni e Maria Domenica Mantovani, entrambi beati. E delle centoventi Piccole Suore della Sacra Famiglia, tutte infermiere al fronte D ONNE CHIESA MONDO 18
va aurea di uomini e donne che, lungo la condo me, alle porte della storia della san- storia, sono stati considerati dall’autorità ec- tità perché venga riconosciuto il posto che clesiastica degni dell’onore degli altari. spetta loro. Non per ambizione, ma per Neppure la piccola riforma tentata da giustizia. D’altra parte ormai, grazie al Con- Paolo VI, che si riprometteva di distinguere cilio, abbiamo acquisito la consapevolezza tra personaggi realmente esistiti e figure che, nel momento in cui si rende la santità leggendarie, è riuscita a scalfire la tradizio- merito di pochi, se ne sperpera l’immenso ne quanto mai radicata del culto di molti valore invece di investirlo e che la fedeltà al santi, mitici forse, ma saldamente legati alle dono del battesimo è più importante di diverse realtà territoriali, alla storia del co- qualsiasi gerarchia di perfezione. stume e alle identità popolari. Il Magistero L’apostolo Paolo non chiamava forse ha sempre preferito impegnarsi a correggere “santi” tutti i cristiani? E quel numero sim- eventuali devianze e abusi piuttosto che ri- bolico dei 144.000 dell’Apocalisse non ci ri- nunciare a un elemento ritenuto fondamen- corda forse che perfino la santità forgiata tale nella pedagogia della fede: con la loro dal martirio è grazia concessa ai molti? esemplarità, i santi sono pietre miliari che Non a caso allora papa Francesco, nella indicano la strada a tutti coloro che voglio- esortazione apostolica Gaudete et exsultate sul- no seguire il vangelo. la chiamata alla santità nel mondo contem- Eppure, anche per quanto riguarda que- poraneo (19 marzo 2018), ha insistito sulla sta prassi di fede cattolica che è il culto dei santità testimoniata dai santi della porta ac- santi, qualcosa è cambiato e le “mie” 120 canto, ha ricordato le “virtù eroiche” di me- Piccole suore della Sacra Famiglia che, an- dici e infermieri nei mesi più bui della pan- che senza specifica preparazione infermieri- demia e ha invitato a scorgere «i segni di stica, si sono generosamente lanciate a leni- santità che il Signore ci presenta attraverso i re le ferite dell’inutile strage bussano, se- più umili membri» del popolo di Dio (n. 7). Popolo che, del resto, è santo non per- ché è virtuoso, ma perché il suo Dio è santo (cfr. Levitico, 19,2). Grazie al Concilio abbiamo acquisito Parafrasando le parole di Francesco po- la consapevolezza che nel momento in cui tremmo dire che nessuno è santo da solo. Nelle nicchie degli altari c’è posto solo per si rende la santità merito di pochi se ne uno alla volta. Non così, però, nella storia sperpera l’immenso valore invece di investirlo di Dio con il suo popolo. *Biblista, Pontificio Ateneo S. Anselmo 19 D ONNE CHIESA MOND O
La santità della porta accanto ha bisogno di miracoli? di CRISTINA SIMONELLI* “canonizzazioni equipollenti”. Il termine in C questo caso – forse l’abbiamo incontrato prima i sono dei libri che arrivano al solo in certi documenti ufficiali, volti a stabilire momento giusto e ti lasciano un le equivalenze dei titoli di studio – vuol dire che segno. Uno di questi per me è si è fatta una eccezione, dichiarando sante “nel- stato Gente in Aspromonte, di Corra- lo stesso modo” persone la cui causa era rimasta do Alvaro, capace di far intrave- sospesa, anche molti secoli fa. Una equipollen- dere la santità ove non presupporresti e, con- za qui è dunque una deroga ai meccanismi cen- temporaneamente, l’irrompere del quotidiano tralizzati della fabbrica dei santi, una specie di nelle rappresentazioni del sacro. In una sua pa- sanatoria che riconosce la fama di santità atte- gina compaiono delle statue di santi dal volto di stata nel popolo cristiano, che viene prima dei “paesani che hanno smesso di soffrire”. Statue regolamenti. Questa è una cosa importante, nelle chiesette semi-abbandonate nelle campa- perché suggerisce che quello di cui si parla è gne e nelle edicole sui muri di città, volti raffi- prima di tutto il miracolo di una vita condivisa gurati nei dipinti importanti e nei repertori de- come pane, moltiplicata nella fiducia, illumina- voti, tutte e tutti a partire da quel momento mi ta dalla grazia. hanno insegnato una pietas che ha innervato le In Gaudete et exsultate sembra di leggere pro- istanze di riforma liturgica, i vagabondaggi nel- prio questo, anche quando Francesco rinvia a le periferie, le riflessioni teologiche. un Motu proprio del 2017 (Maiorem hac diletionem) che allarga le maglie del martirio. A quel punto, L’equipollenza: che cosa è? mi sarei proprio aspettata che anche il codicillo Beatificazioni e canonizza- che chiede miracoli certificati dopo la morte del zioni che si affacciano sul terzo “santo” subisse una bella metamorfosi: sparisse. millennio sono anche un po’ co- O almeno passasse in backstage, fra le varie ed sì, tra collocazione sugli altari eventuali. di un popolo vario di fondatrici e fondatori, di alcuni papi, di Comunione dei santi non sopporta confini molti martiri; e anche di recu- Per ora la richiesta del miracolo invece non si peri di sante venerate, ma in è dileguata, affaticando non poco i comitati di certo senso “sospese” - come le coloro che presentano qualcuno per l’iter di ca- medievali Margherita da Città nonizzazione. L’aria che si respira però - dal ca- di Castello e Angela da Foli- pitolo V della Lumen gentium a Novo Millennio gno. Per queste ultime si parla ineunte di Giovanni Paolo II fino a Gaudete di (basta scorrere la pagina di Wi- Francesco – è diversa e non isola sante e santi kipedia a questo dedicata), di d’altare da quelli “della porta accanto” (GE 6). D ONNE CHIESA MONDO 20
TRIBUNA APERTA Questo aspetto non si può omettere, non abbas- zioni religiose. Su questo aspetto vale la pena sa le esigenze della vita cristiana, ma insegna a soffermarsi un attimo, ma non (solo) per lamen- riconoscerle nei percorsi meno appariscenti, tare l’assenza pressoché totale dei laici, esclusi i meno prevedibili e per ciò stesso più evangelici, martiri e i genitori di consacrati, quanto per dire alla fine. Come non ricordare alcuni passi chia- almeno qualcosa delle imprese collettive e della ve di questa esortazione apostolica, che non si loro memoria. La vicenda di quelle donne è sta- limita a dare dignità ai gesti quotidiani e ai pic- ta infatti sottoposta alla lettura della Congrega- coli particolari dell’amore (n. 145), ma si esten- zione dei Santi perché porta con sé le vite di de a benedire le vite di quanti vivono la santità – tante altre, con la loro memoria spirituale, il lo- la cura, la giustizia, la benedizione – forse chia- ro presente di dedizione, il loro desiderio di fu- mandola con nomi diversi. Questa dimensione turo: e questo è molto, molto importante e non è espressa tramite le parole di Edith Stein: andrebbe mai dimenticato, mentre si fanno im- «Nella notte più oscura sorgono i più grandi portanti ma insufficienti computi statistici. profeti e i santi. Tuttavia, la corrente vivificante Un’ultima osservazione: non neghiamo al della vita mistica rimane invisibile. Sicuramente gli avvenimenti decisivi della storia del mondo sono stati essenzialmente influenzati da anime sulle quali nulla viene detto nei libri di storia. E Non sempre la memoria devota è espressa quali siano le anime che dobbiamo ringraziare con modalità opportune. A volte per gli avvenimenti decisivi della nostra vita personale, è qualcosa che sapremo soltanto nel gli immaginari proiettano su Dio scenografie giorno in cui tutto ciò che è nascosto sarà svela- orribili da film di cappa e spada to» (ibidem n. 8). Grandi gesti, fino al dono della vita, e picco- le attenzioni raccolte dai racconti evangelici, ma adatte anche alle nostre case: Il piccolo particolare che si stava esaurendo fervore l’accompagnamento del pensiero. Non il vino in una festa. Il piccolo particolare che sempre la memoria devota è espressa con moda- mancava una pecora. Il piccolo particolare della lità opportune. Ad esempio, gli immaginari di vedova che offrì le sue due monetine. Il piccolo chi offre spiritualmente a Dio la propria vita per particolare di avere olio di riserva per le lampa- qualche causa, sono generosi, ma improvvidi, de se lo sposo ritarda. Il piccolo particolare di perché proiettano su Dio scenografie orribili da chiedere ai discepoli di vedere quanti pani ave- film di cappa e spada, in cui il sangue deve per vano. Il piccolo particolare di avere un fuoche- forza scorrere. Un’immagine decisamente di- rello pronto e del pesce sulla griglia mentre versa da quelle del Padre misericordioso dei aspettava i discepoli all’alba (ibidem n.144). Vangeli. Anche tenendo il buono ma spoglian- dolo dell’inadeguato praticheremo una misura Le radici e il futuro alta della spiritualità. Tornando all’elenco delle canonizzazioni de- gli ultimi anni, se non si può negare che le don- * Teologa, docente di Antichità cristiane presso la ne siano molte, si deve anche ammettere che si Facoltà teologica dell’Italia settentrionale (Milano) e tratta in larga parte di fondatrici di congrega- Verona 21 D ONNE CHIESA MOND O
di ALESSANDRO BUTTITTA* N el 2013 un docente dell’Univer- sità del Vermont, Steven Hro- tic, fece parlare di sé per aver organizzato nell’ateneo statuni- tense un originale corso incen- trato sul rapporto tra religione e fantascienza. Difatti, con ricca bibliografia a supporto, con- siderò come gli autori di science fiction del Nove- cento – dall’ Isaac Asimov del Ciclo delle Fonda- zioni al Frank Herbert di Dune – si fossero con- centrati a più riprese sul ruolo che la religione avrà nelle società del futuro. I risultati erano sorprendenti: in molte ope- In posa re, infatti, le istituzioni religiose avevano spes- so un ruolo salvifico, orientando le scelte degli uomini e delle donne dei prossimi secoli. Gli per il futuro aspetti più problematici erano principalmente legati all’annoso rapporto tra scienza e fede. Gli interessati al tema possono leggere in lin- L’utilizzo delle immagini gua inglese il saggio Religion in Science Fiction, pubblicato dallo stesso Hrotic nel 2016. nel culto e nelle devozioni Abbandonando utopie e distopie, restrin- gendo il campo al cattolicesimo, facendo no- canonizzazione di Maria Goretti, nel culto di stre le suggestioni del professore del Vermont, Padre Pio, nelle più diverse agiografie o nella ci si potrebbe chiedere in che modo e in che rappresentazione dei pontefici del XIX e del termini la fede cristiana sarà vissuta nel pros- XX secolo. simo secolo. Ovviamente è necessaria una cer- La “martire della castità” Maria Goretti – ta cautela per prevedere quale direzione pren- sottolinea Caliò nell’introduzione del volume – derà la rappresentazione del sacro, della santi- con ogni probabilità non ebbe finché era in vi- tà e della beatitudine. Tuttavia, per capire il ta l’opportunità di posare davanti a un appa- futuro ci possono venire in soccorso passato e recchio fotografico: l’assenza di un volto da presente. proporre ai fedeli ha portato, insieme a una va- Ci può venire in aiuto in special modo Santi na ricerca di ritratti, all’adozione negli anni in posa, acuto volume edito da Viella, in cui si Cinquanta della figura del suo alter ego cine- studia e si analizza l’utilizzo della fotografia matografico, la piccola protagonista del film Il nei processi di promozione del culto dei santi cielo sulla palude, che, per la madre e per l’assas- e nella prassi devozionale fino a oggi. All’in- sino, a quell’altezza cronologica parte inte- terno del saggio, curato da Tommaso Caliò, grante della macchina promozionale, somiglia- diversi esperti del settore hanno analizzato va a Maria «sia nel volto che nell’anima». l’influsso che le immagini hanno avuto nella Interessante anche l’operazione fatta su Ber- D ONNE CHIESA MONDO 22
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