Buon Natale! ESSERE CHIESA OGGI - San Lorenzo
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Buon Natale! ESSERE CHIESA OGGI Circolare interna delle Parrocchie dell’Alta Val Sangone – anno VII – N. 4 Dicembre 2015 Spirito Santo che la diffonde, e secondo Francesco anche nei non credenti che fanno parte comunque della famiglia umana. Vediamo alcune frasi del suo discorso: “Mentre seguivo i lavori del Sinodo, mi sono chie- sto: che cosa significherà per la Chiesa concludere questo Sinodo dedicato alla famiglia? l Sinodo sulla famiglia, tanto atteso, si è chiuso il Certamente non significa aver concluso tutti i temi I 24 ottobre. Il frutto visibile dei lavori è la relazione finale appro- inerenti la famiglia, ma aver cercato di illuminarli con la luce del Vangelo, della tradizione e della sto- vata dai 270 padri sinodali, analisi rigorosa e pro- ria bimillenaria della Chiesa, infondendo in essi la fonda sulla famiglia in questo mondo che non gioia della speranza senza cadere nella facile ripeti- nasconde le difficoltà ma dà speranza, e che prende zione di ciò che è indiscutibile o già detto. in considerazione tutti gli aspetti della vita familiare, Sicuramente non significa aver trovato soluzioni con particolare attenzione al contesto umano e cul- esaurienti a tutte le difficoltà e ai dubbi che sfidano turale in cui la famiglia vive, diverso tra nazioni e cul- e minacciano la famiglia, ma aver messo tali diffi- ture, e al contesto sociale ed economico. coltà e dubbi sotto la luce della Fede,... averli af- Esamina le difficoltà che la famiglia incontra oggi- frontati senza paura e senza nascondere la testa giorno, senza pregiudizi e senza nascondersi dietro sotto la sabbia. … significa aver dato prova della vi- a formule predefinite, ma affrontando tutti gli aspetti vacità della Chiesa Cattolica, che non ha paura di positivi e negativi che le famiglie incontrano nella scuotere le coscienze anestetizzate o di sporcarsi le loro vita. mani discutendo animatamente e francamente sulla Particolare attenzione viene posta sul ruolo della fa- famiglia. … Significa aver testimoniato a tutti che il miglia nel piano di Dio e nella vita della Chiesa, sulla Vangelo rimane per la Chiesa la fonte viva di eterna pastorale familiare e sulla vita spirituale. novità, contro chi vuole “indottrinarlo” in pietre Non è possibile racchiudere in poche righe la ric- morte da scagliare contro gli altri. Significa anche chezza del documento, e invitiamo quindi a leggerlo aver spogliato i cuori chiusi che spesso si nascon- cercando in internet “documento sinodo famiglia”: dono perfino dietro gli insegnamenti della Chiesa, si può trovare in vari siti, ad esempio o dietro le buone intenzioni, per sedersi sulla catte- “https://press.vatican.va”. dra di Mosè e giudicare, qualche volta con superio- Un aspetto importante è la pressoché totale unani- rità e superficialità, i casi difficili e le famiglie ferite. mità del sinodo su quasi tutti i punti discussi, e co- Significa aver affermato che la Chiesa è Chiesa dei munque con la maggioranza assoluta anche sui più poveri in spirito e dei peccatori in ricerca del per- controversi. dono e non solo dei giusti e dei santi, anzi dei giusti Come ha sottolineato il Papa nel suo discorso finale, e dei santi quando si sentono poveri e peccatori”. dove ha parlato in modo esplicito e al tempo stesso E conclude: “In realtà, per la Chiesa concludere il profetico della vita vera, con la molteplicità delle Sinodo significa tornare a ‘camminare insieme’ re- etnie e delle culture, dei luoghi, dei tempi dove almente per portare in ogni parte del mondo, in l'umanità nasce, vive, muore, in una società conti- ogni Diocesi, in ogni comunità e in ogni situazione nuamente mutevole. la luce del Vangelo, l’abbraccio della Chiesa e il so- Francesco afferma verità rivoluzionarie con la di- stegno della misericordia di Dio!” plomazia necessaria per trasformare le diversità nel- Anche questo discorso si può trovare facilmente in l'armonia d'un lavoro comune. Fermo restando che internet. è la fede il cemento di tutti e insieme alla fede lo Filippo 1
Vita delle nostre Comunità Caritas i è da poco concluso un primo ciclo di incontri S formativi tenutosi presso i locali della parrocchia San Lorenzo, intitolato “Lasciamo riaffiorare la Ca- rità” e dedicato alla presentazione del mandato e del metodo di lavoro della Caritas. Due serate di rifles- sioni in forma dialogica, curate dalla Caritas Dioce- sana di Torino, a cui hanno preso parte una quarantina di persone provenienti dalle parrocchie del territorio. Ecco cosa ci hanno detto i conduttori delle serate. certi di poter contare sul sostegno del Signore così Ciò che è emerso in questi due incontri è semplice: come testimoniato dai numerosi Santi sociali con la la Carità è al centro del Vangelo e a testimoniarla è loro rivoluzionario esempio. Proprio dal Convegno un’intera comunità. Dal confronto nato tra coloro di Firenze il cardinale Angelo Bagnasco, presidente che hanno partecipato a questi momenti riflessivi, è della Conferenza Episcopale Italiana, ha ricordato emersa l’esigenza di animare alla carità tutta la co- così questa prima delle cinque vie per una Chiesa munità del territorio, sia quella parrocchiale sia sempre più missionaria: “Non basta essere acco- quella civile, perché tutti possano essere più vicini, glienti: dobbiamo per primi muoverci verso l’altro, concretamente, a coloro che attraversano difficoltà perché il prossimo da amare non è colui che ci economiche, problemi di salute, disagi e sofferenze chiede aiuto, ma colui del quale ci siamo fatti pros- spirituali. Dunque, un doppio impegno: restare le- simi. - Desidero una Chiesa lieta col volto di gati, come comunità, alla “solidità della roccia” che mamma, che comprende, accompagna, accarezza si trova nel Vangelo e uscire dalle proprie sicurezze - ci ha detto Papa Francesco - Tale sia lo spirito con per condividere le sofferenze altrui. Su queste pre- cui anche noi agiamo: quello di chi ha premura messe alcuni volontari hanno espresso l’intenzione verso tutti e va loro incontro per incontrarli e creare di attivare sul territorio un Centro di Ascolto Caritas, ponti con loro, e tra loro e Cristo. Dobbiamo uscire un centro aperto a coloro che hanno bisogno in- e creare condivisione e fraternità: le nostre comu- nanzitutto di essere ascoltati e accolti. Quando pen- nità e associazioni, i gruppi e i singoli cristiani, vi- siamo all’icona dell’accoglienza, ci immaginiamo vano sempre con questo spirito missionario, e su di fermi a braccia aperte, nell’attesa che il povero esso si verifichino periodicamente, poiché da ciò di- venga a chiedere; in realtà, per gli operatori della pende l’autenticità della proposta”. La prima delle carità, accogliere significa non solo “aprire” la porta cinque vie è dunque uscire, a questa segue l’annun- e farsi trovare, ma anche muoversi per andare a cer- ciare la persona e le parole del Signore, secondo le care l’altro che “manca” per fare comunità, perché modalità più adatte perché, “senza l’annuncio espli- la carità si concretizza facendosi prossimi agli ultimi, cito, l’incontro e la testimonianza rimangono sterili agli emarginati, agli “invisibili”. Rimanere ancorati o quantomeno incompleti”, ha osservato ancora il all’esempio di Gesù e uscire per farsi prossimi dei cardinale Bagnasco. Quindi le tappe successive: abi- più poveri sono anche le indicazioni che emergono tare, ovvero essere presenti come credenti nel terri- nella lettera pastorale del nostro arcivescovo Mons. torio e nella società, educare, facendo diventare le Cesare Nosiglia “La casa sulla roccia”, nella quale buone azioni non gesti episodici, ma pratiche stabili Nosiglia ripercorre i gesti e le parole pronunciate da che diventino patrimonio della comunità. La quinta, papa Francesco nei due giorni di visita a Torino, in- come vedremo, è trasfigurare. serendoli nella prospettiva delle cinque vie per la Chiesa, già tratteggiate per il Convegno Ecclesiale I conduttori del corso per la Caritas Diocesana di Nazionale di Firenze, tenutosi dal 9 al 13 novem- Torino: Ivan Andreis e Antonella Di Fabio bre. L’invito è ancora quello già espresso dall’Esor- tazione apostolica Evangelii Gaudium, quello cioè di essere una Chiesa in uscita, perché aggrapparsi alla “La mente si arricchisce di quel che riceve, roccia non significa “arroccarsi”, ma al contrario, si- il cuore di quel che dà.” gnifica trovare il coraggio di affrontare la tempesta, Victor Hugo 2
Lasciamo parlare la scrittura In cammino accanto a Maria er proseguire nel cammino verso la realizzazione Va ad aiutare Elisabetta per gli ultimi mesi di gravi- P del progetto di salvezza che Dio ha su ciascuno di noi è fondamentale appoggiarci a Colei che Dio danza. Al ritorno nel villaggio dovrà però giustificare il suo stato agli occhi dei parenti e dei paesani, e ha scelto come madre del suo figlio Gesù e che, nel solo a seguito di un sogno Giuseppe comprenderà, tempo della sua vita terrena, è stata una donna ma non fino in fondo. come noi: Maria di Nazaret! Siamo abituati a im- Poi la famigliola raggiungerà Betlemme per il censi- maginarla come l’iconografia cristiana ce l’ha pre- mento, così come era nei disegni del Signore. Poi la sentata: bianco-vestita, incoronata, con vesti nascita del figlio in povertà, lo stupore della notte sgargianti. Ma forse ci aiuterebbe a sentirla più santa, i doni inattesi, le visite di sconosciuti. Luca “prossima” a noi se la pensassimo davvero come riassume così l’atteggiamento di Maria: ”..da parte Maria di Nazaret, fanciulla e donna in mezzo alle sua custodiva gelosamente i ricordi di questi fatti e li altre, nelle quotidiane attività e difficoltà. Non sap- meditava dentro di sé”. piamo se Maria raggiunse un’ età avanzata, siamo Il privilegio di Maria (essere immune dal peccato di però certi che Gesù prima di morire in croce non origine, l’essere scelta come madre del Messia) non lasciò sola sua madre, ma l’affidò a Giovanni, il di- la fanno sentire esentata dai doveri della legge: Gesù scepolo prediletto, perché se ne prendesse cura. verrà circonciso e sarà presentato al tempio per la Maria accompagnò così la chiesa nascente, come ri- purificazione. E qui Maria ancora una volta non sposta a Gesù che in Giovanni aveva eletto ciascuno comprenderà a fondo le parole di Simeone che pro- di noi a figli. fetizza per suo figlio cose stupende e terribili “sarà Ma torniamo a riflettere su Maria di Nazaret, leg- luce per i popoli, ma anche segno di contraddizione gendo con attenzione Luca (1,30-4; 2,1-52), passi per molti… e quanto a te Maria il dolore ti colpirà che conosciamo bene, che riviviamo ogni anno nella come colpisce una spada” (Lc 2,22-36). liturgia: l’annunciazione, la visita ad Elisabetta, il Al compimento dei dodici anni Gesù viene condotto viaggio a Betlemme, la nascita di Gesù, la fuga in al tempio di Gerusalemme secondo l’usanza. Per gli Egitto, la presentazione al tempio, lo smarrimento di ebrei questa visita annuale al tempio era una grande Gesù. festa, un pellegrinaggio comunitario. Al primo bi- Proviamo a immedesimarci nella fanciulla-donna di vacco Maria e Giuseppe si rendono conto che Gesù Nazaret che non sa di essere oggetto del piano di non è con loro (Lc 2,41-52): cerchiamo di capire salvezza: la proposta dell’angelo le fa intravedere un che cosa abbia provato Maria come mamma! progetto immenso, incomprensibile. Il suo animo è Solo Luca fa un accenno alla normalità della vita scombussolato, ma l’angelo la tranquillizza, spiega, dopo il rientro a Nazaret : “Gesù cresceva in sa- le offre un dato di confronto (anche l’anziana cugina pienza e grazia davanti a Dio e davanti agli uomini Elisabetta è incinta), ma attende la sua risposta, la e… Maria custodiva silenziosamente tutte queste sua adesione al progetto “ECCO SONO LA SERVA cose nel suo cuore”. DEL SIGNORE!”. Poi è Giovanni che fotografa con delicatezza la pre- Da quel momento Maria si mette “al servizio” di chi senza di Maria nella vita pubblica di Gesù, dalle capisce essere nel bisogno. nozze di Cana fino alla passione e morte, che Maria vive momento per momento fino al grido estremo: ”Tutto è compiuto. Padre nelle tue mani affido il mio spirito”. Forse ai piedi della croce immersa in un mare di dolore, che si poteva anche leggere come una bruciante sconfitta, Maria avrà compreso a fondo il progetto di Dio su di lei. Essere accanto a Gesù sempre! Per questo per noi è importante cam- minare con Maria e credere come lei, senza atten- derci rivelazioni particolari, che al termine di ogni vita, di ogni sofferenza, di ogni morte, ci sarà la ri- surrezione. Giovanna (over 75) 3
Vita delle nostre Comunità “Il Vangelo nelle case” sbarca a Valgioie lcuni anni fa nelle nostre parrocchie si è iniziato Nella nostra piccola comunità si è rivelato un mo- A a parlare di “Vangelo nelle case”. Per me era una novità, ma subito mi è piaciuta l’idea che la Pa- mento forte, arricchente ed anche molto piacevole, specialmente nella seconda parte della serata dedi- rola di Dio “uscisse dalle Chiese” ed entrasse nelle cata ad assaggiare dolci preparati dai partecipanti, a case dove in modo semplice e amichevole potesse sorseggiare tisane e qualche liquore locale e non. essere studiata e capita. Ed infatti così è stato. Questo momento della serata, breve ma importante, Con mio marito abbiamo deciso di mettere a dispo- ci ha dato l’opportunità di confrontarci, conoscerci, sizione la nostra casa in modo che anche a Valgioie parlare e scherzare. Questa prima esperienza si è potesse prendere avvio questa bella iniziativa. Certo conclusa con la consapevolezza che il “Vangelo nelle avevamo alcuni dubbi: riuscire a conciliare questo case” fosse un momento arricchente e niente affatto impegno con gli altri, “sistemare” i figli, trovare “noioso” o troppo difficile, come qualcuno aveva qualche “animatore” disponi- prospettato. L’entusiasmo per bile a venire fino a Valgioie e, le belle serate trascorse in- soprattutto, avere un po’ di sieme ha visto aumentare no- gente che partecipasse alle tevolmente il numero dei serate. Quando è arrivato il partecipanti nella seconda edi- momento di iniziare molte zione. Qualcuno dice (un po' difficoltà si sono facilmente malignamente!) che il tepore dissolte ed ecco che final- della stufa, il profumo dei dolci mente con il nostro anima- e delle tisane siano stati i fat- tore le serate hanno preso tori più coinvolgenti per i avvio. Nei primi incontri era- “nuovi arrivati”, ma ciò che vamo pochi ma questo non ci conta è che nella nostra par- ha impedito di apprendere tante nuove cose dalla rocchia sia stato possibile cogliere questa opportu- voce sicura e preparata dell'animatore, che ci ha gui- nità. Naturalmente non posso concludere senza dato nel tempo passato ma ha anche saputo coin- ringraziare sinceramente Filippo che ha affrontato volgere ciascuno di noi in profonde meditazioni e ogni serata con entusiasmo, condividendo con noi le riflessioni. Le letture su cui abbiamo lavorato sono sue conoscenze. Ma sicuramente il grazie più grande quelle delle Domeniche di Quaresima; letture ascol- va a Don Gianni che ancora una volta ha dimostrato tate da ciascuno di noi tante e tante volte durante la di credere nella sua comunità più piccola e non si è Messa, ma nel momento in cui si ci sono state spie- dimenticato di noi partecipando di persona ad al- gate hanno assunto un nuovo significato. A mio pa- cune serate. rere la grande forza di questo progetto sta proprio Grazie anche a tutti coloro che hanno avuto la forza nel poter vedere con nuovi occhi quello che da sem- e il coraggio di uscire nelle fresche sere per arrivare pre abbiamo davanti. Inoltre il clima familiare che si a casa nostra. Il mio augurio è che, se questa espe- è venuto a creare ci ha permesso di avere il corag- rienza si ripeterà, nuove persone si uniranno a noi gio di porre anche domande apparentemente banali per trascorrere piacevoli serate insieme e imparare e di esternare delle riflessioni personali su temi qualcosa di bello che rende più consapevole il no- attuali. stro essere cristiani. Amanda Ha avuto luogo recentemente la consueta formazione in previsione del Vangelo nelle case. Ci siamo trovati venerdì 13 e 20 novembre nei locali di Spaghettopoli per ascoltare Don Carrega (docente di sacra Scrittura, lo abbiamo già incontrato lo scorso anno) che ci ha presentato il Vangelo di Luca. Nel primo incontro ci ha parlato della formazione di questo Vangelo e delle sue caratteristiche che lo distinguono dagli altri, nel secondo abbiamo visto insieme come “far parlare” il Vangelo al di là delle semplici parole, ricevendo ulteriori riflessioni utili alla comprensione (e si spera alla attuazione nella vita!). A gennaio, in data da definire, ma che sarà comunicata per tempo, avremo di nuovo con noi Laura Verrani, teologa e scrittrice, che già l'anno scorso ci aveva accompagnati nell'approfondimento del Van- gelo di Marco: con lei esamineremo aspetti specifici di Luca. Anche chi non è coinvolto direttamente nell'iniziativa del Vangelo nelle Case è invitato a partecipare, troverà certamente motivi di riflessione seguendo Laura che ci coinvolgerà con il suo stile semplice e concreto. 4
La Parola ai Pastori Riscoprire i sacramenti Da alcuni decenni le comunità cristiane avvertono un certo disagio nei confronti della pastorale dei sa- cramenti: da una parte si lamenta il fatto che molti sacramenti sono sovente celebrati senza che vi sia un vero e proprio cammino di fede e di conver- sione; dall’altra si constata che, a dispetto della di- lagante secolarizzazione odierna, la richiesta dei sacramenti “tiene”, a testimonianza di una esigenza religiosa ben radicata nei cuori della nostra gente, I sacramenti sono la Vita alla sua sorgente, che è che nei riti sacramentali dà in qualche modo voce al Cristo Gesù, che ha detto questa verità profondis- mistero che abita i momenti e le dimensioni cruciali sima e semplice: “Io sono venuto perché abbiano la dell’esistenza. Alla tentazione di una chiesa dei puri, vita e l’abbiano in abbondanza” (Gv 10,10). Senza che dà i sacramenti solo a chi se li merita, la chiesa di essi il fiume della vita inaridisce e si disperde nei italiana ha sempre resistito, proponendo la difficile mille rivoli delle cose da fare, lontani dal loro centro strada della riconciliazione tra l’esigenza della fede che è il Mistero di Cristo, colui che svela il senso del (che invita ad una maggiore serietà nel verificare la nascere e del morire, dell’amare e del soffrire, del- qualità della proposta e della risposta) e l’esigenza l’incontrarsi e del possedere. religiosa (che proprio nei sacramenti dà voce a quel I sacramenti celebrano la vita nella sua bellezza e “di più” che l’esperienza del nascere e del maturare, nella sua fecondità, nella sua sorgente e nella sua del nutrirsi e dell’amare, della malattia e del peccato qualità più alta, perché nei fragili vasi di creta della invoca e manifesta). In questa prospettiva, i sacra- nostra esistenza versano il tesoro prezioso di un vino menti costituiscono non solo una occasione per e di un’acqua nuova. Possiamo in questo senso re- evangelizzare, ma il luogo in cui la fede si attua e cuperare l’antica definizione dei sacramenti come prende corpo, si esprime e si manifesta: il concilio canali di grazia, segni visibili ed efficaci della grazia Vaticano II osa definire la liturgia e i sacramenti invisibile. come “culmine e fonte della vita della chiesa”. C’è una immagine nel vangelo di Giovanni che rias- Il disagio qui investe coloro che partecipano abi- sume il legame tra Cristo e la chiesa attraverso i sa- tualmente ed attivamente alla vita ecclesiale, espo- cramenti: dal costato del Cristo morto sgorgano sti al rischio dell’abitudine e di una sostanziale sangue ed acqua per abbeverare la chiesa, raccolta incomprensione del Mistero profondo che la litur- ai suoi piedi nelle figure di Maria e del discepolo pre- gia celebra nei suoi sacramenti. Da qui la necessità diletto. Una immagine potente, che rimanda alla di riscoprire il valore dei sacramenti e di rivitalizzarli creazione dell’uomo, quando Dio addormenta nella pratica: con questo intento riprenderemo uno Adamo, e dal suo costato fa scaturire la donna, che per uno i sette sacramenti, chiedendoci se essi sono realizza il suo sogno di una comunione senza fine. realmente sorgente e culmine della nostra vita. Dal costato dormiente di Cristo sgorga il sacra- Certo, i sacramenti non sono tutta la vita: c’è la quo- mento della Chiesa, che come sua sposa celebra il tidianità, fatta di lavoro e di soldi, di incontri e di banchetto delle nozze con l’agnello abbeverandosi progetti; ci sono l’amore e le relazioni che contano; all’acqua e al sangue della sua Pasqua. Il mistero c’è l’esperienza quotidiana del mangiare, del par- adombrato nelle nozze di Cana si compie: la crea- lare, della fragilità umana; ci sono gli avvenimenti zione nuova è iniziata (anche se ancora geme sotto straordinari che costellano l’esistenza, come la na- le doglie del parto), le nozze di un’Alleanza eterna scita, la crescita, la malattia e la cura, l’impegno che domandano di essere celebrate dall’intera nostra fa diventare adulti. Nemmeno i sacramenti sono vita, che nei gesti e nelle parole dei sacramenti trova tutta la vita cristiana: c’è la Parola di Dio da cono- il suo simbolo più alto. scere e annunciare; il servizio per gli altri; l’impe- Viviamo i sacramenti con questa consapevolezza e gno nella comunità ecclesiale e civile; il silenzio e la con questa sete, o preferiamo abbeverarci ad altri preghiera personale… E tuttavia i sacramenti sono cibi e ad altre bevande? sorgente e culmine della vita, perché la condensano e la concentrano nel mistero pasquale di Cristo. don Paolo Tomatis 5
Vita delle nostre Comunità La Missione “Come il padre ha mandato me, anch'io mando voi” Gv 20,21 "La gioia del Vangelo riempie il cuore e la vita intera di coloro che si incontrano con Gesù": inizia così l'Esortazione Apostolica “Evangelii gaudium”, con cui papa Francesco affronta il tema dell'annuncio del Vangelo nel mondo di oggi. É un appello a tutti i battezzati, senza distinzioni di ruolo, perché por- tino agli altri l'amore di Gesù in uno "stato perma- nente di missione" (25), vincendo "il grande rischio del mondo attuale": quello di cadere in "una tristezza individualista" (2). Il papa invita a "recuperare la freschezza originale portava condividere con i nostri compagni; il se- del Vangelo", Gesù non va imprigionato entro condo sabato eravamo gli abitanti dei vari continenti "schemi noiosi" (11). Occorre "una conversione pa- e dovevamo organizzare la nostra merenda di pane storale e missionaria, che non può lasciare le cose e cioccolata…ma che fatica per l'Africa arrivare a come stanno" (25) e una riforma delle strutture ec- preparare la merenda per tutti…c'è stato bisogno clesiali perché "diventino tutte più missionarie" (27). che Europa e Nord America condividessero le loro Nella Parrocchia di San Lorenzo nel mese di ottobre molte merende di troppo perché tutti avessimo qual- è stata realizzata l'iniziativa qui sotto descritta, per cosa da mangiare; il terzo sabato abbiamo dovuto ri- approfondire concretamente il tema della missione solvere un mega cruciverba per accorgerci del anche per i più piccoli. povero accanto a noi, e capire quante piccole e grandi sofferenze ci passano accanto ogni giorno, Ottobre Missionario in Comunità per poi arrivare l'ultimo sabato a riflettere su quanto possiamo fare noi, in prima persona, per cambiare E' proprio così che ci piace pensare di aver vissuto il mondo, anche con i nostri piccoli gesti quotidiani. questo ottobre missionario appena conclusosi: in Il lavoro dei bambini dell'oratorio è diventato spunto, comunità, condividendo piccoli ma importanti mo- nelle quattro domeniche di ottobre, per condividere menti "qua e là" nella nostra Parrocchia, e non questi pensieri durante l'omelia dei bambini. Ab- avremmo mai potuto immaginare che sarebbe stato biamo colorato le nostre domeniche con il rosso del così bello! nostro amore, il giallo della ricchezza di cui vor- L'idea iniziale era un po' vaga: "Perché non coin- remmo inondare il mondo, il verde dei prati intorno volgiamo i bambini?". Ma è bastato lanciare qualche a noi che vogliamo far fiorire e abbiamo così realiz- idea e subito il nostro ottobre missionario ha iniziato zato l'arcobaleno della nostra missione, donato a a prendere forma: facciamo qualcosa all'orato- Gesù e condiviso anche con i grandi durante l'offer- rio!...sì, ma coinvolgiamo anche i bambini della li- torio: è stato bellissimo aiutare mamme e bambini a turgia domenicale!...sì, ma sarebbe bello far scrivere il nome di una persona da amare sul Tau, a qualcosa anche con i genitori…E siccome l'appetito ritagliare una goccia d'acqua da donare, ad appicci- vien mangiando, abbiamo fatto tutte queste cose e care il proprio fiore colorato sul prato e renderlo anche di più! una festa! Nei quattro sabati di ottobre all'oratorio Semi di Intanto nella liturgia domenicale abbiamo pregato e Speranza abbiamo giocato alla missione: e così un riflettuto sui temi proposti dall'Ufficio Missionario sabato siamo stati dei supereroi che dovevano sal- Diocesano e - a chiusura di un ottobre missionario vare il mondo e abbiamo capito che vincere com- davvero speciale - sabato 24 ottobre la celebrazione della S. Messa prefestiva è stata animata dal Coro Etnico coordinato da Padre Paul e abbiamo con- cluso condividendo una bella, semplice cena in com- pagni di questi nuovi amici. Grazie bambini, grazie mamme e papà, grazie ani- matori, Don Gianni, Gerardo, Tina e tutti voi che avete contribuito a questi momenti. Ma soprattutto grazie Gesù, che ci insegni ad essere Chiesa aperta, Chiesa in cammino. Deborah Busso 6
La Parola ai Pastori econdo un diffuso mini molto chiari cosa sta S luogo comune non sempre scienza e reli- avvenendo e le cause do- vute all’eccessivo ed er- gione sono d’accordo rato sfruttamento delle anzi spesso in reciproca risorse naturali e riporta le contraddizione. tesi sostenute da molti Ritenendo di dover di- esperti e studiosi. Ma fendere la propria auto- papa Francesco non si rità la Chiesa ha negato ferma ad accogliere que- teorie poi invece accet- ste posizioni, esprime una tate, nel campo oppo- forte denuncia degli squili- sto i più fieri sostenitori bri e delle ingiustizie per- del positivismo scientifico hanno sostenuto che ché l’ umanità, per sete di potere, non solo violenta avremmo saputo comprendere ogni fenomeno na- la natura ma anche se stessa attraverso lo sfrutta- turale, controllato la natura e ottenuto il suo com- mento e la discriminazione degli esseri più deboli o pleto dominio senza limiti né regole. Forse le ritenuti meno utili. Inoltre egli evidenzia che al di là religione ha talvolta contribuito alla volontà di pre- delle tante parole e incontri internazionali ai più alti dominio giustificando la colonizzazione del mondo livelli politici, le azioni per fronteggiare la crisi sono come comando divino. ben poche. A dispetto di solenni impegni i politici E’ stato San Francesco con il Cantico delle Crea- guardano più all’immediato che al futuro prossimo. ture, l’altissimo inno alla bellezza e grandezza del Per quanto riguarda gli stessi ecologisti, i suggeri- creato, a presentarci ogni entità come nostri fratello menti non possono nascondere interessi settoriali e sorella, poiché ogni essere ha pari dignità. L’at- assai poco orientati al bene comune? tuale papa Francesco che del poverello di Assisi ha Il Papa cita più volte i suoi predecessori, gli inse- voluto prendere il nome, ha intitolato la sua ultima gnamenti del Vangelo e della Bibbia, per evidenziare enciclica con le prime parole del Cantico: LAU- che la tutela e il rispetto per il creato sono sempre DATO SI’ stati ben presenti e non sono una novità. Contem- Ero incuriosito dalla notizia che lavorava ad un do- poraneamente mette in guardia dalla divinizzazione cumento sui problemi ambientali – ma come, della natura come vorrebbero presunte filosofie mo- adesso va di moda l’ecologia…- e approfittai del suo derne. Attraverso i capitoli centrali ci conduce man arrivo in parrocchia per averne una copia. mano a comprendere che l’umanità è solo una Ho tentato in passato di leggere qualche enciclica, parte del creato, assolutamente interdipendente almeno per i passi più importanti e famosi. Devo verso gli altri esseri viventi, e che la nostra intelli- però ammettere che l’abituale linguaggio di questi genza ci addossa solo una più grave responsabilità. documenti mi risulta molto difficile e faticoso. Solo Egli ci invita solennemente a guardare a tutti, so- se qualcuno me lo spiega, e a piccole dosi, riesco a prattutto ai più umili e deboli, affinché nessuno e comprendere gli insegnamenti. Penso con trepida- niente sia scartato. Ci ricorda che san Francesco de- zione alla Pacem in Terris, giuntaci in un momento siderava che in ogni orto conventuale almeno un in cui abbiamo creduto che il mondo potesse esplo- piccolo pezzo di terreno restasse selvatico, affinché dere. vi potessero crescere erbe selvatiche e ci si potesse LAUDATO SI’ è una enciclica in stile completa- compiacere della loro bellezza. Il mondo è davvero mente diverso, l‘ho letta praticamente tutta d’un bellissimo, sappiamo ancora stupirci e godere di fiato per poi tornarci su con calma. Per il linguaggio questa meraviglia? Sapremo evitare di sciuparlo la definisco documento laico, nel senso che gran continuando ad usarlo senza regole? parte del testo non ha uno stile “spirituale” ma è as- L’enciclica termina invitandoci a due preghiere: una solutamente concreto nel trattare della salvaguardia come cristiani, l’altra che può essere fatta propria da della natura a fronte degli sconvolgimenti climatici, chiunque, e questo è un segno della sua universa- della crisi ecologica, del timore che le condizioni di lità. vita peggioreranno forse sino a compromettere la Partendo da questo invito ne proponiamo a tutti sopravvivenza di intere specie viventi e dell’uomo la lettura. Contiene uno stimolo all’azione e anche stesso. una buona dose di speranza. Il documento riconosce che la scienza spiega in ter- Mauro 7
Unità Pastorale Consulta Giovanile dell’Unità Pastorale 129 roprio così:129; qualche anno fa, nelle riunioni dei preti delle tre unità P pastorali che fanno riferimento a Giaveno, Avigliana e Reano si provò a ipotizzare un sogno: perché non pensare in grande cercando di guardare avanti e dare respiro ad una pastorale che, in alcuni casi, solo parrocchiale rischia di restare asfittica? perché non ipotizzare che le comunità si aprano ad una dimensione più territoriale? e così, il primo tentativo venne fatto per la pastorale giovanile. Si ipotizzò un gruppo di persone che avessero le "mani in pasta" nella pa- storale giovanile (preti, adulti e ragazzi) che provasse a mettersi attorno ad un tavolo e pensare la possibilità di un progetto condiviso. L’idea di fondo non è sostituirsi alla pastorale parrocchiale che conserverà sempre la sua dimensione “tra le case” così come il suo significato più au- tentico le consegna valore; ma, nell’ottica di una vita cristiana che a partire da una riposta personale ad un Dio anch’egli personale, di relazione, scopra il senso di appartenenza ad una comunità vicina (parrocchia), che è parte di una dimensione più ampia dal punto di vista territoriale (unità pastorale, zona…) con la consapevolezza che la Chiesa esiste in quanto Corpo che si ritrova attorno al suo Vescovo (diocesana) il quale ci rende presente la co- munione con la chiesa universale. Insomma, al di là di grandi parole, si vuole aprire ad una chiesa che sia mis- sione, annuncio ed appartenenza. Dal punto di vista più antropologico poi, questo sogno diventa anche occa- sione per poter lavorare con qualità tenendo conto che le risorse umane sono sempre poche e bisogna fare anche i conti con questo aspetto. Allora una Chiesa che si riconosce universale e concreta prova a cammi- nare insieme! Il progetto partì pensando due momenti per i ragazzi delle superiori, avvento e quaresima, dal sabato pomeriggio alla domenica pomeriggio, in cui far confluire i cammini delle varie attività parrocchiali e non solo attorno alla Pa- rola attraverso il gioco, l’esperienza e la condivisione. Il sogno, attraverso fatiche e occasioni di gioia, vive ormai da cinque anni ed il prossimo fine settimana, sabato 28 e domenica 29 novembre, renderà presente questo impegno a Mompellato. Senza entrare nei dettagli tecnici che non sono l’essenza del progetto crediamo che le nostre comunità non possano più fare a meno di questo cammino condiviso perché, oltre a poter costruire insieme qualcosa che altrimenti non avremmo le forze per impostare, rende viva l’idea di una co- munità cristiana aperta al trascendente, che per noi è il Dio di Gesù, e proiettata sul fratello che ci viene incontro. Come realtà delle parole che abbiamo espresso qui lasciamo sorre alcune frasi scritte al volo da chi ha vis- suto o vive da tempo l’esperienza della consulta. parola n ’e p o ca dove questa un u eme sig n if ica “insieme” in in o d e l “m ettiamo insi Esperienza progettuale Consulta icato gen u razione”: ra a v ere p erso il signif o p p ure d e lla “collabo per di corresponsabilità ed ecclesialità. semb n sare qualcosa ”, con scadenze e p e r p e ri u n is c e Seria esperienza del "fare gruppo" tante test UP 129 si ru pp o d i g iovani della e "mischiarsi", per poterlo poi anche un g ea. nti questa id proporlo ai nostri ragazzi! portare ava igliana) (Fabrizio Av 8
Unità Pastorale La consulta g iovani è un m iniziative da omento dedic proporre ai g ato al dialogo nostra unità iovani ed agli per fare emer pastorale. La a dolescenti del gere nuove a questo app presenza dei le varie parro untamento u p arroci arricch cchie della ragazzi di div n peso magg isce l'incontro erse parrocch iore che una conferendo guida sui per ie. È un mom semplice chia corsi formati ento indicato cc h ierata tra Tramite ques vi e sulle attiv per delinerare ta riunione si ità che si svo le linee modifiche a ci possono port lgeranno dura ò che è già p are avanti o n te l'anno. tutti gli stessi resente sul te ltre a idee n obiettivi, e co rritorio dell'UP , u ove a nche (Christian Avi llaborare per per cercare d gliana) arrivarci. i avere ra una domenica di ottobre come tante altre, se non fosse stato che E proprio quell'undici ottobre avrei dovuto partecipare per la mia prima volta alla consulta della pastorale giovanile della UP 129. Naturalmente non è che fossi proprio entusiasta di questa cosa.... Le mie aspettative erano abbastanza basse... mi sarei aspettato un gruppo che già si conosceva da tempo, un po' chiuso, magari anche un po' noioso. Grazie a Dio mi sbagliavo, e di grosso: mi sono trovato con un gruppo di ragazzi proprio come me, che mi hanno accolto e reso partecipe nono- stante io non fossi molto espansivo … ed allora anche io ho deciso di met- termi in gioco e mi sono tuffato in questa nuova esperienza. E credo di esserci riuscito pienamente perché mi è stata data la disponibilità per par- tecipare al ritiro del 28-29 novembre a Monpellato. Che questo momento formativo comunitario possa raggiungere i suoi obbiettivi! Questo è il mio augurio, perché vedendo l'impegno e la passione di questo gruppo di cui ormai faccio parte, ho la sensazione che la parrocchia di Giaveno non sia sola, ma sia parte di un progetto più grande. Alcuni lo definiscono “l'amore per Cristo”. La consulta per unire le è un’occasio forze e le idee ne per organizza Permette di qualcosa di re superare pro bello insieme. animatori) e blemi numer pensare attiv ici (pochi rag Colpisce sempre il fatto Ma è anche ità comuni a azzi o pochi un luogo do d un livello p che insieme, dall’incontro, persone che ve intrecciare iù alto. vivono una re relazioni, do vengono fuori idee nuove, a ltà differente ve co noscere troppo… Ed dalla tua, m belle, fresche; ma non solo perché è uscendo da a neanche che assume lla logica del questo stare insieme ci dà modo di senso, ad es la produttivit empio, il ferm à avvicinarci l’un l’altro alle esperienze insieme a ce arsi nare dopo u Non si organ na riunione. di realtà diverse dalla mia, alle fatiche, izza nulla, m a si crea un alle gioie, che diventano, così condivise, più compatt gruppo o e affiatato (Giulia Avigli . un po’ le mie. Così anche nella Fede ana) lo stare insieme mi fa sperimentare che da soli è davvero difficile. (Francesca Avigliana) 9
Vita delle nostre Comunità È mancato il canonico don Giorgio Gonella, prevosto di San Lorenzo dal 1984 al 2000 l 30 maggio è mancato don Giorgio Gonella, pre- Già parroco in al- I vosto già di San Lorenzo di Giaveno per 16 anni, dal 1984 al 2000. Era nato a Villafranca Piemonte cune parrocchie di Torino città, poi a il 25 dicembre 1931, ha frequentato il seminario Chieri, era succe- minore di Giaveno, successivamente quello mag- duto a don Michele giore di Rivoli, fino all'ordinazione sacerdotale nel Olivero, lasciando 1956. Il ricordo di don Giorgio è ancora vivo nella poi il testimone al comunità giavenese e “scolpito” nel complesso di giovane don Lu- piazza San Lorenzo che oggi accoglie l’asilo ciano Gambino, B.V.Consolata, per il quale tanto si prodigò per la ri- per svolgere an- strutturazione, così come fece per il cinema parroc- cora un incarico chiale. Tanti i giavenesi che hanno presenziato al come collaboratore funerale a Vinovo e altrettanti i preti, succedutisi parrocchiale a Vi- negli anni passati in San Lorenzo, che hanno con- novo e ricoprendo celebrato la messa esequiale insieme a mons. Ce- la carica di vicario sare Nosiglia. Come da sua volontà, don Giorgio episcopale della riposa nel cimitero di Vinovo. Prete di grande pre- zona sud. D'estate soggiornava a Forno di Coazze ghiera, ha saputo anche distinguersi nei sedici anni presso la grotta per un mese di vacanza, ma si de- vissuti a Giaveno come pastore e per l'esempio che dicava alle confessioni e celebrazioni della messa ha fornito per l'assistenza alla mamma in collabora- ogni giorno. Era uomo di carattere, ma sempre di- zione con la sorella. Sono stati anni di lavoro carat- sponibile al dialogo e al ragionamento. Il Signore lo terizzati dalla dinamicità. Don Giorgio aveva doti ricompensi. Enrico imprenditoriali non indifferenti. Tema del Messaggio per la 49° Giornata Mondiale della Pace “Vinci l'indifferenza e conquista la pace” : questo è damentalismo ed i suoi massacri, le persecuzioni a il titolo del messaggio per la 49° Giornata Mondiale causa della fede e dell'etnia, le violazioni della libertà per la Pace, la terza di Papa Francesco. L'indiffe- e dei diritti dei popoli, lo sfruttamento e la schiaviz- renza nei confronti delle piaghe del nostro tempo è zazione delle persone, la corruzione ed il crimine or- una delle cause principali della mancanza di pace ganizzato, le guerre e il dramma dei rifugiati e dei nel mondo, ed è spesso legata a diverse forme di in- migranti forzati. dividualismo che producono isolamento, ignoranza, La pace è possibile là dove il diritto di ogni essere egoismo, e, dunque, disimpegno. L'aumento delle umano è riconosciuto e rispettato secondo libertà e informazioni non significa di per sé aumento di at- giustizia. Il Messaggio del 2016 vuole essere uno tenzione ai problemi, se non è accompagnato da strumento dal quale partire perché tutti gli uomini di un'apertura delle coscienze in senso solidale; e a tal buona volontà, in particolare coloro che operano fine è indispensabile il contributo che possono dare, nell'istruzione, nella cultura e nei media, agiscano oltre alle famiglie, gli insegnanti, tutti i formatori, gli ciascuno secondo le proprie possibilità e le proprie operatori culturali e dei media, gli intellettuali e gli migliori aspirazioni per costruire insieme un mondo artisti. L'indifferenza si può vincere solo affrontando più consapevole e misericordioso, e quindi più li- insieme questa sfida. bero e giusto. La pace va conquistata: non è un bene che si ot- La Giornata Mondiale della Pace è stata voluta da tiene senza sforzi, senza conversione, senza creati- Paolo VI e viene celebrata ogni anno il primo gen- vità e confronto. Si tratta di sensibilizzare e formare naio. Il Messaggio del Papa viene inviato alle can- al senso di responsabilità riguardo a gravissime que- cellerie di tutto il mondo e traccia anche la linea stioni che affliggono la famiglia umana, quali il fon- diplomatica della Santa Sede per l'anno che si apre. 10
Vita delle nostre Comunità Cristiano, da ex poliziotto a seminarista orse quella che sarebbe stata la sua scelta era già F scritta nel nome, Cristiano. 43enne, originario del Canavese, da giugno trascorre gli ultimi quattro giorni della settimana nella nostra parrocchia, nel servizio all’altare e in oratorio, tappa del suo cam- mino di formazione verso il sacerdozio. Perché Cri- stiano è seminarista a Torino da cinque anni, ad un passo dalla laurea in Teologia. Alle sue spalle un passato da operaio, prima, e da poliziotto, poi, negli uffici della Questura ma anche nei quartieri, e anni da Vigile del Fuoco volontario. Poi, un bel giorno, la chiamata. Tardiva, vien da dire. “Nessuna chia- mata è tardiva, piuttosto la risposta è stata tardiva” precisa Cristiano, che racconta di una fede mai ve- nuta meno, solo sopita per un po’, lontano dalla affiancato dagli studi teologici.“Penso che ogni chiesa, e di quella ricerca di Dio che si è risvegliata esperienza possa essere fonte di arricchimento, così a 36 anni. “Non sempre andavo in chiesa – rac- i miei anni in fabbrica e quelli da poliziotto. Sono conta – Per mia scelta, ho riiniziato a studiare e pro- convinto di questa scelta, anche se le difficoltà non prio dallo studio, in particolare dalla filosofia, ho mancano, a partire dal doversi misurare con l’altro, incominciato a pormi domande. Quello è stato il andare verso il prossimo, in una società sempre più momento della svolta: ho chiesto aiuto al mio par- individualista”. Un modello? “Unico, Cristo. Ma se roco e piano piano ho iniziato questo cammino”. devo scegliere, mi piaceva la semplicità di don Da lì, il primo anno propedeutico, che gli fa capire Benzi, la sua capacità di stare in mezzo alla gente”. di essere sulla strada giusta, l’ingresso in Seminario, Anita Mons. Piero Delbosco vescovo di Cuneo e Fossano ons. Piero Delbosco è stato nominato vescovo diocesi torinese, con le sue 23 “anime”, e rettore M di Cuneo e Fossano. Domenica 29 novembre, nella cattedrale gremita di Fossano, si è tenuta la ce- del Santuario – Grotta N.S. di Lourdes e dell’an- nessa Casa di Spiritualità “Gesù Maestro”, insieme rimonia di ordinazione episcopale. Il suo è un volto alle altre due Case diocesane di cui era responsa- noto in Val Sangone, perché tra i diversi incarichi ri- bile. Undici mesi nei quali “don Piero”, come pre- vestiti da mons. Delbosco, classe 1955, nativo di feriva essere chiamato, ha lasciato il segno sia tra i Poirino, occorre annoverare anche l’anno trascorso pochi parrocchiani che ancora abitano ai 1.000 a Forno di Coazze, dall’ottobre 2012 al settembre metri di Forno sia tra le centinaia di pellegrini che, 2013, come guida della più piccola parrocchia della nel periodo estivo, animano il complesso mariano fondato da don Viotti. Neanche un anno di “pen- dolarismo” tra l’alta Valle e Torino, ed ecco arrivare il nuovo incarico, affidato dall’arcivescovo Nosiglia, come responsabile del Santuario della Consolata, supportato da un altro volto noto, oggi suo erede, don Michele Olivero, ex parroco di Giaveno. Nel suo trascorso, mons. Delbosco è stato anche par- roco a Beinasco, Alpignano (2000-2008) e, nell’ul- timo anno, a Poirino, oltre a ricoprire ruoli quali Vicario episcopale del distretto Torino-Ovest, Pro Vicario Generale, Responsabile delle tre Case di Spiritualità diocesane e delegato per il Diaconato Permanente. Anita 11
La voce agli Ortodossi PATRIARCATO ROMENO - Diocesi Ortodossa Romena dell’Italia Parrocchia Ortodossa Romena “San Teotimo vescovo di Tomis” Giaveno chiamare dal profondo della no- stra anima: «O Salvatore, Signore, entra nella grotta della mia anima!" E 'sbagliata l'opinione che dice: “prima diventi migliore e poi ri- cevi il Signore”. Il Signore deve essere ricevuto in qualsiasi stato ci si trova perché Gesù preferisce l’umiltà, ecco per- ché è nato in una grotta piena di tenebre, piena di animali. Questa cosa ha un profondo significato! Il nostro Salvatore Gesù cerca anche oggi proprio tale “grotte” dell’anima per “nascere” in loro. Tuttavia in qualsiasi stato pecca- minoso ci troviamo, Gesù, il arissimi fratelli e sorelle in Cristo, Cho pensato di mettere nei vostri cuori l’importanza Santo Bambino vuole nascere in questa “grotta” della nostra anima. In un recinto per il bestiame è venuto ed è nato Gesù; che meraviglioso cambia- del modo in cui viviamo questa vita, compiendo ciò mento è stato fatto in questo granaio appena Gesù che Gesù ci ha insegnato. nacque in esso! Improvvisamente fu riempito di luce Vorrei ricordarvi che il nostro Signore Gesù Cristo, celeste, del canto degli angeli e dei pastori e dei doni il nostro Salvatore non è un ospite durante le feste: dei Magi. Cielo e terra sono rimasti stupefatti e fe- Natale, Epifania o Pasqua... Lui deve esserci Mae- lici di ciò che è accaduto in un recinto per bestiame! stro e Governatore della nostra vita. Questo miracolo accade anche nell’anima che ri- Il nostro Signore scese dal cielo sulla terra per ri- ceve il Signore Gesù il Figlio di Dio, improvvisa- conciliare l'uomo con Dio (Vangelo secondo Gio- mente si riempie di luce. vanni 1, 1-17). Alla luce della Natività, alla luce delle stelle di Be- La Natività del Signore deve essere per noi la festa tlemme dobbiamo cambiare il modo sbagliato di vi- della nostra anima, una nascita e rinascita per la no- vere la nostra vita così come cambiò Saulo quando stra anima. Il nostro Salvatore non è nato solo nella visse la luce sulla via di Damasco. Per trentadue anni grotta di Betlemme, Lui deve nascere anche nel- era passato su e giù Saulo, ma quel posto non aveva l'anima di ogni cristiano. nessun significato per lui fino a quando il Signore In realtà, la storia e il miracolo della Natività della non apparve nella luce di Damasco. Ci sono abba- grotta di Betlemme non servono e non valgono stanza cristiani di oggi che passano da un Natale al- niente, se il Salvatore non “nasce” nella “grotta” l'altro senza alcun cambiamento della mente, perché della nostra anima. la luce della Natività non è ancora entrata nella loro "Se Cristo non è nato in te - scrive un Santo Padre anima.... - allora sappi che sei per sempre perduto." Il significato e il grande mistero della Natività di Cri- Il significato di questa nascita è questo: bisogna ri- sto è che il miracolo della grotta di Betlemme deve cevere il Signore nel nostro cuore, nella nostra vita, accadere anche nella nostra anima. Dobbiamo ri- nei nostri pensieri, e nelle nostre parole; lasciarlo nascere con Cristo, crescere con Lui, vivere con Lui diventare padrone e re della nostra anima e vivere ed averlo come Signore della nostra vita. una vita con Lui. Per fare questo non si richiede Padre Livius Todirascu altro che imparare a sentire l'oscurità in cui si vive e 12
Vita delle nostre Comunità Due nuove superiore nelle case religiose di Giaveno: Villa Assunta e Istituto Maria Ausiliatrice uor Emma Pini, F.d.C. di S. Antida Thouret è I numeri sono alti: 60 suore di cui 17 in carrozzina S la nuova superiora di Villa Assunta. Nata a Ba- gnone Vico di Massa Carrara; a 19 anni entra in per le poche braccia ancora attive, 21 di personale laico. La cappella è posta al centro perché la pre- noviziato a Vercelli; diventa suora a 24 anni e inizia ghiera individuale e collettiva sono sempre al posto un lungo cammino prima all’ospedale di Novara; d’onore. “La passione che ci anima è la missione poi viene a Robbio Lomellina, in seguito a Masino nel mondo di oggi. Figlie della Chiesa, ci impe- e Armeno e quindi a Giaveno, come infermiera gniamo a continuare il cammino tracciato da S. Gio- della comunità. Assiste con vera dedizione e com- vanna Antida, secondo il suo carisma. È il momento petenza, fine alla fine di essere insieme profeti e santi”, ribadisce. In que- dei suoi giorni la su- sta casa si prega molto. periora, sr. Rosa Senza preghiera non può esserci umanesimo, per- Aimar. Da agosto è ché la preghiera è il respiro dell’anima. superiora della casa. “Cerchiamo di coinvolgere le ospiti al massimo, con Le sue caratteristiche vari programmi. La preghiera non può essere un at- sono efficienza, gen- tività fra le altre , per le inferme e quelle poche (15) tilezza e pondera- ancora in parte attive”. È il loro modo di essere e di tezza oltre ad una vivere unite a Dio. “Io ho un unico desiderio”, mi buona dose di sorriso dice suor Emma con un ampio sorriso, “continuare e buon umore, in una a creare una comunità in fraternità come il Cena- casa dove la soffe- colo, dove regni serenità e accoglienza”. renza è da condivi- Enrico dere e alleviare. uor Anna Maria Giordani, F.di M.A., dopo che hanno di più caro al mondo. S molti anni di insegnamento e direzione in varie strutture educative nelle scuole salesiane del Pie- “Io chiedo collaborazione, fiducia, rapporto sincero e cordiale. La sin- monte è approdata a Giaveno. La dinamicità che la cerità è la base di contraddistingue, come la gentilezza del tratto, sono tutti i rapporti”. le sue caratteristiche. Un ritorno a Giaveno dove All’istituto M. A. aveva svolto il periodo di postulato negli anni 1965- vivono 44 suore 66 ad appena sedici anni. Suor Anna Maria è di ori- di cui 20 inferme gini lombarde, con un grande bagaglio di assistite; 32 di esperienza, dal 30 agosto u.s., si è già fatta cono- personale laico di scere nell’istituto. “Conoscevo già la realtà e la pre- cui 23 inse- side, molto stimata nei vari incontri avvenuti a livello gnanti. Gli alunni provinciale. Ho apprezzato il suo lavoro come per delle classi ele- tutto il corpo docente che constato interessato alla mentari e medie vita dei giovani con il sistema educativo di don sono 247. Una Bosco”. “Il mio obiettivo è fare gruppo con docenti grande responsa- e studenti. Essere punto di riferimento e comunione bilità sulle spalle in una realtà mista religiosa e laica, educanti in di una esile, ma buona armonia e sincero confronto. Creare il più determinata, suora salesiana tutta d’un pezzo, dal- possibile rete senza dimenticare lo spirito di fami- l’aspetto dolce, ma da cui traspare la personalità glia”. La struttura educativa del M.A. è all’avan- molto esigente. Un buon esempio per tutti sia nel guardia sul piano educativo e si interseca con le dare che nel ricevere. famiglie che affidano per parecchie ore al giorno ciò Enrico 13
Cresime Cresima o Confermazione il balsamo è sostituito dal bergamotto, inviato a tutti i vescovi dalla diocesi di Locri e preparato con il “Vuoi tenere lontani i piccioni dai cornicioni? Dagli frutto delle piante coltivate sui terreni già proprietà la cresima e spariranno per sempre!”. Raccoman- della mafia e ora sequestrati. dava un parroco a un confratello che voleva ripulire Ma il sacramento ha un secondo nome: CONFER- la chiesa. Vada per la barzelletta! Ma è preoccupa- MAZIONE. Chi è il soggetto di tale azione? È Dio zione comune a quanti seguono i ragazzi per la Cre- l’autore del dono: il Padre conferma la sua chiamata sima, la continuità di presenza dei ragazzi alle alla vita in Cristo, Gesù ci immerge ancora di più proposte del dopo cresima. Forse abbiamo bisogno nel suo amore redentore, lo Spirito Santo rinnova i di avvicinarci con attenzione a questo dono di Dio e doni che qualificano la sua azione. Ma è conferma- capire le vere esigenze dei ragazzi. zione anche da parte nostra, è rinnovare i nostri im- CRESIMA. Cristòs è il nome greco di Gesù che tra- pegni battesimali, manifestare in età grandicella duce la parola aramaica Messia, cioè Unto. Ma che l’evangelii gaudium, la gioia del Vangelo. cosa c’entra? Perchè unto? Perché nell’unzione la Sabato 21 novembre a San Lorenzo 65 ragazzi Scrittura ci fa scoprire la presenza di Dio nella vita, hanno ricevuto la Cresima da don Maurizio De An- nelle opere, nel suo sì definitivo..verso la Chiesa. geli, moderatore della curia, e domenica 22 a Sala L’unguento penetra nella pelle, risana, rafforza, 14 ragazzi hanno celebrato con il salesiano don guarisce: quale immagine migliore per esprimere Luigi Testa il dono dello Spirito Santo. l’opera dello Spirito Santo nella vita dell’uomo? I due celebranti sono stati inviati direttamente e in Da Cristo-Unto viene il termine Cresima-unzione, rappresentanza del vescovo. Ai cresimati l’augurio Crisma-unguento. Nel crisma è mescolato il bal- di non fermare il loro cammino di fede ma di in- samo, un profumo, per ricordarci che la vera testi- contrare sempre sulla loro strada qualcuno che cam- monianza del cristiano è la vita che dev’essere mini con loro. “profumo di Dio”. Veramente nelle diocesi italiane don Gianni Marco Rosa Marin Fotografo Cresime Giaveno 21 novembre 2015 HD photo video Cresime Sala 22 novembre 2015 14
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