Coldiretti dopo l'uragano - Il Mascalzone
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Coldiretti dopo l’uragano COLDIRETTI MARCHE, LE CAMPAGNE DOPO L’URAGANO: “SCENARIO APOCALITTICO, SERVE STATO DI CALAMITA'” Ancona, 2019-07-10 – Alberi abbattuti, capannoni distrutti, serre scoperchiate, danni ingenti alla colture di mais e girasole, all’ortofrutta. L’uragano che ieri pomeriggio si è abbattuto all’improvviso sulle Marche ha attraversato la regione da nord a sud lasciando dietro di sé una scia di devastazione nelle campagne. Soprattutto sulla costa ma danni ingenti sono stati registrati anche nelle aree collinari. Più contenuti i disagi nell’area montana. Dall’inizio dell’anno, in Italia, sono stati registrati oltre 2 eventi meteorologici straordinari e distruttivi al giorno tra grandinate, trombe d’aria, nubifragi e tempeste di neve. Fenomeni in aumento del 12% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno secondo una rielaborazione di Coldiretti Marche su dati Eswd. L’evento di ieri arriva al termine di un giugno dal caldo record che ha registrato temperature di due gradi superiore rispetto alla media degli ultimi 20 anni, a sua volta anticipato dal maggio freddo e piovoso. Una situazione disastrosa soprattutto nelle province di Ancona e Macerata. “Siamo in piena fase emergenziale – denuncia Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche – poiché nelle campagne della nostra regione lo scenario è apocalittico. I danni riscontrati sono ingenti e
hanno colpito in maniera trasversale tutte le province e ogni tipologia di realtà produttiva, dai frutteti agli oliveti, dalle aziende zootecniche a quelle a seminativi, senza risparmiare le strutture di vivai ed agriturismi. La nostra agricoltura sta vivendo delle ore di indicibile difficoltà con la compromissione non solo del raccolto di stagione ma di tutte le attività future. È necessario che venga richiesto lo stato di calamità e che ogni organo di competenza si adoperi affinché nessuno degli imprenditori e dei cittadini colpiti rimanga solo”. L’area più colpita è quella del Conero dove tra Osimo, Numana, Castelfidardo e Camerano si sono registrati danni ingenti alle colture da orto come meloni e pomodori (già in ritardo per via del freddo di maggio) ma anche alberi abbattuti. In zona Coppo, a Sirolo, sono rimasti a terra olivi secolari e querce. A Filottrano la furia del vento ha scoperchiato diverse serre. In Vallesina danni negli orti, ad albicocchi e peschi. A Monte San Vito la caduta di alberi ha danneggiate le coperture di serre. Nel Maceratese, tra Recanati e Porto Recanati, interi campi di mais e girasole sono rimasti allettati dopo il passaggio della burrasca che ha anche distrutto un capannone agricolo.
Coldiretti Marche, i chicchi marchigiani alla Giornata nazionale del Grano italiano. Agricoltori custodi, olio e agrichef protagonisti al Villaggio contadino Milano, 2019-07-06 – Dal grano al pane il prezzo aumenta di quindici volte per effetto delle speculazioni e delle importazioni selvagge di prodotto dall’estero con pagnotte e panini spacciati come italiani all’insaputa dei consumatori. A denunciarlo è la Coldiretti in occasione della Giornata nazionale del Grano italiano. Un assaggio anche di Marche tra grani antichi salvati dall’estinzione per la seconda giornata del grande Villaggio di Campagna Amica che vede gli agricoltori marchigiani protagonisti al Castello Sforzesco di Milano. La nostra regione, la terza d’Italia per produzione di grano duro, non poteva mancare alla rievocazione storica con la raccolta dei covoni nell’aia dove sono stati trebbiati per separare i chicchi dalle spighe con le ingegnose tecnologie del passato, per far conoscere la centralità della coltivazione del grano per l’Italia ed i rischi di una sua scomparsa per il lavoro e per l’economia. “Oggi – sottolinea la Coldiretti – un chilo di grano tenero è venduto a circa 21 centesimi mentre un chilo di pane è acquistato dai cittadini a valori variabili attorno ai 3,1 euro al chilo, con un rincaro quindi di quindici volte, tenuto conto che per fare un chilo di pane occorre circa un chilo di grano, dal quale si ottengono 800 grammi di farina da impastare con l’acqua per ottenere un chilo di prodotto finito”. Per Maria Letizia Gardoni, “tuttavia migliorare la redditività delle imprese è possibile e lo stiamo dimostrando grazie ai contratti di filiera attraverso i quali industria e agricoltura fissano
rapporti virtuosi basati sull’etica, sulla sostenibilità economica e ambientale. garantire un giusto compenso agli agricoltori senza pesare sui cittadini, valorizzando i primati del Made in Italy e garantendo la sostenibilità della produzione in Italia con impegni pluriennali e il riconoscimento di un prezzo di acquisto “equo”, basato sugli effettivi costi sostenuti”. Grano duro ma anche grani particolari, semi antichi che rischiavano di andare perduti come come il Farro monococco, esposto dall’urbinate Giuditta Mercurio. Ma il Villaggio milanese ha dato possibilità anche a tanti giovani di ragionare insieme sull’agricoltura del futuro. I marchigiani di Giovani Impresa hanno dibattuto con coetanei di tutta Italia su come poter coniugare traduzione e innovazione in agricoltura. Protagonista ieri anche Cinzia Anibaldi, produttrice di San Severino, che ha fatto testare il suo olio extravergine di oliva 100% Orbetana, cultivar autoctona compresa nel disciplinare del Marche Igp. Domani invece sarà la volta dell’agrichef di Santa Maria Nuova, Giovanni Togni, alle prese con uno show cooking durante il quale insegnerà ai presenti a cucinare la cicerchia, in particolare quella coltivata da Francesco Fortuni a Montemonaco.
Coldiretti Marche, 153 bandiere del gusto ORGOGLIO MARCHIGIANO IN MOSTRA AL GRANDE VILLAGGIO DI CAMPAGNA AMICA Milano, 2019-07-06 – Le visciole, il lonzino di fico e la marmellata di rosa canina. Nelle Marche ci sono 153 Bandiere del Gusto secondo un’elaborazione di Coldiretti sul censimento dei prodotti tradizionali regioni 2019 e quelle appena citate sono in mostro da oggi fino a domenica al grande Villaggio di Campagna Amica Coldiretti che si sta svolgendo a Milano. Agricoltori marchigiani protagonisti della kermesse contadina ospitata al Castello Sforzesco. In esposizione vince la dolcezza. Con le Marche che fanno bella figura all’interno della più ricca esposizione del patrimonio enogastronomico delle località turistiche italiane durante quest’estate, con la possibilità di conoscere per la prima volta le specialità nascoste in borghi e nei piccoli comuni d’Italia. Come, appunto, quelle marchigiane: visciole sciolte al sole o per aromatizzare il vino. Bacche di rosa canina che la sapienza dei nostri agricoltori trasforma in deliziose marmellate. Non solo dolci. Tra le Bandiere del Gusto marchigiane in mostra anche grani antichi e recuperati come la Roveja e il Farro monococco. Quella delle Bandiere del Gusto è una vera e propria mappa dei tesori della tavola e delle biodiversità. Golosità “acchiappa turisti” visto che secondo l’analisi Coldiretti/Ixè forte è la capacità di attrazione del cibo nella scelta delle destinazioni: un turista su 5 sceglie il luogo della vacanza per il patrimonio storico e architettonico e per l’enogastronomia. Secondo l’indagine il 72% dei vacanzieri punta sui prodotti della cucina locale mentre solo il 17% ricerca anche in villeggiatura i sapori di casa propria ed il resto si affida alla cucina internazionale. Ma
l’enogastronomia vince anche tra i souvenir – nota Coldiretti -, con il 42% dei turisti che sceglie proprio un prodotto tipico da riportare a casa o regalare a parenti e amici come ricordo della propria villeggiatura. Tra le specialità più acquistate vince il vino, davanti a formaggi, salumi e olio extravergine d’oliva. Oltre alle aziende regionali con i prodotti marchigiani (vini e distillati alla visciola, vino cotto, pani e paste realizzati con grani antichi, sciroppi e marmellate, legumi, ortofrutta a chilometro zero) ci saranno anche le donne e i giovani di Coldiretti per le attività nelle fattorie didattiche e gli agrichef alle prese con show cooking e stand. Il Villaggio della Coldiretti si estende su oltre 200mila metri quadri i per far vivere a cittadini ed esponenti politici e delle Istituzioni per la prima volta un giorno da contadino tra le aziende, con gli animali della fattoria, a zappare nell’orto, sui trattori, nelle fattorie sociali con gli asini, in cucina con gli agrichef e tra i bambini degli agriasili e molto altro.
Il contadino sale in cattedra Coldiretti Marche, arriva l’accordo con il Ministero per l’educazione alimentare Monte San Vito – Dai ragazzi della scuola media di Monte San Vito a un vero e proprio accordo nazionale per l’educazione alimentare. Perché “mangi sano e impari meglio” come recita lo slogan del protocollo d’intesa firmato oggi tra Coldiretti e il Ministero dell’Istruzione Marco Bussetti, presente al Mercato di Campagna Amica di Milano. Alle aziende agricole il compito di istruire i più giovani affiancando i docenti, attraverso progetti e fattori didattiche. “Il protocollo porterà – spiega la Coldiretti – nelle scuole primarie la più grande campagna di educazione alimentare e dello sviluppo sostenibile mai effettuata prima in Europa grazie all’impegno degli agricoltori con un concorso finale di premiazione. Il tutto attraverso una pedagogia attiva dell’“imparare facendo” con attività pratiche ed esperienze dirette (seminare, raccogliere, trasformare, manipolare) che privilegiano il contatto con il vivente attraverso l’incontro con il mondo animale e vegetale. Un nuovo rapporto tra città e campagna di cui proprio l’asino è l’animale simbolo per la capacità di avvicinare senza paura le nuove generazioni alla scoperta del mondo contadino grazie al carattere mansueto e alla sua versatilità”. Già nei mesi scorsi Coldiretti Ancona aveva seguito i ragazzi della scuola media di Monte San Vito in ore didattiche tra conoscenza del cibo e del territorio, produzioni tipiche, consumo consapevole e stagionalità. L’accordo nazionale porterà alla moltiplicazione di questi momenti, per ora, affidati alla buona volontà e alla sensibilità dei dirigenti scolastici. E Coldiretti,
ovviamente, non mancherà di dare tutto il supporto possibile a queste iniziative. Coldiretti Marche, l’agricoltura a difesa del territorio e della biodiversità Marchigiani protagonisti a Symbola e al Villaggio contadino 2019 Treia – Un marchigiano su 5 vive in un comune con meno di 5mila abitanti. Piccoli enti che amministrano il 53% del territorio regionale e che per oltre la metà sono ubicati in area appenninica con pochi servizi e a rischio di spopolamento. Argine contro l’abbandono e opportunità di dare servizi e lavoro, le oltre 35mila imprese (quasi il 24% del totale) che danno lavoro a oltre 83mila addetti. Molte di queste sono aziende agricole che oltre a un freno allo spopolamento diventano anche presidio del territorio. Dati Symbola/Coldretti e concetti ribaditi questa mattina, giovedì 4 luglio, a Treia nel corso del Festival della Soft Economy organizzato da Symbola, la fondazione presieduta da Ermete
Realacci, e Coldiretti. Ad accogliere i relatori, l’intervento introduttivo di Maria Letizia Gardoni, presidente di Coldiretti Marche. “È proprio nelle aree rurali – ha detto – che nascono le eccellenze dell’agroalimentare, le 36 denominazioni riconosciute tra cibi e vini tipici. Il piccolo comune oggi è lo scrigno della distintività dei territori e delle produzioni. Un patrimonio ambientale, paesaggistico e diffuso. Dobbiamo impegnarci per frenare lo spopolamento delle aree interne. Il terremoto ha accelerato un processo di impoverimento dell’entroterra e i governi, forse più orientati a un consenso di massa, hanno avuto poco interesse per queste zone poco popolate. Eppure le comunità dell’Appennino ci hanno mostrato con orgoglio come si può resistere. Servono più lavoro, più impresa, più ricostruzione nell’ambito di un impegno pubblico/privato per avviare un percorso economico che rispetta le persone e rispetta l’ambiente”. Al convegno, moderato da Stefano Masini, responsabile nazionale Territorio e Ambiente di Coldiretti, hanno partecipato anche Alessandra Bonfanti e Sandro Polci (Legambiente), Marco Bussone (presidente Uncem), l’economista Giampiero Lupatelli e Marco Scolastici (imprenditore agricolo e autore del libro Una yurta sull’Appennino) insieme a sindaci di piccoli comuni e rappresentanti delle istituzioni regionali e nazionali. Aziende protagoniste del rilancio delle aree interne. Tra queste anche molte terremotate che da domani a domenica andranno a promuovere i loro prodotti al Villaggio Contadino 2019. Dopo il grande successo lo scorso anno al Circo Massimo di Roma, i marchigiani saranno protagonisti al Castello Sforzesco di Milano. Saranno presentate le Bandiere del gusto, nella più ricca esposizione del patrimonio enogastronomico delle località turistiche italiane durante quest’estate, con la possibilità di conoscere per la prima volta le specialità nascoste in borghi e nei piccoli comuni d’Italia. Oltre alle
aziende regionali con i prodotti marchigiani (vini e distillati alla visciola, vino cotto, pani e paste realizzati con grani antichi, sciroppi e marmellate, legumi, ortofrutta a chilometro zero) ci saranno anche le donne e i giovani di Coldiretti per le attività nelle fattorie didattiche e gli agrichef alle prese con show cooking e stand. Ceriscioli taglia il nastro alla 35ma Rassegna Agricola Centro Italia (Raci) IL PRESIDENTE CERISCIOLI TAGLIA IL NASTRO DELLA 35^ EDIZIONE DELLA RACI (RASSEGNA AGRICOLA CENTRO ITALIA) IN PROGRAMMA FINO AL 12 MAGGIO AL CENTRO FIERE DI VILLA POTENZA Villa Potenza, Centro Fiere, 2019-05-10 – Il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli ha partecipato questa mattina al Centro Fiere di Villa Potenza alla cerimonia inaugurale della 35ma^ Rassegna Agricola, Centro Italia (RACI), manifestazione che come ogni anno si rinnova puntuale per
offrire una vetrina alle eccellenze produttive legate al mondo dell’agricoltura. Il Governatore ha ricordato di essere presente per il quarto anno consecutivo alla manifestazione, osservando che la continuità è stata mantenuta in tutto questo tempo soprattutto per la forza crescente che ha l’agricoltura nell’identità della nostra regione. In questa edizione in particolare troviamo il connubio tra la tradizione e l’innovazione che rendono la nostra agricoltura molto competitiva. Ceriscioli, durante il giro dei padiglioni, ha rimarcato come la Regione punti molto sul settore dell’agricoltura perché, oltre ad essere un punto di incontro delle tradizioni per le nuove generazioni, è sempre più una vetrina per tutti e si distingue per l’utilizzo di prodotti biologici e il non utilizzo di OGM. Radici, agricoltura, cibo, innovazione sono quattro parole chiave come quattro punti cardinali dell’agricolt ura marchigiana che danno nuovo valore alla RACI, una iniziativa organizzata dal Comune di Macerata che oggi diventa ancora di più il racconto di quello che siamo e di quello che vogliamo essere, con gente legata al proprio territorio e al futuro sostenibile. Protagonisti della Rassegna sono i settori dell’agroalimentare, della filiera corta agricola, dell’agricoltura biologica, della zootecnia,
della meccanizzazione agricola, promozione turistica del territorio rurale con oltre 220 espositori. La RACI offre molti momenti degustativi dei prodotti tipici locali, laboratori culinari e dimostrazioni pratiche dei processi di lavorazione. Tra le novità di quest’anno vi è il ritorno delle grandi macchine agricole, che da diversi anni non erano presenti in Fiera e quella della fattoria didattica, uno spazio dedicato ai più piccoli per divertirsi e allo stesso tempo riscoprire le vecchie tradizioni, le buone usanze e i frutti della vita nei campi. L’innovazione per la viticoltura e l’olivicoltura Ad Offida il 10 Maggio Ascoli Piceno, 09.05.2019 – Migliorare, tramite l’innovazione, la produzione e la competitività delle imprese e il reddito degli agricoltori. E’ questo in sintesi l’obiettivo
del seminario che si terrà domani Venerdì 10 Maggio ad Offida nella splendida cornice dell’Enoteca Regionale in Via Garibaldi 75., a partire dalle ore 18,30. Metodi di Nutrizione Speciale che legando le fasi fenologiche ad interventi mirati permettono di migliorare le produzioni in maniera qualitativa e quantitativa; utilizzo di sistemi di Biocontrollo per la lotta Biologica ed Integrata atti al contenimento di malattie fungine ed insetti dannosi alle produzioni. App e servizi per la gestione dei campi e le registrazioni obbligatorie in agricoltura, che facilitano il lavoro degli operatori e permettono di interfacciarsi con i portali per la compilazione delle domande di contributo. Questi saranno i temi che verranno trattati nell’ambito del seminario informativo organizzato con la collaborazione di Green Agricoltura. Aziende agricole, operatori del settore, cittadini e interessati sono invitati a partecipare. Al termine dell’incontro gli organizzatori avranno il piacere di offrire un buffet/aperitivo a base di prodotti tipici locali a tutti gli intervenuti.
Le prospettive della nuova Pac: incontro con Agricoltori ed Allevatori Iniziativa organizzata da Cia Marche e Copagri Marche ASCOLI PICENO – Gli allevatori ed agricoltori del territorio nei giorni scorsi hanno risposto all’invito della Cia Marche e Copagri Marche per discutere le prospettive inerenti la nuova Pac 2021/27. I lavoratori provenienti dal territorio piceno e teramano si sono riuniti presso la sede dell’agriturismo Case Rosse di Poggio di Bretta. Le due associazioni hanno prospettato una piattaforma di lavoro aperta a tutti gli imprenditori agricoli per formulare una proposta a misura di territorio in grado di ridare dignità ad un settore fondamentale, specialmente nelle aree interne e terremotate. «Nonostante vorremmo un reddito scaturito solo grazie alle nostre produzioni, i contributi Pac rappresentano una fetta molto importante del nostro esiguo reddito – fanno sapere dalla Cia Marche e Copagri Marche – per questo motivo risulta fondamentale pensare alla prossima programmazione in una prospettiva lungimirante che miri non solo al sostegno degli attuali tutori del territorio e dell’ambiente, ma anche come certezza per far avvicinare e restare nel settore i giovani. Ciò a garanzia di un concreto ricambio generazionale». La Cia e Copagri proseguono nel loro servizio di supporto a tutti gli imprenditori.
Acli Terra a sostegno dell’inserimento lavorativo Importante contributo delle Acli a supporto dell’impresa sociale nel settore agricolo Ascoli Piceno, 2 Aprile 2019 – Continua l’impegno delle Acli nel settore socio-lavorativo attraverso un importante contributo finanziario da parte di Acli Terra a favore dell’associazione “Insieme per voi” di Ascoli Piceno e delle
Suore Oblate di San Benedetto del Tronto. L’associazione “Insieme per voi” porta avanti il progetto “Occupiamoci 2.0” che ha la finalità di creare opportunità lavorative per giovani disoccupati con fragilità e disagio psichico, attraverso un laboratorio di stampa digitale e una fattoria sociale.
Le Suore Oblate stanno realizzando il progetto “Laboratorio di frontiera 2.0” con il quale intendono attivare percorsi formativi e un’impresa sociale nel settore agricolo per la produzione e la trasformazione della lavanda e un laboratorio di cucito rivolto a donne che cercano di uscire dal giro della prostituzione.
«Queste due esperienze del nostro territorio – spiega Maria Silvia Santanché, presidente provinciale di Acli Terra di Ascoli Piceno – hanno una mission in perfetta linea con quella di Acli Terra, ovvero creare nuove opportunità di lavoro in un settore strategico come quello dell’agricoltura». «Acli Terra – prosegue Maria Silvia Santanchè – ha il desiderio di promuovere un’agricoltura sostenibile e solidale, sia con iniziative volte a creare sinergia fra economia agricola e valorizzazione turistica del territorio, sia con contributi di tipo economico (e non solo) a favore di progetti di particolare “pregio” sociale». «Questa iniziativa – conclude Claudio Bachetti, presidente provinciale delle Acli – conferma la nostra vocazione e il nostro impegno per un’economia che promuova allo stesso tempo la giustizia e l’integrazione sociale» Scenari futuri della politica agricola Convegno alla Mole Vanvitelliana di Ancona con Filip Busz della Commissione Ue. Casini: “Necessarie certezze dopo la Brexit”.
Busz: “Valorizzato il ruolo degli Stati e delle Regioni”. Pierangeli ( ministero): “Nuove sfide e nuove priorità” Ancona, 2018-05-30 – È stata una “giornata di riflessione e di prospettiva, per avere rassicurazioni che la Brexit non penalizzi pesantemente l’agricoltura marchigiana”. Ha così sintetizzato, la vice presidente Anna Casini, i lavori del Convegno “Scenari futuri della politica agricola”, promosso dalla Regione Marche, con la partecipazione di Filip Busz, capo unità della direzione Agricoltura della Commissione europea, per la prima volta in Italia. L’Unione sta definendo un bilancio da 1.279 miliardi di euro per il prossimo settennio 2021-2027, con nuove priorità legate all’immigrazione, sicurezza, difesa e all’uscita del Regno Unito che genera un disavanzo annuale di 12 miliardi (84 nel settennio). Una proposta di bilancio che prevede un aumento delle risorse per ricerca, immigrazione e tagli all’agricoltura. “L’importanza della Politica agricola comune (Pac) nelle Marche è determinante, specie nel settore degli investimenti aziendali – ha detto Casini – Con la Brexit tutto viene rimesso in gioco. Puntiamo a scongiurare un previsto taglio del 7% delle risorse Pac per la nostra regione che attualmente valgono 120 milioni di euro all’anno”.
Casini – Busz Busz ha illustrato le previsioni del nuovo bilancio, non ancora approvato, sul settore agricolo. Gli obiettivi riguardano il rafforzamento della tutela ambientale, il sostegno delle zone rurali, l’innovazione. Verrà valorizzato il ruolo degli Stati membri e delle Regioni “Realtà più vicinie ai territori”, rispetto alle istituzioni europee. Le previsioni dei tagli per la Pac riguardano sia i pagamenti diretti (primo pilastro), sia la dotazione del Fesr (Fondo europeo per lo sviluppo rurale, secondo pilastro). Busz ha parlato di un riequilibrio del 10% tra i finanziamenti dell’Unione e quello degli Stati membri, con la necessità di 14,2 miliardi di cofinanziamento nazionale per mantenere invariato il sostegno pubblico complessivo nelle aree rurali. “L’Unione europea è tra i protagonisti del mercato globale, per quanto riguarda le esportazioni alimentari e l’Italia ne è leader. Dobbiamo continuare nella politica di sostegno all’agricoltura e resistere alle sfide del cambiamento”. Ricordando che la Pac sostiene 7 milioni di aziende agricole, coinvolge il 48% del territorio dell’Unione e che nelle zone rurali vive il 55% dei cittadini Ue, Busz ha concluso il suo intervento anticipando che “entrambi i pilastri della Pac avranno un unico regolamento, orientato alla semplificazione e
al raggiungimento dei risultati più che alla conformità”, con un invito all’Italia (“secondo Paese europeo ,dopo la mia Polonia, a produrre più burocrazia”) a semplificare le procedure amministrative. Nel suo intervento svolto al convegno, Fabio Pierangeli (dipartimento Politiche europee del Ministero Agricoltura), ha evidenziato che “a fronte di obiettivi e vincoli crescenti per le aziende agricole, continua il trend di ridimensionamento del peso della Pac nel quadro finanziario pluriennale Ue. Il bilancio dell’Unione pone nuove sfide e nuove priorità. Le politiche tradizionali (Coesione e Pac) vengono sacrificate anche per compensare la Brexit sulle entrate Ue. Introduce tuttavia più flessibilità e sussidiarietà, con un orientamento maggiore verso la responsabilità e il conseguimento dei risultati”. Lorenzo Bisogni (dirigente servizio Politiche agroalimentari della Regione Marche) ha illustrato alcuni traguardi già conseguiti con la programmazione 2014-2020 del Programma di sviluppo rurale Marche, mentre Franco Sotte (dipartimento Economia, Politecnica delle Marche) ha svolto una relazione sullo sviluppo rurale sostenuto dalla Pac nelle Marche, presentando diversi dati di sintesi.
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