Re-immaginare il museo: pratiche e sperimentazioni digitali negli anni 2010-2015 - Unibo
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Figure 4 (2019) 56 FRANCESCA SINIGAGLIA Re-immaginare il museo: pratiche e sperimentazioni digitali negli anni 2010-2015 Esistono molteplici strategie per rendere viva la memoria ziose di un patrimonio altrimenti frammentato. culturale, e attivare così un processo virtuoso di valorizzazio- È su questa intuizione culturologica che si colloca il con- ne e comunicazione, quest’ultima intesa in modo ancestrale, tributo di Francesca Sinigaglia, brillante analisi e detta- cioè come scambio simbolico di un patrimonio comune. In gliata campionatura del florido periodo di sperimentazione, fin dei conti è proprio questo lo sforzo intellettuale che ani- 2010-2015, in cui sono state integrate nel sistema museo le ma gli operatori dei beni storico-artistici: dare forma tan- più interessanti pratiche digitali. Nel mettere in luce l’im- gibile a un vissuto collettivo altrimenti destinato all’oblio. portanza del fattore narrativo, cioè il racconto inteso come Per adempiere a tale missione, ogni epoca o cultura ha propulsore dell’immaginazione, il saggio in questione con- usufruito delle tecnologie più avanzate a sua disposizione. sente di recuperare la geniale intuizione di André Malraux, Basti pensare al ruolo che le tecniche di stampa hanno svol- la visione di un museo senza più pareti, che sembra trovare to in età moderna nell’incentivare la nascita della cultura nelle forme espressive della cultura digitale la sua più tangi- umanistica e con essa l’emergere di una nuova sensibilità bile manifestazione. visiva, o a quello della fotografia, straordinario mezzo per documentare, conservare e tramandare testimonianze pre- Paolo Granata 1. Obiettivi: comunicare il bene culturale nel web 2.0 farlo. Si pensi ad esempio alla mostra Van Gogh Alive a Firenze inaugurata il 16 febbraio del 2015, vera e Il web 2.0 e le nuove tecnologie dell’informazio- propria esperienza televisiva, oppure al successo avuto ne e della comunicazione possono essere integrate in dall’istallazione in 3D del Sarcofago degli Sposi, re- modo produttivo nel sistema museale, rinnovandone alizzata da CINECA e Giosuè Boetto Cohen, nella forme e modalità di interazione e offrendo nuove pos- mostra Il viaggio oltre la vita. Gli Etruschi e l’aldilà sibilità per lo sviluppo e la personalizzazione dell’e- tra capolavori e realtà virtuale organizzata da Genus sperienza fuori e dentro il museo. Dai casi esemplari Bononiae, a Bologna1. Queste ultime rappresentano citati in questo intervento, si potrà osservare infatti i primi esperimenti di valore, a cui si sono aggiunte che le nuove tecnologie amplificano notevolmente il numerose altre iniziative, che hanno contribuito a raggio di pubblico, agevolando la diversificazione di formare un prospero sottobosco per le attuali esposi- esso e in molti casi migliorando l’esperienza di avvi- zioni di realtà aumentata e virtuale come, rimanendo cinamento al bene culturale. nell’ambito della città felsinea e per citare il caso più Un punto nevralgico della riflessione è certamen- eclatante, la mostra La Macchina del Tempo - Primo te l’interrogativo su come sia cambiato il modo di viaggio virtuale nella Bologna Medievale: inaugurata fruire della cultura grazie ai dispositivi di “nuova ad aprile 2017 presso il Museo della Storia di Bolo- generazione” come tablet e smartphone. Durante il gna, ha avuto così tanto successo da diventare una florido quinquennio che va dal 2010 al 2015 si può esposizione permanente in via Zamboni 7. notare infatti un drastico cambiamento di strategie Ma come si è arrivati a queste conquiste in materia comunicative all’interno degli allestimenti museo- di comunicazione culturale? Quali sono stati i passi grafici che interpretano il cambiamento secondo le che hanno portato a questa nuova esperienza muse- esigenze dell’utente. Soffermandoci a osservare le ografica? mostre e gli allestimenti permanenti di quella fase, Proprio in quel momento le istituzioni del setto- si noterà come i nuovi dispositivi abbiano mutato re si sono dotate di prime linee guida che sono state esponenzialmente la nostra visione e continuino a utili a definire dei modelli di massima per attuare al rivista della scuola di specializzazione figure.unibo.it in beni storico-artistici dell’università di bologna issn 2283-9348
Figure 4 (2019) 57 fig. 2 - Obiettivi primari per le esperienze Mobile da parte delle Istituzioni. paese, e gli operatori del settore culturale e creativo nazionale, in condizione di cogliere le opportunità che vengono dall’Unione. A livello nazionale quindi vanno create le condizioni per affrontare su un piano di effettiva parità e competitività le sfide poste dalla nuova politica culturale e creativa europea»3. A conferma di ciò si ricorda un sondaggio dello statunitense Museum & Mobile, un’iniziativa an- nuale di ricerca che identifica e traccia le tendenze fig. 1 - Tipologie di esperienze di visita correnti o prossime. principali per la strategia nel settore culturale, che evidenzia come le Istituzioni americane, dal 2009 al 2015, siano state sempre più interessate ad im- meglio la moderna divulgazione. Costituiscono un plementare il proprio approccio alla valorizzazione esempio il modello Museiduepuntozero, oppure la museale attraverso il mobile. Il sondaggio, effettuato Fondazione Fitzcarraldo, che nel 2014 ha pubblica- nel 2013, mostra come la maggior parte dei musei si to una ricerca, scaricabile gratuitamente, chiamata fossero dotati di applicazioni mobile su smartphone Il Museo e la Rete: nuovi modi di comunicare - Linee e tablet, comunicazione social e implementazioni di guida per una comunicazione innovativa per i musei2, contenuti multimediali per favorire l’accesso alle col- e realizzata in collaborazione con la Regione Veneto, lezioni del museo prima e dopo la visita (fig. 1)4. In che ha stabilito gli obiettivi e le strategie di comuni- quel periodo, le istituzioni hanno infatti predisposto cazione museale attraverso il web e i social. la fruizione mobile, in parallelo alle tradizionali au- Questa moderna visione digitale del bene cultura- dioguide; un’alternativa dinamica e che ha permes- le è stata sempre più sostenuta anche dalle program- so di allargare le visione della collezione, favorendo mazioni europee, come è stato affermato nel rappor- una maggiore interattività dell’esperienza di visita, to di Symbola e Unioncamere 2013 da Silvia Costa, declinata in modo interdisciplinare e su più tipolo- membro della Commissione Istruzione e Cultura gie di pubblico. I tour multimediali hanno l’utilità di all’Europarlamento e relatrice del Programma Eu- migliorare la fruizione delle collezioni permanenti e ropa Creativa 2014-2020: «A fronte della nuova di favorire un accesso illimitato sia dal punto di vista programmazione è urgente che l’Italia si attrezzi per temporale che geografico ad un maggior numero di affrontare questa sfida con un assetto più adeguato e informazioni, declinando i contenuti su più fasce di una maggiore capacità di progettazione che metta il età e interessi (fig. 2) 5. rivista della scuola di specializzazione figure.unibo.it in beni storico-artistici dell’università di bologna issn 2283-9348
Figure 4 (2019) 58 L’obiettivo è quello di avvicinare l’utente alle te- Tuttavia, è solamente negli ultimi anni che le ICT stimonianze storico-artistiche del passato (e del pre- sono entrate a pieno titolo nei progetti di valorizza- sente), con l’auspicio di creare una coscienza cultura- zione museale, nella didattica e nelle università. A le nell’era del web 2.0 a portata di tutti, sfruttando la seguito dell’assimilazione dei processi legati al nuo- connettività illimitata dei nuovi dispositivi, per favo- vo medium Internet, oggi conosciuto come Web 2.0, rire la piena accessibilità dei contenuti in una società sono sorti applicativi legati ad esso, come ad esempio ormai totalmente connessa e partecipata. le app per smartphone. Quindi è necessario distin- guere concettualmente il Web 2.0 dalle tecnologie digitali successive (o media digitali, legate alle mol- 2. ICT - Information and Communication Technolo- teplici funzionalità degli smartphone) non solo cro- gy - per una cultura digitale nologicamente, ma soprattutto perché i due campi Prima di affrontare gli sviluppi concreti della di- hanno funzioni e finalità distinte. Internet, o Web sciplina, è giusto accennare brevemente alla storia 2.0, attraverso motori di ricerca e pagine web, occu- delle ICT e in quale campo specifico di Information pa ormai un ruolo stabile più come servizio che come and Communication s’inserisce questo intervento. strumento. Viceversa, le applicazioni, per la loro na- L’ICT - Information and Communication Tech- tura attiva del medium, si prestano maggiormente nology - è l’economia basata sul valore della cono- alla realizzazione di progetti dedicati, diventando scenza come risorsa strategica, dove “sapere” e “in- mezzi ideali per la divulgazione. formazioni” sono alla base di progetti e processi di Analizzando brevemente la storia che ha portato creazione, diffusione, trasformazione, trasferimento alla creazione delle due categorie “web” e “mobile”, e utilizzo della conoscenza in ogni sua forma attra- si può notare come il percorso si sia concretizzato verso le tecnologie digitali. Questa impostazione grazie alle esigenze dell’utente-visitatore. La fine del pone la cultura al centro di processi che inevitabil- 2009 costituisce il punto di partenza in cui il visita- mente la portano a entrare in contatto con merca- tore ha iniziato ad avere un ruolo attivo nel museo ti e prodotti, come il turismo, i servizi per l’arte e il attraverso il web. Analizzando la situazione in que- business. L’obiettivo delle ICT è fondamentalmente gli anni, si può notare come la maggior parte dei siti quello di stimolare una cultura digitale consapevole, web avessero una impostazione classica, il mobile era attraverso l’uso di nuove tecnologie, che si accostino una tecnologia già conosciuta, ma usata solo come in parallelo ai modi di comunicazione tradizionali. “extra”. A cavallo tra il 2009 e il 2010 le istituzioni La comunicazione, già di per sé, può essere con- museali comunicavano attraverso un unico sito in siderata una disciplina orizzontale, poiché interseca tutti i dispositivi (computer, smartphone e tablet) tutti gli ambiti del pensare e dell’agire umano. È di senza nessun tipo di approccio attivo da parte dell’u- fatto sinonimo di cultura, tanto che i due sostantivi tente. Con l’inaugurazione delle prime app dedicate, “comunicazione cultura”, se utilizzati a livello con- a metà 2010, anno di avvio del mobile per i beni cul- cettuale, correttamente non presuppongono che uno turali (e, come accennato, per ogni settore), avviene dei due sia aggettivo dell’altro: ogni evento culturale un distacco netto tra le occasioni d’uso del web e è comunicazione, ogni momento di comunicazio- quelle dei devices. La versione smartphone del sito ne è cultura. In particolare, sviluppare un progetto web, prima semplicemente adattata, viene ristudiata nell’ambito dell’ICT è sinonimo di attitudine ad un per un nuovo utilizzo del sito, più smart e reattivo. pensiero critico che permetta di elaborare una rifles- Dal 2011 al 2013 si nota una sempre maggiore esi- sione sui contenuti e sui processi; infatti, il tema di genza di comunicare sia da parte delle istituzioni che educazione tecnologica «è certezza che buona parte da parte del pubblico, dove i contenuti rimangono i dell’educazione alla cittadinanza attiva implica oggi medesimi, ma è sempre più preponderante il fattore la maturazione di quadri di uso responsabile della “responsive” da parte dello spettatore. Nel 2015, l’in- tecnologia»6. fluenza delle app fa in modo che l’intera esperienza rivista della scuola di specializzazione figure.unibo.it in beni storico-artistici dell’università di bologna issn 2283-9348
Figure 4 (2019) 59 del visitatore sia aumentata, tanto da condizionare mobili a banda larga Lte sono amentate del 60% e di anche la futura impostazione dei siti web7. conseguenza sono fiorite anche le soluzioni “mobile” sviluppate da imprese e Pubbliche amministrazioni. 3. Piattaforme mobile: uno sviluppo sempre in crescita, “Tra gli effetti generati sul consumatore dalla ma- in Italia e all’estero turità dell’ecosistema Mobile è stato riscontrato anzi- Il 2014 ha segnato una ulteriore conferma del tutto un incremento del tempo trascorso dagli italiani progressivo e dinamico passaggio degli utenti online su Internet dai Mobile devices, che sottrae quote alla verso le piattaforme mobile. In modo veloce, e senza navigazione da Pc: stiamo parlando di 75 minuti ulteriori filtri, la stragrande maggioranza della po- medi giornalieri per lo Smartphone e 66 per il Tablet polazione mondiale è approdata alla visualizzazione contro i 106 minuti (-14% sull’anno precedente) del mobile di smartphone e tablet, che anche attualmen- Pc portatile. La maggior parte delle attività (circa la te sono i devices più sfruttati per consultare il web. metà nel caso dei Tablet e addirittura due terzi nel Negli Stati Uniti si è passati dal 56% di inizio 2013 al caso degli Smartphone) è svolta tramite Applicazioni 76% di ottobre 2014; in particolare gli utenti si sud- piuttosto che siti Web. Oltre a Social, Gaming, Meteo dividevano in 42,9% di Apple iOS e il 51,9% di An- e Mappe, tra le Applicazioni scaricate dagli utenti ci droid OS8. Anche la percezione del web è cambiata: sono anche quelle delle imprese di cui loro sono con- i programmi si fanno sempre più social, la fruizione sumatori: al primo posto troviamo le Applicazioni dei contenuti si fa immediata, tutte le informazioni legate a trasporti e viaggi, seguite da quelle del settore sono consultabili in tempo reale. finanziario e da quelle dei retailers dell’elettronica di Il flusso di utenti che usa quotidianamente smar- consumo”9. tphone e tablet cresce di mese in mese, e crescono in parallelo le applicazioni con un “focus” alla connet- 3.1 Piattaforme mobile: il second screen influenza la tività: un esempio su tutti è rappresentato dall’appli- società cazione, rilasciata nel 2013, di Facebook Messenger. Quest’ultima, infatti, ha mantenuto la leadership su Uno studio condotto in trenta paesi da Millward tutte le altre app in tutto il 2013, e nel 2015, grazie Brown, ricercatore di AdReaction, ha evidenziato al ruolo social, si è mantenuta stabile alla prima posi- come l’utilizzo di due schermi in contemporanea, zione con una media di 118 milioni di utenti al mese. dal 2013, fosse ormai diventato la norma. Mentre sul podio delle App più usate nel 2014 sono Questa ricerca è stata condotta attraverso un state Google Search, con una media di circa 90 mi- sondaggio di quindici domande, inviato a più di lioni di utenti al mese, e Youtube con 88 milioni. dodicimila utenti, dall’età compresa tra i sedici e i La situazione italiana sembra ricalcare, in modo quarantaquattro anni. Un utente abituale di tablet netto, quella americana. Infatti tra il 2010 e il 2015 le e smartphone trascorre in media oltre sette ore e dimensioni del mercato digitale in Italia si sono por- mezza davanti ai dispositivi. In molti paesi gli smar- tate in continuo aumento. Nel 2015 il mercato delle tphone hanno conquistato ormai il ruolo di schermo app in Italia valeva 25 miliardi di euro e rappresen- principale, usati per più di due ore e mezza al gior- tava il 2% del Pil, aumentando gli anni dopo a 2,5%. no. Gli smartphone e i tablet accompagnano sia le Gli Osservatori ICT del Politecnico di Milano abitudini lavorative, in abbinamento al computer, sia hanno identificato una vera e propria nuova porzione le occasioni serali, in parallelo alla televisione. La ri- di economia, chiamata “Mobile and App Economy”, cerca sottolineava inoltre come lo smartphone fosse che è cresciuta sempre più ed destinata ad aumentare il dispositivo con cui gli utenti sono più esposti in negli anni futuri. La vendita di tablet e smartphone tutto il mondo, e il 38% degli utenti di second screen è incrementata del 30% rispetto al 2013 e del doppio usava già da allora lo smartphone per approfondire ancora i quattro anni successivi. A fine 2014 le reti rivista della scuola di specializzazione figure.unibo.it in beni storico-artistici dell’università di bologna issn 2283-9348
Figure 4 (2019) 60 ciò che stava vedendo contemporaneamente sul pri- app piuttosto che la ricerca online «[...] è il consu- mo schermo. In particolare è interessante sottoline- matore a decidere, e il consumatore sta dicendo che are, ai fini della nostra ricerca, che tra gli utenti che vuole un servizio veloce, facile, da attivare con la usano il secondo schermo il 44% fa ricerche su inter- punta dei polpastrelli. Il verdetto è chiaro. Per quan- net e il 25% utilizza app. to possiamo amare la libertà di scelta, vogliamo avere Dal 2014 il futuro dell’app a portata di tutti or- la vita facile, vogliamo dei servizi efficienti e affidabili mai è il presente, un successo delle app ampliamente a portata di mano. Naturalmente questo non signifi- annunciato anni prima anche dalle testate giornali- ca che il browser scomparirà. Così come le email non stiche più popolari, tra le quali Wired, che ad agosto hanno fatto scomparire le cartoline postali»14. 2010 annunciava: «The Web Is Dead. Long Live the Una nuova rivoluzione industriale che, partendo Internet»10. In un’intervista, datata 2010, di Fede- dal digitale, avrebbe trasformato il modo di approc- rico Rampini, noto giornalista di Repubblica, Chris cio alla Rete, dove il web aperto sarebbe rimasto Anderson sottolineava come la rivoluzione del digi- ma in modo secondario. L’utente, secondo Ander- tale fosse appena iniziata. Al tempo direttore della son, avrebbe partecipato in prima persona, non più celebre testata giornalistica statunitense Wired, An- solo fruendo i contenuti, ma prendendo parte in derson delineava una fase adolescenziale del web, essi: «Internet compie diciotto anni dalla nascita conclusasi con l’invenzione del nuovo «schermo a e il sapore della novità ormai si è spento. La nostra tavoletta»11. Il giornalista preannunciava una nuova sete di scoperta si attenua, alla fine vogliamo anche età: «Proprio come Internet che sta entrando in una avere la vita facile. Cioè le scelte precotte, le app che nuova fase rivoluzionaria. Le rivoluzioni industria- attiviamo sfiorando con le dita lo schermo del tele- li hanno dei cicli, e per la rete se n’è chiuso uno»12. fonino o dell’iPad. O la nostra pagina su Facebook, Una nuova fase che avrebbe trasformato completa- che crediamo di avere disegnato a nostra immagine mente la vita delle persone: «Ancora pochi anni fa e somiglianza, su misura per i nostri gusti e i nostri tutto sembrava ruotare attorno al browser: accen- amici. La frammentazione era un rischio maggiore devi il tuo computer, cliccavi sull’icona di Internet nell’èra precedente, quella del browser. Usando un Explorer o Firefox e ti si apriva la possibilità di navi- motore di ricerca come Google finivamo per scor- gare. Poi sceglievi il motore di ricerca Google e la tua rere tanti siti a volo d’uccello, raccoglievamo qui e esplorazione continuava, in mare aperto. Lo sposta- là tanti bocconcini di contenuto gratuito, in modo mento in poco tempo è stato drastico ed è trainato atomizzato. Quando uso l’iPad, al contrario, io mi dal successo della nuova generazione di telefonini soffermo a lungo nel contenuto di un giornale. Le come l’iPhone, poi dei lettori digitali o “tavolette” app ricostruiscono un contesto, il filo di un discorso. come l’iPad. I consumatori li preferiscono per la fa- Mentre sul web sorvolavamo velocemente su tutto, cilità che offrono: è lo schermo che ti viene incontro, ora ci soffermiamo più a lungo nell’assorbire i nostri offrendoti quello che hai preselezionato in base ai contenuti preferiti sull’iPhone. La nuova generazio- tuoi interessi, non sei più tu che devi affacciarti sul- ne di tavolette, i lettori digitali, ci spingono alla con- lo schermo e andare alla ricerca. Ovviamente le app centrazione. O per dirla con una battuta: passiamo usano sempre Internet come mezzo di trasporto, ma meno tempo a cercare, e più tempo a trovare»15. non ti danno quella libertà di scelta che avevi con il Questa trasformazione ha avuto conseguenze an- browser. Sono tante reti di proprietà di qualcuno, che sul modo di approcciarsi ai contenuti. Dal 2010, spesso con pedaggio di ingresso»13. Il giornalista sta- anno dell’intervista, la crescita delle app è quintupli- tunitense era già convinto che «entro cinque anni il cata. Dal 2013 al 2015 i download di app negli store numero di utenti che avranno accesso a Internet dai dedicati sono aumentate del 50%. La spiegazione si loro telefonini avrà superato il numero di chi usa il può trovare nella nuova modalità in cui l’utente sta- computer» e che gli utenti, con l’arrivo degli smar- bilisce una connessione diretta con le informazioni e tphone, avrebbero preferito la tecnologia legata alle i contenuti, le applicazioni hanno aperto i contenuti rivista della scuola di specializzazione figure.unibo.it in beni storico-artistici dell’università di bologna issn 2283-9348
Figure 4 (2019) 61 generati dai siti web, offrendo agli utenti un nuovo conservazione. Viceversa i dispositivi di nuova gene- accesso, meno rigido, e più semplice di quello usato razione (si pensi alle applicazioni mobile del MiBac prima. Infine questi orizzonti si sono ulteriormente oppure del MoMa) dialogando con l’utente, hanno ampliati sia grazie alla grande estensione dei social l’obiettivo di valorizzare e comunicare in modo atti- media, che alla sempre più precisa tecnologia di geo- vo, aumentando il sentimento di attesa nei confronti localizzazione degli smartphone16. Una nuova epoca, dell’istituzione o del bene culturale in senso lato. che non solo ha conseguenze profonde per chi pro- Queste due finalità, conservazione e valorizzazio- duce contenuti, ma che parallelamente introduce un ne, rispecchiano la gestione del patrimonio culturale nuovo modo di vivere il rapporto con il territorio. mondiale, e si ritrovano anche nel primo punto del L’utente si approccia alla realtà attraverso i contenuti Codice etico dell’ICOM per i musei: «i musei assi- dello smartphone. Il contesto urbano diventa il basa- curano la conservazione, [..] e la valorizzazione del pa- mento per una digitalizzazione dei contenuti, fruibili trimonio naturale e culturale dell’umanità»17. I due dall’utente in modo immediato e illimitato. Questo punti vengono distinti consapevolmente, rilevando aspetto è fondamentale per poter sviluppare iniziati- come le due categorie siano da trattare in maniera au- ve che favoriscano l’affermazione di una cultura di- tonoma, sia per metodi che per finalità. gitale, orientata a stimolare un utilizzo pienamente cosciente e culturalmente valido della rete. 5. Innovazioni tecnologiche, multimedia e interattivi- tà. Cases histories 4. Nuove modalità di coinvolgimento dei pubblici per Negli anni di sperimentazione presi in esame, lo i beni culturali sviluppo delle applicazioni mobile è sempre stato in Dopo aver stabilito che le recenti tecnologie han- crescita, dimostrando come la nuova visione digi- no dato il via ad un rapido cambiamento anche in ter- tale facesse già parte del quotidiano. Come è stato mini di usi e abitudini della società contemporanea, spiegato, nel nostro Paese, dal 2010, si è registrato un si tenterà ora di descrivere in che modo la tecnologia progresso esponenziale in tutti i settori di tecnolo- è stata declinata con la finalità di coinvolgimento per gia e sviluppo legati ai nuovi devices, sia nel pubblico i beni culturali. che nel privato. Per quanto riguarda i beni cultura- Nei passi successivi infatti verrà introdotta l’ana- li, il primo progetto che ha fatto da apripista per i lisi delle due diverse tipologie di ICT per la cultura, successivi è stato realizzato dal Museo degli Uffizi, quelle legate “tradizionalmente” alla rete, e viceversa un’applicazione realizzata da Parallelo e inaugurata i dispositivi di ultima generazione. È importante evi- ad aprile 2010. Il primo luglio dello stesso anno fu denziare come le due differenti tipologie, nonostante lanciato il progetto i-Mibac che poi è stato amplia- la natura somigliante, sfocino in due usi differenti di to e declinato in vari nuclei progettuali con finalità e fruizione della cultura da parte dell’utente finale. In target diversi, come si vedrà nei paragrafi successivi. particolare, per il Web 2.0 si ha un approccio più ca- I programmi presi in esame hanno come filo con- talografico, con la finalità di realizzare un grande ar- duttore l’innovazione e l’attuazione di nuove me- chivio digitale utilizzabile gratuitamente dall’utente, todologie di coinvolgimento di pubblico attraverso si veda ad esempio i progetti di Google Art Project o supporti multimediali e interattivi al fine di trasmet- di Google Earth, in cui attraverso un tour virtuale è tere in modo immediato ed efficace i contenuti e le possibile consultare le collezioni delle più importanti informazioni essenziali dei beni culturali. I casi ana- gallerie d’arte o le stanze dei musei del mondo. Di lizzati comprendono: guide multimediali interattive conseguenza, oltre all’uso strettamente connesso alla realizzate in 3D per musei, mostre e siti archeologici, maggiore diffusione delle informazioni attraverso la come i-MiBac Voyager; applicazioni per smartphone rete, questi grandi contenitori di dati servono soprat- dedicate ai beni culturali per incentivare le visite cul- tutto per la ricerca, rientrando nella categoria della turali e migliorare la fruizione dei servizi, come l’app rivista della scuola di specializzazione figure.unibo.it in beni storico-artistici dell’università di bologna issn 2283-9348
Figure 4 (2019) 62 del MoMa o la serie di app promosse dal Ministero social, offrendo la possibilità di scattare foto all’inter- dei Beni Culturali; archeoguide su touch screen, no del Museo, inviarle come cartoline, e permettendo come l’app dedicata a William Blake promossa dalla ai visitatori di selezionare le tracce da proprie librerie Tate Gallery oppure la patriottica 150 ITALIAMO- di musica da ascoltare durante il tour del Museo. BILE; libri multimediali che esplorano i contenuti Anche dal punto di vista delle opzioni aggiunti- attraverso immagini dinamiche, suoni e molte altre ve l’app del MoMa si confermava subito di grande attività, come l’esemplare caso bolognese di Marsili’s impatto innovativo, facendo da apripista per le app Spirit. concorrenti: oltre ad avere un’elevata accessibilità data dalla gratuità, nella sezione del “tour mobile” garantiva al visitatore una varietà di scelta notevole. 5.1 Stati Uniti: The MoMa App (poi MoMa Audio) L’utente poteva infatti selezionare la propria lingua Il MoMa di New York ha inaugurato nel 2010 tra un elenco di nove possibilità (inglese, francese te- la propria app per smartphone, diventata in breve desco, spagnolo, italiano, portoghese, cinese e giap- tempo una vera e propria icona tra le app dei Beni ponese), poteva scegliere il proprio percorso a secon- Culturali, sia per la grande quantità di contenuti, sia da dei piani del museo, ascoltare contenuti audio in per l’elevata qualità del design grafico. Dal punto di sostituzione alle vecchie audioguide. Essa consentiva vista estetico, durante il quinquennio 2010-2015, anche di visitare il museo in un’ora, attraverso un l’applicazione ha cambiato la veste due volte, in se- percorso sintetico del quarto e del quinto piano, in- guito all’intervento di finanziamento da parte della tegrando le informazioni essenziali anche a seconda Fondazione Bloomberg, segno dell’evoluzione visiva dell’età dell’utente, arrivando fino alla didattica per che la società sta subendo e che le Istituzioni muse- bambini e descrizioni visive. ali statunitensi colgono in diretta18. L’app è quindi L’app mobile del MoMa, dal 2010, rendeva ob- passata dall’inaugurazione con un layout classico, solete le audioguide con soli cinquecentoventotto con pulsanti in successione (fig. 3), a una grafica più kilobyte, inserendo numerosi contenuti in arricchi- accattivante, maggiormente visiva, che richiama il mento alla visita, diversificandola, rendendola pia- design da social visual, come per esempio Pinterest. cevole e, attraverso l’accesso diretto ai social media, Fin dalla sua prima veste grafica, dal punto di vi- consentendo di condividere feedback e foto con il sta di contenuti, l’applicazione, garantiva agli utenti logo stesso del MoMa. I contenuti dell’app rimane- l’accesso immediato a trentaduemila opere d’arte vano inoltre accessibili anche all’esterno del museo. della vasta collezione del Museo d’Arte Moderna e Tra i maggiori finanziatori del progetto, vi fu la Contemporanea, con l’obiettivo di diffondere una Fondazione Bloomberg, fondata nel 1981 da Mi- cultura consapevole, grazie alla dotazione di un di- cheal Bloomberg, ex sindaco di New York che, nel zionario delle principali terminologie legate all’arte corso degli ultimi quattordici anni, tramite la Fonda- e un database di biografie degli artisti. L’applicazione zione, ha finanziato audioguide in molti musei statu- manteneva inoltre costantemente informato l’utente nitensi, tra cui il Met. Dal 2012 la Fondazione, tra i su eventi, nuove mostre, proiezioni di film, attraverso tanti progetti a favore della cultura19, ha contribuito un calendario quotidianamente aggiornato, mante- a finanziare le app del Met, del Giardino Botanico nendo viva l’aspettativa da parte del visitatore e raf- di New York e del MoMa, aggiungendo contenuti, forzando il legame tra utente e contenuto. video e social, con lo «scopo di migliorare l’accesso L’app del MoMa presentava inoltre un’accezio- per tutti, anche utilizzando la tecnologia, per forni- ne prettamente rivolta all’edutainment, grazie alla re esperienze più profonde e durevoli»20. Micheal varietà di escursioni audio, tra cui visite guidate per Bloomberg ha inoltre sottolineato come: «Il nuo- bambini, ragazzi e ipovedenti (fig. 4), talmente tan- vo sforzo digitale è il passo successivo tanto per noi, to di successo da farle in seguito mutare il nome in quanto per queste Istituzioni incredibili, che hanno MoMa Audio. Infine, esplicitava le proprie funzioni così tanto da mostrare al mondo»21. rivista della scuola di specializzazione figure.unibo.it in beni storico-artistici dell’università di bologna issn 2283-9348
Figure 4 (2019) 63 fig. 3 - The MoMa App: layout inaugurale. 5.2 Inghilterra: Tate Blake - William Blake’s London La Tate Gallery di Londra ha inaugurato nel 2013 l’app, scaricabile gratuitamente, dedicata a William fig. 4 - The MoMa App: nuovo layout e percorsi specifici. Blake. L’applicazione, basata sulla mappatura di opere ed esperienze legate alla vita dell’artista, è in- procciarsi al tema in modo attivo, potendo sceglie- trodotta da un bel video di Martin Myrone, diretto- re di approfondire i luoghi preferiti e decidendo in re della Tate Britain, che introduce il visitatore alla prima persona il proprio percorso ideale, scorrendo collezione della “sala Blake” del museo. La grafica, orizzontalmente sulla mappa le anteprime di ogni elegante e minimale, è stata curata da Daniel Carey collezione. La schermata principale è divisa in due e Davy Smith e si limita ad una personalizzazione sezioni, la mappa, che può essere ingrandita a tutto unicamente nei titoli delle varie sezioni, che richia- schermo, e le collezioni. Quando l’utente raggiunge mano le opere dell’artista. L’app fornisce una serie materialmente il punto specificato nella mappa, il di informazioni dettagliate sulla vita e sull’opera di luogo si sblocca. William Blake, dando la possibilità di condividerne i Una volta sbloccati i contenuti, l’app presenta il la- contenuti su Twitter. voro di Blake in quel determinato luogo, includendo Tuttavia, la peculiarità principale del progetto è anche gli artisti che sono stati influenzati dalla sua la possibilità di sbloccare i contenuti una volta rag- opera (fig. 6). Ogni collezione esplicita una serie di giunto il luogo dedicato (fig. 5), attraverso un sistema moduli di approfondimento, di cui ogni scheda con- di geolocalizzazione della città di Londra. Grazie a tiene un file audio o video, e l’informazione esplica- quest’ultima caratteristica, l’utente è portato ad ap- tiva. Ogni opera può essere ingrandita a tutto scher- rivista della scuola di specializzazione figure.unibo.it in beni storico-artistici dell’università di bologna issn 2283-9348
Figure 4 (2019) 64 mo, per approfondire i dettagli. L’app è corredata da scheda dettagliata che racchiudeva le informazioni diversi approfondimenti interdisciplinari, rigorosa- principali, tra cui una descrizione storico-artistica mente made in Britain, come la musica, che è ispirata del luogo, gli orari di apertura, la distanza rispetto al alle opere di Blake e che include diversi brani di Billy punto in cui si trova e la localizzazione sulla mappa Bragg, Beth Orton, John Tavener e Kate Tempest, tra (fig. 8). Non mancava la parte social dell’applicazio- i maggiori cantautori folk britannici contemporanei. ne, poiché tutte le informazioni potevano essere con- Degna di nota è, infine, la presenza di Alan Moore, divise su Facebook e Twitter, o anche tramite posta creatore del fumetto Batman e V per Vendetta, at- elettronica. traverso una serie di video che certificano la grande Tuttavia, il ritardo con cui venivano aggiornati i qualità del progetto. La caratteristica prettamente contenuti costituiva l’unica nota negativa dell’app, interdisciplinare dei contenuti, rende l’iniziativa nel che presentava, nel 2015, mostre concluse l’anno pri- suo complesso molto fresca, ben radicata sul territo- ma. Oggi l’app non è più rintracciabile né su Apple rio e duratura. Store né su Android, archiviando purtroppo il pro- getto sotto la voce “fallimento”. L’utilità e il successo di questi progetti digitali sono, infatti, direttamente 5.3 Italia: i-MiBac MUSEUM proporzionali all’aggiornamento quotidiano delle Tra il 2012 e il 2015 il Ministero dei Beni Cul- informazioni, e costituiscono un passaggio obbliga- turali ha sviluppato una serie di applicazioni per torio per la partecipazione e la fidelizzazione dell’u- smartphone, completamente gratuite, con l’obietti- tente. vo di far conoscere e valorizzare il patrimonio della penisola italiana. Durante il periodo preso in esame 5.4 Italia: 150 ITALIAMOBILE il panorama delle applicazioni ufficiali rilasciate dal Ministero dei Beni Culturali contava diciannove Come è stato accennato, le applicazioni ufficiali progetti, raggruppabili tra quelli di interesse nazio- del Ministero dei Beni Culturali in quel periodo ave- nale e quelli di specificità regionale22. vano raggiunto un numero considerevole, e moltepli- La serie è stata inaugurata, a giugno 2012, da ci erano anche le tipologie d’uso. Per celebrare il 150° “i-MiBAC MUSEUM”, la prima applicazione per anniversario dell’Unità d’Italia era stato realizzato il smartphone rilasciata da un ministero italiano che progetto “150 ITALIAMOBILE” che consisteva in offriva informazioni base e geolocalizzazioni per un’applicazione per smartphone, disponibile solo musei statali, ville e altri luoghi d’arte del Paese. L’u- per dispositivi Apple, con l’obiettivo di divulgare la tente aveva la possibilità di scegliere i propri luoghi storia del nostro Paese e informare sugli eventi del d’interesse attraverso due filtri di ricerca: Ricerca vi- centocinquantenario23. L’app è stata presentata il cino a te (fig. 7) oppure Ricerca per luoghi. 21 aprile 2011, attraverso un lancio pubblicitario di La prima sezione offriva la possibilità di impo- grande impatto, una proiezione di Visual Mapping stare il limite di distanza dal punto in cui si trovava in 3D realizzata da NUfactory su Palazzo Colonna l’utente rispetto al luogo di interesse, da un raggio a Roma24. di cinque chilometri fino ad un massimo di cento. Grazie all’intuitività e alla facilità di utilizzo, Dopo aver impostato la distanza, l’app consentiva l’applicazione permetteva di orientarsi agevolmen- di scegliere tra le collezioni permanenti, un percorso te all’interno delle varie sezioni che la componeva- specifico oppure le mostre temporanee. Nella secon- no: erano presenti, infatti, nel menù di base, quat- da sezione l’utente poteva invece impostare diretta- tro sezioni, che costituivano lo scheletro principale mente un luogo preferito, scegliendolo tra le regioni dell’app. Le sezioni “Gallery” ed “Eventi” erano im- italiane, le province o le città. postate in maniera tradizionale, con la presenza di Una volta individuato il punto di interesse desi- immagini e video corredati dalle schede descrittive. derato, l’utente aveva la possibilità di consultare una Tuttavia, il fiore all’occhiello del progetto era costi- rivista della scuola di specializzazione figure.unibo.it in beni storico-artistici dell’università di bologna issn 2283-9348
Figure 4 (2019) 65 fig. 5 - Tate Blake: Mappa - Contenuti fig. 6 - Tate Blake: Contenuti sbloccati. bloccati. fig. 7 - I-MiBacT MUSEUM: Ricerca fig. 8 - I-MiBacT MUSEUM: Mappa e per luoghi “Vicino a me”. Informazioni. rivista della scuola di specializzazione figure.unibo.it in beni storico-artistici dell’università di bologna issn 2283-9348
Figure 4 (2019) 66 fig. 9 - 150 ITALIAMOBILE: Linea cronologica con spiegazione storica e supporto grafico. fig. 10 - 150 ITALIAMOBILE: Mappa Geo- fig. 11 - Marsili’s Spirit: Home. referenziata. rivista della scuola di specializzazione figure.unibo.it in beni storico-artistici dell’università di bologna issn 2283-9348
Figure 4 (2019) 67 tuito dalla timeline, una linea cronologica dal 1850 dello stesso Marsili (fig. 13). La prima sezione viene al 1870 che, attraverso immagini di luoghi, monu- dunque raccontata attraverso il fumetto interattivo menti, dipinti e documenti, proponeva un racconto di Giuseppe Palumbo, fumettista lucano e padre di in forma medita degli eventi storici che portarono Diabolik28, che metteva in scena la battaglia di Buda all’Unità (fig. 9). Un percorso visivo che era fruibile del 1686, in cui il generale Marsili vinse salvando an- in parallelo all’innovativa mappa georefenziata dei che dei testi antichi, oggi conservati in Palazzo Poggi luoghi principali della storia dell’Unità d’Italia (fig. (fig. 14). Nella seconda sezione apparivano all’utente 10). i ritratti dei turchi ottomani sconfitti dal generale, di cui si conservano le armi al Museo Civico Medieva- le. La terza sezione si apriva con una galleria virtuale 5.5 Bologna: Marsili’s Spirit formata da reperti conservati al Museo Civico Ar- Nel 2012, in occasione della mostra su Luigi Fer- cheologico, mentre all’Accademia di Belle Arti veni- dinando Marsili, è stata rilasciata dall’Università di vano rivisitate le statue antiche dagli artisti e graffiti- Bologna un’app per tablet e smartphone dedicata sti Silvano Scolari, Helios Pu e Renato Sorrentino29. alla figura dello scienziato e militare italiano, non- Infine, nella Basilica di San Domenico, avvicinando ché fondatore del pregevole Istituto delle Scienze25. il dispositivo alla tomba di Marsili, l’utente poteva L’app era stata concepita come un percorso itineran- ascoltare la voce del generale. te che collegava i cinque luoghi principali in cui il Marsili’s Spirit era un’applicazione completa, in generale Marsili era vissuto e aveva agito, in parallelo cui contenuto e apparato multimediale si bilancia- con la mostra a lui dedicata (figg. 11-12)26. Il punto vano perfettamente: l’utente era invogliato a fruire forte di questo progetto era l’intenso grado di inter- della materia seguendo le tracce del personaggio nei disciplinarità, dato dalla compartecipazione di di- luoghi d’interesse mappati. Grazie alla geolocalizza- versi autori, tra cui si annoveravano storici dell’arte, zione nel territorio di Bologna, l’utente era favorito come Andrea Emiliani e Massimo Medica, storici nel concretizzare i contenuti multimediali che, siner- della filosofia, come Walter Tega, ma anche Angelo gicamente, aumentavano esponenzialmente il grado Varni, direttore dell’Istituto dei Beni artistici, cultu- di consistenza della realtà. Inoltre, è da rilevare che, rali e naturali della Regione Emilia-Romagna, e Mar- rilasciata in occasione della mostra del tempo, l’app co Roccetti e Gustavo Marfia, docenti di informatica contribuiva a valorizzarne l’esposizione, arricchendo presso l’Università di Bologna27. notevolmente l’esperienza del visitatore. Strutturalmente l’applicazione era molto intui- tiva, con una pagina di benvenuto che racchiudeva 6. Altre tipologie di coinvolgimento: il tour virtuale visivamente cinque sezioni, corrispondenti ai luoghi d’interesse approfonditi nella mostra (fig. 12). Le Il tour virtuale è una tecnologia di visita panora- cinque sedi erano la Biblioteca di Palazzo Poggi, il mica che riesce a portare, tramite il web, immagini Museo Civico Medievale, il Museo Civico Archeolo- a grande risoluzione esplorabili in tre dimensioni, gico, l’Accademia di Belle Arti e la Basilica di San Do- interattive, come se l’utente si trovasse realmente menico. L’utente poteva approfondire ogni sezione nel posto fotografato. I tour virtuali, oltre che es- singolarmente, in primis attraverso la lettura di una sere un’ottima risorsa per il grande pubblico, sono breve scheda descrittiva e, in seguito, in corrispon- il modo migliore per esprimere, attraverso la rico- denza dei luoghi d’interesse, grazie all’attivazione struzione visiva in pixel, la ricerca storico-artistica a dei contenuti sbloccati. Infatti, quando il visitatore monte dei progetti di arte-tecnologia. si avvicinava alle sedi, le relative informazioni multi- mediali venivano sbloccate, coinvolgendo l’utente in 6.1 Stati Uniti: Google Art Project (ora Google Arts & un mondo di rielaborazioni grafiche, filologicamente Culture) corrette, di fumettisti contemporanei, fino alla voce rivista della scuola di specializzazione figure.unibo.it in beni storico-artistici dell’università di bologna issn 2283-9348
Figure 4 (2019) 68 fig. 12 - Marsili’s Spirit: Menu interattivo per luoghi. fig. 13 - Marsili’s Spirit: Schede museo con contenuti bloc- cati. Google Art Project, in seguito Google Arts & un team di Googler dedicati» sta «creando gli stru- Culture, ha certamente rivoluzionato il modo di fru- menti che consentano al settore culturale di portare izione dell’arte prima di tutti gli altri, sia per qualità online sempre più contenuti del variegato patrimo- che per ordine temporale. nio culturale di cui dispone, rendendolo così acces- Quest’ultimo, infatti, è stato nel quinquennio pre- sibile a tutti»30. so in esame (e lo è ancora nel 2019) il miglior web site I primi musei ad essere stati scelti per l’indagine che ha offerto la possibilità di visitare online, e ad alta fotografica dai ricercatori di Google sono stati, per risoluzione, musei, monumenti e paesaggi più signifi- l’Italia, il Museo degli Uffizi e i Musei Capitolini, cativi nel mondo. Google Art Project non è solamen- mentre per l’estero, la Tate Gallery di Londra e il Me- te un sito web, ma rappresenta un vero e proprio pro- tropolitan Museum di New York. Negli anni succes- getto di archiviazione dati, resi consultabili e fruibili sivi sono stati aggiunti la Reggia di Versailles, i musei gratuitamente, in alta definizione (sette milioni di di Berlino, i musei della Reina Sofia e Tyssen di Ma- pixel per immagine). Rilasciato dai ricercatori di Go- drid, il museo di Van Gogh ad Amsterdam, il Museo ogle nel febbraio 2011, grazie alla collaborazione con dell’Hermitage, l’Acropoli di Atene. Recentemente il Google Culture Institute, il progetto è basato sulla è stata resa pubblica l’importante collezione di arte stessa tecnologia già usata nel progetto Street View, contemporanea e vetri soffiati a mano dell’Huntin- applicata, in questa circostanza, ai beni di interesse gton Museum of Art, dove, grazie ai ricercatori di culturale (fig. 15). Il progetto a lungo termine è sup- Google, più di settantacinquemila pezzi sono stati portato dal Google Culture Institute che «insieme a catalogati e messi online. A dicembre 2014 è stata rivista della scuola di specializzazione figure.unibo.it in beni storico-artistici dell’università di bologna issn 2283-9348
Figure 4 (2019) 69 fig. 15 - Google Art Project: Planimetria. ne all’arte: l’utente può scattare una foto al proprio volto (il cosìdetto “selfie”) e il sistema gli accosterà il ritratto che più gli assomiglia tra quelli contenuti nelle opere d’arte della storia. 6.2 Svizzera: Araunder.eu Un’alternativa europea a Google, che fino al 2015 ha costituito l’eccellenza in fatto di tour virtuali, è stato anche il web site della compagnia svizzera Arau- nder.eu. Il sito, che si avvaleva dei migliori fotografi di fama internazionale, ha mappato la maggior parte fig. 14 - Marsili’s Spirit: Contributi grafici sbloccati. di musei, monumenti e luoghi tutelati dall’UNE- SCO, come il Louvre, il Musée D’Orsay, il museo di Van Gogh, la galleria degli Uffizi a Firenze, il museo inserita in Google Art Project anche la Fondazione delle arti fotografiche in America, i Musei Vaticani Torino Musei, grazie nuovamente alla costante col- e la Cappella Sistina. L’utente poteva comodamente laborazione del Google Cultural Institute31. Tuttavia effettuare un tour virtuale in 3D visualizzando foto su Google Art Project l’utente non solo ha la possi- panoramiche interattive da esplorare a 360 gradi, ad bilità di vedere le foto ad alta risoluzione ed ingran- altissima risoluzione. Vi erano dunque le ricostru- dite delle opere di ogni museo, ma le stesse immagini zioni panoramiche in Flash con foto da esplorare e possono essere messe a confronto, per maggiori ap- zoomare a livelli molto dettagliati, che consentivano profondimenti a scelta dall’utente (fig. 16). Quest’ul- all’utente di navigare nelle maggiori città del mon- timo ha anche l’importante possibilità di salvare le do, tra cui Amsterdam, Atene, Berlino, Bruges, Co- immagini preferite su una propria galleria personale, penhagen, Parigi, Monaco, Barcellona, Madrid, Stoc- creando un proprio tour virtuale di capolavori che colma, Valencia, Vienna e tante altre. maggiormente rispecchiano i propri gusti e la pro- pria personalità (fig. 17). Questa la situazione fino al 2015: l’anno dopo il sito ha rilasciato anche la sua 6.3 Stati Uniti: Google Earth versione app, conosciuta in tutto il mondo e tradotta in tutte le lingue. Non ci soffermeremo ad analizza- Sempre nel campo de web, un altro strumento che re gli sviluppi successivi, ci limiteremo ad aggiungere offriva all’utente la possibilità di effettuare viaggi vir- che dal 2018 l’app ha anche una particolarità più so- tuali e tour panoramici in 3D è Google Earth. Svilup- cial, e che maggiormente avvicina il pubblico giova- pato dall’azienda Keyhole Inc. nel 2004, fu acquisito da Google, che impresse il proprio marchio. In origi- rivista della scuola di specializzazione figure.unibo.it in beni storico-artistici dell’università di bologna issn 2283-9348
Figure 4 (2019) 70 fig. 16 - Google Art Project: Planimetria. fig. 17 - Google Art Project: Opere d’arte a confronto. ne fu predisposto per la fruizione da web, attraver- delle strade, le topografie del territorio, che temporale. so un collegamento in remoto dal proprio personal computer; successivamente fu sviluppata, nel 2008, 6.4 Italia: i-MiBac Voyager una versione app, prima per i sistemi iOS32 e poi per Android33. Per la versione web di Google Earth l’u- La declinazione storica dei tour virtuali è rappre- tente ha la possibilità di importare le ricostruzioni sentata da i-MiBAC Voyager, rilasciato nell’aprile digitali di alcuni monumenti, paesaggi famosi e luo- 2011 e pensato solo per dispositivi mobile. Il proget- ghi storici, visibili come erano una volta. Abilitando to è stato promosso dalla Direzione Generale per la la funzione di visualizzazione in 3D, l’utente può Valorizzazione del Patrimonio Culturale MiBAC scaricare e visitare, in remoto dal proprio computer, con la collaborazione del CATTID, Università La tour delle cattedrali tra cui Notre Dame, San Marco Sapienza di Roma e la Soprintendenza Speciale per i a Venezia, Westminster Abbey, il Palazzo di Versail- Beni Archeologici di Roma. L’applicazione, sfruttan- les ed altre, tour di castelli e palazzi, musei di arte in do il GPS, la bussola elettronica e gli accelerometri dei 3D, il Colosseo a Roma e altri monumenti di note- devices, che riconoscono la posizione ed il punto di vole interesse. Come accennato però, nel settembre vista dell’utente, era in grado di realizzare audioguide 2008 lo strumento di Google Earth è stato adattato in 3D interattive e divertenti, per musei, mostre e siti ad applicazione per dispositivi, con una conseguen- archeologici, dove per la prima volta veniva introdotta te ottimizzazione di fruizione, facendo confluire la la quarta dimensione, il tempo storico. Lo spettatore/ mano dell’utente dal mouse al touchscreen (fig. 18). visitatore si trovava, infatti, ad effettuare più che una Nel corso del tempo gli sviluppatori hanno ampliato visita guidata una vera e propria esperienza di viaggio sempre di più le caratteristiche culturali e geolocaliz- nella storia e nel tempo, riuscendo a rivedere in 3D zate di Google Earth, aggiungendo, nel luglio 2012, antiche città nel loro momento di massimo splendo- i tour virtuali con guida turistica, dei monumenti re, mentre camminava tra le sue rovine (fig. 20). L’app storici e delle meraviglie naturali, e a giugno 2013 lo i-MiBAC Voyager, ha avuto nel 2011 una rilevanza in- strumento di Street View con cui l’utente può esplo- ternazionale, rappresentando il primo prodotto che si rare il mondo attraverso immagini a livello stradale proponeva di incrementare il numero di nuovi parchi (fig. 19). archeologici da visitare, attraverso le nuove funziona- Queste aree di ricerca palesano sempre di più la ten- lità messe a disposizione dalla tecnologia. denza verso un perfezionamento dei contenuti, che Grazie alle sperimentazioni in campo web e devices, risultano sempre più validi numericamente e cultural- la nuova prassi di fruizione sta entrando con forza an- mente, alimentando l’esigenza di una maggior ricchez- che nelle proposte di musei e mostre, che si avvalgono za di temi da parte dell’utente/spettatore/visitatore. sempre più di queste nuove strategie di coinvolgimen- Si nota inoltre una ricerca di contestualizzazione sia to del pubblico, pur nel rispetto di una comunicazione geografica, tramite le visualizzazioni in 3D, i dettagli filologicamente corretta34. rivista della scuola di specializzazione figure.unibo.it in beni storico-artistici dell’università di bologna issn 2283-9348
Figure 4 (2019) 71 fig. 18 - Google Earth: Scheda virtuale. fig. 19- Google Earth: Mappa Georefe- renziata. fig. 20 - i-MiBac Voyager: Tour virtuale della Roma antica. rivista della scuola di specializzazione figure.unibo.it in beni storico-artistici dell’università di bologna issn 2283-9348
Figure 4 (2019) 72 Note per specifiche parti del lavoro ha reso possibile questo risultato. Un traguardo che rende merito ai musei promotori del proget- 1. «Se un uomo, addormentatosi cinquant’anni fa, riaprisse to, che hanno creduto e sostenuto la proposta degli autori: una gli occhi nel 2014, l’unica grande sorpresa che avrebbe sarebbe- proposta inconsueta, fuori linea rispetto a quanto si fa normal- ro le conquiste della rivoluzione informatica. Del resto, tutto mente in Italia (ma anche in celebrati templi museali all’estero). e nulla è cambiato. La televisione si guarda oggi come ieri (i Una novità complicata e non low-cost, soprattutto se messa in contenuti sono peggiori, le tinte un po’ più nitide), per andare cantiere in tempi difficili. Una novità che noi ci auguriamo sia a New York ci vogliono sempre otto ore (il Boeing 707 volò di stimolo a tanti dei tremila quattrocento musei italiani che se con la Pan Am nel 1958), le automobili, molto più numerose ed vogliono sperare di sopravvivere devono decuplicare il nume- evolute, assomigliano, con le loro forme tondeggianti, a quelle ro dei visitatori. E per farlo devono reimparare a parlare. Ma la degli anni ’60. Persino i collegamenti via satellite e le immagi- tecnologia che tanto affascina è poca cosa se non dice cose inte- ni spaziali facevano già parte della quotidianità. Il computer e ressanti. Se la qualità delle storie che racconta è mediocre. Que- tutto quello che ne è derivato no. Non era nemmeno possibile sto tema centrale degli anni “rivoluzionari” che viviamo non è immaginarlo, a meno di non essere uno scienziato proiettato sempre percepito dal pubblico. Molte occasioni di spettacolo nel futuro, magari un Von Braun o un visionario intelligente, hanno successo grazie ai soli effetti speciali. Missioni impossi- come Ray Bradbury. All’inizio del terzo millennio viviamo cir- bili, esplosioni stellari, ricostruzioni più vere del vero sembrano condati dai doni che l’informatica ci ha portato. Essi gratificano aver preso il posto di soggetti, sceneggiatura, buona recitazio- e condizionano la nostra vita. Se per un giorno i computer si ne». Da Lo spettacolo del sarcofago degli sposi, note di regia di fermassero il mondo si fermerebbe. I bambini, che hanno im- Giosuè Boetto Cohen. cfr. G. Sassatelli, A. Russo Tagliente, Il parato a navigare in rete prima che fuori dalla porta di casa, si viaggio oltre la vita. Gli etruschi e l’aldilà tra capolavori e realtà sentirebbero persi (le ricerche sui “nativi digitali” ci dicono che virtuale, catalogo della mostra, Bononia University Press, Bo- stanno disimparando anche a scrivere e relazionare). Oggi – logna, 2014. cioè al risveglio del nostro uomo di ieri - l’accesso potenziale al 2. da Regione Veneto - Cultura-Disponibile a: [ultimo accesso a ottobre 2018]. cultura e consapevolezza, per la maggioranza delle persone, non sembrano più diffuse, se non in forma superficiale. La scuola 3. da Bene dibattito nazionale. Cultura e creatività siano – leggiamo intanto – sta sfornando generazioni di inadeguati. al centro della prossima legislatura - lab-mc.com - (28 gennaio Anche lo spettacolo, sia ludico che informativo o educativo, fa 2013) - Disponibile a: [ultimo accesso a è soccombere, perché il pubblico è cambiato. Se l’opera (d’arte, ottobre 2018]. ma anche scientifica o narrativa) non parla un linguaggio più 4. cfr. E. Bonacini, Dal Web alla App - Fruizione e valorizza- affine a quello della gente, della moda, della cultura media, non zione digitale attraverso le nuove tecnologie e i social media, Giu- è considerata attraente, non viene percepita, non può comuni- seppe Maimone Editore, Catania, 2014. care. Tutto questo per dire che lo spettacolo virtuale del Sarco- fago degli Sposi, che proietta, insieme al film 3D di Ati, questa 5. da Mobile Strategy in 2013 - an analysis of annual Mu- mostra nel presente e nel domani, non è il compendio curiosa- seum & Mobile Survey - museumandmobile.com - (pubblicato mente tecnologico di un’esposizione di splendidi oggetti. Esso è nel 2014, non più disponibile online). parte integrante dell’idea espositiva, è il prototipo di un nuovo modo di comunicare, costruito sul pubblico contemporaneo – 6. P. Ardizzone, C. Vandenplas-Holber, P.C. Rivoltella, Me- e presumibilmente anche futuro – che si accoda per accedere dia e Tecnologie per la didattica, Vita e Pensiero Editore, Milano, ai luoghi di diffusione della cultura. E’ un modo nuovo per la 2008, p. VIII. complessità dei contenuti digitali raccolti ed elaborati, ma an- 7. Uno studio condotto da Museum & Mobile, nel 2013, che per l’uso abbinato della teca olografica e del 3D Architectu- sottolineava che, dopo aver conquistato il terreno dei devices ra/Mapping sulle pareti della sala: è, di fatto, una prima mon- attraverso le app, anche l’intera concezione del web site sarebbe diale. La capacità di coordinare contenuti e tecnologie diverse stata ribaltata. Lo studio sottolineava infatti i tre concetti car- del CINECA, nonché di selezionare validi consulenti esterni rivista della scuola di specializzazione figure.unibo.it in beni storico-artistici dell’università di bologna issn 2283-9348
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