Comunità - "GIOCHERANNO SULLE SUE PIAZZE!" - LUGLIO-AGOSTO 2021 - Meda
←
→
Trascrizione del contenuto della pagina
Se il tuo browser non visualizza correttamente la pagina, ti preghiamo di leggere il contenuto della pagina quaggiù
LA PAROLA DEI SACERDOTI SCUOLA: LUOGO IN CUI SI IMPARA A VIVERE I mesi della pandemia hanno rimarcato il fondamentale valore educativo della scuola. Non dimentichiamocene in vista dell’avvio del nuovo anno scolastico A nche l’anno scolastico 2020/2021 è giunto al termine, nonostante qual- che difficoltà dovuta alla pandemia. QUANDO MI CHIEDONO COSA INSEGNO, IO RISPONDO: LA VITA Penso che ogni docente debba farsi una domanda fondamentale: “Oltre alle rico ha parlato ai bambini della sua vita cide». A ciascun scolaro ha poi regalato nozioni scolastiche inerenti alla materia senza nascondere nulla: rimasto orfano un braccialetto fatto da lui con un signifi- insegnata (Italiano, Storia, Geografia, di mamma e papà a sette anni a causa cato simbolico. Matematica, Scienze, Educazione Fisi- di un incidente stradale, dopo essere Che risultato ha avuto una simile lezio- ca, ecc) ho cercato di insegnare a vivere stato assunto dalla Rizzoli ha perso il la- ne? ai miei alunni?”. voro e si è ritrovato a fare una vita senza Basta leggere qualche pensiero scritto È la domanda che è stata rivolta a Alex tetto. Per anni ha girato l’Italia con una dai bambini per comprendere. Luca ha Corlazzoli, docente in una quinta ele- bicicletta, fermandosi qua e là fino ad commentato: «È stato un esempio per mentare nel cremasco, la cui università arrivare nel cremasco, dove ha deciso noi, perché ci ha insegnato che a vol- in cui si è formato sono state le strade di diventare più stanziale. Ha racconta- te abbiamo tante cose che non usiamo del mondo: Palermo, Mozambico, Siria, to come dormiva prima: in un sacco a nemmeno, mentre quando hai poco ca- Giordania, Kenia, ecc. In un articolo ap- pelo sotto una pianta vicino al cimitero pisci il valore delle cose». Gregorio ha parso sul numero di maggio 2021 della di Crema. Ha spiegato dove sta ora: in detto: «A differenza di tante persone, rivista Scarp de tenis (pag. 7) racconta- una tenda. Con leggerezza e simpatia ha Enrico sa parlare, sa comunicare, perché va: «Quando mi chiedono cosa insegno, svelato qualche “segreto del mestiere”, è povero, ma onesto». E ancora Emilia: io rispondo: la vita. O almeno ci provo. mostrando ai bambini una radio che si «Grazie a questa lezione ho capito che Non è arroganza, è la verità». Lo ha fat- ricarica a mano e che risolve il proble- non tutti i clochard sono furfanti, ma al- to anche recentemente invitando in aula ma di essere senza corrente elettrica. La cuni sono molto dolci e innocui». Infine Enrico, un clochard che da quando ave- necessità aguzza l’ingegno! Tra le sue Jasmine: «Enrico è molto saggio per la va sedici anni si è ritrovato sulla strada. “invenzioni” c’è anche il bastone con la vita che fa. Sa più cose dei miei genito- Per qualche ora è stato lui il maestro del- torcia che illumina la strada in mezzo al ri. Ci ha raccontato molto della sua vita la quinta primaria di Madigliano (Crema). bosco quando torna a “casa” d’inverno. anche se non ci conosceva prima. Stare Una lezione “speciale” che forse può Ma non solo: Enrico ha raccontato anche in una tenda è difficile: penso alla sera, essere incasellata in Educazione Civica, dei tanti gesti di solidarietà che riceve: da solo, nessuna compagnia, con quel- magari in Italiano o forse anche in Tec- da chi gli porta il pane ogni mattina, a chi le piccole luci che neppure ti parlano». nologia. Più semplice dire che l’ora tra- lo accompagna a fare la doccia, a quel Sarebbe già stato bello se la lezione fos- scorsa con Enrico ha permesso ai ragazzi prete che ogni domenica sera condivide se finita così, e invece i bambini hanno di toccare con mano che cosa sono la l’amicizia con lui e altri due amici… pa- parlato di Enrico ai loro genitori, i quali povertà, la solitudine, l’indifferenza, ma role dettate dalla vita quelle pronunciate hanno deciso di continuare l’aiuto: i ra- anche la solidarietà, la generosità, l’ami- dall’inusuale insegnante: «Meglio odiare gazzi hanno rinunciato alle loro mance e cizia e l’importanza dell’istruzione. En- che essere indifferenti; l’indifferenza uc- con il supporto di mamme e papà han- no comprato una tenda nuova per Enri- co. A montarla ci ha pensato Andrea, il papà di un’alunna. Altre mamme hanno provveduto ad acquistare indumenti per l’estate, ma ciò che più conta e che sperano tutti è di poter festeggiare la fine dell’anno scolastico a “casa” di En- rico, con una festa all’aria aperta. Senz’altro è una lezione che ha lasciato il segno: sono caduti pregiudizi, si è supe- rata l’indifferenza, si sono instaurati rap- porti di amicizia. In una parola: si è impa- rato a vivere. E questo dovrebbe essere lo scopo della scuola! don Angelo 2 COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA
CONSIGLIO PASTORALE A EUPILIO UNITI DALLA FORZA DELLO SPIRITO SANTO L’ultima riunione del Consiglio Pastorale prima della pausa estiva ci ha consentito di riflettere sull’importanza dello Spirito Santo, guida imprescindibile per decisioni giuste e eque «Siamo qui dinanzi a Te, o Spirito Santo: sentiamo il peso delle nostre debolezze, ma siamo tutti riuniti nel tuo nome; vieni a noi, assistici, scendi nei nostri cuori: insegnaci Tu ciò che dobbiamo fare, mostraci Tu il cammino da seguire, compi Tu stesso quanto da noi richiedi. Sii Tu solo a suggerire e guidare le nostre decisioni, perché Tu solo, con Dio Padre e con il Figlio suo, hai un nome santo e glorioso. Non permettere che sia lesa da noi la giustizia, Tu che ami l’ordine e la pace; non ci faccia sviare l’ignoranza, non ci renda parziali l’umana simpatia, non ci influenzino cariche o persone. Tienici stretti a Te col dono della tua grazia, perché siamo una sola cosa in Te L’Adsumus è rivolto direttamente allo Spirito Santo: ciascuno in e in nulla ci discostiamo dalla verità. assemblea ha coscienza dell’enormità del proprio peccato, ma Fa’ che riuniti nel tuo santo nome con questa invocazione matura la consapevolezza di essere riu- sappiamo contemperare bontà e fermezza insieme, così da far tutto in armonia con Te, niti in modo speciale nel nome dello Spirito Santo. Questa sup- nell’attesa che, per il fedele compimento del dovere, plica sottolinea fortemente questa azione dello Spirito Santo, ci siano dati in futuro i premi eterni. Amen». che è il solo in grado di liberarci dal peso immane dei peccati: «Perché Tu solo, con Dio Padre e con il Figlio suo, hai un nome È questa la preghiera detta Adsumus, dall’incipit della ver- sione latina (Adsumus, Domine Sancte Spiritus…). È stata al centro della riflessione condotta da don Claudio durante la santo e glorioso». V’è dunque una sottolineatura dell’assoluta necessità dell’azione dello Spirito Santo, perché se mancasse Lui noi non potremmo riunirci per deliberare secondo giusti- giornata che i membri dei Consigli della Comunità (Pastorale zia ed equità. All’opposto finiremmo inevitabilmente per per- e degli Affari Economici) si sono riservati come tempo propi- turbare la giustizia, in forza della nostra ignoranza, cupidigia o zio alla conoscenza, alla riflessione, alla frequentazione reci- inclinazione alle preferenze corrotte e corruttrici. In un’assem- proca distesa e non obbligata. Il tutto si è svolto nella cornice blea riunita nel nome dello Spirito Santo, Egli evita infatti che silenziosa e ispirata dell’eremo dei padri barnabiti a Eupilio. si devii dalla verità («e in nulla ci discostiamo dalla verità») e fa sì che in tutto noi si piaccia a Lui, o — meglio — che la valuta- Che tipo di preghiera è l’Adsumus? zione (o decisione che sia) sotto nessun profilo sia in contrasto Adsumus vuol dire “sumus ad”, cioè “siamo davanti”, presso con il pensiero di Dio e con la sua volontà. lo Spirito Santo Signore. È una preghiera sorta nella seconda Inevitabilmente la legge umana procede con disposizioni che metà del VII secolo d.C. in terra spagnola. Non ha un autore riguardano un numero indefinito di persone: occorre invece sicuramente identificato: essa veniva usata nei concili provin- l’azione del cristiano a servire premurosamente l’altro guar- ciali, cioè nelle riunioni dei Vescovi delle diocesi appartenenti dandolo nel volto e chiamandolo per nome, cosa che la bu- ad una provincia ecclesiastica sotto la guida di un metropolita. rocrazia non fa. Questi Vescovi ogni tanto si ritrovavano per discutere, riflettere Ed ecco il richiamo finale: quaggiù domandiamo che il giudi- e soprattutto per prendere decisioni in rapporto al buon gover- zio di ciascun consigliere non si discosti da quello di Dio e in no delle loro Chiese particolari, in spirito di comunione. E ov- futuro aspettiamo che per le cose fatte bene, per le nostre re- viamente per prima cosa avvertivano il bisogno di pregare Dio, sponsabilità ben esercitate, per il bene compiuto, ci sia dato perché il loro riunirsi per confrontarsi e deliberare non poteva il premio eterno, cioè la visione di Dio nel volto del Verbo essere soltanto affare umano: era l’espressione di una respon- incarnato, morto e risorto per noi. sabilità anzitutto cristiana ed ecclesiale. Ogni assemblea di cristiani dovrebbe esprimersi come corpo Nei secoli più recenti essa si è universalmente imposta, diven- unitario fondendo i pensieri, i giudizi e le volontà, arrivando tando la preghiera caratteristica non soltanto dei concili parti- così alla “sententia”, cioè a una decisione comune. La preghie- colari, ma soprattutto del Concilio Vaticano II: l’Adsumus era ra dell’Adsumus ci ha però insegnato che solo lo Spirito Santo l’invocazione che apriva le sessioni del Concilio. Inoltre è abi- ci può compaginare nell’unità e dunque occorre invocarlo. tualmente recitata nei tribunali ecclesiastici, quando i giudici si Qui sta la radice, il senso e la condizione dell’unità tra i catto- riuniscono per decidere la sentenza; dalle recenti indicazioni li- lici nell’affrontare le grandi questioni (anche civili) di oggi. Sì, turgiche è anche suggerita per le riunioni pastorali: pregare con la radice della nostra unità, potenzialmente feconda di tutti i questa supplica, che è proprio pensata per le assemblee eccle- buoni frutti che abbiamo evocato, sta proprio in questo: che siali deliberative (anche se spesso non c’è un voto da esprimere, in Te, Spirito Santo, siamo davvero una cosa sola. ma solo un consiglio da mettere in libertà, appunto). a cura di Fabio Sgaria COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA 3
GIORNATE EUCARISTICHE IN RACCOGLIMENTO PER RINGRAZIARE DIO E AMARE I FRATELLI CON CUORE PURO Da un antico testo delle prime comunità cristiane indicazioni su come vivere ancora oggi nel modo più appropriato il momento dell’Eucarestia A ll’inizio dello scorso mese di giugno la nostra Comunità ha vissuto le Giornate Eucaristiche (SS. 40 Ore). Gli incon- tri e le adorazioni — sia di gruppi, associazioni, commissioni che individuali — si sono svolti presso la chiesa Parrocchiale di S. Giacomo. Intensa la partecipazione alle celebrazioni del- le S. Messe, un po’ meno i momenti dedicati all’adorazione. Perché le Giornate Eucaristiche? Per riscoprire la nostra fede, approfondirla, metterci in adora- zione e riconoscere che Dio ci ha creati a sua immagine e so- miglianza, ci ha donato la sua vita, suo Figlio Gesù, lo Spirito Santo. Per ringraziare il Signore, la Chiesa ci invita a fermarci per un periodo di tempo in cui riconosciamo la nostra fede in Lui e, di conseguenza, poter amare i fratelli che incontreremo durante le nostre giornate. Da un antico scritto — la Didaché — risulta che nelle prime comunità cristiane partecipavano all’Eucarestia solo quanti sterno, portano tuttavia una distinzione profonda nell’intimo erano stati battezzati e si erano riconciliati tra loro. del loro cuore, a motivo del battesimo, che li ha purificati e fatti rinascere. E, quando si trovano insieme per l’Eucarestia, Riflessione tratta da Eucarestia. La storia e il rito di Inos Biffi ecco come pregano dinanzi al calice: “Ti ringraziamo, o Pa- «I cristiani vivono durante la settimana sparsi, occupati come dre Nostro, per la santa vite di Davide tuo servo”: questa vite tutti gli altri nel loro lavoro e nelle diverse vicende. Essi hanno significa Gesù e il vino del banchetto eucaristico. Di fronte al però un loro incontro e una mensa propria che li raccoglie so- pane spezzato invece pregano così: “Ti ringraziamo, o Padre prattutto in un giorno preciso. Ci sono già noti quel giorno e Nostro, per la vita e la conoscenza che ci hai rivelato median- quella mensa dalla testimonianza e dalla vita dei primi gruppi te Gesù”. Poi segue una preghiera bellissima per la Chiesa. cristiani rievocati nel Nuovo Testamento. Ma un libretto pre- Essa sorgeva nel cuore dei cristiani suggerita dai loro cam- zioso intitolato Didaché, ossia dottrina, ci permette anche di pi di grano, indorati di messi maturate al sole. Dice questa conoscere un poco come si pregava durante l’Eucarestia in preghiera: “Come questo pane spezzato era sparso sui colli una comunità cristiana che sembra risalire al primo secolo e, raccolto, è diventato una cosa sola, così si raccolga la tua dopo Cristo e collocarsi in Siria, forse in un ambiente di con- Chiesa dai confini della Terra nel tuo regno” (Didaché 9). An- tadini. Appare per prima cosa che non tutti possono pren- che alla fine del banchetto si prega per la Chiesa: “Ricordati, dere parte all’Eucarestia, ma soltanto quelli che sono stati o Signore, della tua Chiesa; liberala da tutti i mali, rendila per- battezzati nel nome del Signore (Didaché 9). Se i cristiani fetta nel tuo amore, riuniscila dai quattro venti, santificala nel sono immersi nel mondo come tutti, senza distinguersi all’e- regno che per lei hai preparato”. Questo banchetto di cristia- ni è collocato in un giorno fissato della settimana: “Nel giorno del Signore — prescrive Didaché — riunitevi per spezzare il pane e fare l’Eucarestia”. Il giorno del Signore è la domenica: i discepoli di Gesù ricordano in quel giorno la sua resurrezio- ne da morte e lo incontrano vivo nel banchetto. Per prender- vi parte occorre aver ricevuto, come sappiamo, il lavacro del battesimo. Ma quel lavacro non è sempre sufficiente. Perché la preghiera sia pura e gradita a Dio, è necessario riconosce- re i propri peccati, pentirsene e chiedere perdono: “Chiun- que ha qualche contrasto con il suo vicino, non si unisca a voi: prima si devono riconciliare, altrimenti la vostra offerta sareb- be profanata” (Didaché 14). Non si può ricevere il Corpo del Signore, segno della sua carità e della sua fraternità verso di noi, se non si perdonano le offese ai fratelli. L’Eucarestia è la mensa dei figli di Dio, cioè una mensa fraterna». a cura di Adolfo Meda 4 COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA
GIORNATE EUCARISTICHE «FA CHE IO VEDA» Omelia di don Claudio ai vespri di chiusura S iamo davanti a Te, Signore, e con tutto il cuore desideria- mo, ancora una volta, rendere grazie per questo miracolo immenso di cui la festa di oggi ci fa memoria: stare accanto cantato, pregato sono parole di grande riflessione. Tutta la liturgia del Corpus Domini è stata composta da s. Tommaso d’Aquino, cantore della presenza reale di Cristo nel sacra- al Signore mentre sul Golgota dona la sua vita sulla Croce. mento dell’Eucaristia, liturgia che ci aiuta a comprendere, L’Eucaristia è innanzitutto il memoriale del Sacrificio di Cri- a vivere, ad accogliere questo Mistero: «O sacra Mensa sto, del suo amore — l’eterna e nuova Alleanza — e per noi è in cui Cristo si fa nostro cibo!». Un cibo spirituale diventa cibo di vita eterna. Non un cibo come quello che mangiamo memoriale e noi dobbiamo diventare “memoria” di questo e che poi viene trasformato da ciascuno di noi, ma è Lui che Amore, spezzarci gli uni nei confronti degli altri. Ma perché? ci trasforma in Lui stesso per Amore. Perché il Signore ci viene incontro così con il suo immen- Abbiamo ascoltato allora queste poche parole dell’evan- so amore, pegno innanzitutto della Passione, pegno della gelista Giovanni al cap. 6 che tutti ricordiamo bene. Gesù gloria futura, della vita futura, della vita del cielo, della vita dice: «Io sono il pane della vita. Se uno mangia di questo eterna. Allora cosa abbiamo bisogno ancora? Ce l’abbia- pane, vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne mo: è il Signore Gesù, presente in mezzo a noi. «Diede loro per la vita del mondo» (Gv. 6, 49–51). Giovanni non raccon- il Pane del cielo», dice il Salmo 77, che era quella manna, ta l’istituzione dell’Eucaristia nell’Ultima Cena, ma fa una ri- la prefigurazione del pane vivo, del cibo che sarà per noi il flessione, un’omelia sull’Eucaristia. Sarebbe bello rileggere Signore Gesù. E, come il Signore richiama nella sinagoga di tutto il capitolo! Con questa solenne dichiarazione Gesù dà Cafarnao, quello non era vero pane del cielo: «In verità, in inizio alla seconda parte del suo “grande discorso” in cui verità io vi dico: non Mosè vi ha dato il pane dal cielo, ma il rivela esplicitamente il grande Mistero dell’Eucaristia: «Io Padre mio vi dà il pane dal cielo, quello vero; il pane di Dio sono il pane di vita». Le parole di Gesù sono di un realismo è Colui che discende dal cielo e dà la vita al mondo». Allora così forte da escludere qualsiasi interpretazione in senso gli dissero: «Signore, dacci sempre di questo pane!» (Gv.6, figurato! Se il Signore non fosse realmente presente come 32-35). Ecco, anche noi questa sera siamo qui a chiedere in questo momento sotto le specie del pane e del vino du- questo cibo spirituale: «Dacci sempre questo pane». È il rante la Messa, questo discorso sarebbe del tutto privo di Signore stesso che ci aiuta a saper chiedere e accogliere significato e anche di efficacia! Tu, Signore, sei qui tra noi e ciò di cui abbiamo più bisogno; per esempio quando alla oggi ravviviamo questo dono di fede! Signore, dammi fede! Samaritana parla dell’acqua viva vuole indicarci che non Fa’ che io veda! Tu, Gesù, sei nostro cibo! Per questo noi sapremo ciò che veramente vuol dire “acqua” finché non — come in questi giorni abbiamo fatto con la preghiera che faremo diretta esperienza della realtà della grazia. L’acqua oggi terminiamo qui davanti a Te — vogliamo innanzitutto è un’immagine! E così lo stesso accade per il pane che, per ringraziarti per questo miracolo, per questa “invenzione” molti secoli, è stato l’alimento basilare di molti popoli. Il così bella, divina dell’Alleanza eterna. pane che serve da cibo e la manna che gli Israeliti raccoglie- Tanti di noi sono passati in questi giorni qui, in questa nostra vano ogni giorno nel deserto sono segni, immagini sbiadite chiesa di S. Giacomo, fermandosi per ringraziare, chiede- per farci comprendere ciò che deve rappresentare nella no- re, domandare, adorare il Signore Gesù, presente nel S.S. stra esistenza l’Eucaristia, Pane vivo che dà la vita all’uomo. Sacramento dell’altare! Mi piace sempre ricordare — come Diceva s. Ambrogio: «La manna veniva dal cielo, questo sta faceva un Santo — lo stare davanti al Signore nell’Eucaristia sopra il cielo. / Quella apparteneva al cielo, questo al Si- anche dopo la Messa, davanti al tabernacolo talvolta con la gnore del cielo. / Quella era soggetta alla corruzione, se porta anche chiusa. È un po’ come andare a Betania, che veniva conservata per il giorno dopo; questo è esente da vuol dire vivere un po’ questa relazione, questi affetti, que- ogni corruzione, / anzi, chiunque ne gusti devotamente non sto parlare col Signore come faceva Gesù a Betania dagli potrà subire la corruzione. / La manna era immagine, il Cor- amici, da Lazzaro, da Maria e Marta. È stato un po’ come a po di Cristo è realtà!». Betania, potremmo noi dire di queste nostre giornate, stare Ecco, questo mirabile Sacramento è senza dubbio l’atto più con Te, Signore! clamoroso e più bello di Gesù che si dona non per l’intera La manna di cui si parla nel Libro dell’Esodo è figura del umanità, ma a ciascun uomo, per ciascuno di noi. Ringrazia- pane vero, la comunione e il convivio meraviglioso nel quale mo allora il Signore. La celebrazione dell’Eucaristia non di- Cristo dona se stesso agli uomini. Nella liturgia che stiamo venti mai una routine, ma una vera Betania! «Ecce Panis An- celebrando (i secondi Vespri della festa del Corpus Domini) gelorum, ecco il Pane dei pellegrini, vero Pane dei figli: non la bellissima antifona che abbiamo cantato al Magnificat ci deve essere gettato!», canta ancora la Liturgia giorno dopo ricorda questi miracoli: «O sacra mensa in cui Cristo si fa giorno, anno dopo anno. È il nostro indispensabile alimento. nostro cibo! / Si celebra il memoriale della sua Passione, Lo chiediamo al Signore in un breve momento di adorazione, / l’anima è colmata di grazia, / ci vien dato un pegno della prima di ricevere la sua solenne benedizione. sua Passione. / L’anima è colmata di grazia, / ci vien dato un pegno della futura gloria». Queste parole che abbiamo don Claudio COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA 5
ORATORIO ESTIVO 2021 ile a un’impresa impensab ualche mese fa sembrav Q o quasi impossibile qu Siamo invece riusciti, co ella di fare l’oratorio es n le forze a nostra dispo tivo. sizione, ile a quella che posta abbastanza sim ad organizzare una pro nostra realtà. l’esperienza estiva nella da sempre caratterizza ttimane gio ch i, tor ne i, lab ora tori, gite e piscina, le se Tra rrendo veloci. di oratorio stanno trasco tusiasmo fat to la su a pa rte : gli animatori, con il loro en Ognuno ha i più piccoli; ttersi a disposizione de e il loro impegno nel me vivacità e voglia mb ini e i rag az zi, co n la loro spontaneità, i ba le quinte”, re ins iem e; gli ad ult i, che, spesso “dietro di sta e per ideare lire, cucinare, ma anch hanno lavorato per pu e laboratori creativi. attività di formazione ttimane mo gra ti al Sig no re per il dono di queste se Sia di bene, ensità, per le occasioni vissute insieme con int di quanto e sono sempre di più gli incontri, i doni… ch riusciamo a riconoscere! i, anche quest’anno, E un grande grazie a ch rare r permettere di prepa si è messo in gioco pe nza. e vivere questa esperie 6 COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA
8.12 . 20 20 - 8. NON SOLO LITURGIA 1 FILIPPO BERTO, 2. 20 21 an no d OVVERO L’ARTIGIANO 4.0 iS an Proseguiamo il nostro percorso attorno all’artigianalità medese alla luce del Vangelo Gi u sep p e con una chiacchierata con uno degli imprenditori più in auge in questo momento F ilippo Berto è senza alcun dubbio l’artigiano 4.0 per ec- cellenza: in una decina d’anni ha trasformato un’ottima impresa artigiana medese nel più famoso produttore di diva- ni presente in internet. È ormai diventato un caso d’impresa ed è spesso chiamato come relatore in convegni presso pre- stigiose università quali la Bocconi o la Cattolica. Ha anche scritto alcuni libri che raccontano la sua esperienza ed il suo modo di fare impresa artigiana oggi. Lo abbiamo intervistato in questo anno dedicato a san Giu- seppe lavoratore artigiano e lo ringraziamo davvero per averci offerto risposte sulle quali riflettere. Paolo Marelli Esiste ancora l’artigiano a Meda? Confermiamo: l’artigiano a Meda esiste, eccome! Solo che non si fa più vedere tanto, ha qualche problema di identità, non si sente amato. Senza contare che in alcuni casi, purtrop- po, ha perso il lavoro. mente anche le famiglie sono parte di questo ragionamento, fuorviante anche se comprensibile a causa delle difficoltà del C’è spazio nell’industria del mobile per il lavoro artigiano? mercato. Detto questo, la scuola sa come si fa e lo fa bene. Bellissima domanda. Rispondo subito in modo chiaro: sen- Però in un mondo iperconnesso e supertecnologico la scuola za manifattura artigiana il nostro settore muore. La re- non può essere l’unico ambito di formazione di un giovane: sponsabilità è di chi dirige le imprese: siamo noi a dover è indispensabile il coinvolgimento del mondo professionale, valorizzare oggi quella che è stata la nostra fortuna nei se- delle ditte e delle aziende. È nei luoghi della produzione che coli: il “saper fare”. le innovazioni vengono applicate immediatamente, un ba- gaglio che non può non far parte della preparazione di un La scuola professionale riesce a formare gli artigiani come giovane nel 2021. Noi, nel nostro piccolo, ci siamo. faceva la bottega? Siamo freschi di una serie di incontri, nonché attivamente C’è ancora mercato per il lavoro artigianale? coinvolti in un progetto volto proprio a incrementare questo Il mercato oggi è qualcosa di molto complesso. I nostri geni- tipo di impatto da parte della scuola professionale: I mestieri tori, i nostri nonni e coloro che li hanno preceduti vendevano del Design. Rispondo quindi anche sulla scia di questi con- in ambiti vicini, a persone che incontravano e parlavano la tatti. La scuola oggi ha delle difficoltà, ma paradossalmente stessa lingua, se non addirittura lo stesso dialetto. Solo alcu- non vengono dalla scuola, ma proprio dai giovani che nelle ni casi — i più talentuosi, imprenditorialmente parlando — si loro scelte tendono a non considerare questa opzione. Ovvia- spingevano avventurosamente all’estero. Oggi internet ci ha messo tutti in contatto, ma anche in concorrenza. Il mercato potenziale è diventato grande come il mondo, ma occorre saper trovare i canali per muoversi nel modo giusto. Questa è la parte difficile, la parte che il lavoro artigianale — come del resto tanti altri settori — fatica a interpretare. Per chi sa muo- versi in questo ambiente così complesso c’è molto mercato: il “bello” non va mai in crisi e nessuno al mondo è in grado di superare i nostri artigiani nella produzione del “bello”. L’artigiano 4.0 come nasce, come resiste e cosa deve fare? Tante domande, ancora più risposte. Come nasce? Nasce con la consapevolezza che le mani sono sempre quelle, ma tutto il resto è cambiato: dagli strumenti di lavoro (che devono includere anche la cassetta degli at- trezzi digitali) ai mercati a cui rivolgersi. Inoltre è bene che sia consapevole del suo valore, cosa niente affatto scontata, 8 COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA
NON SOLO LITURGIA anche a causa di aziende che non mettono adeguatamente in luce il valore dei propri artigiani. VI È […] UNA PARTE DELL’ECOSISTEMA Come resiste? Resiste guardando avanti, evolvendosi, cercan- IMPRENDITORIALE CHE VEDE do ogni giorno qualcosa di nuovo. La caratteristica di questi ALL’OPERA SOGGETTI PIÙ ATTENTI nostri tempi è che nulla è mai acquisito, ogni giorno si rico- AI VALORI, ALLE PERSONE mincia. Studiare, crescere, evolversi sono un imperativo per E AI TERRITORI. QUESTE SONO tutti, artigiani compresi. Cosa deve fare? Deve aprirsi al mondo. Qui occorre anche LE AZIENDE DOVE — OLTRETUTTO — un po’ di autocritica: nei nostri ambienti non si è propensi LE PERSONE LAVORANO PIÙ a mettersi insieme e fare rete (come si dice) perché ognuno VOLENTIERI, PERCHÉ SI SENTONO tende a badare a sé. Questo non porta a nulla; la conoscenza MAGGIORMENTE APPREZZATE. reciproca, la collaborazione, il saper essere generosi sono la strada che permette la crescita, personale e professionale. Il mondo di oggi è così. orientati alla polarizzazione più radicale. Però il peso di un Papa — e di questo Papa in particolare — non può essere L’artigiano è solidale o è immerso anche lui nel liberismo preso sottogamba. Tutti ascoltano Francesco. mainstream? L’artigiano, come dicevamo all’inizio, è in difficoltà. Per que- Giuseppe, il falegname artigiano, era parte di una comunità e sto motivo tende a chiudersi in una dimensione individuali- contribuiva alla sua vita e alla sua crescita. E così lo è stato fino sta. Occorre una rivalutazione di queste professionalità… gli agli Anni ‘60 del secolo scorso. Gli artigiani/industriali del nuo- anglosassoni usano il verbo “glamourize” per dire “rendere vo millennio si sentono protagonisti di una comunità locale e attrattivo, interessante, spettacolare”. Ecco: i nostri artigia- intendono contribuire alla sua vita, al suo progresso, al futuro? ni devono tornare ad essere i protagonisti della scena. Solo Torno a dire quanto accennato prima: gli artigiani sono esseri allora potremo aspettarci che diventino più aperti e solidali. umani come tutti gli altri e vivono le emozioni che proviamo tutti. Quando siamo in difficoltà e non ci sentiamo apprezzati, Nel mondo del lavoro c’è ancora spazio per un po’ di spiri- certo non ci viene da aprirci all’esterno e produrci in contribu- tualità? Esiste ancora il momento del riposo, come per Dio ti per la comunità. Occorre fiducia, investimento relazionale, dopo la creazione, lo shabbat di ebraica memoria? promozione professionale ed umana nei confronti degli arti- Il momento del riposo non può mancare nelle attività lavorati- giani, così che possano sentire, loro stessi prima di chiunque ve: chi non la pensa così pensa contro se stesso. A mio avviso altro, la loro importanza per la comunità. ci sono due tipi di realtà lavorativa: quella in cui la donna e l’uomo non contano nulla e conta solo quello che riescono a La fabbrica e l’impresa riescono a creare relazioni umane? fare nelle ore lavorative, e quella in cui la persona è il cuore, Nella maggior parte dei casi no. Vi è però una parte dell’e- il punto di partenza di qualunque cosa. In Berto cerchiamo di cosistema imprenditoriale che vede all’opera soggetti più far sì che esseri umani incontrino esseri umani: non c’è altra via attenti ai valori, alle persone e ai territori. Queste sono le per portare avanti aziende di valore… questo naturalmente è aziende dove — oltretutto — le persone lavorano più volen- il mio pensiero ed il mio impegno quotidiano. Pur nella diffi- tieri, perché si sentono maggiormente apprezzate. Nel nostro coltà e nell’estremo impegno che il lavoro oggi richiede, cer- piccolo noi cerchiamo di far parte di questa schiera, e di far chiamo di non perdere mai nessuna occasione per far sentire sì che anche chi fa impresa intorno a noi percepisca questa importante l’aspetto umano di chi lavora con noi. E anche attitudine tramite la divulgazione costante dei nostri valori. loro, di conseguenza, valorizzano il lato umano in ciò che fan- no sia nel laboratorio e negli uffici, a contatto con i colleghi, a cura di Paolo Marelli sia nelle fasi di vendita, a contatto con i clienti. Ancora una volta: esseri umani con esseri umani. Quello che accade (la- vorazioni artigiane o transazioni commerciali) accade tra esse- ri umani. Quando si ragiona così, la domanda sul riposo trova la sua risposta naturale: solo i robot non riposano. Come è visto papa Francesco da imprenditori e manager come lei? Come sono commentate le sue frustate contro l’economia attuale che coinvolge poco le persone, che non aiuta a limitare le diseguaglianze? A mio modesto avviso papa Francesco è forse il più grande leader mondiale in questo momento. Personalità straordina- ria, carisma, capacità di arrivare al cuore di tutti, cristiani e non. I commenti… sono solo commenti, e spesso chi li pro- nuncia deve togliersi dall’imbarazzo di non avere una propria opinione; per non parlare dei dialoghi online, sempre più COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA 9
ANNO IOSEFINO LE PREGHIERE DEI PAPI 8.12 . 20 20 - 8. 1 2. 20 A SAN GIUSEPPE 21 an no d A rimarcare la centralità di san Giuseppe nella vita di Gesù e nella nostra anche le preghiere che diversi Pontefici del secolo scorso iS an Gi u sep p e e il nostro papa Francesco non hanno mancato di dedicargli L a lettera apostolica Patris Corde di papa Francesco è stata pubblicata nel 150° anniversario del Decreto Que- PREGHIERA A SAN GIUSEPPE, PATRONO DELLA CHIESA (PAOLO VI) madmodum Deus di papa Pio IX. «O san Giuseppe, Patrono della Chie- Altri documenti dei Papi sono stati ispi- sa, Tu che accanto al Verbo incarnato rati dalla figura di san Giuseppe. Alcuni lavorasti ogni giorno per guadagnare li abbiamo già ricordati: l’esortazione il pane, traendo da Lui la forza di vive- apostolica Redemptoris Custos fu pub- re e faticare; Tu che hai provato l’ansia blicata da Giovanni Paolo II cento anni del domani, l’amarezza della povertà, la dopo la Quamquam pluries di Leone precarietà del lavoro; Tu che irradi oggi XIII e tanti sono gli interventi in forma di l’esempio della tua figura, umile davan- motu proprio, discorsi o omelie. ti agli uomini, ma grandissima davanti In queste righe raccogliamo le pre- a Dio; guarda all’immensa famiglia che ghiere composte o riprese da alcuni ti è affidata. Benedici la Chiesa, sospin- Papi, perché dipingono un ritratto del- gendola sempre più sulle vie della fe- le poliedriche virtù del padre putativo deltà evangelica; proteggi i lavoratori di Gesù. nella loro dura esistenza quotidiana, di- fendendoli dallo scoraggiamento, dalla A SAN GIUSEPPE LAVORATORE rivolta negatrice, come dalle tentazio- ri, perché si sentano sostenuti dalla tua (GIOVANNI XXIII) ni dell’edonismo; prega per i poveri, paternità. Chi li può amare più di Te, o «O san Giuseppe, custode di Gesù, che continuano in Terra la povertà di caro San Giuseppe? sposo castissimo di Maria, che hai tra- Cristo, suscitando per essi le continue Proteggi tutte le persone consacrate scorso la vita nell’adempimento perfet- provvidenze dei loro fratelli più dotati; perché trovino nella tua obbedienza e to del dovere, sostentando col lavoro e custodisci la pace nel mondo, quella adesione alla volontà di Dio l’esempio delle mani la sacra Famiglia di Naza- pace che sola può garantire lo sviluppo per vivere nel silenzio, nell’umiltà e nel- reth, proteggi propizio coloro che, fi- dei popoli e il pieno compimento delle la missionarietà la vita di unione con Dio denti, a Te si rivolgono! Tu conosci le umane speranze: per il bene dell’uma- che le rende felici nel compimento della loro aspirazioni, le loro angustie, le loro nità, per la missione della Chiesa, per la divina volontà. speranze, ed essi a Te ricorrono, perché gloria della Trinità Santissima. Amen». La gioia di sentirsi di Dio è così grande sanno di trovare in Te chi li capisce e che non ha paragoni; solo in Dio si trova protegge. Anche Tu hai sperimentato la A SAN GIUSEPPE, tutta la felicità. San Giuseppe, esaudisci prova, la fatica, la stanchezza; ma pure CUSTODE DEL REDENTORE la mia preghiera! Amen». in mezzo alle preoccupazioni della vita (SAN GIOVANNI PAOLO II) materiale il tuo animo, ricolmo della più «O caro san Giuseppe, amico e protet- A SAN GIUSEPPE, profonda pace, esultò di gioia inenar- tore di tutti, custode di Gesù e di tut- GLORIOSO PATRIARCA rabile con l’intimità col Figlio di Dio, a ti quelli che invocano il tuo aiuto. Tu (PAPA FRANCESCO) Te affidato, e con Maria, sua dolcissima sei grande perché ottieni da Dio tutto «Glorioso Patriarca san Giuseppe, il madre. Comprendano i tuoi protetti quello che gli uomini ti chiedono. cui potere sa rendere possibili le cose che essi non sono soli nel loro lavoro, Ti prego di accogliere la mia preghie- impossibili, vieni in mio aiuto in questi ma sappiano scoprire Gesù accanto a ra: veglia e custodisci tutte le famiglie momenti di angoscia e difficoltà. Prendi sé, accoglierlo con la grazia e custodirlo perché vivano l’armonia, l’unità, la fede, sotto la tua protezione le situazioni tanto fedelmente, come Tu hai fatto. E ottieni l’amore che regnava nella Famiglia di gravi e difficili che ti affido, affinché ab- che in ogni famiglia, in ogni officina, in Nazareth. Guarda con tenerezza parti- biano una felice soluzione. Mio amato ogni laboratorio, ovunque un cristiano colare le famiglie dei disoccupati, dona Padre, tutta la mia fiducia è riposta in lavora, tutto sia santificato nella carità, a tutti un lavoro, affinché con la loro Te. Che non si dica che ti abbia invoca- nella pazienza, nella giustizia, nella ri- opera creino un mondo migliore e dia- to invano. E, poiché Tu puoi tutto presso cerca del ben fare, affinché abbondanti no lode a Dio Creatore. Gesù e Maria, mostrami che la tua bontà discendano i doni della celeste predile- Ti affido la Chiesa, in particolare il Papa, è grande quanto il tuo potere. Amen». zione. Amen». i Vescovi, i Sacerdoti e tutti i Missiona- a cura di Fabio Sgaria 10 COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA
MANUTENZIONE PER LE CAMPANE DEL NOSTRO SANTUARIO RINTOCCHI A CUI NON VOGLIAMO RINUNCIARE La sostituzione dei battagli intervento ormai inderogabile per salvare le nostre campane L e campane del Santuario S. Crocifisso sono uno dei simboli della nostra Co- munità Pastorale: il loro suono ci ricorda le con cui è fatto il battaglio deve avere delle caratteristiche particolari: non ba- sta che sia “metallo qualsiasi”, ma deve le ore del giorno, i momenti in cui prega- necessariamente essere un metallo più re, le celebrazioni, le tristi occasioni in cui morbido di quello della campana, al una persona della nostra comunità viene fine di essere lui a consumarsi e non la a mancare o quelle gioiose di festa. campana stessa, costituita invece di ma- Come tutte le cose, però, hanno bi- teriale più pregiato (in particolare una sogno anche loro di manutenzione. In lega contenente bronzo e argento). Con questo momento si rende infatti ne- il passare del tempo i battagli si usurano cessaria la sostituzione dei battagli (o e si “incrudiscono”, cioè diventano più batacchi), cioè l’asta metallica centrale duri: ecco perché è importante sostituirli. che, con il movimento della campana, L’operazione di sostituzione dei battagli batte contro la superficie interna curva non è semplice, soprattutto per un cam- e produce i rintocchi. panile come il nostro, costituito da due Il battaglio è una delle parti fondamenta- piani. Il costo totale dell’operazione è di li e più importanti della campana, senza circa € 6.000; con il contributo e la gene- cui essa non suona. Ma soprattutto, sep- rosità di tutti le nostre campane potranno pur indispensabile, è il maggior respon- continuare a risuonare sulla nostra città. sabile dell’usura della campana stessa: è Christian Rech facile immaginare come due parti metal- qui a fianco, in alto: “Ul Campanun”, liche che sbattono tra di loro piuttosto dedicato a Santa Maria Nascente frequentemente tendano a logorarsi e a in basso: La sesta campana, deformarsi. Per questo motivo il materia- dedicata a San Giuseppe 11 COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA
COMMISSIONE CULTURA ATTUALITÀ / CROCIFISSO E AULE: IL NUOVO VERDETTO Nei prossimi giorni verrà depositata la sentenza delle Sezioni Unite della Cassazione, supremo grado di giudizio I l 6 luglio la Corte di Cassazione ha di- scusso sul tema dell’esposizione del crocifisso nelle aule scolastiche delle te nel dibattito sulla laicità “all’italiana”: il tentativo giurisdizionale di rimuovere il crocifisso dai locali pubblici e, in parti- In Italia non c’è una normativa che obblighi ogni scuola pubblica superiore a esporre il crocifisso, né una che lo scuole pubbliche italiane. Per il verdet- colare, dalle aule scolastiche, imponen- proibisca. Come fare dunque per af- to sarà necessario almeno un mese, in- do per tale via la soluzione del cosid- frontare la ricerca di una via risolutiva sieme al deposito delle motivazioni. detto muro bianco, ha preso le mosse per i problemi e le tensioni? La questione muove da un caso parti- da Soile Lautsi Albertin, madre italiana A tal fine possono essere utili le con- colare: il prof. Franco Coppoli, allora di chiare origini finlandesi, che riteneva siderazioni dell’attuale ministro del- docente dell’Istituto Alessandro Casa- lesiva della libertà di educazione l’espo- la Giustizia Marta Cartabia in merito grande di Terni, nel febbraio del 2009 sizione del crocifisso. Questo tentativo all’accomodamento ragionevole: l’ap- era stato sanzionato con sospensione di è però fallito: si prova ora una terza stra- proccio tende a cercare le soluzioni non trenta giorni perché aveva sistematica- da, basata soprattutto sul diritto dell’U- sulla linea di nuove contrapposizioni (e mente rimosso, durante le sue lezioni, nione Europea nelle sue prescrizioni neppure con strumenti di obiezioni di un crocifisso, la cui esposizione era sta- antidiscriminatorie. coscienza, che alimenterebbero l’incom- ta decisa dall’assemblea degli studenti. Da molte parti si ritiene che la tensio- patibilità fra religione e democrazia), ma Coppoli invocava per questo suo com- ne possa essere e vada superata grazie su quella del loro superamento dialo- portamento le libertà di insegnamento all’assenza completa di simboli religiosi gante e costruttivo. Un esempio origi- e di coscienza in materia religiosa. Nei nelle aule scolastiche, pensando che nale della creatività positiva nella ricerca precedenti gradi di giudizio è stata rite- solo così si verifichi una vera “neutra- dell’accomodamento ragionevole è sta- nuta legittima la sanzione disciplinare. lità”, che vada incontro alle esigenze to sperimentato con pieno successo in Giunti al ricorso in Cassazione, la Sezio- delle diverse parti. Ma, come il filoso- Canada, dove al giovane sikh che si con- ne Lavoro della Corte, data la comples- fo ebreo Weiler ha ben dimostrato, ciò sidera obbligato a portare con sé il pu- sità e la «particolare importanza» della non si compie. Si pensi a due famiglie: gnale rituale anche in classe questo non problematica, nel luglio del 2020 ha una molto cattolica e l’altra molto laica. viene impedito, ma gli viene richiesto di ritenuto opportuno trasmettere gli atti La famiglia cattolica ritiene che debba tenerlo cucito all’interno della giacca, alle Sezioni Unite per l’esame del caso. esserci un crocifisso in qualsiasi stanza, così da renderlo sicuramente innocuo. Nell’ordinanza di rimessione i giudici in ospedale come a scuola o a casa; la L’approccio proposto viene così descrit- della Sezione Lavoro osservano: «Ci si famiglia laica si oppone al crocifisso, to dal ministro: «Tutti devono concedere può chiedere se, a fronte della volontà considerando la sua presenza una viola- qualcosa, ma nessuno deve “consegnar- manifestata dalla maggioranza degli zione della propria libertà di coscienza. si” totalmente o capitolare. L’accomo- alunni e dell’opposta esigenza resa Non esporre il crocifisso dà soddisfazio- damento ragionevole si basa sull’idea esplicita dal docente, non si potesse ne alle aspirazioni della famiglia laica, che tutti vogliono vivere insieme: non è il realizzare una mediazione fra le libertà ma non è una scelta neutrale. Weiler risultato di un ragionamento a tavolino, in conflitto, consentendo, in nome del continuava: «Ancora più allarmante sa- ma può funzionare solo nella pratica, in pluralismo, proprio quella condotta di rebbe una situazione in cui i crocifissi, un rapporto faccia a faccia. Esso richiede rimozione momentanea del simbolo che stavano sempre là sul muro, di col- che si prendano in considerazione i det- della cui legittimità qui si discute». po venissero rimossi. Non fate questo tagli specifici delle circostanze e l’atteg- Ad ogni modo i giudici di Cassazione errore. Un muro denudato per mandato giamento delle parti. L’accomodamento ricordano che «l’esposizione del statale può suggerire agli alunni che lo ragionevole si basa sulla cooperazione crocifisso nelle aule scolastiche non è Stato sta prendendo un atteggiamento e sulla presenza di un terzo imparziale imposta da disposizioni di legge, ma antireligioso». E concludeva osservando che faciliti la conciliazione delle posizio- solo da regolamenti, risalenti nel tem- che nei diversi contesti sono i program- ni in contrasto e aiuti a trovare un ter- po, applicabili alle scuole medie infe- mi svolti in classe che devono insegna- reno comune. Non si sottolineerà mai riori». re ai bambini e ai ragazzi la tolleranza e abbastanza la potenza che l’incontro Il problema del crocifisso è stato ogget- il pluralismo, tanto in Francia dove non delle persone genera per congiungere to di confronti e riflessioni già da molti ci sono simboli religiosi esposti, quanto tra loro mondi diversi». anni ed è un punto di tensione ricorren- in Italia dove ci sono. a cura di Fabio Sgaria 12 COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA
SPECIALE SCUOLA SAN GIUSEPPE IL BENE IN OGNI COSA I bambini della scuola san Giuseppe ci insegnano a guardare la realtà con occhi nuovi… ringranziando chi fa del bene e lo diffonde anche laddove non sembra che ve ne sia N el corso di questi anni con i bambini della nostra scuola stiamo imparando a dire grazie a tutte le persone che si prendono cura di noi in vari modi e che operano per il no- anche in situazioni difficili, nei piccoli gesti e nelle persone che ci circondano. Il Bene si diffonde e rende il mondo un posto più bello e stro bene. Chi ci sta vicino ci mostra ogni giorno attraverso colorato! piccoli e grandi gesti l’affetto nei nostri confronti e dobbia- Per dire il nostro grazie abbiamo quindi deciso di dipingere mo sempre ricordare di dire grazie per tutto questo. delle tele con le nostre impronte colorate e di consegnarle ai Alla fine di questo secondo anno particolare abbiamo riflet- rappresentanti di alcune categorie che abbiamo individuato. tuto su tutti coloro che si sono spesi per aiutare gli altri in va- Perché un soffione? Perché quando si soffia su di lui i suoi rio modo: tutti quelli che hanno donato tempo e professio- semi si spargono e volano ovunque! Proprio come l’Amore nalità, chi ha messo a repentaglio la propria vita per salvare che abbiamo ricevuto: «Noi amiamo, perché Egli ci ha amati quella degli altri, chi non si è abbattuto e si è reinventato nel per primo» (Prima lettera di Giovanni apostolo, 4, 19). proprio lavoro, chi ha girato l’Italia per garantire che i beni fondamentali non mancassero mai… I bambini della scuola Insomma, ci siamo allenati a vedere le cose con occhi nuovi primaria paritaria (i nostri li vedete nella scritta!), a scoprire il bello che esiste S. Giuseppe di Meda COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA 13
OPERE D’ARTE IN SAN GIACOMO LE FORMELLE DELLA FIORIERA DELLO SCULTORE ANTONIO ASNAGHI Approfondiamo la figura di Antonio Asnaghi, un altro degli straordinari artisti di Meda che hanno lavorato nelle nostra chiese N el giro di un lustro la chiesa di anno in anno venne abbellita. Dopo la tinteggiatura dell’interno, la decorazio- cembre 1979 così motivava la sua scel- ta artistica: «L’aspetto principale che ho inteso evidenziare è la quotidiani- ne della parete centrale e il leggio in tà della vita di san Giacomo, uomo e marmo, ecco l’artistica fioriera sull’alta- non superuomo, fatto sia di lavoro che re: le prime uscite dalla celebre scuola di debolezza, per giungere poi al ge- del Beato Angelico di Milano, quest’ul- neroso atto finale del martirio come tima realizzata invece dalle mani di ar- logica conseguenza della sua prede- tisti medesi, un felice connubio tra le stinazione. Quattro momenti fissano apprezzate capacità artigianali e la vena questo aspetto: la chiamata di Gesù artistica di un giovane scultore. che lo trova con le reti di pescatore; la La proposta di abbellire la fioriera otta- sua presenza alla trasfigurazione, che è gonale con pannelli scolpiti raffiguran- attonita e meravigliata perché testimo- Antonio Asnaghi ti momenti della vita del Santo venne ne di un fatto più grande di lui; la sua fatta dalla Commissione Liturgica Par- debolezza umana che traspare nell’or- con quelli usati nella realizzazione de- rocchiale, che scelse pure gli artigiani. to degli ulivi, quando dorme di fronte gli altri lavori presenti in chiesa». Per la realizzazione del progetto si ri- alla sofferenza di Gesù; il martirio che Per la presentazione dell’opera il par- volsero alle ormai collaudate fantasia e lo vede serenamente disposto all’ac- roco stesso scelse la festa delle Qua- capacità dei fratelli Adelio e Luigi Ron- cettazione della morte, contrapposto rantore cadute nel novembre del 1979, zoni; per le sculture invece (quattro all’alterigia del carnefice. È stata inol- solennità importante nella vita della co- formelle in bassorilievo misura 41 x 31 tre mia preoccupazione semplificare le munità. cm) ad un giovane artista medese: An- scene, spogliandole da eventuali mo- Scrivere due parole sull’amico e mae- tonio Asnaghi, dalle indubbie e note- tivi di contorno che avrebbero potuto stro d’arte Antonio Asnaghi (1951 — voli capacità e qualità personali ed una disturbare l’esaltazione e l’evidenza 2013) non è cosa facile. Per semplicità preparazione alla Scuola degli Artefici della figura nei confronti dello sfondo. suddivido in periodi la sua attività. Il di Brera. Lo stesso scultore in una inter- Il tutto è stato realizzato in terracotta, primo quando, poco più che ventenne, vista sul bollettino parrocchiale del di- materiale naturale che ben armonizza frequentò la scuola serale di Scultura Le quattro formelle che rappresentano i momenti più significativi della vita di san Giacomo La fioriera 14 COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA
OPERE D’ARTE IN SAN GIACOMO all’Accademia di Brera e iniziò a scolpi- gno naturale di diverse tonalità che vo- con Luigino Gasparini dell’auditorium re il legno. Si susseguirono diverse fasi gliono rappresentare frammenti di vita del museo del violino di Cremona. della sua maturazione artistica: quella con i diversi stati d’animo; l’età del fer- Non posso chiudere questo ricordo classica, con sculture per lo più figura- ro, con figure che si aprono, s’intreccia- non rammentando la generosità e la tive e di ispirazione classica; quella afri- no e si arricciano, il cui tema di fondo è schiettezza d’animo di Antonio. Con cana, quando crebbe in lui la voglia di una riflessione sullo scorrere della vita, l’amico Emilio Visconti aveva messo in viaggiare e abbandonò le forme classi- il passare del tempo e soprattutto sulle piedi una Scuola d’Arte a Bienno (in che per uno stile molto lineare; la fase tre età dell’uomo. Quest’ultimo perio- Valcamonica) e personalmente mi ha antropologica, in cui realizzò le Stele, do trovò la sua massima espressione seguito nella composizione di alcune monumenti che evidenziano il valore nel 2006 con la realizzazione della per- delle mie pubblicazioni, curandone la del gesto rituale che collega la Terra al sonale denominata 55 l’età del ferro, copertina e la stampa. Infine è stato cielo e rivelano un significato artistico, tenutasi nella miniera Gaffione di Schil- un socio autorevole del gruppo Amici religioso, e magico; quella dei fogli, un pario (BG). Certamente uno dei lavori dell’Arte. insieme di frammenti di essenze di le- per cui verrà ricordato è l’allestimento Felice Asnaghi RICORDANDO UN AMICO PREZIOSO E CARO ALL’AMICO ANTONIO Il 27 aprile 2021 è morto all’ospedale di Desio Antonio Romanò. Anche in questo numero diamo spazio all’accorato ricordo di chi gli è stato da sempre vicino Q uando il destino di un amico si compie nella sua definitività, la mia umanità ne è sempre sconvolta. Il motto di Giussani mi ripeteva: «Segui e vedrai che capirai». Mi ha educato a ri- conoscere che il progetto di Dio a volte primo pensiero è sempre quello: per- è nascosto e si svela solo camminando ché lui? e aderendo al destino buono che Lui ha Poi ricordo le parole che tante volte mi preparato per ognuno di noi. sono sentito ripetere: la morte non è La vita poi ci ha portato a due vocazio- una casualità. È il ritiro dei talenti che ni diverse, ma mai sono venuti meno Dio ha affidato a ciascuno di noi nel la stima e il riconoscerci protagonisti momento in cui ci ha creato donandoci nella Chiesa del popolo di Dio, dentro la vita. Antonio i suoi li ha usati splendi- l’appartenenza al Movimento, in una se- damente. quela umile ed intelligente dei pastori Ho incontrato Antonio quando avevo che l’autorità metteva sul nostro cam- quindici anni. Con il mio amico Sergio mino. facevo l’autostop alla fermata dell’au- Negli ultimi dieci anni abbiamo vissuto, tobus della SAUB per andare alla suc- con responsabilità diverse, la vita della cursale di Seregno dell’Istituto Tecnico Comunità Pastorale Santo Crocifisso di Mosè Bianchi. Un giorno si è accosta Meda. gelus davanti all’altare della Madonna. una cinquecento blu scuro e da quel Ogni anno ci ritrovavamo a Rimini agli Non gli venivano le parole e mi chiese giorno per cinque anni ci ha trasporta- esercizi spirituali della Fraternità di Co- di recitarlo. Prima di uscire dalla chie- ti, durante il periodo invernale, fino alla munione e Liberazione in occasione sa, si fermò nel corridoio centrale con scuola. della Pasqua, e durante i pranzi o le lo sguardo rivolto all’altare. Rimase per Il vero incontro però è stato quando ho cene ci si raccontava delle nostre vite. diversi minuti in adorazione. Fu l’ultimo cominciato a vivere l’esperienza di Co- La venerazione che aveva per Maria era saluto alla sua chiesa: non ci sarebbe munione e Liberazione. Lui è stato uno una cosa che lasciava attoniti. I suoi pel- più tornato, se non per l’estremo saluto. dei primi a creare la comunità a Meda. legrinaggi a Medjugorje erano ormai Ora che la gloria di Dio lo avvolge e lo Per tanti anni ho camminato mettendo diventati familiari. Quando al mattino trasfigura, come spero accadrà anche a il mio piede nelle orme che lasciavano non lo vedevamo alla Messa delle otto, me, lo sento ancora più vicino e compa- i suoi passi, sicuro di fare la strada giu- non pensavamo che potesse essere am- gno del mio cammino. sta. Non ho mai esitato a seguirlo, an- malato, ma che fosse in pellegrinaggio. Sicuro di questo, mi affido a lui nella che quando veniva a prendermi con la Un particolare mi porto nel cuore: la certezza che ci rincontreremo. cinquecento per andare a riunioni che domenica in cui ha iniziato il suo rapi- facevo fatica a capire; ma lui fedele al do declino non era riuscito a dire l’An- Mario Cassina COMUNITÀ PASTORALE SANTO CROCIFISSO | MEDA 15
Puoi anche leggere