Coldiretti dopo l'uragano - Il Mascalzone

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Coldiretti dopo l’uragano
COLDIRETTI MARCHE, LE CAMPAGNE DOPO L’URAGANO: “SCENARIO
APOCALITTICO, SERVE STATO DI CALAMITA'”

Ancona, 2019-07-10 – Alberi abbattuti, capannoni distrutti,
serre scoperchiate, danni ingenti alla colture di mais e
girasole, all’ortofrutta. L’uragano che ieri pomeriggio si è
abbattuto all’improvviso sulle Marche ha attraversato la
regione da nord a sud lasciando dietro di sé una scia di
devastazione nelle campagne. Soprattutto sulla costa ma danni
ingenti sono stati registrati anche nelle aree collinari. Più
contenuti i disagi nell’area montana. Dall’inizio dell’anno,
in Italia, sono stati registrati oltre 2 eventi meteorologici
straordinari e distruttivi al giorno tra grandinate, trombe
d’aria, nubifragi e tempeste di neve. Fenomeni in aumento del
12% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno secondo una
rielaborazione di Coldiretti Marche su dati Eswd. L’evento di
ieri arriva al termine di un giugno dal caldo record che ha
registrato temperature di due gradi superiore rispetto alla
media degli ultimi 20 anni, a sua volta anticipato dal maggio
freddo e piovoso. Una situazione disastrosa soprattutto nelle
province di Ancona e Macerata. “Siamo in piena fase
emergenziale – denuncia Maria Letizia Gardoni, presidente di
Coldiretti Marche – poiché nelle campagne della nostra regione
lo scenario è apocalittico. I danni riscontrati sono ingenti e
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hanno colpito in maniera trasversale tutte le province e ogni
tipologia di realtà produttiva, dai frutteti agli oliveti,
dalle aziende zootecniche a quelle a seminativi, senza
risparmiare le strutture di vivai ed agriturismi. La nostra
agricoltura sta vivendo delle ore di indicibile difficoltà con
la compromissione non solo del raccolto di stagione ma di
tutte le attività future. È necessario che venga richiesto lo
stato di calamità e che ogni organo di competenza si adoperi
affinché nessuno degli imprenditori e dei cittadini colpiti
rimanga solo”. L’area più colpita è quella del Conero dove tra
Osimo, Numana, Castelfidardo e Camerano si sono registrati
danni ingenti alle colture da orto come meloni e pomodori (già
in ritardo per via del freddo di maggio) ma anche alberi
abbattuti. In zona Coppo, a Sirolo, sono rimasti a terra olivi
secolari e querce. A Filottrano la furia del vento ha
scoperchiato diverse serre. In Vallesina danni negli orti, ad
albicocchi e peschi. A Monte San Vito la caduta di alberi ha
danneggiate le coperture di serre. Nel Maceratese, tra
Recanati e Porto Recanati, interi campi di mais e girasole
sono rimasti allettati dopo il passaggio della burrasca che ha
anche distrutto un capannone agricolo.
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Coldiretti Marche, i chicchi
marchigiani alla Giornata
nazionale del Grano italiano.
Agricoltori custodi, olio e agrichef protagonisti al Villaggio
contadino

Milano, 2019-07-06 – Dal grano al pane il prezzo aumenta di
quindici volte per effetto delle speculazioni e delle
importazioni selvagge di prodotto dall’estero con pagnotte e
panini spacciati come italiani all’insaputa dei consumatori. A
denunciarlo è la Coldiretti in occasione della Giornata
nazionale del Grano italiano. Un assaggio anche di Marche tra
grani antichi salvati dall’estinzione per la seconda giornata
del grande Villaggio di Campagna Amica che vede gli
agricoltori marchigiani protagonisti al Castello Sforzesco di
Milano. La nostra regione, la terza d’Italia per produzione di
grano duro, non poteva mancare alla rievocazione storica con
la raccolta dei covoni nell’aia dove sono stati trebbiati per
separare i chicchi dalle spighe con le ingegnose tecnologie
del passato, per far conoscere la centralità della
coltivazione del grano per l’Italia ed i rischi di una sua
scomparsa per il lavoro e per l’economia. “Oggi – sottolinea
la Coldiretti – un chilo di grano tenero è venduto a circa 21
centesimi mentre un chilo di pane è acquistato dai cittadini a
valori variabili attorno ai 3,1 euro al chilo, con un rincaro
quindi di quindici volte, tenuto conto che per fare un chilo
di pane occorre circa un chilo di grano, dal quale si
ottengono 800 grammi di farina da impastare con l’acqua per
ottenere un chilo di prodotto finito”. Per Maria Letizia
Gardoni, “tuttavia migliorare la redditività delle imprese è
possibile e lo stiamo dimostrando grazie ai contratti di
filiera attraverso i quali industria e agricoltura fissano
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rapporti virtuosi basati sull’etica, sulla sostenibilità
economica e ambientale. garantire un giusto compenso agli
agricoltori senza pesare sui cittadini, valorizzando i primati
del Made in Italy e garantendo la sostenibilità della
produzione in Italia con impegni pluriennali e il
riconoscimento di un prezzo di acquisto “equo”, basato sugli
effettivi costi sostenuti”. Grano duro ma anche grani
particolari, semi antichi che rischiavano di andare perduti
come come il Farro monococco, esposto dall’urbinate Giuditta
Mercurio. Ma il Villaggio milanese ha dato possibilità anche a
tanti giovani di ragionare insieme sull’agricoltura del
futuro. I marchigiani di Giovani Impresa hanno dibattuto con
coetanei di tutta Italia su come poter coniugare traduzione e
innovazione in agricoltura. Protagonista ieri anche Cinzia
Anibaldi, produttrice di San Severino, che ha fatto testare il
suo olio extravergine di oliva 100% Orbetana, cultivar
autoctona compresa nel disciplinare del Marche Igp. Domani
invece sarà la volta dell’agrichef di Santa Maria Nuova,
Giovanni Togni, alle prese con uno show cooking durante il
quale insegnerà ai presenti a cucinare la cicerchia, in
particolare quella coltivata da Francesco Fortuni a
Montemonaco.
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Coldiretti    Marche,                                  153
bandiere del gusto
ORGOGLIO MARCHIGIANO IN MOSTRA AL GRANDE VILLAGGIO DI CAMPAGNA
AMICA

Milano, 2019-07-06 – Le visciole, il lonzino di fico e la
marmellata di rosa canina. Nelle Marche ci sono 153 Bandiere
del Gusto secondo un’elaborazione di Coldiretti sul censimento
dei prodotti tradizionali regioni 2019 e quelle appena citate
sono in mostro da oggi fino a domenica al grande Villaggio di
Campagna Amica Coldiretti che si sta svolgendo a Milano.
Agricoltori marchigiani protagonisti della kermesse contadina
ospitata al Castello Sforzesco. In esposizione vince la
dolcezza. Con le Marche che fanno bella figura all’interno
della più ricca esposizione del patrimonio enogastronomico
delle località turistiche italiane durante quest’estate, con
la possibilità di conoscere per la prima volta le specialità
nascoste in borghi e nei piccoli     comuni d’Italia. Come,
appunto, quelle marchigiane: visciole sciolte al sole o per
aromatizzare il vino. Bacche di rosa canina che la sapienza
dei nostri agricoltori trasforma in deliziose marmellate. Non
solo dolci. Tra le Bandiere del Gusto marchigiane in mostra
anche grani antichi e recuperati come la Roveja e il Farro
monococco.   Quella delle Bandiere del Gusto è una vera e
propria mappa dei tesori della tavola e delle biodiversità.
Golosità “acchiappa turisti” visto che      secondo l’analisi
Coldiretti/Ixè forte è la capacità di attrazione del cibo
nella scelta delle destinazioni: un turista su 5 sceglie il
luogo della vacanza per il patrimonio storico e architettonico
e per l’enogastronomia. Secondo l’indagine il 72% dei
vacanzieri punta sui prodotti della cucina locale mentre solo
il 17% ricerca anche in villeggiatura i sapori di casa propria
ed il resto si affida alla cucina internazionale. Ma
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l’enogastronomia vince anche tra i souvenir – nota Coldiretti
-, con il 42% dei turisti che sceglie proprio un prodotto
tipico da riportare a casa o regalare a parenti e amici come
ricordo della propria villeggiatura. Tra le specialità più
acquistate vince il vino, davanti a formaggi, salumi e olio
extravergine d’oliva. Oltre alle aziende regionali con i
prodotti marchigiani (vini e distillati alla visciola, vino
cotto, pani e paste realizzati con grani antichi, sciroppi e
marmellate, legumi, ortofrutta a chilometro zero) ci saranno
anche le donne e i giovani di Coldiretti per le attività nelle
fattorie didattiche e gli agrichef alle prese con show cooking
e stand. Il Villaggio della Coldiretti si estende su oltre
200mila metri quadri i per far vivere a cittadini ed esponenti
politici e delle Istituzioni per la prima volta un giorno da
contadino tra le aziende, con gli animali della fattoria, a
zappare nell’orto, sui trattori, nelle fattorie sociali con
gli asini, in cucina con gli agrichef e tra i bambini degli
agriasili e molto altro.
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Il contadino sale in cattedra
Coldiretti Marche, arriva l’accordo con il Ministero per
l’educazione alimentare

Monte San Vito – Dai ragazzi della scuola media di Monte San
Vito a un vero e proprio accordo nazionale per l’educazione
alimentare. Perché “mangi sano e impari meglio” come recita lo
slogan del protocollo d’intesa firmato oggi tra Coldiretti e
il Ministero dell’Istruzione Marco Bussetti, presente al
Mercato di Campagna Amica di Milano. Alle aziende agricole il
compito di istruire i più giovani affiancando i docenti,
attraverso progetti e fattori didattiche. “Il protocollo
porterà – spiega la Coldiretti – nelle scuole primarie la più
grande campagna di educazione alimentare e dello sviluppo
sostenibile mai effettuata prima in Europa grazie all’impegno
degli agricoltori con un concorso finale di premiazione.

Il tutto attraverso una pedagogia attiva dell’“imparare
facendo” con attività pratiche ed esperienze dirette
(seminare, raccogliere, trasformare, manipolare) che
privilegiano il contatto con il vivente attraverso l’incontro
con il mondo animale e vegetale. Un nuovo rapporto tra città e
campagna di cui proprio l’asino è l’animale simbolo per la
capacità di avvicinare senza paura le nuove generazioni alla
scoperta del mondo contadino grazie al carattere mansueto e
alla sua versatilità”. Già nei mesi scorsi Coldiretti Ancona
aveva seguito i ragazzi della scuola media di Monte San Vito
in ore didattiche tra conoscenza del cibo e del territorio,
produzioni tipiche, consumo consapevole e stagionalità.
L’accordo nazionale porterà alla moltiplicazione di questi
momenti, per ora, affidati alla buona volontà e alla
sensibilità dei dirigenti scolastici. E Coldiretti,
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ovviamente, non mancherà di dare tutto il supporto possibile a
queste iniziative.

Coldiretti         Marche,
l’agricoltura a difesa del
territorio     e     della
biodiversità
Marchigiani protagonisti a Symbola e al Villaggio contadino
2019

Treia – Un marchigiano su 5 vive in un comune con meno di
5mila abitanti. Piccoli enti che amministrano il 53% del
territorio regionale e che per oltre la metà sono ubicati in
area appenninica con pochi servizi e a rischio di
spopolamento. Argine contro l’abbandono e opportunità di dare
servizi e lavoro, le oltre 35mila imprese (quasi il 24% del
totale) che danno lavoro a oltre 83mila addetti. Molte di
queste sono aziende agricole che oltre a un freno allo
spopolamento diventano anche presidio del territorio. Dati
Symbola/Coldretti e concetti ribaditi questa mattina, giovedì
4 luglio, a Treia nel corso del Festival della Soft Economy
organizzato da Symbola, la fondazione presieduta da Ermete
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Realacci, e Coldiretti. Ad accogliere i relatori, l’intervento
introduttivo di Maria Letizia Gardoni, presidente di
Coldiretti Marche.

“È proprio nelle aree rurali – ha detto – che nascono le
eccellenze dell’agroalimentare, le 36 denominazioni
riconosciute tra cibi e vini tipici. Il piccolo comune oggi è
lo scrigno della distintività dei territori e delle
produzioni. Un patrimonio ambientale, paesaggistico e diffuso.
Dobbiamo impegnarci per frenare lo spopolamento delle aree
interne. Il terremoto ha accelerato un processo di
impoverimento dell’entroterra e i governi, forse più orientati
a un consenso di massa, hanno avuto poco interesse per queste
zone poco popolate. Eppure le comunità dell’Appennino ci hanno
mostrato con orgoglio come si può resistere. Servono più
lavoro, più impresa, più ricostruzione nell’ambito di un
impegno pubblico/privato per avviare un percorso economico che
rispetta le persone e rispetta l’ambiente”. Al convegno,
moderato da Stefano Masini, responsabile nazionale Territorio
e Ambiente di Coldiretti, hanno partecipato anche Alessandra
Bonfanti e Sandro Polci (Legambiente), Marco Bussone
(presidente Uncem), l’economista Giampiero Lupatelli e Marco
Scolastici (imprenditore agricolo e autore del libro Una yurta
sull’Appennino) insieme a sindaci di piccoli comuni e
rappresentanti delle istituzioni regionali e nazionali.
Aziende protagoniste del rilancio delle aree interne. Tra
queste anche molte terremotate che da domani a domenica
andranno a promuovere i loro prodotti al Villaggio Contadino
2019. Dopo il grande successo lo scorso anno al Circo Massimo
di Roma, i marchigiani saranno protagonisti al Castello
Sforzesco di Milano. Saranno presentate le Bandiere del gusto,
nella più ricca esposizione del patrimonio enogastronomico
delle località turistiche italiane durante quest’estate, con
la possibilità di conoscere per la prima volta le specialità
nascoste in borghi e nei piccoli comuni d’Italia. Oltre alle
aziende regionali con i prodotti marchigiani (vini e
distillati alla visciola, vino cotto, pani e paste realizzati
con grani antichi, sciroppi e marmellate, legumi, ortofrutta a
chilometro zero) ci saranno anche le donne e i giovani di
Coldiretti per le attività nelle fattorie didattiche e gli
agrichef alle prese con show cooking e stand.

Ceriscioli taglia il nastro
alla 35ma Rassegna Agricola
Centro Italia (Raci)
IL PRESIDENTE CERISCIOLI TAGLIA IL NASTRO DELLA 35^ EDIZIONE
DELLA RACI (RASSEGNA AGRICOLA CENTRO ITALIA) IN PROGRAMMA FINO
AL 12 MAGGIO AL CENTRO FIERE DI VILLA POTENZA

Villa Potenza, Centro Fiere, 2019-05-10 – Il presidente della
Regione Marche Luca Ceriscioli ha partecipato questa mattina
al Centro Fiere di Villa Potenza alla cerimonia inaugurale
della 35ma^ Rassegna Agricola, Centro Italia (RACI),
manifestazione che come ogni anno si rinnova puntuale per
offrire una vetrina alle eccellenze produttive legate al mondo
dell’agricoltura. Il Governatore ha ricordato di essere
presente per il quarto anno consecutivo alla manifestazione,
osservando che la continuità è stata mantenuta in tutto questo
tempo soprattutto per la forza crescente che ha l’agricoltura
nell’identità della nostra regione. In questa edizione in
particolare troviamo il connubio tra la tradizione e
l’innovazione che rendono la nostra agricoltura molto
competitiva. Ceriscioli, durante il giro dei padiglioni, ha
rimarcato come la Regione punti molto sul settore
dell’agricoltura perché, oltre ad essere un punto di incontro
delle tradizioni per le nuove generazioni, è sempre più una
vetrina per tutti e si distingue per l’utilizzo di prodotti
biologici e il non utilizzo di OGM.

                                                Radici,
                                                agricoltura,
                                                cibo,
                                                innovazione
                                                sono quattro
                                                parole chiave
                                                come quattro
                                                punti
                                                cardinali
                                               dell’agricolt
                                               ura
                                               marchigiana
                                               che    danno
                                               nuovo valore
                                               alla   RACI,
una iniziativa organizzata dal Comune di Macerata che oggi
diventa ancora di più il racconto di quello che siamo e di
quello che vogliamo essere, con gente legata al proprio
territorio e al futuro sostenibile. Protagonisti della
Rassegna sono i settori dell’agroalimentare, della filiera
corta agricola, dell’agricoltura biologica, della zootecnia,
della meccanizzazione agricola, promozione turistica del
territorio rurale con oltre 220 espositori. La RACI offre
molti momenti degustativi dei prodotti tipici locali,
laboratori culinari e dimostrazioni pratiche dei processi di
lavorazione. Tra le novità di quest’anno vi è il ritorno delle
grandi macchine agricole, che da diversi anni non erano
presenti in Fiera e quella della fattoria didattica, uno
spazio dedicato ai più piccoli per divertirsi e allo stesso
tempo riscoprire le vecchie tradizioni, le buone usanze e i
frutti della vita nei campi.

L’innovazione      per     la
viticoltura e l’olivicoltura
Ad Offida il 10 Maggio

Ascoli Piceno, 09.05.2019 – Migliorare, tramite l’innovazione,
la produzione e la competitività delle imprese e il
reddito degli agricoltori. E’ questo in sintesi l’obiettivo
del seminario che si terrà domani Venerdì 10 Maggio ad Offida
nella splendida cornice dell’Enoteca Regionale in Via
Garibaldi 75., a partire dalle ore 18,30. Metodi di Nutrizione
Speciale che legando le fasi fenologiche ad interventi mirati
permettono di migliorare le produzioni in maniera qualitativa
e quantitativa; utilizzo di sistemi di Biocontrollo per la
lotta Biologica ed Integrata atti al contenimento di malattie
fungine ed insetti dannosi alle produzioni. App e servizi per
la gestione dei campi e le registrazioni obbligatorie in
agricoltura, che facilitano il lavoro degli operatori e
permettono di interfacciarsi con i portali per la compilazione
delle domande di contributo. Questi saranno i temi che
verranno trattati nell’ambito del seminario informativo
organizzato con la collaborazione di Green Agricoltura.
Aziende agricole, operatori del settore,         cittadini e
interessati sono invitati a partecipare. Al termine
dell’incontro gli organizzatori avranno il piacere di offrire
un buffet/aperitivo a base di prodotti tipici locali a tutti
gli intervenuti.
Le prospettive della nuova
Pac: incontro con Agricoltori
ed Allevatori
Iniziativa organizzata da Cia Marche e Copagri Marche

ASCOLI PICENO – Gli allevatori ed agricoltori del territorio
nei giorni scorsi hanno risposto all’invito della Cia Marche e
Copagri Marche per discutere le prospettive inerenti la nuova
Pac 2021/27. I lavoratori provenienti dal territorio piceno e
teramano si sono riuniti presso la sede dell’agriturismo Case
Rosse di Poggio di Bretta.

Le due associazioni hanno prospettato una piattaforma di
lavoro aperta a tutti gli imprenditori agricoli per formulare
una proposta a misura di territorio in grado di ridare dignità
ad un settore fondamentale, specialmente nelle aree interne e
terremotate.

«Nonostante vorremmo un reddito scaturito solo grazie alle
nostre produzioni, i contributi Pac rappresentano una fetta
molto importante del nostro esiguo reddito – fanno sapere
dalla Cia Marche e Copagri Marche – per questo motivo risulta
fondamentale pensare alla prossima programmazione in una
prospettiva lungimirante che miri non solo al sostegno degli
attuali tutori del territorio e dell’ambiente, ma anche come
certezza per far avvicinare e restare nel settore i giovani.
Ciò a garanzia di un concreto ricambio generazionale».

La Cia e Copagri proseguono nel loro servizio di supporto a
tutti gli imprenditori.
Acli   Terra    a  sostegno
dell’inserimento lavorativo
   Importante contributo delle Acli a supporto dell’impresa
                 sociale nel settore agricolo

Ascoli Piceno, 2 Aprile 2019 – Continua l’impegno delle Acli
nel settore socio-lavorativo attraverso un importante
contributo finanziario da parte di Acli Terra a favore
dell’associazione “Insieme per voi” di Ascoli Piceno e delle
Suore Oblate di San Benedetto del Tronto.

L’associazione “Insieme per voi” porta avanti il progetto
“Occupiamoci 2.0” che ha la finalità di creare opportunità
lavorative per giovani disoccupati con fragilità e disagio
psichico, attraverso un laboratorio di stampa digitale e una
fattoria sociale.
Le Suore Oblate
stanno realizzando
il      progetto
“Laboratorio di
frontiera 2.0” con
il quale intendono
attivare percorsi
formativi        e
un’impresa sociale
nel       settore
agricolo per la
produzione e la
trasformazione
della lavanda e un
laboratorio     di
cucito rivolto a
donne che cercano
di uscire dal giro
della
prostituzione.
«Queste due esperienze del nostro territorio – spiega Maria
Silvia Santanché, presidente provinciale di Acli Terra di
Ascoli Piceno – hanno una mission in perfetta linea con quella
di Acli Terra, ovvero creare nuove opportunità di lavoro in un
settore strategico come quello dell’agricoltura».

«Acli Terra – prosegue Maria Silvia Santanchè – ha il
desiderio di promuovere un’agricoltura sostenibile e solidale,
sia con iniziative volte a creare sinergia fra economia
agricola e valorizzazione turistica del territorio, sia con
contributi di tipo economico (e non solo) a favore di progetti
di particolare “pregio” sociale».

«Questa iniziativa – conclude Claudio Bachetti, presidente
provinciale delle Acli – conferma la nostra vocazione e il
nostro impegno per un’economia che promuova allo stesso tempo
la giustizia e l’integrazione sociale»

Scenari futuri della politica
agricola
Convegno alla Mole Vanvitelliana di Ancona con Filip Busz
della Commissione Ue.

Casini: “Necessarie certezze dopo la Brexit”.
Busz: “Valorizzato il ruolo degli Stati e delle Regioni”.

Pierangeli ( ministero): “Nuove sfide e nuove priorità”

Ancona, 2018-05-30 – È stata una “giornata di riflessione e di
prospettiva, per avere rassicurazioni che la Brexit non
penalizzi pesantemente l’agricoltura marchigiana”. Ha così
sintetizzato, la vice presidente Anna Casini, i lavori del
Convegno “Scenari futuri della politica agricola”, promosso
dalla Regione Marche, con la partecipazione di Filip Busz,
capo unità della direzione Agricoltura della Commissione
europea, per la prima volta in Italia. L’Unione sta definendo
un bilancio da 1.279 miliardi di euro per il prossimo
settennio    2021-2027,     con   nuove    priorità    legate
all’immigrazione, sicurezza, difesa e all’uscita del Regno
Unito che genera un disavanzo annuale di 12 miliardi (84 nel
settennio). Una proposta di bilancio che prevede un aumento
delle risorse per ricerca, immigrazione e tagli
all’agricoltura. “L’importanza della Politica agricola comune
(Pac) nelle Marche è determinante, specie nel settore degli
investimenti aziendali – ha detto Casini – Con la Brexit tutto
viene rimesso in gioco. Puntiamo a scongiurare un previsto
taglio del 7% delle risorse Pac per la nostra regione che
attualmente valgono 120 milioni di euro all’anno”.
Casini – Busz

Busz ha illustrato le previsioni del nuovo bilancio, non
ancora approvato, sul settore agricolo. Gli obiettivi
riguardano il rafforzamento della tutela ambientale, il
sostegno delle zone rurali, l’innovazione. Verrà valorizzato
il ruolo degli Stati membri e delle Regioni “Realtà più
vicinie ai territori”, rispetto alle istituzioni europee. Le
previsioni dei tagli per la Pac riguardano sia i pagamenti
diretti (primo pilastro), sia la dotazione del Fesr (Fondo
europeo per lo sviluppo rurale, secondo pilastro). Busz ha
parlato di un riequilibrio del 10% tra i finanziamenti
dell’Unione e quello degli Stati membri, con la necessità di
14,2 miliardi di cofinanziamento nazionale per mantenere
invariato il sostegno pubblico complessivo nelle aree rurali.
“L’Unione europea è tra i protagonisti del mercato globale,
per quanto riguarda le esportazioni alimentari e l’Italia ne è
leader. Dobbiamo continuare nella politica di sostegno
all’agricoltura e resistere alle sfide del cambiamento”.
Ricordando che la Pac sostiene 7 milioni di aziende agricole,
coinvolge il 48% del territorio dell’Unione e che nelle zone
rurali vive il 55% dei cittadini Ue, Busz ha concluso il suo
intervento anticipando che “entrambi i pilastri della Pac
avranno un unico regolamento, orientato alla semplificazione e
al raggiungimento dei risultati più che alla conformità”, con
un invito all’Italia (“secondo Paese europeo ,dopo la mia
Polonia, a produrre più burocrazia”) a semplificare le
procedure amministrative. Nel suo intervento svolto al
convegno, Fabio Pierangeli (dipartimento Politiche europee del
Ministero Agricoltura), ha evidenziato che “a fronte di
obiettivi e vincoli crescenti per le aziende agricole,
continua il trend di ridimensionamento del peso della Pac nel
quadro finanziario pluriennale Ue. Il bilancio dell’Unione
pone nuove sfide e nuove priorità. Le politiche tradizionali
(Coesione e Pac) vengono sacrificate anche per compensare la
Brexit sulle entrate Ue. Introduce tuttavia più flessibilità e
sussidiarietà, con un orientamento maggiore verso la
responsabilità e il conseguimento dei risultati”. Lorenzo
Bisogni (dirigente servizio Politiche agroalimentari della
Regione Marche) ha illustrato alcuni traguardi già conseguiti
con la programmazione 2014-2020 del Programma di sviluppo
rurale Marche, mentre Franco Sotte (dipartimento Economia,
Politecnica delle Marche) ha svolto una relazione sullo
sviluppo rurale sostenuto dalla Pac nelle Marche, presentando
diversi dati di sintesi.
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